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Ufficio Protocollo
Nr.0084771 Data 19/12/;2012
Tit. 02.03.02 Arrivo
Pistoia 17/12/2012
COMUNE mPISTOIA
Garante delle persone private della libert personale
sede cio SASC del Comune di Pistoia
P.zza S. Lorenzo 3 - 51100 Pistoia
tel 0573/371415 -371400 fax 0573/37142 I
www.garantedetenutipistoia-it garantedetenuti@cornune.pistoiait
All'attenzione Del Sindaco di Pistoia
/
Dei Consiglieri comunali ~
Degli Assessori comunali ~
e p.C. AI Segretario Generale ~
Oggetto: Relazione sull'attivit svolta - Art. 5 del Regolamento del garante delle persone
private della libert personale
1) Ufficio del garante
H Consiglio comunale di Pistoia, con deliberazione n 49 del 20/03/2012, mi ha
nominato Garante dei diritti delle persone private derta libert personale.
Dopo circa due mesi dalla nomina mi stata assegnata una sede presso i servizi sociali di
Pistoia, in P.zza S.Lorenzo 3. da utilizzare solamente nell'orario pomeridiano, in quanto
tutte le mattine la stanza occupata da una dipendente dei servizi sociali, con la quale
condivido anche l'utilizzo del computer.
Con deliberazione della Giunta comunale n 219 del 30/07/2012, avente come oggetto
"approvazione della nuova struttura organizzativa e funzionigramma dell'Ente" stata
modificata la collocazione dell'ufficio del garante (e quindi anche la sede), destinandola
non pi aU'interno dei Servizi sociali, bens all'interno dei Servizi dell'Ufficio del Consiglio
comunale. Ad oggi sono ancora in attesa che mi venga assegnata una nuova sede
stabilita dalla sopracitata deliberazione della Giunta comunale., mentre stata individuata
dal mese di Novembre, come persona di supporto al ruolo del garante, la Segretaria dei
gruppi consiliari. Sig.ra Cristina Remoli.
La delibera di nomina prevedeva anche, al punto 3, che, ad awenuta approvazione del
Bilancio, fosse stabilito il fondo (di cui all'art. 7 comma 2 del Regolamento del garante)
finalizzato al rimborso delle spese sostenute e documentate da. garante stesso. Non
risulta che tale fondo sia stato mai stanziato. pertanto a distanza di 9 mesi dalla nomina
non vi stato alcun rimborso per l'attivit da me svolta, che risulta tuttora totalmente a
mio carico (spese di trasporto, telefono, nonch alcune ore di permesso da lavoro non
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Garante delle persone private della lbert personale
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retribuite per svolgere l'attivit istituzionale assegnatami).
2) Attivit svolte dal garante
Ai sensi dell'art. 4 del Regolamento, "Compiti del Garante", ho ritenuto opportuno
stabilire una presenza costante all'interno della Casa Circondariale di Pistoia di
almeno un giorno aUa settimana, solitamente il venerd pomeriggio. Questo mi ha
consentito di instaurare un rapporto continuativo con i detenuti raccogliendo le loro
richieste/segna/azioni e un contatto diretto anche con la Direzione del carcere, la
Comandante, gli Agenti penitenziari e l'Ufficio educatori, nonch con il Magistrato di
Sorveglianza di Firenze (Magistrato competente per la Casa circondariale di Pistoia).
Ogni settimana parlo mediamente con 4/5 detenuti cercando di rispondere concretamente,
per il ruolo che ricopro, alle loro richieste. Parliamo in questi casi di soggetti detenuti,
perlopi poveri, privi d reti parentali in grado di far fronte alle loro necessit.
Riuscire ad espletare alcune pratiche burocratiche, che spettano di diritto a ciascun
cittadino e quindi anche ai reclusi, assume un' importanza maggiore per chi privato della.
propria libert. In carcere tutto diventa molto pi complicato e quello che in ambito esterno
possono sembrare delle operazioni semplici, scontate, quasi banali e comunque di facile
risoluzione, all'interno dell'istituzione carceraria diventano molto spesso proibitive, quasi
costituissero un'eccezionalit.
2a) Riporto alcuni esempi nei quali stato richiesto dagli interessati un mio intervento:
- Presentazione delle domande per richiedere le visite dell'invalidit civile;
Rinnovo della propria patente di guida;
- Presentazione delle domande per la richiesta degli assegni familiari eia
dell'indennit di disoccupazione;
Richiesta della modulistica per presentare la domanda di residenza all'ufficio
anagrafe del Comune di Pistoia.
Per quanto riguarda le richieste per ricevere le visite mediche attestanti
"invalidit civife, re nuove disposizioni INPS prevedono che queste debbano essere
inviate unicamente per via telematica dal medico curante, tramite un apposito modulo.
L'ambulatorio medico del carcere non dotato di collegamento internet. pertanto le
richieste dei detenuti non potevano essere presentate. In qualit di garante sono entrato
in contatto con l'ANMIC (Associazione nazionale mutilati invalidi civili) di Pistoia e tramite
l'associazione stessa, alla quale ho proweduto a presentare la documentazione medica di
ciascun detenuto richiedente, stato possibile consegnare all'INPS documenti in forma
cartacea. La commissione medica ha svolto successivamente le visite presso
l'ambulatorio della Casa circondariale di Pistoia visitando i rispettivi detenuti.
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Questa disfunzione strutturale del selVzio dell'ambulatorio medico del carcere (non dowta
al personale che vi opera), stata oggetto di una mia segnalazione all'U nit Funzionale
Igiene e Sanit Pubblica della ASL di Pistoia e alla Direzione del carcere, insieme ad altri
tipi di carenze ancor pi gravi. (Vedi Allegato). In seguito a queste segnalazioni vi
stato un impegno formale da parte dena dirigenza ASL (referente per il carcere) e della
Direzione della Casa Circondariale di Pistoia, nel completare quanto prima i lavori di
ristrutturazione degli ambienti adibiti a servizio medico sanitario interno all'istituto,
(che saranno oggetto di una mia prossima verifica).
