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I parlamenti rimangono parte essenziale dei sistemi politici contemporanei. Essi esercitano
governo e, nel caso dei sistemi parlamentari, di legittimazione del governo stesso. La loro struttura
muta sensibilmente da paese a paese in relazione a diversi fattori esterni, tra cui hanno particolare
rilievo il sistema elettorale (elezioni) e la configurazione del sistema dei partiti (monopartitismo,
bipartitismo, multipartitismo). Per ciò che riguarda la struttura più propriamente interna dei
parlamenti, essi si distinguono in monocamerali (una sola Camera) e bicamerali (due Camere).
Questi ultimi, che sono più diffusi, rispondono all’esigenza di una più salda separazione dei poteri
e al bisogno di controbilanciare le tendenze politiche della prima Camera con una seconda Camera
più ristretta, oppure eletta secondo diversi criteri, oppure ancora – come avviene di regola negli
Stati federali (come gli Stati Uniti) – formata su base territoriale, per rispondere alle esigenze delle
Accanto all’istituto della presidenza, le principali articolazioni dei parlamenti contemporanei sono
date per un verso dalle commissioni parlamentari (per lo più specializzate in determinate materie
– il bilancio, la politica estera, e così via – che vengono preliminarmente trattate prima di giungere
in aula) e per un altro verso dai gruppi parlamentari (sostanzialmente espressione dei partiti,
parlamentari.
Il Parlamento italiano
Il Parlamento italiano è sorto nel 1861 sul modello del parlamento istituito nel 1848, nel Regno di
Piemonte e Sardegna, dallo Statuto albertino. Da allora e fino al 1939, quando il fascismo lo abolì
sostituendolo con la Camera dei fasci e delle corporazioni, esso ebbe una struttura bicamerale, con
un Senato di nomina regia e una Camera dei deputati eletta dapprima a suffragio ristretto e poi, a
Dopo la caduta del fascismo e la Seconda guerra mondiale, la Costituzione repubblicana (1948) ha
entrambe le Camere – la Camera dei deputati e il Senato – sono elette a suffragio universale
maschile e femminile.
funzione legislativa. Ha una struttura di tipo bicamerale, componendosi della Camera dei deputati
e del Senato della Repubblica, ed è contemplato dal Titolo I della parte seconda della Costituzione;
nell'Italia monarchica si articolava, secondo quanto previsto dallo Statuto Albertino, in Camera dei
Il Palazzo Montecitorio ospita la Camera dei deputati della Repubblica Italiana, uno dei due rami
Composizione
Il principio di base su cui è stato determinato il numero dei parlamentari è la proporzione fra
cittadini e parlamentari. Fra il 1948 e il 1963 il numero era mobile, mentre era fisso il rapporto con
comprende 630 deputati eletti da tutti i cittadini che abbiano compiuto 18 anni, mentre sono
Il Senato invece comprende 315 senatori eletti dai cittadini che abbiano compiuto 25 anni, mentre
sono eleggibili tutti i cittadini che abbiano compiuto almeno 40 anni (art. 56 e 57 della
Costituzione). Il numero totale dei senatori in carica è dato dalla somma di quelli eletti e dei
senatori a vita. È senatore di diritto e a vita chiunque è stato Presidente della Repubblica. art. 59,
comma 1, Cost.). Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cittadini che hanno
illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario; ciascun
Presidente può nominare massimo 5 Senatori a vita, il che, secondo l'orientamento prevalente,
implica che i senatori a vita di nomina presidenziale contemporaneamente in carica possono anche
essere più di cinque (qualora quelli nominati non si siano dimessi e siano ancora in vita).
