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I bambini che formano una classe all’inizio sono solo un aggregato burocratico e non è sufficiente il
tempo che passa per trasformare questo aggregato in un gruppo classe coeso.
L’insegnante dovrebbe avere come obiettivo da perseguire la costruzione di un gruppo classe
individuando le dimensioni che lo caratterizzano: efficienza ed affettività.
In un gruppo classe che funzioni, queste due dimensioni sono in equilibrio tra loro e garantiscono al
gruppo una ricca produttività sostenuta da un buon clima relazionale.
La dimensione dell’efficienza rimanda subito all’apprendimento, alla sfera della prestazione che
parla di obiettivi, di programmazione, di acquisizione di competenze: si tratta della funzione della
scuola. La proposta formativa della scuola è proprio quella di contribuire alla crescita della persona
attraverso la mediazione dei saperi. Occorre però far attenzione a non scambiare i mezzi (le
discipline) per il fine (la crescita della persona). La scuola deve collaborare alla formazione umana
della personalità dell’alunno ma non valutare il raggiungimento di questa solo attraverso parametri
di acquisizione in termini strumentali.
Nei gruppi classe in cui viene considerata solo la dimensione dell’efficienza si assiste ad un
inaridimento delle relazioni e a dinamiche relazionali e personali che potrebbero portare verso
l’insuccesso.
La dimensione della affettività rinvia a tutti quegli elementi che riguardano lo stare bene in classe, il
sentirsi valorizzati, accettati all’interno del gruppo. I rapporti positivi con l’insegnante e con i
propri compagni contribuiscono alla costruzione dell’immagine del sé; il bambino che si sente
accolto, riconosciuto nella relazione, si attribuirà valore come individuo degno di accettazione e
sperimenterà gli aspetti positivi dello stare insieme. Un clima di classe positivo favorirà nello
studente il benessere psicologico e un’identità strutturata e permetterà di raggiungere una maggiore
condivisione.