Sempre su richiesta della popOlazione carceraria ho proweduto a contattare l'Asl di
Pistoia e il servizio medico oculistico affinch questa visita, necessaria per il rinnovo della
patente di guida, potesse essere svolta, come di fatto ora sta avvenendo, all'interno
dell'ambulatorio della Casa circondariale di Pistoia. (Alla scadenza della propria patente di
guida ciascun soggetto ha tempo tre anni per prowedere al rinnovo degli esami medici,
trascorsi i quali deve sostenere di nuovo interamente anche tutti gli esami teorici e pratici.
Per un soggetto detenuto avere in regola, nel momento della propria scarcerazone, la
patente di guida, non un aspetto del tutto secondario, ma rappresenta anch'esso un
elemento importante. insieme a tanti aJtri, ai fini di un suo graduale percorso di
re inserimento sociale).
Ho inoltre provveduto a richiedere all'lNPS alcune spiegazioni relative al rigetto
ricevuto dai detenuti lavoranti in relazione alle domande presentate per il contributo degli
assegni familiari eia delle indennit di disoccupazione. A fronte d questo mio
intervento sono state fornite dall'lNPS delle indicazioni affinch i detenuti potessero
ripresenta re correttamente la documentazione e vedessero successivamente riconosciuto
quanto loro spettante. Dal mese di Novembre, in accordo con "ufficio ragioneria e la
Direzione del carcere, ho dato la mia disponibilit per svolgere un ruolo di collegamento
tra quesfultima e il Patronato Acli di Pistoia, che tramite apposita convenzione curer
la presentazione all'lNPS delle singole domande di ciascun detenuto.
Sulla base di quanto disposto dal DPR 223/89 (Anagrafe della popolazione
residente}, su richiesta di alcuni detenuti senza fissa dimora o intenzionati a trasferire (a
propria residenza all'interno della Casa Circondariale di Pistoia, ho provveduto a metermi
in contatto con l'ufficio anagrafe del nostro Comune, reperire l'apposita modulistica e
consegnarla direttamente ai detenuti interessati. Quesrultimi, tramite l'ufficio matricola del
carcere, hanno poi presentato la domanda di residenza all'ufficio anagrafe del
Comune di Pistoia, che dopo attenta verifica sulla sussistenza dei requiSiti richiesti dalla
normativa, ha accolto le domande. (La residenza un requisito necessario per poter
accedere ai servizi che ogni comunit mette a disposizione dei propri concittadini. Nel
caso dei soggetti detenuti assume ancor pi significato per una loro inclusione sociale).
2b) Altri miei interventi hanno riguardato un'azione di mediazione tra alcune
problematiche e richieste da parte dei detenuti e il personale dell'area trattamentale e
pedagogica del carcere. ivi compresa la Direzione del carcere:
Richiesta di attrezzatura per svolgere attivit sportiva all'interno della palestra;
Richiesta dell'estensione di mezz'ora dell'orario adibito all'uso del calcetto;
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Richiesta della fornitura del Kit necessario per la pulizia della cella e l'igiene personale.
ogni mese anzich ogni 4/5 mesi come lamentato dai detenuti,con particolare riferimento
ai reclusi privi di risorse economiche proprie:
Maggiore attenzione sulla qualit del cibo somministrato alla popolazione detenuta.
Su questi. come su altri punti, vi stato un confronto serio e attento con il nuovo Direttore,
che ha promesso una sua pronta verifica sugli aspetti segnalati ed una risposta concreta.
AI Magistrato di Sorveglianza di Firenze. Or. Ca retto, ho effettuato la segnalazione di un
detenuto Tunisino. in particolari condizioni .di difficolt: con il trasferimento dal Carcere di
Sollicciano a quello di Pistoia gli erano stati smarriti gli indumenfi d ricambio insieme ad
altri effetti personali. Il detenuto non aveva ricevuto nessuna spiegazione ufficiale
nonostante sue ripetute richieste e per circa 2 mesi stato obbligato a vivere in uno stato
di enorme disagio, alleviato solamente dalla solidariet di alcuni compagni di cella.
Successivamente a questa segnalazione J'associazjone di volontariato il Delfino, che
opera all'interno del carcere di Pistoia da molti anni, ha provveduto a fornirgli alcuni
ndumenti nuovi. (Da aggiungere che il soggetto in questione quando era detenuto presso
il carcere di Sollicciano, come riportato dalla psicologa del carcere di Pistoia, aveva tentato
il suicidio, e con il suo trasferimento all'interno del nostro carcere, sono proseguiti alcuni
gesti di autolesionismo). L'attenzione nei confronti di questa persona si registrata
successivamente anche da parte della Direzione del Casa Circondariale di Pistoia.
consentendo al detenuto un trasferimento momentaneo presso il carcere Gozzini di
Firenze, dove gratuitamente gli hanno applicato una protesi dentaria, in quanto a Pistoia
questo servizio sanitario da parte della ASL locale considerato a pagamento. Su questa
situazione riguardante una palese disparit di trattamento sanitario. oltretutto all'interno
della solita Regione, ho rivolto in data 10/10/2012 un quesito al referente ASL per il
carcere di Pistoia, non ricevendo ad oggi nessun tipo di risposta.
2c) Proposta di una sezione distaccata dei semiliberi del carcere di Pistoia.
I semiliberi sono quei detenuti ammessi alle misure alternative alla pena detentiva, che
durante la giornata svolgono attivit lavorativa all'esterno e la sera rientrano in carcere. I
semliberi Sono collocati attualmente all'interno del carcere di Pistoia in una sezione
apposita, s ~ p a r a t a daJle altre sezjoni, che pu comprendere al massimo un numero di
10/12 detenuti. La sezione, non idonea, come riconosciuto ormai da tempo anche dagli
stessi operatori penitenziari, consiste in un camerone/corridoio di 44 mq con un'unica
finestra nef bagno. Le altre due finestre all'interno di questa sezione non possiamo
considerarle tali, in quanto si affacciano in un ambiente chiuso utilizzato dal carcere come
deposito/magazzino, non consentendo, come lamentano i detenu1i, un sufficiente ricambio
d'aria e provocando un caldo soffocante nel periodo estivo. A fronte di questa situazione
insieme al Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Pistoia. Dr. Giuseppe Atbrandi, ci
siamo adoperati nella ricerca sul territorio di una collocazione esterna alla struttura
circondariale per la collocazione della sezione dei semiliberi. cos come previsto
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dall'ordinamento penitenziario (Legge 26 luglio 1975, n. 354), alla quale sar garantita la
copertura degli operatori di polizia penitenziaria necessari al controllo durante le afe serali.
