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Anche negli Stati non federali il bicameralismo ha quasi sempre carattere differenziato (per
esempio in Francia, Regno Unito, Irlanda):
● La prima Camera eletta suffragio universale ed è dotata di maggiori poteri
● La seconda Camera svolge funzioni ausiliarie rispetto alla prima e non è quasi mai
eletta direttamente dal corpo elettorale. I suoi membri sono designati perlopiù dagli
enti territoriali o da altri organi statali.
I PARLAMENTARI
Tutti i cittadini che hanno il diritto di voto (cittadinanza) possono presentarsi candidati e
quindi essere eletti al parlamento: devono aver compiuto 25 anni per essere eletti deputati
e 40 anni per essere eletti senatori.
LE IMMUNITÀ PARLAMENTARI
Per poter svolgere il loro compito con la massima indipendenza, i parlamentari sono dotati
di una speciale protezione giuridica che non spetta a nessun altro cittadino: l’immunità
parlamentare . Lo scopo di questa protezione è quello di permettere loro (soprattutto i
parlamentari dell’opposizione, cioè le forze politiche che non sono al governo e che
svolgono un’azione di contrasto nei confronti della politica della maggioranza che invece è al
governo) di agire in piena libertà al riparo dalle pressioni del potere esecutivo, dei
giudici e della polizia. In particolare, i parlamentari:
➔ non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse nell’esercizio delle
loro funzioni (irresponsabilità per le opinioni). Essi hanno una piena e totale libertà
di parola e non possono essere in nessun caso imputati di diffamazione o qualsiasi
altro reato di opinione. Un parlamentare deve essere libero di esprimersi senza
offendere nessuno.
➔ non possono essere arrestati o soggetti a forme di limitazione della libertà
personale senza l’autorizzazione della camera alla quale appartengono
(immunità processuale). La camera, prima di dare l'autorizzazione, accerta che
l’arresto non sia stato chiesto per ragioni di persecuzione politica.
NB! I giudici non devono richiedere l’autorizzazione della camera si intendono procedere
contro un membro del parlamento a piede libero (flagranza di reato): possono indagare
liberamente su di lui, interrogarlo e svolgere il relativo processo.
Un parlamentare può essere indagato ma come parlamentare possiede l’immunità
processuale.
INDENNITA’
I membri del parlamento ricevono un’indennità stabilita per legge (cioè dal parlamento
stesso). Il fatto che i parlamentari possono fissare essi stessi il proprio stipendio può
suscitare di facile ironia; tuttavia si tratta di un ulteriore garanzia di autonomia e
d'indipendenza delle assemblee legislative.
In passato l’ufficio di parlamentare era completamente gratuito dal momento che il suffragio
era ristretto e potevano arrivare al parlamento soltanto i possidenti che erano in grado di
mantenersi con le proprie rendite. La presenza dell’indennità consente di accedere al
parlamento anche a persone che non possono permettersi di non lavorare per tutta la
durata del loro mandato. Sono frequenti le critiche sull’entità dell’indennità che in Italia è alta
(oltre i 10.000 € mensili, unicamente di indennità).
IL GOVERNO
LA COMPOSIZIONE DEL GOVERNO
Il governo è composto dal presidente del consiglio e dai ministri che insieme formano il
Consiglio dei Ministri.
I membri del governo non devono essere necessariamente membri del parlamento sebbene
la scelta ricade tra questi ultimi. E’ accaduto più di una volta che fossero chiamate a far
parte del governo persone estranee alla politica: professionisti, esperti, professori
universitari (si parla quindi di ministri tecnici, non di ministri politici).
Il presidente del Consiglio è il capo del governo:
● ne dirige la politica
● promuove e coordina l’attività dei ministri
● presiede il consiglio dei ministri
● le sue dimissioni provocano la caduta dell'intero governo
● deve essere un diplomatico molto aperto al dialogo.
I governi vengono di solito designati con il nome del loro presidente (ad esempio il governo
Renzi). La Presidenza del Consiglio ha sede a Roma a Palazzo Chigi e nella stessa sede si
svolgono le riunioni del Consiglio dei Ministri.
Ciascun ministro è a capo di un particolare ramo della pubblica amministrazione che viene
chiamato Ministero. Attualmente i ministeri sono 15: - affari esteri e cooperazione
internazionale - interno - Giustizia - Difesa - economia e finanze - Imprese e made in Italy -
agricoltura, sovranità alimentare e foreste - ambiente e sicurezza energetica - infrastrutture e
trasporti - Lavoro e politiche sociali - istruzione e merito - Università e ricerca - cultura -
Salute - Turismo.
