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LA FLIPPED CLASSROOM

La traduzione letterale del termine “flipped classroom” significa “classe capovolta”, e con esso si
intende una modalità di insegnamento (e di apprendimento) supportata da contenuti digitali dove
tempi e schema di lavoro sono invertiti rispetto alle tradizionali modalità. L’insegnamento
capovolto nasce dall’esigenza di rendere il tempo scuola più funzionale e produttivo per il processo
d’insegnamento-apprendimento, investendo le ore di lezione nel risolvere i problemi più complessi,
approfondire argomenti, collegare temi e analizzare i contenuti disciplinari, produrre elaborati
magari in gruppo e in modalità peer to peer (tra pari) in un contesto di laboratorio assistito.
I fondamenti teorici del modello traggono spunto da idee non certo nuove. Tra queste:
- l’attivismo pedagogico di Dewey (1949): quel movimento di rivoluzione educativa diffusosi
all’inizi del secolo scorso che mirava alla diffusione di un’idea di scuola non convenzionale
dove lo studente era chiamato a divenire protagonista autentico del proprio apprendimento.
Questa corrente di pensiero, infatti, è attenta allo sviluppo di capacità critiche e di ragionamento
dell’allievo, stimolando la pratica attiva e l’esperienza diretta, in opposizione
all’immagazzinamento di nozioni tipici dei processi mnemonici.
- il metodo educativo di Montessori (1950), secondo la quale l’allievo deve essere libero di
sperimentare direttamente, di esprimere la propria creatività, di coltivare i propri interessi
autentici, di avere padronanza di sé in senso integrale. La funzione dell’insegnante è quella di
sostegno e guida nel processo di apprendimento, che vede il fanciullo libero, libero di muoversi
e di esplorare l’ambiente in base ai propri interessi e curiosità.
- l’approccio costruttivista: anch’esso sposta l’attenzione dall’insegnante all’allievo e si focalizza
sul contesto ambientale e sociale in cui avviene l’apprendimento.
Nella flipped lesson (“lezione capovolta”), il docente non è più un semplice “dispensatore di
sapere”, ma assume un ruolo di guida e di tutor fornendo agli studenti la propria assistenza in aula
per fare emergere osservazioni e considerazioni significative attraverso esercizi, ricerche e
rielaborazioni condivise: learning by doing (“apprendimento mediante il fare”).
La flipped classroom è strutturata in due momenti di inversione ben distinti:
➢ il primo momento consiste nell’apprendimento autonomo da parte di ogni studente, dove
l’ausilio di strumenti multimediali risulta particolarmente efficace e produttivo, che avviene
all’esterno delle aule scolastiche.
➢ il secondo momento prevede che le ore di lezione di aula vengano utilizzate dall’insegnante per
svolgere una didattica personalizzata fortemente orientata alla messa in pratica delle cognizioni
precedentemente apprese, dove la collaborazione e la cooperazione degli studenti sono aspetti
che assumono centralità.
Nell’assumere centralità nel processo dell’apprendere, gli studenti sono chiamati ad assumere
maggiore autonomia e responsabilità riguardo al proprio successo formativo, mentre l’insegnante
assume il compito di guidarli nel loro percorso educativo. In una flipped classroom la responsabilità
del processo di insegnamento viene dunque trasferita agli studenti in modo significativamente
maggiore rispetto alla tradizionale modalità. In particolare, gli allievi possono controllare l’accesso
ai contenuti in modo diretto, avere a disposizione i tempi necessari per l’apprendimento e la
valutazione. Il ruolo del docente sarà quello di “guida” che incoraggia gli studenti alla ricerca
personale e alla collaborazione e condivisione dei saperi appresi.
L’insegnamento quindi non può essere uguale per tutti, ma deve essere:
✓ Individualizzato: si riferisce alle strategie didattiche che mirano ad assicurare a tutti gli studenti
il raggiungimento delle competenze fondamentali del curricolo.
✓ Personalizzato: indica le strategie didattiche finalizzate a garantire ad ogni studente una propria
forma di eccellenza cognitiva, attraverso possibilità elettive di coltivare le proprie potenzialità
intellettive.
Individualizzato è l’intervento calibrato sul singolo (anziché sull’intera classe), che diventa
personalizzato quando è rivolto ad un particolare discente.
L’individualizzazione vuole assicurare a tutti l’acquisizione di conoscenze e competenze
indispensabili per un adeguato inserimento sociale e professionale. La personalizzazione vuole
creare percorsi differenziati che sviluppino specifiche individualità cognitive arrivando a traguardi
diversi da altri.