Questa sistemazione esterna, oltre a consentire uno spazio pi dignitoso per i detenuti,
permette di rispondere in parte anche al problema del sovraffollamento, alleggerendo il
numero dei reclusi presenti nel carcere di Pistoia. Dopo alcuni incontri stata raccolta e
concordata la disponibilit di uno spazio all'interno del Convento dei Frati Cappuccini di
Pistoia, che i Frati stessi concederebbero a titolo gratuito_ La struttura sita in Via degli
Armeni a poche centinaia di metri dalla Casa Circondariale di Pistoia. Successivamente si
sono svolti anche gli incontri ufficiali con il Provinciale dei Frati che ha sede a Firenze, il
Provveditorato regionale dell'Amministrazione penitenziaria (P.R.A.P) e la Direzione de!
Carcere di Pistoia. Questi incontri, che hanno raccolto l'approvazione al progetto di tutti
gli attori istituzionali coinvolti, si sono conclusi con un sopralluogo dei tecnict del
Provveditorato presso l'ambiente del Convento, con l'impegno di definire un progetto
esecutivo per la realizzazione di alcuni lavori di modifica all'attuale percorso d'ingresso ai
locali. Per il finanziamento dei lavori, una volta arrivati alla definizione del progetto
esecutivo da parte dell'architetto incaricato, sar presentata una formale richiesta
all'interno del bando della Fondazione CARIPT. Come sostegno all'iniziativa, per la quale
proseguono i contatti anche con il nuovo Provveditore regionale di Firenze, arrivata una
nota di approvazione da parte del Ministero di Giustizia.
2d) Tavolo tecnico con i referenti istituzionali della Provincia in tema di politiche
attive sul mercato del lavoro. A seguito di un mio articolo apparso sulla stampa locale,
(La Nazione del 17 Maggio 2012), nel quale si poneva una riflessione ed un invito ad
investire sulle misure alternative con l'inserimento lavorativo dei detenuti, si svolto il
giorno 21/06, su richiesta dell'Assessore alle politiche del lavoro della Provincia di Pistoia,
Roberto Cappellini, un incontro presso la sede di Via TripoJi. in presenza delrAssessore
stesso, della dirigente Dr.ssa Anna Pesce e del sottoscritto. Durante l'incontro sono state
da me presentate ed illustrate alcune proposte, sulle quali poter indirizzare l'azione volta a
favorire l'inserimento lavorativo di soggetti detenuti.
1
1
a) Obiettivo nel lungo periodo (lavoro dentro il carcere). Proposta di attivare da parte della Provincia. raccordandosi
con i referenti della Casa circondariale di Pistoia, un servizio di sensibilizzazione in direzione del mondo imprenditoriale
pistoiese, azioni anche a carattere informativo su quelle che possono essete le facilitazioni previste dalla legislazione
vigente per l'assunzione e rinserimento lavorativo di soggetti detenuti, gi adottate da molle realt produttive che
operano da diverso tempo in molti penitenziari d'Italia (vedi resperienze raccolte nel libro 1/ Mestiere della Libert edito
da Altreconomfa 2011). Gli spazi del carcere di Pistoia sono veramente ristretti ma non del tutto impossibne pensare
nel tempo ad alcune piCCOlE! lavorazioni. ad esempio di assemblaggio. da far svolgere all'intemo
b) Obiettivo nel breve periodo (lavoro in esterno pre8So le aziende del territorio). Vi sono dei detenuti, che per
alcune situazioni soggettive, possono accedere all'esperienza lal/orativa esterna al carcere, attral/erso la
concessione delle misura altemative. Uno strumento essenziale per attivare il percorso la ....orativo esterno
rappresentato dalla borsa lavoro e dai tirocini aziendali. La ricaduta occupazionale per i soggetti detenuti che
usufh.tiscono di questi perClJrsi buona.
c, Obiettivo nel breve periodo (lavoro in Htemo per lavori di pubblica utilit). La stessa impostazione descritta
sopra (tirocinio aziendale f. borsa lavoro) potrebbe essere usata per far svolgere ai detenuti, in esterno al carcere, dei
lavori d pubblica utilit o denominati anche socialmente utili", senza sovrapporsi a quelle lavorazioni gi appaltate ad
aziende, tra cui le cooperative sociali, che alloro interno occupano le persone svantaggiate (art. 4 legge 381/91).
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Dopo questo incontro ne seguito un altro sempre presso la sede di Via Tripoli
prevedendo questa volta anche la presenza delta Direttrice della Casa Circondariale di
Pistoia, della Dr.ssa liliana Lupaioli (referente per i progetti area educativa del carcere), e
dei rappresentanti dell'Agenzia formativa Saperi Aperti, incaricata quest'ultima di svolgere
l'attivit formativa all'interno del carcere di Pistoia. L'incontro aveva come scopo quello di
coordinare la ripresa delle attivit di formazione professionale all'interno dell'istituto
penitenziario, dopo una pausa durata quasi due anni. l'appuntamento si concluso con
un impegno da parte dell'Ente Provincia di convocare i rappresentanti dei Comuni per
illustrare, come da me suggerito, la possibilit di inserire i detenuti in attivit socialmente
utili sulla base del Protocollo d'intesa siglato nel mese di Luglio tra !'A.N.C.1. (Associazione
nazionale dei Comuni d'Italia) e il D.A.P. (Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria).
