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Articolo 7

Lo Stato e la Chiesa cattolica sono,

ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e

sovrani.I loro rapporti sono regolati dai

Patti Lateranensi. Le modificazioni dei

Patti, accettate dalle due parti, non

richiedono procedimento di revisione

costituzionale.

Con Patti Lateranensi si intende il trattato che la Santa Sede

e il governo italiano hanno stipulato l'11 febbraio 1929,

trattato che regola i rapporti tra le due istituzioni. I Patti

Lateranensi si sono resi necessari dopo l'annessione al

Regno d'Italia dei territori che appartenevano allo Stato

Pontificio dopo la presa di Roma del 20 settembre 197

Questione romana
Nome dato al conflitto sorto tra lo Stato italiano

(che nel proclamare la propria unità aveva posto

fine allo Stato pontificio [vedi]) e la Chiesa di

Roma (che vedeva nella conservazione del suo

potere temporale il presupposto indefettibile per

la propria libertà e indipendenza).

La (—) durò per tutto il Risorgimento ed assunse

una connotazione politica all’indomani

dell’occupazione di Roma da parte del Regno

d’Italia (1870).

La (—) fu risolta unilateralmente dallo Stato

italiano con la cd. legge delle guarentigie [vedi

Guarentigie (legge delle)], che fu tuttavia

respinta da papa Pio IX. Nel 1919 il presidente

del Consiglio Orlando tentò una nuova mediazione,

risultata tuttavia infruttuosa per il rifiuto del

governo italiano di concedere al pontefice un

territorio in sovranità.
Tale prerogativa, invece, fu concessa da

Mussolini. Pertanto, una definitiva

regolamentazione a carattere bilaterale della (—)

si ebbe solo l’11-2-1929 con la stipula dei Patti

Lateranensi.

FORMAZIONE DEL GOVERNO

Per formazione del Governo si intende il

procedimento di nomina del Presidente del

Consiglio e dei singoli Ministri.

Tale procedimento è suddiviso in tre fasi:

consultazione, incarico e nomina; tuttavia il

Governo entra in carica dopo altre due fasi:

giuramento e fiducia.

Consultazione:
Il Presidente della Repubblica consulta i

segretari dei partiti, i Presidenti dei gruppi

parlamentari, gli ex Presidenti della Repubblica e

i Presidenti delle Camere; successivamente nomina

un Governo che possa riscuotere la fiducia della

maggioranza parlamentare.

Incarico:

Il Presidente del Consiglio riceve l’incarico "con

riserva" di formare il nuovo Governo e concorda il

programma e la lista dei Ministri con i partiti

politici della sua coalizione. L’incarico è

accettato "con riserva" e, finché il Presidente

del Consiglio non accetta tale nomina, egli è

definito Presidente del Consiglio incaricato. Se

non lo fa, il Presidente del Consiglio deve


rimettere il mandato, rinunciando quindi

all’incarico.

Nomina:

il Presidente del Consiglio si reca dal Presidente

della Repubblica per accettare la nomina.il

Presidente della Repubblica procede quindi alla

nomina del Presidente del Consiglio e dei

Ministri.

Giuramento:

il Presidente del Consiglio e i Ministri, davanti

al Presidente della Repubblica e fa lo giuramento

Fiducia:

entro 10 giorni dalla nomina, il Governo si reca

in Parlamento per presentare il programma e

ottenere la fiducia dal Parlamento.Dopo il

giuramento, il Governo non può compiere atti di

rilievo politico; dopo la fiducia, esso entra


nella pienezza dei suoi poteri politici e inizia a

operare per la realizzazione del programma.

Il Parlamento dà la fiducia tramite una mozione

motivata (mozione di fiducia), votata con

scrutinio palese; se non si ottiene la maggioranza

ordinaria (maggioranza dei presenti), il Governo

si deve dimettere.

COME SI FANNO LE LEGGI

In diritto, il procedimento legislativo è quello mediante il

quale si approva una legge. In Italia, è adottato dal

Parlamento della Repubblica, ovvero dall’organo che

detiene il potere legislativo.

In particolare, la Costituzione stabilisce che la funzione

legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere.Ciò

significa che, per divenire legge, un progetto deve essere

approvato nell’identico testo dalla Camera dei Deputati e

dal Senato.
Il procedimento di formazione della legge si articola,

perciò, in 4 fasi successive: la presentazione del progetto di

legge (iniziativa legislativa); l’approvazione della Camera a

cui è stato presentato per prima; la trasmissione del testo

all’altra Camera e la sua approvazione nella medesima

formulazione o con modifiche. In quest’ultima ipotesi, il

progetto passa da una Camera all’altra finché non viene

approvato da entrambe nella medesima formulazione (è la

cosiddetta navette); la promulgazione da parte del

Presidente della Repubblica che, tuttavia, può rinviare la

legge alle Camere per un riesame, la pubblicazione nella

Gazzetta Ufficiale e la sua entrata in vigore.

