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Questo capitolo è dedicato alle attività da fare in classe; la chiave non è un ricettario, ma
l'esplorazoone della dimensione procedurale in stretta connessione con quella dichiarativa.
La conoscenza dichiarativa constata un fenomeno e lo definisce nella sua forma linguistica più
semplice. La conoscenza procedurale si basa invece sul meccanismo "se ... allora"
a) La conoscenza dichiarativa come base per gli approcci
Il linguista teorico fornisce al glottodidatta la definizione e l'analisi della lingua; il linguista
acquisizionale gli offre le sequenze di acquisizione; il sociolinguista identifica e descrive le varietà;
il neurolinguista dà informazione sul comportamento del cervello quando acquisisce una lingua. Un
approccio glottodidattico tiene conto di tutti questi ambiti.
b) La conoscenza procedurale come base dei metodi
Le procedure operative sono la traduzione dell'approccio in termini di azione glottodidattica.
Metodo non va confuso con Metodologia (umanistica, collaborativa, ludica, cotruttivista, ecc..),
psicodidattica e non glottodidattica.
La lettura del modello è:
1. data una dichiarazione teorica, se valida, la si inseriscen ella ricerca glottodidattica
2. ne consegue una procedura
-per quale tipo di L?
-a quale punto dei percorsi va inserita?
-in quale modalità (comprensione/produzione; orale/scritta)?
3. ne conseguono tecniche adeguate scelte all'interno della gamma offerta dalla metodologia
didattica generale
Questo volume si inserisce a cavallo tra la ricerca glottodidattica e l'universo metodologico-
didattico
c) Tecniche glottodidattiche
Non sono adatte a tutti e in ogni momento. Si dividono in due tipi:
1. Esercizi: manipolativi, mirati alla fissazione più che all'uso della lingua (sono stati molto
criticati perché si sosteneva non tenessero conto della LAD e che non fossero stimolanti,
motivanti, ecc...).
2. Attività: basate sulla creatività, su problemi da risolvere, ragionamenti.
Le tecniche didattiche non sono buone o cattive, ma si valutano sulla base della loro:
I. Coerenza concettuale con il metodo e l'approccio
II. Efficacia/Inefficacia nel raggiungere l'obiettivo glottodidattico
Per individuare tecniche e procedure bisogna sapere a quali modelli teorici fare riferimento
1.2.1 L'obiettivo dell'educazione linguistica: la competenza comunicativa
Un primo modello teorico è quello della competenza comunicativa, ovvero una realtà mentale che si
realizza come esecuzione nel mondo, all'interno di eventi comunicativi entro contesti sociali dove
chi usa la lingua compie un'azione. La dicotomia è chomskyana e si traduce in competenza e
performance.
Competenze
1. Sapere la lingua
• Competenza linguistica = comprendere e produrre enunciati corretti dal punto di vista
fonologico, morfologico, sintattico, lessicale, testuale
• Competenza extralinguistica = comprendere e produrre espressioni e gesti del corpo
(cinesica), valutare l'impatto comunicativo della distanza interpersonale (prossemica),
usare e riconoscere il valore comunicativo degli oggetti (oggettemica) e del vestiario
(vestemica)
• Competenze contestuali relative alla lingua in uso: sociolinguistica, pragmalinguistica e
interculturale
2. Saper fare lingua (o padronanza)
Le competenze mentali si traducono in azione. Servono a comprendere e produrre testi. Sono le 4
abilità di base (ascolto, lettura, monologo, scrittura) più quella interattiva (dialogo). Vi sono poi
anche quelle manipolative dei testi (riassumere, tradurre, parafrasare, prendere appunti,
scriveresotto dettatura).
3. Saper fare con la lingua
I testi orali e scritti grazie alla padronanza contribuiscono a eventi comunicativi governati da regole
sociali, pragmatice e culturali.
Certificazione
Sulla base del concetto di lingua e cultura, nonché dei bisogni dell'apprendente, si crea un
Curricolo. Poi lo si articola dividendolo in blocchi, in unità che ha una struttura all'interno della
quale vanno collocate le tecniche glottodidattiche.
Unità didattica (UD): è composta da una serie di singole sessioni di lavoro chiamate Unità di
acquisizione (UA), senza riferimento alla divisione di Krashen (box 5). L'UA nasce dadue
considerazioni:
1- Neurolinguistica, che si basa su due principi fondamentali:
• la BIMODALITA', cioè la divisione dei due emisferi cerebrali (destro = arrività olistiche,
emozionali, globali, analogiche; sinistro = attività razionali, sequenziali, logiche).
• DIREZIONALITA', cioè il fatto che, pur nella cooperazione continua tra i due (sintesi),
quella dell'emisfero destro precede e prevale.
2- Psicologica, in particolare la piscologia della Gestalt, che vede la percezione come un processo
sequenziale di globalità – analisi – sintesi.
Negli anni '90 si sposta l'attenzione verso i processi di apprendimento e nasce l'UA. Essa dura dai
45 ai 90 minuti e rispetta le fasi della globalità – analisi – sintesi/riflessione.
Percezione globale:
a) Ridondanza di informazioni contestuali (luogo, tempo, attori, ecc...) e co-testuali.
b) Ipotesi socio-pragmatiche da parte degli apprendenti su quanto potrà avvenire, in base alle
proprie conoscenze.
c) Ipotesi linguistiche sulla base delle conoscenze grammaticali
d) Elaborazione delle metafore, tipiche del parlae quotidiano, dominio dell'emisfero destro
e) Skimming (verifica globale e approssimativa delle ipotesi) o Scanning (verifica dei singoli
elementi)
f) Analogie con eventi noti
Analisi – sintesi – riflessione ("focalizzazione modale" o left mode del cervello):
La sintesi è spontanea, la riflessione guidata. Su cosa?
a) Atti comunicativi: si fanno individuare nel testo, si drammatizzano, si fissano e si
riutilizzano in un contesto diverso, guidando alla riflessione.
b) Aspetti liguistici (secondo tecniche che vedremo)
c) Temi culturali
d) Linguaggi non verbali (se il testo è un video)
Per far si che l'input diventi intake (ovvero che venga acquisito) bisogna rispettare tutte le fasi.
La sequenza è naturale: è quella che seguirebbe chi volesse imparare le regole del calcio guardando
una partita.
L'UA è quello che lo studente percepisce come suo apprendimento: "oggi a scuola abbiamo fatto ..."
Tipologia di UD
UD di lingua: se il tema sono i trasporti, le UA rgiuarderanno le èrenotaziono, i biglietti, ecc.. con
relativi atti comunicativi, espressioni linguistiche, elementi grammaticali e lessicali, rifòessione
culturale.
UD di letteratura: se il tema è Baudelaire le UA saranno basate sui singoli testi per giungere a una
sintesi conclusiva sull'autore o sul Simbolismo ottocentesco. Per ogi testo si passerà dalla globalità
all'anilisi, alla sintesi e alla riflessione guidata.
