Usa: “Tra poco la Russia controllerà pure Luhansk”.

Quanto impiegherà ancora la

Nato per ammettere d’aver sbagliato tutto e risparmiare all’Ucraina altri sacrifici? y(7HC0D7*KSTKKQ( +?!"!.!=!%

Lunedì 13 giugno 2022 – Anno 14 – n° 161 1,80

aa 1,80
- Arretrati:
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16,50
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il libro 1,80
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e “Ucraina.
12l'agenda
con La
il libro
guerra
della
– Arretrati:“Ioelegalità"
posso”
la
estoria”
3,00
Redazione: via di Sant’Erasmo n° 2 – 00184 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

I 5 trascinatori di folle LEGISLATIVE La sinistra insidia la maggioranza al presidente INCHIESTA MEDIAPART Con la complicità di Bolsonaro
In Francia Mélenchon Il Brasile delle lobby
» Marco Travaglio
strapazza Macron, e delle miniere che
L
a ridicola disfatta dei cin-
que referendum contro la
Giustizia merita un De Pro-
fundis degno della sua catastro-
che spera nel 2° turno devastano il pianeta
fica spettacolarità. Ancora una q DE MICCO A PAG.5 q ALBERTINI A PAG. 14 - 15
volta il popolo italiano s’è rivelato
molto più maturo della classe po-
litica e intellettuale, seppellendo
sotto una coltre di sprezzante in-

ELEZIONI GIUSTIZIA, QUESITI FLOP. DESTRA AVANTI A GENOVA, L’AQUILA E PALERMO

differenza l’ennesimo tentativo
di lorsignori di regalarsi l’impu-
nità col plauso dei cittadini. Si te-

Referendum, la catastrofe
meva che la gran quantità di cri-
minali d’alto e basso bordo ope-
ranti in Italia alzasse l’affluenza,
rispondendo alla chiamata alle
armi dei poteri marci travestiti da
“garantisti” contro i magistrati

dei Re Mida all’incontrario

cattivi: invece nemmeno la mag-
gioranza di chi vive di illegalità s’è
scomodata. E i votanti sono stati
così pochi che non si sarebbe rag-
giunto il quorum neppure se si
fosse votato per un mese e le tv ne
avessero parlato “h24” per un an-
no. Il merito della strepitosa dé-
bâcle si deve anzitutto ai presunti
leader del Sì: i soliti radicali (Bo-
nino in testa), ormai caricature di
ciò che furono; i noti trascinatori IL FATTO ECONOMICO. RENZI OGGI A “REPORT”
di folle Salvini, B., Renzi, Calen-
“L’alt a Gratteri
1992: addio scala mobile
da; alcuni noti frequentatori di se
stessi del Pd (i sindaci Ricci e Go-
ri); le trombette della stampa di da Napolitano
destra e dei signorini grandi fir-
me di Rep (Merlo), del Corriere E per i salari fu il disastro e da Pignatone”
(Panebianco), del Me s s a g ge r o
(Nordio); e la lobby degli avvocati q PROIETTI A PAG. 4
(da non confondere con l’intera
categoria). La Meloni s’era tenuta
a debita distanza, pur predicando MONICA GUERRITORE
tre sì e due no. Solo Conte, Letta e
Leu avevano osteggiato la follia di “La guerra ci sta
chiamare i cittadini a pronun-
ciarsi su temi tecnici che spettano portando tutti
al Parlamento.
Ma la presenza nel fronte del come su un ring”
Sì di quei Re Mida all’incontrario
che trasformano in cacca tutto ciò
che toccano non basta a spiegare
questo disastro di proporzioni bi-
bliche, destinato a screditare
vieppiù l’unico strumento di de-
mocrazia diretta di cui disponia-
mo. C’è di più: i finti garantisti
che pretendevano di scandalizza-
re la cittadinanza per le manette
facili (in realtà difficilissime), l’e- p Quell’accordo cancellò le vecchie normative allo scopo
sclusione dei condannati da Par- p L’affluenza più bassa nella storia referendaria d’Italia: me- di frenare le buste paga. Oggi, con l’inflazione, c’è chi
lamento, governo, enti locali e re- no del 20% per i quesiti contro pm e Severino. Exit poll delle vuole ripetere la storia. Indebolendo di nuovo i sindacati q CAPORALE A PAG. 6
gionali, la carriera unica di giudi- Comunali: Bucci 51-55%; Biondi 47-51%; Lagalla 43-47%
ci e pm (consigliata dall’Ue e di- q FANA E SETTIS A PAG. 10 - 11
fesa dai veri garantisti), l’assenza q CAIA, GIARELLI E SALVINI A PAG. 2 - 3 PIETRE & POPOLO
di avvocati nei consigli giudiziari
che valutano i magistrati e finan- Il brutto trasloco
co le 25 firme richieste ai togati
per candidarsi al Csm, sono gli La cattiveria » I CONTI CON IL COVID La crisi di Amazon, Facebook, Twitter & C. di Napoli offende
stessi che da trent’anni lavorano
Croce (e la città)
per convincere gli italiani che le
indagini sui reati dei politici sono
L’affluenza ai seggi per
i referendum sulla giustizia
è così bassa che Italia Viva
Sta arrivando il Medioevo di Big Tech
una “guerra fra giustizia e politi- q MONTANARI A PAG. 17
ca”: un derby fra guardie e ladri ha preteso i diritti d’autore
che non riguarda i cittadini, i qua- WWW.FORUM.SPINOZA.IT » Virginia Della Sala connessione degli u- sono in surplus di
li se ne devono bellamente infi- tenti. La sua lunga personale e che FABIO LIBERATORI

A
schiare. Guai a ricadere nell’erro- ggiustamenti”, “privi- età dell’oro ha un questo costa all’a-
re “giustizialista” di Tangentopoli Le firme legi”, “eccessi”: Big Te-
ch frena la sua corsa, in
contrappasso: ogni
rallentamento somi-
zienda 2 miliardi di “La musica, i film
e Mafiopoli, quando gli italiani ti- dollari l’anno.
favano per le guardie perchè sa- q IN QUESTO NUMERO borsa e tra i lavoratori, dopo glia a un fallimento. È il “Quando la variante è e 2 grandi geni:
pevano di essere le vittime dei la- HANNO SCRITTO PER NOI: due decenni in cui ha coltivato 28 aprile quando durante diminuita nella seconda
dri e dei collusi. Hanno ridotto BOCCOLI, D’ESPOSITO, il mito dell’impiego dei sogni, una telefonata sugli utili tri- metà del primo trimestre e i Dalla e Verdone”
milioni di persone da protagoni- D’ONGHIA, FUCECCHI, GENTILI, tra quartieri generali all’ulti- mestrali, Brian Olsavsky, dipendenti sono rientrati, sia-
sti a spettatori, da cittadini a sud- LA VALLE, PALOMBI, mo grido e welfare competiti- chief financial officer di Ama- mo passati rapidamente da u- q MANNUCCI A PAG. 18
diti: ora non si meraviglino se gli PANARELLI, PIZZI, RODANO, vo, e ha massimizzato i profitti zon, spiega che i magazzini na situazione di carenza”.
elettori stanno a guardare. SCUTO, TRUZZI E ZILIANI grazie ai lockdown e alla iper- del gigante dell’e-commerce A PAG. 12
2 l POLITICA IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 13 Giugno 2022

ELECTION DAY • QUESITI SOTTO IL 20 PER CENTO

Flop Vota uno su cinque,
record negativo di sempre
La Lega vede complotti,
Silvio non perde il vizio:
“La giustizia è politicizzata”

» Lorenzo Giarelli

I
referendum sulla giustizia affondano. E il tonfo
ha le dimensioni di un disastro: l’affluenza defi-
nitiva si ferma tra il 18 e il 20%, ben lontano dal
quorum del 50 per cento e record negativo di
sempre (senza il traino delle amministrative, a fatica
si sarebbe arrivati al 10 per cento). Ma c’è di più, per-
ché su alcuni quesiti – come quello sull’abrogazione
della legge Severino per far tornare i pregiudicati in
Parlamento o quello per svuotare l’istituto del car-
cere preventivo – il No sfiora addirittura la vittoria
(al momento in cui andiamo in stampa, il conteggio
delle schede non è ancora terminato), nonostante
molti dei contrari siano rimasti a casa per non ri-
schiare il raggiungimento del quorum.

Si schianta il referendum anti-pm

È la disfatta di Salvini, Renzi & C.
I 5 QUESITI Una Caporetto in parte an-
nunciata per Matteo Salvini e
te, il silenzio di troppi media e
politici, il weekend estivo e il
mentari. Non è chiaro però
con quale legittimazione, vi-
dia cautelare in carcere, vole-
va separare le carriere di giu-
“Gli ultimi arresti a Palermo
sono i soliti attacchi contro di

1
i Radicali, che avevano pro-
ABROGAZIONE mosso i cinque referendum
SEVERINO salvo poi fiutare l’imminente
Il quesito fallimento soprattutto dopo
proponeva la bocciatura da parte della
l’abolizione della Corte Costituzionale dei due
legge Severino su quesiti più popolari, quelli
incandidabilità sulla coltivazione della can-
e decadenza nabis e sull’omicidio del con-
dei condannati senziente. Non a caso il lea-
der leghista, pungolato an-
vergognoso caos seggi visto
oggi per esempio a Paler-
mo”.
Per Salvini e compagnia,
insomma, il referendum è
fallito per colpa di qualche
congiura, ma la giustizia deve
essere riformata subito, pas-
sando adesso alle vie parla-
sto che gli italiani hanno i-
gnorato i quesiti e tra i pochi
che sono andati a votare ce
n’era una metà contraria
all’abrogazione delle leggi.
D’altra parte a dar man
forte al partito dell’impunità
– che ieri, oltre ad abolire la
Severino e sventrare la custo-
dici e pm, riformare le “pagel-
le” ai giudici e le firme per
candidarsi al Csm – c’è un
vecchio specialista di com-
plotti e giustizia come Silvio
Berlusconi. Non curante del
silenzio elettorale, ieri B. ave-
va deliziato i cronisti appena
fuori dal suo seggio a Milano:
noi – ha detto riferendosi ai
due candidati finiti in manet-
te per presunti rapporti coi
clan – Questa è sempre la sto-
ria della giustizia politicizza-
ta che non è morta”.
SECONDO B., i cinque quesiti
sarebbero stati “positivi”, “un

2
che da Giorgia Meloni che
CAOS URNE
Mare, calcio e pressioni:
LIMITAZIONE non aveva sostenuto l’abro-
MISURE gazione della Severino e la ri- t
CAUTELARI forma del carcere preventivo,
Il quesito da tempo si era sfilato dalla
proponeva campagna referendaria limi-

la morìa degli scrutatori

di limitare tandosi a gridare al complot-
le misure to per un presunto silenzio
cautelari nei casi mediatico intorno al voto. Ma
di reiterazione quella di ieri è una disfatta
del reato anche per Matteo Renzi, For-
za Italia, Carlo Calenda e la

3
truppa del Pd che dietro il
SEPARAZIONE vessillo del “garantismo” vo- » Saul Caia dal Comune, che ha bloccato gli chiesta della Procura di Paler- situazione sarebbe stata dram-
CARRIERE leva fare un regalo a inquisiti PALERMO uffici amministrativi. Magari si mo, che ha ricevuto l’esposto matica, lo si percepiva già saba-
Il quesito e pregiudicati. Il tutto ali- sono perse per strada oppure del Comune, con l’elenco dei to sera, quando gli uffici eletto-

proponeva mentato dagli ultimi tentati-
la separazione vi di confondere le acque di u-
tra pm e giudice na sconfitta clamorosa, dan-
do la colpa della d é bâ c l eal
L
e elezioni comunali di Pa-
lermo non smettono mai
di stupire. Il caos regna
sovrano anche nel giorno delle
sono arrivate in ritardo le mail presidenti che si sono sottratti rali di Palazzo delle Aquile han-
di chi voleva rinunciare all’in- all ’incarico, e del Codacons. no iniziato a fare i salti mortali
carico. L’accusa potrebbe essere di in- per sopperire alla diserzione
terruzione di pubblico servizio dei presidenti di seggio, circa

4
flop organizzativo di Paler- votazioni. Circa 170 presidenti CHISSÀ che i presidenti non ab- o rifiuto di atti d’ufficio. Che la un sesto del totale. Per tutta la
VOTO mo, dove per diverse ore ieri di seggio e un migliaio di scru- biano disertato per le pressioni notte si è cercato di chiamare e
AVVOCATI mattina non si trovavano ab- tinatori hanno disertato il loro legate all’importanza del ruolo, contattare chiunque fosse di-
Il quesito bastanza presidenti di seggio incarico, mandando in tilt tutta pagato solo 280 euro per a due sponibile.
proponeva il voto per sostituire gli assenti in- la macchina amministrativa. giorni elettorali, in un momen- Ieri, però, le sezione scoper-
degli avvocati giustificati, lasciando così le Colpa della concomitanza con to così delicato per la città, già te erano 50. Il panico. Molti e-
nei consigli urne chiuse per mezza matti- il match casalingo di ieri sera divisa dall’acceso dibattito sul- lettori sono rimasti in fila per o-
giudiziari nata. contro il Padova: al “R en zo
Barbera” oltre 34mila spetta-
la questione morale e di oppor-
tunità politica, nei confronti
SEGGI FORFAIT re, aspettando invano. Altri
hanno deciso di tornare a casa o

