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I PAESI DI LINGUA TEDESCA (A.

DESTRO)

CAPITOLO 4 – POLITICA E SOCIETA’


Costituzione tedesca.
Dopo la fine della IIGM, la divisione della Germania appariva più che inevitabile e, nonostante l’inizio della
guerra fredda e il Blocco di Berlino attuato dall’Unione Sovietica, il 1° settembre 1948, l’Assemblea
costituente si riunì nel consiglio parlamentare e la Costituzione del nuovo stato tedesco occidentale nacque
con il nome di “Legge Fondamentale” (Grundgesetz). Questo progetto di costituzione fu sottoposto ai
governatori militari occidentali e ai Länder ed entrò in vigore il 23 maggio 1949. In questa nuova
costituzione venne dato maggior potere ai governi locali dei Länder e si cercò di mantenere vivi i punti
salienti della Costituzione di Weimar, dando maggiore incidenza al cancelliere piuttosto che al presidente
federale, istituendo la Corte costituzionale, che aveva il compito di vigilare sul rispetto delle norme
costituzionali.
La legge fondamentale si basa su quattro principi fondamentali:
 Il principio democratico;
 Il principio dello stato di diritto:
 Il principio dello stato sociale;
 Il principio federale.
IL PRINCIPIO DEMOCRATICO. Visti i precedenti dittatoriali, la legge fondamentale si basa sul principio di
sovranità popolare. Il popolo non esercita la sua sovranità in maniera diretta, ma indirettamente attraverso
gli organi da loro eletti; vi sono pochissimi elementi plebiscitari e, in contrapposizione alla Legge di Weimar,
si cerca di proteggere la legge fondamentale attraverso il principio della “democrazia che si difende”,
ovvero, tutti gli articoli della Costituzione che si rifanno a questi quattro principi NON sono modificabili e
tutte le leggi aggiunte successivamente devono essere approvate dai due terzi del Bundestag e del
Bundesrat ed è vietata la formazione di partiti che non rispettano i quattro principi.
IL PRINCIPIO DELLO STATO DI DIRITTO. Lo stato è limitato nel suo potere perché è disciplinato dalle leggi, al
fine di evitare un nuovo regime totalitario.
IL PRINCIPIO DELLO STATO SOCIALE. Questo principio obbliga gli organi statali ad attuare delle politiche che
assicurino la giustizia sociale e che compensino le diseguaglianze in campo economico; poteri più precisi in
ambito sociale ed economico sono affidati ai Länder.
IL PRINCIPIO FEDERALE. Il potere politico è accuratamente diviso tra lo stato federale e i suoi stati membri (i
Länder), si verifica quindi una sorta di scissione del potere su base territoriale che si aggiunge ai vari compiti
già assegnati ai diversi organi di stato.
Anche se con l’unificazione delle due Germanie fu richiesta a gran voce una revisione e una modifica delle
leggi fondamentali, dal 3 ottobre 1990 la legge fondamentale vige su tutto il territorio.

Il Bundestag.
È l’unico organo dello stato tedesco ad essere eletto dal popolo in modo diretto ogni 4 anni. I deputati
godono dell’immunità parlamentare: non possono essere perseguiti giuridicamente senza il consenso del
parlamento a meno che non vengano colti in flagranza di reato. Il Bundestag ha quattro funzioni principali:
 È l’organo principale della formazione del governo
 È il fulcro del procedimento legislativo
 È l’organo di controllo del governo e della politica governativa
 È l’organo di rappresentanza di tutto il popolo tedesco
Durante la formazione del governo, il cancelliere dello stato federale viene eletto dal Bundestag con
maggioranza assoluta su proposta del presidente federale, anche se la scelta viene ampiamente
condizionata dell’esito delle elezioni. I ministri sono invece nominato dal presidente su scelta del
cancelliere.
Il Bundestag discute i testi di legge proposti dal Bundesrat, dal governo, o da altri membri del parlamento
stesso. Esso svolge una funzione di controllo sul governo attraverso le interrogazioni parlamentari, anche
se, in linea di massima, la maggioranza ha lo stesso programma politico del governo. Rappresentando il
popolo al parlamento, il Bundestag avrebbe il compito di discutere delle problematiche dei vari gruppi
sociali, anche se il loro operato si concentra su quasi esclusivamente sul lavoro legislativo, cercando di
influire nelle scelte politiche.
I deputati del Bundestag vengono eletti con elezioni generali a cui possono partecipare tutti i cittadini
tedeschi che abbiano compiuto 18 anni. Generalmente, i candidati sono legati ai vari partiti politici, ma
sono ammessi anche candidati indipendenti. Il sistema elettorale per le politiche è un misto tra sistema
maggioritario e sistema proporzionale: ogni elettore ha due voti, con il primo elegge un candidato della
propria circoscrizione (sistema maggioritario) e col secondo sceglie un partito e con ciò decide
sull’assegnazione del numero dei seggi in parlamento (sistema proporzionale). Per entrare in parlamento, i
partiti hanno lo sbarramento del 5% e, spesso, a causa dei troppi voti ottenuti, il Bundestag accoglie in
parlamento più deputati di quelli consentiti (656).

Il Bundesrat.
L’organo più importante del federalismo è il Bundesrat. La funzione e le competenze del Bundesrat
derivano dal principio espresso nell’articolo 50 della legge fondamentale: “Attraverso il Bundesrat i Länder
collaborando alla legislazione e all’amministrazione del Bund”. Come camera dei Länder, il Bundesrat
costituisce quindi l’organo dei sedici Länder a livello federale con il compito anzitutto di valorizzare gli
interessi e l’esperienza amministrativa dei Länder stessi nella legislazione federale. Il consiglio parlamentare
stabilì che i membri del Bundesrat non dovevano essere eletti. Si doveva trattare di membri dei governi
regionali (ministri o segretari di stato) nominati e revocati dagli stessi governi dei Länder.
Il Bundesrat è quindi soprattutto uno strumento dell’esecutivo e non un ulteriore organo elettivo
paragonabile nelle sue funzioni al parlamento. Tramite il Bundesrat, l’esecutivo dei Länder partecipa alla
legislazione federale. Il numero dei voti nel Bundesrat dipende dal numero degli abitanti nei singoli Länder.
Ogni Land ha almeno tre voti. Se la popolazione supera i due milioni di voti diventano quattro.
Il Bundesrat può influenzare il processo politico. Tutte le leggi federali che riguardano le finanze e la sfera
amministrativa dei Länder, nonché le leggi di riforma costituzionale richiedono il consenso del Bundesrat.
Nel caso di tutte le altre leggi il Bundesrat ha il diritto di prendere posizione o di appellarsi alla commissione
di conciliazione che è formata da membri delle due assemblee e ha il compito di esaminare i progetti di
legge controversi. La sua maggioranza può decidere in contrasto con la maggioranza parlamentare.
Esistono molte forme di cooperazione tra Bund e Länder e tra i Länder stessi, questo fenomeno è detto
anche Federalismo cooperativo. Periodicamente hanno luogo delle conferenze dei primi ministri dei
Länder.
La sfida maggio per il federalismo tedesco è l’integrazione europea, con i Länder che chiesero di non
perdere i loro poteri, ottenendo una modifica della legge fondamentale in seguito al trattato di Maastricht
che ha portato all’istituzione di una nuova commissione del Bundesrat, la cosiddetta camera europea
(Europakammer). Questa commissione elabora pareri del Bundesrat a proposito di progetti di legge
dell’Unione Europea.

