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L’intervento scuola:

strategie didattiche funzionali

Dott.ssa Graziella Morrone


psicoterapeuta
Gruppo didattico,
Cooperative Learning,
Didattica laboratoriale,
Problem solving,
Mastery learning,
Tutoring,
Peer education,
Role playing
Il Gruppo è…
 un insieme di individui che condivide uno
scopo comune ed è caratterizzato da un
rapporto di interdipendenza tra i membri del
gruppo
Differenza tra un insieme di persone
e un gruppo:

1. condivisione di un obiettivo, chiaro ed


esplicitato a tutti i membri;
2. interdipendenza, cioè la consapevolezza che
il successo individuale dipende dal successo
collettivo.
Il Gruppo in Didattica
 Il gruppo è un insieme di due o più persone
che realizzano rapporti di interdipendenza e
relazione e coordinano le proprie azioni e
comunicazioni al fine di perseguire
l’apprendimento, la costruzione di significati.
Il lavoro di gruppo
 La metodologia del lavoro di gruppo è una
prassi trasversale a tutte le discipline e a
diversi contesti formativi e lavorativi.
 Arricchisce la didattica;
 Promuove la costruzione della conoscenza;
 Stimola la dimensione cognitiva ed affettiva;
 Promuove la socializzazione

….purché….
…purché…
 Non si riduca ad una prassi occasionale
 Ad un momento ricreativo
 Si consideri la classe in una dimensione

aperta, flessibile, non rigida, scomponibile


per livelli e per obiettivi funzionali.
Gli indicatori di qualità
del lavoro di gruppo (da L. Dozza)

 CHIAREZZA – DELIMITAZIONE - DEFINIZIONE


DELLO SCOPO

 CONGRUENZA FRA LO SCOPO DEL GRUPPO,


LA SUA ORGANIZZAZIONE, LA RELAZIONE E LA
COMUNICAZIONI INTERNA AL GRUPPO

 CONSAPEVOLEZZA E ATTIVAZIONE DEGLI


INDIVIDUI E DEL GRUPPO
Criteri di formazione dei gruppi
1

 Gruppo eterogeneo: ‘misto’ per


competenze, età, strategie di
apprendimento, stile, …
 Funzionale ad attività di ricerca,

scoperta, problem solving,


didattica laboratoriale.
Criteri di formazione dei gruppi
2

 Gruppo di livello: omogeneo per


caratteristiche specifiche tipo
sesso, abilità, conoscenze etc.
 Funzionale ad attività di recupero

e sostegno.
Gruppi eterogenei
 I gruppi eterogenei offrono maggiori
possibilità di:
 tutoring, di aiuto reciproco e di integrazione

delle diversità;
 promuovere l'assunzione e l'esercizio dei

ruoli di tutor;
 valorizzare la ricerca di prospettive diverse

che favoriscono l'approfondimento dei


contenuti da apprendere.
Costituzione dei gruppi
 Libera (aggregazione spontanea)
 Strutturata (o pilotata): funzionale a

specifiche attività
 Nella strutturazione dei gruppi deve essere

posta massima attenzione alla fase


propedeutica dell’osservazione:
a) dell’emergere delle figure all’interno del
gruppo classe;
b) delle dinamiche relazionali
c) delle competenze/abilità/capacità degli
allievi.
 L’attenzione della didattica contemporanea al
lavoro di gruppo non significa “annullare” o
ridurre di significato l’impegno individuale:

“Sottolineare le potenzialità del lavoro di


gruppo non equivale a non considerare la
dimensione individuale dell’apprendimento,
bensì a mettere in evidenza come questa sia
legata ai processi di co-costruzione e
condivisione della conoscenza.”
Gruppo e metodologie
 Quando si utilizzano concetti-chiave come
lavoro di gruppo e costruzione della
conoscenza, tenuto conto che la scuola si
delinea come comunità di apprendimento,
inevitabilmente si introducono alcune
metodologie che utilizzano la struttura
gruppale per ottimizzare il processo di
insegnamento-apprendimento nelle sue
multiformi dimensioni: cognitive, sociali,
affettivo-emotive, metacognitive.
Apprendimento cooperativo 1

 Le più diffuse sono:

 L’apprendimento cooperativo (cooperative


learning)

