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P D F
Didattica GRATUITO
universale
Italiano e
Matematica
Classi 1-2-3
SCUOLA PRIMARIA
Giuseppina Gentili,
Ivan Sciapeconi, Eva Pigliapoco
e Ricerca e Sviluppo Erickson
PREFAZIONE
La serie «Didattica universale»
1
Gheno V. (2022), Chiamami così, Trento, Il Margine.
2
Canevaro A. e Ianes D. (2021), Un’altra didattica è possibile, Trento, Erickson.
1. Progettazione didattica
Una serie di guide didattiche è per sua stessa natura uno strumento di progettazio-
ne. La prospettiva universale è radicalmente incentrata su un’azione strutturata di
programmazione, pianificazione e scelta da parte del corpo docente. Predisporre
il contesto di apprendimento, attivare le risorse, scegliere le strategie didattiche
e gli strumenti per valorizzare tutti gli alunni e le alunne della classe è lo scopo
stesso della progettazione.
È necessario fare chiarezza su un punto centrale di questo approccio: il rapporto
tra differenze e diversità. Non è un vezzo linguistico, ma un punto di partenza
fondamentale. Una delle critiche più frequenti a un approccio sensibile alle dif-
ferenze è il seguente: «Devo fare una cosa diversa per ogni alunno per insegnare
italiano? È impossibile da gestire!».
Questa è la tipica confusione tra differenza e diversità. Lavorare sulle differenze
non significa programmare in maniera diversa tutte le azioni didattiche, ma anzi
significa creare il contesto di apprendimento in cui, rispetto a finalità ampie come
quelle dello sviluppo delle competenze disciplinari, si possa lavorare con tanti
materiali diversi e con tante tipologie diverse di collaborazione. Non in maniera
individualistica (io faccio ciò che mi viene più facile), ma in maniera collettiva
Dal principio universale sopra riportato emerge in maniera forte il principio della
pluralità, del progettare la propria azione didattica in maniera plurale non solo
utilizzando tante risorse differenti, ma differenziando le modalità di lavoro e di
relazione tra pari (al tema della differenziazione sarà dedicato il prossimo pa-
ragrafo). Riflettere sul perché dell’apprendimento, sul cosa e sul come, così come
riportato dal paradigma UDL, ci porta a riflettere sull’innovazione importante
rappresentata dallo scenario della didattica per competenze, che riporta al centro
la finalità alta e di lungo periodo dell’apprendimento e che modifica fortemente
anche il piano delle metodologie e delle relazioni tra pari, ma anche tra docente-
studente, utili per raggiungere i traguardi di competenze previsti.
Per lavorare sul piano delle competenze, l’insegnante deve tener conto delle In-
dicazioni Nazionali e dei traguardi di competenze che ogni alunno e alunna deve
sviluppare nel corso della scuola del primo ciclo e, puntando a questi obiettivi,
deve progettare la struttura didattica con i contenuti e le abilità specifiche della
disciplina.
6
Savia G. (2016), Universal Design for Learning. La Progettazione Universale per l’Apprendimento
per una didattica inclusiva, Trento, Erickson.
7
Murawski W. e Scott K.L. (2021), Universal Design for Learning in pratica. Strategie efficaci per
l’apprendimento inclusivo, Trento, Erickson.
Questo schema di progettazione è ispirato dalla proposta dei cicli di attività didattiche
per competenza, così come teorizzata da Trinchero (2017),8 e dalla progettazione
a ritroso come proposta da Castoldi (2017).9 In questa struttura l’attivazione e
le Unità di lavoro per competenza si uniscono alle attività di monitoraggio e di
certificazione finali.
Al piano delle competenze è strettamente legato quello delle metodologie attive nel
contesto di una didattica sensibile alle differenze: queste permettono di realizzare
una didattica significativa (cioè legata alle preconoscenze e alla motivazione)
e flessibile (cioè in grado di adattarsi a diversi contesti di classe e sociali). Alla
differenziazione delle metodologie dedicheremo il prossimo paragrafo.
Infine, il piano delle relazioni: tutto ciò che accade in ambito educativo ha una
base nella relazione. Per questo, fare progettazione didattica significa anche in-
terrogarsi sulle relazioni tra l’insegnante e la classe, tra compagni e compagne di
classe, tra il contesto scuola e il contesto casa, ecc. Anche questa dimensione è
uno degli aspetti intrinseci del modello, che tratteremo più avanti.
8
Trinchero R. (2017), Costruire e certificare competenze nel primo ciclo, Milano, Rizzoli.
9
Castoldi M. (2017), Costruire Unità di apprendimento. Guida alla progettazione a ritroso, Roma,
Carocci.
è la
attraverso
INSEGNANTI
possono differenziare il
in accordo con
10
Tomlinson C.A. (2001), How to differentiate instruction in mixed ability classrooms (2nd edition),
Alexandria, VA, Association for Supervision and Curriculum Development.
11
Tomlinson C.A. (2014), The differentiated classroom. Responding to the needs of all learners (2nd
edition), Alexandria, VA, Association for Supervision and Curriculum Development.
12
Demo H. (2017), Didattica aperta e inclusione, Trento, Erickson.
13
Hattie J. (2016), Apprendimento visibile, insegnamento efficace, Trento, Erickson.
14
Castoldi M. (2021), Valutare ovvero triangolare, «Dida», n. 8, gennaio 2021, pp. 28-33.
Evidenze
osservabili (istanza
empirica)
15
Gentili G. (2021), Pianeta nuova valutazione – La Guida Fabbri, Milano, Fabbri.
16
Demo H. (2021), Flessibile, plurale e giusta, «Dida», n. 10, maggio 2021, pp. 52-57.
17
Demo H. (2016), Didattica aperta e inclusione, Trento, Erickson.
18
Tonucci F. (2019), Manuale di guerriglia urbana, Bergamo, ZeroSeiUp.
19
Poletti Riz J. (2017), Scrittori si diventa, Trento, Erickson.
20
Pognante S. e Ramazzotti R. (2022), Il racconto autobiografico con il metodo WRW, Trento,
Erickson.
21
Robinson K. e Robinson K. (2022), Immagina che, Trento, Erickson.
Consapevolezza motivazionale
22
Cornoldi C., De Beni R. e Gruppo MT (2001), Imparare a studiare 2, Trento, Erickson.
Consapevolezza globale
23
AA.VV. (2015), Bisogni Educativi Speciali a scuola, Trento, Erickson.
24
UNSESCO (2018), Educazione alla cittadinanza globale: temi e obiettivi di apprendimento
«Dagli studi recenti condotti in quest’ambito è risultato chiaro che non ha senso interpretare
le funzioni dell’emisfero sinistro e di quello destro come separate, o come se codificassero in
modo differente informazioni cognitive ed emotive (immaginando l’emisfero sinistro a pilotare
la macchina). Le ricerche di neuroimmagine (una metodologia che si usa per ottenere una
rappresentazione del funzionamento del sistema nervoso) sono infatti in grado di «mostrarci»
la sinfonia dei nostri straordinari circuiti: flussi sincronici di qualità distinte, pensieri, emozioni
e sentimenti… in un continuo scorrere l’uno nell’altro. Nell’intero circuito del nostro cervello le
funzioni si attivano insomma in sincronia e diacronia; quindi, a ogni attività cognitiva corrisponde
un tracciato emozionale: il nostro cervello, mentre pensa, sente (Lucangeli, 2019, p. 15).25
25
Lucangeli D. (2019), Cinque lezioni leggere sull’emozione di apprendere, Trento, Erickson.
26
Dal Zovo S. (2020), Mindfulness e benessere a scuola, Trento, Erickson.
Al pari della cura della sfera emotiva, la «cura della sfera creativa» è un elemento
centrale del modello di didattica aumentata innovativa e inclusiva. In un mondo
che cambia a un ritmo sempre più veloce, bambini, bambine e adolescenti devono
imparare a vivere in un contesto in costante evoluzione. Nel corso della loro vita,
si troveranno di fronte a situazioni nuove e inaspettate. Devono quindi imparare
a gestire l’incertezza e il cambiamento. E per fare ciò è necessario che sviluppino
la capacità di pensare e agire creativamente (Resnick, 2018).27
Come afferma Alessandra Falconi, essere creativi fa parte del nostro essere umani.
È una dimensione strettamente legata alla felicità, alla meraviglia, alla capacità di
reazione all’imprevisto. Vivere da persone che pensano creativamente porta gioia,
appagamento, scopo e significato (Resnick, 2018). La creatività e la bellezza sono
spesso ed erroneamente considerate dimensioni interconnesse: chi non si sente
capace di produrre artefatti «belli», non si reputa creativo. Ecco, quindi, che si
porrà di fronte al compito con basse aspettative, si reputerà «poco creativo» e
comincerà pian piano a eliminare orizzonti di possibilità dal proprio immaginario.
La creatività è, invece, radicata nella nostra capacità, unica tra gli esseri viventi,
di immaginare, cioè di evocare mentalmente cose che non sono percepibili con i
nostri sensi. L’immaginazione ci permette di uscire dal qui e ora: possiamo ipotiz-
zare, visualizzare, supporre, riesaminare il passato, anticipare il futuro, vedere le
cose dal punto di vista degli altri, provare quello che provano gli altri (Robinson
27
Resnick M. (2018), Come i bambini, Trento, Erickson.
28
Fondazione Mondo Digitale (2019), Tinkering coding making per bambini dai 6 agli 8 anni, Trento,
Erickson.
Sintesi
Abbiamo analizzato sette dimensioni interconnesse tra loro, diversi contesti, in-
numerevoli differenze nel gruppo classe e nelle famiglie, così come nel panorama
socioculturale che circonda la scuola. A questo vanno aggiunti anche i differenti
stili di insegnamento, i differenti stili di leadership scolastica, così come i tanti
profili di professionisti che operano nella scuola, oltre i docenti, come gli edu-
catori scolastici, gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione, i pedagogisti
e gli psicologi scolastici; questi sono gli ingredienti per promuovere la didattica
universale.
La proposta che presentiamo nelle prossime pagine del volume si prende la re-
sponsabilità di una scelta, cercando di amalgamare queste istanze generali in una
proposta strutturata di percorso didattico disciplinare per ciascuna classe. Per fare
quel passo in più che spesso manca alla teoria; di mettersi sul banco di prova della
quotidianità, della complessità della vita tra i banchi, delle scelte di contenuto
che ogni insegnante deve fare quando vede che il tempo non è abbastanza, che la
classe presenta delle fragilità emotive o di contenuto.
Ciò che proponiamo come Ricerca e Sviluppo Erickson insieme ai nostri autori è
una proposta flessibile e personalizzabile per insegnare italiano in modo universale,
per costruire una vera comunità di apprendimento basata sulle differenze. Pur
proponendo una struttura completa di traguardi e Unità didattiche, abbiamo la
certezza che nelle mani di maestre e maestri competenti questi strumenti aprano
infinite possibilità di innovazione didattica creativa e inclusiva che miglioreranno
lo stare a scuola di bambine e bambini.
Nota: per una maggiore fluidità di lettura, nel testo si fa per lo più riferimento al genere
maschile. Tuttavia le strategie e le attività proposte sono declinabili a maschi e femmine,
senza distinzione.
TRAGUARDO 1
Ascoltare e prendere la parola
per esprimersi
TRAGUARDO 2
Leggere e scrivere parole e frasi
TRAGUARDO 3
Riflettere sulle parole
e arricchire il lessico
TRAGUARDO 1
Ascoltare e prendere la parola per esprimersi
Classe prima • 49
TRAGUARDO Presentazione Progettazione
1 Attivazione UDL UDL UDL Compito di
1 2 3 realtà finale
Quindi, per non frustrare le aspettative degli alunni e delle alunne, anche un
traguardo relativo all’ascolto e al parlato dovrebbe prevedere attività funzionali
all’acquisizione della lettura e della scrittura. Si dovrebbero, cioè, progettare
quei giochi e quelle attività che portano a «scrivere con la voce», identificando
progressivamente in modo sempre più efficace i suoni che compongono ogni
parola.
A questo proposito è utile precisare che il presente traguardo è pensato su un arco
temporale di circa due mesi (settembre-ottobre). Vista la particolare dimensione
della classe prima, e la generale attenzione che investe la lettoscrittura, però,
questo non significa ritardare la presentazione delle prime lettere. In base alla
conoscenza che via via l’insegnante si forma in merito alla propria classe, può
decidere di aggiungere le proposte contenute nel traguardo successivo a quelle
presentate in queste pagine.
Un’ultima considerazione, ma fondamentale, riguarda il gioco. Per l’apprendi-
mento in classe prima — anche se la considerazione andrebbe estesa ben oltre
questa fascia d’età — vale quanto detto da Daniel Pennac (1993)1 in merito alla
lettura: «apprendere» (come «leggere») è un verbo che non regge l’imperativo.
Dire a un bambino o a una bambina di sei anni «impara» difficilmente ottiene
risultati significativi.
Per questo, le attività presentate nelle pagine seguenti si basano su un approccio
ludico o su routine significative che hanno l’obiettivo di intercettare la naturale
predisposizione al successo scolastico di ogni alunno e di ogni alunna.
Le competenze in gioco
Le attività proposte nel primo traguardo mirano a sviluppare:
3 COMPETENZE FONDAMENTALI
Competenze sociali
Competenze Competenze legate
finalizzate al lavoro
di lingua italiana all’autonomia
comune
1
Pennac D. (1993), Come un romanzo, Milano, Feltrinelli.
Quanto chiarito in premessa porta in primo piano una funzione della scuola ben espressa dalle
Indicazioni del 2012.
«La scuola propone situazioni e contesti in cui gli alunni riflettono per capire il mondo e se stessi,
[…] trovano stimoli per sviluppare il pensiero analitico e critico […]. Favorisce lo sviluppo delle
capacità necessarie per imparare a leggere le proprie emozioni e a gestirle, per porsi obiettivi
non immediati e perseguirli».
Nello scenario disegnato dalle Indicazioni si trova a vari livelli un richiamo alla scuola come
ambiente di relazione, nel quale il contesto insegna perché mette in comunicazione soggetti
diversi che hanno l’opportunità di sviluppare le proprie competenze in funzione della necessità
di confrontarsi con gli altri.
Inoltre, le Indicazioni dedicano alla comunicazione orale un intero paragrafo nel quale si precisa
che «la comunicazione orale nella forma dell’ascolto e del parlato è il modo naturale con cui
il bambino, a un tempo, entra in rapporto con gli altri e “dà i nomi alle cose” esplorandone la
complessità».
Dare i nomi alle cose è il primo e fondamentale approccio alla conoscenza. Le proposte di questo
traguardo, in particolare, si soffermano nel dare un nome alle emozioni la cui gestione, come
accennato in premessa, costituisce il principale ingrediente della costruzione di un gruppo coeso.
Accanto a questo, non va poi dimenticato che attraverso l’oralità si sviluppano sofisticate
competenze cognitive. Infatti, la scuola è fondamentale per sviluppare la «capacità di intera-
gire, di nominare in modo sempre più esteso, di elaborare il pensiero attraverso l’oralità e di
comprendere discorsi e testi di vario tipo».
Sebbene dalle Indicazioni ci separi ormai più di un decennio, sembra molto attuale il richiamo
all’oralità, specie se connesso ai rischi di una scuola basata sulla performance, sulle schede da
completare. Le proposte operative sul parlato e sull’ascolto ci chiedono di far attenzione ai
tempi distesi dell’apprendimento, di concedere a tutti gli alunni e a tutte le alunne il tempo e
lo spazio per esprimersi in modo libero e disinteressato.
Anche perché le attività orali promuovono «la capacità di ampliare il lessico, ascoltare e pro-
durre discorsi per scopi diversi e man mano più articolati e meglio pianificati». Tutte abilità
fondamentali per il successo scolastico.
Classe prima • 51
TRAGUARDO Presentazione Progettazione
1 Attivazione UDL UDL UDL Compito di
1 2 3 realtà finale
Classe prima • 53
TRAGUARDO Presentazione Progettazione
1 Attivazione UDL UDL UDL Compito di
1 2 3 realtà finale
OBIETTIVI SPECIFICI
Obiettivi specifici
Acquisizione ed espansione
Ascolto e parlato
del lessico ricettivo e produttivo
Calendarizzazione e durata
Calendarizzazione
e durata
Mesi Fase Durata
1 ora e mezza
Settembre-ottobre UDL 1: Presentiamoci!
ogni due/tre giorni
Classe prima • 55
TRAGUARDO Presentazione Progettazione
1 Attivazione UDL UDL UDL Compito di
1 � 3 realtà finale
Competenze coinvolte
ɖ Partecipare alle attività di classe.
ɖ Socializzare con il gruppo classe.
Spazi e tempi
ɖ L’aula, la palestra, il cortile, il corridoio: ogni spazio è utile per il
momento dell’accoglienza.
ɖ L’attivazione viene praticata tutti i giorni per circa 30 minuti al giorno.
I diversi suggerimenti proposti sopra possono andare ben oltre i due
mesi di questo traguardo e rappresentano una pratica utile per tutto
l’anno scolastico.
Materiali necessari
Cartellone o cartoncini, a seconda della soluzione adottata dall’insegnante.
Foto degli alunni e delle alunne in formato tessera.
Descrizione dell’attività
Descrizione L’attività prevede la realizzazione iniziale di un cartellone da parte dell’insegnante.
Visto che dovrà essere gestito dai bambini e dalle bambine della classe, andrebbe
posizionato a un’altezza adeguata. Il cartellone può essere sostituito da una serie
di cartoncini, sempre posizionati ad altezza bambino/a: la scelta tra queste due
possibilità è spesso condizionata dalle caratteristiche dell’aula (è necessario uno
Le prime attivazioni
Le fotografie vengono posizionate sui banchi degli alunni e delle alunne. È ancora
l’insegnante a nominare i bambini e le bambine, ma in questo caso è la stessa
persona nominata a sistemare la foto accanto al proprio nome.
Classe prima • 57
TRAGUARDO Presentazione Progettazione
1 Attivazione UDL UDL UDL Compito di
1 � 3 realtà finale
All’inizio si consiglia di mantenere l’ordine alfabetico per fare in modo che il nome
scritto nella prima colonna non sia l’unico stimolo per risolvere questa vera e
propria situazione problematica. Ancora una volta l’insegnante abbina il nome al
volto del bambino o della bambina chiamato a collocare la foto. In questo caso,
un approccio umoristico può prevedere richieste («Mostraci la stessa espressione
che avevi nella foto…») o piccoli sketch («No, ma questa foto non è tua… ma sei
sicuro/sicura? Ma sei cambiato/cambiata…»).
Un’attivazione altrettanto semplice consiste nel posizionare sul cartellone le
foto dei bambini e delle bambine e chiedere di collocare il proprio nome nella
prima colonna.
