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Per poter sviluppare una didattica che si incentra sulla acquisizione di competenze utili per la vita
è necessario capovolgere dalle fondamenta il modo di fare scuola.
• L’azione didattica si allarga alle situazioni di vita nelle quali mettere in gioco i contenuti
culturali oggetto dell'insegnamento formale a scuola —> ci si allontana di conseguenza dalla
vecchia concezione triadica alunno-docente-contenuti culturali.
Diviene elemento chiave anche il momento della valutazione che si allarga all'esperienza di
apprendimento del soggetto e all'insieme dei processi che sono sottostanno alla performance.
Nasce così una varietà di modi attraverso cui valutare: autovalutazione, osservazione e
valutazione —> lo sguardo valutativo si estende alle condizioni in cui una determinata
competenza si è acquisita: l'apprendimento si valuta in chiave dinamica ed evolutiva.
- ipped classroom di Bergmann e Sams —> propone di ribaltare i modi con cui fare lezione in
rapporto alla relaziome tra apprendimento sociale e individuale: la lezione diventa compito a
casa mentre il tempo in classe è usato per attività collaborative, esperienze, dibattiti e
laboratori. In questo contesto. il docente non assume il ruolo di attore protagonista, diventa
piuttosto una sorta di "mentor", il regista dell'azione pedagogica.
Il concetto di competenza si è modi cato nel corso del tempo assumendo connotazioni sempre
più ricche:
Nei decenni successivi si assiste ad una progressiva articolazione del concetto che può essere
sintetizzata in 3 direzioni evolutive:
• dal semplice al complesso —> competenza deve essere vista come un integrazione delle
risorse possedute dall'individuo, che comporta l'attivazione di conoscenze, abilità e disposizioni
personali relative al piano cognitivo, socioemotivo e volitivo (mobilitazione della persona nelle
sue molteplici dimensioni)
• dall'esterno all'interno —> l'analisi della competenza richiede di andare oltre ai comportamenti
osservabili e di prestare attenzione alla dimensione interiore del soggetto e alle modalità con cui
egli si approccia allo svolgimento del compito operativo
Per orientarci verso una de nizione più operativa della competenza si può prendere spunto dalle
prove OCSE-PISA e INVALSI —> quesiti proposti richiedono all'allievo di mettere in relazione i
propri saperi con delle situazioni reali di vita in cui veri care il possesso delle competenze
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indagate. Vengono identi cati dal PISA alcuni processi chiave per la gestione del problema:
formulare il problema, utilizzare i propri saperi, interpretare e valutare la pertinenza della situazione
ipotizzata in rapporto al contesto di realtà da cui si é partiti.
Il matematico Schoenfeld identi ca 4 elementi che quali cano l'expertise nella risoluzione di un
problema:
- processi connessi alla messa a fuoco del problema (comprensione, analisi e riconoscimento
variabili)
- processi connessi alla soluzione del problema (individuazione di ipotesi risolutive, veri ca
sperimentale delle stesse e eventuale revisione)
Questa teoria mette in evidenza che ancora oggi la scuola attribuisce più valore agli aspetti
cognitivi e meno ad altre doti (innate dello studente). Per cui il passaggio verso le competenze
richiede di allargare lo sguardo all'insieme delle componenti che concorrono a formare la
competenza: NON SOLO CIÒ CHE LO STUDENTE SA, MA ANCHE CIÒ CHE SA FARE CON CIÒ
CHE SA.
Partendo da questa teoria è possibile indicare tre livelli su cui delineare il signi cato più ampio di
competenza:
3. Insieme delle disposizioni ad agire che condizionano il comportamento del soggetto nel
gestire la situazione (autostima, interazioni con gli altri e motivazione) sviluppare una
competenza vuol dire fare attenzione a tutti e tre i livelli che tendono a collocarsi a diversa
profondità nell'esperienza di apprendimento.
