Sei sulla pagina 1di 18

Monica Elena Mincu

A CIASCUNO LA SUA SCUOLA

INTRODUZIONE
L’indagine del fenomeno educativo in diversi contesti culturali permette di cogliere gli
intrecci tra globale e locale (tutto ciò lo possiamo cogliere attraverso gli studi di
educazione comparata).
Disponiamo già di molti studi che indagano l’ipotesi di una convergenza globale del
fenomeno educativo —> si tratta di politiche educative che “viaggiano globalmente” e
cioè processi di globalizzazione non sono “immaginata”, ma anche processi di
globalizzazione reale —> questo è ad esempio il caso della personalizzazione.
Per comprendere questi cambiamenti in corso occorre valutare l’impatto delle politiche
globali “in viaggio”, perfino in contesti culturalmente lontani e periferici rispetto a quelli
“centrali” che solitamente generano i trend globali.
Politiche viaggianti —> sistemi di saperi e pensiero che riflettono una logica comune
sottostante le ristrutturazioni degli stati e dell’educazione.

Due prospettive:
- Scuola di Stanford, interessati agli esiti di omologazione, ai processi di
standardizzazione e omogeneità.
- Scuola di Berlino, l’analisi degli effetti di diversificazione e appropriazione del locale
delle politiche che viaggiano globalmente più significativi e quindi costituiscono un
oggetto d’indagine più appropriato.

Principio della PERSONALIZZAZIONE —> è un criterio orientativo per le politiche


scolastiche di svariati Paesi (specie di cultura anglosassone). È una parola dai significati
non sempre univoci, ma vi è sempre l’idea della centralità del soggetto che apprende.

Scopo del volume —> documentare in che modo viene concepita la personalizzazione,
tra passato e presente, in diversi contesti.
Due interpretazioni:
- personalizzazione come politica scolastica/educativa (non come teoria pedagogica)
- personalizzazione sia come politica educativa che paradigma teorico di tipo educativo
—> questa è ritenuta l’interpretazione più efficace per poter cambiare le realtà
scolastiche di oggi. È un’idea piuttosto omogenea su scala globale e si basa sulla
rielaborazione di strategie pre-esistenti.
La personalizzazione, più che una teoria, è una linea di tendenza, un’idea regolativa che
rilancia un antico principio pedagogico e cioè la centralità del soggetto che apprende.

Personalizzazione come riarticolazione di temi pedagogici —> numerosi studiosi


ripongono grand fiducia nel ruolo che la personalizzazione potrebbe giocare in futuro, per
superare il modello della scuola della “misura unica per tutti”.
La personalizzazione va intesa come un modo particolare di ricomporre temi riformistici e
approcci già presenti e diffusi, semplicemente da rileggere in una nuova ottica. Essa
esprimerebbe e sintetizzerebbe molte idee della cultura psico-pedagogica
contemporanea —> rivaluta i temi dell’apprendimento centrato sullo studente, del
coinvolgimento dello comunità locali nelle attività educative, dell’apprendimento lungo
tutta la vita, ma anche nuova visione del docente aperto alla differenziazione, alla
collegialità e alla collaborazione con partner educativo dentro e fuori dalla scuola.

La personalizzazione rappresenterebbe il fil rouge pedagogico per reimportare la scuola


del futuro sfidata dalle nuove tecnologie, dal confronto con culture diverse e dalle
aspettative del mercato.
La personalizzazione è ormai una realtà tangibile nelle scuole inglesi, è importante
definirla con chiarezza per poter disporre di strategie di insegnamento e di apprendimento
più efficaci del passato e in grado di apportare concreti miglioramenti ai risultati
scolastici.

Fondamenti e dimensioni della personalizzazione —> la necessità è quella di superare la


scuola tradizionale; la concezione burocratica di scuola andrebbe superata nella direzione
di un’organizzazione scolastica che rispecchi “ideali artigianali” e per la quali ci
“vorrebbero insegnanti personalizzati e ristretti gruppi di lavoro”. Occorre pensare ad
un’organizzazione altamente flessibile, capace di superare la rigidità portata dal sistema
tradizionale, dei compiti degli insegnanti incentrati sulla lezioni frontali —> Gardner ha
osservato che la “scuola uniforme (cioè quella tradizionale)” presuppone una visione
unidimensionale dell’intelligenza, posta alla base dell’uniformità curricolare e soprattutto
nell’unidimensionalità della valutazione.
Il passaggio più delicato nell’attuazione delle pratiche di personalizzazione riguarda la
promozione dell’eccellenza nell’insegnamento, senza tuttavia penalizzare la dimensione
dell’equità e delle giustizie educative e la formazione di insegnanti capaci di svolgere il
proprio ruolo in maniera flessibile e riflessivo.
La personalizzazione presuppone il compiersi di tre diverse componenti o dimensioni tra
loro strettamente connesse:
- insegnamento/apprendimento all’insegna della co-costruzione del sapere;
- apprendimento e insegnamento centrate sullo studente;
- collaborazione dentro e oltre la scuola: collaborazione all’interno della scuola, cultura
della collegialità, legami con l’esterno (famiglia, enti locali,..).

La nozione di personalizzazione è stata interpretata in tre diverse realtà ed è diventata


per loro un principio orientativo in funzione del rinnovamento scolastico.

1. Le politiche inglesi
Spesso ambiguità tra personalizzazione e concetto più generico di “apprendimento
centrato sullo studente” oppure individualizzazione.
Secondo Campbell la concezione riduttiva di “individualizzazione dei servizi” avrebbe
fatto passare in secondo piano le componenti più profonde:
- offrire servizi in una dimensione umana
- mettere al centro la persona (sia nella scelta che nell’uso dei servizi)
- utenti co-ideatori e co-produttore dei servizi
- favorire l’auto-organizzazione del lavoro individuale fornendo aiuto e consulenza.

