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Codice Corso: MASTER24CFU

“Metodologie Didattiche, Psicologiche, Antropologiche e Teoria dei metodi di progettazione”


A.A.2019/2020

Insegnamento di Metodi e strumenti dell’apprendimento cooperativo


UNITA’ DIDATTICA 3

Cooperative Learning: la Peer Education

Corsista: Pier Paolo Soro

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INTRODUZIONE
Fra le modalità con le quali l’insegnante ed il gruppo docenti possono declinare la loro
partecipazione alla vita dell’organizzazione scolastica, esistono due diverse modi reciprocamente
polari con i quali è possibile promuovere l’apprendimento: “l’apprendimento programmato
dall’esterno” e “l’apprendimento con metodo sociale”.
Nel primo caso, dell’apprendimento programmato dall’esterno, al fine di esplicare le funzioni
educative e didattiche, il docente si pone come la principale fonte della conoscenza e del sapere,
stabilisce e valuta ciò che deve essere conosciuto, fissa il ritmo dell’apprendimento, suscita la
motivazione o la recupera, facilita e individualizza l’apprendimento.
Nel secondo caso, del metodo sociale, meglio noto come Cooperative Learning, le risorse e
l’origine dell’apprendimento ricadono in prevalenza sugli allievi. Gli studenti si aiutano
reciprocamente e sono corresponsabili del loro apprendimento, stabiliscono il ritmo del loro lavoro,
si correggono e si valutano a vicenda, sviluppando e migliorando in questo modo le relazioni sociali
allo scopo di favorire l’apprendimento, mentre il gruppo docente si pone come facilitatore e
organizzatore dell’attività di apprendimento.

IL GRUPPO
Per poter ottemperare a questa metodologia di insegnamento cooperativo è necessario istituire un
gruppo, che in ambito scolastico viene cosi definito: il gruppo classe.
Esso costituisce l’ambito entro il quale gli studenti manifestano i propri bisogni soggettivi, che
sono: il bisogno di conquistare prestigio sociale, di avere amici, di dare scaricare aggressività, ma
sopratutto la necessità di collaborare e cooperare all’interno di contesti di apprendimento in grado di
attivare dinamiche interattive fra i membri.
Il gruppo è, inoltre, un ambiente in cui i ragazzi tendono naturalmente a collocarsi e a riconoscersi,
il luogo in cui sviluppano le proprie capacità di espressione e sperimentano l’interazione, dove è
possibile ampliare la propria sfera socio-affettiva costruendo la propria autonomia ed il proprio
senso di responsabilità. Il gruppo in altre parole è il luogo in cui avviene la gran parte dei processi
attraverso i quali il ragazzo, sopratutto in età adolescenziale, costruisce la propria identità, la
percezione di se e degli altri.
E’ importante sottolineare che sono necessari alcuni presupposti di partenza che portino ad una resa
efficace di qualsiasi processo di apprendimento di gruppo, tra i quali, ad esempio, l’interdipendenza
positiva, la responsabilità individuale, l’interazione costruttiva e l’attuazione di abilità sociali
specifiche che sono fondamentali nei rapporti interpersonali, anche all’interno di un piccolo gruppo,
Questi presupposti favoriscono la creazione di un clima di collaborazione, di stima e di fiducia

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reciproca, messi in atto mediante una strategia di apprendimento cooperativo che permette agli
insegnanti di favorire in classe l’aiuto ed il sostegno reciproco.

Nell’ambito del metodo cooperativo di gruppo, le metodologie utilizzabili sono di diverso tipo: il
Toutoring tra pari, l’Educazione socio-affettiva, il Jigsaw e la Peer Education; all’interno della
classe queste tecniche sono utili al docente per insegnare ad educare le competenze chiave, le abilità
per la vita (life skills) e gli obiettivi che travalicano dall’ambito scolastico. Tra queste abilità sono
fondamentali ad esempio l’imparare ad imparare, il saper ascoltare e il saper parlare, il saper
collaborare e il saper essere dinamici con il pensiero in funzione della mente, intesa come base
dell’elemento sociale. Queste attività educative mirano a potenziare nei pari le conoscenze, gli
atteggiamenti, le competenze che consentono di compiere delle scelte responsabili e maggiormente
consapevoli riguardo alla loro condotta di vita.

LA PEER EDUCATION: DEFINIZIONE.


