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METODOLOGIE DIDATTICHE

CIRCLE TIME
Una metodologia efficace per aumentare la vicinanza emotiva e per risolvere i conflitti.
Pedagogia di riferimento: psicologia umanistica degli anni ’70 nei suoi due esponenti Abraham
Maslow e Carl Rogers
Il Circle Time rappresenta un momento in cui, come suggerisce il nome stesso, gli alunni si
siedono in cerchio con un coordinatore (l’insegnante), che fa anch’esso parte del cerchio,
proprio perché il Circle Time rappresenta un momento di parità, dove tutti riescono a vedersi
in faccia e ad esprimere le proprie opinioni e emozioni liberamente.

COOPERATIVE LEARNING
Il termine cooperative learning, letteralmente "apprendimento cooperativo", è una metodologia di
insegnamento che si realizza attraverso, appunto, la cooperazione degli studenti. Nel dettaglio si
tratta di un metodo didattico che consiste nella suddivisione degli alunni in piccoli gruppi e il
raggiungimento di un obiettivo comune. Nel portare a termine l'obiettivo, si favorisce
l'apprendimento degli studenti attraverso l'aiuto reciproco, il quale porta ad un miglioramento
personale e ad un maggiore capacità di collaborazione tra gli alunni.
In questa cornice l'insegnante assume un ruolo di moderatore ed organizzatore delle attività,
stimola l'impegno di ognuno e favorisce una buona armonia all'interno del gruppo di studenti. Per
quanto riguarda gli obiettivi stabiliti egli fa in modo che vengano conseguiti attraverso
una condivisione di conoscenze e abilità da parte di tutti e tramite lo sviluppo di una buona
capacità di risoluzione dei problemi (problem solving).

DEBATE
Il debate è una metodologia didattica attiva che permette di stimolare competenze trasversali, a
matrice didattica ed educativa, e che ha come obiettivo ultimo il “saper pensare in modo creativo
e comunicare in modo efficace ed adeguato”
È una metodologia che prevede, in una fase che precede lo svolgimento del dibattito, l’attivazione
del cooperative Learning e della peer education.
Il debate è una discussione formale, e non libera, nella quale due squadre (ciascuna di tre o più
studenti) sostengono e controbattono un’affermazione data (extracurricolare), ponendosi in un
campo (PRO) o nell’altro (CONTRO).
Riferimenti pedagogici: pedagogia costruttivista di Vygotsky, in quanto fondata sull’interazione
sociale degli studenti sia in fase di ricerca che di dibattito.

DIDATTICA INTEGRATA
La didattica integrata propone percorsi che, esprimendo il cuore del proprio indirizzo di studi,
integrano area umanistica e area scientifica promuovendo competenze trasversali di cittadinanza.
Essa rappresenta una strategia utile alla realizzazione delle così dette educazioni (alla legalità,
all’ambiente…), che per loro natura richiedono un impegno interdisciplinare. Punti fermi sono il
potenziamento del pensiero critico e delle pratiche comunicative, argomentative e deliberative
attraverso l’introduzione della retorica e mediante l’applicazione di una didattica per problemi e
per competenze.
DIDATTICA LABORATORIALE
Il progetto va a rivoluzionare il modo di fare didattica curriculare di tipo verticale, favorendo la
condivisione dei saperi. Gli studenti partecipano attivamente al percorso di apprendimento,
valorizzando le diverse abilità e competenze sociali. Agevola l’inserimento degli studenti stranieri
neoarrivati, favorisce l’inclusione e l’inserimento in corso d’anno di studenti e docenti. Tutti questi
elementi di positività servono agli studenti per credere nelle loro capacità, nella creatività che
possono esprimere, nella comunicazione di quello che riescono a realizzare.
Riferimenti pedagogici : metodologie di radice costruttivista da Dewey a Vygotskij,da Don Bosco a
Don Milani, con elementi di psicologia della relazione di Rogers (“human centered teaching”,
docente facilitatore, counseling, holding, scaffolding, ecc.).