 La didattica laboratoriale
Apprendimento cooperativo 2

Il cooperative learning è un metodo di


insegnamento di apprendimento in cui la variabile
significativa è la cooperazione tra gli studenti
(…). Le caratteristiche specifiche del CL possono, in
genere, essere identificate nell’interdipendenza
positiva, nell’interazione faccia a faccia,
nell’insegnamento diretto e nell’uso delle abilità
personali, nell’agire in piccoli gruppi eterogenei,
nella revisione del lavoro svolto e nella
valutazione individuale e di gruppo.
Comoglio M., Cardoso M. A., Insegnare e apprendere in gruppo, Roma, Las, 1998
Apprendimento Cooperativo 3

“La caratteristica più significativa del


Cooperative Learning è l’interdipendenza
positiva tra i membri di un gruppo, cioè
quella condizione che fa sì che ogni membro
agisca a si comporti in modo collaborativo
perché convinto che solo dalla collaborazione
può scaturire il proprio successo e quello
degli altri membri del gruppo.”
M. Comoglio, Educare insegnando, Roma, Las, 1999, p. 27
Apprendimento Cooperativo 4

 Favorisce

Ilrecupero o stimolazione della motivazione allo


studio.

L’inclusione degli allievi BES.

La valorizzazione degli allievi più competenti.

Lo sviluppo delle competenze sociali, del rispetto


dell'altro, della partecipazione, della responsabilità,
dell'interdipendenza, delle competenze emotive
A.C. Caratteristiche
 Cooperare significa lavorare insieme per attivare
processi verso un obiettivo comune

Apprendimento cooperativo:
 piccoli gruppi di studenti eterogenei

 obiettivo comune di massimizzare

l’apprendimento di ogni membro


 la responsabilità è condivisa

 i membri lavorano e producono insieme

 la verifica del raggiungimento degli obiettivi

previsti avviene all’interno del gruppo


A.C. Modalità
 necessità dell’interdipendenza positiva
 assegnare compiti chiari
 far comprendere che il raggiungimento degli obiettivi

dipende dall’impegno di tutti


 responsabilità individuale e di gruppo
 ognuno fa la sua parte
 valutazione e discussione dei risultati

 interazione costruttiva e diretta


 aiuto reciproco

 condivisione di conoscenze, strategie, contenuti

 valutazione di gruppo
 si discutono sia il raggiungimento degli obiettivi sia

delle strategie cognitive


 valutazione dei comportamenti positivi e negativi
Didattica Laboratoriale
 La didattica laboratoriale, esprime tre principi:
1. gli scopi dell’educazione vanno fondati sui
bisogni intrinseci del soggetto che apprende;
2. la cooperazione contribuisce efficacemente a
‘liberare e organizzare’ le capacità di chi
apprende e a trasformarle in competenze;
3. la valenza educativa delle attività sta nelle
connessioni e nella flessibilità di percorsi
riconosciuti dall’alunno come significativi per
sé e spendibili nel compito di intervenire
sulla realtà.
Azioni organizzate, scoperta,
problematizzazione
 La pratica laboratoriale assume una funzione
importante nella scuola come attività intenzionale
che promuove apprendimenti in libera
cooperazione con gli altri.
 La sua particolarità sta nel proposito di dar vita

ad una strategia o ad un piano da concretizzare


attraverso azioni organizzate o affrontando
situazioni problematiche dalle quali scaturisce un
processo dinamico e costruttivo in cui l’alunno
viene sostenuto dall’insegnante che lo indirizza e
lo sollecita alla scoperta dei percorsi possibili.
Apprendimento significativo
 Per promuovere il processo di apprendimento e renderlo
efficace è necessario che quello che si studia appaia
significativo per chi apprende.
 Il processo formativo si sviluppa se tiene conto dei bisogni

dell’alunno, se l’intervento del docente e se l’oggetto


dell’apprendimento sono avvertiti come qualcosa che dà
senso alla realtà personale.
 Al docente quindi spetta il compito di presidiare

l’apprendimento, di promuoverlo attraverso il


coinvolgimento dell’esperienza emotiva che produce un
cambiamento nella persona. Adottando la funzione del
‘presidio’ l’alunno impara ‘come fare’ per risolvere un
problema, attivando tutte le sue dimensioni, affettivo-
emozionale, morale, sociale, cognitiva.
Apprendimento significativo 2

