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L’UNITÀ DI

APPRENDIMENTO
Guida Pratica per il Concorso
Ordinario

STEFANO SANSINI
Copyright © 2022 Stefano Sansini
Tutti i diritti riservati.
INDICE

INTRODUZIONE

1. COS’È UN’UNITÀ DI APPRENDIMENTO?

2. LA FASE DI PROGETTAZIONE DIDATTICA

3. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

4. ESEMPI DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO

5. PREPARAZIONE ALLA PROVA CONCORSUALE

6. STRUTTURA SCHEMATICA DELL’UDA


INTRODUZIONE

Questo manuale rappresenta un utile e pratico compendio di schemi e


strategie per la progettazione didattica di Unità d’Apprendimento (UDA).
Le indicazioni e gli esempi qui contenuti possono essere d’aiuto sia per
coloro che devono prepararsi alla parte orale del Concorso Ordinario per
docenti, sia per chi necessiti di alcune linee guida per comprendere come
impostare in maniera efficace una lezione in cattedra.
Nella trattazione viene proposto un format generale per la strutturazione di
UDA e sono altresì presenti degli esempi pratici che illustrano in maniera
concreta come creare delle Unità d’Apprendimento efficaci, declinate a due
diverse discipline.
L’ultima parte del manuale è dedicata agli alunni con Bisogni Educativi
Speciali. Sono riportati tutti i riferimenti specifici relativi alla normativa per
l’inclusione e le strategie didattiche da implementare nell’UDA.
Puoi trovare infine un capitolo tutto dedicato ai suggerimenti per il
superamento della prova concorsuale per docenti.
Nella speranza che questo compendio possa aiutare i candidati a districarsi
nella complessità che si cela dietro ad una progettazione didattica, auguro a
tutti i lettori uno studio proficuo e un brillante futuro da docenti di ruolo.

Stefano Sansini
1. COS’È UN’UNITÀ DI APPRENDIMENTO?

Prima di descrivere il contesto e la struttura relativa ad un’UDA, dobbiamo


prima distinguere il significato di Unità di Apprendimento da quello
dell’Unità Didattica (UD).
L’Unità Didattica è incentrata sull’operato dell’insegnante, ovvero la
programmazione che consta di argomenti, obiettivi, fasi di realizzazione e
verifiche che egli fissa. L’UD è ormai caduta in disuso poiché è un modello
che non dà spazio all’individualizzazione dell’apprendimento per lo
studente.
L’Unità di Apprendimento, al contrario, è incentrata sullo studente,
richiedendone la sua partecipazione attiva, e si adatta in maniera flessibile
alle sue necessità di apprendimento. Questo tipo di approccio è basato
sull’acquisizione delle competenze in un contesto multidisciplinare.
L’obiettivo del MIUR, attraverso l’introduzione delle UDA, è stato quello
di trasformare la scuola con un ambiente più inclusivo e partecipativo.
In particolare l'UDA si diffonde nella Scuola italiana grazie ai decreti
applicativi della Legge Delega n.53 del 2003, nota anche come Riforma
Moratti.
L’obiettivo della Riforma Moratti è stato quello di sostituire il concetto di
insegnamento con quello di apprendimento.
Mentre il concetto di insegnamento mette al centro del processo educativo il
docente e le sue metodologie didattiche, il concetto di apprendimento si
rivolge al discente, focalizzandosi sul piano di studio personalizzato (il
percorso didattico che consta di unità d’apprendimento e di fasi di verifica).
A questo proposito si può introdurre anche il concetto di
“individualizzazione” dell’apprendimento. Con questo termine si
intendono quelle strategie didattiche che mirano ad assicurare a tutti gli
studenti il raggiungimento delle competenze

fondamentali del curricolo attraverso una diversificazione dei percorsi di


insegnamento. Per garantire a tutti l'accesso alla conoscenza e al sapere è
fondamentale che la figura dell’insegnante fornisca ai discenti gli strumenti
più idonei per raggiungere gli obiettivi comuni.
Il concetto di “personalizzazione” fa invece riferimento alle strategie
didattiche finalizzate a garantire ad ogni studente una propria forma di
eccellenza cognitiva. Compito dell’insegnante diventa quindi quello di
sviluppare al massimo grado le potenzialità insite in ogni discente. I decreti
legislativi successivi alla Riforma Moratti, cioè il Decreto Legislativo n. 59
del 2004 e il n. 226 del 2005, spiegano il significato di “piano di studio
personalizzato” e soprattutto introducono il concetto di Unità di
Apprendimento. Nelle indicazioni del 2004 si può leggere che il processo
educativo vede come protagonisti sia le istituzioni scolastiche che i docenti
nel progettare delle Unità di Apprendimento che abbiano degli obiettivi
formativi (cioè che vadano quindi a formare un alunno nella sua totalità in
quanto persona).
Arrivati a questo punto, che definizione possiamo dare all’Unità di
Apprendimento?
“Sono occasioni per sviluppare in maniera armonica le capacità
(intellettuali, estetico-espressive, motorie, operative, sociali, morali,
religiose) di ciascuno, ponendolo nelle condizioni di capire il mondo e di
trasformarlo, mentre conosce e trasforma se stesso”.
Ermanno Puricelli, 2003
L’UDA consiste in un percorso interdisciplinare orientato
all’apprendimento. Essa è costituita da un tema centrale, il cosiddetto
“problema”, che ha come obiettivo lo sviluppo delle competenze degli
allievi.
A questa definizione generale bisogna fare alcune puntualizzazioni:
L’Unità di Apprendimento deve mirare al
raggiungimento di competenze ed obiettivi formativi. Ciò
sta a significare che l’UDA non deve avere come unico
obiettivo quello di instillare nella mente dei discenti alcune
nozioni astratte, come se loro fossero dei vasi da riempire.
Nell’UDA è indispensabile settare degli obiettivi formativi
che mirino invece alla formazione della persona in quanto
essere umano. Per fare un esempio pratico, se un’UDA ha
come argomento perno “L’utilizzo corretto dei verbi”, gli
studenti devono essere consapevoli del fatto che non stanno
studiando i verbi con l’unico scopo di prendere un buon
voto al compito in classe, perché questo non crea nessun
tipo di motivazione intrinseca. È invece fondamentale che i
discenti abbiano contezza che lo studio dei verbi non è che
un tassello del puzzle molto più ampio che consiste nello
sviluppo di una competenza comunicativa che sarà per loro
fondamentale nella vita.

