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DELLINFANZIA*
Mirko Montecchiani e Sara Polini
[abstract] Il metodo Montessori viene indagato in una prospettiva di didattica speciale, ma in una
visione che lo possa riconoscere come valido per tutti i bambini [fine abstract]
Introduzione
Lattuale ricerca in pedagogia e didattica e - in particolare - in pedagogia e didattica
speciale1, si muove sempre pi verso lo sviluppo completo della persona nellintento di
valorizzarne le capacit e aprendo una vasta gamma di possibilit e esperienze didattiche che
permettano allalunno di integrarsi2 in un rapporto il pi possibile alla pari con lambiente
mediante la concretezza dei mezzi di relazione e della comunicazione e che si poggi
sullidentit degli obiettivi e sulla partecipazione attiva al clima sociale della classe.
In questa prospettiva si pensato di indagare il Metodo Montessori per cogliere il
valore didattico insito nella sua metodologia e applicarlo alla didattica speciale in una visione
che possa riconoscere tale Metodo universalmente valido per tutti i bambini.
Nello specifico unattenta analisi del Metodo Montessori mette in risalto quanto esso
possa essere un possibile ispiratore e mediatore per una didattica che pu arricchire di
suggerimenti, materiali, studi e applicazioni, gi conosciute ma al contempo innovative, la
didattica per la disabilit visiva. Lo stesso motto di tale Metodo, aiutami a fare da solo,
potrebbe essere assunto anche per la didattica della disabilit visiva poich lautonomia il
primo obiettivo da raggiungere. In particolare il Metodo Sensoriale elaborato da Maria
Saggio tratto dalla tesi di laurea di Sara Polini in Laboratorio per lhandicap e sostegno, Facolt di Scienza della
Formazione, Universit di Macerata, giugno 2010.
1
Si pensi al Centro Studi Itard, unAssociazione che si occupa dei Disturbi dellApprendimento promuovendo e
gestendo attivit di studio, ricerca, documentazione, ecc. http://www.centrostudiitard.it.
2
Si parla di integrazione nella misura in cui le potenzialit relazionali del soggetto sono integre, nella misura in cui
lambiente predispone sufficienti stimoli o mezzi per assecondare lattuarsi delle potenzialit. In tal modo si determina
il grado di integrazione, si fa coincidere con il processo di normalizzazione, entrambi volti alla socializzazione la quale
si pu raggiungere solo percorrendo il cammino di integrazione CEPPI (1986).
lo sviluppo autonomo del bambino riassumibile nel motto aiutami a fare da solo 3: di
primaria importanza che inizialmente il bambino apprenda lorientamento4, gli schemi
corporei di base e le pratiche di vita quotidiana che gli permettono di essere autonomo (ogni
atto che il bambino apprende deve essere guidato e distinto in sequenza poich il movimento
va armonizzato incanalando bene le energie5);
Secondo Montessori la prima forma dellintervento educativo consta nel guidare il bambino verso lindipendenza,
daltro canto lo stesso Ceppi afferma che la meta educativa pu riassumersi nel conseguimento dellautonomia che
consenta al bambino di divenire protagonista principale della propria educazione..
4
Romagnoli parla di insegnamenti di orientamento intendendo la presa di coscienza dellambiente e di s
dellambiente allinterno del processo di normalizzazione in cui il bambino costruisce il suo spazio aptico. (Rvsz,
1950).
5
Maria MONTESSORI, op. cit., pp. 67.
lo sviluppo motorio e sensoriale6 quale porta per conoscere il mondo, lambiente circostante,
se stessi e gli altri: il bambino impara muovendosi, agendo e esplorando 7. In questo sviluppo
la mano connessa allo sviluppo del bambino poich ne rileva lo stimolo intellettivo: egli
pensa e agisce con le mani8;
la guida dellinsegnante10 che deve essere preparato per presentare il materiale verbalmente
e praticamente mediante procedimenti precisi e che aiuta il bambino a correggersi senza
sostituirsi a lui (in tal senso per entrambi gli orientamenti pedagogici sono necessari sia
momenti individuali che corrispondono ai ritmi di apprendimento del singolo sia collettivi);
Tale sviluppo essenziale per ogni bambino e nello specifico del bambino non vedente la limitazione visiva lo porta
ad approccio diverso con la realt per cui egli pu comprendere il mondo circostante in modo sempre pi consapevole
nella misura in cui apprende a servirsi dei mezzi sensoriali che la natura ha posto a sua disposizione. (Ceppi, 1981).
