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PROFILO E RUOLO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO

a cura di Enrica Maria Bianchi, Viviana Rossi, Barbara Urdanch

È un Dirigente Scolastico (DS) ancora più responsabilizzato quello che emerge dalla
legge 107/2015, meglio conosciuta come “Buona Scuola”: un ruolo strategico,
rafforzato sia nelle sue funzioni di gestione direzionale, organizzativa e di
coordinamento, sia nel suo ruolo di decisore dell’utilizzo delle risorse umane,
finanziarie, strumentali, nella sua istituzione scolastica. Un ruolo che non svolge da
solo, ma con gli altri componenti della comunità scolastica (il Collegio dei docenti, il
Consiglio d’Istituto, con al suo interno rappresentanti di docenti, genitori e, per le
scuole superiori, studenti), e che trova il suo momento più importante nella
definizione ed attuazione del POF (piano dell’offerta formativa), ora piano triennale,
PTOF (ex art 1 comma 14, Legge 107/2015).

Per quel che riguarda la gestione e la direzione della scuola, il Dirigente


scolastico è certamente la figura di maggior autorità. Le sue competenze, in Italia,
sono regolate dall’art. 25 del D.L.vo 165/2001 (che deriva dai precedenti D.L. n. 59/97/
art.21 e n. 59/98), che delinea il passaggio dal ruolo direttivo al ruolo dirigenziale,
indicando profili, ruoli e funzioni della nuova figura del dirigente: “ referente unico”
per l’esercizio delle funzioni pubbliche affidategli e per il perseguimento “della
flessibilità, della diversificazione, dell’efficienza ed efficacia del servizio scolastico”.
Le trasformazioni che hanno investito recentemente l’organizzazione della pubblica
amministrazione in Italia, hanno determinato una “decentralizzazione” verticale che
ha avvicinato l’amministrazione ai cittadini, richiedendo però nuove forme di
dirigenza che si traducono in nuovi ruoli, nuove funzioni, nuove competenze
richieste anche ai Dirigenti scolastici.

In Italia, fino all’anno 2001, la figura del Capo d'Istituto era differenziata nei ruoli di
Preside, preposto a dirigere scuole secondarie di primo o secondo grado, e di
Direttore didattico, posto al vertice delle scuole primarie. A seguito della legge
sull'Autonomia Scolastica ( L. n.59/97) e dell'attribuzione della qualifica dirigenziale
(art. 25 del D.L.vo 165/2001), le due figure sono state unificate in quella unica di
Dirigente Scolastico. Oggi, il Dirigente Scolastico, inquadrato nella dirigenza dello
stato (Area V della Dirigenza), è il "responsabile della gestione delle risorse
finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio” (Decreto legislativo n.165/01). Egli

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risponde della complessa gestione della scuola: dagli aspetti strettamente
pedagogico/ didattici, che si sostanziano nelle scelte educative manifestate nella
predisposizione del PTOF, agli aspetti amministrativi, a quelli inerenti la
comunicazione, i rapporti con il territorio e gli enti locali; dagli aspetti organizzativi,
all’utilizzazione e al coordinamento delle risorse umane della scuola.

Molti sono, dunque, gli impegni richiesti al Dirigente scolastico:

- dirigere e coordinare le risorse umane organizzando le varie attività scolastiche


secondo criteri di efficacia ed efficienza;
- elaborare il POF, Piano dell’offerta formativa d’Istituto (ora triennale, PTOF),
sentito il Collegio dei docenti e il Consiglio d’istituto, nonché i principali attori
economici, sociali e culturali del territorio;
- individuare, all’inizio di ogni anno scolastico, i docenti da destinare all’organico
funzionale della Istituzione scolastica di riferimento;
- individuare fino a tre docenti tra quelli di ruolo che lo coadiuvano
nell’organizzazione dell’istituzione;
- proporre gli incarichi di docenza per la copertura dei posti assegnati
all’Istituzione scolastica;
- essere responsabile delle scelte didattiche, formative e della valorizzazione
delle risorse umane e del merito dei docenti;
- garantire che siano individuati percorsi formativi e iniziative per permettere a
tutti gli alunni/studenti di raggiungere il successo formativo;
- ridurre il numero di alunni e studenti per classe, nell’ambito della dotazione
organica assegnata e delle risorse, anche logistiche, disponibili;
- individuare le imprese e gli enti pubblici e privati disponibili alla attivazione di
percorsi formativi individualizzati;
- stipulare apposite convenzioni anche finalizzate a favorire l’orientamento
scolastico e universitario dello studente;
- valutare il personale docente ed educativo in periodo di formazione e di prova,
sulla base di un’istruttoria del docente con funzioni di tutor;
- sentito il Consiglio di Istituto, assegnare annualmente la somma per la
valorizzazione del merito del personale docente, sulla base della valutazione
dell’attività didattica;

