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Giancarlo Gola
Dipar&mento Scienze della Vita
anno accademico 2018-2019
Trieste
Piattaforma a distanza
risorse e attività
- Glossario
di Pedagogia e Didattica
(da implementare a cura degli
studenti)
Giancarlo Gola
Valutazione
Nel D.Lgs. 62/2017 … la valutazione ha per ogge<o il processo
forma@vo e i risulta@ di apprendimento delle alunne e degli
alunni …del sistema nazionale di istruzione e formazione; ha
finalità forma@va ed educa@va e concorre al miglioramento degli
apprendimen@ e al successo forma@vo degli studen@.
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Valutazione
L’apprendimento è l’oggetto per l’eccellenza della valutazione
scolastica.
Per molto tempo ciò che ha maggiormente occupato
l’attenzione dei docenti è stato la ricerca di buoni metodi di
insegnamento e la scelta dei contenuti di studio, mentre le
modalità valutative si associavano prevalentemente a prove
scritte e prove orali.
Fiorin I. (2017).
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Valutazione
Il tema della valutazione è sempre complesso e suscita «nel
nostro Paese» diffidenze e dibattiti.
Agli insegnanti competono le responsabilità della valutazione e
la cura della documentazione, nonché la scelta dei relativi
strumenti, nel quadro dei criteri deliberati dagli organi collegiali.
Le verifiche intermedie e le valutazioni periodiche e finali
devono essere coerenti con gli obiettivi e i traguardi previsti
dalle «Indicazioni» e declinati nel curricolo.
Fiorin I. (2017).
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Valutazione
La ricerca di metodi di valutazione sempre più attendibili ha seguito
prevalentemente:
Fiorin I. (2017).
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Valutazione
La valutazione, come “pietra fondante della ricerca scientifica”, ha
assunto una nuova centralità nelle scienze umane e sociali.
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Valutazione
Genesi
cfr. Galliani L., La valutazione educativa: dominio scientifico, definizione, paradigmi, in Rivoltella, Rossi
2012. L’agire didattico, Ed. La Scuola, Brescia
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Valutazione
Dimensione valoriale della valutazione
cfr. Galliani L., La valutazione educativa: dominio scientifico, definizione, paradigmi, in Rivoltella, Rossi 2012.
L’agire didattico, Ed. La Scuola, Brescia
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Valutazione
Distinguere il conoscere dal valutazione
cfr. Galliani L., La valutazione educativa: dominio scientifico, definizione, paradigmi, in Rivoltella, Rossi 2012.
L’agire didattico, Ed. La Scuola, Brescia
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Valutazione
Attribuire valore per migliorare l’azione
cfr. Galliani L., La valutazione educativa: dominio scientifico, definizione, paradigmi, in Rivoltella, Rossi
2012. L’agire didattico, Ed. La Scuola, Brescia
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Valutazione
L’argomento implica un gran numero di temi per di più eterogenei tra loro:
i voti, le insufficienze, la chiarezza, ecc. Il dibattito nelle scuole è elevato:
insegnanti favorevoli e altri contrari, genitori che sostengono con favore le
nuove decisioni e genitori contro. Le tensioni sono aumentate ai primi
scrutini e si presume aumenteranno alla fine dell’anno quando la
valutazione diventerà “selezione” per l’anno successivo (rif. Comoglio).
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Valutazione
La valutazione al centro del dibattito educativo
Giancarlo Gola
Valutazione
La valutazione al centro del dibattito educativo
Innanzitutto si deve tenere presente che nella scuola sono presenti diversi tipi di
valutazione: la valutazione di una interrogazione orale, di un compito di
memorizzazione, di un saggio o di un problema, quella di metà anno (o
trimestrale), quella di fine anno, di fine ciclo, quella dell’Invalsi.
cfr. Galliani L., La valutazione educativa: dominio scientifico, definizione, paradigmi, in Rivoltella, Rossi
2012. L’agire didattico, Ed. La Scuola, Brescia
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Valutazione
Approcci valutativi
Fiorin, 2017
Giancarlo Gola
Valutazione
Approcci valutativi
Fiorin, 2017
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Valutazione
Questioni docimologiche. Voti e Valutazione
Fiorin I. (2017)
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Valutazione
Questioni docimologiche. Voti e Valutazione
La ricerca di disporre di modalità scientificamente fondate che
rispondano sia a ragioni meritocratiche sia a ragioni etiche
alimenta una intensa ricerca sui metodi di costruire prove di
esame, test, questionari etc. Una preoccupazione riguarda la
questione degli esami e gli strumenti utilizzati per
l’attribuzione del giudizio (sotto accusa ad esempio
l’interrogazione orale gravata da attendibilità di giudizio).
