Psicologia archetipica
3. Immagine archetipica
4. Anima
a) Anima e retorica
Ogni proposizione, presentando necessariamente un contenuto
psicologico, pu essere investigata alla ricerca del suo significato
psicologico, di ci che veramente significa per l'anima. Il discorso
sull'anima stessa - sulla sua natura, sui suoi rapporti col corpo, sulle
b) Anima e mito
La retorica per eccellenza della psicologia archetipica il mito.
Questa strada era gi stata aperta da Freud, da Jung e da Cassirer
(v. Avens, 1980) e, naturalmente, da una tradizione di pensiero
mitico che, attraverso i romantici e Vico, risale a Platone. Questo
accostamento ai racconti mitici visti come un linguaggio psicologico
situa la psicologia nell'immaginazione culturale. Inoltre, i miti sono
essi stessi metafore (o, come diceva Vico: la metafora [...] viene ad
essere una picciola favoletta"; op. cit., p. 164), di modo che la
psicologia archetipica, trovando nei miti la sua retorica di elezione,
poggia su una fantasia che non pu essere considerata storicamente,
fisicamente, letteralmente. Anche se l'appello alla mitologia forse
il procedimento pi caratteristico condiviso da tutti gli psicologi
archetipici', i miti stessi sono interpretati come metafore, mai come
costituenti una metafisica trascendentale le cui categorie sono figure
divine. Come afferma Hillman: I miti, non fondano, aprono". Il
ruolo del mito nella psicologia archetipica non consiste nel fornire
un catalogo esauriente di comportamenti possibili o nel definire le
forme delle energie transpersonali (nel senso neoplatonico), ma
piuttosto nel dischiudere i problemi della vita alla riflessione
transpersonale e basata sull'immaginazione culturale. Le nostre vite
ordinarie ci appaiono inserite - e nobilitate - nella vita
cosmopoietica' delle figure mitiche. Lo studio della mitologia ci
consente di riconoscere gli eventi sul loro sfondo mitico. per pi
importante il fatto che lo studio della mitologia ci metta in grado di
percepire ed esperire la vita dell'anima in chiave mitica.
d) Anima e spirito
Se l'immaginare l'attivit innata dell'anima mundi, ne deriva che
la fantasia sempre in atto e non quindi soggetta a un'epoch'
fenomenologica (Husserl). Inoltre, se la fantasia sempre in atto,
anche l'epoch una fantasia: fantasia di isolamento, di
oggettivazione e di una coscienza alla quale i fenomeni possono
rivolgersi cos come sono. La psicologia archetipica sostiene per
che non possiamo mai essere veramente fenomenici o veramente
oggettivi. Non si mai oltre il soggettivismo, che ci viene dato
insieme con le dominanti animiche innate delle strutture della
fantasia. Queste dominano le prospettive soggettive e le organizzano
in posizioni', sicch l'unica oggettivit a cui ci si pu avvicinare
quella dell'occhio soggettivo rivolto all'interno, verso se stesso, che
guarda il proprio sguardo, che esamina la propria prospettiva alla
5. Il fare anima'
Sin dal suo primo apparire nelle ricerche freudiane sugli strati
profondi - pre-consci, sub-consci e in-consci - della mente, la
psicologia del profondo' (cos chiamata sul finire del secolo scorso
dallo psichiatra zurighese E. Bleuler) si sempre diretta verso il
basso, si trattasse dei ricordi sepolti dell'infanzia o di mitologemi
arcaici. La psicologia archetipica ha preso altrettanto seriamente,
anche se meno alla lettera, la metafora del profondo. Ha anzi fatto
risalire la metafora della profondit dell'anima a Eraclito
(DielsKranz, B 45: [...]
) e al thesaurus o memoria di sant'Agostino
(Confessioni, X); e ha inoltre collegato l'esplorazione freudiana del
profondo, la discesa nel sogno, quale viene descritta nella
Traumdeutung, ai miti del mondo infero, di Ade, di Persefone, di
Dioniso, e al fondamentale rapporto della psiche con il regno dei
morti, che anche il regno delle immagini o eidola (v. Hillman, The
dream..., 1979).
Per via della sua direzione verticale, la psicologia del profondo
costretta a occuparsi della depressione (v. cap. 9) e della riduzione
dei fenomeni alla loro essenza mortale', al loro eccesso
patologizzato (v. Berry, 1973), nel quale vengono sperimentati come
materialmente distruttivi e negativi, e tuttavia come base di
sostegno (v. Berry, What's the matter..., 1978).
La letteralizzazione del movimento verso il basso della psicologia
del profondo ha sortito l'effetto di restringerne il significato,
limitandolo all'interiorit introversa dell'individuo nell' abisso" e
7. Nord' e Sud'
9. Psicopatologia
11. Eros
Bibliografia