I dati sul numero dei parlamentari italiani possono essere confrontati con gli altri paesi europei,
tenendo debito conto delle differenze strutturali dell'apparato politico e delle differenze di
popolazione. Nel 2011, ad esempio, l'Italia risulta al secondo posto in Europa per quantità assoluta
di parlamentari, superata solo dal Regno Unito, con 650 commoners della camera bassa e 827 lords
della camera alta (molti dei quali lo sono per titolo o diritto). Tendenzialmente i paesi
numericamente più piccoli hanno più rappresentanti in proporzione agli elettori. Nel 2011, l'Italia
era al sest'ultimo posto con 1,6 parlamentari per 100 000 abitanti. Agli estremi, tra i paesi con più
di un milione di abitanti, vi sono l'Estonia con 7,5 e la Germania con 0,8 parlamentari per 100.000
abitanti. Nel 2011 la commissione affari costituzionali del Senato della Repubblica ha cominciato
l'esame di sei disegni di legge costituzionale, proposti tra il 2008 e il 2011 che modificano gli
riduzione sono legate anche a valutazioni non positive sull'efficienza del sistema italiano, in
partecipazione alle attività camerali. L'11 luglio 2019 il Senato e l’8 ottobre successivo la Camera
hanno approvato la proposta di legge costituzionale recante "Modifiche agli articoli 56, 57 e 59
della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari". Non avendo ricevuto in
seconda deliberazione la maggioranza dei due terzi, è stato possibile che la legge fosse sottoposta
Il voto, originariamente previsto per il 29 marzo 2020, ha subìto un rinvio al 20-21 settembre 2020 a
causa delle misure di confinamento collegate alla pandemia di COVID-19. La riforma sottoposta a
referendum è stata approvata con il 69,96% dei voti ed è divenuta legge costituzionale n. 1/2020. A
partire dalla XIX legislatura si avranno in carica 400 deputati e 200 senatori elettivi.
Durata del mandato
In seguito alla legge costituzionale n. 2 del 1963, entrambe le Camere sono elette per un mandato
di cinque anni (periodo denominato con il termine legislatura), e non possono essere prorogate se
non in caso di guerra. Possono invece essere anticipatamente sciolte dal presidente della
repubblica (ma non negli ultimi sei mesi del suo mandato, a meno che questi non coincidano - in
tutto o in parte - con gli ultimi sei mesi della legislatura), sentiti i rispettivi presidenti (la prassi
sviluppatasi vede lo scioglimento come uno strumento da utilizzarsi solo ove non sia possibile
instaurare un rapporto fiduciario tra il Parlamento e il governo). Le Camere restano in carica fino
alla prima riunione delle nuove Camere per evitare un possibile vuoto legislativo (istituto della
prorogatio, da non confondere con la proroga, che, come detto, avviene esclusivamente qualora
venga deliberato lo stato di guerra). La prima riunione delle nuove Camere deve avvenire entro i
20 giorni successivi alle elezioni, che, a loro volta, devono svolgersi entro 70 giorni dalla fine della
legislatura.
Organizzazione interna
Costituzione e dai regolamenti parlamentari (a favore dei quali esiste una riserva prevista dalla
Organi necessari (in quanto previsti direttamente dal testo ) sono il presidente, l'ufficio di
regolamenti (gruppi, proiezione parlamentare dei partiti, e giunte, con funzioni tecniche; ma anche
la conferenza dei capigruppo, cui spetta la competenza di fissare il programma e il calendario dei
lavori), da deliberazioni delle Camere o da leggi (che assumono spesso la forma di commissione,
monocamerale o bicamerale).
L'ufficio di presidenza della Camera e il consiglio di presidenza del Senato rappresentano tutti i
gruppi parlamentari. Hanno compiti amministrativi e compiti che riguardano la disciplina interna
In virtù del principio di rappresentatività, sono le stesse Camere a giudicare dei titoli di
ammissione dei loro membri (con decisione assunta dall'assemblea su proposta della giunta per le
elezioni). Sempre per lo stesso principio, perché possano esprimere legittimamente una decisione è
necessaria la presenza della maggioranza dei membri del collegio (quorum strutturale, che si
presume esistente salvo verifica), e la decisione stessa si assume approvata quando gode del voto
favorevole della maggioranza dei voti espressi (quorum funzionale; con diverse norme, alla
Camera e al Senato, circa il computo degli astenuti). Gli astenuti al Senato vengono considerati
votanti, mentre alla Camera no. In ipotesi tassativamente indicate dalla Costituzione (e
pubblicità delle sedute. Delle sedute dell'assemblea, infatti, è redatto resoconto sommario e
stenografico, e sono attrezzate apposite tribune per ospitare il pubblico. Delle sedute delle
commissioni, invece, è redatto solo un resoconto sommario (pubblicato sul Bollettino delle giunte
e delle commissioni), ed è possibile seguire lo svolgimento dei loro lavori mediante un sistema
audiovisivo a circuito chiuso. Al contrario, il verbale di seduta è documento riservato (la cui
visione fu negata, nel 1959, anche alla Corte costituzionale). Tuttavia, resta sempre pubblico -
viene letto all'inizio della successiva seduta - il processo verbale di ogni riunione, che viene
redatto, salvo diversa esplicita disposizione, anche per le sedute segrete, delle quali non si
redigono i resoconti; l'organo che si riunisce in maniera segreta può comunque deliberare che non
Prerogative
Le Camere del Parlamento italiano godono di particolari prerogative, a garanzia della propria
allo svolgimento delle proprie funzioni. La stessa giurisprudenza costituzionale ne ha fornito una
legittimazione, quanto meno in ordine alla sottrazione dalla giurisdizione contabile della Corte dei
pubblico nazionale.
