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Il primo passo verso il superamento di questo sistema avviene ad opera di quel movimento di
pensiero definito giusnaturalismo laico, emerge nellambito della speculazione filosoficogiuridica, che matura a partire dal XVII secolo, i cui principali esponenti sono Grozio, Locke,
Pufendorf. Si porta avanti il processo di secolarizzazione e laicizzazione dello stato
(Grozio: necessit di una distinzione tra delitto e peccato, sottolineando lautonomia delle rispettive
sfere del diritto e della morale).
ILLUMINISMO PENALE
Il processo di modernizzazione del diritto penale giunge a maturazione nellambito del pensiero
illuministico. I principali esponenti dellilluminismo penale sono Bentham (Inghilterra),
Montesquie, Voltaire (Francia) Hommel, Fuerbach (Germania), Beccaria, Filangieri, Pagano (Italia).
Si mira a razionalizzare il sistema penale, intervenendo sul piano della certezza del diritto e
dellequit delle pene. Un sistema penale come strumento utile per prevenire effettivamente i reati,
per combattere larbitrio giudiziario, per mitigare le pene.
Due sono i presupposti della riflessione penale illuministica che caratterizzano la filosofia politica
giuridica dellepoca:
Contrattualismo: modello teorico del liberalismo laico, le istituzioni statali traggono
legittimazione da un accordo liberamente stipulato tra privati e sono conseguentemente
finalizzate alla salvaguardia dei diritti naturali dellindividuo.
Utilitarismo: lo stato deve mirare allutilit sociale cio al miglior soddisfacimento dei
diritti individuali.
Dalla matrice contrattualistica derivano precise implicazioni sul terreno della definizione dei fatti di
reato. Ruolo fondamentale lo ricopre il principio di legalit (come garanzia della libert
individuale) Si affermano la separazione della sfera morale da quella del diritto.
Cesare Beccarla le sole leggi possono decretare le pene sui delitti e, questa autorit non pu
risiedere che presso il legislatore che rappresenta tutta la societ unita per un contratto sociale ..:
traspare la stretta connessione che si instaura tra la predeterminazione legale dei delitti e delle pene,
la certezza del diritto e la salvaguardia delle aspettative individuali di ciascuno.
Baccaria identifica linterpretazione con un meccanico sillogismo giudiziario, pretende di bandire
il ricorso alla ratio legis come canone interpretativo. Spirito della legge pericoloso assioma
comune che bisogna consultare: questo un argine rotto al torrente delle opinioni.. ciascun uomo ha
il suo punto di vista, ciascun uomo in tempi differenti ne ha uno diverso. Lo spirito della legge
sarebbe dunque il risultato di una buona o cattiva logica del giudice, dipendente dalla violenza delle
sue passioni, dalla debolezza di chi soffre
La teoria dei beni giuridici, si secolarizza: criterio di identificazione del reato diviene il danno
sociale, per cui risultano punibili solo i fatti che arrecano pregiudizio a diritti altrui e non azioni
che si risolvono nella era violazione di precetti religiosi.
Sul piano sanzionatorio si impongono il concetto di pena quale estrema ratio e le idee di
proporzione ed umanit della pena. La pena deve avere lo scopo di prevenire.
Lispirazione contrattualistica impone di bandire il terrorismo punitivo. Pena come estrema ratio di
tutela: la pena irrinunciabile soltanto nella misura in cui sia necessaria o utile alla prevenzione
della criminalit: efficacia preventivansi affida alla prontezza della reazione punitiva che deve
essere proporzionata alla gravit del delitto, piuttosto che alla severit.
Le concezioni illuministiche ispirarono lacune importanti riforme legislative.
riforma Leopoldina (1786) nel Gran Ducato di Toscana
dichiarazione dei diritti delluomo (1789): artt. 5 criterio di criminalizzazione
principiodanno sociale, 7 principio legalit, 8 principio necessit delle pene, 9
presunzione di innocenza,
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Nel primo Ottocento prende piede tuttavia un movimento anti illuministico. Il codice napoleonico
del 1810 un compromesso tra filosofia illuministica e svolta autoritaria. Si accentua il rigore
penale in nome della conservazione dellordine pubblico: si assiste ad un regresso, in quanto
sussiste lestensione dei casi di applicabilit della pena di morte, reintroduzione di pene infamanti
come il marchio, la gogna, lirrigidimento della disciplina penale dei delitti contro lo Stato.
In Germania ed Italia la reazione anti-illuministica si traduce nella riemersione di tendenze
spiritualistiche (esemplare lopera di Pellegrino Rossi, secondo cui lordine morale richiedeva la
retribuzione del male della pena per il male del defittola potest sociale deve farsi carico di questa
esigenza morale nei limiti della necessit di conservazione dellordine sociale, e della imperfezione
dei mezzi dei quali la societ umana pu disporre). Si afferma un atteggiamento conservatore. La
preoccupazione quella di conservare lordine socio- economico.
Lilluminismo penale presenta dei limiti. In primis la preferenza per le pene fissa discapito
dellindividualizzazione della pena.
Nella seconda met dellOttocento si sviluppa in Italia una scuola di pensiero: la scuola classica.
Lesponente principale Francesco Carrara.
La base sono principi di matrice illuministica, su cui si innesta una prospettiva aperta allo
spiritualismo cattolico. Si ricercano le immutabili leggi di ragione, per porle quale fondamento di un
diritto penale giusto, esente da arbitri. Concezione giusnaturalistica del reato che viene
considerato un ente giuridico, assume specifica rilevanza sub specie juris e non un fenomeno
empirico.
La vera scienza del diritto penale dovrebbe occuparsi di principi universali desumibili dalle verit di
ragione o dalla natura delle cose, trascurare ci che mutevole nel tempo parte teorica-, sussiste
una parte pratica che va studiata che si identifica con contenuto del diritto positivo cos come
storicamente posto dallautorit statale.
Dunque, teoria del reato si sviluppa nellambito della scuola classica allinterno di un dualismo:
piano astrattamente teorico della verit di ragione,
piano tecnico-giuridico dei principi contenuti nel diritto penale positivo.
La concezione giuridica del reato della scuola classica sottintende una visione antropologia
delluomo: ciascun uomo sarebbe capace di autodeterminazione responsabile, quanto dotato di
libero arbitrio, il delitto di conseguenza trarrebbe origine da una scelta individuale colpevole.
Consisterebbe in unazione umana che scaturisce dalla libera volont di un soggetto moralmente
responsabile o pienamente imputabile. Il delitto non sarebbe mai risultato delle circostanze del caso
o dellambiente, ma trarrebbe sempre origine da una scelta individuale colpevole.
Al Carrara si deve la scomposizione del reato in
elemento oggettivo: forza fisica
elemento soggettivo forza morale
La scuola classica incentra la valutazione penalistica sul fatto delittuoso, autonomia tra diritto e
morale: ritenendo irrilevanti considerazioni relative alla personalit del reo. Il diritto pena giudica
fatti e non uomini.
Relativamente alla funzione della pena prevale la concezione retributiva anche se non in base a
duna valutazione morale ma sempre in base ad un principio giuridico per cui la pena risulta essere
lo strumento attraverso il quale ristabilire lordine esterno turbato dal delitto (Carrara).
Lo scopo della pena non pu essere la retribuzione morale, la realizzazione della giustizia assoluta
deve essere lasciata nelle mani di Dio, esso piuttosto consiste nel ristabilimento dellordine esterno
turbato dal delitto. Il fine primario della pena il ristabilimento dellordine esterno della societ.
(Carrara)
A partire dagli anni Settanta dellOttocento prende piede unaltra scuola. La scuola positiva.
Caposcuola sono Lombroso, Ferri, Garofalo.
La scuola positiva si identifica col positivismo giuridico: vale a dire con lapplicazione dei
generali postulati del positivismo filosofico anche al campo specifico del diritto penale e della
criminologia.
Il reato non pi visto come ente concettuale avente unessenza giuridica costruito secondo
principi di ragione, ma come fenomeno naturale bio-psicologico e sociale.
Luomo determinato da fattori fisici antropologici e sociali: si parla di legge di causalit naturale:
luomo delinquente non sarebbe libero di scegliere tra il bene e il male.
Si nega il libero arbitrio e conseguentemente si supera lidea di colpevolezza, a favore di quella di
pericolosit sociale. Alla teoria della pena retributiva si sostituisce quella che vede nella sanzione
uno strumento di difesa sociale, di utilizzarsi in chiave preventiva. Ci giustificava anche la sua
indeterminatezza nel tempo, specie in presenza di delinquenti considerati irrecuperabili.
Lo spostamento dellattenzione dal fatto al reo sollecit un approfondimento dello studio della
personalit criminale. Vennero elaborate delle classificazioni di delinquenti.
A partire da questi presupposti vengono elaborati orientamenti differenziati:
Lombroso riteneva determinanti le caratteristiche fisiche e biologiche nella genesi del
comportamento criminale. Concezione del delinquente che lo assimila allammalato, al
primitivo o al pazzo: sorta di razza inferiore e pericolosa. Egli individua, in base ad indici
fisici, tre categorie di delinquenti.(determinismo biologico): delinquente nato, doccasione,
per passione.
Garofano accentava limportanza dei fattori psicologici. Ogni delinquente possiede delle
caratteristiche psicologiche abnormi. Centro dellattenzione la personalit dellautore del
reato e le sue presunte anomalie psichiche. Questo sfocia in una concentrazione naturale o
sociale del delitto.
Ferri poneva laccento sui fattori sociali evidenziando linfluenza del contesto sociale
sulla delinquenza. La sua impostazione sta al limite della sociologia criminale. Ferri
proponeva dei rimedi preventivi al reato: parlava di sostituitivi penale: riforme tendenti alla
modifica del contesto esterno da cui il crimine trarrebbe origine. Egli riprende la
classificazione lombrosiana, modificandola. Individua cinque classi: delinquenti pazzi, nati
incorreggibili, per abitudine acquisita, doccasione, per passione.
Ferri lideatore di un progetto legislativo, che non trov poi mai attuazione, di chiara
ispirazione positiva (si fa riferimento alle categorie di responsabilit sociale, pena
indeterminata .). Leventuale superamento delle disuguaglianze sociali avrebbe eliminato
le forme di delinquenza legate allorganizzazione sociale classica, ma non altre forme di
criminalit.
Turati Filippo: tende a ravvisare le cause di criminalit soprattutto
nellorganizzazione economica della societ.
Gli ultimi anni dellOttocento sono dominati dalle polemiche tra positivisti e classici, non
mancarono studiosi che tentarono di mediare (sorse una terza scuola, scettica). Si svilupp in quel
periodo anche una scuola cos detta socialista, che ricercava le basi ideologiche . Vari studiosi si
concentrarono poi sulla questione dellintegrazione tra diritto penale e scienze sociali. (in Germania
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va ricordato Franz von Liszt: sforzo di bilanciare il naturalismo criminologico col diritto penale
inteso come Magna Charta libertatis, si preoccupa di costruire un modello di scienza penale
integrata).
Sul piano metodologico, volont di affermare anche nel nostro paese- il primato dellelaborazione
giuridica del diritto penale vigente. Indirizzo tecnico giuridico Karl Binding Germania.
Agli inizi del Novecento si assiste ad una svolta. Anche la scuola tecnico giuridica. Questo
indirizzo, che ha il suo massimo esponente in Arturo Rocco (allora ministro guardasigilli), insiste
sul fatto che il diritto penale debba occuparsi del sistema normativo vigente senza indagarne i
fondamenti politico filosofici: la scienza del diritto penale si deve limitare a studiare il delitto e la
pena sotto il lato puramente giuridico, fatti giuridici come la causa e leffetto, lasciando ad altre
scienze antropologia e sociologia criminale- la cura speciale di studiarli rispettivamente, luno
come fatto individuale, laltro come fatto sociale.
Lindirizzo tecnico giuridico si mostra teoricamente apolitico. Eppure proprio questa caratteristica
fu il presupposto della sua strumentalizzazione ad opera del regime fascista. In questo clima nasce il
codice Rocco, al quale va riconosciuta in ogni caso la capacit di tenere saldi i fondamenti liberal
-illuministi della scienza penalistica, quali il principio di legalit ed il divieto di analogia.
Lindirizzo tecnico giuridico rimane lindirizzo dominante per un cinquantennio, salvo il tentativo
di Betioll, concezione teologica, di riavvicinare il diritto penale alla morale, recuperando una
concezione retributiva della pena ed una visione del sistema penale come sistema di difesa di valori.
Nel secondo dopoguerra si sviluppa in Francia il movimento della nuova difesa sociale. Questa
scuola si mantiene nel solco dellindirizzo tecnico giuridico ma recupera unispirazione pi
umanitaria ed una visione rieducativa della pena, che deve essere individualizzata. Obiettivo di
ammodernare il diritto penale, soprattutto il trattamento punitivo, recependo le indicazione delle pi
evolute scienza criminologiche. Il principale esponete Marc Ancel.
Questa corrente ha degli echi in Italia. Gli sviluppi pi radicali sono per recepiti solo da pochi. Tra
questi il Gramatica, che proponeva un completo superamento del tradizionale diritto punitivo,
esaltando il concetto di antisocialit soggettiva piuttosto che di responsabilit: per cui il termine di
riferimento della reazione sanzionatoria dello Stato diventa esclusivamente la struttura bio-psichica
della personalit. Questa teoria porta ad un totale smantellamento delle funzioni garantistiche
del diritto penale: il concetto di antisocialit soggettiva cos generico sfocia in gravi abusi in
sede applicativa. Questo porta ad uno svecchiamento del diritto penale e di aver influenzato in
senso positivo il suo sviluppo, questo richiama la necessit di ricollegarsi alle scienze sociali,
lasciando per impregiudicate le pi importanti questioni di fondo relative alla legittimazione del
diritto penale.
Attualmente, a partire dagli anni Settanta, si sviluppa una scienza penalistica
costituzionalmente orientata, che si muove a partire dai principi espressi nelle Carte
fondamentali.
Si sente oggi la necessit di una riforma complessiva dellordinamento penale. Numerosi sono stati
gli interventi settoriali , che tuttavia spesso hanno carattere estemporaneo e scoordinato.
Sforzo ricostruttivo facendo leva sulle norme Costituzione in materia penale, ex artt 25 e 27,
emerge cos:
da un lato: la dimensione costituzionale dei principi di legalit e irretroattivit,
dallaltro: ci si interroga sulla effettiva portata da attribuire al riconoscimento del
carattere personale della responsabilit penale e alla nuova orientazione rieducativa della
pena.
CAPITOLO I
DIRITTO PENALE E LEGGE
Il diritto penale quella parte del diritto pubblico che disciplina i fatti costituenti reato.
Per reato si intende ogni fatto umano alla cui realizzazione la legge riconnette sanzioni penali.
Sono sanzioni penali nellordinamento vigente:
pena
misura di sicurezza
Luna e laltra tendono al duplice obiettivo:
di difendere la societ dal delitto
di risocializzare il delinquente
Tre sono i principi cardine del moderno diritto penale.
cogitationis poenam nemo patitur: non pu esserci reato se la volont criminosa non si
materializza in un comportamento esterno (principio di materialit)
posto che il diritto penale trova legittimazione soltanto nella tutela dei beni socialmente
rilevanti, ai fini della sussistenza di un reato necessario che il comportamento
incriminato leda o ponga in pericolo beni giuridici, non basta la realizzazione di un
comportamento meteriale (principi do necessaria lesivit o offensivit)
un fatto materialmente lesivo dei beni giuridici, ai fini dellincriminazione necessario
che allautore gli si possa muovere un rimprovero per averlo commesso (principio di
colpevolezza)
Lo strumento penale ed in particolar modo la sanzione penale per eccellenza (quella detentiva)
hanno una capacit unica di prevenzione rispetto alla commissione di reati. Sono pertanto
strumenti irrinunciabili, specie se confrontati con gli effetti di altri tipi di sanzioni (es sanzioni
pecuniarie).
La sanzione penale ha diverse funzioni:
1. preventiva
Si distinguono
o prevenzione generale: la minaccia della sanzione distoglie la generalit dei
consociati dal commettere reati
o prevenzione speciale: la concreta inflazione della pena mira ad impedire che il
singolo autore del reato torni a delinquere
2. di protezione dei beni giuridici considerati, in ragione della loro importanza, meritevoli
della massima protezione. Diritto penale come extrema ratio.
La definizione del concetto di bene giuridico complessa: spesso quelle proposte mancano
di un sufficiente contenuto informativo e di reale funzione selettiva. Rimane pertanto sempre
decisiva, in fine, la scelta del legislatore, essendo egli a prendere le concrete scelte di tutela.
Recentemente la dottrina pone laccento sul carattere dinamico del bene giuridico, nel
senso del diritto penale, il bene giuridico non equivale semplicemente ad una cosa o a un
interesse dotato di valore in se stesso, nella realt i beni giuridici esistono soltanto se e nella
misura in cui sono in funzione, cio producono effetti utili nella vita sociale. Dunque il
carattere dinamico del bene giuridico quella che li identifica con una unit di
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oggetto di protezione con la ratio legis: concetto di oggetto di tutela sfuma, bastando a
giustificare la protezione penale qualsiasi motivazione liberamente assunta dal legislatore.
Lorientamento nazionalsocialista cancella la teoria del bene giuridico. Al centro del reato
assurga la violazione del dovere di fedelt nei confronti della Stato etico. Il diritto penale
rivisto come strumento di garanzia del rispetto da parte dei cittadini dellobbligo di fedelt
allo stato, impersonato dal Fuhrer.
Criterio di determinazione della dannosit criminale dei comportamenti punibili diventa il
sano sentimento popolare: c una tendenza a confondere la sfera del diritto con quella
delletica. Anche in Italia arriva leco di questa impostazione della posizione teorica della
scuola di Kiel: Antolisei sostiene che il diritto penale non dovrebbe limitarsi alla
conservazione dei beni preesistenti ma dovrebbe modificare la coscienza del popolo allo
scopo di conseguire determinate finalit nazionali. Concezione propulsiva del diritto
penale nel contesto di unideologia autoritativa di ispirazione illiberale, da risultare del tutto
incompatibili con i principi dellodierno Stato democratico.
o
o
o
o
o
La corte costituzionale in sede di sindacato sulla legittimit delle norme penali incriminatici non
ha mai preso in considerazione la teoria costituzionalmente orientata del bene giuridico per
accogliere ricorsi di incostituzionalit, in quanto inidonea ad offrire parametri di giudizio, dal
momento che in definitiva la teoria lascia al legislatore la scelta (e ex art 28 della legge 87/1953 la
Corte Costituzionale non pu sindacare luso del potere discrezionale del Parlamento).
Al pi il criteri e la sua applicazione stato richiamato in sentenze di rigetto, sottolineando come
la legge incriminata fosse posta a tutela di un bene rilevante: ad es i reati di opinione , contrastanti
con il diritto alla libera manifestazione del proprio pensiero, la Corte ha operato il salvataggio, in
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quanto le fattispecie predette sono finalizzate alla tutela del bene dellordine pubblico.
Altre volte la Corte ha salvato una disposizione penale, intervenendo sulla natura del bene protetto
(sentenze manipolative del bene protetto). Ad es le norme poste a tutela della religione che,
nellintenzione del legislatore, era intesa quale bene funzionale allo stato fascista, sono state
reinterpretate individuando il bene tutelato nel sentimento religioso come espressione della
personalit umana. La ridefinizione del significato della norma lecita quando si traduce in
uninterpretazione costituzionalmente orientata e quando comunque attinente al tenore letterale
della fattispecie incriminatrice.
Poche sono state le sentenze di accoglimento. Tra queste la sentenza dell86 relativa al reato di
eccitamento allemigrazione, dichiarato incostituzionale in quanto in contrasto con il libero diritto
ad emigrare, garantito allart 35.
La teoria costituzionalmente orientata del bene giuridico ha una funzione direttiva , suggerendo
al legislatore i criteri:
al fine di restringere larea del penalmente rilevante. Non possono costituire reato
o condotte che corrispondono allesercizio di libert fondamentali, a meno che non
si tratti di incriminazioni poste a tutela di interessi limite
o condotte immorali. La costituzione non ha il compito di educare coercitivamente i
cittadini. Di qui lemergere di indicazioni a favore della soppressione o modifica di
fattispecie esistenti in tutela dellordine pubblico, della religione, del buon costume.
al fine di ampliare larea del penalmente rilevanti elevando a reati fatti che ledono
beni quali lambiente, che la coscienza sociale vorrebbe pi protetti. Funzione propulsiva
del diritto penale: sorta di strumento che concorre alla realizzazione del modello e degli
scopi di promozione sociale prefigurati dalla Costituzione.
Gli orientamenti teorici pi recenti tendono a ridimensionare il ruolo del bene giuridico.
Welzel sostiene che la tutela dei beni giuridici sia solo un fine indiretto del diritto penale, il cui
obiettivo primario formare i cittadini da un punto di vista etico sociale, predisponendoli
allosservanza delle leggi: la protezione dei beni giuridici sarebbe un obiettivo indiretto, incluso
nello scopo primario (formare atteggiamenti etico-sociali).
Nuovi apporti vengono dal campo della sociologia.
Amelung ha riproposto la teoria sociologica, dottrina della dannosit sociale di ascendenza
illuministica, definendo il reato come fenomeno che ostacola il funzionamento del sistema sociale.
Il reato come un fatto socialmente dannoso, pi che un fatto lesivo di un bene giuridico.
Jakobs ha sostenuto che dovrebbe essere ritenuto penalmente rilevante il comportamento
significativo (e cio, poich il significato la negazione della norma penale, il comportamento che
viola una norma penale!). Si pu notare un richiamo a Hegel, quando sostiene che la pena sia
negazione della negazione del diritto.
Si tratta in realt di una posizione che mette in secondo piano il contenuto. Rilievo non tanto un
comportamento inteso come mero accadimento esteriore che lede un bene concepito come oggetto
materiale del mondo esterno, ma rileverebbe un comportamento da considerare quale accadimento
significativo sul piano dellinterazione sociale: comportamento criminoso consisterebbe nel
rappresentare la negazione della norma penale. Bene giuridico sarebbe la pratica vincolativit
della norma stessa!
Hassemer ha tentato di porre la concezione del bene giuridico coi piedi per terra, individuando i
fattori sociali che abitualmente presiedono al processo legislativo di penalizzazione della condotta
(fattori individuali quali: lintensit della minaccia, la frequenza della condotta criminosa in
questione). Sforzo teorico di dilatare lorizzonte conoscitivo della teoria del bene giuridico,
ricomprendendo lo studio delle condizioni empiriche che assicurerebbe il successo pratico.
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il diritto penale punisce solo determinate (e non tutte) forme di aggressione al bene
tutelato, non contro ogni aggressione da terzi (ad es nei diritti patrimoniali non punisce
le violazioni contrattuali ma solo la truffa e il furto),
la sfera del penalmente rilevante pi ristretta rispetto a quella dellantigiuridico
(es.violazioni contrattuali: illeciti civili ma non penali),
la sfera del penalmente rilevante non coincide con quella di ci che moralmente
riprovevole (es.omosessualit).
Considerazioni sul principio di frammentariet:
il modo di operare di tale principio riconducibile al processo genetico delle
fattispecie incriminatici. Comportamenti umani si ripetono nel tempo con modalit
pressoch uguali, si traducono infine in forme tipiche di aggressione ai bene
socialmente rilevanti;
stessa tendenza alla riproduzione stereotipia delle forme di aggressione ai bei
induce a configurare corrispondenti tipi di autore (modalit di condotta e
struttura psicologica dellagente.
Tale principio lantidoto al rapporto tra fatto e soggetto: la limitazione del controllo penale a
specifici comportamenti garantisce di evitare il rischio di costruire un diritto penale fondato sulla
personalit soggettiva del tipo di autore.
Obiezione al principio di frammentariet:
in prospettiva di prevenzione generale: la frammentariet della tutela contrasterebbe
con lesigenza di reprimere tutti i comportamenti capaci di ledere il ben protetto, anche
se non formalmente tipizzati. Le ovviare a tale problema la giurisprudenza non di rado
indulge verso interpretazioni estensive della fattispecie incriminatici (es.art.378
favoreggiamento personale si ricomprende anche il comportamento omissivo-);
dal pdv della prevenzione speciale: la frammentariet contrasta con lesigenza di
risocializzazione, quale obiettivo dellesecuzione penale. La pena deve tendere sia ad
impedire la recidiva e a riorientare il reo secondo il sistema di valori dominanti. Sarebbe
pi coerente penalizzare tutte le condotte lesive di beni assunti a punti di riferimento del
processo rieducativi.
IL PRINCIPIO DI AUTONOMIA
Una tesi, elaborata dal tedesco Karl Binding e porta avanti in Italia da Grispigni, attribuiva al
diritto penale un carattere ulteriormente sanzionatorio rispetto a divieti contenuti in altri
rami del diritto. Esso avrebbe in questo senso una funzione secondaria ed accessoria. La teoria
conserva attualit solo nel senso che, come detto, il diritto penale rappresenta lextrema ratio.
Ogni condotta costituente reato sarebbe sempre e in ogni caso vietata da unaltra norma di diritto
privato o pubblico: la sanzione penale serve cos di completamento e di rafforzamento allaltra
sanzione non penale, stabilita dalla norma giuridica che antecedente al diritto penale ha vietato la
stessa condotta. Dunque il diritto penale non pu precedere, ma pu soltanto intervenire
successivamente agli altri settori dellordinamento.
Ma non invece sostenibile lidea di una subordinazione del diritto penale ad altre branche
del diritto: il giudice penale non vincolato dalle precedenti valutazioni di latri giudici per cui
indifferente che la sanzione penale sia o meno preceduta da altri tipi di sanzione.
Autonomia sotto due profili:
1. tale principio non abbraccia qualsiasi lesione del bene protetto, ma rimane circoscritto a
specifiche forme di aggressione tipizzate dalla fattispecie incriminatrice, si caratterizza
come illecito di modalit di lesione.,
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2. anche quando il diritto penale richiama indirettamente concetti o categorie propri di altri
settori dellordinamento (es.reati in materia societaria), le specifiche esigenze
dellimputazione penalistica possono richiedere che il significato di questi concetti venga
ricostruito in via autonoma (o parzialmente autonoma).
CAPITOLO II
LA FUNZIONE DI GARANZIA DELLA LEGGE PENALE
Il principio di legalit ha una genesi politica. La sua matrice risale al pensiero illuministico, la
dottrina del contratto sociale: come completamento del principio della divisione dei poteri e si
giustifica con la conseguente esigenza di vincolare lesercizio di ogni potere dello stato alla legge,
per evitare soprusi nei confronti dei cittadini.
In base a questo principio nessuno pu essere punito se al momento della commissione del
fatto questo non era previsto come reato dalla legge.
La giustificazione giuridica del principio data da Feuerbach che lo sintetizza nella formula nulla
poena sine lege e ne da una giustificazione tecnica, collegandolo alla funzione di prevenzione
generale della pena per cui, se la pena deve fungere da deterrente alla commissione di reati, occorre
che i cittadini sappiano prima cosa punito.
Nel nostro ordinamento il principio di legalit disciplinato
allarticolo 25 II comma della costituzione Nessuno pu essere punito se non in forza di
una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso
allarticolo 1 del codice penale Nessuno pu essere punito per un fatto che non sia
espressamente preveduto come rato dalla legge, n con pene che non siano da essa stabilite
La diversa formulazione letterale non deve trarre in inganno. Il significato di garanzia lo stesso.
Conseguenza del principio di legalit pu essere lincompletezza della tutela, che costituisce
comunque un male minore rispetto ai gravi rischi per la libert personale connessi con una
ricostruzione in chiave puramente sostanziale del fatto di reato.
Il principio di legalit si articola in quattro sottoprincipi.
- riserva di legge
- tassativit
- irretroattivit della legge penale
- divieto di analogia
LA RISERVA DI LEGGE
Esprime il divieto di punire un fatto in assenza di una legge preesistente che lo configuri come
reato. Tale principio risponde in particolare allesigenza di sottrarre la materia penale al
potere esecutivo.
Solo la legge in senso tecnico consente la partecipazione di tutti i rappresentanti del popolo, ivi
comprese le minoranze, necessaria quando si viene ad incidere su un bene fondamentale quale la
libert (a patto che i partiti di governo tengano effettivamente conto delle eventuali obiezioni
critiche) . Inoltre si evitano cos forme di arbitrio del potere giudiziario.
In passato si tendeva ad interpretare la riserva di legge in maniera relativa, vanificando cos la
funzione di garanzia della stessa. Oggi prevalgono le tesi pi rigorose che qualificano la riserva
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come assoluta. Ci non esclude tout court le fonti secondarie dal concorso alla configurazione del
reato:
- no esclusione riserva assoluta: parte della dottrina ritiene che esse vadano considerate alla
stregua di un presupposto di fatto. Regolamento non come fonte normativa ma come
fatto tra i fatti. Siffatta impostazione oggi per lo pi respinta,
- si esclusione: legislatore possa attribuire il potere normativo penale ad una fonte di grado
inferiore;
- ammissibilit di un apporto tecnico da parte di una fonte secondari: lintervento della
normativa subprimaria nei settori caratterizzati da complessit tecnica sia indispensabile,
a patto che rimangano esclusi apprezzamenti di natura politica (si pensi ai decreti del
ministero della sanit che aggiornano regolarmente le tabelle relative allindicazione
delle sostanze stupefacenti)
Quando la costituzione allart 25 utilizza il termine legge fa riferimento alla legge in senso
formale.
La dottrina dominante ritiene tuttavia che siano da considerare fonti del diritto penale anche fonti
legge in senso materiale quali i decreti legge e i decreti legislativi e ci perch la stessa
costituzione che attribuisce loro forza di legge. Il punto che questa impostazione trascura la ratio
del principio di riserva di legge.
- Nel primo caso infatti il rapporto che si instaura da legge delega e legge delegata lo stesso
che esiste tra fonti primarie e secondarie (il parlamento indica le linee generali ma il
governo a dare concretezza alla fattispecie);
- nel secondo caso i requisiti di necessit ed urgenza cozzano con lesigenza di ponderazione
presupposta dalla riserva di legge.
La dottrina dominante e la giurisprudenza costituzionale(vedi sentenza 487/89) sono invece
concordi nellescludere le leggi regionali dal novero delle fonti di diritto penale. Le limitazioni
devono essere uguali per tutti i cittadini (art 3 cost e principio di unit politica ex art 5 cost). Allart
120 la costituzione vieta inoltre alle regioni di adottare provvedimenti che siano di ostacolo al libero
esercizio dei diritti fondamentali dei cittadini.
La legge regionale pu avere funzione scriminante, dal momento che in questo caso non
comporta restrizioni della libert personale.
Rapporto legge - fonte subordinata
I modelli di integrazione tra legge e fonte normativa subordinata sono quattro:
la legge affida alla fonte secondaria la determinazione delle condotte concretamente
punibili, dopo aver fissato il precetto in maniera generica (norme penali in bianco). Esempio
lart 650 c.p. che puniche chi non ottempera ad un provvedimento dellautorit amministrativa La
corte costituzionale, con sentenza 168/1971 ha ritenuto che larticolo in questione sia legittimo
quando la legge stabilisca i caratteri, i presupposti, il contenuto ed i limiti dei provvedimenti
dellautorit amministrativa.
la fonte secondaria disciplina uno o pi elementi che concorrono alla descrizione
dellillecito penale. Fonte normativa inferiore partecipa alla configurazione del fato di reato.
Esempio ne la contravvenzione di cui allart 659 che punisce chi esercita un mestiere rumoroso
contro le prescrizioni dellautorit locale.
la fonte secondaria specifica da un punti di vista tecnico elementi predeterminati nelle
linee essenziali dalla legge. Esempio quello gi richiamato delle sostanze stupefacenti
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la legge consente alla fonte secondaria di scegliere i comportamenti punibili tra quelli
da questultima disciplinati. Tale modello senza dubbio in contrasto con il principio della
riserva di legge.
La Corte costituzionale, relativamente alla questione (precetti penali integrati da atti
amministrativi), in passato ha seguito un orientamento pi tollerante, facendo riferimento alla tesi
del presupposto di fatto o a quella della sufficiente specificazione.
Negli anni Novanta prevalso un atteggiamento pi rigoroso affermando che in ogni caso
lindividuazione degli elementi essenziali della fattispecie deve essere affidata alla legge.
Rapporto legge- consuetudine
Per consuetudine si intende la ripetizione generale, uniforme e costante di un comportamento
accompagnata dalla convinzione di ottemperare ad un precetto giuridico.
La consuetudine non pu in diritto penale svolgere un ruolo incriminatore o aggravatore del
trattamento penale.
Non nemmeno ammessa la consuetudine abrogatrice.
Parte della dottrina ammette invece la consuetudine integratrice: tale tesi va criticata nel senso che
se non si matte lintegrazione ad opera della fonte secondaria non si vede perch ammettere quella
ad opera della fonte consuetudinaria.
Cosa diversa il riferimento a criteri di valutazione dominanti nella comunit sociale (es. cosa
debba intendersi per osceno).
Ammessa la consuetudine scriminatrice: le norme che configurano cause di giustificazione non
hanno carattere specificatamente penale.
Rapporto legge-diritto comunitario
Nei trattai istitutivi comunitari si afferma il principio della riserva assoluta di legge interna.
In altre parole la materia penale resta esclusa dallelenco delle competenze comunitarie. Nella
prassi tuttavia, specie negli ultimi dieci anni, le cose non stanno proprio cos. Le interferenze
comunitarie in materia penale sono sempre di pi. Il principio del primato comunitario impone al
giudice nazionale di disapplicare la norma nazionale quando contrasta con quelle comunitarie (il
riferimento alle disposizioni direttamente applicabili e cio regolamenti e direttive cosiddette
analitiche). I trattati sono direttamente applicabili relativamente alle norme aventi pieno contenuto
dispositivo.
Ci sono a livello comunitario tutta una serie di disposizioni di carattere generale che finiscono per
avere delle ricadute anche in materia penale.
Un esempio per tutti quello dellarticolo 348 del nostro codice penale, che si pone in contrasto
con uno dei principi fondamentali della CE : la libert di circolazione. Larticolo riguarda
lesercizio arbitrario di una professione. Il caso di specie che sollev per la prima volta in
Europa la questione fu quello di un dentista turco che aveva studiato in Germania ed esercitava in
Francia. La Corti francesi interne lo avevano condannate ma lui si era rivolto alla Corte europea
che gli aveva dato ragione.
In Italia le posizioni oscillarono fino a quando nel 2001 il Tribunale di Milano afferm
definitivamente il principio per cui deve essere la libert di circolazione a prevalere. Labitazione
conseguita in un qualsiasi altro stato membro vale su tutto l territorio comunitario. Problemi
sorgono nel momento in cui non esiste alcuna a analogo titolo di abilitazione allestero. Si pensi
allesercizio della professione davvocato in Spagna, per cui sufficiente la laurea in
giurisprudenza ( oggi comunque in atto un progetto di riforma).
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Dal 1998 lUnione Europea ha inoltre cominciato ad emanare delle direttive che hanno
influenze di spicco in ambito penale. Si tratta di una serie di atti con i quali si prevedono
finanziamenti ed agevolazioni ad imprenditori. Il punto che se un soggetto ottiene dei fondi
comunicai fraudolentemente detta condotta deve essere perseguita penalmente.
Negli anni Novanta non esistevano tuttavia nelle disposizioni penali interne norme atte a questo
scopo. LUE procedette con lemanazione di una raccomandazione, dove invitava gli Stati a
prendere dei provvedimenti a riguardo (non cera in organi caso alcuna indicazione sul modo in cui
procedere alla repressione, se penalmente o con sanzione amministrativa).
Il discorso si fa ancora pi spinoso nel momento in cui lUE cominci ad invitare gli Stati
membri ad adottare delle discipline penali, minacciando in caso contrario di intraprendere dei
procedimenti per infrazione.
Se formalmente non si viola il principio della riserva di legge interna (poich rimane lo Stato
membro ad adottare formalmente il provvedimento) chiaro che di fatto proprio questo che
avviene.
Unione europea e legittimata a prevedere ed irrogare sanzioni amministrative carattere
patrimoniale o interidittivo.
Tecniche utilizzate:
- assimilazione: degli interessi comunitari,
- armonizzazione delle legislazioni penali nazionali,
- unificazione delle discipline penali nazionali.
Armonizzazione penale: cooperazione giudiziaria, Trattato Maastrcht 1992.
Primato del diritto comunitario sulla norma interna.
TASSATIVIT
Il principio di legalit sarebbe rispettato nella forma ma eluso nella sostanza se la legge che
leva un dato fatto a reato lo configurasse in termini cos generici da non lasciare individuare
con sufficiente precisione il comportamento penalmente sanzionato.
Appartiene dunque alla stessa ragione ispiratrice del principio di legalit lesigenza di tassativit o
sufficiente determinatezza della fattispecie penale.
Tale principio coinvolge la tecnica di formulazione delle fattispecie criminose. In questo senso il
principio in esame pu essere tra laltro letto come un pendant del principio di frammentariet: se la
tutela penale tendenzialmente apprestata solo per determinate forme di aggressione sai beni
giuridici necessario che il legislatore specifichi con sufficiente precisione i comportamento che
integrano siffatte modalit di aggressione..
Lelusione del principio di tassativit verrebbe poi a pregiudicare il principio processuale di
obbligatoriet dellazione penale. Infatti in caso di indeterminatezza della fattispecie farebbe
difetto il criterio di verifica dellosservanza di tale obbligo. Risulterebbe poi menomato il diritto alla
difesa data la difficolt di confrontarsi con limputazione, dove mancasse una puntuale descrizione
legale del fatto contestato.
La Corte Costituzionale ha, nella quasi totalit dei casi, respinto le eccezioni di
incostituzionalit per contrasto col principio di tassativit. Questo a causa della preoccupazione
di creare dei vuoti di tutela ed entrare in conflitto con il legislatore.
La corte ha salvato le norme rimandando ad una loro lettura secondo il significato linguistico
(sarebbe sempre per i giudice possibile rintracciare un significato determinato, rifacendosi al
normale uso linguistico delle espressioni utilizzate nella norma). Un altro filone della
giurisprudenza costituzionale fa leva sullargomento del diritto vivente (anche se cos facendo si
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rischia di attribuire un ruolo eccessivo alla giurisprudenza ordinaria che viene caricata del ruolo di
supplire alle mancanze del legislatore )
Non mancano in ogni caso delle prese di posizione della giurisprudenza costituzionale: viene in
questione la fondamentale pronuncia in tema di plagio (96/81) che ha precisato come la
determinatezza della fattispecie incriminatrice non attiene soltanto alla sua formulazione linguistica
ma implica anche la verificabilit empirica del fatto disciplinato. La tesi atta ulteriormente
sviluppata in altre due sentenze, in materia di frode fiscale e di prevenzione di incendi. Lidea che
emerge questa. La determinatezza fa riferimento al tipo criminoso e non gi alla mera
formulazione linguistica della norma.
Altra importante sentenza di incostituzionalit per violazione del principio di tassativit la
sentenza 34/95 in materia di asilo, ingresso e soggiorno di cittadini extracomunitari. La norma in
questione prevedeva reato di omissione nel caso in cui il soggetto non si adoperasse per ottenere il
rilascio del documento di viaggio. Mancherebbero i parametri oggettivi necessari a stabilire quando
linerzia del soggetto raggiunga la soglia penalmente rilevante.
Del resto lambiguit sovente riscontrabile nella normativa penale (specie in quella pi recente)
una diretta conseguenza della tendenza compromissoria che caratterizza lattuale attivit legislativa.
Di qui la ricorrente tentazione della giurisprudenza di colmare le lacune e risolvere le ambiguit. Il
principio di tassativit serve allora come freno a questa tendenza, in salvaguardia dei cittadini,
contro eventuali abusi del potere giudiziario.
Tecniche di redazione della fattispecie penale
Le principali tecniche di legiferazione sono quelle di normazione descrittiva e di normazione
sintetica.
La prima tecnica (normazione descrittiva) descrive il fatto criminoso mediante limpiego di
termini che alludono dati della realt empirica. Esempio di fattispecie costruita in forma descrittiva
il reato di omicidio. Elementi descrittivi: elementi che traggono il loro significato direttamente
dalla realt dellesperienza sensibile (es.uomo,cosa, morte)
La seconda tecnica (normazione sintetica) adotta una qualificazione di sintesi, mediante limpiego
di elementi normativi che rinviano ad una fonte esterna rispetto alla fattispecie incriminatrice
come parametro di giudizio. Si distinguono :
- elementi normativi extragiuridici, rinvianti a norme sociali o di costume: qui il principi
odi tassativit meno rispettato, per la difficolt di dare un contenuto univoco ad
espressioni quali buon costume. Si parlato in proposito di questi elementi normativi
si organi respiratori, che consentono di adeguare costantemente la disciplina penale
allevoluzione della realt sociale. La cosa implica degli evidenti rischi
- elementi normativi giuridici: qui lesigenza di tassativit rispettata poich la norma
giuridica richiamata individuabile senza incertezze
IRRETROATTIVIT DELLA LEGGE PENALE
Il principio di irretroattivit fa divieto di applicare la legge penale a fatti commessi prima
della sua entrata in vigore.
Il principio di irretroattivit si salda con quello di legalit, traducendosi nella formula nullum
crimen, nullam poena sine previa lege penale.
Il principio in esame previsto per tutte le leggi (larticolo 11 delle disposizioni preliminari (cod.
civ.) stabilisce la legge non dispone che per lavvenire : essa non ha effetto retroattivo), ma ha
rango costituzionale solo per le leggi penali.
Larticolo 25 della costituzione stabilisce nessuno pu essere punito se non in forza di una
legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso . Il principio assume il significato di
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garanzia del cittadino nei confronti dei detentori del potere legislativo. da precisare che il divieto
di retroattivit riguarda il solo diritto penale sostanziale, non anche quello processuale.
Larticolo 2 del codice penale ribadisce al primo comma il divieto di applicazione retroattiva
della legge penale per i casi di nuova incriminazione: che ricorre quando una legge introduce una
figura di reato prima inesistente
Al secondo comma si prevede invece la possibilit di unapplicazione retroattiva di
uneventuale norma pi favorevole successivamente emanata. Si profila il dubbio di un
contrasto tra il principio di cui alla costituzione e il secondo comma dellart 2 del c.p. In realt tale
contrasto sussiste solo sul piano formale. La ratio sottesa al principio codicistico infatti identica a
quella che giustifica la norma costituzionale. Nellun caso e nellaltro infatti lordinamento vuole
tutelare la libert del singolo.
Il secondo comma dellart 2 recita cos: nessuno pu essere punito per un fatto che secondo
una legge posteriore non costituisce reato ; e se v stata incriminazione ne cessano
lesecuzione e gli effetti penali.
La norma allude al fenomeno dellabolizione di incriminazioni prima esistenti.
Il punto che se labrogazione di un illecito penale costituisce il risultato di una valutazione di
compatibilit tra il comportamento incriminato e linteresse collettivo irragionevole continuare a
punire lautore di un fatto ormai tollerato dallordinamento giuridico.
In alcune ipotesi non agevole stabilire se c stata abrogazione. Pu accadere infatti che la legge
penale successiva non abroghi ma riformuli una disposizione preesistente. quanto accaduto ad
esempio nel caso del reato di infanticidio.
In questi casi si pu parlare di successione di leggi penali. I criteri per verificare la sussistenza
della successione di leggi sono due:
Secondo un primo orientamento, sostenuto dalla dottrina tedesca, si ha successione allorch
nel passaggio dalla vecchia alla nuova norma permane la continuit del tipo di illecito.
Devono cio essere identici linteresse protetto e le modalit di aggressione. Facendo propria
questa tesi le Sezioni Unite della Cassazione hanno ritenuto che ci sia continuit tra
labrogata fattispecie di interesse privato in atti dufficio e il nuovo reato di abuso di ufficio.
Questo criteri o pu apparire eccessivamente generico potendo portare a seconda che lo si
interpreti in senso restrittivo o lato a risultati incerti.
Altro orientamento sostiene che perch vi sia successione necessario che vi sia un
rapporto di continenza tra la nuova e la vecchia fattispecie. Ci si verifica quando la
norma posteriore speciale rispetto ad una precedente di contenuto pi generico e viceversa
Si pensi al caso della novazione legislativa del delitto di infanticidio. Tra la vecchia e la
nuova fattispecie non esiste un rapporto di continenza. Il reato di infanticidio in condizioni
di abbandono materiale e morale risulta eterogeneo rispetto al delitto di infanticidio per
causa di onore. Conseguentemente si dovrebbe concludere per la tesi dellabolitio criminis.
In realt, valutando la questione pi attentamente, ci si rende conto che labrogazione del
delitto di infanticidio per causa di onore non comporta il venir meno dellilliceit del fatto
ma la riesespansione della fattispecie di omicidio comune, la quale ricomprende nel suo
ambito lipotesi di infanticidio. Se ne deduce che sussistono i presupposti per una
successione di legge!
Il quarto comma dellart 2 stabilisce che se la legge del tempo in cui fu commesso il reato e le
posteriori sono diverse, si applica quella le cui disposizioni sono pi favorevoli al reo, salvo che
sia stata pronunciata sentenza irrevocabile.
La regola introdotta quella dellapplicabilit retroattiva della norma pi favorevole al reo.
Fondamento della norma il favor libertatis. Il principio si ricollega indirettamente anche al
principio di uguaglianza che impone di evitare ingiustificate o irragionevoli disparit di trattamento.
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Per stabilire quando ci si trovi di fronte ad una disposizione pi favorevole occorre operare un
raffronto in concreto. Non si devono cio paragonare le astratte normative delle due norme ma
mettere a confronti i rispettivi risultati dellapplicazione alla situazione concreta oggetto di giudizio.
Loperativit del principio in esame pi dubbia in alcuni casi: si pensi alla degradazione di un
illecito da delitto in contravvenzione. In casi simili la dottrina ritiene sempre pi favorevole la
norma che degrada in contravvenzione.
Il punto che le cose non stanno sempre cos: la trasformazione in contravvenzione fa s che ci sia
estensione della punibilit alle semplici ipotesi colpose prima non incriminate. Si dovrebbe in
questo caso applicare il comma I dellart 2.
La legge 85 del 2006 (modifiche al codice penale in materia di reati di opinione) ha aggiunto
allarticolo 2 del cod. p. un nuovo terzo comma con il quale ha disciplinato lipotesi della
modifica nel tempo del trattamento sanzionatorio intervenuta dopo il passaggio in giudicato della
sentenza di condanna. Se vi stata condanna a pena detentiva e la legge posteriore prevede
esclusivamente la pena pecuniaria, la pena detentiva inflitta si converte immediatamente nella
corrispondente pena pecuniaria, ai sensi dellart 135. Il legislatore ha cos innovato rispetto al
precedente principio dellintangibilit del giudicato. Ma quid iuris quando la pena detentiva passata
in giudicato risulta di quantit superiore al nuovo massimo di pena pecuniaria? La soluzione pi
congrua sarebbe quella di convertire la pena nel massimo della nuova pena pecuniaria.
Si discute se e in che limiti la disciplina di cui allart 2 si applichi nei casi di modifiche che
incidono non direttamente sugli elementi costitutivi della fattispecie incriminatrice. Si pensi
alle ipotesi di modifica mediata di norme che integrano il contenuto di una norma penale o che
disciplinano elementi normativi della fattispecie.
Es. Tizio viene accusato ingiustamente di appartenere ad una banda partigiana. Successivamente
tale appartenenza cessa di costituire reato. Permane il delitto di calunnia (che consiste nellincolpare
falsamente taluni di un reato)? Lelemento normativo della fattispecie la nozione di reato.
o Secondo lorientamento prevalente (restrittivo) non trova applicazione qui lart 2 dal
momento che lastratta fattispecie di reato non muta.
o Per un altro orientamento (mediano), invece, occorre verificare se il mutamento normativo in
grado di incidere sul disvalore della fattispecie, Nel caso della calunnia la falsa incolpazione
continua a mantenere il suo carattere offensivo anche se il fatto non pi reato. Non cos per il
caso, ad esempio, di associazione per delinquere. Se lo scopo dellassociazione cessa di
costituire reato viene meno loffensivit del fatto.
o La tesi preferibile per Fiandaca e Musco quella estensiva, che ritiene sempre applicabile la
disciplina dellart 2. La disposizione integratrice, contribuendo a descrivere il fatto che
costituisce reato, finisce sempre con lincorporarsi con la norma incriminatrice.
Le stesse conclusioni valgono per le norme integratrici extragiuridiche (si pensi al mutamento del
parametro sociale in base al quale valutare ci che osceno).
Ai sensi dellarticolo 2 quinto comma se si tratta di leggi eccezionali o temporanee non si
applicano le disposizioni dei capoversi precedenti. Il principio della retroattivit in senso pi
favorevole al reo dunque qui inoperante.
Si definiscono eccezionali quelle leggi il cui ambito di operativit temporale segnato dal
persistere di uno stato di fatto caratterizzato da accadimento fuori dellordinario (guerre,
terremoti,ecc).
Si definiscono temporanee le leggi rispetto alle quali lo stesso legislatore a prefissare un termine
di durata.
In entrambi i casi la ratio sottesa allinoperativit dellart 2 connaturata alle caratteristiche
stesse di tali leggi, per cui leventuale applicabilit di un regime pi rigoroso introdotta per far
fronte al particolare stato di emergenza.
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Analoga disciplina era dettata fino a pochi anni fa rispetto alle norme che reprimono le violazioni
delle leggi finanziarie (ai sensi della legge 4/1929), per cui si stabiliva come le norme penali in
materia finanziaria, in vigore al periodo della commissione del fatto, si dovessero applicare
ancorch modificate o abrogate al tempo della loro applicazione. Il fondamento di tale disciplina
derogatrice stava nellinteresse primario alla riscossione dei tributi. Larticolo stato di recente
abrogato, nel 1999.
Lultimo comma dellart 2 estende la disciplina della successione di leggi anche ai casi di
decadenza di decreti legge non convertiti o convertiti con modifiche. Lordinamento dellepoca
(anni Trenta) stabiliva che essi cessassero di avere efficacia ex nunc. Lattuale costituzione prevede
invece che essi perdano efficacia ex tunc (art 77 cost). Ne consegue che, nellipotesi di decreti non
convertiti che introducano modifiche a fattispecie penali preesistenti, viene meno la possibilit
stessa di configurare una successione di leggi: la caducazione degli effetti del decreto legge ex tunc,
infatti, impedisce di applicarlo. La Corte Costituzionale (sent 51/1985) ha pertanto dichiarato
illegittimo lultimo comma nella parte in cui rendeva applicabile le disposizioni dei commi 2 e 4 ai
casi di mancata conversione di un decreto legge recante norma penale abrogatrice o pi favorevole.
Un discorso a parte va fatto per i fatti compiuti durante la vigenza di decreti che abroghino
unincriminazione preesistente o ne attenuino il trattamento sanzionatorio. In base alle
premesse di cui sopra si dovrebbe concludere che il soggetto vada punito, anche se il fatto al
momento della commissione non costituiva reato. Si deve ritenere che in questo caso, in rispetto
del principio del favor libertatis, si applichi al soggetto la norma pi favorevole.
Questinterpretazione non contrasta con quanto affermato dalla Corte Costituzionale. Essa nella
sentenza citata si riferiva ai fatti commessi anteriormente allentrata in vigore del decreto legge e
non a quelli concomitanti.
La dichiarazione di incostituzionalit di una legge fa s che la norma cessi di avere efficacia dal
giorno successivo alla pubblicazione della decisione.
Parrebbe, dal tenore dellarticolo 136 cost di capire che lefficacia della dichiarazione di
incostituzionalit sia ex nunc.
Ma non cos: la legge 87/1953 stabilisce che essa spiega i suoi effetti ex tunc. La legge invalidata
non pu pi essere applicata nemmeno alle situazioni verificatesi sotto la sua vigenza. Di qui
limpossibilit di ravvisare un fenomeno successorio tra una legge preesistente ed una posteriore poi
dichiarata incostituzionale (analogamente a quanto detto per i decreti legge non convertiti).