UD di micro-lingue (scientifico-professionali): le UA vedranno il momrnto iniziale (ricerca on-line
dei listini, preventivi, ecc...), l'ordinazione telefonica, la lettera, le proceduredi spedizione, il
pagamento, ecc...
Schema dell'UD
Motivazione
Non c'è acquisizione senza motivazione. In questa fase vi sono:
a) attività di elicitazione, ovvero farcwmergere quello che già conoscono o già sanno del tema
dell'UD.
b) Rapide èresentazioni di video, pubblicità, canzoni, foto, ecc... per stimolare l'elicitazione ed
esplorare alcune parole chiave.
c) Racconto i aneddoti personali, per ricondurre tutto a dati reali e utili.
Durante la motivazione il teacher's talk è molto ridotto e si realizza attraverso domande.
Attività supplementari
Finità l'unità, prima di procedere meccanicamente alla successiva, si può "spezzare" presentando
testi non didattici come canzoi, spezzoni di film o pubblicità. E' essenziale per mantenere altala
motivazione.
Box 8 La motivazione
a) Il modello egodinamico di Renzo Titone
Ogni persona ha un progetto di sé. Se richiede di imparare una lingua, il soggetto elabora una
strategia (iscirversi a un corso). Poi subentra un momento tattico (contatto reale col corso). Se tutto
va bene il soggetto ha un feedback positivo e continua; vicersa si inserisce il filtro affettivo e il
progetto decade.
b) Modello tripolare
Ovvero le tre cause che determinano l'agire umano
1. Dovere: non porta all'acquisizione perché inserisce un filtro affettivo che fa restare nella
memoria a breve-medio termine le informazioni apprese.
2. Bisogno: presebta due limiti: deve essere percepito e funziona solo se il corso soddisfa tale
bisogno.
3. Piacere: a parte il piacere egodinamico di realizzareil proprio progetto e quello du
soddisfare un proprio bisogno, esistono il piacere di apprendere e di riuscire; il piacre della
varietà nei materiali e nelle attività; il piacere della novità, dell'imprevisto, dell'insolito; il
piacere della sfida; il piacere della sistematizzazione.
c) Modello della motivazione legata all'input
L'emozione gioca un ruolo fondamentale nel processo cognitivo. Il cervello, di fronte a un input,
pricede a un appraisal, cioè l'insieme di valutazione e apprezzamento, e decide se accettare l'input.
Lo seleziona in base a cinque motivazioni:
- novità
- attrattiva
- funzionalità
- realizzabilità
- sicurezza psicologica e sociale
Carrol 1680:
1- Rilevanza (cioè pertinenza): individua l'oggetto effettivo della tecnica.
2- Accettabilità da parte degli studenti; sono tcniche che servono per motivare
3- Comparabilità dei risultati
4- Economicità di somministrazione, esecuzione, correzione: le ore di lezione e di studio
individuale sono sempre limitate, dunquequesto parametro utilitaristico è in realtà molto importante.
Altri parametri:
5- Flessibilità operativa: possibilità di varianti in basealla realtà della classe
6- Realizzabilità nella classe: alcune attività stimolano la competitività, altrela cooperazione, ecc...
7- Adattabilità psicologica alle caratteristiche degli studenti: dominanza emisferica, stili cognitivi e
d'apprendimento, tipi di intelligenza, tratti della personalità. La soluzione più rispettosa per tuttiè
alternare le tecniche.
8- Autonomia: spazio concesso allo studente per prepararsi e gestirsi nell'affrontare l'attività
9- Tecnologie: il computer può dare un grande contributo per alcune tecniche
La glottodidattica ludica npn cpnsiste in giochi, ma nella giocosità che non innesca il filtroaffettivo
in quanto non si preoccupa dell'errore. L'insegnante è un arbitro. E' la rule of forgetting di Krashen,
per cui si acquisisce meglio quando ci si dimentica che si sta acquisendo.
Freddi (1990) nota che nel gioco si integrano componenti:
• cognitive: elaborazione di strategie, comprensione delle regole, valorizzazione deivtipi di
intelligenza
• linguistiche: lettura, negoziazione, spiegazione delle regole, discussione sulle infrazioni,
scambi comunicativi, routine culturali come la conta o le frasi rituali ("colpito", "affondato")
• sociali: ibteraziobe con la squadra, mediazione tra competitività e collaborazione
• motorie e psicomotorie: nei giochi con dimensione fisica
• emotive: paura, tensione, divertimento, piacere
Tipologie di gioco
Box13 Fissazione delle strutture: pattern drill ed esercizi di manipolazione
La LAD (Language Acquisition Device) di Chomsky si articola in 5 fasi: 1- osservazione dell'input;
2- creazione di ipotesi divfunzionamento e verifica, con evetuale riformulazione; 3- ripetizione; 4-
fissazione (creazione di automatismi); sistematizzazione formale.
La fissazione, gli automatismi della lingua sono la morfosintassi. La glottodidattica usa due modi:
1- esercizi di manipolazione ("volgi al plurale")
2- pattern drill: stimoli, risposte, conferma (da parte dell'insegnante)
Sono attività bandite dall'approccio comunicativo, ma in realtà molto utili all'acquiszione. Sono
però demotivanti, dunque bisogna affrontarli nella dimensione ludica.
Seconda categoria di giochi basati sulla RAPIDITA' di esecuzione (favoriscono le persone più
intuitive rispetto alle riflessive)
Treza categoria di giochi basata sugli INSIEMI (espulsione di elementi non coerenti, riordino,
ecc...)
A1.5 Analisi lessicale, morfosintattica o pragmatica attraverso gli insiemi: "fuori l'intruso"
Scopo: affinare le capacutà di osservazione e analisi
Dinamica: presentare alla lavagna o su fotocopia una batteria di parole o espressioni con un
elemento non congruente. Si chiede allo studente di trovarlo e poi spiegare perché è un intruso.
Commento: maniera giocoso, ma induttiva di formalizzare elementi della competenza linguistica
Quarta categoria di giochi che usano MATERIALI PENSATI PER L'IEGNAMENTO (flashcard
tematiche per bambine, carte da gioco di ruolo per preadolescenti, memory, ecc...)
A1.9 Intervista impossibile e talk show per il riutilizzo delle conoscenze culturali
Scopo: riutilizzare le informazioni culturali
Dinamica: decidere se fare un'intervista vera e propria o fare un talk show. Far prepararenagli
studenti la traccia e poi fargli eseguire il dibattito.
Commento: tecnica molto utile e motivante per la LC, ma anche per la letteratura italiana.
Conclusioni
La metodologia ludica opera due cambiamenti di ruolo importanti: da una lato gli studenti che sono
protagonisti e sono attenti alla correttezza, alla ricchezza lessicale, ecc...; dall'atro l'insegnante che
fa da arbitro e negoziatore (quando lo studente farà ricorso a lui).
