Sei sulla pagina 1di 19

Modulo Pedagogia Sperimentale e Docimologia

Unità di studio Gli strumenti della valutazione


Prof.ssa Cinzia Angelini

Tirocinio Formativo Attivo - Università degli Studi Roma Tre - A.A. 2011/2012
OBIETTIVI FORMATIVI
In questa unità di studio impereremo a:
1. Individuare gli elementi che compongono un giudizio di valutazione
2. Classificare le prove di valutazione in base alle caratteristiche dello stimolo e della risposta
3. Costruire prove di valutazione strutturate e semistrutturate

INDICE DEI CONTENUTI DELL’UNITÀ


1. Gli elementi di un giudizio di valutazione
Esercitazione
2. La mediazione nel giudizio di valutazione
3. La tassonomia degli obiettivi
4. Le tipologie di strumenti
Esercitazione
5. Le prove strutturate di conoscenza
Esercitazione
6. Le prove semistrutturate di conoscenza
Esercitazione
7. Prove a basso grado di strutturazione
Esercitazione

Tirocinio Formativo Attivo - Università degli Studi Roma Tre - A.A. 2011/2012
1. Gli elementi di un giudizio di valutazione

Nei paragrafi precedenti è stato affrontato il tema generale della valutazione e delle sue finalità. Ora
invece vedremo quali sono le caratteristiche delle diverse prove di valutazione e come utilizzarle in
classe.
Un giudizio valutativo, sia esso numerico o verbale, riflette sempre l’apprezzamento espresso
dall’insegnante sulla prova fornita dall’allievo: se la prova è stata positiva, il giudizio lo sarà
altrettanto, e il contrario se la prova, in tutto o in parte, non ha corrisposto alle attese. Un giudizio di
valutazione, però, contiene anche elementi che vanno oltre ciò che l’allievo ha dimostrato di sapere.
Infatti, in una situazione didattica tradizionale ogni insegnante esprime un giudizio sulle prove che
deriva da una complessa serie di considerazioni, non tutte collegabili esclusivamente
all’apprendimento.
Questo ci porta quindi a considerare un giudizio di valutazione composto da più elementi. Vertecchi
(2003, pp. 21-23) propone di distinguere in tre gruppi gli elementi (fig. 1) che, in modo non sempre
uniforme e costante, si combinano nei giudizi di valutazione espressi dagli insegnanti:
1. gli elementi del primo gruppo riguardano ciò che si riferisce all’apprendimento, e cioè la
qualità e la quantità delle conoscenze acquisite, la capacità di esporre quanto è stato appreso
in modo corretto e preciso, di applicare le proprie competenze sia in contesti consueti (per
esempio, nello svolgimento di esercizi), sia in situazioni nuove (come sono quelle che
richiedono interpretazioni di qualche complessità, o la soluzione di problemi non riducibili a
semplici procedure di calcolo);
2. gli elementi del secondo gruppo si riferiscono agli aspetti affettivi e di relazione che si
riscontrano nel comportamento scolastico e riguardano il modo in cui un allievo mostra di
aderire a quanto gli viene proposto, la corrispondenza fra la sua condotta e le aspettative
degli insegnanti, i suoi atteggiamenti nei confronti della scuola. Poiché il giudizio viene
espresso in contesti collettivi, la qualità dell’apprezzamento risente del confronto fra le
caratteristiche di un allievo e quelle dei suoi compagni;
3. gli elementi del terzo gruppo, infine, riflettono caratteristiche degli allievi di origine non
scolastica, che possono essere di tipo intellettuale, affettivo e sociale. L’apprezzamento di
tali elementi può essere esplicito o implicito: è esplicito se chi esprime il giudizio ritiene di
dover tenere conto di fattori ambientali, delle condizioni socio-culturali delle famiglie degli
allievi, del loro livello di abilità mentale. È implicito (ed è la situazione più frequente)
quando gli insegnanti si formano un’idea delle caratteristiche degli allievi di origine non
scolastica attraverso segni esteriori, che sono percepiti anche se non si presta ad essi una
specifica attenzione (comportamenti, abbigliamento, modo di parlare costituiscono segni di
status che rivelano le condizioni di vita e, più in generale, delle esperienze non scolastiche).

Fig. 1 – Gli elementi di un giudizio di valutazione

Tirocinio Formativo Attivo - Università degli Studi Roma Tre - A.A. 2011/2012
Elementi  relativi   Elementi  che  si  riferiscono    
all’apprendimento   ad  aspetti  affettivi  e  di  relazione  
(che  cosa  è  stato  appreso,   (se  l’allievo  si  è  mostrato  
come  è  stato  esposto,  quali   disponibile,  se  si  è  impegnato,  
applicazioni   se    
sono  state  osservate  ecc.) ha  corrisposto  alle  attese  degli    
  insegnanti,  anche  per  confronto    
VALUTAZIONE  
con  i  compagni)

Elementi  riguardanti  caratteristiche  


degli  allievi  di  origine  non  scolastica  
(nel  comportamento  scolastico  degli  allievi    
si  colgono,  esplicitamente  o  implicitamente,    
aspetti  di  tipo  intellettuale,  affettivo  e  
sociale    
esterni  all’esperienza  scolastica,    
ma  collegabili  ad  essa)

Esercitazione

Riflettete ora sulla vostra esperienza. Raccontate un episodio valutativo vissuto quando eravate
allievi e provate a scomporlo nei tre gruppi individuati nel paragrafo precedente. Evidenziate gli
aspetti relativi a ciascun gruppo e spiegate se il giudizio espresso dall’insegnante è stato più o meno
pertinente con i singoli aspetti e perché.

2. La mediazione nel giudizio di valutazione

All’interno di un processo formativo, la valutazione assolve funzioni che si presentano numerose e


complesse. La stessa varietà si riflette nella numerosità degli strumenti disponibili, che devono
necessariamente essere adattati alla situazione specifica e a ciò che si intende rilevare in un dato
momento: secondo le necessità della verifica, ciascun tipo di prova, sia essa tradizionale o
formalmente e tecnicamente più complessa, può risultare utile. Occorre in ogni caso effettuare
alcune operazioni preliminari:
˗ stabilire con esattezza che cosa si vuole sottoporre a verifica (definizione degli obiettivi);
˗ costruire le prove in modo che sollecitino prestazioni direttamente collegate agli obiettivi di
apprendimento (validità della prova
˗ fare in modo che le informazioni che si ottengono siano chiare e non si prestino ad
interpretazioni ambigue, che possano cioè essere rilevate in maniera uniforme da osservatori
diversi con allievi diversi, se si seguono modalità ben definite (attendibilità della prova).