Sennonch la legge invalidata si applicher comunque ove risulti pi favorevole al reo rispetto ad
una precedente disposizione incriminatrice, per i fatti concomitanti (commessi cio sotto la sua
vigenza). Non si pu punire un fatto che al momento in cui fu compiuto non era punito! Da ci la
Corte Costituzionale per lungo tempo aveva dedotto linammissibilit per irrilevanza delle questioni
relative alle norme di favore. Successivamente ha mutato atteggiamento sostenendo che la garanzia
del favor libertatis non pu comunque portare allistituzione di zone franche di legislazione non
controllata.
Ne consegue che il sindacato sulle leggi penali di favore oggi ammesso, quando la scelta
legislativa appaia del tutto arbitraria.
Per determinare la legge penale applicabile occorre determinare il TEMPUS COMMISSI
DELICTI. In assenza di una presa di posizione legislativa, la dottrina propone tre criteri.
1. la teoria della condotta: ritiene il reato commesso ne momento in cui si verifica
lazione (o lomissione)
2. la teoria dellevento: ritiene il reato commesso nel momento in cui si verifica
levento lesivo conseguenza della condotta
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DIVIETO DI ANALOGIA
Lanalogia consiste in un processo di integrazione dellordinamento attuato tramite una regola di
giudizio ricavata dallapplicazione allipotesi di specie, non regolata da alcuna norma, di
disposizioni regolanti casi o materie simili. Il presupposto di tale procedimento costituito dal
ricorrere dellidentit di ratio.
Il ricorso allanalogia non sempre ammissibile. Lart 14 delle preleggi esclude che essa possa
essere ammessa con riferimento alla legge penale.
Larticolo 1 del codice penale ribadisce il concetto: esso prevede come nessuno possa essere punito
per un fatto che non sia espressamente preveduto dalla legge come reato.
Larticolo 199 del codice prosegue affermando come nessuno posa essere sottoposto a misure di
sicurezza fuori dei casi dalla legge preveduti.
Nonostante il silenzio del legislatore costituente il divieto di analogia deve ritenersi
implicitamente costiutionalizzato.
La ratio infatti la medesima che sta alla base del principio di garanzia nullum crimen sin previa
lege penale.
Non sempre risulta agevole distinguere tra analogia e interpretazione estensiva.
- Uninterpretazione si dice estensiva quando nellambito dei possibili significati letterali dei
termini impiegati nel testo legislativo si sceglie la soluzione pi tesa allestremo.
- Diversa cosa linterpretazione analogia, che esce dallambito dei significati letterali ed
estende lapplicabilit a casi diversi, aventi una ratio simile.
Il rispetto del principio di frammentariet delldiritto penale impedisce che si forzino i limiti
di tipicit fissati dal legislatore.
Il divieto di analogia violato in tutti i casi in cui il legislatore fa uso si tecniche di tipizzazione
di tipo casistica accompagnate dalla formula aperta di chiusura (in casi simili).
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Si pensi allarticolo 121 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza ora depenalizzato che vieta
lesercizio non autorizzato del mestiere ambulante di venditore, distributore di merci, generi
alimentari ()e mestieri analoghi.
Ogni interpretazione del giudice non potrebbe che tradursi in un procedimento analogico, non
essendo il parametro di individuazione dei mestieri analoghi univocamente determinato.
Controversa la faccenda relativa allampiezza del divieto in esame.
La parte maggioritaria della dottrina per di diverso avviso. Si riconosce il carattere relativo
del divieto ammettendo uninterpretazione analogica in bonam partem. Questo in conformit
de principio di cui allart 25 II comma della costituzione, che introduce un principio di
garanzia della libert del cittadino.
Lammissibilit di siffatto procedimento analogico potrebbe trovare un ostacolo nellart 14 delle
preleggi. Larticolo in questione esclude lapplicabilit dellanalogia in due casi: leggi eccezionali e
leggi penali.
Secondo orientamento ormai consolidato, per legge regolare si intende la norma che disciplina
situazioni generali in cui pu versare chiunque al ricorrere di determinati presupposti.
Ci si trova invece di fronte ad una legge eccezionale quando si ha a che fare con una disciplina che
deroga allefficacia potenzialmente generale di una o pi disposizioni, in casi particolari.
Applicando questi criteri distintivi, non tutte le norme che prevedono cause di non punibilit hanno
carattere eccezionale. Ad esempio le cause di giustificazione o di esclusione della colpevolezza
appaiono senzaltro suscettive di applicazione analogica dal momento che sono presupposti generali
di applicazione della norma incriminatrice.
Il ricorso al procedimento analogico invece precluso rispetto a:
- regole di immunit (le quali derogano al principio della generale obbligatoriet della legge
penale rispetto a tutti coloro che si trovano nel territorio dello Stato),
- cause di estinzione del reato e della pena (che derogano alla normale disciplina
dellillecito penale e delle conseguenze sanzionatorie),
- cause speciali di non punibilit (che rispecchiano valutazioni politico-criminali legate alle
caratteristiche specifiche della situazione presa in considerazione e perci non
estendibile ad altri casi.
Infine, rispetto alle circostanze attenuanti, il problema dellapplicabilit dellanalogia appare privo
di importanza pratica in seguito allintroduzione delle c.d. attenuanti generiche ex art.62bis.
CAPITOLO III
INTERPRETAZIONE DELLA LEGGE PEALE
Lapplicazione delle norme penali implica un passaggio dallastratto al concreto: per poter
sussumere il caso singolo nella fattispecie incriminatrice generale e astratta, occorre selezionare le
caratteristiche giuridicamente rilevanti dellaccadimento concreto, questo processo selettivo
necessariamente postula lindividuazione del significato e della portata della legge da applicare.
Il termine interpretazione della legge penale, designa appunto il complesso delle operazioni
intellettuali finalizzate allindividuazione del significato delle norme da applicare. Interpretazione
come attivit conoscitiva di natura strumentale. Inoltre indica il risultato conseguito attraverso
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lattivit interpretativa medesima, si identifica con la scelta compiuta dallinterprete circa il senso
da attribuire ad una determinata norma.
possibile distinguere diversi tipi di interpretazione in base al soggetto che la compie:
interpretazione autentica: quella fornita dallo stesso organo che produce la norma
(parlamento)
ufficiale: attivit ermeneutica svolta dai pubblici funzionari nello svolgimento delle loro
funzioni. Ne sono esempio le circolari ministeriali di interpretazione
interpretazione giudiziale: quella effettuata dai giudici al momento dellemanazione della
sentenza.
dottrinale: quella proposta dagli studiosi di diritto. tipicamente finalizzata alla concreta
decisione delle controversie, tale interpretazione riesce ad influenzare lapplicazione del
diritto in virt della sua intrinseca forza di persuasivit.
In base al principio illuministico della separazione del potere il giudice risulta vincolato alla legge
penale. Tuttavia lidea del giudice come mera bocca della legge molto lontana dalla realt. Anche
la formula legislativa pi chiara abbisogna di interpretazione. Il linguaggio presenta dei limiti: ogni
norma presenta dei confini incerti che impediscono di considerare linterpretazione unattivit si
mera sussunzione logica.
Si pensi ad esempio al divieto di introdurre veicoli in un parco. Certamente lautomobile un
veicolo.Ma lo anche la bicicletta? E lauto telecomandata?
Occorre prendere atto che linterpretazione risulta essere un momento creativo.
Ci non significa evidentemente legittimare una determinazione arbitraria del diritto da parte
dellorgano giudicante.
Il principio costituzionale della sottoposizione del giudice alla legge rimane unirrinunciabile
garanzia per la libert dei cittadini. Ne deriva che non si potr mai oltrepassare il limite letterale e
dunque non si potr, nel caso precedente, ritenere veicolo lauto giocattolo in quanto non idonea
al trasporto di persone.
Larticolo12 delle preleggi stabilisce che nellapplicare la legge non si pu attribuire ad essa altro
significato che quello fato palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse
e dallintenzione del legislatore. Il legislatore fornisce cos due criteri ermeneutici:
- significato letterale
- significato storico
Non indica tuttavia, in caso di contrasto, quale dei due criteri vada privilegiato.
nel quale la legge si iscrive, i motivi obiettivi che hanno dato causa alla sua emanazione
e il modello di disciplina che ha trovato accoglimento nella norma. Si fa dunque
riferimento ai lavori preparatori. Occorre tuttavia tenere presente che in un ordinamento
democratico una disposizione di legge sempre il frutto di una composizione tra
configgenti interessi e dunque per sua stessa natura una legge si presta a pi possibili
interpretazioni, tutte storicamente volute.
criterio logico sistematico: coglie il significato della norma con riferimento a tutto
lordinamento giuridico. La specificit consiste nel cogliere le connessione concettuali
esistente tra la norma da applicare e le restanti norme, sia del sistema penale che di tutto
il sistema giuridico. Il nesso tra norme penali e norme facenti parte di altri settori
dellordinamento, evidente nei casi in cui la fattispecie incriminatrice contiene
elementi normativi: la cui determinazione implica il riferimento a norme extrapenali (es.
termine altruit),
criterio teleologico: il criterio attualmente dominante e consiste nellindividuare lo scopo
oggettivo della norma prendendo in considerazione a tal fine il bene protetto considerato
in senso dinamico. attraverso questo tipo di interpretazione che la giurisprudenza pu
estendere lapplicabilit di norme a casi nuovi, adattandole al contesto sociale,
attualizzandole. Cos ad esempio la norma sul furto stata estesa alla materia del furto di
energia elettrica. In questo criterio rientra anche linterpretazione cosiddetta orientata
secondo le conseguenze, che sceglie la soluzione che provoca un impatto pi favorevole
sul reo e/o sullambiente.
Il giudice nel processo ermeneutico far riferimento allo scopo della norma e alla situazione
concreta che si trova a dover esaminare.
inevitabile che le personali scelte valutative del giudice vengano ad incidere sul giudizio.
CAPITOLO IV
dal mare costiero,
Larticolo 8 tratta dei delitti politici commessi allestero. La nozione di delitto politico di cui
allarticolo 8 molto amplia, in linea con lideologia fascista dominante allepoca in cui il codice
venne emanato. Rientrano nella previsione dellart 8:
delitti politici in senso oggettivo: si ha riguardo alla natura del bene o interesse leso
(o messo in pericolo). quello che offende un interesse politico dello Stato (inteso in
maniera onnicomprensiva come popolo, territorio, forma di governo) o il diritto
politico del cittadino di partecipare alla vita dello Stato.
delitti politici in senso soggettivo: il delitto comune determinato in tutto o in parte
da motivi politici ovverosia da motivi che attengono ad una concezione ideologica
relativa alla struttura dei poteri e ai rapporti tra stato e cittadino.
Il delitto politico viene preso in considerazione anche dalla costituzione ai fini dellestradizione
e del diritto dasilo.
In un primo momento prevalse la tesi secondo cui il dettato costituzionale andasse
interpretato nel senso amplio di cui allart 8 del c.p.
Successivamente si affermata una tesi autonomistica secondo la quale la costituzione fa
riferimento ai soli delitti commessi per lottare contro un regime autoritario o per far
valere diritti fondamentali.
Il cittadino o lo straniero che commette in territorio estero un delitto politico non riconducibile alle
ipotesi di cui allart 7 punito in base alla legge italiana su richiesta del Ministri di Giustizia e, dove
occorra, su querela di parte.
SEZIONE II
AMBITO DI VALIDIT PERSONALE DELLA LEGGE PENALE
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Lart 3 c.p. principio di obbligatoriet- stabilisce che la legge penale italiana obbliga tutti
coloro che si trovano sul territorio dello Stato nonch chi si trovi allestero nei casi stabiliti
dalla legge o dal diritto internazionale. cittadino che ha i requisiti previsti dalla legge per
lacquisto della cittadinanza. straniero chi legato da rapporto di cittadinanza con altro Stato.
Esistono delle eccezioni al principio di obbligatoriet della legge penale. Si parla di immunit
penali.
Le immunit non esimono dal rispetto delle leggi penali ma li sottraggono dalla sanzione.
possibile fare una prima distinzione tra
immunit assolute: si estendono a tutti i reati senza distinzione tra attivit funzionale ed
extrafunzionale,
immunit relative: si estendono solo ad alcune fattispecie incriminatrici
poi possibile una seconda distinzione tra
immunit sostanziali: si riferiscono agli atti compiuti, alle opinioni espresse, ai voti dati
nellesercizio delle funzioni
immunit processuali: comportano la perseguibilit dei reati compiuti fuori dallesercizio
delle funzioni solo al momento della cessazione della carica
2)
CAPITOLO V
29
Tradizionalmente si definisce reato ogni fatto umano al quale la legge ricollega una sanzione
penale.
Questa definizione detta formale. Fa riferimento al tipo di sanzione e non tiene invece conto dei
principi costituzionali in materia penale, che concorrono alla definizione sostanziale di cosa sia un
reato.
Tra questi principi rivestono particolare importanza, al fine della determinazione sostanziale della
natura del reato:
il principio di legalit
il principio di tassativit
il carattere personale
Illecito penale presenta le seguenti caratteristiche:
di creazione legislativa: ex art.25 co II soltanto la legge in senso stretto pu
disciplinare gli elementi costitutivi, fonti di livello secondario possono soltanto
contribuire a specificare elementi gi legislativamente predeterminati nel nucleo
essenziale,
di forma tassativa: perch la legge deve fissare con la maggior determinatezza
possibile i fatti costituenti reato,
ha carattere personale: ex art.27 coI, divieto di forme di responsabilit per fatto altrui,
ma anche nel senso che il reato deve atteggiarsi a fatto tendenzialmente colpevole.
Dette caratteristiche differenziano il reato dallillecito amministrativo e civile. Il diritto civile
infatti caratterizzato da una legislazione cosiddetta per principi e clausole generali (non principio
di tassativit) nonch dallutilizzo di forme di responsabilit oggettiva (non carattere personale).
Maggiori affinit esistono con lillecito amministrativo specie dopo la legge 689 del 1981. Sono
stati estesi a questo campo principi propri del diritto penale
La dottrina penalistica si sforzata di spiegare le ragioni sostanziali che inducono a
considerare criminoso un determinato comportamento.
I diversi tentativi appaiono tuttavia insoddisfacenti.
teoria giusntauralistica: reato ci che turba gravemente lordine etico, ovvero ci che
contro la moralit di un popolo in un dato tempo. La prassi dimostra che in realt la
maggior parte degli ordinamenti penale ha storicamente incriminato anche condotte
eticamente indifferenti
tesi di stampo sociologico: reato ogni comportamento umano che rende impossibile o
mette in pericolo lesistenza la conservazione della societ. Tiene conto dellimpatto del
reato sulle condizioni organizzative della vita in comune. Questa definizione manca della
capacit di fornire un criterio concreto di determinazione di ci che di deve e non deve
punire.
Pi proficua appare la definizione costituzionalmente orientata: reato ogni fatto umano che
aggredisce un bene giuridico ritenuto dal legislatore meritevole di protezione in base ai valori
costituzionali, sempre che la misura dellaggressione giustifichi come inevitabile il ricorso alla pena
dal momento che le altre sanzioni appaiono insufficienti (principi di sussidiariet e meritevolezza
della pena). Ci si avvicina ad una concezione teologica dellillecito penale, inclini a ricostruire gli
scopi del sistema penale alle luce della Costituzione.
PRINCIPIO DI OFFENSIVIT
30
Lo zoccolo duro del reato deve essere ravvisato nellaggressione (sotto forma di lesione o di messa
in pericolo) di uno o pi beni giuridici.
Tale principio implica il rifiuto di incentrare il reato sulla pericolosit o sullatteggiamento interiore
dellautore. Manca nel nostro ordinamento una disposizione che faccia esplicito riferimento a
questo principio generale dellordinamento penale. Si tende a concepirlo come un criterio implicito.
Si tentato di ricondurlo allarticolo 49 II comma per il quale la punibilit esclusa quando per
la inidoneit dellazione o per linesistenza delloggetto di essa impossibile levento dannoso o
pericoloso. Si tentato di interpretare la norma come se essa affermasse un principio generale
per cui non pu esservi reato se non c effettiva offesa di un bene giuridico. Si
conseguentemente esclusa in via giurisprudenziale la punibilit del falso grossolano.
A partire dagli anni Settanta si individuata nella stessa Costituzione la fonte legittimante il
principio di offensivit, leggendo in questo senso il combinato disposto degli art 25 II comma e 27 I
e III comma Le stesse disposizioni utilizzate per dare appiglio alla teoria costituzionalmente
orientata del bene giuridico).
Il principio di offensivit opera su di un duplice piano:
criterio di conformazione legislativa dei fatti punibili: vincola il legislatore a costruire i
reati come fatti che incorporano unoffesa
criterio giudiziario interpretativo: impegna il giudice a qualificare come reati soltanto
fati idonei in concreto ad offendere beni giuridici.
La Corte Costituzionale ha ridimensionato lapparente assolutezza del principio di offensivit,
riconoscendo lammissibilit delle fattispecie del pericolo presunto o astratto.
DELITTI E CONTRAVVENZIONI
Il nostro codice, nel solco di una tradizione risalente al codice Toscano del 1856, rinnovatasi con il
codice Zanardelli del 1889, distingue i reati in
diritti
contravvenzioni.
Per molto tempo si cercato di individuare i criteri sostanziali di distinzione tra le due figure.
-
Beccaria afferma che i delitti colpiscono fatti che sono mala in se, mentre le
contravvenzioni colpiscono fatti mala quia proibita. La tesi non trova riscontro nella
realt: esistono delitti posti a tutela di interessi di creazione legislativa.
Unaltra tesi quella che sostiene che, mentre i delitti offendono le condizioni primarie ed
essenziali del vivere civile, le contravvenzioni offendono le condizioni secondarie. Anche
questa distinzione non attendibile.
Rocco afferma che le contravvenzioni sono azioni o omissioni contrarie allinteresse
amministrativo dello Stato. Anche questo criterio sconfessato dalla realt dal momento
che esistono anche delitti posti a tutela di interessi amministrativi.
La difficolt di trovare un sicuro criterio discretivo ha sopito per lungo tempo il dibattito sulle
differenze tra le due figure di reato. Si concluso per una distinzione condotta sulla base di un
criterio quantitativo cio in ragione della maggiore o minore gravit.
La legge 689 del 1981 recante la nuova disciplina dellillecito amministrativo ha riaperto il
dibattito. In molti si sono interrogati sullopportunit di trasferire in blocco lintero settore degli
illeciti contravvenzionali nel campo degli illeciti puniti con sanzione amministrativa.
Una tale scelta politico criminale da sconsigliare in base a criteri di proporzione e prevenzione. La
contravvenzione si pone in posizione intermedia tra delitto ed illecito amministrativo. Rappresenta
31
uno strumento valido per differenziare la tutela in base alle diverse caratteristiche degli illeciti : il
contenuto di alcune fattispecie si attaglia meglio infatti al regime giuridico delle contravvenzioni, in
materia di colpa e tentativo.
Una circolare della Presidenza dei Ministri del 1986 ha precisato i criteri orientati per la scelta tra
delitti e contravvenzioni: dovrebbero essere costruite come fattispecie contravvenzionali in due
categorie:
1. le fattispecie di carattere preventivo cautelare (es. art 673: omesso collocamento o rimozione di
segnali),
2. e le fattispecie concernenti la disciplina di attivit sottoposte a un potere amministrativo (es. art
664: distruzione o deterioramento di affissioni).
La circolare ha il merito di introdurre elementi di razionalizzazione per la scelta legislativa
tra delitto e contravvenzione. Il suo limite: lordinamento vigente.
Sul piano del diritto positivo lunica differenza certa tra le due figure il tipo di pena previsto:
per il delitto : ergastolo, reclusione o multa
per la contravvenzione: arresto o ammenda
Ex art 42 i delitti richiedono come regola generale di punibilit il dolo. La colpa rappresenta
leccezione. Per le contravvenzioni si risponde invece indifferentemente a titolo di dolo o
colpa.Quanto al tentativo esso di regola configurabile solo nellambito dei delitti.
IL SOGGETTO ATTIVO DEL RETAO
Si definisce soggetto attivo o autore colui il quale realizza un fatto conforme ad una fattispecie
astratta di reato. Pu essere soggetto di diritto penale soltanto la persona umana.
Si parla di capacit penale per indicare lattitudine a porre in essere fatti di reato. Essa propria di
chiunque. Diversa cosa la capacit alla pena, anche detta imputabilit e cio lidoneit a diventare
destinatari di sanzioni penali. Essa manca in alcuni soggetti.
Relativamente al soggetto si distingue tra
reati comuni: possono essere posti in essere da chiunque
reati propri: possono essere posti in essere solo dai soggetti che presentino determinati
requisiti
o naturalistici : es. lessere madre nellinfanticidio
o giuridici: es. essere un pubblico ufficiale nei reati contro la pubblica amministrazione
Tra i reati propri si distinguono
o reati propri ai fini dellesistenza del reato (es. incesto)
o reati propri ai fini dellindividuazione del titolo di reato (es. lappropriazione
indebita diventa peculato se realizzata da pubblico ufficiale)
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Nellambito degli enti collettivi o delle imprese, non sempre agevole individuare la persona
fisica suscettiva di essere chiamata a rispondere dei reati commessi nello svolgimento dellattivit
facente capo allente.
Questa difficolt nasce dalla circostanza che il soggetto formalmente titolare dei numerosi obblighi
di condotta penalmente sanzionati (e cio limprenditore) non sempre in grado di adempiervi
personalmente.
Ci induce il titolare originario a delegare ladempimento degli obblighi predetti ad altri soggetti
collaboratori.
Il problema che sorge appunto questo. Se e in presenza ci quali condizioni il fenomeno della
delega possa assumere rilevanza penale sotto il profilo di uneventuale esenzione di responsabilit
del titolare originario, sia sotto quello di unassunzione di responsabilit da arte del nuovo soggetto
di fatto preposto alladempimento. La giurisprudenza prevalente condiziona la rilevanza penale
della delega alla presenza dei seguenti presupporti
limpresa deve avere grandi dimensioni
la ripartizione delle funzioni non deve avere carattere fraudolento
i collaboratori delegati devono essere dotati dei poteri e dei mezzi necessari
per svolgere efficacemente i compiti loro affidati e devono posseder una
provata competenza tecnica
C un inconveniente: limprenditore potrebbe strumentalizzare la delega per liberarsi della
responsabilit. Per questo motivo parte della dottrina ritiene che la delega non liberi il titolare
originario da responsabilit: su di lui ricadrebbe un dovere di sorveglianza. Il soggetto delegante
pertanto risponderebbe comunque, eventualmente in concorso sotto forma di mancato impedimento
di reato (art 40 c.p.).
IL SOGGETTO PASSIVO DEL REATO
Soggetto passivo generico lo Stato in quanto titolare dellinteresse alla pacifica convivenza.
Soggetto passivo specifico il titolare del bene protetto dalla fattispecie incriminatrice definito dal
codice persona offesa dal resto.
Diversa cosa loggetto materiale del reato che la persona o cosa su cui cade materialmente
lattivit delittuosa. Soggetto passivo ed oggetto materiale normalmente coincidono ma possono
anche essere distinti. Cos avviene ad esempio nel reato di mutilazione fraudolenta della propria
persona previsto dallart 642: soggetto passivo lassicurazione, oggetto materiale lo stesso autore.
Diverso ancora il concetto di danneggiato, che il soggetto che subisce un danno in conseguenza
del reato ed perci legittimato costituirsi parte civile. Nellomicidio ad esempio i danneggiati sono
i familiari della vittima.
La posizione di soggetto passivo pu spettare anche alle persone giuridiche o a collettivit non
personificate. Si parla in questultimo caso di reati a soggetto passivo indeterminato o anche di reati
vaghi (es. reati contro lincolumit pubblica).
Si parla di reati senza vittima in relazione a quei reati in cui non facilmente ravvisabile loffesa ad
un bene giuridico e quindi nemmeno il titolare (es. reati contro la moralit).
Le caratteristiche del soggetto passivo rilevano per:
determinare lesistenza stessa del reato (la qualit di minore essenziale per
il reato di sottrazione di minori)
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SEZIONE II
STRUTTURA DEL REATO
La dottrina penalista si sforzata di elaborare una teoria generale del reato attraverso
lindividuazione degli elementi comuni a tutte le fattispecie.
Questoperazione ha finalit di tipo conoscitivo, ma rischia di portare a delle forzature. Ecco perch
la dottrina moderna propende per dare vita a delle sottocategorie che consentono di porre maggiore
attenzione sulle peculiarit delle singole ipotesi delittuose:
reato di azione
reato di omissione
reato doloso
reato colposo
Perch un fatto umano costituisca reato occorre che esso sia
- tipico
- antigiuridico
- colpevole
Analisi della struttura di reato:
La concezione tripartita della struttura del reato non accolta da tutta la dottrina. Alcuni
propendono per una teoria bipartita, non ravvisando nellantigiuridicit un elemento costitutivo del
reato. Questa posizione era fatta propria dalla giurisprudenza prima dellintroduzione dellart 539
del c.p.p. I giudici volevano evitare che il dubbio sullesistenza di cause di giustificazione portasse a
sentenze assolutorie (larticolo di cui sopra ha ufficialmente previsto lassoluzione per i casi di
dubbio).
La teoria tripartita appare tuttavia preferibile in quanto essa permette di scandire le operazioni del
giudice, che nellordine dovr procedere alla prova del fatto tipico, alla verifica dellilliceit sotto il
profilo dellassenza di cause di giustificazione ed infine alla prova della colpevolezza dellagente.
Per fatto tipico si intende il complesso degli elementi che delineano il volto di uno specifico reato.
Il fatto tipico individua specifiche forme di aggressione al bene oggetto di tutela in omaggio ai
principi di legalit, tassativit e frammentariet.
Un fatto che non offende il bene tutelato dalla norma solo apparentemente tipico ma in realt non
conforme alla fattispecie: esempio di tipicit apparente il furto dellacino duva. In realt il fatto
non integra la modalit di aggressione descritta dalla norma, non essendo idoneo a pregiudicare il
bene tutelato. Per superare le difficolt che si pongono in questi casi utile rifarsi al concetto di
offensivit e dire che essa elemento imprescindibile della tipicit. Parte della dottrina propone in
35
proposito una rilettura dellarticolo 49 relativo al reato putativo (in cui si afferma che la punibilit
esclusa nel caso un soggetto commetta un fatto che non costituisce reato anche se egli supponeva
erroneamente lo fosse).
La tipicit si riconnette in questo senso al principio di materialit, che esige che il reato si manifesti
esteriormente .
Lantigiuridicit si definisce come assenza di cause di giustificazione (cosiddette scriminanti).
Questa categoria consente di valutare il fatto nel contesto dellintero ordinamento, in conformit al
principio di unit del sistema e non contraddizione: se unazione consentita in un settore
dellordinamento, non pu risultare illecita in un altro settore. Ad esempio il pubblico ufficiale che
procede a pignoramento esteriormente viola la norma sul furto ma poich altra norma gli impone
questa condotta, il reato non si integra.
Larticolo 651 c.p.p. stabilisce come la sentenza penale irrevocabile di assoluzione abbia efficacia di
giudicato per laccertamento delle cause di giustificazione nel giudizio amministrativo e civile.
Questo a dimostrazione dellunitariet del giudizio di antigiuridicit. Inoltre lartico,lo 651 c.p.p
vincola il giudice civile ed amministravo al giudicato penale quanto allaccertamento del fatto e
dellilliceit penale.
Le cause di giustificazione rilevano anche se lagente non le conosceva (art 59)
I sostenitori della teoria bipartita ritengono che lantigiuridicit non sia elemento autonomo, dal
momento che per loro le cause di giustificazione rappresentano elementi negativi del fatto e cio
elementi che devono mancare perch il fatto costituisca reato. Non si pu accogliere questa tesi
perch, mentre lantigiuridicit una categoria che attiene allintero ordinamento giuridico, la
categoria del fatto ha una connotazione strettamente penalistica, dal momento che serve a
selezionare i comportamento meritevoli di sanzione penale.
Poich le cause di giustificazione non hanno carattere specificatamente penale ne deriva che esse
esulano dal principio della riserva di legge e del divieto di analogia.
Parte della dottrina distingue tra:
- antigiuridicit formale: si ha quando c contrasto tra la condotta umana e le norme positive
di un dato ordinamento giuridico
- antigiuridicit materiale: si ha quando la condotta si configura come antisociale.
Questa distinzione non accettabile dal momento che fare riferimento allantisocialit significa
rifarsi a parametri metagiuridico non accettabili nel nostro ordinamento, che si informa sul principio
di legalit.
Si parla di antigiuridicit speciale nei casi in cui la condotta contraddistinta da una nota di
illiceit desumibile da una norma diversa da quella incriminatrice. Si tratta delle ipotesi in cui la
fattispecie tipica contiene i termini abusivamente, indebitamente, contro le disposizioni di legge. (es
art 348: esercizio abusivo di una professione). Ci troviamo di fronte ad elementi normativi per
definire i quali occorre fare riferimento a norme extrapenali. La rilevanza pratica di questa categoria
attiene al dolo e allerrore. Non sempre facile determinare se si di fronte ad un caso di
antigiuridicit speciale o piuttosto se il legislatore non abbia dato una precisazione superflua del
fatto che necessario, perch il reato si integri, che allilliceit si accompagni lassenza di cause di
giustificazione. Esempio di questultima ipotesi la fattispecie di invasione di terreni o edifici (in
cui si fa uso dellavverbio arbitrariamente).
La colpevolezza consiste in una valutazione del legame psicologico tra fatto ed autore nonch delle
circostanze che incidono sulla capacit di determinazione del soggetto.
Con il superamento della concezione retributiva della pena e laffermazione della teoria preventiva,
la sanzione non pi vista come ricompensa della condotta illecita. Non pi sufficiente
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conseguentemente il solo nesso causale perch vi sia responsabilit. necessario che la condotta
fosse dal soggetto controllabile. Questa la sentenza accolta dalla Corte Costituzionale con la
sentenza 364/1988, nella quale si afferma che la colpevolezza un principio garantista
imprescindibile. Ne deriva lincostituzionalit di tutte le forme di responsabilit oggettiva: p sempre
necessaria la presenza dei coefficienti soggettivi.
Secondo altra accezione il termine colpevolezza serve poi a indicare tutti gli elementi imputabili al
soggetto da cui dipende la gravit del singolo fatto di reato.
- Esistono vari tipi di reato. Il modello di studio tradizionale il reato commissivo doloso.
Questo anche perch a lungo gli ordinamenti si sono limitati a sanzionare la violazione
di divieti. Con il progresso tecnologico e lemergere di istanze solidaristiche sono
aumentati i casi di reati omissivi colposi e dolosi, collegati alla violazione di obblighi
positivi di condotta.
In dottrina si distinguono alcune categorie di reato:
- reati evento: sono i reati in cui presente un evento concettualmente ed esteriormente
separato rispetto allazione. Esempio lomicidio: levento morte separato dallatto
delluccisione. Nellambito dei reati evento si distinguono:
o reati a forma vincolata: il legislatore specifica le modalit di produzione del reato.
Esempio il reato di epidemia, in cui si specifica che essa deve essere causata
mediante la diffusione di germi patogeni
o reati a forma libera(anche detti reati causali puri). Esso viene previsto quando il
legislatore vuole apprestare una tutela amplia al bene.
-
reati dazione: sono i reati che si perfezionano con il semplice compimento dellazione
vietata senza che occorra il verificarsi dellevento. Esempio ne il reato di evasione dal
carcere. La distinzione rileva ai fini del tentativo, del luogo e del tempo di commesso
reato.
reati istantanei e permanenti: nei reati istantanei la realizzazione del fatto integra ed
esaurisce loffesa (es. omicidio), nei permanenti loffesa si protrae nel tempo per
volont dellagente (es. sequestro di persona). Perch vi sia reato permanente occorre
che il bene venga compromesso ma non distrutto definitivamente. Si pu trattare sia di
beni immateriali (come la libert personale)che materiali (es. reato di invasione terreni o
edifici). Questione dibattuta quella della natura istantanea o permanente del reati
omissivi propri. Secondo un orientamento giurisprudenziale il reato omissivo
permanente se previsto un termine ordinatorio, istantanea se previsto un termine
perentorio. A questa tesi si pu obiettare che il termine penalmente rilevante sempre
perento. Per la dottrina il reato omissivo proprio permanente quando permane lobbligo
di agire (es. obbligo di lavori in edifici che minacciano rovina).
La natura permanente del reato rileva sotto il profilo della prescrizione, del termine per
proporre querela, della flagranza di reato, della competenza per territorio,
dellapplicabilit dellamnistia.
Non hanno rilevanza autonoma le figure del reato eventualmente permanente
(caratterizzato da un eventuale perdurare dellazione nel tempo. Es. ingiuria realizzata
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con numerose espressioni offensive) e del reato istantaneo con effetti permanenti
(caratterizzato dal perdurare nel tempo della conseguenza): si tratta di specificazioni
delle categorie di cui sopra, non di autonome tipologie.
-
reati comuni e propri: sono propri quei reati che possono essere commessi solo da chi
riveste una particolare posizione o ha una particolare qualifica. Si distinguono in
o reati propri in senso puro: la qualifica determina la rilevanza penale del fatto
o reati propri in senso lato: la qualifica determina un mutamento del titolo di reato
La distinzione tra reato propri e comuni rileva ai fini del dolo e dellerrore nonch nella
disciplina del concorso di persone.
reati di danno e reati di pericolo : i reati di danno comportano una lesione effettiva del
bene oggetto di tutela (es. reato di omicidio), i reati di pericolo sono invece caratterizzati
dalla messa in pericolo o lesione potenziale dello stesso (es. reato di incendio). Esiste
una correlazione tra il tipo di bene e la struttura del reato. chiaro che saranno
maggiormente suscettibili di distruzione beni con un substrato materiale , quali vita,
integrit fisica, patrimonio. Il numero di reati di pericolo negli ultimi anni aumentato,
come conseguenza dellevoluzione tecnologica (sono infatti aumentate le attivit
rischiose).
reati aggravati dallevento : si ha aumento di pena se dalla realizzazione del reato base
deriva quale conseguenza non voluta un evento ulteriore. Esempio la morte come
conseguenza dellomissione di soccorso.
reati di attentato: sono reati in cui la legge considera che vi sia consumato delitto pur in
presenza di atti che al pi potrebbero costituire una fattispecie di delitto tentato (es.
attentato contro lintegrit dello stato)
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PARTE II
TIPICIT
Per fattispecie di reato si intende il complesso degli elementi che contraddistinguono il singolo
illecito penale.
La fattispecie assolve una funzione di garanzia. Ci che non rientra nella fattispecie legalmente
tipizzata non pu integrare un illecito penale.
La fattispecie abbraccia tutti gli elementi che condizionano la punibilit: ricomprende non solo
in contrassegni materiali del fatto criminoso ma anche il criterio di imputazione soggettiva e ogni
latro requisito. Tuttavia la scienza penalistica fa in genere utilizzo della nozione di fattispecie tipica
in riferimento al concetto ristretto di fatto tipico, come categoria disgiunta da quelle
dellantigiuridicit e della colpevolezza.
Secondo una concezione classica risalente a Beling la fattispecie deve essere intesa esclusivamente
come fattispecie obiettiva: insieme degli elementi descrittivi (cosa, uomo) ed obiettivi del fatto di
reato.
La concezione oggi dominante accetta un significato pi amplio di fatto: ricomprende in esso
anche elementi di carattere normativo, nonch componenti soggettive. In questo senso dolo e
colpa assumono una doppia rilevanza sistematica: appartengono sua alla sfera della colpa che a
quella della tipicit.
I principali elementi oggettivi del fatto tipico sono: condotta e suoi presupposti, oggetto materiale
dellazione, evento, rapporto di causalit. (es.omicidio: causazione morte di un uomo).
Esistono elementi normativi: requisiti di fattispecie che non rispecchiano dati della realt esterna,
ma che rappresentano il risultato di una qualificazione giuridica (od etico-sociale) operata alla
stregua di una norma diversa da quella incriminatrice ( altruit della cosa nel delitto di furto).
Elementi subiettivi: in caso di illeciti soggettivamente pregnanti, non possibile individuare la
specie di reato che viene in questione se non si prendono subito in considerazione anche
comportamenti di tipo soggettivo, es: qualificabile furto la semplice sottrazione materiale della
cosa altrui senza riguardo allintenzione dellagente?
Concezione oggi dominante di fatto tipico ricomprende: elementi descrittivi, elementi a carattere
normativo. Il fatto in senso oggettivo o materiale conserva il ruolo di spina dorsale della
tipicit, non lesaurisce completamente: occorre anche tener conto di componenti soggettive,
che assolvono funzioni integratrici della tipicit in senso rigidamente materiale.
Tutto ci non deve essere perso in maniera rigida!
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CONCETTO DI AZIONE
La dottrina ha a lungo riflettuto sulla nozione di azione nel tentativo di elaborarne una definizione
unitaria, valida tanto per lazione umana colposa che per quella dolosa che per lomissione.
Lazione umana rappresenta la base su cui poggia lintera costruzione dogmatica del reato
commissivo doloso.
La dottrina affida due compiti al concetto di azione, da un lato fornire una nozione superiore
unitaria che si in grado di adattarsi allazione dolosa che colposa, quanto allazione e allomissione,
dallaltro, quello di orientare la stessa collocazione dogmatica degli elementi costitutivi del reato.
Tre sono le concezioni dominanti sotto linflusso del positivismo naturalistico tra la fine del XIX e
inizio XX secolo:
Teoria causale: azione ogni modificazione della realt cagionata dalla volont umana.
Il dolo non rappresenta anche- un elemento costitutivo dellazione, ma considerato solo
come forma di colpevolezza. Sussistono due obiezioni: la definizione dellazione non si
adatta allomissione (priva di substrato naturalistico), il dolo non esaurisce la sua
funzione sul piano della colpevolezza, ma funge da componente dellazione.
Teoria finalistica: azione ogni attivit orientata ad uno scopo. Lattivit finalistica
lagire consapevolmente diretto verso un obiettivo, mentre, laccadere meramente
causale non governato da uno scopo, ma u risultato cousale. Tale tesi, propria del
Welzel, non tiene tuttavia conto di azioni impulsive ed automatiche che non sono dirette
ad uno scopo. Il dolo elemento costitutivo dellazione e del fatto tipico, ma non
forma di colpevolezza.
Teoria sociale: azione ogni comportamento socialmente rilevante: ogni risposta
delluomo ad una pretesa nascente da una situazione riconosciuta o almeno riconoscibile
attuata grazie alla messa in atto di una possibilit di reazione liberamente scelta tra
quelle disponibili. Il difetto di questa definizione sta nella sua eccessiva genericit.
Per quanto riguarda il reato commissivo lazione si traduce in un movimento corporeo
delluomo. I criteri che presiedono alla determinazione del concetto di azione si uniformano ai
principi dellimputazione penale, e non vice versa: il punto di partenza sempre costituito dalla
verificazione di un accadimento che lede o pone in pericolo un bene giuridico, solo in un secondo
momento si stabilisce se laccadimento sia riconducibile al comportamento di qualcuno
Perch lazione umana tipica ed antigiuridica sia punibile come reato occorre che sia imputabile ad
un soggetto responsabile. Lart 42 richiede a questo fine che essa sia cosciente e volontaria. Questa
precisazione assume significato diverso a seconda che lazione sia colposa o dolosa. Nel reato
commissivo doloso la partecipazione effettiva di coscienza e volont allazione finisce per essere
assorbita nel dolo. caratteristicaForza maggiore e caso fortuito sono due situazioni che escludono la possibilit del giudizio di
colpevolezza. Impediscono infatti di considerare lazione come propria del soggetto.
-
Per forza maggiore si intende qualsiasi energia esterna che promana dalla natura- a cui
il soggetto non pu resiste e che lo costringe ad agire Unipotesi specifica di forza
maggiore costituita dal costringimento fisico. Lart 46 costringimento fisico, forza che
promana dalluomo- prevede che non punibile chi commette il fatto per esservi stato
costretto mediante violenza fisica a cui non poteva resistere o sottrarsi. Se esistono
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margini di scelta il caso ricade sotto lipotesi dello stato di necessit (art 54) lautore
della violenza che risponder del fatto.
Il caso fortuito si identifica in tutti quei fattori che concorrono alla realizzazione di un
fatto imprevedibile. Esempi one il caso del ferito che muore in seguito ad un incendio
in ospedale.
Il caso fortuito diversamente sussulto dai giuristi:
a. Alcuni ritengono che sai una causa di esclusione della colpevolezza,
b. altri che si tratti di una causa di esclusione del nesso di causalit.
In realt le diverse costruzioni non si escludono necessariamente a vicenda.: il caso
fortuito infatti a seconda dei casi sar ricollegabile alluna o allaltra categoria ( causa di
esclusione della colpevolezza il malore improvviso che colpisce lautomobilista; causa
di esclusione del nesso di causalit lincendio in ospedale)
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astratto o presunto nei quali il pericolo rappresenta ratio dellincriminazione ma non elemento
costitutivo del tipo descrittivo, si atteggiano ad illeciti di mera condotta.
Non occorre che levento sii verifichi contestualmente alla condotta cos come irrilevante che si
verifichi in un luogo diverso.
Sul terreno del rapporto di causalit: levento rileva ai fini del rapporto di causalit poich
costituisce il secondo polo di questultimo, quindi in questo senso un requisito
imprescindibile del fatto tipico
Levento pu costituire una circostanza aggravante di un reato gi perfetto o una condizione
di punibilit (es. pubblico scandalo)
Il c.p. allart 43 fa riferimento allevento come risultato di ogni azione criminosa. Di qui la
formulazione della teoria per cui evento in senso giuridico cosa diversa dallevento in senso
naturalistico e va inteso come sinonimo di offesa lesione bene o esposizione a pericolodellinteresse protetto dalla norma. Tale tesi non va accolta.
Dunque dal pdv tecnico va mantenuta la sola nozione di evento in senso naturalistico, inteso quale
conseguenza dellazione e consistente in una mera modificazione fisica della realt esterna.
Non necessario che esso si configuri quasi contestualmente allazione, es,perch si configuri
lomicidio indifferente che la morte si verifichi subito o dopo molto tempo rispetto
allesaurimento dellazione omicida.
altres irrilevante che levento si verifichi in un luogo diverso da quello in cui stata realizzata
lazione criminosa (c.d. reati a distanza).
RAPPORTO DI CAUSALIT
La fattispecie obiettiva di un reato commissivo di evento ricomprende tra i sui elementi
costitutivi il nesso di causalit tra azione ed evento. Presupposto di partenza che il reo abbia
materialmente contribuito alla verificazione del risultato dannoso.
Il concetto di causalit non univoco, varia in base al punti di vista di volta in volta prescelto dal
soggetto dellindagine.
Laccertamento del nesso causale, finalizzato ad emettere un giudizio di responsabilit, da
questo pdv, la causalit funge da criterio di imputazione oggettiva- del fatto al soggetto.
Il nesso tra condotta ed evento comprova che sia lazione che il risultato lesivo ad opera
dellagente.
Lindividuazione dei criteri atti a accertare la sussistenza del nesso di causalit non facile. Il
legislatore se ne occupato agli art 40 e 41. Essi tuttavia si prestano a letture differenti.
Lart 40 stabilisce che
1) nessuno pu essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato se
levento dannoso o pericoloso da cui dipende lesistenza del reato non
conseguenza della sua azione o omissione.
2) Non impedire un evento che si ha lobbligo giuridico di impedire equivale a
cagionarlo
-
Lazione causa se eliminandola mentalmente viene meno anche levento: in altre parole
se si rivela essere condicio sine qua non.
Tale teoria presenta degli inconvenienti:
o non in grado di risolvere i casi in cui non sono a priori noti i meccanismi di
produzione dellevento.
I dirigenti di una casa farmaceutica mettono in commercio un farmaco
(talidomide) che, ingerito dalle donne gestanti, porta nella quali totalit dei
casi alla nascita di figli malformati. Non chiaro tuttavia il meccanismo di
produzione del fenomeno.
Gli abitanti di una zona in cui sorge una fabbrica di alluminio accusano
disturbi tra cui la comparsa di macchie blu sulla pelle . Non si riescono ad
accertare le cause del fenomeno.
o poich considera equivalenti tutte le condizione pu portare a considerare cause
anche antecedenti remoti, in una sorta di regresso allinfinito (paradossalmente si
potrebbero considerare responsabili anche i genitori dellomicida poich dandogli la
vita hanno creato una condizione indispensabile)e a non considerare invece rilevanti
le cause sopravvenute.
o nei casi di causalit alternativa e addizionale porta a concludere per
lirrilevanza della condotta (visti che levento si sarebbe realizzato comunque).
Causalit addizionale: A e B allinsaputa luno dellaltro versano due dosi di
veleno ciascuna di per s sufficiente a produrre la morte nel bicchiere di C.
Causalit alternativa: A fa saltare con la dinamite la casa di B ma si accerta
che la casa sarebbe andata comunque distrutta a causa di un incendio
scoppiato per cause naturali nelle vicinanze
possibile trovare dei correttivi a queste insufficienze:
o Relativamente allobiezione del regresso allinfinito si deve fare presente che il
giudizio di responsabilit penale richiede oltre al nesso di causalit anche dolo e
colpa, fattori che contribuiscono a circoscrivere lambito di rilevanza di tutti i
possibili antecedenti.
o Relativamente alle obiezioni relative alla condizionalit alternativa e addizionale
queste sono superabili tendendo conto che il punto di riferimento nel giudizio di
accertamento della causalit non levento in astratto ma levento in concreto. Non
ha rilevanza che la casa sarebbe in ogni caso andata distrutta poich, eliminando
mentalmente la condotta di A, sarebbe venuto meno levento concreto (distruzione
della casa per esplosione della dinamite) a cui si riferisce il giudizio e si sarebbe
realizzato un evento diverso in quanto a tempi e modi.
Il limite principale della teoria condizionalistica per il primo e cio quello di non
riuscire a spiegare da sola perch, in assenza dellazione, levento non si sarebbe
verificato. Il metodo conseguentemente non funziona dove non si sappia a priori se ed in
che modo tra antecedente e conseguente esista un rapporto certo.
Per ovviare al problema sono stati elaborati due modelli:
o metodo individualizzante: laccertamento del rapporto di causalit si svolgr tra
accadimenti singoli e concreti, non importa se unici o riproducibili in futuro, da
questo pdv il giudice deve verificare il rapporto di causalit tra fatti singoli e concreti
anche se non possibile sussumerli in una legge universale. Il nesso provato dal
43
fatto stesso che essi siano accaduti secondo una concatenazione temporale. quanto
affermato dalla giurisprudenza nel caso delle macchie blu.
o metodo generalizzante: ancorato a leggi che individuano rapporti si successione
regolare tra lazione criminosa e levento considerato come accadimenti ripetibili
(non accadimenti singoli e unici). Il giudice deve verificare lesistenza di leggi
scientifiche generali di copertura (la quale permette di sussumere in se stessa il
rapporto azione-evento concepiti come accadimenti riproducibili in presenza del
ricorrere di determinate condizioni). Criteri certi che rispondono ad esigenze di
garanzia.
Non accettabile infatti un giudizio rimesso alla discrezionalit del giudice.
Le leggi scientifiche si distingono in
universali: sono quelle leggi in grado di affermare con certezza
che la verificazione di un evento sempre accompagnata dalla
verificazione di un altro (verificazione di un evento
invariabilmente accompagnata dalla verificazione di un altro
evento: asseriscono un rapporto di regolarit tra fenomeni non
smentito da eccezioni, soddisfano al massimo livello le esigenze
di rigore scientifico e di certezza.
statistiche: sono quelle che si limitano ad affermare che al
verificarsi di un evento in una certa percentuale di casi consegue il
verificarsi di un altro evento. Tali leggi sono tanto pi dotate di
validit scientifica, quanto alto di casi e di ricevere conferma
mediante il ricorso a metodici prova razionali e controllabili.
Laccertamento giudiziale della causalit non pu basarsi unicamente su leggi
universali, per vari motivi.
il giudice non ha le competenze di uno scienziato
la stessa scienza si trova in vari casi per dover dare come esistenti condizioni
che ignora (clausola cosiddetta coeteris paribus).
necessario, ai fini dellaccertamento della causalit, che il grado di probabilit
della concatenazione causale tra antecedente ed evento sia alto.
Il penalista Stella precisa che a differenza di quanto vale per il diritto civile il nessi
casuale deve essere ricostruito con rigore maggiore, raggiungendo un coefficiente
probabilistico vicinissimo a cento.
Alla luce di queste considerazioni possibile trovare una soluzione dei casi del
talidomide e delle macchie blu. I giudici in quei casi ricorsero nelle motivazioni delle
sentenze a parametri soggettivi. Se avessero padroneggiato il metodo probabilistico
avrebbero potuto pervenire a spiegazioni suscettibili di controllo obiettivo.
Libro pagine 234.235.
-
la teoria della causalit adeguata: questo modello nasce come correttivo della teoria
condizionalistica , con riferimento ai casi in cui levento conseguenza di un decorso
causale atipico, non prevedibile. il caso del nipote che, volendo entrare in possesso
delleredit, spinge lo zio ad un viaggio nella speranza che si verifichi un incidente aereo
e questo in effetti si verifica. Trattandosi di unipotesi di responsabilit oggettiva non
pu operare il correttivo dellelemento psicologico. Es. tossicodipendente che muore in
seguito allassunzione di una dose di eroina di per s non mortale a causa di una
44
teorie minori:
o causalit umana: ambito dottrina e giurisprudenza. Tra i suoi maggiori assertori si
annovera lAntolisei. Tale teoria parte dalla considerazione che possono essere
considerati causati dalluomo solo i risultati che sono sotto al suo controllo perch
rientrano nella sua sfera di signoria. Rimangono fuori da questa sfera non tutti gli
eventi atipici ma solo quelli eccezionali. Lobiezione che pu essere mosse che
questa non altro che una variante della teoria della causalit adeguata.
o imputazione obiettiva dellevento: tale teoria ha matrice tedesca. Parte dalla
considerazione che non sempre alla sussistenza di un nesso condizionalistico si
accompagna la capacit umana di controllare il decorso causale e quindi la
possibilit di considerare levento come opera del soggetto agente. Si tratta di
stabilire se levento possa essere obiettivamente imputato allagente come suo fatto
proprio o se invece non debba considerarsi come conseguenza di una coincidenza del
tutto causale. In altre parole un evento lesivo pu essere obiettivamente imputato
allagente solo se esso realizza il rischio giuridicamente non consentito o illecito
creato dallautore con la sua condotta.
Non il caso, evidentemente, dellincidente aereo.
Secondo la teoria dellaumento del rischio occorre che lazione abbia di fatto
aumentato la probabilit di verificazione dellevento dannoso. Devono
considerarsi infatti vietate le azioni che superano il rischio socialmente
consentito.
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Secondo la teoria dello scopo della norma violata limputazione viene meno
ogni volta che pur essendo riconducibile alla condotta levento non la
concretizzazione del rischio che la norma mirava a prevenire.
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CAPITOLO II
rilevanza obiettiva: lart 59 I comma stabilisce che vanno valutate a favore dellagente
anche se egli non le conosce
rilevanza del putativo: lart 59 ultimo comma stabilisce ce sono valutate a favore
dellagente le circostanze ritenute erroneamente esistenti. Lerrore che scusa quello di
fatto e non quello sul precetto. Lerrore per spiegare efficacia scusante deve investire: 1.i
presupposti di fatto che integrano la causa di giustificazione stessa (es. Tizio a causa di
un errore di percezione, crede di essere aggredito da Caio e reagisce difendendosi); 2.una
norma extrapenale integratrice di un elemento normativo della fattispecie giustificante..
Giurisprudenza legge lultimo comma in modo restrittivo: per escludere la responsabilit
dolosa, che lagente supponga erroneamente lesistenza di una causa di giustificazione,
possa altres richiedere un requisito aggiuntivo, cio che lerrore in cui il soggetto versa
sia ragionevole, abbia logica giustificazione, possa apparire scusabile sulla base
dei dati di fatto e simili.