L’UDA non deve necessariamente rivolgersi


all’intera classe. Sulla base dei principi
dell'individualizzazione e della personalizzazione esposti
poc’anzi, l’UDA può essere rivolta anche a gruppi di alunni
o addirittura a singoli discenti in base ai bisogni formativi
individuati dai docenti. Ogni insegnante potrà individuare i
destinatari dell’UDA precisando anzitutto la classe di
riferimento, la tipologia di istituto, le caratteristiche della
classe (è omogenea o eterogenea? Ci sono alunni BES o
DSA?). Da questo punto di partenza potranno poi essere
stabiliti i metodi e gli strumenti più appropriati.

Come già accennato, l’UDA si presta molto


all'interdisciplinarità. Questo significa che già nella fase
iniziale di progettazione è opportuno individuare le diverse
discipline che si possono collegare all’argomento cardine. Il
mio consiglio, per prepararsi nel migliore dei modi alla
prova concorsuale, è quello di studiare gli argomenti della
vostra disciplina sui manuali scolastici e universitari. In
questi testi potete già trovare degli itinerari interdisciplinari
pronti all’utilizzo, anche se vi invito a creare dei percorsi tra
le discipline che siano originali, cioè elaborati direttamente
da voi. L’originalità, infatti, è spesso uno dei parametri di
valutazione della prova, di conseguenza se sarete in grado di
sviluppare autonomamente dei collegamenti interdisciplinari
meno canonici potreste ottenere un punteggio più alto. Un
altro consiglio che mi sento di darvi è quello di studiare
assieme ai vostri colleghi di altre discipline cercando
insieme di creare dei percorsi interdisciplinari. Potete anche
aprire dei gruppi sui social per scambiarvi tra di voi idee e
suggerimenti.

L’UDA deve prevedere dei momenti di verifica


che mirino a tirare le somme in merito al lavoro svolto. È
opportuno, infatti, verificare se gli obiettivi siano stati
raggiunti o meno.
2. LA FASE DI PROGETTAZIONE DIDATTICA

Prima di incominciare ad analizzare ciascuna fase della progettazione


didattica è opportuno soffermarci su un aspetto che non possiamo ignorare.
Il discente non va mai considerato come una tabula rasa su cui imprimere
delle nuove conoscenze, in quanto sicuramente dispone già di un bagaglio
molto variegato di nozioni ed esperienze. Questo è un punto fondamentale,
perché bisogna avere ben chiaro quali siano le conoscenze pregresse dei
nostri studenti e quali siano i prerequisiti indispensabili che essi devono
soddisfare per affrontare l’UDA.
Per scoprire le conoscenze pregresse dei nostri allievi, soprattutto nel
momento delicato del passaggio da un ciclo di istruzione a quello
successivo, sarebbe utile confrontarsi direttamente con i docenti che hanno
seguito i nostri studenti negli anni precedenti. Non sempre questo è
possibile, ma in alcuni casi basterebbe semplicemente prendere visione del
programma e degli approfondimenti che gli studenti hanno svolto, cercando
inoltre di identificare eventuali lacune (che poi andranno tenute in
considerazione).
È molto importante dialogare con gli studenti, ponendo loro delle domande
mirate per capire ad esempio quali fossero le strategie didattiche che
utilizzava il docente che ci ha preceduti.
Un’altra buona idea da mettere in pratica è quella di sottoporre gli alunni ad
un test diagnostico delle conoscenze/competenze di partenza (che non farà
media con le altre valutazioni).
Come si può, a questo punto, impostare l’UDA?
Eccoci giunti alla vera e propria fase di progettazione, che costituisce il
cuore dell’UDA. Dopo aver individuato il contesto di riferimento e
affrontato le questioni relative ai BES, predisponendo opportuni strumenti
compensativi e misure dispensative, si può procedere con la progettazione
vera e propria.
Definiamo quindi l’argomento di riferimento, i tempi di realizzazione e
quali sono le competenze attese alla fine del percorso di apprendimento.
Partendo dalla situazione problema si individuano: gli obiettivi di
apprendimento in termini di conoscenze (saperi), abilità (saper fare) e le
competenze chiave per l’apprendimento permanente presenti nella
Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 22 maggio 2018.
In particolare, le:
Conoscenze: corrispondono alla somma delle informazioni,
fatti, teorie e principi che ineriscono ad una specifica
disciplina o argomento.
Competenze: corrispondono alla capacità di utilizzare le
conoscenze in una situazione di studio o di lavoro.
Abilità: corrispondono alla capacità di applicare le
conoscenze in maniera pratica per portare a termine dei
compiti oppure per risolvere dei problemi. Le abilità si
distinguono in cognitive (uso del pensiero logico, intuitivo e
creativo) e pratiche (manuali o con strumenti pratici di
lavoro).
Per stabilire i risultati di apprendimento faremo riferimento alla normativa
che regola ciascun tipo di scuola:
Per il primo ciclo la normativa di riferimento è
contenuta nel D.M. 254/2012.
Per quanto riguarda il secondo
ciclo:
• Licei: D.P.R. 89/2010 e il D.M. 211/2010
• Istituti tecnici: D.P.R. 88/2010 e Direttiva
Ministeriale 57/2010