La personalizzazione non è solo un miglioramento dei servizi offerti, ma va intesa come


modalità di apprendimento in cui i soggetti/utenti diventano ideatori e padroni del
servizio scolastico.
Le politiche educative della Gran Bretagna promuovo la centralità del soggetto e la sua
capacità d’azione (agency).
Esse sono basate su presupposti fondati:
- le politiche inglesi fanno riferimento alla teoria delle “intelligenze multiple” di Gardner;
partire dagli interessi e dai bisogni dei bambini è il modo più adatto per individuare il
loro stile di apprendimento e quindi realizzare un tipo di apprendimento personalizzato.
- la personalizzazione non riguarda solo l’apprendimento, ma anche l’insegnamento;
- con la personalizzazione si vuole favorire l’equità e la giustizia sociale
- infine la personalizzazione crea senso di comunità, quindi è utile come prassi per
promuovere la socializzazione.

Dai documenti inglesi emerge quindi una concezione di personalizzazione basata su 5


elementi-chiave:
1. Valutazione in vista dell’ulteriore apprendimento (feedback)
2. Strategie efficaci di apprendimento e insegnamento
3. Scelta curricolare (non solo un curricolo)
4. Organizzazione scolastica
5. Partnership significative oltre la scuola

Una delle critiche rivolte alla personalizzazione è che ne giovino solamente gli alunni
provenienti dalle famiglie più agite e ricche sul piano culturale —> la soluzione proposta
da Leadbeater è che non è la personalizzazione ha creare ingiustizie sociali, ma bensì la
distribuzione delle risorse. Secondo gli studiosi britannici è possibile perseguire
l’eccellenza insieme all’equità e alla giustizia sociale.

—> si tratta di costruire la scolarizzazione attorno ai bisogni dei singoli alunni, plasmare
l’apprendimento in relazione allo stile e ai modi in cui i giovani apprendono. Ciò implica
che il talento di ciascun ragazzo venga sostenuto e incoraggiato.

2. Le politiche americane
Per Brint le scuole americane (soprattutto le secondarie) sono burocratiche e impersonali,
anonime e irrilevanti —> questa organizzazione porterebbe a sviluppare negli studenti un
forte senso di alienazione e la mancanza di impegno.
Per contrastare ciò sarebbe necessario che i docenti conoscessero bene i propri alunni
per potere insegnare loro bene ciò che gli entusiasma.
Negli Usa si discute di personalizzazione dagli anni ’90, uno dei documenti di politica
scolastica a questo riguardo è il Breaking Ranks —> documento che offre un’ottantina di
raccomandazioni e indicazione pratiche per trasformare le scuole statunitensi.

In America il termine personalizzazione indica un ambiente di apprendimento idoneo


perchè gli studenti abbiano la possibilità di essere attori principali del processo di
conoscenza. Gli adulti avrebbero il compiti di fornire sostegno e orientamento affinché gli
studenti possano esplorare le varie opzioni. Tutto ciò è possibile sono nelle scuole che
non superino i 600 studenti di modo che il clima generale resti permeato da un senso di
comunità e di appartenenza.

Il modello di personalizzazione che emerge si basa su alcune componenti:


• personalizzare l’ambiente di apprendimento
• creare scuole-comunità di dimensioni ridotte (max 600 alunni)
• costruire e sostenere relazioni e interazioni significative
• creare un clima positivo
• sviluppare una leadership (dirigenza) efficiente

Anche in un recente rapporto del 2004 emerge il ruolo cruciale assegnato all’ambiente di
apprendimento —> un ambiente ben strutturato permette di instaurare relazioni
significative, relazioni di supporto e sostegno che servono per identificare precocemente
disagi e problematiche.
Secondo Clarke gli sforzi per trasformare le scuole nell’ottica della personalizzazione si
devono basare su questi principi:
- riconoscimento —> ciascuno viene valorizzato in quanto portatore di una propria
individualità e personalità. La personalizzazione dipende in larga misura dalla possibilità
di essere riconosciuti;
- accettazione —> apprendimento personalizzato presuppone la piena accettazione nella
comunità scolastica;
- fiducia —> apprendimento personalizzato offre diverse opportunità in cui gli studenti
possano sentirsi coinvolti e poter così orientare la propria vita;
- rispetto —> nell’apprendimento personalizzato ciascuno viene rispettato per le proprie
opinioni e scelte
- scopo —> l’apprendimento personalizzato propone compiti che riprendono i problemi
reali e le sfide del mondo (compiti autentici di realtà)
- conferma —> l’apprendimento personalizzato sostiene le acquisizioni personali sullo
sfondo di standard ampi della comunità di apprendimento.

Il modello statunitense della personalizzazione risulta chiaramente centrato sulla qualità


delle relazioni personali e sulla capacità della scuola di organizzarsi come comunità. Le
relazioni positive sono poste come base affinché vi sia un clima positivo in classe
favorevole all’apprendimento significativo.

Nel rapporto “A Call to Action” sono raccolte indicazioni per la pratica della
personalizzazione:
- scuole di piccole dimensioni
- programmi rigorosi che superino gli standard e che siano rilevanti per la vita reale
- lavorare sulla formazione dei docenti, affinché sia capaci di identificare i bisogni e
fornire supporto adeguato agli alunni
- team docenti per garantire la continuità del lavoro
- piani personali di apprendimento per ciascun studente
- collaborazione a diversi livelli di scuole (primarie-secondarie-oltre)
- tutor per ciascun alunno che instaura rapporti con la famiglia
- coinvolgere gli studenti nelle decisioni che riguardano l’apprendimento
La cura per la persona dell’alunno è ritenuto un fattore fondamentale per il suo successo
scolastico e sociale.