Ultima tappa di questo percorso, che però richiede molto tempo e non va certo
forzata nelle stesse tempistiche per l’intera classe, è il riconoscimento di tutti i
nomi e la loro sistemazione nella giusta posizione.
CREATIVITÀ
Classe prima • 59
TRAGUARDO Presentazione Progettazione
1 Attivazione UDL UDL UDL Compito di
1 � 3 realtà finale
LETTOSCRITTURA
Riconosce il nome dei compagni e delle compagne individuando alcune lettere o sillabe?
Competenze coinvolte
ɖ Parlare di sé.
ɖ Ascoltare gli altri e le altre.
ɖ Partecipare alle conversazioni.
Tempi
Tra disegno e discussione collettiva, l’attività può essere svolta in circa un’ora
e mezza. La proposta viene ripetuta ogni due o tre giorni.
Materiali necessari
Contenitori (o buste), carta per disegnare.
Classe prima • �1
TRAGUARDO Presentazione Progettazione
1 Attivazione UDL UDL UDL Compito di
� � 3 realtà finale
Descrizione dell’attività
Descrizione In questo primo traguardo si presentano alcune semplici attività per avviare la
conoscenza reciproca anche attraverso la realizzazione di disegni che poi saranno
ripresi nel compito di realtà finale.
Il supporto all’attività è fornito da un cartellone costruito dall’insegnante. In realtà
si tratta di un insieme di buste (una per ogni alunno o alunna) da sistemare su
una parete a seconda delle disponibilità offerte dall’aula. Quindi, all’occorrenza
si può decidere di optare per una fila di buste ad altezza bambino/a o si possono
sostituire le buste con scatole di scarpe o simili.
L’importante è che ogni alunno e ogni alunna abbia un contenitore contraddistinto
con il proprio nome.
– un numero
– …
Infine, si chiede ai bambini e alle bambine della classe di proporre argomenti per
la presentazione.
Le buste o le scatole di ciascun alunno o alunna conterranno progressivamente
un numero sempre maggiore di disegni che andranno a comporre una specie di
portfolio delle proprie preferenze.
Autovalutazione
L’obiettivo dell’Unità di lavoro va condiviso con i bambini e le bambine della classe. L’autova-
lutazione sulla conoscenza sempre più allargata di tutti i compagni e le compagne di classe
avviene anche durante l’intervallo. Al termine della pausa, prima di riprendere con le lezioni,
l’insegnante chiede ad alcuni bambini e bambine di raccontare con chi hanno giocato, se hanno
allargato il gruppo delle conoscenze, ecc. La discussione è impostata in modo da mostrare
quanto ciascuno ha appreso al resto del gruppo.
Classe prima • �3
TRAGUARDO Presentazione Progettazione
1 Attivazione UDL UDL UDL Compito di
� � 3 realtà finale
PARLATO
ASCOLTO
PARTECIPAZIONE
TRAGUARDO 1
Scrivere un testo per
comunicare
TRAGUARDO 2
Leggere un testo a voce alta
TRAGUARDO 3
Riflettere sulle parole
e arricchire il lessico
TRAGUARDO 1
Scrivere un testo per comunicare
Le competenze in gioco
Le attività proposte nel primo traguardo mirano a sviluppare:
3 COMPETENZE FONDAMENTALI
Competenze sociali
Competenze Competenze legate
finalizzate al lavoro
di lingua italiana all’autonomia
comune
Una particolare rilevanza avrà lo spirito di iniziativa: in molte delle attività proposte
in questa Unità, i bambini e le bambine saranno chiamati a fare scelte, progettare
interventi, ideare piste risolutive.
In riferimento alla scrittura dei testi, le Indicazioni Nazionali del 2012 individuano come traguar-
do da raggiungere al termine della classe seconda la scrittura di testi «corretti nell’ortografia,
chiari e coerenti, legati all’esperienza e alle diverse occasioni di scrittura che la scuola offre».
Il riferimento alle «occasioni di scrittura che la scuola offre», se letto all’interno dello spirito
complessivo delle Indicazioni, suggerisce un sistema nel quale la scrittura è autentica, risponde
a un bisogno dettato dal contesto e dalle esigenze della comunicazione. Quindi, anche nei primi
anni di scuola primaria, le Indicazioni sembrano suggerire il progressivo superamento della
scrittura come puro esercizio scolastico.
Anche gli obiettivi di apprendimento confermano questa impostazione, specie quando invi-
tano alla produzione di «semplici testi funzionali, narrativi e descrittivi legati a scopi concreti
(per utilità personale, per comunicare con altri, per ricordare, ecc.) e connessi con situazioni
quotidiane (contesto scolastico e/o familiare)».
Durante le attività di scrittura, nel caso in cui uno o più alunni o alunne necessi-
Differenziazione tino di scrivere al computer, l’attività delle coppie o dei piccoli gruppi può essere
supportata dagli strumenti informatici a disposizione delle scuole. Gli strumenti
compensativi, quindi, diventano risorsa per tutti e non segnale della diversità
(differenziazione). Inoltre le attività di scrittura possono diventare cloze da
completare o attività con risposte a scelta multipla. In questo modo i bambini
possono lavorare all’interno del loro livello di competenza.
Non bisogna poi dimenticare il valore inclusivo e la forte personalizzazione dati
dalla scelta di lavorare per «soluzioni aperte». L’insegnante non definisce standard,
né un unico modello di prodotto finale. Nell’attività di attivazione, ad esempio, le
poche regole assegnate per condurre le interviste servono unicamente a rendere
fattibile il lavoro e non rappresentano dei vincoli assoluti. Inoltre la modalità di
conduzione delle interviste in questo momento didattico prevede diverse possi-
bilità: si può utilizzare un registratore vocale nella fase delle domande e chiedere
ai bambini e alle bambine di trascrivere in modo sintetico le risposte, oppure i
bambini possono prendere direttamente appunti mentre il loro intervistato sta
parlando. Così facendo, ai bambini viene data la possibilità di trovare le proprie
strategie per svolgere al meglio il compito.
L’Unità di lavoro su «Io a scuola», invece, farà riflettere ogni alunno e ogni alunna
Consapevolezza
sul proprio percorso scolastico (consapevolezza). In particolare la classe sarà
guidata nel valutare il proprio sé scolastico e a scrivere brevi testi per parlare di sé.
APPROFONDIMENTO AL TRAGUARDO 1
Quali sono i principali processi cognitivi ed emotivo-motivazionali che sostengono
le attività di questo traguardo?
• Il processo di scrittura
Quando un bambino scrive mette in campo diverse componenti differenti tra loro:
– la capacità di espressione scritta
– la competenza ortografica
– la competenza grafo-motoria.
Con «espressione scritta» si intende quell’insieme di processi che consentono di produrre
Frith U. (1986), A
un testo scritto, dalla generazione delle idee da inserire nel proprio elaborato alla loro orga-
developmental framework
for developmental dyslexia, nizzazione, alla scrittura secondo le regole di scrittura della propria lingua, fino alla revisione
«Annals of Dyslexia», vol. di quanto scritto.
36, n. 1, pp. 67-81. La «competenza ortografica» comprende, invece, il processo di conversione dei singoli fone-
mi nei grafemi corrispondenti delle parole della nostra lingua. Il modello di Uta Frith (1986)
Tressoldi P.E. e Cornoldi mostra come si sviluppa questa competenza: il bambino passa da una fase di pseudo-scrittura,
C. (2007), Dislessia e in cui usa delle configurazioni grafiche per specifiche parole, ma non ha compreso a fondo
disturbi della scrittura. la natura del processo di scrittura, quindi non riesce a scrivere parole simili, a riconoscere
In C. Cornoldi (a cura che il suono di ciascuna parola può essere scomposto in parti più piccole (i fonemi). Poi,
di)(2007), Difficoltà e applicando le regole di trasformazione della propria lingua, impara ad associare i fonemi ai
disturbi dell’apprendimento, corrispondenti grafemi (Tressoldi e Cornoldi, 2007). Il bambino, imparando poi a manipolare
Bologna, il Mulino. Unità più complesse come le sillabe o i morfemi, memorizza anche le eccezioni alla regola
«un fonema = un grafema».
• L’autovalutazione
È molto importante che ogni studente sviluppi un approccio riflessivo che lo porti ad avere
consapevolezza delle sue risorse, delle sue difficoltà, delle sue potenzialità.
Man mano che i bambini e le bambine riescono a percepire se stessi, le proprie risorse e
il proprio operato in modo aderente alla realtà, possono migliorare le loro performance e
sviluppare migliori abilità e competenze.
La capacità di valutare il proprio operato fa parte di questo processo. Essa si sviluppa in modo
graduale e inizialmente supportato dall’insegnante. Inizialmente i bambini hanno bisogno di
essere guidati rispetto a come si può valutare un certo compito: cosa osservare, che tipo di
valutazione è appropriata, ecc. Questa capacità si sviluppa anche grazie al confronto guidato
tra diversi tipi di compiti. Solo dopo un certo allenamento su materiali altrui sarà possibile
spostarsi a valutare il proprio operato. Un po’ alla volta il processo di autovalutazione viene
condotto in modo sempre più autonomo.
Blakey E. e Spence Quando si considera la capacità di autovalutare la propria prestazione si fa riferimento alle
S. (1990), Developing più ampie competenze metacognitive (il riflettere sui propri processi di pensiero e di appren-
metacognition, ERIC Digest. dimento), che risultano fondamentali non solo in ambito scolastico, ma anche nella vita di
https://files.eric.ed.gov/ tutti i giorni quando dobbiamo affrontare situazioni poco familiari. Infatti gli apprendimenti
fulltext/ED327218.pdf. diventano piu significativi quando sono accompagnati da un processo metacognitivo che
regola il percorso individuale verso lo sviluppo delle diverse competenze.
OBIETTIVI SPECIFICI
Obiettivi specifici
Elementi di
Acquisizione
grammatica
ed espansione
Ascolto esplicita e
Lettura Scrittura del lessico
e parlato riflessione
ricettivo e
sugli usi della
produttivo
lingua
Calendarizzazione e durata
Calendarizzazione
e durata
Mesi Fase Durata
Attivazione: Un’intervista
Settembre 6 ore
per iniziare!
UDL �: Descrivere
Novembre 10 ore � 5 ore
cooperativamente
Competenze coinvolte
ɖ Utilizzare la scrittura e la lettura in modo finalizzato a uno scopo.
ɖ Collaborare per portare avanti un progetto comune.
Tempi
ɖ Per svolgere l’attivazione si possono prevedere circa 6 ore. In particolare:
– per l’individuazione delle persone da intervistare, organizzazione dei gruppi
e scrittura delle domande: 2 ore�
– per lo svolgimento dell’intervista: 1 ora. Questa parte del lavoro può
anche essere svolta in orario extrascolastico o attraverso mail�
– per la sistemazione dell’intervista, la sintesi del punto di vista e il
reading in classe: � ore.
Materiali necessari
Cartelloni, lavagna o LIM, fogli A5 (nel caso si voglia seguire il suggerimento
di far lavorare bambini e bambine su un unico banco), strumenti digitali tipo
Padlet per pubblicare online il risultato del lavoro.
Descrizione dell’attività
Descrizione La prima fase di attivazione può essere iniziata con una riflessione guidata. Si
suggerisce di partire da una domanda-stimolo simile a questa: quali persone, tutti
i giorni, frequentano la nostra scuola?
È probabile che dalla discussione emergano figure come:
– insegnanti
– bidelli e bidelle
– educatori e educatrici
– preside
– personale della mensa
– bambine e bambini, anche delle altre classi
– genitori.
Il brainstorming può essere riportato alla lavagna, o alla LIM, anche solo come
elenco. Oppure, si possono abbinare le diverse categorie di persone alle rispettive
funzioni dando luogo, in questo modo, a una semplicissima mappa concettuale.
Alla fine, comunque, si consiglia di riportare quanto emerso dalla discussione su
un cartellone che sarà poi ripreso al termine dell’attività.
La realizzazione del cartellone è funzionale anche all’avvio della seconda fase
dell’attività che si apre, anche in questo caso, con una riflessione collettiva.
Nella discussione si farà presente che:
– a scuola vivono e lavorano tante persone diverse�
– ognuna di queste persone potrebbe avere delle idee per migliorare la scuola
stessa.
Al termine della conversazione, a meno che non sia già emersa dai bambini e dalle
bambine, si porrà la domanda: «Come possiamo sapere qual è il punto di vista
delle persone che incontriamo tutti i giorni qui a scuola?».
Si farà emergere, in questo modo, la necessità di chiedere ai diversi interessati e
si creeranno le condizioni per avviare un’intervista. La seconda fase del lavoro,
infatti, sarà proprio l’organizzazione e la gestione di un’intervista alle persone
individuate precedentemente.
Può essere utile, prima di coinvolgere gli adulti in qualità di intervistati, verificare
le diverse disponibilità e definire insieme il momento migliore per accogliere i
bambini e le bambine.
La seconda fase del lavoro inizia con la predisposizione delle coppie di lavoro.
Come illustrato precedentemente, riteniamo importante che la costituzione di
coppie e gruppi avvenga in modo casuale. Le modalità possono essere le più di-
sparate (si veda il capitolo introduttivo «Pianificare l’inclusione»).
Una volta definite le coppie, l’insegnante ha la possibilità di organizzare il lavoro
in due modi distinti. La scelta tra le due proposte può avvenire sulla base della
conoscenza del gruppo classe.
– Modalità 1. A ogni coppia di lavoro viene assegnata una persona da intervistare
(insegnante, bidello o bidella, preside, ecc.). Anche l’abbinamento coppia-persona
da intervistare avviene in modo casuale. Al termine dell’abbinamento, ogni coppia
scrive le domande da rivolgere durante l’intervista. Le domande non dovranno
essere più di tre e dovranno vertere specificamente sul modo in cui ogni figura
vede la vita della scuola e su quali modifiche positive potrebbero essere appor-
tate dal suo punto di vista. È fondamentale infatti che, tra le domande, ce ne sia
almeno una che riguardi il punto di vista dell’intervistato.
– Modalità 2. Prima di abbinare le coppie di lavoro alle persone da intervistare
si procede con un brainstorming sulle domande da porre. Le domande potran-
no essere generiche e non rivolte a figure specifiche. Dovranno invece essere
necessariamente calibrate sulla vita della scuola e su eventuali proposte di
miglioramento. Al termine del brainstorming, magari facendo riferimento al
cartellone predisposto con le persone da intervistare, si abbineranno le domande
alle diverse figure. Anche in questo caso, le domande non dovranno essere più
di tre per ogni persona: alla classe spetterà il compito, quindi, di operare una
sintesi, magari accorpando le domande simili. È fondamentale, anche in questo
caso, che almeno una domanda riguardi il punto di vista dell’intervistato.
Qualsiasi modalità di individuazione delle domande sarà scelta, le coppie di lavoro
dovranno poi effettivamente intervistare le persone assegnate.
A questo scopo, l’insegnante fornirà un piccolo vademecum disponibile nei ma-
teriali online.
Risorse online
C�_T�_attivazione
sch_��
C2_T1_attivazione_sch_01
VADEMECUM
© 2022, I. Sciapeconi, E. Pigliapoco e R&S Erickson, Didattica universale — Italiano per le classi 1 - 2 - 3, Trento, Erickson
Con la raccolta delle diverse risposte, si chiude la seconda fase e si può procedere
con la terza e ultima fase del lavoro.
Nella terza fase ogni coppia trascrive quanto emerso dall’intervista dando una forma
definita e corretta agli appunti presi. La scrittura sarà individuale, ma il confronto
nella coppia sarà fondamentale sia in fase di scrittura sia in fase di correzione.
Infine, si chiederà alla classe di sintetizzare il punto di vista dell’intervistato su
un cartoncino colorato.
I testi scritti dalle coppie saranno letti alla classe in un momento di reading
conclusivo.
I punti di vista sintetizzati sui cartoncini colorati andranno poi a popolare il car-
tellone con i nomi delle diverse figure che vivono la scuola, realizzato all’inizio
dell’attività.
AUTONOMIA
COLLABORAZIONE
Creatività
Una possibile espansione dell’attività, specie se i suggerimenti emersi durante le interviste sono
ritenuti interessanti dai bambini e dalle bambine, può essere rappresentata da una mobilitazione
della classe per mettere in pratica i miglioramenti auspicati.
A questo punto, sarà importante individuare il giusto referente a cui segnalare le proposte:
ɖ genitori
ɖ preside
ɖ consiglio di istituto
ɖ istituzioni pubbliche.
Competenze coinvolte
ɖ Scrivere parole sotto dettatura.
ɖ Scrivere parole copiando.
ɖ Scrivere parole autodettandosi.
ɖ Scrivere parole scegliendole in base al suono o al significato.
Spazi e tempi
ɖ Non tutta la proposta didattica va svolta in aula:
– i giochi di movimento hanno bisogno di spazi più ampi, come il cortile,
la palestra o un corridoio poco frequentato�
– il lavoro di allestimento del museo, invece, necessita di un ambiente in cui
i bambini e le bambine possano praticare un confronto faccia-a-faccia.
Lo spazio dovrebbe facilitare lo spostamento degli alunni e delle alunne
interessate a cercare la collaborazione degli altri gruppi�
– visto che buona parte delle attività prevede il confronto con gli altri, è
necessario valutare l’opportunità di occupare più spazi, specie se si ha
l’opportunità di avere la compresenza di più insegnanti.
ɖ I tempi previsti sono:
– per l’attività di gioco: 6 ore (2 ore per gioco)�
– per la costruzione di contenitori e raccolta di parole: � ore�
– per la realizzazione del «museo»: � ore.
Materiali necessari
Cartelloni, scatole da decorare. Il materiale dipende da come ogni gruppo
intenderà affrontare la fase di raccolta delle parole relative alla propria lista.
Descrizione dell’attività
Descrizione L’attività di scrittura delle liste può iniziare in forma ludica. L’insegnante può
proporre uno o più dei seguenti giochi.
– Kaleidos è un gioco in scatola il cui funzionamento è molto semplice e può es-
sere preso ad esempio per attività nella scuola primaria. La classe viene divisa
in gruppi di gioco. Ogni gruppo ha a disposizione un’immagine molto complessa
e ricca di oggetti. A turno, ciascun componente della coppia estrae una lettera:
entrambi i giocatori dovranno individuare nell’immagine tutti gli elementi che
iniziano con quella lettera (nomi di oggetti, animali, colori, ecc.). Il gioco è
generalmente orientato alla competizione: vince il giocatore che individua più
elementi rispetto agli altri. Nel nostro caso, l’obiettivo potrebbe essere sostituito
con la creazione di una lista di parole in base al criterio dato.