5
PERCIÒ SALVINI parla di “furto
CANDIDATURE di democrazia”, “cose che non
AL CSM succedono neppure in Bu-
Il quesito
proponeva
r u nd i ”, poi, di fronte alla
sconfitta, è una velina della
l’abolizione
delle firme
Lega a restituire l’imbarazzo
della serata: “La Lega ringra-
per il Csm zia i milioni di italiani che
hanno votato nonostante un
solo giorno con le urne aper-
tori per spingere i rosanero alla
promozione in B?
Oppure la calda e soleggiata
giornata avrebbe invogliato
scrutatori e votanti a scegliere il
mare alle urne? Ma forse, die-
tro il forfait, potrebbero esserci
motivazioni più profonde. Po-
trebbe aver influito l’attacco
hacker subito nei giorni scorsi
dei sostenitori di Roberto La-
galla, come l’ex governatore To-
tò Cuffaro e Marcello Dell’Utri.
Una città già sconvolta anche
dagli arresti dei candidati Pie-
tro Polizzi (Forza Italia) e Fran-
cesco Lombardo (Fratelli d’Ita-
lia), accusati di voto di scambio
politico mafioso. Le risposte
potrebbero arrivare dall’i n-
DEI PRESIDENTI dirigersi al mare. Si era persino
pensato di accorpare i seggi,
quando dalla Prefettura e dal
NEL CAPOLUOGO Viminale è arrivata la comuni-
cazione della nomina degli ul-
DELLA SICILIA timi 13 presidenti di sezione,
per garantire le “operazioni di
voto regolari in tutte le 600 se-
zioni cittadine”. A metà matti-
nata l’affluenza segnava un mi-
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 13 Giugno 2022
piccolo passo avanti verso u-
na giustizia giusta”, ma pur-
troppo gli italiani sono “un
popolo di masochisti” e dun-
que non se ne farà nulla, com-
plice la macchinazione per
far fallire l’obiettivo del quo-
rum: “I referendum sono sta-
ti boicottati con il voto in un
giorno solo e col silenzio as-
soluto sui giornali e sulla te-
nimo storico: 10,89% (-4,27%
rispetto al dato del 2017). Le
defezioni più importanti si so-
no segnalate alla scuola “Gre-
gorio Russo” di Passo di Riga-
no, con 4 seggi su 5 chiusi, e a
quella “Elena Di Napoli” alla
Zisa, con 3 seggi su 5 scoperti.
Due quartieri densamente po-
polati e spesso balzati agli onori
della cronaca per vicende di
mafia. Ma la maggior parte del-
Exit poll: Genova, L’Aquila
e Palermo al centrodestra
Tutto il resto ai ballottaggi
» Giacomo Salvini
D
levisione di Stato. Ma col voto
in un giorno solo non sarem-
mo comunque arrivati al 50
per cento, c’è una precisa vo-
lontà di mantenere le cose co-
me stanno”. Volontà che,
molto più semplicemente ri-
spetto alle teorie cospirative,
sembra appartenere alla
maggioranza degli italiani.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sguarniti
Ieri mattina
decine di seggi
a Palermo
hanno aperto
in ritardo
FOTO ANSA
le assenze sono state riscontra-
te nelle aree periferiche della
città (Cep, Pallavicino e Cu-
ba-Calatafimi). La situazione
si è ristabilita a ora di pranzo.
Vana la richiesta del governa-
tore Nello Musumeci di esten-
dere il voto fino a oggi alle 14, il
Viminale ha imposto la chiusu-
ra alle 23. Ma il caso potrebbe
non finire qui: c’è chi invoca
l’annullamento del voto.
i fronte alla disfatta dei referendum
sulla giustizia, il centrodestra può
consolarsi con i primi risultati – sep-
pur parziali – delle elezioni ammini-
strative: secondo i primi exit poll delle 23 di ie-
ri, la coalizione di Matteo Salvini, Giorgia Me-
loni e Silvio Berlusconi riesce a vincere al pri-
mo turno a Genova, L’Aquila e probabilmente
a Palermo, mentre a Catanzaro il candidato di
Lega e Forza Italia (ma non Fratelli d’Italia) è
avanti al ballottaggio. Sorpresa negativa, per la
coalizione, a Verona dove il candidato del cen-
trosinistra Damiano Tommasi va al ballottag-
gio saldamente al primo posto con un testa a
testa fratricida tra il sindaco uscente Federico
Sboarina e Flavio Tosi. Anche a Parma si va al
secondo turno ma il candidato
dem Michele Guerra (fedelissi-
mo di Federico Pizzarotti) è in te-
sta. Alle 19, invece, secondo i dati Primi dati Biondi (47-51%)
del ministero dell’Interno l’af-
fluenza si è fermata al 39,8%, me- e Bucci (51-55%) riconfermati
no sette punti rispetto al 45% del
2017 quando si votava in due al primo turno. Anche Lagalla
giorni. Il dato finale dovrebbe at-
testarsi poco sopra il 50%.
Secondo gli exit poll del Con-
avanti (43-47%). A Verona
sorzio Opinio di Antonio Noto
per la Rai, il centrodestra dovreb-
sorpresa Tommasi in testa
be vincere al primo turno a Ge-
nova e L’Aquila: nella città ligure
il sindaco uscente Marco
Bucci viene dato in netto vantaggio con
una forbice tra il 51 e il 55% contro il
36-40% del candidato giallorosa Ariel
Dello Strologo. Anche nel capoluogo a-
bruzzese, il meloniano Pierluigi Biondi
si avvia ad essere riconfermato al primo
turno con un range 47-51% contro il
25-28% della dem Stefania Pezzopane.
Partita più aperta a Palermo dove però il
candidato del centrodestra Roberto La-
galla, appoggiato da Marcello Dell’Utri
e Totò Cuffaro, dovrebbe farcela al primo turno
(basta superare il 40%): alle 23 di ieri era in
vantaggio sul candidato del centrosinistra
Franco Miceli 43-47% a 37-41%. Secondo gli
exit poll di Tecné per Mediaset, invece, Lagalla
avrebbe un vantaggio più sostanziale con il
44%, come Bucci a Genova con il 55%.
AL BALLOTTAGGIO invece vanno le altre tre città
che sono state testate dagli istituti di sondaggi:
Catanzaro, Verona e Parma. La sorpresa più
grossa arriva proprio dalla città dell’Arena in
cui la destra governa da 15 anni: qui al ballot-
POLITICA l 3
Débâcle
Matteo Salvini
e Silvio Berlusconi
hanno votato ieri
per i referendum
sulla giustizia FOTO
ANSA/LAPRESSE
taggio andrà il candidato del centrosinistra,
l’ex calciatore della Roma Damiano Tommasi
(40-44%), mentre per il secondo posto è in IL LEGHISTA: HO
corso un testa a testa fra i due rappresentanti PAGATO AEREO
del centrodestra, il sindaco uscente di FdI so- VERSO MOSCA
stenuto anche dalla Lega, Federico Sboarina
(27-31%), e l’ex primo cittadino Flavio Tosi
(26-30%), appoggiato da Forza Italia e Italia
Viva.
UNA SPACCATURA che sta facendo molto male
alla coalizione di centrodestra. Secondo gli os-
servatori, infatti, con questo scenario, Tom-
masi ha buone possibilità di diventare sindaco
al secondo turno vista la rivalità tra Sboarina e
Tosi e i relativi elettori. Centrosinistra avanti al
ballottaggio anche a Parma dove Michele
Guerra, braccio destro del sindaco uscente
IL SEGRETARIO
della Lega Matteo Salvini
ieri ha confermato che
ad anticipargli i soldi
del biglietto aereo verso
Mosca sia stata
l’ambasciata russa: “Io
non ho dei rubli”
chiarendo poi che
il viaggio è stato “pagato
dalla Lega”. L’ambasciata
russa invece sabato aveva
fatto sapere di aver
comprato i biglietti e che
Pizzarotti, è dato al 40-44% contro il 20-24% i soldi erano stati restituiti
di Pietro Vignali (20-24%) sostenuto da Lega una volta che la missione
e Forza Italia. Al terzo posto, poco sopra il 10%, era fallita. Ieri anche
si piazza il civico Dario Costi sostenuto da A- Berlusconi ha difeso
zione di Carlo Calenda. Solo quarto invece il Salvini: “Il caso non
meloniano Priamo Brocchi. A Catanzaro inve- esiste”. Poi l’ex premier ha
ce, il candidato del centrodestra Valerio Dona- spiegato di aver chiamato
to (ex iscritto al Pd) va al ballottaggio in van- Putin per 2 volte senza
taggio (39-43%) con l’esponente giallorosa successo: “Se fossi stato
Nicola Fiorita (31-35%). Al terzo posto il cen- io il presidente
trista Antonello Talarico mentre solo quarta della Repubblica avrei
arriva la deputata di Fratelli d’Italia Wanda convinto Putin
Ferro. I candidati in solitaria di Meloni non so- a non attaccare l’Ucraina”
no andati particolarmente bene.
Oggi alle 14 inizierà lo spoglio di tutte le altre
città e sarà particolarmente interessante il vo-
to di lista con il derby tra Lega e Fratelli d’Italia
soprattutto al nord. Matteo Salvini però, dopo
aver gridato alla censura per tutto il giorno sul
referendum e allo “scandalo” sui disagi di Pa-
lermo, si prepara già a parlare d’altro: oggi alle
12 ha convocato una riunione urgente in via
Bellerio “sull’attacco all’Italia” da parte della
Bce.
4 l POLITICA
GOVERNO RENZI • L’ex premier stasera a “Report” su Rai3
“Furono Napolitano e Pignatone
a bloccare Gratteri alla Giustizia”
PROTAGONISTI » Ilaria Proietti
A
bloccare la nomina a
ministro della Giu-
stizia di Nicola
Gratteri del gover-
no Renzi nel 2014 fu il Quiri-
nale ma un ruolo di primo
piano lo ebbe anche Giusep-
pe Pignatone, già procurato-
re capo di Roma e oggi presi-
EDMONDO dente del Tribunale Vaticano.
BRUTI LIBERATI Lo ha rivelato Matteo Renzi
che, intervistato da Report in
• L’ex procuratore capo onda questa sera su Raitre al-
di Milano vide Renzi le 21.20, fa luce su uno degli
episodi più controversi della
storia recente: “ll presidente
Napolitano, con le sue moti-
vazioni, decise di non nomi-
nare Nicola Gratteri, mini-
stro di Giustizia. Che siano in-
tervenuti i magistrati, penso
di poterlo chiarire: se lei mi
domanda di Pignatone, le di-
NICOLA GRATTERI co di sì perché è un nome che
mi è stato riferito nel corso dei
• Il procuratore capo di miei colloqui al Quirinale” ha
Catanzaro nel 2014 doveva spiegato Renzi che si è si sof-
diventare Guardasigilli fermato anche su un altro e-
pisodio che lo ha visto prota-
gonista quando era presiden-
te del Consiglio: l’incontro av-
venuto nella primavera-esta-
te del 2014 in una saletta ri-
servata di un aeroporto di
Malpensa con l’allora procu-
ratore capo di Milano E d-
mondo Bruti Liberati, pro-
GIUSEPPE prio lo stesso periodo in cui ad
PIGNATONE Alfredo Robledo veniva re-
vocata l’indagine sul mega
• È stato procuratore appalto per la piastra di Expo
capo nella Capitale in odore di combine.
“Questa è una vicenda che
riguarda la Procura di Mila-
no, della quale io non ho alcu-
na notizia” commenta Renzi
che nega di aver chiesto a Bru-
ti Liberati di rimandare, so-
spendere o bloccare le inchie-
ste. E che spiega così perché
ringraziò il procuratore capo
dopo il successo di Expo. “Se
hai una situazione nella quale
si rischia di bloccare tutto, un
grande evento internazionale
che salva l’immagine di Mila-
no e dell’Italia nel mondo hai
delle persone che lavorano nel
rispetto istituzionale, come fa
la Procura di Milano, come fa
il Dagl, come fa l’Anac, io da
presidente del Consiglio dico
grazie”. Una vicenda su cui
Giorgio Mottola di Report ha
sentito anche gli altri prota-
gonisti. “Io non voglio inter-
venire su quelle dichiarazio-
ni. Ci sono le chiacchiere e ci
sono i fatti. È stato fatto tutto
senza polveroni, ma interve-
nendo in tempo utile perché
questo evento importante a-
vesse i risultati che poi ha a-
vuto” ha spiegato Bruti Libe-
rati che invece non ha voluto
rispondere alla domanda se
all’epoca rispetto alle inchie-
ste su Expo ci fossero state
pressioni da parte dell’allora
presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano.
PER ALFREDO Robledo i rin-
graziamenti formulati da
Renzi per un contributo non
meglio definito dato dalla
Procura di Milano al successo
dell’Expo sono stati invece la
conferma di quello che era più
di un sospetto. “ Diciamo che
era la prova di un intervento
forte della politica sul procu-
ratore della Repubblica Bruti,
per far sì che non vi fossero in-
tralci giudiziari, quindi delle
inchieste, su Expo in partico-
lare”. Robledo che nel 2014 a-
veva iniziato un’i ndag ine
molto promettente sull’a p-
palto da 140 milioni di euro
per la piastra di Expo, asse-
gnata al colosso Mantovani
Spa con un ribasso record del
40 per cento, venne spostato
all’ufficio esecuzioni penali e
le indagini secondarie su E-
xpo non porteranno a nessun
provvedimento sul mega ap-
palto della Mantovani Spa, a-
zienda che due anni dopo fi-
nirà al centro dello scandalo
Mose per le mazzette pagate a
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 13 Giugno 2022
politici di tutti gli schiera-
menti. La revoca dell’indagi-
ne a Robledo fu possibile gra-
zie alla riforma Castelli-Ma-
stella che ha attribuito al pro-
curatore capo potere di inter-
venire nelle indagini dei pro-
pri pm. Secondo Report per
effetto di quella norma dal
2005 ad oggi si è registrato un
calo verticale delle condanne:
per il reato di concussione,
che riguarda chi fa pressioni
per ottenere una
mazzetta, le con-
danne definitive so-
no scese da 110 a 9 EXPO 2015
con una diminuzio-
ne del 91 per cento. INCHIESTE
Mentre per la cor-
ruzione sono calate
CONGELATE:
da 248 a 90 (-63 per IL COLLOQUIO
cento), mentre in-
vece per voto di CON BRUTI
scambio politico
mafioso in 16 anni
ci sono stati solo 15
politici condannati in via de-
finitiva. E la riforma Cartabia
varata dal governo dei “Mi-
gliori” di Mario Draghi ri-
schia di fare addirittura peg-
gio: sarà il Parlamento a indi-
care al procuratore capo quali
reati dovrà perseguire in mo-
do più urgente.
CON “UN VULNUS, al principio
sacro della separazione dei
poteri. Questa riforma dise-
gna un sistema che limita
l’autonomia non solo dei sin-
goli magistrati ma anche della
magistratura, soprattutto
delle Procure che costituisco-
no il cuore nevralgico dell’a-
zione penale” spiega il consi-
gliere del Csm Nino Di Mat-
teo. Ma non è tutto. Sempre
intervistato da Report Nicola
Altri tempi
Il 22 febbraio
2014
il governo
Renzi giura
nelle mani
di Napolitano
FOTO ANSA
Gratteri prevede che la rifor-
ma Cartabia, “la peggiore ri-
forma della storia”, con l’in-
troduzione della improcedi-
bilità (il processo d’appello
potrà durare al massimo due
anni e quello di Cassazione 12
mesi: superato questo limite,
il procedimento decade) farà
evaporare i processi. Quelli
per “gli omicidi colposi, quin-
di gli incidenti sul lavoro, su
cui tutti si riempiono la bocca
dal presidente della
Repubblica, tutti i
processi in materia
di inquinamento,
nonostante questo
governo ha dedica-
to un ministero alla
transizione ecolo-
gica, per tacere dei
reati contro la pub-
blica come corru-
zione, concussione,
peculato. Il 50 per
cento di tutti questi
processi in appello non si ce-
lebrerà”.
Mentre con la Cartabia re-
sterà intatto il potere delle
correnti per nulla scalfito dal-
la riforma del sistema eletto-
rale del Csm in corso di appro-
vazione al Senato: per Gratte-
ri fresco di bocciatura da par-
te di Palazzo dei Marescialli
per il posto di Procuratore na-
zionale antimafia, la nuova
legge “è se possibile peggio di
quella attuale. Crea un siste-
ma dove già si può prevedere
già quanti candidati prenderà
una corrente, quanti un’altra,
quanti un’altra. Il problema
va risolto alla radice: la mam-
ma di tutte le riforme è quella
del Csm, bisogna arrivare al
sorteggio”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 13 Giugno 2022
FRANCIA
t
FINLANDIA:
NO ALLA NATO
SENZA SVEZIA
HELSINKI rifiuta
l’adesione alla Nato senza
la Svezia. La Finlandia non
entrerà a far parte
dell’Alleanza atlantica se i
problemi che Stoccolma
ha con la Turchia
dovessero comportare il
rinvio dell’adesione
proprio della Svezia.
Lo ha affermato ieri il
presidente finlandese
Sauli Niinisto alla
conferenza stampa con il
segretario generale della
Nato Jens Stoltenberg.
"Il caso della Svezia è
anche nostro. Ciò significa
che andiamo di pari
passo", ha affermato
Niinisto. Stoltenberg
invece ha affermato che
la Turchia ha “legittime
preoccupazioni per il
terrorismo e altre
questioni, che devono
essere prese sul serio”.
La Turchia ha accusato
Finlandia e Svezia di
sostenere i militanti curdi
e ha annunciato che non
sosterrà le due nazioni
nordiche nell’adesione
alla Nato se non
cambieranno
le loro politiche
Risultati Il leader
della gauche esulta:
“Abbiamo battuto
il partito presidenziale”
Astensione record,
il 52,8 % non ha votato
La sinistra di Mélenchon
ha il 25% come Macron
ELEZIONI LEGISLATIVE Il presidente potrebbe ritrovarsi senza una maggioranza dopo
il ballottaggio di domenica prossima. La destra di Marine Le Pen arrivata terza
» Luana De Micco
PARIGI
I
l testa a testa annunciato tra
Ensemble, la coalizione
“macronista”, e la Nupes,
l’alleanza delle sinistre, si è
confermato al primo turno del-
le legislative: alle 20 di ieri, alla
chiusura delle urne, i primi ri-
sultati davano perfettamente
alla pari, col 25,2 per cento dei
voti, le due forze politiche.
La partita resta dunque a-
perta per il ballottaggio di do-
menica prossima. In termini di
seggi, sulla base del sistema e-
lettorale francese, Ensemble
resterebbe in testa, ma di un
soffio. Per conservare la mag-
gioranza assoluta, che ha per-
messo a Emmanuel Macron di
portare avanti senza intoppi la
sua politica negli ultimi cinque
anni, servono 289 seggi. Per l’I-
fop, Ensemble conserverebbe
tra 255 e 295 seggi, mentre la
Nupes ne otterrebbe tra 150 a
190, contro i 68 della legislatu-
ra che si sta chiudendo.
Jean-Luc Mélenchon, che è
riuscito a realizzare l’impensa-
bile fino a poche settimane fa,
riunendo intorno a sé verdi, so-
cialisti e comunisti nella Nuova
unione popolare ecologica e so-
ciale, ha rivendicato la vittoria
ieri sera, invitando il “popolo” a
votare in massa il 19 per dargli
la maggioranza assoluta in As-
semblea, per la pensione a 60
anni e il salario minimo a 1.500
euro netti al mese: “Il partito
presidenziale è battuto. È la
prima volta – ha detto – che un
presidente neoeletto non riesce
a confermare la sua vittoria due
mesi dopo alle legislative. Ri-
versatevi alle urne per respin-
gere i progetti funesti di Ma-
cron e per un futuro di armo-
nia”.
MÉLENCHON, che quest’anno
non si ripresenta (ha affidato il
suo feudo di Marsiglia al fede-
lissimo Manuel Bompard) sta
vincendo la sua sfida. Ha caval-
cato lo straordinario risultato
delle presidenziali, circa il 22
per cento, facendo del suo par-
tito, La France Insoumise, la
prima forza di sinistra. Ha tra-
sformato le legislative in un
“terzo turno”delle presidenzia-
li e inventato lo slogan “Elegge-
temi primo ministro”, impo-
nendo a Macron lo spettro della
coabitazione. Ha occupato la
scena mediatica. Se la coabita-
zione resta improbabile per la
maggior parte degli osservato-
ri, il rischio di una maggioranza
relativa per Macron è invece
possibile. In questo caso, La-
Rem dipenderebbe dal voto di
altri gruppi (per esempio la de-
stra dei Républicains) per at-
tuare la politica del capo dello
Stato.
Mentre il dubbio si insinua-
va, nei giorni scorsi, Macron,
entrato tardi in campagna, ha
lanciato segnali dopo segnali
alla sinistra e appelli ai francesi
a dargli una maggioranza “for-
te e chiara”. I suoi ministri han-
no attaccato il programma eco-
nomico della Nupes e ripetuto
che votare Mélenchon avrebbe
gettato il Paese nel caos. “I no-
stri valori sono in gioco”, ha det-
to ieri sera la premier Elisabeth
Borne, lei stessa candidata,
chiedendo a “tutte le forze po-
litiche repubblicane” di votare
Ensemble al ballottaggio.
Terzo è arrivato il Rassem-
blement national col 18,9 per
cento. Marine Le Pen, uscita
più forte dalle presidenziali,
praticamente non ha fatto
campagna per le legislative, ri-
fiutando anche di allearsi con
Reconquête di Eric Zemmour,
eliminato sin da ieri. Lei sarà
invece al ballottaggio nel suo
feudo del nord. Ieri sera ha di-
feso il “buon risultato” ottenu-
to: Rn può sperare
Rincorsa
Jean-Luc tra 20 e 45 seggi, ab-
Mélenchon, bastanza per costi-
70 anni, tuire un proprio
è il leader gruppo in Assem-
della sinistra blea. Se l’a l l ea n z a
FOTO LAPRESSE con Mélenchon per-
mette a Ps, Verdi e Pc
di esistere in Assem-
blea, più difficile è lo scenario
per i Républicains, che hanno
ottenuto il 13,7 per cento. In
prospettiva, Lr non può ambire
a più di 50 a 80 seggi.
DOMENICA sarà l’astensione a
fare da ago della bilancia. Ieri
più della metà dei francesi non
è andato a votare. Il record di a-
stensione per un primo turno
di legislative è stato battuto:
52,8 per cento, contro 51,3 per
cento nel 2017. A non recarsi al-
le urne sono stati soprattutto
giovani e classi popolari. Un
boom di astensione è stato re-
gistrato in Seine-Saint-Denis,
la periferia più povera di Parigi,
che alle presidenziali aveva vo-
tato Mélenchon. In Francia la
partecipazione al voto precipi-
ta dal 1993 (68,9 per cento).
Qualche giorno fa, L’Obs scri-
veva: “Astensione: la nuova e-
pidemia che avanza in Fran-
cia”.
ESTERI l 5
SUL CAMPO
t
Gli Usa: “I russi
controlleranno
presto Lugansk”
» Giampiero Gramaglia
Q
uestione di giorni, al massimo di settimane: i russi stan-
no per impadronirsi del Lugansk, un’area del Donbass
già autoproclamatasi repubblica separatista filorussa –
come il Donetsk -. Non lo dice la propaganda del Cremlino. Lo
dicono fonti del Dipartimento della Difesa Usa.
L’Ucraina ammette di essere in difficoltà: le unità al fronte
sono a corto di munizioni, per contrastare i 50/60 mila colpi
che ogni giorno pioverebbero sulle loro linee. Forse un po’ me-
no ieri, ché russi e filorussi celebravano nei territori occupati la
festa nazionale.
Le fonti Usa confermano: gli ucraini stanno subendo per-
dite molto pesanti – ma l’avanzata dei russi avviene “a caro
prezzo” - e le munizioni scarseggiano. La perdita del Lugansk
potrebbe però consenti-
re loro di riposizionarsi
su una linea del fronte
che potrebbero difende-
re per qualche tempo,
sempre che i russi vo-
gliano ancora avanzare.
Il presidente ucraino
Volodymyr Zelensky fa
l’elogio della capacità di
resistenza delle sue
truppe, che ha superato
tutte le previsioni. Ma
aggiunge che “nessuno
può dire quanto la guer-
ra potrà continuare”.
Le città di Severodonetsk e Lysychansk
sono da tempo sotto forte pressione e po- IN CRISI
trebbero cadere già in settimana, dice il
Pentagono. I russi colpiscono anche ad O- WASHINGTON
vest, per intercettare i rifornimenti che AMMETTE
giungono all’Ucraina: un raid a Ternopil
LE DIFFICOLTÀ
ha fatto oltre 20 feriti, secondo fonti locali.
A Severodonetsk, militari filo-russi esclu- DI KIEV
dono di dare l’assalto alla Azot, una fab-
brica chimica dove forze ucraine sono as-
serragliate, e stanno per fare saltare un terzo ponte.
In una domenica in cui le armi non tacciono, la diplomazia
resta molto discreta. Parla il Papa, com’è ovvio, all’Angelus.
Francesco rivolge il suo pensiero “alla popolazione ucraina” e
avverte il rischio che il conflitto diventi routine: “Il tempo che
passa non raffreddi il nostro dolore per quella gente martoria-
ta. Non abituiamoci, per favore, a questa tragica realtà”.
Si lavora sotto traccia alla missione che il cancelliere tedesco
Olaf Scholz, il presidente francese Emmanuel Macron e il pre-
sidente del Consiglio Mario Draghi dovrebbero compiere a
Kiev prima della stagione dei vertici estivi, quello europeo
(Bruxelles, 22 e 23 giugno) e quello del G7 (Castello di Elmau in
Germania, 26/28 giugno). Dopo lo scoop della Bild, fonti di-
plomatiche dicono che l’incontro dei tre leader con Zelensky
non dovrebbe essere oggetto di annunci preventivi.
Questa settimana, la Commissione europea intende pro-
nunciarsi sul riconoscimento all’Ucraina dello status di can-
didato all’adesione: sabato a Kiev, Ursula von der Leyen s’è e-
sposta in tal senso. Sempre questa settimana, il presidente tur-
co Recep Tayyip Erdogan vuole parlare con Zelensky e con Vla-
dimir Putin, specie della “guerra del grano”, un fronte su cui
l’Ucraina dice di avere creato due corridoi terrestri attraverso
Polonia e Romania, anche se “colli di bottiglia” rallentano gli
approvvigionamenti. Ci sono negoziati cogli Stati baltici per a-
prire un terzo corridoio. Negli Stati Uniti, la Casa Bianca evita
di rilanciare la polemica innescatasi sabato tra Biden e Zelen-
sky: il presidente Usa ha ieri segnato un successo sul fronte del
controllo delle armi.
6 l POLITICA IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 13 Giugno 2022