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Ultimo comma, errore colposo: se lerrore dovuto a colpa dellagente la punibilit non
esclusa se il reato previsto come colposo. Opinione dominante che la disposizione
preveda un vero e proprio delitto colposo, e non un delitto doloso equiparato al delitto
colposo soltanto nel regime penale. Tale disciplina relativa allerrore colposo sulle
scriminanti sia applicabile anche alle contravvenzioni (disciplina analoga allart.47
comma I cp.
eccesso colposo: si ha eccesso colposo quando sussistono presupposti di una causa di
giustificazione ma lagente per colpa travalica i limiti stabiliti. il caso ad esempio di
chi, aggredito, uccide laggressore, mentre sarebbe stato sufficiente una reazione minore.
Lart 55 per questi casi prevede che si applichino le disposizioni relative ai delitti
colposi se il fatto preveduto come delitto colposo.
Dottrina distingue due forme di eccesso colposo:
1. si ha quando si cagiona un determinato risultato volutamente, perch si valuta
erroneamente la situazione di fatto,
2. si verifica quando la situazione di fatto valutata esattamente, ma per errore
esecutivo si produce un evento pi grave di quello che sarebbe stato necessario
cagionare.
Si fuori dal caso di eccesso colposo se sui superano volontariamente i limiti della
criminale trattandosi in questo caso di eccesso doloso.
Lart 55 non richiama lart 50 ma si ritiene comunque che la disciplina si estenda alla
scriminante del consenso dellavente diritto. Parte della dottrina e della giurisprudenza
ritiene inoltre che la disciplina vada applicata anche nel casi di scriminante putativa, cio
quando leccesso si riferisca ad una causa di giustificazione che esiste non nella realt,
ma nella mente dellagente.
Natura giuridica del delitto commesso un vero proprio delitto colposo: mancando
lesatta conoscenza della situazione concreta, esula lelemento conoscitivo del dolo.
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o
o
Esercizio del diritto di sciopero: tale diritto incontra dei limiti interni (derivanti dalla sua
stessa natura) ed esterni (derivanti dalla necessit di tutelare altri diritti costituzionalmente
garantiti)
Esercizio dello ius corrigendi: Lesercizio del diritto dei genitori alleducazione dei figli
pu sfociare in fatti corrispondenti a reati (percosse, limitazioni della libert personale,
offese). Il limite sta nellabuso di questi atti di correzione, il cui accertamento dipende dai
criteri di valutazione sociale, che mutano col tempo
Impiego di offendicula: a tutela della propriet possibile utilizzare mezzi (es. filo
spinato)che possono provocare lesioni a terzi. La scriminante legata allutilizzo di
offendicela dipende dalla proporzione tra bene da difendere e mezzo utilizzato
3. ADEMPIMENTO DI UN DOVERE
Art 51 cp: Ladempimento di un dovere imposto da una norma o da un ordine legittimo
della pubblica Autorit esclude la punibilit. Anche qui la ratio sta nel principio di non
contraddizione.
La fonte del dovere pu essere
o una norma giuridica : es. il testimone che riferisce fatti offensivi dellaltrui reputazione
non punibile per diffamazione. Non qui operante il principio di legalit Fonte del
dovere pu essere anche una fonte secondaria.
o un ordine legittimo della pubblica autorit : lordine consiste nella manifestazione di
volont che un superiore rivolge ad un suo subordinato. Il rapporto di subordinazione
che rileva quello di diritto pubblico mentre non ha rilevanza lordine dato nellambito
di rapporti regolati dal diritto privato. Pubblica autorit non solo il pubblico ufficiale
ma anche, secondo uninterpretazione estensiva, chiunque svolga un servizio di pubblica
necessit. Perch lordine rilevi come scriminante occorre che sia legittimo sotto il
profilo formale e sostanziale.
Il subordinato pu e deve sindacare la legittimit dellordine. Il sindacato di legittimit
sostanziale non pu per estendersi a valutazioni di merito.
Lesecutore non punibile se per errore di fatto ha ritenuto di obbedire ad un ordine
legittimo o se ha obbedito ad un ordine illegittimo rispetto a quale la legge non gli
consentiva di sindacare. il caso dei rapporti di subordinazione di natura militare, dove
sullinteresse alla legalit prevale quello a non paralizzare funzioni particolarmente
importanti.
Linsindacabilit degli ordini riguarda comunque sempre solo la legittimit sostanziale.
Sotto il profilo formale sempre ammessa la sindacabilit. Linsindacabilit dellordine
trova in ogni caso un limite nella manifesta criminosit dellordine stesso.
Lesecutore -limiti di responsabilit- esentato da responsabilit se:
a. per errore di fatto ha ritenuto di obbedire ad un ordine legittimo
(art.51comma III), tema errore;
b. le legge non gli consente alcun sindacato sulla legittimit
dellordine (art.51 comma ultimo), cd.ordini illegittimi vincolanti.
Non vi traccia di rispettiva sanzione.
Dottrina e giurisprudenza ammettono un limite allimpossibilit di sindacare la
legittimit sostanziale dellordine da parte dello stesso inferiore vincolato alla pi pronta
obbedienza: manifesta criminosit dellordine medesimo, ex art 40 cp militare ora
abrogato, ripreso nellarticolo 4 l.328/79 norme di principio sulla disciplina militare.
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4. LEGITTIMA DIFESA
Lart 52 stabilisce che non punibile che ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla
necessit di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di unoffesa ingiusta
sempre che la difesa sia proporzionata alloffesa.
Fondamento di questo potere di autotutela va ravvisato nella prevalenza attribuita allinteresse
di chi ingiustamente aggredito su quello dellaggressore.
La struttura della legittima difesa prevede:
-
una condotta aggressiva: la minaccia deve provenire da una condotta umana (la minaccia
proveniente da animali rileva solo se sottoposti a vigilanza). La condotta rilevante pu
essere anche omissiva (es. omissione del proprietario che si rifiuta di richiamare il cane
che sta aggredendo un bambino). Laggressione pu provenire anche da un soggetto non
imputabile o immune. Oggetto dellaggressione pu essere un qualsiasi interesse
giuridicamente tutelato proprio o altrui. Laggressione deve determinare un pericolo
attuale di offesa. Nel casi di minaccia di offesa futura sarebbe necessario rivolgersi alla
pubblica autorit. attuale il pericolo perdurante (proprio dei diritti permanenti)
CASO il proprietario di un fondo sorprende un ladro mentre gli ruba orari e spara dei
colpi di fucile a scopo intimidatorio. Il ladro fugge abbandonando la refurtiva ma il
proprietario continua ad inseguirlo armato. Il ladro allora sentendosi minacciato estrae
unarma e ferisce il proprietario.
Dopo che il ladro ha abbandonato la refurtiva non si pu pi applicare la scriminante
della legittima difesa.
Ex art.383 cpp consente inero al privato, quando sussistano talune condizioni preveduto
dalla disposizione medesima, di procedere allarresto in flagranza (la flagranza sussiste
anche quando il reo, immediatamente dopo il reato, inseguito dalla polizia giudiziaria,
dalla persona offesa o da altre persone)
La legittima difesa non invocabile quando la situazione di pericolo stata
volontariamente causata dal soggetto che reagisce. Si pensi ai casi di provocazione o
rissa. In questi casi per la precisione non si configura una situazione in cui doversi
difendere avendo piuttosto i soggetti stessi compiuto unaggressione.
La giurisprudenza ammette loperativit della legittima difesa nei casi in cui la difesa
dellaggredito sia assolutamente sproporzionata (caso del proprietario e del ladro).
Per quanto riguarda il concetto di offesa ingiusta tale quella che minaccia un interesse
protetto a meno che non sia espressamente facoltizzata dallordinamento (come nei casi
dellarresto da parte del poliziotto, rispetto al quale non ammissibile la legittima difesa
dellarrestato).
La tesi tradizionale afferma che la fuga deve essere preferita solo se non lesiva della
dignit.
Attualmente al soluzione del problema segue unaltra impostazione e si basa sul
principio del bilanciamento di interessi. Il soggetto aggredito non tenuto a fuggire tutte
le volte che la fuga esporrebbe beni suoi (es. pericolo di infarto o aborto) o di terzi (es.
pericolo di investire passanti durante la fuga in macchina) a pericoli maggiori di quelli
incombenti sullaggressore contro il quale si reagisce.
I maggiori problemi interpretativi si pongono in materia di proporzionalit tra offesa e
difesa.
da respingere la tesi che opera un giudizio di proporzione tra i mezzi a disposizione
dellaggredito e quelli effettivamente usati: pu infatti portare a conclusioni aberranti
come quella di giudicare legittima difesa la reazione del vecchio proprietario di un fondo
che, privo di altri mezzi per difendersi, spara sul ladruncolo di frutta. Al primo posto
vanno, in ogni caso,sempre posti i diritti inviolabili della persona.
da accogliere dunque piuttosto lorientamento secondo cui la proporzione deve
intercorrere tra beni o interessi in conflitto. Si fa riferimento alla considerazione di cui
gode linteresse nellordinamento (guardando alla sua rilevanza costituzionale, alla tutela
apprestata dal diritto penale).
Si deve inoltre tener conto del grado di messa in pericolo del bene, comunque
ingiustificato uccidere per salvaguardare un interesse patrimoniale, lecito infliggere
una ferita facilmente curabile per mettere al sicuro un patrimonio di rilevantissima entit.
CASO Tizio simula una rapina armata in una gioielleria. Il gioielliere reagisce sparando
ed uccidendo laggressore. Siamo in presenza di una scriminante putativa : la legittima
difesa proporzionata poich il gioielliere riteneva messa in pericolo la propria vita.
La disciplina della legittima difesa stata innovata con la legge 13 febbraio 2006 n. 59.
Sono stati aggiunti due nuovi commi destinati a regolamentare lesercizio del diritto
allautotutela in un privato domicilio.
1) nei casi previsti dallarticolo 614 (violazione di domicilio) sussiste il rapporto
di proporzione di cui al primo comma del presente articolo se taluno
legittimamente presente in uno dei luoghi ivi indicati usa unarma
legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere:
b)
la propria o altrui incolumit
c)
i beni propri o altrui quando non vi desistenza e vi pericolo
di aggressione
2) la disposizione di cui al secondo comma si applica anche nel caso in cui il
fatto sia avvenuto allinterno di ogni altro luogo ove venga esercitata
unattivit commerciale, professionale o imprenditoriale.
Alcuni autori ritengono plausibile una legittima difesa allargata nelle ipotesi
specifiche di aggressione allinterno di dimore private facendo anche leva su di
unindagine storico comparatistico
Altri avanzano riserve sotto un duplice profilo: in primo luogo c il rischio che la
riforma veicoli il messaggio, foriero di conseguenze aberranti, che ai cittadini onesto
data licenza di uccidere i ladri che si introduco nelle abitazioni o nei negozi; in
secondo luogo c il rischio che la disposizione abbia leffetto di incentivare
laggressivit dei delinquenti, a fronte dei maggiori spazi di aggressivit difensiva
permessi alle potenziali vittime.
52
53
Quando lazione necessitata posta in essere non dal soggetto minacciato ma da un terzo
soccorritore si parla di soccorso di necessit, ex articolo 54 ultimo comma.
Ci sono casi in cui il soccorso non rientra nella previsione di cui allart 54 ma nella pi
incisiva scriminante delladempimento di un dovere. Si pensi allobbligo di soccorso di cui
allart 593 (omissione di soccorso).
Discusso se il soccorso sia giustificato se linteressato ha espresso una volont contraria
(alimentazione forzata di chi attua lo sciopero della fame).
Lultimo comma dellart 54 estende lambito di operativit della scriminante ai casi in
cui lo stato di necessit determinato dallaltrui minaccia (es. automobilista che provoca
un incidente perch spinto a correre dalla minaccia di una pistola)
Unulteriore differenza rispetto alla legittima difesa sta nel fatto che le conseguenze
sanzionatorie cambiano. Nel caso dello stato di necessit infatti il danneggiato ex articolo
2045 cc ha diritto ad unequa indennit determinata secondo un equo apprezzamento del
giudice.
CAPITOLO III
LA COLPEVOLEZZA
SEZIONE I
NOZIONI GENERALI
Perch sia punibile il fatto commissivo deve essere tipico, antigiuridico e colpevole: il terzo
elemento costitutivo fondamentale del reato la colpevolezza. Il principio nulla poena sine
culpa.
Esso presuppone che si accetti un modello di personalit umana secondo cui luomo sia in grado,
grazie ai suoi poteri di signoria (c.d. strati superiori della personalit), di controllare i propri istinti e
reagire a stimoli del mondo esterno in base a scelte tra possibilit diverse di condotta, nonch di
orientarsi secondo sistemi di valori: solo cos possibile muovere un rimprovero allagente.
Il principio di colpevolezza, legato al principio della personalit della responsabilit penale, trova la
sua base costituzionale allart 27 I comma dove si dice che il reato personale. Ci non
significa solo divieto di:
- responsabilit penale per il fatto altrui,
- ma che la responsabilit per il fatto proprio c solo se c attribuibilit psicologica del fatto
alla volont del soggetto.
Secondo quanto affermato dalla Corte costituzionale (sent 364/1988; 1085/1988) ci significa
esclusone della responsabilit oggettiva (cio forma di responsabilit per accadimenti
dovuti al mero caso fortuito.
Dunque limputazione penale si arresta laddove il soggetto non sia in grado di
signoreggiare il verificarsi degli eventi, questo vuol dire che il rimprovero di colpevolezza
56
implica che si presupponga come esistente una possibilit di agire diversamente da parte
del soggetto cui il fatto viene attribuito)
Ci confermato anche dalla funzione rieducativa della pena che non avrebbe senso se essa
colpisce un soggetto a cu non possibile muovere nessun rimprovero poich ha agito senza dolo o
copale quindi non avendo mostrato alcuna ribellione o indifferenza rispetto ai beni protetti.
La colpevolezza deve riguardare un fatto lesivo di un bene penalmente protetto.
inammissibile pertanto la figura della cosiddetta colpa dautore (tipica dellideologia
nazionalsocialista):
- nella duplice versione della colpevolezza per il carattere ,
- e della colpevolezza per la condotta di vita.
In nostro ordinamento infatti ispirato ad un orientamento oggettivistico per cui si pu essere
chiamati a rispondere solo per un fatto e non per un modo di essere.
Recentemente si sono avanzate altre teorie che vanno, allo stesso modo, nel senso di personalizzare
la colpevolezza: si ritiene si debba prestare pi attenzione agli atteggiamenti del colpevole quali lo
spirito di violenza, la brutalit, la durezza danimo, la superficialit.
In realt questo tentativo va incontro alle stesse obiezioni della figura della colpa dautore. Non si
pu spostare lattenzione dal fatto allautore.
La concezione normativa della colpevolezza oggi accolta dalla dottrina dominante, specie
di lingue tedesca. Non sussiste unanimit di vedute sia sugli elementi costitutivi del concetto, sia
sui limiti del legame personalistico tra fatto e autore sotteso allassenza stessa della
colpevolezza.
58
colpevolezza come elemento costitutivo del reato (presupposto della punibilit): secondo
parte della dottrina contemporanea, la colpevolezza quale presupposto del reato riceve
oggi rinnovata legittimazione grazie al suo rapporto di strumentalit rispetto alla
funzione preventiva della pena, e il nesso di funzionalit che esiste tra questa e la
prevenzione speciale rieducativa. Come gi detto, infatti, non avrebbe senso rieducare un
soggetto a cui non sia possibile muovere alcun rimprovero. Il collegamento esiste anche
rispetto alla prevenzione generale: la minaccia della pena funziona come deterrente per i
consociati solo se gli stessi hanno potere di controllo rispetto al fatto criminoso. Se si
ipotizzare forme di responsabilit oggettiva idonee a rafforzare la funzione generalpreventiva della pena si avrebbe la conseguenza che la funzione general-preventiva non
implica, come condizione indefettibile, la colpevolezza quale presupposto del resto. Se
cos fosse, la scelta di mai derogare al principio di colpevolezza deve basarsi su
motivazioni di fondo che trascendono il piano dellefficacia (general) preventiva del
sistema penale e rispetto a questo assumono un rilievo autonomo.
colpevolezza come criterio di misura della pena (il grado di colpevolezza come limite
alla prevenzione in sede di commisurazione della pena): il nesso tra questa e la
funzione preventiva esiste nel senso che essa funge da limite alla punibilit in sede di
commisurazione giudiziale della pena- perch il rispetto ad esso dovuto vieta, pur nel
perseguire scopi di prevenzione, di infliggere pene eccessivamente gravose. Se si tenesse
conto solo delle esigenze di prevenzione e non della gravit della colpa, infatti, si
rischierebbe di applicare sanzioni dure anche per colpe lievi, a fini deterrenti. Si
finirebbe col ledere la dignit e lautonomia del singolo, che verrebbe strumentalizzato
per fini di politica criminale, mettendo da parte i criteri delladeguatezza e bella
proporzione. Dunque la prospettiva della prevenzione non deve rappresentare lunico
criterio-guida del giudice, si arriverebbe per mettere in secondo piano il rapporto di
adeguatezza che dovrebbe sussistere tra lentit della pena e il grado della colpevolezza
insita nel singolo fatto di reato.
Dal punto di vista attuale: perch si possa muovere il rimprovero di colpevolezza ci deve essere
la presunzione che il soggetto avesse la capacit di agire diversamente.
discusso se il giudice debba accertare la concreta capacit dellindividuo in giudizio o debba fare
riferimento ad un canone generale (potere di agire delluomo medio):
- capacit dellindividuo in giudizio: propendono quanti non vogliono che la categoria della
colpevolezza si riduca a una formula meramente astratta;
59
- canone generale (potere di agire delluomo medio): quanti dubitano che il processo penale fornisca
mezzi adeguati per valutare la capacit di autodeterminazione di un individuo.
STRUTTURA DELLA COLPEVOLEZZA
La colpevolezza, secondo la concezione normativa,
presuppone:
-
imputabilit
dolo o colpa
conoscibilit del divieto penale
assenza di cause di esclusione della colpevolezza
SEZIONE II
IMPUTABILITA
1.
IMPUTABILIT
Per prima cosa elementi occorre risolvere il problema della collocazione sistematica
dellimputabilit.
- la dottrina pi risalente (Antolisei) afferma che limputabilit costituisce uno status, un
modo dessere della persona, che impedisce lapplicazione della pena per un fatto
che costituisce comunque di per s reato. Si tratterebbe cio di una qualificazione
soggettiva estranea alla teoria del reato e concernente piuttosto quella del reo. Tale tesi fa
leva anche sulla disposizione codicistica delle norme sullimputabilit, che si trovano,
nel libro I, al titolo IV (Del reo e della persona offesa dal reato) e non al titolo III (Del
reato).
Inoltre le norme del codice relative alla durata minima delle misure di sicurezza
dellospedale psichiatrico giudiziario e del riformatorio giudiziario fanno riferimento
allarticolo 133 sulla valutazione della gravit del reato. Larticolo133 fa riferimento
allintensit del dolo e al grado della colpa. Ne deriva allora che secondo il legislatore
il dolo e al colpa sono anche riferibili ai non imputabili. Dunque limputabilit con pu
essere considerata presupposto della colpevolezza, bens soltanto, come detto, stato
soggettivo che decide della assoggettabilit a pena in senso stretto.
- la dottrina pi recente (Mantovani, Fiore, Marinucci Dolcini) riconduce limputabilit
nellalveo della colpevolezza, in base alla considerazione che il giudizio di
rimproverabilit presuppone che il destinatario abbia la maturit psicologica per
discernere il lecito dallillecito. Il dolo e la colpa del soggetto non imputabile non
possono corrispondere a quelli del soggetto capace di intendere e di volere. Inoltre il
dolo e la colpa di per s non esaurisco il concetto di colpevolezza in senso normativo. Il
dolo, come volontariet psichica del fatto nella sua materialit, pu non ricomprendere la
consapevolezza del suo significato offensivo.
Limputabilit va distinta dalla coscienza e volont di cui allarticolo 42.
Queste sono condizioni per lattribuibilit di unazione od omissione, mentre
limputabilit una qualit personale che permette di considerare un determinato
comportamento colpevole.
60
Es. nel caso una sentinella non dia lallarme perch legata, la coazione fisica impedisce di
considerare volontaria lomissione mentre lascia impregiudicata la capacit di intendere e
volere.
Larticolo 85 del codice penale definisce limputabilit come capacit di intendere e di
volere. Ci non presuppone il riconoscimento di una libert assoluta ed incondizionata. Il
giurista consapevole che la volont umana sottoposta a vari condizionamenti.
La volont umana pu definirsi libera nella misura in cui il soggetto non soccombe
passivamente allimpulso ma esercita poteri di inibizione. Si tratta di una libert relativa o
condizionata.
Del resto se le decisioni umane non fossero condizionate da cause che operano secondo regole
psicologiche, non avrebbe alcun senso pretendere di influenzare la condotta delluomo mediante
la minaccia di una pena.
Le ragioni dessere dellimputabilit sono diverse:
- la minaccia della sanzione svolge una funzione general-preventiva: presupposto
necessario che i destinatari siano psicologicamente in grado di lasciarsi motivare dalla
minaccia. La minaccia della sanzione punitiva deve esercitare unefficacia generalpreventiva distogliendo i potenziali rei dal commettere reati, un necessario presupposto
che i destinatari siano psicologicamente in grado di lasciarsi motivare dalla minaccia
stessa della pena.
- Se lesecuzione concreta della pena deve tendere a rieducare il reo necessario che il
condannato sia psicologicamente capace di cogliere il significato del trattamento
punitivo
- La limitazione del trattamento punitivo ai soli soggetti psicologicamente maturi riflette
poi la concezione socialmente dominate della responsabilit umana per cui la
sottoposizione a pena di chi no n compos sui sarebbe avvertita come ingiusta.
Nellultimo trentennio il concetto di imputabilit entrato in crisi. In alcuni settori della
psichiatria emerso un orientamento che combatte lidea dellirresponsabilit del malato di
mente. Il riconoscimento di una certa capacit di autodeterminarsi avrebbe effetti positivi di
responsabilizzazione.
Alcuni hanno avanzato lidea di eliminare la categoria dellimputabilit con conseguente
equiparazione del trattamento penale dei soggetti sani e di quelli psichicamente malati (salva la
previsione per questi di speciali tecniche di esecuzione).
LA CAPACITA DINTEDERE E VOLERE
Il concetto di imputabilit assieme empirico e normativo. Spetta in primo luogo alle
scienze naturali individuare i presupposti empirici in presenza dei quali si possa affermare che
lindividuo possiede una maturit intellettuale sufficiente. Ma spetta poi al legislatore fissare le
condizioni di rilevanza giuridica dei dato forniti dalle scienze.
Ex articolo 85 cp, la formula capacit di intendere e di volere generica: necessita di volta in
volta di essere precisata con riferimento alla prassi applicativa e alle cause che la escludono. La
capacit di intendere e volere sono i presupposti dellimputazione.
Lo stesso legislatore puntualizza la disciplina dellistituto attraverso lindividuazione delle cause
che la escludono (et, infermit mentale, altre condizioni quali fordismo o intossicazione
cronica da alcol). Le cause codificate non sono tassative.
61
La capacit di intendere e di volere pu essere esclusa anche da fattori diversi da quelli previsti
dal legislatore (es. soggetti con sviluppo intellettuale gravemente deficitario, poich tenuti in
segregazione fin dallinfanzia).
Perch il soggetto sia imputabile, ex art 85, occorre che al momento della commissione del
fatto sussistessero entrambe le attitudini, e cio sia la capacit di intendere che quella di
volere.
- La capacit di intendere lattitudine ad orientarsi nel mondo esterno secondo una
percezione non distorta della realt e cos pu essere definita come la capacit di
comprendere il significato del proprio comportamento e di valutane le possibili
ripercussioni positive o negative su terzi.
- La capacit di volere invece il potere di controllare gli impulsi ad agire e di determinarsi
secondo il motivo che appare pi ragionevole. insomma lattitudine a scegliere in
maniera consapevole tra motivi antagonisti. La capacit di volere presuppone
necessariamente la capacit di intendere il significato di propri atti.
MINORE ET
Larticolo 97 stabilisce una presunzione assoluta (che non ammette prova contraria) di
incapacit per il minore di 14 anni, che non in ogni caso mai imputabile.
Per i minori di et compresa tra i 14 ed i 18 anni larticolo 98 stabilisce che spetti al giudice
valutare in concreto la presenza della capacit di intendere e volere. In ogni caso la pena sar
diminuita.
Secondo orientamento consolidato, lincapacit minorile non presuppone necessariamente
linfermit mentale, perch si fonda si una condizione identificabile con la situazione di
immaturit.
La giurisprudenza dominante attribuisce al concetto di imputabilit minorile un carattere
relativo, nel senso che la maturit del minore viene concretamente accertata in relazione alla
natura del reato commesso, per una questione di prevenzione generale (per evitare
clemenzialismo).
La capacit di intendere e volere presunta dal Legislatore al compimento del diciottesimo anno
di et, una presunzione relativa, perch la capacit esclusa o diminuita in presenza del vizio
totale o parziale di mente o delle altre cause legislativamente previste
INFERMIT MENTALE
Larticolo 88 stabilisce che non imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto,
era, per infermit, in tale stato di mente da escludere la capacit dintendere o di volere.
Non basta accertare una malattia mentale per dedurne automaticamente linimputabilit del
soggetto, ma occorre appurare se e in quale misura la malattia stessa ne comprometta la capacit
di intendere e di volere. Ci crea problemi al momento dellaccertamento giudiziario.
Lindividuazione dei disturbi definibili malattia muta a seconda che si adotti:
- un paradigma medico: che definisce malattia soltanto il disturbo con substrato organico o
biologico,
- un paradigma semplicemente psicologico: che definisce malattia anche la semplice
disfunzione psichica,
- un paradigma sociologico: che definisce malattia anche un disturbo di origine sociale,
dovuto a relazioni personali inadeguate nellambiente di vita o di lavoro
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Dal punto di vista letterale il termine infermit di cui allarticolo 88 ha un significato diverso
da malattia.
Si tratta di un concetto pi amplio, atto a ricomprendere anche disturbi psichici di carattere
non strettamente patologico. Il punto che interessa che detto disturbo sia idoneo a
compromettere gravemente la capacit di intendere e di volere.
Lindirizzo giurisprudenziale dominante fino a pochi anni fa si basava su di un modello medico
per cui erano in imputabili per infermit mentale soltanto i soggetti affetti da patologie
riconducibili ad un preciso quadro nosografico clinico. Questo anche per ragioni di certezza
del diritto.
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione l8 marzo 2005 hanno emesso una sentenza di
svolta, con la quale si da riconoscimento anche alle alterazioni mentali atipiche, se di
consistenza tale incidere concretamente sulla capacit di intendere e di volere e a condizione che
esista un nesso causale con la condotta criminosa.. Tra queste rientrano le psicopatie (ad
esempio le reazioni a corto circuito).
Dunque anche le anomalie della personalit possono arrivare ad escludere del tutto la capacit.
Larticolo 90 prevede che gli stati emotivi o passionali non escludono n diminuiscono
limputabilit. Si tratta di una disposizione di eccessivo rigore che stata oggetto di molte
critiche da parte della dottrina (volont di abolizione), la cui ratio sta nella volont di evitare che
sia dichiarato incapace ogni autore di un delitto impulsivo.
Oggi si ritiene che gli stati emotivi possano essere considerati cause di in imputabilit solo se:
- si manifestino in una personalit gi debole,
- assuma significato di infermit sia pure transitoria (es. reazione di panico, raptus)
Il codice distingue diversi gradi di vizio mentale:
o
infermit parziale: larticolo 89 prevede che colui che nel momento in cui ha
commesso il fatto era per infermit in tale stato di mente da scemare grandemente senza
escuterla la capacit dintendere o di volere risponde del reato commesso ma la pena
diminuita. Il criterio utilizzato quantitativo (la legge prende in considerazione il grado e
non lestensione della malattia mentale): vizio parziale no lanomalia che interessa un solo
settore della mente bens quella che investe tuta la mente ma in misura meno grave.
Lapprezzamento deve essere effettuato in concreto. Si tratta di un concetto in ogni caso
controvertibile, a rischio di strumentalizzazioni da parte degli imputati che volessero beneficiare
di un trattamento penale pi mite.
Secondo la giurisprudenza il vizio parziale di mente compatibile con le aggravanti della
premeditazione (a meno che essa stessa non sia manifestazione della malattia) e dei motivi
abietti e futili, come pure con lattenuante della provocazione e con le circostanze attenuanti
generiche.
UBRIACHEZZA ED INTOSSICAZIONE DA STUPEFACENTI
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Il codice Rocco prevede una disciplina complessa del reato commesso in stato di ubriachezza,
che rappresenta una particolarit rispetto agli altri codici vigenti in Europa (disposizioni
altrettanto puntuali e severe si ritrovano solo nel codice russo).
Esso prevede un trattamento articolato in base alla causa dello stato di ubriachezza :
o
ubriachezza accidentale (art 91): lubriachezza dovuta a caso fortuito o forza
maggiore esclude limputabilit, se annulla la capacit di intendere e di volere. Esempio
classico quello delloperaio della distilleria che si ubriaca per i vapori sprigionati
dallimpianto a causa di un guasto. Se lubriachezza tale da far solo scemare la capacit si ha
una diminuzione della pena.
o
ubriachezza volontaria o colposa (art 92 I comma): lubriachezza del soggetto
che si sia ubriacato volontariamente o per leggerezza non esclude limputabilit.
- La dottrina meno recente affermava (riproducendo lo schema dellactio libera in causa) che,
per accertare lelemento psicologico del reato, occorreva verificare se il soggetto si era posto in
stato di ubriachezza volontariamente o involontariamente. Tale costruzione tuttavia confonde
lo stato psicologico che determina lubriachezza con quello che accompagna la successiva
commissione del reato e presenta linconveniente di punire come colposi fatti commessi
volontariamente (es. Tizio si ubriaca colposamente e poi, reso pi sicuro di s dallalcol,
uccide il suo acerrimo nemico) e al contrario di considerare dolosi fatti compiuti
involontariamente (es. Caio si ubriaca volontariamente e in seguito causa la morte di un uomo
a causa di un incidente automobilistico dovuto ad imprudenza).
- Altra dottrina pertanto propende per laccertamento dello stato psicologico presente al
momento della commissione del fatto. A questa teoria possibile per muovere unobiezione.
Larticolo 92 introduce una finzione di imputabilit: in realt nel soggetto che agisce in
stato di ubriachezza non sono ravvisabili effettivamente dolo o colpa.
- La dottrina pi moderna (Mantovani) sostiene la necessit di fare riferimento al momento in
cui il soggetto si messo nello stato di ubriachezza, ma verificando se in quel momento il
soggetto abbia o meno previsto la commissione del reato. Si afferma che lubriachezza lascia
sussistere la pine imputabilit, senza dire che implichi la colpevolezza per il reato commesso.
Nel caso labbia previsto ed abbia accettato il rischio il soggetto risponder per dolo
eventuale. Nel caso non labbia previsto risponder per colpa. Il punto che questa tesi non
tiene conto del fatto che ci sono eventi non prevedibili al momento in cui il soggetto si ubriaca
(Tizio non poteva prevedere che avrebbe incontrato il suo acerrimo nemico proprio quella sera).
o
ubriachezza abituale (art 94): nel caso di soggetto dedito alluso eccessivo di
bevande alcoliche e in stato frequente di ubriachezza, si ha un aumento della pena. inoltre
possibile lapplicazione di misure di sicurezza quali la casa di cura e di custodia, ovvero la
libert vigilata. Ci nella convinzione che lubriaco abituale vada rieducato.
cronica intossicazione da alcol (art 95): si tratta di una vera e propria malattia
psichica. Essa provoca delle alterazioni patologiche permanenti . Esempi ne sono la psicosi
alcolica di Korsakoff, la paranoia alcolica, il delirium tremens. Si applicano le disposizioni di
cui agli articoli 88 e 89 sullesclusione di imputabilit o la riduzione di pena per vizio di
mente totale / parziale. Non sempre facile distinguere tra intossicazione alcolica e
ubriachezza abituale. Criticabile risulta poi , alla luce delle conoscenze scientifiche attuali,
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SEZIONE III
DOLO
Nel processo di imputazione penale il dolo ha diverse funzioni:
- consente di definire i profili di tipicit e dunque di delineare il fatto di reato (es. una
dichiarazione falsa pu costituire uninnocua bugia, un truffa o una diffamazione a
seconda dellintenzione di chi agisce)
- connota la forma pi grave di colpevolezza: chi agisce con dolo aggredisce il bene
protetto intenzionalmente e quindi nella maniera pi intensa possibile
A norma dellarticolo 43 il delitto doloso o secondo intenzione quando levento dannoso o
pericoloso, che il risultato dellazione od omissione e da cui la legge fa dipendere lesistenza
del delitto dallagente preveduto e voluto come conseguenza della propria azione o omissione.
Tre sono gli elementi costitutivi del dolo: previsione, volont, evento dannoso o pericoloso.
Strutturalmente il dolo consta di due componenti psicologiche:
rappresentazione e volizione.
Il riferimento sia alla previsione che alla volont frutto di un compromesso tra le due teorie,
della rappresentazione e della volont, che al tempo della redazione del codice si contendevano
il campo:
- Secondo la teoria della rappresentazione potevano essere voluti solo i movimenti corporei,
mentre le modificazioni del mondo esterno provocate dalla condotta potevano essere
solo oggetto di rappresentazione.
- Per la teoria della volont invece anche i risultati della condotta potevano essere oggetto
della volont mentre la rappresentazione andava considerata come presupposto implicito
della volont stessa.
Ci sono ancora istanze, soprattutto allinterno della dottrina tedesca, tendenti a ridimensionare il
ruolo della volont, ci anche per le difficolt probatorie che questo requisito presenta. Tuttavia
sembra non giustificabile amputare il dolo nellelemento pi caratterizzante, la volont, che
ancora oggi il pi utile a differenziare dolo e colpa (specie rispetto alla figura della colpa
cosciente).
I due elementi vanno considerati in reciproco rapporto: nihil volitum nisi praecognitum (la
capacit di volere presuppone necessariamente la capacit di intendere il significato dei propri
atti).
66
68
della tipicit come categoria che si impernia sul bene protetto il fatto tipico si riconnette
intimamente alla lesione del bene giuridico protetto-.
- Questi modo di concepire il dolo permette tra laltro di non ridurlo ad elemento psicologico
privo di valenza: il dolo deve rappresentare la forma pi grave di colpevolezza e dunque
non pu equivalere ad requisito psicologico neutro.
Dottrina italiana:
- da un lato, chi sosteneva che ai fini della sussistenza del dolo sarebbe indispensabile la
consapevolezza del carattere antisociale del fatto. La valutazione dellantisocialit
andrebbe effettuata alla stregua dei criteri valutativi dominanti nella comunit sociale di
riferimento e non sulla base di opinioni personali;
- dallaltro, chi ha successivamente sostenuto che il dolo include la coscienza delloffesa
dellinteresse protetto, concezione coincide con quella proposta, ovvero il diretto
collegamento del dolo con la concezione realistica dellillecito penale
Va evidenziato tuttavia che per alcuni reati, cosiddetti di pura invenzione legislativa, la
consapevolezza della lesione pu anche mancare, se non si a conoscenza della disposizione
incriminatrice violata. In questi casi la consapevolezza della lesione di un interesse protetto
coincide con la conoscenza della disposizione incriminatrice, in evidente violazione del
principio di cui allart 5.
Diverse sono le forme possibili di dolo
-
non sa quale si verificher in concreto. Tale figura non va considerata come una forma di
dolo veramente autonoma, ma essa riflette situazioni in cui il soggetto, agendo con dolo
diretto o eventuale, si rappresenta come conseguenza del suo agire pi eventi tra loro
incompatibili.
Una distinzione diffusa quella tra dolo
-
generico: corrisponde alla nozione tipica di dolo poich consiste nella coscienza e
volont di realizzare tutti gli elementi costitutivi-tipici-di un reato. Caratteristica del dolo
generico la congruenza tra volont e realizzazione, cio necessario che il contenuto
del volere trovi attuazione nella realt (almeno a livello di tentativo).
specifico: consiste in uno scopo o in una finalit particolare e ulteriore che lagente prende
di mira, ma che non occorre si verifichi veramente perch vi sia reato. Ad esempio il
reato di furto di cui allart 624 a dolo specifico perch lagente oltre a volere
limpossessamento della cosa altrui persegue lulteriore fine di trarne profitto per s o
per altri.
Il dolo specifico svolge la funzione di:
- restringere lambito di punibilit di un fatto gi illecito (vedi furto)
- determinare la punibilit di un fatto altrimenti lecito (il fatto di associarsi sarebbe
lecito se non vi fosse il fine di commettere delitti)
- determinare il mutamento del titolo di reato (es. sequestro a scopo di estorsione,
sequestro a scopo di terrorismo)
Nellambito della dottrina pi recente si sollevata una critica: quando il dolo
specifico ha la funzione di configurare come illecito un fatto altrimenti lecito, si incorre
nel rischio di incriminare la connotazione in senso soggettivo, andando contro al
principio base del nostro ordinamento penale per cui il reato non pu mai identificarsi in
un mero atteggiamento psicologico per quanto riprovevole ma deve sempre tradursi in
un fatto lesivo di un bene giuridico protetto (es.finalit terroristiche).
Si distinguono inoltre:
-
dolo di danno : si ha quando c volont di provocare una lesione del bene protetto
dolo di pericolo: si ha quando c volont di mettere in pericolo il bene protetto
materiale. Ci non toglie che la prova del dolo deve essere ottenuta al di fuori del ricorso a
comode presunzioni. Dunque, il dolo deve costituire oggetto di reale accertamento.
SEZIONE IV
DISCIPLINE DELLERRORE
La volont colpevole presuppone la conoscenza degli elementi costitutivi del fatto
criminoso. La mancata o falsa rappresentazione di uno o pi requisiti dellillecito penale
avr pertanto come effetto di escludere la punibilit, per il venir meno dellelemento
soggettivo del reato.
- ignoranza: mancanza di conoscenza, impedire che lagente si renda conto di commettere un
fatto integralmente corrispondente ai requisiti previsti da una fattispecie incriminatrice;
- dubbio: soggetto versa nellincertezza circa la presenza o lassenza di determinati requisiti di
fattispecie. Rimane un caso distinto che di regola non pu essere invocato a causa di
esclusione della responsabilit.
Si deve distinguere:
- errore di diritto. Lerror iuris consiste nellignoranza o erronea interpretazione di una
norma giuridica. Si distingue a seconda che lerrore riguardi:
o la norma incriminatrice (errore sul precetto): ricade sulla norma incriminatrice,
ha ad oggetto lilliceit penale del fatto. Lagente per ignoranza non si rende conto di
realizzare un fatto penalmente illecito. Il legislatore si trova in questo caso a dover
bilanciare lesigenza general preventiva con il principio di colpevolezza. La
soluzione nel nostro ordinamento quella di ritenere lerrore sul precetto irrilevante
(art 5) a meno che esso non sia un errore inevitabile e dunque scusabile (sentenza
Corte Cost 364/1988)
o una norma extrapenale: necessario, ex articolo 47 comma 3 che questo tipo di
errore si risolva in un errore sul fatto di reato e cio che lagente ne risulti fuorviato
al punto di non essere consapevole di compiere un fatto materiale conforme a quello
previsto dalla legge come reato. Ove invece lerrore si traduce nellerronea
convinzione che quel fatto sia penalmente lecito si ricade nella fattispecie dellerrore
sul precetto
- errore sul fatto. Lerror facti consiste nella mancata o erronea rappresentazione della
situazione di fatto nella quale il soggetto si trova ad agire. Lerrore di fatto costituisce il
rovescio della componente conoscitiva del dolo. Se lagente non conosce uno o pi
elementi del fatto concreto, rilevanti ai sensi della corrispondente fattispecie
incriminatrice, egli non agisce dolosamente ed il reato viene meno. Larticolo 47
stabilisce, al primo comma, che lerrore sul fatto esclude la punibilit dellagente.
Lerrore deve vertere su elementi essenziali del fatto. Sono irrilevanti errori
conseguenti a scambio tra soggetti o oggetti che rivestono una posizione equivalente sul
piano della fattispecie incriminatrice. Ove lo scambio concerna invece persone ed oggetti
che ricoprono un differente rango per il diritto, lerrore rileva (es Tizio si impossessa
della bicicletta altrui ritenendo che sia la sua: non c reato
irrilevante lerrore sul nesso causale almeno fintantoch la divergenza non sia tale
da escludere che levento costituisca realizzazione del rischio insito dellazione del
soggetto.
Se si tratta di errore determinato da colpa, la punibilit non esclusa
o quando il fatto previsto dalla legge come delitto colposo
o quando lerrore sia rimproverabile
71
Suscita alcuni problemi il trattamento dellerrore del soggetto non imputabile Vale
questa regola:
o lerrore non condizionato dallinfermit mentale ha efficacia scusante
o lerrore condizionato dallinfermit mentale no, dal momento che in caso contrario si
avrebbe la conseguenza di non applicare le misure sicurezza a soggetti che proprio a
causa della malattia risultano socialmente pericolosi
La regola di cui al comma I dellart 47 sullefficacia liberatoria dellerrore non vale
nel caso di error aetatis nellambito dei delitti contro la libert sessuale (art 609
sexies). Il colpevole non potr invocare a propria scusa lignoranza dellet delloffeso
quando il fatto sia commesso in danno di un minore di anni 14. Rimane il limite scusante
dellerrore inevitabile di cui alla sentenza 364 del 1988.
Lart 47 al comma II prevede come lerrore sul fatto che costituisce un determinato
reato non esclude la punibilit per un reato diverso: si risponde cio del reato di cui
siano stati effettivamente posti in essere gli estremi
es Tizio usa violenza o minaccia contro un soggetto non ritenendo che si tratti di un
pubblico ufficiale: non risponder per offesa a pubblico ufficiale ma risponder per
violenza privata.
Per quanto riguarda lerrore sui cosiddetti elementi degradanti il titolo di reato manca
unesplicita presa di posizione del legislatore.
Lesempio classico quello del soggetto che cagiona la morte di una persona nella
supposizione erronea che la vittima abbia prestato il suo consenso alluccisione: siamo in
un caso di omicidio semplice o in uno di omicidio del consenziente? Alcuni autori
propendono per la soluzione pi rigorosa. Ma i pi ritengono che si debba applicare la
fattispecie del reato meno grave (nella specie: omicidio del consenziente).
Giustificano questa soluzione con unapplicazione analogica (ammissibile poich in
bonam partem) della disciplina sulle cause di giustificazione (art 59 IV comma: se
lagente ritiene per errore che esistano circostanze di esclusione della pena queste
sono sempre valutate a favore di lui.)
Una questione complessa quella dellerrore sul fatto provocato da errore su legge
extrapenale (anche definito errore di diritto sul fatto, per distinguerlo dallerrore di fatto
sul fatto).
Lart 47 al III comma stabilisce che lerrore su di una legge diversa da quella penale
esclude la punibilit quando ha cagionato un errore sul fatto che costituisce reato.
Es. Tizio si appropria della cosa altrui perch erra nellinterpretare la clausola
contrattuale relativa al trasferimento di propriet ed convinto che loggetto in questione
gli appartenga.
La dottrina prevalente ritiene che lerrore sul fatto determinato da errore su legge
extrapenale sia unipotesi di errore di diritto.
Sorge pertanto il problema del rapporto tra larticolo 47 II comma e larticolo 5,
parte della dottrina lo risolve cos, occorre distinguere tra norme extrapenali che integrano la
norma penale e norme extrapenali che rimangono distinte da questultima. Lerrore sulle
norme extrapenali che integrano la norma penale non scusa, lerrore sulle norme
extrapenali che rimangono distinte da questultima s scusa. Il punto che nella prassi
questimpostazione risulta troppo astratta e si traduce nella sostanziale abrogazione
deroga- dellarticolo 47 III comma,
72
Unaltra parte della dottrina sostiene invece che tutele norme extrapenali a cui si fa rinvio
integrino la fattispecie incriminatrice. Lerrore predetto avrebbe quindi efficacia scusante
in quanto lart 47 III comma introdurrebbe una deroga espressa allart 5.
Parte della dottrina ritiene che anche in relazione al comma III sia possibile applicare in via
analogica (ma sarebbe analogia in malam partem!) la clausola di cui al comma I, per cui
anche in presenza di un errore di diritto sul fatto potrebbe residuare una responsabilit a
titolo di colpa.
Occorre precisare che lespressione legge extrapenale fa oggi riferimento non
soltanto alle norme di natura non penale ma anche ad altre norme penali diverse
dalla norma incriminatrice. In quadro delle possibili tipologie di errore su legge
extrapenale cos sintetizzabile:
errore su elementi normativi, elementi cio per la cui definizione necessario fare
riferimento ad una norma diversa da quella incriminatrice, come nel caso dellaltruit
ai fini del furto
errore sugli elementi normativi extragiuridici, elementi che traggono cio il loro
significato da norme di natura etico sociale, come nel caso della turista straniera che
errando sulla valutazione della morale sociale dominante non ritiene osceno prendere il
sole nuda.
errore su una norma integratrice di norma penale in bianco, dottrina pone orientamento
restrittivo, due ipotesi: la norma penale in bianco contenga un precetto generico ma
sufficientemente determinato, essa sia cos indeterminata da rinviare interamente, per
lindividuazione del suo contenuto, alla norma extrapenale richiamata.
errore che cade su una norma rilevante ai fini della determinazione del fatto di reato,
anche se non espressamente richiamata a differenza di quanto avviene per gli elementi
normativi.
Lart 48 stabilisce che allerrore determinato da altrui inganno si estenda la disciplina di cui
allart 47. Linganno pu consistere in qualsiasi artificio o espediente idoneo a determinare
nellingannato una falsa rappresentazione della realt.
Del fato commesso dallingannato risponde chi lha determinato a commetterlo:
- secondo parte della dottrina (cui si rif lorientamento giurisprudenziale dominante) si
tratterebbe di un caso di autoria mediata: lingannato sarebbe da considerare come uno
strumento esecutivo del reato per cui il vero ed unico autore sarebbe lingannatore;
- pi convincente appare per lindirizzo dottrinale che sostiene come la figura del reato
mediato non abbia fondamento per cui lipotesi in esame sarebbe piuttosto
inquadrabile nellambito del concorso di persone nel reato.
Larticolo 49 contiene la disciplina relativa al reato putativo. No punibile chi commette un fatto
non costituente reato nellerronea supposizione che esso costituisca reato.
Il reato putativo caratterizzato da un errore che pu riguardare sia il precetto (Tizio commette
adulterio credendo che costituisca ancora reato) sia il fatto.
Lerrore sul fatto a sua volta pu originare sia da un errore di diritto sul fatto (Tizio ritiene il proprio
precedente matrimonio, in realt invalido, valido e crede pertanto di commettere bigamia
contraendo un nuovo matrimonio) che da un errore di fatto sul fatto (Tizio ritiene di impossessarsi
della cosa mobile altrui ma in realt si impossessa di cosa propria).
vero che lautore di un reato putativo pu rivelare uninclinazione soggettiva a delinquere, idonea
ad assurgere a eventuale indice di pericolosit sociale, ma la disciplina in esame conforme
allorientamento oggettivistico del nostro ordinamento penale per cui non si pu punire per la mera
volont malvagia o per un modo dessere (orientamento soggettivo, crf Germania, Austria) ma solo
per un fatto lesivo di un bene protetto.
73
SEZIONE V
IL REATO ABERRANTE
Si deve distinguere tra
Errore motivo: influisce sul processo formativo della volont, dal momento che
impedisce al soggetto di rendersi conto del significato della sua condotta
Errore inabilit: interviene al momento dellesecuzione materiale del fatto criminoso e
assume rilevanza nel casi di reato cosiddetto aberrante. Lerrore aberrante pu essere
o monolesivo (aberratio ictus monolesiva): lart 82 stabilisce che quando per errore
nelluso dei mezzi di esecuzione del reato o per altra causa il colpevole cagiona
unoffesa a persona diversa da quella alla quale loffesa era diretta egli risponde
come se avesse commesso il reato in danno della persona che voleva offendere, salve
le disposizioni di cui allart 60 in marea di circostanze aggravanti e attenuanti.
La dottrina maggioritaria ritiene questimpostazione coerente con i principi del
nostro ordinamento: loffesa realizzata infatti equivalente a quella voluta dal
soggetto. Il punto che questa spiegazione vacilla nel momento in cui si ritiene,
seguendo unimpostazione che del dolo esalta la dimensione psicologica, parte
essenziale di questultimo la congruenza tra evento voluto ed evento realizzato. Se si
segue questa concezione si arriva ad affermare che lart 82 prevede unipotesi di
responsabilit oggettiva poich punisce come doloso un fatto non voluto . Sarebbe
allora auspicabile una riforma, pi conforme al principio di colpevolezza.
o bilesiva (aberratio ictus bilesiva): si verifica quando lerrore inabilit comporta
loffesa oltre che nei confronti della persona a cui era diretta anche di una persona
diversa. Es. Tizio nellaggredire mortalmente Caio per errore infligge colpi anche a
Sempronio intervenuto per separare i due. Larticolo 82 II comma stabilisce che il
colpevole soggiace alla pena stabilita per il reato pi grave aumentata fino alla
met. La norma trova applicazione anche in presenza di un semplice tentativo in
rapporto ad una o entrambe le persone colpite. Per quanto concerne i criteri di
attribuzione della responsabilit appare corretto lorientamento secondo il quale il
colpevole risponde a titolo di dolo per loffesa arrecata alla vittima designata e a
titolo di responsabilit oggettiva per lulteriore offesa ne i confronti della persona
erroneamente colpita, dal momento che la norma non richiede laccertamento di un
agire colposo ma soltanto la causazione dellevento. Anche per questa norma
dunque auspicabile un intervento abrogativo del legislatore, cos che possano trovare
applicazione le norme relative al concorso di reati
o plurilesivo (aberratio ictus plrilesiva): sussiste quando oltre alla persona presa di
mira o mancata la stessa, restano lese pi persone diverse. Larticolo 82 non prende
in considerazione questipotesi.
Si distinguono diversi orientamenti:
74
ABERRATIO DELICTI
Caso: uno scioperante lancia un sasso contro un autobus ma a causa di un errore nel tiro, colpisce
alla testa un passante.
Si ricorre in aberratio delicti quando per inabilit nellesecuzione lagente realizza un reato che
lede beni o interessi diversi rispetto a quelli inerenti al reato originariamente preso di mira.
Es. Tizio lancia un sasso dal cavalcavia per colpire un auto (reato di danneggiamento doloso) ma
colpisce una persona (reato di lesione).
Larticolo 83 stabilisce che in questo caso il soggetto risponde a titolo di colpa, quando il fatto
previsto dalla legge come delitto colposo. Nel caso in esempio il soggetto risponde a titolo di
lesione colposa. Non potrebbe essere punito il caso inverso, cio il caso in cui il sasso diretto alla
persona colpisse lautomobile: poich il danneggiamento colposo non previsto dal nostro
ordinamento.
Anche in questo caso si ritiene di trovarsi di fronte ad unipotesi di responsabilit oggettiva. La
norma infatti non richiede esplicitamente che la produzione dellevento sia determinata da colpa; la
formula legislativa si limita a stabilire che levento non voluto venga punito come se fosse colposo.
Non vale obiettare che si tratta di casi in cui la colpa presunta, configurandosi una colpa per
inosservanza di leggi ex art 43 (dal momento che levento si verifica come conseguenza della
violazione di una legge penale).
Non tutte le norme penali sanzionano la violazione di norme cautelari! La norma penale che vieta il
danneggiamento non ha come scopo nemmeno in via secondaria quello di imporre cautele dirette a
prevenire lesioni allintegrit fisica
Nel caso di aberratio delicti plurilesiva si applicano le norme sul concorso di reati. Dellevento
voluto il soggetto risponder per dolo, dellulteriore evento non voluto per colpa.