– Liste di corsa è un’attività che può essere proposta in un ambiente sufficien-
temente ampio: una palestra, il cortile della scuola, un lungo corridoio non
frequentato. Per illustrare meglio il gioco, immaginiamo di svolgere l’attività in
palestra. I bambini e le bambine vengono divisi in squadre. Ogni squadra si col-
loca dietro una linea che identifica il «campo base». Sul muro opposto alla linea
del campo base l’insegnante appende un cartellone con un elenco di parole: una
parola sotto l’altra. Sul «muro delle parole» ogni squadra ha a disposizione un
elenco diverso, caratterizzato da un tema specifico. Così, ad esempio, nel caso
si costituiscano tre squadre:
– squadra 1. Tema: mare. Lista di parole: ombrellone, sdraio, onda, sole…
– squadra 2. Tema: montagna. Lista di parole: funivia, sci, abete, salita…
– squadra 3. Tema: città. Lista di parole: case, strade, treno, aeroporto…
Al via, il primo giocatore dovrà:
– correre dal campo base al «muro delle parole»
– leggere la prima parola dell’elenco
– tornare al campo base e riscrivere la parola appena letta.
I giocatori ci successivi dovranno:
– leggere la parola scritta dal giocatore precedente
– correre dal campo base al «muro delle parole»
– leggere la parola successiva a quella scritta in precedenza
– tornare al campo base e riscrivere la nuova parola.
Al termine del gioco, ogni squadra confronterà il proprio elenco con quello
presente sul «muro delle parole» (si veda l’esempio di seguito) e si passerà alla
fase «correzione».
mare
________________________________ montagna
_______________________________ città
_______________________________
ombrellone
_______________________________ funivia
_______________________________ case
_______________________________
sdraio
_______________________________ sci
_______________________________ strade
_______________________________
onda
_______________________________ abete
_______________________________ treno
_______________________________
sole
_______________________________ salita
_______________________________ aeroporto
_______________________________
COLLABORAZIONE
Creatività
A proposito di idee e approfondimenti, i gruppi possono utilizzare uno dei tanti tool online per
realizzare crucipuzzle con le parole trovate. Un esempio è il seguente: https://www.educolor.
it/crosswordgenerator.php
Per realizzare il crucipuzzle, oltre ai termini da inserire, vanno pensate anche delle brevi defi-
nizioni: un’espansione del lavoro che può fornire stimoli interessanti.
TRAGUARDO 1
Scrivere un testo creativo
TRAGUARDO 2
Leggere per comprendere
ed esporre
TRAGUARDO 3
Riflettere sulle parole e
arricchire il lessico
TRAGUARDO 1
Scrivere un testo creativo
A nostro avviso a tutte queste domande è possibile dare una risposta nei tre anni
terminali della scuola primaria. In questa sede possiamo intanto anticipare tre
principi cardine che devono supportare qualsiasi strategia o scelta didattica in
merito alla scrittura nella scuola primaria:
– il supporto del gruppo. Le attività proposte si basano su pratiche di tipo colla-
borativo e cooperativo;
– un compito strutturato. La scrittura avviene all’interno di un percorso molto
definito. Spesso sono richiesti testi brevi o non particolarmente lunghi. Questa
scelta offre anche il vantaggio di favorire una correzione contestuale e non ri-
mandata di giorni;
– il rapporto con il destinatario. Non si scrive mai per l’insegnante. Ogni scrittore
o scrittrice ha bisogno di un pubblico o di una pubblicazione. È sufficiente or-
ganizzare una lettura per la classe o una discussione sul lavoro svolto per creare
il giusto clima di condivisione di un testo.
Le competenze in gioco
Le attività proposte nel primo traguardo mirano a sviluppare:
3 COMPETENZE FONDAMENTALI
Competenze sociali
Competenze Competenze legate
finalizzate al lavoro
di lingua italiana all’autonomia
comune
L’importanza della scrittura da un punto di vista didattico è giustamente molto presente nelle
Indicazioni Ministeriali del 2012. Nell’introduzione alla definizione degli obiettivi e dei traguar-
di, si legge: «La scrittura di un testo si presenta come un processo complesso nel quale si
riconoscono fasi specifiche, dall’ideazione alla pianificazione, alla prima stesura, alla revisione
e all’auto-correzione, su ognuna delle quali l’insegnante deve far lavorare gli allievi con pro-
gressione graduale e assicurando ogni volta la stabilizzazione e il consolidamento di quanto
ciascun alunno ha acquisito».
Anche le Indicazioni richiamano, quindi, la complessità del compito e provano a definire un
percorso basato sulle diverse fasi della scrittura, compresa quella fondamentale dell’autova-
lutazione.
In merito alla scrittura, possiamo dire che i bambini e le bambine di classe terza sono ancora in
una fase di avvio. Chiedere loro di essere in grado di pianificare un testo, di svilupparlo e tenere
in debito conto la revisione sarebbe decisamente un obiettivo troppo alto.
In questa prima fase è quindi più opportuno:
– presentare diversi modelli all’interno dei quali lavorare;
– facilitare la correzione attraverso una discussione collettiva, anche per affinare la capacità
di autovalutazione;
– motivare gli alunni e le alunne nella scrittura come mezzo di espressione.
D’altra parte, sono le stesse Indicazioni Nazionali a sottolineare la necessaria cautela nella gestio-
ne dei tempi. Infatti, si sottolinea che in tutto il primo ciclo «il percorso di apprendimento della
scrittura richiede tempi distesi, diversificazione delle attività didattiche e interdisciplinarità».
Interessante è anche quest’ultimo richiamo all’interdisciplinarità. Le Indicazioni, infatti, sotto-
lineano come «la produzione testuale si realizza in varie discipline», richiamando su questo
tema l’attenzione e la responsabilità di tutto il team docente.
In diversi momenti del traguardo, inoltre, i bambini sono chiamati a operare scelte
Autonomia personali su come portare avanti una determinata attività. La pianificazione del
e libertà di scelta
Anche la creatività dei bambini e delle bambine viene stimolata in molte occasioni
Creatività durante questo traguardo. Numerosi esempi e spunti potrebbero essere citati (e
sono richiamati all’interno di ogni Unità di lavoro), ma è sempre bene ricordare
che il fondamento della creatività è rappresentato dallo spirito con il quale l’in-
segnante propone il compito da svolgere. Presentare un campo di azione e un
prodotto finale in modo sufficientemente generico, ad esempio, consente a tutti
e a tutte di mobilitare la propria parte più divergente e creativa.
Per quanto riguarda la valutazione, possiamo dire che essa avviene in più mo-
Valutazione menti. Durante l’esecuzione delle attività suggerite nelle diverse Unità di lavoro,
l’insegnante osserva la classe e tiene traccia dei lavori svolti, osserva le modalità
operative dei gruppi e dei singoli e monitora il raggiungimento dei diversi obiettivi.
Come sempre, il traguardo si conclude con un compito di realtà nel quale i
bambini sono chiamati a scrivere una storia e poi a organizzare, partendo da
essa, un momento di intrattenimento. Durante tutte le fasi del compito di realtà,
l’insegnante osserva l’autonomia di lavoro dei bambini e delle bambine, la loro
capacità di organizzare le risorse, la gestione di situazioni nuove, e ovviamente
la competenza di scrittura.
APPROFONDIMENTO AL TRAGUARDO 1
Quali sono i principali processi cognitivi ed emotivo-motivazionali che sostengono
le attività di questo traguardo?
• Il processo di scrittura
In questo traguardo viene allenata particolarmente la capacità di espressione scritta. Come
mostra il modello riportato di seguito (Cornoldi et al., 2010), imparare a scrivere un testo
coeso e coerente richiede la maturazione di diverse abilità.
Secondo questo modello i processi coinvolti nel processo di scrittura sono:
– la generazione di idee sull’argomento oggetto del compito di scrittura. Viene influenzata
dalle conoscenze sull’argomento che un bambino o una bambina possiede;
– la pianificazione di quello che si vuole scrivere;
– la scrittura vera e propria che coinvolge la conoscenza delle regole ortografiche, come
anche le competenze grafo-motorie;
– la revisione di quanto scritto per verificare sia se si è centrato l’obiettivo di scrittura sia
la correttezza di quanto si è scritto.
Tutto il processo di scrittura è anche influenzato dalle competenze linguistiche di una bam-
bina o di un bambino.
Competenze linguistiche
Revisione
linguistica:
Conoscenza Generazione Pianificazione Decisione e ɖ morfosintattica
Scrittura ɖ ortografica
LTM di idee imprecisa revisione ɖ punteggiatura
Cornoldi C., Del Prete F.,
Comunicazione
Gallani A., Sella F. e Re adeguata
A.M. (2010), Components
affecting expressive writing in
typical and disabled writers.
In Literacy and learning, Memoria di lavoro, metacognizione e monitoraggio
Emerald Group Publishing
Limited, pp. 269-286. Contesto, richieste di attività, obiettivi del soggetto
• La memoria di lavoro
La memoria di lavoro gioca un ruolo altrettanto importante poiché, quando si scrive, si è
costantemente impegnati a recuperare e a decidere il contenuto che si vuole scrivere e a
valutare come scriverlo e la sua appropriatezza.
• I processi metacognitivi
Anche i processi metacognitivi sono importanti, in quanto è fondamentale operare un
processo di monitoraggio durante tutto il compito di scrittura per controllare se il testo
rimane in linea con l’obiettivo, se è corretto da un punto di vista ortografico e variato nel
vocabolario, ecc.
Scrivere un testo è quindi un compito complesso sostenuto da diverse abilità. Tutti questi
processi hanno bisogno di essere allenati per permettere ai bambini e alle bambine di pro-
durre un buon compito di scrittura.
OBIETTIVI SPECIFICI
Obiettivi specifici
Acquisizione Elementi di
ed grammatica
Ascolto espansione esplicita e
Lettura Scrittura
e parlato del lessico riflessione
ricettivo e sugli usi della
produttivo lingua
Calendarizzazione e durata
Calendarizzazione
e durata
Mesi Fase Durata
Competenze coinvolte
ɖ Comprendere indicazioni fornite oralmente.
ɖ Scrivere parole, frasi e periodi in modo autonomo.
ɖ Partecipare attivamente e in modo costruttivo alle attività ludiche.
Tempi
Ogni sessione di gioco prevede circa 10-15 minuti e andrebbe ripetuta un
numero adeguato di volte (almeno 3).
Materiali necessari
Fogli di carta; alcuni cartellini con domande come: Chi? / Con chi? / Che cosa
fa? / Che cosa gli succede? / Perché? / Quando? / Dove? / ecc.
Descrizione dell’attività
Descrizione Obiettivo di questa prima attività è la scrittura di una «fiaba strampalata» da
condurre in modalità cooperativa. Il risultato di ciascun gruppo sarà poi condiviso
in una lettura pubblica.
La classe andrebbe organizzata secondo alcune impostazioni di massima:
– i gruppi di lavoro dovranno essere piuttosto ampi. Anche se è difficile fornire un
numero di riferimento, abbiamo verificato che le attività condotte con almeno
sei componenti per gruppo consentono ottime dinamiche interne;
– bambini e bambine saranno assegnati ai gruppi in modo casuale. Qualsiasi idea di
«gruppi di livello» va evitata con cura sia sotto il profilo squisitamente inclusivo,
sia per la semplice riuscita dell’attività;
– all’interno dei gruppi non è prevista l’assegnazione di ruoli. In questo caso,
l’interdipendenza tra i diversi componenti è data dal materiale e dallo scopo del
lavoro.
Fornite queste essenziali linee guida organizzative, entriamo nel merito della
fase operativa.
Ciascun componente del gruppo ha a propria disposizione un foglio di carta diviso
in cinque o sei strisce, come mostrato di seguito.
Ogni insegnante, sulla base della conoscenza della propria classe, deciderà se
avvalersi della scheda, ma è molto probabile che essa non risulti fondamentale:
può essere sufficiente distribuire ai bambini e alle bambine un foglio bianco e
mostrare la procedura descritta di seguito.
Al via dell’attività, l’insegnante distribuisce il foglio o la fotocopia ai componenti
dei diversi gruppi.
Nella prima fase di gioco, l’insegnante mostra a tutta la classe uno dei cartellini
predisposti precedentemente con le domande-guida (chi?, cosa fa?…). La domanda-
guida è la stessa per tutti i gruppi. I bambini e le bambine scrivono (individual-
mente, quindi ciascuno sul proprio foglio) l’inizio della «fiaba strampalata» sulla
prima striscia del foglio. La frase, inoltre, dovrà rispondere alla domanda-stimolo
posta dall’insegnante.
Esempio:
L’insegnante mostra la domanda «CHI»?
Possibili risposte dei diversi componenti del gruppo:
– Cappuccetto Rosso
– una rana dispettosa
– Biancaneve
– uno strano lupo
– …
Nell’illustrare l’attività, l’insegnante spiega chiaramente che ogni fase dell’atti-
vità è «un’operazione segreta»: nessun altro componente del gruppo deve poter
leggere quanto scritto dagli altri.
Terminata la scrittura della prima frase, il foglio viene piegato lungo la linea trat-
teggiata e passato alla persona seduta vicino. Piegare bene il foglio è importante,
perché consente di mantenere «la segretezza dell’operazione» fino alla fine del
gioco.
Nella seconda fase di gioco, l’insegnante mostra una nuova domanda-stimolo.
Esempio
L’insegnante mostra la domanda «CHE COSA FA? CHE COSA GLI SUCCEDE?».
A questo punto, ogni componente del gruppo deve continuare la storia iniziata
precedentemente, ma sul foglio appena ricevuto.
Svolgimento tipo
Alla prima domanda («CHI?») Beatrice ha risposto «Uno strano lupo» e ha
passato il proprio foglio a Marco che, alla stessa domanda, ha appena risposto
«Cappuccetto Rosso».
Seguendo le istruzioni ricevute dall’insegnante, Marco continua la storia che
aveva in mente.
Quindi, alla domanda «CHE COSA FA? CHE COSA GLI SUCCEDE?» scrive: «Porta
i dolci alla nonna» perché deve continuare la propria storia.
Ovviamente Marco non sa che cosa ha scritto Beatrice in precedenza e non ha
idea di quale bizzarra combinazione sta contribuendo a creare sul foglio di carta
che passa di mano in mano.
Alla seconda fase, segue — in tutto identica alle precedenti — la terza fase e
così via, fino a completare l’estrazione delle domande-stimolo. Si consiglia di
prevedere un numero di mani sufficiente per rendere avvincente e paradossale
la storia: non meno di quattro.
Con l’ultima estrazione, finisce la fase di scrittura e si passa alla lettura della
«fiaba strampalata».
Ogni bambino apre quindi il foglio in proprio possesso e legge la storia costruita
collettivamente durante le diverse fasi di gioco.
L’attività andrebbe proposta diverse volte in ciascuna sessione di lavoro, anche
per mettere a confronto i vari risultati. Trattandosi di un prodotto collettivo,
la classe può anche produrre una graduatoria dei diversi testi e, nel caso in cui
l’insegnante lo ritenga utile, provare ad analizzare i motivi per cui un risultato è
più interessante di un altro.
Infine, la condotta didattica può essere riproposta successivamente anche per
valutare il miglioramento nel tempo e la sicurezza nella scrittura.
AUTONOMIA
PARTECIPAZIONE
Competenze coinvolte
ɖ Analizzare gli elementi principali di una fiaba.
ɖ Comprendere fiabe ascoltate e/o viste.
ɖ Partecipare in modo costruttivo nelle attività di gruppo.
Tempi
Le attività andrebbero ripetute nel tempo, e questo influisce ovviamente sulla
durata dell’Unità di lavoro.
Si possono prevedere 26 ore complessive: circa 24 ore di lavoro per la lettura
di 6 fiabe, più 2 ore per la realizzazione del lapbook.
Il calcolo è approssimativo: si può ovviare alla mancanza di tempo leggendo
un minor numero di fiabe o chiedendo alla classe di svolgere parte del lavoro
a casa, in un’ottica di continuità.
Materiali necessari
Schede di lavoro, cartoncino e modelli per lapbook.
Descrizione dell’attività
Descrizione Per approfondire la conoscenza dei personaggi delle fiabe proponiamo alla classe
un percorso in tre tappe:
1. ingresso. Le coppie di lavoro dovranno riconoscere i principali elementi di una
fiaba classica;
2. approfondimento. Le coppie di lavoro approfondiscono l’analisi della struttura
narrativa delle fiabe;
3. produzione. I bambini e le bambine realizzano un artefatto sul tema «Una fiaba
che ho ascoltato».
In questa prima fase, la classe viene divisa in coppie di lavoro: la costituzione delle
coppie avviene con un meccanismo casuale, magari utilizzando uno dei metodi già
illustrati in precedenza. Ogni coppia riceve un foglio A3 diviso in cinque spazi, più
o meno come mostrato dalla scheda seguente e disponibile nelle risorse online.
Risorse online
C�_T�_UDL� C3_T1_UDL1_sch_01
sch_��
L’ANTAGONISTA
_____________________
IL/LA PROTAGONISTA
_____________________
TITOLO
_____________________
L’OGGETTO MAGICO
L’AIUTANTE
_____________________
_____________________
© 2022, I. Sciapeconi, E. Pigliapoco e R&S Erickson, Didattica universale — Italiano per le classi 1 - 2 - 3, Trento, Erickson
Esempio
Nella coppia A:
– Massimo si concentra principalmente su chi è il/la protagonista e l’aiutante
– Asia punta la propria attenzione su antagonista e oggetto magico.
Nella coppia B:
– Greta si occupa di individuare tutto quanto concerne l’aiutante e l’oggetto magico
– Giuseppe punta su chi è il/la protagonista e l’antagonista.
La scelta è ovviamente lasciata alla contrattazione delle singole coppie.
Durante la seconda lettura, quindi, ogni bambino e ogni bambina avrà il compito
di scrivere sulla scheda il nome dei personaggi o degli oggetti che ha scelto di
«monitorare».
Al termine della seconda lettura, gli elaborati di ciascuna coppia sono discussi in
una riunione plenaria durante la quale vengono messe in evidenza somiglianze e
differenze dei diversi lavori.
Questa modalità di lavoro andrebbe ripetuta con una certa regolarità, in modo da
consolidare una particolare forma di ascolto attivo che prevede anche un’azione
di sintesi delle informazioni.
Qualsiasi lavoro sulla scrittura che parta dalla semplice analisi delle fiabe difficil-
mente produrrà buoni risultati. Fornire ai bambini e alle bambine una chiave di let-
tura delle fiabe basata sulla schematizzazione delle figure principali (protagonista,
antagonista, aiutante e oggetto magico) rende sterile e poco funzionale qualsiasi
discorso sulla scrittura. Nel migliore dei casi si produrranno testi rispettosi dei
canoni, ma poco avvincenti.