• Monica Guerritore Attrice di cinema e teatro

“Sentimenti gelati, zero

LA BIOGRAFIA
MONICA GUERRITORE
confronto: il conflitto
fa salire tutti sul ring”
Romana, classe 1958,
Monica Guerritore
fa il suo esordio
al cinema a soli 15 anni,
diretta da Vittorio
De Sica in “Una breve
vacanza”. Da lì ha inizio
una lunghissima carriera
che già negli anni 70 » Antonello Caporale
la rende nota al pubblico

M
per i ruoli a teatro, onica Guerritore,
vista anche la stima questo nostro tem-
di Giorgio Strehler po a volte sembra
nei suoi confronti. un film e pure abbastanza
Negli anni recita spaventoso.
in film per il cinema e Ricordo invece il clima di at-
per la televisione tesa, la voglia di ricomincia-
di grande successo, re che si era fatta largo du-
lavorando tra gli altri rante la pandemia. Quella
col suo primo marito restrizione collettiva ci aveva
Gabriele Lavia, impauriti ma non piegati, a-

‘‘
con Ferzan Ozpetek e vevamo subito il dolore ma Esposta
con Giuseppe Bertolucci. eravamo pronti a ripartire. Spesso Monica
Credo che ci fosse più ottimi- Guerritore

‘‘
smo e anche la prova di una si è impegnata
solidarietà mai conosciuta su temi sociali
bene prima e soprattutto e politici FOTO
mai frequentata così assi- ANSA/LAPRESSE
duamente come durante visivamente ammiccante Ecco, quando lo Stato adotta

Dopo il Covid gli orribili mesi di una

malattia che bussava alle
nella sua enorme crudeltà, ci
travolge. Siamo spettatori di
quel sistema cosa succede?
Nell ’ Ucraina dove vamo

c’era voglia porte di ogni casa. Aspet- un ring brutale, dove la col- specchiarci noi, senza divi- ficoltà a farsi coinvolge-

tavamo il vento buono
per riprendere il cammi-
di ricominciare, no ed essere migliori, an-
dare più forte.
ma adesso
quell’attesa
È invece arrivata la
guerra.
E l’attesa si è spenta, è ar-
luttazione è elemento ispira-
tore del sistema. La guerra ci
fa tremare, balbettare. E ci fa
odiare. Ci invita a sfregiarci.
Le colpe dei russi, la di-
sperazione degli ucraini,
gli interessi degli ameri-
La guerra
derci tra filo questo e filo re.
quello. Dovevamo fare l’ana- Negli Usa le star sono grandi
lisi logica della realtà. Mi ha
colpito l’epiteto di un pas-
aziende, hanno una relazio-
ne e una consuetudine con le
sante verso Giuseppe Conte:
l’ ha definito pagliaccio.
Quando Conte si è fermato e
ci ha riportati battaglie civili e politiche più
consolidata che da noi.
Il sistema statunitense è

si è spenta
rivata la grande gelata. U-
na gelata nei sentimenti,
nel confronto pubblico,
cani, le ambiguità
dell’Occidente.
L’atto criminale di Putin do-
gli ha chiesto di spiegare le
ragioni di quel giudizio, il
cittadino è rimasto senza pa-
indietro, più forte.
Più forte e più ricco. Questo
non significa che da noi non

dividendoci
nell’economia. La guerra vrebbe essere usato a grande role, senza voce. Non ha cioè esistano colleghi, cantanti o
ci ha riportati all’indie- metafora di quel che può ac- saputo spiegarne la logica. attrici, che si danno sempre
tro, dividendoci e impau- cadere – in formato mini - in Nota anche lei il declas- tanto da fare. Penso, su tutte,

rendoci più di prima e a-
desso costringendoci a
fare i conti con una realtà
che ci tramortisce. La crisi e-
conomica sarà più violenta,
la democrazia più infragilita,
la nostra forza piegata.
Siamo regrediti, viviamo
col coltello in bocca, ab-
biamo il nemico davanti
a noi a ogni ora del gior-
no.
La narrazione della guerra,
la necessità di renderla tele-
casa nostra. Non solo il gran-
de sopruso ma la violenza di
taglia inferiore, l’illegalità e-
normemente più piccina,
più modesta. Bisognava usa-
re il sopruso dello zar di Mo-
sca come parametro dell’e-
spressione della violenza do-
mestica come ordine nuovo.
In Italia ci sono posti in
cui l’aggressione anche
violenta è sistema cono-
sciuto e quasi legittima-
to.
e impaurendoci
samento di alcune gran- a Fiorella Mannoia e Sabrina
di questioni che prima ci Ferilli.
avrebbero fatto indigna- Lei quando si è sentita
re, indispettire? coinvolta nel discorso
Noto un’acquiescenza, quasi pubblico?
una estraneità, un disinte- Quando la Lega è andata al
resse a temi che prima ci ap- governo e ha mosso l’Italia
passionavano. Detto questo contro l’Europa. Mi sembra-
avverto però nella società fe- va una sciagura e ho pensato
nomeni e atteggiamenti di avere il dovere di dirlo.
molto positivi. È che sono i- Lei è sempre impegnata Ecco.
gnorati, non suscitano inte- nel dibattito pubblico. In Ma sempre con ostinato ot-
resse pubblico, non hanno It alia il mondo dello timismo.
valore civile purtroppo. spettacolo ha invece dif- © RIPRODUZIONE RISERVATA

