Sir Ken Robinson (1950-2020) è stato un educatore e autore britannico
noto per le sue idee innovative e rivoluzionarie sull'educazione e la pedagogia. Le sue opinioni hanno influenzato molti nel ripensare il sistema educativo tradizionale.
Secondo Ken Robinson il nostro sistema scolastico è ormai incapace di
rispondere ai bisogni della società di oggi. Questo appoggia infatti le proprie radici nella cultura dell’illuminismo e della prima rivoluzione industriale: la scuola è stata pensata sul modello di una catena di montaggio, dove all’interno di uno spazio chiuso e ordinato si trovano degli individui a cui vengono affidati dei compiti precisi, con regole e tempi ben definiti. Inoltre, esattamente come in una fabbrica, chi commette errori viene punito. L’errore non è accettabile perché rappresenta una battuta d’arresto nel processo produttivo. Ciò evidentemente annulla ogni possibilità di agire e pensare secondo modalità impreviste. Da qui tutta una serie di ostacoli che impediscono lo sviluppo del cosiddetto pensiero divergente. Questo determina un atteggiamento diffuso di mortificazione dei talenti, oltre ad un’importante occasione di crescita emotiva persa.
Provocatoriamente Robinson dice che lo scopo della scuola è quello di
creare professori universitari, quindi abilità di tipo accademico. Gli studenti sembrano dover essere incanalati, soprattutto a partire dalla scuola media, verso un tipo di apprendimento che ammette soltanto pochi tipi di intelligenze, quelle più legate al linguaggio verbale e al linguaggio matematico. Secondo Robinson però la scuola non può più permettersi di prevedere una crescita standardizzata e conformizzata, se non vuole continuare ad apparire obsoleta e anacronistica, oltre che inefficace. E’ necessario che la scuola cambi i suoi paradigmi, ovvero sviluppi anziché uccidere la creatività, intesa come «processo che genera idee originali che hanno un valore».
Robinson distingue tra pensiero divergente e creatività: il pensiero
divergente è una capacità essenziale per la creatività, ma nello specifico per pensiero divergente si deve intendere «l’abilità di vedere molteplici risposte ad una medesima domanda». Tutti abbiamo questa capacità innata che però viene assopita e spenta man mano che il bambino frequenta la scuola. A scuola «si insegna che c’è una solo risposta ad una stessa domanda e si trova alla fine del libro!» Secondo lo studioso, ciò non dipende dalle cattive intenzioni di un insegnante, questa idea è connaturata nel DNA stesso del sistema scolastico. In classe il docente si rende perfettamente conto di ritrovarsi con “talenti” diversi, ma molto spesso non riesce a fare altro se non proporre lo stesso menu per l’intero gruppo classe.
Bisogna uscire da questo modello che divide accademico e non
accademico, astratto – concreto, quindi sapere e saper fare (Gentile) e mille altre dicotomie, e iniziare a vedere le persone nella loro unicità e specificità (personalizzazione dell’insegnamento). Dobbiamo, inoltre, tener conto anche del contesto sociale, politico e culturale in cui le persone agiscono e operano. In contesti difficili, infatti, il talento ha difficoltà ad essere intercettato. La personalizzazione dell'insegnamento è un approccio educativo che si concentra sull'adattare l'esperienza di apprendimento in base alle esigenze, ai ritmi e alle abilità individuali degli studenti. Questo modello mira a creare un ambiente educativo più flessibile e adattabile, tenendo conto delle differenze individuali tra gli studenti anziché adottare un approccio "taglia unica per tutti". Ecco alcuni punti chiave della personalizzazione dell'insegnamento:
Flessibilità nell'insegnamento: Questo approccio permette agli insegnanti
di utilizzare diverse metodologie, risorse e strumenti educativi per soddisfare le esigenze specifiche degli studenti. Ciò può includere lezioni individuali o di gruppo, l'utilizzo di tecnologie educative o la modifica del contenuto del corso per adattarlo alle preferenze di apprendimento degli studenti. Adattamento al ritmo di apprendimento: Gli studenti imparano a ritmi diversi. La personalizzazione dell'insegnamento consente agli educatori di adattare il materiale didattico e le attività per garantire che gli studenti possano apprendere in base al proprio ritmo, evitando di far sentire alcuni studenti sopraffatti o annoiati. Da notare come la scuola presuppone che ciò che gli studenti abbiano in comune più di tutto sia l’età senza considerare che lo sviluppo di capacità diverse può avvenire in tempi diversi per ciascuno. Avrebbe più senso infatti per Robinson raggruppare gli studenti per argomenti e materie piuttosto che per età.
Focus sull'interesse e sulle passioni degli studenti: La personalizzazione
dell'insegnamento tiene conto degli interessi degli studenti, consentendo loro di esplorare argomenti che li motivano. Questo può aumentare l'engagement e l'entusiasmo degli studenti nell'apprendimento. Valutazione personalizzata: Si tratta di valutare gli studenti in base ai loro progressi individuali anziché basarsi su standard uniformi. Ciò può includere la valutazione continua, la valutazione formativa e strumenti di valutazione più flessibili che riflettano le diverse abilità e conoscenze degli studenti. Questo è un punto importantissimo: la standardizzazione serve al sistema scolastico più che alla crescita e la formazione di un individuo.
Inclusione: La personalizzazione dell'insegnamento può contribuire a
fornire un'educazione più inclusiva, adattando le strategie educative per supportare gli studenti con esigenze speciali o diverse capacità di apprendimento. Robinson ha suggerito che per coinvolgere e avere successo, l'istruzione deve svilupparsi su tre fronti. In primo luogo, deve promuovere la diversità offrendo un ampio curriculum e incoraggiare l'individualizzazione del processo di apprendimento. -In secondo luogo, dovrebbe promuovere la curiosità attraverso un insegnamento creativo, che dipende da una formazione e uno sviluppo degli insegnanti di alta qualità. -Infine, dovrebbe concentrarsi sul risveglio della creatività attraverso processi didattici alternativi che pongano meno enfasi sui test standardizzati, dando così la responsabilità di definire il corso dell'istruzione alle singole scuole e agli insegnanti. Egli ritiene che gran parte dell'attuale sistema educativo dell’occidente incoraggi il conformismo, la conformità e la standardizzazione piuttosto che approcci creativi all'apprendimento. Robinson ha sottolineato che possiamo avere successo solo se riconosciamo che l'istruzione è un sistema organico, non meccanico: un'amministrazione scolastica di successo è una questione di creare un clima favorevole piuttosto che di "comando e controllo". Robinson riteneva che il pensiero divergente fosse fondamentale per liberare il potenziale creativo degli studenti e che avrebbe dovuto essere incoraggiato e sviluppato nelle scuole. Credeva che la creatività fosse altrettanto importante quanto la conoscenza accademica e che il pensiero divergente avrebbe dovuto essere parte integrante del processo educativo, incoraggiando gli studenti a pensare fuori dagli schemi, a esplorare diverse prospettive e a trovare soluzioni innovative ai problemi.
Inoltre, Robinson ha sottolineato che il pensiero divergente non dovrebbe
essere solo un aspetto dell'educazione artistica, ma dovrebbe essere integrato in tutte le discipline. Questo approccio avrebbe potuto aiutare gli studenti a sviluppare capacità critiche, problem-solving e creatività in ogni area di studio, preparandoli meglio per affrontare sfide complesse nel mondo reale.