La Peer Education (letteralmente "Educazione tra Pari") nasce come progetto educativo teso a
promuovere un rapporto tra i giovani e adulti, nel quale ciascuno possa preservare la propria identità
ed il proprio ruolo.
L’ambito di intervento dal punto di vista dei contenuti è individuabile sopratutto nel comportamento
consapevole, intendendo la consapevolezza come processo privilegiato di trasferimento delle
informazioni all’interno di gruppi, in modo particolare fra coetanei, dove l’influenza dei pari, anche
su argomenti importanti come ad esempio il bullismo o la prevenzione delle malattie 1, risulta essere
un metodo molto efficace di apprendimento.
Nello specifico l’espressione Peer Education si riferisce a quella proposta educativa attraverso la
quale, in un gruppo, alcuni soggetti (peer educators) vengono scelti (e formati) per svolgere il ruolo
di educatore nei confronti degli altri membri dai quali, però, sono percepiti come loro simili per età,
condizione lavorativa, provenienza culturale, esperienze, etc..
La Peer Education, quindi, attraverso il confronto e la lente dei ‘pari’, si prefigge il compito di
‘leggere’ le esperienze di ciascun membro del gruppo, collocarle all’interno di un quadro più ampio
e definito, e di favorire lo sviluppo di un pensiero critico sui propri comportamenti.

Per Silvia Panzavolta2 la Peer Education è «un intervento che mette in moto un processo di
comunicazione globale, caratterizzato da un’esperienza profonda ed intensa e da un forte
atteggiamento di ricerca di autenticità e di sintonia tra i soggetti coinvolti. Questa pratica va oltre la
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Croce et Alii 2011.
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UNIBO

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consueta pratica educativa e diviene una vera e propria occasione per il singolo soggetto, il gruppo
dei pari o la classe scolastica, per discutere liberamente e sviluppare momenti transferali intensi»3.

Tale approccio, sicuramente nuovo, trova radici nel passato ed è stato oggetto di studi di numerosi
antropologi, come ad esempio van Gennep (1909) e Bourdieu (1998), che nelle loro opere
osservano che in molte società fra quelle analizzate, esistevano delle cerimonie di iniziazione, o
meglio dei riti di passaggio all’età adulta, consistenti nel superamento di una serie di prove
collettive in cui la collaborazione del gruppo era fondamentale per il passaggio allo status
successivo.

IL RUOLO DELL’INSEGNANTE
E’ importante sottolineare la valenza che ha per l’attività didattica svolta dal docente il suo sapersi
rapportare in maniera funzionale al gruppo-classe. Nel caso della Peer Education il rapporto
educativo fra insegnante e gruppo di allievi, va inteso come un’esperienza democratica nel senso
che l’interazione fra gli educatori e gli allievi è regolata dalla simmetria, dall’eguaglianza, dalla
complementarietà e dal mutuo controllo. Questo processo democratico va considerato in rapporto
simbiotico con il metodo tradizionale d’insegnamento diretto “verticale” e non in contrapposizione
ad esso.
Gli animatori adulti in questo contesto si propongono come dei facilitatori, chiamati a costruire lo
sfondo sul quale si muoveranno autonomamente i ragazzi; una sorta di contenitore flessibile e
dinamico volto a tutelare e promuovere la possibilità per i Peer Educators di riconoscesi
progressivamente quali protagonisti attivi nella realizzazione del proprio progetto nel gruppo.
La rilevanza dei docenti sarà pertanto evidente solo nella prima fase del lavoro, attenuandosi fino a
ridursi ad una figura di supervisore silenzioso che assiste i ragazzi se interpellato in merito, ad
esempio, ad un parere, ma restando volutamente distaccato dal processo di gruppo in essere. Questo
risulta essere uno degli aspetti qualificanti della Peer Education: il docente punta ad essere non il
centro del gruppo ma una sorta di contenitore esterno che garantisce l’esistenza del gruppo stesso.

I PEER EDUCATORS
Questa metodologia prevede che all’interno di un gruppo vi siano degli allievi che scelgano di
rivestire il ruolo di educatori diventando, appunto, Peer Educators. L’esperienza di condivisione
risulta essere maggiormente interessante sopratutto per questa categoria di allievi in quanto durante
il loro ruolo essi hanno l’occasione per mettere da parte gli abiti abituali dello studente - inteso
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Panzavolta 2004