La Legislazione Federale.
L’organo centrale del processo legislativo è indubbiamente il Bundestag. Di fatto il procedimento legislativo
si svolge all’interno del triangolo costituito da governo federale, Bundesrat e Bundestag. Al Bundestag è
riservato il diritto di deliberazione o emanazione della legge. La firma da parte del presidente federale è
soltanto un atto formale.
Nessuno può impedire al Bundestag di rielaborare e modificare notevolmente un progetto di legge del
governo. Ciò avviene prevalentemente nella fase della discussione nelle commissioni. Il Bundestag tratta i
progetti di legge tradizionalmente in tre cosiddette letture. Il tipico progetto di legge del governo federale
viene in genere trasmesso prima al Bundesrat che ha il diritto di esprimere la propria opinione entro sei
settimane. Poi viene trasmesso al Bundestag. Appena è stata stabilita una data i gruppi parlamentari
iniziano a discuterne il contenuto. La legge passa poi alla prima lettura in aula. In genere viene
immediatamente trasmessa alle commissioni. Nella seconda lettura un relatore della commissione
appositamente nominato ne presenta il contenuto e chiede all’aula di accettare il progetto senza modifiche,
di apportare delle modifiche o di respingerlo in toto. Se a questo punto i gruppi parlamentari non
propongono nessuna modifica, si svolge subito la terza lettura. Se si decide di rivedere il testo della legge, la
terza lettura avverrà in un secondo tempo.
Tra le commissioni che esercitano l’influenza maggiore sul contenuto delle leggi c’è senz’altro la
“commissione di conciliazione”. Si tratta di una commissione bicamerale che entra in azione ogni volta che
non si trova un consenso tra le due camere. Il suo compito è trovare un compromesso accettabile per
entrambe.

Il governo federale.
Il gabinetto, cioè il governo federale, è composto dal cancelliere e dai ministri federali. Per la particolare
struttura del sistema politico tedesco è stato adottato fin dall’inizio il termine Kanzlerdemokratie. Gli
articoli 62-65 della legge fondamentale stabiliscono che solo il cancelliere federale ha il diritto di formare il
gabinetto. Egli sceglie i ministri e li propone al presidente federale per la nomina. Inoltre, il cancelliere
decide sul numero dei ministri e definisce le loro competenze. Se il capo del governo cade o si dimette,
devono dimettersi anche tutti i suoi ministri.
Il cancelliere federale viene eletto dal Bundestag su proposta del presidente federale. La sua fortissima
posizione si basa soprattutto sull’articolo 65 della legge fondamentale: “il cancelliere federale determina le
direttiva politiche e ne assume le responsabilità”. Il cancelliere federale è l’unico membro del gabinetto
eletto dal parlamento e quindi solo lui è responsabile nei confronti del Bundestag.
La legge fondamentale stabilisce invece che il Bundestag può esprimere al cancelliere la sfiducia soltanto se
contemporaneamente viene eletto a maggioranza un suo successore. La cancelleria federale è la struttura
che dirige, coordina e pianifica la politica governativa. Essa è direttamente sottoposta al cancelliere. Qui
vengono preparate le decisioni del gabinetto e si elabora la politica a livello federale. La cancelleria federale
è diretta da un ministro federale che stabilisce l’agenza dell’intero governo federale coordinando il lavoro
dei singoli ministeri. Direttamente dipendente dalla cancelleria federale è anche l’ufficio stampa diretto dl
portavoce del governo. L’ufficio stampa federale ha il duplice compito di fornire informazioni al governo e
di presentare in pubblico la politica governativa.
La posizione predominante del cancelliere all’interno del gabinetto viene limitata dalla disposizione
dell’articolo 62 della legge fondamentale che stabilisce che ogni ministro federale dirige autonomamente e
sotto la propria responsabilità gli affari di sua competenza. Nel caso di divergenze di opinione tra i ministri
federali non è il cancelliere che decide ma l’intero gabinetto.
Sul modello britannico la Repubblica federale dispone dal 1967 di segretari di stato. Essi devono essere
membri del Bundestag e vengono assegnati soprattutto per quanto riguarda il loro rapporto con il pubblico.

Il presidente federale.
Viene eletto dall’assemblea federale, un organo che si compone dei membri del Bundestag e di un numero
uguale di membri eletti dalle rappresentanze popolari dei Länder. Attualmente, l’assemblea federale conta
più di 1300 membri.
La carica di presidente federale ha la durata di cinque anni. La rielezione è ammessa soltanto una volta. La
legge fondamentale riduce il ruolo del presidente federale quadi totalmente a quello di rappresentanza. In
nome dello stato tedesco il presidente federale stipula i trattati con stati esteri. Infine, nomina e congeda i
giudici federali, i funzionari federali e i militari di carriera.
Il consiglio parlamentare voleva che il presidente federale fosse al di sopra della lotta partitica e dei conflitti
politici. Doveva essere il simbolo dell’unità nazionale. Perciò non gli è stata concessa alcuna influenza sugli
altri organi di stato, soprattutto sul cancelliere.

Il potere giudiziario e la Corte costituzionale federale.


Nella legge fondamentale il campo giudiziario è nettamente separato dalle funzioni legislativa ed esecutiva.
Il potere giudiziario è articolato in cinque rami autonomi.
 Giurisdizione ordinaria (giurisdizione civile e penale)
 Giurisdizione amministrativa
 Giurisdizione finanziaria
 Giurisdizione del lavoro
 Giurisdizione federale
Le competenze sono divise tra Bund e Länder. I tribunali supremi di ogni ramo sono tribunali federali: la
corte federale, il tribunale amministrativo federale, la forte finanziaria federale, il tribunale federale del
lavoro e il tribunale sociale federale. Gli altri sono tribunali dei Länder.
Il diritto dei Länder si riferisce soprattutto ai comuni, alla polizia, alle università, alla scuola e ai mass media.
Un ruolo particolare all’interno del sistema giuridico è assegnato alla Corte costituzionale federale. È un
organo dello stato indipendente con una propria autonomia finanziaria, non sottoposto ad un altro organo.
Le funzioni giurisdizionali della Corte costituzionale comprendono cinque sfere:
1. Decide nei casi di divergenze di opinioni sui diritti e doveri del Bund e dei Länder.
2. Decide nei casi di conflitto tra gli organi federali. In queste circostanze possono ricorrere alla Corte
costituzionale non soltanto il presidente federale, il Bundesrat, il governo federale e il Bundestag,
ma anche singoli gruppi parlamentari.
3. Esercita il controllo sulle norme, cioè verifica la compatibilità delle leggi federali.
4. Si occupa di procedimenti di natura penale, soprattutto quando si tratta di un ricorso con il quale si
chiede il divieto dell’attività di un partito ritenuto anticostituzionale.
5. Decide dei ricorsi di costituzionalità che possono essere intentati anche da un singolo cittadino se
questi ritiene di essere stato leso dalla pubblica amministrazione in uno dei suoi diritti
fondamentali.
La Corte costituzionale è formata da due senati con otto giudici ciascuno, eletti per metà dal Bundestag e
per metà dal Bundesrat. I giudici costituzionali non possono far parte né del Bundestag, né del Bundesrat,
né del governo federale, né degli organi corrispondenti di un Land.