DIDATTICA PER SCENARI


Una metodologia in cui ragazzi diventano i protagonisti, il ruolo del docente, proposto uno
scenario, è di guida, orienta i gruppi, promuove l’autonomia dei singoli. Viene stimolata la
creatività e l’uso delle tecnologie.
Riferimenti pedagogici: costruttivismo e della psicologia cognitiva. Dewey e partecipazione attiva.

EAS
La metodologia EAS (Episodi di Apprendimento Situato) è stata introdotta dal prof. Pier Cesare
Rivoltella, diffondendosi in Italia a partire dal 2014.
L’unità con EAS è articolata in 3 fasi: preparatoria, operatoria e ristrutturativa, attuando il
capovolgimento della tradizionale lezione frontale. In ciascuna fase vengono individuate sia le
azioni del docente che quelle degli studenti, riconducendole ad una determinata logica didattica.
L’EAS, basata su un’accurata progettazione del docente (Lesson Plan), propone agli studenti
esperienze di apprendimento situato e significativo, che portino alla realizzazione di artefatti
digitali, favorendo un’appropriazione personale dei contenuti.
Riferimenti pedagogici: la metodogia EAS ha come riferimento principale la “scuola del fare” di
Freinet ( con la sua “lezione a posteriori”), ulteriori riferimenti sono riconducibili alla Montessori,a
Dewey, Bruner, Gardner, Don Milani, alla Flipped Lesson. Volendo scendere nei dettagli, la
metodologia EAS fa suoi molti presupposti dell’attivismo pedagogico, del Mobile Learning e micro-
learning (Pachler), ed è da ricondurre al post-costruttivismo.

FLIPPED CLASSROOM
Gli insegnanti predispongono tutto il materiale didattico su un sito: raccolgono i video didattici e
progettano attività di coppia o gruppo da proporre in classe. Le attività sono di tipo creativo o
autentico, sfidanti, autovalutabili tramite semplici checklist dagli stessi studenti.
Essi studiano a casa i video delle lezioni per apprendere in anticipo i contenuti.
Poi in classe svolgono, in piccoli gruppi cooperativi, le attività che trovano sul sito.
L’insegnante ha un rapporto empatico con gli alunni. Li valuta continuamente, evitando
l’isolamento degli alunni demotivati.
Riferimento pedagogico: il costruttivismo
IBSE
Science is a way of thinking much more than it is a body of knowledge. Carl Sagan (1986)
L’educazione scientifica basata sull’investigazione (IBSE) è un approccio induttivo all’insegnamento
delle scienze che mette al centro dell’apprendimento l’esperienza diretta. Le attività coinvolgono
attivamente gli studenti nell’identificazione di evidenze rilevanti, nel ragionamento critico e logico
sulle evidenze raccolte e nella riflessione sulla loro interpretazione. Gli studenti imparano a
condurre investigazioni ma comprendono anche i processi che gli scienziati usano per sviluppare
conoscenza. Efficace a tutti i livelli di scuola, aumenta l’interesse e i livelli di prestazione degli
studenti e sviluppa le competenze fondamentali per prepararsi ad affrontare il mondo oltre la
scuola.
Riferimento pedagogico: matrice costruttivista che parte dal lavoro di Dewey e Piaget.

JIGSAW
Una metodologia  che riduce il conflitto tra gli studenti, migliora la motivazione e aumenta il
piacere dell’esperienza di apprendimento.
La Jigsaw classroom, sviluppata negli anni ’70 da Elliot Aronson, è una metodologia di cooperative
learning basato sulla ricerca. L’insegnante divide gli studenti in gruppi, sceglie un leader, divide la
lezione in un numero di segmenti pari al numero dei membri del gruppo, assegna a ogni studente
di ogni gruppo l’apprendimento di un solo segmento e alla fine della sessione, verifica
l’apprendimento. Con la cooperazione, si riduce il conflitto tra studenti e si migliora la motivazione
all’apprendimento.