ILCHIERICOVAGANTE
FABRIZIO D’ESPOSITO
F
orse neanche la fantasia di Dan Brown ar-
riverebbe a tanto. Immaginare, cioè, una
Roma con tre papi, due emeriti (Benedet-
to e Francesco) e una santità ics regnante.
È bastato che i fantavaticanisti met-
tessero insieme un po’ di indizi per
rilanciare il tormentone della ri-
nuncia di Bergoglio al soglio pon-
tificio.
Due in particolare. Lo stesso
Francesco costretto a muoversi su u-
na sedia a rotelle a causa di un ginoc-
chio malandato. E poi la visita all’Aquila
di fine agosto, per la Perdonanza di Celestino V,
laddove nel 2009 Benedetto XVI depose il suo
pallio, la stola pontificia che indossava, sulla
tomba del papa che fece il “gran rifiuto”. Un ge-
sto interpretato, in maniera postuma, come un
segno profetico delle clamorose dimissioni di
Conclave Altro che dimissioni: papa Francesco
ha cancellato la Chiesa italiana politico-curiale
quattro anni dopo, nel 2013. In realtà le indi-
screzioni su rinuncia e successione non fanno
altro che indispettire, diciamo così, Francesco.
Meno di un anno fa, ecco che cosa confidò
ai suoi confratelli gesuiti nel viaggio in
Slovacchia: “Sono ancora vivo nono-
stante alcuni mi volessero morto.
So che ci sono stati persino incontri
tra prelati, i quali pensavano che il
papa fosse più grave di quel che ve-
niva detto. Preparavano il conclave.
Pazienza! Grazie a Dio, sto bene”.
In realtà, anziché soffermarsi stolta-
mente sul dito della rinuncia, bisognerebbe
guardare la luna del riformismo bergogliano.
Nonostante la mobilità ridotta, la scorsa setti-
mana è entrata in vigore la nuova Costituzione
apostolica, la Praedicate Evangelium, e ad a-
gosto poi ci sarà il Concistoro che modificherà
ulteriormente, in senso evangelico e universale
–non clericale e dottrinale – il Collegio dei car-
dinali elettori. I cardinali che dal 27 agosto po-
tranno entrare in Conclave salgono a 132, di cui
ben 83 creati da Francesco, a fronte degli 11 di
San Giovanni Paolo II e i 38 di Benedetto XVI.
Molte sono state le riflessioni su questo collegio
che ormai rappresenta tutte le “periferie” del
mondo, ma uno dei dati più interessanti ri-
guarda la “formazione” dell’Italia.
NEL QUADRO di un’Europa ancora maggioranza
relativa, i cardinali italiani restano il gruppo
più numeroso: 21 (senza tenere conto di Bec-
ciu, “spogliato” delle sue prerogative da Fran-
cesco per l’affare del palazzo londinese). La
svolta radicale avverrà tra l’autunno di que-
st’anno e quello del 2023: ben sette cardinali
nominati da Raztinger e Wojtyla “usciranno”
dal collegio degli elettori perché compiranno
80 anni (il limite posto da Paolo VI che esclude
dal Conclave). Si tratta di Bertello, Ravasi, Ba-
gnasco, Calcagno, Sepe, Versaldi, Comastri. Ne
resteranno tre del passato (Piacenza, Filoni e
Betori) mentre i rimanenti 11 sono “francesca-
ni”: Zenari, Semeraro, Montenegro, Petrocchi,
De Donatis, Parolin, Zuppi, Lojudice, Gambet-
ti e le neoporpore Marengo e Cantoni.
È una composizione che sancisce la fine del-
la divisione tra clericali e progressisti italiani e
che tanto peso ha avuto negli ultimi due Con-
clavi. Nonché il tramonto di una Chiesa osses-
sionata dai rapporti con la politica e da un’im-
postazione rigidamente dottrinale (da Ruini fi-
no al disastroso Bertone, premier vaticano che
“commissariò” la Cei). In quasi dieci anni di
pontificato, la rivoluzione di Francesco c’è sta-
ta, lenta ma inesorabile. Soprattutto in Italia.
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 13 Giugno 2022 CRONACA l 7

LA SAI L’ULTIMA?
t

Notizie dimenticabili
Straordinari usuranti,
polipesse allucinanti,
ciclisti contundenti,
tassazioni bestiali,
gabbiani elettorali,
cavalli digitali
e scelte infauste

» Tommaso Rodano

Ravenna Condannato un carabiniere: “Fa sesso

in caserma e si segna un'ora di straordinario”
Hanno destato meraviglia gli straordinari
veramente straordinari di un irreprensibile
servitore dello Stato. “Si segnò un’ora di straor-
dinario in caserma, tra mezzanotte e l’una, di-
cendo di dover svolgere un servizio per motivi
‘improcrastinabili e urgenti’ ”, riporta T-
gcom24, “ma in realtà, secondo l’accusa, si ap-
partò con una donna per un rapporto sessua-
le”. Lavoro usurante. “I fatti risalgono alla notte
dell’11 gennaio 2017 e ora il giudice monocra-
tico del tribunale di Ravenna ha condannato a
11 mesi il carabiniere, 50 anni. Era accusato di
truffa, falso e ‘forzata consegna’”. L’avvocato
del performante carabiniere ha annunciato
l’appello e ha provato a smentire le insolite pre-
stazioni del suo cliente: “Il mio assistito ritiene
assolutamente di non essere responsabile dei
reati, in ragione del fatto che ritiene provato di
aver svolto e eseguito l'attività lavorativa per
cui ha richiesto lo straordinario e di non aver
fatto false attestazioni”. Chi vivrà, vedrà.

Televisione La rivelazione di Orietta Berti: “Attenzione
al polpo femmina in calore: fa venire le allucinazioni”
La mitica Orietta Berti, sempre generosa e bizzarra, con-
tinua a regalare suggestivi momenti di televisione nel pro-
gramma in compagnia di Sandra Milo e Mara Maionchi,
“Quelle brave ragazze”. Tra le tante perle dell’Oriettona na-
zionale c’è il monito a non mangiare polpo di sesso femmi-
nile, specie in certi periodi dell’anno: avrebbe potenti effetti
allucinogeni. “Se il polpo è femmina ed è in calore devi an-
dare all’ospedale. Perché hai le allucinazioni – ha rivelato la
cantante emiliana, serissima, come riporta il sito Spyit –. È
successo così ai miei musicisti, erano in quattro. Una notte li
abbiamo sentiti urlare, eravamo in hotel, io ho pensato che
si fossero drogati e abbiamo chiamato l’ambulanza. Il me-
dico che li ha visitati ha capito che la causa è stata il polipo.
Bisogna fare attenzione”. Il polpo femmina in calore, regina
dello sballo. Chissà che altro avevano mangiato i musicisti
della Berti.
Nuova Zelanda C’è la rut-tax: il governo mette un’imposta
sui rutti di pecore e bovini per ridurre le emissioni di metano
Poiché i cambiamenti climatici sono una cosa seria, la Nuova
Zelanda sta per lanciare la più radicale delle politiche ambien-
tali: saranno tassati rutti e peti di pecore e bovini. Le deiezioni
gassose del bestiame infatti sono piene di metano: rutto dopo
rutto, gli animali contribuiscono in modo considerevole all’in-
quinamento atmosferico. Lo spiega La Stampa: “La Nuova
Zelanda ha un piano per ridurre le emissioni di metano: tas-
sare i rutti di pecore e bovini. Una iniziativa che, in un paese che
ospita poco più di 5 milioni di abitanti e oltre 10 milioni di muc-
che e 26 di pecore, potrebbe raggiungere l’obiettivo di abbas-
sare le emissioni totali di gas serra, la metà delle quali proviene
dall’agricoltura”. Così “a partire dal 2025, a pagare le tasse sui
rutti degli animali saranno gli agricoltori”. Ci saranno anche
“incentivi per gli agricoltori che riducono le emissioni attra-
verso additivi per mangimi, mentre piantare alberi nelle fat-
torie potrebbe essere utilizzato per compensare le emissioni”.
Colombia Il ciclista vince la tappa in volata, ma subito dopo
il traguardo travolge la moglie che lo stava fotografando
Una fotografia, a suo modo eccezionale, delle numerose
insidie della vita coniugale è arrivata dal ciclismo e dal Giro
di Colombia. Lo sprinter locale Luis Carlos Chia ha vinto in
rimonta, con una splendida progressione, la volata della ter-
za tappa della competizione, ma subito dopo aver tagliato il
traguardo si è trovato di fronte un ostacolo inatteso: sua mo-
glie che provava a fargli una foto nel momento del trionfo. È
finita male per entrambi e soprattutto per lei: il ciclista non
è riuscito a evitarla e il botto è stato micidiale. Ma per fortuna
non letale: “La donna, travolta dopo il traguardo, ha ripor-
tato una ferita al volto: trasportata in ospedale, le sono stati
applicati quattro punti di sutura”, scrive Today. Il marito
nemmeno ha riportato grosse conseguenze, tranne i graffi e
lo spavento. “Non so cosa sia successo, non sono riuscito a
frenare. Grazie a Dio lei non ha mai perso conoscenza”. Cosa
vuoi sia successo, Luis: è solo il matrimonio.