Si può quindi dare una de nizione di competenza usata da Pellerey come: "la
Per risorse esterne si intendono gli altri soggetti implicati, gli strumenti e i mezzi a disposizione e
le potenzialità presenti nell'ambiente sico e culturale in cui si svolge l'azione.
Tale de nizione mette in luce la natura olistica della competenza non riconducibile alla sola
dimensione cognitiva ma estesa anche alle componenti motivazionali, socioemotive e
metacognitive.
—> con il costruttivismo, la conoscenza è un interazione dialettica tra il soggetto che conosce e
l'oggetto della conoscenza da cui deriva la sua natura dinamica e la sua progressiva evoluzione.
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- collaborativo, a denotare la dinamica di interazione sociale entro cui si sviluppa il processo di
apprendimento
Il valore aggiunto di un apprendimento basato sulle competenze si può evidenziare in tre piani di
analisi:
• passaggio da un approccio analitico (scomposizione progressiva del sapere nelle sue diverse
componenti), ad un approccio olistico (competenza come integrazione delle risorse delle
individuo)
• passaggio da sapere decontestualizzato non rapportato alla realtà ad un sapere situato riferito
ad un possibile contesto su cui agire.
Negli anni 2000 viene promosso dall’OCSE il progetto DESECOZ (de nition and selection of
competencies) —> il cui modello de nisce tre competenze e per ognuna fornisce una
classi cazione più estesa in base alla necessità e alla profondità di possesso.
Un altro punto di riferimento è la raccomandazione del consiglio e del parlamento europeo sulla
costruzione del quadro europeo delle quali che e dei titoli per l'apprendimento permanente.
Si propone un lessico condiviso con cui parlare nei paesi dell'unione di “risultati di
apprendimento", attraverso l'articolazione in 2 livelli:
• Le conoscenze sono l'insieme di fatti, principi, teorie e pratiche, relative a un settore di studio o
di lavoro.
A partire dal 2000, il programma OCSE-PISA prevede a cadenza triennale una rilevazione degli
apprendimenti degli studenti quindicenni sui 3 ambiti di competenza: lettura, matematica e
scienze.
apprendimento orientata all'utilizzo e alla rielaborazione dei saperi scolastici per a rontare
situazioni di vita reale.
• rapporto tra saperi e contesti realtà —> si possono distinguere due tipi di insegnamento
adottati dai docenti:
- l'insegnamento muro fondato sull'esposizione da parte del docente, rigido e piani cato
(discontinuità tra scuola e mondo reale)
• centralità dei processi di apprendimento —> le modalità con cui il soggetto utilizza i propri
saperi per a rontare il compito di realà. Apprendere non vuol dire solo riprodurre un insieme di
saperi ma saperli rielaborare in funzione di una situazione problema da risolvere.
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• discipline al servizio delle competenze —> saperi disciplinari diventano strumenti per
comprendere e a rontare la realtà naturale e sociale.
• allargamento dello sguardo valutativo —> valutazione orientata verso la competenza del
soggetto, tesa a valutare il livello di padronanza raggiunto in rapporto allo speci co dominio di
competenza che il progetto intende sviluppare. Il principio metodologico è quello della
triangolazione (confronto più livelli di osservazione) per consentire un ricostruzione articolata e
plurale dell'oggetto di analisi (trovare analogie e discordanze).
- considerare i saperi come risorse da mobilitare mettendoli in relazione alle esperienze di vita e
ai problemi che la realtà pone
- condividere i processi formativi con i propri allievi (rendendoli protagonisti del progetto di
apprendimento)
- accertare non solo le conoscenze acquisite ma anche come tali conoscenze vengono utilizzate
(valutare il saper fare) attraverso compiti valutativi più autentici
- riconoscere la valenza metacognitiva della valutazione del proprio apprendere, ovvero portare
l'alunno verso la consapevolezza dei propri limiti e delle proprie potenzialità.