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Valutazione
Questioni docimologiche. Voti e Valutazione
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Questioni docimologiche. Voti e Valutazione
Studio dei criteri della valutazione per elaborare tecniche di verifica del
profitto scolastico e formativo
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Valutazione
Questioni docimologiche. Voti e Valutazione
Scienza che ha per ogge-o tu-o ciò che è connesso alla misurazione ed
alla valutazione in ambito educa8vo
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Valutazione
Questioni docimologiche. Voti e Valutazione
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Questioni docimologiche. Voti e Valutazione
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Questioni docimologiche. Voti e Valutazione
Uno studio di Piéron (1936, cfr. Pieron, 1963) sosteneva che quando
correggiamo si presentano diversi elementi di distorsione:
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Questioni docimologiche. Voti e Valutazione
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Questioni docimologiche. Voti e Valutazione
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Questioni docimologiche. Voti e Valutazione
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Questioni docimologiche. Voti e Valutazione
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Le distorsioni e i limiti nella valutazione
I limiti strutturali delle prove alterano il grado di affidabilità della
rilevazione. Tra i più diffusi, e più studiati effetti in letteratura
perché particolarmente pericolosi, vi sono:
effetti di alone, di contrasto, di stereotipia, profezia che si
autoverifica (effetto Pigmalione) e quello della distribuzione
forzata dei risultati formativi, pur dipendenti dalla
strumentazione valutativa impiegata, sono prodotti soprattutto
dal diffusissimo modello didattico che incardina le sue principali
attività nella «trasmissione delle conoscenze e delle informazioni»
e nel «controllo degli apprendimenti conseguiti dagli allievi».
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Le distorsioni e i limiti nella valutazione
Stereotipia
Per stereotipia, intendiamo una inalterabilità più o meno dichiarata, che
si instaura nel giudizio formulato nei confronti dell’allievo.
La stereotipia deriva da una contaminazione dei risultati. Un lavoro
mediocre predispone a pensare che lo sarà anche il secondo; se questo
si verifica, la tendenza a dare un voto mediocre al terzo lavoro si
accresce ancora, e così di seguito. Nel professore sovraccarico di
compiti da correggere, la deformazione si produce tanto più facilmente.
Si avrebbe torto a credere che la stereotipia influenzi solamente le
valutazioni a base dichiaratamente soggettiva (dissertazione,
composizione di storia e, in generale, risposte che implicano un
giudizio di valore). Essa colpisce anche esercizi «oggettivi» come il
dettato ortografico.
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Le distorsioni e i limiti nella valutazione
Effetto di alone
L’effetto di alone presenta un dichiarato carattere passionale.
Spesso, si sopravvaluta-no le risposte di un alunno di bel
portamento, dallo sguardo franco, dalla dizione gradevole.
Tuttavia non bisogna generalizzare. Conosciamo professori che,
per anti-conformismo, favoriscono una certa sciatteria o bizzarria
che non sempre sono di buon gusto.
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Le distorsioni e i limiti nella valutazione
Effetto di alone
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Le distorsioni e i limiti nella valutazione
Effetto di contrasto
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Le distorsioni e i limiti nella valutazione
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Le distorsioni e i limiti nella valutazione
Effetto Pigmalione
È l’effetto edipico della profezia che si autoverifica. certe
predizioni del successo o dell’insuccesso scolastico di ciascun
allievo, fatte dai docenti sulla scorta di taluni elementi informativi
disponibili, conseguono comportamenti verbali e non verbali
spesso inconsapevolmente coerenti con quelle previsioni.
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Le distorsioni e i limiti nella valutazione
Effetto Pigmalione
È l’effetto edipico della profezia che si autoverifica. certe
predizioni del successo o dell’insuccesso scolastico di ciascun
allievo, fatte dai docenti sulla scorta di taluni elementi informativi
disponibili, conseguono comportamenti verbali e non verbali
spesso inconsapevolmente coerenti con quelle previsioni.
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Soggettività, oggettività e intersoggettività
La principale famiglia di distorsioni è sicuramente legata alla
soggettività di chi valuta. Troppa letteratura (narrativa e filmica),
oltre all’esperienza diretta, ci aiuta a ricordare quel docente che ha
‚piegato‛ la valutazione da un'altra parte rispetto alla nostra
opinione, o quel momento nel quale elementi di discriminazione o
di parzialità sono stati manifesti.
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Soggettività, oggettività e intersoggettività
Essere consapevoli del problema della soggettività e limitarne gli
effetti è uno degli scopi della docimologia.
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Soggettività, oggettività e intersoggettività
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Approcci valutativi
[cfr. anche Baldassarre (2016). La valutazione scolastica in Perla L. (2016) (a cura di). Manuale di Didattica. Per la
prova scritta ed orale del concorso a cattedre 2016 secondo quanto previsto dalle Avvertenze Generali, Nel Diritto
Editore, (capp. 6, pp. 70-96).