2e) Per quanto riguarda invece la promozione d-iniziative e sensibilizzazione
pubblica, previste anche queste tra i compiti che pu svolgere il garante, credo che motto
di pi rispetto a quanto fatto fino ad oggi potr essere svolto in futuro, una volta che sar
consolidata la struttura dell'ufficio del garante, che per motivi illustrati al punto 1, ad oggi
non ancora completamente operativa. Tenuto conto di queste limitazioni si sono
comunque svolte alcune iniziative di promozione e sensibilizzazione che riporto di
seguito:
-Creazione di un sito web all'indirizzo www.garantedetenutipistoia.it. segnalato e presente
anche all'interno della rete del Ministero della Giustizia;
-Diffusione di alcuni comunicati stampa sulla problematica del carcere e sul rispetto dei
diritti dei detenuti apparsi sui quotidiani locali (presenti anche aU'interno del sito web);
-Interventi pubblici, in cui ho portato il mio contributo di riflessione e proposte sul carcere di
Pistoia, nelle seguenti manifestazioni: "Dona un libro per i detenuti" (iniziativa
promossa del Gruppo biblioteca del tribunale di Pistoia svoltasi il 29 marzo presso l'aula
penale del tribunale di Pistoia); "Riaprifeci il Manicomio" (promosso dal collettivo
S.L.E.B.EST svolto il 24 Giugno alle Ville Sberto)i di Pistoia); "Liberarsi dalla necessit
del carcere" (promosso da SEl sezione di Pistoia durante la festa del Partito il giorno 5
Settembre a Santomato); "n Diritto e la dignit non si fermano alle porte del carcere"
(iniziativa promossa dalla Parrocchia di Santomato e svoltasi nei locali parrocchiali il 22
Novembre).
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3) Proposte per l'Amministrazione Comunale in favore della popolazione
detenuta
Negli incontri che ho avuto con alcuni Assessori del Comune di Pistoia ho avanzato
alcune proposte operative d'inclusione sociale rivolte alla popolazione detenuta di Pistoia,
da poter attivare ogni anno in convenzione con ,'Ente comunale e la Direzione della Casa
Circondariale.
Riferimenti
legislativi
I Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di!
I umanit e devono tendere alla rieducazione del condannato. (art. 27"
I comma 3 - Costituzione italiana). )
Legge 35411975: Norme sull'ordinamento penitenziario e I
sull'esecuzione delle misure privative e limitative della libert. '
(Art. 1)
/I traffamento penitenziario deve essere conforme ad umanit e deve
assicurare I rispetto della dignit della persona.
(Art. 15)
Il trattamento del condannato e dell'internato svolto avvalendosi
principalmente dell'istruzione, del lavoro, della religione, delle attivit j
culturali, ricreative e sportive e agevolando opportuni contatti con iiI
mondo estemo ed j rapporti con la famiglia, Ai fini del trattamento!
rieducativo, salvo casi d'impossibilit, al condannato e all'internato .
assicurato il lavoro.
~ ~ 1 n I
La finalit del reinserimento sociale dei condannati e degli internati I
deve essere perseguta anche sollecitando ed organizzando la I
parledpazione di privati e di istituzioni o associazioni pubbliche o
private all'azione rieducativa( ... )
(art. 20) l
Negli istituti penitenziari devono essere favorite in ogni modo la
destinazione dei detenuti e degli internati al lavoro e la foro I
partecipazione a corsi di formazione professionale. /I lavoro
penitenziario non ha carattere afflittivo ed remunerato
I La legislazione attribuisce inoltre all'ente locale un ruolo determinante
l
'_ nel garantire i servizi di supporto ai bisogni dei detenuti, ex detenuti e
soggetti in misura alternativa, nonch alle loro famiglie. In modo
specifico. l'art. 46 del DPR 616/1977 affida all'ente locale interventi
come le visite ai detenuti quando sono prossimi alla liberazione per
termine della pena, per facilitare il reinserimento nella vita sociale al,
-------- ---- - --'
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r----------,--- -----------il
fine di accertarsi circa il loro stato di bisogno, la ricerca di t
un'occupazione, reventuale concessione di sussidi, per curare la I
relazione dei detenuti con le famiglie, il coordinamento delle attivit
assistenziali sia pubbliche che private. I
. La legge 142190 ha poi definito il Comune come fulcro e responsabile I
della politica sociale locale. All'interno di questa tipologia di approccio, .
,il Comune si legittima e si autolegittima in quanto capace di dare
: risposta ai bisogni della comunit, secondo tre fondamentali modalit: I
il Comune rappresenta la comunit locale; il Comune promuove lo
sviluppo della comunit locale; il Comune cura gli interessi della I
comunit e in essa, anche e soprattutto, i bisogni dei soggetti deboli,
portatori di particolari istanze ed esigenze, tra cui gli stessi ex I
" I
I
detenuti, le loro famiglie, i soggetti in misura alternativa, ecc. I
f-------___+_ -----
Detenuti con sentenza definitiva residenti nel Comune di l
Destinatari
Pistoia o presso la Casa circondariale; I
- Detenuti con sentenza definitiva senza residenza, domiciliati.
nel Comune di Pistoia;
I
, ) Ex detenuti (massimo 6 mesi dopo il fine pena_) reSid_ enti 0_'1
----4 domciDati nel Comune di Pistola; J
r-- ASsistente sociale comunale di riferimento per il carcere
Azioni
(risponde alle richieste di colloquio; si rapporta e confronta con lo
ufficio educatori per condividere dei progetti possibili sulla persona;)
I mantiene i rapporti con i familiari dei detenuti individuando possibili
azioni di supporto; aiuta, dove richiesto, i detenuti nell'espletare I
Il:lcune pratiche burocratiche necessarie al percorso di reinserimento I
sociale). i
,
------
I Sostegno abitativo per i primi 3 mesi dall'uscita del carcere:
I

economico all'affitto, oppure accoglienza presso l'albergo


popolare}.
----- "----
"Tre percorsi all'anno di borsa lavoro in tirocinio aziendale per
I accedere, da detenuti, alle misure alternative: (semilibert,
L---__ in prova), puntando ad un contratto di assunzione presso
8
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! l'azienda ospitante. Tali percorsi possono essere inclusi con apposito I
finanziamento all'interno dei progetti consolidati che ,'ente Comune I
I
, gi da diversi anni gestisce in convenzione con alcune realt del
privato sociale
I I
o Tre percorsi aU'anno d'inserimento sociale per lavori di pubblica
I
utilit non finalizzati all'assunzione, da svolgersi internamente alla
struttura comunale (es.verde pubblico), oppure in realt del terzo
I settore. In quest'ambito potrebbero essere coinvolti i detenuti
ammessi al lavoro all'esterno in art. 21 (diverso dalla semilibert). i
I Un'iniziativa pubblica alfanno di sensibilizzazione sulle \ematiche I
del carcere.
