Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
La razionalizzazione dell’insegnamento
Tipi di obiettivi
Obiettivi transdisciplinari
Nell'esposizione di obiettivi la maggior attenzione va al grado di specificità e al livello di
gerarchizzazione o generalità. Per il primo aspetto si distingue tra obiettivi educativi o
transdisciplinari (complesso degli interventi educativi) e gli obiettivi specifici (singole
discipline).Per il livello di generalizzazione distinguiamo gli obiettivi educativi in finalità e
obiettivi educativi, gli obiettivi specifici in obiettivi terminali o generali (tempi lunghi, di ordine
complesso), obiettivi intermedi (realizzati per giungere a quelli complessi) obiettivi
comportamentali (ulteriore specificazione). Le Finalità (transdisciplinari) sono le mete più
generali del processo educativo ed esprimono una filosofia dell’istruzione, l’orientamento di
un sistema di apprendimento. Nei programmi della scuola media (1979) e della scuola
elementare (1983) sono indicate le seguenti finalità:
Scuola elementare: formazione dell’uomo e del cittadino nel quadro dei principi
costituzionali, prima alfabetizzazione culturale, sviluppare capacità di pensiero critico e
riflessivo e potenziamento della creatività.
Scuola media: formazione dell’uomo e del cittadino nel quadro dei principi costituzionali,
acquisizione delle capacità logiche, scientifiche, operative, assimilazione di una immagine
chiara della realtà sociale, acquisire la propria identità, preparazione culturale di base.
Mentre gli obiettivi educativi sono apprendimenti da far conseguire congiuntamente
attraverso le varie discipline ed hanno natura più concretamente didattica. Sono la struttura
portante del curricolo. Vari studiosi hanno proposto modelli tassonomici (liste ordinate) di
obiettivi educativi, a cui gli insegnanti si possono ispirare ad esempio la tassonomia di Bloom
che si articola in tre gruppi gli obiettivi (cognitivi, affettivi, psicomotori) e per quanto attiene ai
primi distingue tra conoscenza (termini, simboli, fatti, metodi), comprensione (traduzione,
interpretazione), applicazione (uso produttivo delle acquisizioni), analisi (scomposizione in
elementi e individuazione delle relazioni), sintesi (organizzare le parti in tutto), valutazione
(emissione di giudizi fondati su criteri).
Gli obiettivi specifici indicano finalità molto generali caratteristiche di una particolare
disciplina. Esprimono, dunque, una determinata concezione educativa e culturale della
disciplina stessa, sono un orientamento per la materia e le sue potenzialità.
Le finalità proposte dai programmi della scuola dell’obbligo per quanto riguarda l’educazione
musicale sono:
Scuola elementare: formazione, attraverso l'ascolto e la produzione, di capacità di
percezione e comprensione della realtà acustica, dei diversi linguaggi sonori e dei loro
molteplici usi. Partecipazione attiva all’esperienza della musica.
Scuola media: capacità di recepire/ascoltare, di esprimersi e comunicare musicalmente.
Maturazione della sensibilità e del senso estetico. Educazione alla comprensione
partecipativa dei maggiori patrimoni della civiltà. Sviluppo delle capacità critiche.
Gli obiettivi generali o terminali sono relativi a apprendimenti ben definiti da promuovere ma
di carattere complesso. Essi abbracciano un intero corso (di solito annuale).
Per essere tradotto in operazioni didattiche l'obiettivo ha bisogno di essere articolato nelle
sue componenti più semplici. I requisiti degli obiettivi sono:
● Essere centrato sull'alunno, descrivendo dunque un risultato dell'apprendimento e
non un'attività dell'insegnante. (l'alunno deve sapere o saper fare).
● Essere adeguato all'alunno, alle sue capacità, ai prerequisiti, ai mezzi di cui dispone.
● Essere ben definito, non ambiguo occorre formulare con esattezza quello che ci si
aspetta.
● Essere configurato in termini di singole operazioni, riuscendo ad isolare un aspetto
per volta, insegnabilità e verificabilità.
● Essere osservabile e verificabile, deve essere riferibile a prestazioni concrete degli
alunni, dalla cui osservazione l'insegnante possa desumere che l'obiettivo è stato o
non è stato raggiunto.