I partiti in Germania.
L’articolo 21 della Costituzione definisce i partiti.
Nell’impero Germanico, che fu proclamato nel 1871 e che consisteva di un’unione di 25 monarchie
costituzionali rappresentate nel collegio federale, il potere politico apparteneva per la maggior parte
all’imperatore e al cancelliere del Reich. Nel parlamento non venivano eletti partiti, ma deputati. I candidati
dei singoli distretti elettorali dovevano, per essere eletti, raggiungere la maggioranza assoluta dei voti;
quando ciò non accadeva era necessario ricorrere al ballottaggio.
I maggior schieramenti politici erano cinque: i liberali di sinistra, la Nationalliberal Partei che aveva
tendenza di destra, l’orientamento monarchico della Deutschkonservative Partei e della Deutsch
Reichspartei, il Zentrum cattolico e i partiti socialdemocratici. Si potrebbe parlare di un sistema a tre
direzioni in cui si confrontano un gruppo nazionale, uno cattolico e l’altro socialista.
All’inizio il partito nazional-liberale si presentò con successo insieme ai conservatori come “fedeli del
Reich”; in seguito però essi persero sempre più la loro identità politica e quindi anche un certo numero di
voti appunto per lo spostamento verso la destra. Anche i conservatori stessi non raggiunsero più i buoni
risultati elettorali degli anni ’80. Essi rappresentavano gli interessi della nobiltà agraria dell’industria e
sostenevano incondizionatamente la politica autoritaria della monarchia.
La Deutsche Zentrumspartei poteva appoggiarsi ad uno stabile corpo elettorale cattolico. Nella Camera dei
deputati della Prussia era posizionata nel centro, il Zentrum non riuscì ad ottenere voti da elettori non
cattolici. Il cattolicesimo doveva contrastare l’egemonia protestante-prussiana esistente nella guida del
Reich.
Nel 1878 il cancelliere del Reich fece approvare leggi antisocialiste, che proibivano l’organizzazione del
partito e i sindacati socialisti, vietò la produzione e la distribuzione della stampa socialdemocratica ed abolì
il diritto di associazione. Nonostante queste circostanze difficili la socialdemocrazia guadagnò sempre più
elettori e iscritti che provenivano per la maggior parte dalla classe operaia. Dopo una riforma nel 1891 il
partito si sciole completamente. Nel 1917 venne fondata la Unabhängige Sozialdemokratische Partei
Deutschlands (USPD).

La democrazia di Weimar e l’avanzamento della NSDAP.


Con la fondazione della repubblica di Weimar si cambiò anche il sistema elettorale. Non più il sistema
maggioritario ma un sistema proporzionale a tre livelli (livello distrettuale, regionale, nazionale). Su ognuno
di tali livelli i partiti ricevevano un mandato per ogni 60mila voti. In più fu modificata la divisione dei
distretti elettorali. Anche alle donne, dai 20 anni in su, fu concesso il diritto di voto. Il cancelliere del Reich
adesso dipendeva dalla fiducia del Parlamento. Tutto questo trovò il suo fondamento nella costituzione
della Repubblica di Weimar, nella quale però non si faceva menzione ai partiti e della loro funzione per la
società democratica.
Il liberalismo era ancora vivi. I suoi rappresentanti della sinistra si organizzarono nella Deutsche
Demokratisce Partei (DDP) che fu fondata nel 1918 e che più tardi prese il nome di Deutsche Staatspartei. I
suoi sostenitori di destra, invece, si riunirono nella Deutsche Volkspartei (DVP).
I conservatori si organizzarono nella Deutschnationale Volkspartei (DNVP) con l’obiettivo di ristabilire la
monarchia e quindi lo stato autoritario.
Come ai tempi dell’impero, il partito cattolico del Zentrum dimostrò una forza politica particolarmente
stabile. Dato che il partito si adattava ai processi democratici in modo costruttivo e flessibile, partecipò a
quasi tutti i governi della Repubblica di Weimar.
Nel nuovo stato la socialdemocrazia (SPD) fu in grado di porsi come partito di maggioranza relativa
rimanendo però, per lo più, all’opposizione. Solo nel 1928 la SPD venne di nuovo coinvolta nella formazione
di un governo, ma anche questo gabinetto cadde solo due anni più tardi. La fondazione della
Kommunistische Partei Deutschalnds (KPD) ebbe luogo tra il 30 dicembree 1918 e il 1° gennaio 1919. Dalla
metà degli anni ’20 i comunisti riuscirono ad ottenere risultati elettorali sempre più notevoli.
Il partito nazionalsocialista (Nazionalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei, NSDAP) sorse dalla Deutsche
Arbeiterpartei (DAP) che era stata costituita nel 1919 e di cui era membro Adolf Hitler. Egli riuscì a rendere
politicamente molto importante la NSDAP grazie alla sua rigida organizzazione interna sia all’intensa attività
agitatoria. La democrazia fondata sui partiti della Repubblica di Weimar, già fragile, entrò così
definitivamente in crisi. Subito dopo la presa di potere di Hitler ebbe inizio il processo di “livellamento”
delle organizzazioni e delle istituzioni. I partiti vennero messi al bando e la NSDAP, come unico partito di
stato.

I partiti politici dopo la Seconda guerra mondiale.