Se una prova è stata predisposta partendo da una accurata definizione degli obiettivi e
preoccupandosi di assicurare le necessarie caratteristiche di validità e di attendibilità, la verifica
risultante dalla somministrazione della prova agli allievi sarà obiettiva, nel senso che corrisponderà
Tirocinio Formativo Attivo - Università degli Studi Roma Tre - A.A. 2011/2012
ad un giudizio in cui fattori come l’intuitività e la casualità degli apprezzamenti saranno, se non
completamente superati, quanto meno limitati.
Proviamo a spiegare quanto appena affermato attraverso una prova di valutazione finalizzata ad
osservare una specifica abilità degli allievi. Obiettivo di una prova è fare in modo che gli allievi
dimostrino ciò che sanno fare in una maniera che possa essere apprezzabile da parte
dell’osservatore. In altre parole, che manifestino in modo evidente il risultato dell’apprendimento. È
ovvio – ma forse non sempre considerato – che la disponibilità degli allievi a sottoporsi alla prova è
conditio sine qua non perché la stessa abbia luogo. Se gli allievi non collaborano accettando la
prova ed impegnandosi a svolgerla, diventa impossibile stabilire se e che cosa abbiano imparato. La
disponibilità dell’allievo nei confronti della prova assicura che essa sia valida da un punto di vista
affettivo, e quindi che l’allievo sia disposto a fornire ad un osservatore esterno segni del suo
apprendimento.
La qualità di una prova, quindi, dipende dal modo in cui viene colmato lo spazio che intercorre fra
l’apprendimento e la sua manifestazione esterna (ossia la prestazione che l’allievo fornisce): occorre
perciò che la mediazione che si richiede all’allievo per manifestare ciò che sa sia semplice e poco
elaborata (in altre parole, che la prova sia stata accuratamente predisposta per rilevare un obiettivo
specifico).
Il percorso di verifica, però, non si conclude al termine della prestazione fornita dall’allievo. A
questa, infatti, segue l’attività dell’insegnante, il quale, partendo dalla manifestazione esterna
prodotta dall’allievo, deve risalire alla propria conoscenza, e confrontare questa con la prestazione
dell’allievo (fig. 2).
Si verificano, quindi, due mediazioni: la prima è quella attuata dall’allievo per rendere esplicito il
proprio apprendimento attraverso la prova; la seconda è quella attuata dall’insegnante quando
confronta la prestazione dell’allievo con la propria conoscenza. Da queste due mediazioni deriva il
giudizio di valutazione (Vertecchi, 2003, p. 153 e segg.).

Fig. 2 – Il percorso della valutazione

APPRENDIMENT Che  cosa  deve  fare  l’allievo?  Come  deve  tradurre  


O verso  l’esterno  il  suo  apprendimento?  
Da  ciò  dipende  la  validità  della  prova  
MEDIAZIONE  
DELL’ALLIEVO  
CARATTERISTICHE  DELLA  PROVA  
PRESTAZIONE

Come  rileva  l’insegnante  quanto  emerge  dalla  


MEDIAZIONE   prestazione  dell’allievo?  Dispone  di  un  criterio  
DELL’INSEGNAN predefinito?  È  in  grado  di  effettuare  
TE misurazioni?  Dalle  risposte  a  questi  quesiti  
dipende  l’attendibilità  della  prova
VALUTAZIONE

Fonte: Vertecchi, 2003, p. 154

Tirocinio Formativo Attivo - Università degli Studi Roma Tre - A.A. 2011/2012
3. La tassonomia degli obiettivi

Come si è detto poc’anzi, nell’impostare la verifica l’insegnante è tenuto a stabilire che cosa
desidera rilevare attraverso la o le prove. Occorre, perciò, definire gli obiettivi dell’apprendimento,
intendendo con il termine obiettivo la manifestazione dell’apprendimento, l’esito della mediazione
che l’allievo compie per rendere osservabili le abilità e le conoscenze che ha acquisito.
Un punto di riferimento necessario in questo senso è la tassonomia degli obiettivi elaborata negli
anni cinquanta del Novecento da un gruppo di lavoro guidato da B. S. Bloom. Mettendo a confronto
migliaia di giudizi formulati da diverse commissioni esaminatrici, Bloom e il suo gruppo
individuarono le categorie utilizzate più frequentemente e le ordinarono secondo una scala crescente
di complessità. Il risultato fu una tassonomia costituita da sei livelli, conoscenza, comprensione,
applicazione, analisi, sintesi e valutazione, ognuno dei quali suddiviso in numerosi sottolivelli.
Il modello si caratterizza per la facile traducibilità, in chiave didattica, degli obiettivi che, come si è
detto, vanno dal più semplice al più complesso (Vertecchi, 2000).
Disporre di una tavola di obiettivi ben organizzata concorre a rendere sistematica la valutazione, a
non trascurare aspetti importanti dell’apprendimento. Il fatto che gli obiettivi siano classificati
secondo un ordine gerarchico agevola l’analisi dell’apprendimento conseguito dagli allievi: chi non
possiede una terminologia appropriata è difficile che sappia fornire descrizioni accurate, e chi non è
in grado di effettuare generalizzazioni è improbabile che riesca a risolvere un problema. In altri
termini, ogni livello presuppone l’acquisizione del livello inferiore, e ogni categoria riguarda una
capacità più complessa e comprensiva di quella che la precede.
Si tratta, appunto, di una tassonomia, e non di una semplice classificazione, in quanto l’ordine
istituito tra i termini corrisponde all’ordine reale tra i fenomeni rappresentati in quei termini
(Pontecorvo, 1973, pp. 42-48). Il presupposto è che è possibile specificare in un numero
relativamente ridotto di classi le finalità generali del processo educativo.
Gli obiettivi sono i seguenti:
1. Conoscenza (capacità di rievocare materiale memorizzato): si esprime nella capacità di
ricordare: a) dati particolari (nomi, date, fatti, simboli); b) metodi, criteri, classificazioni
(modalità di trattare i dati); c) principi, leggi, teorie (dati generali, astrazioni);
2. Comprensione (facoltà di afferrare il senso di una informazione e di saperla
trasformare): si esprime nella capacità di cogliere il senso di una informazione e di
saperla trasformare. Si declina nelle seguenti sottocategorie: a) traduzione o trasposizione
(in altra forma o altra lingua); b) interpretazione (dei dati di una tabella o del livello di
generalizzazione di una serie di frasi); c) estrapolazione (estensione delle tendenze,
inferenze, implicazioni);
3. Applicazione (impiego di materiale conosciuto per risolvere problemi nuovi): è la
capacità di trovare e applicare il metodo, il principio, l’elemento astratto adeguato nella
risoluzione di un problema nuovo; o di utilizzare quanto appreso/compreso in situazioni
specifiche della vita reale;
4. Analisi (separazione degli elementi costitutivi di una comunicazione così da evidenziarne i
rapporti): si esprime nella capacità di individuare la gerarchia delle idee in un argomento e
di esplicitarne le relazioni. Le sottocategorie sono: a) analisi degli elementi (identificazione
degli elementi in una comunicazione o dei presupposti impliciti); b) analisi delle relazioni
(riconoscimento dei collegamenti e delle interazioni, come la verifica della validità di
un’ipotesi in rapporto ad informazioni date); c) analisi dei principi organizzativi
(individuazione della struttura implicita ed esplicita di una comunicazione, ad esempio la