Dottrina e giurisprudenza unipotesi di aberratio delicti plurilesiva prevista allarticolo 586 : morte
o lesioni come conseguenza di altro delitto. Responsabilit oggettiva in virt principio
colpevolezza.
SEZIONE VI
LA COSCIENZA DELLILLICEIT
La coscienza dellilliceit concepita come un elemento costituivo autonomo della
colpevolezza (distinto dal dolo, che al pi riguarda la coscienza delloffesa intesa come dannosit
del fatto; distinto dalla colpa e dallassenza di cause di discolpa).
Se la colpevolezza esprime un rimprovero tale rimprovero tanto pi giustificato quanto pi il reo
era consapevole di realizzare un fatto contrastante con lordinamento giuridico. Questo tanto se si
accoglie laspetto preventivo della pena quanto se si abbraccia la tesi retributiva: laccento silla
finalit rieducativa della pena non avrebbe senso se chi non sa di aver commesso un fatto contrario
alle esigenze dellordinamento giuridico.
Laffermazione non esiste colpevolezza senza conoscenza dellilliceit trova dei limiti.
La volont colpevole non richiede la conoscenza dellilliceit penale.
Larticolo 5 accoglie il principio ignorantia legis non excusat. Si tratta di una regola di origine
autoritativa che privilegia la supremazia dellinteresse pubblico sulla valutazione delle ragioni
individuali. La Corte Costituzionale ha per lungo tempo ritenuto questo principio legittimo sulla
base della possibilit di conoscere la norma penale (possibilit data dalla pubblicazione della legge).
Tuttavia il crescente numero di reati di pura creazione legislativa (illeciti che sono tali per volont
75
del legislatore senza che ad essi preesista una corrispondente disapprovazione sociale) e la
produzione di norme penali sovente poco chiare, mette oggi, di fatto, il cittadino nellimpossibilit
di conoscere le norme incriminatrici.
Il principio, alla luce della prassi, risulta pertanto oggi iniquo ed astratto.
Parte della giurisprudenza gi da tempo si era mostrata incline a riconoscere efficacia scusante alla
buona fede nelle contravvenzioni: si riteneva causa scusante la mancata coscienza dellilliciet
quando dipendeva non dalla mera ignorantia legis ma da un elemento positivo che inducesse
alla convinzione della liceit del comportamento tenuto (es. una concessione edilizia per quanto
illegittima). Tale orientamento mancava ancora tuttavia di cogliere le giustificazioni giuridiche di
una rilettura dellart 5, presentandosi piuttosto come dettato da criteri di equit.
Un passo avanti stato fatto con la rilettura dellarticolo 5 alla luce dellarticolo 27 della
costituzione (interpretazione costituzionalmente orientata).
Si afferma che:
- il carattere personale della responsabilit di cui al comma I ex art 27, implica che non ci
possa essere responsabilit se non c colpevolezza e perch vi sia colpevolezza
necessario che lagente sia in grado di cogliere il significato antigiuridico del fatto
commesso
- perch risulti attuabile la funzione rieducativa della pena di cui al III comma ex art 27,
occorre che il soggetto sia in grado di avvertire il disvalore del fatto realizzato.
Il rispetto del principio di colpevolezza si pone in contrasto con lesigenza di prevenzione generale
e sicurezza sociale, se si da solo valore unilaterale al principio di colpevolezza: per maggior
compenetrazione tra fatto e autore, mediata dalla coscienza del disvalore penale, non per
necessario richiedere leffettiva conoscenza da parte dellagente del carattere criminoso del
comportamento.
Il compromesso tale due istanze rappresentato dal ritenere necessaria e sufficiente la possibilit di
conoscenza dellilliceit: se lagente nella situazione concreta poteva evitare di rimanere in
uno stato di inconsapevolezza, questa basta per muovergli un rimprovero di colpevolezza;
nessun addebito invece, gli si pu muovere se nella situazione in cui si trovato ad agire egli
non aveva alcuna possibilit di comprendere la portata illecita del fatto criminoso.
Il concetto di possibilit di conoscenza della legge penale richiama due coppie concettuali
simmetriche e opposte:
1. da un lato, evitabilit-inescusabilit dellignoranza, con conseguente riconoscimento della
colpevolezza e affermazione della responsabilit penale;
2. dallaltro, inevitabilit-scusabilit dellignoranza medesima, cui consegue lassenza di
colpevolezza e lesclusione della punibilit.
La Corte Costituzionale con sentenza 364 del 1988 ha dichiarato parzialmente legittimo
larticolo 5 cp e ha affermato che leffettiva possibilit di conoscere la legge penale costituisce un
requisito dellimputazione soggettiva.
Ha dichiarato pertanto incostituzionale larticolo 5 nella parte in cui non escludeva dal principio
ignorantia legis non excusat i casi di ignoranza inevitabile e perci scusabile.
Quanto ai criteri per stabilire se lignoranza possa considerarsi inevitabile in base alle
indicazioni della Corte sono individuabili:
- criteri soggettivi puri: fanno riferimento alle caratteristiche del soggetto agente (livello di
intelligenza, maturit, grado di cultura, ambiente sociale di provenienza)Il ricorso a
questi criteri circoscritto a casi limite(es. emarginati /stranieri da poco trasferiti)
- criteri oggettivi puri: riguardano circostanze oggettive che rendono impossibile la
conoscenza della legge penale, a prescindere dalle qualifiche personali del soggetto.
76
SEZIONE VII
77
Le scusanti sono cosa diversa dalle cause di giustificazione poich lasciano integra
lantigiuridicit obiettiva del fatto e fanno venir meno solo la possibilit di muovere in
rimprovero allautore.
SEZIONE VIII
LA COLPEVOLEZZA NELLE CONTRAVVENZIONI
I CRITERI DI IMPUTAZIONE SOGGETTIVA NELLE CONTRAVVENZIONI
Larticolo 42 al IV comma stabilisce che nelle contravvenzioni ciascuno risponde della propria
azione o omissione cosciente e volontaria sia essa dolosa o colposa.
ormai superata la tesi secondo la quale per le contravvenzioni sarebbe sufficiente,
indipendentemente da dolo e colpa, la mera coscienza e volont della condotta. Contro di essa
stata infatti mossa laccusa di introdurre una forma di responsabilit oggettiva.
Linciso dellart 42 sta a significare non che la punibilit delle contravvenzioni pu prescindere
dallaccertamento dellelemento soggettivo, quanto piuttosto che indifferente la presenza
delluna o dellaltra specie di colpevolezza.
E cio, mentre nei delitti il dolo rappresenta il criterio tipico di imputazione e la colpa
leccezione, per le contravvenzioni sufficiente la sola colpa.
Per quanto riguarda laccertamento dellelemento soggettivo:
- parte della dottrina sostiene che esista una presunzione di colpevolezza che addossa
allagente lonere della prova contraria.
Tale orientamento giustificato da esigenze di economia procedurale, ma non risulta
comunque
fondato:
lelemento
soggettivo
va
sempre
accertato.
La distinzione tra dolo e colpa rileva anche per le contravvenzioni ai fini della determinazione
della pena (art 43 e art 133):
- esistono contravvenzioni che per natura possono essere solo dolose (es. abuso della credulit
popolare)
- o solo colpose (es. rovina di edificio).
CAPITOLI IV
Si voluto imitare lideologia punitiva statunitense della cosiddetta tolleranza zero. Si tende a
identificare nei delinquenti recidivi dei veri e propri nemici dellordine costituto. Si cera una sorta
di doppio binario:
1. uno, pi mite per, i rei primari (incensurati),
2. e laltro, assai pi severo, per i recidivi.
Questa differenziazione ha sapore discriminatorio (alla prima categoria statisticamente
appartengono per lo pi i colletti bianchi, alla seconda i soggetti emarginati).
Delle circostanze possibile dare diverse classificazioni
aggravanti: comportano un inasprimento della pena che pu consistere in una
variazione qualitativa della sanzione prevista per il reato base, o in una modifica
qualitativa (con il passaggio da una pecuniaria ad una pena detentiva),
attenuanti: comportano unattenuazione della pena in senso qualitativo o quantitativo,
comuni : sono previste nella parte generale del codice perch potenzialmente applicabili
a tutti i reati con cui sono compatibili (art 61, 62, 112, 114)
speciali : sono previste solo in riferimento ad alcuni reati (es art 625 e 626)
La distinzione fra queste due circostanze dipende dal diverso grado di determinatezza
raggiunto in sede di tipizzazione legislativa delle situazioni assunte ad elementi
circostanziali:
tipiche: sono quelle circostanze puntualmente descritte dalle norme (es. uso di sostanze
venefiche come aggravante dellomicidio)
generiche: sono quelle indicate solo in forma assai generiche (es. fatto di rilevante
gravit, attenuanti generiche di cui allart 62 bis). Discussa la compatibilit delle
aggravanti generiche con il principio di tassativit.
Criteri di identificazione delle circostanze:
Non sempre facile stabilire se un determinato elemento una circostanza o un elemento essenziale
del reato. In assenza di criteri legislativi la dottrina ritiene si debba verificare lesistenza di un
rapporto di specialit tra lipotesi circostanziata e lipotesi semplice di reato: lipotesi
circostanziata deve contenere tutti gli elementi dellipotesi semplice con laggiunta di uno o
pi requisiti specializzati.
Si consideri per esempio il caso della lesione grave o gravissima: per quanto lart 583 la definisca
circostanza aggravante, secondo parte della dottrina in realt siamo di fronte a figure criminose
autonome, poich perch si configuri lipotesi di lesione aggravata non sempre necessaria la
presenza di una malattia nel corpo o nella mente (vedi lincapacit di attendere alle ordinarie
occupazioni per un tempo superiore ai 40 gg), che invece elemento costitutivo della lesione
semplice (presunto reato di base).
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Il criterio della specialit non a ben vedere decisivo, condizione necessaria, non anche
sufficiente ai fini della qualificazione di un dato elemento come circostanziale. Per questo
utile il ricorso a criteri ausiliari come il nomen iuris, i precedenti storici.
Criterio di imputazione delle circostanze
Prima della riforma de 1990 le circostanze venivano attribuite secondo un criterio obiettivo.
Non era necessario che il. soggetto se le rappresentasse: operavano in virt della loro effettiva
presenza.
Il nuovo testo dellart 59 stabilisce invece che le circostanze aggravanti sono valutate a carico
dellagente solo se da lui conosciute ovvero ignorate per colpa o ritenute inesistenti per errore
colposo:
La nuova disciplina ha dunque esteso il principio di colpevolezza alle aggravanti,
perch queste possano essere accollate occorre un coefficiente soggettivo.
Per le attenuanti rimasto inalterato il criterio di imputazione obiettiva.
Ai fini dellimputazione della aggravante basta che il reo ne abbia ignorato per colpa
lesistenza. Non importa se la circostanza accede ad un reato base doloso o colposo.
Altra dottrina sostiene invece che per le circostanze che accedono ad un reato doloso
richiesta leffettiva conoscenza, mentre per quelle relative ad un reato colposo
sufficiente che il soggetto non ne abbia conosciuto per colpa lesistenza.
Anche prima della riforma del 1990 la regola dellimputazione obiettiva subiva in realt delle
deroghe, sia esplicitamente previste dal codice (art 60) sia implicite (vedi circostanze relative ai
motivi dellazione). Inoltre la giurisprudenza di fatto teneva conto dellatteggiamento
psicologico del reo per determinare la pena.
Suggerimenti da parte della dottrina: ha proposto una regola di imputazione soggettiva
differenziata, a seconda che:
la circostanza aggravante acceda ad un reato doloso (leffettiva conoscenza
dellelemento circostanziale sarebbe richiesta soltanto rispetto a un illecito-base
attribuito a titolo di dolo),
mentre rispetto al reato colposo (per cui leffettiva rappresentazione non neppure
pretesa per gli elementi costitutivi essenziali) sarebbe sufficiente ai fini
dellattribuibilit dellaggravante che il reo, pur conoscendola, non ne abbia
conosciuto per colpa lesistenza.
Lestensione del principio di colpevolezza alle aggravanti stato comunque un passo
significativo.
Una disciplina ancora pi aderente al principio di colpevolezza quella prevista allarticolo 60 per
le ipotesi di errore sulla persona offesa da un reato. Nel caso di errore sulla persona offesa da un
reato, non sono poste a carico dellagente le circostanze aggravanti che riguardano le condizioni o
qualit della persona offesa o i rapporti tra offeso e colpevole (non basta, ai fini dellimputazione la
mera conoscibilit). Sono valuti invece a favore del reo le attenuanti erroneamente supposte
riguardanti le qualit predette.
Es. Se Tizio ritiene di uccidere un nemico ed invece uccide il padre non si applica laggravante del
parricidio .
Lultimo comma dellart 60 chiarisce che se si tratta di circostanze relative allet o ad altre
condizioni o qualit fisiche e psichiche della persona offesa si applicano i generali criteri di
imputazione, ex articolo 59 comma II.
Per lapplicazione degli aumenti e delle diminuzioni di pena si applicano i seguenti criteri:
80
concorso omogeneo : sono presenti pi circostanze della stesa specie, o tutte aggravanti
o tutte attenuanti.
Si distingue il concorso omogeneo
- di circostanze ad efficacia comune (art 63 II comma): laumento o diminuzione si
opera sulla quantit di pena risultante dallaumento o diminuzione prevedente, salvi i
limiti dellart 66 cp
- di circostanze ad efficacia speciale (art 63 IV e V comma): se concorrono pi
circostanze aggravanti si applica quella stabilita per la pi grave , se concorrono pi
circostanze attenuanti si applica quella stabilita per la meno grave.
Nel caso di concorso omogeneo tra circostanze ad efficacia comune e speciale si applica
la regola di cui al III comma (vedi sopra)
81
Il giudizio di comparazione tra circostanze stato preso di mira dalla riforma del 2005.
Proprio allo scopo di vincolare i giudice ad un maggiore rigore in sede di comparazione, lart 69
stato modificato.
stato inserito un ultimo coma aggiuntivo il quale introduce un divieto di prevalenza delle
circostanze attenuanti su quelle aggravanti nelle due ipotesi:
di recidiva reiterata di cui al rinnovato art 99 cp, giurisprudenza: esigenza di
apprezzare non solo la reale entit del fatto criminoso, ma anche la personalit del
colpevole,onde conseguire il miglior adattamento della pena al caso concreto.
nei casi previsti dagli art 111 e 112 (num 4) cp relativi determinazione al reato di
persone non imputabili o non punibili.
Il legislatore no ha comunque vietato il giudizio di equivalenza.
Esiste una regola generale che impone al giudice il divieto di valutare due volte gli stessi
elementi, una volta ex art 133 (commisurazione giudiziale della sanzione tra il minimo e il
massimo edittali), una volta come circostanze (entit della variazione connessa alla
circostanza). Il principio suddetto riassunto nel broccardo latino ne bis in idem.
82
laver agito per motivi abbietti o futili. Il motivo abbietto quando ignobile o turpe,
la giurisprudenza dice che tale grado di perversit desta profondo senso di ripugnanza
in ogni persona di media moralit (es. uccisione del testimone per vendetta). futile
quando tra movente e azione esiste unenorme sproporzione (es. uccisione di un
automobilista in seguito ad un diverbio sulle precedenze). La circostanza in esame non
a parere della giurisprudenza compatibile con la provocazione. Questa aggravante ha
natura soggettiva.
laver commesso il reato per eseguirne od occultarne un altro, ovvero assicurarsi il
prodotto o i profitto o il prezzo o limpunit per un altro reato. Laggravante sussiste
anche se lo scopo perseguito non stato conseguito. Ci si interroga se questa categoria di
aggravante sussista anche dopo la novella alla disciplina del reato continuato di cui alla
riforma del 1974 dal momento che secondo il nuovo dettato la realizzazione di reati
diversi in attuazione di un medesimo disegno criminoso comporta un trattamento di
favore.
lavere, nei delitti colposi, agito nonostante la previsione dellevento (= colpa
cosciente)
laver adoperato sevizie o laver agito con crudelt verso le persone: si tratta
dellinflizione di sofferenze oltre che inumane anche non necessarie alla realizzazione
del reato. compatibile con lattenuante della provocazione.
laver profittato di circostanze tali da ostacolare la pubblica o la privata difesa.
Questaggravante ha natura oggettiva
lavere il colpevole commesso il reato nel tempo in cui si sottratto volontariamente
allesecuzione di un mandato o di un ordine di arresto o di cattura o di
carcerazione, spedito per un precedente reato. Gli effetti giuridici conseguono non
alla qualificazione formale di latitanza ex rt.296 cpp, bens alla situazione di fatto sottesa
alla qualifica giuridica, nonostante lultimo comma art 296 equipari levaso al latitante, e
la circostanza sia inapplicabile ai reati commessi dallevaso.
lavere, nei delitti contro il patrimonio, cagionato alla persona offesa dal reato un
danno patrimoniale di rilevante gravit, la rilevanza del danno deve essere valutata
sul piano oggettivo, prescindendo dalla capacit economica del danneggiato, in
riferimento quale elemento sussidiario di valutazione (ricorre quando la valutazione
intrinseca del danno non consente per se stessa di stabilire con certezza se esso sia di
rilevante gravit. Ai fini della stima del danno, si ritiene che esso deve essere accertato
tenendo conto del momento in cui il reato venne commesso.
laver aggravato o tentato di aggravare le conseguenze del delitto commesso. La
condotta che integra la circostanza in esame autonoma e successiva rispetto a quella
che d vita al reato, c.d. tentato aggravamento. Laggravante di rara applicazione
giurisprudenziale, ipotesi esemplificativa, si consideri il fatto di chi, dopo avere ferito
gravemente taluno, rimuova (o tenti di rimuovere) la fasciatura per provocare
unemorragia (Cassazione 1939). Natura controversa: soggettiva se si valuta il profilo
relativo alla preesistenza del proposito criminoso, oggettiva se si valorizza il profilo
inerente alla gravit del danno o del pericolo.
laver commesso il fatto con abuso di poteri o violazione dei doveri inerenti ad una
pubblica funzione o a un pubblico servizio, ovvero alla qualit di ministro di culto.
Per la configurabilit della circostanza, non basata il mero possesso della qualifica
stessa, ma che tale qualifica abbia in qualche modo agevolato lesecuzione del reato.
Ipotesi di chi insegna in una scuola statale che, abusando della sua posizione di
supremazia, compia atti di libidine su alcune allieve.
83
laver atto per motivi di particolare valore morale o sociale. Fra lazione delittuosa e
il motivo apprezzabile deve sussistere un rapporto di congruenza esteriore accertabile,
cio lazione commessa deve rappresentare sia lopinione dallagente e il suo contenuto
oggettivo, una risposta riconoscibile e non incongrua rispetto al motivo allegato. Si
ritiene applicabile ai casi di obiezione di coscienza, di manifestazioni pacifistiche. Tale
circostanza ha natura soggettiva.
laver agito in stato dira, determinato dal fatto ingiusto altrui (provocazione).
Sussistono due momenti: uno soggettivo impulso emotivo incontenibile che provoca
nellagente la perdita dei poteri di autocontrollo, uno oggettivorappresentato da un
fatto ingiusto, cio contrario a norme giuridiche e a norme sociali di convivenza. Non
viene riconosciuta quando esiste una sproporzione tra fatto provocatorio e fatto reattivo e
quando il fatto ingiusto solo putativo. La circostanza in esame ha natura soggettiva.
l'avere agito per suggestione di una folla in tumulto, quando non si tratta di
riunioni o assembramenti vietati dalla legge o dall'Autorit, e il colpevole non
delinquente o contravventore abituale o professionale, o delinquente per tendenza.
E presupposta la folla in stato di intensa tensione emotiva, e che l'agente vi si trovi
coinvolto e stimolato e che riceva lo stimolo ad agire dalla suggestione esercitata dalla
folla. Lattenuante esula se si tratta di assembramenti vietati dalla legge o dellAutorit e
se lautore un delinquente abituale o professionale ovvero delinquente per tendenza.
Natura soggettiva.
l'avere, nei delitti contro il patrimonio, o che comunque offendono il patrimonio,
cagionato alla persona offesa dal reato un danno patrimoniale di speciale tenuit,
ovvero, nei delitti determinati da motivi di lucro, l'avere agito per conseguire o
l'avere comunque conseguito un lucro di speciale tenuit, quando anche l'evento
dannoso o pericoloso sia di speciale tenuit. La valutazione del danno patrimoniale di
speciale tenuit deve essere valutato in relazione al valore della cosa, mentre costituisce
criterio sussidiario il riferimento alle condizioni economiche del soggetto passivo.
Rispetto alla nuova attenuante del lucro, il legislatore ha ritenuto opportuno
circoscriverne lapplicabilit richiedendo oltre la speciale tenuit del lucro, anche la
tenuit dellevento dannoso o pericoloso che mette in pericolo beni penalmente protetti
privi di un serio disvalore penale (lattenuante non sar mai applicabile ai delitti pi
gravi, ad esempio lomicidio, quantunque in concreto determinati da motivi di lucro.
Natura oggettiva.
lessere concorso a determinare levento insieme allazione o omissione del
colpevole, il fatto doloso della persona offesa.
Necessaria la presenza di due elementi:
84
1. luno materiale: l'inserimento dellazione nella serie delle cause che determinano
levento,
2. laltro psichico, rappresentato della volont di concorrere alla produzione dellevento
medesimo.
Tale attenuante esclusa nei delitti sessuali commessi in danno dei minori o degli
incapaci di intendere e volere. Circostanza oggettiva.
l'avere, prima del giudizio, riparato interamente il danno, mediante risarcimento di
esso, e, quando sia possibile, mediante le restituzioni; o l'essersi, prima del giudizio
e fuori del caso preveduto nell'ultimo capoverso dell'articolo 56, adoperato
spontaneamente ed efficacemente per elidere o attenuare le conseguenze dannose o
pericolose del reato.
Ex articolo 62 prevede due circostanze attenuanti, fondato sulla comune ratio del
ravvedimento del colpevole successivamente alla commissione del reato e comunque
prima dellinizio del giudizio.
1. la prima circostanza denominata risarcimento o riparazione del danno: ristoro
del danno sia effettivo ed integrale, in modo da compensare il danno patrimoniale
che il danno non patrimoniale. Secondo la consolidata giurisprudenza, integra gli
estremi dellattenuante, lofferta reale di una somma a titolo di risarcimento. Si
considerava a carattere soggettivo dalla dottrina, ma la Corte Costituzionale lha
ricostruite in chiave essenzialmente oggettiva (sentenza interpretativa di rigetto
n.138/98): il risarcimento indici di irrilevanza dellatteggiamento interiore del reo,
ma indice di preminente risvolto che si intende dare allesigenza che il pregiudizio
subito dalla persona offesa sia interamente ristorato,
2. seconda ipotesi di circostanza consiste nelladoperarsi in modo spontaneo ed
efficace al fine di elidere o attenuare le conseguenze:a spontaneit non presuppone
un autentico ravvedimento morale, ma sufficiente che lo sforzo del colpevole sia
frutto di una libera scelta e non leffetto della pressione di circostanze esterne. La
giurisprudenza sostiene che, le conseguenze di tale attenuante non si riferisca alla
natura patrimoniale del danno, tali da essere risarcibili: si esclude lapplicabilit della
circostanza ai reati contro il patrimonio. Prevale lopinione che si tratti di una
circostanza di natura oggettiva.
85
Anche a riguardo alle circostanze attenuanti generiche vige il principio del divieto della doppia
valutazione. Le circostanze generiche si considerano sempre come una sola circostanza e sono
soggette al principio del bilanciamento ex articolo 69 comma II e III.
Anche con riguardo a queste vige il principio ne bis in idem.
La legge di riforma del 2005 ha innovato anche in materia di circostanze attenuanti generiche.
Si aggiunto un comma II allart 62 bis.
Esso vieta, ai fini dellapplicabilit della diminuzione di pena, una valutazione che tenga conto di
parametri soggettivi, per i recidivi di cui al IV comma dellart 99 (recidiva reiterata), che siano
autori di alcune tipologie delittuose previste dallart 407 del codice di procedura penale.
In altre parole, si preclude in questi casi al giudice di tenere conto dei criteri di cui allart 133 circa
lintensit del dolo e la capacit di delinquere: una valutazione a carattere oggettivo che giustifica
la presunzione normativa a carattere assoluto circa lelevata intensit del dolo e lelevata capacit a
delinquere dei recidevi reiterati responsabili di particolari delitti.
Si comprime gli spazi di discrezionalit del giudice e questo appare criticabile nel merito perch
inficia da manifesta irragionevolezza alla stregua dei principi generali di responsabilit penale: una
volta che il legislatore in linea generale fa dipendere la valutazione giudiziale della gravit del reato
dallutilizzo di criteri a carattere sia soggettivo che oggettivo, non si comprende la logica che
consente di derogare ad alcuni di questi criteri con riferimento ad alcuni tipi di autori e ad alcune
tipologia sia pur gravi di illecito penale.
La valutazione dovr basarsi su parameri unicamente oggettivi.
RECIDIVA
Tra le circostanze inerenti la persona del colpevole (cfr.gli artt.69 comma IV 70 comma II) il
codice annovera la recidiva, cio ricaduta nel reato.
Il fenomeno del recidivismo cominci a destare allarme soprattutto a partire dalla seconda met
dellottocento.
Ma la recidiva come categoria giuridica tard ad affermarsi dal momento che si scontrava con
il principio di imputazione oggettiva e non soggettiva. Superate le vecchie resistenze essa ha
finito col fare ingresso nella maggior parte dei codici per soddisfare esigenze di prevenzione
speciale. infatti intuitivo il nesso tra recidiva e capacit a delinquere.
Listituto della recidiva stato oggetto di penetranti modifiche con la riforma del 2005. stata
infatti introdotta per alcuni casi lobbligatoriet di applicazione dellaggravante (prima sempre
facoltativa) e sono stati in generale previsti degli aumenti di pena pi consistenti.
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Unimportante modifica riguarda i reati presupposto, identificati adesso solo nei delitti non
colposi, con esclusione sia dellillecito colposo che delle contravvenzioni.
Il fondamento dellistituto soddisfa le esigenze di prevenzione speciale: in questo senso si
giustificherebbe un aumento di pene proprio perch la misura inflitta in occasione delle precedente
condanna si rivelata insufficiente a distogliere il reo dal commettere nuovi reati. infatti possibile
il nesso tra recidiva e capacit a delinquere
Larticolo 99 cp prevedeva tre forme di recidiva, diverse in quanto a presupposti e effetti giuridici.
La riforma del 2005 le ha lasciate invariate anche se ha previsto modifiche nella loro
regolamentazione e ne ha aggiunta una quarta.
1) recidiva semplice: consiste nella commissione di un delitto non colposo a
seguito della condanna irrevocabile per un latro delitto non colposo.
Laumento di pena , a seguito della riforma, di un terzo della pena (la vecchia
disciplina disponeva un aumento fino ad u senso). Presupposto
dellapplicabilit di questa aggravante che il precedente delitto sia stato
accertato con una sentenza definitiva di condanna: non invece necessario
che la pena sia stata effettivamente scontata. Ai fini della sussistenza della
recidiva semplice, vanno annoverati i c.d. effetti speciali della condanna,
infatti ex art.106: si tiene conto anche delle precedenti condanne rispetto alle
quali sia intervenuta una causa di estinzione del reato o della pena mentre non
si considerano le precedenti condanne per le quali siano intervenute cause
estintive di tutti gli effetti penali (es. riabilitazione).
2) recidiva aggravata: consiste nella commissione di un delitto non colposo
della stessa indole art.101- (cosiddetta recidiva specifica) o di altro delitto
non colposo entro cinque anni dalla condanna precedente (recidiva
infraquinquennale) o durante lesecuzione della pena o nel tempo in cui in
condannato si sottrae volontariamente allesecuzione della pena. In questi
casi la pena pu essere aumentata fino alla met. Qualora concorrano pi
circostanze tra quelle che fanno da presupposto alla recidiva aggravata
laumento di pena non pu ma deve essere della met
Nellambito della recidiva aggravata (ed in particolare di quella cosiddetta
specifica) assumono rilevanza anche i cosiddetti reati della stessa indole. Ex
articolo 101 cp sono considerati tali non solo i reati che violano una stessa
disposizione ma anche quelli che presentano nei casi concreti caratteri
fondamentalmente comuni. Occorre confrontare le fattispecie sotto due profili:
dal punto di vista la natura dei fatti che li costituiscono (es. sussiste tra la
truffa: la frode in commercio, la bancarotta fraudolenta),
dal punto di vista dei motivi che determinano la commissione dei reati (si
pensi ad es.ad un danneggiamento a ad un omicidio determinati dallintento
di realizzare una vendetta mafiosa).
3) recidiva reiterata: consiste nella commissione di un delitto non colposo da
parte di chi gi era recidivo La riforma del 2005 ha irrigidito gli aumenti di
pena per questa forma di recidiva:
a. aumento della met (e non come precedentemente fino alla met) per la
recidiva semplice;
b. due terzi (e non pi fino a due terzi) se la precedente recidiva aggravata.
87
DELITTO TENTATO
La consumazione del reato sta ad indicare la realizzazione di tutti gli elementi costitutivi di una
fattispecie criminosa.
Il giudizio relativo allavvenuta consumazione dipende dalle varie fattispecie criminose e va
effettuato caso per caso.
Nei reati di mera condotta la consumazione coincide con la compiuta realizzazione
della condotta vietata (es. il furto consumato si configurer allorch lagente si
impossessi della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene).
Nei reati di evento invece occorre oltre alla realizzazione della condotta anche la
produzione dellevento (es. nel caso di omicidio il reato consumato solo nel momento
in cui si verifica levento morte di un uomo).
Determinare il momento della consumazione di un reato rileva ai fini:
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di stabilire quale legge applicare in caso di successione di leggi nel tempo (art.2),
stabilire linizio della decorrenza del termine di prescrizione,
stabilire lapplicabilit di amnistia ed indulto,
stabilire la competenza territoriale (applicazione legge italiana rispetto alla legge penale
straniera ex art.6 cp).
Ricorre il delitto tentato nei casi in cui lagente non riesce apportare a termine il compimento
del reato programmato ma gli atti compiuti sono tali da esteriorizzare lintenzione criminosa.
Secondo la teoria oggettiva, la punibilit del tentativo giustificata in base allesigenza di
prevenire lesposizione a pericolo di beni giuridicamente protetti, da scartare la teoria
soggettiva secondo la quale la giustificazione della punibilit del tentativo starebbe piuttosto
nellesigenza di punire la pericolosit criminale mostrata dal soggetto agente.
Solo se il proposito criminoso si tradotto in un comportamento materiale che ha almeno
messo in pericolo il bene protetto giustificata la comminazione della sanzione.
In conseguenza del fatto che nel tentativo si pone solo in pericolo linteresse tutelato, senza lederlo,
giustificato il trattamento meno severo. Non i deve ritenere che il tentativo rappresenti un delitto
imperfetto.
Esso presenta tutti gli elementi di un autonomo delitto perfetto: fatto tipico, antigiuridicit,
colpevolezza.
Il tentativo quindi un reato autonomo, risultante dal combinato disposto degli art 56 con la norma
di parte speciale di volta in volta rilevante.
Es. il reato di tentato omicidio trova la sua fonte del combinato disposto degli art 56 e 575.
Laspetto problematico del tentativo rappresentato dallindividuazione della soglia di
punibilit.
Il criterio seguito dal codice Zanardelli al fine di individuare la soglia era quello basato sulla
distinzione tra:
atti meramente preparatori (non punibili)
atti esecutivi(punibili).
La distinzione tuttavia sposta ma non risolve i termini del problema nellindividuazione di quali
siano gli atti esecutivi.
Nellomicidio deve ritenersi esecutivo latto di sparare o gi quello di prendere la mira?
Per risolvere la questione sono stati proposti diversi criteri:
il criterio dellunivocit. Escogitato da Francesco Carrara: dovevano ritenersi
preparatori gli atti che, pur essendo idonei rispetto ala commissione del reato,
erano equivoci, esecutivi invece gli atti univoci.
il criterio dellaggressione della sfera del soggetto passivo, Carrara: secondo il quale
sono da considerare preparatori tutti gli atti che rimangono nella sfera del oggetto
attivo , esecutivi invece quelli che invadono la sfera del soggetto passivo.
il criterio dellazione tipica: V.Liszt, Hippel: sono da considerare esecutivi solo gli atti
che danno inizio allesecuzione della condotta di specie. Sorgono tuttavia delle difficolt,
per i reati causali, di individuare latto di inizio.
Il legislatore del Trenta ha cercato do trovare una soluzione alla questione.
Allart 56 egli fornisce una definizione di delitto tentato:
chi compie atti idonei diretti in modo non equivoco a commettere un delitto, risponde di delitto
tentato, se lazione non si compie o levento non si verifica.
89
Si ha tentativo sia se lazione non si compie sia se levento non si verifica. La distinzione
riprende la tradizionale divisione tra tentativo compiuto e tentativo incompiuto.
La distinzione non ha rilevanza pratica visto che la disciplina prevista dal codice Rocco la
stessa.
Dalla definizione si evince che i requisiti richiesti sono:
1. idoneit
2. univocit
Nellindividuazione di questi requisiti non deve mai perdersi di vista il criterio sostanziale
della punibilit del tentativo: la messa in pericolo del bene protetto.
1. idoneit dellatto (ex articolo 56 comma I) Si ha tentativo se lazione non si compie
(lomicida sorpreso mentre sta per vibrare un colpo di pugnale), o se levento non si
verifica(levento-morte non si verifica a causa di un errore di mira): va osservato in
primo luogo che il codice utilizza il termine atto e non mezzo. Ad un mezzo inidoneo pu
corrispondere un atto idoneo. (es. spillo utilizzato contro un emofiliaco) e viceversa.
Soprattutto in passato si riteneva che perch vi fosse idoneit dovesse individuarsi
unefficienza causale e cio gli atti posti in essere dovevano essere capaci di realizzare
levento preso di mira.
A questo orientamento si possono muovere due obiezioni:
a. Nel tentativo manca levento per cui non si pu figurarsi un rapporto di causalit. Se
si adotta nuottica di tipo causale, il giudizio relativo allidoneit dovrebbe compiersi ex
post: ma allora non si avrebbe mai tentativo punibile, proprio perch il mancato verificarsi
dellevento costituirebbe irrefutabile prova dellinidoneit degli atti compiuti a cagionarlo!
Inoltre chiaro che proprio dal momento che levento non si realizzato sar fin troppo
semplice sostenere linefficienza causale della condotta.
b. La dottrina recente ha elaborato il criterio della prognosi postuma secondo il quale per
verificare lidoneit occorre operare un giudizio ex ante e in concreto. Il giudice cio dovr
porsi idealmente nella stessa condizione dellagente allinizio dellattivit criminosa ed
accertare alla stregua di una valutazione operata in base alle conoscenze delluomo medio
eventualmente arricchite dalle maggiori conoscenze dellagente concreto, se gli atti erano
in grado di sfociare nella commissione del reato.
Tale criterio consente di tenere conto delle eventuali conoscenze ulteriori dellagente.
discusso se per essere idonei gli atti compiuti debbano comportare
o la probabilit del verificarsi del reato,
o la semplice possibilit di raggiungere il risultato,
o la verosimiglianza, cio che appaia verosimile rispetto allevento dovuto,
o ladeguatezza dellidoneit dellazione rispetto allevento voluto.
In assenza di indicazioni legislative occorre fare riferimento al criterio sostanziale della
punibilit del tentativo: la messa in pericolo del bene protetto.
Poich il pericolo presuppone la probabilit che levento si verifichi da ritenere che il
grado di idoneit richiesto sia pi vicino alla probabilit che alla mera possibilit.
2. univocit dellatto: Carrara. Listituto dellunivocit svolge la funzione di evitare
dilatazioni dellistituto del tentativo poich determinati atti pur essendo idonei possono
essere diretti sia a scopi leciti che a commettere reati.
(Es. chi imbraccia un fucile pu voler uccidere, intimidire, abbattere un animale)
Per stabilire se un atto sia o meno diretto in modo equivoco a commettere un reato si fa
riferimento:
90
del delitto di attentato, utilizzato soprattutto nel settore dei delitti contro la
dello stato, caratterizzato da unanticipazione del momento consumativo nel senso
normalmente potrebbe al pi costituire un tentativo viene considerato come un reato
La dottrina e la giurisprudenza hanno abbandonato oggi lorientamento secondo
il quale per integrare il delitto di attentato fosse sufficiente un atto anche solo
preparatorio purch espressione di una volont intesa a ledere il bene protetto.
Si ritiene piuttosto che occorrano gli stessi presupposti del tentativo e quindi ce
lattivit sia idonea a ledere il bene.
Reato impossibile.
Larticolo 49 al comma II stabilisce che la punibilit scusa quando per linidoneit dellazione
o per linesistenza delloggetto di essa, impossibile levento dannoso o pericoloso.
Ex articolo 49 ultimo comma: il giudice pu ordinare che limputato prosciolto sia sottoposto a
misura di sicurezza (nella specie di libert vigilata ex art.215 ult.comma)
Secondo linterpretazione tradizionale questa disposizione avrebbe carattere
superfluo perch non farebbe altro che ripetere in rovescio il contenuto dellart 56 e
cio che il tentativo non idoneo non punibile.
Altra dottrina ritiene invece che larticolo 49 II comma abbia una portata generale
fondamentale in quanto espressione del principio per cui non pu esservi reato
senza lesione o messa in pericolo (offesa) effettiva del bene protetto. Si tratta della
concezione realistica. Occorre non solo che il fatto corrisponda alla fattispecie tipica
ma che esso sia neanche concretamente offensivo. Tale orientamento fa riferimento
alla diversa struttura delle norme: larticolo 56 parla di atti mentre il 49 di azione,
93
CAPITOLO VI
CONCORSO DI PERSONE
Si parla di concorso di persone nel reato per indicare i casi in cui pi persone concorrono alla
realizzazione di un medesimo reato.
Il fenomeno sempre pi attuale per il crescere del fenomeno di criminalit collettiva o
organizzata.
Si deve distinguere listituto del concorso di persone da quello dellassociazione a delinquere.
Secondo un orientamento consolidato infatti:
- lassociazione a delinquere caratterizzata dalla presenza di un vincolo stabile tra i
soggetti e di un programma criminoso riferito ad un insieme indeterminato di fatti
delittuosi,
94
- nel concorso invece i vincolo tra i partecipanti occasionale e volto alla realizzazione
di uno o pi reati determinati (entit collettiva contingente, creata dai soggetti quale
presupposto che lunione fa la forza. Tale reato realizzabile anche da un solo reo).
A volte si parla di concorso eventuale di persone per distinguerlo dal concorso necessario che
ricorre quando la fattispecie costruita in modo da richiedere necessariamente la presenza di
pi soggetti perch il reato possa essere realizzato.
(Es. lomicidio un reato a concorso eventuale; la corruzione reato a concorso necessario.)
Le norme sul concorso hanno la funzione di rendere punibili anche comportamenti che non lo
sarebbero in base alle singole norme: svolgono quindi una funzione integratrice delle
disposizioni di parte speciale.
Es. Tizio e Caio decidono di commettere furto. Tizio di limita a fornire lo strumento per scassinare,
Caio lo utilizza per impossessarsi del denaro. In base alla norma su furto solo Caio sarebbe punibile.
Grazie alle norme sul concorso anche Tizio sar ritenuto responsabile.
Sono astrattamente ipotizzabili diversi modelli del concorso criminoso di persone:
modello differenziato: il legislatore si sforzer di tipizzare in maniera autonoma la
diverse forme di partecipazione, distinguendole in funzione dei ruoli rispettivamente
rivestiti dai vari concorrenti (autore, determinatore, istigatore, complice). Questa
tecnica su preoccupa di differenziare la responsabilit di ciascun concorrente sul piano
della tipicit del fatto,
modello unitario: legislatore incliner per la c.d. tipizzazione causale, riconduce alla
fattispecie concorsuale tutte le condotte dotate di efficacia causale nei confronti
dellevento, senza distinguere tra forme primarie e secondarie di partecipazione.
Il legislatore del 30 ha optato per il modello della tipizzazione unitaria basata sul criterio
dellefficienza causale della condotta di ciascun concorrente ( diversit di rotta rispetto il codice
Zanardelli del 1889)
Il modello fatto proprio dal nostro codice quello di cui allarticolo 110. Esso stabilisce che
quando pi persone concorrono nel medesimo reato ciascuna di esse soggiace alla pena per
questo stabilita. Il codice Rocco ha innovato la disciplina rispetto a quella del codice Zanardelli.
Ha adottato un modello unitario basato sullefficienza causale, rinunciando ad operare una
distinzione dei diversi ruoli.
Nella scelta ha influito probabilmente la matrice ideologica del codice: la scelta consentiva di
operare una maggiore repressione delle forme di criminalit collettiva.
Va evidenziato che la distinzione tra compartecipazione unitaria e secondaria di fatto stata
recuperata attraverso larticolo 114. Esso stabilisce che, quando il giudice ritiene che lopera
prestata da talune delle persone concorrenti abbia avuto minima importanza, egli possa diminuire la
pena.
Le critiche che possono muoversi al modello unitario riguardano leccessiva genericit del criterio
di determinazione delle condotte concorrenti, per cui di fatto si demanda al giudice la decisone di
quali condotte possano essere considerate tali (difetto di tipicit!).
Per spiegare il fondamento tecnico giuridico della punibilit di condotte atipiche rispetto alla
fattispecie incriminatrice sono state elaborate diverse teorie:
-
95
dellautore. Cos se Tizio fornisce a Caio lo strumento di scasso non potr essere
punito fintanto che Caio non realizzi lazione furtiva.
Questa teoria ha ricevuto diverse formulazioni:
o Secondo una prima versione (accessoriet estrema) la punibilit della condotta di
partecipazione accessoria dipende dalla realizzazione di una condotta principale a
sua volta punibile in concreto,
o Secondo una seconda versione dominante (accessoriet limitata), sufficiente la
realizzazione di un fatto obiettivamente antigiuridico anche se lesecutore non
punibile perch ad esempio non imputabile
La teoria dellaccessoriet viene criticata poich non riesce a giustificare la
punibilit nei:
1. casi di cosiddetta esecuzione frazionata: quelli nei quali nessuno realizza una
condotta-azione qualificabile come principale, mentre lazione tipica risulta
soltanto dallincontro dei diversi contributi dei singoli compartecipi.
Es. caso di rapina: A minacci con la pistola e B si impossessi del portafoglio,
2. e nei casi di reato proprio: nellipotesi in cui la condotta esecutiva fosse posta
in essere dallextraneus non qualificato, in combutta con il soggetto qualificato.
Es. ipotesi di peculato, la condotta principale non potrebbe che essere realizzata dal
soggetto che riveste la qualifica soggettiva pubblico ufficiale-, si dovrebbe
rinunciare allincriminazione a titolo di reato proprio ove a porre in essere la
condotta esecutiva fosse lextraneus privo di qualifica (es.un inserviente che
materialmente si appropria di danaro pubblico daccordo col superiore, capo
dellufficio). Obiezioni suscettive di essere ridimensionate.
-
teoria della fattispecie plurisoggettiva eventuale: per ovviare alle carenze della
teoria dellaccessoriet stata elaborata da parte della dottrina, tale sarebbe la
fattispecie del concorso di persone, quale fattispecie nuova, autonoma e diversa
incriminatrice di parte speciale modellata sullautore singolo.
Le condotte atipiche divengono tipiche per combinato disposto tra larticolo 110 cp e
una della disposizioni anche autonomamente incriminatici di parte speciale rilevanti:
questo crea unentit nuova, di forma unitaria nuova, nella quale le singole condotte
perdono la loro autonomia per divenire parti di un tutto.
In realt sia la teoria dellaccessoriet che la teoria della fattispecie plurisoggettiva sono in
grado seppure in diversa misura di spiegare la punibilit di condotte di partecipazione.
Non mancano gli argomenti per controbattere alle critiche mosse alla teoria dellaccessoriet:
per quanto riguarda i reati ad esecuzione frazionata, si pu rilevare che in questi casi
ciascuna condotta pu ritenersi accessoria rispetto allaltra (es. caso rapina: A che
minaccia con la pistola accede a quella di B che sottrae il portafoglio, integrandone la
tipicit e viceversa). Lo schema dellaccessoriet permane riferito, non ad una
96
condotta sia pure principale e ad una secondaria, ma a due condotte entrambe non
tipiche o tipiche parzialmente;
per quanto riguarda il reato proprio, in assenza di precise indicazioni legislative, si pu
sostenere che esso possa essere realizzato solo dal soggetto qualificato. Cos se per
esempio un inserviente e non il capo ufficio titolare della qualifica ad appropriarsi di
pubblico denaro si configurer non un concorso di peculato, ma un concorso in furto
o in appropriazione indebita.
Sembra per che la teoria della fattispecie plurisoggettiva spieghi meglio il fenomeno sul
piano logico-formale: la fattispecie concorsuale da vita ad una nuova tipicit ad essa
relativa, alla quale vanno rapportate le forme di partecipazione che da sole non integrerebbero
le fattispecie incriminatici di parte speciale.
Non per questo sul piano logico-astratto (sostanziale) la teoria plurisoggettiva appare
sempre chiara: essa non priva di difetti, essa infatti non indica infatti quali sono i criteri
minimi di una partecipazione penalmente rilevante ovverosia a quali condizioni le condotte
atipiche divengono tipiche rispetto alla fattispecie concorsuale.
Struttura del concorso criminoso.
Requisiti strutturali nel concorso di reato sono:
1. la pluralit di agenti
2. la realizzazione della fattispecie oggettiva di un reato
3. il contributo di ciascun concorrente alla realizzazione del reato comune
4. lelemento soggettivo
1. pluralit di agenti: si ritiene che sussista il requisito della pluralit di agenti anche se
taluno dei concorrenti non punibile per ragioni inerenti alla sua persona, assunto
ricavato dagli articoli 112 cp e 119 cp.
Lart 112 ultimo comma stabilisce che gli aggravamenti di pena si applicano anche se
taluno dei partecipanti non imputabile o non punibile. Dunque ai fini della
sussistenza del concorso criminoso, si prescinde dalla punibilit di qualcuno dei
concorrenti.
Lart 119 comma I stabilisce che le circostanze soggettive che escludono le pene per
taluno dei concorrenti hanno effetto solo riguardo alla persona a cui si riferiscono. Tra
queste circostanza sono ricompresse linimputabilit o la mancanza di dolo, se ne ricava
ancora una volta, dunque che: la pluralit dei soggetti sussiste anche se taluno sia
incapace di intendere o di volere o agisca senza volont colpevole.
Si possono pertanto ricondurre alla fattispecie del concorso di persone.
o il costringimento fisico a commettere un reato (art 46)
o reato commesso per un errore determinato dallaltrui inganno (art 48)
o costringimento psichico a commettere un reato o coazione morale (art 54 ultimo
comma)
o determinazione al reato di persona non imputabile o non punibile
Viene cos meno la necessit logico teorica di ricorrere alla figura dellautore mediato.
2. la realizzazione della fattispecie oggettiva di un reato: la fattispecie concorsuale si
compone di un elemento soggettivo e oggettivo: i contributi dei singoli concorrenti
devono confluire nella realizzazione comune della fattispecie oggettiva di un reato.
Quale ruolo ciascun partecipe rivesta nellesecuzione del fatto non ha importanza: il fato
collettivo pu essere realizzato da pi coautori o da un singolo autore con lausilio di uno o
pi complici, da pi soggetti ciascuno dei quali si limita a porre in essere una frazione del
97
fatto tipico (esecuzione frazionata) etc. Non necessario che fatto venga portato a
consumazione essendo sufficiente che sussistano gli estremi del tentativo. Non invece
punibile il semplice accordo sulla commissione di un reato (qualora laccordo non segua la
messa in atto del fatto programmato) e listigazione a commettere un reato se questo non
viene commesso. Ex art 115 cp il giudice in questi due casi applicare la misura di sicurezza
della libert vigilata, in quanto sia laccordo che listigazione possono assurgere a indici di
pericolosit sociale, salve le disposizioni di legge (es. art 302 istigazione areati contro la
personalit dello stato).
3. il contributo di ciascun concorrente alla realizzazione del reato comune: ciascun
concorrente deve contribuire personalmente alla realizzazione del fatto delittuoso comune. A
seconda del contributo arrecato si distingue tra
o concorso materiale: il compartecipe interviene personalmente nella realizzazione
del fatto materiale. Nellambito del concorso materiale si distingue tra autore (colui
che compie gli atti esecutivi del reato), coautore (interviene insieme ad altri nella
fase esecutiva), complice ( il compartecipe che si limita ad apportare un qualsiasi
aiuto materiale nella preparazione o esecuzione del reato).
legame effettivo fa una certa condotta ed un determinato evento, ma anche sul piano di
una puro attitudine causale. Ma non si possono applicare i criteri validi per il tentativo
ad un fatto giunto a consumazione! Tra laltro il nostro ordinamento escute la
punibilit del tentativo di partecipazione. Inoltre la giurisprudenza punisce le
condotte ex ante idonee a facilitare la commissione del reato ricorrendo alla figura
del concorso morale, dal momento che esse rafforzano il proposito criminoso.
La teoria preferibile appare quella della causalit agevolatrice. Occorrer verificare ex
post il legame tra contributo causale del partecipe ed evento concreto: qui esula una
partecipazione nellipotesi di furto in cui la partecipazione di un altro soggetto non
arreca alcun contributo alla realizzazione del furto (es. passante che vedendo un ladro che
sta rubando, decide allinsaputa di questultimo di fargli da palo: ma la sua attivit si limita ad
una mera presenza, non essendo necessario intervenire durante lazione furtiva): n sotto il
profilo dellimprescindibilit della sua presenza per la stessa realizzazione del furto (il
reato si sarebbe realizzato comunque) , n sotto quello di una pi limitata incidenza sulle
modalit di realizzazione dellazione furtiva (in mancanza di un previo accordo, il piano
organizzativo sarebbe rimasto il medesimo).
o concorso morale: il concorrente d un impulso psicologico alla realizzazione di
un reato materialmente commesso da altri.
Si distinguono due figure di concorso morale:
determinazione: il compartecipe fa sorgere in altri (autore) un proposito criminoso
prima inesistente,
istigazione: colui il quali si limita a rafforzare o eccitare di un altri un proposito
criminoso gi esistente
Le due figure sono caratterizzate da un diverso disvalore.
In altri ordinamenti a questo corrisponde un diverso trattamento sanzionatorio. Nel nostro
ordinamento il modello unitario.
Il legislatore utilizza il termine istigazione per desinare ogni forma di compartecipazione
morale. La rilevanza penale dellistigazione si deduce dal ex 115 comma II, dove si
stabilisce la non punibilit dellistigazione rimasta sterile (implicitamente si desume
dalla norma che, quando listigazione viene accolta ed il reato commesso, listigatore ne
risponde a titolo di concorso).
Rispetto alla causalit psicologica laccertamento senza dubbio pi complesso rispetto alla
causalit materiale. Ci non deve portare ad accontentarsi di verificare una generica idoneit a
funzionare come fattore di rafforzamento: si deve provare effettiva influenza sulla psiche
dellesecutore. Per questo sicuramente da escludere il concorso per la semplice
connivenza o adesione psichica. A differenza i quanto sostiene la giurisprudenza, secondo
la quale linfluenza sulla psiche pu avvenire anche attraverso la mera presenza sulla
scena del delitto, dunque la partecipazione psichica potesse essere individuata in base
alla sua generica attitudine io idoneit a funzionare come fattore di rafforzamento
dellaltrui proposito criminoso.
Per quanto riguarda lipotesi di divergenza tra il fatto oggetto di istigazione e il fatto
concretamente realizzato, tale divergenza pu riguardare il tipo di reato o loggetto
materiale del reato. In tale ultima ipotesi dovrebbe a rigore escludersi la responsabilit
dellistigatore per divergenza tra voluto e realizzato ma esigenze repressive portano ad una
diversa soluzione.
Particolare forma di istigazione: si dice agente provocatore colui il quale provoca un delitto al
fine di assicurare il colpevole alla giustizia. In genere si tratta di un appartenente alle forze
dellordine.
