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APPRENDIMENTO COOPERATIVO
A Marco Polo che sta descrivendo un ponte, pietra per pietra, Kublai Khan chiede:
«Ma qual è la pietra che sostiene il ponte?». «Il ponte» risponde Marco Polo,
«non è sostenuto da questa o quella pietra ma dalla linea dell’arco che esse formano.»
I. Calvino, Le città invisibili, Einaudi
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1.3 L’insegnante come facilitatore
È necessario un cambio della percezione che l’insegnante ha di sé: da dispensatore di sa-
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3. Le caratteristiche dell’apprendimento cooperativo
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3.1 Non è lavoro di gruppo!
Prima di parlare di apprendimento cooperativo è importante distinguerlo dal lavoro di
gruppo. Ogni insegnante ha sperimentato nella propria classe il lavoro di gruppo: gli alun-
ni vengono invitati a lavorare insieme per raggiungere un obiettivo didattico.
Nell’apprendimento cooperativo, i ragazzi non lavorano semplicemente insieme, ma
ognuno di loro riveste un ruolo determinante per raggiungere l’obiettivo didattico che
presuppone la realizzazione di un prodotto (che sia scritto, orale, teatrale, musicale, ico-
nografico ecc.). Sarà solo questo prodotto l’oggetto della valutazione dell’insegnante.
3.2 I ruoli
Parlare di apprendimento cooperativo significa parlare di ruoli. Ogni alunno assumerà,
una responsabilità individuale in base al ruolo che ricoprirà per raggiungere l’obiettivo di-
dattico. Ruolo diventa quindi sinonimo di responsabilità. E così l’apprendimento coope-
rativo diventa lo specchio di quello che sarà un lavoro di squadra in un contesto lavorativo.
Si pensi per esempio alla realizzazione di un progetto architettonico: c’è un architetto,
un disegnatore, un geometra, un’impresa edile ecc. E ognuno deve assumersi la responsa-
bilità del proprio ruolo in base alle proprie competenze. Il responsabile dell’impresa edile
dovrà rispettare le decisioni dell’architetto, ma nell’ambito delle proprie competenze potrà
suggerire, ai fini della realizzazione, la messa in opera in un modo piuttosto che in un
altro.
Questo è quello che dovremmo ricreare in un gruppo di apprendimento cooperativo.
Ogni alunno dovrà assumersi la responsabilità del proprio ruolo e, al tempo stesso, rico-
noscere e rispettare quelli dei compagni.
Il ruolo prevede l’interpretazione personale del compito. Il limite è posto dalla coesi-
stenza con altri che, a loro volta, devono poter esercitare la propria libertà nella realizza-
zione del progetto comune. Solo così il riconoscimento del ruolo dà visibilità e importanza
a ognuno e impone al gruppo di riconoscere le competenze di ognuno.
Attenzione però: quando chiediamo a un alunno di svolgere un incarico (distribuire i
quaderni, essere a capo della fila, servire da mangiare ecc.), non possiamo parlare di ruoli.
Pur necessitando un’assunzione di responsabilità per portarlo a termine, un incarico così
non prevede né un processo creativo, né l’interpretazione di un ruolo da parte dell’alun-
no e neppure la competenza di problem solving. Nell’apprendimento cooperativo, invece, il
problema da risolvere coincide con la realizzazione del compito e quindi il modo in cui si
realizzerà il compito dipende dall’interpretazione dei ruoli necessari.
Oltre all’obiettivo didattico che riguarda il piano cognitivo, in apprendimento coo-
perativo esiste dunque sempre un obiettivo che coinvolge il piano emotivo degli alunni
e ricade sulla loro socialità, sul loro modo di relazionarsi e investe quindi la sfera dello
sviluppo personale.
Anche nel lavoro di gruppo gli alunni sono costretti a relazionarsi per portare a termine
il lavoro, ma le loro competenze e l’apporto che ciascuno di loro dà al lavoro è casuale, o
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addirittura, frutto della prevaricazione dell’uno nei confronti dell’altro. I ruoli assegnati,
invece, sostengono e incentivano un maggior rispetto delle competenze “di colleghi”.
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Prima di intraprendere un lavoro in apprendimento cooperativo, e probabilmente
prima di qualunque tipo di lavoro in classe, sarebbe bene che l’insegnante si interro-
gasse sul proprio sentire e su quale tipo di lavoro potrebbe essergli congeniale quel
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giorno.
In apprendimento cooperativo è inevitabile che i ragazzi debbano potersi parlare; per-
tanto non ci potrà essere silenzio. È però anche molto importante che gruppi di lavoro
coesistenti nella classe possano lavorare contemporaneamente, adottando un tono di voce
che consenta di sentirsi all’interno del gruppo senza disturbare gli altri.
Anche in questo caso si può ricorrere al potere dei ragazzi chiedendo a ogni gruppo di
individuare al proprio interno un responsabile del tono di voce: sarà compito suo trovare
una modalità (anche creativa) per ottenere che il gruppo lavori utilizzando un tono di
voce tale da consentire anche agli altri gruppi di parlarsi e ascoltarsi.
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Con l’apprendimento cooperativo l’insegnante può anche osservare le dinamiche rela-
zionali del gruppo, gli elementi prevaricatori, la gestione dei conflitti o le alleanze.
Molto spesso durante il lavoro cooperativo si assiste a un ribaltamento dei ruoli: per
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esempio l’alunno normalmente emarginato dai giochi di gruppo, perché non particolar-
mente dotato a livello motorio, può essere cercato per le competenze cognitive; oppure il
leader negativo, che spesso boicotta il normale svolgersi della lezione, viene messo a tacere
dal gruppo dei pari che si sente investito della responsabilità del lavoro.
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Valutazione del lavoro in apprendimento cooperativo (il compagno)
sempre a volte mai
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Ha contribuito con sue idee e conoscenze?
Ha contribuito a creare un clima di lavoro collaborativo?
Ha incluso i compagni nel lavoro?
Quando aveva bisogno ha chiesto aiuto?
Ha aiutato i compagni di gruppo a raggiungere l’obiettivo
del lavoro?
Si è assicurato che tutti i compagni di gruppo capissero
come svolgere il lavoro?
Ha finalizzato le azioni e le comunicazioni al lavoro richiesto?
Ha coinvolto i compagni nel lavoro?
Ha monitorato i tempi?
Ha aderito ai ruoli che gli erano stati assegnati?
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