Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
In questi ultimi anni le definizioni di competenza si sono moltiplicate a dismisura, c’è però un punto
fermo da cui occorre partire che è contenuto nel Quadro delle Qualifiche e dei Titoli del 23 aprile
2008. In esso vengono distinte:
Questa definizione rimanda ad un costrutto complesso della competenza, intesa come punto
d’incontro tra i saperi del soggetto le sue abilità nell’usarli e la valorizzazione delle risorse interne
(interessi, volontà, attitudini ecc..). La competenza viene dunque ad essere il risultato di tre
dimensioni, interconnesse tra loro che sono: conoscere, saper fare e saper agire.
Dunque alla base di una corretta impostazione di una didattica per lo sviluppo delle competenze vi è
l’approccio costruttivista all’ apprendimento. Mario Castoldi presenta le caratteristiche di questo
paradigma, che sono: costruttivo, autoregolato, situato e collaborativo. Il processo d’
apprendimento viene inteso come ricostruzione di quanto il soggetto già sa, rielaborazione degli
schemi mentali e delle conoscenze pregresse. La condizione necessaria al fine di poter certificare le
competenze, è quello di promuovere contesti d’apprendimento in cui gli alunni possono acquisire e
sviluppare competenze. Questo può essere raggiunto solo con una sistematica formazione dei
docenti che dovranno ripensare il loro modo di intendere l’apprendimento e l’insegnamento e porre
al centro delle loro pratiche didattiche all’apprendimento. Si rende necessario, dunque, attuare un
cambiamento strutturale che modifichi i paradigmi di riferimento e l’agire didattico dei docenti.
I livelli di competenza
Il significato della competenza può essere riferito a tre livelli:
1. soggettivo: che riguarda la scoperta dei significati che l’alunno è in grado di sviluppare
quando fa esperienze di studio o di ricerca;
2. oggettivo: che inerisce alla “misurazione” delle padronanze possedute osservabili e
misurabili attraverso appositi moduli o protocolli di certificazione;
3. intersoggettivo: che interessa il sistema delle attese non solo degli operatori scolastici,
ma anche di coloro che lavorano in altri contesti(comunità locale e nazionale).
Nel primo ciclo d’istruzione l’istanza della competenza deve sollecitare i docenti a far scoprire agli
allievi il valore formativo del sapere e dunque a valorizzare quella componente soggettiva della
competenza cioè il valore che l’ alunno dà alle attività che compie in un determinato contesto.
Pertanto i campi d’esperienza e le discipline vanno concepiti come punti di vista sulla realtà che
servono per comprendere il mondo e ad intervenire su di esso per migliorarlo, utilizzando in
maniera interconnessa e ricorsiva il conoscere e l’agire, il testo e il contesto e il pensare e il fare. Gli
insegnanti sono allora chiamati, in base a questo cambio di paradigma, ad arricchire i loro
dispositivi metodologico-didattici, passando da una didattica trasmissiva a una didattica autentica.
Wiggins (1998) spostando l'attenzione sul principio di comprensione definisce le due caratteristiche
principali che rendono la valutazione “autentica” o “educativa”:
- la valutazione dovrebbe essere intenzionalmente progettata per insegnare (non solo misurare)
- la valutazione dovrebbe fornire a tutti gli studenti e ai loro insegnanti un ricco e utile feedback.
Le teorie dell'apprendimento autentico, del costruttivismo dimostrano che gli studenti comprendono
e assimilano in misura maggiore quando hanno a che fare con situazioni reali rispetto a quanto
devono apprendere in situazioni decontestualizzate.
Valutazione tradizionale
La scuola deve fare acquisire agli alunni il bagaglio di conoscenze e abilità stabilite nel
curriculo.
Gli alunni devono acquisire conoscenze e abilità.
I docenti devono verificare con prove oggettive se gli studenti sanno e valutare di
conseguenza. La conoscenza è costituita dal curriculo da cui si parte per somministrare gli
strumenti della valutazione
Valutazione autentica
La scuola deve costruire un curriculo per far maturare negli studenti le competenze
necessarie allo svolgimento di compiti reali.
Gli studenti devono sapere svolgere compiti significativi in contesti reali.
I docenti fissano le prestazioni che gli studenti dovranno effettuare per dimostrare le loro
capacità e su questa base si costruisce il curriculo, che diventa mezzo per lo sviluppo della
competenza richiesta per assolvere ad un compito.
La valutazione autentica implica:
- un apprendimento costruttivo e significativo da parte dell’ alunno
- l’autenticità dei compiti richiesti da affrontare utilizzando le conoscenze per comprendere e
far fronte a problemi in contesti reali;
- la partecipazione dello studente al processo valutativo(autovalutazione).
Le rubriche valutative sono degli strumenti di valutazione delle competenze, si presentano come
prospetti sintetici di descrizione di una competenza che permette di valutare le prestazioni attese. La
rubric, una volta individuato l’oggetto che si intende valutare (competenza), si compone di una
colonna nella quale vengono indicati gli elementi più importanti( le dimensioni della competenza,
non meno di 3 e non più di 7) ed una serie di livelli di valutazione che vengono sinteticamente
descritti ( 1=scarso, 2=medio, 3=buono e 4=eccellente). Per l’esempio guardare pag. 137 del libro.
Esse, infatti, permettono di valutare compiti e prestazioni di una certa complessità in quanto
selezionano gli elementi più importanti per valutare le prestazioni e forniscono agli alunni i criteri
di misurazione di tali elementi.
- A - avanzato: l’alunno svolge problemi e compiti complessi anche in situazioni non note,
mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e abilità.