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(didattica multimediale)
Le continue e complesse trasformazioni che caratterizzano la “liquidità” della società attuale,
generano, rispetto al passato, nuovi valori e stili di vita, che determinano un cambiamento delle
modalità conoscitive e comunicative dell’individuo.
In questa nuova prospettiva sociale la visione costruttivista del sapere, in particolare quella del
costruttivismo socio-culturale, fornisce una risposta affinché l’individuo possa divenire protagonista
responsabile della sua crescita personale e sociale, attraverso un impegno durevole per tutto l’arco
della vita.
Il modello di apprendimento significativo presentato in questo contributo intende proporsi come una
via praticabile nel contesto formativo e scolastico, per promuovere nello studente la competenza
intesa come “saper agire, reagire e co-agire pensando”, per aprirsi responsabilmente
all’apprendimento del futuro e costruire e co-costruire una cittadinanza consapevole.
In un’ottica europea è la competenza dell’imparare a imparare, che può essere sollecitata in
percorsi formativi learning centered, attenti a tutte le dimensioni della personalità dell’apprendente
(cognitiva, metacognitiva, pratico-operativa, affettivo-motivazionale, relazionale-sociale). È la
competenza che viene alimentata in ambienti di apprendimento che valorizzano i saperi naturali
dello studente e danno enfasi al suo ruolo attivo e riflessivo nei processi di costruzione, co-
costruzione e condivisione di conoscenza e significato. Sono contesti “autentici”, in cui
l’interazione comunicativa e sociale si realizza con altri soggetti, i pari e gli adulti (insegnanti,
esperti) facilitatori, coaches e counselors, ma anche con le tecnologie. Queste ultime, dalle più
tradizionali alle digitali e telematiche, fino alle moderne tecnologie sociali (web 2.0), sono “partner
intellettuali” che aiutano a pensare. La classe diventa knowledge-building community, in cui tutti i
membri sono impegnati in compiti autentici, che incoraggiano l’interdipendenza,
nell’apprendimento efficace, tra saperi formali, informali e non formali.
Il clima di cooperazione e complicità positiva tra i membri del collettivo, sostenuto dall’utilizzo
consapevole e intenzionale delle tecnologie, concorre a promuovere quell’imparare a imparareche
si configura come chiave di volta per costruire oggi la cittadinanza digitale consapevole e,
conseguentemente, ridurre il digital divide, importante causa del knowledge divide.
Il concetto di apprendimento significativo nasce all’interno del paradigma costruttivista della
conoscenza e si sviluppa in molteplici correnti teoretiche, tra cui il costruttivismo socio-culturale.
La conoscenza è un processo di costruzione di significato da parte del soggetto, che rielabora in
maniera personale e in parte arbitraria saperi già acquisiti, sensazioni ed emozioni. Questo processo,
però, non rimane circoscritto alla sfera privata: nella consapevolezza che anche l’altro costruisce la
Questo “villaggio” o “terzo spazio”, in cui l’accesso alla cultura e alle relazioni non conosce più
limiti spazio-temporali, rischia però di trasformare l’Homo contextus in un “gadget” privo di
individualità e di coscienza, permettendogli «di sguinzagliare il […] lato più sadico e oscuro.
L’anonimità che la Rete garantisce, tramite diversi canali, consente a milioni di persone di sfogare
senza filtro tutto il nero che hanno dentro, inquinando di fatto quello che potrebbe (e dovrebbe)
essere una piazza straordinariamente ampia dove scambiarsi opinioni e costruire idee».
C’è anche chi denuncia il pericolo, insito nei new media e nel web 2.0 in particolare, di
indebolimento di «quei canoni di serenità, autorevolezza, vivacità, impegno, buona volontà,
dibattito, critica che sono da sempre trademark della libertà, dell’onestà, della ragione», che
potrebbe via via determinare un appiattimento e svuotamento dei contenuti on-line, nonché la
svalorizzazione della creatività intellettuale e della potenzialità di creare “pensiero nuovo”. La
«poltiglia di informazione amorfa, generata continuamente in rete dal basso, rischia di distruggere
le idee, il dibattito, la critica».
Consapevoli delle potenzialità, così come dei rischi e pericoli connessi all’utilizzo delle tecnologie,
diventa importante riflettere su uno dei compiti prioritari della scuola e della comunità di formatori
ed educatori in genere: guidare tutti i soggetti in situazione di apprendimento, in particolare gli
studenti, a sviluppare le competenze per costruire una cittadinanza digitale attiva e responsabile
nella crescente liquidità dell’era contemporanea.
Pensando alle tecnologie come a valide opportunità per mobilitare tutta la gamma delle capacità
umane, «non solo gli individui avrebbero un miglior rapporto con se stessi stimandosi più
competenti; ma probabilmente si sentirebbero anche più impegnati e capaci di unirsi al resto
dell’umanità per lavorare al bene comune» e costruire senso con il proprio “agire pensando” in
interazione sociale.
Le tecnologie, in quest’ottica, possono realmente contribuire ad assolvere a quell’importante
compito di diffusione a livello universale della conoscenza, intesa come bene comune, così come
evidenziato nella parte iniziale di questa argomentazione.
Le tecnologie digitali e telematiche, le tecnologie sociali emergenti, quindi, vanno pensate come
strumenti capaci di abbattere le barriere tecnologiche ed economiche, di abbattere il digital
divide che è la causa del knowledge divide, per l’effettiva globalizzazione del sapere.