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1° GRUPPO

Teoria e metodi di progettazione e valutazione didattica


IL CURRICOLO SECONDO CESARE SCURATI

Un protagonista del dibattito sulla questione del curricolo è Cesare Scurati, che, in Un nuovo curricolo
nella scuola elementare (1977), individua all’interno del curricolo quattro nuclei costitutivi:
− realtà
− razionalità
− socialità
− pubblicità.
Col termine realtà Scurati fa riferimento alla necessità che il curricolo sia radicato all’interno di una
realtà locale specifica (secondo la logica che abbiamo già esposto nella lezione n. 1 di questa Unità
didattica). Con razionalità fa riferimento al fatto che il curricolo non deve lasciare spazio a scelte
casuali o estemporanee, ma deve consistere in un sistema di decisioni razionali, cioè consapevoli e
giustificate. Con socialità si indica il superamento dell’individualismo didattico a vantaggio della
dimensione collegiale. Prevedere la pubblicità vuol dire infine che la scuola rende trasparenti,
comunicabili e controllabili le proprie procedure.

Psicologia dell’apprendimento
IL CONDIZIONAMENTO CLASSICO

Una delle forme di apprendimento più diffuso e conosciuto è quello basato sul condizionamento.
Nel 1927, il fisiologo russo Pavlov ha presentato i risultati di esperimenti sul condizionamento negli
animali, noti come “esperimenti di condizionamento classico”, da cui la psicologia
comportamentalista ha dato il via ad uno studio scientifico dell’apprendimento.
Durante l’esperimento di Pavlov si susseguono le seguenti dinamiche:
- Stimolo incondizionato, che produce in maniera istantanea una risposta;
- Risposta incondizionata, che si genera in maniera involontaria;
- Stimolo neutro, che di per sé non genera nessuna reazione.
Ripetendole più volte, lo stimolo neutro inizierà a provocare una reazione nel soggetto, divenendo,
quindi, condizionato. La risposta incondizionata, che prima era spontanea, diventa condizionata,
grazie all’apprendimento.

Nel processo di condizionamento Pavlov ha stilato alcune regole:


- Il rafforzamento: tanto più frequente e regolare è l’associazione tra due stimoli, tanto più è
probabile che la risposta venga condizionata.
- Se, dopo il condizionamento, per un lasso di tempo lo stimolo condizionato non viene
associato a quello incondizionato, si assiste all’estinzione della risposta appresa.
- Dopo l’estinzione, c’è la possibilità che avvenga uno spontaneo recupero dell’apprendimento;
Si può assistere ad una generalizzazione dello stimolo condizionato, qualora si presentino stimoli
simili. Nonostante questo, è possibile insegnare a discriminare tra stimoli simili, per far sì che la
risposta si manifesti solo con lo stimolo corretto.
2° GRUPPO

Teoria e metodi di progettazione e valutazione didattica


CRITERI DI VALUTAZIONE SECONDO LO IARD

Fondamentale per la valutazione è la messa a punto di strumenti di misurazione adeguati. Tali


strumenti di misurazione sono i criteri di valutazione, ossia i principi in base ai quali giudicare se un
certo risultato dell’apprendimento sia soddisfacente o meno.

Secondo una ricerca condotta dall’Istituto IARD, le tipologie di criterio di valutazione utilizzate dai
docenti sono le seguenti:
- Il raggiungimento di una soglia minima di conoscenza prefissata. Si tratta di un criterio
“assoluto”.
- Il confronto tra ciascuna prestazione. Si tratta di una valutazione di tipo relativo, che viene
condotta prendendo come riferimento il rendimento medio del gruppo all’interno del quale
l’alunno è inserito.
- Il confronto tra prestazioni del singolo alunno. In questo caso il docente tiene conto dei
progressi che l’alunno ha compiuto in relazione alla sua situazione di partenza.
- I “criteri dell’impegno e della buona volontà”. Si stabilisce di premiare l’impegno mostrato
dall’alunno nell’affrontare lo svolgimento dei compiti, indipendentemente dai risultati
raggiunti.