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- ricevere le domande per il riconoscimento dei servizi agli effetti della carriera
del personale scolastico.

Ricordiamo che allo Stato è affidato il compito di definire le linee generali del sistema
di istruzione, sia in merito agli obiettivi pedagogici che a quelli gestionali, mentre al
Dirigente scolastico spetta l’attivazione, l’orientamento, il coordinamento dei
processi nelle singole realtà, in base alle specifiche esigenze e ai bisogni dell’utenza e
del territorio. Egli diventa, pertanto, l’unico responsabile della gestione pedagogica,
didattica ed organizzativa dell’Istituzione Scolastica che gli viene affidata. Ed è
proprio per questo che ogni Dirigente dovrà attivarsi per promuovere
periodicamente interventi indirizzati ad assicurare il diritto di apprendimento di
tutti i suoi iscritti, la libertà di scelta educativa delle famiglie, la libertà di
insegnamento dei suoi docenti, ma anche formazione di qualità e collaborazioni
culturali, professionali, sociali ed economiche con il territorio. La funzione dirigente si
esplica essenzialmente all’interno del contesto scolastico; ma anche all’esterno con
tutti i soggetti che sono a vario titolo coinvolti nell’attività educativa: dalle famiglie,
alle istituzioni locali, alle altre agenzie formative che agiscono sugli allievi e
interagiscono con la scuola nei processi di apprendimento, … in quanto la scuola non
è più l’unica detentrice della formazione delle nuove generazioni. Una delle
caratteristiche fondamentali del Dirigente Scolastico sarà, perciò, quella di saper
intessere una serie di relazioni positive con interlocutori vari e di creare un buon
clima relazionale in tutti i contesti.

Nei rapporti istituzionali, i Dirigenti scolastici, come legali rappresentanti, sono


quindi i massimi responsabili della scuola e in quanto tali devono rispondere
periodicamente al Consiglio di Istituto, con una relazione scritta, della loro direzione
e del coordinamento dell’attività formativa e amministrativa. Inoltre, come datori di
lavoro e titolari delle relazioni sindacali, spetta a loro la gestione del personale e la
loro sicurezza, compresa naturalmente la sicurezza degli allievi.

In materia finanziaria, cioè nella gestione contabile dell’istituzione scolastica, il D.I


44/2001 prevede varie competenze per i Dirigenti scolastici. Alcune delle più
importanti sono:

- realizzare il programma annuale (PA)


- decidere le spese, con la possibilità di “ordinare la spesa eccedente il limite
massimo del 10% della dotazione ordinaria” e, per spese superiori a 2000

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euro, la facoltà di procedere alla scelta del contraente (previa comparazione
di almeno tre offerte diverse)
- inviare ai revisori dei conti
- affidare incarichi, deleghe e nomine…

Il Dirigente scolastico, in quanto manager, deve avere anche capacità relazionali e