3. Le politiche australiane
Anche le politiche della personalizzazione australiane sostengono che l’insegnamento più
efficace sia quello centrato sullo studente. L’apprendimento risulta più efficace se il
curricolo tiene conto dell’ambiente di provenienza e degli interessi dello studente e se le
prassi di insegnamento sono flessibili e adatte ai bisogni individuali.

La personalizzazione australiana si basa su questi principi pedagogici:


• considerare le esperienza pregresse degli studenti nella definizione del curricolo
• attenzione alla differenze individuali (stili di apprendimento, interessi,…)
• pieno controllo del proprio apprendimento (stategie di meta-cognizione)
• compiti che permettono di sviluppare il problem solving
• più importanza alla comprensione del compito, piuttosto che il risultato
• esercitazioni per lo sviluppo della cooperazione, comunicazione e negoziazione

Le esperienze australiane offrono dati e indicatori utili per progettare azioni educative
all’insegna della personalizzazione; esse sono così raggruppate da Cole:
- conoscenze relative al funzionamento della mente umana, apprendimento per problemi
e basato sulla scoperta individuale —> tutto ciò per sviluppare il problem solving e la
capacità di prendere decisioni in situazioni autentiche e reali.
- nuovo modello di professionalità docente, docente allenatore per un apprendimento
attivo e auto-gestito dall’alunno.
- azioni didattica all’insegna del costruttivismo: se il curricolo è rilevante per gli studenti,
questi apprenderanno più motivati e costruiranno da soli il loro sapere. No valutazione
con test formalizzati, ma valutazioni quotidiane nel contesto reale.
- l’apprendimento autentico avviene nel contesto della comunità e della vita reale.
Dopo aver esaminato questi tre casi, risulta chiaro che tale impostazione scolastica
richiede una complessa riorganizzazione e trasformazione dell’istituzione scolastica
tradizionale.

Presentazione del volume


Il volume si divide in due parti:
- prima parte dedicata alla comprensione della personalizzazione attraverso una pluralità
di impostazioni teoriche
- seconda parte contributi delle politiche della personalizzazione in corso in Inghilterra,
Francia, Romania e Giappone

Dal testo emerge che la personalizzazione poggia su 3 principato prospettive


pedagogiche:
1. valorizzazione della co-costruzione del sapere
2. apprendimento e insegnamento organizzati in modo diverso rispetto alle didattiche
tradizioni
3. socializzazione come collaborazione dentro e oltre la scuola tra studenti, docenti,
genitori.

MICHAEL FULLAN
BREAKTHROUGH: Una strategia per il miglioramento dell’apprendimento

Breakthrought —> “grande progresso”, “trasformazione radicale”.


Tale concetto è nato dall’incontro di due iniziative:
- Hill e Creola hanno sperimentato una strategia di alfabetizzazione dei bambini in un
distretto cattolico di Melbourne (Australia)
- Progetto di “alfabetizzazione collaborativa” nelle scuole pubbliche di Toronto (Canada)

La strategia del cambiamento ha avuto in comune alcuni elementi:


- lavoro in equipè guidati da un preside leader
- speciale programma di formazione per i docenti volto ad implementare le stategie di
letto-scrittura e calcolo.
- lavoro collegiale degli insegnati insieme ai consulenti distrettuali
- interventi precoci e focalizzati sui bisogni individuali degli alunni
- continuità tra scuole di vario grado
- condivisione delle risorse e strategie didattiche
- collaborazione con le famiglie

Tali strategie producono un miglioramento della qualità dell’insegnamento e del


rendimento scolastico degli alunni.
Metaforicamente il “breakthtough” si connette all’apprendimento personalizzato basto
sull’analisi dei bisogni di ciascun alunno con precise stategie di insegnamento/
apprendimento che derivano da una formazione professionale continua.
L’obiettivo del breakthtough è “il miglioramento del rendimento scolastico e la riduzione
delle differenze per tutti i gruppi e i singoli studenti”.

Migliorare il rendimento dei singoli alunni con le 3 P —> il focus della ricerca di Fullan,
Hill e Crevola è rappresentato dalla classe e dal rendimento scolastico di ogni alunno. Si è
cercato di realizzare un cambiamento profondo di mentalità e di gestione della classe, in
modo che ciò agisse sul rendimento scolastico (nello specifico in riferimento
all’apprendimento della lingua e del calcolo).
Il modello proposto, detto TRILPA P, implica 3 componenti:
- personalizzazione (la P meno sviluppata nella prassi pedagogica attuale)
- precisione: saper intercettare i bisogni degli studenti per sostenere la motivazione
anche attraverso la valutazione in vista di ulteriore apprendimento (importanza del
feedback)
- apprendimento professionale: formazione dei docenti che non avviene sulla base di
prescrizioni esterne, ma che nasce nell’aula. I docenti apprendo anche in classe —>
importantissima la dimensione collegiale