METODOLOGIA DELL’ESPRESSIONE
“Questo è un viaggio che si compie con molta calma, rispettando i ritmi di ciascuno”.
La Metodologia dell’Espressione(™) permette ai processi dell’apprendimento di svilupparsi  in
piena autonomia secondo il loro sviluppo naturale.  Incoraggia lo scambio fra l’interiorità e
l’ambiente, accompagna   la crescita personale, facilita l’espressione individuale. Si applica
facilmente nella Scuola dell’Infanzia e permette lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, dei processi
mentali, della comunicazione sociale  Educa alla libera scelta e al senso di responsabilità .
Si avvale della cura educativa, dell’ascolto attivo,sincronizza  tempi e opportunità,crea
connessioni.   Può essere immaginata come un luogo fisico ben delineato, dove chiunque può
manifestare i suoi talenti, sentirsi  libero dal giudizio ed acquisire  dinamicità e biocentricità
L’aula flessibile, si  scompone secondo le esigenze didattiche e permette  l’avventura e la scoperta,
un laboratorio tuttavia stabile  in cui tutti possono  misurare se stessi in ordine alla propria
crescita.  Self feeling, voce sound, yoga, traccia, pittura  con   materiali della migliore qualità per
conoscere le differenze.  Coadiuvati da stereo, strumenti musicali,  specchio, vestiti da
travestimento, divanetti  per la lettura,
Tecnologie avanzate come Lim, Digital Board (monitor digitali interattivi touch screen a scuola,
Tablet, telecamere digitali, macchine fotografiche reflex, cavalletto, proiettore, usate  secondo il
principio di lasciare che   i bambini siano protagonisti del digitale,  nel pieno sviluppo di uno spirito
critico e personale .
Riferimenti pedagogici: Piajet, Montessori, A. Stern, Dewey, Russeau, Steiner, C. Rogers.
MICROLEARNING
In estrema sintesi possiamo dire che il microlearning è una metodologia, un approccio alla
progettazione formativa che fa riferimento ad un processo di granularizzazione
dell’apprendimento e si focalizza su unità di contenuto “piccole” autoconsistenti. Brevità,
leggerezza, effort ridotto in termini di tempo ed energia profusa sono le chiavi per comprendere il
perché il microlearning è diventato un trend dell’eLearning: tale impostazione rende infatti
possibile coniugare l’esigenza di apprendere in maniera continua, avendo a disposizione tempi
sempre più brevi e in costante mobilità.
Se la nuova formula dell’apprendimento funziona con gli adulti, immigrati digitali, perché non
dovrebbe funzionare con i nativi digitali?
Riferimenti pedagogici: Microteaching di Dwight W. Allen (Stanford University, anni ’60), a sua
volta sviluppatosi nell’ambito del costruttivismo e del costruzionismo.

PEER EDUCATION
La metodologia della peer education, o educazione tra pari, comporta un radicale cambio di
prospettiva nel processo di apprendimento, ponendo gli studenti al centro del sistema educativo.Il
focus è sul gruppo dei pari, che costituisce una sorta di laboratorio sociale, in cui sviluppare
dinamiche, sperimentare attività, progettare, condividere, migliorando l’autostima e le abilità
relazionali e comunicative. La peer education consente di veicolare con maggiore efficacia
l’insegnamento delle life skills, competenze indispensabili per il raggiungimento del successo
formativo da parte di ogni studente.
Una strategia educativa che si basa su un processo di trasmissione di esperienze e conoscenze tra i
membri di un gruppo di pari, all’interno di un piano che prevede obiettivi, tempi, modi, ruoli e
materiali strutturati.
Riferimenti pedagogici: matrice costruttivista. Ha antecedenti molto antichi, nel metodo del
“mutuo insegnamento”.