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Valutazione
Valutazione - Normativa in ambito scolastico
[cfr. anche Baldassarre (2016). La valutazione scolastica in Perla L. (2016) (a cura di). Manuale di Didattica. Per la prova
scritta ed orale del concorso a cattedre 2016 secondo quanto Gola
Giancarlo previsto dalle Avvertenze Generali, Nel Diritto Editore, (capp.
6, pp. 70-96).
Valutazione
Valutazione - Normativa in ambito scolastico
Giancarlo Gola
Valutazione
Valutazione - Norma/va in ambito scolas/co
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Valutazione
Funzioni valutative - perché valutare
a) Valutazione diagnostica
b) Valutazione formativa
c) Valutazione sommativa
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Valutazione
Funzioni valutative - perché valutare
Giancarlo Gola
Valutazione
Funzioni valutative - perché valutare
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Valutazione
Funzioni valutative - perché valutare
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Valutazione
Valutazione e nuovi orientamenti
Giancarlo Gola
Valutazione
Verso un nuovo paradigma che integra soggettività, oggettività,
intersoggettività
Martini M. (2017). Lavorare per competenze. Progettazione, valutazione, certificazione, Utet, Novara
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Valutazione
La valutazione è strumento che può avere innumerevoli valenze e usi.
La minaccia di un “brutto” voto può richiamare all’impegno, può castigare un
comportamento scorretto, può valutare un apprendimento non conseguito, può
avere effetti psicologici emotivi sul senso di auto-efficacia o sulla stima di sé, può
sviluppare pensieri di non abilità. Un “bel” voto può essere percepito come un
segno di capacità, un premio, un riconoscimento di apprendimento avvenuto, un
motivo di orgoglio nei confronti di altri, può manifestare un orientamento, può
incrementare la motivazione allo studio, può accertare il conseguimento di una
competenza (Comoglio).
Giancarlo Gola
Valutazione
Un’altra separazione tipica della valutazione tradizionale è quella tra i ruoli di
valutatore e valutato. Ciò determina una de-responsabilizzazione da parte dello
studente nei confronti della sua valutazione, avvertita come estranea e
minacciosa (Castoldi, 2010, p. 123).
Giancarlo Gola
Valutazione
Valutare per apprendere
Un’attività valutativa può promuovere apprendimento se offre una buona informazione ai
docenti e agli studenti, tale che entrambi possono utilizzarla per valutare se stessi,
per fare valutazione tra pari, per modificare i processi di insegnamento e
apprendimento (Gentile, 2009).
In questa prospettiva la valutazione diventa formativa quando le evidenze raccolte sono
concretamente utilizzate per adattare il lavoro didattico ai bisogni di apprendimento
degli alunni (Ivi).
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Valutazione
New assessment :
Alternative assessment (Worthen et al. 1999) –
Necessari alcuni fattori
-Chiarezza concettuale
-Meccanismi di autocritica
-Capacità di valutare abilità complesse
-Coinvolgimento degli studenti nelle varie fasi del processo didattico
-Maggiore collaborazione tra pari
-Feedback immediato
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Valutazione
New assessment : Alternative assessment
[rif. Pastore S., Oltre il mito educativo? Formative assessment e pratica didattica, F. Angeli, 20
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Valutazione
New assessment : Alternative assessment ; Authentic Assessment
Assessment tradizionale Assessment autentico
Richiede una risposta corretta Richiede qualità nelle performance o nel prodotto di
apprendimento
Non è connesso all’ambiente di apprendimento E’ connesso al mondo di chi apprende
[rif. Pastore S., Oltre il mito educativo? Formative assessment e pratica didattica, F. Angeli, 2013]
Giancarlo Gola.