Il crollo del regime totalitario nazista alla fine della Seconda guerra mondiale ebbe come conseguenza
l’occupazione della Germania. Dall’unione della KPD e della SPD nacque la Sozialistische Einheitspartei
Deutschlands, SED, che poi nella Repubblica democratica tedesca esercito un monopolio di potere prima
sotto Walter Ulbricht (dal 1971) sotto Erich Honecker.
La Demokratische Bauernpartei (DBD) e la Nationaldemokratische Partei Deutschlands (NDPD) furono
fondate nel 1948 con lo scopo di organizzare politicamente i cittadini che non avevano una diretta tendenza
verso la SED. Orientandosi alle direttive politiche di Mosca la SED decise per quattro decenni la vita politica
del paese. La crisi politica però venne alla luce nel corso della politica sovietica della perestrojka
gorbacioviana.
Con la fine della DDR si verificò anche la fine della SED. Si costituì invece la Partei des Demkratischen
Sozialismus (PDS) che voleva profilare una nuova politica di sinistra. All’ovest dopo la guerra i nuovi partiti si
erano riallacciati a posizioni politiche tradizionali. La CDU si basava sull’eredità politica del Zentrum senza
voler però limitarsi al suo riferimento confessionale cattolico. Nel 1957 la CDU con a capo Kondrad
Adenauer raggiunse la maggioranza assoluta.
Dal 1982 a Bonn tornò a governare un cancelliere della CDU: l’incarico di Helmut Kohl era destinato a
superare perfino i quattordici anni di governo di Adenauer. Dopo la riunificazione tedesca ebbe luogo
l’integrazione delle CDU dell’est.
In Baviera il nuovo partito creato nel 1945. La Christlich-Soziale Union (CSU) mantenne la sua autonomia
quale partito gemello della CDU e assunse la responsabilità degli eventi politici. Nel Bundestag tutti e due i
partiti hanno sempre formato un unico gruppo parlamentare.
Nel 1945 ebbe luogo anche la rifondazione della SPD. Solo quindici anni più tardi (nel 1960), quando si
manifestò la realtà della guerra fredda che non ammetteva più nessuna illusione, il partito compì una
correzione di rotta programmatica: esso si dichiarò per l’integrazione nel mondo occidentale e per la NATO.
Nel 1966 la SPD realizzò insieme con la CDU/SDU un grande coalizione. La Freie Demokratische Partei (FDP)
raccoglie diverse organizzazioni liberali della Repubblica di Weimar. La FDP, diversamente da CDU/SDU e
dalla SPD, non aveva la possibilità di appoggiarsi ad una forte base di iscritti. Essa rimase sempre un partito
di elettori con un corpo elettorale incostante.
Il sistema dei tre partiti che per molto tempo aveva funzionato perfettamente fu ampliato con l’ingresso nel
Bundestag dei Verdi. Il partito dei Verdi metteva in primo piano coerentemente nel suo lavoro politico i
problemi ecologici. Nel 1993 il partito si unì con il Bündnis 90, che in qualità di movimento civico aveva
portato avanti la lotta contro il governo della DDR. Da questo momento il partito prese il doppio nome
Bündnis 90/Die Grünen.
Nello spettro politico della Repubblica federale tedesca non si articolò mai una forte posizione comunista.
La Kommunistische PArtei Deutschlands (KPD) fu dichiarata incostituzionale nel 1956 e venne quindi
vietata. Nel 1968 trovò il suo successore nella Deutsche Kommunistische Partei (DKP), che non raggiunse
alcuna consistenza. Soltanto dopo la riunificazione tedesca si costituì con la Partei Des Demokratischen
Sozialismus (PDS) una nuova sinistra, che dal 1994 è presente anche nel Bundestag. Il suo corpo elettorale è
costituito, quasi senza eccezione, da votanti residenti nei Länder dell’est.

Le due chiese principali.


Durante la riforma nel ‘500 sono sorti, accanto ai territori romano-cattolici, anche zone protestanti. I
protestanti, secondo una divisione tuttora attuale, vanno divisi in tre gruppi a seconda de riformatore al
quale si rifanno: quelli luterani, quelli calvinisti e quelli uniti. Con il trattato di pace di Augusta del 1555
venne stabilita la spartizione confessionale della Germania. Il territorio tedesco si venne a trovare diviso in
due zone, quella a sud-ovest prevalentemente cattolica e quella a nord-est prevalentemente protestante.
Oggi le due chiese, quella romano-cattolica e quella protestante, hanno in Germania quasi lo stesso numero
di aderenti e la stessa importanza.

Le altre confessioni.
Fino al 1933 vivevano in Germania circa mezzo milione di ebrei. In seguito alle persecuzioni e allo sterminio
di massa da parte della Germania nazista, il loro numero è sceso radicalmente (circa 53.800 nel 1955). Nel
1950 fu fondato il Consiglio centrale degli ebrei in Germania.
In Germania ci sono molti musulmani. Già negli anni si sono formate comunità islamiche in seguito
all’immigrazione di tanti cosiddetti Gastarbeiter provenienti dalla Turchia. Non c’è un’organizzazione
centrale ufficiale, ma un Consiglio islamico per la Repubblica federale della Germania. Nella vita lavorativa è
concesso ai musulmani il diritto di compiere le preghiere più volte al giorno come la loro religione prescrive.

La relazione tra chiesta e stato.


Ad oggi, l’articolo 4 della legge fondamentale stabilisce la libertà di confessione e di coscienza, fissa una
netta divisione istituzionale e organizzativa tra chiesa e stato e la neutralità religiosa di quest’ultimo.
In passato, l’idea della libertà di fede si trova già nella costituzione di Weimar del 1919. Dopo il fallimento
della repubblica di Weimar e la presa del potere della dittatura nazionalsocialistica, le due chiese hanno
concluso un concordato con il regime nazista che ha regolato le relazioni reciproche. La chiesa protestante,
a differenza della chiesa cattolica, ammette nello Stuttgarter Schuldbekenntnis del 1945 si essere stata
corresponsabile per gli atti orribili della dittatura hitleriana.

I Sindacati.
Tutti partecipanti alla vita lavorativa, i datori di lavoro e i dipendenti, sono organizzati in gruppi di interessi.
I datori di lavoro hanno le camere dell’industria e del commercio che sono enti pubblici e controllati dal
ministero dell’Economia. Inoltre, c’è l’unione delle federazioni tedesche dei datori di lavoro, cioè la
Confindustria tedesca.
Gli organi rappresentativi dei lavoratori dipendenti sono i sindacati, la cui organizzazione principale è la
confederazione generale tedesca dei sindacati fondata nel 1949. I sindacati in Germania sono sindacati di
settore, di cui il principale è quello dell’industria. Non dipendono né dai partiti né dalle confessioni
religiose. Il loro compito è la tutela degli interessi dei membri.
In Germania vige l’autonomia della contrattazione salariale. Ogni anno i rappresentanti dei sindacati dei
datori di lavoro e dell’economia nelle negoziazioni contrattuali nazionali, in cui vengono stabiliti i salari dei
vari settori del mercato del lavoro.
La confederazione tedesca dei sindacati è attiva anche nel settore dell’educazione, mantiene istituzioni
come un’accademia del lavoro e un’accademia sociale. Organizza eventi culturali e dà un sussidio ai membri
per l’abbonamento a teatri o concerti.

AUSTRIA
Il sistema politico austriaco.
La repubblica austriaca esiste nella sua forma attuale di stato federale dal 15 maggio 1955, data dal trattato
di Vienna. Nel 1955, in seguito ad un referendum, l’Austria è entrata a far parte dell’Unione europea.
Con la stipulazione del trattato di Vienna, l’Austria diventava una repubblica federale sul modello di quella
tedesca. Da allora l’Austria comprende otto stati federali più la città di Vienna, a essi equiparata, ciascuno
con un suo Landtag (dieta regionale), il quale determina il presidente dal proprio governo regionale.
A Vienna, la capitale federale, hanno sede i due parlamenti: il Nationalrat (consiglio nazionale) ed il
Bundesrat (consiglio federale). Capo del governo è il cancelliere federale eletto dal consiglio nazionale; capo
dello stato è il presidente federale che viene eletto ogni sei anni dal popolo.