Le Due Camere nel bicameralismo perfetto

In Italia le due camere sono la Camera dei Deputati e il Senato della

Repubblica, che hanno i medesimi poteri e le stesse funzioni di

attribuzione costituzionale. Ma ci sono alcune differenze di

composizione da sottolineare tra queste due:

● I deputati sono 630, i senatori in numero minore: 315

● Nel Senato sono presenti anche i senatori a vita e i

senatori di diritto
● Gli elettori della Camera sono i cittadini che hanno

compiuto la maggiore età, mentre le persone

eleggibili devono aver compiuto 25 anni

● Gli elettori del senato sono i cittadini che hanno

compiuto i 25 anni di età, mentre gli eleggibili sono

coloro che hanno compiuto 40 anni

● La ripartizione dei voti per la Camera avviene su base

nazionale

● La ripartizione dei voti durante le elezioni politiche

per il Senato avviene su base regionale

Differenza tra statuto

albertino e la costituzione

Lo Statuto Albertino è il documento

emanato il 4 marzo 1848 da Re Carlo

Alberto di Savoia per il Regno di

Sardegna per unire l’Italia sotto un

unico sistema legislativo. A questo testo

seguì la Costituzione della Reubblica,


che dal 1° gennaio 1948 divenne la carta

di riferimento dell’Italia Unita, emanata

dall’Assemblea costituente eletta a

suffragio universale maschile nel giugno

del 1944.

Lo Statuto Albertino, entrato in vigore il 4 marzo

1848, deve il suo nome al sovrano che lo emanò,

Carlo Alberto di Savoia, Re del Regno

sardo-piemontese. Nato quindi come raccolta di

Leggi ad opera della Monarchia Sabauda, diventa la

prima carta fondamentale della nuova Italia unita

anche dopo il 17 marzo 1861.

Rimane il documento legislativo ufficiale, con

alcune minime modifiche, fino all’entrata in

vigore della Costituzione Italiana, il 1° gennaio

1948.
La Costituzione della Repubblica entra appunto in

vigore il 1° gennaio 1948 e costituisce l’insieme

delle Leggi su cui si fonda lo Stato Italiano. E’

stata approvata il 22 dicembre 1947 dall’Assemblea

Costituente.

Vi sono alcune differenze ben precise tra Statuto

Albertino e Costituzione:

1) lo Statuto Albertino è breve (composto da pochi

articoli che illustrano la forma di governo e le

principali Leggi), mentre la Costituzione è

composta da molti articoli (139 articoli divisi in

4 sezioni);

2) lo Statuto è stato emanato dal Re: è quindi

opera di un unico sovrano, mentre la Costituzione

è stata predisposta e approvata da un’Assemblea


Costituente, composta da rappresentanti del

popolo;

3) lo Statuto era molto flessibile, infatti

durante il Fascismo venne stravolto e modificato.

La Costituzione nasce invece in forma già più

rigida: per riformarne gli articoli vi sono

infatti procedure più complesse che richiedono più

della semplice maggioranza parlamentare.

Un’attenzione necessaria per evitare la formazione

di uno stato autoritario e tutelare la Repubblica.

Art. 138.

Le leggi di revisione della Costituzione e le altre

leggi

costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due

successive

deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono

approvate
a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna

Camera nella

seconda votazione.

Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare

quando, entro

tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un

quinto dei

membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque

Consigli

regionali. La legge sottoposta a referendum non e' promulgata,

se non

e' approvata dalla maggioranza dei voti validi.

Non si fa luogo a referendum se la legge e' stata

approvata nella

seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di

due terzi

dei suoi componenti.


SISTEMA ELETTORALE

Si divide in maggioritario e proporzionale.A loro volta si

dividono in:

Maggioritario:

● un solo turno

si svolgono in collegi uninominali dove basta la maggioranza relativa per

essere eletti. Questo sistema ha la caratteristica di ridurre il numero di partiti

del sistema politico, questa caratteristica è spiegata innanzitutto dal fatto che

di solito sono 2 i partiti che raccolgono grandi voti, poi ci sono i medi e i

piccoli, quindi e poi c’è il fattore psicologico dell’elettore che sapendo che quel

determinato partito non prenderà il seggio preferisce non buttare il voto e

votare per il meno peggio dei 2 più grandi.