Valutazione
New assessment : Alternative assessment ; Authentic Assessment
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Valutazione
New assessment : Dynamic Assessment
[rif. Pastore S., Oltre il mito educativo? Formative assessment e pratica didattica, F. Angeli, 2013; Giannadrea L. 2012 - La
valutazione. Il paradigma ermeneutico, in Rivoltella, Rossi, L’agire didattico, Ed. La Scuola,Brescia]
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Valutazione
New assessment : Dynamic Assessment
tre momenti
1^ INTERVENTO INIZIALE PROVA CHE DETERMINA LA SITUAZIONE ATTUALE
DELLO STUDENTE
2^ ATTUAZIONE PERCORSO COLLABORATIVO
3^ PROVA CON CARATTERISTICHE ANALOGHE ALLA PRECEDENTE DA
AFFRONTARE IN AUTONOMIA
[rif. Pastore S., Oltre il mito educativo? Formative assessment e pratica didattica, F. Angeli, 2013; Giannadrea L. 2012 - La
valutazione. Il paradigma ermeneutico, in Rivoltella, Rossi, L’agire didattico, Ed. La Scuola,Brescia]
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Valutazione
New assessment : Dynamic Assessment (Valutazione dinamica)
[rif. Pastore S., Oltre il mito educativo? Formative assessment e pratica didattica, F. Angeli, 2013; Giannadrea L. 2012 - La
valutazione. Il paradigma ermeneutico, in Rivoltella, Rossi, L’agire didattico, Ed. La Scuola,Brescia]
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Valutazione
Cenni ad alcuni modelli teorici per la valutazione
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Valutazione
Modello esperienziale di Pfeiffer & Jones
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Valutazione
Matrice tassonomica di Anderson, Krathwohl, et al., 2001
Giancarlo Gola
Valutazione
Matrice tassonomica di Anderson, Krathwohl, et al., 2001
Trinchero, 2006
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Esemplificazione sul modello valutativo di Anderson-Krathwohl (sulla tassonomia di Bloom)
Modello tassonomico di Anderson-Krathwohl applicato all’asse matematico 1° Biennio relativamente all’obiettivo di apprendimento
: Operare nell’insieme dei numeri naturali, interi e razionali, risolvendo problemi con potenze e frazioni – contenuto Le operazioni
con le potenze di numeri interi e con esponente negativo.
Figura 1- Classificazione degli obiettivi di apprendimento sull’asse matematico (secondo la matrice tassonomica di Anderson, Krathwohl, et al.,
2001).
Anderson & Krathwohl (2001) hanno proposto una revisione della tassonomia di Bloom sulla base di una matrice processi × contenuti. Anderson L. W., Krathwohl D. R. et al. (2001), A taxonomy for
learning, teaching, and assessing. A revision of Bloom’s taxonomy of educational objectives, New York, Addison Wesley Longman.
Processi cognitivi
Conoscenza Le operazioni elementari Semplificare il processo Eseguire operazioni con Controllare i risultati
di addizione, sottrazione, con le potenze potenze a numeri interi
procedurale
moltiplicazione, divisione e con esponente
negativo
Giancarlo Gola
Modello tassonomico di Anderson-Krathwohl applicato all’asse matematico 1° Biennio relativamente all’obiettivo di apprendimento
: Operare nell’insieme dei numeri naturali, interi e razionali, risolvendo problemi con potenze e frazioni – contenuto Le operazioni
con le potenze di numeri interi e con esponente negativo.
Figura 1- Classificazione degli obiettivi di apprendimento sull’asse matematico (secondo la matrice tassonomica di Anderson, Krathwohl, et al.,
2001). Anderson & Krathwohl (2001) hanno proposto una revisione della tassonomia di Bloom sulla base di una matrice processi × contenuti. Anderson L. W., Krathwohl D. R. et al. (2001), A
taxonomy for learning, teaching, and assessing. A revision of Bloom’s taxonomy of educational objectives, New York, Addison Wesley Longman.
Obiettivi Literacy Disciplina/Area/Asse Competenza Classificazione di Anderson & Indicatori/Descrittori Struttura della prova
Matematica culturale Obiettivi di Krathwohl di valutazione
apprendimento (item della prova)
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Valutazione
Risorse (le conoscenze e le capacità di base dell’allievo) (R)
Strutture di interpretazione (come l’allievo “legge” le situazioni) (I)
Strutture di azione (come l’allievo agisce in risposta ad un problema) (Z)
Strutture di autoregolazione (come l’allievo apprende dall'esperienza e
cambia le proprie strategie in funzione delle sollecitazioni provenienti dal
contesto) (A)
Se ciascuna capacità (ricevere, riprodurre, produrre, autodirigersi) viene
esemplificata in rapporto a quattro domini di contenuto (cognitivo,
psicomotorio, affettivo, sociale) si consente di allargare lo sguardo a una
numerosità di esperienze didattiche (v. Castoldi, 2010, p. 131).
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Valutazione
Modello R-I-Z-A- Performance assessment applicato all’asse matematico 1° Biennio relativamente all’obiettivo di
apprendimento : Operare nell’insieme dei numeri naturali, interi e razionali, risolvendo problemi con potenze e frazioni –
contenuto Le operazioni con le potenze di numeri interi e con esponente negativo.