I ministri hanno quindi una doppia funzione:
● Come capi dei rispettivi ministeri dirigono uno specifico settore dello Stato (per esempio la
giustizia o l’istruzione)
● Come membri del consiglio dei ministri contribuiscono a definire l’indirizzo politico del
governo nel suo complesso.
● Quarta fase (il voto di fiducia): Per operare con la pienezza dei suoi poteri il governo
deve compiere un passo ulteriore e cioè ottenere la fiducia del parlamento.Entro
10 giorni dalla sua formazione (cioè dal giuramento) il governo deve presentarsi
davanti a ognuno delle due camere, dove il presidente del consiglio espone il
programma del suo governo; sulle sue dichiarazioni si svolge una discussione che si
conclude con la votazione della mozione di fiducia (separatamente nelle due
camere), che avviene con voto palese 50%+1. Con il voto di fiducia di entrambe le
camere il governo è ufficialmente in carica e diventa operativo.
LE CRISI DI GOVERNO
Il governo rimane in carica al massimo fino alla fine della legislatura (5 anni), ossia fino
alle nuove elezioni, ma spesso il governo cade prima. Il governo è obbligato a dimettersi
quando il parlamento (basta una sola camera) gli toglie la fiducia.
La costituzione stabilisce che il parlamento può approvare in qualsiasi momento una
mozione di sfiducia che deve essere firmata da almeno 1/10 dei componenti della
camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione.
Ma il governo di solito non aspetta che venga votata la sfiducia: quando si accorge di non
avere più l’appoggio della maggioranza del parlamento preferisce dare di sua
iniziativa le dimissioni.
Con le dimissioni si apre la crisi di governo e la parola passa al capo dello Stato.
Il governo dimissionario rimane in carica fino alla nomina del governo successivo per
evitare un vuoto di potere. Tuttavia le funzioni del governo dimissionario sono limitate
all’ordinaria amministrazione. Si esclude che esso possa prendere delle decisioni molto
rilevanti sul piano politico.
Infatti il Governo: definisce gli indirizzi della politica nazionale, dirige la Pubblica
amministrazione, interviene nella formazione delle leggi, definisce gli indirizzi della politica
nazionale.
L'orientamento politico del Governo riguarda:
- la politica interna: per esempio, la politica economica, industriale, scolastica, fiscale ecc.;
- la politica estera: le relazioni con altri Paesi o con l'Unione europea.
La politica perseguita dal Governo è posta sotto il controllo del Parlamento che, come
sappiamo, può obbligarlo a dimettersi se esso segue un indirizzo non condiviso dalla
maggioranza parlamentare.
Dirige la Pubblica amministrazione: il Governo, sia nel suo insieme, sia nelle persone dei
singoli ministri per i Ministeri di loro competenza, è a capo della Pubblica amministrazione
e ne dirige i vari settori: Polizia, Esercito, riscossione delle imposte, scuola, università,
sanità, lavori pubblici ecc.
Nomina i più alti funzionari dello Stato e i dirigenti degli enti pubblici.
Il limite generale che il Governo incontra nell'esercizio di questa funzione è costituito dalla
necessità di rispettare la legge (principio di legalità). Esso, in altre parole, può agire solo
nel quadro delle leggi esistenti e le sue decisioni possono essere annullate dall'autorità
giudiziaria se risultano illegittime (ossia in contrasto con la legge).
Interviene nella formazione delle leggi: il Governo non può fare le leggi, ma ha spesso
bisogno di nuove leggi per realizzare il proprio programma politico. Ha quindi una
posizione privilegiata nell'iniziativa delle leggi: invia al Parlamento i propri disegni di legge e
può chiedere che quelli più urgenti siano discussi con maggiore rapidità. Può inoltre porre la
questione di fiducia su una propria proposta, ossia dichiarare che considera una prova di
sfiducia la mancata approvazione di quella legge. In questo modo il Parlamento, per evitare
la crisi, sarà indotto a far passare il provvedimento voluto dal Governo.
In alcuni casi il Parlamento lascia al Governo il potere di emanare atti con forza di
legge (decreto legge 60 gg in casi eccezionali di necessità ed urgenza (alluvione), decreto
legislativo).