Sliding doors Quando Max Pezzali e gli 883 scartarono
Angelina Jolie (e presero Alessia Merz) per il film Jolly Blu
Più che notizia, siamo nel campo della leggenda, visto che
questa storia meravigliosa viene ripubblicata sui giornali a sca-
denza regolare. L’ultimo è stato l’Huffington Post pochi giorni
fa. Titolo: “Quando gli 883 scartarono Angelina Jolie per il loro
film Jolly Blu”. Sommario: “Al posto della giovane attrice ame-
ricana, che un anno dopo avrebbe vinto l’Oscar con Ragazze
interrotte, venne preferita Alessia Merz”. Max Pezzali, che hai
combinato? Tipo scartare Francesco Totti per Guerino Gottar-
di o Sandro Pertini per Antonio Razzi. “Angelina Jolie nel 1998
è giovanissima, ha 23 anni. Sette anni prima ha partecipato al
video Alta marea di Antonello Venditti girato a Los Angeles,
scelta tra 200 ragazze. Il regista del videoclip è lo stesso di Jolly
Blu, Stefano Salvati. Ma quando l’attrice si presenta qualche
anno dopo per recitare nel film degli 883, come racconterà Pez-
zali, viene scartata. Secondo il cantante, il responsabile del ca-
sting e il regista giudicarono Angelina Jolie troppo sexy per il
ruolo”. Quindi scelserlo la Merz: una castigata intellettuale.
Islanda Scoop equino di Repubblica: “Tra ghiacci e geyser
senza fastidi: un cavallo digita risposte automatiche alle mail”
Torna a regalare grandi soddisfazioni il sito La Repubblica
dei cavalli, il portale della gloriosa testata fondata da Eugenio
Scalfari completamente dedicato agli equini. Il pezzo in que-
stione si presenta con un titolo curioso: “Islanda, tra ghiacci e
geyser senza notifiche: un cavallo digita la risposta automa-
tica alle mail”. Approfondiamo. “La stravagante iniziativa
dell’agenzia nazionale del turismo dell’isola: i piccoli equi-
ni-simbolo del Paese digitano le repliche di chi non vuole es-
sere trovato su tastiere giganti create ad hoc. Una trovata a
caccia di effetto virale che però ha già diecimila iscritti sull'ap-
posito sito”. Insomma, “alcuni piccoli cavalli della razza iso-
lana, tra i simboli del Paese, vengono indotti a ‘passeggiare’
sopra apposite piattaforme preventivamente collocate sulle
vaste praterie del luogo e riconvertite in tastiere giganti. Il tut-
to opportunamente collegato a una centralina, in modo tale
da permettere agli equini di imprimere i loro ‘messaggi’ con il
calpestio degli zoccoli”. Come non averci pensato prima?
Potenza Il comune di Vietri rischiava il commissariamento
ma è stato salvato dalla lista civetta “Povero gabbiano”
Le elezioni locali regalano folklore e carnevalate, quest’anno il
primo premio va alla lista civetta “Povero gabbiano”. “Accade a
Vietri di Potenza – spiega Next Quotidiano – un piccolo Co-
mune della Basilicata chiamato alla scelta della nuova ammi-
nistrazione locale. Il risultato del voto, però, sembra essere
scontato: dovrebbe arrivare, infatti, la riconferma di Christian
Giordano nel ruolo di primo cittadino. Perché questa sicurez-
za? Perché oltre alla sua lista, non si è presentato nessun altro
contendente. L’unico (non) ostacolo è rappresentato da una li-
sta satellite chiamata ‘Povero Gabbiano insieme’, con tanto di
citazione di un verso del vecchio brano di Gianni Celeste che
fino a qualche settimana fa impazzava sui social”. Un gabbiano
provvidenziale: “La cittadina ha meno di 3mila abitanti e con la
presentazione di un’unica lista iscritta al collegio elettorale si
sarebbe rischiato il commissariamento, qualora non fosse sta-
to raggiunto il quorum del 50%+1 di votanti”. Così la civica vo-
latile ha garantito la vittoria dell’unico (altro) candidato.
8 l PIAZZA GRANDE
“Top Gun” e il sequel:
FACCEDICASTA il mondo è cambiato
Caro direttore, che strano effetto
VERONICA GENTILI vedere il sequel di Top Gun al ci-
nema. Rivado con la memoria a
quando a dieci anni vidi l’origina-
LE LEZIONI DI LILIANA SEGRE
le, volando a bordo di un F-14 con
il tenente Maverick (Tom Crui-
se). Erano altri tempi. Diverso io,
NON FINISCONO MAI
diverso il mondo. C’era la Guerra
Fredda: due blocchi. Da un lato la
libertà, dall’altro no. Tutto sem-
brava più semplice (e non solo a-
MEDVEDEV? FALCO A METÀ
gli occhi di un bambino di dieci
anni). Vedere nuovamente rom-
bare gli F-14 ora, in questo perio-
do buio, incute più timore che
ammirazione. Fiction e realtà
PROMOSSI viaggiano su traiettorie parallele
e pericolose, letali. Così ho ripen-
LA LEGGEREZZA DELL’INTELLIGEN- sato a quell’altro Tom Cruise,
ZA ”Io ho provato a essere una reietta quello di Nato il 4 Luglio, che
e in un certo senso sono ancora vitti- rendeva alla perfezione il perso-
ma dell’odio dei leoni da tastiera, tan- naggio reale del reduce Ron Ko-
to che la mia carissima amica mini- vic, arruolatosi nei Marines,
stro Lamorgese circa tre anni fa mi ha mandato allo sbaraglio in guerra
imposto la scorta. I miei ‘carabinieri’ mi nel Vietnam e tornato su una se-
hanno detto che sono l’unica così vecchia in dia a rotelle. Quel Tom/Ron che,
Italia ad averla, perché evidentemente nonostante i 92 anni divenuto attivista pacifista, urla-
che compirò a settembre sono ritenuta molto pericolosa”: la va alla Convention Repubblica-
profonda levità con cui Liliana Segre riesce a parlare di sé e na del 1972: “No alla guerra, no
della propria sofferenza racconta l’intelligenza di chi ha spe- alle bombe” e ancora “La verità è
rimentato il dolore in prima persona e ha trovato il modo per che hanno sacrificato un’intera
affrontarlo ed esorcizzarlo allo stesso tempo. Queste parole generazione di giovani”. Un Tom
sono state pronunciate nel giorno della visita al Memoriale sempre “top” ma decisamente
della Shoah di Milano insieme a Chiara Ferragni, invitata dal- meno “gun” e più “peace”. E più
la senatrice pubblicamente qualche settimana fa. L’incontro attuale. Top Gun terminava con
con l’influencer più seguita del web, all’insegna del desiderio la frase: “Per ora le cose promet-
di tramandare alle nuove generazioni gli orrori del passato, è tono bene”, Nato il 4 luglio con:
un’altra prova di quell’elasticità mentale che rende Liliana “Forse ora siamo tornati a casa”.
Segre una figura politica di grande utilità pubblica. In due modi diversi questi film
Voto: 10 parlavano di riappacificazione
con se stessi e del paese intero con
BOCCIATI la sua gente. Speriamo non sia
questa la vera “Mission impossi-
FALCO A METÀ ”Spesso mi viene chie- bile”, di questi tempi.
sto perché i miei post su Telegram so- DANIELE PICCININI
no così duri. La risposta è che li odio.
Sono dei bastardi e dei degenerati. La narrazione bellica
Vogliono la morte per noi, la Russia. E
finché sarò vivo, farò di tutto per farli è una presa in giro
sparire”: liquidare l’ennesimo delirante Durante la prima parte del con-
post antioccidentale di Dmitrij Medvedev flitto non era concesso allonta-
come il vaneggiamento di un invasato in cerca di legittima- narsi dall’assioma “aggressore e
zione virile sarebbe piuttosto riduttivo. L’ex presidente della aggredito” senza essere tacciato
Russia, che sostituì Putin dal 2008 al 2012, ha cominciato u- di filo-puntinismo, anche se
na parabola politica discendente subito dopo il suo mandato qualcuno provava a ragionare sui
presidenziale: attualmente è vicesegretario del Consiglio di complessi motivi che hanno por-
Sicurezza e leader del partito Russia Unita, ma di fatto ha un tato a questo dramma. Da un po’
peso politico molto relativo. L’ex delfino di Vladimir Putin di tempo, di fronte all’innegabile
sconta un peccato originale intollerabile nella Russia di oggi: inasprimento del conflitto, che
essere stato troppo liberale e predisposto verso l’Occidente. non vede una fine in tempi brevi,
Medvedev è ricordato come colui che tentò la modernizza- il refrain contro chi obietta che le
zione del Paese, che ridusse le armi nucleari, che dialogò con scelte fatte dall’Occidente hanno
i leader occidentali. Questi sono precedenti che non lasciano peggiorato la già drammatica si-
un buon curriculum nella Russia di oggi. Ecco allora svelato il tuazione, è diventato “sono gli u-
mistero di tanta foga: chi è stato quasi colomba non può per- craini che vogliono combattere
mettersi di essere falco a metà. Non se vuole durare. fino all’ultimo uomo, all’insegna
Voto: 2 dell’ottocentesco valore intocca-
bile della patria”. Farei volentieri
BANANA SHARING Quando la Lega due domande ai numerosi com-
scivola su una buccia di banana è sem- mentatori e pseudo esperti no-
pre difficile capire se si tratti di un in- strani, che impazzano quotidia-
ciampo o se la stia usando come mo- namente sui nostri schermi e
nopattino. Le figuracce del Carroccio quotidiani. Non è forse un modo
hanno sempre una potenziale doppia per lavarvi la coscienza dal con-
lettura: granchi veri e propri dettati dalla cetto “armatevi e partite e mori-
disattenzione o ammicchi culturali dai quali te”? Perché è giusto e sacrosanto
poter agilmente ritrarre la mano dopo che il sasso ha però col- che difendiate la vostra patria,
pito il bersaglio? Questa stessa domanda sorge spontanea di
fronte all’ultima buccia di banana su cui è scivolato l’uscente
(e candidato) sindaco di Verona Federico Sboarina: il primo
cittadino, da un anno passato nelle file di Fratelli d’Italia, non
ha però perso le buone abitudini del passato leghista ed è riu- Direttore responsabile Marco Travaglio
scito a creare un altro giallo. Quando ha intestato al ‘capofa- Vicedirettore responsabile libri Paper First Marco Lillo
miglia’ la lettera inviata ai cittadini per invitarli a votare per lui, Vicedirettori Salvatore Cannavò, Maddalena Oliva
Caporedattore centrale Edoardo Novella
voleva solleticare le velleità patriarcali ancora in circolazione o Caporedattore vicario Eduardo Di Blasi
si era distratto un momento? Ai veronesi l’ardua sentenza. Caporedattore Stefano Citati
Art director Fabio Corsi
Voto: 5 Consulente per il numero del Lunedì Ettore Boffano
mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
Società Editoriale il Fatto S.p.A.
sede legale: 00184 Roma, Via di Sant’Erasmo n° 2
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 13 Giugno 2022
Inviate le vostre lettere (max 1.200 battute) a: il Fatto Quotidiano
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LODICOALFATTO
Natalità pari a zero? Smettiamola
di pensare che i figli sono delle madri
NELL’ARTICOLO DI ALESSANDRA MINELLO del
5 giugno, ho colto una frase alla quale mi sento di
replicare: “Là dove le donne lavorano di più, nascono
più bambini”. È esattamente il contrario di ciò che
penso: nascono più bambini dove le madri sono ca-
salinghe e hanno come compito quello di procreare
e allevare i figli. Non a caso, in tutti i Paesi sottosvi-
luppati le famiglie sono numerose. In Italia, a inizio
Novecento, la media dei figli era altissima, ora siamo
a nascita zero, eppure siamo sviluppati e ricchi. Non
sono d'accordo con il concetto che la donna che la-
vora deve o può fare più figli; semmai è l'esatto op- Natalità Il calo? Non è dovuto al lavoro femminile
posto. Del resto la donna in carriera guadagna, e co-
sì vuole vivere, viaggiare, avere tempo libero, fre- terli mettere al mondo e per cultura (patriar-
quentare circoli importanti e... i figli sono una palla al cale) il compito di doversene occupare. E invece
piede, necessitano di rinunce che spaventano. no: i figli sono di entrambi i genitori, chiamati
ERMANNO MIGLIORINI CARPANETO a contribuire in egual misura alla loro crescita
e al loro sostentamento. Un padre che cambia
GENTILE ERMANNO, nell’estratto che abbiamo un pannolino non fa il “mammo”: fa il padre. E
pubblicato, Alessandra Minello afferma molto una donna che vuole lavorare (e perché no,
più di quanto lei riporta: per esempio suggeri- viaggiare) non toglie nulla alla prole, laddove
sce che, se vogliamo incrementare la natalità, ha un partner che se ne occupa allo stesso modo.
dobbiamo agire sia sul fronte del lavoro femmi- Certo che le casalinghe fanno più figli: non
nile (anche attraverso la parità dei ruoli e quel- hanno scelta. Sono relegate in casa, senza avere
la salariale), sia su quello della distribuzione la possibilità di decidere per la propria vita.
dei lavori di cura. Discorso che mi trova perfet- Ma è sicuro che una donna “costretta” a diven-
tamente d’accordo, e lo dico da professionista e tare madre sia una donna (e anche una madre)
da madre. Ed è proprio questo il punto da cui felice? Non credo. Ed è certo che i figli necessi-
partire, da cui dovrebbe partire anche lei nella tano di rinunce, ma per entrambi i genitori.
sua valutazione. Per troppo tempo – secoli, al- Siamo nel 2022, è ora di cambiare prospettiva.
meno – è valsa la “regola” che “i figli sono delle Ne gioverebbero tutti, anche la natalità.
madri”, le quali hanno per natura il dono di po- SILVIA D’ONGHIA
mentre qui si discute amabil- armi sono lì a smentire la vostra reali, senza denigrare gratuita-
mente nei salotti televisivi. E sie- voglia di armi (in mano a quelli mente, esercitando un diritto, le-
te così certi che il popolo ucraino che muoiono, ovviamente). gittimo, di critica, nei confronti
voglia perpetuare questo “mas- LUCA BATTISTINI di potentati pubblici e privati.
sacro giusto”? Le guerre, salvo al- Ancor più, inoltre, quando si
cune rivoluzioni di popolo, sono La neutralità ucraina tratta di pubblici personaggi che
storicamente sempre state gene- percepiscono emolumenti tal-
rate da interessi di potere, econo- avrebbe evitato orrori mente consistenti che dovrebbe-
mici, egemonici, da chi detiene il Tre mesi di guerra, migliaia di ro essere utilizzati, invece, per far
potere e non dal popolo, dalla morti e profughi. Adesso in sì che decine di migliaia di lavo-
gente, costretta e convinta della molti sono convinti dell’inevi- ratori (quelli veri), non debbano
cosiddetta “giusta causa”. Si o- tabilità della diplomazia. Se patire la fame.
bietterà che gli ucraini dovevano Zelensky avesse dichiarato PIETRO ANGIUS
arrendersi e non difendersi? Si- prima dell’inizio del conflitto
curamente no, ma dopo 100 la neutralità e la rinuncia alla
giorni di massacri, la necessaria Nato tutto ciò si sarebbe potu-
resistenza ucraina è diventata to evitare. Solo le lobby milita-
ben altro: un conflitto tra grandi ri esultano, ma è giunto il mo-
potenze, sul campo e non solo, e mento di fare tacere le armi.
l’Ucraina l’ennesimo terreno di GABRIELE SALINI
scontro di interessi geopolitici e
di potere. Ma l’informazione no- Il “Fa tto” in tribunale,
strana ignora queste elementari
osservazioni e continua a pren- ma racconta verità
derci in giro cercando di convin- Trovo inconcepibile che, ancora,
cerci con le guerre giuste, missio- non si riformi sulla libertà di
ni di pace, interventi necessari, stampa e che sia possibile che un
Occidente portatore di valori in- grande giornale come il vostro LEGGI, GUARDA, ASCOLTA,
toccabili e esportatore di demo- venga stigmatizzato penalmente ESPLORA. Inquadra il Codice QR e
crazia. Smettetela per favore, e civilmente (ci si augura, solo accedi a FQEXTRA, la versione digi-
non siamo così sprovveduti. I nu- provvisoriamente), ingiusta- tale del nostro quotidiano
merosi sondaggi sull’invio delle mente, solo perché espone fatti
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IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 13 Giugno 2022
LE ARMI SOLE AL COMANDO
SUL DESTINO DI NOI TUTTI
Avviso ai lettori: la rubrica
“Storie italiane” oggi si prende
una pausa. Nando Dalla Chiesa
tornerà lunedì prossimo
“N
e cives ad ar-
ma veniant”
(affinché i cit-
tadini non
corrano alle
armi) è una
massima latina (peraltro mai u-
sata dai latini, o perlomeno non
se ne trova traccia negli antichi
scritti) che con mirabile conci-
sione definisce ciò che è alterna-
tivo alla violenza e alla guerra.
Per questa ragione è atta soprat-
tutto ad indicare il diritto e se-
condo Luigi Ferrajoli definisce la
ragione profonda del monopolio
statale del ricorso alla forza, quel
monopolio che in sede interna-
zionale dovrebbe ora essere e-
sclusivo delle Nazioni Unite e ge-
stito dal Consiglio di Sicurezza.
IL MERITO di questa formula sta in
ogni caso nell’indicare le armi
non solo come protagoniste della
guerra, ma addirittura come l’al-
tro nome della guerra, il che spie-
ga perfettamente, ad esempio,
perché la condanna delle armi,
della loro produzione e del loro
commercio, si accompagni sem-
pre, nel ministero pastorale di
papa Francesco, alla condanna
della guerra, fino a dire che la
spesa per le armi, e “armi, armi,
armi”, sporchi l’anima e sporchi
l’umanità; ed è stata questa an-
che la ragione della sua rinunzia
ad andare alla recente assemblea
SOLOPOSTIINPIEDI
PAOLO ZILIANI
Modello Milan Serie A vinta con ingaggi
più bassi delle due rivali Juventus e Inter
C
he il Milan abbia vinto il
titolo con 2 punti di van-
taggio sull’Inter, 7 sul Na-
poli e 16 sulla Juventus è noto a
tutti. Quel che non tutti cono-
scono è l’ammontare degli sti-
pendi pagati dai club ai calciato-
ri: un peccato, perché si capireb-
be che ingaggi bassi sono serviti
per vincere lo scudetto, ingaggi
alti per fare un buco nell’acqua.
SAPETE quanto hanno guada-
gnato, nella stagione da poco
conclusa, i sette giocatori che a
detta di tutti hanno trascinato il
Milan alla conquista del titolo?
Maignan 2,8 milioni, Tomori 2,
Kalulu 0,6, Theo Hernandez
4,5, Tonali 1,2, Leão 1,4, Giroud
4. Detto che gli stipendi degli
altri quattro dell’undici-tipo e-
rano di 2 milioni per Calabria,
2,2 per Kessie, 1,1 per Bennacer
e 1 per Saelemaekers (o Mes-
sias, fa lo stesso), la domanda è:
sapete quanti giocatori alla Ju-
ventus guadagnano più del più
pagato dei titolari del Milan,
cioè Theo Hernandez con i suoi
4,5 milioni? Tenetevi forte: do-
dici. Per l’esattezza De Ligt il cui
stipendio supera i 10 milioni
netti seguito da Rabiot (8),
RANIERO LA VALLE
Ucraina Un soldato ucarino con un lanciamissili anticarro FOTO LAPRESSE
fiorentina che, pur in- do una miriade di altre
titolata a La Pira non si GUERRA ragioni occulte
era accorta di una sua dell’invasione, tali per
possibile strumenta- L’HANNO
cui il negoziato diven-
lizzazione ad uso dei DECISA, tava impossibile; e
fabbricanti d’armi.
Nel caso della guer-
PROVOCATA E quando all’Uc rai na
sono mancate le armi
ra d’Ucraina le armi LA GOVERNANO non si è fatto altro che
non solo ne sono pro- andarle a chiedere a
tagoniste, ma anche mezzo mondo e quello
sono le sole al comando; sono lo- che chiamiamo Occidente ha fat-
ro che l’hanno decisa, provocata, to a gara per fornirle, a comincia-
che la governano e che ne decido- re dagli avanzi delle guerre pre-
no la durata. Non si è creduto che cedenti, virtuali o reali, col van-
le armi ammassate ai confini del- taggio collaterale di svuotare i
la Russia fossero un invito alla propri arsenali e renderli acco-
guerra. Non si è creduto che le ar- glienti per altri più moderni e co-
mi fossero la vera ragione della stosi armamenti. In tal modo si è
guerra da parte della Russia, fa- prodotta una cobelligeranza ge-
cilissima perciò ad essere rimos- nerale contro la Russia, di cui ora
sa con un accordo sulla reciproca con sadico sprezzo del pericolo si
sicurezza. Si è preferito farsi vit- discute se debba essere “umilia-
time dell’aggressione, adducen- ta”o no (Zelensky dice di sì) come
ingaggi e punti conquistati dalle
prime otto squadre della classi-
fica. Ebbene, il Milan, campione
con 86 punti e con un monte-in-
gaggi lordo di 81,52 milioni ha
speso 0,95 milioni per ogni pun-
to conquistato, un vero affare se
raffrontato col costo dell’Inter
seconda in classifica (1,63 milio-
ni a punto), del Napoli terzo
(1,25) e della Juventus quarta
(2,41 milioni a fronte dei 168,95
milioni del monte-ingaggi e dei
70 punti conquistati). Per la cro-
naca: nei conteggi non rientra-
no gli allenatori. Quello del Mi-
lan, Pioli, ha guadagnato 2 mi-
lioni netti, quello della Juven-
tus, Allegri, 9.
MA L’INSENSATEZZA della politi-
ca scialacquatrice di Juventus e
Brahim Diaz e Paulo Dibala LAPRESSE Inter (a sua volta responsabile di
ingaggi sconsiderati corrisposti
a giocatori logori e fuori mercato
Dybala (7,5), Vlahovic (7), Sz- come Vidal, Sanchez, Kolarov,
czesny e Bonucci (6,5), Alex Lazaro e molti altri), emerge an-
Sandro (6), Arthur (5,5) Cua- che da un secondo studio, quello
drado, Morata e Chiesa (5), sul valore delle rose dei giocatori
Bernardeschi (4,5). che Transfermarkt, l’indicatore
A bocce ferme, Calcio e Fi- più attendibile del mondo del
nanza ha pubblicato uno studio calcio, aggiorna mese dopo me-
su quanto è costato un punto in se. Ebbene, è di oggi la notizia
serie A nel rapporto tra monte che la rosa dei calciatori del Mi-
se fosse il Principato di Monaco e
non una grande Potenza che si
sente messa alla gogna, scacciata
e ferita. E sono ancora le armi
che, sostituendosi ai capi respon-
sabili, decidono quanto debba e-
stendersi la guerra, perché quelle
del dono occidentale sono via via
a gittata più lunga e i russi rispon-
dono che quanto aumenta la git-
tata delle armi che li minacciano,
altrettanto aumenterà la distan-
za alla quale sospingeranno gli
aggressori (singolare inversione
delle parti!), cioè la profondità
cui si spingerà l’invasione.
LE ARMI, divenute così padrone e
signore della guerra, saranno an-
che padrone del nostro destino;
ma di quelle che abbiamo man-
dato noi, non sappiamo nemme-
no come si chiamano, perché so-
no state secretate; certo non so-
no quelle festosamente d’epoca
col bandierone volante mostrate
nella spettacolare parata ai Fori
Imperiali del 2 giugno scorso; A-
mato, che sarebbe il tutore giuri-
sdizionale della Costituzione, le
considera extra legem, sbaglian-
do Costituzione come se essa non
le avesse ripudiate insieme alla
guerra che ne è l’altro nome, for-
se scambiando la nostra Costitu-
zione con quella americana per
la quale a ogni cittadino corri-
sponde un’arma e anzi, stando
alle statistiche, più armi ad ogni
cittadino.
Ce n’è abbastanza per rove-
sciare le armi dal trono, come la
democrazia impone di fare con i
falsi sovrani.
lan, assemblata in gran parte ac-
quistando giovani promesse a
cifre contenute, ha superato per
valore (522,40 milioni) quello
della Juventus (520,90) che fino
a due anni or sono valeva più del
doppio di quella rossonera. Pri-
gioniera da anni di calciatori
vecchi e dall’ingaggio folle che a
tutti gli effetti si rivelano inven-
dibili, com’è stato per Higuain,
Douglas Costa, Matuidi e oggi
per Ramsey, Arthur, Alex San-
dro, Rabiot, la Juventus sconta
un continuo e inesorabile de-
prezzamento della rosa (-6,2 %
solo nell’ultimo mese) a diffe-
renza di quanto accade al Milan
dove la gioventù dei calciatori e
il basso costo degli stipendi in-
gigantiscono la quotazione del
parco-giocatori (+8,8% nell’ul-
timo mese).
Oggi il Milan potrebbe ven-
dere, volendo, gran parte dei
suoi giovani giocatori, da Mai-
gnan a Leão, da Theo Hernan-
dez a Tomori, da Tonali a Kalulu,
incassando il doppio, il triplo o
anche il quintuplo (vedi Leão) di
quanto speso per ingaggiarli.
Ricordate la cicala e la formica?
È ufficiale: Esopo non passa mai
di moda.
PIAZZA GRANDE l 9
LASETTIMANAINCOM
SILVIA TRUZZI
SE AMADEUS CONVINCE MINA
SI MERITA UN VITALIZIO
PER I PROSSIMI 50 FESTIVAL
PROMOSSI
PAROLE PAROLE PAROLE. Leggiamo sul Messaggero
che circolano da un po’ di tempo bizzarre voci su una
presunta volontà di Amadeus di riportare Mina sul pal-
co dell’Ariston come superospite. Il di-
retto interessato spiega: “Non un
progetto vero e proprio, ma un de-
siderio. Sarebbe un regalo per il
pubblico”. Prima dell'inizio dell'era
Amadeus, a Sanremo la Tigre di
Cremona, tramite il figlio Massimi-
liano Pani, si era detta disponibile a
fare la direttrice artistica del Festival (e
sarebbe stata una bellissima cosa), ma dall'ex ad Salini
non arrivò alcuna proposta. “Farei di tutto per portarla
sul palco: anche filmarla da lontano con il cellulare. De-
ve partire tutto dalla sua volontà”, aggiunge il direttore
artistico che ha prolungato per altri due anni la ferma
sanremese, dopo le prime tre edizioni record. Se ce la fa
si merita il vitalizio.
GIUBILANDO. In occasione dei festeggiamenti per i
settant’anni di regno della Regina Elisabetta è stato dif-
fuso su Instagram il ritratto ufficiale della sovrana con
un messaggio: “Grazie a tutti, comunità, famiglie, vicini
e amici nel Regno Unito e in tutto il Commonwealth”, ha
esordito la regina infinita. Elisabetta si
è detta “ispirata da tutta la buona
volontà” mostrata nei suoi con-
fronti, nella speranza che che que-
sti giorni e quelli a seguire potran-
no dare a tutti l’opportunità di ri-
flettere sulle conquiste raggiunte
negli ultimi 70 anni. “Guardiamo al
futuro con fiducia ed entusiasmo”, è
l’augurio della sovrana. Che suona anche come una mi-
naccia al povero Carlo, il quale vedrà la corona nel gior-
no del mai.
SE TELEFONANDO. Il maestro Riccardo Chailly ha in-
terrotto un’esibizione alla Scala durante la serata dedi-
cata ai grandi concerti verdiani. Uno spettatore ha di-
menticato il cellulare acceso e il telefonino in platea si è
messo a trillare proprio nel momento di maggiore emo-
zione, il coro di Patria oppressa dal Macbeth. Allora lui
si è rivolto al malcapitato-maleducato e gli ha detto:
“Risponda pure, noi riprendiamo dopo”. Poi ha spiegato
che durante il concerto si stava realizzando un'incisione
per la Decca di Londra: “E' una cosa importante. Patria
oppressa con l'ostinato del telefonino non è possibile”.
Al malcapitato-maleducato è andata bene che Chailly è
un signore gentile: vi immaginate che avrebbe fatto Kei-
th Jarrett?
BOCCIATI
CANAGLIA SENZA NOSTALGIA. Dal palco della tra-
smissione “Con il cuore, nel nome di Francesco” (in di-
retta su RaiUno dalla Basilica di San Francesco ad Assi-
si) ha rivolto un accorato appello al suo amico Putin:
“Vladimir, pensa a quella gente che non torna più a ca-
sa, che deve scappare dalla sua terra,
dalle proprie radici. Vladimir stai
dormendo, forse, notti tranquille e
non ti preoccupi di quello che stai
facendo. Io ti ho ammirato moltis-
simo, ti ho difeso a tal punto da fi-
nire nella blacklist dell'Ucraina. Ho
spiegato che vivo in un Paese libero e
così ho agito. Pensavo tutto il bene pos-
sibile su di te. Sei stato scelto come uomo dell'anno dal
Time, stavi per prendere il premio Nobel per la pace.
Dove sei andato a finire? Dove sei adesso?”. Dopo Sal-
vini, anche Mr. Carrisi si candida come mediatore per la
pace in Ucraina. Manca Bombolo.
HOW DEPP IS YOUR LOVE. Speravamo che con la fine
del processo che ha scassato i cabbasisi a mezzo mon-
do, ci sarebbero state risparmiate altre notizie sulla ex
coppia hollywoodiana Amber Heard- Johnny Depp. In-
vece no. I due ex innamorati continuano a mandarsi
messaggi più o meno indiretti, a mezzo stampa. Ma noi
che gli abbiamo fatto di male?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
10 l ECONOMIA IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 13 Giugno 2022