Figura 3 Classificazione degli obiettivi di apprendimento sull’asse matematico (secondo il modello R-I-Z-A- Performance assessment
Risorse (le conoscenze e le capacità di baseConoscenza delle potenze nell’insieme dei numeri naturali; Riconosce i dati con le potenze
dell’allievo) (R) Conoscenza delle proprietà delle potenze Comprende il significato
Strutture di interpretazione (come l’allievo “legge” leSapere interpretare i problemi con le potenze Seleziona in modo adeguato i problemi con le
situazioni) (I) potenze
Strutture di azione (come l’allievo agisce in risposta adSaper risolvere operazioni con potenze di numeri interi e Opera sui dati con le potenze in modo adeguato
un problema) (Z) potenze con esponente negativo
Strutture di autoregolazione (come l’allievo apprendeControllare le operazioni e i risultati Riflettere sul processo
dall'esperienza e cambia le proprie strategie in Modificare il processo
funzione delle sollecitazioni provenienti dal contesto) Rappresentare il processo
(A)
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Valutazione
La valutazione dell’apprendimento deve riferirsi ad una assimilazione significativa
e non scolastica della conoscenza. Molta valutazione scolastica verifica per
lo più accumulazione di conoscenza che rimane inerte ed è diventata un sistema
autoreferenziale (in giustificazione di se stessa) (Comoglio).
Come vari ricercatori hanno osservato, spesso la valutazione scolastica con i mezzi e le
forme in cui si attua è solo “controllo di ciò che è stato insegnato”, e
senza una giustificazione che ciò che è stato insegnato e appreso “debba” essere
tale e che, quanto è controllato, abiliti realmente rispetto alle esigenze del mondo
reale. Per lo più, molte conoscenze rimangono “incapsulate” nel contesto di classe in cui
vengono apprese in funzione del rito dell’esame (Bereiter & Scardamalia, 1985; Perkins,
1999; Whitehead, 1929).
Giancarlo Gola
Valutazione
La valutazione dell’apprendimento dovrebbe esprimere elementi di predittività
su ciò che lo studente sa fare qualora si trovasse nel mondo reale con le conoscenze
apprese. Studenti che sviluppano un notevole livello di conoscenze non esprimono un
pari livello di abilità nel pensare critico, nel transfer o nel pensiero creativo. Un diffuso
tipo di valutazione tradizionale premia chi ha buona memoria, buona capacità di
lettura e di comprensione del testo scritto, chi riesce a “riprodurre molto bene” la
conoscenza o le abilità insegnate in classe, ma non è in grado di valutare chi rielabora
le conoscenze in modo personale oppure sviluppa altre conoscenze che non siano
quelle stabilite in anticipo (Comoglio).
Giancarlo Gola
Valutazione
Ridefinizione della teoria valutativa, dei metodi e delle tecniche della valutazione
educativa -
dalla considerazione dei soli risultati relativi a processi già intercorsi si passa ad
elaborare un modello di valutazione che distingue tra: la verifica che si preoccupa
esclusivamente di accertare se i traguardi sono stati raggiunti e quella che si
effettua nel corso di un processo di apprendimento allo scopo di orientare lo
sviluppo (valutazione formativa).
Baldassarre (2016). La valutazione scolastica in Perla L. (2016) (a cura di). Manuale di Didattica. Per la prova
scritta ed orale del concorso a cattedre 2016 secondo quanto previsto dalle Avvertenze Generali, Nel Diritto
Editore, (capp. 6, pp. 70-96).
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Valutazione
Valutazione formativa tiene conto di diversi punti di partenza, dei progressi
individuali e mira ad “aggiustare” la programmazione e l’azione educativa per
adattarle ai reali punti di partenza, ai bisogni individuali, agli stili di
apprendimento.
Baldassarre (2016). La valutazione scolastica in Perla L. (2016) (a cura di). Manuale di Didattica. Per la prova
scritta ed orale del concorso a cattedre 2016 secondo quanto previsto dalle Avvertenze Generali, Nel Diritto
Editore, (capp. 6, pp. 70-96).
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Valutazione
Modelli che guidano la valutazione
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Modelli che guidano la valutazione
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Modelli che guidano la valutazione
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Modelli che guidano la valutazione
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Modelli che guidano la valutazione
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Modelli che guidano la valutazione
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
I^ questione Funzioni della valutazione
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
II^ questione rapporto tra fasi della valutazione
rilevazione
misurazione
giudizio
valutazione complessiva
Spesso in ambito scolastico in particolare i termini misurazione e
valutazione sono spesso confusi o antagonisti.
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
II^ questione rapporto tra fasi della valutazione
rif. Castoldi M., Chiosso G. (2016). Ripensare la valutazione, in Id. Quale futuro per l’istruzione, Pedagogia e
Didattica per la scuola, Firenze, Mondadori Univ. p 231.
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Valutazione
Misurazione e valutazione non si escludono ma si integrano.
