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UNIVERSITATEA PETRE ANDREI DIN IASI

FACULTATEA DE PSIHOLOGIE, STIINTELEEDUCATIEI SI ASISTENTA


SOCIALA

Program postuniversitar: Strategii privind incluziunea și integrarea persoanelor cu


BES

Cursant: Stefano Giannelli


Al giorno d'oggi sono sempre di più a scuola gli studenti che richiedono particolari esigenze dal
punto di vista dell'apprendimento e che vengono chiamati alunni BES (bisogni educativi speciali). Si
tratta di ragazzi che hanno delle difficoltà a scuola didattica a causa di disturbi di tipo cognitivo
(iperattività, DSA o deficit dell'attenzione), disabilità fisiche o mentali oppure soffrono di disagi
legati a elementi economici, alla cultura o alla lingua (come gli studenti stranieri). Tutte queste
tipologie di allievi devono essere inserite nel contesto scolastico in maniera efficiente, al fine di
garantire una perfetta inclusione. Naturalmente è opportuno tenere in considerazione che gli
alunni BES necessitano di un piano personalizzato diverso rispetto agli altri allievi. La scuola
pertanto deve fornire gli strumenti adeguati affinché ciò sia possibile grazie anche alle direttive
espresse dal Ministero della Pubblica Istruzione.
L'inclusività a scuola è un fattore che oggigiorno non può certamente essere sottovalutato.
Favorire la diversità rendendola un punto a favore e non un disagio è uno dei compiti che spettano
agli insegnanti, i quali dovranno occuparsi sia dell'aspetto educativo che di quello psicologico.
Gli alunni con BES devono diventare parte integrante e attiva della classe, partecipare alle attività
che coinvolgono la collettività e non sentirsi esclusi. La disabilità dunque non deve essere intesa
come uno svantaggio, ma deve essere valorizzata affinché il ragazzo non si senta isolato ed
escluso. Per questo motivo non solo gli insegnanti ma anche i compagni di classe hanno un ruolo
molto importante e devono essere coinvolti in tale operazione.
È bene però tenere a mente che ogni alunno ha le sue specifiche peculiarità pertanto non è
possibile attuare uno stesso piano didattico per tutti, ma è opportuno valutare le esigenze
individuali.
La scuola ormai da anni ha dunque messo in atto la didattica inclusiva, ovvero quel percorso
educativo e formativo che ha come scopo l'inserimento e l'inclusione degli alunni con disabilità
o bisogni educativi speciali che devono essere messi nelle condizioni di apprendere e imparare in
maniera ottimale appianando le differenze sociali. Pertanto la didattica dell'inclusione si pone
come fine la valorizzazione delle abilità e delle potenzialità di ogni studente che deve essere messo
nelle condizioni di esprimerle efficacemente.
La didattica dell'inclusione prevede un metodo di studio e di insegnamento grazie al quale tutti gli
studenti possono avere accesso all'istruzione. Per raggiungere tale obiettivo vengono utilizzate
delle strategie didattiche efficaci che sono completamente differenti rispetto ai metodi tradizionali
di insegnamento e che possono essere utili a tutta la classe. L'insegnante dovrà quindi capire qual
è la tecnica migliore a seconda della situazione di partenza dell'alunno.
Una delle strategie migliori da mettere in atto quando si tratta di alunni BES è senza dubbio
la tecnologia: i dispositivi multimediali fanno ormai parte della vita quotidiana di adulti e ragazzi
pertanto possono essere utilizzati anche
in classe. Smartphone, computer e tablet sono solo alcuni degli apparecchi che possono essere
usati a scuola: questi ultimi possono essere adoperati per creare immagini, suoni, video ed
elementi audiovisivi che possono coadiuvare la lezione dell'insegnante. La tecnologia inoltre
permette di utilizzare degli strumenti compensativi che possono supportare i ragazzi nel loro
lavoro. Tra questi bisogna ricordare la sintesi vocale che consente di leggere un testo in maniera
automatica, il riconoscimento vocale che trascrive un testo dettato oralmente attraverso i suoni, gli
audiolibri che danno la possibilità di ascoltare la lettura di un intero testo e i dizionari
elettronici perfetti per gli alunni che parlano una lingua straniera. Tutti questi strumenti
costituiscono un grande aiuto non solo per i ragazzi con BES ma anche per quelli che hanno
difficoltà nell'apprendimento di alcune materie.
Un altro strumento importante che può essere adoperato in classe è sicuramente la LIM ovvero la
lavagna interattiva multimediale. Quest'ultima, rispetto a quella tradizionale, agisce come una
sorta
di computer e permette di creare collegamenti tra le materie, mappe concettuali, grafici e
immagini. La LIM non solo è utile a fini didattici ma aumenta anche la partecipazione, la curiosità e
l'entusiasmo dei ragazzi.
Un metodo efficace per favorire l'inclusività è senz'altro il lavoro di gruppo chiamato
anche cooperative learning. Si tratta di una metodologia educativa che favorisce la collaborazione e
la cooperazione tra i ragazzi, permettendo loro di confrontarsi, di discutere e avere nuovi punti di
vista. Essa insegna a rispettare le divergenze e le differenze di opinione, nonché aumenta il senso di
responsabilità e l'empatia.
Tra le strategie didattiche che possono essere utilizzate a scuola per accrescere l'inclusività bisogna
tenere presente anche la didattica metacognitiva. Questo termine viene usato per indicare un
approccio educativo che si basa non solo sull'apprendimento delle nozioni scolastiche, ma anche
sull'autoriflessione e sullo sviluppo dei processi cognitivi. Attraverso tale processo ogni alunno sarà
in grado di stabilire quali sono le metodologie più idonee all'acquisizione delle competenze e delle
conoscenze specifiche. In questo modo sarà possibile migliorare le capacità di correzione dei propri
errori e aumentare l'attenzione durante la lezione. Il docente pertanto dovrà stimolare
continuamente l'allievo fornendogli le risorse necessarie per raggiungere tale obiettivo. La didattica
metacognitiva si può adoperare con gli studenti di qualsiasi ordine e grado: già a partire
dalla scuola