CAP.2 IL LESSICO
Perché prima il lessico? Perché "quando si viaggia all'estero si porta un dizionario, non una
grammatica", Krashen.
Il capitolo tratterà l'acquisizione del lessico per chi parte da zero e il suo arricchimento e
perfezionamento nei livelli non iniziali.
Ma cosa si intende per Lessico e Parole?
Il lessico comprende almeno 4 categorie:
1. parole singole o complesse (anche locuzioni e polirematiche)
2. co-occorenze o collocazioni: combinazioni ad alta frequenza ("indurre in" che si lega a
"peccato", "errore", "tentazione")
3. routine ("buon giorno")
4. modi di dire, metafore fossili, proverbi: entità lessicale di base metaforica ("furbo come una
volpe") o di cultura popolare ("l'abito non fa il monaco") che hanno un significato unitario.
Adesso si passa a tecniche che hanno come scopo la memorizzazione, più che l'acquisizione e la
sistematizzazione.
Infine passiamo all'uso produttivo della lingua. La PERIFRASI è uno strumento molto utile per
sviluppare il lessico.
2.2 Il lavoro sul lessico in itaL2 e nei livelli avanzati di altre lingue
Quantità vs Qualità del lessico: esiste il lessico attivo (produzione) e quello passivo (ricezione).
Secondo Balboni è inutile quantificare la prozione di lessico che bisognerebbe aver acquisito alla
fine di ogni livello. E' molto più importante montare e rimontare il lessico, ovvero far SCOPRIRE I
MECCANISMI DI FORMAZIONE E FUNZIONAMENTO DEL LESSICO (prefissi, suffissi,
alterazione, ecc...).
Sempre riguardo la qualità del lessico bisogna considerare che spesso la corrispondenza immediata
tra parole di due lingue è solamente di tipo denotativo e può essere:
• apparente: "Università", "Democrazia", "dottore" sono simili in tutte le lingue, ma il
significato spesso cambia
• articolata diversamente: "vedere" in italiano ha varie corrispondenze in altrelingue (greco,
inglese, tedescp), mentre i colori "blu, celeste, azzurro" in inglese si traducono tutti con
"blue".
• Impossibile: "saudade" non è né tristezza, né malinconia, né nostalgia
Tecniche di denotazione:
Nelle attività A2.8 e 9 si ragiona sulla precisione e sulla polisemia, ma esistono anche la
SINONIMIA e l'ANTONIMIA, nonché l'IPERONIMIA e l'iponimia. Sono tutti meccanismi
fondamentali per arricchire il lessico:
NEOLOGIZZAZIONE:
Onomatopee: l'inglese ne è ricchissimo, ma anche l'italiano (zanzara, trotto, tonfo, ronfare, ecc...) e
molte se ne creano di conitnuo. Si possono quindi mettere gli studenti a caccia di onomatopee.
Uso di sigle: si può cominciare da marche automobilistiche e si comincia con la caccia alle sigle
Metamorfizzazione: ogni computer ha un "topo" (mouse), può prendere virus, ecc... Il lavoro sulle
metafore è molto motivante
CO-OCCORRENZE:
Sono coppie di parole che spesso compaiono insieme (ex. Bianco e nero). In ItaL1 è un'attività che
stimola riflessioni sofisticate, come "indurre in" che può essera bbinato solo a "tentazione" o
"erroe", mentre serve la prepsizione A se seguito da un infinito.
Sono grammatiche tutti quei complessi di meccanismi che governano i vari assi di strutturazione
della lingua:
a) la grammattica FONOLOGICA, riguarda fonemi e prosodia, intonazione. In itaL1 non viene
insegnata, anche se servirebbe per gli acceñi regionali. Nelle longue straniere viene affidata
allo spirito imitativo.
b) La grammatica GRAFEMICA, ovvero l'ortigrafia. In itaL1 è compito dell'insegnante
elementare; nelle lingue straniere ci si lavoro solo con il dettato, laxciando che venga
acquisita autonomamente poi tramite la lettura.
c) La grammatica MORFOSINTATTICA, scissa nelle duecomponenti nell'insegnamento
dell'itaL1, nell.insegnamento delle lingue straniere è unitaria e si evolve in maniera integrata
d) la grammatica TESTUALE, che non ha tradizione nella scuola italiana
e) la grammatica SOCIOLINGUISTICA, ovvero l'uso appropriato della lingua a seconda dei
contesti. Nelle lingue straniere è insegnata da subito.
f) La grammatica PRAGMALINGUISTICA, ovvero strategie e atti attraverso cui un locutore
cerca di ragiunfere i propri scopo attraverso la lingua. È complementare alla socioculturale.
g) Le grammatiche EXTRALONGUISTICHE, ovvero la cinesica, la prossemica,
l'oggettemica, la vestemica, ecc...Questa non viene insegnata malgrado la sua importanza
nella comnicazione anche verbale (associazione gesto/parola, immagine/scritto, ecc...)
Il Language Acquisition Device è un meccanismo innato che consente l'acquisizione del linguaggio
verbale grazie alla Grammatica Universale. Esso prevede:
1. l'OSSERVAZIONE dell'input
2. la CREAZIONE DI IPOTESI
3. la VERIFICA delle ipotesi in altro input e anche attraverso l'output
4. la FISSAZIONE dei meccanismi ipotizzati e verificati
5. la SISTEMATIZZAZIONE in regole inconsapevoli, che permettono di produrre e riconscere
enunciati grammaticali ben fatti (Knowing secondo Chomsky, Acquisition secondo Krashen)
e che viene resa consapevole (Cognizing in C., Learning in K.) dall'attività metalinguistica
spesso in contesto scolastico
Le prime tre fasi corrispondo alla sequenza gestaltica di Globalità-Analisi-Sintesi.
La Fissazione prevede un investimento di tempo maggiore nelle L2 e corrisoinde all'analisi
grammaticale, logica e del periodo nelle L1.
Ma la LAD da sola non basta all'acquisizione possibile grazie all'"i+1" di Krashen: vi è bisogno di
quello che Bruner un LASS, Language Acquisition Support System, che nel nostro caso è un
docente. In realtà è l'intera scuola, con i materiali, le tecnologie, la famiglia. Questo ruolo è
fondamentale affinché si passi dal tradizionale insegnamento della grammatica alla riflessione sulla
lingua. Schematizzando:
Insegnamento della Riflessione sulla lingua
grammatica
Studente Non prende iniziativa, subisce, è Con il support del manuale e
passivo. Esegue esercizi su frasi dell'insegnante attiva il LAD
non significative
Insegnante È il vero soggetto che decide È il regista che individua i
argomenti e tempi ed è giudice campi di lavoro e offre testi
di correttezza formale nonché autentici o del manuale.
dell'appropriatezza Organizza e guida la riflessione,
sociolinguistica guida all'elaborazione della
regola, porta al completamento
dello schema grammaticale
Lingua Si riduce a fonologia-ortografia, Abbraccia sia la competenza
morfosintassi e grammatica del linguistica (grammatica
testo. È una lista di regole la cui tradizionale) che la situazione
terminologia viene presentata sociale, il canale usato, l'area
prima ancora di trattare il geografica, ecc...
contenuto La terminologia è coronamento
di un lavoro contenutistico
Spesso il riordino di blocchi nozionali è arbitrario, legato alla sensibilità personale, e questo
permetterà di far discutere gli studenti.