Inviolabilità della sede: le forze dell'ordine possono accedere all'interno delle sedi del Parlamento
solo su decisione dei senatori e deputati questori e mai armati, il che non inibisce, secondo alcuni,
la possibilità di perseguire fatti di reato che fuoriescono dalla esclusiva capacità qualificatoria del
regolamento parlamentare.
La Costituzione descrive lo status parlamentare negli artt. 66, 67, 68 e 69. Secondo l'art. 66,
"Ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte
Camera esercita sia attraverso la verifica dei poteri (consolidando o meno l'ammissione dei propri
L'art. 67 (cosiddetto divieto di mandato imperativo) dispone che «ogni membro del parlamento
rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato», ossia riceve un
mandato generale da parte del corpo elettorale, il quale non è suscettibile di iniziative di revoca né
da parte dell'ambito territoriale (collegio) che l'ha eletto, né da parte del partito di affiliazione;
mandato generale il cui rispetto non può essere sindacato in termini giuridici (così come invece
avviene per il mandato previsto dal Codice civile), ma solo (eventualmente) in termini politici,
nelle forme e nei modi previsti dalla Costituzione (quindi, principalmente, con le consultazioni
elettorali).
si prescrive, rispettivamente, che «i membri del Parlamento non possono essere chiamati a
rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni» e che «senza
autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere
della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza
irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è
sequestro di corrispondenza».
Sia l'insindacabilità sia l'inviolabilità non rappresentano prerogative del singolo parlamentare, ma
sistemi di tutela della libera esplicazione delle funzioni del Parlamento, contro indebite ingerenze
da parte della magistratura (ma costituiscono anche il portato del talora minaccioso passato in cui
Per ciò che, in particolare, concerne l'insindacabilità, essa consiste nell'irresponsabilità penale,
civile, amministrativa e disciplinare per le opinioni espresse dai membri delle Camere
distinzione tra attività politica e attività istituzionale del parlamentare e, anche con riguardo a
quest'ultima, tra attività insindacabile e attività sindacabile in quanto lesiva di altri principi o
diritti costituzionali.
L'inviolabilità, invece, rappresenta il residuo derivante dalla riforma operata con legge
Infine, a norma dell'art. 69, «i membri del Parlamento ricevono una indennità stabilita dalla legge»:
Autodichia
Secondo l'istituto dell'autodichìa, come riconosciuto dalla sentenza n. 262/2017 della Corte
costituzionale, le controversie relative allo stato giuridico ed economico dei dipendenti delle
Camere e degli altri organi costituzionali italiani sono riservate agli organi di giustizia interni: per
la sentenza n. 262, l'autodichia riflette l'autonomia normativa degli organi costituzionali; in altri
termini, laddove la legge non sia espressamente richiamata da decisioni degli organi interni,
cui la disciplina retributiva dei dipendenti sfugge – laddove non espressamente richiamata dalla
alla normativa di diritto comune dei “tetti retributivi” imposti (a partire dal secondo governo
Prodi (2006-2008) e dal governo Monti (2012), fino al decreto n. 66/2014 del governo Renzi) per la
generalità del pubblico impiego e per i contratti individuali con società partecipate pubbliche. Uno
dei "paletti" contenuti nella sentenza n. 262/2017 rende invece impossibile l'estensione
dell'autodichia dalle questioni retributive dei dipendenti a quelle degli appalti, forniture e affitti.