I partiti in Austria.
I partiti attualmente più importanti d’Austria sono l’Österreichische Volkspartei (ÖVP), il Freiheitliche Partei
Österreichs (FPÖ), il Sozialdemokratische Partei Österreichs (SPÖ) e il Partito dei Verdi.
Lo scenario politico è stato dominato fin dalla fondazione ella repubblica dai due grandi partiti ÖVP e SPÖ.
Il Partito socialdemocratico austriaco (SPÖ) è stato fondato nel 1889 da Victor Adler. Ad esso si deve la
legge del suffragio universale del 1906. Nel 1934 il partito venne sciolto dal governo fascista austriaco; poté
rinascere nel 1945. Il programma del partito valido ancora oggi è stato approvato nel 1978: in esso si
stabilisce che l’obiettivo del partito era quello di creare un ordine sociale “il cui scopo è lo sviluppo libero
della personalità umana nella comunità”.
Il Partito popolare austriaco (ÖVP) è stato fondato il 17 aprile 1945 come partito cristiano-democratico.
Determinante per la sua politica è il Salzburger Programm (il programma di Salisburgo), in base al quale il
partito orienta la sua volontà politica secondo le idee dell’economia di mercato sociale-ecologica e secondo
un concetto cristiano dell’uomo, però senza determinazioni confessionali o istituzionali.
Il Partito liberale austriaco (FPÖ) nacque nel 1955 dalla disgregazione dell’Associazione degli indipendenti,
che si presentava soprattutto come forza politica antimarxista. Nel suo programma, la FPÖ si autodefinisce
un partito anticollettivista e si appella all’efficientismo del cittadino libero e ideologicamente indipendente.
I Verdi in Austria, come in altri paesi europei, sono il più giovane dei partiti politici. Inizialmente erano
impegnati come gruppo d’iniziativa extraparlamentare contro l’utilizzazione dell’energia nucleare e la
distruzione dell’ambiente dovuta ad attività economiche. Tra i concetti fondamentali dei Verdi, accanto
all’ecologia, troviamo la democrazia diretta, il rifiuto della violenza e la responsabilità sociale nei confronti
delle minoranze e delle parti sociali più deboli.

I sindacati.
I 13 sindacati austriaci sono organizzati in una confederazione unitaria, l’Österreichischer
Gewerkschaftsbund (ÖGF). L’ÖGB presenta una particolarità rispetto a molte altre federazioni sindacali
europee: è indipendente dai partiti politici e organizzato centralmente. Spetta all’ÖGB stipulare
regolarmente contratti collettivi per i lavoratori.
Parte contraente per i contratti collettivi e la Camera Federale dell’economia, che guida le camere dei nove
Bundesländer. Le camere dell’economia difendono gli interessi degli imprenditori indipendenti.

SVIZZERA
La Svizzera è una confederazione di cantoni che non formano un’unità etnica, linguistica o religiosa, e che
mantengono ciascuno la propria autonomia amministrativa e le proprie caratteristiche. La costituzione
federale del 1848, rivista completamente nel 1874 e nel 1999, garantisce un sistema di democrazia
semidiretta e diretta, in cui il popolo è sovrano. Dal 1978 la confederazione è formata da 26 stati sovrani.
L’idea di autonomia rappresenta il Leitmotiv della storia elvetica. Alla confederazione spettano i compiti di
interesse comune, con la triplice finalità di salvaguardare l’indipendenza verso l’esterno, mantenere
l’ordine e la pacifica convivenza all’interno e garantire la libertà e i diritti dei cittadini promuovendo il
benessere comune. In molti settori, la confederazione si limita alla legislazione e alla sorveglianza, mentre i
compiti esecutivi spettano ai cantoni.
La Svizzera è una democrazia diretta e rappresentativa, i cui organi sono il popolo, i cantoni e l’assemblea
federale (il parlamento), il consiglio federale (governo) e il tribunale federale. L’assemblea federale
bicamerale, composta dal consiglio nazionale e dal consiglio degli stati, costituisce il potere legislativo.
Il consiglio federale (Bundesrat), che rappresenta il potere esecutivo, è formato da sette membri o ministri.
Le fonti principali delle finanze federali sono le tasse e le imposte indirette.
Il tribunale federale è la massima autorità di sorveglianza in materia di procedimenti amministrativi. La
Svizzera, patria della Croce Rossa, dispone di un esercito di leva che del resto non ha mai attaccato nessuno
e deve unicamente assicurare la pace, prestare soccorso in caso di catastrofi e partecipare ad accordi
internazionali con la finalità di bandire la guerra. Chi non è abile al servizio militare e chi l’ha terminato, fino
a 52 anni deve prestare servizio nella protezione civile organizzata dai cantoni e dai comuni, che aiuta in
caso di catastrofi, prepara la protezione dei cittadini per l’eventualità di una guerra.
Oltre ai diritti civili, garantiti dalla costituzione e dalle leggi federali e cantonali, i cittadini hanno diritti
politici consistenti nella possibilità di eleggere i propri rappresentati nel parlamento e di esprimersi su
progetti costituzionali e legislativi.
La democrazia diretta dispone dell’iniziativa popolare e del referendum. Sul piano nazionale si distinguono
due tipi di referendum:
- Il referendum obbligatorio, che sottopone all’approvazione sia del popolo sia dei cantoni le
decisioni importanti dell’assemblea nazionale (o, rispettivamente, cantonale), in particolare gli
accordi internazionali;
- Il referendum facoltativo, se almeno 50mila firme o 8 cantoni, entro 90 giorni dalla pubblicazione
ufficiale di una legge o un decreto federale, richiedono la relativa votazione.

I partiti in Svizzera.
Contrariamente a come succede in altri paesi, in Svizzera i partiti non vengono sostenuti dai contributi
statali, ma si finanziano con i contributi dei soci, le offerte e i contributi dei membri eletti con vari incarichi.
Il Partito democratico cristiano, nato come partito confessionale cattolico, ha lottato contro la limitazione
dell’influenza della chiesa e contro il centralismo.
Il Partito socialista svizzero è diventato un partito popolare che lottava per le riforme sociali, ma accettava
anche la difesa nazionale. Oltre alla tutela dei più deboli e dell’ambiente si impegna per programmi di
sostegno nell’ambito dell’economia.
L’Unione democratica di centro difende il mercato libero, ma chiede forti sostegni statali per la politica
agraria.
I Verdi hanno dei forti interessi ecologici e per reazione alle loro richieste di tutela dell’ambiente, nell’85 si
è formata la cosiddetta Autopartei, dal 1994 chiamata Partito della Libertà, che lotta contro le misure statali
per la tutela dell’ambiente, e difende l’incremento del traffico stradale, oltra a una politica più severa
contro i rifugiati, gli immigrati e i tossicodipendenti.
Anche il programma dei Democratici Svizzeri consiste soprattutto nella lotta contro l’immigrazione.
Per la Svizzera, l’adesione all’Unione Europea è diventata un problema centrale della politica interna ed
estera non solo per motivi economici, ma anche per ragioni di identità culturale e politica. La Svizzera,
inoltre, ha concluso nel 1999 una serie di accordi bilaterali con l’UE sulla libera circolazione delle persone e
delle merci, i trasporti terrestri e aerei, entrati poi in vigore nel 2002 dopo l’approvazione degli svizzeri
avvenuti tramite referendum.