7
Le ricerche di Piaget mettono in evidenza che il bambino conosce attraverso lazione: il bambino ricorda delloggetto
solo ci che egli capace di costruire con la sua azione alla quale si sostituisce la rappresentazione dopo che stata
sufficientemente informata su di essa. (Piaget, 1967).
8
La mano lorgano dellanima, ha scritto Aristotele e come sottolinea Romagnoli, le persone non vedenti ricevono
attraverso le informazioni vestibolari e propriopercettive sufficienti informazioni di compensazione ecco perch
leducazione sensoriale pu sopperire alla naturale povert di immaginazione. (Romagnoli, 1996).
9
Il verbo toccare riassume in s tutte le azioni che la mano compie, dallesplorare, allo sfiorare, confrontare, definire,
ecc. (Bonaccorso [et al.], 1986).
10
Lazione pedagogica deve sollecitare il bambino ad esprimersi attraverso il movimento , mettendo in atto
limmaginazione, il pensiero. In particolare il bambino non vedente deve colmare le carenze mediante lintegrazione
dellarea motoria a quella senso-percettiva. Il Metodo educativo poi non deve solo stimolare losservazione ma anche
guidandolo perch egli proceda con ordine e con voglia. (Brambring, 2004).
limportanza di non eccedere nella quantit degli oggetti poich essi devono essere
presentati in modo mirato richiamando lordine sopra esposto;
lestetica dellambiente e degli oggetti (armonia delle forme, cura dellambiente) che
sviluppa il gusto e lautonomia decisionale. Maria Montessori (1962) sostiene che proprio
lestetica attiri il bambino facendogli gustare gli oggetti e Gioberti [et al.] (1986) parlano di
un ordine spaziale e delle cose, una simmetria, proporzione delle immagini uditive e tattili
che incrementa il gusto del bello per una scelta soggettiva che promuova uneducazione
alloriginalit.
Come anticipato in precedenza il Materiale sensoriale di Sviluppo pu costituire il
luogo di avvicinamento in cui tali orientamenti si soddisfano sia per il Metodo Montessori sia
per la didattica per la disabilit visiva. Sulla base di ci si cercher di identificare alcuni
procedimenti che possano permettere di elaborare la differenza principale delle due didattiche;
cio il senso visivo (in particolare il colore), per poter adattare il materiale sensoriale alluso
del bambino non vedente. Per far ci si vuole proporre concretamente un materiale che possa
aprire il primo passo per un percorso pi complesso in cui realizzare un rapporto sinergico,
fattibile e tangibile, tra il Metodo Montessori e la didattica della disabilit visiva.
particolare lo sviluppo dei sensi precede lo sviluppo delle attivit superiori intellettuali e nel
bambino dai 3 ai 6 anni nel periodo della formazione. Per tale motivo essenziale muoversi
nella primissima infanzia sia per il soggetto vedente sia per il bambino non vedente che deve
procedere nel percorso di potenziamento compensativo (Romagnoli, 1996, 15) affinch si
formi quella memoria muscolare che rende possibile luso corretto dei singoli sensi.
Anche Ceppi parla di Materiale delleducazione sensoriale specificando limportanza di
selezionarlo scientificamente e pedagogicamente. In particolare se si vogliono insegnare
similitudini e differenze bene usare oggetti di natura ben definita e facilmente esplorabile.
Poich lesplorazione favorisce le esperienze e permette di fare ragionamenti di tipo
cognitivo, in base allobbiettivo si devono usare materiali diversi, ricchi di dettagli, che
stimolino lesplorazione tattile e modalit di presentazione differenti in cui linsegnante deve
perseguire delle tracce obbligatorie e graduare gli esercizi.
In tal senso Maria Montessori, che prima ancora ha rilevato tali esigenze, suddivide il
materiale sensoriale in gruppi di oggetti in base ad una determinata qualit fisica. In ogni
gruppo la stessa qualit si presenta in gradi differenti per cui in esso vi un estremo massimo
ed uno minore che mostrano in modo palese le differenze, cio il contrasto che risalta
nellattivit esplorativa e attira linteresse del bambino. Lisolamento di una sensazione rende
maggiormente chiare la differenziazione e dunque la classificazione procedendo verso una
conoscenza superiore. Durante lesercizio il bambino coinvolto non solo nel fare e disfare,
che lo occupa nel tempo, ma nellessere attivo, nella possibilit di interagire ragionando, con
la critica, con lattenzione interessata dallesattezza, con la capacit di distinguere sempre pi
le piccole differenze. La strutturazione del materiale infatti favorisce il ragionamento proprio
perch organizzato in base a delle caratteristiche.