Nel lavoro di «approfondimento», quindi, proponiamo alla classe di allargare il
campo e di articolare un po’ la riflessione intorno agli elementi che costituiscono
una buona narrazione fiabesca. La seguente scheda (disponibile nelle risorse
online) si pone l’obiettivo di mettere in luce altri aspetti delle fiabe che possono
Risorse online essere utili anche in fase di scrittura autonoma.
C�_T�_UDL�
sch_�� C3_T1_UDL1_sch_02
PERSONAGGI
AIUTANTI
PRINCIPALI
IMPOSTAZIONE
INIZIO
SVOLGIMENTO
FINE
© 2022, I. Sciapeconi, E. Pigliapoco e R&S Erickson, Didattica universale — Italiano per le classi 1 - 2 - 3, Trento, Erickson
Come si può vedere, la mappa contiene dettagli più articolati: i personaggi sono
distinti tra principali e secondari, fa la sua comparsa l’ambiente della narrazione
e c’è una ripartizione delle vicende (inizio, svolgimento e fine).
La scheda non si pone l’obiettivo di rendere più creativi o divergenti i racconti dei
bambini e delle bambine: qualsiasi schema proposto dall’insegnante rischia di avere
come effetto collaterale il condizionamento della narrazione in una struttura già
data. In questa sede ci interessa solo fornire agli alunni e alle alunne uno schema
per raccogliere una quantità maggiore di informazioni sulle fiabe ascoltate. Non
è escluso, ovviamente, che il mettere in luce alcuni meccanismi narrativi che ca-
ratterizzano le fiabe abbia effetti positivi sulla narrazione di alcuni bambini, che
hanno bisogno di un supporto logico-narrativo.
Alla complessità della richiesta cognitiva può essere abbinata una maggior com-
plessità nella pianificazione metodologica da parte dell’insegnante, oltre a una
maggior quantità delle risorse da gestire.
Nel dettaglio:
– metodologia. Le coppie di lavoro possono essere organizzate in apprendimento
cooperativo con interdipendenza di ruolo. Così, all’interno di ciascun gruppo,
si individuano:
� uno scrittore/una scrittrice
� un correttore/una correttrice.
I ruoli non sono stabiliti una volta per tutte, ma ruotano a ogni turno di lavoro.
Per definire i turni di lavoro si possono prendere a modello i settori individuati
nella mappa precedente.
Così, ad esempio, chi ha il ruolo di scrittore/scrittrice nella prima fase (personaggi
principali), nel passaggio successivo (personaggi secondari) svolge il ruolo di
correttore/correttrice.
– risorse. La lettura della fiaba può essere seguita dalla visione di un video o dall’a-
scolto di un podcast. Come esempio, suggeriamo il seguente podcast: https://
www.raiplaysound.it/programmi/fiabedellabuonanotte.
Le fasi della procedura didattica non sono molto diverse da quelle descritte per
il primo step. In particolare:
– l’insegnante legge una prima volta il testo. I bambini e le bambine ascoltano la
lettura senza altri obiettivi se non il piacere della storia;
– nel corso della seconda lettura le coppie di lavoro hanno sotto gli occhi la scheda
e compiono un «ascolto ragionato». La loro attenzione è, cioè, focalizzata sulle
richieste della scheda;
– dopo la seconda lettura si può proporre la visione di un video o l’ascolto di un
podcast. Facendo attenzione a non esagerare, per evitare un prevedibile effetto
noia, la ridondanza di diversi media può incrociare stili cognitivi diversi e aiu-
tare nel processo di inclusione/personalizzazione. In questa fase i bambini e le
bambine possono prendere appunti;
– infine si apre il momento della scrittura vera e propria: gli alunni e le alunne
lavorano sulla scheda e la completano con le informazioni raccolte.
Il lavoro di analisi sugli elementi e sulla struttura della fiaba trova il proprio sbocco
naturale nella realizzazione di un artefatto su quanto appreso.
Un esempio classico e molto efficace è rappresentato dalla costruzione di un
lapbook.
L’insegnante può mostrare alla classe diversi modelli già realizzati, ma contem-
poraneamente dovrebbe sollecitare i gruppi di lavoro a seguire autonome piste
risolutive. I modelli d’esempio, quindi, dovrebbero rappresentare un «orizzonte
di senso» tendenzialmente da superare con scelte personali.
Con lo stesso spirito — quindi solo per illustrare una delle possibili scelte —
prendiamo in esame il lapbook chiamato «Finestra con card», disponibile nelle
risorse online e mostrato sotto.
Risorse online
C�_T�_UDL�
sch_��
ANALISI
PARTECIPAZIONE
Creatività
I lapbook offrono l’occasione di costruire un «angolo delle fiabe» in classe. Esso potrebbe
essere rappresentato da una semplice esposizione dei lavori di classe oppure da un cartellone
costruito in modalità «lapbook». In questo caso, si possono prevedere delle «tasche», una
per ciascun elemento studiato (protagonista, antagonista, aiutante, …). Le tasche ospiteranno
i personaggi, gli ambienti o gli oggetti delle nuove fiabe incontrate.
TRAGUARDO 1
Riconoscere, costruire
e manipolare numeri
TRAGUARDO 2
Operare e calcolare con i numeri
TRAGUARDO 3
Problem posing e problem
solving: riconoscere e risolvere
problemi
TRAGUARDO 1
Riconoscere, costruire e manipolare numeri
Le competenze in gioco
Questo complesso di attività si articola intorno a:
4 COMPETENZE FONDAMENTALI
Competenze
Competenze Competenze Competenze
logico-
sociali finalizzate legate alla legate alla
numeriche
al lavoro comune autonomia argomentazione
e spaziali
Classe prima • 39
TRAGUARDO Presentazione Progettazione
1 Attivazione UDL UDL UDL Compito di
1 2 3 realtà finale
In riferimento all’insegnamento della matematica, le Indicazioni Nazionali del 2012 sono molto
chiare nel ribadire la sua funzione attiva e pratica nel fornire gli strumenti adatti per affron-
tare e risolvere problemi utili nella vita quotidiana. La matematica contribuisce a sviluppare
la capacità di comunicare e discutere, di argomentare in modo corretto, di comprendere i
punti di vista e le argomentazioni degli altri. Inoltre fanno esplicito riferimento al ruolo attivo
del bambino nel proprio apprendimento, con il richiamo a percorsi in cui ciascuno e ciascuna
possano sviluppare curiosità, riconoscere e intervenire sulle proprie difficoltà, assumere
maggiore consapevolezza di sé. Le diverse UDL sono state costruite in questa ottica, dall’at-
tivazione iniziale alla richiesta di riflettere sul proprio percorso al termine di ogni sessione e
argomentare le scelte effettuate.
Per la valutazione dei progressi della classe e di ogni singolo al suo interno, come
Valutazione sempre, si suggerisce di far leva su un monitoraggio costante. Il monitoraggio fornirà
gli elementi per comprendere la dinamica di apprendimento che è stata sollecitata e
le competenze che si stanno maturando. UDL dopo UDL, ci si avvicinerà al compito
sfidante che vedrà protagonista (e pienamente responsabile) sia il singolo all’interno
di un gruppo, sia il gruppo stesso. Durante questo percorso l’insegnante dispiegherà
un processo di valutazione che si baserà su diversi elementi: le osservazioni di ciò
che ciascuno produce nel corso delle diverse attività, ma anche come affronta i
diversi compiti sia da un punto di vista emotivo sia comportamentale. Per questo,
ogni esperienza/attività è corredata da griglie di osservazione che permettono di
tenere traccia dello sviluppo delle competenze attivate. La valutazione prenderà in
considerazione non solo le competenze logico-matematiche specifiche ma anche
l’autonomia di lavoro, la capacità di affrontare una situazione nuova mobilitando
risorse personali e di collaborare con i propri compagni e le proprie compagne.
Verrà anche valorizzata e sostenuta la capacità di autovalutazione degli alunni e
delle alunne, attraverso la richiesta di operare una riflessione metacognitiva finale
delle attività sperimentate, tramite conversazioni e il completamento della scheda
di autovalutazione fornita al termine di ogni UDL.
In queste UDL, come in tutte le altre successive, anche degli altri traguardi, le emo-
zioni personali e la cura del gruppo sono al centro di ogni esperienza (sessione di
Competenze emotive lavoro). In particolare, si osserveranno e potenzieranno la capacità di collaborare
e cura del gruppo e la capacità di sostenere il resto del gruppo, anche in situazioni di gioco, oltre che
in quelle prettamente operative.
Classe prima • 41
TRAGUARDO Presentazione Progettazione
1 Attivazione UDL UDL UDL Compito di
1 2 3 realtà finale
APPROFONDIMENTO AL TRAGUARDO 1
Quali sono i principali processi cognitivi che sostengono le attività di questo
traguardo?
Lucangeli D., Poli S. • Passaggio dall’enumerazione al counting: abilità complessa che presuppone l’acquisizio-
e Molin D. (2003), ne dei principi di corrispondenza uno a uno (biunivoca) tra oggetto e parola numero,
L’intelligenza numerica, dell’ordine stabile della sequenza (senza inversioni o buchi), dell’idea di cardinalità legata
Trento, Erickson. allo stabilire la quantità contata (secondo cui l’ultima parola-numero usata rappresenta
la numerosità degli elementi effettivamente contati) (Lucangeli, Poli e Molin, (2003).
Bartolini Bussi G.,
Baccaglini-Frank A., • Costruzione del senso del numero: le attività proposte nelle diverse esperienze del traguar-
Ramploud A. (2013), do permettono ai bambini di lavorare sulla costruzione del senso del numero, condizione
Aritmetica in pratica, necessaria per lo sviluppo di competenze più complesse. Questo implica la capacità di
Trento, Erickson. lavorare con i numeri e manipolarli attraverso processi di decomposizione, ricomposizione
e compensazione del loro valore (Bartolini Bussi, Baccaglini-Frank e Ramploud, 2013).
OBIETTIVI SPECIFICI
Obiettivi specifici
Relazioni dati
Numeri Spazio e figure
e previsioni
Calendarizzazione e durata
Calendarizzazione
e durata
Mesi Fase Durata
Attivazione: La rilevazione
Settembre-ottobre 12-1� ore
delle competenze
UDL 2: Il primo
Novembre-dicembre 10-12 ore circa
raggruppamento� la decina
Classe prima • 43
TRAGUARDO Presentazione Progettazione
1 Attivazione UDL UDL UDL Compito di
1 � � realtà finale
Competenze coinvolte
ɖ Riconoscere e nominare simboli numerici (potenziamento processi
lessicali).
ɖ Individuare le funzioni pratiche dei numeri (potenziamento processi
semantici e di counting).
ɖ Partecipare in modo corretto ad attività ludiche e di gruppo.
Spazi e tempi
ɖ L’aula è organizzata in modo da consentire:
– il brainstorming iniziale, con arredi alle pareti e uno spazio centrale dove
far sedere i partecipanti�
– facili spostamenti di tutti i bambini�
– il momento della condivisone e discussione finale. In questo caso i bam-
bini e le bambine devono poter sedere in cerchio e guardare i propri
compagni durante la discussione.
ɖ Palestra o spazio ampio all’aperto per i giochi motori.
ɖ I tempi indicati possono risultare molto variabili in base alla numerosità
di ogni singola classe e alla necessità di ripetere più volte le stesse
esperienze. Si dà comunque una indicazione di massima.
Prima esperienza� da 4 a � ore.
Seconda esperienza� 30 minuti / 1 ora per ogni gioco.
Terza esperienza� 30 minuti / 1 ora per ogni gioco.
Materiali necessari
Prima esperienza� fogli bianchi A4, matite, colori, forbici con punta arroton-
data, riviste, colla, LIM, scheda di lavoro.
Seconda esperienza� cerchi, palla, strumentini a percussione (triangoli e
tamburi).
Terza esperienza� tre mazzi di carte (uno per il numero in cifre, uno con la
quantità e uno con il nome del numero), si veda anche schede di lavoro.
1
Lucangeli D., Poli S e Molin D. (2003), L'intelligenza numerica, vol. 1, Trento, Erickson.
Descrizione dell’attività
Descrizione
Prima esperienza: Il brainstorming
Svolgimento
L’insegnante organizza il setting d’aula, disponendo i banchi lungo le pareti e la-
sciando uno spazio centrale dove i bambini si disporranno in cerchio passandosi
la palla per favorire una efficace turnazione di parola. I bambini vengono invitati a
rispondere ad alcune domande (le seguenti sono solo alcune di quelle possibili):
Conosci qualche numero, quale? Dove li vedi di solito? Secondo te a cosa servono
questi numeri? Qual è secondo te il numero più bello? E quello più brutto? Qual è
secondo te il numero più piccolo? E quello più grande di tutti?
Nel corso di questa fase, si consiglia agli insegnanti di porre la massima attenzione
a due aspetti che si ritengono fondamentali: (1) è importante che venga rispetta-
to il turno di parola e che ogni bambino possa avere la possibilità di esprimersi e
parlare� (2) è importante invitare ogni bambino, se vuole, a motivare le sue scelte
chiedendo di spiegarle ai compagni. In questo modo i bambini/e cominciano a
riflettere sulle proprie scelte, ad argomentarle ai propri compagni e a rendersi
conto delle diverse idee su uno stesso argomento (NUMERI) sperimentando la
possibilità che esistano idee e punti di vista diversi dai propri.
Conclusione
L’insegnante consegna un foglietto a ogni bambino (tagliando a metà un foglio A�)
e chiede di rappresentare (possono disegnare o scrivere come vogliono) il numero
più bello secondo lui o lei, poi di girare il foglio e rappresentare dietro il numero
più brutto. La stessa cosa si ripete con un nuovo foglietto, chiedendo questa volta
di rappresentare il numero più grande da una parte e nel retro del foglio quello più
piccolo. Le produzioni dei bambini offriranno all’insegnante preziose informazioni
sulle loro conoscenze numeriche, ponendosi come input per successive riflessio-
ni collettive (numeri grandi e piccoli, brutti o belli, in base a quali elementi e /o
caratteristiche?).
Ulteriori sviluppi
A ulteriore potenziamento delle esperienze precedenti sull’individuazione e ricono-
scimento dei simboli numerici tra altri simboli grafici, si propone di effettuare una
«Caccia al numero» in coppia. L’insegnante forma le coppie, mette a disposizione
dei bambini alcune riviste e chiede a ognuno di scoprire nelle pagine, ritagliare
e incollare su un nuovo foglio alcuni numeri: da un lato pochi numeri, dall’altro
molti numeri. I/le bambini/e lavorano individualmente ma all’interno della coppia
si possono confrontare e supportare nel lavoro assegnato. Alla fine di un tempo
concordato dall’inizio, ogni bambino mostra il suo lavoro agli altri, pronunciando
il nome dei numeri ritagliati, all’interno della coppia i bambini si aiutano in caso
di difficoltà a riconoscere il nome del numero. Nel momento conclusivo dell’argo-
mentazione collettiva l’insegnante guiderà i bambini a riflettere sul significato di
pochi e di molti, osservando insieme le produzioni di tutti i bambini. L’attività si
conclude con la presentazione del pittore Tobia Ravà e delle sue opere fatte esclu-
sivamente di simboli numerici (www.tobiarava.com) e la proposta di realizzare
un proprio quadro numerico da unire a quelli degli altri per costruire un grande
Classe prima • 4�
TRAGUARDO Presentazione Progettazione
1 Attivazione UDL UDL UDL Compito di
1 � � realtà finale
cartellone da appendere in classe o in altri spazi comuni della scuola. Come ulte-
riore consolidamento dell’attività si può proporre la scheda riprodotta di seguito
tratta da Che magie!, vol� 1 di Giuseppina Gentili (Erickson, 2019), disponibile per
la stampa nelle risorse online.
Risorse online
C�_T�_attivazione C1_T1_attivazione_sch_01
sch_��
© 2022, Giuseppina Gentili e R&S Erickson, Didattica universale — Matematica per le classi 1 - 2 - 3, Trento, Erickson
ARGOMENTAZIONE
AUTONOMIA
Lavora autonomamente nella ricerca e nell’individuazione dei numeri o chiede aiuto nella coppia?
COLLABORAZIONE
Materiali utili
Materiali utili / Lucangeli D., Poli S. e Molin A. (2002), L’intelligenza numerica, vol 1, Trento, Erickson, schede,
Varianti
pp. 49, �0 e �1.
Gioco iniziale
Si dispongono i bambini seduti in cerchio e si invitano a contare progressivamente,
passandosi la palla, partendo da uno e verificando fino a che numero riescono ad
arrivare. È utile ripetere il gioco più volte, cambiando ogni volta la disposizione
dei bambini, in modo che tutti possano avere la possibilità di arrivare a una se-
quenza numerica sempre maggiore. Una variante è quella di ripeterlo partendo da
un numero base e tornare indietro fino a uno. Il numero base da cui partire sarà
2
Alcune delle attività, complete di schede operative, sono tratte da Gentili G. (2014), Il labora-
torio di matematica 1, Trento, Erickson, pp. 43-45.
Classe prima • 4�
TRAGUARDO Presentazione Progettazione
1 Attivazione UDL UDL UDL Compito di
1 � � realtà finale
scelto dall’insegnante a seconda del livello apprenditivo degli alunni che in quel
momento stanno giocando.
Giochi motori3
In palestra, o in uno spazio sufficientemente ampio, chiediamo ai bambini di cam-
minare liberamente facendo corrispondere ogni passo al numero pronunciato, prima
in avanti e poi indietro� all’inizio fino a 10, poi fino a 20, poi ancora oltre lasciando
libertà di farlo ai bambini che ne esprimono la volontà. Questo gioco può essere
riproposto di frequente, per favorire il consolidamento e l’automatizzazione, variando
di volta in volta il livello di difficoltà e chiedendo di fare attenzione al movimento
dei passi che devono corrispondere con la sequenza numerica pronunciata. È molto
importante accertarsi per gli apprendimenti successivi, «che l’ordine sequenziale nu-
merico sia automatizzato, soprattutto la sequenza all’indietro, dove i bambini hanno
meno occasioni di rafforzarsi nella quotidianità» (Lucangeli, Poli e Molin, 2003).�
Per il secondo gioco motorio Salta chi conta si sistemano in terra in ordine sparso,
tanti cerchi quanti sono i bambini, questi corrono liberamente senza toccare i
cerchi, l’insegnante osserva e improvvisamente dà lo stop, pronunciando ad alta
voce un numero entro il 10. A quel punto ogni bambino entra subito all’interno di
un cerchio e deve saltellare a piedi uniti per un numero di volte corrispondente al
numero pronunciato dall’insegnante, senza toccare né uscire dal cerchio.