• Istituti professionali: D.P.R. 87/2010 e


Direttiva Ministeriale 65/2010.
Nel caso in cui volessimo proporre attività di educazione civica è bene tener
presente la L. 92/2019 che ha introdotto l’insegnamento trasversale
dell’educazione civica a partire dal 1° settembre 2020. Questo
insegnamento viene svolto per almeno 33 ore nel monte orario obbligatorio.
Nel corso dell’UDA, il docente dovrà presentare alla classe gli argomenti
che verranno affrontati durante l’Unità di Apprendimento assieme agli
obiettivi attesi al termine della stessa.
Un’altra importante informazione che l’insegnante dovrà comunicare agli
alunni riguarda la valutazione: gli strumenti e i criteri per valutare appunto
il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Ci teniamo a sottolineare che durante tutte le fasi dell’Unità di
Apprendimento, il docente dovrà essere in grado di motivare il gruppo
classe e catturare la sua attenzione, con un particolare occhio di riguardo
agli aspetti inclusivi. Sarà di fondamentale importanza impostare il
linguaggio verbale e non verbale da adottare. In quest’ultima tipologia
rientra il linguaggio del corpo, l’uso dell’intonazione, timbro e ritmo del
parlato. Sicuramente l’utilizzo delle Tecnologie Didattiche (TIC) può
venire in aiuto nel cercare di creare più coinvolgimento mantenendo allo
stesso tempo viva la curiosità.
È particolarmente importante in questo contesto trovare un compromesso
tra lo stile di insegnamento di ciascun docente e lo stile di apprendimento
degli studenti. In questa fase il docente deve guidare gli studenti ma non
deve sostituirsi a loro.
I collegamenti tra le conoscenze pregresse e quelle nuove dovrebbero
nascere spontaneamente nella testa degli studenti stessi, anche se in una
prima fase il docente può offrire degli spunti.
Per fare un esempio pratico, durante le discussioni in classe, l’insegnante
può aiutare i discenti a trovare delle relazioni tra quanto già conoscono e gli
argomenti affrontati nel corso dell'Unità di Apprendimento.
Come già si è detto in precedenza, è importante mettere a fuoco queste
conoscenze pregresse definendo il livello iniziale degli studenti.
Da qui si potrà procedere ad individuare gli obiettivi di apprendimento.
Le metodologie didattiche più comunemente impiegate, invece, sono la
lezione frontale, la lezione interattiva, la metodologia induttiva,
l'apprendimento cooperativo (cooperative learning), l'apprendimento per
simulazione (role play), la didattica laboratoriale, la didattica tra pari (peer
learning) e la classe capovolta (flipped classroom):
In particolare la metodologia induttiva fa in modo che il
discente concettualizzi le informazioni acquisite durante
un’esperienza di tipo empirico.
Il cooperative learning è una metodologia che prevede
l’organizzazione della classe in piccoli gruppi, in vista di un
obiettivo comune. Si basa sull’impegno di ciascuno studente
per arrivare ad un risultato condiviso. Questo porta allo
sviluppo della capacità di ascolto dell’opinione altrui, di
condivisione delle esperienze di ciascuno attraverso l’utilizzo
di un linguaggio corretto e la capacità di leadership nella
gestione dei rapporti con gli altri membri del gruppo.
Il role play è una metodologia atta a simulare delle situazioni
e dei comportamenti che si svolgono nella vita reale. Si tratta
di una specie di recita per simulare alcune situazioni reali.
Il peer learning consiste nel considerare i pari come dei
modelli per l’acquisizione di conoscenze e competenze. In
questa metodologia c’è un “tutor”, ovvero un ragazzo che ha
l’obiettivo di coordinare il gruppo, stimolando le relazioni.
Questa metodologia può essere svolta in coppia o in piccoli
gruppi.
La flipped classroom prevede una metodologia di
insegnamento “capovolta” in quanto non sussiste più la
seguente sequenza di apprendimento: lezione frontale -
studio e compiti per casa. La prima fase, infatti, diventa
proprio lo studio autonomo soprattutto dei video che
l’insegnante eroga (per far apprendere in anticipo i
contenuti), dopodiché l’argomento verrà affrontato in classe
assieme al docente. Questa metodologia ha come obiettivo
quello di “liberare” più tempo possibile e poter quindi
dedicarsi successivamente al momento del reale
apprendimento che verrà svolto in classe, normalmente in
piccoli gruppi cooperativi.
Oltre a quello che abbiamo già esplicitato, i docenti dovranno decidere se
svolgeranno delle attività assieme ad altri colleghi (sempre nell’ottica
dell’interdisciplinarietà), e in caso affermativo indicare con quali spazi,
strumenti e tempistiche.
Le UDA sono per definizione finalizzate alla promozione delle competenze.
Per questa ragione devono prevedere uno o più compiti di realtà. Questi
ultimi utilizzano delle situazioni-problema che possono essere di diversa
tipologia. Qui di seguito riportiamo alcuni esempi pratici:
Elaborare recensioni di video, film o libri
Realizzare un ebook
Pubblicare dei video in un canale YouTube
Scrivere un articolo di giornale o rivista
Registrare un podcast
Organizzare a scuola una mostra
Preparare un album fotografico
Fare delle interviste a dei personaggi rilevanti per una
determinata tematica
Preparare una rappresentazione teatrale
Raccogliere ed analizzare particolari fonti storiografiche
Tra gli strumenti più importanti per monitorare il processo di
apprendimento ci sono le verifiche in itinere, ovvero una strategia molto
importante che il docente può mette in atto nell’ottica di monitorare
l’apprendimento e per verificare contestualmente il grado di efficacia del
suo intervento didattico. Le verifiche in itinere hanno una funzione
regolativa, cioè ci consentono di capire il nostro intervento didattico in
funzione delle situazioni che abbiamo potuto rilevare grazie alla nostra
osservazione. Una volta raccolti i feedback, e nel caso questi non siano
soddisfacenti, è possibile attuare delle strategie di rinforzo o di recupero.
L’insegnante da parte sua può ricalibrare l'intervento didattico attraverso la
modifica delle attività, delle modalità comunicative e degli strumenti
impiegati, così da assicurarsi che il processo educativo informativo vada a
buon fine.
La verifica finale viene somministrata al termine dell’UDA ed ha come
scopo quello di raccogliere dei dati per quantificare, attraverso la fase
valutativa, il livello raggiunto per quanto riguarda le conoscenze,
competenze e abilità.
La verifica finale consiste in prove strutturate, test o interrogazioni
attraverso le quali il docente deve limitarsi a raccogliere questi dati e
misurare dei fenomeni direttamente osservabili e quantificabili e registrare i
dati. È importante sottolineare come la verifica corrisponde alla raccolta dei
dati mentre la valutazione consiste nell'interpretazione di questi dati desunti
dalle verifiche.
Le verifiche condotte attraverso osservazioni sistematiche servono a
rilevare il cosiddetto comportamento apprenditivo degli studenti, cioè il
loro impegno, l’interesse, la costanza e la motivazione. Le verifiche formali
invece, cioè le interrogazioni e i compiti in classe, servono a rilevare
l'acquisizione di abilità e conoscenze, e particolarmente importanti ai fini
della trasparenza della valutazione finale.
Esempio CHECKLIST DI VALUTAZIONE