In conclusione un approccio legato alle competenze comporta il ribaltamento della logica con
cui strutturare il lavoro didattico:
• invece del partire da "cosa insegnare" e declinare le varie azioni didattiche e valutative, si
parte dal "cosa apprendere" —> individuare le modalità operative attraverso cui si può
manifestare nell'allievo, quindi strutturare una sequenza di esperienze che contribuiscano a
svilupparlo.
Centro della didattica non sono più i contenuti dell'insegnamento ma i processi di apprendimento
legati al raggiungimento di traguardi (che sono de niti nelle competenze).
In questi modo il compito dell'insegnante diventa quello di regista e architetto che si impegna
nella progettazione di un ambiente in un contesto dato.
1. "innovating to learn, learning to innovate” viene pubblicata nel 2008 ed è incentrata su tre
focus: ricerca sull'apprendimento, analisi casi innovativi, modalità di implementazione e
cambiamento
2. “the nature of learning: using research to inspire practice” è del 2010 e mira a delineare lo
stato dell'arte dell'attuale ricerca sull'apprendimento
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3. “innovative learning enviroments” è del 2013 e a ronta il focus del progetto provando ad
identi care le caratteristiche degli ambienti di apprendimento e caci per il XXI secolo
- autoregolato, ciò evidenzia il ruolo attivo dello studente che gestisce il proprio processo di
apprendimento in relazione ai bisogni del contesto di vita, la gestione e il monitoraggio del
proprio livello di apprendimento
- collaborativo, tale termine denota l'importanza del relazionale e culturale in cui si genera il
processo di contesto
Il testo the nature of learning individua i principi chiave per lo sviluppo di un apprendimento
e cace:
- riconoscere gli allevi come attori protagonisti, incoraggiare l'impegno attivo e promuovere la
consapevolezza della proprio esperienza di apprendimento
- riconoscere l'importanza della sensibilità del docente nel motivare gli alunni e capire
l'importanza della sfera emotiva per il successo formativo
- porre attenzione alle di erenze tra gli allievi e alle conoscenze e capacità pregresse
- progettare attività formativa che risultino s danti e impegnative per gli allievi (ma senza
sovraccarico)
- operare avendo chiari i risultati attesi e impiegare strategie di valutazione coerenti con tali
aspettative (esaltare i momenti di feedback formativo)
—> da tali principi chiave si parte per cercare di delineare i caratteri di un ambiente di
apprendimento coerente con la prospettiva di apprendimento indicata.
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Gli aspetti chiave sono espressi in questa gura:
- nella parte centrale è con gurato l'ambiente di apprendimento inteso come luogo dove avviene
il processo formativo (micro sistema aula)
- all’interno del micro sistema aula rientrano le componenti basi del triangolo didattico
(insegnanti, allievi e contenuti). A questi si aggiungono le risorse cioè la componente
infrastrutturale e strutturale dell'esperienza formativa. Le quattro componenti indicate sono in
relazione tra loro attraverso le scelte pedagogiche e organizzative che caratterizzano l'ambiente
di apprendimento (i motori del processo di apprendimento). Tutti questi elementi rientrano in un
secondo piano di analisi (livello mesosistema scuola) —> ciò vuole indicare che il processo
formativo va oltre l'aula: riguarda il funzionamento dell'ambiente scolastico nel suo insieme
(processi comunicativi, decisionali e sviluppo professionale, gestione delle risorse)
- il terzo piano di analisi (macrosistema scuola) è rappresentato dalle relazioni con la comunità
entro cui la scuola si situa.
Questi tre livelli si condizionano reciprocamente per cui l'ambiente di apprendimento viene
assunto in una prospettiva larga nella quale la gestione del processo formativo si inscrive in un
processo d’interazione complesso.