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come fruitore passivo di insegnamenti da parte degli adulti - e per assumere un ruolo responsabile e
propositivo, ma non una leadership, all’interno di un gruppo nel quale ciascuno possa misurare le
proprie capacità di comunicazione, confrontarsi con le risposte ricevute e verificare gli effetti del
proprio lavoro di condivisione.
Le figure dei Peer Educator vanno scelte con cura dai docenti all’interno della classe/gruppo di
modo che questi possano ricevere da parte dell’insegnante una formazione orientata a sviluppare le
loro capacita comunicative e relazionali e di consolidare l’abilità di trasmettere non solo contenuti
ma anche strategie esperienziali.
Croce a tal proposito sostiene: “gli educatori fra pari non sono dei semplici trasmettitori di
informazioni precostituite. Essi piuttosto, si riconoscono come dei soggetti liberi, responsabili,
capaci di compiere autonomamente le loro osservazioni e rielaborazioni”4.
In pratica, i peer educators, permettendo il confronto tra pari senza ‘timori riverenziali’, attivando il
confronto tra le esperienze e fungendo da agenti di socializzazione, mettono in atto interventi
educativi rivolti alla maturazione, da un lato, di livelli di consapevolezza rispetto alle tematiche
oggetto del percorso educativo e, dall’altro, rivolti alla presa di coscienza del ruolo che ciascun
elemento del gruppo può assumere, delle conseguenze delle singole azioni e, conseguentemente,
favoriscono l’attuarsi di processi rivolti alla maturazione di consapevolezza della responsabilità nei
confronti delle proprie scelte.
Nella definizione del Segretariato Italiano Studenti Medicina, troviamo: peer educator è un ragazzo
che parla ad altri ragazzi suoi pari, si tratta di un incontro tra coetanei (o quasi) appartenenti ad
uno stesso gruppo, ma all'interno del quale qualcuno si è formato e mette le proprie conoscenze a
disposizione degli altri. Il grande della Peer Education, ciò che la fa funzionare, è esattamente il
fatto che non è una lezione, è un incontro di confronto in cui qualcuno ne sa di più, ma in cui si
cresce insieme″ 5.

METODOLOGIA E OBIETTIVI
Dopo aver ricevuto un’adeguata formazione, i Peer Educators sono indotti in modo indipendente - e
contando solo sulle proprie capacità - a costruire i propri gruppi di lavoro dove produrre iniziative
condivise e sviluppare il progetto, avvalendosi anche dei supporti metodologici forniti dai loro
formatori, creando in questo modo l’ambiente e le condizioni necessarie a favorire la crescita di un
individuo attraverso lo sviluppo del senso critico, della coscienza di sé e della propria generazione,

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Id.
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www.sism.org

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Tutti i ragazzi sono messi in questo modo nella condizione di riconoscere nel gruppo uno strumento
in grado di facilitare, accelerare e moltiplicare i risultati che gli allievi potrebbero produrre
singolarmente. La scelta di fare del gruppo il punto di partenza della formazione dei Peer Educators
si basa in particolar modo sul concetto di dimensione di gruppo avvertita dagli allievi.

Uno dei passaggi fondamentali di questo percorso consiste nell’utilizzo di tecniche di emersione e
discussione che consentano a ciascuno di guardare in profondità, di esprimere liberamente il proprio
parere, riconoscendo i propri desideri e bisogni.

Il legame di similarità percepito tra i soggetti coinvolti nel gruppo, può essere considerato uno fra i
punti di forza e alla base dell’efficacia di questo metodo didattico cooperativo: sentire una qualche
comunanza con le altre persone coinvolte, condividere con loro simili problematiche o esperienze
comuni, ‘rivedersi’ nelle altrui azioni/situazioni, etc., sono dinamiche che favoriscono la credibilità
e l’efficacia della comunicazione educativa. I pari, infatti, sono visti come modelli attraverso i quali
rileggere le proprie esperienze e, in tal modo, da un lato, acquisire conoscenze e competenze di
varia natura e, dall’altro, modificare i propri comportamenti e i propri atteggiamenti.

Privilegiare la dimensione orizzontale nella condivisione di saperi ed esperienze tra i membri di un


gruppo, a partire dalla considerazione che la parità può rappresentare una possibile spinta al
cambiamento, fa della Peer Education una strategia educativa volta ad attivare un processo naturale
di cambiamento: nella peer education, infatti, attraverso la comunicazione tra pari, ossia il
trasferimento spontaneo di esperienze, conoscenze tra soggetti appartenenti ad uno stesso gruppo o
contesto sociale, i membri di un gruppo diventano soggetti attivi del loro sviluppo e della loro
formazione, non semplici recettori di contenuti, valori ed esperienze trasferiti da un professionista
esperto. Tale processo si innesca a partire dal confronto tra punti di vista diversi, attraverso lo
scambio di idee e la condivisione delle esperienze, a seguito dell’analisi dei problemi individuali e/o
comuni e della ricerca delle possibili soluzioni.