o,
I Un collegamento con la pubblica istruzione per far conoscere nella I
I
scuola la realt del carcere. Questo lavoro di sensibilizzazione a I
partire dai ragazzi delle scuole superiori, potrebbe essere realizzato
con il patrocinio del Comune, anche attraverso i volontari e gli I
l
operatori che operano all'interno di associazioni che si occupano di I
carcere e problematiche giovanili. ,
___ l
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4) Uno sguardo sul Carcere di Pistoia
};> Struttura
Casa Circondariale di PISTOIA
Via dei Macelli 13 - Tel. 0573 975111 fax 057322718
E-mai!: cC.pistoia@giustizia.it
Maschile
Dislocazione: urbana
Tribunale ed Ufficio di Sorveglianza: Firenze
UEPE: Firenze
La struttura, risalente agli anni '20, si trova nel centro citt ed discretamente collegata
con i mezzi pubblici alla stazione. I passeggi, uno per sezione, sono scoperti. In caso di
maltempo viene utilizzata la palestra. Non vi sono stanze per la socialit. Tuttavia l'Istituto
dotato di una palestra, un campo da calcetto ed una sala utilizzata come biblioteca ed
aula scolastica. La struttura si articola su due piani (piano terreno e primo piano) e
comprende anche la caserma agenti. Le celle si distribuiscono su entrambi piani, in
passato a ballatoio, oggi separati dal pavimento. Le sezioni detentive sono in tutto 4,
compresa la semilibert:
a} Sezione Maggiore per detenuti comuni: 3-4 posti doccia per piano; gabinetti con water
(diviso con muro e porta):
AI piano terra: 19 celle (7,40 mq per 3 detenuti: anche se i soffitti sono pi alti di quelli
convenzionali, la cella claustrofobica);
AI primo piano: 3 cameroncin da 6 (ca. 18 mq con 2 letti a castello ciascuno da 3), 5
cameroni da 8 (ca. 28 mq);
Sala polivalente.
lO
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wv.w.garantedelenutipistoia.it garantedetenuti@comune.pistoia.it
b) S e z i o n ~ Minore per collaboratori:
AI piano terreno: 1 cameroncino da 3 e 3 celle singole;
AI primo piano: 2 celle grandi da 3 ed una piccola.
c} Sezione transito-isolamento: 4 celle singole per isolamento giudiziaria, sanitaria,
discipnnare. AU'occorrenza per le celle sono occupate da pi persone (massimo 3).
d} Semilibert: un camerone di circa 44 mq.
Qrari generalmente osservati:
7.30: sveglia e colazione;
8,00: controlla numerico. Attivit scolastiche 8,30;
9.00-11,30: fuori dalla cella, passeggi (1 per sezione);
12.00: Vitto;
12,00-13,30: sociaJit in cella;
13,30-15,00: fuori dalla cella, passeggi (1 per sezione);
16,30-21: socialit in cella.
Le cucine sono in condizioni accettabili, esiste la commissione cucina e vengono
osservate le diete specifiche.
Nodi identificativi e problematici
a) SovraffoUamento
La struttura risulta puttosto inadeguata sia per quanto riguarda le cene (ben al di sotto
della soglia dei 3 mq per detenuto, soglia al d sotto della quale, per la Corte
Europea dei Diritti Umani, si configura automaticamente il reato di tortura), che i
locali comuni. E' il pi sovraffollato istituto in regione, con una presenza che ha superato il
230% della capienza regolamentare prevista. A causa del sovraffollamento di tanto in tanto
si operano interventi d sfollamento (che consistono in trasferimenti presso altri istituti
carcerari). I detenuti passano in cella circa 18 ore al giorno. 3 persone in 7mq che fanno a
turno a stare in piedi.
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Capienza regolamentare: 75
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Presenti al 14106/2012 :149 (119 nella sezione "comuni", 9 at transito, 8 semliberi, 13
collaboratori) di cui: in attesa di giudizio 86; condannati 63;
b) Carenza di personale penitenziarip
Polizia penitenziaria prevista: 79
Forza amministrata: 59
Forza operante: 50
Educatori previsti: 4
Educatori presenti: 2
Psicologi: 1 (per l'osservazione)
LJorganizzazione delle attivit risente molto della carenza di personale, non solo
appartenente alla polizia penitenziaria, difficolt che sovente riduce l'effettiva
fruibilit dene iniziative da parte dei detenuti presenti.
c) Ambulatorio
ti rapporto del Centro Regionale per la salute in carcare, firmato dal Direttore dr.
Francesco Ceraudo del 22/06/2011, in riferimento alla visita d controllo al Presidio
Sanitario Penitenziario di Pistoia, cos denunciava: !lA distanza di 2 anni dalla visita di
contro no precedente non si registrato purtroppo alcun miglioramento logistico per guanto
attiene alla configurazione del Presidio Qanimrio. Siamo nella pi assoluta totale illegalit.
In yn unico locale di 29 mQ risulta stipato alla rinfysa tutto di tutto: Ambulatorio del
ReferentQ del Presidio. pynto gi riferimento per i Medicj SIAS. sosta infermieri. magazzino
farmaci e presidi sanitari, archivio. cassaforte, spogliatoio, carreJJo di medicazione. carreJJo
per la sommintstrazione dei farmaci. In mezza al locale risulta impropriamente collocato il
riunito odQntoiatrico CQO l'e$posizione d ogni tipo d'infezione. Questo unicQ locale ervQ
anche guando c' lo Psichiatra. il Cardiologo e "infettivologo. La privacy non
asolutamente assicurata. Anzi di fattQ Don Occorre il rifacimento di tutti gli arredi
degli Ambulatori. In yn microscopico locale di servizio dd;rittura accanto al water risylta
sistemato un armadietto con le ante aperte dove vengono conservati camici. La
situazione io cui viene a trovarsi il eresidjo Qanitado Penitenziario intollerabile e richiama
precie del proweditorato Regionale dell'Amministraziooe PentenziarjSl
(..l. Se l'AmministraziQoe Penitenziaria non mette a disposizionQ i locali. l'Azienda USL3
si deve rifiulclre di prestare i propri servizi in gueste condizioni e deve esigere che
pazienti vengano portati nei propri poliambulatQn. Noo c' scelta. In considerazione di
guanto sQPra. non stata ancora ratificata il passaagiQ dei locali a funziQoe sanitaria.' ... )".