Tirocinio Formativo Attivo - Università degli Studi Roma Tre - A.A. 2011/2012
capacità di cogliere il punto di vista dell’autore da un testo);
5. Sintesi (riunione di elementi al fine di formare una nuova struttura organizzativa e
coerente): è la capacità di organizzare le parti di un tutto, di costruire un modello o una
struttura non precedentemente dati, di mettere insieme elementi per comporre un insieme
organizzato. Si suddivide in: a) produzione di un’unica comunicazione (un saggio, un
racconto); b) predisposizione di un piano o di un insieme di operazioni (modalità di
verifica di un’ipotesi); c) composizione di un insieme di relazioni astratte per spiegare
fenomeni particolari (formulare ipotesi alla base di alcuni fattori e modificarle alla luce di
nuovi fattori);
6. Valutazione (formulazione di giudizi di materiale e/o metodi in base a criteri espliciti): è
la capacità di esprimere giudizi riferiti al modo in cui contenuti e /o metodi rispondono a
criteri dati, i quali possono essere: a) criteri interni (valutazione dell’esattezza di una
comunicazione in base ai nessi logici o alla coerenza); b) criteri esterni (valutazione di
materiale in base a criteri predefiniti).
Lo scopo fondamentale della tassonomia di Bloom (fig. 3) è quello di indicare, a chi deve misurare
il profitto e verificare l’apprendimento, che cosa si sta effettivamente misurando, quale capacità
viene manifestata nella risposta ad un quesito o nella soluzione di un problema, qual è il livello di
complessità generale di una prova di verifica.

Fig. 3 – La tassonomia degli obiettivi di Bloom  


Gradi  e  specificazione    
Esempi  di  verbi   Esempi  di  oggetti  
della  tassonomia  
 
1.  Conoscenza    (capacità  di  rievocare  materiale  memorizzato)  
 
1.1  Conoscenza  di  elementi   Riconoscere,  identificare,   Vocaboli,  terminologie,  
specifici   descrivere,  elencare,  definire,   significati,  definizioni,  nomi,  
nominare,  ripetere,  rievocare,   date,  avvenimenti,  personaggi,  
distinguere,  citare   luoghi,  fenomeni,  informazioni,  
fonti,  caratteristiche,  proprietà  
1.2  Conoscenza  di  modi  e   Riconoscere,  identificare,   Forme,  convenzioni,  usi,  regole,  
mezzi  per  usare  gli  elementi   descrivere,  elencare,  definire,   metodi,  mezzi,  simboli,  processi,  
specifici   nominare,  ripetere,  rievocare,   sviluppi,  relazioni,  categorie,  
distinguere,  citare   criteri,  tecniche,  procedimenti  
1.3  Conoscenza  di  dati   Riconoscere,  identificare,   Principi,  leggi,  enunciati,  
universali  e  astrazioni   descrivere,  elencare,  definire,   formule,  generalizzazioni,  
nominare,  ripetere,  rievocare,   implicazioni,  teorie,  
distinguere,  citare   interrelazioni,  strutture,  modelli  
 
2.  Comprensione  (capacità  di  afferrare  il  senso  di  una  informazione  e  di  saperla  trasformare)  
 
2.1  Trasposizione   Tradurre,  trasformare,   Significati,  definizioni,  
riassumere,  rappresentare,   astrazioni,  rappresentazioni,  
modificare,  riscrivere,  ridefinire   parole,  frasi,  concetti  
2.2  Interpretazione   Interpretare,  riorganizzare,   Pertinenze,  relazioni,  fatti,  
risistemare,  distinguere,  stabilire,   aspetti,  opinioni,  conclusioni,  
spiegare,  dimostrare   metodi,  teorie,  astrazioni  
Tirocinio Formativo Attivo - Università degli Studi Roma Tre - A.A. 2011/2012
2.3  Estrapolazione   Inferire,  prevedere,  differenziare,   Conseguenze,  implicazioni,  
determinare,  estendere,  dedurre,   conclusioni,  sviluppi,  significati,  
completare,  stabilire   corollari,  effetti,  probabilità  
 
3.  Applicazione  (impiego  di  materiale  conosciuto  per  risolvere  problemi  nuovi)  
 
3.1  Applicazione   Applicare,  generalizzare,   Principi,  leggi,  regole,  metodi,  
collegare,  sviluppare,   sistemi,  relazioni,  teorie,  
organizzare,  utilizzare,  impiegare,   modelli,  criteri,  tecniche,  
trasferire,  eseguire     procedimenti,  astrazioni,  leggi    
 