Verifiche
stru,urate
(tes/ng)
Misurazione
(assessment)
Valutazione
(evaluation)
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Gatullo (1984) propone queste definizioni:
- misurazione è da intendersi l’accertamento del raggiungimento di
obiettivi educativi;
- valutazione è da intendersi il giudizio sui risultati della misurazione;
Verifiche
strutturate
(testing)
Misurazione
(assessment)
Valutazione
(evaluation)
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
III^ questione rapporto strumenti di verifica e funzioni valutative
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Cosa valutare
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Cosa valutare
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Quando valutare
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Quando valutare
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Quando valutare
Finale
giudizio di due
Iniziale o in Con3nua o in tipi:
ingresso i3nere
(carattere (monitoraggio interno - relativo
diagnostico) azione forma3va) alla efficacia
dell’azione
formativa
esterno -
comunicativo
certificativo
profitto raggiunto
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Come valutare
Vi sono una molteplicità di approcci alla valutazione e che
andrebbero rapportati alle funzioni della valutazione
valutazione diretta/indiretta
valutazione soggettiva/oggettiva
valutazione impressionistica/criteri
valutazione olistica/analitica
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
Giancarlo Gola
Valutazione
Chi valuta
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma:
Carocci.
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Questioni docimologiche. Funzioni, forme e tempi delle verifiche
Chi valuta
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma:
Carocci.
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Valutazione
Gli ambiti della valutazione
La verifica degli apprendimenti è solo una delle dimensioni della
valutazione di un sistema scolastico. Tra i molteplici modelli di
analisi dei sistemi scolastici quello proposto da Scheerens - CIPP
(contesto, input, processi prodotti) sembra trovare interesse.
Contesto
Processi di Istituto
Risorse
Risultati
Processi di classe
Sintesi dell’analisi
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Le funzioni della valutazione
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Le funzioni della valutazione
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Prognostica Esami, Giudizi
Predittiva
Orientamento
Valutazione Individualizzazione
analogica attività materiali di apprendimento
rif. Benvenuto G., (2003). Mettere i voti a scuola. Introduzione alla docimologia. Roma: Carocci.
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Valutazione
Quadro di sintesi sulla valutazione e le procedure a scuola
Baldassarre (2016). La valutazione scolastica in Perla L. (2016) (a cura di). Manuale di Didattica. Per la prova
scritta ed orale del concorso a cattedre 2016 secondo quanto previsto dalle Avvertenze Generali, Nel Diritto
Editore, (capp. 6, pp. 70-96).
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Valutazione
Fattori chiave della valutazione dell’apprendimento in chiave formativa:
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Valutazione
Le prove
Una prova è una situazione (a volte artificiale) nella quale si sollecita l’allievo
manifestare il suo apprendimento.
Operazionalizzare gli obiettivi (esempio utilizzando un verbo per indicare cosa gli
studenti devono aver appreso, vanno evitati verbi troppo generici es. conoscere…)
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Le prove - tipologie
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Valutazione
Valutare per apprendere – modello di valutazione per competenze
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Valutazione
Il processo di valutazione nella logica delle competenze si può delineare nel modo
seguente, distinto in quattro fasi: 1° previa, 2° formativa, 3° finale/accertativa, 4°
attestativa/certificativa (vedi schema). La valutazione finale avviene tramite prove
pluri-competenze (sempre sulla base delle rubriche di riferimento) collocate in
corrispondenza delle scadenze formali dei corsi (quando vengono rilasciati titoli di
studio) e consente di rilevare in forma simultanea, sulla base di un compito rilevante, la
padronanza di più competenze e saperi da parte dei candidati.
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Come accertare la natura “processuale”, “situata” e “complessa” della competenza?
La compresenza di molteplici dimensioni da mobilitare per affrontare una determinata
situazione problematica (es. compito autentico), il suo carattere contestuale
impediscono di assumere un’unica prospettiva di osservazione del fenomeno (quindi
anche di valutazione).
Pellerey (2004) propone una prospettiva di osservazione della competenza riferibile ad
una
-Dimensione soggettiva (richiama i significati personali attribuiti dal soggetto alla sua
esperienza di apprendimento; implica un’istanza autovalutativa; approccio
metacognitivo – come mi vedo in rapporto alla competenza…)
-Dimensione intersoggettiva (richiama il sistema di attese, implicito o esplicito che il
contesto sociale esprime in rapporto alla capacità del soggetto di rispondere
adeguatamente al compito richiesto – quali aspettative sociali vi sono in rapporto alla
competenza…)
-Dimensione oggettiva (richiama le evidenze osservabili che attestano la prestazione del
soggetto e i suoi risultati, in rapporto al compito affidato – di quali evidenze si dispone
per documentare l’esperienza di apprendimento) [Castoldi, 2011, pp. 212-234]
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Valutazione
Secondo il modello di Castoldi (2011 e succ.) una valutazione di competenza richiede di
attivare simultaneamente le tre dimensioni di analisi: soggettiva, oggettiva,
intersoggettiva, attraverso uno sguardo trifocale in grado di comporre un quadro di
insieme e di restituire le diverse componenti della competenza, sia quelle più visibili, che
quelle implicite.