I pattern drill, risultato della linguistica tassonomica di Bloomfield e della psicologia
comportamentalistica di Skinner, appartengono in realtà a una tradizione secolare. La scoperta dei
neuroni specchio ha portato a una riconsiderazione totale del ruolo della ripetizione, vista come
reiterazione attiva e dinamica (perché implica una risistemazione continua dell'architettura della
propria conoscenza, coinvolgendo motivazioni, emozioni e intelligenze multiple).
È possibile avere una reiterazione in cintesti significativi se anziché proporre pattern drill su
sintagmi morfosintattici o paradigmi lessicali, li si usa per comunicazione reale:
3.3 La riflessione grammaticale in itaL1 e nei livelli alti di lingue straniere e classiche
RIFLESSIONE MORFOLOGICA
Analisi grammaticale
Si richiede di attribuire singole parole ad alcune categorie grammaticali.
L'analisi grammaticale va fatta e non si può disconoscere una tradizione radicata, ma si può
spiegare agli studenti fin dal primo giorno che è, appunto, una tradizione. Dunque non funziona
sempre, ma sicuramente almeno per due scopi:
1) condividere una terminologia imperfetta (i pronomi sono definiti variabili, ma molto spesso
non lo sono), ma utile per comprendersi
2) imparare a classificare, spiegando l'essenziale ruolo cognitivo di questa funzione
Dunque l'accettabilità dell'analisi grammaticale si costruisce sul desiderio di crescere
cognitivamente, sul senso del dovere e sulla fiducia nell'insegnante.
Nelle lingue straniere è invecefinalizzata al perfezionamento.
In qualsiasi caso l'utilizzo di dadi, tris, battaglie navali, ecc.. può contribuire fortemente a variare la
classica analisi condotta sul quadreno.
RIFLESSIONE SINTATTICA
Analisi logica
L'analisi logica è ancora più imprecisa di quella grammaticale e viene proposta in seconda media,
quando la capacità astrattiva non è ancora sufficiente per una riflessione autonoma. Basterebbe, alle
medie, far distinguere fra predicato, soggetto e differenza fra complemento diretto e indiretti.
Analisi del periodo
Basterebbe far distinguere fra reggenti, coordinate e subordinate e invece insistere sulla funzione
delle Congiunzioni coordinanti e subordinanti, fra subordinate implicite ed esplicite, fra subordinate
necessarie e facoltative, sull'articolazione dei periodi ipotetici, ecc...
Anche qui, come nella grammaticale e nella logica, più si risce a rendere ludica l'attività e meglio è.
Analisi logica valenziale
Tradizionalmente l'analisi logica ruota intorno al soggetto, ma Tesnière, negli anni Cinquanta,
sposta l'attenzione sul verbo. Si chiama valenziale per analogia rispetto alle valenze degli atomi.
Partendo dunque dal verbo si chiede allo studente di distinguere tra comolementi necessari e
facoltativi (di solito di modo, tempo, luogo, ecc...).
ANALISI TESTUALE
Tradizionalmente viene considerata sinonimo di "analisi della letterarietà di un testo". In realtà è
molto complessa e comprende i meccanismi di Coesione e Coerenza logica, la tipologia dei testi e i
generi testuali.
Tipi di testi
L'analisi delle caratteristiche costitutive dei tipi testuali riguarda l'individuazione di alcune
caratteristiche universali, presenti in ogni lingua, per i vari tipi testuali come i testi descrittivi,
argomentativi, referenziali, regolstivi, narrativi. Bisogna lavrarsu testi corposive completi:
➢ un testo descrittivo è per sua natura oggettivo (chi descrive è fuori dalla scena) o soggettivo
(ne è parte). Si ouò giocare a invertire le descrizioni, con effetto comico assicurato (es. Un
horror in prima persona diventa freddo se oggettivo)
➢ un testo istruttivo è per sua natura sequenziale. Si può quindi spezzettarlo e farlo ricostruire.
➢ un teso narrativo deve avere un narratore, una fabula, un intreccio. Si può lavirare
smontandolo e rimontandolo.
Generi testuali
Realizzano concretamente uno o più tipi testuali e le loro caattristiche spesso variano da lingua a
liñua. Una lettera (che può realizzare tutti i tipi testuali) è un genere soltamente molto strutturato in
quanto richuede un mittente, un destinatario, saluti, data, ecc... Ma le refole retoriche variano in
italiano, francese, latino, ecc..
La Grammatica, l'a-motivazione per eccellenza, grazie al computer può diventare "fai da te":
Box19 Sociolinguistica
Joshua Fishman ne è uno dei fondatori a inizio Novecento e la sintetizza nelle 4W: Who speaks
What language to Whom and When.
La sociolinguistica contemporanea si occupa della lingua Standard, del Neostandard e delle
variabili diamesiche (mezzo), diatopiche (geografia), diacroniche (epoche), diafasiche (registro,
microlingue), diastratiche (posizione sociale, età, istruzione).
Box20 Pragmalinguistica
Studia gli scopine i risultati della lingua vista come strumento d'azione all'interno di una situazione
sociale.
Si impone come scienza autonoma negli anni Sessanta (Austin e Searle). Il suo oggetto sono gli atti
linguistici e l'analisi del discorso. Essa fornisce alla glottodidattica lo strumento concettuale su cui
si basano i livelli del QCER.
3.4 Il lavoro sulle grammatiche non verbali
PROSSEMICA
Gli italiani richiedono il rispetto della distanza di una sola "bolla" (un braccio disteso). Più si va a
Nord, più la distanza aumenta. Quanto al contatto laterale, al sud è possibile che due maschi si
prendano per mano, ma non al nord. In generale nel Mediterraneo e nel sud-America basta una
"bolla" di distanza e ci si fa largo anche fisicamente.
Gli asiatici hanno una prossemica generalmente abbastanza ampia, ma in momenti di affollamento
possono accettare livelli di vicinanza che infastidiscono invece molto gli europei.
VESTEMICA
Si è consapevoli delle divise, dei vestiti religiosi o dei colletti bianchi. Gli studenti posseggono una
strettissima e cogente grammatica vestemica di cui non sono invece consapevoli e su cui si può
lavorare
Tra i parametri di valutazione già affrontati (1.3) troviamo la "pertinenza", la "comparabilità" dei
risultati e l'"accettabilità" anche emozionale da parte dello studente, nonché l'"adattabilità
psicologica" alle differenza degli stili cognitivi e d'apprendimento.