Secondo l’istituto IARD, il criterio tenuto in minor considerazione è quello che si basa sul
raggiungimento della soglia minima, e in linea di massima i docenti hanno dichiarato di non
privilegiare i criteri che offrono informazioni analitiche sulle prestazioni degli allievi.

Psicologia dell’apprendimento
LA TEORIA DEL GESTALT

Secondo la teoria della Gestalt, formulata dallo psicologo tedesco Max Wertheimer, la percezione è
organizzata in virtù di un’innata corrispondenza tra le strutture percettive la realtà. La percezione è
una modalità primaria di esperienza, che consente all’essere umano di essere in sintonia immediata
con il mondo esterno.

La teoria della Gestalt individua delle leggi dell’organizzazione percettiva:


- La legge della vicinanza: gli elementi vicini tra di loro vengono percepiti come un insieme.
- La legge della somiglianza: gli elementi simili tra di loro vengono percepiti come un insieme.
- La legge della chiusura: le regioni delimitate da margini chiusi sono viste come figure.
- La legge della continuità di direzione: le parti poste su di una linea continua tendono ad essere
unificate.
- La legge del destino comune: le parti che si muovono insieme si organizzano in sottogruppi.
- La legge dell’articolazione figura sfondo: la figura è tale in quanto ha una forma ben definita,
mentre lo sfondo è relativamente uniforme e omogeneo.
- La legge dell’esperienza passata: l’esperienza passata facilita l’individuazione di forme già
sperimentate rispetto ad altre non familiari.

La teoria della Gestalt ha, inoltre, studiato il fenomeno percettivo delle illusioni, considerando
le illusioni percettive come percezioni di oggetti costruiti mentalmente ma realtà inesistenti.
3° GRUPPO

Teoria e metodi di progettazione e valutazione didattica


IL METODO DELLA RICERCA-AZIONE

La ricerca-azione è un cammino che ricercatori, dirigenti e insegnanti intraprendono per


sperimentare nuovi percorsi didattici con la collaborazione di altri partner.
Il ciclo della ricerca azione prevede cinque fasi:
1) L’identificazione dei problemi da risolvere, delle cause che li hanno determinati, dei contesti
in cui i problemi si situano, delle risorse a disposizione, dei vincoli che obbligano a fare
determinate scelte.
2) La formulazione di ipotesi di cambiamento.
3) L’applicazione di queste ipotesi nei “contesti-obiettivo”.
4) La valutazione dei cambiamenti intervenuti, a cui consegue una ristrutturazione del progetto.
5) L’approfondimento, l’istituzionalizzazione e la diffusione capillare delle applicazioni a cui è
stata assegnata una valutazione positiva.

I problemi che si affrontano con la ricerca-azione danno spazio a diverse soluzioni: la soluzione
migliore si delinea con più precisione man mano che si agisce e si riflette sull’azione.
L’obiettivo fondamentale della ricerca-azione è quello di far comprendere la complessità dei sistemi
in cui l’uomo interviene.

Psicologia dell’apprendimento
ICD10 (e DSM5) SISTEMA DI CLASSIFICAZIONE DEI DISTURBI MENTALI

Il termine “disturbo” riferito alle difficoltà di apprendimento viene utilizzato all’interno dei sistemi di
classificazione dei Disturbi Mentali (DSM-5 e ICD-10) che riportano i criteri condivisi dalla comunità
scientifica per l’identificazione dei disturbi.

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono: la Dislessia (disturbo della lettura), la Disortografia e la


Disgrafia (disturbi della scrittura), la Discalculia (disturbo del calcolo).
I criteri di base per identificare correttamente i disturbi, secondo l’ICD-10, sono:
- L’abilità scolastica specifica deve essere compromessa in modo clinicamente significativo;
- La compromissione deve essere specifica, ovvero non attribuibile soltanto ad un ritardo
mentale o a compromissioni del livello intellettivo generale;
- La compromissione dell’abilità deve riguardare lo sviluppo e quindi non deve essere stata
acquisita dopo o primi anni del processo educativo;
- Deve essere esclusa la presenza di fattori esterni capaci di fornire una sufficiente motivazione
per le difficoltà scolastiche;
- Il disturbo non deve essere direttamente dovuto a difetti non corretti della vista o dell’udito.
4° GRUPPO