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Sono passati 17 mesi da questa precisa e puntuale denuncia. Nulla per il momento
cambiato. Vi sono attualmente dei lavori in corso con l'impegno espresso da parte della
Direzione del Carcere e del Direttore della ASL, Dr. Luigi Rossi, (a seguito di un mio
intervento sulla stampa locale), per la realizzazione, riporto testualmente, "di 2 ambulatori,
che andrebbero ad aggiungersi all'attuale, che verrebbe cos a configurarsi come
ambulatorio dentistico e specialistico, mentre i due nuovi locali diverrebbero ambulatorio
medico l'uno e ambulatorio infermieristlco l'altro". La realizzazione di quanto promesso
sar oggetto di una mia prossima verifica rendendone pubblico ,'esito.
d) Lavoro
li lavoro, secondo il regolamento penitenziario, sarebbe uno dei principati strumenti
attraverso il quale poter svolgere un'azione rieducativa. In realt i detenuti lavoranti
all'interno degli istituti penitenziari, e Pistoia non un'eccezione, sono pochi. Inoltre sono
impiegati per pOChissime ore giornaliere e per un periodo breve (mediamente con
tumazioni mensili), nonch adibiti nella maggioranza dei casi a svolgere lavori poco
gratificanti, come pulire le docce, spazzare in terra, ecc. Una situazione migliore rispetto
agli altri detenuti lavoranti, per il tipo di lavoraz.ione che svolgono e perch sono sottoposti
ad una turnazione meno frequente, riservata ai 3/4 reclusi occupati a svolgere le attivit
della Mof (Manutenzione Ordinaria Fabbricati), e per coloro che sono addetti alla cucina.
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5) La situazione generale delle carceri italiane
2
"lleCtrcere allempo della crisi acuenflla le caraflerisfiche di contenitore cInico e c:onlL'l1ifore di
p01'er/a'. w!mpre pi1(' nWl{?ilUll==alo in Ui/ll anch'e'i_w impOl,!rilil di ri,wr,'il:' nllltt'r;lI/j c
immateriali ..
Are, Corrado Mareetti, direUore della Fondazione Giovanni Alichelucei di Fiesole.
Ogni anno 60 detenuti e 10 poliziotti penitenziari si tolgono la vita
Due suicidi su tre correlati a condizioni di vita (e di lavoro) fuori dalla legalit
Anni Suicidi Totale morti
2000 61 165
2001 69 177
2Q!l2 52 160
2003
56 157
.-
2004 52 156
-
2QQS. 57 172
-"
2QQ 50 134
.
2007 45 123
2008 46 142
20.0.2 72 177
2fr1Q 66 184
2011 66 186
2012* 59 151
Totale 750 2.084
'" Aggiornamento al 12 dicembre 2012
3
2 Molte delle argomenta;ioni trattate aJ punto 5 prendono spunto dalla Relazione annuale del Garanle re9ionale. dott Alessandro
Margara. /I carcere dopo Cf/sto
3 fonte www.ristretti.it
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i I
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Le carceri non sono mai state tanto piene proprio di quei poveri nei confronti dei quali i
legislatori avrebbero voluto essere meno ingiusti. Poveri che aumentano via via che le
politiche assistenziali diminuiscono. Tutta questa fascia di popolazione detenuta (tra i ~ / 3 e
i 3/4) pu essere chiamata "detenzione sociale".
Sovraffollamento
Due numeri per capire: su 46.795 posti disponibili, oggi sono a disposizione di 66.685
,detenuti. In arrivo 400 sentenze della Corte europea contro il sovraffollamento. Il
nostro tasso di affollamento oggi del 142
J
5% (oltre 140 detenuti ogni 100 posti). La
media europea del 99,6%.
IIdonne 2800 4.20%
stranieri 23739 35,60%
Una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) stabilisce 7 mq per una
cella singola, a cui ne vanno aggiunti 4 per ogni persona in pi. Per concludere poi a un
minimo di emergenza di 3 mq. Quando ciascun detenuto dispone di uno spazio inferiore ai
3 mq a testa, in queste condizioni non c' regime detentivo che tenga, e per la Corte la
vita in una simile cella si configura oggettivamente come tortura. (l'Italia stata
condannata dalla CEDU su ricorso del detenuto Sulejmanovic in carcere nel 2003).
Le cause del sovraffollamento sono rappresentate da tre leggi (le prime due
incrementano gli arresti e la terza blocca le uscite):
la Bossi - Fin sull'immigrazione risalente al 2002, rilanciata nella sua carica penale nel
2004 e poi ancora aggravata dai vari decreti sulla sicurezza successivi; (la quota di
stranieri in carcere sale verso il 37-38%)
La Fini - Giovanardi del Febbraio 2006 che stabilisce la punibilit per detenzione di
quantit minime di sostanze stupefacenti; (La percentuale dei tossicodipendenti in
Toscana supera il 30%);
La C.d. ex CirielH (la legge 251 del 5 dicembre 2005), che ripropone la recidiva.
riportandola agli splendori del Codice Rocco. E' stato infatti abolito per i recidivi il principio
che non si debba passare dal carcere quando si in attesa di essere assegnati ad una
misura alternativa. E molto spesso i tempi di risposta sono talmente lunghi che in attesa
della decisione del Magistrato di Sorveglianza la pena gi stata scontata tutta in carcere.
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Ed anche questo meccanismo perverso del tutto criminogeno.
Queste tre leggi sono state decisive nel riempire le carceri dopo il condono de! 31 luglio
2006. A fine 2006 risultavano 39.005 detenuti, a fine 2009 sono 64.971, cio oltre 25.000
di pi in poco pi di 3 anni (oltfe 8.000 all'anno).
Un'altra causa del sovraffollamento va imputata all'uso sproporzionato della misura
cautelare in carcere che riguarda sopratutto i poveri e l poverissimi.
Custodia cautelare in carcere. Oggi siamo al 40,1% ben oltre i dati degli stessi paesi
europei non virtuosi e, pi o meno, quasi al doppio della media europea che del
24%.