Il sistema sociale in Germania, Austria e Svizzera.


La famiglia. In Germania, la spesa per le prestazioni sociali ammonta, nella Repubblica federale, a circa un
terzo del prodotto interno lordo. La spesa complessiva per la sicurezza sociale è finanziata dai datori di
lavoro, dai dipendenti, ma anche dallo stato che partecipa con una quota media del 30%.
Gli assegni familiari (das Kindergeld) costituiscono il sostegno principale che lo stato fornisce alle famiglie
indipendentemente dai loro redditi e patrimoni. Hanno diritto all’assegno tutti i bambini di un nucleo
familiare, e quindi anche quelli nati da coppie non sposate, i figli adottivi o in affidamento, i nipoti di nonni
se convivono con questi. Le somme vengono versate fino all’età di 18 anni, o fino a 27 anni se i figli
studiano all’università o altra scuola di livello universitario. L’assegno viene anche riconosciuto ai figli
disoccupati fino all’età di 21 anni. In Svizzera lo stato riconosce soltanto ai lavoratori agricoli e ai piccoli
agricoltori un assegno familiare (di Familienzulage). Tutti gli altri lavoratori percepiscono un contributo per i
figli da parte del proprio datore di lavoro secondo regolamenti dei singoli cantoni. Anche in Austria ogni
cittadino ha diritto ai sussidi familiari per i figli. È interessante notare inoltre che nella legislazione austriaca
lo stato accorda un anticipo sugli alimenti tra ex coniugi nei casi in cui le persone che devono assolvere
all’obbligo si rifiutino di pagarli, recuperandoli successivamente dagli insolventi.
Il sussidio per l’educazione. Lo stato tedesco riconosce economicamente l’educazione domestica alla prole:
madri e padri possono dunque chiedere il sussidio per l’educazione: un importo di 300 al mese corrisposto
per 2 anni a partire dalla nascita del bambino. Per le madri o i padri che ne fanno richiesta è prevista una
pausa dal lavoro per 36 mesi.
La sovvenzione per la formazione professionale. Una buona formazione scolastica e professionale facilita
l’accesso al lavoro e costituisce spesso un argine contro la disoccupazione. Gli studenti che hanno finito i
primi 9 anni di scuola, quanti frequentano scuole superiori, istituti professionali o tecnici, scuole serali ecc.,
e gli universitari possono fare domanda per ottenere una sovvenzione che dovrebbe coprire le spese di
mantenimento e di studio. Lo stato concede agli studenti universitari un prestito che dovrà essere estinto,
senza interessi, entro vent’anni dalla fine degli studi.
In Svizzera le strutture pubbliche contribuiscono con borse di studio alla formazione solo in casi di grande
povertà. Riconosciuto che nella Repubblica federale gli spazi abitativi sono molto costosi, viene concesso un
contributo alle spese per la casa alle persone a basso reddito, sia agli affittuari sia ai proprietari.
La maternità. È in vigore una legge che contribuisce determinati diritti a tutte le donne in attesa di un figlio,
indipendentemente dalla loro nazionalità e dal loro stato civile purché il loro posto di lavoro si trovi sul
territorio della Repubblica federale. I controlli medici durante la gravidanza e le altre spese necessarie per il
parto vengono coperti dall’assicurazione sanitaria obbligatorie. Tra le 6 settimane prima del parto e le 8
successive (periodo in cui la donna sospende il lavoro) viene anche concesso un sussidio di maternità pari al
salario o allo stipendio.
Invece in Svizzera la durata del congedo dipende dalla durata del rapporto di lavoro. Chi non lavora può
richiedere un sussidio sociale al comune. Durante la gravidanza e fino a 4 mesi dopo il parto, la donna non
può essere licenziata. Può licenziarsi invece di sua volontà, senza preavviso.
In Austria, la legge per la tutela della maternità prevede per le future mamme il divieto di lavoro di otto
settimane prima e otto settimane dopo il parto. Durante tale periodo la madre percepisce un sussidio i cui
fondi sono attinti dall’assicurazione sanitaria. Dopo questa prima fase, madri e/o padri nella condizione di
lavoratori dipendenti hanno diritto al congedo di aspettativa e al sussidio fino al secondo anno di vita del
bambino.
Malattia. La copertura assicurativa pubblica contro la malattia costituisce una delle voci più importanti del
sistema sociale tedesco. La legge prevede che tutti i lavoratori dipendenti, agricoltori, pensionati, studenti e
disoccupati debbano essere assicurati contro la malattia. Sia il datore di lavoro che il dipendente versano
ogni mese una percentuale del reddito loro del lavoratore come contributo per l’assicurazione.
Il sistema contributivo finanzia – in caso di malattia – le cure del medico prescelto. Per quanto riguarda
invece l’acquisto dei farmaci e le degenze ospedaliere, è previsto il parziale contributo dell’assistito (si pensi
all’italiano ticket).
La malattia di un dipendente comporta anche un onere per il datore di lavoro, il quale è tenuto a
corrispondere al lavoratore lo stipendio intero per sei settimane. Alla scadenza di tale periodo, subentrerà
l’assicurazione pubblica con il pagamento del 70% dello stipendio lordo, e ciò fino a un massimo di 78
settimane in 3 anni per la stessa malattia. Tutti i cittadini sono tenuti ad essere assicurati contro le malattie
debbono versare un ulteriore contributo per i fondi devoluti all’assistenza domiciliare.
Completamente diverso è il sistema assicurativo in Svizzera, dove tutti i cittadini sono obbligati ad
assicurarsi privatamente presso una delle 130 compagnie di assicurazione contro la malattia. Il datore di
lavoro non versa nessun contributo.
In Austria, il 99% della popolazione è tutelata dall’assistenza sanitaria che garantisce una copertura medico-
assistenziale totale.
Disoccupazione. Per finanziare l’indennità di disoccupazione in Germania esiste, come per la malattia,
un’assicurazione obbligatoria per tutti i lavoratori. La metà del contributo spetta al lavoratore e l’altra metà
del contributo spetta al lavoratore e l’altra metà al datore di lavoro. In tempi di disoccupazione diffusa i
fondi possono essere non sufficienti, e lo stato in questo caso copre il restante fabbisogno.
Per aver diritto all’indennità di disoccupazione, in Germania bisogna aver lavorato almeno per 12 mesi con
contributi negli ultimi tre anni. Il lavoratore deve essere iscritto all’ufficio del collocamento, dimostrare che
ha diritto a quest’indennità e deve essere disposto ad accettare ogni lavoro adatto al suo curriculum. Altra
condizione per la corresponsione dell’assegno: il lavoratore che ne fa richiesta non deve aver causato egli
stesso la fine del rapporto di lavoro.
Alla scadenza del periodo coperto dall’indennità di disoccupazione, a seconda dei casi, subentra un sussidio
statale per la durata di un anno. Qualora, infine, la situazione di emergenza perduri, il disoccupato riceve un
assegno di sussistenza.
Gli infortuni sul lavoro e l’invalidità. Per proteggere i dipendenti dal rischio di infortuni sul lavoro o di
malattie professionali, il datore di lavoro è obbligato a versare all’assicurazione contro gli infortuni un
contributo rapportato alla pericolosità del lavoro e alla retribuzione. Oltre a tutti i dipendenti, debbono
essere assicurati alcuni lavoratori autonomi e gli studenti di tutti i livelli scolastici.
In caso di incidente durante il percorso verso il luogo di lavoro o di studio al ritorno, l’assicurazione contro
gli infortuni coprirà tutte le spese conseguenti all’incidente. Gli assicurati che incorrono in infortuno o
malattia da lavoro hanno diritto a una pensione di invalidità se l’abilità al lavoro è ridotta del 20% o qualora
non possano lavorare per almeno sei mesi.
Particolari forme di assistenza sono state previste per le persone inabili al lavoro a causa di infermità o
difetto fisico psichico o mentale. Una è l’assistenza sanitaria, l’altra è l’integrazione nel mondo nel lavoro.
La legge prevede che tutti i datori di lavoro pubblici o privati con più di 20 posti di lavoro occupino il 5% dei
posti con invalidi gravi, coloro cioè che hanno un’invalidità superiore al 50%. Gran parte dei fondi necessari
per attuare tale leggere sono erogati dallo stato che contribuisce con l’80% allo stipendio lordo del disabile
e fornisce anche i mezzi per l’allestimento del posto di lavoro.
La terza età. Per legge, tutti i lavoratori devono versare ogni mese il 19.5% del loro stipendio lordo per il
fondo pensione: la metà viene versata dal lavoratore, la rimanente parte dal datore di lavoro. Le donne
hanno diritto alla pensione già a 60 anni (ma devono aver pagato almeno per 15 anni i contributi), mentre
l’età stabilita per il pensionamento per gli uomini è di 65 anni, con almeno cinque di versamenti.
In Svizzera, il sistema di previdenza per la vecchiaia si basa su tre cosiddetti “pilastri” (Säulen).
 Il primo pilastro è la pensione statale e serve ad assicurare la sussistenza. Quando il lavoratore va in
pensione, gli viene versata una pensione mensile in base ai contributi versati durante tutti gli anni
della vita lavorativa.
 Il secondo pilastro è quello professionale e consiste nei fondi pensionistici e serve a garantire il
tenore di vita anche nella vecchiaia. Questo tipo di previdenza è obbligatorio per tutti i lavoratori
dipendenti.
 Il terzo pilastro consiste nella previdenza individuale. Mentre i primi due tipi di previdenza sono
obbligatori, questo è facoltativo.
La terza età. l’assistenza sociale federale (die Sozialhilfe) si adegua così a questo principio offrendo agli
individui indigenti la possibilità di condurre una vita dignitosa. In pratica, questo principio significa che tutti
coloro che vivono sul territorio della Repubblica federale – tedeschi o stranieri – hanno diritto all’assistenza
sociale qualora non riescano, con il proprio lavoro, con le assicurazioni contro la malattia, le pensioni o
nell’ambito familiare, a procurarsi il minimo indispensabile.
I PAESI DI LINGUA TEDESCA (A. DESTRO)