La Peer Education, quindi, attraverso il confronto e la lente dei ‘pari’, si prefigge il compito di
‘leggere’ le esperienze di ciascun membro del gruppo, collocarle all’interno di un quadro più ampio
e definito, e di favorire lo sviluppo di un pensiero critico sui propri comportamenti.
Il terreno di intervento, dal punto di vista dei contenuti, è individuabile in un ambito che si può
genericamente definire con l'espressione di "comportamento consapevole": l'educazione tra pari ha
insomma l'obiettivo di trasferire informazioni, ma soprattutto consapevolezza, riguardo alle

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conseguenze che possono derivare dalla guida pericolosa, dall'uso di tabacco, di sostanze dopanti,
di droghe e di alcool, oppure da un comportamento sessuale a rischio.

Tra i vantaggi di questo genere di attività formativa di gruppo, promossi dalle istituzioni scolastiche
all’interno della loro offerta formativa, vi è sicuramente il fatto che - avvalendosi della loro
funzione educatrice e promotrice di cambiamento - essi possono sicuramente fungere da collante tra
le diverse agenzie educative e formative che orientano il processo di crescita dell’adolescente, come
ad esempio la famiglia, la scuola e il gruppo dei pari.

APPLICAZIONI
Negli ultimi decenni la Peer Education è stata legata ad aspetti e contesti differenti come, ad
esempio, ad interventi formativi diretti alla prevenzione dall’HIV in gruppi di adolescenti 6. In
quest’ultima esperienza, ad esempio, la Peer Education è stata vista come lo strumento più consono
per educare i giovani ad una maggiore consapevolezza rispetto a questo tipo di tematiche: avere la
possibilità di riconoscersi nelle esperienze di un proprio pari, infatti, può avere un’incidenza
maggiore rispetto al dover osservare determinati atteggiamenti suggeriti da un adulto. “L’altro
diventa uno specchio in cui riflettersi e grazie al quale comprendere se stessi, favorendo una
maggiore accettazione del proprio status e una nuova percezione della propria identità”7.
Un altro importante ambito di utilizzo è quello di contrasto al bullismo8.

BIBLIOGRAFIA

- Cooley, 1902, Human Nature and the Social Order, New York: Charles Scribner's Sons,
revised ed.

- Croce M. et Alii. 2003, Peer Education. Adolescenti protagonisti nella prevenzione, Franco
Angeli: Milano.

- Di Cesare, G. & Giammetta, R. (2011). L'adolescenza come risorsa. Una guida operativa
alla peer education. Carocci, Roma.

6
Medley et Alii 2009.
7
Cooley 1902.
8
http://www.miur.gov.it/bullismo-e-cyberbullismo 

7
- Gnemmi A., Ottolini P., La Peer Education: una strategia flessibile tra scuola, territorio e
web, in Ottolini G., Rivoltella P.C. (eds), Il Tunnel e il Kayak, Teoria e Metodo della Peer
& Media education, Franco Angeli, Milano.

- Medley, A., Kennedy, C., O'Reilly, K. & Sweat, M. (2009). Effectiveness of Peer Education
Interventions for HIV Prevention in Developing Countries: A Systematic Review and Meta-
Analysis. AIDS Education and Prevention. 21(3), 181-206.

- Ottolini G. (a cura, 2011), Verso una peer education 2.0?, Ed. Gruppo Abele, Torino.

RISORSE IN RETE
- Panzavolta S. 2004, Peer Education: l’educazione tra pari che passa conoscenze.
L’educazione fra pari per sviluppare il sapere, modi di fare, credenze e abilita e per far
crescere la responsabilità. on-line: http://www.bdp.it/content/index.php?
action=read&id=1133.
- nuovadidattica.lascuolaconvoi.it/agire-educativo/4-il-lavoro-educativo-nei-contesti-formali-
informali-e-diffusi-non-formali/peer-education/

- https://it.wikipedia.org/wiki/Peer_education
- www.formazione.it/peereducation.htm
- www.provincia.torino.it/istruzione/cesedi/peer/ peer.htm
- www.aies.org
- www.indire.it
- www.generazioniconnesse.it
- http://www.miur.gov.it/bullismo-e-cyberbullismo 

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