A) Pertinenza 1: una data tecnica verifica una competenza (sapere qualcosa)o una
metacompetenza (sapere su qualcosa)? Le attivitè extraverbali sono chiaramente finalizzate
allo sviluppo della metacompetenza, come del resto ogni attività classificatoria, come
kl'analisi grammaticale tout court.
B) Pertinenza 2: qualce aspetto della comoetenza viene verificato? Un dettato verifica ad
esempio l'ortografia
C) Comparabilità: alcune attività individuali, come il tema in classe, non forniscono al docente
un termine di paragone fra i livelli dei vari studenti. Bisogna ricorrere a test standard
D) Accettabilità: l'attivazione del filtro affettivo impedisce l'acquisizione stabile e in più annulla
l'affidabiltà dei risultati di una verifica.
E) Adattabilità psicologica: evitare di favorire alcuni studenti rispetto ad altri mettendo in
campo dei correttivi quali dare il tempo: alcune intelligenze ci mettono semplicemente più
tempo a fare cose in cui non sono portate, ma possono ottenere ugualmente risultati validi.
Inqualsiasi caso, spesso non ha alcun senso misurare la comotenza nelle grammatiche isolandola
dall'uso significativo della lingua in un dialogo, nello scrivere, nel parlare.
Widdowson distingue tra ABILITY (processo cognitivo) e SKILL (sua realizzazione in una
specifica situazione). In educazione linguistica è più importante lo sviluppo delle abilità, e di
entramebe, al contrario della metodologia utilitaristica anglo-americana che predilige le skill.
Le tre dimensioni del titolo (L2, LS, LC) hanno in comune l'inizio, ma sono differenti in termini di:
a) quantità e controllabilità dell'input: in itaL2 è esteso per l'intera giornata
b) tradizione glottodidattica: per le L2 e le LS la grammatica è da sempre il punto di arrivo,
mentre per le LC è il punto di partenza
In qualsiasi caso, per comprendere un testo, il processo è necessariamente lento e a tappe,
procedendo cioè da una comprensione estensiva che:
1. colga ogni sufìggerimento del paratesto: saper cogliere le informazioni(titoli, sottotitoli,
foto, didascalie, grafici, indice o titoletti) è fondamentale. Partendp duqneuda articoli di
giornale, locandine, trailer di film, ecc... si procede ad un brainstorming corale per produrre
ipiotesi. Fa parte principalmente della fase della motivazione
2. miri a carpire il significato globale (SKIMMING) e cerchi anche informazioni specifiche
(SCANNING)
3. una vlta costruito il significato generale, proceda ad un'analisi che focalizzi i punti indicati
dal docente per sostenere l'acuisizione spontanea, secondo la procedura detta Modal
focusing.
Mancherebbe la comprensione intensiva, ma con studenti di padronanza linguistica limitata
violerebbe la legge del massimo profitto col minimo sforzo.
L'ascolto
L'ascolto avviene in tempi molto rapidi che consentono la comprensione, ma non l'analisi. Questa ,
soprattutto in LS e LC va compiut attraverso la trascrizione di testi ascoltati. Così facendo si attua
un raccordo tra l'acquisizione spontanea e l'apprendimento razionale. A questo proposito, due
tecniche vengono in supporto: la trnscodificazione e la Total Physical Response
Gli Incastri invece prevedono la frantumazione di di testi e successiva ricomposizione. Per farlo,
bisogna osservare globalmente gli spezzoni per costruire la comprensione globale del testo e solo
dopo analizzare i singoli frammenti (frasi, spezzoni, parole), per ricondurre il tutto alla sintesi
finale.
4.4 Due tecniche molto diffuse per lo sviluppo e la verifica della comprensione: la "domanda"
e la "scelta multipla"
Di solito si usano come verifica della comprensione, ma possono anche essere usate per guidarla
DOMANDA
Ha il pregio di andare dritto al punto, ma è poco motivante e pone l'insegnante in funzione di
giudice, non si sa in quale lingua conviene fare la domanda, infine sposta l'attenzione dalla
comprensione alla produzione. Le dpmande sono di due tipi:
1. Referenziali: trovano la loro risposta nel testo
2. Inferenziali: costringono a rgionare sul testo, ad andsre più in profondità, dimostrando una
comprensione profonda.
SCELTA MULTIPLA
In sede di testing, che sia vero/falso o a quattro risposte, è una tecnica inaffidabile per il grado di
casualità, ma si possono inserire dei correttivi:
• chiedere di giustificare la scelta
• inseriee un distrattore, cioè una delle possibilità è assolutamente incoerente, per cui chi la
sceglie viene penalizzato, quindi guadagnare un punto con la casualità è pari
allampossibilitàmdi perderlo.
Sia le domande che le scelte multiple presentano poche differenze tra lo scritto e l'orale. Non sono
però il massimo per l'acquisizione in quanto non consentono di tornare sulle proprie ipotesi.
Riprendendo la metafora dell'iceberg, studiare una lingua della stessa famiglia cosntribuisce in
modo peculiare alla comprensione di tutte le lingue del mondo che formano il paniere
dell'educazione linguistica.
L'intercomprensione tra lingue della stessa famiglia è una delle linee politiche dell'Unione Europea.
Nella tradizione scolastica italiana il monologo (produzione orale) e il tema, o saggio, o dossier
(produzione scritta) è frequente in L1, meno in L2/LS e assente in LC. Per le classiche è dovuto
all'assenza della dimensione orale, ma per la maggior parte è dovuto alla tradizione.
5.1.1 Concettualizzazione
Si reperiscono contenuti tramite procedure olistiche (associazione di idee) e analitiche
(consultazione di enciclopedie). Il alvoro a piccoli gruppi o collettivo è fondamentale per
apprendere dai compagni strategie e percorsi. Le attività di questa fase sono due varianti operative
dello stesso processo:
La ricopiatura
A livelli bassi di L2/LS la produzione dovrebbe risolversi nella trasposizione scritta di attività già
svolte oralmente. La sua funzione è infatti quella di una riflessione lenta.
Utilissima a livello grafemico, ma non solo: un'attività lenta come questa consente di far emergere
anche problemi morfosintattici e lessicali. Purtroppo è demotivante, anche se può essere spiegata e
non mette lo studente in balia del docente. Si può comunque fare in modo meno meccanico
leggendo una frase del testo modello e scrivendola affidandosi alla memoria. È anche possibile
organizzare attività che prevedono la ricopiatura senza enfatizzarla, dando addirittura il piacere allo
studetne di "gabbare" il docente, preparando un dialogo già fornito in precedenza in cui si presenta
solo la prima parte delle battute. Lo studente potrà barare andando a controllare l'originale. Oppure
si può ricopiare usando il computer e word che segnalerà le parole non scritte correttamente.
