La metacognizione è la capacità di un individuo di riflettere sui propri processi cognitivi, sulle
conoscenze che egli ha in merito al funzionamento cognitivo generale e al proprio funzionamento specifico. Due sono gli aspetti fondamentali della metacognizione: la conoscenza metacognitiva, ovvero l’insieme delle conoscenze che una persona ha in merito al funzionamento della propria mente, e i processi metacognitivi di controllo, che riguardano la comprensione del compito, la pianificazione delle azioni necessarie ad affrontarlo, la valutazione dei risultati e la generalizzazione degli apprendimenti. Scopo fondante è l'acquisizione di una maggiore consapevolezza, in grado di favorire il controllo delle azioni. Attraverso una migliore conoscenza di sé stessi, dei propri punti di forza e di debolezza, ogni persona riesce ad affrontare situazioni problematiche nei diversi contesti di vita. Per tale motivo la metacognizione, in ambito scolastico si pone sia come strumento di conoscenza, conquista e acquisizione di competenza da parte dell’alunno, sia come metodologia e nuova prospettiva di fare scuola. La metacognizione, ha una funzionale e diretta applicazione sugli alunni con deficit di autoregolazione (ADHD) o con Disturbi Specifici di Apprendimento. L’insegnante deve essere in grado di facilitare negli alunni l'acquisizione della consapevolezza dei propri processi, promuovere l’uso delle strategie più adeguate alla situazione o al compito di apprendimento. Tale approccio richiede un clima di classe cooperativo, la pianificazione dei compiti di apprendimento, un insegnante riflessivo e la conoscenza approfondita degli alunni. L’insegnante ha il compito di promuovere metodologie didattiche attive, che fanno riferimento al learning by doing e che rendono protagonista ogni alunno. Va bene ogni altra forma di didattica attiva: problem solving, cooperative learning, peer tutoring e role playing. Per mezzo di queste attività infatti lo studente, come co-costruttore della propria conoscenza, mette in gioco se stesso e sviluppa le proprie competenze individuali, relazionali e metacognitive, imparando a valutare sempre le proprie abilità e utilizzando le giuste strategie. I livelli su cui interviene l’insegnante che opera in modo metacognitivo sono quattro: 1. Il primo livello riguarda la conoscenza generale del funzionamento della mente e dei processi cognitivi. Si tratta di conoscenze teoriche generali che includono il funzionamento in generale della mente umana, i limiti del processo stesso e la possibilità di influenzare il processo cognitivo sulla base delle proprie esperienze. 2. L’autoconsapevolezza del proprio funzionamento cognitivo, in questo secondo livello si passa dalle conoscenze tecniche generali a quelle più strettamente individuali, cioè il soggetto si rende conto di come funziona la propria mente, i propri processi cognitivi e in questo livello che ci si rende conto dei propri punti di forza e dei propri limiti. 3. Il terzo livello riguarda l’uso di strategie di autoregolazione cognitiva, il soggetto/alunno dirige consapevolmente e attivamente se stesso, governa lo svolgersi dei propri processi cognitivi. 4. Il quarto livello riguarda le variabili psicologiche, l’alunno anche in modo parziale elabora un’immagine di sé come soggetto capace di apprendere. Tutti i quattro livelli dell’approccio metacognitivo sono tra di loro strettamente interconnessi e bene lo comprendiamo per esempio riflettendo sul fatto che notizie generali sul funzionamento della mente, permettono all’alunno di capire alcune cose di sé, contestualmente se si comprende la propria base teorica di partenza e si accetta la propria condizione, l’alunno è in grado di usare qualche strategia di autocontrollo. La didattica metacognitiva contiene in sé alcuni elementi di complessità ma anche di novità tali da richiedere uno sforzo in più rispetto all’approccio tradizionale. In questo approccio è lo studente ad essere al centro dell’analisi di apprendimento e non l’insegnante. L’uso di strategie metacognitive puntano ad enfatizzare lo sviluppo del proprio modo di orientarsi, attraverso un continuo automonitoraggio e controllo degli esiti rispetto agli obiettivi iniziali. L’obiettivo finale è quello di raggiungere l’autoconsapevolezza e l’autoregolazione seguendo specifici percorsi didattici che portino a comprendere come ottenere le informazioni dell’ambiente circostante e come utilizzarle al meglio in relazione alla propria individualità e alle proprie diversità rispetto agli altri. Ciò dovrebbe rendere gli studenti più autonomi nella gestione del pensiero, sempre in grado di farsi portatori di idee uniche e originali indirizzando gli insegnanti non all’applicazione di schemi rigidi e standardizzati ma alla definizione di strategie e training ad hoc per le diverse tipologie di allievi. Insegnare a pensare è fondamentale per portare a compimento il processo di maturazione del soggetto-persona.
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