motivazionali per attivare una leadership autorevole e diffusa, per riuscire a
promuovere tra tutti i componenti del suo staff un clima collaborativo e aggregante,
invitandoli ad aiutarlo a individuare e distribuire responsabilità nei diversi plessi. Non
dimentichiamo che, nell’epoca della globalizzazione e della interconnessione di
conoscenze, è fondamentale per un Dirigente scolastico riuscire a costruire un
rapporto dialettico e solidale con gli altri, cominciando dalle forme di aggregazione
che si possono sperimentare dentro l’istituzione scolastica, per poi ampliare
l’orizzonte fino ad abbracciare spazi sempre più ampi anche all’esterno.
La scuola è una realtà complessa e la sfida che ogni istituzione scolastica deve
fronteggiare è la tutela della propria utenza, cioè degli studenti, e proprio verso
questo obiettivo ogni Dirigente scolastico è tenuto a concentrare tutta la propria
attenzione.
Come si può facilmente capire, il ruolo del Dirigente Scolastico è estremamente
variegato e complesso, anche perché tutto il suo lavoro deve risultare trasparente,
verificabile, valutabile sia da parte degli organismi superiori che dall’utenza della
scuola.
Nella scuola italiana della riforma Renzi, infatti, l’intero percorso formativo è
sottoposto a forme di autovalutazione, valutazione esterna e di sistema, e al giudizio
degli stakeholder: ne è uno strumento valido il Rapporto di autovalutazione (RAV),
con cui prende corpo il Sistema Nazionale di Valutazione (SNV). Il RAV è un
documento che, da quest’anno, dopo aver individuato i punti di forza e di debolezza
del proprio servizio, ogni scuola ha compilato, scrivendo tutto ciò che è stato fatto e
le strategie metodologiche/didattiche/organizzative che intende promuovere per
rafforzare la propria azione educativa. Ed è il Dirigente Scolastico che deve assicurare
il rispetto delle responsabilità istituzionali, anche se in presenza dei numerosi
vincoli: risorse umane, finanziarie, procedure, procedure, regole amministrative…!
Oggi sono più attuali che mai le aree di azione presenti nel ruolo del Dirigente
scolastico, scritte già alcuni anni fa in una ricerca sui capi di istituto dal titolo “ I
dirigenti e l'autonomia delle scuole”, di Lorenzo Fischer e Marco Masuelli (Ed. Franco
Angeli, 1998).

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Il Dirigente scolastico deve essere:
- leader culturale: in quanto realizza in sintonia con i docenti e gli stakeholder
un progetto culturale da sviluppare
- leader strategico: in quanto impegnato in strategie di mediazione e
negoziazione con gli organi collegiali e gli enti esterni
- leader educativo: in quanto in grado di promuovere una comunità di
apprendimento
- leader ricettivo: in quanto percepisce i bisogni degli studenti, della comunità
locale e della società in cui opera.

Ricordiamo che il Dirigente scolastico è anche responsabile delle relazioni


sindacali: nel rispetto delle competenze degli organi collegiali scolastici, spettano a
lui autonomi poteri di direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse
umane e di quelle strumentali per il raggiungimento dei risultati previsti, sempre
secondo criteri di efficienza e di efficacia. L’espressione “raggiungimento del
risultato” significa sia il conseguimento dello scopo particolare indicato dalla
normativa vigente come finalità dell’attività amministrativa dell’ufficio, sia il pieno
rispetto da parte del dirigente della destinazione funzionale dei compiti da esso
esercitati.
Spetta al Dirigente scolastico:
• designare dei docenti di sua fiducia per lo svolgimento delegato di specifici
compiti (come il vicario) ed è coadiuvato dal Direttore dei servizi generali ed
amministrativi (DSGA) , preposto all’ufficio di segreteria;
• coordinare l’azione del Direttore amministrativo (DSGA) con specifiche
indicazioni e direttive di massima;
• esercitare potere disciplinare verso i discenti e verso il personale docente e
A.T.A.;
• partecipare in qualità di membro di diritto , al Consiglio di Istituto;
• convocare e presiedere il Collegio dei docenti ed i Consigli di classe.

