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INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE

Al livello pedagogico, l'idea dell'individualizzazione costituisce un criterio-regolativo


generale dell'educazione: un principio formativo che esige attenzione alle differenze della
persona nella pluralità delle sue dimensioni individuali (cognitive e affettive) e sociali
(l'ambiente famigliare e il contesto socio-culturale). Si tratta di adottare un requisito che
ogni azione formativa deve soddisfare:l'essere stata concepita in funzione delle
caratteristiche dell'alunno. L'individualizzazione si configura, dunque, come una modalità
ordinaria di differenziazione della didattica rompendo il monolite della lezione frontale e
della gestione corale della classe. Essa non va confusa con l'insieme delle tecniche e dei
programmi per il recupero compensativo e non si configura solamente in termini di
gradualità dei contenuti di insegnamento.
Al livello didattico l'idea dell'individualizzazione indica invece l'adattamento
dell'insegnamento alle caratteristiche individuali dei discenti, attraverso precise e concrete
modalità d'insegnamento. La didattica individualizzata consiste nelle attività di recupero
individuale che può svolgere l'alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire
specifiche competenze, anche nell'ambito di delle strategie compensative e del metodo di
studio. Tali attività individualizzate possono essere realizzate nelle fasi di lavoro individuale
in classe o in momenti ad esse dedicati.
L' "individualizzazione" in senso stretto si riferisce alle strategie didattiche che mirano ad
assicurare a tutti gli studenti il raggiungimento delle competenze fondamentali del
curricolo, attraverso una diversificazione dei percorsi di insegnamento. a
"personalizzazione" indica invece le strategie didattiche finalizzate a garantire ad ogni
studente una propria forma di eccellenza cognitiva, attraverso possibilità elettive di
coltivare le proprie potenzialità intellettive.
In altre parole, l'individualizzazione ha lo scopo di far sì che certi traguardi siano raggiunti
da tutti, la personalizzazione è finalizzata a far sì che ognuno sviluppi propri personali
talenti;nella prima gli obiettivi sono comuni per tutti,nella seconda l'obiettivo è diverso per
ciascuno. La didattica personalizzata si sostanzia attraverso l'impiego di una varietà di
metodologie e strategie didattiche, tali da promuovere le potenzialità e il successo
formativo di ogni alunno: l'uso di mediatori didattici (schemi, mappe concettuali, ecc.),
l'attenzione agli stili d'apprendimento, la calibrazione degli interventi sulla base dei livelli
raggiunti, nell'ottica di promuovere un apprendimento significativo (Ausubel).
Le Indicazioni del 2012 riconoscono una grande rilevanza ai processi di
individualizzazione e personalizzazione dell'insegnamento-apprendimento considerandoli
fondamentali sia per la riduzione dei casi di insuccesso scolastico, sia per la promozione
dei talenti e delle eccellenze di ciascun alunno. Alla base dell'individualizzazione vi è la
differenziazione didattica che è concretamente declinata attraverso:
– lavoro in gruppi di alunni della stessa classe;
– lavoro per gruppi di alunni per interclasse;
– attività di aiuto individuale e di peer tutoring;
– laboratori creativi;
– attività di apprendimento in rete;
– presentare gli stessi contenuti con modalità e linguaggi differenti, ponendo
attenzione agli stili cognitivi e agli stili d'apprendimento;
– porre attenzione all'uso degli spazi (es. angolo lettura, angolo riposo...)
– favorire l'autovalutazione e dare feedback costanti e costruttivi (es. con i post-it).
La personalizzazione e l'individualizzazione dei percorsi di studio devono trovare una
giusta collocazione nel Ptof. Secondo Gardner per individualizzare i processi di
insegnamento – apprendimento è necessario:
• elaborare dei profili intellettuali degli allievi per calibrare il curricolo sui punti di forza
e sulle aree di debolezza di ciascuno;
• bilanciare la “mente scolastica” ossia evitare di privilegiare solamente le forme di
intelligenza linguistica e logico-matematica, attribuendo importanza a tutti i diversi
tipi di intelligenza.
• Proporre l'uso dei piani di studio liberi, creando un contesto educativo ricco e
potenziato.

Dario Ianes propone l'utilizzo delle “didattiche di cerniera”, in grado di connettere risorse
distribuite e di metterle in dialogo. Esse:
– lavorano sul potenziale d'apprendimento, anziché sul livello attuale di sviluppo
– mirano a potenziare le relazioni interpersonali nell'apprendimento
– facilitano gli usi integrati della conoscenza e i transfer dell'apprendimento
– fanno riferimento alla quotidianità vissuta dal bambino.

Anche la prospettiva delineata da Vigotskij propone un punto di vista stimolante


suggerendo le condizioni affinchè un intervento didattico sia efficace:
• la discrepanza ottimale dei compiti proposti, che devono presentare un giusto livello
di difficoltà.
• Le forme di collaborazione con cui un adulto o un pari esperto allegerisce il carico
cognitivo di un compito complesso.
• La valutazione secondo un orientamento dinamico.

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