In detta prospettiva il rigore della valutazione consiste nel confronto incrociato tra le
diverse prospettive, in modo da riconoscere analogie e differenze, conferme e scarti.
.
.
(Trinchero, p. 43, in Careglio, 2013)
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Valutazione
Valutare per apprendere (modello di valutazione per competenze)
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Valutazione
Valutare per apprendere (modello di valutazione per competenze)
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Valutazione
UTILIZZARE RUBRICHE DI VALUTAZIONE
Il numero di criteri deve essere = ai livelli di espressione della competenza (esempio nel
caso delle lingue base, intermedio, avanzato , sarà necessario inserire almeno
tre indicatori
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Valutazione
UTILIZZARE RUBRICHE DI VALUTAZIONE
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Valutazione
Nella valutazione autentica l’azione valutativa è più complessa in quanto si tratta di verificare il grado di successo dello studente
nell’interconnettere le diverse conoscenze apprese, nell’estenderle in contesti nuovi, nell’integrare, in un insieme più complesso,
abilità apprese singolarmente in situazioni differenti. Le rubriche di valutazione sono considerate da numerosi studiosi un buon
modello per la valutazione di una prestazione autentica.
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UTILIZZARE RUBRICHE DI VALUTAZIONE
- positività: ogni descrittore deve esprimere ciò che un apprendente sa fare, anche se
si tratta di capacità minime; non deve evidenziare ciò che non sa fare;
-concretezza: è preferibile evitare l’uso di termini vaghi (ad esempio, aggettivi come
alcuni, soddisfacente ecc.) che diano adito a interpretazioni non univoche;
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SCALE DI MISURAZIONE
I risultati delle verifiche vengono collocati su scale di misurazione che devono essere
trattate correttamente dal punto di vista statistico e misurativo. Nella valutazione
scolastica, come in tutte le misurazioni di fenomeni sociali, utilizziamo
prevalentemente tre tipi di scale.
a) Scala nominale: è la più semplice ed elementare e fornisce anche il minore numero
di informazioni. Serve essenzialmente a classificare secondo determinate
caratteristiche. Ad esempio, in una prova pratica, potremmo utilizzarla per verificare
semplicemente chi ha superato la prova pratica e chi no.
b) Scala ordinale: è forse la più usata a scuola e consente di collocare su una scala
graduata le prestazioni degli allievi. Ad esempio, potremmo dire che il testo dell’allievo
X è eccellente, quello dell’allievo Y buono, quello dell’allievo Z sufficiente, quello
dell’allievo K non sufficiente. In questo caso, la scala ordinale è costituita da aggettivi
(eccellente-buono-sufficiente-non sufficiente); potrebbe essere costituita da lettere (A,
B, C, D, E) con valore decrescente o da numeri: la famosa e utilizzatissima scala da 1 a
10 è una scala ordinale (Da Re, 2013, p. 108)
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SCALE DI MISURAZIONE
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SOGLIE E CRITERI
Quando somministriamo delle prove di verifica, possiamo attribuire loro dei punteggi
o dei giudizi descrittivi che possono collocarsi su scale diverse; all’atto
dell’interpretazione, abbiamo bisogno di stabilire delle “soglie”, in base alle quali dare
un valore alla prova. Ad esempio: poniamo di somministrare a una classe una prova
strutturata su un punteggio variabile da 0 a 100. L’alunno A ottiene 80, l’alunno B 65,
l’alunno C 72. I punteggi grezzi assoluti non dicono più di tanto. Abbiamo bisogno di
stabilire quale valore assume allo scopo valutativo una prova di 80 punti, piuttosto che
una prova di 65.
La lettura e l’interpretazione possono avvenire in base a due criteri: il criterio assoluto e
il criterio relativo (Da Re, 2013, p. 109).
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SOGLIE E CRITERI
Il criterio assoluto stabilisce delle soglie a priori, già al momento della costruzione della
prova. Queste sono generalmente stabilite in relazione alla struttura della prova e allo
standard fissato in base alla programmazione.
Di solito nella valutazione scolastica delle singole classi viene utilizzato il criterio
assoluto.
Ad esempio, nella prova i docenti potrebbero aver individuato delle fasce a priori in
base alle quali i compiti che avessero ottenuto meno di 65 punti sarebbero stati
giudicati non sufficienti; le prove da 65 a 75 sufficienti; quelle da 76 a 90 buone; quelle
oltre il 90 ottime (Da Re, 2013, p. 109).