L’alunno: Sì No In
parte
Ascolta e comprende storie,
racconti e narrazioni
Partecipa in maniera positiva
alle conversazioni
Riconosce e comunica
emozioni e stati d’animo
Risponde alle domande con
chiarezza
Si mette in relazione con sé,
con gli altri e l’ambiente
attraverso la gestualità del
corpo
Parla di sé e delle proprie
esperienze
Si esprime in modo
generalmente chiaro e
corretto
Porta a termine le attività nei
tempi previsti
Esegue con interesse e
impegno le attività proposte
Non dimentichiamoci che alla fine dell’UDA è sempre utile ritagliare un
momento di autovalutazione per gli studenti, in cui questi ultimi saranno
invitati a riflettere sul loro processo di apprendimento e ad esprimere
appunto un’autovalutazione. Questa occasione rappresenta un momento
molto importante per la maturazione intellettuale degli studenti.
L’autovalutazione viene di solito svolta:
per ricostruire le proprie esperienze in forma narrativa in
modo da attribuire a queste esperienze un significato e quindi
trarne un insegnamento ulteriore;
attraverso un questionario somministrato dai docenti;
chiedendo agli studenti di elaborare una riflessione in forma
scritta.
TABELLA PER
L’AUTOVALUTAZIONE
Livello Livello Livello Livello
insufficiente base buono eccellente
Prestazione Prestazione Prestazione Prestazione
eseguita non nel sufficiente di ottimo
correttamente complesso realizzata livello, con
oppure non sufficiente con la presenza
nei tempi discreta di elementi
assegnati cura originali
dello
studente
Naturalmente non si dimentichino in questa fase gli alunni con Bisogni
Educativi Speciali per costruire una progettazione didattica realmente
inclusiva, con lo scopo di garantire a tutti gli studenti il raggiungimento del
più alto livello possibile di successo formativo.
Come consiglio per la prova concorsuale dei docenti, inserire una breve
bibliografia delle fonti alla fine dell’UDA, può fare davvero la differenza.
Vi consente di dimostrare alla commissione la vostra conoscenza
approfondita dei testi di riferimento sia dal punto di vista didattico sia dal
punto di vista delle teorie pedagogiche e di psicologia dello sviluppo.
3. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Durante la prova concorsuale che i candidati si trovano ad affrontare, può