Per quanto riguarda il cuore pedagogico (o livello micro) ovvero l'interazione delle 4 componenti
fondamentali che costituiscono l'ambiente di apprendimento, si possono identi care delle
caratteristiche innovative per ciascuna componente:
- allievi —> combinarli con caratteristiche di erenti in relazione a molteplici criteri (età, sesso,
bes. realtà geogra che ecc) coinvolgendo i genitori
- contenuti —> lavorare per l'acquisizione di competenze per il futuro (in relazione alle diverse
proposte presenti a livello internazionale e sulle competenze chiave)
- risorse —> potenziare le risorse digitali a disposizione del lavoro didattico e ripensare gli spazi
e le strutture
- docenti —> occuparsi della loro formazione (insegnamento tra pari, coinvolgere esperti esterni
e i genitori nelle funzioni educative), utilizzare metodologie didattiche e valutative basate sulla
ricerca e sui problemi reali con esperienze di apprendimento potenziate dalle tecnologie,
richiedere agli allievi feedback continui.
- adottare e condividere con gli addetti la propria visione di apprendimento e adottare strategie
strutturate di cambiamento
- coinvolgere gli allievi valorizzando il loro contributo nelle scelte didattiche e organizzative
A livello di macro sistema, inteso come apertura al territorio circostante e alla comunità, si
dovrebbe promuovere la collaborazione con le università, imprese e istituzione culturali, la
collaborazione con le famiglie e le agenzie formative soprattutto per promuovere e realizzare
progetti di rete e potenziare l'impiego delle tecnologie.
Il piano strutturale e quello funzionale rappresentano la componente hardware del fare scuola e
condizionano il setting formativo. Di conseguenza i fattori che maggiormente caratterizzano e
condizionano i processi formativi e l'azione didattica sono:
- spazio —> contenitore sico e materiale entro cui si realizza l'insegnamento (disposizione dei
banchi, l'uso delle pareti, la posizione della cattedra). Il modo in cui è organizzato veicola un certo
modo di pensare l’insegnamento e una determinata cultura didattica.
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- tempo —> struttura temporale con cui viene organizzata l'azione didattica (suddivisione della
giornata, orario settimanale etc etc)
- regole —> insieme di norme implicite ed esplicite che regolano la vita della classe e lo
svolgimento dell'azione didattica
- attori —> insieme dei soggetti coinvolti nella relazione didattica (relazione docente/allievo)
- canali comunicativi —> medium attraverso cui avviene la relazione didattica (lavagna,
videoproiettore, riproduttori di suoni e musiche)
- sussidi didattici —> materiali che supportano l’insegnante nella gestione della mediazione
didattica (forma più usata è il libro di testo)
È necessario quindi attribuire il giusto valore all’organizzazione didattica e alla gestione il setting
formativo da parte dell’insegnante in quanto incide sull’esperienza formativa di ogni singolo
alunno. Centrale di conseguenza è la distinzione tra:
Per cui ciò che si dice e come lo si dice sono facce complementari del processo comunicativo.
- andare oltre la semplicità o gli spazi aperti e essibili per integrare risorse e spazi dedicati con
spazi multifunzione essibili e adattabili per fornire un ambiente laboratoriale dinamico per
l'apprendimento
- orientare l'allestimento di tutti gli elementi dell'edi cio e degli spazi esterni come strumenti per
l'apprendimento e potenziare gli spazi interni e esterni
- Promuovere l’autoconsapevolezza
Oggi la progettazione didattica si deve basare sulle competenze de nendo i traguardi in termini di
competenze chiave e in base a tali traguardi de nire i contenuti disciplinari da trasmettere e le
competenze da fare emergere con tali contenuti. Una volta de niti i contenuti scegliere le
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metodologie didattiche più appropriate tramite un insegnamento ponte, grazie al quale gli studenti
vengono messi di fronte a situazioni problema da superare e valutati in base al loro sapere fare.
2) in termini operatici quali evidenze del proprio apprendimento mi aspetto che gli allievi siano in
grado di manifestare a conclusione del percorso?
—> si deve anteporre al progetto la questione valutativa allo scopo di poter de nire i traguardi d
raggiungere.
I punti di riferimento del progetto sono quindi i risultati attesi e come valutarli.