99
Tale figura sorta in origine come ipotesi di concorso morale sotto forma di istigazione qualificata,
andata nel corso del tempo ampliandosi fino a ricomprendere:
le ipotesi in cui lagente assume la veste di soggetto passivo del reato vittima
(es.truffa),
le ipotesi in cui lagente si infiltra in unorganizzazione per studiarne al struttura e
denunciarne i partecipanti,
le ipotesi in cui lagente acquista sostanze stupefacenti per acquisire elementi di prova.
Il problema posto dallagente provocatore, se lo scopo perseguito dellagente sia
sufficiente a far ritenere non punibile una condotta a titolo di concorso, di una condotta
che rimane pur sempre istigatrice:
Secondo un orientamento rigoristico (ormai superato) e della giurisprudenza: il fine
non pu giustificare un comportamento che oggettivamente e soggettivamente ha
contribuito a mettere in pericolo o ledere un bene giuridico protetto. Dunque non si
esclude la punibilit dellagente provocatore tranne nelle ipotesi di controllo e
contenimento delle azioni illecite altrui,
Altro orientamento dottrina dominante (quello preferito) sostiene che lagente non
pu essere punito per assenza di dolo ogni qual volta abbia agito con lo scopo di
assicurare i colpevoli alla giustizia e non abbia nemmeno accettato il rischio
delleffettiva consumazione del reato.
Nelle ipotesi specificatamente previste si deve ritenere che si tratti di adempimento di un
dovere (scriminante generica).
4. lelemento soggettivo: ciascuna condotta di partecipazione deve essere sorretta da un
corrispondente requisito psicologico.
Lelemento soggettivo del concorso costituito da due elementi :
- coscienza e volont del fatto criminoso,
- volont di concorrere con latri alla realizzazione di un reato
Non necessario il previo accordo (la reciproca consapevolezza dellaltrui concorso):
sufficiente che la coscienza del contributo fornito allaltrui condotta esisteva
unilateralmente.
La coscienza del concorso potr indifferentemente manifestarsi come intesa istantanea
o anche come semplice adesione allopera di un altro che rimane ignaro.
Se pi soggetti operano uno allinsaputa dell'altro non si configura concorso ma pi
reati autonomi monosoggettivi.
Nei casi in cui la fattispecie incriminatrice monosoggettiva richiede la presenza di un
dolo specifico sufficiente ai fini della configurabilit di un concorso punibile, che la
particolare finalit presa in considerazione dalla legge sia perseguita almeno da uno
dei soggetti che concorrono alla realizzazione del fatto.
Un problema discusso quello relativo allammissibilit del concorso doloso a delitto
colposo.
Es. Tizio spinge Caio a immettere una sostanza in acque destinate allalimentazione, allo
scopo di provocare un avvelenamento. Caio versava in errore non scusabile sulla natura
tossica della sostanza.
In una caso del genere, non avendo Tizio realizzato lazione e non sussistendo anche a suo
carico i presupposti di una responsabilit colposa (egli vuole lavvelenamento), lunico
modo per punirne il comportamento sembrerebbe quello di configurarlo come
partecipazione atipica incriminabile in quanto concorrente con un delitto colposo
100
altrui. Sennonch contro la possibilit che pi partecipi rispondano del medesimo fatto a
titoli diversi sembra essere di ostacolo pi di un argomento. Lart 110 fa infatti riferimento
alla commissione di un medesimo reato. Inoltre il legislatore, quando ha voluto che i
partecipanti rispondano a titoli diversi, lo ha espressamente previsto (es. art 116)
Ancora pi controverso il caso del concorso colposo a delitto doloso:
Es. Tizio consegna ad una donna un veleno topicida supponendo che lo voglia utilizzare per
uccidere ei ratti, pur essendo a conoscenza dellastratto proposito di lei di uccidere il marito,
cosa che puntualmente avviene.
Secondo un trincio generale del nostro ordinamento, non derogabile nellambito della
partecipazione ( e la dottrina sostiene): la responsabilit colposa presuppone sempre
unespressa previsione legislativa ex articolo 42 comma II, per cui sembrerebbe di dover
escludere, poich non prevista, lipotesi di cooperazione colposa nel delitto doloso.
Concorso nelle contravvenzioni
Ex articolo 42 ultimo comma le contravvenzioni siano indifferentemente punibili a titolo di dolo
o di colpa; dunque, ammesso il concorso nelle contravvenzioni dolose.
Discussa invece lammissibilit del concorso nelle contravvenzioni colpose.
Larticolo 113 cp infatti fa riferimento ai soli delitti.
Parte della dottrina e orientamento prevalente: ritiene che ci non sia dostacolo,
poich anche le contravvenzioni colpose rientrerebbero nella previsione generale di cui
allart 110 cp,
Contro questa tesi si sostiene che sostiene appunto lesclusione del concorso colposo
nelle contravvenzioni, tesi dominante, se si aderisce ad essa, se cadrebbe
nellincongruenza di ritenere applicabili le circostanze aggravanti di cui ai primi due
numeri dellart 112 solo al concorso in contravvenzioni colpose e non anche al
concorso in delitti colposi (crf, art.113 comma II). Poich in riferimento al concorso in
delitti colposi, lart 113 esclude lapplicabilit.
Si sostiene inoltre, ragione di natura politico-criminale, a ritenere incriminabile il
concorso colposo nelle contravvenzioni ex articolo 110 cp, si finirebbe col permettere
un eccessivo ampliamento di punibilit di condotte atipiche, ben maggiore: dato che il
numero delle contravvenzioni colpose maggiore dei delitti colposi.
Il legislatore ha tenuto conto della diversa rilevanza degli apporti, attraverso la previsione di
circostanze aggravanti e attenuanti.
Lart 112 prevede aggravamenti di pena la cui applicazione obbligatoria.
1)
2)
3)
4)
Dal 1991 (aggiunte apportate dalle leggi n.203/91 e n.172/92) il testo dellart 112 contiene due
nuovi commi che stabiliscono.
- laumento di pena fino alla met per chi si avvalso di persona non
imputabile o non punibile, a cagione di una condizione o qualit
personale, nella commissione di un delitto per il quale previsto larresto
in flagranza.
- un ulteriore aumento di pena se chi ha determinato o si avvalso di
persona non imputabile o non punibile il genitore esercente la potest,
nel caso previsto dal n.4 del comma I la pena aumentata fino la met e
in quello previsto dal comma II la pena aumentata fino a due terzi.
Lart 114 cp prevede delle circostanze attenuanti. La loro applicazione non obbligatoria, ma
facoltativa.
Il giudice pu diminuire la pena quando:
1)
ritenga che lopera prestata da una delle persone concorrenti abbia avuto
minima importanza nella preparazione o esecuzione del reato.
Il concetto di minima importanza una clausola generale che, come tale,
comporta difficolt interpretative:
secondo lopinione dominante occorre verificare il grado di imprescindibilit
della condotta (lazione del compartecipe ha una minima importanza quando
poteva essere facilmente sostituita).
la giurisprudenza ha fornito uninterpretazione molto rigido che di fatto finisce
con labrogare la stessa disposizione. Ha infatti escluso nella quasi totalit dei
casi la sussistenza dellattenuante.
2)
Comma III: minoranza psichica, stabilita a favore di chi stato determinato
a commettere il reato o a cooperare nel reato quando concorrono le
102
Larticolo 116 stabilisce che qualora il fatto commesso sia diverso da quello voluto da taluno
dei concorrenti anche questi ne risponde se levento conseguenza della sua azione o
omissione.
Si tratta di unipotesi particolare di aberratio delicti di cui allart 83.
La differenza sta nel fatto che levento diverso qui il risultato della volont di taluno dei
concorrenti e deve essere prevedibile per chi non lo ha voluto (mentre per lart 83
conseguenza di un errore nelluso dei mezzi di esecuzione e non si richiede la sua
prevedibilit)
Lart 116 nella sua formulazione originaria prevedeva un caso di responsabilit oggettiva (il
concorrente risponde per levento diverso non voluto sulla base del mero nesso di causalit)
Tacciata di incostituzionalit per il contrasto con il principio di colpevolezza (art 27 cost) la Corte
Costituzionale ha respinto leccezione con una sentenza interpretativa di rigetto.
Ha sostenuto che la responsabilit del concorrente poggia su di un nesso causale non solo
materiale ma anche psicologico nel senso che il reato diverso pi grave deve rappresentarsi
alla psiche del soggetto.
Esso deve cio essere prevedibile:
secondo parte della dottrina si tratta di una prevedibilit in astratto: lillecito non
dovuto deve appartenere al tipo astratto di quelli che si configurano come sviluppo di
quello originariamente voluto (es. lesioni omicidio)
secondo altro orientamento richiesta la prevedibilit in concreto: per stabilire se il
reato diverso effettivamente.
Per reato diverso deve intendersi quello avente un diverso nomen iuris: non tale un reato
aggravato (es. furto con scasso).
Il comma II dellart 116 prevede unattenuante: se il reato commesso pi grave la pena
diminuita per chi volle il reato meno grave.
Concorso nel reato proprio e mutamento del titolo del reato per taluno dei concorrenti
Lextraneus (il soggetto privo della qualifica personale richiesta) pu concorrere alla
commissione di un reato realizzazione (monosoggettivamente) soltanto da un soggetto
qualificato (c.d. intraneus): concorso di un reato proprio (ad es. dal cittadino comune che istighi
un militare alla diserzione).
Perch sussista il concorso ai sensi dellart 110 cp occorre che lestraneo abbia la
consapevolezza di concorrere alla realizzazione di un reato proprio, il ch presuppone che egli
sia a conoscenza della qualifica dellintraneus.
La qualifica dellintraneus a volte determinante ai fini dellesistenza stessa del reato altre
volte comporta il mutamento del titolo di reato.
103
Cosa succede se lestraneo ignora la qualifica posseduta dal concorrente? Secondo la comune
interpretazione proprio a tale situazione fa riferimento lart 117 se per le condizioni o qualit
personali del colpevole o per i rapporti tra il colpevole e loffeso muta il titolo del reato per
taluno di coloro che vi sono concorsi, anche altri rispondono dello stesso reato.
La disciplina di cui allart 117 persegue lobiettivo di far s che tutti i concorrenti rispondano
dello stesso reato.
Analogamente allart 116 cp prevede cos unipotesi di responsabilit oggettiva perch il
soggetto risponde di un fatto diverso da quel voluto.
C chi quindi propone uninterpretazione correttiva e sostiene che lart 117 costituisce una
deroga ai normali principi sul concorso contenuti nellart 110 per cui necessaria la conoscenza
della qualifica dellintraneo.
discusso se sia necessario che sia lintraneo a porre in essere lattivit esecutiva o lesecutore
possa essere anche lestraneo.
Ad esempio se un pubblico ufficiale agevola, lasciando aperta la cassaforte, il furto di un ladro
comune, si configura concorso in peculato o concorso in furto?
In mancanza di indicazioni legislative deve ritenersi che il concorso nel reato proprio sussista
solo se lattivit esecutiva resta sotto il controllo dellintraneo.
Secondo lorientamento prevalente invece infierente ai fini della configurabilit del concorso
nel reato proprio il ruolo rivestito dallintraneo.
Lo stesso art 117 prevede unattenuante facoltativa: il giudice pu diminuire la pena rispetto a
coloro per i quali non sussistano le condizioni , le qualit o i rapporti predetti.
Comunicabilit (o estensibilit) delle circostanze:
In seguito alla riforma ad opera della legge 19/1990, lart 118 stabilisce che le circostanze che
aggravano o diminuiscono le pene concernenti i motivi a delinquere, lintensit del dolo, il
grado della colpa e le circostanze inerenti alla persona del colpevole (imputabilit e recidiva)
sono valutate solo a favore della persona a cui si riferiscono.
La precedente disciplina distingueva tra circostanze soggettive ed oggettive:
le prime (soggettive) si applicavano solo ai concorrenti a cui si riferivano salvo non
fossero servite ad agevolare lesecuzione del reato. Non si estendevano mai le
circostanze soggettive inerenti alla persona del colpevole (e cio recidiva ed
imputabilit).
Le seconde (oggettive): tanto attenuanti che aggravanti, erano sempre valutate
rispettivamente a favore o a carico di tutti i concorrenti, anche se non conosciute da
taluno dei compartecipi.
Nel silenzio della legge si ritiene che le circostanze diverse da quelle menzionate soggiacciano
alla regola generale di cui allart 59 cp:
le aggravanti (per le quali vige il principio di colpevolezza) si applicano solo ai
concorrenti che ne abbiano avuto conoscenza effettiva e soltanto potenziale
(conosciute o conoscibili dal reo),
mentre le attenuanti per la loro rilevanza oggettiva, estendibilit a tutti i
partecipanti.
104
Altro aspetto discusso riguarda lapplicabilit ai concorrenti necessari delle norme sul concorso
eventuale relative alle circostanze.
La giurisprudenza lo esclude,
la dottrina no, a meno che queste norme non siano esplicitamente derogate.
Il concorso eventuale possibile anche con riguardo a reati necessariamente
plurisoggettivi: la partecipazione eventuale si potr configurare con riguardo a soggetti
diversi dai concorrenti necessari (es. Tizio istiga Caio e Sempronio ad una rissa).
Concorso eventuale e reati associativi:
Il dilagare negli ultimi anni della criminalit organizzata sia politico terroristica che di stampo
mafioso, ha posto dei problemi. Il reato di associativo un reato necessariamente
plurisoggettivo.
Ci si interroga se
-
sia ammissibile una responsabilit a titolo di concorso eventuale dei capi delle
associazioni criminose per i reati di scopo materialmente eseguiti da altri
associati:
la giurisprudenza tende a ravvisare in maniera automatica una responsabilit dei
capi per i reati eseguiti dagli altri associati, attribuendo loro il ruolo di concorrenti
morali, sotto forma di istigazione o determinazione (anche implicita!) al reato.
La dottrina di diverso avviso: ritiene che sia necessario verificare caso per caso la
sussistenza dei requisiti del concorso morale. Non basta cio che i singoli atti
delittuosi rientrino nelle direttrici programmatiche fissate in linea generale dai capi
medesimi, ma necessario che siano sufficientemente predeterminati almeno i tratti
essenziali dei singoli comportamenti delittuosi.
106
PARTE III
SEZIONE I
TIPICITA
Negli ultimi decenni si assisto ad un impressionante aumento della criminalit colposa. Di qui la
necessit di un maggiore approfondimento dogmatico della struttura del delitto colposo, che
ha infine indotto la dottrina pi recente a costruire la fattispecie colposa in modo separato ed
autonomo rispetto al modello doloso di reato.
Il reato colposo non costituisce soltanto una seconda e meno grave forma di colpevolezza da
affiancare al dolo.
Rappresenta un modello specifico di illecito penale dotato di struttura e caratteristiche
proprie che emergono gi sul piano della tipicit e che si riflettono fin sul terreno della
colpevolezza.
Lelaborazione dottrinale della teoria del reato iniziata allombra del modello fondamentale
cio il reato doloso e si poi assistito alla tendenza a trasferire meccanicamente dogmi costruiti in
quella sede sul reato colposo.
Solo pi di recente la dottrina ha evidenziato lautonomia strutturale del modello colposo: si cos
elaborato un concetto di azione diverso da quello proprio dellazione del reato doloso,
specifica per il reato colposo.
Anche per il reato colposo la coscienza e volont sono elementi imprescindibili (ex art 42)
dellazione.
Ma nel reato colposo esse assumono rilevanza non solo come coefficienti psicologici (colpa
cosciente), ma anche e soprattutto come coefficienti normativi (colpa incosciente).
In questo lazione colposa si distingue da quella dolosa, dove coscienza e volont sono sempre
coefficienti psicologici effettivi.
Lazione si considera voluta anche quando risulta soltanto dominabile dal volere. Assumono
cos rilevanza non solo comportamenti coscienti e volontari in senso proprio ma anche
atti riflessi
atti istintivi
107
atti automatici
Unazione rileva penalmente solo se possibile muovere al soggetto il rimprovero per averla
compiuta. Nel reato colposo i presupposti dellazione finiscono col coincidere con le condizioni
che rendono possibile limputazione colposa.
Lart 43 cp definisce colposo o contro intenzione levento quando, anche se preveduto, non
voluto dallagente e si verifica a causa di negligenza o imprudenza o imperizia ovvero per
inosservanza di leggi, regole, o discipline.
Va chiarito che la violazione delle regole cautelari costituisce, in primo luogo, un elemento di
tipicit, prima ancora che unespressione di colpevolezza. Linserimento dellinosservanza delle
regole cautelari tra gli elementi della tipicit consente di enucleare una misura oggettiva di
diligenza, che tra laltro concorre a rafforzare la tutela dei beni giuridici.
Alla base delle norme precauzionali stanno regole di esperienza ricavate da giudizi ripetuti nel
tempo sulla pericolosit di determinati comportamenti.
La prevedibilit e levitabilit dellevento costituiscono i criteri di individuazione delle misure
precauzionali da adottare nelle diverse situazioni concrete.
Pu accadere che lagente si trovi ad operare in situazioni nelle quali luso sociale non si ancora
pronunciato (si pensi alle attivit scientifiche di sperimentazione). In quei casi il soggetto si trova
costretto a compiere ex novo il giudizio prognostico relativo alla pericolosit dellazione. Il
criterio della prevedibilit ed evitabilit opera anche nel caso di colpa specifica dovuta
allinosservanza di regole scritte di condotta (solo che in questo caso il giudizio prognostico
compiuto dallautorit che pone la norma scritta).
Una riprova della funzione fondante del criterio in esame si ricava da quellorientamento
tradizionale per cui il caso fortuito esclude la colpa. Il caso fortuito non altro che un
accadimento non prevedibile.
Le regole precauzionali possono avere una fonte sociale oppure una fonte giuridica.
Si parla nel primo caso di colpa generica (fonte sociale), nel secondo di colpa specifica (fonte
giuridica).
1) colpa generica (fonte sociale): contempla le ipotesi in cui sono violate norme di
diligenza sociali (quelle che trovano la loro fonte non in norme giuridiche ma nei
dati dellesperienza). Vi rientrano i casi di negligenza, imprudenza e imperizia.
Si ha negligenza quando si viola una regola cautelare che impone unattivit
positiva (es. controllare che il gas sia chiuso prima di uscire di casa)
Limprudenza consiste nella trasgressione di un obbligo di non realizzare
una determinata azione o di compierla con modalit diverse da quelle tenute
(es. non mettersi alla guida in stato di profonda stanchezza)
Limperizia consiste in una forma di imprudenza o negligenza qualificata e
si riferisce ad attivit e quindi regole tecniche (es. attivit medica).
In passato si riteneva che nel caso di imperizia la colpa sarebbe ravvisabile
solo nei limiti della colpa grave.
Tale orientamento era affermato soprattutto con riguardo allerrore medico. Si
portava a sostegno lart 2236 del cod. civ. secondo cui ove la prestazione
implichi la soluzione di problemi tecnici di speciale difficolt il prestatore
dopera risponde solo in caso di dolo o colpa grave. Attualmente si sostiene
che lart 2236 abbia carattere eccezionale e non sia applicabile in via
analogica: la colpa per imperizia andrebbe valutata in base agli stessi
108
obbligo di astensione dal compiere una determina azione (es. non mettersi alla
guida se si stanchi). Talora pu gravare su coloro i quali non sono sufficientemente
esperti per svolgere prestazioni che richiedono particolari conoscenze tecniche (es. il
medico ancora inesperto deve astenersi dal compiere unoperazione che richiede
grande competenza)
obbligo di adottare misure cautelari: (es. rispetto dei limiti di velocit)
obbligo di preventiva informazione (es. limprenditore deve preventivamente
informarsi di tutte le norme di sicurezza prescritte)
obbligo di controllo sulloperato altrui: chi riveste una posizione gerarchicamente
sovraordinata ha anche lobbligo di scegliere adeguatamente i propri collaboratori, di
istruirli e di controllarne loperato
109
Nellambito della stessa categoria possibile a volte individuare una pluralit di tipi di agente
modello (es. medico generico, specialista, cattedratico).
In alcuni casi se lagente reale possiede conoscenze superiori rispetto a quelle proprie del tipo di
appartenenza, queste dovranno essere tenute on considerazione nella determinazione della misura
dellobbligo di diligenza al fine di non dar luogo ad esenzioni non giustificate di responsabilit (es.
il ricercatore scientifico che lavora con sostanze chimiche la cui pericolosit nota a lui solo).
Si distingue tra
maggiori conoscenze causali (es. automobilista che conosce la pericolosit di un
incrocio vicino a casa sua). Esse incidono sulla prevedibilit dellevento e dunque
saranno sempre tenute in considerazione.
speciali capacit (es. automobilista che di mestiere pilota di Formula 1).
Di esse si terr conto solo in relazione allesercizio della specifica professione a cui si
riferiscono.
Laccertamento della colpa rileva sia in sede di tipicit che in sede di colpevolezza: si parla di
doppia misura della colpa:
sede tipicit: si accerta la violazione del dovere obiettivo di diligenza
commisurato alla stregua dellagente-modello,
in sede colpevolezza, rimarrebbe da verificare se il soggetto che ha agito
in concreto era in grado di impersonare il tipo ideale di agente collocato
nella situazione data.
Per fondare una responsabilit penale necessario che entrambi i profili siano integrati.
Per una responsabilit extrapenale sarebbe sufficiente accertare la colpa sotto il profilo
psicologico della violazione di regole cautelari, anche se non rimproverabile.
Il rispetto di regole cautelari trova un limite nel:
A. rischio consentito (anche detto adeguatezza sociale).
Esistono delle attivit che, anche se pericolose, sono consentite perch indispensabili o utili alla vita
sociale (es. circolazione stradale). Qualora il danno si verifichi nonostante il diligente svolgimento
delle suddette ci che manca il disvalore tipico dellillecito colposo.
Sorge il problema di stabilire entro quali limiti il rischio sia consentito: la soluzione dipende
da un delicato bilanciamento di interessi (da un lato protezione dei beni giuridici minacciati dalle
attivit rischiose, dallaltro la liber dazione).
La questione appare particolarmente delicata con riferimento alla responsabilit per il tipo di
produzione (cio per la specie di attivit produttiva svolta da una determinata impresa) laddove sia
assente la previsione legale di misure precauzionali.
Un criterio per individuare larea del rischio consentito rappresentato dalle autorizzazioni
amministrative che oltre a rendere lecito lo svolgimento di determinate attivit ne subordina
lesercizio al rispetto di precise norme cautelari.
B. Relativamente agli obblighi cautelari aventi ad oggetto la condotta di terzi occorre
distinguere a seconda che la norma violata sia scritta o meno.
-
110
Nel caso di responsabilit dolosa del terzo (mancato impedimento del fatto
doloso del terzo) vale a maggior ragione il principio di autoresponsabilit per
cui ciascuno risponde delle proprie azioni deliberate in modo libero.
Il principio di autoresponsabilit subisce delle deroghe:
nei casi in cui lagente riveste una posizione di garanzia che ha come
contenuto la difesa di un bene rispetto anche alle aggressioni dolose di
terzi (es. guardia del corpo),
nei casi in cui un soggetto deve svolgere una funzione di controllo di
fonti di pericolo (es. custode di materiale esplosivo)
Causazione dellevento
In tema di causalit nel reato colposo vale quanto detto per il modello doloso (vale cio la teoria
condizionalistica per laccertamento del nesso di causalit) con la precisazione che in questo caso
levento deve apparire come la concretizzazione del rischio che la norma di condotta violata
tendeva a prevenire.
Levento cagionato deve in altre parole appartenere a quelli che la norma di condotta mirava
a prevenire. Se cos non fosse si finirebbe col punire in base al semplice nesso di causalit
materiale (responsabilit oggettiva).
discusso se la prevenibilit dellevento che la norma precauzionale mirava a prevenire
debba essere verificata in astratto o in concreto:
- Secondo la tesi della prevenibilit in astratto si deve sempre presumere che losservanza della
norma cautelare violata sarebbe valsa ad impedire levento, specie quando si in presenza di leggi
cautelati scritte in cui il giudizio di evitabilit stato gi espresso dal legislatore.
- La tesi della prevenibilit in concreto preferibile. E tuttavia appare difficile spiegare sul piano
dogmatico lefficacia liberatoria dei casi in cui levento si sarebbe verificato comunque anche
tenendo la condotta conforme allobbligo di diligenza.
111
Tra i correttivi proposti quello che pi convince il criterio dellaumento del rischio (3): ai fini
del giudizio di responsabilit occorre verificare se linosservanza della regola di condotta ha
determinato un aumento del verificarsi dellevento lesivo.
Obiezioni al comportamento alternativo lecito e le relative giustificazioni dogmatiche,
giurisprudenza e dottrina tedesca:
comportamento
alternativo
lecito,
cio
quel
comportamento omesso conforme al dovere di diligenza ma inidoneo ad impedire levento.
1. Orientamento pi diffuso ritiene che nelle ipotesi in esame manche il nesso causale tra colpa
ed evento, levento non una vero conseguenza della violazione della regola di condotta,
2. seconda soluzione consiste nello scindere laccertamento causale in due fasi: in primo se si
tratta di stabilire se lazione ha materialmente cagionato levento (in risposta positiva, si
lascia insoluto il problema se sussiste uno specifico legame colposo, tra condotta ed evento.
inoltro bisogna compiere un ulteriore verifica, cio se losservanza della condotta conforme
al dovere di diligenza sarebbe valsa a impedire levento (in caso di risposta negativa,
esclusione nesso colpa ed evento)
SEZIONE II
ANTIGIURIDICITA
Anche nel caso del reato colposo, va accertata lassenza di cause di giustificazione, ai fini della
formulazione del giudizio di antigiuridicit.
La tipicit (nel reato colposo) ha una funzione indiziante rispetto allantigiuridicit concepita
come assenza di cause di giustificazione. Le cause di giustificazione nellambito del reato colposo
presentano delle problematiche diverse da quelle che sorgono in relazione al reato doloso.
1) consenso dellavente diritto: la giurisprudenza prevalente tende ad escludere lefficacia
scriminante del consenso nei reati colposi perch
a. il consenso quale volont di lesione incompatibile con il carattere involontario
del reato colposo
b. il consenso non pu intervenire in relazione ai beni di vita e integrit fisica (beni
indisponibili) a presidio dei quali si pongono i reati colposi
Contro queste affermazioni si pu obiettare
a. si pu consentire ad unattivit pericolosa senza per questo volere leffettiva
verificazione dellevento lesivo. es. dei giovani salgono sulla motocicletta di un
amico pur consapevoli che la strada sconnessa pu provocare una caduta (che poi si
verifica)
b. anche se sono pochi esistono comunque dei reati colposi posti a tutela di diritti
disponibili. Daltra parte non neanche del tutto vero che non si possa mai esporre a
pericolo il bene della vita. Lobbligo di non esporre a rischio la vita altrui trova un
limite nel riconoscimento del principio di autodeterminazione. Se ad es. un
equipaggio di pescatori segue il capogruppo pur consapevole delle pessime
condizioni del tempo, per scagionare il capo basta dimostrare che le vittime erano in
grado di valutare il pericolo.
La scriminante del consenso stata in passato invocata anche per legittimare lattivit
medica e lattivit sportiva.
Oggi invece si tende a rinvenire il fondamento della liceit di tali attivit nellart 51cp
(autorit giuridicamente autorizzate) ed il consenso richiamato quale condizione
aggiuntiva di legittimit (es. consenso del paziente nel attivit terapeutica) o per rendere
legittime delle condotte che fuoriescono dallo schema di quelle autorizzate (es. forme di
violenza che travalicano i limiti di quella autorizzata nello sport).
112
COLPEVOLEZZA
Per quanto concerne il terzo elemento strutturale del reato colposo (la colpevolezza) si deve
premettere che con riguardo allimputabilit e alla coscienza dellilliceit valgono le stesse
considerazioni fatte per il reato doloso. Relativamente alla struttura psicologica della colpa essa
presuppone lassenza della volont diretta a commettere il fatto.
Si distingue tra
Una volta accertata oggettivamente la violazione del dovere di diligenza (sotto il profilo della
tipicit) occorre verificare ai fini del giudizio di colpevolezza lattitudine del soggetto a
conformare il proprio comportamento alla regola violata e quindi se gli si possa muovere o
meno un rimprovero per non aver tenuto il comportamento dovuto.
Il problema stabilire quali qualit personali debbano essere prese in considerazione per
stabilire se il soggetto agente aveva la possibilit di agire altrimenti.
Certo non si pu tenete conto di tutte le caratteristiche personali dellagente concreto perch si
finirebbe per giustificare ogni azione colposa.
La maggiore o minore attenzione di tali caratteristiche dipende anche dalle esigenze che si vogliono
soddisfare: se si vogliono privilegiare esigenze di prevenzione generale si terranno in minore
considerazione, viceversa se si vuole potenziare il principio di colpevolezza le si terr in
maggior conto.
In una prospettiva di equilibrio tra le opposte esigenze preferibile ritenere che si debba
riconoscere rilevanza alle caratteristiche fisiche ed intellettuali e non ai limiti caratteriali
quindi ad esempio da ritenere che vada esente da colpa lautomobilista principiante che a lezione
di guida, in una situazione di emergenza, non realizza la manovra necessaria ad evitare il ferimento
di un terzo.
Lart 133 cp menziona tra gli indici di commisurazione della pena i gradi della colpa.
A scanso di equivoci va chiarito che ai fini della responsabilit penale non sono utilizzabili criteri
civilistici relativi ai gradi di colpa.
Piuttosto il grado di colpa va valutata con riferimento al grado di divergenza tra il
comportamento tenuto e la condotta doverosa e in base al grado di esigibilit del
comportamento doveroso.
Causa di esclusione della colpevolezza:
Secondo parte della dottrina occorre tenere conto delle circostanze anormali concomitanti
allagire che possono incidere sullesigibilit del comportamento richiesto, questo si evince
dalladesione alla concezione normativa della colpevolezza.
Qualche autore ritiene che rientrino in questa categoria caso fortuito, forza maggiore e
costringimento fisico. Ma il problema delle circostanze anormali non si pone per queste fattispecie
poich esse sono state tipizzate dal legislatore (art 45 e 46) ed il giudice sar tenuto di certo a
tenerne conto.
Il problema si pone piuttosto per le circostanze non tipizzate: stanchezza eccessiva,
stordimento, terrore.
La rilevanza scusante di tali circostanze pu trovare fondamento nellarticolo 42 comma I cp
secondo cui nessuno pu essere punito per unazione od omissione se non lha commessa con
coscienza e volont , e di conseguenza queste circostanze scusano se sono in grado di inibire i
poteri di orientamento cosciente e volontario.
114
SEZIONE IV
LA COOPERAZIONE COLPOSA
La disciplina di cui allarticolo 113 cp stabilisce che nel delitto colposo quando leventi stato
cagionati dalla cooperazione i pi persone ciascuna soggiace alla pena stabilita per il delitto
stesso.
Un primo problema riguarda la distinzione tra cooperazione colposa e concorso di cause
colpose indipendenti.
Secondo la dottrina il discrimine segnato dallesistenza o meno di un
legame psicologici: si ha cio cooperazione colposa quando detto
legame sussiste (es. Tizio incita Caio tenere una velocit eccessiva alla
guida); concorso di fatti colposi indipendenti quando detto legame non
sussiste (es. Tizio e Caio luno allinsaputa dellaltro concorrono a
provocare uno stesso incidente). Per alcuni autori tale legame
psicologico consiste nella consapevolezza di collaborare con la propria
condotta allazione materiale altrui , secondo altri occorre la
consapevolezza del carattere colposo della condotta altrui.
Per la dottrina maggioritaria lart 113 non avrebbe solo una funzione
di disciplina ma anche una funzione incriminatrice. Oltre a stabilire la
disciplina per fatti che sarebbero gi autonomamente punibili esso infatti
servirebbe ad attribuire rilevanza a comportamenti colposi atipici rispetto
alle fattispecie monosoggettive come tali no punibili.
Fiandaca e Musco non appoggiano questa tesi: non si comprende perch
la semplice colpevolezza di concorrere con altri basti a rendere
incriminabile una condotta in s lecita perch non contrastante con alcuna
regola precauzionale.
In particolare dubbi sorgono con riferimento agli illeciti causalmente
orientati. In queste fattispecie, il cui disvalore penale rappresentato
dalla causazione dellevento lesivo mentre appaiono indifferenti le
modalit specifiche che ineriscono il processo causale, la condotta
sar tipica se oltre ad avere efficacia causale si pone in contrasto con
un dovere di diligenza.
Cos ad esempio nel caso Tizio affidi la propria automobile a Caio
sapendolo privo di patente e Caio provochi lesioni a terzi non c bisogno
di ricorrere alla funzione incriminatrice dellart113: la condotta colposa
in s e per s. Ha infatti efficacia causale e contrasta con lobbligo di
diligenza di non afide il mezzo a terzi non patentati.
Una funzione incriminatrice pu essere svolta dallart 1134 con
riferimento alle fattispecie a forma vincolata. Per tali fattispecie, che
richiedono delle specifiche modalit di realizzazione dellevento lesivo,
un semplice comportamento di collaborazione che non integri gli estremi
del fatto descritto resterebbe irrilevante. Tuttavia proprio in questi casi
utilizzare lart 113 con funzione estensiva, pu apparire inopportuno
sotto il profilo della legalit. Se il legislatore ha voluto tutelate alcuni
ben solo contro quelle specifiche modalit di offesa contemplate,
lestensione della punibilit a condotte non previste appare infatti una
forzatura.
115
PARTE IV
IL REATO OMISSIVO
CAPITOLO I
IL REATO OMISSIVO
SEZIONE I
NOZIONI GENERALI
Il modello tipico di illecito penale, tradizionalmente costituito dal reato di azione.
Fino allinizio del Novecento il reato omissivo costituisce leccezione. Coerentemente ad
unideologia liberale lunico limite alla libert dazione del cittadino era rappresentato dallobbligo
di non aggredire le altrui posizioni di interesse; conformemente allaffermarsi del diverso principio
solidaristico che fa obbligo di attivarsi per la salvaguardia dei beni altrui posti in pericolo si assiste
al progressivo incremento della forma di responsabilit per omissione. Tale incremento subisce la
massima espansione con la legislazione sociale del secondo dopoguerra.
Con il crescere dei reati omissivi aumenta anche lattenzione della dottrina per tale figura di
reato che merita pertanto uno studio a se stante.
Qualcuno dubito della conformit della fattispecie del reato omissivo con il principio di offensivit.
Infatti lincriminazione di condotte omissive mirerebbe non tanto ad impedire la lesione di un bene
giuridico preesistente quanti piuttosto a promuovere i benessere collettivo attraverso la creazione di
un bene o di unutilit futura. Tale orientamento non tiene in considerazione che esistono in effetti
fattispecie omissive poste a presidio di un quid del tutto assimilabile ad un bene giuridico (es. beni
cosiddetti di prestazione costituiti dalle disponibilit economico finanziarie necessarie ad assolvere
le funzioni tipiche di uno stato sociale.
I reati omissivi si distinguono in
-
116
SEZIONE II
Il legislatore provvede a fissare gli elementi costitutivi della fattispecie La figura del reato omissivo
proprio strutturalmente costituita da una situazione tipica, che pu essere definita come linsieme
dei presupposti da cui scaturisce lobbligo di attivarsi. Es. nellomissione di soccorso la situazione
tipica costituita dalla condizione di pericolo in cui versa il soggetto bisognoso di aiuto.
Nel descrivere la fattispecie il legislatore pu utilizzare elementi descrittivi o elementi normativi,
cos come nel reato commissivo.
Lomissione secondo la teoria normativa (che rinuncia a darne una nozione fisica) in non
compimento da parte di un soggetto di una determinata azione che era da attendersi in base ad una
norma. Condotta omissiva tipica il mancato compimento dellazione richiesta.
Occorre che il soggetto abbia la possibilit materiale di agire nel senso richiesto dalla norma.
Questa possibilit esclusa
dallassenza delle necessarie attitudini psico fisiche: es. non omissione di soccorso il
mancato intervento in aiuto del bagnante i difficolt da parte di chi non sa nuotare.
dalle condizioni esterne: es. la lontananza dal luogo
Nella capacit di agire intesa in senso pi ampio rientrano anche le capacit intellettive: di
essa si terr conto in sede di colpevolezza
Una prima limitazione riguarda le fattispecie rispetto alle quali il legislatore fa esplicita
menzione della condotta omissiva (es. art 450 delitti colposi di pericolo; 659disturbo delle
occupazioni o del riposo delle persone).
Altra limitazione riguarda quelle fattispecie integrate da una condotta necessariamente
caratterizzata da un comportamento positivo (in particolare i reati a condotta vincolata) come
il furto e , per le stesse caratteristiche, i reati di mano propria e i reati abituali. Al contrario vi
sono fattispecie che incriminano la violazione di obblighi comportamentali in cui la
violazione pu avvenire indifferentemente con una commissione o unomissione. Es. lart 380
incrimina il consulente tecnico o il patrocinatore che rendendosi infedele ai suoi doveri
professionali arreca danno alla parte da lui assistita.
Unulteriore indicazione data dal fatto che la norma dellart 40 inserita nella rubrica del
rapporto di causalit da cui si deduce che la clausola di equivalenza vale solo per i reati di
117
evento. Specifico campo dazione della clausola risulta quindi quello dei reati causali
puri cio di quei reati di evento il cui disvalore si incentra nella produzione del risultato
lesivo mentre sono indifferenti le specifiche modalit di realizzazione. Sono costruiti
secondo questo schema i reati contro la vita e lincolumit personale e i reati contro
lincolumit pubblica.
discussa invece loperativit dellart 40 comma II rispetto ad esempio ai reati posti a tutela del
patrimonio poich la funzione della clausola di equivalenza quella di apprestare una tutela
rafforzata a beni che la meritano ed dubbio se il patrimonio rientri tra questi. Oltretutto questi reati
(si pensi al furto) sono in genere costruiti come reati a condotta vincolata.
Si deve ritenere che i limiti individuati valgano anche per le ipotesi di concorso mediane
omissione e quindi possa essere possibile solo rispetto ai reati causali puri. Parte della dottrina
invece sostiene sia possibile la partecipazione mediante omissione alla commissione di
qualsiasi illecito (es. custode che volontariamente non impedisce che dei ladri si introducano in
magazzino)
Anche per il reato omissivo improprio la fattispecie obiettiva ricomprende la situazione tipica.
Oltre ad essa fanno parte della fattispecie la condotta missiva di mancato impedimento e
levento non impedito: ovviamente occorre dimostrare una connessione tra levento e la condotta
omissiva.
Nonostante gli sforzi da parte della dottrina in tal senso non possibile nei reati omissivi
riscontare un rapporto di causalit uguale a quello esistente nei reati commissivi. Non esiste
infatti quel rapporto tra dati reali del mondo sterno e di conseguenza per determinare il nesso d
omissione evento si emette un giudizio ipotetico o prognostico. Il giudice deve immaginare
come realizzata lazione doverosa omessa e verificare se in presenza di essa levento lesivo
sarebbe venuto meno. Ci non toglie che i criteri per accertare la causalit siano gli stesi, adattati.
Per effettuare il giudizio prognostico infatti si ricorre a leggi scientifiche
Es. per verificare i nesso di causalit tra omissione del medico che non pratica lantitetanica e la
morte provocata dallinfezione tetanica occorre verificare lesistenza di una legge biologica che
asserisca che linoculazione del siero rende generalmente inattivo il focolaio infettivo.
Anche la verifica della condicio sine qua non presenta nel reato omissivo improprio le proprie
peculiarit. Lomissione causa dellevento quando non pu essere materialmente sostituita
dallazione doverosa, senza che levento venga meno (nellesempio, supponendo mentalmente
avvenuta linoculazione del siero, la morte per infezione non sarebbe intervenuta).
Il grado di certezza raggiungibile nella causalit omissiva non pu esserlo stesso del nesso
causale vero e proprio. Il giudizio infatti effettuato in termini ipotetici.
In fatto che si richieda un grado di certezza meno rigoroso non toglie che possano esistere casi in
cui il giudizio prognostico sullattitudine dellazione doverosa ad impedire levento possa
raggiungere un grado vicino alla certezza.
Il campo in cui maggiormente si sono manifestate le problematiche della causalit nel reato
omissivo improprio il settore della responsabilit medica.
In alcuni casi la giurisprudenza fa ricorso a criteri statistico-medici piuttosto rigorosi
probabilmente a maggiore salvaguardia del bene della vita umana per cui si accontenta di un grado
di probabilit baso dellidoneit dellazione doverosa a scongiurare levento.
Altre volte utilizza il criterio dellaumento del rischio per cui il nesso viene ravvisato se lintervento
del medico avrebbe fatto diminuire il rischio di verificarsi dellevento.
Caso: i genitori di una bambina affetta da talassemia per motivi religiosi (abbracciano il culto dei
testimoni di Geova) decidono di interrompere la terapia di trasfusioni a cui la figli viene
periodicamente sottoposta non impedendone cos la morte sopraggiunta per grave anemia. qui
118
119
120
compiere unazione positiva pericolosa (quale quella di guidare unautomobile nel traffico) e non
una posizione di garanzia in senso tecnico.
Altri casi problematici riguardano i reati dolosi caratterizzati dallimpedimento di azioni
soccorritrici altrui o di interruzione di un personale intervento soccorritore. Es. Caio minaccia
Tizio con una pistola, impedendogli di portare Sempronio allospedale. Caio risponder di omicidio
mediante azione e non di omissione di soccorso, poich egli non si limita a non prestare aiuto ma
impedisce anche gli altri strumenti di salvataggio.
In alcuni casi definire il fatto come azione o come omissione non ha rilevanza. il caso del medico
che applica la macchina cuore polmoni ma poco dopo la disattiva senza ragioni. Il medico
risponder in ogni caso di omicidio trovandosi nella posizione di garante dellammalato.
c) Antigiuridicit
Relativamente alle cause di giustificazione valgono le stesse regole del reato commissivo salvo che
sar pi difficile configurare la loro sussistenza. Le ipotesi pi ricorrenti concernono lo stato di
necessit.
Es. omissione di soccorso perch il salvataggio metterebbe in pericolo la propria vita
d) Colpevolezza
Anche per la colpevolezza valgono le considerazioni fatte per i reati commissivi salvo alcune
peculiarit Una dottrina minoritaria sostiene che in materia di reati omissivi la colpevolezza sia
meno grave dal momento che lasciare le cose come stanno implica un minore carico di
pericolosit.
1) dolo omissivo
Ci sono problemi con riferimento ai reati omissivi propri dove mancando levento naturalistico
diventa essenziale la conoscenza della norma essendo il disvalore del fatto incentrato tutto
sulla condotta normativamente descritta.
opportuno distinguere tra
fattispecie con situazione di tipo pregnante: sono i casi in cui lobbligo di attivarsi ha
per presupposto una realt immediatamente percepibile a prescindere dalla conoscenza
dellobbligo di agire. Es. nellomissione do soccorso la visione di un ferito provoca la
spinta psicologica ad agire anche se il soggetto ignora lesistenza della norma che
punisce lomissione di soccorso
fattispecie con situazione tipica neutra: sono gli illeciti di creazione legislativa a cui
non preesiste un disvalore socialmente percepibile. In questi casi parte della dottrina
ritiene che per la sussistenza del dolo occorra la conoscenza del comando penale, in
deroga allart 5 cp.
Nei reati omissivi impropri il dolo abbraccia anche i presupposti di fatto della posizione di
garanzia. Es. La baby sitter non risponde di omicidio doloso se non riconosce nel bambino che
sta annegando quello che le stato affidato. Trova cio applicazione lart 47 anche con
riferimento agli errori che cadono su obblighi extrapenali di agire, derivanti ad esempio da
contratto
122
2) colpa omissiva
Ladempimento del dovere di diligenza presuppone la possibilit di agire nel senso richiesto
che a sua volta dipende dalla
conoscenza o riconoscibilit della situazione tipica
possibilit obiettiva di agire
conoscenza o riconoscibilit del fine dellazione doverosa
conoscenza o riconoscibilit dei mezzi necessari al raggiungimento del fine
medesimo
Occorre come per i reti commissivi verificare innanzitutto se la condotta si pone in contrasto
con un dovere oggettivo di diligenza alla stregua dellagente modello. In un secondo momento si
terr in conto ai fini della rimproverabilit dellomissione delle capacit effettive dellagente sotto il
profilo psicofisico.
Anche nei reati omissivi ai fini della sussistenza della colpevolezza occorre la coscienza
dellilliceit.
Per i reati omissivi occorre verificare con maggiore rigore la possibilit effettiva di conoscere
il precetto perch di regola lobbligo di agire precetto con minore immediatezza di quello di
non agire.
pacificamente riconosciuto che il tentativo nei reati omissivi impropri configurabile. Si ha
tentativo di omissione quando levento non se verifica per circostanze indipendenti dalla
volont dellagente .
Es. la madre non nutre il figlio ma questi non muore per lintervento della vicina.
Potrebbe sorgere un dubbio circa lindividuazione del momento iniziale dellomissione punibile. Si
deve ritenere che lomissione tentata assume rilevanza penale quando provoca un pericolo
diretto per il bene tutelato.
Pi controversa la questione circa la configurabilit del tentativo per le omissioni proprie. Ed
infatti: se il termine utile per compiere lazione prescritta non ancora scaduto, lazione dovuta
ancora possibile; se il termine scaduto il reato gi perfetto. Parte della dottrina ritiene che
comunque il tentativo sia configurabile tutte le volte in cui il soggetto compie atti positivi diretti in
modo non equivoco a non adempiere al comando dazione.
Es. Il pubblico ufficiale si reca allestero al fine di non essere presente nel tempo e nel luogo in cui
dovrebbe compere un atto dufficio ponendo in essere cos un tentativo di omissione di atti
dufficio.
Si possono configurare due ipotesi di partecipazione di pi persone alla condotta criminosa
omissiva:
1.
2.
123
Per quanto riguarda la partecipazione mediante omissione nel reato commissivo , poich il
giudizio di equivalenza ex art 40 riguarda i reati di evento, solo riguardo a dessi si pu figurare un
concorso mediante omissione. Ovviamente occorre che lomittente rivesta la posizione di
garante.
La giurisprudenza ha mostrato orientamenti contrastanti.
-
LA RESPONSABILIT OGGETTIVA
CAPITOLO I
RESPONSABILITA OGGETTIVA
I normali criteri di imputazione soggettiva di un fatto al suo autore sono colpa e dolo.
Lart 42 aggiunge ad essi, al terzo comma, che la legge determina i casi nei quali levento post
altrimenti a carico dellagente., come conseguenza della sua azione o omissione.
Il legislatore allude qui alla responsabilit oggettiva. Si tratta di quellipotesi in cui levento
viene posto a carico dellautore in base al solo rapporto di causalit materiale
indipendentemente da qualsiasi legame psicologico.
Le ragioni politico criminali sottese a questistituto sono diverse e variano col tempo in relazione
alle diverse esigenze di tutela e alle diverse concezioni della funzione del diritto penale. Lorigine
della responsabilit oggettiva si fa risalire al principio di matrice canonistico medioevale qui
in re illecita versatur tenetur etiam pro casu (chi si sia posto in una situazione di illiceit,
risponde anche per un evento successivo da lui non voluto).
Si chiamati a rispondere di tutte le conseguenze derivanti oggettivamente dalla propria precedente
attivit illecita, non importa se volute o meno, prevedibili o meno.
A tale figura sono ancora oggi riconducibili alcune figure come quella di reato aggravato
dallevento o di omicidio preterintenzionale. Successivamente, in et illuministica, al principio del
versari in re illicita si affida una funzione di prevenzione generale: punire un soggetto per tutte le
conseguenze riconducibili alla sua condotta dovrebbe costituire una controspinta alla spinta
criminosa.
Sul piano processuale la responsabilit oggettiva elimina difficolt probatorie connesse
allaccertamento giudiziale del dolo e della colpa. Storicamente la tendenza a derogare
allaccertamento della colpevolezza in omaggio a esigenze di economia probatoria emersa
soprattutto con riferimento al settore degli illeciti contravvenzionali. Nei primi anni dopo lentrata
in vigore del codice Rocco si riteneva sufficiente in questo settore la coscienza e volont della
condotta indipendentemente dalla prova del dolo o della colpa. Un simile orientamento stato
abbandonato.
124
pura
mista a colpa o dolo
3. Reati di stampa
Larticolo 57 nelloriginale formulazione chiamava a rispondere di omesso impedimento dei
reati commessi a mezzo di stampa il direttore o il vicedirettore di giornale sulla sola base del
ruolo di supremazia oggettivamente rivestito. Si prescindeva dalla prova del carattere colposo
dellomissione di controllo. La Corte costituzionale con sentenza 3/56 respinse leccezione di
incostituzionalit, ma sollecit il legislatore ad un intervento. Segu dunque una riforma
legislativa, nel 1958 (legge 127).
Il nuovo art 57 dispone: salva la responsabilit dellautore della pubblicazione e fuori dai
casi di concorso il direttore o il vicedirettore responsabile, il quale omette di esercitare sul
contenuto del periodico da lui diretto il controllo necessario ad impedire che col mezzo
della pubblicazione siano commessi reati, punito, a titolo di colpa, se un reato
commesso, con la pena stabilita per tale reato, diminuita in misura non eccedente un terzo.
Parte della dottrina ritiene che larticolo anche riformato continui a configurare a carico del
direttore o vicedirettore una responsabilit oggettiva per il fatto oggettivo dellmissione di
controllo in quanto linciso a titolo di colpa riguarderebbe il trattamento sanzionatorio e non il
criterio di imputazione del fatto.
Ma la dottrina prevalente ritiene che la nuova formulazione faccia riferimento ad un reato
colposo a tutti gli effetti: necessario verificare ce lomissione del controllo sia dovuta ad
un atteggiamento di negligenza. Al fine per di non trasformare di fatto la responsabilit del
direttore in una responsabilit oggettiva di posizione occorre precisare portata e limiti di questo
obbligo di controllo. Si dovr tenere conto da un lato delle dimensioni e della divisione dei
compiti allinterno dellazienda giornalistica (quanto pi articolata e complessa la struttura
organizzativa tanto meno esigibile appare un diffuso e capillare controllo personale del
direttore), dallaltro della natura informativa o valutativa dello scritto (il controllo del direttore
dovr essere pi rigoroso rispetto alla veridicit delle notizie e meno attento per le valutazioni di
commento dellautore.
Deve ritenersi che larticolo 57 prevede una figura autonoma di reato, come si deduce
dallinciso fuori dei casi di concorso. Si dovr cio ritenere che la responsabilit omissiva
del direttore per il fatto dellautore dellarticolo non sia da riportare alla fattispecie del concorso
omissivo. Se per il direttore omette il controllo non per negligenza ma con la precisa volont di
assecondare la pubblicazione di un articolo di contenuto illecito, c concorso doloso.
Sono casi di responsabilit oggettiva mista a dolo o colpa:
1. La preterintenzione
Secondo la definizione del II comma dellarticolo 42 il delitto preterintenzionale o contro
lintenzione quando dallazione o omissione deriva un evento dannoso o pericoloso pi
grave di quello voluto dallagente. La previsione molto generale. Di fatto poi il nostro
ordinamento prevede solo due ipotesi di delitto preterintenzionale
omicidio preterintenzionale (art 584) che si realizza quando un soggetto, con atti diretti a
percuotere o ledere, cagiona la morte
aborto preterintenzionale (art 19 legge 194 del 1978) che ricorre quando il soggetto con
azioni dirette a provocare lesioni cagiona come evento non voluto linterruzione della
gravidanza.
In realt il delitto preterintenzionale non delinea un nuovo modello di responsabilit ma
piuttosto costituisce unipotesi di dolo misto a responsabilit oggettiva poich levento pi
grave viene accollato sulla bade del semplice rapporto di causalit.