rivelarsi un’idea vincente quella di inserire nel proprio discorso o nel testo
delle slide alcuni cenni normativi che fanno riferimento ai BES.
I Bisogni Educativi Speciali si dividono in:
• Alunni con disabilità: gli studenti certificati L. 104/1992 con piano
educativo individualizzato (PEI) e che seguono una programmazione
didattica differenziata. L’alunno disabile, per legge, ha diritto al docente di
sostegno e ad una didattica personalizzata, i cui obiettivi sono contenuti nel
PEI.
• Alunni disturbi evolutivi specifici che comprendono sia i disturbi
specifici dell’apprendimento (DSA) L. 170/2010, sia chi presenta disturbi
da deficit dell’attenzione e iperattività. Anche gli alunni con DSA hanno
diritto ad una didattica personalizzata. Di solito hanno tempi più dilatati per
lo svolgimento delle prove, le quali presentano anche dei contenuti
semplificati. Tutte le misure che vengono impiegate vanno indicate in un
documento specifico, il Piano Didattico Personalizzato.
• Alunni con svantaggio socio-economico, linguistico e culturale, cioè gli
alunni immigrati o che si trovano in una condizione familiare svantaggiata
sia dal punto di vista economico che psicologico tale da compromettere
seriamente il loro apprendimento. Anche questa tipologia di alunni hanno
diritto ad un Piano Didattico Personalizzato in cui vengono adottati
strumenti compensativi e misure dispensative, così da poter impostare una
didattica tarata sullo studente.
4. ESEMPI DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO

In questo capitolo proporremo due UDA per far comprendere


concretamente come si costruisca un’UDA:

TITOLO: “Movimenti Migratori del XXI secolo”

CONTESTO
Classe: 3°, Secondaria di I Grado
Numero alunni (ce ne sono alcuni con BES?): 25 dei quali 2 con BES

LIVELLO INIZIALE
Insufficiente (n° alunni 5)
Base (n° alunni 7)
Intermedio (n° alunni 10)
Avanzato (n° alunni 3)

BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI


Numero di alunni: 2
Tipologia: Legge 104/1992
Questi alunni hanno una programmazione didattica personalizzata.

DURATA DELL’UDA e PREREQUISITI


I quadrimestre
10 ore complessive
Prerequisiti: comprensione del lessico specifico delle discipline Storia,
Matematica e Geografia

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Competenze
- Essere capaci di analizzare in autonomia le cause e conseguenze dei
diversi tipi di flussi migratori
- Essere in grado di riconoscere i principali fattori che influiscono sulla
distribuzione della popolazione
- Essere capaci di confrontare le varie epoche evidenziando analogie e
differenze dei periodi storici affrontati
Conoscenze
- La distribuzione della popolazione sulla terra durante il corso del XXI
secolo
Abilità
- Sostenere argomentazioni tecniche con un linguaggio adeguato
- Saper individuare le cause e le conseguenze dei flussi migratori
- Interpretare i più importanti strumenti geografici (carte, mappe, modelli)
- Leggere correttamente le tabelle e i grafici

Obiettivi per alunni BES e DSA: stessi obiettivi della classe con qualche
riduzione nei contenuti.

COLLEGAMENTI INTERDISCIPLINARI
Quali discipline sono coinvolte? Storia, Matematica e Geografia
STRATEGIE DIDATTICHE
Quali sono le strategie didattiche che verranno impiegate?
Lezione di gruppo, frontale, interattiva, Flipped Classroom.
Materiali: libro di testo, fotocopie, documenti audiovisivi inseriti su Google
Classroom.

TIC
Quali tecnologie didattiche sono previste?
LIM, Google Classroom, documenti audiovisivi digitali.

TRAGUARDI DI APPRENDIMENTO
Al termine dell’UDA gli studenti dovranno… (elenco di tutti i traguardi)
- Agire in modo autonomo e responsabile
- Cogliere i collegamenti tra le varie discipline coinvolte nell’UDA in
questione

VERIFICA IN ITINERE, VERIFICA FINALE


Verifica Finale con:
• Test strutturati
• Domande a risposta aperta
• Domande a risposta chiusa

Le competenze, le conoscenze e le abilità saranno oggetto di valutazione


periodica per le discipline coinvolte, con particolare riferimento alla
Griglia di Valutazione Comune e di Dipartimento.
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
Inserimento di tutte le fonti bibliografiche e sitografiche impiegate per la
realizzazione dell’Unità di Apprendimento in questione.
La seconda UDA che proponiamo parte da un argomento della disciplina
Musica, ed è costruita da una struttura meno rigida e più creativa.