PROBLEM SOLVING
“NOI risolviamo il problema quindi IO imparo”
Questa la logica della metodologia attiva “problem solving collaborativo” che trae le sue origini
dalla pedagogia costruttivista di Vygotsky. Come ribadito dal PISA-OCSE (Programme for
International Student Assestment) rapporto 2015 il “problem solving” è una competenza
complessa che si sviluppa con una metodologia collaborativa opportunamente organizzata (in
termini di ruoli, organizzazione e di visione strategica) che contiene alcuni passaggi chiave
identificabili (1) nel porre gli alunni in una situazione problematica,(2) rendere loro accessibili le
informazioni necessarie, (3) accompagnare verso l’identificazione di ipotesi e la loro
trasformazione in azioni,(4) infine verificare l’efficacia della soluzione ed eventualmente,
attraverso la diagnosi dell’errore, ripartire ciclicamente dal punto (1).
Riferimenti pedagogici: pedagogia costruttivista di Vygotsky.

PROJECT BASED LEARNING


Project Based Learning (PBL) è un modello di insegnamento e apprendimento intorno ai progetti,
centrato sullo studente.
I progetti sono compiti complessi, basati su domande stimolanti o problemi, che coinvolgono
collaborativamente, per periodi piuttosto lunghi di tempo, gli studenti nella progettazione, nella
risoluzione di problemi, nel processo decisionale o in attività di ricerca.  Mediante i progetti gli
allievi acquisiscono autonomia e responsabilità, sviluppano competenze e applicano conoscenze,
apprendendo in modo significativo, I progetti culminano con la realizzazione di prodotti autentici.
Riferimenti pedagogici: costruttivismo e il costruttivismo sociale

CLASSE/SCUOLA SCOMPOSTA
Una scuola scomposta, con laboratori per competenze, in una scuola-casa pensata appositamente
per il benessere degli studenti e per dare forma a un luogo accogliente per una didattica
innovativa in cui al centro ci sono i ragazzi protagonisti del loro apprendimento.
Riferimenti pedagogici: costruttivismo – Montessori-apprendimento collettivo e connettivo-
Claparède – La scuola su misura-Dewey- la scuola laboratorio-Freinet.

SCUOLA SENZA ZAINO


Si pone un’enfasi sull’organizzazione dell’ambiente formativo inteso nella sua interezza, sapendo
che si apprende più dall’ambiente, ovvero dal contesto inteso anche come comunità, che dal
singolo insegnante (Dewey, 1953)
Nella scuola senza zaino è l’esperienza scolastica nel suo complesso ad essere formativa ed è
dunque progettata nella sua globalità, senza lasciare niente al caso.
Sappiamo infatti che si apprende più dall’ambiente, inteso anche come comunità, che dal singolo
insegnante.
Il contesto educativo è visto come un sistema complesso composto da una struttura
materiale (spazi e architetture in genere, arredi, strumenti didattici, tecnologie), e da una struttura
immateriale (le relazioni, le competenze professionali dei docenti, ma anche quelle degli allievi, le
Indicazioni nazionali e i piani formativi, i sistemi di valutazione, ecc.).
Questa attenzione all’ambiente formativo è definita in Senza Zaino "Approccio Globale al
Curricolo (Global Curriculum Approach – GCA)".