126
Parte della dottrina ritiene che il delitto preterintenzionale sia da inquadrare diversamente, come
ipotesi di dolo misto a colpa, in particolare di colpa per inosservanza di leggi e precisamnete
della norma penale che vieta lazione diretta a realizzare levento meno grave. Tale tesi va
incontro ad unobiezione: la colpa per inosservanza di legge, come abbiamo avuto modo di
vedere, non sussiste per violazione di una qualsiasi legge ma occorre che si violi una legge a
finalit precauzionali aventi come scopo limpedimento di eventi del tipo di quello verificatosi.
ad ogni modo auspicabile un intervento del legislatore volto a sopprimere questa figura non
pi attuale e che finisce ance per risolversi in un doppione dellaberratio delicti.
2. Reati aggravati dallevento.
Si definiscono aggravati o qualificati dallevento i reati che subiscono un aumento di pena
per il verificarsi di un vento ulteriore rispetto ad un fatto base che costituisce gi reato.
Es. omissione di soccorso da cui deriva la morte (art 593)
Si distinguono tradizionalmente due gruppi:
Reati rispetto ai quali indifferente se levento aggravante sia voluto o meno
Reati rispetto ai quali rileva che levento aggravante sia o meno voluto
Al primo gruppo (reati rispetto ai quali indifferente se levento aggravante sia voluto o meno)
appartiene al calunnia che rimane tale a prescindere dal fatto che levento aggravatore (cio la
condanna del calunniato) sia voluto o meno.
Al secondo reati rispetto ai quali rileva che levento aggravante sia o meno voluto il reato di
maltrattamenti in famiglia in cui levento aggravatore della morte non deve essere voluto poich
altrimenti si configura il diverso reato di omicidio.
Al di l delle classificazioni il problema posto dai reati aggravati dallevento
rappresentato dalla loro natura giuridica. La loro soluzione dipende dal criterio di
imputazione dellevento aggravatore.
Per la maggiore conformit al principio di colpevolezza da preferire la tesi secondo la
quale si tratterebbe di reati circostanziati: a seguito della riforma del 1990 il regime di
imputazione delle circostanze aggravanti presuppone almeno la colpa come coefficiente minimo
di imputazione.
Linquadramento nellambito delle circostanze non scevro da inconvenienti: basti pensare che
lapplicazione della regola del bilanciamento pu comportare lannullamento da parte di
unattenuante poco incisiva (es. lo stato dira) di un evento aggravatore di particolare gravit
quale la morte.
In attesa di una riforma legislativa, il riconoscimento della natura circostanziale agli eventi
aggravatori rappresenta comunque, nonostante questi inconvenienti, la soluzione migliore.
3. condizioni obiettive di punibilit
A norma dellarticolo 44 quando, per la punibilit del reato, la legge richiede il verificarsi
di una condizione, il colpevole risponde del reato, anche se levento da cui dipende il
verificarsi della condizione non da lui voluto.
Le condizioni obiettive di punibilit costituiscono ipotesi di responsabilit oggettiva in
presenza di due presupposti:
che siano legate causalmente allazione
che siano intrinseche (che contribuiscano cio ad approfondire la lesione dellinteresse
protetto)
127
Si configura con riguardo a queste ipotesi un dubbio pi che fondato di legittimit costituzionale
dal momento che le condizioni intrinseche di punibilit rientrano certamente nellambito degli
elementi significativi di cui alle sentenze della Corte Costituzionale (364 /1988 e 1085 /1988).
PARTE VI
CONCORSO DI REATI
Normalmente ad una condotta umana corrisponde un reato. A pi condotte corrispondono
pi reati. Pu per accadere che nei confronti di una medesima condotta confluiscano pi norme
incriminatrici: tale confluenza pu dar luogo a concorso di reati.
Si distingue tra
concorso materiale di reati: si ha quando uno stesso soggetto con pi azioni ed
omissioni realizza pi reati. In tal caso si applicano tante pene quanti sono i reati.
concorso formale di reati: si ha quando uno stesso soggetto commette pi reati con
una sola azione o omissione. In tal caso si applica la pena per la violazione pi grave
aumentata fino al triplo.
Fenomeno diverso dal concorso di reati il concorso apparente di norme, che ricorre quando
solo in apparenza la stessa condotta riconducibile a pi fattispecie criminose poich in realt
integra un solo reato.
Per stabilire se si in presenza di una sola o di pi azioni occorre fare riferimento non al
fenomeno naturalistico ma alla fattispecie legale.
Si avr unazione se si realizzano i presupposti minimi che integrano la fattispecie
incriminatrice. Ci sia quando la stessa fattispecie astratta a richiedere la commissione di
pi atti in senso naturalistico (es. la rapina richiede limpossessamento accompagnato da
violenza) sia quando la condotta tipica realizzata in concreto attraverso una pluralit di atti
(es. omicidio commesso attraverso una pluralit di colpi di pugnale).
Unit di azione, nonostante la pluralit degli atti materiali, si ha poi anche nel caso di delitti di
durata (es. sequestro di persona realizzato attraverso pi comportamenti volti a impedire che la
vittima si liberi).
I casi problematici riguardano le ipotesi di reiterazione della stessa azione tipica entro un breve
lasso di tempo, come ad esempio il ladro che, con molteplici e successivi atti di sottrazione, si
impossessa di tutti gli oggetti contenuti in un magazzino.
La dottrina ritiene che lazione possa considerarsi giuridicamente unica quando sussiste il
duplice requisito della contestualit degli atti e della unicit del fine.
In proposito lAntolisei afferma che pi azioni in senso naturalistico si ricompongono in
unazione giuridicamente unitaria se unico lo scopo che le sorregge e se si susseguono nel
tempo senza apprezzabile interruzione. Accanto a questo criterio occorre sempre tenere
presente il significato normativo delle fattispecie che vengono in questione.
128
Esemplificando. se Tizio ruba unarma per costringere subito dopo una donna ad avere rapporti
carnali con lui. Si avranno due disgiunte azioni di furto e violenza carnale.
Nei reati colposi sussiste unit di azione quando, nonostante la violazione di pi obblighi di
diligenza, levento si verifica una sola volta, oppure se tra un evento e laltro lautore non era
in grado di adempiere allobbligo di diligenza.
Gli stessi criteri valgono per i reati omissivi impropri, per cui esiste una sola omissione se il
garante poteva impedire i diversi eventi soltanto attivandosi contemporaneamente, mentre si
configurano diverse omissioni se, dopo il verificarsi del primo evento gli altri potevano essere
impediti.
Nellambito dei reati omissivi propri si verifica una pluralit di omissioni se lomittente viola
contemporaneamente pi obblighi di condotta ma i diversi obblighi potevano essere
adempiuti uno dopo laltro.
Nellambito del concorso materiale si distingue tra:
concorso omogeneo: sussiste quando con pi azioni o omissioni si viola pi volte la
stessa norma (es. Tizio uccide Caio e dopo qualche tempo uccide Sempronio)
concorso eterogeneo: sussiste quando si violano diverse norme incriminatrici (es.
Tizio ruba unarma e poi con questa commette una rapina)
Il legislatore ha previsto il regime del cumulo materiale per cui si applicano tante pene quanti
sono i reati commessi La disciplina diversa rispetto a quella del codice Zanardelli che
prevedeva il cumulo giuridico. Sono previsti dei temperamenti volti a stabilire dei limiti
invalicabili di pena (art 72, 73, 74, 75, 76, 79)
Inoltre in seguito allestensione nel 1974 della disciplina del reato continuato anche allipotesi di
violazione di norme incriminatrici eterogenee, larea di operativit del concorso materiale tende
a ridursi.
Va condiviso lorientamento oggi prevalente che nega al concorso materiale di reati una
specifica rilevanza come autonomo istituto di diritto sostanziale, riconoscendoci solo la
funzione in via esecutiva di unificare le sanzioni applicabili al soggetto.
Una specifica rilevanza di diritto sostanziale pu essere attribuita soltanto a quella forma di
concorso materiale di reati che va sotto il nome di connessione di reati ex art 61 (posto che essa
comporta lapplicazione di unaggravante). Certamente dotati di precisa rilevanza formale sono
invece gli istituti del concorso formale e del reato continuato.
Anche allinterno del concorso formale si distingue tra concorso eterogeneo e omogeneo.
Il primo (concorso eterogeneo) si ha quando con una sola azione si violano una pluralit
di disposizioni incriminatrici,
il secondo (omogeneo) quando la pluralit di violazioni riguarda una stessa fattispecie
incriminatrice (si pensi al caso di un incidente automobilistico che provochi la morte di
pi persone). In particolare possibile il concorso formale omogeneo tutte le volte
che si realizzano fattispecie poste a tutela di beni altamente personali (vita, integrit
fisica, onore, libert personale). Non configurabile invece una pluralit di reati se
si tratta di fattispecie che proteggono beni di natura diversa, nemmeno se si tratta
129
di azione che lede oggetti passivi diversi (es. furto commesso attraverso
limpossessamento di beni appartenenti a soggetti diversi).
La riforma del 1974 ha introdotto, in relazione al concorso formale e del reato continuato, il
regime del cumulo giuridico per cui si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la
violazione pi grave aumentata fino al triplo (art 81 I comma).
Le ragioni poste a giustificazione di questo trattamento pi favorevole per il concorso formale
rispetto al concorso materiale sono:
il fatto che tale trattamento pi corrispondente al principio della proporzione tra reato
ed entit della pena, dal momento che lafflittivit della pena aumenta progressivamente
allaumentare della stessa;
il fatto che chi pone in essere pi reati con una sola condotta mostra una pericolosit
sociale minore di chi lo fa con diverse condotte.
Si parla di reato continuato quando la commissione di una pluralit di reati in esecuzione di un
medesimo disegno criminoso. una particolare figura di concorso materiale, disciplinata in
maniera autonoma.
Il regime pi favorevole di cumulo giuridico previsto per il reato continuato giustificato dalla
minore riprovevolezza di chi agisce in esecuzione di un medesimo disegno criminoso (anche se si
tratta di un assunto politico criminale del tutto da dimostrare). La continuazione pu essere
applicata anche dal giudice dellesecuzione.
Gli elementi costitutivi del reato continuato sono tre:
pluralit di azioni o omissioni ex articolo 81 cp: si fa riferimento come gi detto alla
fattispecie legale non al fenomeno naturalistico. Pu esserci reato continuato anche in
presenza di un notevole lasso temporale tra le condotte (in tempi diversi),
pluralit di violazioni di legge: in seguito alla riforma del 1974 allart 81 comma II
prevede che sussiste reato continuato sia nellipotesi in cui venga violata pi volte la
stessa disposizione che diverse disposizioni.
unicit del disegno criminoso: per disegno criminoso si intende la rappresentazione
mentale dei singoli episodi da parte dellagente ossia della programmazione dei singoli
reati anche se non si deve trattare di un programma generico. Per altra parte della
dottrina occorre oltre alla rappresentazione anche lunicit di scopo (il programma deve
essere rivolto alla realizzazione di un obiettivo unitario, un elemento finalistico), Tale
tesi appare preferibile dal momento che lunicit di scopo rappresenta lelemento
distintivo del reato continuato rispetto alla fattispecie del concorso di reati. La
continuazione incompatibile con i reati colposi proprio perch al fine di
configurare lunicit di scopo occorre che i singoli episodi siano sorretti dalla
volont di commetterli. La continuazione invece compatibile con le
contravvenzioni (se dolose).
Regime sanzionatorio
Abbiamo detto che lart 81 comma I stabilisce anche per il reato continuato come per il concorso
formale di reati il regime del cumulo giuridico: ex articolo 81 cp si applica la pena che
dovrebbe infliggersi per il reato pi grave, aumentata fino al triplo.
Un primo problema riguarda lindividuazione della violazione pi grave.
secondo un primo orientamento, per accertare quale sia la violazione pi grave
occorre fare riferimento alla previsione legislativa astratta e quindi alla qualit e
quantit della pena (es. la pena detentiva pi grave di quella pecuniaria; pi grave la
130
violazione il cui massimo di pena pi elevato) nonch alle circostanze , alla recidiva ,
allo stadio di consumazione o di tentativo. Preferibile!
Altra dottrina e giurisprudenza ritengono invece che la valutazione vada fatta in
concreto. Tenendo conto non solo del titolo di reato e della pena edittale ma di tutte
quelle condizioni che incidono sulla valutazione del fatto (art 133) per cui la violazione
pi grave quella che dallesame dei vari fatti concreti risulta pi gravemente punita.
Un secondo problema riguarda il caso di pene eterogenee (reclusione e arresto, multa e
ammenda).
La dottrina orientata per unapplicazione amplia del cumulo giuridico, sul
presupposto che tale soluzione estensiva sia imposta dalla stessa ratio del reato
continuato,
la giurisprudenza invece soprattutto in passato stata restia, ritenendo che i questi casi
il cumulo giuridico violerebbe il principio di legalit, comportando lirrogazione di
una pena diversa da quella prevista.
Il problema stato risolto per il caso di concorso di pene di specie diverse (es. reclusione e
arresto o multa e ammenda) dalla Corte costituzionale con sentenza 312 del 1988: essa ha
osservato che non c violazione del principio di legalit poich pena legale anche quella
risultante dallapplicazione delle diverse disposizioni (non sol odi quelle relative ai singoli reati ma
ance dellart 81) oltre al fatto che lapplicazione estensiva del cumulo giuridico risponde al
principio del favor rei.
Per quanto riguarda invece il cumulo di pene di genere diverso (cio lipotesi di reati puniti con
pene detentive e pecuniarie) continua a sussistere incertezza:
- c chi ritiene che vada operato comunque il cumulo giuridico,
- e chi invece sostiene che il principio del favor rei impone di operare laumento sulla pena
base per il reato pi grave e quindi di convertirla in pena pecuniaria secondo i criteri di cui
allart 135 pc ragguaglio fra pene pecuniarie e pene detentive (il computo ha luogo calcolando
euro 38, o frazioni di euro 38, di pena pecuniaria per un giorno di pena detentiva)..
Altra questione in passato controversa era la possibilit di configurare la continuazione tra reati
gi passati in giudicato (dunque sentenza irrevocabile) e quelli ancora da giudicare.
La corte costituzionale con sentenza interpretativa n.115 del 1987 ha avvallato la tesi favorevole
alla configurabilit della continuazione, sulla base di due rilievi: seguito riforma del 74 ci che
veramente conta ai fine dellunificazione soltanto lunicit del disegno criminoso, il principio
dellintangibilit del giudicato suscettivo di deroga tutte le volte in cui dalla sua intangibilit
derivi un ingiusto sacrificio dei diritto del condannato.
Anche al reato continuato si applica la nuova disciplina sul concorso formale di reati, relativi al
trattamento del soggetto recidivo reiterato che ha commesso reati in continuazione.
Natura giuridica
Discusso se il reato continuato debba ritenersi unico o sia inquadrabile come pluralit di
reati.
La tesi preferibile quella secondo la quale va considerato un reato unico o una pluralit di reati
in base agli effetti pi o meno favorevoli per il reo (lo impone la stessa ratio dellistituto).
Il reato continuato va ritenuto come reato unico ai fini: della dichiarazione di abitualit e
professionalit, della decorrenza del termine iniziale della prescrizione.
131
Va considerato come reato plurimo ai fini: dellamnistia propria, della responsabilit dei
concorrenti nellambito del concorso di persone, del computo della durata del tempo
necessario a prescrivere, dellapplicabilit delle circostanze, etc.
CAPITOLO II
di norme. A tale tesi pu obbiettarsi che inserisce un criterio (quello relativo al bene
protetto) che estraneo al rapporto di specialit.
-
Altro indirizzo sostiene che il concetto di stessa materia faccia riferimento a quelle
ipotesi in cui un fatto concreto riconducibile a pi figure criminose anche se tra le
stesse non esiste in astretto un rapporto di genere e specie (si parla di specialit in
concreto). Es. tra il millantato credito e la truffa non esiste un rapporto di genere e specie
ma in concreto pu accadere che la truffa venga realizzata millantando credito come nel
caso in cui Tizio si faccia dare del denari da Caio illudendolo di poter influenzare il
giudice a pronunciare la sua scarcerazione. Tale fatto integra il millantato credito perch
lesivo del prestigio della pubblica amministrazione e la truffa in quanto lesivo di un
interesse patrimoniale privato. Nelle ipotesi di specialit in concreto si applica la norma
che prevede il trattamento pi severo quindi nel nostro caso la norma che punisce il
millantato credito.
Contro tale orientamenti si pu obbiettare che il rapporto di specialit tra le norme
o esiste tra le stesse o non esiste ma non pu dipendere da un fatto concreto.
Altra parte della dottrina estende infine il rapporto di specialit anche alle cosiddette
ipotesi di specialit reciproca o bilaterale (cio ai casi in cui nessuna delle norme pu
dirsi speciale rispetto allaltra perch entrambe presentano elementi specializzanti ed
elementi generici rispetto allaltra). quanto accade ad esempio nella fattispecie di
aggiotaggio comune o societario che presentano il nucleo comune degli atti di
aggiotaggio.
1. Laggiotaggio comune: richiede il dolo specifico (il fine di turbare il mercato
interno), pu essere realizzata da chiunque,
2. Laggiotaggio societario: sufficiente il dolo generico, pu essere realizzato solo
da soggetti che rivestono determinate qualifiche (es. amministratori).
Si applicher il trattamento sanzionatorio pi severo.
A tale orientamento si pu obiettare che il rapporto di specialit tale se pu
ravvisarsi una norma generale pi amplia e una speciale che ne rappresenti un
sottoinsieme: non tale se la relazione opera anche in senso inverso (come appunto
avviene nella specialit reciproca).
quindi preferibile ritenere che il rapporto di specialit sussiste solo tra fattispecie
astratte e in senso univoco.
Il concetto di stessa materia di cui allart 15 sta semplicemente ad indicare il presupposto
della medesima situazione di fatto, sussumibile, a prima vista, sotto pi norme.
Negare la validit dei diversi correttivi proposti dalla dottrina al principio di specialit non
significa affermare che esso sia in grado di soddisfare tutte le esigenze e disconoscere lesigenza
di fare ricorso ad altri criteri per risolvere i casi dubbi.
2. La sussidiariet tra i criteri pi consolidati. Ricorre tra le norme che prevedono stadi o
gradi diversi di offesa di un medesimo bene, in modo che loffesa maggiore assorbe la
minore e di conseguenza lapplicabilit delluna subordinata alla non applicabilit
dellaltra. In alcuni casi lo stesso legislatore che prevede il rapporto di sussidiariet con
lutilizzo di clausole di riserva (es. art 323 salvo che il fatto non costituisca pi grave reato).
Altre volte essa tacita, come tra le fattispecie di atti osceni (art 527) e atti contrari alla
pubblica decenza (art 726).
133
estende al reato complesso). Es. amnistia applicabile ai reati di furto, inapplicabile alla rapina,
della quale il furot stesso un elemento costitutivo.
Non ha invece senso la categoria, creata da parte della dottrina, dei reati complessi senso lato,
che sussistono quando un reato abbraccia un reato meno grave nonch elementi che non
costituiscono reato (es. violazione carnale che nasce dallunificazione del reato di violenza privata
pi lelemento ulteriore della congiunzione carnale che non costituisce reato).
In questi casi lesclusione della norma pi generica conseguenza del principio di specialit.
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considerata come idea che vive nella realt ed acquista perci uno spessore socio-psicologico, la
retribuzione esprime le istanze emotive di punizione emergenti nei contesti storico-sociali
considerati.
Col pretendere di rinvenire nellidea retributiva una garanzia contro i possibili
eccessi di una illimitata rieducazione, si rischia di finire col fare assegnamento su
parametri irrazionali e incontrollabili.
In realt, linserimento della rieducazione nella prospettiva del diritto penale del fatto un dato
desumibile dalla stessa normativa costituzionale.
che la rieducazione vada concepita in collegamento con il disvalore espresso dal fatto di reato
conseguenza di uninterpretazione dellart. 27 comma 3 Cost. non come norma isolata, ma come
norma posta in relazione allart. 25 comma 2 Cost.
proprio in base al combinato disposto degli art. 25 e 27, il presupposto della stessa pretesa
rieducativa non pu che essere costituito dalla commissione di un fatto socialmente
dannoso da parte del soggetto da rieducare.
Principio di proporzione oltre a caratterizzare lidea generale di giustizia, costituisce uno dei
criteri-guida che presiedono allo stesso funzionamento dello Stato di diritto.
come individuo isolato, ma a riattivare il rispetto dei valori fondamentali della vita
sociale.
Lidea rieducativarecepita nellart. 27 Cost. postula un modello di
risocializzazione come processo inteso a favorire la riacquisizione dei
valori basilari della convivenza, in una dimensione che supera il piano
meramente naturalistico della normalit in senso fisico e/o psicologico.
Lidentificare la funzione rieducativa della pena col recupero sociale, comporta necessariamente
una frattura dello scopo costituzionalmente assegnato alla pena in tutti quei casi nei quali il
destinatario della sanzione non sia un individuo passibile di reiserimento sociale, in quanto soggetto
socialmente gi bene inserito.
Obiettivo della rieducazione
Allude al processo di riappropriazione da parte del delinquente dei valori fondamentali
della convivenza: si tratta di una meta che permane identica, a prescindere dalle
caratteristiche personali del destinatario della sanzione.
Tecniche della rieducazione
Mutano a seconda che si abbia a che fare con un emarginato o con un colletto bianco:
nel primo caso non potr esservi riappropriazione dei valori della convivenza senza
previo superamento della condizione di emarginazione, se invece il reo un soggetto
gi ben inserito socialmente, la rieducazione potr essere perseguita anche attraverso
una sanzione di tipo afflittivo.
Perch il processo rieducativo possa avere corso senza tradursi in una imposizione coercitiva
nei confronti del destinatario, occorre che vi sia la disponibilit psicologica di questultimo.
ergastolo: per sanare il contrasto dovuto alla contraddizione insanabile tra il carattere perpetuo
della pena e la prospettiva della rieducazione, la legge n. 1634 del 1962 ha modificato
lart. 176: il condannato allergastolo pu essere ammesso alla liberazione
condizionale quando abbia scontato almeno 26 anni di pena.
La miniriforma del 1986 ha esteso anche agli ergastolani la possibilit di beneficiare
della semilibert e della liberazione anticipata.
sospensione condizionale: al fine di ridurre gli effetti desocializzanti della pena carceraria, il
legislatore del 1974 ha esteso lambito di operativit della
139
140
Diversa rilevanza della prevenzione generale nelle 3 fasi della fenomenologia punitiva:
142
La moderna teoria retributiva pretende di spiegare sulla base di principi desunti dalla psicologia
sociale, il reale meccanismo mediante il quale la minaccia e linflizione della pena rafforzano la
coscienza morale dei consociati e contribuiscono a preservare lintegrit dei beni giuridici protetti.
Riserve critiche il recente recupero di una funzione satisfattorio-stabilizzatrice della pena intesa
in senso retributivo, desta allarme.
I bisogni emotivi irrazionali e contingenti di punizione lasciano il trattamento
punitivo in balia delle spinte pi incontrollabili rischio di punizioni
terroristiche non proporzionate. Lidea retributiva finisce con lassecondare
tendenze regressive che la privano proprio di quella funzione di limite o
garanzia che dovrebbe invece teoricamente assolvere in vista della tutela del
singolo destinatario della sanzione.
Tra i compiti di un diritto penale moderno e razionale rientra anche quello di filtrare criticamente le
istanze di punizione emergenti dai contesti sociali.
Obiezione questa impostazione proprio perch privilegia la funzione positiva che la pena assolve
per la societ, si disinteressa del destino del singolo delinquente, cos dimenticando
la corresponsabilit della societ nella genesi del diritto.
143
tentativi sono riemersi grazie alla legge n. 663 del 1986 che ha introdotto profonde modifiche
allordinamento penitenziario. Ma si tratta di una prospettiva di rilancio discutibile.
Il legislatore ha perseguito lobiettivo di unulteriore decarcerizzazione ampliando
i presupposti di applicabilit delle misure alternative alla detenzione e
potenziando gli istituti che favoriscono i contatti tra i detenuti e il mondo esterno.
Ma non si sono accompagnati gli accorgimenti necessari per garantire che lo
scopo perseguito sia quello di tendere a una credibile risocializzazione.
Duplice rischio che la concessione dei benefici extracarcerari avvenga
in maniera pressoch automatica e indulgenzialistica, o venga
finalizzata al recondito obiettivo di un mero sfoltimento della
popolazione carceraria.
Nello stesso tempo, lampliata possibilit di ridurre lentit della pena
fissata in sede di condanna, ha come effetto di rendere la pena
eccessivamente flessibile, con conseguente dilatazione dei poteri
discrezionali della magistratura di sorveglianza.
Il sistema penale di uno stato democratico e pluralistico non pu pretendere di trasformare il
delinquente n in un santo n in un onesto ragioniere: la prevenzione speciale come
risocializzazione costituisce solo una tecnica finalizzata allobiettivo primario della protezione
dei beni giuridici.
Il problema del superamento del doppio binario.
La progressiva estensione del finalismo rieducativo al campo delle pene in senso stretto ha finito col
mettere in crisi limpianto delloriginario sistema sanzionatorio del codice Rocco, che aveva inteso
assegnare la funzione di prevenzione speciale esclusivamente alle misure di sicurezza.
2 fondamentali orientamenti:
il primo sollecitava lunificazione della pena e della misura di sicurezza in ununica sanzione, che
fosse contemporaneamente in grado di assolvere le finalit delluna e dallaltra misura.
il secondo, sotto letichetta fungibilit di pene e misure tendeva a detrarre il periodo di
privazione della libert personale sofferta senza causa dallammontare della misura di sicurezza
da applicarsi dopo la pena.
La Costituzione ha implicitamente prefigurato un sistema monistico di sanzioni: per esso ad un
reato deve corrispondere una sola sanzione orientata in senso rieducativo. Se tale sanzione unica
144
debba poi rivestire i caratteri della pena o della misura di sicurezza, una scelta da operare in
funzione delle caratteristiche soggettive dei destinatari della sanzione.
Attualit e prospettive della pena nella realt dellordinamento.
Attualmente nella fenomenologia punitiva emerge un quadro contraddittorio, caratterizzato dalla
confusa compresenza di modelli eterogenei di punizione, che ha indotto una parte della dottrina a
denunciare pessimisticamente una situazione di disfacimento dellintero sistema sanzionatorio.
A partire dalla met degli anni 70 si era andata affermando una tendenza incline a rimpiazzare la
pena carceraria attraverso misure alternative alla detenzione. Ma nella concreta prassi
applicativa si assistito a un fenomeno di fuga dalla pena detentiva, determinata da orientamenti in
realt eccessivamente clemenziali nella concessione della misura dellaffidamento in prova al
servizio sociale, oltre a una perdita di certezza della pena inflitta in sede di condanna, pena che si
trasforma in una entit sempre pi teorica, incerta e flessibile, con conseguente indebolimento della
sua funzione preventivo-orientativa.
Altri modelli di sanzione, concepiti sempre in unottica di riduzione dello spazio della pena
detentiva, non sono invece riusciti ad attecchire.
In presenza di una situazione cos incerta e precaria, si negli ultimi anni assistito a una
rinnovata tendenza al massiccio ricorso al carcere.
Ulteriori effetti destabilizzanti sul sistema sanzionatorio sono derivati dallintroduzione , nel nuovo
sistema processuale, dei riti alternativi: rito abbreviato e patteggiamento sulla pena. Procedimenti
speciali affidati alliniziativa e allaccordo delle parti, che comportano una sensibile riduzione della
pena che sarebbe altrimenti applicabile allesito del giudizio normale. Meccanismi concepiti in
unottica di decongestionamento della macchina giudiziaria. Non chiaro finoa che punto essi siano
compatibili con gli scopi di prevenzione generale e speciale. Nonostante il successivo intervento
correttivo della Corte costituzionale, che impone al giudice di valutare la congruit rieducativa della
pena patteggiata, rimane loggettiva difficolt di orientare in senso preventivo-rieducativo una pena
la cui scelta rimane in larga misura affidata alle parti.
Va segnalata anche limpropria funzione di pena anticipata che in non pochi casi andata
assumendo la custodia cautelare rispetto a forme di criminalit che consentono in sede di giudizio
il ricorso a misure alternative in fase esecutiva. A causa della lentezza nello svolgimento dei
processi, la decisione se disporre o no la custodia cautelare pu in realt essere influenzata da
motivazioni extraprocessuali come la preoccupazione di dare unimmediata risposta punitiva a
comportamenti criminosi.
Novit nel 1991-1992: il legislatore ha individuato nel campo dellesecuzione della pena il terreno
privilegiato dintervento contro la criminalit organizzata, creando un circuito penitenziario ben
differenziato per i soggetti che vi fanno parte: da un lato, un irrigidimento del trattamento penale,
che inasprisce la vita carceraria; dallaltro, sconti di pena in forma di attenuanti e immediato
accesso alle misure alternative e agli altri benefici penitenziari per i detenuti ammessi allo speciale
programma di protezione che decidono di collaborare con la giustizia per lindividuazione degli
altri associati autori di reati. Funzionale allobiettivo pratico di scompaginare le organizzazioni di
stampo mafioso, questo modello di disciplina differenziata entra in conflitto con i principi generali
sottostanti al trattamento relativo ai delinquenti comuni: pu apparire eccessivo precludere ogni
beneficio penitenziario ai mafiosi irriducibili, mentre la disponibilit a collaborare con la giustizia
non affatto indice sicuro di resipiscenza, ma pu essere frutto di un calcolo utilitaristico
strumentale a evitare i rigori del carcere.
145
Pena di morte
Soppressa prima per i delitti previsti dal codice penale nel 1944, poi per quelli previsti
dalle leggi speciali diverse da quelle militari di guerra nel 1948 e nel 1994 anche per gli
illeciti preveduti dalle stesse leggi militari di guerra. Oggi assorbita nellergastolo.
La sua soppressione ha trovato il riconoscimento pi elevato nella Costituzione, che
allart. 27 comma 4 statuisce che non ammessa la pena di morte se non nei casi previsti
dalle leggi militari di guerra: tale ammissibilit si spiega in considerazione della
eccezionalit delle ipotesi di emergenza bellica, in cui possono essere commessi reati di
tale gravit da esporre a rischio la stessa sicurezza dello stato. Ma tale art. lascia libero il
legislatore ordinario di valutare lopportunit o no di mantenerla. Cos si spiega come nel
1994 si sia potuto cancellarla persino nelle leggi militari di guerra.
Ergastolo
Art. 22: la pena dellergastolo perpetua, ed scontata in uno degli stabilimenti a
ci destinati, con lobbligo del lavoro e con lisolamento notturno. Il condannato
pu essere ammesso al lavoro allaperto.
Problema della compatibilit dellergastolo con i principi della Costituzione e con il
principio di rieducazione: la Corte costituzionale lha ritenuto illegittimo perch
funzione della pena non solo il riadattamento sociale, ma pure la prevenzione
generale, la difesa sociale e la neutralizzazione a tempo indeterminato di determinati
delinquenti. Senonch il problema andato ridimensionandosi.
Il condannato allergastolo pu, se ha tenuto un comportamento tale da far ritenere
sicuro il suo ravvedimento, essere ammesso alla liberazione condizionale dopo aver
scontato 26 anni di pena.
Sentenza n. 274 del 1983: ha dichiarato costituzionalmente illegittimo il divieto di
ammetere i condannati allergastolo al godimento degli sconti di pena consentiti dalla
liberazione anticipata.
Legge n. 663 del 1986: ha esteso espressamente agli ergastolani lapplicabilit dei due
istituti della semilibert e della liberazione anticipata. Tale legge consente che, ai fini
del computo dei 20 anni di pena espiata che fanno da presupposto allammissibilit al
regime di semilibert, possano venir detratti 45 giorni per ogni semestre di pena
scontata se il condannato partecipa allopera di rieducazione. Dopo 10 anni sono
concedibili permessi-premio per non + di 45 giorni allanno. Il tempo trascorso in
permesso computato a ogni effetto nella durata della pena espiata.
Sentenza n. 168 del 1994: la Corte costituzionale ha ravvisato unincompatibilit
insanabile tra la pena perpetua e la minore et, facendo leva sul particolare significato
146
che la rieducazione finisce con lassumere ove venga riconsiderata alla stregua della
speciale protezione che lart. 31 Cost. accorda a infanzia e giovent.
La Corte ha affermato che in linea di principio, previsioni sanzionatorie fisse non
appaiono in armonia con il volto costituzionale del sistema penale, salvo che appaiano
proporzionate allintera gamma di comportamenti riconducibili allo specifico tipo di
reato.
Reclusione
Art. 23: si estende da 15 giorni a 24 anni, ed scontata in uno degli stabilimenti a ci
destinati, con lobbligo del lavoro e con lisolamento notturno. Il condannato, che ha
scontato almeno 1 anno, pu essere ammesso al lavoro allaperto.
la pena temporanea per i delitti.
I limiti, minimo e massimo, sono invalicabili solo per il giudice nella scelta della pena
da irrogare nel caso concreto.
Il legislatore invece pu fissare liberamente tali limiti.
La legge n. 354 del 1975 disciplina la sua esecuzione sulla base di alcuni principi:
- lesecuzione della pena avviene nelle case di reclusione;
- previsto lobbligo del lavoro e dellisolamento notturno;
- il trattamento penitenziario deve rispondere ai particolari bisogni della personalit
del condannato;
- il trattamento si fonda sullistruzione, sul lavoro, sulla religione, sulle attivit
culturali ricreative e sportive;
- sono agevolati i rapporti con il mondo esterno e con la famiglia;
- il lavoro non deve avera carettere afflittivo e deve essere remunerato in misura
non inferiore a 2/3 delle tariffe sindacali.
Cause di differimento:
obbligatorio: se lesecuzione deve aver luogo contro
- donna incinta o che ha partorito da meno di 6 mesi
- persona affetta da infezione da HIV
- nei casi di incompatibilit ai sensi dellart. 286 bis, comma 1, ccp
facoltativo: - se stata presentata domanda di grazia
- se il soggetto si trova in condizioni di grave di grave infermit fisica
- se la donna ha partorito da + di 6 mesi ma meno di 1 anno e non vi
modo di affidare il figlio ad altri che alla madre
Multa
Art. 24: consiste nel pagamento allo stato di una somma non inferiore a 5 , n
superiore a 5164 . Per i delitti determinati da motivi di lucro, se la legge stabilisce solo la
pena della reclusione, il giudice pu aggiungere la multa da 5 a 2065 .
la pena pecuniaria prevista per i delitti.
Il pagamento pu avvenire, in relazione alle condizioni economiche del condannato, in
rate mensili da un minimo di 3 a un massimo di 30. Lammontare di ciascuna rata non pu
essere inferiore a 15 .
Se non viene eseguita per insolvibilit del condannato, la pena della multa si converte in
una sanzione di conversione, che nella previsione originaria era la pena detentiva ma
stata dichiarata costituzionalmente illegittima perch operava una traslazione della pena dai
beni alla persona del condannato. Il legislatore ha introdotto quali nuove sanzioni di
conversione:
- libert controllata: consiste in una forte limitazione della libert personale
accompagnata da una serie di obblighi;
147
- lavoro sostitutivo: consiste nella prestazione di unattivit non retribuita, a favore della
collettivit, da effettuare presso lo stato, le regioni, le province, i
comuni, o presso enti, organizzazioni o corpi di assistenza, di
istruzione, di protezione civile e di tutela dellambiente naturale o di
incremento del patrimonio forestale;
La conversione avviene secondo un ragguaglio fissato dalla legge: il computo ha luogo
calcolando 12 di pena pecuniaria per un giorni di libert controllata e 25 per un giorno
di lavoro sostitutivo.
La multa a sua volta prevista in modo fisso, senza minimo e massimo, o in modo
proporzionale.
Pene principali per le contravvenzioni:
Arresto
Art. 25: si estende da 5 giorni a 3 anni, ed scontato in uno degli stabilimenti a ci
destinati o in sezioni speciali degli stabilimenti di reclusione, con lobbligo del lavoro e
con lisolamento notturno. Il condannato pu essere addetto a lavori anche diversi da
quelli organizzati nello stabilimento, avuto riguardo alle sue attitudini e alle sue
precedenti occupazioni.
la pena detentiva temporanea per le contravvenzioni.
Lunica reale differenza tra esecuzione dellarresto ed esecuzione della reclusione
riguarda la disciplina della semilibert.
Ammenda
Art. 26: consiste nel pagamento allo Stato di una somma non inferiore a 2 n
superiore a 1032 .
la pena pecuniaria prevista per le contravvenzioni.
La sua regolamentazione giuridica ricalca quella della multa.
Pene introdotte dal d. lgs. n. 274 del 2000, di applicazione limitata ai soli reati di competenza
del giudice di pace. I reati cui si applina queste sanzioni sono tassativamente previsti dallart.
4 del decreto.
Detenzione domiciliare
Art. 53: consiste nellobbligo di rimanere presso la propria abitazione o in altro
luogo di privata dimora o in un luogo di cura, assistenza o accoglienza nei giorni di
sabato e domenica, salvo diversa disposizione del giudice o richiesta del
condannato di eseguirla continuativamente. La sua durata non pu essere inferiore a
6 giorni n superiore a 45. Il condannato non considerato in stato di detenzione.
Lavoro di pubblica utilit
Art. 54: consiste nella prestazione di attivit non retribuita in favore della
collettivit da svolgere presso lo stato, le regioni, le province, i comuni o presso
enti o organizzazioni di assistenza sociale o di volontariato.
Comporta la prestazione di non + di 6 ore di lavoro settimanale da svolgere con
modalit e tempi che non pregiudichino le esigenze di lavoro, di studio, di famiglia
e di salute del condannato. Se il condannato lo richiede, il giudice pu ammetterlo a
svolgere il lavoro di pubblica utilit per un tempo superiore alle 6 ore settimanali,
ma la durata della prestazione giornaliera non pu superare le 8 ore.
148
Consegue ad ogni condanna allarresto per contravvenzioni commesse con abuso dei
poteri o violazione dei doveri inerenti allufficio e non pu avere una durata inferiore
a 15 giorni n superiore a 2 anni.
Pubblicazione delle sentenza penale di condanna.
Art. 36: pena accessoria comune ai delitti e alle contravvenzioni. Deve essere ordinata dal giudice e
viene eseguita mediante la pubblicazione, di regola per estratto e sempre una sola volta, della
sentenza di condanna in uno o + giornali stabiliti dal giudice, e a spese del condannato.
Consegue nei casi stabiliti dalla legge.
La sentenza di condanna alla pena dellergastolo pubblicata mediante affissione nel comune ove
stata pronunciata, in quello in cui fu commesso il delitto e in quello in cui il condannato aveva
lultima residenza.
Le pene sostituitive: generalit.
Pi significative innovazioni introdotte dalla legge di Modifiche al sistema penale n. 689 del 1981
introduzione in linea con gli orientamenti politico-criminali del movimento internazionale di
riforma del diritto penale che tende a realizzare una strategia differenziata nella lotta contro la
criminalit.
Prevale il convincimento che le pene detentive di breve durata siano inefficaci, desocializzanti e
criminogene.
Quanto alla funzione politico-criminale, sia la libert controllata che la semidetenzione esplicano
efficacia soprattutto in termini di intimidazione-ammonimento e di non desocializzazione
pi che a una funzione di positivo recupero sociale tendono, per un verso, a esercitare unefficacia
dissuasiva rispetto alla commissione di futuri reati e, per altro verso, a evitare i tipici effetti
desocializzanti della carcerazione breve.
La semidetenzione e la libert controllata sono sanzioni autonome collocabili sullo stesso piano
delle pene principali.
La multa e lammenda come sanzioni sostitutive non si discostano dalle corrispondenti pene
principali.
Le singole pene sostituitive.
Semidetenzione
E la misura sostitutiva della pena detentiva fino a 2 anni.
Comporta:
- lobbligo di trascorrere almeno 10 ore al giorno negli istituti penitenziari;
- il divieto di detenere a qualsiasi titolo armi, munizioni e esplosivi, anche se stata
concessa la relativa autorizzazione di polizia;
- la sospensione della patente di guida, il ritiro del passaporto e la sospensione della
validit ai fini dellespatrio di ogni altro documento equipollente;
- lobbligo di conservare e di presentare agli organi di polizia lordinanza contenente le
prescrizioni imposte;
Ha contenuto parzialmente analogo a quello della semilibert.
152
Libert controllata
E la misura sostitutiva delle pene detentive fino a 1 anno.
Comporta:
- il divieto di allontanarsi dal comune di residenza, salvo autorizzazione concessa di
volta in volta e solo per motivi di studio, lavoro, famiglia e salute;
- lobbligo di presentarsi almeno una volta al giorno presso il locale ufficio di pubblica
sicurezza o presso il comando dellarma dei carabinieri territorialmente competente;
- il divieto di detenere a qualsiasi titolo armi, munizioni e esplosivi, anche se stata
concessa la relativa autorizzazione di polizia;
- la sospensione della patente di guida, il ritiro del passaporto e la sospensione della
validit ai fini dellespatrio di ogni altro documento equipollente;
- lobbligo di conservare e di presentare agli organi di polizia lordinanza contenente le
prescrizioni imposte;
Pena pecuniaria
E la sanzione sostitutiva delle pene detentive fino a 6 mesi e si considera sempre come
tale. Si presenta come multa o ammenda, secondo la specie della pena detentiva
sostituita.
Il ragguaglio varia a seconda del tipo di sanzione sostituita: 1 giorno di detenzione
equivale ad 1 giorno di semidetenzione e a 2 giorni di libert controllata o a 38,73 di
multa o ammenda.
Le sanzioni sostitutive si applicano in presenza di condizioni fissate dalla legge:
- oggettive pena in concreto irrogata dal giudice e tipo di reato
- soggettive precedente condanna superiore ai 2 anni
Lapplicazione delle sanzioni sostitutive affidata dalla legge al potere discrezionale del giudice.
Esse possono essere revocate o convertite in caso di inosservanza delle prescrizioni imposte al
condannato.
Le misure alternative alla detenzione.
Affidamento in prova al servizio sociale
E la + importante delle misure alternative.
Si ispira allistitutto di origine anglosassone del probation, ma a differenza di quetso
che lascia il soggetto in libert con il rispetto di determinate prescrizioni e sotto il
controllo e laiuto di personale specializzato, laffidamento presuppone quasi sempre
iniziata lesecuzione della pena detentiva. A causa della sua natura ibrida viene
definito forma di probation penitenziario.
Art. 47 ord. penit.: il condannato a pena detentiva non superiore a 3 anni pu essere
affidato al servizio sociale fuori dallistituto per un periodo uguale a quello della
pena da scontare.
Le prescrizioni imposte allaffidato costituiscono il contenuto della sanzione alternativa.
Secondo il sistema della legge, alcune di queste prescrizioni sono espressamente
previste, mentre altre sono genericamente indicate nelle loro direttive dordine generale.
Esso revocato qualora il comportamento del soggetto, contrario alla legge o alle
prescrizioni dettate, appaia incompatibile con la prosecuzione della prova la
revoca non consegue ipso iure alla commissione di un nuovo reato o alla trasgressione
delle prescrizioni imposte, ma necessaria unulteriore valutazione in termini di
incompatibilit con la continuazione della prova.
Lesito positivo del periodo di prova estingue la pena e ogni altro effetto penale, ma non
le pene accessorie n le obbligazioni civili derivanti da reato.
153
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Permessi premio
Si concedono ai condannati che hanno tenuto regolare condotta (hanno
manifestato senso di responsabilit e correttezza nella vita carceraria) e che non
risultano socialmente pericolosi, per consentire loro di coltivare interessi affettivi,
culturali o di lavoro.
Sono parte integrante del programma di trattamento e devono essere seguiti dagli
educatori e assistenti sociali penitenziari in collaborazione con gli operatori sociali del
territorio.
La durata non pu essere superiore a 45 giorni in ciascun anno di espiazione.
Misura prevista dallart. 4 bis ordinamento penale per i cosiddetti collaboratori di giustizia
Articolo introdotto dallart. 1 del d. l. n. 152 del 1991, convertito nella legge n. 203
del 1991. Esso realizza un doppio binario tra condannati per reati comuni e
condannati appartenenti alla criminalit organizzata ed eversiva, fatte salve le
eccezioni per cooro che collaborano con la giustizia.
Lassegnazione al lavoro esterno, i permessi premio e le misure alternative alla
detenzione, fatta eccezione per la liberazione anticipata, possono essere concessi ai
detenuti per delitti commessi avvalendosi delle condizioni dellart. 416 bis del codice
penale ovvero al fine di agevolare lattivit di associzioni mafiose.
- Quando si tratta di detenuti per i medesimi delitti ai quali sia stata applicata una delle
circostanze attenuanti, tali benefici possono essere concessi anche se la
collaborazione offerta risulti irrilevante, purch siano stati acquisiti elementi tali da
escludere in maniera certa lattualit dei collegamenti con la criminalit organizzata.
- Riguardo a detenuti per delitti commessi per finalit di terrorismo o di eversione
dellordinamento costituzionale, tali benefici possono essere concessi solo se non ci
sono elementi tali da far ritenere la sussistenza di collegamenti con la criminalit
organizzata.
Forte deterrente contro la pericolosit sociale di questi delinquenti e
sollecitazione alluscita dallassociazione criminale mediante incentivi premiali.
155
- tendenza giurisprudenziale a svilire lobbligo della motivazione ex art. 132 sia nella
determinazione in concreto delle pene, sia nella concessione dei vari benefici i giudici per lo +
esercitano la loro discrezionalitin maniera quasi incontrollata;
- lart. 133 solo apparentemente indica criteri di commisurazione della pena capaci di vincolare il
potere di vincolare il potere discrezionale del giudice non riesce in realt a fornire
indicazioni univoche perch fa riferimento a fattori che assumono un significato e una rilevanza
diversi, a seconda della finalit prevalente che linterprete assegni alla pena in sede
commisurativa;
Nel difendere la legittimit dellart. 132, la Corte Costituzionale ha giustamente escluso che il
principio di legalit sia di ostacolo allattribuzione allorgano giudicante di un adeguato ambito di
discrezionalit.
Classificazione sistematica dei criteri di commisurazione.
1. Criteri finalistici
Il primo nodo, che il giudice si trova a dover sciogliere, riguarda lindividuazione dei
fini da raggiungere mediante lirrogazione della pena.
Problema non sempre di facile soluzione perch spesso pu accadere che, a seconda si
privilegi rispettivamente la finalit di prevenzione generale o speciale o retributiva,
risultino adeguato al caso concreto misure di pena diverse tra loro.
Esigenza di istituire una gerarchia tra i diversi scopi della pena, anche in vista di un
superamento delle eventuali antinomie riscontrabili nella fase commisurativa.
156
2. Criteri fattuali
Il giudice deve preoccuparsi di selezionare le circostanze di fatto che assumono
rilevanza alla stregua dei criteri finalistici preventivamente individuati.
3. Criteri logici
Ultima fase delliter. Valutazione del rispettivo peso degli indici fattuali ai fini di un
giudizio sulla complessiva gravit del reato e di un corrispondente dosaggio della
sanzione fra il massimo e il minimo edittali.
Gli indici di commisurazione preveduti dallart. 133 cp.:
1. La gravita del reato
Art. 133 comma 1 nellesercizio del potere discrezionale il giudice deve tener conto della
gravit del reato desunta:
- dalla natura, dalla specie,dai mezzi, dalloggetto, dal tempo, dal luogo e
da ogni altra modalit dellazione;
- dalla gravit del danno o del pericolo cagionato alla persona offesa dal
reato;
- dallintensit del dolo o dal grado della colpa;
Gli indici hanno riguardo alla gravit del reato considerato
nelle rispettive componenti materiale e psicologica.
Nella prima fase delliter commisurativo predomina la valutazione di tutti gli aspetti capaci di
incidere sul disvalore della condotta e dellevento, nonch sulla natura e lintensit dellelemento
soggettivo.
- Il disvalore dellazione pu desumersi in via analogica dalle circostanze attenuanti e aggravanti.
- La gravita del danno o del pericolo si valuta assumendo a punto di riferimento loffesa tipica
intesa nellaccezione penalistica, e non gi le conseguenze dannose in senso civilistico.
Quanto al grado del pericolo, un pericolo concreto sar sempre + grave di un pericolo astratto.
Mentre nellambito del pericolo concreto, il pericolo stesso presenter un disvalore +
accentuato quanto maggiore risulti lentit della probabile lesione o il grado di probabilit della
sua verificazione.
- Lintensit del dolo si misura considerando la forma in cui esso si manifesta la volont
colpevole appare di intensit maggiore nel dolo intenzionale e progressivamente meno grave nel
dolo diretto e nel dolo eventuale.
Quanto al grado della colpa, per accertarlo occorre fare riferimento ad una serie di criteri quali
il quantum risppettivo di esigibilit della condotta doverosa e di divergenza tra la condotta
tenuta e la regola precauzionale applicabile nel caso concreto.
Il riferimento alla gravit del reato va integrato con la valutazione della capacit a delinquere
indice ulteriore di commisurazione che amplia lo spettro dei criteri fattuali.
2. La capacit a delinquere
Art. 133 comma 2 nellesercizio del potere discrezionale in sede di commisurazione della
pena il giudice deve tener conto della capacit a delinquere del
colpevole desunta:
- dai precedenti penali e giudiziari e dalla condotta e dalla vita del reo,
antecedenti al reato;
- dalla condotta contemporanea o susseguente al reato;
- dalle condizioni di vita individuale, familiare e sociale del reo
Il 1 comma dellart. 133 rappresenta un segno manifesto del compromesso raggiunto tra le
opposte scuole di diritto penale; mentre il 2 comma, con lesigere un secondo giudizio sulla
personalit del reo, sembra tener conto delle istanze del positivismo criminologico, orientato a
considerare lattitudine a delinquere ai fini di una prognosi di pericolosit sociale.
Da qui una notevole equivocit dello
stesso concetto di capacit a delinquere
Dibattito teorico sul problema del rapporto temporale tra capacit a delinquere e reato:
proiezione nel passato della capacit a delinquere: essa consiste in una sorta di attitudine al
reato commesso nel quadro del giudizio di colpevolezza; parte della dottrina si sforza di riportare
la capacit criminale sul terreno della colpevolezza, per cui interessa valutare la personalit
morale del reo quale si esprime nel fatto commesso, in vista di una giudizio di riprovevolezza
sufficientemente individualizzato. Il nesso capacit criminale-colpevolezza tuttavia contestato
da qualche autore pur propenso a riferire lelemento in esame al passato, al reato gi commesso.
proiezione nel futuro della capacit a delinquere: essa viene identificata con lattitudine a
commettere nuovi fatti delittuosi e con una nozione vicina a quella di pericolosit quale
presupposto dellapplicazione di una misura di sicurezza; mentre qualche autore inclina a
identificare capacit a delinquere e pericolosit sociale, altri propongono una distinzione
quantitativa perch tra i due concetti correrebbe uno spartiacque costituito dalla diversit di
grado intercorrente tra la mera possibilit e la probabilit che il medesimo soggetto violi in
futuro la legge penale.
tesi della duplice funzione della capacit a delinquere: una funzione di graduazione della
colpevolezza, sul presupposto che tanto pi riprovevole il fatto, quanto maggiore
lattribuibilit morale del fatto stesso allautore; e una funzione prognostica, diretta ad accertare
la potenzialit criminosa del soggetto in una prospettiva di prevenzione speciale.
Stabilire quale delle interpretazioni sia la + giusta non agevole: in mancanza di indicazioni
univoche ricavabili dallart. 133, si costretti a ricostruire il significato della capacit a delinquere
mediante il richiamo di elementi esterni, che a loro volta rimandano alle concezioni di fondo proprie
di ciascun autore.
Motivi a delinquere
causa psichica, stimolo che induce lindividuo a delinquere. Inclinazione affettiva,
sentimento, impulso o istinto. Il motivo dellazione pu essere anche inconscio perch
ignoto allo stesso agente.
158
lo si pu notare anche rispetto al criterio della gravit del reato che pu assumere rilevanza non solo
in unottica tradizionalmente retributiva orientata allentit del danno e/o al grado della
colpevolezza, ma anche in una prospettiva di prevenzione generale e speciale.