Ogni giorno la scuola ha a che fare con molteplici esigenze: tutte prioritarie!
Dalle scuole in cattive condizioni edilizie fino alla barriere architettoniche che
impediscono l’accesso agli studenti portatori di handicap, dalla presenza di alunni con
disturbi e/o difficoltà di apprendimento all’integrazione degli alunni stranieri: queste
sono solo alcune delle difficoltà che dirigenti e insegnanti ogni giorno devono

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affrontare. Prescindendo dall’esigenza essenziale dell’incolumità fisica di alunni e
personale, dovuta allo stato dell’edilizia scolastica, e tenendo in considerazione i
mutamenti sociali cui stiamo assistendo, senza dubbio l’emergenza prioritaria è
quella dell’integrazione di alunni portatori di esigenze molto diverse, ma tutte degne
di grande attenzione. Culture e religioni diverse, studenti con disabilità e/o di
disturbi specifici di apprendimento, aumento delle difficoltà di apprendimento dovuto
al disagio sociale, …, configurano una gamma ampia di bisogni educativi speciali (BES)
sui quali sono quotidianamente impegnati dirigenti e docenti. La strategia migliore
per garantire il diritto allo studio per tutti è quella della conoscenza, della
condivisione e del dialogo. Dunque è importante che i dirigenti siano alla guida del
cambiamento e si attivino per arricchire le scuole di formazione adeguata, di
dotazioni tecnologiche, per aggiornare le competenze culturali, psicopedagogiche e
digitali dei docenti e porre così le condizioni adatte a creare situazioni di
apprendimento nelle quali tutti i bambini/ragazzi possano essere educati e formati,
sotto l’attenta guida di docenti sensibili e preparati.

Dirigente scolastico come garante del raggiungimento del successo formativo


di ogni alunno:: “Il dirigente scolastico promuove gli interventi per assicurare la qualità dei
processi formativi e la collaborazione delle risorse culturali, professionali, sociali ed
economiche del territorio, per l’esercizio della libertà di insegnamento, intesa anche come
libertà di ricerca e innovazione metodologica e didattica, per l’esercizio della libertà di scelta
educativa delle famiglie e per l’attuazione del diritto all’apprendimento da parte degli alunni.”
(D.lgs 165/2001)

Dirigente scolastico, come protagonista dell’INCLUSIONE, quindi!


Compito non semplice in questo momento storico in cui il processo di integrazione in
Italia si sta sempre più evolvendo verso un modello pluralistico, e non semplicemente
per un ampliamento delle attenzioni verso chi ne ha bisogno, ma soprattutto per
una prospettiva culturale diversa. I bisogni educativi speciali possono
essere differenti a seconda delle differenti difficoltà che li causano, ma sempre e
tutti richiedono alla scuola di saperli individuare per dare loro risposte pedagogico-
didattiche differenziate, individualizzate e personalizzate. Scuole e classi sempre
più eterogenee, dove l’inclusione riguarda tutti: “tutti uguali perché tutti diversi”!
I Dirigenti scolastici dovrebbero avere ben chiara questa prospettiva perché sia
forte e chiara anche nei propri docenti …. e non solo perché lo dice il legislatore!

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Compito non facile perché richiede impegno, formazione, ricerca, riflessività, … da
parte di tutti!

È Il Dirigente scolastico il garante sia della professionalità dei suoi docenti sia
dell’applicazione della normativa sia della relazione e collaborazione con famiglie e
territorio!
È del 1999 il DPR 275 “ Autonomia delle istituzioni scolastiche”, che recita: “Art. 4
Autonomia didattica. Le istituzioni scolastiche, nel rispetto della libertà di insegnamento, della
libertà di scelta educativa delle famiglie …. concretizzano gli obiettivi nazionali in percorsi
formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di
tutti gli alunni, riconoscono e valorizzano le diversità, promuovono le potenzialità di ciascuno
adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo.”

È il Dirigente scolastico che deve verificare che, nell'esercizio della propria


autonomia didattica, la sua scuola si impegni a regolare i tempi dell'insegnamento,
ad adottare tutte le forme di flessibilità necessarie, a dotarsi di strumenti di
osservazione adeguati per evidenziare soggetti a rischio di DSA o di altri BES, a
vigilare sui dati raccolti e aiutare ad interpretarli in modo obiettivo, ad attivare
percorsi didattici individualizzati e personalizzati, a dare risposte pedagogico-
didattiche differenziate, ad assicurare la realizzazione di iniziative di recupero e
sostegno, attraverso le risorse strumentali e umane di cui essa dispone e con
soluzioni organizzative di supporto … per essere una scuola attenta e inclusiva!

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