La prima P —> personalizzazione


La personalizzazione dell’educazione va intesa come strategie che ambisce a mettere lo
studente al centro e lo porta ad agire in base ai bisogni e alle motivazioni di ciascuno.
Due aspetti della personalizzazione vanno considerati:
- la motivazione ad apprendere
- gli atteggiamenti relazionali
Questi due aspetti si manifestano in stretta interdipendenza, gli studenti non compiono
apprendimenti significativi se questi non corrispondono ai loro interessi-bisogni. Inoltre le
esperienze di apprendimento significativo e quindi stimolanti possono aumentare il livello
di motivazione.
Gli insegnanti devono saper individuare il punto di partenza di ciascun alunno affinché si
possa avviare il processo di apprendimento.
La personalizzazione è una strategia che riguarda il singolo individuo, ma la sua natura è
relazionale, cioè riguarda la realtà che si crea tra docente, alunno, famiglia.
Può essere considerato un fenomeno tanto individuale quanto collettivo.
Per la visione del breakthtough, ogni scuola pubblica e ogni docente dovrebbero essere
competenti in materia di apprendimento personalizzato, mettendo così ogni studente al
centro dell’apprendimento.
La prima sfida per una scuola basata sulla personalizzazione è quella di trasformare
un’idea in una prassi quotidiana —> il rischio infatti è che si verifichi l’esatto contrario, la
scuola perpetua la produzione di massa, secondo la modalità della “misura unica per
tutti”, oppure insegnamento guidato da un ipotetico alunno medio secondo gli standard.
Si sa che se si lavora in questa direzione, gli unici che beneficiano sono coloro che si
trovano già in una posizione di vantaggio sociale e economico.

La seconda P —> precisione


Essere precisi implica il fatto di svolgere i compiti in modo corretto. Qui intendiamo la
precisone al servizio della personalizzazione, cioè nell’individualizzazione dei bisogni dei
singoli alunni.
In relazione a ciò, ha grande importanza la valutazione in vista dell’ulteriore
apprendimento (assessment for learning) mediante l’uso di dati (feedback) che
forniscono mezzi per migliore e implementare l’apprendimento.
Le scuole di oggi dovrebbero poter utilizzare la valutazione in maniera creativa, così da
poterla associare alla personalizzazione e alla sviluppo professionale continuo.

Sadler ha fornito, nel 1989, risposte in relazione a due problemi:


- la mancanza di una teoria del feedback e della valutazione formativa
- l’osservazione che nonostante gli insegnanti forniscano agli alunni informazioni circa la
qualità del lavoro svolto, non vi è necessariamente miglioramento.
La soluzione proposta riguarda il modo in cui le valutazioni possono essere impiegate al
fine di aumentare le competenze degli studenti, contrastando l’apprendimento per prove
ed errori.
Il feedback è efficace e va considerato come tale solo quando viene utilizzato per colmare
il deficit di apprendimento.
Il discente per utilizzare il feedback deve:
• conoscere il livello di riferimento (lo standard) che deve raggiungere
• comparare il suo livello attuale con lo standard
• attivare azioni specifiche per colmare il divario, la distanza tra livello e attuale e livello di
riferimento.
Gli standard (gli obiettivi) devono essere resi noti agli alunni, ciò comporta che il docente
abbia chiare le aspettative nei loro confronti (spesso questa aspettativa resta tacita nella
mente dell’insegnante).
Il feedback, come strategia efficace per il miglioramento della prassi educativa, si è
attestato solo negli ultimi tempi. L’utilizzo dei feedback non è importante solo per gli
studenti, ma anche per gli insegnanti, in modo che, in relazione a questi, possano definire
gli obiettivi specifici delle lezioni successive.

La terza P —> apprendimento professionale (professional learning)


Breakthrough presuppone il continuo apprendimento di tutti gli insegnanti, non possiamo
parlare di personalizzazione e precisione se non ci sono docenti che quotidianamente
apprendono individualmente e collegialmente.
Spesso i programmi di formazione sono molto vari, ma rimangono legati alle sole teorie,
non hanno ricadute nelle prassi, nell’attività quotidiana in classe.
Il miglior modo di lavorare dovrebbe avvenire all’interno delle aule e delle scuole verso
l’esterno. Il potenziamento professionale dei docenti funziona solo quando avviene nelle
scuole e ha alla base il lavoro quotidiano del singolo insegnante. L’apprendimento
professionale che avviene in “contesto” è l’unico in grado di cambiare l’istruzione
scolastica —> apprendere a fare la cosa giusta nel contesto in cui si lavora.
Le comunità di apprendimento professionale possono contribuire in modo sostanziale a
modificare le condizioni delle scuole —> affinché ciò funzioni occorre partire dalla classe,
facendo riferimento alla precisione (bisogni e interesse degli alunni) e all’apprendimento di
alunni e docenti in situazione, nel loro contesto.

CHRIS WATKINS
L’apprendimento personalizzato in classe

La personalizzazione rappresenta una vera sfida quando si tratta di realizzarla in classe.


Per attuarla è necessario trasformare radicalmente il contesto dell’aula scolastica, così
come sono organizzate oggi le classi è possibile soltanto una personalizzazione debole.

La classe come contesto —> la classe è una realtà unica e irripetibile.


Molto spesso la classe è considerata come un teatro o una chiesa, gli insegnanti che si
immaginano così le classi sono favorevoli alle lezioni frontali, si aspettano di essere
ascoltati in virtù del loro ruolo e credono che il lavoro lavoro sia quello di trasmettere
contenuti.
È possibile immaginare la classe anche in modo diverso —> classe “ufficio”, situazione
quotidiana in cui ognuno conosce il proprio ruolo, le proprie relazioni e gli obiettivi da
raggiungere. Altri hanno proposto l’immagine del “ristorante”, esaltando il ruolo
dell’insegnante che offre un’ampia scelta ai propri alunni.

Le classi sono ambienti complessi e sono realtà sociali molto delicate; i docenti si trovano
coinvolti in centinaia di interazioni ogni giorno. La classe inoltre è uno spazio pubblico, le
valutazioni vengono rese pubbliche molto spesso.
Nonostante l’unicità e la complessità della classe, gli eventi sono gestiti spesso con
modalità molto omogenee e con gli stessi tempi per tutti e da sempre. Tra le modalità
ancora in uso oggi ne troviamo una che risale al 3000 a.C —> ciclo IRV (iniziazione
dell’insegnante, risposta dello studente, valutazione). Tale approccio d’insegnamento si
basa una visione del sapere come ben definito e una relazione insegnante allievo
caratterizzata da una notevole differenza di potere.