CAPITOLO 5 – AMBIENTE

Come in tutti paesi moderni, i problemi dell’ambiente sono direttamente collegati a quelli dell’economia e
da sempre la Germania ha cercato di correre ai ripari. Un esempio molto evidente di questi problemi si
presentò al momento della riunificazione: mentre l’interesse e l’impegno per l’ambiente risalgono nella
Repubblica federale, come negli altri stati paesi dell’ovest, agli anni ’70, nella DDR l’ambiente veniva
trascurato, dunque il risanamento ambientale dei nuovi Länder è perciò una sfida particolarmente difficile.

Collaborazione internazionale. Nel 1992 si è tenuta a Rio de Janeiro la conferenza per l’ambiente e lo
sviluppo per trovare un accordo sullo sviluppo sostenibile. I limiti naturali dell’ecosistema terra devono
essere rispettati, per non sprecare il “capitale della natura” e la via per raggiungere lo sviluppo sostenibile è
a discrezione dei singoli stati, ma ci fu un accordo su tre regole fondamentali:
 Rigenerazione: le risorse naturali rinnovabili, come ad esempio il legno, possono essere usate solo
nei limiti della loro capacità di rigenerazione;
 Sostituzione: le risorse naturali non rinnovabili, come i minerali e le fonti energetiche fossili,
possono essere impiegate solo nella misura in cui le loro funzioni vengono sostituite da altri
materiali e altre fonti energetiche;
 Capacità di adattamento: l’emissione di sostanze e di energia negli ecosistemi (per esempio clima,
foreste, oceani) non deve alla lunga superare la capacità di adattamento degli ecosistemi stessi.
I paesi industrializzati, tra i quali la Germania, l’Italia, l’Austria e la Svizzera, sono chiamati a sviluppare delle
tecnologie per la difesa dell’ambiente e, soprattutto, a realizzare la sostenibilità in modo esemplare. I paesi
in via di sviluppo devono essere aiutati socialmente ed economicamente.

Collaborazione europea. Le linee guida della politica comunitaria in materia ambientale sono il Quinto e il
Sesto programma di azione ambientale, che adottano il concetto dello sviluppo sostenibile della conferenza
di Rio. Anche a livello europeo si sta facendo strada la convinzione che bisogna coinvolgere e
responsabilizzare più “attori” diversi per la tutela dell’ambiente:

 A livello politico viene quindi introdotto l’obbligo dell’integrazione della difesa dell’ambiente nelle
politiche dell’industria, dell’energia, del turismo e nella politica infrastrutturale;
 A livelli di industria e commercio si punta su nuovi strumenti per la politica ambientale, ampliando
il ventaglio delle strategie a supporto delle politiche ambientali;
 Il cosiddetto Eco-Audit è un sistema manageriale per la difesa dell’ambiente. Chi instaura un
efficace sistema di management ambientale nella sua impresa non solo risparmierà sui costi per
l’energia e per i rifiuti, ma potrà anche usare il marchio ambientale europeo per fare pubblicità ai
suoi prodotti. Fino al 1997 hanno partecipato 1400 imprese tedesche.

