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CAPITOLO 9 : LA SFIDA DELL’INCLUSIONE

Abbiamo avuto modo di mettere in evidenza il cambiamento nel paradigma della didattica,
passando dal focus sull’insegnamento a quello sull’apprendimento, ponendo l’alunno al
centro. Questo implica un ripensamento dei curricoli, dando importanza alle competenze
oltre al sapere.

Le Indicazioni Nazionali del 2012 enfatizzano la centralità dell’alunno e la necessità di una


didattica promozionale. Si critica la selezione rigida nella scuola, favorendo invece un
approccio che consideri la diversità degli studenti e valorizzi le loro peculiarità,
promuovendo un insegnamento personalizzato. La bocciatura viene criticata come modalità
esplicita di selezione, favorendo invece un approccio che metta l’alunno al centro,
considerando le sue inclinazioni personali.

9.1 Dalla selezione all’integrazione


Le Indicazioni Nazionali del 2012 sottolineano l’importanza di focalizzarsi sull’attenzione
individuale degli studenti. Tuttavia, ciò indica che il principio della centralità della persona
che apprende, ribadito più di mezzo secolo dopo la Lettera di Barbiana, non è ancora
ampiamente praticato.

Nonostante ciò, la legge 517/77 rappresenta un passo significativo verso l’integrazione


scolastica, riflettendo un cambiamento nella coscienza sociale. Questa legge promuove un
approccio inclusivo, sottolineando la necessità di trasformare la cultura pedagogica e le
pratiche didattiche. Introduce una visione nuova della scuola, in cui la programmazione,
l’organizzazione e la didattica sono ripensate per rispondere alle esigenze individuali degli
studenti, andando oltre il contesto della disabilità.

9.2 Dall’integrazione all’inclusione


Negli anni 90’, la scuola italiana si è trovata di fronte ad una nuova sfida, simile a quella
degli anni 70’ con gli alunni disabili: l’inserimento degli studenti “stranieri”. Questi ragazzi,
provenienti da diverse culture, hanno richiesto un approccio simile a quello dell’integrazione
degli alunni con disabilità.

La scuola ha a rontato di coltà organizzative e didattiche, ma l’esperienza maturata con


l’integrazione ha contribuito a creare una cultura dell’accoglienza. La prospettiva
interculturale è stata promossa dal Ministero dell’Istruzione nel 2007, sottolineando
l’importanza di accogliere gli studenti senza discriminazioni e considerando la diversità
come un paradigma identitario scolastico.

Questo ampliamento dell’attenzione ha portato al concetto di “Bisogni Educativi Speciali”


(BES), segnando il passaggio dall’integrazione all’inclusione, che si estende a tutte le
situazioni di di coltà, non solo alla disabilità. La scuola inclusiva è chiamata a rispondere in
modo di erenziato, individualizzato e personalizzato, mantenendo nel contempo la
normalità dell’organizzazione scolastica.

9.3 La scuola comunità professionale e educativa


La legge 517/77 ha riconosciuto il principio che la scuola debba essere accogliente e non
selettiva, andando oltre le esigenze specifiche degli alunni disabili. Questa prospettiva di

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accoglienza riguarda tutti gli studenti, soprattutto quelli in situazioni di cili. La scuola
accogliente assume i tratti di una comunità educante, promuovendo relazioni conviviali e
condivisione di valori.

La diversità presente nelle classi, non solo con gli alunni disabili ma anche con varie
situazioni personali e culturali, richiede una buona qualità della relazione educativa e
didattica.

Il concetto di “comunità professionale” emerge come punto di incontro tra le culture


funzionalistica e comunitaria, integrando valori di cura, relazionalità, competenza, e cienza
e e cacia. La scuola inclusiva necessita di un ambiente di apprendimento inclusivo, dove le
relazioni tra il personale siano collaborative e ci sia coerenza tra principi ispiratori, regole e
pratiche organizzative e didattiche.

9.4 Una speciale didattica normale


La scuola ha la responsabilità di creare un ambiente di apprendimento adatto alle diverse
origini etniche, culturali e alle varie situazioni degli studenti. Le preoccupazioni degli
insegnanti riguardano problemi di apprendimento, disturbi di comportamento e attenzione,
anche senza diagnosi u ciale. La qualità delle relazioni interpersonali e un ambiente
organizzativo accogliente influiscono sull’apprendimento, consentendo agli studenti di
dedicare il tempo necessario senza eccessiva pressione.