Funzioni
controllo e di informazione nonché altre funzioni normalmente esercitate da altri poteri: ovvero la
Il sistema parlamentare Italiano si caratterizza per il bicameralismo perfetto: nessuna camera può
Dai lavori preparatori dell'Assemblea costituente[20] si evince che una delle principali ragioni del
bicameralismo era quella secondo cui il Senato avrebbe potuto svolgere la funzione di "camera di
raffreddamento" presente in altri ordinamenti[21]. Infatti, i limiti di età per l'elettorato attivo e
passivo sono più stringenti al Senato che alla Camera (v. infra) ed è previsto un nucleo, ancorché
In ciascuna camera del Parlamento, i soggetti preposti possono presentare un progetto di legge. La
camera quindi incarica le commissioni competenti di discutere le materie trattate nel disegno di
legge. Trovato l'accordo e approvato il testo in commissione, il testo viene presentato in aula,
discusso e infine votato dall'assemblea. Il testo, se approvato, viene trasmesso all'altra camera del
Parlamento, che ripete la medesima procedura. La legge viene considerata approvata se entrambi i
rami del Parlamento hanno approvato lo stesso identico testo, altrimenti il testo continua ad essere
discusso e votato, se ritenuto valido, oppure accantonato. Il procedimento legislativo per le leggi e
gli atti con forza di legge è quindi obbligatoriamente (o necessariamente) bicamerale, prevede che
promulgazione → pubblicazione.
L'iniziativa spetta al governo, ai singoli parlamentari (che devono presentare la proposta di legge
alla loro Camera d'appartenenza), ai cittadini (che devono presentare una proposta formulata in
articoli e accompagnata dalle firme di 50.000 elettori), ai singoli Consigli regionali e al C.N.E.L.
commissione competente per materia perché svolga una preliminare attività istruttoria
(avvalendosi anche dei pareri formulati da altre commissioni, e in particolare dalle cosiddette
«commissioni filtro»).
A questo punto, il procedimento può seguire due strade diverse. Nel procedimento normale la
tutto deve avvenire in non più di 4 mesi alla Camera e di 2 mesi al Senato. Una volta approdato in
una Camera, avviene la discussione generale, a cui segue l'esame (e il voto) articolo per articolo, le
dichiarazioni di voto e in ultimo la votazione generale, che normalmente avviene e in modo palese
(il voto segreto è previsto per materie che implicano scelte dettate dalla coscienza individuale). Se
il progetto ottiene la votazione positiva di una Camera, passa all'altro ramo del parlamento che la
deve votare senza ulteriori modifiche. In caso di modifiche, il testo ritorna all'altra Camera che lo
deve riapprovare. Se il testo ripete questo procedimento più volte si parla di "navette" o
palleggiamento.
Questa procedura è obbligatoria per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per
approvazione di bilanci e consuntivi (art. 72 Cost.). In tutte le altre ipotesi, si potrà avere una
in sede redigente (sarà di competenza dell'assemblea, cioè, la sola approvazione finale) oppure
deliberante o legislativa (l'intero iter parlamentare si svolge in seno alla commissione), fatta salva
in entrambi i casi la possibilità per 1/10 dei membri della Camera che sta procedendo, 1/5 dei
membri della commissione o per il governo di chiedere il ritorno alla procedura normale.
Procedure particolari sono previste per la conversione di decreti legge, la legge annuale
relativa legge di stabilità (la ex legge finanziaria) e disegni di legge collegati] - la legge annuale di
della Repubblica, perché entro un mese provveda alla promulgazione, salva la possibilità di
chiedere alle Camere, con messaggio motivato, una nuova deliberazione (ipotesi nella quale la
promulgazione è atto dovuto). Una volta promulgata, la legge sarà quindi pubblicata - a cura del
ministro della giustizia - sulla Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore dopo il periodo di vacatio
Questo processo (secondo l'art. 138 della costituzione italiana) si articola in due possibili fasi: la
prima in cui le camere procedono a una votazione parlamentare attraverso una doppia delibera; se
una maggioranza assoluta ma non superiore ai 2/3 si prevede che alcuni soggetti, 1/5 dei
componenti di ciascuna camera, 5 consigli regionali, e 500 000 elettori, possono richiedere di
costituzionale può essere esercitato nei 3 mesi successivi alla pubblicazione nella gazzetta ufficiale
ai fini notiziari del testo della deliberazione legislativa. Il primo referendum di questo tipo si è
tenuto il 7 ottobre 2001, e ha registrato la conferma - da parte del corpo elettorale - della legge
costituzionale n. 3 del 2001. Inoltre doppia delibera da parte delle camere avviene attraverso un
esame incrociato, cioè una volta approvata in prima lettura da una camera, la legge viene
trasmessa all'altra senza la seconda deliberazione della prima; in seconda lettura difatti si procede
L'art. 139 della costituzione stabilisce l'unico vero limite espresso nell'esercizio del potere di
revisione costituzionale e consiste nella forma repubblicana dello Stato. Sussistono inoltre altri
limiti considerati impliciti cioè non vengono modificati gli articoli che contengono i princìpi
supremi dello Stato nonché i valori su cui si fonda la costituzione italiana (sovranità popolare,
Il parlamento, oltre alla funzione legislativa, esercita anche funzioni di controllo sul governo e
fatto sia vero, se ne è a conoscenza e se saranno presi provvedimenti, la risposta può essere data
dal ministro (relativo a quell'argomento), dal presidente del consiglio o da un sottosegretario per
soddisfatto o meno della risposta. Infine, nelle interpellanze il fatto è dato per noto, si chiedono i
motivi della condotta del governo e gli intendimenti futuri, il tutto avviene per iscritto. Se
l'interpellante non è soddisfatto della risposta, può presentare una mozione e promuovere una
discussione.
