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La percezione di avere capacità personali idonee al raggiungimento di uno scopo e di poter ottenere

i risultati desiderati con le proprie azioni fonda il senso di autoefficacia: una risorsa non innata che
l’individuo costruisce gradualmente nel corso della propria vita.
Secondo Bandura, che per primo parlò di self-efficacy, il senso di autoefficacia costituisce la
percezione che una persona ha della propria competenza in uno specifico ambito, rappresenta un
fattore fondamentale d’intervento della motivazione ed è fonte d’influenza nella scelta dei
comportamenti messi in atto dalla persona.
Bandura, basa la sua teoria dell’apprendimento sociale su un modello causale di lettura dell’azione
che riguarda l’ambiente-contesto, la persona (aspetti fisici, affettivi e cognitivi), il comportamento-
condotta e la loro reciproca interazione (Determinismo Triadico Reciproco). Il prodotto di questa
interdipendenza porta la persona ad agire la propria condotta e le valutazioni dei risultati che
derivano dalle azioni, dai feedback che si ricevono dall’ambiente circostante, influiscono sulle
convinzioni personali e incidono direttamente sulle condotte future e sulla scelta degli obiettivi da
perseguire.
Zimmerman definisce l’autoefficacia come una credenza contesto e compito specifica che si
sviluppa tendenzialmente dalla prima alla tarda adolescenza (e declina dalla prima alla tarda
maturità), e sottolinea quanto il feedback sociale e valutativo, associato all’istruzione
metacognitiva, agisca sull’autoefficacia che promuove lo sviluppo delle competenze scolastiche.
In riferimento ai gruppi Bandura parla di autoefficacia collettiva, con specifica attenzione a quelli
scolastici, e evidenzia come un’adeguata convinzione della stessa, sia in grado di agire sul
rendimento degli studenti e di migliorare le capacità di apprendimento.
In gran parte delle scuole, però, la trasmissione delle informazioni segue ancora una didattica
tradizionale, in cui il docente, secondo il programma scolastico, trasferisce in modo frontale le
conoscenze agli studenti. In questo modo il discente è posto in un ruolo passivo, subisce
l’insegnamento senza possibilità d’interazione.
Lo studente privato di un adeguato modello di apprendimento, specialmente in questa sua delicata
fase evolutiva, non riesce ad accrescere la propria autoefficacia e corre il rischio di non “sentirsi
capace” a danno dei risultati scolastici e della futura carriera formativa.
E’ fondamentale, quindi, favorire, nelle agenzie d’istruzione primaria e secondaria, l’empowerment
dell’autoefficacia, strutturando percorsi e metodi d’insegnamento che incoraggino lo sviluppo totale
della persona e delle sue potenzialità, al fine di aumentare la persistenza nelle attività di
apprendimento. Infatti, nel raggiungere un obiettivo, anche quando i successi tardano ad arrivare, le
persone con un alto senso di autoefficacia dimostrano maggiore persistenza rispetto a quelle con un
basso senso di autoefficacia, che, invece, tendono alla rinuncia e all’abbandono (Bandura, Schunk).
In base a ciò è utile proporre agli istituti di istruzione un percorso-progetto, che promuova lo
sviluppo di un alto senso di autoefficacia negli studenti, articolato come segue:
➢ Valutazione del livello iniziale di autoefficacia degli studenti con la Scala di Autoefficacia
Scolastica Percepita (Pastorelli, e Picconi)
➢ Seminari per docenti sulle teorie di Bandura riferite alla self-agency: apprendimento sociale,
determinismo triadico reciproco, apprendimento osservativo e rinforzo vicariante,
➢ Attività pratiche in classe per integrare la didattica tradizionale con metodologie di
apprendimento che prevedono la coesione e la collaborazione tra pari, come la Peer Learning
(W. Damon); la Peer Education; il Tutoring; questo metodo consente sia al tutor di esperire il
ruolo di “insegnante” migliorando le capacità comunicative e le conoscenze acquisite, sia ai
compagni di avere un modello di riferimento da imitare. Il tutto attraverso la cooperazione tra
pari dove ogni elemento è parte attiva dell’intero processo didattico.
➢ Verifica finale dei progressi raggiunti dagli studenti rispetto al livello iniziale di autoefficacia.
Il percorso indicato, con l’ausilio del docente che mira ad accrescere il potenziale del discente, a
sostenerlo davanti a compiti complessi, ad accompagnarlo nell’apprendimento, fornirà basi e mezzi
necessari per la percezione e la costruzione di un alto senso di autoefficacia.

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