primaria infatti i bambini possono ottenere delle tecniche e delle metodologie da utilizzare poi
anche successivamente.
Il docente ha un ruolo specifico nella didattica dell'inclusione ovvero quello di avviare un percorso
didattico personalizzato per gli alunni con bisogni educativi speciali. Per raggiungere tale obiettivo
è necessario innanzitutto creare un ambiente scolastico positivo e accogliente, in cui i ragazzi si
sentano a proprio agio e liberi di esprimere se stessi. In tal caso potrebbe essere utile disporre
banchi e sedie tenendo in considerazione non la classica disposizione frontale ma quella in cerchio.
In questo modo gli allievi saranno più aperti all'ascolto e alla comprensione dell'altro. Oltre a ciò
l'insegnante può attuare le attività di laboratorio che consentono di lavorare non solo nell'ambito
teorico ma anche in quello pratico. È bene poi capire quali sono le conoscenze di base di ogni
alunno e quali sono le sue potenzialità in maniera tale da sviluppare un percorso idoneo per
l'apprendimento. Una volta fatto questo è necessario far capire agli alunni che non bisogna avere
paura degli errori, ma è possibile sfruttarli per migliorarsi. Allo stesso modo è necessario
valorizzare i punti di forza e ridurre al minimo quelli di debolezza.
Gli alunni con disabilità si trovano inseriti all’interno di un contesto sempre più variegato, dove la
discriminante tradizionale - alunni con disabilità / alunni senza disabilità - non rispecchia
pienamente la complessa realtà delle nostre classi. Anzi, è opportuno assumere un approccio
decisamente educativo, per il quale l’identificazione degli alunni con disabilità non avviene sulla
base della eventuale certificazione, che certamente mantiene utilità per una serie di benefici e di
garanzie, ma allo stesso tempo rischia di chiuderli in una “cornice” ristretta.
Nella società della conoscenza tutti gli studenti devono essere messi in condizione di avere accesso
a forme di apprendimento continuo, necessarie per diventare cittadini attivi e responsabili. Ogni
allievo deve poter sviluppare la propria competenza e la propria possibilità di apprendere
continuamente all’interno di diversi e mutevoli contesti e processi formativi. Il processo di sviluppo
e apprendimento del singolo, in continuo cambiamento, deve avvenire in sintonia con il
cambiamento di tutte le persone e dei contesti; la scuola deve costituire perciò un pilastro per lo
sviluppo, l’inclusione e la cittadinanza di tutti i suoi studenti. Tutto questo non risulta di semplice
realizzazione; la scuola attuale è infatti chiamata ad affrontare quello che viene considerato il
“dilemma del pluralismo educativo”: coniugare i differenti bisogni educativi – individuali, sociali,
culturali, religiosi, etnici – degli allievi e delle loro famiglie – con il dovere di elaborare un progetto
formativo comune, coerente con il contesto territoriale e, soprattutto, in grado di garantire il
successo formativo. Occorre costruire pensieri e azioni intenzionali, mirati e condivisi che si
traducano sostanzialmente in un nuovo modo di pensare e fare la scuola e, innanzitutto, in una
“nuova” didattica.