3
I giochi sono descritti in Gentili G. (2014), Il laboratorio di matematica 1, Trento, Erickson, pp.
30-31.
4
Lucangeli D., Poli S. e Molin A. (2003), L’intelligenza numerica, vol. 1, Trento, Erickson, p. 45.
Gioco musicale�
Dividere i bambini in due o quattro gruppi, a seconda della numerosità del gruppo-
classe e preparare alcuni piccoli strumenti a percussione od oggetti con cui produrre
dei suoni (uno per ogni bambino che «suonerà» di volta in volta).
Ogni turno di gioco prevede due gruppi: un gruppo Suonatore, l’altro Controllore.
Dopo aver stabilito quale gruppo comincerà a suonare gli strumenti, accoppiare
ogni bambino del gruppo Suonatore a un bambino del gruppo Controllore. Chiedere
dunque a ogni membro del primo gruppo di percuotere lo strumento tante volte
quante corrispondono al numero che pronunceremo, e a ogni membro del secondo
gruppo di controllare questa corrispondenza. Se ad esempio il numero scelto è 7,
i Suonatori dovranno battere sette volte sul loro strumento contando colpo dopo
colpo, fino ad arrivare al numero richiesto, mentre i Controllori dovranno stabilire
se il compito è stato svolto correttamente da loro compagno. In questo modo si
potranno rilevare le competenze dei bambini relative al counting facendo ricoprire
loro ruoli diversi, sia come giocatori sia come osservatori. Ripetere il gioco con più
numeri e invertendo i ruoli dei due gruppi.
5
Gentili G. (2017), Competenze in gioco, laboratori per diventare studenti competenti. In Guida al
volume n. 1, Sulle ali di Pepe, Milano, Fabbri Erickson, p. 243.
Classe prima • 49
TRAGUARDO Presentazione Progettazione
1 Attivazione UDL UDL UDL Compito di
1 � � realtà finale
AUTONOMIA
Si mostra autonomo/a nei giochi proposti o richiede l’aiuto dei compagni? In quali è parzial-
mente autonomo?
Materiali utili
Materiali utili / Gentili G. e Razzini V. (2022), Matematica con il POP-IT, Trento, Erickson, p. 2�-32.
Varianti
Lucangeli D., Poli S. e Molin A. (2002), L’intelligenza numerica� vol. 2, Trento, Erickson, schede
pp. 49 e �0, la filastrocca degli elefanti� schede pp. �2 e �3, le scale dei numeri.
Gioco visivo-spaziale�
Il gioco consiste in un memory (associazione di carte per formare prima coppie
e in un secondo tempo terne) per il quale occorre preventivamente preparare tre
6
Il gioco è tratto da Gentili G. (2019), La valigetta del laboratorio di matematica 1, Trento, Erickson.
mazzi di carte (un mazzo con i simboli numerici, un altro mazzo con le quantità
rappresentate da cannucce nel nostro caso e il terzo mazzo con il nome dei nume-
ri). Per evitare confusioni, si consiglia di contraddistinguere ogni mazzo con un
colore diverso. Nel nostro caso, ad esempio, le carte con il dorso giallo contengono
il simbolo numerico, quelle con il dorso rosso le immagini di quantità e quelle con
il colore blu il nome del numero. Ogni mazzo comprende 20 carte, da 1 a 20, sarà
l’insegnante a decidere se e con quale tempistica usarle fino al 10 e poi fino al 20.
Nella prima fase, scopo del gioco è sollecitare i bambini a sperimentare l’associazione
simbolo numerico e quantità corrispondente, prima fino a 10 e poi gradualmente
fino a 20. Le carte sono disposte coperte sul banco in due zone diverse, da una
parte quelle gialle con il simbolo numerico, dall’altra quelle rosse con le quantità.
A turno i giocatori (si consiglia fino a un massimo di �) prendono una carta dalla
zona gialla con i simboli, leggono i numeri e poi prendono una seconda carta dalla
zona rossa, contano la quantità rappresentata (immagini cannucce) e se entrambe
le carte corrispondono, le accoppiano e se ne appropriano. Se invece scelgono carte
non corrispondenti, devono rimetterle nella posizione di partenza e il gioco passa
al compagno successivo. Il gioco termina quando non ci sono più carte sul banco.
Ulteriori sviluppi
In un secondo momento, quando i bambini hanno preso confidenza con il gioco
e mostrano di avere interiorizzato la corrispondenza quantità-simbolo, si può
introdurre anche la terza variabile, il nome del numero. Vengono quindi invitati a
sperimentare la triplice associazione simbolo, quantità e nome dei numeri. Con la
formazione non più di coppie ma di terne.
Gioco motorio
Per questo ultimo gioco vengono utilizzati gli stessi mazzi del memory. Ogni bam-
bino riceve una carta (o con il simbolo o con la quantità)� bisogna fare attenzione
a che tutti ne ricevano una e che si possano formare correttamente le coppie
(simbolo-quantità), se il numero dei bambini della classe è dispari potrà giocare
anche l’insegnante oppure decidere di assegnare a un bambino il ruolo di arbitro/
controllore che verificherà al termine che le coppie siano state formate corretta-
mente. Al via dell’insegnante, ma rigorosamente in silenzio, ogni bambino dovrà
correre per la palestra o per lo spazio aperto e cercare di formare una coppia con
il compagno che ha la carta con la quantità o la cifra corrispondente alla sua: se un
bambino ha una carta con 3 cannucce dovrà cercare il compagno che ha la carta con
il simbolo numerico 3. Il gioco, al pari del memory, si potrà svolgere dapprima con
i numeri fino al 10 e successivamente, quando l’insegnante lo riterrà opportuno,
con le carte che contengono i numeri fino al 20. Analogamente al memory anche
per questo gioco motorio si può chiedere in seguito di formare terne di bambini:
si dovranno riunire chi ha la quantità numerica, il simbolo e il nome dello stesso
numero. Si consiglia di ripetere più volte il gioco, mescolando le carte e ridistri-
buendole di volta in volta o lasciando liberi i bambini di scambiarsele tra loro. A
consolidamento di tutte le esperienze far completare la scheda Che confusione!
riportata di seguito, disponibile per la stampa nelle risorse online, tratta da Che
Risorse online magie!, vol� 1 di Giuseppina Gentili (Fabbri Erickson, 2019).
C�_T�_attivazione
sch_��
Classe prima • �1
TRAGUARDO Presentazione Progettazione
1 Attivazione UDL UDL UDL Compito di
1 � � realtà finale
C1_T1_attivazione_sch_02
© 2022, Giuseppina Gentili e R&S Erickson, Didattica universale — Matematica per le classi 1 - 2 - 3, Trento, Erickson
AUTONOMIA
Materiali utili
Materiali utili / Mazzi di carte presenti in Gentili G. (2019), La valigetta del laboratorio di matematica� Trento,
Varianti
Erickson.
Colombo Bozzolo C. e Costa A. (2002), Nel mondo dei numeri e delle operazioni vol 1� schede
pp. �9 e 90.
Classe prima • �3
TRAGUARDO Presentazione Progettazione
1 Attivazione UDL UDL UDL Compito di
� � � realtà finale
Competenze coinvolte
ɖ Comporre, scomporre e ordinare numeri.
ɖ Formulare ipotesi e ricercare soluzioni a situazioni problematiche
concrete.
ɖ Collaborare con compagni/e.
ɖ Utilizzare gli errori come fonte di conoscenza.
ɖ Argomentare e motivare le scelte effettuate.
Spazi e tempi
ɖ L’aula è organizzata in modo da consentire:
– il brainstorming iniziale con arredi alle pareti e uno spazio centrale dove
far sedere i partecipanti in modo che possano vedersi reciprocamente
in quello che faranno�
– facili spostamenti di tutti i bambini�
– il lavoro di coppia e/o piccolo gruppo disponendo i banchi a isole�
– il momento della condivisone e discussione finale. In questo caso i bam-
bini e le bambine devono poter sedere in cerchio e guardare i propri
compagni durante la discussione.
Materiali necessari
Prima esperienza� scheda di lavoro.
Seconda esperienza� cannucce biodegradabili, fogli bianchi, penna/matita,
cartellini con numeri da 2 a 10.
Terza esperienza� carta quadrettata, 1 graffetta per bambino, righello, matita,
gomma.
Descrizione dell’attività
Descrizione
Prima esperienza: I numeri con le dita
Svolgimento
La classe è disposta in forma circolare in modo che tutti possano reciprocamente
vedersi. L’insegnante informa che l’attività servirà per imparare a costruire numeri
e subito propone di risolvere la prima situazione problematica: «In quanti modi
possiamo costruire con le dita delle nostre mani il numero 3?» (ovviamente è solo
un esempio, la stessa procedura vale per tutti i numeri e va seguita a partire dal
numero 1).
I bambini con fantasia e creatività alzano e abbassano le dita delle proprie mani pro-
ponendo molteplici soluzioni alla situazione problematica proposta dall’insegnante,
mobilitando molte strategie e diversi schemi d’uso dell’artefatto mani utilizzato: le
mani sono le stesse ma le modalità di formazione del numero sono diverse.
Alcuni bambini alzeranno tre dita consecutive di una mano (pollice, indice e me-
dio) altri invece tre dita non consecutive, ad esempio pollice, indice e mignolo,
altri ancora invece utilizzeranno tre dita distribuendole su due mani… le soluzioni
potrebbero essere molte e diverse. A questo punto si apre il confronto collettivo,
ognuno mostra, argomentandola la propria soluzione indicando le modalità di
composizione del numero in questione (3) e insieme si decide quella o quelle
ritenute più efficaci, tra tutte le soluzioni corrette.
L’attività viene riproposta per ogni numero, sotto forma di sfida e situazione pro-
blematica da risolvere collettivamente: nel grande gruppo ognuno contribuisce
con la propria ipotesi di soluzione. Si consiglia di riproporre spesso questa attività
gradualmente anche in giorni consecutivi, aumentando un po’, di volta in volta,
la complessità della richiesta. Ad esempio: «Come possiamo fare per costruire il
numero �?» (in questo caso i bambini capiscono che le dita di una mano non ba-
stano più e che è necessario da questo momento in poi utilizzarle entrambe). «Se
vogliamo costruire il numero 10 come possiamo fare?».
Di solito i bambini arrivano a dire che esiste solo una possibile soluzione e cioè
alzare tutte le � dita di entrambe le mani. A questo punto si rilancia con una nuova
domanda: «Ma siete proprio certi che esiste solo questa modalità?».
Di solito avviene che qualcuno indichi anche la possibilità di utilizzare le dita dei
piedi, se ciò non accadesse l’insegnante può suggerire tale possibilità con una
nuova domanda: «Ma se vogliamo costruire numeri ancora più grandi del 107 come
possiamo fare?».
E nel momento in cui si arriva alla possibile soluzione di utilizzare anche le dita dei
piedi si può porre una nuova domanda: «Secondo voi fino a che numero potremmo
arrivare se usassimo tutte le dita delle mani e tutte le dita dei piedi?».
7
Si sceglie di far lavorare i bambini fino e oltre il numero 10, in quanto nella loro quotidianità i
bambini già li incontrano e li conoscono. Nella UDL successiva si ritornerà sul numero 10 per
introdurre il concetto di decina e di valore posizionale (processi sintattici).
Classe prima • ��
TRAGUARDO Presentazione Progettazione
1 Attivazione UDL UDL UDL Compito di
� � � realtà finale
Suggerimenti
Lasciare liberi i bambini di sperimentare modalità originali e creative. Questo per-
mette di capire quali siano le loro misconcezioni sui saperi matematici in gioco (ad
esempio, che esistano solo modalità univoche di costruzione di ogni numero) e di
esprimere la loro originalità e il loro pensiero divergente che sono mediati e arric-
chiti dal confronto e dalla discussione tra pari. A consolidamento finale dell’attività
sperimentata si consiglia di far completare l’esercizio della scheda riprodotta di
seguito, tratta da Che magie!, vol� 1 di Giuseppina Gentili (Fabbri Erickson, 2019),
disponibile per la stampa nelle risorse online.
Risorse online
C�_T�_UDL�
sch_�� C1_T1_UDL1_sch_01
© 2022, Giuseppina Gentili e R&S Erickson, Didattica universale — Matematica per le classi 1 - 2 - 3, Trento, Erickson
AUTONOMIA
ARGOMENTAZIONE
Svolgimento
Si dispongono i bambini in coppia, uno di fronte all’altro e si consegna loro un
cartellino con su scritto il simbolo numerico e una quantità di cannucce corri-
spondenti. Si propone quindi una nuova situazione problematica da risolvere:
scoprire e registrare tutti i vari modi possibili per costruire il numero assegnato
(uno dopo l’altro verranno manipolati tutti i numeri fino al 10) individuando gli
elementi additivi che lo compongono. In questo modo i bambini/e scopriranno
la loro complementarità e l’uso della proprietà commutativa di cui prenderanno
piena consapevolezza in un secondo momento grazie alle continue discussioni e
riflessioni attivate nel grande gruppo. I bambini lavorano in coppia sperimentando
l’interdipendenza positiva dei materiali e dei ruoli che si alterneranno: un bambino
prende le cannucce e le utilizza per scoprire il primo modo di ricostruzione del
Classe prima • ��
TRAGUARDO Presentazione Progettazione
1 Attivazione UDL UDL UDL Compito di
� � � realtà finale
Si prosegue così alternandosi nei due ruoli fino a che non riescono più a trovare
nuovi modi di ricostruzione del numero. In un primo momento, per avviare i bam-
bini a questa attività, si consegna a ogni coppia lo stesso numero da scomporre�
nelle fasi e nei giorni successivi si potrà anche proporre numeri diversi per ogni
coppia. Al termine del tempo assegnato e concordato nella fase iniziale, ogni coppia
mostra nel grande gruppo il proprio lavoro argomentando e motivando le «scoperte
compositive» e gli schemi utilizzati. In seguito alla discussione e ai feedback dati
da tutti i bambini/e si procede alla formalizzazione di quanto appreso scegliendo
tra tutte le modalità di rappresentazione quelle più immediatamente efficaci. Di
seguito si propongono alcuni esempi: la modalità rappresentativa con il disegno
di cannucce e poi con schemi.
1 e � e e e
8 8
1 �
8 8
Suggerimenti
È bene lasciare liberi i bambini di concordare all’interno della coppia la modalità
di rappresentazione da utilizzare: alcuni decideranno di disegnare le cannucce per
rappresentare il numero e i suoi elementi additivi, altri utilizzeranno direttamente
le cifre, altri ancora decideranno di utilizzare degli schemi e/o altre modalità. Im-
portante è poi la fase della discussione finale nella quale tra tutte quelle utilizzate
dalle coppie verranno individuate insieme quelle più efficaci per rendere immedia-
tamente comprensibile il lavoro fatto. Si consiglia anche di non utilizzare il simbolo
dell’operazione additiva cioè il � ma di sostituirlo con la E, non perché i bambini
non incontrino già nella loro realtà quotidiana situazioni additive concrete, quanto
piuttosto perché la scoperta del segno cosi come del linguaggio specifico per ogni
operazione verrà sperimentato nel secondo traguardo.
AUTONOMIA
Classe prima • �9
TRAGUARDO Presentazione Progettazione
1 Attivazione UDL UDL UDL Compito di
� � � realtà finale
COLLABORAZIONE
ARGOMENTAZIONE
Materiali utili
Materiali utili / Unità di lavoro sulla ricostruzione dei numeri con l’uso del POP-IT in Gentili G. e Razzini V.
Varianti
(2022), Matematica con il POP-IT, Trento, Erickson, pp. 33-3� � schede operative in appendice
pp. 1�4-1�� e 1��-1�9.
Gentili G. (2019), Che magie!� vol� 1 - Quaderno di matematica, Milano, Fabbri Erickson, p. 33.
Carravieri E. e Taverna V. (2014), Caccia ai numeri� Trento, Erickson, pp. 2�-31 (schede in
ordine di difficoltà crescente sulla ricomposizione dei numeri entro il 10).
0 1 2 3 4 � � � � 9 10
Inizio
Consegnare a ogni bambino una striscia di carta quadrettata di 3 cm di altezza � 2�
cm di lunghezza (le indicazioni sono per quadrettatura da 0,� cm), una graffetta
e un pennarello nero� seguendo le indicazioni si chiede a ciascuno di costruire
la propria linea dei numeri. I bambini lavorano individualmente all’interno della
coppia, in modo da potersi aiutare qualora ce ne fosse la necessità.
Istruzioni
1. Prendi la striscia di carta e disegna, con la matita, una linea a metà per tutta la
sua lunghezza
�. Inserisci sulla linea la graffetta e muovila a destra e a sinistra e conta. Ora puoi
cominciare a giocare.
Svolgimento
Una volta costruita la personale linea dei numeri, si dà avvio al gioco: ogni bambino
utilizza la propria linea per rispondere di volta in volta ai quesiti posti dall’inse-
gnante e dopo un primo confronto all’interno della coppia condivide le proprie
soluzioni con tutta la classe motivando e argomentando le proprie scelte. Si inizia
chiedendo di operare confronti tra numeri individuando il maggiore o il minore
tra una coppia di numeri dati. Il bambino muovendo il cursore si renderà conto
che tra due numeri individuati sulla retta numerica (linea) quello maggiore sarà
quello per il quale il cursore si troverà più avanti sulla destra e viceversa. Dopo aver
proposto più volte questa attività si può proseguire chiedendo di individuare ad
esempio i numeri precedenti o successivi a quello dato e di eseguire ordinamenti
anche tra una serie di più numeri.
SCRIVI TUTTI I
SCRIVI E COLORA NUMERI MINORI
TUTTI I NUMERI DI 10, MA COLORA
MINORI DI �. SOLO QUELLI
MAGGIORI DI 3.
5 10
Classe prima • �1
TRAGUARDO Presentazione Progettazione
1 Attivazione UDL UDL UDL Compito di
� � � realtà finale
AUTONOMIA
COLLABORAZIONE
ARGOMENTAZIONE
Materiali utili
Materiali utili / Unità di lavoro sulla ricostruzione dei numeri con l’uso del POP-IT in Gentili G. e Razzini V.
Varianti
(2022), Matematica con il POP-IT� Trento, Erickson, schede operative in appendice da p. 1��.
Gentili G. (2019), Che magie!� vol� 1 - Quaderno di matematica� Milano, Fabbri Erickson, pp.
33 e 34.
Lucangeli D., Poli S. e Molin A. (2002), L’intelligenza numerica� vol. 2, Trento, Erickson, schede
p. ��.
Colombo Bozzolo C. e Costa A. (2002), Nel mondo dei numeri e delle operazioni� vol. 1, Trento,
Erickson, schede pp. 101-102, 10�, 114-11�, 11�.