“L’habanera, suggestioni evocative”


Introduzione
L’habanera è una danza a cui corrisponde un pattern ritmico ben definito e
un’atmosfera emotiva altrettanto particolare. Si distingue dalle altre danze
per la semplicità dei suoi elementi costitutivi e da una forte capacità
evocativa.
Questa UDA prevede un ciclo di lezioni collettive di musica per la classe
seconda di una scuola secondaria di primo grado. L’obiettivo finale che si
prefigge questo percorso didattico è quello di organizzare, al termine delle
lezioni previste, un piccolo momento d’insieme (un saggio) che coinvolga
gli alunni della disciplina “musica” del mattino assieme agli allievi di
strumento del pomeriggio.
Potrebbe rivelarsi interessante, in un’ottica interdisciplinare (anche come
possibile argomento per un’ipotetica tesina per l’esame di terza media),
approfondire la tematica dell’Alhambrismo, corrente letteraria,
architettonica e musicale che si contraddistingue per l’interesse verso
l’esotico e la Spagna arabesca.
I compositori Debussy - in La soirée dans grenade - e Bizet - nella Carmen
- pur essendo musicisti francesi, guardano alla Spagna e scrivono secondo
uno stile eminentemente andaluso. A questa corrente romantica/tardo
romantica si aggiungono, per esempio, gli scrittori F. de Chateubriand, V.
Hugo e A. Dumas. L’Andalusia, che sedusse appunto molti artisti specie
francesi e che venne così tanto mitizzata, non è da intendersi come mero
luogo geografico, bensì come simbolo della passione, dell’istinto,
dell’esotismo.
Il ritmo e il carattere dell’habanera sono particolarmente adatti, dal punto di
vista didattico, per i ragazzini di età compresa tra i 12 e 13 anni di età. Si
tratta infatti di una forma musicale immediata e coinvolgente che si può
ritrovare anche in alcune pagine del cosiddetto repertorio “colto”.
Obiettivi
Questo lavoro è stato progettato per un ciclo di due o tre lezioni collettive
all’interno della disciplina “musica”. Gli obiettivi principali sono: far
conoscere e approfondire le forme di notazione musicale, affinare la
sensibilità ritmica e sviluppare nei discenti l’abilità di suonare in un
contesto di insieme.
Gli obiettivi che si prefigge questo modulo, tenendo in considerazione le
indicazioni ministeriali, sono:
La capacità di ascolto e comprensione dei fenomeni sonori e
dei messaggi musicali.
La conoscenza alcuni sistemi di notazione musicale
funzionali alla lettura.
Collegare al contesto storico, sociale, geografico e stilistico i
brani musicali oggetto degli ascolti.
Apprezzare la musica come forma d’arte collegata al tempo e
allo spazio, e riconoscerne la funzione sociale ed
emozionale.
Partecipare in modo coordinato e razionale ad esecuzioni
collettive.

-> ASCOLTO COMPARATIVO: “LA SOIREE DANS


GRENADE” - C. DEBUSSY E “L’AMOUR EST UN OISEAU
RIBELLE” - G. BIZET (CARMEN)
Quali punti in comune e quali differenze puoi notare tra questi due brani?
In questa prima fase si introduce il tema del piccolo ciclo di lezioni senza
svelare immediatamente le intenzioni didattiche, ma lasciando che gli
alunni procedano da soli in una specie di indagine (metodo
euristico/brainstorming).
Propongo perciò al principio (senza quindi rivelare nomi, titoli ed autori),
l’ascolto di La Soirée dans Grenade (1903), dalla raccolta Estampes di
Debussy, e l’aria L’amour est un oiseau ribelle dalla Carmen di Bizet
(1875) per la durata di 2-3 min. per ciascun brano.
A tutti gli alunni viene distribuito un questionario a scelta multipla che
consenta di mettere a fuoco le analogie tra i due brani, il carattere, il ritmo,
la melodia, gli strumenti e il loro utilizzo all’interno delle trame musicali.
Ecco qui di seguito un modello di questionario che può essere consegnato:
1) CODICI PERCETTIVI GENERALI
Cosa ti suggerisce la musica? Quali sono le emozioni, sensazioni che
comunica il brano?

Abilità intuitive per cogliere il carattere “affettivo”


Come definiresti l’atmosfera musicale che appartiene ai due pezzi?
☐ Allegra
☒ Sinistra
☒ Malinconica
☐ Spensierata
☒ Di suggestione spagnola
☐ Marziale

Ti vengono in mente altri


termini?…………………………………………………………………….

Strutture musicali/sistemi organizzativi/grammatica


Quale delle tre opzioni costituisce elemento di analogia tra i due pezzi?
☐ L’organico strumentale
☒ Il ritmo
☐ Il tema principale
2) PRATICHE SOCIALI
Che funzione aveva questa musica? A chi era rivolta? Dove veniva
rappresentata? Chi erano i fruitori? E i committenti?

Prendendo in considerazione l’aria dalla Carmen di Bizet, puoi dedurre che


l’opera fosse destinata:
☐ All’esecuzione in chiesa
☒ All’esecuzione in un teatro
☒ A tanti ascoltatori che pagavano un biglietto
☐ All’esecuzione da parte di musicisti dilettanti
3) STILE, AUTORE, EPOCA
Chi è che ha composto questa musica? In quale epoca?

A tuo parere, quale di queste tre immagini rappresenta l’esatta scenografia


dell’opera de la Carmen di Bizet?

Motiva la tua scelta.