SERVICE LEARNING
“Faciliterai l’apprendimento del discepolo se gli fai vedere l’applicazione che nella vita comune
quotidiana ha tutto quello che gli insegni… Se gli mostri il valore di ogni cosa, farai in modo che
sappia quello che sa e possa usarlo.” Joan Amos Comenius (1593-1670), Didattica Magna
Il Service Learning è una proposta pedagogica che unisce il Service (la cittadinanza, le azioni solidali
e il volontariato per la comunità) e il Learning (l’acquisizione di competenze professionali,
metodologiche, sociali e soprattutto didattiche), affinché gli allievi possano sviluppare le proprie
conoscenze e competenze attraverso un servizio solidale alla comunità. L’elemento innovativo di
questa proposta sta nel collegare strettamente il servizio all’apprendimento in una sola attività
educativa articolata e coerente. La sua implementazione consente simultaneamente di imparare e
di agire e, in questo senso, si presenta come una pedagogia capace di migliorare l’apprendimento
e, al tempo stesso, potenziare i valori della cittadinanza attiva. Partendo dalla convinzione che la
cittadinanza non sia soltanto un contenuto da trasmettere, la proposta pedagogica del Service
Learning non si limita a promuovere una maggior conoscenza degli aspetti che contraddistinguono
tale valore, ma chiede agli studenti di compiere concrete azioni solidali nei confronti della
comunità nella quale si trovano ad operare. Nel fare questo, gli studenti mettono alla prova, in
contesti reali, le abilità e le competenze previste dal loro curriculum scolastico, e richiamate non
solo dalle Indicazioni nazionali per il curricolo, ma dagli orientamenti internazionali, che
esplicitamente raccomandano di collegare gli apprendimenti disciplinari alle competenze chiave o
di cittadinanza. Attraverso questo tipo di esperienza, che integra apprendimento e servizio, gli
studenti interiorizzano importanti valori (giustizia, legalità, uguaglianza, rispetto e cura per
l’ambiente). La pedagogia del Service Learning offre strumenti didattici per lo sviluppo di
comportamenti pro sociali, come l’aiuto, il servizio, la condivisione, l’empatia, il prendersi cura
dell’altro, la solidarietà. Gli studenti sono protagonisti in tutte le fasi del progetto, dalla rilevazione
dei bisogni, alla progettazione degli interventi, alle azioni messe in campo, alla valutazione degli
esiti. Sperimentano, in questo mondo, la fiducia nei loro confronti, e diventano capaci di
assunzione di responsabilità, di migliorare la qualità di vita delle persone, prendendosi cura degli
altri e dell’ambiente. Attraverso l’approccio pedagogico del Service Learning si crea un solido
legame tra scuola e comunità sociale. La comunità scolastica si apre sempre più al dialogo con i
diversi attori presenti sul territorio: le famiglie, gli enti locali, il mondo produttivo, il Terzo Settore,
il volontariato. Se, da un lato, la scuola è una risorsa per il territorio e un’occasione di sviluppo, dal
momento che interviene direttamente con la propria azione educativa nella formazione dei futuri
cittadini, dall’altro gli Enti e le Associazioni presenti sul territorio possono fornirle un sostegno e
uno stimolo utilissimi, considerandola un proprio patrimonio da preservare e sviluppare
ulteriormente. Inserito in una rete più ampia, l’apprendimento scolastico non è semplicemente
‘accademico’, e nemmeno investimento del singolo, ma si fa risorsa per la comunità ed è, al tempo
stesso, ulteriormente potenziato proprio dal contatto con la comunità.

IL METODO SCIENTIFICO PER LE STEM


Dall’inglese Science, Technology, Engineering e Math, è un acronimo che si riferisce alle discipline
accademiche della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica. In realtà non si
tratta di una metodologia didattica e neanche di 4 discipline a sè stanti  ma di 4 discipline
integrate in un nuovo paradigma educativo basato su applicazioni reali ed autentiche.
Ciò che differenzia lo studio delle STEM dalla scienza tradizionale e dalla matematica è il differente
approccio. Viene mostrato agli studenti come il metodo scientifico possa essere applicato alla vita
quotidiana. Le STEM consentono di insegnare agli studenti il pensiero computazionale
concentrandosi sulle applicazioni del mondo reale in un’ottica di problem solving. Più di recente,
inoltre, è sorta anche la necessità di includere la lettura tra le discipline da tutelare, evolvendo
quindi da STEM o STEAM in STREAM – con l’aggiunta della R per Reading.
L’idea è che la lettura è ancora un elemento che sviluppa senso critico che concorre al successo di
ogni studente. Lettura e scrittura sono fondamenti della comunicazione, qualsiasi disciplina si
insegni.