(In Toscana la capienza rego\amentare di 3.186 persone, la presenza di 4.242, pari
cio a +33,14%).
Si aggiunge che a livello nazionale l'esubero di presenze accompagnato dalla
contrazione dei fondi per la manutenz.ione delle strutture: - 47% dal 2007 al 2010. Nel
2011 l'ulteriore riduzione delle risqrse stata pesantissima per le mercedi, che
comprendono anche quelle che attengono alla manutenzione degli istituti toscani: da
4.800.000 euro nel 2010 a 2.900.000 euro per il 20 11. Nel 2012 le cose vanno ancora
peggio.
Un carcere di sola contenzione?
Per i direttori a livello nazionale non si programmano concorsi da molti anni, oltre 20. Ma
sta giungendo alla fine un concorso per 400 commissari, ruolo dirigente della Polizia
penitenziaria. L'effetto di consegnare il carcere alla Polizia penitenziaria non un'idea
brillante. Lo pu essere se si vuole un carcere di sola contenzione. non riabilitativo e non
rieducativo: contrario alla Costituzione. Molte attivit in carcere non vengono realiz.zate,
proprio perch la Polizia penitenziaria si dichiara non in grado di gestirle. In sostanza,
tanto pi il detenuto resta chiuso in cella e tanto meno impegnata la Polizia
penitenziaria. Ovvio dunque che la gestione del carcere affidata alla polizia penitenziaria
ridurr ancora le gi modeste attivit trattamentali oggi svolte in carcere. Le restrizioni in
cella di 20 - 21 ore su 24, sono il segno che si potrebbe fare qualcosa che non si fa.
Il carcere riformato doveva realizzare una vita attiva negli istituti che rendesse possibile
quella individuatfzzazione del trattamento, principio di fondo della Riforma (art. 13 O.P,
attraverso lo svolgimento delle attivita che dovevano riempire la giornata: lavoro, scuola e
formazione professionale, iniziative ricreative e culturali, mantenimento e miglioramento
del rapporti familiari. Questo carcere non stato voluto e il processo che s sta
completando quello opposto: realizzare un carcere di sola contenzione, in cui il luogo di
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vita la cella. Nella legge di riforma, invece, la cella denominata camera di
pernottamento, ad evidenziare che la vita della giornata si svolge fuori nelle varie attivit
dell'istituto.
Recentemente stata segnalata una riduzione di organico per gli educatori e gli assistenti
sociali, che hanno ruoli scoperti: 27% per gli educatori e addirittura 35% per gli assistenti
sociali. /I rapporto agenti di educatori/polizia penitenziaria era prossimo a 1/100. E si
vorrebbe ancora ridurre il ruolo pi debole.
la diminuzione delle risorse destinate al carcere del 47% nel periodo 2007 - 2010 e nel
2011 e 2012 proseguito con un ritmo accentuato.
Misure alternative al carcere (al 30/04/2012)
AFFIDAMENTO IN PROVA I 10567
SEMIUBERTA' 889
DETENZIONE DOMICILIARE 9789
TOTALE 21245
Revoche anno 2010
affidamento 976 (5.73%)
semilibert 174 (9.40%)
detenzione domiciliare 818 (6,52.%)
TOTALE 1.968 (6,26%)
Per aver commesso nuovi 11150 (0,48%)
reati durante la misura
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Quanto ai reati per cui sono concessi gli affidamenti in prova:
-33% reati previsti dalla legge sugli stupefacenti;
-22% da reati contro il patrimonio;
-9% reati contro la persona;
-4% contro leggi armi;
-4% reati fallimentari;
Negli anni dal 1999 al 2005 (precondono) le revoche sono state superiori, non sempre e
non molto, alla soglia del 4%. Pi del 95-96% si concluso positivamente. Merita
sottolineare che fe revoche per commissione di nuovo reato sono minime nei vari
anni: 0,20%; 0,25%; 0,15%;0,13%;0,17%; 0,16%; 1- 2 casi su 1000.
La percentuale della recidiva di coloro che usufruiscoQo sii misure alternative
durante la pena del 19% (2 su 10), mentre per coloro che scontano fa pena in_
carcere la recidiva sale al 68,45% (7 su 10),
Nonostante questo dobbiamo segnalare che la tendenza ora in atto da parte del Ministero
di Grazia e Giustizia e della Magistratura. quella dr modellare le misure alternative
sempre pi sul carcere: il loro rapporto con questo diventa sempre pi di equivalenza,
anzich di aJternativit: di qui la crescita della detenzione domiciliare rispetto
all'affidamento in prova (le detenzioni domiciliari in Italia erano il 25% delle misure
alternative all'inizio del 2006, oggi sono il 46%).
Le persone sottoposte alle misure alternative alla detenzione vengono dall'area del disagio
sociale e ricostruiscono con fatica il loro rapporto con la societ: la rigidit delle
prescrizioni, inevitabilmente non tiene conto d questa fatica.
Saltano cos le finalit che le misure alternative avevano all'origine, il loro basarsi sulla
responsabilizzazione delle persone attraverso un rapporto che anche di fiducia, sul
controllo, pi che sulla persona medesima, sul suo percorso di reinserimento sociale, che
ha bisogno di forme di controllo leggero e di sostegno attento' all'effettivo sviluppo
dell'inserimento.
Non la misura alternativa che si adatta alla vita degli interessati per agevolare il loro
ritorno alla societ, ma la loro vita che deve modellarsi sulla voluta rigidit delle misure
ed essere disciplinata.
Il sistema originario voleva contenere l'area detentiva ed affidare alle alternative al carcere
una pi efficace politica di inclusione sociale; il nuovo sistema vuole invece estendere un
controllo sociale invasivo e incapacitante. col carcere o senza il carcere, per operare in
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direzione dell'esclusione sociale nei confronti delle aree a rischio. che sono poi quelle
della precariet di vita e della povert.
Dopo un anno e mezzo dal provvedimento legislativo cosiddetto "svuota carceri". sono
progressivamente uscite poco pi di 5.000 persone, molte delle quali sarebbero comunque
uscite a fine pena, in quanto mo'te delle concessioni, anche per i tempi processuali,
riguardano pene di pochi mesi. Nonostante tutto il Ministro Severino con I O.l. 22112/2011
ha aumentato a 18 mesi questo pseudo - beneficio.