 Gli alunni, aiutati dall’insegnante, trovano nelle


pratiche laboratoriali occasioni per iniziare a
chiedersi perché certe procedure risultino più
efficaci di altre, in che modo ottimizzare
tempo, impegno, risorse, rispetto agli obiettivi
formativi da raggiungere; come focalizzare i
problemi specifici e le conoscenze e le abilità
necessarie per risolverli.
La relazione
 Nella comunicazione con l’alunno e con il gruppo,
il docente ha presente l’importanza della parola e
del dialogo perché ogni parola stabilisce una
relazione e offre la possibilità di rivelarsi, di
chiarirsi, di manifestare un pensiero, un’immagine.
 Attraverso la parola ci si può mettere in gioco, si

dialoga, si narra, si ascolta e si riflette. Proprio


nella dimensione della relazione, ovvero
nell’incontro con l’altro, l’alunno costruisce se
stesso, si esprime, si misura, si confronta con il
coinvolgimento di tutto il suo essere persona.
Didattica Laboratoriale e
Discipline/esperienze
 Inquesto modo l’attività laboratoriale non è
qualcosa di diverso dalle discipline o dalle
attività esperienziali, al contrario ogni
disciplina o attività può essere svolta in forma
laboratoriale, sfumandone i contorni,
utilizzando le conoscenze ed abilità
specifiche per identificare obiettivi formativi
che consentano di trasformare le potenzialità
di ciascuno in competenze.
Elementi del laboratorio

Atteggiamento dell’insegnante
Il contratto didattico
La proposta di lavoro
L’organizzazione degli spazi
La scelta dei mediatori
I tempi
L’organizzazione dei gruppi
L’argomentazione e la socializzazione delle conoscenze
L’insegnante

Deve manifestare interesse e curiosità nei


confronti della disciplina o dell’esperienza che
propone in modo che gli alunni la vivano come
una attività importante della loro vita scolastica.

Si deve trasformare da attore in regista. Deve


preparare con cura il materiale, prevedere gli
eventi possibili, organizzare la discussione,
offrire suggerimenti e non soluzioni, individuare
contraddizioni.
Il contratto didattico
Prevede la costruzione sociale della conoscenza
L’insegnante non si propone come colui che comunica
alla classe e conosce le soluzioni (lezione), ma come
colui che propone i percorsi, predispone il materiale ed
organizza il lavoro.

Da attore diviene regista dell’atto educativo.


• Esplora il sapere in costruzione;
• sollecita livelli superiori di elaborazione cognitiva

Mediante:
• la discussione
• La argomentazione
• La negoziazione e la condivisione.
La proposta di lavoro

Individuazione dell’obiettivo cognitivo


che si
intende raggiungere e delle competenze che
si intende far acquisire all’allievo.

Attività o situazione problematica coerente


con l’obiettivo.

Predisposizione del materiale utile alla


realizzazione dell’attività.
Organizzazione degli spazi
 Destrutturazione della classe o della sezione
e creazione di ambienti di apprendimento
idonei per la disciplina.
 L’organizzazione degli spazi nasce dalla

disposizione di banchi, che devono favorire lo


scambio tra gli alunni, dalla presenza del
materiale appropriato, dalla reperibilità del
materiale di consultazione, dalla presenza
delle realizzazioni degli alunni.
Scelta dei mediatori

Ridurre la “visione salvifica” dell’informatica che in


alcuni casi mortifica la manualità o ripropone inutili
attività ripetitive.

Predisposizione puntuale di quanto può essere utile


per l’esperienza proposta.

Utilizzo per lo più di materiali di uso comune e di facile


reperibilità.

Utilizzo significativo di materiale strutturato.


Tempi

 Suddivisione dei tempi tra:

attività dei gruppi (30-40 minuti);

discussione nel gruppo classe dell’esperienza


 Organizzazione dei gruppi
- Formazione di gruppi eterogenei di 4-6
elementi

- Attribuzione dei compiti all’interno dei


gruppi
Il problem solving
Si intende la procedura standardizzata per
arrivare a capo della situazione problematica
da chiarire.
 Il problema è una quatione da risolvere

partendo da elementi noti mediente il


ragionamento (problema di aritmetica,
geometria, algebra) oppure una situazione
complessa di tipo psicologico
F.A.R.E. : le fasi del problem solving

1.focalizzazione: definire il problema


isolandolo da altre questioni secondarie
-chi
-che cosa
-dove
-quando
- perché
- come
-quanto
2. analisi: raccogliere tutti i dati del problema
3. risoluzione: fase creativa, in cui si propongono tutte
le soluzioni conosciute e se ne inventano di nuove.

Es. il brainstorming: si basa su una discussione di


gruppo incrociata e guidata da un moderatore. Lo
scopo è di fare esprimere a tutti il maggior numero di
idee possibili.