Ogni insegnante, da sempre, cerca di aiutare al meglio ogni suo allievo, anche attraverso l’impiego
di strumenti e strategie differenziate e originali varie, povere o sofisticate, materiali o virtuali: non
si tratta di “aggiungere” nuovi compiti agli insegnanti, bensì di migliorare e aggiornare saperi e
pratiche al fine di renderli più efficaci (ad esempio facendo riferimento alle diverse forme di
intelligenza e agli stili di apprendimento preferiti. Gli insegnanti non devono variare tante
didattiche quanti sono gli allievi con BES, ma devono sperimentare un nuovo modello didattico
inclusivo adeguato alla complessità della classe che tenga conto delle differenti modalità e
strumenti per tutti.
Il nuovo sistema scolastico indica i saperi essenziali (conoscenze e abilità) per il loro
conseguimento, lasciando alle singole istituzioni scolastiche la libertà di scegliere le soluzioni
didattiche migliori e più favorevoli allo scopo. Tutti gli allievi devono infatti essere messi in
condizione di poter sviluppare competenze adeguate all’apprendimento e alla partecipazione
(quindi essere inclusi), ciascuno secondo le proprie modalità e potenzialità. Viene così evidenziata
la necessità del possesso e dello sviluppo delle competenze psicopedagogiche di tutti i docenti. Il
richiamo a questo tipo di competenze è molto importante poiché il concetto stesso di competenza
si fonda sulla capacità di mettere in relazione i propri saperi con i contesti e dunque ripropone
l’approccio necessario per progettare e realizzare processi di personalizzazione e
individualizzazione per i propri allievi.
La programmazione didattica deve garantire il raggiungimento di competenze di base per tutti gli
allievi (con particolare attenzione a quelli con BES) attraverso l’individualizzazione, ossia il processo
che attribuisce alla scuola la principale responsabilità del successo formativo dello studente perché
prevede che l’organizzazione scolastica adegui l’insegnamento alle differenti caratteristiche di
ciascun alunno. Corrisponde alla prospettiva di garantire a tutti gli alunni il diritto all’uguaglianza
dei traguardi formativi e il diritto alla diversità dei bisogni e delle caratteristiche cognitive di ciascun
alunno. Ciò comporta ovviamente una particolare cura per gli alunni con difficoltà.
L’individualizzazione si rende possibile attraverso la precisa costruzione di percorsi didattici che
prevedano:
 l’osservazione e la valutazione iniziale delle competenze degli alunni;
 la definizione di obiettivi specifici di apprendimento a partire dalle Indicazioni Nazionali;
 l’organizzazione di contesti didattici ricchi e stimolanti;
 l’uso di metodologie diversificate (lezione frontale, cooperative learning, tutoring, didattica
laboratoriale, ecc.),
 pianificazione dei tempi di insegnamento-apprendimento che tengano conto del
raggiungimento di livelli minimi di padronanza da parte di ciascuno studente
 verifiche periodiche e strategie di recupero e consolidamento.