Il Materiale Sensoriale elaborato da Maria Montessori piuttosto vasto e coinvolge i
diversi sensi: visivo, uditivo, tattile, barico, termico, steregnostico.
In questo lavoro si riflettuto allo scopo di trovare strategie di adattamento che facciano
riferimento a tutti e due i principi pedagogici con lobbiettivo di coniugare le finalit di
entrambi (per altro molto vicine) mediante lo stesso utilizzo del Materiale montessoriano.
In particolare si proceduto analizzando le diverse prospettive: da un lato la percezione
tattile costituisce uno spazio limitato e per il bambino non vedente necessaria lintegrazione
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di tutte le percezioni ottenute con i sensi vicariati della vista; dallaltro, analizzando lo stesso
materiale sensoriale, ci si rende conto che pur considerando altri sensi oltre a quello tattile,
come lolfatto, il gusto e ludito che compaiono negli stessi materiali di sviluppo, essi, anche
quando sono utilizzati come canale predominante di conoscenza delloggetto, necessitano
dellintegrazione tattile la quale permette di acquisire informazioni maggiori della realt
esplorata. Ad esempio nelle due scatole dei rumori11 realizzate con cilindri contenenti vari tipi
di renella, la percezione tattile oltre che uditiva permette di confrontare le varie informazioni
di peso, dimensioni, ecc, ricostruendo un tutto unitario. Dunque la funzione della mano
sembra essere essenziale in ogni conoscenza, ecco perch, nel nostro percorso di adattamento,
le ipotesi di rielaborazione del Materiale Sensoriale non possono prescindere dal senso tattile.
Rimane pur vero che il senso tattile pu talvolta, in base al materiale, non essere sufficiente
per captare tutte le informazioni poich non agisce a distanza (si pensi ai campanelli sonori e
alle differenze dei suoni percepibili con ludito il quale rileva anche le distanze).
Concludendo, pur asserendo il bisogno dellintegrazione dei sensi nellesplorazione del
mondo circostante, innumerevoli riflessioni ci mostrano come, nello stesso utilizzo del
Materiale sensoriale, lesplorazione tattile completa ogni conoscenza e diventa il senso pi
importante nella costruzione delle immagini per il bambino non vedente e per il bambino
vedente che conosce e apprende toccando e manipolando. Il bambino che utilizza il Materiale
sensoriale acquista una modificazione e abilit dei movimenti della mano percependo sempre
le differenze pi fini poich, come afferma Montessori, le cose che non si distinguono, non
esistono (Montessori, 1962, 181).
La percezione aptica12 infatti, pu compensare la percezione visiva e permettere al
bambino non vedente di esplorare, manipolare e conoscere il Materiale Sensoriale, facendo s
che egli possa realizzare lapprendimento per cui lo stesso materiale concepito.
In sintesi si delinea con maggior chiarezza lo scopo di questo lavoro ovvero sostituire
nellutilizzo del Materiale Sensoriale la percezione visiva con quella tattile mediante alcuni
accorgimenti, senza modificare i principi pedagogici insiti nel materiale, i quali risultano
11
Si tratta di uno frdei materiali proposti da Maria Montessori allinterno del materiale di sviluppo sensoriale.
Rvsz, G. (1938) elenca 10 caratteri della percezione aptica (in essa la mano ha un ruolo determinante poich
permette di realizzare le percezioni tattili che poi vengono sintetizzate in un tutto omogeneo) necessari a un bambino
con disabilit visiva i quali sono facilmente ritrovabili nella strutturazione, presentazione e azione stessa che il Metodo
Montessori prevede per mezzo del Materiale Sensoriale.
12
particolarmente validi perch il bambino non vedente realizzi la percezione aptica secondo i
principi indicati da Rvsz.
In base a questi presupposti e coniugando i principi pedagogici della didattica per alunni
con disabilit visiva con quelli del Metodo Montessori, risulta particolarmente interessante
analizzare il cubo del binomio quale materiale complesso e degno di attenzione sia dal punto
di vista didattico sia dal punto di vista tiflologico. Quello che si far nel prossimo paragrafo
una sperimentazione concreta che, ancorandosi alle teorie fin qui esposte, realizzi un lavoro
pratico di rielaborazione per una reale fruizione del cubo del binomio tale da perseguire
integralmente gli obiettivi di apprendimento a cui esso tende.