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SOGLIE E CRITERI
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ANALISI DEGLI ITEM
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Valutazione
DALLE RUBRICHE ALLA VALUTAZIONE
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Valutazione
DALLE RUBRICHE ALLA VALUTAZIONE
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Valutazione
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Valutazione
DALLE RUBRICHE ALLA
VALUTAZIONE
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Valutazione
DALLE RUBRICHE (griglie) ALLA VALUTAZIONE
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Valutazione
ELABORAZIONE DI UNA RUBRICA
Partendo dalla schematizzazione
Competenz Competenze Disciplina/e Saperi essenziali Evidenze Compito autentico dei compiti autentici ed evidenze
e chiave specifiche già elaborate nella fase 2^ (ambito
disciplinare o pluridisciplinare)
predisporre una griglia/rubrica per
ogni compito con esplicitazione
dei descrittori e relativi
punti/livelli di prestazione
(modello tipologico)
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Valutazione
ELABORAZIONE DI UNA RUBRICA
Competenz Competenze Disciplina/e Saperi essenziali Evidenze Compito autentico
e chiave specifiche Partendo dalla schematizzazione
dei compiti autentici ed evidenze
già elaborate nella fase 2^ del
(ambito disciplinare o
pluridisciplinare) predisporre una
griglia/rubrica per ogni compito
con esplicitazione dei descrittori e
relativi punti/livelli di prestazione
(modello morfologico)
Compito Strutture diStrutture di azione Strutture di autoregolazione Punteggio/P Livello di
interpretazione azioni che dovrebbe intraprendere (giustificare le scelte intraprese eso competenza Stabilire anche il tipo di
modalità (ossia i un soggetto con competenza nella risoluzione
“modelli” o “chiavi “ottimale” per affrontare in modo del compito, riflettere sulla
(esperto…otti valutazione della prova (previa,
di lettura” del efficace soluzione proposta e sui processi
mo…raggiunt formativa, accertativa/finale ecc.)
compito) con le qualila situazione-problema proposta messi in o)
un soggetto utilizzando le conoscenze e le atto per ottenerla)
interpreterebbe abilità/capacità
la situazione- in suo possesso
problema proposta,
utilizzando le
conoscenze e le
abilità/capacità in
suo possesso
1
2
3
4 Giancarlo Gola
Valutazione
ELABORAZIONE DI UNA RUBRICA
Compet Competenz Disciplina/e Saperi Evidenze Compito
enze e essenziali autentico
chiave specifiche
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Valutazione
Autovalutazione dello studente
Parlare di autovalutazione nell’ambito della valutazione degli
apprendimenti implica la ridefinizione del ruolo dello studente
nel processo valutativo, la sua riconfigurazione da oggetto a
soggetto attivo (Castoldi, 2007).
Tradizionalmente lo studente è escluso dalla valutazione
scolastica, relegato al ruolo di oggetto del processo valutativo,
senza alcun diritto di cittadinanza: tale condizione di estraneità
alimenta dinamiche de-responsabilizzanti verso il momento
valutativo e l’adozione di “strategie di sopravvivenza” più o
meno lecite, di cui è piena l’aneddotica scolastica (Castoldi, 2007).
possiamo riconoscere diversi piani
di coinvolgimento degli allievi nel
processo valutativo, di presa in
carico della loro soggettività,
collocabili in ordine crescente (vedi
fig.).
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Valutazione
Autovalutazione dello studente
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Valutazione
Autovalutazione dello studente
L’autovalutazione permette agli studenti di:
a. comprendere maggiormente il processo d’acquisizione;
b. essere più motivati e più coinvolti nel loro apprendimento;
c. essere più preparati a perseguire l’apprendimento anche al di
fuori della classe
d. avere una relazione di fiducia con l’insegnante (Cameron 2001).
Bonaiuti G,, Calvani A., Ranieri M. (2016), Fondamenti di didattica. Teoria e prassi dei dispositivi formativi,
Roma, Carocci.
Castoldi M., Chiosso G. (2017). Quale futuro per l’istruzione. Pedagogia e didattica per la scuola, Firenze,
Mondadori Università.
Castoldi M. (2016). Didattica Generale. Milano, Mondadori Università.
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Tessaro F. (2016). Corso di didattica. Università Ca’ Foscari Venezia – Dipartimento di Filosofia e Beni
Culturali, Venezia (dispensa non pubbl.).
Giancarlo Gola
Giancarlo Gola
Le sue ricerche hanno come oggetto: la ricerca in ambito educativo, le conoscenze degli
insegnanti e le metodologie didattiche. Tra le sue pubblicazioni: L’apprendimento informale
nella professione (2009); La didattica nascosta. Prospettive di ricerca sulle conoscenze degli
insegnanti (2010); Con lo sguardo di chi insegna. La visione dell’insegnante sulle pratiche
didattiche (2012).