L’espressione a ritroso quali ca tale percorso che si muove a partire da domande valutative per
arrivare a domande didattiche. Il percorso di progettazione a ritroso prevede tre passaggi chiave:
1. identi care i risultati di apprendimento che si intende sviluppare —> si può far riferimento a
standard nazionali, regionali e locali , competenze e interessi dell'insegnante
3. pani care il percorso didattico che si intende realizzare per sviluppare i risultati di
apprendimento attesi.
—> richiamano un’azione metacognitiva sul sapere e ad alcuni concetti legati al termine di
comprensione profonda:
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Successivamente l'insegnante deve concentrarsi su quali contenuti devono essere compresi in
profondità e lo deve fare basandosi su alcuni a parametri:
La comprensione profonda richiede di fare delle scelte (andando in contrasto al libro di testo).
Oltre alla selezione dei contenuti un altro passaggio importante riguarda la de nizione di domande
chiave per la formazione di un percorso formativo.
Vi è una distinzione tra domande essenziali proprie della disciplina e domande guida dell'unità
che contestualizzano le domande essenziali e che devono essere condivise con gli allievi in
quanto aiutano a contestualizzare il lavoro didattico. Per individuare le domande chiave ci si deve
riferire a sei aspetti della comprensione:
- spiegazione —> insieme di giusti cazioni ra nate e appropriate e teorie; spiegare attraverso
evidenze e ragionamenti il perché e il come (sviluppare ragionamenti critici)
- prospettiva —> essere in grado di manifestare un problema da vari punti di vista (buon intuito
e profonda penetrazione)
- empatia —> essere in grado di guardare l'evento dal punto di vista di un altro
- autoconoscenza —> capacità di conoscere i problemi limiti e potenzialità rispetto ad una data
conoscenza
Per evidenze si intendono dati qualitativi e quantitativi di cui l'insegnante può disporre per valutare
l'apprendimento dei propri allievi:
I due autori propongono una logica didattica su cui strutturale l’UDA riassunta nell’acronimo
WHERE, in cui ogni lettera corrisponde ad un passaggio chiave:
• W (where) —> aiutare gli studenti a capire dove è diretto il percorso didattico (speci care gli
obiettivi formativi e gli standard attesi e i criteri di valutazione)
• H (hook - agganciare) —> il modo in cui legare l'interesse dello studente. Ciò è profondamente
legato al linguaggio e alla capacità di fare domande
• R (re ect - ri ettere) —> ri essione, ripensamento e revisione (prospettiva meta cognitiva). In
questa fase assume grande importanza l'autovalutazione e l'impiego del feedback.
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Cap.5 Progettazione a livello di aula: alcune premesse
La progettazione a livello di aula (micro) si può e ettuare attraverso diversi metodi: a ritroso, per
obiettivi, per temi e concetti ecc. Tuttavia dietro ai diversi modelli adottati si nascondono due
logiche progettuali profondamente diverse:
- logica della razionalità tecnica —> presuppone un rapporto lineare tra i momenti del
progettare, dell'agire e del valutare, pensati come fasi di un unico processo
- logica della complessità —> postula un rapporto di circolarità tra i momenti del progettare,
dell'agire e del valutare, pensati in continuo dialogo e interazione reciproca.
una situazione problema intesa come opportunità per manifestare una competenza assunta
come traguardo focus del percorso. Questa situazione problema è pensata come funzionale
all’integrazione dei saperi, mettendo in risalto il rapporto tra essa e lo sviluppo di competenze.
Inoltre essa richiede di mobilitare l'insieme delle risorse di cui il soggetto dispone, sia interne sia
esterne attraverso una dialettica tra intenzione da perseguire, ri essione sul proprio agire e
percezione del contesto reale.