● doppio turno

Anche questi sono sistemi a collegi uninominali, dove vince il seggio al primo

turno chi ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti. Nel caso nessuno la

ottenga si indice un secondo turno di votazioni a distanza di 2 settimane in

genere.
Proporzionale:

● puro

se ottieni l’1% dei voti hai diritto al 1% dei deputati

● o co soglia di sbarramento fissata al 5%

i partiti che non ottengono un numero di voti che superi la soglia

non partecipano alla ripartizione dei seggi.

STATUTO DEI LAVORATORI

Si definisce Statuto dei Lavoratori la Legge 20 maggio 1970 n.

300, che reca “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei

lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei

luoghi di lavoro e norme sul collocamento”.

Si tratta di un corpo normativo fondamentale del diritto del lavoro

italiano che, parzialmente modificato e integrato nel corso di questi

decenni, ancora oggi costituisce la disciplina di riferimento per i

rapporti tra lavoratore e impresa e i diritti sindacali.


Approvato a seguito delle tensioni sociali e delle lotte sindacali della

fine degli anni sessanta, conosciute come la stagione dell’autunno

caldo

Il titolo I dello Statuto (artt. 1 – 13) disciplina diritti e divieti volti a

garantire la libertà e dignità del lavoratore; in particolare in materia

di libertà di opinione del lavoratore (art. 1), regolamentazione del

potere di controllo (artt. 2 – 6) e disciplinare (art. 7), di mansioni e

trasferimenti (art. 13).

Il titolo II (artt. 14 – 18), dedicato alla libertà sindacale,

nell’affermare e disciplinare il principio cardine del diritto di

costituire associazioni sindacali nei luoghi di lavoro e di aderirvi (art.

14), sancisce la nullità degli atti discriminatori (art. 15), pone il

divieto di costituire o sostenere sindacati di comodo (art. 17) e, allo

scopo di rendere effettivi tali diritti, introduce la garanzia della

stabilità del posto di lavoro, disponendo le tutele accordate al

lavoratore in caso di licenziamento illegittimo (art. 18).

Nel titolo III si tracciano le prerogative dell’attività sindacale nei

luoghi di lavoro, attraverso il riconoscimento al sindacato del potere

di operare nella sfera giuridica dell’imprenditore, per il

conseguimento dei propri obiettivi di rappresentanza e di tutela.


Lo spoils system

Spoils system: cos'è e come funziona


Lo Spoils system è una pratica nata negli Stati Uniti nel corso
dell'Ottocento e che si è diffusa in Italia a partire dagli anni novanta
del Novecento.

In base al suo meccanismo, gli organi politici come i Ministri, il


Consiglio dei ministri, il Presidente della Regione e il Sindaco
possono scegliere le figure dirigenziali di vertice dell'ordinamento.

Il sistema è organizzato in modo tale che i tempi degli incarichi non


eccedano la durata dell'organo politico che ha nominati.

La disciplina dello Spoils system


Lo Spoil system, in Italia, è attualmente regolato dalla legge n.
145/2002, che prevede, all'articolo 6, che "le nomine degli organi di
vertice e dei componenti dei consigli di amministrazione o degli
organi equiparati degli enti pubblici, delle società controllate o
partecipate dallo Stato, delle agenzie o di altri organismi comunque
denominati, conferite dal Governo o dai Ministri nei sei mesi
antecedenti la scadenza naturale della legislatura, computata con
decorrenza dalla data della prima riunione delle Camere, o nel
mese antecedente lo scioglimento anticipato di entrambe le
Camere, possono essere confermate, revocate, modificate o
rinnovate entro sei mesi dal voto sulla fiducia al Governo"
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Il presidente della Repubblica italiana è eletto dal Parlamento in
seduta comune, composto dai componenti della Camera dei
deputati (630 deputati) e del Senato della Repubblica (321 senatori,
compresi sei senatori a vita: Giorgio Napolitano, presidente emerito
della Repubblica, Mario Monti, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo
Rubbia, e Liliana Segre) a cui si aggiungono i 58 delegati eletti dai
Consigli regionali. Ogni Consiglio regionale elegge tre delegati (due
rappresentanti della maggioranza e un rappresentante della
minoranza) in modo che sia assicurata la rappresentanza delle
minoranze. La Valle d’Aosta ha un solo delegato. In tutto, il collegio
elettorale “presidenziale” è quindi composto da 1.009 cosiddetti
“Grandi elettori” (articolo 83 della Costituzione).

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