2.3. Sperimentazione: adattamento del cubo del binomio per una possibile fruizione da parte
degli alunni con disabilit visiva
Prima di presentare il cubo del binomio bene fare una premessa di ordine teorico che
qualifichi il suo utilizzo gi dalla prima infanzia.
Tale materiale classificato tra quelli che agevolano la formazione della mente
matematica. Maria Montessori sostiene che proprio i limiti, caratteristica del materiale
sensoriale, hanno tanto pi valore quanto sono esatti, essi costituiscono una specie di organo
di precisione per orientarci nello spazio. Leducazione deve mirare, quindi, essenzialmente a
far ordine nella mente del bambino. Il materiale sensoriale capace di condurre i bambini gi
dai tre anni di et ad attivit concentrate, va considerato non solo come un aiuto ad esplorare
lambiente e a conoscerlo ma anche come mezzo di sviluppo della mente matematica. Che la
mente matematica poi, agisca sin dalla prima et della vita si vede chiaramente non solo
dallattrattiva che lesattezza attribuisce allo svolgimento degli esercizi, e quindi ad ogni
azione del bambino, ma pure dal fatto che lordine una delle pi potenti e primitive
sensibilit proprie dellinizio del periodo formativo. Mente matematica
dunque, la
definizione di un carattere, cio la sintesi di varie qualit acquisite sulla base dello sviluppo
armonico di potenzialit esistenti nel bambino. Il bambino ha una particolare sensibilit
allordine dellambiente che lo circonda fin dai primissimi anni di vita, sensibilit definita da
Maria Montessori periodo sensitivo dellordine (si pensi alla tendenza a riordinare per
grandezza a porre in fila per lunghezza, ecc.). In questo sviluppo ogni fase frutto della
precedente, preparazione di quella che segue; ogni fase come il terreno destinato ad
accogliere determinati semi in determinati periodi.
Il materiale sensoriale, creato con criteri matematici una reale preparazione alla
formazione della mente matematica.
Da queste brevi premesse si comprende limportanza di alcuni principi pedagogici
illustrati fino ad ora e anche la rilevanza che si vuole dare al cubo del binomio il quale,
sebbene nella fascia di et compresa tra i 3 e i 6 anni sia utilizzato come materiale sensoriale
per esercitare i sensi e di conseguenza per agevolare la conoscenza delle cose e del mondo,
fornisce comunque al bambino l'esperienza tangibile del modo in cui il cubo pu essere diviso
e suddiviso e pone le basi per lo studio successivo dellalgebra.
Il cubo del binomio si presenta come un cubo di legno composto da cubi e
parallelepipedi di diversa dimensione, si tratta della rappresentazione concreta di una precisa
formula algebrica: (a+b) = a+3 ab+3 ab+b. In particolare i fattori dellequazione sono
rappresentati dai cubi e dai parallelepipedi. Nello specifico il materiale composto da 8 pezzi:
2 cubi di colore rosso e blu e 6 prismi di colore nero e rosso oppure nero e blu, tutti contenuti
in una scatola cubica di legno che si apre e mostra alla base un vassoietto che sorregge il
cubo. Nella parte interna del coperchio e nella base costituita dal suddetto vassoietto,
riprodotta la faccia del cubo che gli corrisponde (fig. 1).
Poich lerrore dato sia dalla scatola in cui lalunno deve ricostituire il cubo sia dal
colore, risulta fondamentale trovare un accorgimento adattivo affinch la percezione visiva sia
compensata dalla percezione tattile.
Facendo riferimento alle riflessioni teoriche esposte nel paragrafo precedente,
considerazioni che gli stessi principi del Metodo Montessori hanno suscitato, non risulta
ottimale sostituire i colori con una superficie ruvida poich tale sensazione tattile
costituirebbe unulteriore esperienza percettiva che sommata alle altre creerebbe una sorta di
caos percettivo. Inoltre la ricomposizione esatta del cubo allinterno della scatola richiede che
le superfici dei cubi e dei parallelepipedi siano lisce e che non creino ulteriore spessore o
motivo di movimento. Alla luce di ci sembra opportuno cercare un segno percepibile con il
tatto che identifichi le facce dei cubi e dei parallelepipedi di ugual colore e che sostituisca la
percezione visiva. Anche in questo caso dovrebbe essere una caratteristica non
eccessivamente rilevante e che dia la possibilit di comprendere le corrispondenze delle facce
dei cubi e dei parallelepipedi senza nascondere quelle qualit primarie di forma che lalunno
deve identificare. Egli infatti, deve comprendere come le parti in cui il cubo suddiviso
possono essere ricomposte e che tali figure geometriche unite tra loro possono costituire un
cubo esatto in base a regole di posizione e dimensione.