La composizione
Funziona solo con i madrelingua poiché è un'abiltà complessa. Nella tradizione scolastica dominano
il tema (argomentativo, descrittivo, narrativo, ecc...) e il commento a un testo letterario, ma ne
esistono altre che qui indagheremo.
Il tema al computer
I tradizionali temi, commenti, relazioni comportano che il processo di ideazione e progettazione
rimangano invisibili, cos' come i criteri di correzione dell'insegnante. Se invece ipotizziamo
gruppetti di tre/quattro studenti, anche di livello diverso, dove uno scrrive e gli altri cooperano, lo
scenario cambia totalmente:
• gli studenti si confrontano in brainstorming, fanno una scaletta, su questa discutono, la
modificano, fanno segni, frecce, ecc: il processo di progettazione è plenario e critico
• trovato l'accordo si stende il testo, combinando le attenzioni su ortografia, sintassi, lessico,
strutture subordinate, ecc..: il processo di stesura è considivso e criticato
• l'insegnante non viene escluso da tali processi: partecipa al processo di composizione e
condivide il suo processo di valutazione
Il valore aggiuto motivazionale è evidente, ma più rilevante è il processo di compenetrazione tra
l'azione del progettare e scrivere e quella del valutare e discutere.
Il giornale di classe
Le attività proproste avevano come destinatario linsegnante. Un giornale ha destinatari diversi e
questo cambia completamente la situazione. In questa prosepttiva gli insegnanti sono professionisti
della lingua a cui chiedere consiglio, alleati, non giudici.
A differenza di quanto avviene nel monologo, puà essere fatta in un momento successivo. Richiede
anche più tempo e spesso avviene in più giorni, perdendo così di vista l'omogeneità dei parametri e
la comparabilità tra i compiti. Per ovviare al problema occorre dotarsi di una griglia, che va
condivisa con gli studenti e in cui i arametri siano stabili:
a) efficacia comunicativa: se il messaggio è chiaro
b) correttezza morfosintattica: l'importante è distinguere tra -sbaglio; -errore di competenza (o
mancanza di competenza) nella morfosintassi; -errore di interferenza (nelle L2/LS)
c) ricchezza lessicale
d) coesione testuale (ovvero la strutturazionbe del testo e la distribuzione dei contenuti nei
paragrafi) e linguistica (in termini di temporalità, di riferimenti pronominali, ecc...)
e) appropriatezza sociolinguistica (in termini di scelta di registro)
f) fluenza (parametro meno oggettivo dei precedenti che va affidato alla comptenza del
docente)
Il dialogo (o interazione, secondo il QCER) non è la somma della comprensione e della produzione,
bensì una co-costruzione di significato. Ciascun partecipante, attraverso la lingua, persegue i propri
scopi pragmatici negoziando con l'interlocutore un puño di incontro.
Spesso gli studenti interpretano il dislogo come un assalto all'altro e non come un'inter-azione.
Le videoregistrazioni di dialoghi e successiva analisi è la maniera migliore perriflettere sulla natura
profonda di questa abilità. La differenza tra mono-logo e dia-logo è nell'avere, anziché vincitori e
vinti, dei con-vinti.
Dialogo autentico
In itaL1 il dislogo può essere autentico, ma anche simulato, ad esempio utilizzando un copione
teatrale. Anche in itaL2 il dialogo è autentico in quanto l'italiano è lingua veicolare. Diventa invece
simulazione quando gli studenti condividono la stessa madrelingua. In LS è sutentico solo se c'è
uno straniero fisicamnte presente in aula (o in collegamento).
Dialogo simulato
Nel simulao si producono due falsi:
1. un falso limguistico: si può ovviare solo registrando il dialogo e analizzandolo
successivamente
2. un falso pragmatico: l'interesse nel fornire e chiedere informazioni non è reale. Lo scopo,
elemento chisve della comunicazione, viene modificato. Tale perversionepuò essere sanata
solo se si intende il dialogo come preparazione a una messa in scena teatrale.
È il gioco del teatro insomma che, in entrambi i casi, salva la simulazione rendendola quasi
autentica. In più è un gioco autotelico, fine a se stesso, e dunque abbatte il filtro affettivo.
A6.1 La drammatizzazione
Scopo: interagire senza preoccuparsi dei contenuti (che sono nel copione), ma della fluenza
Dinamica: la drammatizzazione consiste nella recita, a memoria o leggendo, di un dialogo. Si
possono organizzare gruppi che dovranno imoarare alcuni pezzi riproponendoli la volta successiva.
La versione completa della drammatizzazione in glottodidattica si ha quando sono gli stessi studenti
ad aver scritto il testo.
Commento: tra i molti vantaggi (memorizzazione di materiale linguistico, attenzione
all'intonazione, alla velocità dell.elowuio, ecc...) il maggiore è l'oggettivazione della propria
performance nella visione critica della videoregistrazione
Le attività viste in precedenza favoriscono l'acquisizione spontanea della lingua e non consentono di
lavorare ad uno sviluppo della metacompetenza sul dialogo e sulle strategie pragmatiche. Le attività
proposte qui invece favoriscono tale riflessione. Si consiglia sempre l'utilizzo di un
videoregistratore e di non interrompere le attività con commenti linguistici
A6.3 Lo "scenario" per la riflessione mecomunicativa
Scopo: utilizzare la lingua in dialoghi ampi e formali, preparati preventivamente in termini di
strategia
Dinamica: definire òa situazione di un potenziale conflitto, dividere la classe in gruppi con
mandioni diverse (ex in un trivèbunale ci saranno i giudici, gli avvocati e gli imputati). Una prima
ora può essere dedicata alle strategie dei gruppi (chiavi psicologiche, ruoli, ecc...), la seconda per la
ralizzazione dello scenario. Infine si discute e si analazza dove non si è comunicato bene, ecc...
Commento: è una tecnica complessa da organizzare, ma molto coinvolgente e funzionale a
un'analisi a posteriori.
A6.4 La classe come "scena del crimine" per l'uso avanzato della lingua straniera e la riflessione
metacomunicativa
Scopo: utilizzarela lingua improvvisando e con lo scopo di non essere accusati di un delitto!
Dinamica: un gruppetto di studenti che rappresenta l'ispettore che viene mandato fuori mentre gli
altri delinano gli elementi principali di un delitto: il morto, i testimoni. L'improvvisazione costringe
tutti a faremolta attenzione in quanto non si può contraddire quanto detto da un altro testimone (chi
sabglia viene escluso). La chiave del successo è che gli stusrnti sono liberi di inventarequello che
vogliono, basta che sia coerente. Uni dei testimoi ovviamente è l'assassino.
Commento: molto motivante, ma il valore metalinguistico è possibile solo se si registra. È
inoltremolto più adatta all'itaL1.