4.  Analisi  (separazione  degli  elementi  costitutivi  di  una  comunicazione  così  da  evidenziarne  i  
rapporti)  
 
4.1  Analisi  di  elementi   Distinguere,  scoprire,   Elementi,  ipotesi,  conclusioni,  
identificare,   enunciati,  particolarità,  
discriminare,riconoscere,   proprietà,  aspetti,  
separare,  scomporre,  individuare   caratteristiche  
4.2  Analisi  di  relazioni   Analizzare,  scoprire,  identificare,   Relazioni,  pertinenze,  errori,  
distinguere,  dedurre,  riconoscere   funzioni,  cause,  assunti,  effetti  
4.3  Analisi  di  principi   Analizzare,  scoprire,  identificare,   Forme,  scopi,  tecniche,  leggi,  
organizzativi   distinguere,  dedurre,  riconoscere   principi,  costanti,  metodi,  
sistemi,  teorie,  modelli,  criteri,  
procedimenti,  organizzazioni  
 
5.  Sintesi  (riunione  di  elementi  al  fine  di  formare  una  nuova  struttura  organizzativa  e  
coerente)  
 
5.1  Produzione  di   Scrivere,  raccontare,  riferire,   Prodotti,  esecuzioni,  
comunicazioni  uniche   documentare,  produrre,   comunicazioni,  lavori,  
costruire,  creare,  riassumere,   composizione,  opere  
comporre  
5.2  Elaborazione  di  piani   Proporre,  pianificare,   Piani,  obiettivi,  operazioni,  
d’azione   organizzare,  produrre,  creare,   progetti,  specificazioni,  metodi,  
costruire,  progettare,  elaborare,   soluzioni,  procedimenti,  
formulare   tecniche  
5.3  Derivazione  di  insieme  di   Produrre,  derivare,  sviluppare,   Classificazioni,  concetti,  schemi,  
relazioni  astratte   organizzare,  elaborare,   generalizzazioni,  teorie,  
sintetizzare,  formulare,   relazioni,  modelli,  astrazioni,  
generalizzare,  combinare,   ipotesi,  sistemi,  criteri,  leggi  
ricavare  
 
6.  Valutazione  (formulazione  di  giudizi  di  materiale  e/o  metodi  in  base  a  criteri  espliciti)  
 
6.1  Valutazione  in  termini  di   Valutare,  determinare,  giudicare,   Esattezze,  pertinenze,  
evidenza  interna   decidere,  stimare,  misurare,   correttezze,  errori,  

Tirocinio Formativo Attivo - Università degli Studi Roma Tre - A.A. 2011/2012
individuare,  correggere   incongruenze,  difetti,  
imprecisioni,  sofismi  
6.2  Valutazione  in  funzione  di   Giudicare,  considerare,  valutare,   Fini,  mezzi,  procedimenti,  
criteri  esterni   decidere,  stimare,  misurare,   efficienza,  economia,  validità,  
correggere,  determinare,  criticare   attendibilità,  utilità,  piani  di  
azione,  teorie,  modelli,  progetti    
Fonte: De Angelis-Fizzarotti, 1999, pp. 32-34
 

4. Le tipologie di strumenti

Le diverse tipologie di prove di valutazione consentono di soddisfare in varia misura l’esigenza di


assicurare la validità e l’attendibilità degli apprezzamenti che riguardano le prestazioni degli allievi.
Spetta agli insegnanti decidere, di volta in volta, quale prova è più opportuno proporre, sulla base di
una precisa consapevolezza delle sue caratteristiche.
Una prova di valutazione, come si è detto, consiste in una situazione artificiale nella quale l’allievo
riceve una sollecitazione (stimolo) a manifestare il suo apprendimento (risposta). Sulla base della
modalità in cui si fornisce lo stimolo, è possibile operare una prima classificazione delle prove, che
possono essere a stimolo chiuso o a stimolo aperto. Nel primo caso, l’allievo dovrà limitarsi a
fornire una risposta univoca allo stimolo ricevuto (ad esempio, eseguire un calcolo matematico,
completare un brano con le parole mancanti ecc.). Quando invece lo stimolo è aperto, l’allievo è
libero di organizzare la risposta.
Le prove di valutazione1, però, si classificano anche in base alle modalità in cui l’allievo può
elaborare la risposta, anch’esse distinte in risposta aperta e risposta chiusa. È aperta la risposta in
cui l’allievo articola liberamente un proprio pensiero, è chiusa la risposta che non consente
deviazioni rispetto al percorso indicato nello stimolo.
Da una combinazione tra i vari criteri di classificazione, è possibile giungere a quattro tipologie di
prove:
- a stimolo chiuso e risposta chiusa: rientrano in questa tipologia prove strutturate come gli
esercizi scolastici di tipo addestrativo (di grammatica, di sintassi, di soluzione di problemi a
percorso obbligato ecc.) e le «prove oggettive di profitto» o «prove strutturate di
conoscenza». I primi (gli esercizi) sostanzialmente sollecitano la capacità di riprodurre un
modello (è possibile risolvere un problema di matematica che richieda l’applicazione di una
formula anche senza che si sia compreso di che cosa si tratta a condizione che i passaggi
richiesti vengano eseguiti nell’ordine corretto), mentre con le prove strutturate è possibile
sollecitare diverse capacità, da quelle più semplici, come il riconoscimento, a quelle più
complesse, come la comparazione, la discriminazione, la valutazione di contesti
caratterizzati da molti fattori;
- a stimolo chiuso e risposta aperta: è una tipologia di prova caratterizzata da uno stimolo
costituito da una serie di questioni fra loro collegate, tali che per ciascuna di esse sia
possibile predefinire precise condizioni di adeguatezza della prestazione. Agli allievi si
richiede di sviluppare le risposte in un tempo e in uno spazio determinati. In questo caso, lo
stimolo, chiuso, corrisponde ad una precisa ipotesi circa la risposta che si intende sollecitare;
e la risposta si manifesta effettivamente solo se l’allievo è capace di organizzarsi a questo
1
Nelle pagine che seguono saranno inseriti solo alcuni esempi di prove. Per approfondimenti, è disponibile
in rete il libro di A. Visalberghi, Misurazione e valutazione nel processo educativo.
Tirocinio Formativo Attivo - Università degli Studi Roma Tre - A.A. 2011/2012
scopo. Esempi di prove di questo gruppo sono il saggio breve, alcuni tipi di attività di
ricerca, di esperienze di laboratorio ecc.;
- a stimolo aperto e risposta aperta: si tratta soprattutto delle prove di tipo
tradizionale, come l’interrogazione orale e il tema scritto. Lo stimolo consiste nel fornire
all’allievo una traccia all’interno della quale egli deve sapersi orientare. L’allievo elabora la
risposta facendo ricorso alla sua capacita di argomentare, raccogliendo le conoscenze che
possiede nell’area indicata o in aree limitrofe ecc.;
- a stimolo aperto e risposta chiusa: è una combinazione stimolo-risposta che dà
luogo a situazioni di verifica improprie e include quelle prove in cui la risposta è apparente o
consiste solo in una adesione affettiva. Un esempio può essere una interrogazione in cui
l’insegnante propone una questione, la sviluppa, e si accontenta che l’allievo completi il suo
pensiero, oppure approvi con convinzione quanto egli afferma. Dal punto di vista della
verifica dell’apprendimento, una prova così condotta non fornisce alcuna indicazione utile
(per questa ragione, non sarà approfondita nei paragrafi successivi).