La proposta concreta per sostituire la percezione visiva dei colori, consiste
nelleffettuare un segno tattile impresso nelle facce blu e un ulteriore segno nelle facce rosse
lasciando le facce nere con la superficie liscia. Il segno suddetto pu essere costituito da un
incisione che ripercorra tutte le facce. Si potrebbe praticare un segmento di linea retta, che
divida a met le facce del cubo blu, delle dimensioni di qualche millimetro in profondit e
larghezza. Nelle facce del cubo rosso, pi grandi di 1 cm rispetto alle facce del cubo blu, si
potrebbero praticare due linee parallele poste nella parte centrale delle facce, sempre di
spessore e larghezza di qualche millimetro e distanti circa 3 mm tra loro. Le facce nere
potrebbero distinguersi rimanendo perfettamente lisce.
In tal modo il bambino nel manipolare i cubi e i parallelepipedi riconoscer, mediante
tali segni incisi, le facce di ugual dimensione e potr posizionare in modo corretto i
componenti del cubo facendole combaciare tra loro. Come anticipato anche il coperchio e il
vassoietto dovranno recare limmagine della faccia del cubo composta da un quadrato blu, da
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uno rosso e da due rettangoli neri, che sono rispettivamente le facce del cubo blu, del cubo
rosso e dei parallelepipedi. Assemblati nel modo giusto essi formano il quadrato di lato 5 cm.
che riproduce una delle sei facce uguali del cubo del binomio il quale si forma mediante la
composizione degli otto pezzi.
Per chiarire meglio il procedimento e lutilit di tali accorgimenti atti a favorire il
riconoscimento tattile delle caratteristiche che il materiale presenta attraverso i colori, si
illustrano brevemente le fasi di adattamento.
Inizialmente si realizzato il cubo con legno grezzo riproducendo tutti i componenti.
Nella fase successiva sono stati realizzati i segni tattili nelle facce dei vari pezzi secondo
il principio riflettuto in precedenza. In pratica, mediante una seghetta a ferro e lutilizzo di una
morsa che ha assicurato fermi i vari pezzi stata praticata unincisione corrispondente a un
segmento di linea retta nella parte centrale (costituendo cos una sorta di asse di simmetria)
delle sei facce del cubo di misura 2 x 2 x 2 e nelle facce di ugual misura dei 3 parallelepipedi
che misurano appunto, 2 x 2 x 3.
Figura 2
Le facce rettangolari di misura 2 x 3, presenti nei parallelepipedi, sono state lasciate
lisce. Lessenziale che tutte le facce uguali rechino lo stesso segno percepibile con il tatto.
Prima di proseguire con le fasi di realizzazione bene fare una precisazione in virt dei
principi teorici espressi fino ad ora. Il lettore di questo lavoro potrebbe esporre un dubbio
affermando che il bambino non vedente potrebbe riconoscere i componenti del cubo senza la
presenza di ulteriori segni tattili. Egli, dunque, potrebbe distinguere i vari pezzi mediante una
particolareggiata esperienza tattile guidata per il riconoscimento delle differenze, delle forme
e delle posizioni. Un sufficiente esercizio gli consentirebbe di acquisire la necessaria
consapevolezza dei pezzi.
La risposta a tale ipotetico dubbio non pu che avvalersi dei principi del Metodo
Montessori secondo i quali tale materiale consente al bambino due esperienze sensoriali:
quella tattile e quella visiva. Per riprodurre la stessa metodologia di osservazione dunque
necessario far effettuare al bambino non vedente unesplorazione che racchiuda gli stessi
elementi presenti in quella del bambino vedente. In tal senso la conoscenza del materiale deve
passare per unesplorazione tattile, che sostituisca lesperienza visiva, ed unulteriore
esplorazione, pi globale e sommaria alla pari di quella che il bambino vedente effettua
manipolando e maneggiando i componenti del cubo del binomio. Si tratta dunque di unire due
tipi di percezioni per lidentificazione dei componenti e soprattutto per guidare la
ricostruzione mediante indizi tattili che controllino lerrore. Tale funzione normalmente viene
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educazione del senso estetico di cui si parlato, la quale lo rende autonomo nelle scelte in cui
guidato da un proprio senso del gusto. Tale accorgimento risulta particolarmente utile anche
per i bambini ipovedenti che hanno, pur se limitata, una percezione dei colori.