A mio avviso non c' da inventare nuove misure. come fatto dal ministero della giustizia
con la legge 199/2000 (allargata anche dal nuovo ministro), ma c' da far funzionare
meglio quelle gi esistenti e collaudate da tempo e da rimuovere gJi ostacoli rappresentati
da leggi incostituzionali, come la c.d. ex - Cirielti.
Un detenuto affidato in comunit costa pi o meno 18 mila euro annui (all'amministrazione
penitenziaria costa il triplo). Con 180 milioni di euro a disposizione le regioni italiane
potrebbero pagare le rette in comunit per diecimila detenuti tossicodpendenti oggi
inspiegabilmente in carcere. Occorre un'applicazione estesa delle misure alternative, dal
lavoro esterno alla semilibert, attraverso un piano d lavori socialmente utili, impegnando
le persone nella tutela dell'ambiente, del verde pubblico, nell'agricoltura, nelle zone di
montagna abbandonate.
Lavoro e salute dentro il carcere
Il lavoro resta pi o meno uguale, ma la popolazione detenuta cresce. e dunque la
percentuale di quanti lavorano tra detenuti cala. Dal 26,2% del 2005 al 20,9% del
2011. Il budget per la retribuzione del lavoro dei detenuti, le cosiddette mercedi, si
ridotto drasticamente, dagli oltre 71 milioni stanziati per il 2006 (i detenuti erano
59.523) ai 49 milioni per 112011 (i detenuti erano 67.961 alla fine deI2010). A fronte
di una significativa crescita della popolazione detenuta (+14%) diminuisce di
parecchio il budget per il lavoro ( ~ 3 0 % ) . I detenuti che lavorano, lavorano sempre
meno. In molti istituti gli spazi e le attrezzature per le lavorazioni sono in disuso, ed
orti e serre sono in completo abbandono .
., Si apprende che il numero dei detenuti toscani sani , sostanzialmente. inferiore a
quell che risultano. invece. malati:
1939 (65%) risultano portatori d almeno una diagnosi interoistca;
990 (33,2%) sono stati interessati da una diagnosi psichiatrica;
Nonostante la giovane et deJI'intera popolazione detenuta (et media 38 anni), la
forte richiesta sanitaria caratterizzata da tre grandi temi: salute mentale, disturbi
dell'apparato dirigente e malattie infettive e parassitarie.
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6) Conclusioni
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Quando affrontiamo gli argomenti legati al carcere, ai detenuti. parliamo quasi sempre
esclusivamente di problemi: sovraffollamento, suicidi, atti di autolesionismo, violazione dei
diritti, ecc. Questi aspetti sono tutti purtroppo tragicamente veri ed occorre sicuramente
parlarne, discuterne, renderne partecipe la cittadinanza, e dare, da parte delle istituzioni
preposte. risposte concrete. Ma il carcere non solo questo ed occorre a mio awiso
ricordarlo, incominciare a vedeno anche con occhi diversi, provare. cambiando la propria
prospettiva, a considerarlo anche come una risorsa per la collettivit.
All'interno della Casa Circondariale di Pistoia, come in altri istituti penitenziari, non ci sono
solamente persone che costituiscono pericolosit sociale, ma vi sono soprattutto delle
persone che indubbiamente hanno commesso degli errori, ma che sono ancora in grado,
se gli sono date le possibilit, di rialzare la testa e di poter dare il loro contributo positivo
alla societ.
Strumento principale di questo reinserimento, di questa rieducazione. cos come la
definisce la nostra Costituzione all'art. 27, sicuramente quello del lavoro.
Nel carcere di Pistoia ci sono delle persone che possono esprimere dene competenze
significative in ambito lavorativo, ad esempo nel settore edile, in quello dell'imbiancatura,
dell'idraulica, della meccanica ed altri ancora, che per oggi stanno prevalente in una cella
per gran parte della giornata, inattivi, senza spazi vitali. Questa condizione che li vede ad
esempio in 3 persone ristrette in 7 mq, oltre a costituire una violazione dei diritti, non
rieduca e non utile a nessuno.
Perch allora, in particolar modo per chi non costituisce pericolosit sociale, per chi ha
commesso dei reati di piccola entit, non provare ad impiegarli in lavori socialmente utifi, in
quei lavori di piccola manutenzione che possono rendere la nostra citt pi bella,
accogliente, ed anche pi sicura? Perch ad esempio non far loro svolgere lavori di
pulitura degli argini dei fiumi, evitando il rischio sempre pi frequente di esondazioni dei
torrenti? Perch non provare da parte degli enti territoriali, Comune e Provincia di Pistoia
in accordo con la Direzione del Carcere e il PRAP (Provveditorato regionale
amministrazione penitenziaria) a stipulare degfi accordi che rendano operative tali attivit
attraverso il finanziamento ad esempio di alcune borse lavoro?
Vi sono gi delle esperienze incoraggianti all'interno del nostro territorio, che dimostrano
che j detenuti ammessi al lavoro all'esterno sono persone affidabili e con buone capacit
produttive.
Consapevoli del problema dell'occupazione lavorativa, ancora pi accentuato per coloro
che appartengono a situazioni di svantaggio, perch, tra le attivit del centro impiego, non
provare ad attivare anche un servizio di sensibilizzazione verso il mondo imprenditoriale
pistoiese, illustrando ad esempio le opportunit previste per chi intendesse destinare delle
lavorazioni all'interno del carcere o volesse assumere dei detenuti?
Quando un individuo lavora in carcere e dopo aver scontato la penar la percentuale
dj recidiva (cio quella di ricommettere il reato), passa da,I 70% a meno del 10%.
Garantire lavoro in carcere e all'esterno, cio ai detenuti che secondo particOlari
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condizioni giudiziarie possono accedere alle misure alternative (esempio
semilibert.affidamento in prova ai servizi sociali), vuoi dire quindi garantire anche
maggiore sicurezza per tutti.
Infine anche da un punto di vista strettamente economico, la diminuzione della recidiva
di un solo punto percentuale, secondo a'cuni studi, equivale ad un risparmio per la
collettivit di circa 51 milioni di euro r'anno.
Dr. Antonio Sammartino
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