C1_T1_UDL1_autovalutazione
SCHEDA DI AUTOVALUTAZIONE
COME TI SEI SENTITO MENTRE FACEVI LE ATTIVITÀ? PROVA A SPIEGARE PERCHÉ.
Come favorisco
I numeri con le dita
l’autovalutazione
I numeri con le cannucce
© 2022, Giuseppina Gentili e R&S Erickson, Didattica universale — Matematica per le classi 1 - 2 - 3, Trento, Erickson
Classe prima • �3
CLASSE SECONDA
TRAGUARDO 1
Il sistema di notazione numerica:
valore posizionale e decimale
delle cifre
TRAGUARDO 2
Operare e calcolare con i numeri
TRAGUARDO 3
Stime, misure e problem solving
TRAGUARDO 1
Il sistema di notazione numerica: valore posizionale
e decimale delle cifre
Presentazione del traguardo
Il percorso laboratoriale proposto in questo primo traguardo si pone in stretta
connessione con quello sperimentato dai bambini in classe prima, come prose-
cuzione e completamento degli apprendimenti conseguiti in ordine ai processi di
costruzione, lettura e scrittura e del numero che sono alla base e a fondamento
della competenza matematica.
La competenza nel riconoscere, costruire, confrontare e ordinare numeri entro
e oltre il centinaio è il focus di questo primo traguardo, che si conclude con un
compito di realtà, per realizzare il quale ciascun bambino dovrà mettere in campo
e mobilitare quanto sperimentato e appreso nelle unità di lavoro (UDL). In riferi-
mento alla costruzione dei numeri, all’interno del sistema di numerazione decimale
e posizionale, le attività proposte accompagnano i bambini a scoprire l’esistenza di
una comune modalità di costruzione, di classificazione e di ordinamento per tutti i
numeri. Inoltre, l’individuazione attraverso molteplici attività di una comune mo-
dalità di raggruppamento (base dieci) consente al bambino di scoprire non solo il
secondo raggruppamento (centinaia), ma di comprendere che lo stesso procedimen-
to può essere esteso all’infinito, proprio perché infinita è la serie numerica e quindi
la probabile necessità di operare cambi e raggruppamenti ulteriori per numeri più
grandi. Il traguardo si conclude con una UDL in cui i bambini, attraverso la visione
di un video, saranno accompagnati a scoprire elementi geometrici nella realtà, in
particolare le simmetrie nel mondo animale. Simmetrie che poi sperimenteranno
anche attraverso la dimensione corporeo-cinestetica con un gioco sul reticolo e
visivo-spaziale con l’uso di rappresentazioni grafiche e specchi.
Le competenze in gioco
Questo complesso di attività si articola intorno a:
4 COMPETENZE FONDAMENTALI
Competenze
Competenze Competenze Competenze
logico-
sociali finalizzate legate alla legate alla
numeriche
al lavoro comune autonomia argomentazione
e spaziali
In riferimento all’insegnamento della matematica, le Indicazioni Nazionali del 2012 sono molto
chiare nel ribadire la sua funzione attiva e pratica nel fornire gli strumenti adatti per conoscere
la realtà, osservarla, interpretarla e agire su di essa affrontando e risolvendo situazioni proble-
matiche. La matematica, inoltre, contribuisce a sviluppare la capacità di comunicare e discutere,
di argomentare in modo corretto, di comprendere i punti di vista e le argomentazioni degli
altri. Le diverse UDL sono state costruite in questa ottica, dall’attivazione iniziale alla richiesta
di riflettere sul proprio percorso al termine di ogni sessione e argomentare le scelte effettuate.
Le attività proposte nelle UDL sono state progettate con una gradualità e dei livelli
Progettazione di complessità crescente: si parte dall’attivazione degli apprendimenti precedenti
con l’obiettivo di stimolarli e all’occorrenza consolidarli prima di affrontare i nuovi
apprendimenti. Allo stesso modo, nel corso di ogni UDL si aggiungeranno piccoli
elementi di complessità nella gestione delle attività di coppia e nella gestione del
proprio ruolo sia nel piccolo gruppo in attività ludiche, sia nel grande gruppo per
i momenti di condivisione e argomentazione dei propri lavori.
La valutazione dei progressi della classe e di ogni singolo al suo interno, come sem-
Valutazione pre, si suggerisce di far leva su un monitoraggio costante. Il monitoraggio fornirà gli
elementi per comprendere la dinamica di apprendimento che è stata sollecitata e le
competenze che si stanno maturando. UDL dopo UDL, ci si avvicinerà al compito
sfidante che vedrà protagonista (e pienamente responsabile) sia il singolo, all’interno
di un gruppo, sia il gruppo stesso. Durante questo percorso l’insegnante metterà in
campo un processo di valutazione che si baserà su diversi elementi: le osservazioni
di ciò che ciascuno produce nel corso delle diverse attività, ma anche come affronta
i diversi compiti, sia da un punto di vista emotivo sia comportamentale. Per questo,
ogni esperienza/attività è corredata da griglie di osservazione che permettono di
tenere traccia dello sviluppo delle competenze attivate. La valutazione prenderà in
considerazione non solo le competenze logico-matematiche specifiche ma anche
l’autonomia di lavoro, la capacità di affrontare una situazione nuova mobilitando
risorse personali e di collaborare con i propri compagni e le proprie compagne.
Verrà anche valorizzata e sostenuta la capacità di autovalutazione degli alunni e
delle alunne, attraverso la richiesta di operare una riflessione metacognitiva finale
delle attività sperimentate, tramite conversazioni e il completamento della scheda
di autovalutazione fornita al termine di ogni UDL.
lavoro potrà essere, infatti, riempito in modo differente da bambini con livelli e
tempi di apprendimento diversi. Ugualmente, la complessità del materiale pre-
sentato alla classe potrà variare per rispettare i diversi profili di apprendimento.
Inoltre, il costante utilizzo di tecniche di apprendimento cooperativo permetterà
di differenziare i diversi ruoli nelle varie attività, favorendo la valorizzazione dei
punti di forza di ciascuno e permettendo a ognuno di lavorare sulle proprie com-
petenze emergenti.
È utile sottolineare che nelle attività proposte nel traguardo si creano occasioni
Autonomia nelle quali i bambini possono lavorare in autonomia ma anche in collaborazione e
e libertà di scelta che spesso si trovano nella condizione di dover scegliere, una condizione necessaria
per far crescere la responsabilizzazione nei confronti del proprio operato.
La grande attenzione posta allo sviluppo e alla gestione delle emozioni personali
Competenze emotive e alla cura del gruppo sono al centro di ogni esperienza di tutte le UDL. In par-
e cura del gruppo
ticolare, si osserveranno e potenzieranno la capacità di collaborare e la capacità
di sostenere il resto del gruppo, anche in situazioni di gioco, oltre che in quelle
prettamente operative.
APPROFONDIMENTO AL TRAGUARDO 1
Quali sono le attenzioni educativo-didattiche che sostengono le attività di questo
traguardo?
Le attenzioni educativo-didattiche sulla base delle quali sono state progettate e strutturate
le UDL di questo come degli altri traguardi della guida, sono indirizzate prioritariamente alla
accoglienza e alla valorizzazione delle originalità di ciascuno studente, delle sue molteplici
intelligenze, dei diversi tempi e delle diverse modalità di apprendimento e di lavoro. In questa
direzione un aiuto importante viene dalla prospettiva dell’Universal Design for Learning.
L’Universal Design for Learning indica una modalità di progettazione e di gestione della didattica
tesa a utilizzare e valorizzare le diverse modalità e i diversi canali apprenditivi degli alunni, per
accogliere e sostenere tutte le situazioni e le condizioni che possono presentarsi nei diversi
Gentili G. e Razzini V. contesti scolastici. Caratteristiche principali dell’Universal Design for Learning sono la flessi-
(2022), Matematica con il bilità e la molteplicità, che diventano strumenti per adattare, supportare e rendere efficaci le
POP-IT, Trento, Erickson. proposte didattiche presentate agli studenti, in modo da garantire a tutti e a ciascuno le stesse
opportunità di successo formativo (Gentili e Razzini, 2022).
«Dal punto di vista concettuale e operativo, l’Universal Design for Learning si colloca a pieno
titolo nei principi dell’educazione inclusiva proposti a livello internazionale (IBE-UNESCO 2016),
in particolare per quanto riguarda:
– un’attenzione alle differenze di tutti gli alunni in senso lato, di tipo sia curricolare sia socio-
Murawski W.W. e Scott emotivo;
K.L., (2021), Universal – la creazione di ambienti di apprendimento il più possibile universali, dove gli alunni con
Design for Learning in funzionamento “straordinario” possono sentirsi accolti alla pari di qualunque altro alunno;
pratica. Strategie efficaci per – un costante impegno verso una rimozione delle barriere all’apprendimento e alla parteci-
l’apprendimento inclusivo, pazione sociale per tutti gli alunni, indipendentemente dalle loro caratteristiche individuali
Trento, Erickson. e dal loro funzionamento;
– l’integrazione di strategie specifiche e di comprovata efficacia, rivolte a particolari tipologie di
alunni, all’interno di strategie didattiche per tutti, in una ottica di speciale normalità, dove ciò
Vygotskij L. (2001), che può essere indispensabile per qualcuno diviene utile per tutti» (Murawski e Scott, 2021).
Pensiero e linguaggio.
Le attività proposte attraverso diversi livelli di differenziazione permettono a ogni alunno e a
Ricerche psicologiche, a cura
di L. Mecacci, Roma-Bari,
ogni alunna di lavorare nella propria zona di sviluppo prossimale.
Laterza. Nella teoria di Lev Vygotskij, la zona di sviluppo prossimale (ZSP) è un concetto che serve a
spiegare come l’apprendimento del bambino si svolga con l’aiuto degli altri. La ZSP è definita
come la distanza tra il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale, che può essere
Gelman R. e Gallistel raggiunto con l’aiuto di altre persone, che siano adulti o dei pari con un livello di competenza
C.R. (1986). The child’s maggiore (Vygotskij, 2001).
understanding of number, In questo modo il bambino si trova di fronte a un’attività stimolante perché gli permette di
Harvard, Harvard apprendere qualcosa di nuovo, ma non eccessivamente lontana da ciò che sa fare in autonomia.
University Press. Nello stesso tempo non si sentirà annoiato da situazioni già molto conosciute e inferiori al suo
livello attuale di competenza.
O’Connor P.A., Morsanyi Studi recenti hanno suggerito che la comprensione dell’ordinalità e della cardinalità dei numeri
K. e McCormack T. (2018), (Gelman & Gallistel, 1986) gioca un ruolo essenziale quando i bambini scoprono i numeri e
Young children’s non- iniziano a usarli a scuola e nella vita di tutti i giorni. In particolare, la comprensione della posizione
numerical ordering ability at dei numeri all’interno di una sequenza sembra vitale per tutti gli aspetti della matematica, inclusi
the start of formal education il conteggio, il calcolo e la manipolazione dei numeri (O’Connor, Morsanyi e McCormack, 2018).
longitudinally predicts their La sequenza numerica può essere rappresentata nel suo formato verbale e visuo-spaziale, ri-
symbolic number skills and spettivamente la sequenza dei numeri che si usa quando si conta (cioè, «uno», «due», «tre»,
academic achievement in
«quattro»...) e la linea dei numeri (cioè, 1-2-3-4...).
maths, «Developmental
I bambini memorizzano presto la lista dei numeri e possono facilmente recitarla in avanti già
Science», vol. 21, n. 5,
intorno ai 4-5 anni. Tuttavia, ciò non implica che abbiano afferrato la proprietà direzionale di
e12645.
questa sequenza, ovvero che l’aggiunta di un elemento a un insieme porta alla parola numerica
successiva (cioè n+1) mentre la sua rimozione porta alla parola numerica precedente (cioè
Sella F. e Lucangeli D. n-1) (Sella e Lucangeli, 2020).
(2020), The knowledge
of the preceding number
reveals a mature
understanding of the number
sequence, «Cognition», vol.
194, 104104.
Le evidenze scientifiche attuali suggeriscono che i numeri piccoli sono inizialmente mappati
attraverso una corrispondenza precisa tra il simbolo numerico e la quantità che rappresentano.
Con la crescente conoscenza della sequenza dei numeri, le rappresentazioni numeriche si
basano più sulla relazione tra i numeri e le loro posizioni all’interno della sequenza numerica.
Quindi, per esempio, il numero 45 verrà giudicato più grande di 40 perché «viene dopo» di
esso nella sequenza numerica.
In altre parole, con lo sviluppo, viene reinterpretato il «significato numerico» che un simbolo ha:
mentre con i numeri piccoli i bambini e le bambine fanno soprattutto riferimento alla quantità
non simbolica che questi rappresentano (3 significa 3 pomodori/mattoncini/libri), con l’età
questo significato numerico cambia gradualmente, riferendosi maggiormente alla relazione
ordinale che un numero ha in riferimento agli altri simboli numerici (il 45 è più grande di 44
perché «viene dopo» di esso e più piccolo di 46 perché «viene prima» di esso nella sequenza
numerica).
OBIETTIVI SPECIFICI
Obiettivi specifici
Relazioni dati
Numeri Spazio e figure
e previsioni
Calendarizzazione e durata
Calendarizzazione
e durata
Mesi Fase Durata
Attivazione: Rilevamento
Settembre-ottobre 2 ore ripetute periodicamente
e attivazione dei prerequisiti
All’inizio del secondo anno di scuola primaria è importante riattivare gli appren-
dimenti numerici conquistati e maturati nel corso del primo anno scolastico; per
questo si propone di avviare l’attività con il gioco Navi numeriche. Giocando i bambini
consolideranno: la conoscenza e l’uso corretto del reticolo e delle coordinate carte-
siane; il riconoscimento, la lettura, la scrittura, il valore e l’ordinamento dei numeri
entro il 20; il valore posizionale delle cifre; il primo raggruppamento in base 10.
Competenze coinvolte
ɖ Operare con i numeri.
ɖ Orientarsi nello spazio (reticolo).
ɖ Partecipare in modo corretto ad attività ludiche e di gruppo.
Spazi e tempi
ɖ L’aula è organizzata in modo da consentire:
– il gioco con la disposizione degli arredi alle pareti e uno spazio centrale
dove costruire il reticolo (può essere costruito anche in palestra o in
un altro spazio);
– il momento della condivisone e discussione finale. In questo caso i bam-
bini e le bambine devono poter sedere in cerchio e guardare i propri
compagni durante la discussione.
ɖ I tempi indicati possono risultare molto variabili in base alla numerosità
di ogni singola classe e alla necessità di ripetere più volte le stesse
esperienze. Si dà comunque una indicazione di massima di 2 ore.
Materiali necessari
Nastro adesivo colorato, cartoncini con numeri e lettere (coordinate car-
tesiane), cartoncini con l’immagine di una nave (da costruire), carte Jolly
(scheda di lavoro), tabella di registrazione (fornita), cannucce, tappini, BAM.
Descrizione dell’attività
Descrizione
Preparazione
Si costruisce con il nastro adesivo colorato il reticolo sul pavimento dell’aula (se
possibile) o in altri spazi; l’ideale sarebbe un reticolo da 10 x 10, ma spesso non si
ha spazio sufficiente; in questo caso un reticolo da � caselle x � caselle può essere
ugualmente efficace (dipende dalla numerosità della classe, perché ogni alunno
dovrebbe avere due caselle a sua disposizione).
Si preparano poi i cartoncini per le coordinate: alcuni con le lettere scritte in
stampatello maiuscolo da sistemare sulla linea delle ascisse e altri con i numeri da
sistemare sulla linea delle ordinate, sempre in corrispondenza degli spazi e non
delle linee (gli incroci delle coordinate saranno degli spazi, cioè le caselle, e non
nodi). Infine, si preparano i cartoncini con le navi da far «prendere» ai bambini
all’interno del reticolo durante il gioco. Occorre prevedere due navi per ciascun
bambino e l’insegnante può chiedere ai bambini di disegnare le navi mentre per
Risorse online
i jolly possono essere ingranditi quelli proposti nella scheda riportata di seguito
C�_T�_attivazione (disponibile per la stampa nelle risorse online).
sch_��
C2_T1_attivazione_sch_01
© 2022, Giuseppina Gentili e R&S Erickson, Didattica universale — Matematica per le classi 1 - 2 - 3, Trento, Erickson
Al termine, quando tutte le navi sono pronte, l’insegnante scrive (senza farsi vedere
dai bambini e con la matita, perché poi saranno cancellati e sostituiti da altri numeri
diversi se si vuole replicare più volte il gioco) sul retro di ciascuna i numeri da 1 a
20, così come suggeriti nella tabella 1.
10 unità
1 decina 4 unità e 5 unità e 1 decina
10 17 unità e 10
e 2 unità 1 decina 10 unità e 8 unità
unità
10 unità 7 unità e
10 unità 14 16 19 2 decine
e 2 unità 10 unità
10 unità 1 decina
12
e 3 unità e 5 unità
Svolgimento
I bambini si dispongono seduti in terra a semicerchio davanti al reticolo; si può
giocare uno alla volta o anche due o tre bambini contemporaneamente se si
vuole velocizzare il gioco (sarà l’insegnante a decidere). Inizia il primo bambino
nominando le coordinate riferite allo spazio con la nave che vuole «prendere» e,
dirigendosi verso la casella corrispondente, prende la nave e torna al suo posto.
Nel caso in cui il bambino non individui la nave correttamente con le coordinate
e/o non si diriga correttamente verso la casella scelta non può prendere nessuna
nave. Ovviamente più il gioco va avanti più la complessità aumenta, perché si
troveranno caselle vuote (navi già prese dai compagni che hanno già fatto la loro
«pesca») con la possibilità di indicare proprio quelle dove però non c’è più nulla. Si
suggerisce comunque di far in modo che alla fine tutti possano avere la possibilità
di riprovare e quindi, anche se con dei suggerimenti, avere la possibilità di pescare
due navi. Se il bambino prende la nave cartoncino con dietro il jolly, potrà scrivere
con la matita il numero che vuole (entro il 20) scegliendone anche la modalità di
scrittura. L’insegnante osserverà come ogni bambino reagirà nel gioco e quali stra-
tegie metterà in atto per prendere le due navi. Al termine, quando tutti hanno in
mano le due navi, i bambini si dispongono in coppia e lavorando individualmente
scoprono i due numeri rappresentati sul retro, li rappresentano nella tabella 2 e li
ordinano in modo crescente indicando il maggiore e il minore.