Daltro canto per, si ritiene che, se da un lato, per i motivi sopra esposti, il cubo vada
colorato nelle sue parti, dallaltro lato si pensa che nella presentazione del materiale la
maestra non debba necessariamente associare verbalmente i pezzi al loro colore, almeno per i
bambini pi piccoli. Il motivo di questa limitazione risiede nel fatto che il colore, percepibile
con la vista, per il bambino non vedente, viene integralmente sostituito dal segno tattile
praticato sulle facce. Infatti, come gi detto, la persona con disabilit visiva non ha alcuna
percezione del colore poich esso non ha n forma n dimensione, dunque non pu essere
rappresentato mentalmente con unimmagine tattile. In tal senso nel pronunciare le parole: re
cubo rosso, il bambino dovrebbe essere abbastanza maturo da comprendere che il termine
rosso esprime un concetto astratto per il quale non pu costruire unimmagine tattile ma
poich per il bambino di 4/5 anni pu essere difficile comprendere tale astrazione si potrebbe
correre il rischio che egli associ allaggettivo rosso quel particolare oggetto generalizzando
tale attributo a tutti i cubi di quelle dimensioni. In tal modo, quando egli si trover ad
esplorare tattilmente un cubo identico per forma e dimensione potrebbe associare ad esso il
colore rosso anche se nella realt ci potrebbe non essere vero. In sintesi, si ritiene che sia
necessario colorare il materiale ma che non sia del tutto opportuno nominare verbalmente i
pezzi associando il loro colore. Questa ulteriore identificazione andrebbe a rendere
maggiormente complesso lesercizio di memoria. Dunque la proposta pi valida, a nostro
avviso, consta nellidentificare i cubi mediante un diminutivo e un accrescitivo che si
associno alle reali dimensioni, qualit che il bambino percepisce con lesplorazione tattile e
che quindi pu collegare alla sua immagine mentale. In tal senso si potr dire: re cubone e
re cubino, favorendone cos il riconoscimento, allo stesso modo di come il colore favorisce
il bambino vedente.
A questo punto stato necessario pensare un metodo pratico per realizzare nel
vassoietto e nel coperchio limmagine proiettata della faccia del cubo del binomio che andr a
combaciare con essi. In particolare la faccia del vassoietto servir al bambino per
riposizionare i cubi e parallelepipedi nelle posizioni iniziali, quindi in esso dovranno essere
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presenti gli stessi segni tattili delle facce del cubo. Per realizzare la proiezione della faccia
sottostante del cubo del binomio sul vassoietto si sono utilizzate delle carte adesive
plastificate, nei tre colori, rosso, blu e nero. Sono stati ritagliati: un quadrato rosso di lato
3cm., due rettangoli neri di lati 3 x 2 cm., un quadrato blu di lato 2 cm. In seguito sono state
attaccate nel vassoietto in modo da realizzare la faccia del cubo del binomio, ossia un
quadrato di lato 5 cm. Successivamente sono stati praticati gli stessi segni tattili realizzati nei
componenti del cubo, ovvero un segmento di linea retta nel centro del quadrato blu e due
paralleli nel quadrato rosso. Lo stesso procedimento stato effettuato per applicare le facce
adesive nel coperchio.
Il cubo completato mediante segni tattili e coloritura viene illustrato nelle successive
quattro foto (fig. 19- 20- 21- 22- 23) mediante le fasi di scomposizione e ricomposizione del
cubo.
Nella figura 19 si posizionato il re cubino e i cortigiani con la faccia recante il
segno tattile costituito dal segmento di una linea retta, posta verso lalto (nella descrizione
della foto si fa gi riferimento ai segni tattile sostituendo il colore, rimane comunque evidente
che tale cubo di colore blu). Nella figura 20 si sono schierati i cortigiani del re cubone
che recano il segno tattile costituito dai due segmenti di linea retta paralleli, con le suddette
facce rivolte in alto. Nella figura 21 si pone re cubone davanti ai suoi cortigiani. Nella
figura 22 si riposizionano i pezzi rossi e blu (re cubone e i suoi cortigiani) seguendo
lordine inverso e appoggiandoli man mano nel vassoietto in modo corrispondente alla figura
che esso reca, dunque facendo combaciare le facce recanti lo stesso segno tattile. Nella figura
23 vengono riposizionati re cubino e i suoi cortigiani completando cos lintero cubo. In tal
modo il cubo del binomio ricomposto rispettando le corrispondenze tattili.