Dal punto di vista delle competenze la situazione problema assume quindi una duplice funzione:
- pone delle domande e diviene motore per l'attivazione delle proprie risorse durante il percorso
di ricerca verso possibili risposte alle domande iniziali
2. didattica per progetti —> azione formativa che si sviluppa intorno alla realizzazione di un
progetto
In entrambi i casi lo scopo è quello di dare risposta ad un quesito tramite un progetto o soluzione
operativa.
Nella progettazione dell’UDA è centrale lo sviluppo della situazione problema come occasione per
ricercare domande chiave a cui rispondere tramite il processo formativo e nella scelta del compito
realtà attraverso cui mostrare il livello di competenza raggiunto.
- Situazione problema —> descrizione situazione problema intorno a cui sviluppare il processo
formativo
- Quadro iniziale —> descrizione della classe in relazione alle conoscenze/abilità implicate
- Organizzazione del lavoro didattico —> contesto entro cui realizzare il progetto (soggetti, ruoli,
discipline/campi coinvolti spazi)
- Articolazione operativa —> descrizione delle fasi del progetto in riferimento ai passaggi chiave
percorso)
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Cap.6 PASSAGGI CHIAVE: IDENTIFICARE I RISULTATI DESIDERATI
Nella prospettiva della progettazione a ritroso il primo passo per la costruzione di un UDA
riguarda l’analisi dei risultati di apprendimento desiderati —> momento fondamentale in quanto
costringe a mettere a fuoco il signi cato dell'apprendimento che l'insegnante intende promuovere
(individuare la competenza focus e le domande chiave a cui il percorso vuole far riferimento).
Data una determinata competenza ne vanno identi cati degli elementi chiave (processi) in modo
da identi care cosa sviluppare e promuovere e in che modalità (contenuti e processi).
1. insieme delle risorse cognitive che padroneggia il soggetto in relazione alla competenza data
come abilità e conoscenze (sapere e saper fare). Da questo primo livello si deduce la prima
voce della griglia che valuta la padronanza delle risorse cognitive implicate nell'esercizio della
competenza
2. centrato sui processi che caratterizzano la mobilitazione di tali risorse nell'a rontare un
dato compito di realtà.
3. riguarda le modalità di azione e rinviano alla relazione del soggetto con se stesso (autostima,
riconoscimento delle proprie risorse), con gli altri (relazione di collaborazione), con il compito
(motivazione e determinazione) e con il contesto.
- processi di interpretazione del compito da a rontare che richiamano le modalità attivate dal
soggetto per mettere a fuoco a situazione problematica su cui gestire le risorse
Una volta individuati i tre livelli è necessario trovare degli indicatori o evidenze che servano a
provare in maniera più esplicita la presenza di ciascuna dimensione negli allievi.
Un ulteriore passaggio comporta la de nizione di parametri per gli indicatori trovati (ES: base,
iniziale, intermedio, avanzato)
Per quanto riguarda il polo dell'oggetto vanno de niti i contenuti e l’esperienza in base a 3
parametri:
Per individuare l'ambito su cui strutturare l’UDA, ai ni dello sviluppo di una competenza chiave, è
possibile porsi delle domande chiave, che possono essere essenziali (proprie di un determinato
sapere disciplinare) e domande guida dell’unità (per contestualizzare le domande essenziali in
rapporto a speci ci contenuti di sapere e ambiti tematici).
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Dopo queste domande chiave il quarto passaggio dell’impianto a croce per la formulazione del
progetto fa riferimento alla disciplina o discipline coinvolte nello sviluppo dell’UDA (fortemente
connesso ai bisogni formativi e alle domande chiave)
La valutazione viene vista con carattere formativo e pedagogico: opportunità per potenziare
l'esperienza di apprendimento. Ciò si ri ette anche nell'allargamento della prospettiva valutativa
ad aspetti qualitativi e di processo. Questo passaggio si può strutturare in tre momenti:
1. individuazione della situazione problema —> intesa come prodotto individuale o di gruppo
attraverso cui si manifesta la competenza)
2. precisazione degli altri traguardi formativi perseguiti nel percorso, a anco del traguardo di
competenza focus
3. individuare altre modalità di valutazione attraverso cui raccogliere informazioni sul livello di
competenza raggiunto.