TABELLA �
Le mie navi
Si attiva poi il confronto all’interno della coppia; ognuno dei due bambini con-
divide il proprio lavoro accogliendo i feedback di miglioramento del compagno
qualora ce ne sia necessità. Utilizzando il materiale fornito (cannucce, tappini o
BAM) rappresentano i quattro numeri registrati nelle proprie tabelle per mostrarli
nel grande gruppo nel momento successivo della condivisione e argomentazione
finale. Al termine del tempo (concordato inizialmente con l’insegnante), nel gran-
de gruppo, ogni bambino legge i propri numeri e ne mostra la rappresentazione
concreta; infine si stabilisce chi ha trovato i numeri maggiori rispetto a tutta la
classe. Per concludere, sempre in grande gruppo, si chiede a ciascuno di riflettere
sull’esperienza appena terminata indicando le sensazioni/emozioni provate, le
considerazioni in merito alle difficoltà incontrate e alle strategie messe in campo,
condividendole con tutti gli altri.
Usa correttamente le coordinate cartesiane per individuare le diverse posizioni sul reticolo?
AUTONOMIA
COLLABORAZIONE
ARGOMENTAZIONE
Competenze coinvolte
ɖ Comporre, scomporre e ordinare numeri.
ɖ Formulare ipotesi e ricercare soluzioni a situazioni problematiche
concrete.
ɖ Collaborare con i compagni.
ɖ Argomentare e motivare le scelte effettuate.
Spazi e tempi
ɖ L’aula è organizzata in modo da consentire:
– il brainstorming iniziale, con arredi alle pareti e uno spazio centrale dove
far sedere i partecipanti in modo che possano vedersi reciprocamente
in quello che faranno;
– facili spostamenti di tutti i bambini;
– il lavoro di coppia e/o piccolo gruppo disponendo i banchi a isole;
– il momento della condivisone e discussione finale. In questo caso i bam-
bini e le bambine devono poter sedere in cerchio e guardare i propri
compagni durante la discussione.
ɖ I tempi indicati possono risultare molto variabili in base alla numerosità
di ogni singola classe e alla necessità di ripetere più volte le stesse
esperienze. Si dà comunque una indicazione di massima.
Prima esperienza� 2 ore da ripetere in giorni successivi.
Seconda esperienza� 2 ore.
Materiali necessari
Prima esperienza� per ogni coppia cartoncini con le 10 cifre (da 0 a 9), 10
fascetti di cannucce (1 fascetto � 1 da), 10 cannucce libere (10 u)
Seconda esperienza� scheda di lavoro, cannucce o BAM, cartoncini, velcro,
cartellone, cerchi.
Descrizione dell’attività
Descrizione
Prima esperienza: Tutti in ordine
Preparazione
Si dispongono i bambini in coppia e per ciascuna si preparano cartoncini con le 10
cifre (da 0 a 9), 10 fascetti (1 fascetto � 1 da) di cannucce e 10 cannucce libere.
Svolgimento
L’esperienza inizia con un brainstorming collettivo sulla parola cifra, attivato dalle
seguenti possibili domande: «Ricordate che cos’è una cifra? Quali cifre conoscete?
Quante ce ne sono?». Dopo aver dato ampio spazio alle riflessioni e considerazio-
Suggerimenti
Si consiglia di lasciare liberi i bambini di esplorare e sperimentare anche diverse
modalità di manipolazione delle cannucce per il conteggio finale dei due numeri
individuati. I bambini hanno lavorato già dalla prima classe con i fascetti di can-
nucce sperimentando la quantità (10) ma è possibile che qualcuno abbia ancora
bisogno di conteggiare le cannucce una a una, non riconoscendo il fascetto decina
come una quantità formata da 10 cannucce (unità).
C2_T1_UDL1_sch_01
TROVA IL NUMERO
COMBINA LE DECINE CON LE UNITÀ E SCOPRI TUTTI I NUMERI, INDICANE
IL VALORE E RAPPRESENTALI.
30 + 1 = 31
1
TRENTA + UNO = TRENTUNO
30 + ____ = ____
2
TRENTA + ____ = ____
30 + ____ = ____
3
TRENTA + ____ = ____
30 + ____ = ____
4
TRENTA + ____ = ____
DA
3 5
30 + ____ = ____
TRENTA + ____ = ____
30 + ____ = ____
6
TRENTA + ____ = ____
30 + ____ = ____
7
TRENTA + ____ = ____
30 + ____ = ____
8
TRENTA + ____ = ____
30 + ____ = ____
9
TRENTA + ____ = ____
© 2022, Giuseppina Gentili e R&S Erickson, Didattica universale — Matematica per le classi 1 - 2 - 3, Trento, Erickson
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
20
30
40
50
60
70
80
90
Prima di iniziare il gioco, ogni gruppo riceve dei cartoncini bianchi. Da un lato i
bambini scrivono tutti i numeri ricostruiti nelle schede precedentemente e nel
retro incollano pezzi di velcro, in modo che si possano attaccare facilmente sulla
tabella. Una volta pronti, i cartoncini numeri si distribuiscono equamente tra i
componenti del gruppo e il gioco può avere inizio.
Svolgimento
Si possono far giocare contemporaneamente due gruppi alla volta o uno solo,
sceglierà l’insegnante, per ogni gruppo occorrerà preparare un percorso fatto da
tre o quattro cerchi entro cui saltare a piedi uniti. All’interno di ogni gruppo si
stabilisce l’ordine di partenza stabilendo chi sarà il primo, il secondo e il terzo (se
il gruppo è composto da tre bambini). Il gioco sarà terminato quando ogni gruppo
avrà posizionato tutti i propri numeri. Si dà avvio al gioco, i bambini saltano a piedi
uniti all’interno dei cerchi posti davanti alla tabella appesa la muro, individuano la
casella dove apporre il proprio numero, lo attaccano e ripetono al contrario il per-
corso questa volta correndo all’interno dei cerchi. Arrivati alla propria postazione
danno il cinque al compagno che a sua volta ripeterà la stessa cosa. Il gioco prose-
guirà fino a che i bambini non abbiano attaccato tutti i loro numeri e completato
tutta la tabella. Chi non riesce a trovare la casella giusta o incolla il numero in una
postazione sbagliata può avere la possibilità di tornare alla base, consultarsi con i
compagni di gruppo e riprovare successivamente. Vince alla fine il gruppo che avrà
terminato di attaccare per primo tutti i propri numeri.
Ulteriori sviluppi
Al termine del gioco, i bambini sicuramente faranno notare che è rimasta vuota l’ul-
tima casella e questo darà l’input per generare una nuova situazione problematica.
Quale numero ci sarà in quella casella, cosa succede se a 99 aggiungiamo una unità?
Alcuni bambini daranno subito la risposta (100) che riformuleremo chiedendo:
«Giusto ma come possiamo scrivere questo numero?». Questa ulteriore richiesta
aprirà le porte alla successiva UDL nella quale i bambini potranno sperimentare
il secondo raggruppamento e così cominciare a conoscere i numeri del secondo
ordine (centinaio).
AUTONOMIA
COLLABORAZIONE
ARGOMENTAZIONE
Materiali utili
Materiali utili / Per arricchire il lavoro sul valore posizionale delle cifre può risultare utile la consultazione del
Varianti
testo: Baccaglini-Frank A., Di Martino P., Mellone M., Munarini R. e Ramploud A., (2021), Il
bruco matematico� Trento, Erickson.
Unità di lavoro sulla composizione e scomposizione di numeri in base al valore posizionale delle
cifre con l’uso del POP-IT si possono trovare nel testo: Gentili G. e Razzini V. (2022), Matematica
con il POP-IT� Trento, Erickson, pp. 65-66.
Carravieri E. e Taverna V. (2014), Caccia ai numeri� Trento, Erickson; schede in ordine di
difficoltà crescente sulla ricomposizione dei numeri entro il 100: pp. 49-51 raggruppamenti
decine e unità; pp. 52-55 scritture diversi di numeri in base al loro valore posizionale; pp. 56-57
completamento del valore numerico.
C2_T1_UDL1_autovalutazione
SCHEDA DI AUTOVALUTAZIONE
COME TI SEI SENTITO MENTRE FACEVI LE ATTIVITÀ? PROVA A SPIEGARE PERCHÉ.
l’autovalutazione
Trova il numero
© 2022, Giuseppina Gentili e R&S Erickson, Didattica universale — Matematica per le classi 1 - 2 - 3, Trento, Erickson
TRAGUARDO 1
Sistemi di notazione numerica:
il terzo raggruppamento in base 10
(le migliaia)
TRAGUARDO 2
Operare e calcolare con i numeri
TRAGUARDO 3
Problem solving: misure e poligoni
TRAGUARDO 1
Sistemi di notazione numerica: il terzo
raggruppamento in base 10 (le migliaia)
Presentazione del traguardo
Il percorso laboratoriale proposto in questo primo traguardo, costituito da tre unità
di lavoro (UDL), si pone in linea di continuità con i primi traguardi sperimentati
dai bambini in classe prima e in classe seconda, come prosecuzione e completa-
mento degli apprendimenti in ordine ai processi di costruzione, lettura e scrittura
del numero entro e oltre la classe delle migliaia. In riferimento alla costruzione dei
numeri, all’interno del sistema di numerazione decimale e posizionale, le attività
proposte accompagnano i bambini a scoprire la permanenza della comune modalità
di costruzione, già sperimentata nei primi due cambi (decine e centinaia).
La modalità di raggruppamento (base 10) ormai interiorizzata, consentirà al bam-
bino di scoprire nella prima UDL il terzo raggruppamento (migliaia), confermando
ancora una volta che lo stesso procedimento può essere esteso all’infinito, proprio
perché infinita è la serie numerica e quindi la probabile necessità di operare cambi
e raggruppamenti ulteriori per numeri più grandi.
Con la seconda UDL i bambini si addentreranno nella dimensione storica della
matematica, attraverso la scoperta e la sperimentazione di sistemi di numerazione
diversi, non decimali e non posizionali. Scoprire che ci sono state nel tempo e tut-
tora esistono modalità di costruzione numerica diverse aiuta i bambini ad aprirsi
alle diversità in modo flessibile e a comprendere che la propria è solo una delle
molteplici possibilità, anch’esse efficaci. Scopriranno inoltre la connessione tra la
dimensione geometrica e aritmetica della matematica grazie ai numeri quadrati e
triangolari scoperti da Pitagora.
Con la terza UDL i bambini sperimenteranno l’uso dei numeri per raccogliere,
rappresentare e interpretare dati attraverso indagini statistiche e nei primi semplici
giochi di probabilità.
Le competenze in gioco
Questo complesso di attività si articola intorno a:
4 COMPETENZE FONDAMENTALI
Competenze
Competenze Competenze Competenze
logico-
sociali finalizzate legate alla legate alla
numeriche e
al lavoro comune autonomia argomentazione
spaziali
Le Indicazioni Nazionali del 2012 evidenziano in più parti la stretta connessione con la dimensio-
ne pratica della matematica, strumento per comprendere e interpretare la realtà quotidiana, che
i bambini sperimenteranno con organicità in questo traguardo a partire già dalla costruzione del
sistema di numerazione attuale. «Le conoscenze matematiche contribuiscono alla formazione
culturale delle persone e delle comunità, sviluppando la capacità di mettere in stretto rapporto il
“pensare” e il “fare” e offrendo strumenti adatti a percepire, interpretare e collegare tra loro fe-
nomeni naturali, concetti e artefatti costruiti dall’uomo, eventi quotidiani». Anche in riferimento
alla modalità esperienziale-laboratoriale sulla quale si strutturano tutte le proposte didattiche di
questo traguardo (cosi come anche degli altri), il testo delle Indicazioni Nazionali risulta molto
esplicito: «In matematica, come nelle altre discipline scientifiche, è elemento fondamentale il
laboratorio, inteso sia come luogo fisico sia come momento in cui l’alunno è attivo, formula le
proprie ipotesi e ne controlla le conseguenze, progetta e sperimenta, discute e argomenta le
proprie scelte, impara a raccogliere dati, negozia e costruisce significati, porta a conclusioni
temporanee e a nuove aperture la costruzione delle conoscenze personali e collettive».
Nelle attività proposte nel traguardo sono state intenzionalmente previste esperienze
Autonomia nelle quali i bambini possono lavorare in autonomia ma anche in collaborazione
e libertà di scelta tra loro. Sono poi spesso nella condizione di dover scegliere, una condizione ne-
cessaria per far crescere la responsabilizzazione nei confronti del proprio operato.
Molta attenzione è dedicata alla stimolazione della creatività e del pensiero di-
Creatività vergente di ogni bambino. Tutte le attività richiedono di immaginare e trovare,
creativamente, soluzioni alle diverse situazioni problematiche che via via si pro-
pongono di risolvere.
La grande attenzione posta allo sviluppo e alla gestione delle emozioni personali
e alla cura del gruppo sono al centro di ogni esperienza di tutte le UDL. In par-
Competenze emotive ticolare. si osserveranno e potenzieranno la capacità di collaborare e la capacità
e cura del gruppo di sostenere il resto del gruppo, anche in situazioni di gioco, oltre che in quelle
prettamente operative.
APPROFONDIMENTO AL TRAGUARDO 1
Quali sono le attenzioni educativo-didattiche che sostengono le attività di questo
traguardo?
Cardoso M.A. e Comoglio Le attenzioni educativo-didattiche, sulla base delle quali sono state progettate e strutturate tutte
M. (1996), Insegnare le UDL di questo come degli altri traguardi di tutta la guida, sono indirizzate prioritariamente
e apprendere in gruppo. alla accoglienza e alla valorizzazione delle originalità di ciascuno studente, delle sue molteplici
Il Cooperative Learning, intelligenze, dei diversi tempi e delle diverse modalità di apprendimento e di lavoro. A questo si
Roma, LAS. aggiunge anche la grande attenzione a considerare e a sperimentare il lavoro di gruppo (coppie
o piccolo gruppo) come una risorsa di valore imprescindibile per la costruzione significativa
Holubec E.J., Johnson D.W. delle competenze di ciascuno. A partire da questo primo traguardo si propone un percorso più
e Johnson R.T. (1996), sistematico e approfondito di alcune tecniche di cooperative learning per garantire l’efficacia
Apprendimento cooperativo del lavoro comune nel gruppo.
in classe. Migliorare il clima
emotivo e il rendimento, • Cooperative learning
Trento, Erickson. La caratteristica più significativa del cooperative learning è l’interdipendenza positiva tra i
membri di un gruppo, cioè quella condizione che fa sì che ogni membro agisca e si comporti
Kagan S. (2000), in modo collaborativo, convinto che solo dalla collaborazione può nascere il proprio successo
L’apprendimento cooperativo. e quello degli altri membri del gruppo. Essere in interdipendenza con altri significa che per
L’approccio strutturale, raggiungere uno scopo non è possibile agire da soli e quindi gli altri sono necessari e indi-
Roma, Edizioni Lavoro. spensabili. L’interdipendenza positiva include la necessità della cooperazione per costruire
un progetto comune; impone la responsabilità individuale e la condivisione del compito nel
momento in cui si è partecipi a ogni fase di lavoro; richiede la suddivisione dei ruoli, mettendo
in gioco le proprie capacità; permette il raggiungimento comune del risultato, poiché tutti
lavorano per portare a termine un’attività con successo; favorisce un clima apprenditivo
favorevole, cogliendo dagli altri l’aiuto necessario all’acquisizione degli obiettivi cognitivi
proposti. Nello specifico in questo traguardo ci si concentrerà a garantire i seguenti obiettivi:
1. interdipendenza positiva di scopo quando i componenti di un gruppo lavorano
insieme per raggiungere un risultato comune. Avere lo stesso scopo o obiettivo porta
i componenti ad aiutarsi reciprocamente, perché da soli non sarebbero in grado di
conseguirlo;
2. interdipendenza di risorse o di materiali, quando i componenti di un gruppo dipendono
da abilità e competenze differenziate o di materiali per conseguire un obiettivo;
3. interdipendenza di compito, quando i membri del gruppo, pur avendo uno scopo unico,
si suddividono parti del compito da svolgere individualmente, ma finalizzate allo stesso
obiettivo comune.
• Il Jigsaw
Il modello del Jigsaw (letteralmente puzzle) è stato sviluppato da Aronson e dai suoi studenti
dell’Università del Texas e dell’Università della California negli anni settanta del XX secolo; suc-
cessivamente rielaborato e sviluppato da Slavin, è una specifica tecnica di cooperative learning
che ha raggiunto ormai trent’anni di successi in campo educativo e didattico. Proprio come
in un puzzle, ogni pezzo — ogni parte attribuita a uno studente — è essenziale per la piena
comprensione e il completamento del prodotto finale. Se ogni parte di lavoro è essenziale,
allora anche lo studente che la possiede è essenziale: è proprio questo che rende questa stra-
tegia così efficace. Il Jigsaw si caratterizza per l’enfasi posta sulla strutturazione dell’interazione
tra gruppi eterogenei formati da quattro studenti, in cui a ogni studente viene assegnata una
parte del compito sulla quale si può preparare e confrontare in un gruppo parallelo (gruppo
di esperti). Si tratta di una situazione di apprendimento fortemente strutturata e interdipen-
dente, poiché l’accesso limitato che ogni membro del gruppo ha rispetto al materiale completo
dipende dall’ascolto attento; la relazione nel gruppo di «esperti» incoraggia il coinvolgimento
e l’empatia e costituisce di per sé uno scaffolding per le abilità di studio e di esposizione. In
questo gruppo l’alunno si espone e si esercita fino a quando non è abbastanza sicuro da poter
effettivamente contribuire al lavoro del gruppo originale. In modo contemporaneo, ciascuno
svolge effettivamente una parte essenziale nell’attività di apprendimento.
• Vantaggi del Jigsaw all’interno di una classe
È un modo piuttosto efficace di organizzare l’apprendimento dei materiali e incoraggia no-
tevolmente i momenti di ascolto e di coinvolgimento, dando a ciascuno una parte essenziale
da utilizzare nell’attività di apprendimento. I membri del gruppo devono lavorare insieme per
raggiungere uno scopo comune e ogni studente dipende dagli altri. Questa cooperazione
è determinata dalla progettazione stessa della lezione e facilita l’interazione tra gli studenti,
portandoli a valutare i contributi degli altri come un compito comune.
OBIETTIVI SPECIFICI
Obiettivi specifici
Calendarizzazione e durata
Calendarizzazione
e durata
Mesi Fase Durata
Competenze coinvolte
ɖ Operare con i numeri.
ɖ Partecipare in modo positivo ad attività ludiche e di gruppo.
Spazi e tempi
ɖ L’aula è organizzata in modo da consentire:
� il lavoro di coppia disponendo i banchi a isole;
� il momento della condivisone e discussione finale. In questo caso i bambini
e le bambine devono poter sedere in cerchio e guardare i propri compagni
durante la discussione.