4) FASI DI LAVORO

a) Brainstorming (l’insegnante crea degli stimoli attraverso domande


contenute in una scheda, seguendo i punti sopraccitati).

b) Esercizio sull’organizzazione della struttura formale dell’aria della


Carmen. Essendo quest’aria costituita da periodi di lunghezza uguale
(organizzazione classica di otto battute per periodo), gli alunni, all’ascolto
del brano in questione, alzino la mano non appena termina il discorso
musicale e se ne riapre un altro. Indichino inoltre se la tonalità è maggiore
(allegra) o minore (triste). All’inizio dell’ascolto sarà abbastanza intuitivo
comprendere queste informazioni, però, man mano che il pezzo prosegue,
questa operazione diventerà sempre più difficile a causa dell’alternarsi della
voce solista con il coro.
Ecco di seguito uno schema formale dell’aria che può essere consegnato ai
ragazzini:
c) Suoniamoci su. Questo tipo di attività prevede che gli alunni partecipino
attivamente (si parla infatti di “ascolto attivo”) all’ascolto dei brani
suonando la parte ritmica de L’amour est un Oiseau rebelle con strumenti
percussivi come per esempio triangoli, tamburelli, sonagli, woodblocks,
cembali e legnetti.
I ragazzini più intraprendenti e con uno spiccato senso musicale potranno
eseguire la melodia con strumenti a piastra come xilofoni o metallofoni.
Volendo, si potrebbero anche inserire strumenti armonici come la chitarra o
le tastiere visto che l’armonia è assolutamente semplice (sono presenti
solamente accordi di I-II-IV-V grado prima nel modo minore, poi in quello
maggiore).
Nella tabella sono indicate tre soluzioni ritmiche differenti. Il cubo verde
scandisce i quarti, i cerchi blu indicano una versione semplificata del ritmo
dell’habanera (viene tolto il punto di valore che potrebbe essere di difficile
interpretazione da parte di alcuni alunni) e i cerchietti seghettati arancioni
rappresentano la scansione dei sedicesimi. Si ricorda che il tempo
metronomico, come da indicazione di Bizet, è lento.
d) Brevi informazioni sui brani. In ultima istanza il docente fornirà agli
alunni alcune informazioni sui due pezzi sui quali si è svolto il lavoro di cui
sopra.
In questa fase si potrebbero proporre ai discenti anche dei collegamenti
interdisciplinari. In particolare la disciplina Storia e Geografia potrebbero
essere correlate all’argomento trattato.
1° Brano (Soirée dans Grenade, C. Debussy)
La soirée dans Grenade di Claude Debussy (1862-1918) è nella tonalità di
fa diesis minore ed inizia e si sviluppa su un ritmo di Habanera (danza di
origine cubana esportata in Spagna), che ci fa percepire una calda atmosfera
spagnola. Manuel de Falla commentò così la composizione: «Il potere
evocativo raggiunto dalle poche pagine di La soirée dans Grenade sa di
miracolo, se si pensa che questa musica fu composta da uno straniero
guidato solamente dalla sensibilità del suo genio. Non una battuta di questa
musica è tolta al folclore spagnolo; eppure, tutta la composizione fino ai
minimi particolari suggerisce stupendamente la Spagna». Il battito caldo e
sensuale della linea melodica suggerisce i colori e i profumi penetranti della
notte andalusa, dall'inizio fino alla dissolvenza delle ultime battute.
2° Brano (L’amour est un oiseau rebelle, G. Bizet)
Atmosfere edonistiche, incedere lento e flessibilità ritmica. Nella partitura
originale di quest’aria in stile habanera di Georges Bizet (1838-1875), il
ritmo del brano è affidato ai violoncelli, sui quali si staglia la voce del
Mezzo Soprano che si alterna ad un coro in maniera quasi “responsoriale”.
L’aria in questione si trova nel primo atto della Carmen, che è l’opera più
rappresentata al mondo. Carmen, la protagonista è un personaggio di basso
ceto sociale che lavora in una fabbrica di sigari a Siviglia durante la prima
metà dell’Ottocento. Le parole chiave dell’opera sono: passione, sensualità,
gelosia.

e) Preparazione di un’esecuzione strumentale collettiva del 2° brano in


cui ogni alunno, in base alla proprie capacità, partecipa attivamente alla
riuscita del progetto d’assieme.

f) Gioco dell’improvvisazione. Questa attività è quella che più di tutte


stimola la fantasia e la creatività. Si spiegherà al discente che in un
musicista è fondamentale anche l’attitudine improvvisativa, che soprattutto
nei generi moderni rappresenta una conditio sine qua non.
Sempre con il ritmo base dell’habanera di cui sopra, si diano all’allievo 4 o
5 note da utilizzare a proprio piacimento inserendole nel pattern ritmico.
Questo tipo di attività, oltre a consolidare la conoscenza delle note musicali,
specie negli allievi in erba, sviluppa la consapevolezza, la sensibilità
musicale e la creatività.

g) Preparazione di un’esecuzione strumentale collettiva assieme agli


allievi di “musica” del mattino del 2° brano in cui ogni ragazzino, in base
alle sue capacità, partecipa attivamente alla riuscita del progetto d’assieme.
5. PREPARAZIONE ALLA PROVA
CONCORSUALE