+6,9% +5,7% +8,1%

L’INFLAZIONE

A MAGGIO STIMA 2022 IN UE

AUSTERITÀ
Fine della “scala mobile”
Trent’anni fa gli accordi
per frenare le buste paga
Oggi, con l’inflazione, c’è
chi vuole ripetere la storia

S
» Marta Fana
erve responsabilità, bisogna
riaffermare un nuovo patto so-
ciale nello spirito degli accordi
del ’93. Dichiarazioni che pun-
tualmente emergono quando
c’è da affrontare una crisi eco-
nomica e sociale in Italia. Ep-
pure le intese del 1993 e prima
ancora del 1992 costituiscono
uno spartiacque storico, una ri-
voluzione copernicana nella
politica economica italiana e
nelle relazioni industriali le cui
conseguenze si

Alle radici del disastro salari:

fanno sentire an-
cora oggi.
Con gli accor-
di del 1992 (go-
v e r n o A m at o )
venne abolita de-

l’effetto delle intese del ’92-’93

DI COSA
STIAMO
PARLANDO
LA SCALA MOBILE
è un meccanismo di
rivalutazione automatica
delle retribuzioni
all'aumento dei prezzi,
introdotto in Italia nel
1946 da un accordo tra
Cgil e Confindustria.
Nel 1951 fu stabilito un
sistema attraverso il
quale, alle variazioni
dell’indice dei prezzi,
scattavano
corrispondenti aumenti
delle retribuzioni e nel
1975 si stabilì
l’unificazione del valore
nominale del punto di
contingenza che poi ebbe
come conseguenza
l’appiattimento dei salari.
Di conseguenza, a partire
dagli anni 1980 fu avviato
un graduale processo di
riforma della scala
mobile. Nell’84 il governo
Craxi tagliò 3 punti
percentuali della scala
mobile che venne
soppressa con la firma
del protocollo triangolare
di intesa tra il governo
Amato I e le parti sociali
avvenuta il 31 luglio 1992
finitivamente la
scala mobile cioè
il meccanismo di
adeguamento
automatico dei
salari all’i n fl a-
zione. Un anno
dopo, il governo
presieduto da Carlo Azeglio
Ciampi, d’intesa con le parti so-
ciali, cioè i sindacati confedera-
li, sancì il blocco degli aumenti
salariali ottenuti dalla contrat-
tazione collettiva e allo stesso
tempo decretò che eventuali
aumenti sarebbero potuti av-
venire a livello aziendale, alme-
no per qualche anno.
COM’È ANDATA a finire è noto:
l’Italia è l’unico paese Ocse in
cui negli ultimi trent’anni i sa-
lari medi sono diminuiti. Le ra-
dici di questa battuta d’arresto
vanno ricercate proprio in quel
momento storico a cavallo tra
Maastricht e Tangentopoli. Ri-
chiamare lo spirito di quegli ac-
cordi significa ancora una volta
sostenere che il peso della ri-
strutturazione dell’economia e
della società italiana si debba
scaricare sui lavoratori. Signifi-
ca utilizzare come meccanismo
unico di aggiustamento la sva-
lutazione del lavoro a favore del
capitale, pur di non affrontare i
nodi di un sistema produttivo
arretrato.
Il protocollo del 1993 ha o-
perato uno spostamento del
baricentro delle relazioni indu-
striali dal piano settoriale, a li-
vello nazionale, a quello azien-
dale, facendo venire meno il
fattore solidaristico intrinseco
alla contrattazione stessa. Fino
a quel momento, in ogni settore
economico, gli aumenti sala-
riali erano stabiliti a livello na-
zionale operando una redistri-
buzione all’interno di tutto il
settore. Con la contrattazione
decentrata, soltanto i lavorato-
ri diretti delle aziende più pro-
duttive avrebbero potuto otte-
nere eventuali aumenti, sem-
pre che gli imprenditori fossero
stati disposti a concederli. Ri-
mangono fuori tutti i lavoratori
indiretti, che pur contribuendo
alla creazione di valore azien-
dale (e di settore) non sono di-
rettamente assunti da quella
specifica azienda. Il collega-
mento con la frammentazione
produttiva, l’esplodere degli
appalti, del lavoro in conto terzi
è presto fatto. Alle aziende con-
viene ridurre il costo del lavoro
rimuovendo dal proprio peri-
metro fasi crescenti del proces-
so produttivo, frammentando
qua e là. Un classico italiano
che ha creato milioni di lavora-
tori di serie B, non perché im-
produttivi ma perché il valore
da loro creato è realizzato da
un’azienda che non ha respon-
sabilità nei loro confronti. Allo
Nostalgia? Tra il 1972 e il 1981,
l’adeguamento al carovita alzò
il reddito da lavoro del 60%
dei dipendenti più poveri:
nel ’93 si tornò ai livelli del ’77
stesso tempo, la centralità as-
sunta dalla contrattazione de-
centrata inasprisce le già pro-
fonde diseguaglianze interne a
uno stesso settore, specialmen-
te sul piano territoriale. I lavo-
ratori di aziende meno produt-
tive e/o in territori meno ricchi
e dinamici sconteranno questa
colpa vedendo bloccati i già
magri salari, in una spirale sen-
za fine. Allo stesso tempo però è
bene ricordare che, da un lato la
contrattazione aziendale è
pressocché inesistente nei fatti
se non in rare realtà, dall’altro
lato, non meno importante,
spesso i premi aziendali pren-
dono la forma del welfare a-
ziendale e non di salario. Una
differenza non soltanto econo-
mica (considerando che il wel-
fare aziendale non contribui-
sce alla previdenza, quindi alle
pensioni future e gode spesso di
defiscalizzazioni a favore
dell’impresa) ma anche sociale
e politica. Il welfare è un siste-
ma universale che prescinde
dal rapporto di lavoro e attiene
alla sfera della cittadinanza. La
contrattazione centralizzata e
di settore cederà via via il passo
a contratti nazionali non rin-
novati per anni dopo la scaden-
za e rinnovi sempre più scarsi lì
dove avvengono. Non c’è da
stupirsi se, come mostrano gli
economisti della Banca d’Italia
Andrea Brandolini, Romina
Gambacorta e Alfonso Rosolia,
è proprio a partire dal biennio
1992-1993 che le diseguaglian-
ze nei redditi tornano a cresce-
re per non fermarsi più.
NEL DIBATTITO attuale, con l’in-
flazione oltre il 6% e i prezzi
dell’energia esplosi ben prima
della guerra, è doveroso ricor-
dare anche il Patto del 1992 con
cui fu abolita definitivamente
la scala mobile che proteggeva
il potere d’acquisto. Per la pri-
ma volta da decenni, per la clas-
se dirigente italiana non vale
più il “ce lo chiede l’Europa”.
Oggi infatti l’Europa ci chiede
di adeguare i salari all’aumento
dei prezzi, ancorarli cioè all’in-
flazione, così da non danneg-
giare ulteriormente i lavorato-
ri. Sono le parole del Commis-
sario al Lavoro europeo Nicho-
las Schmit, ma anche della ca-
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 13 Giugno 2022 ECONOMIA l 11

+39%
IL CARO ENERGIA
La fiammata dell’inflazione
è causata dall’esplosione
dei prezzi dei beni energetici
importati (gas e petrolio)
saliti del 39% in un anno

