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e dispositivi
1. L’agire educativo: un oggetto complesso
L IPARI, distinzione:
valutazione riferita alle persone (es. la valutazione scolastica con le sue pratiche di accertamento e
certificazione del profitto)
valutazione riferita alle azioni che privilegia come oggetto di analisi il sistema dell’agire
complessivo piuttosto che le persone. (affrontata in questo testo)
L’agire educativo è un “oggetto” complesso. Ha una natura esperienziale, relazionale, densa di impliciti.
Pone dubbi, solleva domande, “scardina teoremi”, mettendo in crisi le coscienze di chi educa e di chi è
educato ed eccedendo qualsiasi tentativo di schematizzazione.
Complessità del lavoro educativo è nel riuscire a contemperare le giuste istanze liberatrici dell’educando
con la condizione di dipendenza insita in ogni percorso educativo e/o rieducativo
Per questo motivo gli educatori devono assumere una postura decisionale: ogni giorno bisogna scegliere
fra metodi diversi e verificarne l’efficacia sul campo, aprirsi all’ascolto, osservare elementi negativi e
accogliere contraddizioni della realtà
Agire educativo è complesso anche per il suo nesso tra teoria e pratica
Esso si radica in un’ontologia dell’educazione (ovvero in una certa visione dell’azione educativa) e dei
contesti (ovvero nella loro struttura formale/informale/non formale) e in un insieme di competenze
specifiche che sono diverse da quelle dell’insegnamento formale.
Altra complessità: riuscire a valutare e certificare le competenze specifiche perché non esiste chiaro profilo
di skills educative riconosciuto dalla legge
Proposta n. 2656 (va esaminata dalla Camera) per il riconoscimento del profilo professionale di educatore e
pedagogista.
Anche sul piano epistemologico e scientifico l’agire educativo necessita d’essere ancora molto
pedagogicamente scritto (reso oggetto di ricerca e valutazione)
Valutazione:
uso di metodi e strumenti propri della ricerca empirica e sperimentale
comporta un’attività riflessivo/regolativa che accompagni le fasi della formazione
l tutto a partire dalla definizione di un piano (o disegno) valutativo. Qui non si possono indicare a
priori regole valide per qualsiasi situazione, va effettuata negoziazione su campo con attori
interessati
altra faccia dell’agire educativo
scopo di servire l’azione e completare l’atto di scrittura formale dell’oggetto agire educativo
necessità sociale, legata alla responsabilità professionale (punto di vista etico: destinatari devono
ricevere formazione di qualità)
agire educativo ha declinazioni diverse a seconda dei contesti ma presenta tre costanti grazie alle quali è
socialmente riconoscibile:
costante intenzionale. Non c’è agire educativo senza intenzionalità educatore, doppio significato:
fenomenologico (educatore ha capacità intenzionale che lo porta a essere modello e esempio per
educando. Educando verso la conquista sua coscienza come cittadino del mondo e responsabilità
che questo comporta) e etico (connesso all’essere un insieme di pratiche intenzionalmente
trasformatrici delle quali educatori dovrebbero assumersi consapevolmente responsabilità)
costante progettuale-trasformativa. Agire educativo costruisce un progetto per l’educando. Esito
percorso non è scontato, suo successo dipende anche da volontà educando
costante relazionale. Non c’è agire educativo al di fuori della relazione
“ineffabilità” qualifica agire educativo: il lavoro di educatrici ed educatori è sempre eccedente rispetto al
dicibile e al reificabile. Per questo chiede sguardi clinici, ermeneutici, capaci di coglierne in profondità
valenze e criticità
Progetto europeo EDUEVAL Università degli Studi di Bari ha offerto un contributo per la definizione, a
livello europeo, del profilo professionale del valutatore degli staff che operano nel campo dell’educazione.
proposta EDUEVAL di giungere a definire un profilo del valutatore specifico e un training di formazione
orientato allo dell’agire educativo sviluppo di competenze specifiche congruenti con la complessità
dell’evaluando (agire educativo)
il modello EDUEVAL ha inteso inaugurare una prospettiva triangolata che ha intrecciato e valorizzato la
dimensione soggettiva (autovalutazione), oggettiva (valutazione esterna) e intersoggettiva (valutazione
del contesto) della valutazione dell’agire educativo.
3.1. Framework
Il FRAMEWORK METODOLOGICO che sottende il modello EDUEVAL è la TRIANGOLAZIONE
Realtà complessa come agire educativo necessita di più prospettive di analisi e punti di vista
complementari
Mutuata dal linguaggio matematico (tecnica che permette di calcolare distanze fra punti sfruttando le
proprietà dei triangoli)
Tutte forme di triangolazione hanno in comune l’intento di «ottenere una convergenza di massima dei
risultati ottenuti e di rendere meno opaca possibile la complessa realtà dei fatti sociali» quindi di conoscere
e comprendere concetti complessi, dalla natura polimorfa, che richiedono una molteplicità di sguardi,
prospettive e strumenti
EDUEVAL, agire educativo come costrutto complesso da valutare attraverso attivazione simultanea e
triangolata di:
dimensione valutativa soggettiva (autovalutazione) auto-analisi del proprio agire degli operatori
organizzazione, ha funzione formativa e di presa di consapevolezza
oggettiva (valutazione esterna) team di valutatori esterni a organizzazione, che valutazione
imparziale e quindi danno validità a organizzazione
intersoggettiva (valutazione del contesto) tiene conto dei punti di vista degli attori presenti, della
complessità dei processi, dell’ambiente, delle influenze culturali. Guarda anche processi educativi
tra educatore-educando, tra pari e tra colleghi, i materiali, la routine, le credenze implicite.
Questa visione si ispira alla prospettiva trifocale che PELLEREY usa per comprendere la competenza (3 livelli
di osservazione: dimensione soggettiva, intersoggettiva e oggettiva dell’agire competente)
I tre livelli della valutazione che sostanziano il modello EDUEVAL non possono essere pensati in ordine
gerarchico o in modo nettamente separato, ma si intersecano, sono intrecciati, a volte si sovrappongono, si
presentano in modo circolare
Nessuna di queste tre forme di valutazione, da sola, è sufficiente a garantire l’avvio di un processo
valutativo veramente utile al miglioramento di un servizio e della cultura organizzativa in un contesto di
Adult Education: esse sono parte di uno stesso processo, pensate in continuità e in modo flessibile.
prospettiva della MIXED METHODS EVALUATION: utilizzo misto di dati e metodi di valutazione qualitativi e
quantitativi: prospettiva capace di valorizzare la diversità dei punti di vista, la partecipazione di diversi
attori sociali, di rendere la ricerca valutativa dotata di una maggiore utilità sociale, validità, credibilità e
completezza
possibilità di attingere da tecniche, strumenti e fonti diverse, per dare maggiore validità ai risultati ottenuti
e non utilizzare prospettive valutative riduttive o limitanti, soprattutto in contesti sociali complessi