Quest’ultima sezione è stata pensata per raccogliere ulteriori consigli che


possono essere utili ai docenti che si stanno preparando per il concorso a
cattedra.
Un problema spesso molto sentito dagli aspiranti docenti riguarda il tempo
a disposizione qualora la progettazione dell’UDA fosse richiesta sotto
forma di traccia nella prova scritta.
Nello scarsissimo tempo a disposizione, nelle tracce talvolta veniva chiesto
di sviscerare soltanto un segmento specifico dell'Unità di Apprendimento
(focalizzandosi magari soltanto sui criteri di valutazione). Per di più, anche
se si trattasse di una domanda più ampia, sono convinta che il docente possa
sentirsi abbastanza libero di scegliere se svilupparla in maniera schematica
oppure in forma discorsiva in base al suo stile didattico.
Se svolgete la prova in una regione lontana da casa vostra, il consiglio è
quello di delegare ad un amico o parente l’estrazione della traccia, circa 24
ore prima della prova orale, così da non essere costretti ad arrivare troppo
presto e magari dover prenotare una stanza d’albergo. I modelli di delega
possono essere recuperati sul sito degli Uffici Scolastici Regionali.
Per quanto riguarda invece lo svolgimento della prova orale, i software che
potete utilizzare per la presentazione della vostra Unità di Apprendimento
possono essere:
Microsoft PowerPoint
Presentazione Libre Office
Prezi (per progettazioni animate abbastanza complesse)
Dopo aver realizzato le vostre slide è raccomandato salvare una copia sia in
una chiavetta USB sia su Drive. Un ulteriore suggerimento è quello di
salvare il file anche in PDF, così da essere pronti all’eventualità in cui il
computer presente nella sede d’esame non apra correttamente i file creati
con uno dei software di cui sopra.
Molti candidati che studiano per la prova concorsuale che prevede la
creazione di un’Unità di Apprendimento, si chiedono spesso se esista un
modello ministeriale “ufficiale” da utilizzare come impalcatura o traccia.
Ebbene, al momento non esiste nessun tipo di modello canonico/ufficiale da
poter seguire.
Il modello di UDA che vi verrà fornito nel prossimo capitolo è stato
elaborato con l’aiuto di alcuni docenti di ruolo che hanno razionalizzato una
struttura che loro stessi hanno utilizzato per vincere le prove concorsuali dei
concorsi del 2016 e 2018. In ogni caso le commissioni incaricate per
l’espletamento dei concorsi per docenti non si aspettano che i candidati si
attengano ad una particolare scaletta dei contenuti, in quanto valutano
piuttosto l’originalità e la competenza nello sviluppo di ogni punto
dell’UDA. Il fattore “originalità” più volte menzionato nel presente
manuale, è un consiglio che non si basa sul nulla, ma su uno dei criteri di
valutazione previsto nelle griglie del concorso docenti del 2016 (che risulta
proprio essere quello dell’originalità).
L’originalità a cui si fa riferimento riguarda tutti i contenuti dell’UDA, la
maniera di presentarli e la scelta del titolo (che non deve essere scontato e
fare riferimento soltanto all’argomento).
Allo stesso tempo è bene assicurarsi di elaborare un percorso che tenga alta
la motivazione degli studenti. Le modalità per raggiungere questo obiettivo
sono molteplici, e la tecnologia spesso può venirci in aiuto. Si può optare
per l’utilizzo di brevi video, audio, canzoni (magari di cantautori italiani),
particolari fonti storiche, ecc.
6. STRUTTURA SCHEMATICA DELL’UDA

TITOLO DELL’UDA
CONTESTO
Anno scolastico
Scuola
Classe
Numero alunni (ce ne sono alcuni con
BES?)
LIVELLO INIZIALE
Insufficiente (n° alunni__)
Base (n° alunni__)
Intermedio (n° alunni__)
Avanzato (n° alunni__)
Osservazioni sulle competenze e
abilità preliminari
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Numero di alunni
Tipologia
Strumenti compensativi/misure
dispensative
DURATA DELL’UDA e
PREREQUISITI
I/II quadrimestre?
Numero di ore complessive
Abilità e conoscenze necessarie
OBIETTIVI DI
APPRENDIMENTO (Indicazioni
Nazionali e Linee Guida)
Competenze
Conoscenze
Abilità
Obiettivi per alunni BES e DSA
COLLEGAMENTI
INTERDISCIPLINARI
Quali discipline sono coinvolte?
STRATEGIE DIDATTICHE
Quali sono le strategie didattiche che
verranno impiegate?
TIC
Quali tecnologie didattiche sono
previste?
TRAGUARDI DI
APPRENDIMENTO
Al termine dell’UDA gli studenti
dovranno… (elenco di tutti i traguardi)
COMPITO DI REALTA’
Al termine dell’UDA gli studenti
dovranno… (elenco di tutti i traguardi)
VERIFICA IN ITINERE,
VERIFICA FINALE
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
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Il presente manuale si rivolge a tutti i candidati che intendono affrontare i test
preselettivi, gli esami di Stato e di abilitazione, e le prove per l’accesso ai
concorsi pubblici. Il manuale è stato pensato per rendere veloce ed efficace
l’apprendimento dei concetti più importanti attraverso numerosi schemi ed una
raccolta di strategie per la risoluzione dei quiz.
Questo testo è organizzato secondo un approccio logico e progressivo ed è
fruibile anche dai lettori che non hanno mai studiato l’inglese.
All’interno del manuale troverai tutte le principali regole grammaticali e
sintattiche corredate da numerosi esempi e traduzioni degli stessi. Troverai
inoltre una lista di frasi idiomatiche e formule linguistiche più ricorrenti agli
esami e ai test. Potrai infine metterti alla prova con una raccolta di quiz con
soluzioni.
I quesiti di logica rappresentano spesso lo scoglio principale da affrontare,
probabilmente per il semplice motivo che non si possiedono gli strumenti
risolutivi più adeguati.
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porteranno a comprendere le principali strategie risolutive dei quesiti di logica
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