La funzione di indirizzo politico, invece, si concreta nel rapporto fiduciario che deve sussistere tra
Parlamento e Governo, oggettivizzato nella mozione di fiducia, nella questione di fiducia e nella
mozione di sfiducia (che può essere rivolta all'intero governo oppure anche a un singolo ministro).
Altri strumenti di indirizzo politico sono le mozioni, le risoluzioni e gli ordini del giorno di
istruzione al governo. Una profonda integrazione tra funzione legislativa, funzione di controllo e
funzione di indirizzo si registra, infine, negli atti che vengono svolti nella cosiddetta sessione di
Funzione di inchiesta
A norma dell'art. 82 della Costituzione, «ciascuna Camera può disporre inchieste su materie di
pubblico interesse. A tale scopo nomina fra i propri componenti una commissione formata in
modo da rispecchiare la proporzione dei vari gruppi». Il Parlamento, ossia, per adempiere alla sua
funzione di organo attraverso il quale si esercita in forma ordinaria la sovranità popolare, può
adottare penetranti strumenti conoscitivi e coercitivi (gli stessi poteri dell'autorità giudiziaria) per
sottoporre all'esame proprio - e di conseguenza del popolo sovrano - fatti e argomenti su cui sia
Il Parlamento si riunisce in seduta comune nei soli casi stabiliti dalla Costituzione. La riunione ha
luogo presso gli uffici della Camera dei deputati a Palazzo Montecitorio e l'assemblea è presieduta
dal presidente della Camera con il proprio ufficio di presidenza. Del resto, quando si trattò di
scrivere l'articolo 55 della Costituzione, nonostante la prima idea di una terza Camera
giuridicamente indistinta dalle altre due (idea in seguito scartata), i costituenti diedero il potere al
solo presidente della Camera di presiedere il Parlamento in seduta comune per stabilire equilibrio
con il presidente del Senato, che sostituisce il presidente della Repubblica nel caso questi non
con la partecipazione dei rappresentanti delle regioni, per l'elezione del presidente della
Repubblica. È richiesta la maggioranza dei due terzi nei primi tre scrutini, la maggioranza assoluta
per assistere al giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione del
per l'elezione di otto membri del Consiglio superiore della magistratura (art. 104 Cost.)Il quorum
richiesto è la maggioranza dei tre quinti dell'assemblea nei primi due scrutini, la maggioranza dei
per la messa in stato di accusa del presidente della Repubblica, a maggioranza assoluta (art. 90
Cost.);
per l'elezione di un terzo dei membri della Corte costituzionale (art. 135 Cost.). Il quorum è la
maggioranza dei due terzi nei primi tre scrutini, la maggioranza dei tre quinti nei successivi;
per la compilazione di un elenco di 45 cittadini fra i quali estrarne a sorte sedici, che integreranno
la Corte costituzionale nei giudizi d'accusa contro il presidente della Repubblica (il quorum
richiesto è il medesimo di quello previsto per l'elezione dei giudici costituzionali) (art. 135 Cost.).
Ciascuna Camera può essere convocata in via straordinaria per iniziativa del suo Presidente o del
Presidente della Repubblica o di un terzo dei suoi componenti. Quando si riunisce in via