Processo del brainstorming:


• idee libere
• Quantità e poi qualità
• Le idee sono di tutti
• La critica è proibita
4. esecuzione: si valuta se l’opzione
considerata è quella giusta per la risoluzione
del problema
Il mastery learning
«apprendimento per padronanza», ogni studente arriva a
padroneggiare un insegnamento ricevuto solo se ha
disposizione il tempo necessario ai suoi ritmi di
apprendimento.
Il mastery learning prevede una serie di operazioni
successive:
-orientare gli alunni sulle tecniche che l’insegnante userà
-Suddividere il corso in segmenti, unità didattiche
-pianificare il lavoro per ogni singola unità (l’istruzione, i
correttivi, correlazione tra correttivi e obiettivi)
- Controllare che tutti gli allievi possono passare alla
lezione successiva.
I correttivi servono a fare assimilare agli allievi
ciò che non hanno appreso.

Es. di correttivi:
- libri di testo alternativi
 Esercizi
 Sussidi autovisivi
 Giochi scolastici
 Tutoring affidato ai compagni
 Studio a piccoli gruppi
Il tutoring
Con il termine tutoring si intendono tutti gli
interventi che sostengono o aiutano un individuo o
un gruppo, che si trova in condizioni di disagio.
Come metodologia didattica, il tutoring consiste
nell’affidare ad uno o più alunni la responsabilità
di una parte dell’azione didattica con obiettivi da
raggiungere.
 l’alunno più grande insegna al più piccolo
 L’alunno più bravo insegna a chi deve ancora

esercitarsi
 L’alunno non molto bravo viene
responsabilizzato ad insegnare ai suoi compagni.
A livello educativo, il tutoring favorisce la
responsabilizzazione degli alunni; mentre a
livello di insegnamento rende più efficace la
comunicazione didattica.

L’insegnate coordina il lavoro, distribuisce


materiali, osserva.
La peer education
È una forma particolare di tutoring che prevede
che sia un membro di un gruppo a svolgere un
ruolo di educatore nell’ambito del medesimo
gruppo.
Spesso è usato per la prevenzione di
comportamenti a rischio (uso di droga,
bullismo, violenza) e per facilitare l’inserimento
scolastico.
Es. di peer tutoring è l’accoglienza nelle scuole
durante gli open-day.
Il role-playing
Noto anche come il «gioco di ruolo libero».
Consiste nella simulazione in aula di situazioni
simili a quelle della vita reale.
Si assegna a ciascun alunno un ruolo; gli attori
interagiscono tra loro secondo il ruolo
assegnato , mentre l’altra parte della classe
funge da spettatore.
A seguito ci sarà ina discussione generale tra
attori e spettatori, in cui si analizzano
l’argomento e i rapporti umani.
Il role-playing è particolarmente utile in caso di
conflittualità o per modificare dinamiche di
gruppo.
Uno dei principali vantaggi è di invogliare i
partecipanti ad ampliare e comprendere il
comportamento dell’altro.
Si sviluppano la capacità di risolvere i problemi
ed interagire con gli altri
Gestire un role-playing:
-invertire i ruoli
-Interrompere un attore e spingerlo ad
esprimere i propri pensieri e impressioni
 Spingere un attore ad interpretare la parte di

un compagno
 Suddividere il gruppo in sottogruppi
 Fare recitare lo stesso ruolo a tutti i

componenti.
La scuola dell’infanzia
 Nel lavoro con i bambini dell’infanzia, è
necessario evidenziare alcuni punti inerenti la
predisposizione di un ambiente accogliente per
il bambino con BES, l’utilizzo di alcune
metodologie/attività realmente funzionali ai
suoi bisogni, l’importanza del lavoro in team e
del contributo di tutte le figure
professionali/educative nella definizione del PEI
(nel caso avesse la 104 e quindi l’insegnante di
sostegno), nonché il coinvolgimento come
risorsa dei compagni di sezione.
I campi di esperienza:

 gli insegnanti accolgono, valorizzano e


espandono la curiosità, le esplorazioni e le
richieste dei bambini creando occasioni di
apprendimento per favorire l’organizzazione
di ciò che i bambini vanno scoprendo.
 L’esperienza diretta, il gioco, il procedere per

conoscenze permette al bambino ,


opportunamente guidato, di approfondire e
sistematizzare gli apprendimenti.
 Il campo di esperienza offre un insieme di
oggetti, situazioni, immagini e linguaggi
riferiti ai nostri sistemi simbolici, capaci di
evocare, stimolare e consolidare
apprendimenti sempre più sicuri.
 Lo sviluppo delle competenze, suggerisce

all’insegnante dell’infanzia orientamenti,


attenzione e responsabilità nel creare piste di
lavoro in cui la competenza sia raggiunta in
modo unitario e globale.
Grazie per l’attenzione!

Dott.ssa Graziella Morrone


psicoterapeuta

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