STORYTELLING
Il significato del termine Storytelling è quello di raccontare delle storie. Questa vera e propria arte
del narrare attualmente viene adoperata come un metodo di comunicazione persuasiva in
specifici settori: politico, economico e aziendale.
I vantaggi inerenti l’immissione del metodo narrativo sono ben conosciuti. Quest’importante
strategia si può utilizzare anche nell’ambiente didattico, in modo tale da apportarvi degli utili
miglioramenti per gli studenti.
Il racconto di storie tramite l’uso della tecnologia costituisce una pratica ormai ben stabile. Col
cambiamento delle tecniche correlatamente sono mutati pure i mezzi di comunicazione
coinvolgenti, lasciando intatta l’esaltazione sia dal punto di vista emotivo che da quello narrativo.
Digital Storytelling
Il racconto digitale può indubbiamente ampliare le visuali collegate all’apprendimento, in quanto
permette agli alunni di poter adoperare le proprie esperienze e creatività per realizzare dei
prodotti di genere multimediale, internamente al piano di studi.
Le azioni di Digital Storytelling nell’aula vanno a includersi nei programmi di apprendimento. Così
lo studente viene messo in primo piano nel suo procedimento d’apprendimento e può basarsi
sulle sue conoscenze e capacità, in maniera tale da riuscire a concretizzare dei prodotti particolari
attraverso video, attività di tipo multimediale, narrazioni digitali e libri.
Il Digital Storytelling può agevolare la conoscenza d’informazioni disciplinari non semplici da
comprendere pienamente, tramite un metodo avvincente e piacevole, proprio per questo spesso è
usato come un metodo facilitatore.
L’uso di un mezzo digitale nelle strutture scolastiche non solo contribuisce a incrementare le
opportunità correlate all’apprendimento e alla partecipazione attiva da parte di studenti BES e
DVA, ma riesce pure a spalancare l’accesso al mondo esterno che sovente risulta troppo lontano
dalla scuola.

TEAL
La Technology-Enhanced Active Learning (TEAL) è una metodologia progettata nel 2003 dal MIT di
Boston. La lezione frontale è spesso recepita passivamente dagli studenti; TEAL si propone di:
unire lezione frontale, simulazioni e attività laboratoriali con le tecnologie; progettare spazi con
specifiche caratteristiche, arredi modulari e riconfigurabili a seconda delle necessità; creare
interconnessione fra tecnologie e strumenti diversi; stimolare il confronto fra pari, la ricerca in
rete, la discussione delle tematiche, la loro rielaborazione attraverso una sintesi condivisa in rete.
Il metodo coniuga le lezioni frontali, le attività laboratoriali e l’attivismo pedagogico per dare vita a
un apprendimento arricchito e basato sulla collaborazione.

TINKERING
Tinkering è un termine inglese che vuol dire letteralmente “armeggiare, adoperarsi, darsi da fare”.
Il Tinkering viene oramai considerato, negli ambienti educativi a livello internazionale, un
approccio innovativo per l’educazione alle STEM, ed è menzionato nel PIANO NAZIONALE SCUOLA
DIGITALE come uno strumento importante per lo sviluppo delle competenze del 21° secolo e per
l’educazione alle STEM.
Si parla di tinkering come di una forma di apprendimento informale in cui si impara facendo.
L’alunno è incoraggiato a sperimentare, stimolando in lui l’attitudine alla risoluzione dei problemi.
Tutte le attività vengono lanciate sempre sotto forma di gioco o sfida. Le attività devono essere
realizzate in gruppo. Le principali attività che si possono proporre consistono nel costruire o
decomporre oggetti, progettare macchine, che si muovono, volano, disegnano, galleggiano,
esplorare materiali o elementi meccanici, creare artefatti originali o reazioni a catena.
Lo scopo del tinkering è realizzare oggetti di vario genere utilizzando materiali di recupero,
facilmente reperibili anche in casa. Scatole, bicchieri, fogli di carta, pezzi di legno, fili metallici,
involucri di plastica sono solo alcuni degli “ingredienti” che servono per mettersi all’opera. Le cose
che si possono costruire sono tantissime: circuiti elettrici, piccoli robot, giocattoli meccanici, piste
per biglie, meccanismi di reazione a catena, sculture
Pedagogia di riferimento: costruttivismo di Dewey e Piaget