Questi traguardi si precisano attraverso la de nizione dell’ambito tematico del progetto, sia
attraverso la de nizione della situazione problema.
Per la de nizione dei traguardi formativi si propone di far riferimento alla descrizione dei risultati di
apprendimento proposta nella raccomandazione del parlamento e del consiglio europeo sul
quadro europeo delle quali che e dei titoli per la apprendimento permanente.
Un’altra distinzione che viene richiamata è quella tra competenze chiave e traguardi: espressa con
una raccomandazione europea sulle competenze chiave per l'apprendimento permanente del 18
dicembre del 2006.
- competenza digitale
- imparare ad imparare
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7.3 altre evidenze: modalità di valutazione
Le evidenze secondo Wigging e MCtighe servono ad intendere tutte le info quantitative e
qualitativi di cui l'insegnante può disporre per valutare l'apprendimento dei propri allievi.
Tale fase non si riduce alla manifestazione della competenza che de nisce il problema, bensì
richiama anche altre modalità valutative (non deve essere limitata al voto del singolo
compito in classe).
Da qui la prospettiva trifocale —> idea di triangolo di osservazione della valutazione, che si
concretizza nell'elaborazione della griglia di valutazione.
- Valutazione oggettiva: evidenze osservabili che attestano la prestazione del soggetto e i suoi
risultati in rapporto al compito a dato (conoscenze e abilità che la competenza richiede)
- Dimensione soggettiva: richiama i signi cati personali attribuiti dal soggetto alla sua
esperienza di apprendimento (il senso assegnato al compito operativo e percezione della
propria adeguatezza, degli schemi da attivare e delle risorse da mettere in campo) —> si
richiede una autovalutazione
- descrizione del quadro iniziale del gruppo di allievi a cui è rivolto il percorso
In ogni caso vanno evitate generalizzazioni ma va descritto il contesto solo in relazione alla
competenza chiave (a che punto si trovano gli allievi rispetto a quella competenza focus).
Per fare ciò si potrebbe anche utilizzare la griglia di valutazione per vedere il livello del gruppo
all'inizio e alla ne dell’UDA.
Metafora della partita: l'allenamento rappresenta le varie attività per sviluppare la competenza
focus e la partita il momento in cui mettere in atto tale competenza acquisita. Un mezzo con cui
allenare gli allievi è la messa in atto della ipped classroom. Un passaggio fondamentale è la
condivisione del senso come occasione per rendere visibili signi cati del percorso formativo
proposto e motivare gli allievi al percorso stesso puntando a suscitare il loro interesse.
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- quali esperienze educative. per raggiungere queste nalità, sono disponibili?
- in quale modo è possibile veri care che queste nalità siano state raggiunte?
Nella struttura tyleriana la seconda e la terza domanda orientano l'attenzione del progettista sui
mezzi necessari a sviluppare traguardi mentre l'ultima si focalizza sulla valutazione dei traguardi
previsti. Rappresenta una struttura logica: schema sequenziale.
Nella proposta di Kerr ciascuna regione viene sviluppata e articolata nei suoi componenti
costruttivi.
- la regione degli obiettivi —> 2 snodi chiave riguardano la costruzione di rubriche lavorative
riferite alle competenze chiave di cittadinanza e l'incrocio tra le competenze chiave e i traguardi
per lo sviluppo delle competenze previsti a livello disciplinare
- la regione delle conoscenze uno snodo chiave riguarda l'individuazione dei contenuti di sapere
essenziali organizzati in rapporto ai nuclei fondanti delle diverse discipline e declinati in
relazione alle fasce di età degli allievi.
- la regione della valutazione —> gli snodi chiave riguardano la predisposizione di strumenti per
la valutazione delle competenze prospettiva trifocale
- fase di preparazione
- fase di elaborazione
- fase di implementazione