Gli obiettivi generali soddisfano solo i primi tre requisiti e l'ultimo. Dunque c’è necessità di
specificare e articolare obiettivi più ampi definendo prima obiettivi intermedi e infine obiettivi
comportamentali. Quelli intermedi sono preliminari alla padronanza del più ampio obiettivo
terminale (possono esserne costituenti) si ricavano attraverso l'analisi che mira a
riconoscere operazioni e conoscenze che appare necessario padroneggiare per raggiungere
il possesso d'insieme della capacità più complessa. L'analisi di un obiettivo generale
genererà una lista di obiettivi intermedi. Sono obiettivi abbastanza determinati in quanto
indicano conoscenze o attività operazionali precise. L'obiettivo intermedio indica
comportamenti e performances ben definiti e osservabili che dimostrano il raggiungimento
dell'obiettivo. Invece gli obiettivi comportamentali devono essere visti come un mezzo pratico
per evidenziare il raggiungimento dei veri obiettivi educativi. L’elaborazione tecnica degli
obiettivi dipende naturalmente da scelte culturali e quadri teorici che costituiscono il
fondamento giustificativo di ogni di ogni progettazione curricolare. E’ opportuno distinguere
due ambiti formativi: quello caratterizzato da obiettivi rivolti verso la padronanza di contenuti
culturali e di specifiche abilità strumentali e quello che riguarda lo sviluppo più generale
dell'allievo. Il primo ambito si presterà ad una elaborazione precisa e puntuale degli obiettivi
mentre nel secondo ambito si potranno dare solo indicazioni di obiettivi abbastanza ampi. In
entrambi gli ambiti gli obiettivi e le abilità devono essere calibrati sulle effettive potenzialità
degli alunni e sul loro livello di maturazione, così da risultare educativamente pertinenti.
Nella definizione degli obiettivi della disciplina le variabili che entrano in gioco sono: la
struttura della disciplina, i bisogni dell’individuo e le sue caratteristiche psicologiche,
l’ambiente in cui si opera e la logica che caratterizza il curricolo nel suo insieme.
La competenza musicale
La competenza secondo definizione di Noam Chomsky è un complesso di abilità e di regole
interiorizzate che ci spiegano come l'individuo sia capace di capire e di produrre
enunciazioni linguistiche infinitamente diverse, oltre che di emettere giudizi sulla
grammaticalità o non grammaticalità delle frasi. La competenza si distingue dall'esecuzione.
Importante in questa distinzione ciò che il soggetto fa e ciò che gli permette di farlo per la
sua “attrezzatura interiore”. Le implicazioni educative sono notevoli: non solo appaiono
inadeguate le concezioni nozionistiche e trasmissive dell'insegnamento ma appaiono
insufficiente anche le impostazioni didattiche centrate pressoché esclusivamente sulle
attività, così da perdere di vista il fatto che le attività sono soltanto il canale esecutivo
attraverso il quale dobbiamo far acquisire l'attrezzatura e i procedimenti. E' il possesso di
questi ultimi che pone il soggetto in grado di affrontare le diverse situazioni. Gli obiettivi
perciò devono essere formulati in termini di capacità e non di esperienza. Le critiche mosse
nei confronti del concetto Chomskiano di competenza sono due: la prima che a competenza
di cui parla Chomsky è una competenza ideale che prescinde dai reali fattori di
condizionamento. La competenza del parlante ideale finisce col non corrispondere a
nessuna competenza effettiva, configurandosi come un modello del tutto astratto. La
seconda che Chomsky colloca solo alcuni aspetti del sapere linguistico trascurando le
dimensioni pragmatiche e testuali che sono fondamentali per le capacità linguistiche. Da
queste osservazioni va emergendo una concezione di competenze che risulta essere più
estesa, si prospetta non più come unica e universale ma differenziata in più tipi e livelli. Il
concetto riveduto di competenza abbraccia un insieme più vasto e articolato di capacità e
conoscenza, quanto alla differenziazione non appare più possibile concepire solo un modello
valido di competenza ma si deve pensare invece a più modelli ognuno dei quali può essere
valido in un determinato ambito. Stefani, identifica la competenza musicale come un sapere,
un saper fare e un saper comunicare: capacità di produzione di senso mediante e/o intorno
alla musica. L'educazione musicale deve fornire quel tipo di competenza che è funzionale al
soddisfacimento dei bisogni personali e sociali di soggetti per i quali la musica non è una
dimensione di realizzazione tecnico-specialistica, ma una delle componenti della cultura
globale.