Teoria e metodi di progettazione e valutazione didattica


LE FUNZIONI DELLA VALUTAZIONE NEL DPR 2014 N.11

Nella Direttiva ministeriale n. 11 del 2014 si afferma che la valutazione della qualità dell’offerta
formativa e degli apprendimenti sarà indirizzata in modo particolare:
− Alla riduzione della dispersione scolastica e dell’insuccesso scolastico;
− Alla riduzione delle differenze tra scuole e aree geografiche nei livelli di apprendimento degli
studenti;
− Al rafforzamento delle competenze di base degli studenti rispetto alla situazione di partenza;
− Alla valorizzazione degli esiti a distanza degli studenti con attenzione all’università e al lavoro.

Per raggiungere questi scopi, vengono individuate dalla Direttiva del 2014 delle priorità strategiche,
tra cui:
- L’autovalutazione, che tutte le istituzioni scolastiche devono effettuare, per poi redigere un
RAV (Rapporto di Autovalutazione) digitale. Il tema dell’autovalutazione è diventato uno dei
principali obiettivi dell’Unione Europea.
- La valutazione esterna, da operare su una percentuale di scuole mediante visite effettuate dai
nuclei di valutazione;
- La valutazione della dirigenza scolastica, sulla base di indicatori definiti dall’Invalsi;
- Le rilevazioni nazionali sugli apprendimenti degli studenti e la partecipazione a indagini
internazionali;
- La valutazione di sistema. L’Invalsi predisporrà un rapporto in seguito ad un’analisi e una
comparazione su base internazionale, per consentire di individuare le aree critiche e di
eccellenza del sistema educativo del nostro Paese.

Psicologia dell’apprendimento
LEWIN – I TRE TIPI DI LEADERSHIP

La leadership è un processo di influenza sociale attraverso il quale un individuo, il leader, ottiene e


mobilita l’aiuto degli altri nel raggiungimento di uno scopo collettivo.

Lewin (1935) ha identificato diversi tipi di leadership:


- La leadership autoritaria, che presuppone una distribuzione del potere asimmetrica;
- La leadership democratica, in cui il leader delega alcuni compiti, distribuisce le responsabilità
e prende decisioni insieme agli altri membri del gruppo;
- La leadership permissiva, di tipo nominale, dove i membri del gruppo vengono lasciati liberi
di prendere decisioni in completa autonomia.

Le ricerche condotte da Lewin hanno mostrato come lo stile di leadership più funzionale e più
efficace sia quello democratico, in cui i comportamenti ostili sono ridotti al minimo
5° GRUPPO

Teoria e metodi di progettazione e valutazione didattica


EFFETTO ALONE

Spesso la valutazione degli apprendimenti manca di oggettività, perché troppo legata al soggetto
che valuta.

L’effetto “alone” è un tipo di distorsione nella valutazione: i giudizi di chi valuta possono essere
condizionati da componenti di tipo affettivo, come ad esempio opinioni o emozioni. Le componenti
che alimentano l’effetto “alone” sono legate alla “presentabilità”, intesa sia come linguaggio e
abbigliamento, sia, più semplicemente, alla grafia e al disordine nella scrittura.

Psicologia dell’apprendimento
DISGRAFIA e DISORTOGRAFIA

I disturbi specifici dell’apprendimento a carico della scrittura sono riconducibili ad una


compromissione nei processi su cui si basa il compito di trascrizione.

La disgrafia consiste nella difficoltà, di natura motoria, nella realizzazione del grafema e si manifesta
con la difficoltà di scrivere in modo chiaro e scorrevole.
La disortografia è la difficoltà nei processi di cifratura del codice ortografico e nella produzione dei
testi.

La disgrafia e la disortografia possono manifestarsi insieme oppure da sole; in entrambi i casi alla loro
origine non c’è un deficit neurologico, ma un problema di controllo e una mancata acquisizione e
interiorizzazione del processo di formazione delle parole e di associazione tra grafemi e fonemi.

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