Esercitazione

Riflettete ancora sulla vostra esperienza. Raccontate quattro episodi della vostra vita scolastica
corrispondenti a quattro situazioni valutative, ognuna caratterizzata da una delle possibilità esposte
nel paragrafo che avete appena letto. Esprimete le vostre considerazioni in riferimento alle
situazioni raccontate osservandole dalla prospettiva dell’allievo e dalla prospettiva dell’insegnante.

5. Le prove strutturate di conoscenza

Limitare la soggettività del correttore, ossia l’espressione di considerazioni individuali e perciò


variabili da un correttore all’altro o nello stesso correttore in tempi successivi, non è facile. La
situazione ideale vorrebbe che l’apprezzamento di una prova fosse il più possibile vicino
all’oggettività, quindi ad un risultato che si presenti indifferenziato indipendentemente dal
correttore. L’unica situazione in cui ciò sia effettivamente possibile è rappresentata dalle prove a
stimolo e risposta chiusi.
Queste prove si caratterizzano per una accurata strutturazione dello stimolo e per la predefinizione
delle risposte. Vengono definite prove oggettive perché consentono interpretazioni univoche delle
prestazioni fornite dagli allievi. Si evita, così, di incorrere in quanto si diceva poc’anzi, cioè nel
rischio che i correttori applichino dei criteri di correzione basati sulla propria soggettività. Si tratta,
in altri termini, di prove attendibili, poiché indipendentemente dal correttore, le misure che si
ricavano da ogni prova sono sempre le stesse. Chi predispone la prova, invece, decide la finalità
della stessa e ne definisce la qualità degli stimoli, i comportamenti da sollecitare, gli elementi da far
emergere (Vertecchi, 2012).
L’elevata strutturazione permette di ridurre al minimo la mediazione dell’allievo nel manifestare il
suo apprendimento, e quella dell’insegnante nell’apprezzarlo. Perciò, una volta individuati gli
obiettivi dell’apprendimento da verificare, attraverso le prove strutturate si fornisce uno stimolo
specifico al quale l’allievo risponde con una prestazione altrettanto specifica.
Una prova strutturata di conoscenza è solitamente composta da quesiti (item), ai quali sia possibile
rispondere in modo univoco, o comunque non equivocamente interpretabile. Generalmente le
risposte sono già formulate, e gli allievi si limitano ad indicare quelle che considerano corrette. La
prova deve poter essere effettuata collettivamente e in un tempo contenuto. Ogni allievo riceverà
Tirocinio Formativo Attivo - Università degli Studi Roma Tre - A.A. 2011/2012
quindi la propria copia, sulla quale indicherà le sue risposte secondo le modalità che saranno fornite
dall’insegnante (come si calcola il punteggio, quanto tempo dura la prova, cosa fare in caso di
modifica di una risposta ecc.).
I quesiti possono essere di tipi diversi:
- vero/falso: si propone un’affermazione e si chiede agli allievi di indicare se è vera o falsa
(fig 4); oppure si propone una serie di affermazioni, dalla quale l’allievo dovrà eliminare
quelle errate rispetto ad uno specifico argomento. Gli item di tipo vero/falso sono utili
soprattutto in prove finalizzate ad accertare le conoscenze apprese, ma sono sconsigliabili in
prove di verifica più impegnative perché, trattandosi di scegliere tra due alternative, le
probabilità di fornire la risposta giusta pur senza conoscerla sono molto elevate;

Fig. 4 – Esempi di quesiti vero/falso


Secondo  la  Costituzione  italiana,  l’Italia  è  una  Repubblica  democratica  fondata  sul   V F
lavoro.
L’allievo  fornirà  la  risposta  corretta  tracciando  un  segno  sulla  V  

Roma  è  la  capitale  d’Italia  dal  1861.   V F


In  questo  caso,  la  risposta  corretta  sarà  la  F  
 

- a scelta multipla con una o due soluzioni: un item a scelta multipla è composto da una
premessa (quesito o affermazione da completare) e da alcune risposte, solitamente quattro o
cinque, tra le quali l’allievo deve indicare quella o quelle corrette. Le alternative di risposta
errate, i cosiddetti distrattori, non devono essere del tutto infondate, ma apparire verosimili.
Tutte le alternative di risposta, giuste o sbagliate che siano, devono presentare la stessa
struttura sintattica, la stessa forma (evitare alternanze tra formulazioni negative e positive) e
avere una lunghezza equivalente. L’allievo indica la sua risposta segnando la lettera che
contraddistingue l’alternativa selezionata (nell’esempio che segue, la lettera e). Una variante
di questo tipo di prova consiste nel fornire una sequenza di affermazioni tra loro collegabili
e chiedere all’allievo di organizzarle secondo un criterio prestabilito;

Fig. 5 – Esempio di quesito a scelta multipla


Si  ha  una  induzione  per  variazione  concomitante  quando  
a)   la  variazione  dei  fattori  può  essere  attribuita  al  prospettarsi  fortuito  di  concause  in  
grado  di  determinare  un  risultato
b)   la  crescita  di  un  fattore  supera  quanto  previsto  nella  formulazione  dell’ipotesi
c)   la  diminuzione  di  un  fattore  corrisponde  alla  mancata  verifica  di  un’ipotesi
d)   al  crescere  di  un  fattore  corrisponde  una  variazione  dello  stesso  segno  di  un  altro    
e)   al  crescere  o  al  diminuire  di  un  fattore  corrisponde  una  variazione  di  un  altro,  di  segno  
uguale  o  contrario.      
Esempio tratto da Vertecchi, 2003, p. 210.