Gli obiettivi didattici generali secondo i programmi ministeriali per la scuola elementare e
scuola media per quanto riguarda l'educazione musicale sono:
Scuola elementare
1. Percezione della realtà sonora nel suo complesso
2. Comprensione dei linguaggi sonori e dei processi musicali
3. Produzione e uso dei diversi linguaggi sonori
4. Simbolizzazione grafica di suoni e fenomeni acustici
Scuola media
1. Sviluppo delle capacità di percezione dei suoni
2. Osservazione e analisi dei fenomeni acustici
3. Conoscenza degli strumenti e della voce
4. Sviluppo del senso ritmico
5. Uso consapevole della notazione musicale
6. Comprensione delle opere musicali
7. Capacità di eseguire, con voce o strumenti, modelli musicali
8. Capacità di dar forma a semplici idee musicali
La competenza, dunque, consiste nel possesso dell'insieme di attrezzature necessarie a
realizzare le fondamentali operazioni culturali con e intorno alla musica, in corrispondenza ai
bisogni riscontrati. Gli obiettivi terminali consistono perciò in tipi complessi di operazioni che
implicano al proprio interno interi sistemi di capacità/conoscenze.
Gli obiettivi sono la componente principale del curricolo, essi individuano gli scopi in funzione
dei quali vengono mobilitate le risorse, i materiali e le strategie necessarie a rendere il
curricolo operativo. Oltre agli obiettivi le componenti fondamentali del curricolo sono:
contenuti, metodi, mezzi, attività e verifiche.
I contenuti
Nicholls per non confondere i contenuti con gli obiettivi, afferma potrebbero essere definiti
come le conoscenze, le capacità, gli atteggiamenti e i valori da apprendere. Ma distinguere i
contenuti dagli obiettivi non è così semplice. In quanto i contenuti sono impliciti negli
obiettivi, ma non coincidono con essi. Nell’ obiettivo abbiamo due costituenti centrali: il primo
è un costituente di testa, che indica la natura e la qualità dell’obiettivo stesso, mentre il
secondo è un costituente complementare, che indica l’oggetto o ambito di applicazione delle
capacità. Per effettuare una selezione dei contenuti secondo Nicholls è necessario attenersi
a quattro criteri:
1. Validità: i contenuti devono essere autentici, aggiornati scientificamente e
solidamente fondati.
2. Significatività: i contenuti devono essere importanti nell’economia della disciplina.
3. Interesse: i contenuti devono essere in grado di interessare gli alunni.
4. Possibilità di apprendimenti: i contenuti devono essere adeguati alle capacità degli
alunni.
Il pedagogista De Bartolomeis propone ulteriori criteri tra i quali quello di utilità di un
contenuto per la partecipazione alla cultura di una determinata organizzazione sociale.
Si possono dunque proporre, in linea di massima le seguenti aree di contenuto per
l’educazione musicale. Per quanto riguarda i contenuti strutturali, si metteranno a fuoco le
strutture-chiave relative a: morfologia, ritmo, timbro e dinamica, sintassi melodico-intervallare
e armonica, testualità, sistematica, pragmatica. Non andranno trascurate le conoscenze, di
tipo dinamico-operativo, relative a strumenti e mezzi per fare musica. Infine, si possono
prevedere conoscenze di storia e antropologia musicale. Per quanto riguarda i contenuti
materiali si farà riferimento a due ambiti essenziali: quello dei suoni e dei messaggi sonori
dell’ambiente privi di una intenzionalità musicale; quello della comunicazione musicale,
comprensiva dei diversi lin e musicale, comprensiva dei diversi linguaggi, generi e testi
specifici.