A6.5 Il cambio di ruolo, per l'uso avanzato della lingua e la riflessione metacimunicativa
Scopo: utilizzzare la lingua in dialoghi complessi. Far notare che un'interazione orale va
accuratamenteprogrammata, non è spontanea.
Dinamica: dibattito tra due gruppi sostenitori di tesi opposte precedentemente elaborate
Commento: attività antichissima utilizzata dai pedagoghi greci e latini, non richiede molto tempo-
classe, non ha temi morti, ma è molto mptivante, sorattutto se si scelgono tmi rilevanti (pena di
morte, libertà sessuale, ecc...)
La lingua "inviata"
Chat, SMS, mail sono scritte, ma di fatto avvengonp in situazioni di oralità perché:
I. le battute si susseguono rapidamente come in un dialogo
II. non si possono avere ripensamenti
III. l'onteresse per l'accuratezza lingusitica è minimo
La prevalenza dell'aspetto pragmatico rende difficle la valutazione che nelle abilità ricettive si
focalizza sulla semantica e situazionale, in quelle produttive sull'efficacia pragmatica,
l'appropriatezza sociolinguistica e correttezza formale e in quelle interazionali:
a) sono coinvolti almeno due studenti. Se il loro livello è differente, uno dei due viene
schiacciato
b) non si può valitare se il pinto di arrivo del dialogo è stato raggounto se non conoscendo
prima gli scopi degli interlocutori, ma allora non si avrebbe flessibilità
c) lo scmsbio comunicativo avviene in tempo reale, dunque la valutazione è fortemente
soggettiva. Si può ovviare un minimo a questo problema utilizzando la videoregistrazione
d) i parametri di valutazione sono opinbili: è più importante l'efficacia pragmatica,
l'appropriatezzaspcio-culturale, l'accuratezza limguistica e morfosintattica? Non si possono
poi trascurare elementi di psicologia come l'empatia o le personalità remissivo/aggressivo,
realista/velleitario, ecc...
In conclusione la valutazione delle abilità interattive non è possibile. Ci si può solamente fare
un'opinione in quanto valutatore.
In realtà "fare lingua" non significa solo comorendere, produrre e interagire, ma anche Trasformare
testi e, in più, questa abilità non è limitata al dettato o alla stsura di appunti per quanto riguarda la
produzione di testi scritti. In qualsiasi caso la trasformazione di testi è l'abilità più difficile.
7.1 Lo sviluppo delle abilità di riassumere
Riassumere è un'abilità prima cognitiva e poi liguistica. È un processo analitico diviso in tre
momenti:
1. individuazione dei nuclei informativi
2. divisione dei nuclei informativi tra essenziali ed accessori
3. ricostruzione della sequenza intrinseca (logica, temporale, ecc...) indipendentemente
dall'ordine in cui compaiono nel testo originale
dopo questi tre punti congitivi arriva la fase linguistica
4. stesura di un testo strutturato secondo la sequenza 3
Entrambe sono sttività che non prevedono la fase 4, ovvero la stesura di un testo riassuntivo.
Quando si passa al riassunto vero e proprio bisogna chiarire le regole perché non diventi sinonimo
di accorciare
1. rispettare in punto 3
2. il discorso diretto, per wuestioni di memlrizzazione, trasformato in idiretto
In L2/LS = si rischia molto di procedere a un semplice accorciamento. Allora è l'onsegnante a far
vedere come si sarebbe potuto riassumere, e l'apprendimento sta proprio in questo
In LC = anche in questo caso il valore sta nella sua correzione e discussione collettiva
Anche la parafrasi ha una dimensione cognitiva e una linguistica. Spesso ci si limita però a
trascrirre in prosa testi poetici o a eliminarei discorsi diretti. In realtà è utili esul piano
morfosintattico e lessicale perché trasforma un testo. Anche qui è meglio usar testi autentici che
letterari, senza quindi rischire di snaturare niente. Si può stimolare una riflessione sulla parafrasi in
studenti con un buon livello linguistico.
A7.4 La parafrasi di un pensiero, anziché di un testo
Scopo: riflettere sulla natura della parafrasi e della lingua come parafrasi del pensiero
Dinamica: molta pscilinguistica ritiene lo stesso verbalizzare una parafrasi, in quanto i contenuti sia
concettuali che pragmatici esistono già nella struttura profonda della mente. Ancora di più lo è il
tradurre in altra lingua. Come attività di parafrasi del pensiero si può allora chiedere di descrivere la
sensazione chsi prova di fronte a un tramonto.
Commento: è utile per far notarecome lo stesso pensiero possa essere parafrasato in più modi.
Caratteristiche del dettato (utile a livello linguistico e non mero ricordo scolastico):
1. ativa competenze diverse da liñua a lingua: in agnolo, dove fonemi e grafemi corrispondono,
è un esercizio ortografico; in francese vi è una forte componente morfosintattica, se si pensa
che gli indicatori del femminile e del plurale si scrivono, ma non si sentono; ecc...
2. avviene in tempo reale: può essere una piacevole sfida se autocorretto
3. sono molto diversi il dettato a voce e uello che utilizza una fonte: nel primo caso lo studente
è abituato alla pronuncia dell'insegnante e può interagire con lui; nel secondo lo studente
non viene aiutato neanche da intonazioni artificiose dell'insegnant, è più autentico.
Ai fini della valutazione è utile considerarche aver scritto bene una parola non significa averla
compresa (studenti cinesi) e viceversa. A volte si sa anche come scriverla, ma non si ha tempo.
Insomma il dettato è un test assolutamente inaffidabile, mentre in ottica di utovalutazione è ottimo
perché mette lo studente di fronte alle proprie caratteristiche (stress, lentezza, ecc...).
A7.5 Il dettato
Scopo: varia da linguana lingua, non è di valutazione
Materiali: può essere fatto dall'insegnante o da altre fonti, soprattutto se questo non è madrelingua e
poché evota il teacherese (la pronuncia propria dell'insegnante che vuole essere compreso)
Dinamica:
1. lettura integrale del testo
2. dettatura di segmenti significativi
3. lettura del testo a velocità normale
4. correzione (auto, collettiva, dell'insegnante)
Commento: attività vottima di molto pregoudizi è in raltà molto utile, specialmente se autocorretto
Abilità sempre più necessaria nelle esperienza CLIL, possiede tre componenti:
1. linguistica: si deve comprendere il testo e contemporaneamente prendere appunti che
devonp essere abbastanza chiari da essere poi riletti e interpretati. Gli appunti sono presi
nella stessalingua da cui provengonp, perché tentare di tradurli nella propria L1
comporterebbe troppo tempo
2. extralinguistica: frecce, sottolineature, segni vari, rimandi, ecc...
3. cognitiva: capacità di analisi delle informazioni (rilevante, accessorio)
In glottodidattica la parola "traduzione" indica due realtà: un' abilità linguistica delle più complesse
poiché implica comprensione e produzione, e una tecnica glottodidattica utilizzata per
acquisire/apprendere la lingua.