La difesa dell’ambiente e il principio “Chi inquina paga”. Il livello di coscienza ambientale dei tedeschi è
piuttosto alto: 4 milioni di cittadini fanno parte di organizzazioni per la difesa dell’ambiente e della natura
quali WWF, BUND (Bund für Umwelt und Naturschutz Deutschland) o Greenpeace. L’alto livello di coscienza
ambientale dei tedeschi si rispecchia sul piano legislativo: dal 15 novembre 1994, la difesa dell’ambiente è
stata inserita come obiettivo statale nella costituzione. Gli organi statali e la legislazione sono obbligati a
proteggere l’ambiente.
Fortemente discussa è stata la Ökosteuer (tassa ecologica), introdotta nel 2000, che incide direttamente
sulla spesa delle famiglie: le energie inquinanti (benzina, diesel, corrente elettrica prodotta in modo
tradizionale) vengono rincarate progressivamente, e il denaro così guadagnato viene impiegato per la
ricerca di energie pulite.
Tre sono i princìpi che caratterizzano la politica ambientale tedesca:
 Il Vorsorgeprinzip (principio dell’azione preventiva);
 Il Verursacherprinzip (principio “chi inquina paga”);
 Il Kooperationsprinzip (principio di cooperazione).
Il principio dell’azione preventiva implica che le emissioni dannose devono essere ridotte, per evitare effetti
a distanza, anche se non ancora prevedibili.
Dal principio “chi inquina paga” deriva il concetto della responsabilità dei produttori
(Produktverantwortung): durante la produzione deve essere rispettato l’ambiente, i rifiuti devono essere
evitati, il produttore deve farsi carico del destino del suo prodotto quando quest’ultimo non viene più
usato. È infatti obbligato a riprendere e a smaltire i prodotti in disuso essendo responsabile di tutto il ciclo
di vita del prodotto.
Il principio di cooperazione prevede il dialogo tra i diversi attori ambientali, anche potenzialmente
conflittuali, come cittadini, industria, commercio e stato, per rendere le normative praticabili e più
facilmente realizzabili.
Il Grüner Punkt e la normativa sugli imballaggi. Il DDS è un sistema di riciclaggio-smaltimento, organizzato
dal commercio e dalle imprese, che funziona indipendentemente dalla nettezza pubblica. Dal 1993, infatti,
produttori e commercianti sono obbligati a ritirare tutti gli imballaggi di vendita e a riciclarli. Per il
commercio al dettaglio ciò rappresenta un grosso problema, sia organizzativo sia economico. Ben presto si
è cominciato a rinunciare agli imballaggi superflui, quali ad esempio quelli delle merendine imballate due o
tre volte, cestini per la frutta in polistirolo, ecc.
Le famiglie possono raccogliere gli imballaggi contrassegnati con il Grüner Punkt in bidoni specializzati, il
DDS ritira questi rifiuti senza costi per le famiglie o per lo stato, e li ricicla.
Gli effetti positivi di questo sistema sono numerosi: a partire dalla produzione si cerca di evitare imballaggi
o di usare imballaggi che si possono riciclare meglio. Un esempio: le cialde commestibili invece dei piatti di
polistirolo o cartone sulle quali vengono servite le patatine fritte.
Nel corso degli anni, complessivamente, i rifiuti solidi urbani sono diminuiti del 13.3%. Un’ulteriore novità è
rappresentata dal Dosenpfand (pegno in denaro per lattine e bottiglie a perdere). Le bottiglie di plastica e di
vetro per birra, acqua minerale, bibite e latte in Germania vengono usate più volte. Una volta vuotato, il
contenitore viene ripreso dal negoziante e dal produttore e viene riutilizzato.
Dal 2003, chi vuole riavere il pegno di 25 centesimi per lattina, la deve riconsegnare al negozio, che
provvederà al riciclaggio della stessa. Di conseguenza, il mercato delle bibite in contenitori a perdere, nel
2004, era crollato del 90%.

I nuovi Länder. 1990: l’anno zero della difesa dell’ambiente. La DDR negli anni ’80 aveva il primato di
“campione europeo dell’inquinamento dell’aria”, la più grande emissione di SO2 di tutti gli stati europei,
visto che circa l’83% dell’energia veniva ricavata dalla lignite, un materiale ricco di zolfo. Sul quasi il 40%
della DDR l’equilibrio ecologico era compromesso, non c’erano più lagni né fiumi ecologicamente intatti.
I motivi della grande quantità di problemi ambientali della Repubblica federale sono di natura sia politica
che economica: l’obiettivo più importante per l’economia pianificata di tipo socialista era il raggiungimento
dei dati economici prestabiliti. Le risorse naturali venivano sfruttate senza riguardo a possibili danni.
L’obiettivo dichiarato della politica ambientale della Repubblica federale non è solo di creare l’uguaglianza
delle condizioni di vita ecologiche nella moderna tecnologia ambientale. Questo obiettivo nel 1999 non era
ancora stato pienamente raggiunto, ma la situazione era nettamente migliorata:
 Attrezzando le centrali termoelettriche a lignite di filtri, o alimentandole con il metano o il petrolio
invece che con la lignite, si sono potute diminuire le emissioni di polveri nell’aria del 77% e le
emissioni di SO2 del 52%;
 La categoria “ecologicamente distrutta” in cui rientravano i Länder dell’est per alcuni tratti di fiumi
è stata ritirata;
 Attraverso il risanamento e nuove costruzioni la situazione della canalizzazione è stata
notevolmente migliorata. Dal 1991 al 1997 sono stati costruiti 153 grandi depuratori di grandi
dimensioni e alcune centinaia di depuratori più piccoli.

Risultati. Si possono riscontrare in Germania degli sviluppi positivi complessivi:


 Positiva è per l’ambiente la diminuzione delle emissioni di sostanza nocive nell’aria negli anni 1990-
1996;
 Nel 1990 si producevano 81.000 tonnellate di CFC, gas responsabile del buco dell’ozono; nel 1994 la
Germania è stata il primo paese nel mondo a cessarne la produzione;
 La percentuale delle auto con marmitta catalitica è aumentata dal 65% (1993) al 95% (2001);
 Le emissioni di CO2 sono diminuite dal 1990 al 1995 da 982 a 884 tonnellate;
 I divieti di circolazione delle macchine private per “smog estivo”.
Ma vi sono anche dei dati negativi:
 Il traffico individuale è aumentato del 4.5%, il traffico di merci su gomma addirittura del 14.5%, così
come il traffico aereo che è aumentato del 45.5%, soprattutto a causa del turismo;
 Sebbene la Germania sia ricoperta per un terzo della sua superficie da boschi, il Waldsterben, il
degrado del patrimonio forestale a causa delle piogge acide, è particolarmente presente.

La produzione di energia: l’inizio dell’età dell’energia solare? Fino al 1999 il 30% del fabbisogno d’energia
veniva fornito dall’energia nucleare. Una svolta rispetto all’uso di questa fonte energetica si è annunciata
nel momento del cambio di governo del 1998: l’accordo di coalizione del governo composto da SPD e Verdi
prevedeva l’uscita dall’energia nucleare, che si sarebbe svolta a tappe entro l’anno 2001. L’energia nucleare
dovrà essere sostituita progressivamente dalle energie rinnovabili (soprattutto solare ed eolica). Infatti,
nell’anno 2001 sono stati installati 15.000 impianti per la produzione di energia solare sui tetti delle case
tedesche.

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