- brano da completare: si tratta di un brano di senso compiuto dal quale sono state eliminate
parole o espressioni significative la cui ricollocazione all’interno del testo richiede una
competenza specifica sui contenuti del brano stesso. Le lacune che si creano con
Tirocinio Formativo Attivo - Università degli Studi Roma Tre - A.A. 2011/2012
l’eliminazione delle parole non devono creare difficoltà nell’individuazione del contenuto: si
eviterà, quindi, di sopprimere elementi come nomi propri, date, riferimenti geografici.
D’altro canto, però, per non consentire un facile riempimento delle lacune attraverso
riferimenti di genere, numero, forma grammaticale, si presterà attenzione affinché tra le
parole da reintegrare non ci siano casi isolati: per ogni lacuna, occorre fornire più di una
possibile integrazione. Perciò in calce al brano sarà fornito un elenco di parole
sovrabbondante rispetto a quelle da reinserire, in modo che l’allievo abbia più possibilità di
soluzione. Questo tipo di prova è utilizzabile per verificare la capacità dell’allievo di
utilizzare il lessico, ricostruire una esposizione, stabilire i nessi sequenziali tra diversi
concetti;

Fig. 6 – Esempio di quesiti a completamento


La   storia   del   processo   di   civilizzazione   coincide   con   la   storia   dell’________,   in   quanto   la   crescita  
degli  uomini  e  delle  ________  è  strettamente  legata  ad  un  processo  di  organizzazione  nel  quale,  
attraverso  sia  l’adattamento  all’esistente  sia  il  __________  dello  stesso,  si  sviluppa  un  processo  di  
_________   e   innovazione   che,   mentre   conferma   la   stabilità   del   conseguito,   apre  
responsabilmente   alle   novità.   Sotto   tale   profilo,   la   storia   dell’educazione   è   effettivamente  
quella   della   civiltà   e   viceversa,   ed   è   possibile   analizzare   ogni   ________   di   sviluppo   civile   sub  
specie   educationis.   Vero   è,   però,   che   tale   processo   solo   in   un   certo   momento   della   storia  
diventa  per  così  dire  ________  e  capace  di  essere  teorizzato.  
(1)  popolazioni;  (2)  società;  (3)  miglioramento;  (4)  assimilazione;  (5)  educazione;  (6)  
cambiamento;  (7)  fenomeno;  (8)  consapevole;  (9)  evoluzione.
Brano tratto da H. Cavallera, Storia della Pedagogia, Brescia, Editrice La Scuola, 2009, p. 11.

- corrispondenze: si forniscono agli allievi due elenchi di elementi tra i quali è possibile
creare delle coppie sulla base di una relazione specifica. Anche qui, come nei casi
precedenti, per evitare facili soluzioni intuitive, uno dei due elenchi sarà sovrabbondante
rispetto all’altro.

Fig. 7 – Esempio di quesiti a corrispondenza


Nella  colonna  di  sinistra  sono  elencati  i  nomi  di  alcuni  stati;  nella  colonna  di  destra  i  nomi  di  
importanti  città.  Collega  ogni  stato  alla  sua  capitale.  
Germania     Praga  
Istanbul      
Cina  
Bonn        
Malesia     Ankara  
Pechino  
Argentina  
Buenos  Aires  
Islanda   Ottawa    
Shanghai        
Repubblica  Ceca  
Toronto  
Turchia   Berlino  
Kuala  Lumpur  
Canada
Reykjavik

In generale, è possibile correggere le domande a risposta chiusa utilizzando una chiave di


correzione costituita da un elenco preformulato delle risposte corrette con cui confrontare le
risposte fornite dall’allievo (Trinchero, 2002).
Tirocinio Formativo Attivo - Università degli Studi Roma Tre - A.A. 2011/2012
Esercitazione

Immaginate ora di dover preparare un compito in classe. Costruite una serie di prove a stimolo
chiuso e risposta chiusa su un argomento a vostra scelta. Dovete procedere rispettando i seguenti
passaggi:
- individuazione della classe (secondaria inferiore o secondaria superiore? Quale anno? Nel
caso della superiore, quale tipo di scuola?);
- scelta dell’argomento (deve essere pertinente con il livello della classe individuata);
- preparazione del compito (individuate gli obiettivi dei quesiti facendo riferimento alla
tassonomia di Bloom; predisponete le chiavi per la correzione; stabilite il punteggio da
attribuire alle risposte).

6. Le prove semistrutturate di conoscenza

Sono quelle prove che presentano uno stimolo chiuso e richiedono una risposta aperta. In realtà, si
tratta di una risposta solo apparentemente aperta, poiché all’allievo si richiede di produrre delle
abilità o delle sequenze logico-operative predefinite (Vertecchi, 2012). È proprio lo stimolo a
limitare l’autonomia dell’allievo nel fornire la risposta: l’enunciato, infatti, è costruito in modo da
contenere solo gli elementi da utilizzare per il procedimento di risoluzione e non si lascia spazio a
produzioni che sollecitino un’organizzazione originale del contenuto della risposta.
Rientra in questa categoria il saggio breve. Anche in questo caso, è necessario definire a priori quali
sono le abilità da monitorare. L’insegnante suddivide l’argomento generale in un certo numero di
questioni sulle quali gli allievi devono argomentare le risposte. Per evitare digressioni e
divagazioni, la traccia, oltre a non presentare ambiguità, deve contenere anche i criteri ai quali
attenersi per svolgere la prova in modo corretto (numero di righe, durata della prova ecc.).
Il saggio breve offre numerosi vantaggi. Innanzi tutto, perché consente di ottenere prove più
omogenee dal momento che tutti gli allievi sono sottoposti alle stesse domande. In secondo luogo,
perché è semplice e veloce da correggere. Per ogni quesito, infatti, il docente può predisporre una
risposta criterio nella quale vengono elencati gli elementi che devono essere contenuti e sviluppati
da chi risponde.
La fig. 8 riporta un esempio di stimolo chiuso/risposta aperta tratto dalle prove PISA con
l’indicazione dei criteri per la correzione delle risposte.
Per assicurare una buona attendibilità alle valutazioni di questa tipologia di prove, è necessario
predisporre in anticipo una griglia di correzione (fig. 9) nella quale si distingueranno le diverse parti
della prova; per ciascuna parte, si individueranno gli obiettivi e si stabilirà quali operazioni ne
provano il raggiungimento, si attribuirà un peso alle varie operazioni attese, e si procederà con
l’assegnazione dei punteggi parziali che, sommati, daranno il punteggio complessivo (Trinchero,
2002).