La classe è spesso vista come una realtà immutabile di fronte ai cambiamenti, si può
dedurre che le classi sono ovunque gestite in modo da ridurre la loro complessità —> si
tratta di una questione sociale: la vita della classe è consolidata da un ampio sistema di
forza, che incide sulle concezioni degli insegnanti circa le questioni importanti su cui
concentrare il proprio lavoro.
Il modo per gestire una realtà complessa come quella della classe dipenda dalla
creazione di routine —> tale approccio meccanicistico ha il suo apice nel 19° secolo.
Questa pratica (insieme a fattori storici come l’industrializzazione) ha promosso
l’educazione di massa centrata sul messaggio “un unica misura per tutti”.
In molti paesi i governi tendono a governare il processo di insegnamento fin nei più
piccoli dettagli, decidendo sia le macro che le micro politiche d’insegnamento —> in
queste condizioni si promuove al 100% la standardizzazione dell’offerta.

Il concetto di personalizzazione non è recente, è stato teorizzato negli anni ’70 e in quel
tempo era inteso come un modello di istruzione “diverso” da quello tradizionale.
Nel Regno Unito la personalizzazione è stata introdotta come una “grande idea”
riguardante i servizi pubblici, è stata introdotta per superare gli approcci burocratici
ispirati alle logiche di mercato.
Parlare di personalizzazione non è facile, è un concetto molto generico, molto usato nel
parlare comune, c’è quindi il rischio che venga attribuito ad esso un significato erroneo.

Cosa intendono gli insegnanti per personalizzazione?


Se le scuole vogliano riacquistare un ruolo centrale nella vita sociale, devono combattere
il fenomeno della de-personalizzazione della scolarizzazione di massa —> cioè un
modello di scuola uguale e omogenea per tutti.
La personalizzazione si svolge mediante approcci attivi e collaborativi, mettendo al
centro il discente, inoltre anche la motivazione svolge un ruolo centrale.

Watkins sostiene che alcuni studiosi invece che occuparsi di personalizzazione studiano:
1) l’insegnamento —> scarso interesse per l’apprendimento, ci si concentra troppo
spesso sull’insegnamento. Tratti tipici dell’apprendimento vengono confusi con
l’insegnamento.
2) le performance —> il rendimento o performance non sono sinonimi di apprendimento,
anche se esso può produrle. Le finalità della scuola sono spesso appiattite sui
risultati, le performance appunto, che si ottengono.
3) il lavoro o compito scolastico —> si chiede ai ragazzi di lavoro e di essere centrati sul
compito, ma non si tiene in considerazione la qualità dell’apprendimento o l’impegno
che ci hanno messo.

Ulteriore rischio di quando si usa il termine personalizzazione è il fraintendimento, infatti la


maggior parte delle persone lo interpreta come:
- sinonimo di individualizzato
- lo associazione al web, all’apprendimento online
- fanno riferimento alla realtà della classe in modo superficiale e casuale

Personalizzazione = individualizzazione?
No, non sono la stessa cosa, individualizzare può essere un primo passo per poi arrivare
alla personalizzazione.
Occorre spostarsi da uno scenario basato sulla regola “una misura unica per tutti”, ad
uno scenario basato sul principio “una misura per ciascuno”. Ancora meglio la una misura
unica per tutti dovrebbe tradursi in molte misure in uno solo —> ciò consentirebbe una
molteplicità di interpretazioni e promuoverebbe interdipendenze. In tal modo si
garantirebbe una risposta adeguata ai problemi odierni.

La classe è il contesto chiave


Dalle ricerche sulla scuola efficace emerge un dato importante, il funzionamento e
l'organizzazione delle classi hanno un impatto molto forte sulle performance degli alunni.
L'effetto classe è molto più importante dell'effetto scuola Nello spiegare il progresso
individuale degli alunni.
I due fattori più importanti sono la direzione della classe e i processi meta-cognitivi;
un'altra ricerca mette in luce che le convinzioni degli studenti circa le loro qualità e le
qualità degli altri associate ai processi meta-cognitivi, siano i veri pilastri
dell’apprendimento. L'effetto classe è il più rilevante fattore dell'apprendimento per la
semplice ragione che il più vicino allo studente.