TWLETTERATURA
Il metodo propone la lettura di opere della letteratura, delle arti e della cultura e la loro
divulgazione. Questa metodologia, pubblicata sotto licenza Creative Commons, è stata
sperimentata a partire dal 2012 da P.Costa, E.Montenegro e P.Vaccaneo, attorno ai quali si è
aggregata una comunità di diverse migliaia di appassionati e alcune centinaia di ‘riscrittori’
regolari.
La comunità sceglie un libro, lo legge e lo commenta, in base a un calendario condiviso,
‘riscrivendolo’ su Betwyll, l’app per il social reading di TwLetteratura o su Twitter. Ciascun utente
propone la sua interpretazione in forma di twyll e/o tweet : la riscrittura può essere parafrasi,
variazione, commento, libera interpretazione, nonché essere associata a media diversi da quello
originale (video, canzoni, disegni). L’uso di registri stilistici differenti – secondo il modello
dell’Oulipo – permette di sperimentare infinite combinazioni di decostruzione e ricostruzione del
testo di partenza.
Dal 2012 a oggi, TwLetteratura è stato sperimentato in più di 250 scuole in Italia: attraverso
workshop in classe e progetti online, almeno 14 000 studenti delle scuole primarie e delle scuole
secondarie di primo e secondo grado hanno letto e interpretato testi letterari con i loro insegnanti.
Pedagogia di riferimento: Il metodo di TwLetteratura, secondo quanto riportato nella sezione
dedicata sul sito ufficiale https://www.twletteratura.org/2014/02/il-metodo-tw-letteratura/ , più
che a principi pedagogici, trae ispirazione dal modello letterario dell’Oulipo.

WRITING AND READING


L’obiettivo del Writing and Reading Workshop è trasformare le classi in comunità di lettori e
scrittori competenti, critici ed appassionati.
Pedagogia di riferimento: Donald Murray, Donald Graves, Columbia University, Lucy Calkins,
Nancie Atwell, Frank Serafini, Jenny Poletti Ritz.

PENSIERO COMPUTAZIONALE E CODING


L’Italia è uno dei primi Paesi al mondo ad aver introdotto il coding a scuola, come attività per lo
sviluppo del pensiero computazionale, ovvero, la capacità di risolvere problemi. Il coding nella
didattica è, infatti, un efficace e divertente strumento che agevola e semplifica la comprensione e
l’acquisizione dei contenuti, ma questa attività non può essere progettata e proposta dall’alto, dai
docenti: essa va sperimentata, praticata e condivisa con gli studenti, nel tentativo di rendere
il coding a scuola un’attività interdisciplinare.
Il coding deve essere introdotto a scuola come attività trasversale perché trasversale è la
competenza che consente di sviluppare. L’adozione del coding come attività  per esemplificare
concetti e descrivere procedure per risolvere problemi e trovare soluzioni può essere affidata agli
insegnanti di qualsiasi disciplina, tale attività, infatti, non richiede competenze informatiche
specifiche, si impara, in un’ottica interdisciplinare, mescolando insieme,  creatività e fantasia con
logica e matematica. Il coding si applica sia alle materie scientifiche sia a quelle letterarie ed è una
strategia che permette di catturare l’attenzione degli alunni che, giocando, imparano a risolvere
un problema, più o meno complesso in base alla fascia di età.

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