Lattitudine ad unutilizzazione plurivalente diventa ancor + evidente sul terreno della capacit a
delinquere.
La fondamentale equivocit della norma dipende dal fatto che essa si limita a enumerare
indici fattuali di commisurazione, omettendo per di prendere esplicita posizione sui criteri
finalistici che dovrebbero presiedere allirrogazione concreta della sanzione.
La conseguenza che rimane poco chiaro quale ruolo nella fase irrogativa sia
da attribuire alla retribuzione, alla prevenzione generale e a quella speciale.
Ecco perch gli elementi contenuti nellart. 133, in quanto indici variamente interpretabili in
funzione della finalit della pena aprioristicamente prescelta, non sono in grado di assurgere
a criteri capaci di vincolare davvero lesercizio del potere discrezionale del giudice.
Fallimento dellart. 133 in sede di prassi applicativa
Lobbligo di motivazione ex art. 132 ha finito col rimanere sostanzialmente eluso, mentre
le reali ragioni della scelta sanzionatoria rimangono affidate allintuito del giudice,
159
quando non addirittura al suo arbitrio. Inoltre i giudici di merito hanno manifestato la
tendenza generalizzata ad irrogare la pena nel minimo, o in prossimit del minimo
edittale, un orientamento che va incontro a rischi: da un lato, lintento pur condivisibile di
adeguare alla sensibilit dei nostri tempi limpianto sanzionatorio del codice pu sfociare in
una forma di poco controllata indulgenza, dallaltro, la tentazione della supplenza rischia di
far sposare una logica che collide con le specifiche esigenze della commisurazione della pena.
Esigenza di una rilettura costituzionalmente orientata dellart. 133 cp.
Per supplire al silenzio dellart. 133 sui criteri finalistici che presiedono allirrogazione della
sanzione, non certo consentito far leva su di una concezione della pena aprioristicamente assunta
come valida.
Per saperne di + legittimo tornare a prendere le mosse proprio dalle enunciazioni costituzionali
relative alla materia penale, in quanto tali potenzialmente in grado di fornire indicazioni vincolanti
rispetto allintera fenomenologia putativa.
il giudice non si preoccupasse di scegliere una sanzione idonea sia nel tipo che
nella misura a favorire la risocializzazione del reo.
Una pena eccedente rispetto al grado della colpevolezza non sarebbe compresa
dal condannato che la vivrebbe come ingiusta, per cui risulterebbe pregiudicata
la prospettiva del recupero sociale. Il giudice potr per applicare una pena
meno elevata rispetto a quella che sarebbe giusto infliggere, ogniqualvolta egli
ritenga che ci serva a facilitare il processo di reinserimento sociale del reo.
Rapporto tra il 1 e il 2 comma dellart. 133
Il principale parametro di commisurazione della pena offerto dal 1 comma, che indica
al giudice di stabilire il massimo edittale di pena entro i limiti della colpevolezza
relativa al fatto oggetto di giudizio.
Mentre il 2 comma svolge un ruolo subordinato, come dimostrato dalla stessa lettera
della legge che, nellintrodurre il riferimento alla capacit a delinquere, usa lavverbio
altres.
I termini dellattuale dibattito teorico.
La tesi che nega alla prevenzione generale il ruolo di autonomo criterio
finalistico di commisurazione della pena non per unanimamente
condivisa.
Parte della dottrina si preoccupa invero di sottolineare che, se si include la prevenzione generale tra
gli scopi principali della pena, coerenza imporrebbe di riconoscerle il medesimo spazio nello stadio
della sua concreta irrogazione. Quanto poi allobiezione che a riconoscerle questo spazio si
finirebbe col violare il divieto di responsabilit per fatto altrui, ci si sforza di replicare che, se
largomento fosse veramente valido, esso dovrebbe impedire anche al legislatore di tener conto
delle esigenze di prevenzione generale nella determinazione degli stessi livelli edittali di pena.
Tale impostazione trascura che, inuno Stato di diritto, il soddisfacimento delle
istanze di prevenzione generale spetta al legislatore: il problema dellimpedimento
della commissione dei reati, da parte dei cittadini, costituisce infatti una questione di
politica criminale e di politica sociale, come tale di precipua pertinenza degli organi
legislativi e aministrativi. Ai giudici spetta solo di scegliere la pena adeguata al caso
concreto oggetto di giudizio. Ma gi il fatto stesso di infliggere una pena in giudizio
equivale ad unoperazione dotata anche di valenza generalpreventive.
A livello di previsione legislativa dellentit della sanzione, non ci si trova di fronte ad
alcun soggetto da giudicare, mentre lo stadio della commisurazione della pena
presuppone un fatto gi commesso.
161
La punizione comporta sempre un sacrificio del singolo nellinteresse della societ che si
autodifende, ne consegue che la legittimazione della pena nello Stato democratico
subordinata allimpegno a ridurre al minimo la strumentalizzazione del reo in vista
dellutilit generale ci esclude che il giudice sia autorizzato ad aggiungere le proprie
preoccupazioni generalpreventive a quelle avvertite dal legislatore nel fissare i limiti
massimo e minimo della sanzione.
Si pu anche concedere che il giudice non sia in grado di stabilire in modo
scientificamente attendibile quale trattamento sia + idoneo a favorire la risocializzazione
del reo solo che ci non basta per rivalutare lattitudine dei giudici a conoscere le
esigenze di prevenzione generale.
Uneccessiva fiducia in una commisurazione generalpreventiva della pena sembra, poi,
trascurare che lefficacia di una simile operazione dipende da una serie di condizioni
empiriche di difficile verificazione.
che propende per il modello dei tassi giornalieri, un sistema che separa in 2 autonomi
momenti la fase della commisurazione: nel primo momento viene fissato il numero dei
tassi sulla base dei criteri generali, mentre nel secondo si determina lammontare del
tasso giornaliero sulla base delle condizioni economiche del reo.
Il legislatore tace sugli indici di cui il giudice deve tenere conto in sede di valutazione delle
condizioni economiche del condannato spetta dunque agli interpreti di suggerire criteri di
valutazione:
- il giudice deve, in primo luogo, riferirsi al reddito dellautore del reato al momento della
condanna.
- + complessa la determinazione dellincidenza del patrimonio allinterno della situazione
economica del reo: anche perch si deve evitare il rischio di una deviazione dai fini della pena
pecuniaria sotto forma di mascherate confische, in obbedienza a un malinteso intento di
perequazione economico-sociale. Parte della dottrina propone di tener conto solo dei beni
patrimoniali il cui valore superi uno standard medio rispetto alla contingente situazione
economico-sociale.
- Dal computo delle disponibilit economiche dovranno essere sottratte le obbligazioni
pecuniarie gravanti sul reo.
Laccertamento del reddito, in assenza di indicazioni normative, non pu che essere rimesso ai
poteri di indagine del giudice e ai generici accertamenti di polizia giudiziaria; ma un ruolo rilevante
deve essere attribuito alle dichiarazioni fornite dallo stesso condannato.
2 comma: il giudice pu aumentare la multa e lammenda stabilite dalla legge fino al triplo o
diminuirle fino a 1/3 quando, per le condizioni economiche del reo, ritenga che la
misura massima sia inefficace (se non provoca un sensibile sacrificio al reo) o che la
misura minima sia eccessivamente gravosa (se comporta un sacrificio economico
intollerabile).
Linefficacia e leccessiva gravosit vanno determinate in funzione degli scopi di
afflizione e intimidazione-ammonimento, che sono tipici della sanzione pecuniaria.
Ma sono valutazioni assai difficili perch sullincidenza della pena pecuniaria
influiscono anche dati di natura psicologica ci si dovr affidare necessariamente
allattenta e saggia valutazione del giudice.
Non hanno effettiva ragion dessere i dubbi di costituzionalit, in relazione al principio di
uguglianza, che talore sono stati manifestati nei confronti di una pena pecuniaria orientata secondo
le condizioni economiche del reo.
Potere discrezionale del giudice nella sostituzione delle pene detentive brevi.
Art. 58 della legge n. 689 del 1991
1 comma: il giudice, nei limiti fissati dalla legge e tenuto conto dei criteri indicati nellart. 133,
pu sostituire la pena detentiva tra le pene sostitutive sceglie quella + idonea al
reinserimento sociale del condannato.
163
Dopo aver fissato la pena secondo i criteri tradizionali, il giudice dovr valutare se
sussistono i presupposti per ladozione delle misure sostitutive, poi deve scegliere la
misura + idonea al reiserimento sociale del condannato.
Nel pronunciarsi sullan della sostituzione, gli indici forniti dallart. 133
dovranno essere valutati al fine di stabilire se la personalit del reo possa
risultare danneggiata dallapplicazione di una pena detentiva breve.
Nel pronunciarsi sul quomodo della sostituzione, il giudice dovrebbe
seguire come criterio lidoneit a favorire il reiserimento sociale del
condannato dovr pertanto accertare quale sanzione sostitutiva sia +
idonea ad ammonire e a non desocializzare il reo.
2 comma: preclude allorgano giudicante la possibilit di sostituire la pena detentiva breve quando
presume che le prescrizioni non saranno adempiute dal condannato.
Il giudice, prima di decidersi per lapplicabilit della pena sostitutiva, dovr valutare le
chances di effettivo adempimento delle prescrizioni. La preclusione conseguente ad una
presunzione negativa ha per scopo di impedire complessi procedimenti di sostituzione e
revoca delle misure sostitutive per fare ritorno allapplicazione della pena detentiva
breve.
3 comma: obbliga il giudice a specificamente indicare i motivi che giustificano la scelta del tipo di
pena irrogata per rendere pi trasparente e controllabile lesercizio del potere
discrezionale nella scelta della sanzione sostitutiva.
Potere discrezionale e misure alternative alla detenzione.
Potere discrezionale, che il tribunale di sorveglianza istituito presso ogni Corte dAppello deve
esercitare in base a criteri finalistici legislativamente predeterminati ma caratterizzati da una certa
elasticit.
Affidamento in prova al servizio sociale: il provvedimento pu essere disposto nei casi in cui
possa presumersi che il provvedimento stesso anche attraverso le prescrizioni contribuisca alla
rieducazione del reo e assicuri la prevenzione del pericolo che egli commetta altri reati.
Semilibert: lammissione a tale regime disposta in relazione ai progressi compiuti nel corso
del trattamento quando vi sono le condizioni per un graduale reinserimento del soggetto nella
societ.
Liberazione anticipata: la concessione del beneficio subordinato alla condizione che il
condannato a pena detentiva abbia dato prova di partecipazione allopera di rieducazione.
Permessi premio: per la concessione si richiede che il magistrato di sorveglianza accerti che i
condannati abbiano tenuto regolare condotta e non risultino di particolare pericolosit sociale.
164
Criteri diagnostici di individuazione della categoria non si pu confidare negli indici di natura
grammaticale che apparentemente subordinano
la punibilit di un fatto gi descritto alla
verificazione di una condizione ulteriore.
Bisogna fare ricorso ad un contemperamento di indici strutturali (relativi alla collocazione
dellelemento in questione allinterno della fattispecie astratta) e di parametri sostanziali (relativi
alla determinazione dellinteresse tutelato dalla norma).
Facendo applicazione di criteri di tipo strutturale, dal novero delle condizioni obiettive
di punibilit dovrebbero essere di regola esclusi gli eventi legati da un rapporto di
causalit necessaria con lazione tipica, o da un rapporto psicologico necessario
con lagente.
Utilizzando come banco di prova indici di natura sostanziale, dovrebbero escludersi
dalle condizioni di punibilit quegli eventi nei quali si incentra loffesa
allinteresse protetto.
Condizioni obiettive intrinseche: incidono sullinteresse protetto, nel senso di apprfondire una
lesione gi implicita nella commissione del fatto.
Condizioni obiettive estrinseche: nulla aggiungono alla lesione dellinteresse protetto dalla
norma incriminatrice, ma si limitano a riflettere valutazioni
di opportunit connesse ad un interesse esterno al profilo
offensivo del reato.
Riserve se vero che non di rado lintroduzione di una condizione obiettiva si spiega con
lintento di superare le difficolt di accertamento del dolo rispetto alleventocondizione, ci deve indurre a riflettere sui limiti di compatibilit di una tale scelta
legislativa con il principio della responsabilit personale.
Sentenza costituzionale n. 364 del 1988: ha sancito il fondamentale principio secondo cui la
colpevolezza deve coprire tutti gli elementi significativi del
fatto, cio quelli da cui dipende il disvalore delloffesa tipica.
Non possono sottrarsi al principio di colpevolezza le condizioni di punibilit intrinseche, quali
accadimenti capaci di incidere sulloffesa insita nel fatto tipico e il principio di colpevolezza
potr considerarsi rispettato ove tali condizioni siano, sul piano soggettivo, coperte quantomeno
dalla colpa.
Infatti lart. 44 esclude solo che il dolo costituisca necessario presupposto di imputazione
dellevento medesimo; ma nulla dice sulla colpa, e ci non impedisce che linterprete ne
richieda la presenza in una prospettiva di ricostruzione in chiave costituzionale
dellistituto.
166
Estingue:
- sia le pene principali, che quelle accessorie ed ogni altro effetto penale.
E controverso se renda applicabile la misura della confisca:
- la soluzione negativa si fonda sul mancato accertamento dellesistenza del reato e
quindi sulla mancanza di una sentenza o di un decreto penale di condanna, che
costituisce il normale presupposto per lapplicazione di una misura di sicurezza.
- ma la dottrina prevalente orientata per la tesi che la morte del reo non impedisce
ladozione della confisca, la quale esclude il ricorso allart. 210, che afferma la regola
dellinapplicabilit delle misure di sicurezza a seguito del fenomeno estintivo.
Non estingue:
- le obbligazioni civili nascenti dal reato;
167
Il canone del tempus commissi delicti, che serve a determinare lapplicabilit dellamnistia ad
un determinato, singolo delitto, si atteggia diversamente a seconda del tipo di reato preso in
considerazione:
reato consumato sia esso di mera condotta o di evento, attivo o omissivo, si fa riferimento
al momento della realizzazione della condotta o della verificazione
dellevento o del mancato compimento dellazione dovuta.
delitto tentato si deve considerare il momento in cui si sono realizzati gli atti idonei
inequivocabilmente diretti a commettere il delitto.
reato permanente controverso se debba prendersi in considerazione il momento in cui
cessa la permanenza o quello antecedente in cui il reo da vita allazione
illecita.
reato continuato per il quale le singole violazioni di legge riacquisteranno la loro
autonomia e quindi avranno un proprio tempo, da individuare secondo la
regola generale.
reato sottoposto a condizione di punibilit si fa riferimento al tempo di verificazione della
stessa.
concorso di reati lamnistia si applica ai singoli reati per i quali concessa.
La legge che contiene latto di clemenza deve indicare i reati amnistiati vengono utilizzati
diversi criteri di selezione, quali il numero dellarticolo, il nomen juris o il tetto di pena entro il
quale concedibile il beneficio.
Lamnistia non applicabile, salva diversa volont legislativa, nel caso in cui il soggetto autore
del reato astrattamente ricompreso nel provvedimento sia stato dichiarato dal giudice recidivo
aggravato e reiterat o delinquente abituale, professionale o per tendenza tali dichiarazioni di
delinquenza qualificata devono essere gi definitivamente adottate al tempo in cui lamnistia entra
in vigore.
contravventori qualificati per i quali lamnistia applibile.
Lamnistia sia propria che impropria pu essere subordinata a condizioni o a obblighi, che in virt
del principio di legalit devono cmq essere espressamente previsti dalla legge.
Lamnistia rinunciabile la corte costituzionale ha dichiarato illegittimo lart. 151 comma 1,
nella parte in cui esclude la rinunzia allapplicazione dellamnistia, per violazione del diritto di
difesa. In caso di rinuncia allamnistia, il giudizio prosegue nelle forme regolari e pu sfociare sia in
una pronuncia di condanna che di assoluzione.
3. La prescrizione.
una causa estintiva costituita dal decorso del tempo senza che alla commissione del reato
segua una sentenza di condanna irrevocabile con il decorso del tempo appare inutile e
inopportuno lesercizio della stessa funzione repressiva, perch vengono a cadere le esigenze di
prevenzione generale che presiedono alla repressione dei reati.
Tuttavia, in una prospettiva di valorizzazione dei diritti fondamentali delluomo, insieme con la
necessit di garantire il diritto costituzionale alla difesa in giudizio, la corte costituzionale ha
dichiarato lillegittimit dellart. 157, nella parte in cui non consentiva la rinunciabilit della
prescrizione.
169
Per alcuni reati in ogni caso stabilita limprescrittibilit sono quelli per cui prevista la
pena di morte e dellergastolo, e ci in considerazione della loro gravit, del fatto che + a lungo
durano nel ricordo degli uomini e quindi non attenuano linteresse statale alla loro repressione.
Riforma del 2005: soddisfa lesigenza di assicurare maggiore certezza nel calcolo del tempo
delloblio, rimediando allinconveniente di far dipendere tale calcolo anche da una postuma
valutazione giudiziale ampiamente discrezionale.
Nuovo art. 157 comma 1: per determinare il tempo necessario a prescrivere si segue il nuovo
criterio della pena massima edittale di ciascun reato, ma
contemporaneamente introduce una soglia minima inderogabile di tempo
non inferiore a 6 anni se si tratta di delitto enon inferiore a 4 anni se si
tratta di contravvenzione, ancorch puniti con la sola pena pecuniaria.
comma 2: disciplina differenziata per i recidivi ai fini del computo del
tempo necessario a prescrivere rilevano le circostanze aggravanti per
le quali la legge stabilisce una pena diversa da quella ordinaria e
quelle a effetto speciale e che si tiene conto dellaumento massimo di
pena previsto. Nei casi in cui la recidiva opera come circostanza
aggravante, con un aumento della pena superiore a 1/3, occorre
calcolare ai fini della prescrizione anche questo ulteriore aumento.
commi 2 e 3: allo scopo di rendere + certo ex ante il tempo necessario a
prescrivere, elimina la rilevanza della diminuzione di pena per le
circostanze attenuanti e dellaumento per le circostanze aggravanti.
Con uneccezione relativa alle aggravanti autonome a effetto speciale,
ove si tiene conto dellaumento massimo di pena previsto per
laggravante.
comma 6: raddoppia gli ordinari tempi di prescrizione per alcune
tipologie di illeciti penali espressamente indicati:
- ipotesi di responsabilit colposa caratterizzate da unaccentuata
carica lesiva nei confronti di beni importanti quali la pubblica
incolumit e la vita;
- ipotesi delittuose che rientrano nel paradigma della criminalit
organizzata latamente inteso;
Su entrambe si sono espresse riserve:
per un verso anche reati non tipici del crimine organizzato potrebbero giustificare deroghe ai
normali tempi prescrizionali, e per altro verso non si capisce perch un esito infausto da colpa grave
medica meriti un tempo di prescrizione inferiore rispetto allevento morte frutto di violazione delle
norme stradali.
Questo nuovo regime giuridico comporta termini prescrizionali di regola + ridotti rispetto al
passato per delitti di rilevante gravit o di media gravit punibili con una pena non superiore
a 5 anni. Ma esso contemporaneamente allunga i tempi prescrizionali per i delitti di minore
gravit e per le contravvenzioni.
Decorrenza del termine:
- reato consumato decorre dal giorno della consumazione;
- reato tentato dal giorno in cui cessata lattivit del colpevole;
- reato permanente dal giorno in cui cessata la permanenza;
- reato continuato modificato in base al nuovo art. 158: stato abrogato il riferimento al giorno
in cui la continuazione stata cessata. Ad esso si applica la regolamentazione
atomistica di un comune concorso di reati;
Se la punibilit del reato dipende dal verificarsi di una condizione, il termine della
prescrizione decorre dal giorno in cui la condizione si verificata.
170
Se il reato invece punibile a querela, istanza o richiesta, il termine della prescrizione decorre
dal giorno del commesso reato.
In ogni caso il dies a quo non si computa nel termine.
Sospensione effetto giuridico, che si verifica in presenza di alcune cause ostative del
procedimento penale, per il quale la decorrenza del termine della prescrizione si
arresta per il tempo necessario a rimuovere lostacolo, in modo che la porzione di
tempo gi trascorsa rimanga valida e si possa sommare al periodo di tempo
successivo decorrente dal giorno della cessazione della causa sospensiva.
- nei casi di autorizzazione a procedere;
- nelle ipotesi di questioni deferite ad altro giudizio;
- nei casi di sospensione del procedimento o del processo penale per ragioni di impedimento delle
parti e dei difensori o su richiesta dellimputato;
La prescrizione riprende il suo corso dal giorno in cui cessata la causa della
sospensione. In caso di autorizzazione a procedere, il corso della prescrizione
riprende dal giorno in cui lAutorit competente accoglie la richiesta.
Interruzione un effetto giuridico per il quale, in presenza di alcuni atti giuridici, il
termine di prescrizione gi decorso viene meno e comincia a decorrere ex
novo et ex integro.
Cause di interruzione:
- sentenza o decreto di condanna non irrevocabili;
- ordinanza che applica le misure cautelari personali e quella di convalida di fermo o dellarresto;
- interrogatorio reso davanti al pubblico ministero o al giudice;
- invito a presentarsi al pubblico ministero per rendere linterrogatorio;
- provvedimento del giudice di fissazione delludienza in camera di consiglio per la decisione sulla
richiesta di archiviazione;
- richiesta di rinvio a giudizio;
- decreto di fissazione delludienza preliminare;
- ordinanza che dispone il giudizio abbreviato;
- decreto di fissazione delludienza per la decisione sulla richiesta di applicazione della pena;
- presentazione o citazione per il giudizio direttissimo;
- decreto che dispone il giudizio immediato;
- decreto che dispone il giudizio e decreto di citazione a giudizio;
La prescrizione interrota comincia nuovamente a decorrere dal giorno
dellinterruzione.
Riforma 2005: ha innovato in ordine alla rideterminazione della misura del
prolungamento del tempo necessario a prescrivere, che linterruzione comporta.
Lart. 160 ha leffetto di ridurre rispetto al passato la durata della dilazione
linterruzione pu comportare laumento massimo di del tempo necessario a
prescrivere.
Essa, almeno nei casi di reati di una certa gravit, si risolve in una depenalizzazione
giudiziale depenalizzazione affidata al personale gusto del giudice.
5. La sospensione condizionale della pena
Per certi versi, va annoverata tra le misure sospensive, mentre per altri versi un fenomeno
tipicamente estintivo.
Nellordinamento italiano, la sospensione condizionale ha subito un processo di snaturamento che
la ha trasformata in una misura clemenziale applicata automaticamente dal giudice, con la
coseguenza di provocare un fenomeno di inammissibile fuga dalla sanzione.
Non si pu + ancora affermare che la sospensione condizionale costituisca un mezzo di lotta alle
pene detentive brevi essa piuttosto svolge una generica funzione di prevenzione speciale fondata
sulla presunzione di sufficienza della sola pronuncia di condanna e sulla minaccia della sua futura
esecuzione.
Legge n. 145 del 2004 ha introdotto 2 deroghe alla disciplina:
1. rende virtuale il cumulo tra pena detentiva e pena pecuniaria ai
fini del calcolo del requisito del limite massimo di pena
sospendibile, nellipotesi in cui a seguito della conversione di pena
pecuniaria sia superata la soglia massima di concedibilit del
beneficio, con levidente finalit di incentivare il ricorso al
patteggiamento allargato;
2. accorcia rilevantemente il tempo necessario allestinzione del
reato, nellipotesi di pena sospesa inferiore ad un anno e di
contestuale adempimento degli obblighi latu sensu risarcitori.
Presupposti di applicazione:
- una sentenza di condanna a pena detentiva, o a pena pecuniaria che, sola o congiunta a pena
detentiva, non superi un determinato limite;
- prognosi favorevole sulla personalit del condannato;
Limite la pena detentiva o quella pecuniaria, da sola o congiunta a pena detentiva e
ragguagliata, non pu essere superiore a 2 anni. Se si tratta di minore di 18 anni il
limite di 3 anni. Se si tratta di giovani adulti (maggiorenni di et compresa tra i 18 e i 21
anni) o di ultrasettantenni il limite di 2 anni e 6 mesi.
Se la pena concretamente inflitta non supera tali limiti, il giudice conceder la sospensione
condizionale della pena qualora, avuto riguardo alle circostanze indicate nellart. 133, presuma che
il colpevole si asterr dal commettere ulteriori reati.
Questo presupposto viene nella pratica deplorevolmente obliato. Eppure esso
esprime lessenza stessa dellistituto il giudizio di non pericolosit del
condannato infatti consente di considerare, ai fini della prevenzione speciale,
sufficiente la sola sentenza di condanna e non anche la sua esecuzione.
1 deroga prevista dal nuovo art. 163
permette la concessione della sospensione condizionale nellipotesi in cui i limiti
massimi di pena siano superati per effetto della conversione della pena pecuniaria
esse sterilizza ai fini della concessione del beneficio la conversione della pena
pecuniaria, se la pena detentiva rimane nei rispettivi limiti previsti dalla legge. La
conversione resta un dato virtuale che non paralizza la concessione della sospensione
condizionale, se la pena detentiva non supera i 2 anni per i delinquenti normali, i 2 anni
e 6 mesi per i giovani adulti e i 3 anni per i minori di 18 anni e gli ultrasettantenni.
173
- a chi ha riportato una precedente condanna a pena detentiva per delitto, anche se intervenuta la
riabilitazione;
- al delinquente o contravventore abituale;
- a delinquenti o contravventori professionali;
- a chi stata inflitta, in aggiunta alla pena, una misura di sicurezza personale perch persona che la
legge presume socialmente pericolosa;
Obblighi del condannato
Il giudice pu subordinare la concessione della sospensione condizionale
alladempimento, nel termine fissato in sentenza, dellobbligo delle restituzioni, al
pagamento della somma liquidata a titolo di risarcimento del danno e
provvisoriamente assegnata sullammontare di esso e alla pubblicazione della sentenza
a titolo di riparazione del danno; nonch salvo che la legge disponga altrimenti,
alleliminazione delle conseguenze dannose o pericolose del reato, secondo le modalit
indicate dal giudice nella sentenza di condanna.
Legge n. 145 del 2004 ha allargato la gamma degli obblighi includendovi anche la
prestazione di attivit non retribuita a favore della collettivit per un
tempo determinato, cmq non superiore alla durata della pena sospesa,
secondo le modalit indicate dal giudice nella sentenza di condanna. A
condizione tuttavia che il condannato non faccia opposizione.
Seconda concessione del beneficio
Ricorre nellipotesi in cui il giudice, nellinfliggere una nuova condanna, irroghi una
pena che, cumulata con la precedente condanna per delitto, non superi i limiti
oggettivi. Deve essere subordinata, salvo che sia impossibile, alladempimento di almeno
uno degli obblighi risarcitori.
La sospenzione condizionale revocata di diritto se, nei termini durante i quali la condanna rimane
sospesa, il condannato:
- commetta un delitto o una contravvenzione della stessa indole, per cui venga inflitta una
pena detentiva, o non adempia agli obblighi impostogli;
- riporti unaltra condanna per un delitto anteriormente commesso a pene che, cumulate a
quelle precedentemente sospese, superino i limiti stabiliti dallart. 163;
La sospensione condizionale pu essere revocata dal giudice se il condannato riporta unaltra
condanna per delitto anteriormente commesso a pena che, cumulata a quella precedentemente
sospesa, non superi i limiti stabiliti dallart. 163, avuto riguardo allindole e alla gravit del reato.
Effetti la concessione della sospensione condizionale sospende la pena principale per il
periodo di 5 anni, se la condanna per delitto; e di 2 anni, se la condanna per
contravvenzione.
Se nei termini stabiliti il condannato non commette un delitto o una contravvenzione della
stessa indole e adempie agli obblighi imposti, il reato estinto. Leffetto estintivo
concerne la pena, mentre cessa lesecuzione delle pene accessorie. Restano per in vita
gli effetti penali della condanna. Sono sospedibili condizionalmente anche le pene
accessorie.
174
La Corte costituzionale ha dichiarato lillegittimit dellart. 169, sia nella parte in cui non
consentiva che potesse estendersi ad altri reati che si legano con il vincolo della continuazione a
quelli per i quali stato concesso, sia nella parte in cui escludeva che potesse concedersi un
nuovo perdono in caso di reato commesso anteriormente alla prima sentenza di perdono e di
pena che, cumulata con quella precedente, non superava i limiti per lapplicabilit del beneficio.
Effetti con il passaggio in giudicato della sentenza che concede il perdono giudiziale, il
reato estinto. La concessione del perdono sempre incondizionata ed irrevocabile.
Con la legge di riforma del processo penale minorile (448/1988) sono stati introdotti 2 nuovi istituti:
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vengono estinte le pene detentive, pecuniarie, accessorie, tutti gli effetti penali della
condanna, le misure di sicurezza detentive e le obbligazioni civili per il pagamento
dellammenda e della multa.
Non vengono meno per le obbligazioni civili nascenti dal reato n la confisca.
2. Lamnistia impropria.
Art. 151 se vi stata condanna, fa cessare lesecuzione della condanna e le pene principali,
accessorie e delle misure di sicurezza diverse dalla confisca. Permangono tutti gli
altri effetti della condanna.
Presuppone la condanna definitiva ed irrevocabile, passata in giudicato.
Riguarda solo i reati commessi antecedentemente alla presentazione del disegno di legge.
3. La prescrizione della pena.
Ratio: viene meno linteresse della collettivit a far scontare a un condannato la pena
inflittagli quando trascorso un lungo periodo di tempo dal momento del passaggio in
giudicato della sentenza.
- Estinzione della pena della reclusione: avviene con il decorso di un termine pari al doppio della
pena inflitta con il provvedimento di condanna.
Se si tratta di reclusione il cui raddoppio equivale a un tempo inferiore a 10 anni, lestinzione
avviene in 10 anni.
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5. La grazia.
Condona in tutto o in parte la pena inflitta, o la commuta in unaltra specie di pena stabilita
dalla legge. Non estingue le pene accessorie, salvo che il decreto disponga diversamente, e neppure
gli altri effetti penali della condanna.
un provvedimento di esclusiva prerogativa del Presidente della Repubblica e non necessita
di leggi di concessione.
Caratteristiche - lorgano competente ad emettere il relativo provvedimento solo il Presidente;
- ha un contenuto non generale ma particolare in quanto si riferisce ad un singolo
rapporto esecutivo relativo a una o + condanne a carico di uno stesso imputato.
Presuppone lesistenza di una sentenza irrevocabile di condanna.
Effetti caratterizzata dalla mancanza di una loro predeterminazione normativa. Pu estinguere
in tutto o in parte la pena principale: la maggiore o minore ampiezza di effetti dipende
dalla valutazione discrezionale dellorgano competente a concederla.
Pu essere sottoposta a condizioni.
Ragioni che giustificano la sua concessione:
La liberazione condizionale produce i suoi effetti definitivi con il decorso del tempo della pena
inflitta o se si tratta di condannati allergastolo, con il decorso di 5 anni dalla data del
provvedimento.
Viene revocata se durante il periodo di libert condizionale il liberato commette un delitto o una
contravvenzione della stessa indole, o trasgredisce gli obblighi inerenti alla libert vigilata. Per
effetto della revoca, il condannato riprende a scontare la pena detentiva ed il tempo trascorso in
liberazione condizionale viene computato nella durata della pena scontata.
7. La riabilitazione.
Svolge la funzione di reintegrare il condannato, che abbia gi scontato la pena principale,
nella posizione giuridica goduta fino alla pronuncia della sentenza di condanna.
Art. 178 essa estingue le pene accessorie e ogni altro effetto penale della condanna, salvo
che la legge disponga altrimenti.
Il riabilitato riacquisisce la capacit giuridica perduta a seguito della condanna e viene
rimesso in condizioni di svolgere la sua normale attivit nella societ.
Legge n. 145 del 2004 ha ridotto il tempo necessario per godere del beneficio e ha fissato un
termine ancora + breve nellipotesi di sospensione condizionale. Ma ha
anche aumentato significativamente il limite massimo previsto per la
revoca.
Concessa in presenza di condizioni:
- che siano decorsi 3 anni dal giorno in cui la pena principale stata esguita o si in altro modo
estinta;
- che il condannato, abbia dato prova effettive e costanti di buona condotta durante il periodo di
tempo indicato;
- che non sia stato sottoposto a misure di sicurezza, tranne che si tratti di espulsione dello straniero
dallo Stato o di confisca, o che il provvedimento sia stato revocato;
- che abbia adempiuto le obbligazioni civili derivanti dal reato, salvo che dimostri di troversi
nellimpossibilit di adempierle;
in presenza di queste condizioni la riabilitazione costituisce un vero e proprio diritto del condannato
Se il riabilitato commette entro 7 anni un delitto non colposo, per il quale sia inflitta la pena della
reclusione per un tempo non inferiore a 3 anni o unaltra pena + grave, la sentenza di riabilitazione
revocata di diritto come conseguenza della revoca, rivivono le pene accessorie e gli altri effetti
penali della condanna.
La riabilitazione pu aver luogo anche nel caso di sentenza straniera di condanna.
Riabilitazione speciale per i minori pu essere concessa dopo il 18 e prima del 25 anno di et.
Presuppone che il minore non sia sottoposto a pena o misura di sicurezza e che risulti
completamente emenadato e degno di essere ammesso a tutte le attivit della vita sociale.
8. La non menomazione della condanna nel certificato del casellario giudiziale.
Assolve la funzione di evitare che la condanna sia resa nota ai privati che richiedono i
certificati del casellario giudiziale, non per ragioni di diritto elettorale, ma per eliminare
alcuni ostacoli che potrebbero rendere pi difficile il reinserimento del condannato nella vita
sociale e nel mondo del lavoro.
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Solo in senso improprio pu essere considerata la causa di estinzione della pena: piuttosto comporta
una limitazione degli effetti della condanna.
La sua concessione rimessa alla valutazione discrezionale del giudice.
Le misure di sicurezza.
Premessa.
Ad esse venne originariamente attribuita natura amministrativa quale mezzo di profilassi avente
come scopo la tutela della collettivit mediante la neutralizzazione dellindividuo pericoloso, la
misura di sicurezza veniva inquadrata nellambito dellattivit di polizia (unattivit amministrativa
tipicamente finalizzata alla difesa preventiva della societ).
Oggi la dottrina respinge tale tesi e considera la misura di sicurezza una sanzione criminale di
competenza del diritto penale di fatto afflittiva forse + della sanzione detentiva e viene
applicata mediante un processo giurisdizionale.
In seguito al riconoscimento costituzionale del finalismo rieducativo delle stesse pene in senso
stretto, venuta ormai meno per quella distinzione di scopi che in origine giustificava lo
sdoppiamento del sistema sanzionatorio (pena = retribuzione e prevenzione generale; misura di
sicurezza = prevenzione speciale a mezzo di incapacitazione e/o risocializzazione).
La stessa pena dovrebbe farsi carico di neutralizzare la pericolosit del reo e impedirne la ricaduta
nel delitto.
Le misure si applicano cumulativamente con
Destinatari - soggetti imputabili socialmente pericolosi
la pena, dando cos vita al sistema del
- soggetti semi-imputabili
- soggetti non imputabili si applicano in modo esclusivo
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si in presenza di unazione che, pur non avendo carattere di reato, si manifesta in modo talmente
prossimo al reato da permettere di riconoscere in essa un indizio sicuro di pericolosit sociale.
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- la pericolosit sociale
Presupposto di carattere soggettivo.
Recepita secondo la specifica eleborazione maturata nellambito del positivismo criminologico
la pericolosit sociale viene a coincidere con la probabilit che un soggetto, a causa delle sue
caratteristica psichiche e/o dellinfluenza esercitata dallambiente, commetta in futuro fatti di reato
- si discosta nettamente dalla categoria della colpevolezza.
Art. 203 agli effetti della legge penale, socialmente pericolosa quella persona, anche se
non imputabile o non punibile, la quale ha commesso taluno dei fatti indicati
nellart. precedente, quando probabile che commetta nuovi fatti preveduti dalla
legge come reati.
lart. 31 della legge n. 663 del 1986 ha proceduto allabolizione di ogni forma di presunzione
legale di pericolosit stabilendo che anche nei casi di originaria presunzione legislativa di
pericolosit, il giudice, prima di applicare una misura di sicurezza, semore tenuto a procedere
allaccertamento concreto della pericolosit sociale dellautore.
Crisi del concetto di pericolosit si traggono dalla stessa prassi applicativa.
A determinare tale crisi contribuisce anche la crescente presa datto delle incertezze e difficolt
connesse al suo accertamento concreto in sede giudiziale.
Prognosi criminale = giudizio che tende a predire il futuro comportamento criminale del reo.
In realt i metodi di prognosi criminale sono vari e alcuni vantano una maggiore dignit
scientifica. Ma la possibilit di emettere giudizi predittivi dotati di un minimo di
affidanilit, deve in ogni caso fare i conti con le condizioni di praticabilit offerte dalle
strutture processuali.
valutare gli elementi ivi menzionati il giudizio di pericolosit spesso risulta soggettivamente
arbitrario e perci assai poco affidabile.
Tipologie di pericolosit sociale specifica.
Tipi legali riflettenti forme di pericolosit sociale specifica.
Questi 3 tipi criminologici legali corrispondono a soggetti imputabili a al tempo stesso socialmente
pericolosi nei loro confronti la misura di sicurezza applicabile in aggiunta alla pena.
Delinquente abituale
La ripetizione di un determinato comportamento attenua sempre + i freni inibitori e rende
perci + facile la commissione di reati.
In base alla disciplina precedente, si distinguevano 3 forme di abitualit:
- abitualit nel delitto presunta dalla legge;
- abitualit nel delittto ritenuta dal giudice;
- abitualit nelle contravvenzioni;
Lart. 31 della legge n. 663 del 1986 ha abrogato labitualit presunta.
Labitualit nel delitto vigente quella dichiarata dal giudice nei confronti di chi, dopo
essere stato condannato per 2 delitti non colposi, riporta unaltra condanna per delitto non
colposo, se il giudice, tenuto conto della specie e della gravit dei reati, del tempo entro il
quale sono stati commessi, della condotta e del genere di vita del colpevole, ritiene che
esso sia dedito al delitto.
Abitualit nelle contravvenzioni: art. 104 chi, dopo essere stato condannato alla pena
dellarresto per 3 contravvenzioni della stessa indole, riporta condanna per altra
contravvenzione, anche della stessa indole, dichiarato contrevventore abituale, se il
giudice, tenuto conto della specie e gravit dei reati, del tempo entro il quale sono stati
commessi, della condotta e del genere di vita del colpevole, lo ritiene dedito al reato.
Delinquente professionale
Tipo particolare di delinquente abituale.
Art. 105 chi, trovandosi nelle condizioni richieste per la dichiarazione di abitualit,
riporta condanna per un altro reato, lo dichiarato, se, avuto riguardo alla natura dei reati,
alla condotta e al genere di vita del colpevole, debba ritenersi che egli viva abitualmente,
anche in parte soltanto, dei proventi del reato.
La dichairazione di professionalit non presuppone necessariamente quella di abitualit;
sufficiente invece lesistenza delle condizioni richieste per la dichiarazione di abitualit.
Delinquente per tendenza
Art. 108 chi, sebbene non recidivo o delinquente abituale o professionale, commette
un delitto non colposo, contro la vita o lincolumit individuale e riveli una speciale
inclinazione al delitto, che trovi la sua causa nellindole particolarmente malvagia del
colpevole. Tale disposizione non si applica se linclinazione al delitto originata
dallinfermit.
Il delinquente per tendenza non trova riscontro nella realt naturalistica.
Secondo la tipizzazione normativa, pu essere qualificato tale anche il delinquente
primario purch abbia commesso un delitto di sangue.
Deve trattarsi di soggetti capaci di intendere e volere che manifestano mancanza di senso
morale e che delinquono per unistintuale malvagit.
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alla scadenza del termine minimo di durata, il giudice riprende in esame le condizioni della persona
che vi sottoposta per stabilire se essa sia ancora socialmente pericolosa. Il giudice deve tener
conto della condotta dellinternato durante lesecuzione della misura, dei risultati del trattamento,
del comportamento durante le licenze, dei contatti personali e, nel caso di soggetto infermo o semiinfermo, delle relazioni sanitarie.
se il giudizio sulla pericolosit negativo, il giudice ordina la revoca della misura; se viceversa
positivo, stabilisce una nuova durata minima, alla fine della quale procede di nuovo al
riesame della personalit e cos proceder di volta in volta fino a quando il giudizio risulter
negativo.
Dopo la prima proroga, il riesame della pericolosit pu essere compiuto anche prima della
scadenza della durata quando vi sia ragione di ritenere che il pericolo sia cessato.
La revoca anticipata di competenza della sessione di sorveglianza.
Classificazione delle misure di sicurezza.
Misure di sicurezza personali detentive:
- colonia agricola e casa di lavoro
La scelta di una o dellaltra devessere fatta dal giudice che la applica o dal giudice di
sorveglianza nel corso dellesecuzione ed lasciata alla sua piena discrezionalit, se si eccettua
lobbligo di considerare le condizioni e le attitudini della persona destinataria.
Tali misure si applicano a soggetti imputabili e pericolosi:
- coloro che sono stati dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza;
- coloro che, essendo stati dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza, e non
essendo + sottoposti a misure di sicurezza, commettono un nuovo delitto non colposo, che sia
nuova manifestazione dellabitualit, della professionalit o della tendenza a delinquere;
- i condannati e i prosciolti nei casi espressamente indicati dalla legge;
La durata minima dellassegnazione di un anno.
Ma la durata di 2 anni per i delinquenti abituali, di 3 anni per i delinquenti professionali e di
4 per quelli di tendenza.
La distinzione tra le due in relazione al tipo di attivit che si svolge in una di tipo agricolo,
nellaltra di carattere artigianale o industriale.
- casa di cura e di custodia
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ai fini della prognosi di pericolosit del malato, essi vengono potenzialmente gravati anche
dalle esigenze di difesa sociale; dallaltro non prevista alcuna forma di trattamento per il
soggetto prosciolto per infermit psichica che sia ritenuto socialmente non pericoloso.
la prognosi relativa alla pericolosit degli stessi infermi di mente perde le caratteristiche di un
giudizio tecnico riservato agli esperti si tratta piuttosto di un giudizio emesso alla stregua di
parametri puramente giuridico-normativi, come tale di esclusiva competenza del magistrato.
Ma una simile conclusione si presta a riserve: se i giudizi predettivi sulla pericolosit degli
infermi di mente pongono in seria difficolt gli stessi esperti, non si vede a maggior ragione
come possano i giudici formulare prognosi affidabili.
Alla crisi della perizia psichiatrica si aggiunge lirreversibile fallimento del trattamento
custodialistico tipico dellospedale psichiatrico giudiziario, cio dellunica misura oggi applicabile
allinfermo giudicato socialmente pericoloso.
- riformatorio giudiziario
Misura di sicurezza personale detentiva speciale per i minori di et.
Destinatari: - minori di 14 e minori di 18 riconosciuti non imputabili, che abbiano commesso un
delitto doloso, preterintenzionale o colposo e siano considerati socialmente
pericolosi;
- minori tra i 14 e i 18 anni riconosciuti imputabili e come tali condannati a pena
diminuita;
- minori di 18 anni dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza;
- minori tra i 14 e i 18 anni condannati per delitto durante lesecuzione di una misura di
sicurezza precedentemente applicata per difetto di imputabilit;
- minori di 18 anni quando sia cessata linfermit: il giudice accerta che la persona
socialmente pericolosa e ordina che sia assegnata a un riformatorio;
La Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la presunzione di pericolosit dei minori non
imputabili.
Durata quella minima di 1 anno.
Tale misura pu essere applicata solo in relazione ai delitti per i quali la legge stabilisce la pena
della reclusione non inferiore nel massimo a 12 anni. E la misura deve essere eseguita nella nuova
forma del collocamento in comunit il minore viene affidato a una comunit pubblica o
autorizzata, imponendo eventuali specifiche prescrizioni inerenti alle attivit di studio o di lavoro o
altre attivit utili per la sua educazione.
Il minore non imputabile pu essere sottoposto a misura di sicurezza solo quando per le specifiche
circostanze del fatto e per la sua personalit, sussiste il concreto pericolo che commetta delitti con
uso di armi o di altri mezzi di violenza personale o diretti contro la sicurezza collettiva o lordine
costituzionale o gravi delitti di criminalit organizzata.
Lapplicabilit di misure di sicurezza ai minori tende a prospettarsi come eventualit del tutto
eccezionale.
Misure di sicurezza personali non detentive
- libert vigilata
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- Si tratta del danno patrimoniale risultante dalla lesione degli interessi civili che fanno
sorgere il diritto al risarcimento in sede civile: tale danno consiste nella sottrazione o
nella diminuizione del patrimonio sotto le forme del danno emergente e del mancato
guadagno.
- E si tratta, in secondo luogo, del danno non patrimoniale o morale consistente nella
sofferenza fisica o psichica patita in conseguenza del reato.
Levoluzione normativa ha spinto a modificare linterpretazione e a ritenere che il termine
reato vada inteso come fattispecie corrispondente nella sua oggettivit allastratta
previsione di una figura di reato. Con la conseguente possibilit che ai fini civilistici la
responsabilit pu essere fondata anche su una presunzione di legge.
Il risarcimento del danno morale avviene mediante la corresponsione di una somma di
denaro la cui funzione non chiaramente di reintegra del patrimonio, ma di soddisfazione
del male sofferto.
Il danno risarcibile deve essere conseguenza del reato.
Il titolare del diritto de risarcimento del danno si chiama danneggiato dal reato e pu
essere anche una persona diversa dal titolare del bene penalmente tutelato.
Una forma particolare del risarcimento del danno non patrimoniale la pubblicazione
della sentenza di condanna si tratta di un istituto diverso dalla pena accessoria della
pubblicazione della sentenza di condanna. Lobbligo della pubblicazione indivisibile.
Obbligati al risarcimento del danno sono sia lautore del reato, sia coloro i quali devono
rispondere per il fatto di lui.
Controversa la questione relativa alla natura giuridica di tale risarcimento: da un lato
esso tende al riequilibrio delle situazioni giuridiche tra i privati e dallaltro possiede un
indubbio carattere affettivo.
Rimborso delle spese per il mantenimento del condannato
Il condannato civilmente obbligato a rimborsare allo Stato le spese per il
mantenimento negli istituti di pena, risponde di tale obbligazione con tutti i suoi
beni mobili e immobili, presenti e futuri, a norma delle leggi civili.
Questa obbligazione non si estende alla persona civilmente responsabile e non si
trasmette agli eredi.
Sono inoltre poste a carico del condannato le spese durante la custodia cautelare.
Tale obbligo costituisce un effetto risarcitorio civile del reato e non una sanzione
accessoria della pena.
La nuova legge sullordinamento penitenziario prevede la possibilit di remissione del
debito nei confronti dei condannati che versino in disagiate condizioni economiche e si
siano distinti per regolare condotta.
Obbligazione civile per la multa e per lammenda
Forma di responsabilit civile di carattere sussidiario e che serve a
corresponsabilizzare in qualche misura il datore di lavoro e, in particolare, la
persona giuridica specie in un sistema in cui ancora non vige il principio societas
delinquere potest.
Nei reati commessi da chi soggetto allaltrui autorit, la persona rivestita di tale
autorit obbligata, in caso di insolvibilit del condannato, al pagamento
dellammontare della multa o dellammenda, se si tratta di violazioni di disposizioni
che essa era tenuta a far osservare e delle quali non debba rispondere penalmente.
Qualora la persona preposta risulti insolvibile, si applicano al condannato le
disposizioni dellart. 136.
Gli enti forniti di personalit giuridica, eccettuati stato, regioni, province e comuni,
qualora sia pronunciata condanna per reato, che costituisce violazione degli obblighi
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inerenti alla qualit giuridica o commesso nel suo interesse, contro chi ne abbia la
rappresentanza, sono obbligati al pagamento, in caso di insolvibilit del condannato,
dellammontare della multa o dellammenda. Se tale obbligazione non pu essere
adempiuta, si applicano al condannato le disposizioni dellart. 136.
Le garanzie per le obbligazioni civili
Il sequestro conservativo penale di beni mobili o immobili dellimputato
o delle somme o cose a lui dovute nei limiti in cui la legge ne consente il
pignoramento. Pu essere chiesto dal pubblico ministero, in ogni stato e grado del
processo, se vi fondata ragione di ritenere che manchino o si disperdano le garanzie per
il pagamento della pena pecuniaria, delle spese di procedimento e di ogni altra somma
dovuta allerario dello stato.
Esso produce leffetto di rendere privilegiati i crediti rispetto ad ogni altro credito non
privilegiato di data anteriore e rispetto ai crediti sorti posteriormente, salvi in ogni caso i
privilegi stabiliti a garanzia del pagamento di tributi.
Lazione revocatoria
Le sono soggetti gli atti fraudolenti compiuti anteriormente o posteriormente al reato,
sia a titolo gratuito sia a titolo oneroso.
Il codice stabilisce linefficacia rispetto ai crediti:
- degli atti a titolo gratuito compiuti dal colpevole dopo il reato;
- degli atti a titolo oneroso compiuti dopo il reato, che eccedono la semplice
amministrazione o la gestione dellordinario commercio, presunti relativamente in
frode, purch sia fornita la prova della malafede dellaltro contraente;
- degli atti a titolo gratuito compiuti nellanno anteriore al reato, qualora si provi la
frode da parte del colpevole;
- degli atti a titolo oneroso compiuti nellanno anteriore al reato, che eccedono la
semplice amministrazione o la gestione dellordinario commercio, presunti
relativamente in frode, purch sia fornita la prova della malafede dellaltro
contraente;
I diritti dei terzi, quando la revocatoria ha luogo in sede penale, sono regolati dalle
leggi civili.
Il prelievo sulla rimunerazione corrisposta per il lavoro prestato dai condannati
Viene effettuato in 2/5 della medesima e salvo che ladempimento delle obbligazioni
civili sia altrimenti eseguito.
PARTE VIII
depenalizzazione. In questa direzione intervenuta la legge 689 del 1981, che oltre a depenalizzare
i reati puniti con pena pecuniaria (esclusi alcuni) ha introdotto anche una serie di principi destinati a
regolare la materia dellillecito depenalizzato. Nel 1999 sono stati poi depenalizzati con decreto
legislativo una serie di reati del codice penale (tra cui lubriachezza) e di reati previsti in leggi
speciali (nel settore della circolazione stradale., della navigazione, degli alimenti, degli assegni).
La disciplina dellillecito depenalizzato introdotta nel 1981 si applica alle violazioni punite con la
sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro sia che si tratti di violazioni di
origine amministrativa sia che si tratti di violazioni depenalizzate. Ne esulano invece gli illeciti
puniti con sanzioni non pecuniarie e gli illeciti disciplinari.
La disciplina si ispira a criteri e principi che sono propri del diritto penale (tanto che si parlato di
un sottoinsieme penale). In particolare sono ripresi
il principio di legalit : nessuno pu essere punito con sanzione amministrativa se non in
forza di una legge entrata in vigore prima della violazione
i criteri di imputabilit (capacit di intendere e d volere e limite d et fissato a 18 anni)
il principio di colpevolezza: per la punibilit si richiedono dolo e colpa
i criteri che stanno alla base della disciplina del concorso di persone ( ciascuno soggiace
alla sanzione disposta per la violazione) e del concorso formale di violazioni (cumulo
giuridico: il soggetto soggiace alla sanzione pi grave aumentata fino al triplo)
il principio della non trasmissibilit agli eredi dellobbligazione a pagare la somma
dovuta per la violazione, che caratterizzata in senso personalistico la sanzione
gli indici di commisurazione della sanzione, che fanno riferimento sia alla gravit della
violazione che alla personalit dellagente e richiamano pertanto quelli previsti per i reati
allarticolo133 c.p.
la disciplina del concorso apparente di norme, per cui la legge 689/1981 fissa il principio
di specialit (si tratta di una norma discussa dal momento che comporta il rischio di
svuotamento delle norme penali pi generali: la norma infatti dispone che, in caso di
convergenza su di un medesimo fatto di una norma penale e di una norma
amministrativa, sui applichi la norma speciale, salvo il caso si tratti di norma
amministrativa di fonte regionale).