Tre versioni di personalizzazione come apprendimento nella classe


1) l'insegnamento individualizzato nella classe: “su misura” al servizio
dell’individuo —> I progetti di personalizzazione riguardano il modo in cui è possibile
distribuire le conoscenze, con modalità specifiche adatte ad un determinato individuo.
È impossibile trovare un sistema che consenta di insegnare in modo individualizzato
in una classe di 30 alunni.
L’obiettivo va spostato dall'insegnante alle risorse per l'apprendimento o l'uso delle
tecnologie: un esempio è il sistema d'istruzione personalizzato (PSI) che prevede di
seguire il ritmo di apprendimento dell’alunno in modo da consentirgli di apprendere ad
una velocità a lui consona fornendo materiali da utilizzare in autonomia—> prevede
quindi l’auto-istruzione con materiali predisposti dal docente. L’uso del PSI È ritenuto
scarsamente efficace, i rendimenti e la soddisfazione generale sono analoghi alle
scuole tradizionali. L’accento resta posto sulla valutazione, approccio procedurale “io
ti mostro poi fai tu e ti valuto”. Con questo sistema il soggetto (discente) è solo
fruitore, non è attivo —> apprendimento come semplice trasmissione e scarsa
autonomia lasciata agli allievi. La persona individuo viene trattata come un fruitore di
un programma per lui, ma pre-stabilito a priori.
Tale visione di apprendimento personalizzato è molto debole e riconducibile ad un
insegnamento individualizzato.
2) La classe della ricerca personalizzata —> la persona agisce come interprete attivo
del mondo e l’apprendimento è visto come un processo di costruzione attiva dei
processi di comprensione. I processi di personalizzazione posso riguardare
l’adattamento al curricolo alle domande dello studente, fornire sostegno nel
pianificare l’apprendimento, promuovere la possibilità che il discente riveda il
processo d’apprendimento compiuto.
Gli alunni possono esercitarsi nell’operare delle scelte che influiranno sui contenuti,
sulle modalità e le motivazione del loro apprendimento.
Quando agli allievi viene data la possibilità di autodeterminazione si verificano:
- incremento motivazione intrinseca
- maggiore coinvolgimento
- migliore rendimento
- forte orientamento verso l'apprendimento
- si riducono i comportamenti negativi
Se tale possibilità non viene data, gli studenti sono meno propensi ad assumersi
compiti difficili, il problem solving è meno efficace, si aspettano valutazioni esterne.
Possiamo definire intermedia questa visione di personalizzazione, è in grado di
trasformare la realtà del contesto classe, di ristabilire il differenziale di potere tra
insegnanti e docenti e di promuovere una visione del sapere come aperto e
attivamente costruito. Questa versione della personalizzazione porta a un
apprendimento più efficace e a un miglioramento del rendimento.
3) La classe come comunità personalizzata —> in questa versione la persona appare
come elemento centrale all’interno di una rete di relazioni, l’apprendimento è sociale,
cioè realizzato da persone che diventano comunità (ognuno di loro è quello che
desidera essere). La dimensione personale coincide con quella sociale, la persona è
intesa come un insieme di interazioni con gli altri.
L’ apprendimento è basato sul sapere collettivo, chiesa quando produce sapere
individuale. Interpretazione, interazione e interdipendenza sono alla base di questa
prospettiva.
In una classe come comunità personalizzata:
- ci si conosce l’un l’altro, si raccontano le proprie storie (senso di appartenenza)
- obiettivi comuni, interrogativi per promuovere l’apprendimento
- analizzare il modo in cui la comunità apprende, discorsi sulla meta-cognizione
- riflettere sulla classe che vorremmo essere
- sviluppare un buon clima di fiducia per aiutarsi a vicenda, comunicare con le altre
comunità.
Lavorando in questo modo gli alunni diventano più attivi, imparano con lavorare,
fanno squadra, non sono semplici passeggeri.
Quando le classi operano comunità che apprendono:
- gli alunni si sentono parte di un’unità più grande
- vengono valorizzati i diversi contributi
- gli studenti si aiutano vicendevolmente
- si verifica un’impegno produttivo, orientato all'apprendimento
- gli studenti sono in grado di mostrare i loro saperi
- apprendere insieme agli altri acquista senso.
Questa versione di personalizzazione modifica la percezione della classe, opera una
trasformazione —> la classe riesce a coinvolgere tutti i partecipanti, il sapere viene
visto come un’impresa collettiva, la diversità è concepita come una risorsa.
Questa versione di personalizzazione assicura migliora performance e una maggiore
coesione ed equità.
Gestire l’apprendimento personalizzato nella classe
Il cambiamento dello scenario nelle nostre classi dipende principalmente dai docenti,
delle loro competenze professionali e da come si vedono nel futuro.
Oggi non è più necessario un insegnante bravo a fare lezione, ma un insegnante capace
di creare una comunità di apprendimento. È compito del docente crea l'ambiente giusto,
aiutare discendenti e collaborare nell’apprendimento.
L’insegnante diventa quindi una guida al fianco del discente (non più un saggio sul
piedistallo), si passa dalla valutazione delle performance all'apprendimento autentico
volto al miglioramento personale.

Personalizzare le scuole? Le scole come comunità


Alcune scuole operano già nella dimensione della comunità —> le scuole che lavorano in
quest’ottica migliorano il rendimento dei propri alunni, si vive come in una famiglia ci si
prende cura gli uni degli altri. Inoltre vi è maggiore motivazione all’apprendimento,
maggiore piacere nello stare a scuola, minore assenteismo.
Quando il senso di appartenenza degli alunni la propria scuola è alto, il loro
comportamento registra bassi livelli di devianza.

L’apprendimento personalizzato lancia una sfida alla routine scolastiche; lavorare con le
pratiche personalizzate richiede impegno e sforzo, questo è sicuramente un motivo per
cui molti insegnanti si ritirano e preferiscono restare nella tradizione.
Dobbiamo sostenere una visione significativa della persona (una che ci piacerebbe
applicare a noi stessi) e dell’apprendimento (che si potrebbe applicare al migliore dei
nostri apprendimenti) —> tali ingredienti rendono la personalizzazione della classe in
grado di produrre un reale cambiamento.

RUTH DEAKIN CRICK


Personalizzare per valorizzare il sè personale

Questo capitolo si basa su una pedagogia dal basso che parte dall’esperienza e
dall’osservazione del mondo, che genera narrazioni e ricostruisce saperi utili a soddisfare
l’indagine personale.
Emerge come dimensione fondamentale la soggettività critica —> implica il
coinvolgimento personale con il proprio apprendimento e con il mondo.
Il senso del sè, l’identità dell’allievo, le sue attitudine e predisposizioni rappresentano il
perno più importante da tenere in conto.