L’insegnante può fare uso di diverse metodologie didattiche nell’ottica della flipped classroom:
✓ Cooperative learning: è un metodo didattico-educativo di apprendimento costituito dalla
cooperazione fra gli studenti, ciascuno dei quali mette a disposizione del gruppo il suo sapere e
le sue competenze. Apprendere in gruppo si rivela molto efficace non solo sul piano cognitivo,
ma anche per quanto riguarda l’attivazione dei positivi processi socio-relazionali. Ciascun
componente, infatti, accresce la propria autostima, si responsabilizza nei processi di
apprendimento, cresce nelle abilità sociali, imparando a cooperare per il conseguimento di un
obiettivo comune.
✓ Peer education: la metodologia è basata sulle relazioni di aiuto che alunni più grandi e/o più
competenti attuano nei confronti di alunni più piccoli e/o meno competenti per facilitare
l’apprendimento di conoscenze e abilità cognitive e sociali. Il gruppo dei pari costituisce una
sorta di laboratorio sociale, in cui si possono sviluppare dinamiche, sperimentare attività,
progettare, condividere, migliorando l’autostima e le abilità relazionali e comunicative. La peer
education consente di veicolare con maggiore efficacia l’insegnamento delle life
skills, competenze indispensabili per il raggiungimento del successo formativo da parte di ogni
studente.
✓ Didattica laboratoriale: La didattica laboratoriale è una metodologia "coinvolgente” dove il
soggetto agisce ed è attivo. Gli studenti partecipano attivamente al percorso di apprendimento,
valorizzando le diverse abilità e competenze sociali. Agevola l’inserimento degli studenti
stranieri neoarrivati, favorisce l’inclusione e l’inserimento in corso d’anno di studenti e
docenti. Tutti questi elementi di positività servono agli studenti per credere nelle loro capacità,
nella creatività che possono esprimere, nella comunicazione di quello che riescono a realizzare.
✓ Problem solving: è un’attività che prevede la presentazione di un problema, solitamente poco
strutturato, in modo che gli alunni debbano agire per individuare le informazioni utili e trovare
diverse tipologie di soluzioni. Questa metodologia aiuta l’alunno a utilizzare le conoscenze già
acquisite per trovare la soluzione di un problema, migliora le sue capacità, fa scoprire
conoscenze nuove e contribuisce a consolidare in modo permanente quelle già possedute.
✓ Role playing: E’ una particolare forma di esercitazione che richiede agli allievi di svolgere, per
un tempo limitato, il ruolo di “attori”, di rappresentare alcuni ruoli in interazione tra loro,
mentre altri partecipanti della classe assumono la funzione di “osservatori” dei contenuti e dei
processi che la rappresentazione manifesta. Tale metodologia fornisce molteplici stimoli
all’apprendimento attraverso l’imitazione e l’azione, attraverso l’osservazione del
comportamento degli altri e i commenti ricevuti sul proprio.
Il modello della classe capovolta determina modificazioni rispetto a tutte le dimensioni del processo
formativo. Non soltanto a livello progettuale e realizzativo, ma anche valutativo. In particolare,
riguardo alla valutazione formativa: questa ha lo scopo di accertare in modo analitico, durante i
processi di apprendimento in essere, quali abilità l’allievo sta acquisendo; le prove di verifica
riguardano brevi segmenti del percorso e concorrono alla formulazione del giudizio finale. Nel
modello flipped, la valutazione si configura come maggiormente autentica rispetto a quella
tradizionale, per il fatto che tutte le attività svolte sia in classe sia all’esterno, forniscono un
monitoraggio costante circa i progressi compiuti dallo studente.
La flipped classroom presenta punti di forza e di debolezza.
I punti critici riguardano la cosiddetta equità tecnologica, nel senso che non è possibile prevedere o
stabilire a priori che tutti gli studenti dispongono di attrezzature tecnologiche adeguate, quali un
personal computer o una connessione ad Internet. Aspetti che riguardano gli stessi insegnanti,
considerato che ancora molti tra questi possono essere considerati tecnologicamente non sempre
preparati all’impegno che la flipped classroom implicitamente richiede ad essi. Inoltre, non tutte le
scuole hanno le risorse economiche per permettersi l’acquisto di questi strumenti.
Gli aspetti positivi riguardano il rispetto del ritmo di ogni studente, il quale può usufruire delle
lezioni come e per quanto tempo gli occorre e l’utilizzo della stessa nuova modalità di
insegnamento per tutta la classe. Questo è molto importante per gli alunni con BES, sia perché gli
vengono garantiti gli strumenti tecnologici necessari per il loro apprendimento sia perché il loro
utilizzo in classe da parte di tutti li fa sentire meno “diversi” dagli altri.

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