Tirocinio Formativo Attivo - Università degli Studi Roma Tre - A.A. 2011/2012
La figura 1 mostra i cambiamenti di livello del lago Ciad, nel Nord Africa sahariano. Il lago Ciad è scomparso
completamente intorno al 20.000 a.C., durante l’ultima era glaciale. È ricomparso intorno all’11.000 a.C.
Oggi, il suo livello corrisponde all’incirca a quello che aveva nel 1000 d.C.

c.4000 a.C.
60 Lago Ciad:
cambiamenti di livello
50 Oggi
profondità in metri

40

30

20

10

2000 aC
6000 aC
aC

4000 aC

1000 dC
8000

0
10.000 aC

Figura 1

Domanda 3B: IL LAGO CIAD

Perché l’autore ha scelto di iniziare il grafico da quell’anno?

................................................................................................................................................

................................................................................................................................................

IL  LAGO  CIAD:  INDICAZIONE  PER  LA  CORREZIONE  D3B    


Punteggio  pieno    
Codice  1:  Fa  riferimento  alla  ricomparsa  del  lago.    
˗ Il   lago   Ciad   è   ricomparso   nell’11.000   a.C.,   dopo   essere   completamente   scomparso   intorno   al   20.000  
a.C.    
˗ Il  lago  è  scomparso  nell’era  glaciale  ed  è  ricomparso  pressappoco  in  questo  periodo.    
˗ È  ricomparso  allora.    
˗ È  ricomparso  all’incirca  nell’11.000  a.C.    
˗ Poi  il  lago  è  riapparso  dopo  essere  scomparso  per  9.000  anni.    
Tirocinio Formativo Attivo - Università degli Studi Roma Tre - A.A. 2011/2012
Nessun  punteggio    
Codice  0:  Altro.    
˗ È  quando  cominciarono  ad  apparire  gli  animali.    
˗ L’11.000  a.C.  è  quando  gli  esseri  umani  hanno  cominciato  a  praticare  l’arte  rupestre.    
˗ L’11.000  a.C.  è  quando  il  lago  è  apparso  (la  prima  volta).    
˗ Perché  in  quel  periodo  il  lago  Ciad  era  completamente  prosciugato.    
˗ Perché  quello  è  il  primo  segno  sul  grafico.    
Codice  9:  Non  risponde.  
Fig. 9 – Esempio di griglia per la correzione di un saggio breve
DOMANDA  1   PUNTI  
L’allievo:   L’allievo:   L’allievo:  
-­‐ non  risponde;     -­‐ risponde  in  modo   -­‐ risponde  in  modo  
-­‐ risponde  in   sintetico;     pertinente  
modo   -­‐ mostra  di  conoscere   mostrando  
inappropriato   l’autore/l’argoment padronanza  
dimostrando   o  solo  nei   dell’argomento;  
una   presupposti   -­‐ colloca  
padronanza   generali;   l’autore/l’argoment
Conoscenze   1-­ 1,5-­
0,5   scarsa   -­‐ risponde   o  nel  periodo  di  
disciplinari   1,5   2  
dell’argomento correttamente  al   riferimento;  
;   quesito  ma  non   -­‐ conosce  l’autore  o  
-­‐ non  conosce   approfondisce.   l’opera/le  opere  di  
l’autore  o   riferimento  
l’opera/le   dell’argomento.  
opere  di  
riferimento  
dell’argomento.  
L’allievo:   L’allievo:   L’allievo:  
-­‐ non  motiva  la   -­‐ presenta   -­‐ argomenta  la  
propria   l’argomento  in  modo   propria  risposta  in  
risposta;   corretto  ma   modo  plausibile;  
-­‐ espone  il   superficiale;   -­‐ espone  il  contenuto  
Capacità    
contenuto  ma   1-­ -­‐ espone  l’argomento   1,5-­ in  modo  critico  
di  analisi  e  di   0,5
non  lo  mette  in   1,5   in  modo  nozionistico   2   mettendolo  in  
argomentazione
relazione   senza  evidenziare  il   relazione  all’autore,  
all’autore,  al   rapporto  con   al  contesto,  al  
contesto,  al   l’autore,  il  contesto  o   periodo  di  
periodo  o  di   il  periodo  di   riferimento.  
riferimento.   riferimento.        
L’elaborato   L’elaborato:  
presenta:     -­‐ è  scritto  in  modo  
-­‐ errori  di   corretto  (non  ci  
ortografia  e   sono  errori  di  
Uso  della  lingua  
0,5   grammatica;     1   ortografia  e  
italiana  
-­‐ mancato  uso  di   grammatica);    
terminologia   -­‐ presenta  scelte  
appropriata.   lessicali  
appropriate.  

TOTALE

La risposta ad ogni domanda sarà valutata utilizzando la scheda. Prendendo come punto di riferimento i
descrittori, si attribuirà alla risposta il punteggio raggiunto nell’esercizio delle diverse capacità. In orizzontale
Tirocinio Formativo Attivo - Università degli Studi Roma Tre - A.A. 2011/2012
si scriverà il punteggio parziale, in verticale la somma dei parziali darà il punteggio complessivo attribuito alla
domanda (nell’esempio corrispondente, per le conoscenze disciplinari da 0,5 a 2 punti; per la capacità di analisi
e di argomentazione da 0,5 a 2 punti; per l’uso della lingua italiana da 0,5 a 1 punto. Il punteggio massimo per
ogni risposta è di 5 punti).