Nuovo curricolo —> prevalentemente incentrato sulle competenze, intese come abilità di
comprendere e agire, piuttosto che su una semplice serie di discipline.
Inoltre sono state individuate 5 competenze chiave: ad apprendere, ad essere cittadini a
relazionarsi con gli altri, a gestire situazioni e informazioni.
Oltre alla valutazione delle qualità personali, una questione centrale è stata identificata
nella possibilità di stimolare il cambiamento. Il feedback è finalizzato a sostenere
ciascuno studente a comprendere il modo in cui apprende e come può diventare
responsabile per proprio apprendimento.

7 dimensioni della capacità ad apprendere:


- cambiare e apprendere (una persona che apprende cambia nel tempo)
- curiosità critica (desiderio di andare in profondità delle cose)
- creare significato (cerare connessioni e capire come l’apprendimento conta per me)
- creatività (divertirsi, essere immaginativi e intuitivi)
- interdipendenza (apprendere da e con gli altri)
- consapevolezza strategica (essere consapevoli dei propri pensieri, emozioni, azioni per
gestire i propri apprendimenti)
- resilienza (perseverare la propria capacità di apprendimento nel tempo)
Ognuna di queste dimensioni comprende a sua volta valori, attitudini e disposizioni.

Paradigma partecipativo —> si affida al sapere esperienziale come sapere precedente


alla nostra capacità di costruire i concetti, conoscenza generata dall’esperienza.
La conoscenza esperienziale riguarda l’incontro con l’esperienza come dimensione della
consapevolezza:
- il sapere come presentazione simbolica emerge dalla conoscenza di tipo esperienziale
ed è racchiuso in forma simbolico come i grafici, le forme artistiche, musicali, ecc.
- il sapere come preposizionale implica la conoscenza in termini concettuali, medianti
processi che includono abilità come la descrizione e l’argomentazione;
- il sapere pratico conoscere come compiere una determinata azione, dimostrando una
specifica abilità, competenza.

Contesto e ragioni per una politica della personalizzazione


Documenti di politica scolastica esprimono il chiaro intento di mettere al centro
l’esperienza del soggetto che fruisce del servizio.
Il concetto di SCELTA risulta fondamentale, le scuole vengono viste come dotate della
libertà e della flessibilità necessarie per impartire un'educazione su misura e E sulla base
del principio di scelta —> rafforzamento dell'educazione alla cittadinanza, c'è bisogno di
formazione di cittadini attivi, ovvero cittadini in grado di comprendere, partecipare
democraticamente nella comunità.
Il rischio che corriamo oggi è il distacco dal sapere costruito in modo personale, I giovani
acquisiscono sapere mediato dalle tecnologie, gran parte delle nostre esperienze di vita si
svolgono attraverso esperienze virtuali in un mondo digitalizzato.
Meno tempo dedichiamo a elaborare un senso personale delle cose, meno saremo tentati
a mantenere il contatto con il mondo in cui viviamo —> perderemo sempre di più il senso
di quale sia il nostro posto nel mondo.
Sopravvivere nella società della conoscenza richiede non solo informazioni, ma anche
saper fare —> I giovani si trovano spesso ad essere semplici ricettori passivi, o
consumatori, piuttosto che soggetti con un senso di fiducia di responsabilità nel proprio
apprendimento.
Non è più possibile considerare gli studenti di oggi come meri depositare del sapere,
eppure il curricolo delle scuole continua ad essere incentrato sui contenuti e sulle
discipline. Ogni studente dovrebbe disporre di un equipaggiamento multi-valente per
poter vivere nel mondo odierno.
La personalizzazione ha senso se riguarda la persona che apprende —> la sfida
pedagogica odierna consiste nella capacità degli alunni di trovare una modalità unica
personalizzata di accostare il curricolo scolastico, in modo che la loro identità ne risulti
rafforzata.

Apprendimento con un viaggio di ricerca e di crescita personale


Nonostante vengano individuati più di 42 modelli di ragionamento e apprendimento, sono
ricorrenti alcuni elementi stabili:
- l'ambito dell’apprendimento
- Il contenuto dell’apprendimento
- I processi di apprendimento (tipologie di pensiero, complessità e qualità, aspetti
psicologici,…)
L'idea di sviluppo viene presentata metaforicamente come un viaggio —> la persona che
possiede il proprio sè, che ha identità solida e un'intenzionalità precisa, è guidata da un
obiettivo, dal desiderio di raggiungere un risultato.
Quando pensiamo all'apprendimento con un viaggio, si possono prevedere quattro tappe:
1) la prima è il self che apprende
2) La seconda è data dalle qualità, valori, attitudini e disposizioni all’apprendimento
3) La terza e l'acquisizione di conoscenze, abilità e significati, apprezzati e valutati in
modo condiviso
4) La quarta consiste nell'acquisizione di competenze, per diventare un cittadino
competente
Le prime due tappe sono personali e uniche, sono attinenti alla sfera personale —> I
valori, le attitudini, le disposizioni rappresentano una condizione necessaria ma non
sufficiente all’apprendimento. La terza e la quarta trattano invece il sapere e la
competenza sotto il profilo pubblico.
Il viaggio parte dal desiderio, e che funziona in base all'attivazione di disposizioni, valori e
attitudini, per approdare all'acquisizione di conoscenze e abilità che delineano uno
studente competente nello spazio pubblico.