La diversità richiede strategie adeguate, ma l’attenzione alla dimensione sociale della classe
è fondamentale. La didattica speciale e generale si fondono nella varietà delle esigenze
degli studenti. La collaborazione e le modalità di lavoro di gruppo sono risorse significative.

La piena integrazione degli studenti con disabilità si basa sulla percezione di essere parte
del gruppo classe e richiede una riflessione sull’ambiente di apprendimento e sull’abbandono
di programmi rigidi. La formazione degli insegnanti è cruciale per a rontare sfide e o rire
opportunità didattiche straordinarie.

La diversità è un fattore di miglioramento della didattica, anche se non sempre si ottiene il


successo, e l’importante è fare tutto il possibile in risposta alle esigenze degli studenti.

9.5 Una bussola per orientare l’azione didattica


Per una didattica inclusiva è essenziale una bussola con i seguenti punti cardinali:

NORD : individualizzare gli obiettivi


● la personalizzazione degli obiettivi permette agli studenti di sperimentare il successo
scolastico, migliorando la motivazione e l’autostima
SUD : personalizzare l’apprendimento
● considera gli stili e i modi di apprendimento individuali, riconoscendo la pluralità
delle “intelligenze”. L’attenzione si focalizza sulle modalità con cui gli studenti
rappresentano la realtà.

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EST : promuovere l’apprendimento collaborativo
● la scuola inclusiva promuove valori comunitari e il coinvolgimento degli studenti in
attività collaborative. Il confronto e la negoziazione nel gruppo contribuiscono allo
sviluppo di un pensiero più ricco.
OVEST : riflessività
● il testo non fornisce dettagli specifici sulla riflessività, ma potrebbe suggerire
l’importanza di riflettere sull’e cacia delle pratiche e sull’esperienza di
apprendimento.

Questi punti mirano a rendere la didattica più adattabile alle esigenze individuali,
coinvolgendo gli studenti in modo collaborativo per migliorare le prestazioni e la
comprensione.

Il cooperative learning è una strategia che ha molte analogie con il tutoring. Si tratta di una
modalità di apprendimento basata sull’interazione che avviene all’interno di un gruppo di
allievi che collaborano in vista di un fine comune. Vi sono molte versione, ma in tutte
ritroviamo i seguenti principi:
1. interdipendenza positiva
2. leadership distribuita
3. responsabilità individuale e di gruppo
4. interazione faccia a faccia
5. partecipazione convinta ed equa
6. apprendimento e utilizzo delle abilità sociali
7. composizione del gruppo eterogenea
8. valutazione

9.5.4 Favorire la riflessione sull’apprendimento


Il processo di apprendimento si arricchisce quando gli studenti riflettono criticamente sul
loro comportamento e sviluppano consapevolezza delle strategie di apprendimento. La
collaborazione con gli altri o re uno specchio per la riflessione, consentendo agli studenti di
confrontare le proprie azioni con quelle dei compagni.

La metariflessione, stimolata attraverso questionari o domande, può avvenire sia durante la


revisione di un’attività che prima dell’esecuzione di un compito. E’ utile che gli studenti
imparino a comprendere e gestire le proprie emozioni, favorendo l’empatia e la
consapevolezza di sé.

L’insegnante può promuovere la metacognizione attraverso 4 livelli che coprono conoscenze


generali sul funzionamento cognitivo, autoconsapevolezza e la comprensione delle variabili
psicologiche di mediazione, come l’autostima e la motivazione.

9.6 La risposta
L’inclusione nella scuola non riguarda solo le persone con disabilità, ma è una dimensione
essenziale per la qualità complessiva dell’istruzione. A rontare la sfida dell’inclusione
migliora la competenza didattica di tutti, poiché mette al centro l’attenzione sulla diversità di
ogni persona, riconoscendo la sua unicità. L’idea è che la scuola inclusiva veda ogni

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individuo come unico e, allo stesso tempo, riconosca il bisogno di interazioni e connessioni
con gli altri per favorire la crescita e l’apprendimento.

L’inclusione è presentata come un approccio che va oltre i dualismi tradizionali, come quello
tra mente e corpo, emozioni e ragione, proponendo una visione più olistica dell’educazione.
La conclusione a erma che la scuola inclusiva è la risposta ad una prospettiva che
abbraccia la diversità e riconosce la globalità della persona.

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