Esercitazione

Senza cambiare classe ma cambiando argomento, preparate ora una prova a saggio breve indicando:
- l’argomento generale da sviluppare nella prova;
- un elenco di dieci domande con l’indicazione, per ciascuna di esse, del numero massimo di
righe a disposizione per la risposta;
- le istruzioni per lo svolgimento della prova (durata, numero minimo di domande alle quali
rispondere, criteri per la correzione/peso di ogni domanda);
- le risposte criterio.

7. Prove a basso grado di strutturazione

Tra le prove a stimolo e risposta aperti rientrano quelle di tipo tradizionale come il tema scritto e
l’interrogazione orale. In entrambi i casi, si fornisce all’allievo uno stimolo ampio, relativo ad
un’area tematica all’interno della quale egli deve sapersi orientare. L’allievo, a sua volta, organizza
la risposta ricorrendo alle proprie conoscenze e alla capacità di argomentare.
Di solito non si pongono limiti rigidi alla lunghezza di quanto viene prodotto dall’allievo.
Queste sono le tipologie di prove in cui è più probabile che la valutazione risenta di criteri
improntati sulla soggettività. Sono quindi prove scarsamente affidabili perché non basate su criteri
di validità (non rilevano adeguatamente ciò che l’insegnate si propone) e di attendibilità (sono
incostanti nei risultati). Ad esempio, nelle interrogazioni orali la serie di domande poste all’allievo è
spesso tratta casualmente dagli argomenti da esaminare e quindi non rappresentativa dei contenuti
sottoposti a verifica, né attenta agli obiettivi e alle competenze da rilevare.
Un altro problema è legato alla formulazione dei quesiti, che se non ben articolata, può non risultare
chiara o pilotare la risposta. Inoltre, per evitare di ripetere le stesse domande in interrogazioni
successive e di agevolare, di conseguenza, gli ultimi interrogati, si tende a variare la sequenza di
domande senza tener conto della variabilità dell’indice di difficoltà.
Possono interferire nella valutazione anche effetti di selezione legati alla memoria e all’attenzione
dell’insegnante, che potrebbe prendere in considerazione solo gli elementi che più l’hanno colpito/a,
oppure interpretazioni dovute all’opinione che l’insegnante ha dell’allievo.
Rispetto al tema, le critiche provenienti dalla ricerca didattica sono numerose. Il tema non sarebbe
in grado di sollecitare le capacità di produzione scritta degli allievi perché avviene in situazioni non
spontanee e su argomenti che possono comportare un coinvolgimento emotivo diverso tra allievo e
allievo. Molto discusse sono anche le modalità di correzione della prova, perché spesso manca un
elenco di criteri a cui far riferimento; perché l’effetto alone può a volte condizionare il giudizio su
alcuni aspetti dell’elaborato; perché l’effetto di ancoraggio del giudizio può mettere in relazione un
elaborato con quello precedente; e così via. Le critiche all’uso difforme dei criteri di valutazione e
ai diversi livelli di apprezzamento delle prestazioni hanno condotto a ritenere inaffidabili i giudizi di
valutazione espressi sui temi.
Per tentare di limitare l’espressione di un giudizio soggettivo e assicurare anche a queste prove
criteri di validità e attendibilità, è bene scegliere in modo adeguato lo stimolo, predisporre una

Tirocinio Formativo Attivo - Università degli Studi Roma Tre - A.A. 2011/2012
griglia per la correzione e stabilire dei criteri per la formulazione del giudizio.
La ricerca in educazione ha classificato tre modalità di correzione dei temi:
- metodi olistico-intuitivi: sono utilizzati prevalentemente per creare delle graduatorie tra i
prodotti, prevedono una valutazione globale dei temi esaminati e utilizzano strategie
omogenee di lettura e assegnazione dei punteggi;
- scale di prodotti: consistono in prodotti tipo, che rappresentano i diversi livelli di prestazione
cui può far riferimento il correttore al fine di confrontare l’elaborato che sta correggendo con i
diversi modelli della scala e valutare di conseguenza;
- metodi analitici: prevedono l’individuazione di criteri accuratamente descritti ai quali il
correttore fa riferimento per valutare gli elaborati prodotti dagli allievi (Coggi-Ricchiardi,
2012, pp. 116-120).
La figura che segue (fig. 10), tratta da Vertecchi 2003, p. 206, riproduce una scheda per la
correzione di una prova scritta di italiano a stimolo aperto e risposta aperta.

Fig. 10 – Esempio di scheda per la correzione di una prova a stimolo e risposta aperti

Tirocinio Formativo Attivo - Università degli Studi Roma Tre - A.A. 2011/2012
Esercitazione

E adesso preparate un tema per i vostri alunni. Procedete nel modo seguente:
- individuate due o tre tracce (ogni allievo potrà scegliere quella che preferisce)
- predisponete una griglia di correzione nella quale indicherete le capacità che intendete
rilevare (espositiva, di ragionamento, collegamenti, conoscenza e uso della
lingua/punteggiatura ecc.);
- attribuite una gamma di punteggi per ogni capacità.

Tirocinio Formativo Attivo - Università degli Studi Roma Tre - A.A. 2011/2012
BIGLIOGRAFIA, SITOGRAFIA

Coggi, C., Ricchiardi, P. (2012). Progettare la ricerca empirica in educazione. Carocci: Roma.
De Angelis, A., Fizzarotti, M.G. (1999). Concorsi a cattedre. Ambito disciplinare 5. Edizioni
Simone: Napoli.
Domenici, G. (2007). Manuale della valutazione scolastica, Laterza: Bari-Roma.
Domenici, G. (a cura di) (2005). Le prove semistrutturate di verifica degli apprendimenti, UTET
Libreria: Torino.
Pontecorvo, C. (1973). Psicologia dell’educazione. In A. Fabi, M. Laeng, G. Lisciani (a cura di).
Psicologia, vol. 9, EIT: Teramo.
Trinchero, R. (2002). Manuale di ricerca educativa, Franco Angeli: Milano.
Vertecchi, B. (1993). Decisione didattica e valutazione, La Nuova Italia: Scandicci (Firenze).
Vertecchi, B. (2003). Manuale di Valutazione, Franco Angeli: Milano.
Vertecchi, B. (2012). Parole per la scuola, Franco Angeli: Milano.

Tirocinio Formativo Attivo - Università degli Studi Roma Tre - A.A. 2011/2012

Potrebbero piacerti anche