Di ispirazione civilistica invece la previsione di ipotesi di responsabilit solidale (salvo il diritto di
regresso verso lautor del fatto)
per il proprietario della cosa che serv a commettere la violazione, sempre che non provi che
essa fu utilizzata contro la sua volont
per chi sia titolare di un potere di autora, vigilanza o direzione sul soggetto autore, salvo che
non provi di non aver potuto impedire il fatto
per la persona giuridica di cui lautore della violazione sia rappresentante o dipendente, se la
violazione commessa nellesercizio delle funzioni di questultimo.
CAPITOLO II
LE MISURE DI PREVENZIONE
Si tratta di misure tradizionalmente considerate di natura formalmente amministrativa, volte ad
evitare la commissione di reati da parte di soggetti considerati socialmente pericolosi. Sono anche
definite misure ante delictum dal momento che vengono applicate indipendentemente dalla
commissione di un precedente reato. In questo si differenziano rispetto alle misure di sicurezza.
192
Tali misure sono state a pi riprese tacciate di incostituzionalit dal momento che incidono sulla
libert personale prescindendo dalloggettiva commissione di un reato, fondandosi su di un
semplice sospetto o indizio di pericolosit. Tanto pi che in passato esse sono state utilizzate come
strumento di repressione.
Il testo principale in materia di misure di prevenzione quello della legge 1423 del 1956, cos come
modificato ed integrato dagli interventi legislativi succedutisi fino ai nostri giorni (vedi in
particolare legge Rognoni La Torre e legge Reale).
Possono essere sottoposti a queste misure ex articolo 1 della legge 1423 del 1956 i soggetti che si
debba ritenere sulla base di elementi di fatto, siano dediti abitualmente a traffici delittuosi, vivano
abitualmente dei proventi di attivit criminose, siano dediti alla commissione di reati che offendono
o mettono in pericolo lintegrit fisica o morale dei minorenni, la societ, la sicurezza pubblica.
Le misure di prevenzione sono:
-
avviso orale: consiste in un invito orale del questore a tenere una condotta conforme alla
legge. presupposto per lapplicazione della sorveglianza speciale. Ha durata di 3 anni.
Questa misura stata introdotta nel 1988 in sostituzione della vecchia e discreditata diffida,
inefficace ed inutilmente vessatoria, di cui riprende i caratteri basilari, emendati dai principali
inconvenienti. A differenza delle diffida ha efficacia temporanea (limitata a 3 anni). In
qualsiasi momento linteressato potr richiederne al questore la revoca.
rimpatrio con foglio di via obbligatorio: consiste nel disporre il ritorno nel comune di
residenza, da cui si allontanato, del soggetto pericoloso per la sicurezza o la moralit
pubblica.
sorveglianza speciale: si applica a soggetti che, nonostante lavviso orale, non abbiano
cambiato condotta. Si accompagna ad una serie di prescrizioni. (es. rispettare alcuni orari, non
accompagnarsi a determinati soggetti). La durata non pu essere inferiore ad 1 anno n
superiore a 5. Si applica in seguito ad un procedimento giurisdizionale (il questore presenter
richiesta presso il Tribunale, trascorsi almeno 60 gg. dallavviso orale e non pi di 3 anni). La
sorveglianza speciale pu comportare anche lobbligo o il divieto di soggiorno in uno o pi
comuni o in una o pi province.
La violazione delle prescrizioni di sorveglianza speciale e dellobbligo di soggiorno
costituisce reato.
Ai fini della prevenzione antimafia lapplicabilit della misura della sorveglianza speciale
stata estesa anche gli indiziati di appartenere a associazioni mafiose (1965). In riferimento a
questi casi la misura ha subito degli adattamenti: non sar necessario il precedente avviso
orale del questore.
Sempre al fine di potenziare la prevenzione antimafia sono inoltre state introdotte del 1982,
con la legge Rognoni - La Torre, nuove misure preventive di natura patrimoniale: sequestro e
confisca.
sequestro: consiste in una misura provvisoria di tipo cautelare disposta anche dufficio dal
Tribunale, che si applica sui beni di soggetti nei confronti dei quali stato iniziato un
procedimento e che, sulla base di sufficienti indizi, si ha motivo di ritenere siano frutto di
attivit illecite o ne costituiscano il reimpiego.
193
Una critica pu essere mossa al sistema Rognoni La Torre. Dal momento che i presupposti
dellapplicazione del procedimento di prevenzione per lindiziato di mafia sono gli stessi del
processo penale, si rischia una sovrapposizione di procedimenti.
Unulteriore estensione dellambito di applicabilit delle misure di prevenzione stata realizzata
nel 1975 con la legge Reale. Questa volta lestensione ha preso di mira i soggetti politicamente
pericolosi, tra cui in particolare soggetti che compiano atti preparatori diretti alla ricostituzione
del partito fascista, a sovvertire lordinamento dello Stato(). Laspetto pi innovativo della
legge Reale che la misura di prevenzione viene ricollegata non pi alla presunzione di
pericolosit bens alla sussistenza di atti preparatori diretti a. Sennonch si configura il rischio
di sovrapposizione tra la fattispecie preventiva e alcune tipologie di delitto di attentato.
Nel 1989 stata introdotta una nuova misura: il divieto di accedere nei luoghi dove si svolgono
manifestazioni sportive a carico di coloro che siano stati coinvolti in episodi di violenza negli
stadi o vi si rechino portando armi improprie. La misura stata estesa nel 1993 anche ad una serie
di altri casi, in conseguenza del dilagare dellallarme sociale rispetto al fenomeno degli hooligans.
Da un punto di vista pratico le misure preventive si sono rilevate un boomerang : hanno nei fatti
paradossalmente contribuito ad aumentare i fenomeni criminosi anzich disincentivarli. In
particolare la sottoposizione a soggiorno obbligatorio di indiziati mafiosi ha portato alla
diffusione anche fuori dalla Sicilia del fenomeno in questione.
Non si deve in ogni caso, nonostante i dubbi di incostituzionalit e gli inconvenienti pratici,
ritenere che la logica della prevenzione sia estranea allo stato sociale di diritto: anzi la stessa
costituzione allarticolo 3 II comma stabilisce come sia compito della Repubblica rimuovere gli
ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libert dei cittadini, impediscono
il pieno sviluppo della persona umana e leffettiva partecipazione di tutti il lavoratori
allorganizzazione politica economica e sociale dello Stato stesso.
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PARTE SPECIALE
DELITTI CONTRO IL PATRIMONIO
CAP 1:PREMESSA INTRODUTTIVA
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I CONCETTI GENERALI
La materia dei reati patrimoniali quella pi contigua al diritto civile: questa
connessione implica una accessoriet tecnica?cio il diritto penale vincolato a
recepire termini come propriet,possesso nello stesso significato tecnico che hanno
nel diritto civile?
Se si accetta in forma estremistica la tesi della funzione accessoria e
sanzionatoria del diritto penale,si deve dedurre che i concetti hanno lo stesso
significato che posseggono in ambito civile.
La disputa assume anche dei risvolti politico-ideologici:alcuni orientamenti
emancipano completamente la tutela penale dagli schemi penalistici sul
presupposto che mentre il diritto civile ha come fine la protezione degli
interessi materiali economicamente rilevanti,il diritto penale ha un compito di
198
Nozione di patrimonio:
4 concezioni del patrimonio (ultimamente tendono ad affermarsi teorie miste
finalizzate ad eliminare gli inconvenienti delle 2 teorie estreme):
1) La concezione giuridica: concetto di patrimonio strettamente legato al diritto
civile: somma dei diritti soggettivi patrimoniali facenti capo ad una
persona.
CRITICHE:
Il danno patrimoniale si formalizza: esso coincide con la lesione della
posizione giuridica tutelata e si verifica quindi anche se le cose oggetto
dellattivit criminosa non hanno valore economico.
La consumazione dei reati con la cooperazione della vittima si anticipa al
momento in cui il soggetto passivo dispone del diritto,senza attendere la
verificazione del danno patrimoniale:un tipico reato di danno come la
truffa si trasformerebbe in un reato di pericolo.
I diritti costitutivi del patrimonio posseggono lo stesso rango e ci
impedirebbe la graduazione della gravit del reato in funzione del valore
economico delle cose aggredite
Rimarrebbero prive di tutela posizioni rilevanti ma non inquadrabili nel
diritto soggettivo.
2) La concezione economica:patrimonio linsieme dei beni
economicamente rilevanti appartenenti ad un soggetto.
le cose oggetto dellattacco illecito devono avere un valore di scambio
indifferente che su di esse la vittima abbia un diritto soggettivo
il danno,come esplicito elemento costitutivo della fattispecie,assume una
connotazione economica e la sua concreta verificazione indispensabile
per la consumazione dellillecito.
Sono ricomprese anche mere aspettative di guadagno,pretese non
ancora esigibili.
Tale concezione se delimita larea della rilevanza penale secondo un criterio
meno indeterminato di
altri e pi congeniale alla connotazione patrimoniale di tali reati,esclude dalla
protezione penale
tutte quelle cose che, seppur prive di un valore di scambio strettamente
inteso,hanno un valore di
scambio per il soggetto intenzionato ad utilizzarle.
CRITICA MAGGIORE: tale concezione pu arrivare ad includere nellarea della
tutela penale posizioni
Economiche disapprovate in altri settori del diritto.
3) Concezione economico-giuridica (tesi mediana,prevalente nella dottrina
contemporanea,prospettata secondo diverse versioni):
199
Nozione di cosa:
Ogni oggetto corporale o fisico,definito spazialmente e con una sua esistenza
autonoma.
OGGETTO MATERIALE :
Nei reati di aggressione unilaterale la cosa
Nei reati ci cooperazione con la vittima pu essere la cosa,ma
occorre,affinch si configuri il reato che lazione incida negativamente sul
patrimonio del soggetto passivo concepito come entit economica
unitaria.
NON cosa:
Il mare,il cielo
I beni immateriali,le pretese,i diritti(se non incorporati in supporti materiali)
Il corpo delluomo vivente
Il cadavere destinato alla sepoltura
SONO cose gli animali viventi
Processo di tendenziale estensione del concetto di cosa:
Energia elettrica: il problema dellenergia elettrica e delle energie in generale
sarebbe stato risolto col tempo con il superamento del dualismo tra materia ed
energia e linclusione quindi del concetto di energia in quello di materia e in
quello di cosa. Ma gi da tempo i legislatori europei hanno introdotto delle
disposizioni normative ad hoc. Nel nostro caso ART 624 2 COMMA si considera
cosa mobile anche lenergia elettrica e ogni altra energia che abbia un valore
economico. CONDIZIONE ESSENZIALE per lassimilazione che abbiano VALORE
ECONOMICO.
Dati informatici: NON possono essere equiparati alle cose senza violare i
principi di legalit di tassativit e divieto di interpretazione analogica. Infatti non
sono assimilabili n alle cose corporali n alle energie:
Non sono suscettivi di sottrazione o spossessamento
Non possono essere appresi e goduti nel senso stretto del termine
200
Nozione di altruit:
Loggetto materiale dellazione deve essere altrui. Ma in che senso?
PUNTI OGGETTO DI CONSENSO UNANIME:
Non altrui la res nullius
Non sono altrui le res derelictae
1) Lorientamento tradizionale sostiene che per altrui si deve intendere una cosa
di propriet di altri ed il concetto di propriet andrebbe desunto dai consueti
parametri civilistici.
IN PASSATO poteva essere associata con immediatezza laltruita con la
propriet quando questa campeggiava come schema giuridico dominante del
rapporto uomo-cosa.
OGGI si sono affermate forme di appartenenza,non rientrando nella propriet in
senso formale,garantiscono la soddisfazione di interessi e diritti ritenuti dalla
coscienza sociale ancor pi meritevoli di tutela rispetto alla nuda propriet.
La propensione ad attribuire alla nozione di altruit una portata pi ampia :
nasce dalla preoccupazione che altrimenti rimarrebbero frustrate altre
esigenze di tutela: come nei casi in cui il nudo proprietario si rende
responsabile di abusi ai danni di chi possiede o usufruisce della cosa ad
altro titolo. Es. il proprietario invade arbitrariamente un edificio dato in
uso ad altri.
Il legislatore del 30 ha individuato loggettivit giuridica della categoria
non pi nella propriet ma nel patrimonio. E quindi coerente considerare
altrui la cosa che rientra nel patrimonio di altri e in tale nozione
rientrano,oltre alla propriet tutti gli altri diritti e rapporti giuridici di
contenuto patrimoniale.
Quindi laltruit intesa in senso ampio ricomprende le relazioni dinteresse
che intercorrono tra le cose e i soggetti,diversi dal proprietario,che
vantano su di esse diritti di natura patrimoniale.
Tale ampio concetto non abbraccia tutte le relazioni dinteresse che assumono
rilevanza patrimoniale ma solo quelle che hanno determinate qualit o
caratteristiche.
2) Una parte della dottrina propone come parametro selettivo limportanza
economico-sociale del possiede un peso economico-sociale maggiore del
diritto di cui titolare il soggetto attivo.
CRITICA: rimette nelle mani del giudice la scelta dellinteresse prevalentee
meritevole di tutela penale.
Si tratta in realt di un problema interpretativo da risolvere in rapporto alle
caratteristiche delle varie fattispecie.
201
Nozione di danno:
Nei delitti con cooperazione della vittima: il danno altrui requisito costitutivo
esplicito.
Nei delitti di aggressione unilaterale: non requisito costitutivo esplicito. Si era
perci sviluppato il convincimento che tali reati avessero carattere FORMALE:si
esaurivano cio nella mera violazione di una posizione giuridica soggettiva. Tale
visione per in via di superamento.
Il concetto di danno direttamente speculare a quello di patrimonio,perci dalla scelta
delluna o laltra concezione di patrimonio derivano conseguenze di non poco conto:
Concezione giuridica: il danno consister nella perdita di un diritto o
assunzione di un obbligo,indipendentemente dal verificarsi di una perdita
economica in senso stretto.
Concezione economica: il danno sar concepito come perdita economicopatrimoniale.
LIMITI DI ESTENSIONE DEL CONCETTO DI PATRIMONIO: si va da concezioni
RISTRETTE che guardano solo alla dimensione strettamente economica,a quelle che
ricomprendono interessi e valori rientranti in una accezione pi ampia della
patrimonialit.
Si assistito ultimamente ad un processo di de materializzazione del danno.come
si pu vedere nella truffa contrattuale e nella truffa ai danni dello stato.
Il concetto di danno non necessariamente si identifica con quello di offesa
tipica,questultima ha un contenuto pi ampio in quanto abbraccia anche la messa in
pericolo di interessi matrimonialmente rilevanti.
Nozione di profitto:
Esso rappresenta,sul versante del soggetto attivo,lelemento simmetrico e contrario
del danno arrecato al soggetto passivo:allimpoverimento patrimoniale della
vittima del reato corrisponde larricchimento dellagente.
Data quindi la connessione tra danno e profitto,che per non una costante
inderogabile,si tratta di stabilire se esso vada interpretato in una accezione
strettamente economica o in modo pi ampio e generico,comprensiva quindi di
qualsiasi vantaggio o godimento.
202
203
ART 624
Esso appartiene al novero dei delitti fondamentali che si atteggia a costante storica
subendo per,anchesso linfluenza dello sviluppo storico-sociale. Il furto oggi, in
pressoch tutti i paesi occidentali,il reato statisticamente pi diffuso e la sua
crescente diffusione,nonostante il progressivo miglioramento delle condizioni medie di
vita,ha reso pi complessa la spiegazione criminologica delle motivazioni alla base di
tale crescita:
Nel secolo scorso la ricerca criminologica ha cercato di individuare precise
correlazioni tra il tasso dei furti e le condizioni economiche,con specifico
riguardo alle condizioni economiche,il livello dei salari. Ma questo parallelismo
tra il peggioramento delle condizioni di vita e laumento dei furti oggi non pi
sostenibile.
Oggi si giunti a ravvisare nel furto una manifestazione della criminalit del
benessere:il miglioramento del minimo , che ormai garantisce la
sopravvivenza della stragrande maggioranza della popolazione,basta sempre
meno a far raggiungere lappagamento in seguito al diffondersi di consumi di
lusso che non sono alla portata di tutti.
Il furto,in quanto aggressivo della propriet,considerato uno dei beni pi intangibili,ha
ricevuto nel codice rocco un trattamento penale rigoroso. Ci soprattutto a causa
del gioco delle circostanze aggravanti che, operando come una fitta rete, quasi non
lasciavano pi spazio a ipotesi di furto-base. Tuttavia,parallelamente allevoluzione del
sistema dei valori etico-sociali,il significato criminoso del furto andato
attenuandosi: si svolto un processo di relativizzazione e socializzazione della
propriet,come testimonia lART 42 COST che le assegna una funzione sociale. Ci
204
significa che la tutela giuridica della propriet non pu essere assoluta ma va incontro
a limiti sia nellinteresse pubblico sia nellinteresse di altri privati. Alloriginario
rigorismo sanzionatorio il legislatore ha tentato di rimediare con la modifica della
disciplina del bilanciamento delle circostanze nel 74. Ecomunque necessaria
una revisione:
INTRINSECA della fattispecie che pu
apparire sproporzionata per
eccesso,almeno rispetto a figure di
furti minori
NORMATIVA degli elementi costitutivi
della fattispecie base poich sono
celati complessi nodi interpretativi,
per la cui soluzione, sono usate
precompressioni che si rifanno ad un
presunto senso comune ma che in
realt mascherano il punto di vista
soggettivo dei diversi interpreti
BENE GIURIDICO: 2 orientamenti:
a) Il primo abbraccia tutte quelle posizioni che vedono come bene protetto il
semplice potere di fatto che il soggetto derubato aveva sulla cosa sottrattagli
dal ladro.
Questa concezione riflette nel modo pi fedele il tenore dellART 624 poich il
ladro deve sottrarre la cosa a chi la detienee la detenzione appunto un
potere di fatto. Lazione furtiva aggredisce quindi la relazione materiale tra un
bene della vita e il soggetto che lo possiede o lo detiene. Ci che rileva in tale
concezione il turbamento del potere di signoria che si verifica ogni volta che
la cosa venga sottratta al detentore,a prescindere dallesistenza di un
titolo giuridico o dal carattere lecito o illecito della detenzione stessa.
b) Il secondo comprende tutte quelle tesi che vedono nelloggetto uno stato di
diritto,ora coincidente solo con la propriet,ora anche con diritti personali di
godimento e altri. Un rilievo diffuso poggia sullimpossibilit di configurare il
FURTUM REI PROPRIAE,cio sullimpossibilit di considerare furto punibile la
sottrazione della cosa,ai danni del detentore materiale,da parte dello stesso
proprietario:
Alcuni autori,sul presupposto che laltruit della cosa porti ad
escludere, dal novero dei soggetti attivi,il proprietario ne deducono
che il bene protetto la propriet e soltanto in subordine il
possesso.
Altri autori giungono alla stessa conclusione mediante un rilievo
sistematico cio poich per la sottrazione di cosa comune
prevista una pena assai pi mite,sarebbe contro il principio di
proporzione punire pi severamente unipotesi meno grave,cio la
sottrazione da parte del proprietario al detentore.
La scelta delluno o dellaltro influenzata dal ruolo assegnato al requisito
dellaltruit:
Se si muove dal presupposto che tale requisito da una parte,illumina la ricerca
del bene protetto e dallaltra,riflette rapporti giuridicamente qualificati alla
stregua delle norme civilistiche allora loggettivit giuridica consiste in uno
stato di diritto.
Se invece si intende come bene giuridico la relazione di fatto detentorecosa,e che questa fornisca anche la chiave di lettura per interpretare laltruit
allora questultima diventa un requisito superfluo,poich indicherebbe la cosa
che rientra nel semplice potere di fatto di un soggetto diverso dallagente.
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ENERGIE: rientrano tra le cose mobili purch dotate di valore economico(ogni energia
meccanica). Il requisito economico si spiega poich le energie naturali non possono
essere sottratte cos come sono allo stato di natura ,ma solo allorch possano essere
captate e utilizzate dalluomo con profitto proprio e danno altrui. CASO DI CAPTAZIONE
ABUSIVA DI ENERGIE CONCESSE PER CONTATORE,ipotesi dellenergia elettrica: si
configura il furto tutte le volte che lenergia viene sottratta prima del suo passaggio
attraverso il contatore ,si configura la truffa nelle ipotesi in cui la condotta captativa si
realizzi in un momento successivo e mediante manomissioni del contatore.
Non sono energie sottraibili n quelle animali n quelle umane,poich essendo
incorporate allessere umano non possono essere sottratte o usate come entit a se
stanti.
LALTRUTA della cosa:punti minimi di accordo sono:
La cosa sottratta non deve essere res nullius n communis
omnium
Non deve rientrare nella esclusiva sfera di appartenenza del
soggetto agente
La cosa deve trovarsi in una relazione dinteresse,giuridicamente rilevante,con un
terzo che subisce lo spoglio: la relazione deve corrispondere al solo diritto di propriet
o anche diritti di altra natura purch dotati di qualche rilevanza giuridica?
a) Laltruit si limiterebbe a indicare che la cosa deve essere sottratta alla sfera
possessoria di un soggetto diverso dallagente. CRITICA: disconosce lautonoma
funzione del requisito in esame;lo stesso concetto di sottrazione presuppone
che la cosa non sia in possesso del soggetto spogliato.
b) Laltruit si riferisce al diritto di propriet.
c) laltruit intesa come concetto pi ampio:
Secondo una concezione molto lata,laltruit abbraccerebbe qualsiasi
relazione dinteresse tra la cosa sottratta e un soggetto diverso
dallautore del furto. Relazione da stabilirsi in base alle norme di diritto
civile che disciplinano la distribuzione dei beni. Tuttavia lo schema
civilistico sarebbe troppo astratto e formale per avere valore nellambito
del diritto penale,quindi si dovrebbe guardare agli scopi di tutela
penalistica per cui assumerebbe rilevanza decisiva limportanza
economico-sociale del diritto offeso:laltruit verrebbe a ricomprendere
ogni tipo di diritto che,nel caso concreto, abbia un peso economicosociale maggiore del diritto cui titolare il soggetto attivo.
CRITICHE: il riferimento alla coscienza sociale un criterio troppo
generico per valutare il peso del diritto leso,per cui tale valutazione
sarebbe affidata alla pura discrezionalit del giudice.
La concezione preferibile quella che include nellaltruit ogni vincolo
di interesse determinabile alla stregua delle norme che disciplinano la
distribuzione dei beni,poich parametri normativi meno incerti della
coscienza socialeCONCETTO DI RELAZIONE DINTERESSE: il diritto penale tutela quelle che
sono strumentali alla garanzia del potere di fatto degli uomini sui beni
della vita;soggetto passivo del furto sar colui che possiede la cosa per
un titolo che implichi lesercizio di un potere immediato di disposizione,di
godimento o di uso della cosa.
Il concetto di altruit ricomprende oltre al diritto di propriet,i diritti di godimento e di
uso,sia a carattere reale che personale.
IL DOLO: volontariet della sottrazione e dellimpossessamento insieme alla
consapevolezza dellaltruit della cosa. Il dolo esula se
Lagente ritiene che la cosa sia propria a causa di un errore di fatto
Per erronea interpretazione della legge extra penale
209
Il furto connotato dal dolo specifico rappresentato dal fine di trarre profitto:ai
fini della consumazione del reato non necessario che il profitto sia stato di fatto
conseguito ma sufficiente che lagente miri a conseguirlo.
IL PROFITTO:deve essere inteso in senso strettamente economico o in unaccezione
pi lata,cio di vantaggio?
Seppur alla base si ripropone sempre la questione circa il modo di concepire la tutela
penale del patrimonio,oggi prevale una concezione lata e omnicomprensiva del
profitto:sarebbe tale qualsiasi utilit o godimento o vantaggio che il colpevole si
ripromette dallazione furtiva. Tuttavia uninterpretazione troppo estensiva del profitto
neutralizza quella funzione selettiva e restrittiva della punibilit che il dolo specifico
dovrebbe assolvere. Il profitto viene ad identificarsi col fatto di impossessarsi della
cosa e il dolo degrada a dolo generico. E quindi necessario selezionare tra i possibili
vantaggi quelli che rappresentano lo scopo tipico verso cui si proietta
intrinsecamente lazione furtiva:rompendo le regole che regolano lo scambio di beni
nel mercato,scopo tipico quello di evitare lesborso patrimoniale necessario per
acquistare i beni nel libero mercato. Essendoci questo nesso aggressione unilateralerottura della logica di mercato sembra derivare che le cose debbano avere valore
economico,altrimenti viene meno labusivo profitto economico che lo scopo tipico.
Il fine di profitto non va confuso col movente psicologico che induce a rubare. Es. tizio
si impossessa di un quadro non per rivenderlo ma per ricavarne un piacere estetico, il
fine sempre quello di sottrasi ai costi che il mercato impone per acquisire i beni
strumentali(quadro) necessari per raggiungere gli obiettivi finali(piacere estetico).
Ulteriori argomenti a sostegno del profitto in senso economico-patrimoniale:
Il legislatore fa un uso differenziato dei termini vantaggio e profitto,talvolta
addirittura in modo disgiuntivo
Un argomento di tipo sistematico: lART 626 prevede un trattamento attenuato
se il furto commesso su cose di tenue valore,facendo quindi emergere che il
furto pu essere commesso su cose comunque suscettive di valutazione
economica.
Del profitto pu beneficiare sia lagente che un terzo;il reato esula se destinatario del
profitto la stessa vittima.
Profitto deve essere ingiusto o illegittimo?la norma sul punto tace.
Bisogna anzitutto distinguere lingiustizia dellazione furtiva,in quanto non
accompagnata da una causa di giustificazione,dallingiustizia del profitto:il profitto pu
infatti essere giusto anche se il fatto non assistito da scriminanti. La giustizia del
profitto va rapportata allesistenza di una pretesa giuridicamente riconosciuta su cui
esso posso trovare fondamento. In questi casi sembra preferibile escludere il furto e in
casi, come quello del creditore che sottrae un bene al debitore inadempiente al fine di
soddisfare un suo diritto,sar possibile la configurazione del reato di esercizio
arbitrario delle proprie azioni.
CONSUMAZIONE: sono emersi diversi punti di vista nellevoluzione storica:
a) Coincide col momento in cui si tocca la cosa
b) Richiede la rimozione delle cosa dal punto in cui si trova
c) Richiede che la cosa sia spostata in un luogo diverso
d) Che la cosa sia trasportata in un luogo sicuro
OGGI si prospetta lalternativa di far coincidere la consumazione con:
Il perfezionamento della condotta di sottrazione
Con limpossessamento come fase distinta dalla sottrazione
Soluzione preferibile quella di farla coincidere con limpossessamento: il furto si
consuma quando lagente,dopo aver sottratto la cosa,ne consegua la disponibilit
autonoma al di fuori della sfera di sorveglianza della vittima.
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211
LE CIRCOSTANZE AGGRAVANTI
ART 625
212
b)La seconda circostanza ricorre quando il fatto commesso anche da una sola
persona travisata. Il travisamento una alterazione dellaspetto esteriore della
persona che rende difficilmente riconoscibile il colpevole
c)La simulazione presuppone linesistenza della qualifica e la relativa
usurpazione da parte del colpevole. Occorre la contestualit con la commissione
del furto, altrimenti si configurerebbe laggravante del mezzo fraudolento.
213
5) Se il fatto commesso sul bagaglio dei viaggiatori in ogni specie di veicoli, nelle
stazioni, negli scali o banchine, negli alberghi o in altri esercizi ove si
somministrano cibi e bevande.
RATIO: minore possibilit di vigilanza e di difesa del possesso delle proprie cose
da parte del soggetto che si trova in viaggio: laumento di pena dovrebbe
controbilanciare la spinta allazione criminosa scaturente dalla maggior facilit
di compiere il fatto.
La vittima deve possedere la qualit di viaggiatore : tale chi si allontana
con qualsiasi mezzo di trasporto dal luogo di dimora abituale o vi ritorna.
Le cose rubate devono costituire il bagaglio del viaggiatore. Il bagaglio
deve essere del viaggiatore anche se non di sua propriet.
E necessario infine che il fatto sia commesso in uno dei luoghi
espressamente indicati dalla legge.
6) Se il fatto commesso su cose esistenti in uffici e stabilimenti pubblici, o
sottoposte a sequestro o a pignoramento, o esposte per necessit o per
consuetudine o per destinazione alla pubblica fede, o destinate a pubblico
servizio o a pubblica utilit, difesa o reverenza.
a) RATIO: maggior pericolosit del colpevole.
UFFICIO: luogo di svolgimento di una data attivit.
STABILIMENTO: complesso di opere impiegate per la realizzazione di un
servizio.
CARATTERE PUBBLICO:deriva dalla natura dellattivit che vi svolge. Sono tali
gli ospedali i porti e gli aereoporti.
COSE ESISTENTI:devono avere un rapporto non occasionale n fortuito con il
luogo.
b) RATIO: violazione del particolare vincolo giuridico che caratterizza la cosa.
No cose sottoposte a procedura fallimentare poich applicazione analogica
della legge penale.
c) RATIO: minorata possibilit di difesa connessa alla situazione delle cose
Le cose devono essere esposte alla fede pubblica: la condizione in
cui si trova una cosa mostrata ad una indistinta collettivit di persone
e affidata al naturale rispetto per laltrui possesso. Ci che importa
non la natura del luogo ma la facilit di accesso.
Lesposizione deve trovare la sua causa
Nella necessit :quando la vittima stata costretta,in rapporto
alle particolari circostanze del caso concreto, a lasciare la cosa
incustodita per limpossibilit di tenere un comportamento di
tipo diverso. Es. auto parcheggiata sulla pubblica via per
mancanza di parcheggi pubblici dove custodirla.
Per consuetudine:ci si riferisce alle abitudini di lasciare
incustodite le cose in occasione dello svolgimento di
determinate attivit. Es. uso di lasciare incustoditi i vestiti sulla
spiaggia mentre si fa il bagno.
Per destinazione:presuppone una qualit o un uso della cosa
che non pu essere diversamente custodita. Es. furti di piante
d) DESTINAZIONE A PUBBLICO SERVIZIO: quando la cosa adibita alla
soddisfazione di esigenze generali della collettivit. Es. impianti di
erogazione dellenergia elettrica
DESTINAZIONE A PUBBLICA UTILITA: presuppone che la cosa svolga una
funzione di utilit generale. Es. farmaci che si trovano in ospedale.
DESTINAZIONE A PUBBLICA DIFESA: sono quelle cose che servono alla
protezione di un interesse relativo alla incolumit o alla sicurezza collettiva.
Es. parapetti dei pontili.
214
FURTI MINORI
ART 626
215
216
ART 627
Si tratta di una delle fattispecie pi oscure del codice penale non essendo inoltre
immediatamente evidenti le ragioni che ne giustificano lautonomia. La pi attenuata
offensivit pu essere sostenuta attribuendo un rilievo determinante alla minore
pericolosit sociale o alla minore intensit del dolo di chi ruba una cosa in parte
propria.
OGGETTIVIT GIURIDICA: si ravvisa nella compropriet una forma di propriet collettiva
che ha il suo fulcro nellinteresse del gruppo:la sottrazione di cose comuni frusterebbe
perci la realizzazione degli scopi sociali e lederebbe anche linteresse dei singoli
comproprietari.
SOGGETTO ATTIVO: pu essere soltanto il comproprietario,socio o coerede quindi un
reato proprio.
SOCIO: pu essere definito tale,ai fini della fattispecie, in esame solo il socio di societ
di persone poich nel caso di societ di capitali i beni sono di pertinenza dellente
societario e sono altrui rispetto ai soci. In realt fuori dallancoraggio a categorie
superate per individuare il socio rilevante ex art 627 bisogna distinguere i casi concreti
in cui la cosa sia diventata parte integrante dellente societario da quelli in cui la cosa
appare ancora legata alla persona dei soci.
FATTO TIPICO: ricalca la struttura del delitto di furto. Presupposto del reato che il
soggetto non abbia la detenzione della cosa sottratta. Oggetto materiale la cosa
mobile altrui.
stabilito che non punibile chi commette il fatto su cose fungibili,se il valore non
eccede la quota che gli spetta personalmente e da ci si ricava che:
Il fatto sempre punibile se realizzato su cose infungibili
punibile se commesso su cose fungibili eccedenti la quota personale.
La RATIO di tale esenzione da pena sta nel fatto che non si verifica quella
trasformazione della comunione in signoria esclusiva che tale art tende ad evitare.
Tale limite specifica loggetto materiale del reato definendo in negativo un requisito
positivo.
DOLO: richiede la consapevolezza del carattere comune della cosa sottratta ed
escluso dallerronea convinzione della fungibilit o della non eccedenza della cosa
sottratta.
APPROPRIAZIONE INDEBITA
ART 646
Il modello criminoso di tale reato,chiamato furtum improprium , strutturalmente
contiguo a quello di furto. La differenze fondamentale tra le 2 figure : il ladro,per
far propria la cosa altrui,deve prima sottrarla a chi la detiene;lautore
dellappropriazione indebita gi possiede le cose di cui illecitamente si impadronisce.
Sotto il profilo politico-criminale tale differenza contribuisce a spiegare la minor gravit
attribuita allappr indebita in quanto manca quellattacco alla pace sociale provocato
dalla condotta sottrattiva del ladro.
Sotto il profilo vittimologico la minor insidiosit pu trovare giustificazione nella
corresponsabilit della vittima, la quale prima di consegnare in mano ad altri cose di
217
sua propriet dovrebbe assicurarsi che la persona prescelta sia meritevole di tutela. E
anche vero tuttavia che troppe volte gli usi stessi della vita associata ci suggeriscono
di lasciare le cose in mano ad altri. Nello stesso tempo la circostanza di avere in
proprio possesso cose appartenenti ad altri agevola le occasioni di illecito approfitta
mento e la condotta di appropriazione pu assumere forme cos subdole e sofisticate
da rendere vane le possibilit di autodifesa della vittima.
BENE PROTETTO:
Una tesi risalente ravvisa loggetto di tutela nel rapporto di fiducia che
dovrebbe intercorrere tra il proprietario e il soggetto su cui incombe lonere di
restituzione della cosa posseduta.
CRITICA: non riflette la vigente disciplina dellappropriazione indebita poich il
legislatore del 30 ha eliminato il requisito del previo affidamento o della
consegna della cosa. Inoltre la presenza della circostanza aggravante
dellappropriazione di cose possedute a titolo di deposito necessario denota che
il rapporto di fiducia non costituisce un elemento indefettibile dellipotesi base
del reato.
Lorientamento dominante identifica il bene protetto nel diritto di propriet: a
differenza del furto che tutelerebbe in primo luogo il possesso.
CRITICA: un rigido ancoraggio al paradigma civilistico della propriet porterebbe
ad escludere la configurabilit del reato in alcune ipotesi.
Bene protetto linteresse di un soggetto diverso dallautore del fatto a rispetto
delloriginario vincolo di destinazione della cosa.
Lappropriazione indebita caratterizzata da un presupposto possessorio: si
richiede che il soggetto attivo del reato abbia a qualsiasi titolo il possesso del denaro o
della cosa mobile.
POSSESSO : identificato con un autonomo potere di fatto sulla cosa. Sicch, a
differenza che in diritto civile possono essere considerati possessori lusufruttuario, il
locatario, il comodatario, etc.
Non configurabile il possesso nel caso del commensale che si serve delle posate
mancando un potere di autonoma signoria, il soggetto per far propria la cosa, deve
prima sottrarla, avremo quindi il furto.
Essendo impossibile nella realt operare un taglio netto tra possesso e detenzione
bisogner procedere in modo casistico, ci che in ogni caso conta il rapporto di
signoria autonoma che si instaura.
POSSESSO SPRANGATO: Tizio affida a Caio un involucro chiuso contenente alcuni
oggetti; Caio dopo aver infranto il contenitore si appropria anche delle cose che vi
sono contenute. Furto o appropriazione indebita? Una giurisprudenza non pi
recentissima sostiene che mediante la consegna passerebbe soltanto il possesso del
contenente, mentre la chiusura garantirebbe il possesso del contenuto in capo a Tizio:
per cui Caio si renderebbe responsabile di furto (si configurerebbero entrambi i reati
nel caso di contemporanea appropriazione sia del contenente che del contenuto). Tale
soluzione sembra inaccoglibile perch scinde un rapporto con le cose che
sostanzialmente unitario.
Il possesso pu essere fondato su QUALSIASI TITOLO: su una legge, su un contratto, o
su qualsiasi altra causa. Ci che importa che un titolo sussista. E da escludere che il
possesso possa avere una provenienza illecita.
RAPPORTO CRONOLOGICO che deve intercorrere tra il possesso della cosa e la
condotta appropriativa : dalla formula testualedi cui abbia a qualsiasi titolo il
possesso si intende chiaramente che il possesso deve precedere cronologicamente
latto di appropriazione e deve perdurare durante la realizzazione di tale atto: per cui
il reato esula se lagente vuole appropriarsi di una cosa di cui non ha pi il possesso.
CONDOTTA INCRIMINATA:consiste nellappropriazione,cio lagente deve
comportarsi nei confronti della cosa come ne fosse il proprietario. Per il concetto di
218
219
ART
sono 3 ipotesi caratterizzate dal fatto che lagente acquista il possesso della cosa a
prescindere da un pregresso rapporto personale col soggetto passivo.
1) APPROPRIAZIONE DI COSE SMARRITE: FATTO TIPICO: appropriarsi di cose
smarrite che si siano ritrovate per caso o nel corso di ricerche sollecitate dallo
stesso smarritore.
COSA SMARRITA:cosa che non sia attualmente nel possesso di alcuno.
Distinzione tra cose smarrite e cose dimenticate:
Smarrita :la cosa deve essere uscita dalla sfera di signoria del precedente
possessore e questo non deve essere in grado di ripristinare il potere di
fatto su di essa
220
RAPINA
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ART
Pur trovando la sua genesi nella fattispecie di furto,gi dal diritto romano costituisce
un autonomo titolo di reato. Il codice opera una distinzione fondamentale del delitto di
rapina a seconda del
Diverso momento cronologico
Diversa direzione della violenza o della minaccia posta in essere
dallagente
RAPINA PROPRIA: la violenza o minaccia costituiscono il mezzo diretto ed immediato
per realizzare la sottrazione e limpossessamento.
RAPINA IMPROPRIA: violenza o minaccia sono successive alla sottrazione e servono ad
assicurare s od altri il possesso della cosa sottratta o limpunit.
CRITICHE allequiparazione normativa del fatto di rapina impropria a quello di rapina
propria:
Il ruolo centrale della condotta nei delitti contro il patrimonio porta ad attribuire
una valenza differente ad una violenza o ad una minaccia che non sono
strumento diretto di offesa ad un bene patrimoniale
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La violenza alla persona integrerebbe una ipotesi di post fatto del furto e ci
sottolinea ulteriormente lautonomia della condotta violenta:lazione del ladro
diretta al conseguimento del possesso rimane legata al furto.
Lequiparazione sembra aver senso solo se si ragione in chiave di tipi dautore:appare
allora la figura del predatore violento ,del soggetto che pur di conseguire il vantaggio
patrimoniale non esita a far uso della violenza o minaccia( limite nel fine dellimpunit
poich non emerge la dimensione criminologica dellaggressore patrimoniale violento).
Rapina un ipotesi di REATO COMPLESSO( i cui elementi costitutivi sarebbero il furto e
la violenza privata)? Tesi INACCOGLIBILE:
Dal punto di vista criminologico:il semplice concorso tra furto e violenza privata
non idoneo a riesprimere lessenza dellillecito dato che il legislatore ha
ravvisato nella rapina un disvalore pi intenso in termini di allarme collettivo
Dal punto di vista dogmatico. La violenza tipica della rapina non sempre
etichettabile come violenza privata;pu arrestarsi alle percosse o giungere fino
allomicidio tentato o consumato.
Si quindi considerata la rapina come reato solo eventualmente complesso poich
accanto al furto sufficiente una violenza qualsiasi diretta al perseguimento dei fini
contemplati nell art 628.
N.B. nella rapina rimane assorbita,per effetto della disposizione contenuta nellart
581,accanto alla minaccia,solo la violenza che si manifesta come percosse. Ogni
violenza che presenti un disvalore superiore concorre con la rapina.
RAPINA PROPRIA
BENE GIURIDICO: si sostiene la plurioffensivit del reato,ovvero la tutela del
possesso delle cose mobili e libert di autodeterminazione e la stessa integrit fisica
del soggetto passivo. I diversi interessi non posseggono il medesimo rango gerarchico
e,seppur il legislatore del 30 abbia considerato prevalente il profilo patrimoniale della
tutela ,oggi c la tendenza a porre in primo piano loffesa ai beni della persona data la
concezione della rapina come una delle pi temibili forme di aggressione della
persona.
Lidentificazione delloggetto prevalente di tutela ha delle conseguenze pratiche:
Individuazione del soggetto passivo: se lattivit minacciosa o violenta ha per
oggetto una persona diversa dal detentore materiale della cosa si in presenza
di una pluralit di soggetti passivi?
Bene prevalente il patrimonio : unicit di soggetto passivo
Bene prevalente interesse di natura personale:pluralit di soggetti.
Determinazione dellunit o pluralit di reati:se lagente usi violenza o minaccia
nei confronti di pu persone unit o pluralit di rapine?
Patrimonio: unicit di reato
Interesse personale:pluralit di reati
SOGGETTO ATTIVO: chiunque. Chiaramente deve essere soggetto diverso da quello
che possiede attualmente la cosa. N.B. il peculiare disvalore, che la modalit
aggressiva attribuisce allintero fatto di reato, fa includere tra i soggetti attivi anche il
proprietario della cosa.
CONDOTTA INCRIMINATA: uso della violenza o minaccia finalizzato
allimpossessamento della cosa allo scopo di trarne profitto. Violenza o minaccia sono
lo strumento per impossessarsi della cosa.
VIOLENZA: forma di coazione del volere e ricomprende tutto ci che idoneo a
costringere;essa priva laggredito della capacit di formare e attuare liberamente la
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sua volont. La violenza comprende qualsiasi mezzo fisico impiegato per lo scopo e
quei mezzi particolarmente insidiosi che sono in grado di determinare uno stato di
incapacit di volere e di agire.
Deve essere rivolta CONTRO LA PERSONA: non per necessario che venga esercitata
nei confronti del detentore della cosa,purch ci sia un legame causal-finalistico tale da
proiettare gli effetti coercitivi sul detentore medesimo.
MINACCIA: un mezzo di coartazione della volont del soggetto passivo mediante la
prospettazione di un male ingiusto e futuro,che consiste nella lesione o messa in
pericolo di beni giuridici di pertinenza del soggetto passivo del reato o di terzi a lui
legati da particolari vincoli sociali. Pu anche avvenire su persona diversa dal soggetto
passivo.
La minaccia o violenza devono apparire tali e non essere esito oggettivo di un
comportamento fraudolento. Neppure costituisce rapina approfittare dello stato di
intimidazione prodotto da causa non imputabile al soggetto agente. Es. si ravvisa il
furto aggravato ex art 61 n.5 nel caso dellapprofittamento dello stato di paura creato
da una folla in tumulto,semprech il soggetto non abbia usato individualmente
minaccia o abbia contribuito a rendere minacciosa la folla verso il derubato.
IMPOSSESSAMENTO:deve essere conseguito mediante sottrazione a chi detiene la
cosa. Stessa formula descrittiva usata per il furto quindi vedi furto circa lautonomia
dei 2 elementi.
Tuttavia, a differenza del furto, la giurisprudenza ha circoscritto la nozione di
impossessamento al solo acquisto del potere autonomo sulla cosa con esclusione del
profilo della sfera di sorveglianza del precedente possessore. Nella rapina infatti
leffetto coercitivo prodotto da violenza e minaccia rendono superfluo il riferimento
allaltrui sfera di sorveglianza ,presupponendo questultima una vittima incapace di
reazione.
Il reo deve mettere le proprie mani sulla cosa rapinata e appropriarsene?questa
opinione esclude la configurabilit della rapina nelle ipotesi in cui lautore si faccia
materialmente consegnare la cosa dalla vittima. Nei lavori preparatori del codice si
precisa che si ha RAPINA se lagente si impossessa egli stesso della cosa altrui,si ha
ESTORSIONE se se la persona obbligata a consegnare la cosa. una questione
dogmatica,visto lo stesso trattamento punitivo per i 2 reati. La struttura del reato di
rapina mostra che il soggetto passivo si trova costretto a dover subire la sottrazione
violenta;egli un soggetto in balia dellaggressore. In questa situazione poco importa
che sia lautore a impossessarsi materialmente della cosa o la vittima a
consegnargliela. La consegna diviene una semplice modalit di ottenimento
dellobiettivo preso di mira.
DETENZIONE: rispetto al furto,perdono di significato le situazioni di disponibilit
potenziale poich difficile pensare ad una rapina commessa su cose che non si
trovino nella immediata vicinanza o disponibilit della vittima.
OGGETTO MATERIALE: cosa mobile. Vedi furto.
DOLO SPECIFICO: per lintegrazione del reato necessaria la volont di sottrarre e
impossessarsi della cosa mobile altrui con violenza alla persona o minaccia con il fine
di procurare a s o altri un ingiusto profitto. Tale fine ha il compito di selezionare i
comportamenti punibili come rapina.
PROFITTO: viene fatto coincidere con qualsiasi vantaggio,piacere,soddisfazione che
lagente si ripromette dalla sua azione delittuosa. Tale interpretazione sostenuta dal
fatto che la descrizione normativa della rapina,a differenza del furto non collega il
profitto alla cosa. In realt tutte le considerazioni fatte per il furto impongono anche
per la rapina una delimitazione del profitto;il delitto deve esulare quando il fatto sia
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commesso per una finalit extra-economica. Es. no reato nel caso di chi rissando con
una donna le strappi un orecchino al solo scopo di farle del male.
Es. la giurisprudenza ha ritenuto esistente il dolo specifico nel caso del soggetto che
sottrae larma ad un ufficiale di pubblica sicurezza al fine di evitare larresto,quando
invece la mancanza di un fine patrimoniale avrebbe dovuto far riconoscere la violenza
privata.
TENTATIVO: configurabile e ricorre allorch lautore,nonostante luso della minaccia
o violenza,riesca a sottrarre o a impossessarsi della cosa mobile.
La rapina AGGRAVATA:
a) Se la violenza o minaccia commessa con armi,o da persona travisata,o da pi
persone riunite.
RATIO:
Nelluso delle armi la particolare pericolosit del mezzo,quindi essa
esclusa nei casi in cui viene usata una arma finta.
Nel travisamento la maggior intimidazione procurata da un soggetto
sconosciuto,ed sufficiente una modifica delle sembianza esterne
prodotta per esempio con baffi o parrucche finte.
In pi persone riunite la maggior capacit intimidatrice e la minore
possibilit di difesa. Basta la contemporanea presenza di 2 rapinatori.
b) Se la violenza consiste nel porre taluno in stato di incapacit di volere o di
agire.
Lo stato di incapacit,procurabile con qualsiasi mezzo,pu avere ad oggetto sia
la libert di volere che di agire:
La prima mediante stupefacenti,narcosi etc.
La seconda con limbavagliamento etc.
Lo stato di incapacit pu essere di durata temporanea,purch funzionalmente
connesso alla esecuzione della rapina, e laggravante assorbe il delitto di
procurata incapacit mediante violenza.
c) Se la violenza o minaccia posta in essere da persona che fa parte
dellassociazione di cui allart 416 bis.
Introdotta nellambito delle misure repressive dirette a colpire il fenomeno
mafioso.
RAPINA IMPROPRIA
Si caratterizza:
per luso della violenza o della minaccia immediatamente dopo la sottrazione
della cosa
per la finalit di assicurare a s o ad altri il possesso della cosa sottratta o di
procurare a s od altri limpunit.
IMMEDIATAMENTE DOPO:
o parametro della flagranza inaccoglibile poich:
- la flagranza richiede un rapporto di attualit tra il furto e
luso della violenza,mentre la rapina impropria presuppone
la violenza in un momento successivo alla sottrazione.
Il rapporto di immediatezza cronologica sta ad indicare che il comportamento del
soggetto attivo non ha ancora compiutamente realizzato la fase esecutiva del
furto,poich non riuscito ancora ad instaurare un autonomo potere di disponibilit
sulla cosa;lazione esecutiva deve cio trovarsi in quella fase interinale in cui un
possesso si estingue e si crea un nuovo possesso,ma il primo non del tutto eliminato
ed il secondo non completamente instaurato. Tale rapporto rispecchia quindi una
situazione di precariet nellacquisizione illegittima della cosa altrui,in cui giustificata
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la legittima difesa del derubato. Luso della coercizione pu avvenire in luogo diverso
da quello della sottrazione,come nel caso di fuga ed inseguimento.
DOLO SPECIFICO: quindi se luso della violenza utilizzato per il raggiungimento di
altre finalit non possibile configurare tale reato.
Fine di assicurare il possesso: ricorre ogni volta che il soggetto attivo tenta di
instaurare un autonomo possesso sulla cosa sottratta al di fuori della sfera di
sorveglianza della vittima.
Fine di procurare a s od altri limpunit:
Assicurarsi limpunit = sottrarsi allarresto il punto di approdo della
giurisprudenza della suprema corte per cui l impunit avrebbe un
contenuto molto ampio comprensivo di tutte le conseguenze penali e
processuali del reato commesso.
Assicurarsi limpunit e sottrarsi allarresto hanno un differente
contenuto( quindi luso di violenza e minaccia per sottrarsi allarresto non
riconducibile alla rapina impropria) poich:
Tra le aggravanti dellomicidio tra le circostanze aggravanti sia il
fine di procurasi limpunit che quello di sottrarsi allarresto.
Il soggetto che usa minaccia o violenza perch intende sottrarsi
allarresto agisce in ragione di un istinto di naturale conservazione
della propria libert personale e dimostra una minore pericolosit
sociale di chi si determina ad usare mezzi di coercizione mosso
dallobiettivo di evitare tutte le conseguenze penali e processuali
del fatto commesso,senza che per ci sia un rischio attuale.
Tuttavia la differenza non di agevole accertamento sul piano applicativo
poich si potrebbe sostenere che dietro al fine di sottrarsi allarresto c
sempre il fine di sottrarsi allimpunita.
TENTATIVO:
Ammesso nel caso in cui dopo la sottrazione,il soggetto tenti di usare,senza
riuscirvi,violenza o minaccia contro chi vuole impedirgli di assicurarsi il possesso
o limpunit.
Controverso nel caso in cui lautore usi violenza o minaccia dopo aver tentato di
sottratte senza esserci riuscito;riconoscendo lautonomia di questa fattispecie,si
nota come questa si caratterizza per luso della violenza o minaccia dopo la
sottrazione. Ci vuol dire che prima di questo momento non possibile
rintracciare un comportamento ad essa riconducibile. Lazione del soggetto che
non ha ancora sottratto la cosa neutra dal punto di vista del reato in esame:
pu arrestarsi al tentativo di furto o sfociare in rapina propria se la sottrazione
accompagnata da violenza e minaccia.
Ragioni di ordine teleologico rafforzano tale visione:
La rapina impropria punita alla stessa maniera di quella propria cio
con una pena molto pi elevata di quella risultante dalla somma delle
pene previste per i reati che la compongono.
Tale carico sanzionatorio trova la sua ragione nel particolare disvalore che
caratterizza il mezzo usato per commettere laggressione nella rapina
propria.
Ma nella rapina impropria manca tale nesso strumentale e
lequiparazione di trattamento pu essere basata sulla connessione che
lega loffesa al patrimonio gi realizzata e loffesa alla persona commessa
per assicurarsi il possesso o limpunit.
Al di fuori di tale relazione non c spazio per lapplicazione della rapina
impropria:la mancata sottrazione della cosa impedisce di configurare un
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DANNEGIAMENTO
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DELITTI DI TRUFFA
Truffa comune
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