Per avviare una progetto personalizzato occorre realizzare un’attenta osservazione degli interessi e
dei comportamenti degli alunni, delineando una rete di obiettivi in cui ciascuno potrà individuare i
propri traguardi e definendo a grandi linee le attività da svolgere attraverso percorsi
multidisciplinari, in un ambienti stimolante, dove si privilegia una didattica di tipo laboratoriale che
tende a valorizzare la partecipazione autonoma dell’allievo nel processo di costruzione delle sue
competenze.
Gli insegnanti devono compiere scelte formative e valutative, variando le strategie didattiche per
offrire a tutti la possibilità di partecipare e di imparare e assumendo il ruolo di facilitatori e
organizzatori dell’ambiente di apprendimento; si sottolinea la necessità di predisporre l’ambiente
scolastico in modo da ridurre le fonti di distrazione e di usare tecniche educative caratterizzate da
aiuti visivi, tempi di lavoro brevi e con piccole pause, nonché da costanti gratificazioni.
Una delle sfide più importanti per gli insegnanti di oggi è quella della didattica inclusiva, che
dovrebbe adattarsi a tutti gli alunni in maniera personalizzata. Tuttavia, non è sempre
facile attuare strategie didattiche inclusive nelle proprie lezioni, date le poche risorse e il tempo a
disposizione.
I principali obiettivi della didattica inclusiva sono:

 valorizzare stili di apprendimento differenti, sfruttando i punti di forza degli studenti


 favorire la partecipazione dell’intera classe, rispetto alle tradizionali lezioni frontali
 sviluppare l’autostima degli alunni e la fiducia nelle loro capacità
 facilitare l’apprendimento, rendendolo interattivo e coinvolgente
 mantenere alta la motivazione di ciascun alunno
 creare opportunità di dialogo e collaborazione

Quindi, i destinatari della didattica inclusiva sono tutti gli studenti, con particolare attenzione a
quelli con bisogni educativi speciali. Tuttavia, le strategie didattiche inclusive per DSA, come
l’apprendimento cooperativo o l’uso di tecnologie didattiche, possono essere utili anche agli altri
alunni.
Sulla base delle riflessioni presentate in questo lavoro, si può concludere che per un’adeguata
analisi dell’inclusione scolastica non ci si può limitare a porre lo sguardo sui singoli aspetti di
contenuto, tralasciando la rete di relazioni che si creano nell’intero contesto didattico. Si vuole
suggerire, infatti, un approccio allo studio dell’inclusione basato su una ricerca multidimensionale,
che considera e valorizza la complessità del contesto e l’eterogeneità dei suoi “protagonisti” e
analizza le dinamiche interattive esistenti sia all’interno che al di fuori dell’ambiente scolastico.

BIBLIOGRAFIA

AA.VV., BES a scuola. I 7 punti chiave per una didattica inclusiva, (Erickson, 2015)

Isidori M.V., Bisogni educativi speciali (BES). Ridefinizioni concettuali e operative

per una didattica inclusiva, (Franco Angeli Editore, 2015)

Lampacrescia E. – Porfiri L., BES e inclusività. Metodi e strumenti per una didattica

individualizzata e personalizzata, (La Spiga Ed., 2015)

Carlini A., BES in classe. Modelli didattici e organizzativi, (Tecnodid Editrice, 2017)

Ciambrone R. – Fusacchia G., I BES. Come e cosa fare, (Giunti Edu, 2014)

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