SINDACATI • Decenni di concertazione

Più divisi e meno

conflittuali, l’effetto
sui “confederali”
» Bruno Settis

I
l ritorno dell’inflazione ai livelli
del 1986 obbliga la politica a con-
frontarsi con la stagnazione dei
salari in Italia negli ultimi decenni.
È oggi utile allora tornare alla vasta
ristrutturazione degli assetti con-
trattuali e delle relazioni industriali
sancita dai protocolli del 1992 e del
1993. Con il primo, luglio 1992, il
governo Amato otteneva il sì dei
sindacati all’abolizione della scala
mobile e a una politica dei redditi
po economista del A luglio Larizza secondo cui nel pe- subordinata alla manovra lacrime
Fondo Monetario (Uil), riodo tra il 1972 e il e sangue: un congelamento della
Internazionale, Gi- Trentin (Cgil) 1981, l’effetto della dinamica salariale che aveva gli
ta Gopinath, se- e D’Antoni (Cisl) scala mobile aumen- scopi dichiarati non solo di domare Bersaglio
condo cui è giunto con Ciampi e tò la quota di reddito l’inflazione, ma anche di riconqui- Ottobre ’92, lancio
il momento di au- Abete da lavoro percepito stare la fiducia degli investitori in- di bulloni contro
mentare i salari co- (Confindustria) a del 60% dei lavora- ternazionali, dalla quale si sostene- D’Antoni (Cisl)
sì da non creare al- Palazzo Chigi tori dipendenti più va dipendessero la tenuta dell’Italia allo sciopero
cuna perdita di po- poveri, mentre la nel breve termine e il suo percorso generale a Milano
tere d ’ac quisto, quota che andava verso i parametri di Maastricht nel FOTOGRAMMA
permettendo invece che siano i nelle tasche del 20% più ricco si medio termine. Il secondo proto-
profitti a ridursi. ridusse. collo, portato a termine dal gover-
Un altro studio importante no Ciampi, riformava le relazioni
L’AUMENTO dei salari non infe- da tenere bene a mente è quello industriali. tra governo e parti sociali. Artico- le diverse sigle, come Berlusconi
riore a quello dei prezzi non di Marco Manacorda che in un lava un secondo livello di contrat- farà con spregiudicatezza; appro-
comporta infatti alcuna spirale saggio del 2004, pur estenden- LA SCELTA di Bruno Trentin di fir- QUELLE tazione, aziendale o territoriale, fondiva le divergenze tra confede-
inflazionistica, ovvero un ulte- do il periodo di osservazione ri- mare l’accordo del 1992 e presen- CONTESTAZIONI che avrebbe dovuto rivitalizzare la rali e sindacati minori, a comincia-
riore aumento del livello dei spetto a Pirrotta e Zen, giunge a tarsi dimissionario al Direttivo C- DEL 1992 dinamica contrattuale e compen- re dai Cobas; inaspriva la dialettica
prezzi, come invece ha sostenu- conclusioni simili. In partico- gil è rimasta nella memoria come NEL SETTEMBRE sare la fine della scala mobile. Esso interna, come fu evidente tra mag-
to Ignazio Visco. Non si chiede lare, Manacorda, concentran- l’incarnazione dei travagli della di- del ’92, contro la del resto sistematizzava a livello gioranza e minoranze Cgil. Rispet-
più al governatore di Bankita- dosi sul periodo che va fino al rigenza sindacale, specie perché e- manovra del governo nazionale gli orientamenti di pro- to alla politica, si consolidò una
lia di immedesimarsi nella vita 1993, ha studiato l’effetto della ra uno dei dirigenti più stretta- Amato i sindacati tocolli e accordi “partecipativi” che prassi di assorbimento degli ex
di milioni di cittadini in diffi- riduzione del 15% dell’adegua- mente associati all’Autunno caldo lanciarono una si erano già diffusi negli anni ’80. Al vertici sindacali nei partiti, che di-
coltà che vedono erodere il po- mento dei salari all’inflazione e alla concezione del salario come mobilitazione, ma contempo, il protocollo venne una caratteristica
tere d’acquisto. Un oltransi- operata nel 1983. Stando ai da- “variabile indipendente”. Nella let- l’accordo chiuso con era strettamente legato della costruzione del
smo che in ultima istanza serve ti, mentre tra il 1977 e il 1983 le tera di dimissioni, Trentin spiegò il governo sul costo agli obiettivi di politica campo largo del cen-
a tutelare i profitti delle impre- disuguaglianze nei redditi da di aver sottoscritto l’accordo per del lavoro causò economica del governo, tro-sinistra mentre gli i-
se, considerato che par te lavoro diminuiscono, da quel scongiurare una triplice crisi (di diverse contestazioni soprattutto al rientro in I GOVERNI scritti si allontanavano
Il 22 settembre,
dell’aumento dei prezzi in spe- momento ricominciano ad au-
cifici settori (tra cui l’energeti- mentare fino al 1993, quando le
governo, tra confederazioni, inter-
na alla Cgil), ma di aver così disat-
Maastricht. Intendeva
il segretario generale perciò anche contenere HANNO POI dal voto ai partiti di rife-
rimento.
co) risponde a una specifica disparità tornano indietro pro-
scelta delle aziende di sostene- prio ai livelli del 1977.
teso il mandato ricevuto di difen-
dere la libertà di contrattazione. Le
della Cgil Bruno
Trentin (Cgil) subì
e incanalare i conflitti
che potevano essere in-
SFRUTTATO Come interlocutore
dell’impresa e rappre-
re il costo dei rincari erodendo i dimissioni furono poi ritirate, ma un lancio di uova nescati da crisi indu- GLI ATTRITI sentante dei lavoratori,
profitti. Invece di fare i conti A CONTI FATTI, lo spirito del ’93 e bulloni a un comizio striali, privatizzazioni e
con l’abbondante produzione e l’evocazione della responsa-
non si placarono né la lotta intesti-
na tra vertici sindacali, né lo scon- a Milano. dismissioni, come quel- TRA LE SIGLE il sindacato scopriva
nuovi spazi di azione,
scientifica sul nesso salari e in- bilità nazionale servono a pre- tento delle basi, fino ai lanci di bul- il 13 ottobre, toccò lo che poi scoppiò con la ma vedeva ridotti i mar-
flazione continua, la classe di- parare il terreno per chiedere loni contro Trentin e uova contro al leader Cisl rivolta dei lavoratori E- gini di conflittualità.
rigente italiana continua a pre- nuovi sacrifici ai lavoratori, e- Sergio D’Antoni della Cisl. Del re- Sergio D’Antoni nichem a Crotone. Come interlocutore del-
ferire una narrazione solo sonerando dai costi un tessuto sto, tra le contropartite Amato Il protocollo del 1993 ridefinì la politica economica, era portato
pro-imprese. L’indicizzazione imprenditoriale e produttivo promise di evitare la svalutazione dunque il ruolo dei sindacati con- ad incorporare una concezione del
dei salari all’inflazione, la co- che non ha mai dato nulla in della lira, misura che invece arrivò federali, rafforzando il riconosci- costo del lavoro come fattore verso
siddetta “scala mobile”, non è cambio: non investimenti, non puntuale a settembre (con buona mento della rappresentanza a li- cui esercitare responsabilità, bi-
causa di crescenti tassi del livel- distribuzione del valore. Serve pace di chi, anche nel recente di- vello centrale e delle funzioni bu- lanciando le rivendicazioni con la
lo dei prezzi. Quel che andreb- prendere atto di questo ingan- battito sull’euro, ha indicato la sva- rocratiche a livelli capillari. Fu ele- competitività del sistema delle im-
be una volta per tutte ricono- no e procedere in una direzione lutazione come misura alternativa mento non secondario nell’evitare prese. Questa combinazione di
sciuto al meccanismo della sca- completamente diversa, riven- alle compressioni salariali). il contagio dalla crisi distruttiva forze e debolezze della concerta-
la mobile, nella sua forma più dicando non soltanto la fissa- Non stupisce quindi che l’accor- che stava abbattendo i partiti sto- zione spiega forse come essa sia an-
compiuta ed egualitaria, cioè zione di un salario minimo le- do del luglio 1993 venisse accolto rici. Aveva però dei rovesci, eviden- cora un riferimento per le dirigen-
l’adeguamento dei salari senza gale per fare in modo che nes- dai confederali con maggior favo- ti fin da subito e sempre più negli ze sindacali che cercano di avere
discriminazioni tra donne e sun lavoratore sia povero, ma re, anche se imposto in situazione anni a venire, sullo sfondo del calo voce in capitolo nella politica eco-
uomini, tra giovani e meno gio- anche la reintroduzione di di grave tensione e con un aut aut di dei tassi di sindacalizzazione e del- nomica. D’altra parte, l’esperienza
vani, è la capacità di ridurre le meccanismi di adeguamento Ciampi, per chiudere in fretta le la proliferazione di nuove figure di del protocollo Ciampi rimane ben
diseguaglianze di reddito tra automatici dei salari ai prezzi al trattative condotte dal ministro del lavoro precario che il sindacato fa- presente al governo Draghi nelle
lavoratori. Lo spiegano bene fine di tutelare tutti i lavoratori Lavoro Gino Giugni. Il protocollo ticava ad abbracciare. La concerta- sue proposte di patti tra le parti so-
Rocco Pirrotta e Giorgio Zen in e le lavoratrici di questo paese. definiva regole, ritmi e contenuti zione aumentava la possibilità per i ciali, dallo sblocco dei licenzia-
una ricerca della Banca d’Italia © RIPRODUZIONE RISERVATA della concertazione centralizzata governi di sfruttare le divisioni tra menti fino all’inflazione.
12 l ECONOMIA IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 13 Giugno 2022

IL CONTO DEL COVID Amazon, Facebook, Twitter&C. congelano le nuove posizioni,

altri come Netflix licenziano mentre i titoli non danno più la stessa fiducia

PROTAGONISTI » Virginia Della Sala

AMAZON
• “Quando la variante
(Omicron) è diminuita e i
dipendenti sono rientrati,
siamo passati da una
situazione di carenza
di personale a un eccesso
di personale”
META (FACEBOOK)
• C’è un "aggiustamento"
degli obiettivi di
assunzione. "Rivalutiamo
regolarmente il nostro
pool di talenti in base alle
nostre esigenze aziendali"
“A
g giustamenti”,
“privilegi”, “ec-
cessi”: Big Tech
frena la sua cor-
sa, in Borsa e tra i lavoratori,
dopo due decenni in cui ha
coltivato il mito dell’impiego
dei sogni, tra quartieri gene-
rali all’ultimo grido e welfare
competitivo, e ha massimiz-
zato i profitti grazie ai lockdo-
wn e alla iperconnessione de-
gli utenti. La sua lunga età
dell’oro ha un contrappasso:
ogni rallentamento somiglia
a un fallimento.
È IL 28 APRILE quando duran-
te una telefonata sugli utili
trimestrali, Brian Olsavsky,
chief financial officerdi Ama-
zon, spiega che i magazzini
del gigante dell’e-commerce
sono in surplus di personale e
che questo costa all’azienda 2
miliardi di dollari l’a nn o.
“Quando la variante è dimi-
nuita nella seconda metà del
primo trimestre e i dipenden-
ti sono rientrati, siamo passa-
ti rapidamente da una situa-
zione di carenza di personale
a un eccesso”. Una settimana
dopo Meta, la società madre

Azioni e assunzioni in calo

di Facebook, fa sapere che l’a-
zienda sta bloccando le nuove
assunzioni in buona parte dei
team. Lo definisce un “aggiu-
stamento” all’interno di una
prassi con la quale Meta “riva-

È il Medioevo di Big Tech?

UBER
• Le nuove assunzioni
dovranno essere
considerate “un privilegio”
perché “il mercato sta
vivendo un cambiamento
sismico e dobbiamo
reagire di conseguenza”
NETFLIX
• Ha licenziato 150
dipendenti dopo aver
registrato il primo calo
di iscritti in dieci anni
l u ta ” regolarmente il suo
“pool di talenti in base alle e-
sigenze aziendali”.
A metà maggio, invece, 150
dipendenti Netflix sono stati
licenziati dopo che la piatta-
forma di streaming ha regi-
strato la prima diminuzione
degli abbonati in 10 anni. E
ancora: Twitter, che nell’in-
certezza del suo passaggio di
mano a Elon Musk ha blocca-
to le assunzioni non fonda-
mentali. E Coinbase, Robi-
nhood, Cameo, Microsoft,
Nvidia, Snap. Anche Uber: il
numero uno Dara Khosro-
wshahi ha scritto in una mail
che le nuove assunzioni do-
vranno essere considerate “un
privilegio” visto che “il merca-
to sta vivendo un cambia-
mento sismico”. La dichiara-
zione è in linea con la “pessi-
ma sensazione” di cui ha par-
lato Elon Musk prima di ipo-
tizzare il licenziamento di
10mila lavoratori di Tesla.
Dal 2010, spiega l’Econo-
mist, il numero di posizioni
nel settore tecnologico ameri-
cano è aumentato in media
del 4,4% l’anno, il triplo del
tasso dell’economia comples-
siva, secondo uno studio del
think tankBrookings Institu-
tion. E quando, durante la
pandemia, lavoro, tempo li-
bero e acquisti si sono spostati
online, gli annunci di posti di
lavoro nel settore tecnologico
sono aumentati anche
dell’80%. È aumentato il
ricorso al cloud, l’attenzio-
ne alla sicurezza informa-
tica ma anche il marke-
ting. Gran parte dei posti
di lavoro è arrivata da star-
tup e società di nuova quo-
tazione ma, spiega l’Eco-
n om is t , tra il 2020 e il
2021 Amazon, Meta e
Netflix hanno tutti au-
mentato di oltre un quinto
il personale a tempo pie-
no. I ranghi di Microsoft e
Alphabet sono aumentati
dell’11% e del 16% (rispetto a
una media del 3% delle mag-
giori società Usa). Terminata
l’emergenza, poi, sono iniziati
i primi licenziamenti.
A guardarlo da vicino, pe-
Dopo l’età dell’oro
La pandemia ha spinto
profitti e posti che ora
non servono più
Non va meglio in Borsa dove
le tecnologiche bruciano
sempre più spesso miliardi
Secondo il
Financial
Rallentamento Times, il la-
Il gigante voro per gli
dell’ecommerce, sviluppatori
Amazon, e del ride di software
sharing, Uber negli Stati U-
FOTO n i t i è c o-
ANSA/LAPRESSE munque au-
mentato del
120% rispet-
to all’era pre-coronavirus. Zi-
pRecruiter, un altro sito di an-
nunci di lavoro, ha affermato
che il numero di posti nel set-
tore tecnologico è stato eleva-
to, con circa 1,6 posti di lavoro
per ogni disoccupato del com-
parto. Inoltre, circa il 36% de-
gli annunci di lavoro nel set-
tore tecnologico offre la pos-
sibilità di lavorare da remoto,
in crescita rispetto al 12% del
2019.
PARALLELAMENTE, però, co-
rò, il fenomeno appare meno me da settimane avverte il
radicale. I team strategici, ad Wall Street Journal, “i grandi
esempio, sono meno colpiti. titoli tecnologici sono nel
Si tagliano le assunzioni sui mezzo della loro maggiore di-
software, ad esempio, ma non sfatta in più di un decennio”.
sul Cloud (Microsoft). Paypal La paura è nutrita dal ricordo
ha licenziato il per- della crisi e dei fallimenti del-
sonale impiegato le dot-com del 2000. Tutto,
nelle tecnologie e-
mergenti ma non
oggi, è però ancora sotto os-
servazione. Il Wsj riporta che
sulle funzioni prin-
cipali. I lavoratori
il settore dell’info rmation
tecnology dell’S&P500 mer-
di Netflix erano per coledì era sceso del 20% nel
lo più impiegati nel 2022, risultato che non si ve-
marketing piutto- deva dal 2002. Secondo i dati
sto che nella produ- di Morningstar Direct, i cali
zione. E gli analisti hanno spinto gli investitori a
di dati continuano strappare 7,6 miliardi di dol-
ad essere molto ri- lari solo quest’anno dai fondi
cercati. In generale,
comunque, gli ana-
comuni di investimento in-
centrati sulla tecnologia. Un
listi sono ottimisti. numero significativo visto
che per anni le azioni delle so-
cietà tecnologiche hanno
spinto il mercato azionario al
rialzo sull’onda dell’eccitazio-
ne per qualsiasi innovazione.
Quest’anno, invece, il trend è
cambiato. Molte delle ten-
denze fiorite negli ultimi due
anni, tra cui operazioni di op-
zioni rialziste, società di ac-
quisizione per scopi speciali e
criptovalute, hanno subito u-
na brusca inversione di mar-
cia.
I singoli titoli tecnologici
hanno registrato alcuni dei
loro cali più bruschi di sem-
pre, con centinaia di miliardi
di dollari di valore di mercato
persi a volte nel giro di poche
ore. Alla fine di maggio, ad e-
sempio, le azioni Snap Inc.
hanno perso il 43% in una
singola sessione, il più grande
calo percentuale in un giorno
e una perdita di circa 16 mi-
liardi di dollari di valore di
mercato. Le società fintech
come Affirm Holdings Inc. e
Coinbase Global Inc. hanno
perso più della metà dei loro
valori nel 2022 e le più grandi
aziende del settore non sono
state risparmiate. Le azioni
dei popolari titoli Faang - Me-
ta Platforms, Amazon.com
Inc., società madre di Face-
book, Apple Inc., Netflix Inc. e
Alphabet Inc., società madre
di Google - hanno subito cali
percentuali a due cifre que-
st’anno. Solo i settori dell’e-
nergia e dei servizi pubblici
hanno guadagnato. Per alcu-
ni, l’ennesima prova che l’era
decennale del dominio tecno-
logico nei mercati sta volgen-
do al termine.
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 13 Giugno 2022 ECONOMIA l 13