Da mezzo secolo la si considera una tecnica controproducente in quanto implica l'utilizzo della L1.
Questo dibattito non ha riguardato ovviamente le LC.
Certo tradurre esercita la morfosintassi e il lessico a discapito della sensibiltà e flessibilità dell'uso
della lingua, lavorando sulla intelligenza logico-matematica (Gardner) anziché linguistica.
La traduzione comunque è un processo lento, faticoso, oenalizzante per gli studenti che non hanno
ancora buoni strumenti linguistici e culturali ed è controproducente in quanto disabitua alle strategie
di aggiramento dell'ostacolo.
Ma per i livelli medio-alti rimane an-abilità da sviluppare per peserguire molteplici obiettivi:
serve a far riflettere (produrre metacompetenza)
p uno strumento per l'apprendimento e non per l'acquisizione
sviluppa i processi controllati e non quelli automatici
mira all'analisi dei testi e non alla produzione di questi
non è uno strumento di azione preagmatica, sociale, culturale, bensì di analisi e
comparazione socio-pragma-culturale e di riflessione interculturale
Non si è parlato dell'uso di tale tecnica come valutazione e verifica perché è la più inaffidabile di
tutte. Sicuramente utile per far emergere carenze lessiclai, morfosintattiche, ortigrafiche, ma anche
su questo vi sono tecniche molto più indicate.
Per motivare gli studenti in una pratica così difficile e faticosa il docente può:
• far tradurre testi psicologicamente rilevanti
• usare testi che vengano percepiti come fattibili, realizzabili
• rebdere il lavoro una forma di piacere di lavoro sulla lingua, di riflessione sulle proprie
competenze, di gara tra persone, coppie, gruppi o di cooperazione
• porla come forma più alta, complessa e sofisticata di sfida con se stessi
Si può ricorrere a dizionari e grammatiche solo dopo una primo tentaivo di traduzione svolto
lasciando le parti non comprese in bianco.
Modalità di traduzione
A- Traduzione scritta dalla lingua straniera o classica all'italiano
Lì'attenzione si concentra sia sulla lingua di partenza (LS/2/C) sia sulla ualità della lingua di arrivo,
l'italiano, contribuendo così all'educazione lingusitcia complessa. L'obiettivo primario è il lavoro sul
lessico nell'accezione più vasta. Otre questo, meno evidente, ma non meno importante, il lavoro
sulla sintassi del periodo, soprattutto nella ricollocazione delle subordinate in ordine diverso dal
testo originale.
B- Traduzione orale da testi scritti nella lingua straniera o classica all'italiano
Tecnica che innalza enormemente il filtro affettivo, è utile solo se intesa come sfida. L'analisi degli
errori ne è il momento fondamentale.
C- Traduzione dall'italiano alla lingua straniera o classica
È la tecnica tradizionale del metodo formalistico e grammaticale-traduttivo, appunto. Estremamente
difficle, può essere un'ottima sfida se intesa come gioco da fare una o due volte all'anno. La
traduzione in italiano focalizza l'attenzione sul lessico, quella verso una lingua straniera o classica
fa emergere soprattutto le difficoltà morfosintattiche.
Il dizionario monolingue sembra inadatto perché richiede percorsi di approssimazione molto
complicati. La scelta del testo anche è molto delicata e non troa alcuna giustificazione:
• testuale: il testo letterario è quello linguisticamente più complesso
• glottodidattica: è demotivante e non rafforza la produzione di LS "quotidiana"
D- Retrotraduzione
Si prende un testo ialiano tradotto in lingua straniera e lo si fa ritradurre in italiano, infine si
confrotnta. È possibile anche il percorso inverso.
E- Traduzione da una lingua non nativa a un'altra non natica (LS o LC)
Sembra essere molto motivante. Lo scopo non è solo linguistico, ma anzi soprattutto metodologico
F- Traduzione diacronica
Attività con scpo utilitaristico poiché rende più semplici da leggere dei testi italiani antichi. Se la
traduzione coinvolge poi tutte le lingue insegnate è molto proficua.
G- Traduzione di dialoghi di film stranieri
Breve scena di film con sottotitoli in lingua originale e traduzione. Nuoca visione della stessa scena
con sottotitoli in italiano e confronto
H- Traduzione di canzoni straniere
Se nel video il problema è l'equilibrio tra traduzione e labiale, nella canzone ha il problema della
metrica e dunque delle sillabe. È un'attività molto motivante e funziona con piccoli gruppi che
possono lavorare in orario extrascolastico e attraverso cabnali multimediali.
I- Traduzione di pubblicità televisiva
La pubblicità è un testo particolare per l'uso spregiudicato di figure retoriche, scarti linguistici,
sintesi tra parlato e cantato, giochi lingusitici, ecc... Ma è densa di elementi culturali e rende
comprensibili ed efficaci testi complessi che spesso durano pochi secondi.
Le attività specifiche per la riflessione culturale e interculturale soho poche, ma molto rilevanti,
sprattutto per l'itaL2 per immigrati poiché chiave di accesso ai processi di socializzazione. Anche
nelle LC la culturizzazione sta pian piano occupando il posto primario un tempo attribuito alla
morfosintassi. Insomma oggi lavorare sullalingua significa sempre piò lavorare sulla cultura che le
sta dietro.
Negli anni '30 e '40 Malinowsky e Firth (antropologo e antropolinguistica) individuano la cultura
come componente essenziale della SITUAZIONE in cui avviene la comunicazione. Negli anni '50 e
'60 Robert Lado effettua un passo glottodidattico fondamentale: la cultura è problema anche
situazionale, ma soprattutto comunicativo! In quanto caratterizza e modifica la natura e la forma
della comunicazione. Negli anni '70, con Hymes, la cultura, o meglio la competenza (inter)culturale
diventa componente essenziale della competenza comunicativa.
Nella seconda parte degli anni '80 infine emerge una nuova prosepttiva (Hofstede) proveniente da
studi aziandalistici: ogni persona ha un Software of the mind che include, tra i vari file, anche quelli
che costituiscono la competenza comunicativa e funzionano automaticamente all'interno dela
propria cultura. Vanno invece "scaricati" quelli delle altre e occorre sempre salvare in formato
interscambiabile (in informatica è il formato ".rtf")
Insegnare una cultura è possibile, anche se si 5ischia di stereotipare, ma come si fa ad insegnare una
competenza interculturale? Il problema è che essa stessa cambia in continuazione, si evolve, ecc...
quindi si può solo insegnare ad osservarla, creandosi una banca dati da aggiornare di volta in volta.
Le glottotecnologie sono essenziali in questo ambito, soprattutto audiovisive come film, talk show e
pubblicità. In breve sono state già trattate e sono: A3.14-15-16; A4.8-9; A6.8