La ricerca genealogica. L'apprendimento “dal basso”


Nella pratica personalizzata l’alunno parte della propria esperienza e dei suoi interessi.
Partendo da una scelta compiuta dal soggetto su base esperienziale e quindi
profondamente personale, ci si avvicina di una complessa sequenza di capacità di
apprendimento che rappresentano il curricolo formale. L'allievo è guidato in tale viaggio
da un mentore che fornisce supporto, orientamenti e risorse.
Fasi di un percorso personalizzato:
1) scegliere - decidere (un oggetto di interesse) —> lo studente sceglie un argomento a
lui caro. È importante che l'oggetto prescelto si presti ad essere studiato e che desti
interesse all’alunno, al fine di garantire il suo impegno.
2) Osservare - descrivere (senso di responsabilità personale) —> il soggetto osserva e
descrive l'oggetto prescelto, si stimola il senso di responsabilità personale. Ci si
aspetta che l'alunno sviluppi la curiosità critica, necessaria per un apprendimento
indipendente.
3) Chiedersi - interrogarsi (curiosità critica —> porsi domande) —> si sollevano
semplici domande aperte, il processo di ricerca e di investigazione comincia a
mettersi in moto partendo degli interessi del bambino. L'alunno allena la propria
curiosità critica e riflette sulla propria motivazione.
4) Scoprire - raccontare —> gli interrogativi mettono in luce aspetti problematici che
portano a delineare l'oggetto di indagine. Il discente diventa autore della propria storia
di apprendimento.
5) Navigare - cartografare (gli apprendimenti come mappa conoscitiva) —>
l'apprendimento individuale si intreccia con quello degli altri, l'apprendimento diventa
una mappa conoscitiva che può essere utilizzata per comprendere il viaggio e i
successivi apprendimenti.
6) Estendere - connettere (incontro tra l’alunno e le fonti) —> l'alunna amplia la propria
mappa dei saperi, interrelazione con altre mappe. Il discente diventa consapevole
delle diversità vie d’apprendimento.
7) Interagire - incorporare (acquisire nuovi saperi ed essere resilienti) —> l’alunno
arriva al punto di intersezione tra la sua ricerca personale e il curricolo. Nuovi saperi
possono riallacciarsi a quelli già posseduti o semplicemente essere accumulati. Qui la
resilienza viene messa alla prova, viene chiesto agli alunni di crescere, assumendosi
responsabilità, rivedendo le fondamenta della propria ricerca.
8) Riconciliare e convalidare —> lo studente crea legami tra i saperi già in suo
possesso e le strutture sociali (bisogni, opportunità di lavoro,…). L’intero processo
assume la forma di un diario di bordo —> in questo modo l’apprendimento sarà così
integrato da una finalità comunicativa e documenterà il percorso compiuto.

Ricreare spazi dell’apprendimento


Fenomeno assai interessante e molto osservato è l’impiego da parte degli insegnanti della
metafora e dell’iconografia allo scopo di rafforzare l'identità degli alunni E per ordinare le
abilità e le capacità di conoscenze e di pensiero.
L'uso delle metafore stimola l'uso di un pensiero centrato sulla persona e getta
prospettive inedite su nuovi concetti.

Storie tratte dalla pratica


Tali storie si basano sull'elaborazione del sapere E sulla riflessione da parte degli studenti
stessi. Le narrazioni dimostrano in che modo gli alunni riescono a conferire un senso a
queste storie e come lo stesso processo di costruzione del sapere acquisisce un
determinato significato.
Le storie valorizzano la costruzione del sapere personale, catturano l'unicità
dell'esperienza vissuta. Le storie si costruiscono con le informazioni degli insider (si
chiede gli studenti come ci si sente ad essere studenti). La presentazione di queste storie
illustra alcuni passi chiave nel viaggio del desiderio alla competenza.

La sfida sottostante all’apprendimento personalizzato riguarda la possibilità di mettere in


relazione l’esperienza in senso lato con l’educazione impartita dalle scuole. L’esperienza
raccontata da Jess (esempio di racconto di viaggio sullo stretto di Cheddar Gorge) mette
in luce i limiti del sistema tuttora corrente.
La valutazione più congeniale è la conversazione.
La metodologia della personalizzazione non sostituisce del tutto le valutazioni tradizionali
o gli esami formali, gli alunni vanno comunque aiutati a confrontarsi con il “mondo reale”,
tenendo tuttavia in conto i due valori centrali:
- lo studente va sempre considerato come una persona, nella sua unicità
- lo studente va messo in condizione di poter amplificare le sue capacità di orientarsi nel
mondo.

La metodologia della personalizzazione parte dalla valorizzazione di un’esperienza


interiore del soggetto ed evolve su un continuum che pone sempre al centro il self
dell’allievo, senza tuttavia perdere i contatti con la realtà esterna. Tale metodologia si
basa sul coinvolgimento dell’allievo mediante un oggetto concreto o un luogo reale e la
sua esplorazione attraverso le storie che hanno modellato tali oggetti o luoghi.

L’apprendimento personalizzato deve riguardare il curricolo scolastico e la pedagogia


nella sua complessità, in modo fa poter soddisfare un’ampia gamma di finalità educative
riguardanti la persona nella sua interezza. Si pensa sia possibile ottenere risultati migliori
mediante la personalizzazione —> bisogna lavorare su progetti piuttosto che su lezioni e
assegnare compiti autentici, tratti dal mondo reale. I progetti devono essere decisi e co-
costruiti tra allievi e docenti e sollecitare una pluralità di competenze e necessitano di un
lavoro di gruppo e tutoraggio.
La personalizzazione si delinea a partire dall’interesse personale, piuttosto che dal sapere
già tutto stabilito a priori e mette in primo piano un tipo esponenziale di conoscenza,
piuttosto che il solito sapere logico-concettuale su cui si fondano in genere il nozionismo,
l’opinione e la teoria.
La metodologia dal basso prevede di poter cominciare dalla persona e dalle sue scelte di
modo che gli esiti che hanno una rilevanza pubblica possano essere integrati con
l’apprendimento personale e la crescita dell’individuo in relazione.
NAVAL
La persona, tra intimità e apertura

Potrebbero piacerti anche