Figura 19
Figura 20
Figura 21
Figura 22
Figura 23
In un primo momento avviene la scomposizione del cubo per piani e i pezzi si mettono in
ordine sparso. In questa fase la maestra deve illustrare minuziosamente i pezzi aiutando il
bambino non vedente ad esplorare loggetto con tutte e due le mani secondo i principi della
percezione aptica indicati da Rvsz. Se, come spesso si sottolineato, importante una
continua e particolareggiata verbalizzazione affinch il bambino non vedente sia aiutato a
cogliere i particolari, dallaltro vero ci che asserisce Maria Montessori, e cio che
linsegnante deve usare una terminologia precisa senza troppi fronzoli che potrebbero
confondere il bambino. Per questo motivo ella deve conoscere bene il materiale e essere
preparata al suo compito. Ci infatti ancor pi vero per il bambino non vedente che ha
necessit di cogliere le qualit essenziali per ricostruire mentalmente loggetto. Inoltre
risulta utile che linsegnante sottolinei le differenze di forma e di dimensione evidenziando
gli accoppiamenti e i rispettivi segni tattili.
Nella teoria di Lev Vygotskij la zona di sviluppo prossimale (ZSP) un concetto fondamentale che serve a spiegare
come l'apprendimento del bambino si svolga con l'aiuto degli altri. La ZSP definita come la distanza tra il livello di
sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale, che pu essere raggiunto con l'aiuto di altre persone, che siano adulti
o dei pari con un livello di competenza maggiore e per mezzo di strumenti idonei.
Quali vantaggi dunque? Nellottica dellintegrazione ci vuol dire che una didattica
della disabilit che si avvale anche di altri Metodi, consente al bambino non vedente di
divenire partecipe della societ e dunque compartecipe dello sviluppo degli altri e della
societ stessa. Questo consente di poter mette a servizio di tutti le sue potenzialit arricchendo
se stesso e gli altri. Una scuola che muove allarmonico sviluppo di ognuno, che si avvale di
tutti gli strumenti di cui possiede, diventa sicuramente un luogo di crescita effettiva,
significativa, multipla.
La sviluppo sensoriale di ogni fanciullo corrisponde sicuramente a questo progetto
poich correlato allintelligenza in quanto fornisce uno stimolo intellettivo in ugual misura
per il bambino vedente e per quello non vedente, entrambi diventano protagonisti principali
della propria educazione.
Lattuazione di questa proposta didattica ritengo che possa costituire lapertura di un
unione altamente produttiva per la scuola, per la societ e per i bambini.
stato dimostrato da numerose ricerche nel campo della didattica che luso di materiali,
oggi definiti artefatti, indispensabile nel processo di acquisizione di conoscenze poich il
bambino prima di acquisire il concetto e passare allastrazione di esso, deve fare esperienza
concreta, deve cio avere una rappresentazione tangibile di tale concetto. Lazione dunque,
produce la conoscenza reale che progressivamente viene astratta. Questo principio lo stesso
che guida il materiale sensoriale che potremo definire senza commettere alcune errore un
artefatto didattico altamente strutturato e specifico per lo scopo a cui diretto. Lartefatto
infatti si lega a dei segni che esso stesso produce, che possono essere gesti, parole, disegni, i
quali permettono a loro volta il passaggio al concetto. Lesperienza sensoriale realizza tali
processi semiotici e permette al bambino di acquisire il concetto partendo dalla manipolazione
dellartefatto. Il valore di mediatore semiotico, che in tal modo contraddistingue lartefatto,
necessita per dellazione dellinsegnante, che consapevole del potenziale semiotico, guida il
processo di produzione di segni in quello che potrebbe essere definito ciclo didattico
(Bartolini Bussi, Mariotti, 2008).
La moderna didattica orientata verso questi principi che la stessa Montessori aveva gi
implicitamente teorizzato.
Sara Polini,
insegnante di Scuola Primaria