ɖ I tempi indicati possono risultare molto variabili in base alla numerosità
di ogni singola classe e alla necessità di ripetere più volte le stesse
esperienze. Si dà comunque una indicazione di massima di circa 2 ore.
Materiali necessari
LIM, scheda di lavoro, cartoncini bianchi.
Descrizione dell’attività
Descrizione
Preparazione
Si distribuiscono i bambini in coppia si consegna la scheda n. 1 (con la rappre-
sentazione della situazione problematica da simulare e risolvere) e tre cartoncini
dove scrivere le cifre scelte.
Svolgimento
L’attività proposta per attivare gli apprendimenti conquistati l’anno precedente,
prende spunto da quanto sperimentato dai bambini nel compito di realtà del primo
traguardo della classe seconda: comprendere e argomentare le possibilità combi-
natorie di tre cifre per la formazione di tutti i possibili numeri. Questa volta però
si chiede ai bambini di osservare, comprendere e drammatizzare una situazione
simulata tra due ipotetici compagni che discutono, argomentando posizioni diverse,
proprio sulla combinazione di tre cifre nella formazione dei numeri.
L’insegnante può mostrare nella scheda riprodotta di seguito (disponibile per la
stampa nelle risorse online) alla LIM, o consegnarla a ogni coppia, chiedere ai
Risorse online bambini di osservarla con attenzione e di esprimere il loro parere sulla correttezza
C�_T1_attivazione delle affermazioni di uno dei due bambini, argomentandone la scelta attraverso
sch_01
la dimostrazione pratica, cioè prendendo letteralmente il posto dei protagonisti
stessi della situazione. Nella scheda compaiono due bambini che, avendo tre cifre in
mano, rispondono con un fumetto al quesito: «Quanti numeri di tre cifre è possibile
costruire al massimo con i cartellini? Spiega perché». In realtà entrambi i bambini
danno una risposta corretta anche se diversa, perché determinata dalle cifre che
ognuno di loro possiede. Paola ha in mano le cifre 6, �, 1 e dice: «Con tre cifre si
possono costruire 6 numeri»; Marco ha in mano le cifre 9, 0, 1 e dice: «No, hai sba-
gliato, se ne possono costruire �» (questo perché i numeri 019 e 091 in realtà sono
solo di due cifre, perché lo zero al posto inziale non va conteggiato). Si lasciano ai
bambini � minuti per osservare la scena e leggere i fumetti da soli, e poi si dà avvio
all’attività di coppia: utilizzando i cartoncini a disposizione i bambini decidono chi
dei due personaggi ha ragione dimostrando anche il perché, completando insieme
la tabella della scheda entro �0 minuti. Nella tabella si chiede di scrivere e ordi-
nare in modo crescente tutti i numeri che sia Paola sia Marco potranno costruire
e, al termine del tempo stabilito, ogni coppia legge quanto scritto in tabella e lo
argomenta dandone una dimostrazione pratica con i cartoncini a disposizione.
C3_T1_attivazione_sch_01
CHI HA RAGIONE?
OSSERVA CON ATTENZIONE, LEGGI QUELLO CHE DICONO I DUE BAMBINI E RISPONDI
ALLE DOMANDE.
© 2022, Giuseppina Gentili e R&S Erickson, Didattica universale — Matematica per le classi 1 - 2 - 3, Trento, Erickson
Ulteriori sviluppi
Una delle riflessioni indotte da questo lavoro, e che emergono sempre dalla discus-
sione collettiva finale, fa riferimento al ruolo e alla funzione dello zero all’interno
del numero: se si trova davanti alle cifre non ha valore numerico, mentre se è
posto in mezzo o dietro sì. Questa scoperta può essere enfatizzata dall’insegnante
e procedere poi con ulteriori attività di e approfondimento.
Costruisce numeri tenendo conto della struttura decimale e posizionale dei numeri?
COLLABORAZIONE
ARGOMENTAZIONE
Competenze coinvolte
ɖ Comporre, scomporre e ordinare numeri nella classe delle migliaia.
ɖ Formulare ipotesi e ricercare soluzioni a situazioni problematiche
concrete.
ɖ Collaborare con i compagni.
ɖ Argomentare e motivare le scelte effettuate.
Spazi e tempi
ɖ L’aula è organizzata in modo da consentire:
� il brainstorming iniziale, con arredi alle pareti e uno spazio centrale dove
far sedere i partecipanti in modo che possano vedersi reciprocamente
in quello che faranno;
� gli spostamenti facili di tutti i bambini;
� il lavoro di coppia e/o piccolo gruppo disponendo i banchi a isole;
� il momento della condivisone e discussione finale. In questo caso i bam-
bini e le bambine devono poter sedere in cerchio e guardare i propri
compagni durante la discussione.
I tempi indicati possono risultare molto variabili in base alla numerosità di ogni
singola classe e alla necessità di ripetere più volte le stesse esperienze. Si dà
comunque una indicazione di massima.
Prima esperienza� 2 ore.
Seconda esperienza� 2-3 ore ripetute anche in giorni successivi.
Terza esperienza� 1 ora gioco motorio � 1 ora con il POP-IT da ripetere nei
giorni successivi.
Materiali necessari
Prima esperienza� cartoncini bianchi o strisce di carta bianca, scheda di lavoro,
pennarelli neri o colorati, nastro adesivo o colla.
Seconda esperienza� scheda di lavoro, cartoncini bianchi, fogli.
Terza esperienza� cartoncini con numeri a 2, 3 e � cifre; � cerchi per squadra,
birilli per percorso motorio, POP-IT 10 x 10 cm.
Descrizione dell’attività
Descrizione
Prima esperienza� Il nastro di Moebius
Svolgimento
_________________________________________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________________________________________
© 2022, Giuseppina Gentili e R&S Erickson, Didattica universale — Matematica per le classi 1 - 2 - 3, Trento, Erickson
1
L’attività è proposta in Gentili G. (2015), Il laboratorio di matematica 2, Trento, Erickson, pp.
27 e 42.
LE MIGLIAIA
OSSERVA E COMPLETA LA TABELLA. CHE COSA DISEGNERESTI NELLO SPAZIO VUOTO?
CHE COSA SCRIVERESTI SUI PUNTINI?
.................................... 100 10 1
1 k = ............. unità
1k = ............. decine
1k = .............. centinaia
© 2022, Giuseppina Gentili e R&S Erickson, Didattica universale — Matematica per le classi 1 - 2 - 3, Trento, Erickson
Terminata questa prima fase (massimo �0-�0 minuti totali), i bambini avranno
avuto modo di comprendere e definire meglio il valore del terzo raggruppamento.
L’esperienza prosegue sempre in coppia, e in interdipendenza positiva, con la ri-
chiesta di scoprire quanti e quali numeri sia possibile costruire con quattro cifre
(quattro cartoncini) diversi tra loro, modalità di lavoro già nota per averla speri-
mentata per gli altri due raggruppamenti precedenti (decine e centinaia). All’interno
della coppia si distribuiscono i cartoncini dove scrivere le cifre, due cartellini per
ogni bambino (in questo modo, oltre alle tipologie sperimentate prima, si attiva
anche l’interdipendenza di risorse e/o materiali); i bambini dovranno concordare
le cifre, scriverle sui propri cartoncini e metterle in comune per costruire insie-
me tutti i numeri possibili registrandoli su un foglio nel tempo di 20 minuti. Al
termine del tempo ogni coppia condividerà nel grande gruppo il proprio lavoro e
attraverso il confronto e la discussione collettiva si arriverà a formalizzare che con
quattro cifre si possono costruire moltissimi numeri (non interessa qui definire il
numero esatto delle permutazioni, questo potrà avvenire nelle classi successive).
L’obiettivo è quello di far comprendere che all’aumento delle cifre aumenta anche
progressivamente la quantità dei numeri che possono essere costruiti. L’esperienza
prosegue: si chiede a ogni coppia di scegliere insieme sei numeri tra quelli formati
con i propri cartoncini e di riordinarli in modo decrescente, poi di distribuirsene
tre a testa, scrivere il nome di ciascun numero e scomporli indicando il valore di
ogni cifra seguendo lo schema sottostante (che verrà proposto dall’insegnante).
2 3 � 1 �
1u�1�1�1
� da � � � 10 � �0
3 h � 3 � 100 � 300
2 k � 2 � 1000 � 2000
duemilatrecentoquarantuno
Al termine del tempo concordato con l’insegnante, all’interno della coppia i bam-
bini uniscono le proprie scomposizioni, le confrontano le integrano o aggiustano
se occorre e poi le mostrano e argomentano con tutti gli altri.
Suggerimenti
Per consolidare la nuova conquista apprenditiva si può proporre l’esperienza an-
che nei giorni successivi, chiedendo a ogni coppia di utilizzare cifre diverse dalle
precedenti e di costruire alcuni numeri (sei o otto). Questi nuovi numeri potranno
essere scambiati tra le coppie con l’incarico di ordinarli e poi di scomporli secondo
la modalità già utilizzata.
Preparazione
Si costruiscono due percorsi motori a slalom paralleli con birilli e si preparano
diversi cartoncini con due, tre e quattro cifre.
Svolgimento
Dividere la classe in due squadre: A e B (o più squadre in base alla numerosità
della classe). Scrivere i numeri sui cartoncini, tenendo presente che la somma
delle cifre di ciascun numero non deve superare il numero totale dei bambini che
compongono ciascuna squadra. A turno, ogni squadra dovrà interpretare i numeri
dati compiendo un percorso motorio (slalom tra birilli) e posizionandosi all’inter-
no dei cerchi u, da, h, k in modo corretto, o indovinare i numeri interpretati dalla
squadra avversaria. Il gioco inizia con la squadra A: i componenti «pescheranno»
uno dei numeri a disposizione e concorderanno insieme quanti e quali bambini
dovranno fare il percorso e posizionarsi nei cerchi-cifra giusti. I bambini designati
compiranno il percorso correndo e si collocheranno all’interno dei cerchi in base
al loro valore. Se, ad esempio, il numero da rappresentare è �.1�2, quattro bambini
si collocheranno dentro il cerchio contrassegnato dalle migliaia (k), un bambino
dentro il cerchio delle centinaia (h), tre bambini dentro il cerchio delle decine (da)
e due bambini nel cerchio delle unità (u). A questo punto toccherà ai componenti
Ulteriori sviluppi
Un utile strumento per consolidare anche questo apprendimento è il POP-IT (Gen-
tili e Razzini, 2022).2 L’attività di coppia propone di utilizzare il piano del POP-IT
come una tabella segnaposto per inserire correttamente i numeri in base al valore
delle cifre che li compongono, schiacciando le bolle corrispondenti alla posizione
occupata. Si posiziona sulla base del POP-IT una strisciolina di carta con indicate
le colonne k, h, da e u, e si consegnano a ogni coppia 10 carte con le cifre da 0 a 9.
Il primo giocatore pesca � o � carte (da decidere insieme alla insegnante prima di
iniziare il gioco) con le quali comporre il numero; una volta composto lo passa al
compagno. Quest’ultimo deve rappresentarlo sul POP-IT schiacciando corretta-
mente le bolle in base alla scomposizione in k, h, da e u (nel caso sia formato da
� cifre). I due componenti della coppia giocano insieme, alternandosi nei ruoli,
per il numero di manche concordate con la classe all’inizio dell’attività. Come
consolidamento finale si può modificare in parte la modalità di gioco: un bambino
compone un numero misterioso di quattro cifre schiacciando le bolle sul proprio
POP-IT e il compagno deve dire di che numero si tratta.
2
L’attività è presente in Gentili G. e Razzini V. (2022), Matematica con il POP-IT, Trento, Erickson,
pp. 65-67.
AUTONOMIA
COLLABORAZIONE
ARGOMENTAZIONE
Materiali utili
Materiali utili / Per arricchire il lavoro sul valore posizionale delle cifre può risultare utile la consultazione del
Varianti
testo: Baccaglini-Frank A., Di Martino P., Mellone M., Munarini R. e Ramploud A. (2021), Il
bruco matematico, Trento, Erickson.
Unità di lavoro sulla composizione e scomposizione di numeri in base al valore posizionale delle
cifre con l’uso del POP-IT in Gentili G. e Razzini V. (2022), Matematica con il POP-IT, Trento,
Erickson, schede operative in ordine di difficoltà crescente sulla ricomposizione dei numeri
pp. 17�-17�.
E. Carravieri e Taverna V. (201�), Caccia ai numeri, vol� 2, Trento, Erickson; pp. 39-�9, valore po-
sizionale e transcodifica; pp. �3-7�, scritture diverse di numeri in base al loro valore posizionale.
C3_T1_UDL1_autovalutazione
SCHEDA DI AUTOVALUTAZIONE
COME TI SEI SENTITO MENTRE FACEVI LE ATTIVITÀ? PROVA A SPIEGARE PERCHÉ.
2 3 4 1 =
l’autovalutazione
1u=1×1=1
4 da = 4 × 10 = 40
3 h = 3 × 100 = 300
2 k = 2 × 1000 = 2000
duemilatrecentoquarantuno
© 2022, Giuseppina Gentili e R&S Erickson, Didattica universale — Matematica per le classi 1 - 2 - 3, Trento, Erickson
Didattica
Italiano per le classi 1
-
2
-
3
Didattica universale I I. Sciapeconi, E. Pigliapoco e R&S
O VOLUME
a
universale
endere la parola per esprimersi; 2. Leggere e scrivere
Riflettere sulle parole e arricchire il lessico
nda
sto per comunicare; 2. Leggere un testo a voce alta;
Italiano
parole e arricchire il lessico
a
sto creativo; 2. Leggere per comprendere ed esporre;
Didattica universale
parole e arricchire il lessico
PRIMA TRAGUARDO
1
Presentazione Progettazione
Attivazione UDL
1
UDL
2
UDL
3
Compito di
realtà finale
per le classi
1
-
2
-
3
SVILUPPO UDL 2: Giochiamo con i suoni e le parole
L’attivazione basata sulla routine dell’appello ha già proposto alla classe alcuni
semplici giochi di tipo fonologico. I bambini hanno iniziato a isolare all’interno
’appello attivo p. 56 delle parole i primi suoni e, a partire da questa prima conquista, sono stati coin-
volti in semplici attività.
1: Presentiamoci! p. 61 In questo secondo traguardo, ampliamo la casistica dei giochi da proporre e cer-
chiamo di affinare sempre più la capacità di discriminare i suoni all’interno delle
2: Giochiamo con i suoni e le parole p. 65 frasi e delle parole.
Italiano
Tempi
Complessivamente, si può destinare circa un’ora al giorno alle attività di
seguito descritte. L’indicazione di massima è variare spesso e basarsi princi-
palmente sui segnali di attenzione/disattenzione che la classe manda.
’aula insegna p. 89
Materiali necessari
Carta e pennarelli colorati per scrivere lettere, sillabe e parole.
1: Le vocali p. 92
2: Le consonanti p. 100
Descrizione dell’attività
3: Doppie in gioco p. 110 Descrizione Per le attività che seguono vale buona parte delle indicazioni fornite per la routine
dell’appello. Proponiamo, cioè, una serie di giochi e piste operative piuttosto brevi,
4: L’officina delle frasi p. 114 da presentare tutti i giorni e da alternare con una certa frequenza.
Il lavoro dei bambini e delle bambine, nel periodo iniziale della classe prima, è
ALTÀ FINALE: La mostra degli animali fantastici p. 120 prevedibilmente influenzato dai brevi tempi di attenzione.
Per iniziare, si può proporre alla classe la filastrocca riportata di seguito, tratta dal
Programmazione annuale,
volume L’alfabeto con le filastrocche di Patrizia Fiori (Erickson, 2010) e disponibile
nelle risorse online.
Risorse online
C1_T1_UDL2
sch_01
unedì «Mostra e racconta» p. 132
IAPOCO
scuola primaria, è autrice di guide didattiche
per la primaria. Conduce corsi di formazione
SCOPRI IL LIBRO
didattica inclusiva, della didattica per
GRAN
della scrittura creativa e del problem solving DI
re. GUI
DE
DI
DAT
TI
CA
Didattica
VOLUME
Matematica per le classi 1-2-3
Didattica universale I G. Gentili e R&S
universale
roblem posing e problem solving: riconoscere
mi
da
azione numerica: valore posizionale e decimale
Matematica
rare e calcolare con i numeri; 3. Stime, misure
per le classi
Didattica universale
. Operare e calcolare con i numeri; 3. Misure,
m solving
1-2-3
IMA
TRAGUARDO Presentazione Progettazione
1 Attivazione UDL UDL UDL Compito di
� � � realtà finale
Matematica
utilizzando diversi artefatti: le mani, le cannucce e la linea dei numeri dinamica.
coperta dei numeri p. 54
Competenze coinvolte
mo raggruppamento: la decina p. 64 ɖ Comporre, scomporre e ordinare numeri.
ɖ Formulare ipotesi e ricercare soluzioni a situazioni problematiche
e in libertà p. 76 concrete.
ɖ Collaborare con compagni/e.
ɖ Utilizzare gli errori come fonte di conoscenza.
NALE: Il segreto dei numeri p. 85
ɖ Argomentare e motivare le scelte effettuate.
Spazi e tempi
ɖ L’aula è organizzata in modo da consentire:
– il brainstorming iniziale con arredi alle pareti e uno spazio centrale dove
far sedere i partecipanti in modo che possano vedersi reciprocamente
o e riattivazione con tre esperienze
p. 94 in quello che faranno�
Programmazione annuale,
– facili spostamenti di tutti i bambini�
– il lavoro di coppia e/o piccolo gruppo disponendo i banchi a isole�
numerici p. 99 – il momento della condivisone e discussione finale. In questo caso i bam-
bini e le bambine devono poter sedere in cerchio e guardare i propri
compagni durante la discussione.
li da campioni! p. 105
ɖ I tempi indicati possono risultare molto variabili in base alla numerosità di
ogni singola classe e alla necessità di ripetere più volte le stesse esperienze.
NALE: Un utile acquisto p. 113
Si dà comunque una indicazione di massima.
Prima esperienza� 2 ore ripetute più volte.
Seconda esperienza� 2-3 ore ripetute in più giorni.
Terza esperienza� 2 ore per la costruzione della linea dei numeri dinamica – 1
ora per il gioco.
SCUOLA PRIMARIA
orso Descrizione dell’attività
di un’unità di lavoro.
Giuseppina Gentili
e Ricerca e Sviluppo Erickson
dendo»
o
IN USCITA A SETTEMBRE
GRANDI GUIDE
D I D AT T I C A
SVILUPPO ERICKSON
e il fine di sviluppare e diffondere
GRAN
etodologie, strumenti e prodotti derivati DI
scientifica sia dalle migliori prassi e GUI
qualità, innovazione e pragmaticità. DE
DI
DAT
TI
CA