Il repertorio musicale
Per quanto riguarda il repertorio musicale tre sono le osservazioni fatte da Maurizio della
Casa:
I metodi
Le unità didattiche
Prove oggettive
Le prove oggettive comportano che tutti i soggetti esaminati eseguono lo stesso compito. La
valutazione dei risultati avviene tramite una tecnica precisa. Queste sono strutturate in vari
elementi (o quesiti):
● Vero/falso
● Scelta multipla
● Corrispondenza o associazioni
● Completamento
● Risposta breve (o saggio breve)
In quest’ultimo, a differenza dei quesiti precedenti che sono a risposta chiusa, la risposta
viene elaborata per estesa quindi si parla di quesiti aperti. La prova oggettiva è un mezzo di
accertamento opportuno di cui servirsi soprattutto per le prove di tipo formativo. Un problema
tecnico di queste prove oggettive (o test formativo) è quello del punteggio. Gattullo propone i
seguenti criteri ai quali riferirsi:
● Prove di tipo Vero/falso: 1 punto per ogni risposta esatta; un punto in meno per ogni
risposta errata; 0 per l’astensione.
● Scelte multiple: 2, 3 o 4 punti (rispettivamente se le alternative sono 3, 4 o 5) per ogni
risposta esatta; 1 punto in meno per ogni risposta errata; 0 punti per ogni astensione
● Corrispondenze e completamenti: 1 punto per ogni completamento o corrispondenza
parziale esatti; 0 per l’astensione.
● Saggi brevi: da un massimo di 6-8 punti a un minimo di 0, a seconda che le risposte
siano più o meno complete e precise.
Sommando i punteggi parziali si otterrà un punteggio grezzo totale. Confrontandolo con il
punteggio massimo ottenibile si avrà una indicazione già sufficientemente significativa del
grado di raggiungimento degli obiettivi proposti. Questi test formativi sono inadeguati a
verificare capacità di ordine più complesso. Per le quali si deve ricorrere ad altri tipi di prove
che presentano un minor grado di oggettività.
Per l’educazione musicale, vanno tenuti presenti soprattutto gli strumenti seguenti:
● Il saggio scritto: è un elabora in cui l’alunno sviluppa un argomento assegnato.
Questo tipo di prova è utile per accertare la capacità dell’alunno di sintetizzare-
organizzare un quadro di conoscenze.
● Il questionario: la prova consiste a rispondere ad una serie di domande predisposte
per iscritto dall’insegnante. Questa prova è in grado di coprire tutte le esperienze di
apprendimento, a parte quelle di tipo creativo ed esecutivo (costruire pezzi musicale,
suonare o cantare).
● Il problema musicale: è un tipo di prova particolare, specifica della musica ma affine
alle prove di discipline come la matematica. Si propone un problema che l’alunno
deve risolvere per mezzo del linguaggio musicale.
Altre prove alle quali si può ricorrere sono la relazione e con le dovute attenzioni
l’interrogazione orale.
Griglie per l’analisi degli elaborati
Due griglie per l’analisi degli elaborati sono: la prima è relativa ai saggi
descrittivi/interpretativi di brani musicali, la seconda invece è relativa alle produzioni creative
dei ragazzi.
Griglia per la valutazione di un saggio descrittivo/interpretativo
1. Analisi-osservazione
- ampiezza
- accuratezza, qualità
- relazione/integrazione fra le osservazioni
2. Elaborazione interpretativa
- ampiezza
- fondatezza
- coerenza
- originalità
3. Lessico e apparato informativo
-appropriatezza della terminologia musicale
-utilizzazione significativa di conoscenze/informazioni precedentemente acquisite (o fornite
nella circostanza)
4. Efficacia comunicativa e espositiva
-chiarezza e correttezza di linguaggio
-uso di schemi, grafi, esempi musicali
-organizzazione delle parti
6. Schematizzazione-realizzazione
-qualità, efficacia della progettazione grafica (convenzionale o non convenzionale)
-qualità-efficacia della realizzazione esecutiva
In alcuni casi sarà necessario valutare anche il comportamento sociale, il modo di agire e di
organizzarsi, il modo in cui viene eseguito il compito. In questi casi si ricorrerà
all’osservazione, come avviene quando i ragazzi lavorano in gruppo. Per la valutazione del
lavoro di gruppo può essere utile una griglia come la seguente:
-Coordinazione
-Applicazione al compito
-Equilibrio dei ruoli
-Centrazione sul problema
-Metodo e pianificazione del lavoro
-Uso dei mezzi-strumenti
Prove d’ingresso