POLEMICHE I dati della Banca mondiale sono scivolosi: la soglia limite è bassa e il metodo
sottostima le economie arretrate. E comunque oltre il 75% della riduzione è merito della Cina

Visco elogia la globalizzazione:

» Marco Palombi

S
i iniziò a parlarne con la
pandemia, ora la guerra ha
rilanciato il dibattito. Su

“Ridotta la povertà”. Sicuro?

cosa? Diciamo, all’ingros-
so, sulla morte della globalizzazio-
ne, notizia che ad oggi pare – pro-
prio come a Mark Twain quella
della sua dipartita – quantomeno
esagerata: c’è chi parla di decou-
pling (disaccoppiamento) tra E-
st-Ovest, chi di reshoring (ritorno
delle produzioni delocalizzate),
chi di friendshoring (filiere inte-
grate solo tra Paesi amici), ma nes-
suno sa come andrà a finire. Ovvia-
mente non tutti sono felici dell’e-
ventualità e alcuni sottolineano i
meriti della globalizzazione. Tra
loro c’è, ad esempio, il governatore
di Banca d’Italia Ignazio Visco:
“Negli ultimi trent’anni l’apertura
degli scambi e il progresso tecno-
logico hanno prodotto profondi
mutamenti”, fra i quali l’accesso ai
mercati per “miliardi di persone
che prima ne erano escluse: ne è
conseguita un’espansione senza
precedenti” del Pil e del commer-
cio internazionale e “il numero di
persone in condizioni di povertà e-
strema è diminuito da quasi 2 mi-
liardi a meno di 700 milioni”.
È proprio su questo argomento,
la riduzione della povertà, che ci
concentreremo qui, essendo un ri-
tornello assai usato dai cantori del
libero mercato per dimostrarne la
natura (anche) di forza morale. Ma
hanno ragione? Diciamo che è as-
sai dubbio. Intanto i dati sulla po-
vertà, come vedremo, vanno presi
con le molle, ma soprattutto anche
dandoli per buoni si scopre che la
decantata riduzione della povertà
è dovuta per oltre il 75% alla Cina,
dato che arriva in zona 80% ag-
giungendo il Vietnam: insomma
l’equazione di Visco sarebbe più
corretta se aggiungesse “dittatura
socialis ta” ad “apertura degli
scambi e progresso tecnologico”.
Partiamo da qualche numero.
In quarant’anni, dice la Banca
Mondiale, gli estremamente pove-
ri sono diminuiti di circa 1,1 miliar-
di di unità: nel 2017 sotto la soglia -
da poco passata da 1,90 a 2,15 dol-
lari al giorno - c’erano poco meno
di 700 milioni di persone, il 9,1%
della popolazione mondiale con-
tro il 35% di quarant’anni fa (dal
2020, però, il dato è peggiorato).
Esclusa l’Africa subsahariana, “il
mondo ha fatto enormi progressi,
anche se il loro ritmo negli ultimi
anni è rallentato”, ha scritto la Ban-
ca mondiale, fonte “ufficiale” delle
statistiche sulla povertà. Eppure la
sua metrica è contestatissima e da
anni (per chi volesse approfondire
sul sito vox.comè disponibile un vi-
vace dibattito tra i due fronti). Nel
2020, l’allora Relatore speciale
dell’Onu su povertà estrema e di-
ritti umani, Philip Alston, parlò nel
suo rapporto ufficiale di “trionfali-
smo fuori luogo” delle istituzioni
internazionali. Perché? Intanto
perché la soglia di povertà della
Banca mondiale è “scandalosa-
mente bassa” (una critica condivi-
sa da legioni di studiosi nei decen-
ni). Se ad esempio si usa il limite di
5,50 dollari al giorno, scrive Al-
ston, i risultati sono assai diversi:
sotto quella soglia vivevano 3,5 mi-
liardi di individui nel 1990 e 3,4
miliardi nel 2015. La soglia della
Banca mondiale, poi, è drammati-
camente più bassa di quella usata
dai governi: secondo il primo me-
tro nel 2015 i poveri negli Usa era-
no l’1,2% della popolazione, secon-
do la Casa Bianca il 12,7%; in Su-
dafrica si passava dal 18,9 al 55%
dei residenti. U’unica soglia mon-
diale, peraltro, tende a sottostima-
re la povertà nei Paesi ricchi.
C’è anche una seconda obiezio-
ne tecnica, più sottile ma non me-
no importante: statistiche come
queste o come il Pil si basano su at-
tività monetizzabili o mercificabi-
li, ma non tutte le attività e le eco-
nomie lo sono; passare dall’agri-
coltura tradizionale in un
villaggio a lavori informali
nello slam di una megalo- SOCIALISTI
poli non è necessariamente
un arricchimento, ma così QUASI SOLO
viene registrato.
Come detto, però, c’è un
STATI FORTI
baco anche nel racconto di TIPO PECHINO
chi, usando i dati della Ban-
da mondiale, vuol dimo- E IL VIETNAM
strare che il free trade è l’a-
gnello di dio che toglie la po-
HANNO AVUTO
vertà dal mondo. “Dal 1990 SUCCESSO
la Cina ha contribuito per
almeno il 75% alla riduzio-
ne globale del numero delle
persone che vivono in povertà e-
strema”, sostiene lo studio Four de-
cades of poverty reduction in Chi-
na, pubblicato da poco con la col-
LA FRASE DEL
GOVERNATORE
DI BANKITALIA
IGNAZIO VISCO nelle
sue “Considerazioni finali”
ha sottolineato i rischi di
una “deglobalizzazione”:
“Negli ultimi 30 anni
l’apertura degli scambi e
il progresso tecnologico
hanno prodotto profondi
mutamenti”, fra i quali
l’accesso ai mercati per
“miliardi di persone che
prima ne erano escluse:
ne è conseguita
un’espansione senza
precedenti” del Pil e del
commercio internazionale
e “il numero di persone in
condizioni di povertà
estrema è diminuito da
quasi 2 miliardi a meno di
700 milioni”
laborazione della Banca mondiale,
che non ha mai lesinato lodi sul te-
ma neanche al vicino Vietnam.
Di fatto la globalizzazione ha
funzionato da equilibratore globa-
le quasi solo nella bizzarra combi-
nazione asiatica di socialismo ca-
pitalista, in cui uno Stato forte è
stato capace di sfruttare la deloca-
lizzazione di molte produzioni, re-
golandola a suo vantaggio, am-
pliando la sua base produttiva e re-
distribuendo almeno in parte la
ricchezza generata. Molti saranno
stupiti di sapere che oggi, in pro-
porzione, Pechino per la sua cresci-
ta si affida all’export assai meno
dell’Eurozona. La faccenda pare
un po’ più complicata di “il libero
commercio ha ridotto la povertà”.

EQUIVOCOPNRR
FRANCESCO PANARELLI*
L
a proposta di riforma del percorso per
diventare professori nella scuola se-
condaria contiene inutili forzature del
sistema universitario, sino ad abilitare
per l’insegnamento studenti che non
sono neppure laureati.
E tutto in nome del mitico P-
NRR (art. 44-47 del d.l. 36 del 30
aprile 2022, di cui il Parlamento
sta attualmente discutendo la
conversione). In realtà le richieste
dell’Europa non sembrano in que-
sto campo particolarmente complica-
te: rendere chiaro, coerente e se possibile più
breve il percorso di accesso dei neo-laureati
alla professione di insegnante nella scuola
secondaria; immettere in ruolo almeno
70mila nuovi docenti entro dicembre 2024.
Pure, la risposta prefigurata dal decreto ha
Scuola, soliti errori La riforma del reclutamento
dei prof fatta così stravolge le carriere degli studenti
già suscitato le ire dei sindacati. Nel decreto
si parte in realtà da una buona idea, anzi due:
un percorso abilitante della durata di un an-
no (60 cfu, nel nostro brutto gergo), fat-
to di lezioni, ma soprattutto labora-
tori e tirocinio; numero chiuso le-
gato al fabbisogno di docenti, per
evitare di produrre abilitati che il
sistema non può assorbire.
Poi, però, la proposta prende u-
na piega inspiegabile: questo per-
corso abilitante può essere intrapre-
so da un qualsiasi studente mentre è
ancora iscritto alla triennale o alla magistra-
le. In che modo? Ricorrendo a una fantoma-
tica flessibilità dei piani di studio, le univer-
sità dovrebbero sostituire tutti gli esami di un
anno con questo nuovo percorso. Facendolo,
però, metterebbero in atto, in totale anar-
chia, una riforma strutturale delle tabelle mi-
nisteriali che regolano i corsi di studio, im-
poverendoli dei contenuti specifici. Oppure
inserendo i 60 cfu fuori piano, aggiungendo
di fatto un anno al percorso universitario. In
entrambi i casi possono iscriversi studenti
che devono ancora laurearsi (alla triennale o
alla magistrale). Si perdono così le tracce del-
la programmazione del numero degli abili-
tati, che torneranno a proliferare inutilmen-
te. In compenso gli studenti, oltre alle lezioni
ed attività previste dai loro piani di studio,
dovrebbero seguire simultaneamente attivi-
tà del percorso abilitante, che per loro statuto
(laboratori, tirocinio) non possono che esse-
re svolte in presenza. Così, prima ancora di
aver appreso le discipline che dovrebbero in-
segnare, cominciano ad abilitarsi all’inse-
gnamento con un percorso “fai da te” che si
reinventa ogni semestre; per non dire che po-
trebbero abilitarsi prima ancora di essersi
laureati nella magistrale! Il regolare percor-
so degli studenti sarà così inevitabilmente
intralciato, le loro carriere rallentate se non
dequalificate. Non a caso sono piovute criti-
che dal Cun, massimo organo universitario, e
da molte associazioni disciplinari, come Ma-
tematica, Storia, Italianistica.
Insomma, si salvi quel che c’è di buono nel-
la proposta: definiamo i contenuti del per-
corso abilitante e collochiamolo là dove vuole
la logica, cioè dopo il conseguimento della
laurea magistrale, senza la quale non si può
comunque insegnare. Poi si apra pure un ta-
volo per discutere della riforma universita-
ria.
*Presidente della Società Italiana
degli Storici Medievisti
14 l ESTERI
IL REPORTAGE
Il Brasile e i disastri ambientali
L’OMBRA DELLE
LOBBY MINERARIE
DIETRO LE DIGHE
CHE CROLLANO
Il terreno cede Lo Stato di Minas Gerais
è conosciuto come il “quadrilátero ferrífero”
per gli immensi scavi che divorano le montagne
Tonnellate di materiale di scarto sono
abbandonate senza regole: il governo è complice
L
» Jean-Mathieu Albertini
o straripamento della diga della mi-
niera di Pau Branco, a gennaio, ha ri-
schiato di causare un’altra catastrofe
come quella del 2019, quando il cedi-
mento della diga di Vale della miniera
di Brumadinho provocò la morte di
270 persone. Siamo nello stato brasi-
liano di Minas Gerais, una regione del
sud-est che chiamano il quadrilátero
ferrífero per le sue immense miniere
che divorano le montagne. Qui l’andi-
rivieni degli autocarri e dei pick-up
delle società minerarie entra in con-
trasto con il verde dei pascoli e le lus-
sureggianti aree boschive. La miniera
di Pau appartiene a Vallourec, una so-
NEL 2019 cietà francese che produce tubi senza
I MORTI SONO saldatura. Era l’8 gennaio 2022. Le
STATI 270 piogge torrenziali hanno fatto danni
PER UN SOFFIO lo in tutto lo Stato. Un’onda di fango è
straripamento della straripata dalla diga della miniera,
diga della miniera di portando con sé parte della struttura,
Pau Branco, a e si è riversata sulla strada BR-040, in-
gennaio, non ha quinando due aree protette, ma senza
provocato la stessa fare vittime. “La diga era sul punto di
tragedia del 2019, cedere”, spiega a un giornale locale un
quando il cedimento responsabile dell'Agenzia nazionale
della diga di Vale delle Miniere (ANM).
della miniera di
Brumadinho causò NELL’ATTESA dei risultati dell’inchie-
la morte di 270 sta, Julio Grillo, ex direttore dell’Isti-
persone. Nel 2015 a tuto brasiliano per l’ambiente e le ri-
Mariana vi furono 19 sorse naturali rinnovabili (Ibama) di
vittime; e oltre al questo Stato, ritiene che è il cumulo di
danno c’è la beffa. residui minerari di scarto ad aver ce-
Spesso le dighe che duto, provocando lo straripamento
cedono sono della diga situata a valle. “Questi cu-
considerate muli di rifiuti sono enormi, pesano di-
“impianti sicuri” verse tonnellate, esercitando un’enor-
me pressione sul suolo. Serve una base
ben preparata, un buon sistema di
drenaggio... Le piogge intense non
possono servire come pretesto – os-
serva –. Con la crisi climatica, questi
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 13 Giugno 2022
episodi violenti si intensificheranno.
Dobbiamo adattarci”. La diga di Pau
Branco è costruita diversamente da
quelle che furono coinvolte nei disa-
stri di Mariana (19 vittime nel 2015) e
di Brumadinho (270 vittime nel
2019), molto più instabili. In un docu-
mento di Vallourec, del 2021, la tecno-
logia utilizzata a Pau Branco viene
presentata come “senza rischi”. Per e-
vitare di stoccare i residui minerari
nelle dighe, questi vengono in parte
essiccati e impilati. Nel 2018 un inci-
dente simile è avvenuto in un altro
Stato del Brasile, in un’installazione
dello stesso tipo, poco lontana dalla
miniera di Vallourec. Nel 2021 l’azien- SCARSI
da aveva ottenuto il permesso di am- CONTROLLI
pliare il suo cumulo di residui. Gli am-
bientalisti avevano tentato di allertare L’agenzia
sui rischi, ma “le procedure di autoriz- nazionale
zazione sono sempre meno rigorose -
spiega Julio Grillo -, i progetti invece non ha
sono sempre più imponenti e le azien- abbastanza
de approfittano di leggi sempre più
ispettori per
permissive, che sembrano adeguarsi
alle loro esigenze”. A livello nazionale, verificare
il governo di Jair Bolsonaro sta stu- lo stato delle
diando come facilitare il rilascio dei
permessi e come semplificare l’attività 350 dighe
estrattiva nelle terre indigene. “Stia- del Minas
mo tornando indietro. È molto grave
per l’ambiente”, continua Grillo. Dal Gerais
1999, sono stati registrati nove inci-
denti gravi nelle dighe in Brasile, ma le
lobby minerarie, onnipotenti, spingo-
no per allentare ancora le regole. Alle
elezioni politiche del 2014, il 70% dei
responsabili politici eletti nello Stato
di Minas Gerais ha ricevuto donazioni
da parti delle diverse compagnie mi-
nerarie. Vallourec, che non è neanche
una delle più generose, ha fatto una
donazione a Leonardo Quintão, uno
dei parlamentari più finanziati dal
settore, poi entrato nel governo Bolso-
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 13 Giugno 2022
Chi è Mediapart
Mediapart è un giornale online,
indipendente e partecipativo
fondato da François Bonnet,
Gérard Desportes, Laurent Mauduit,
Edwy Plenel, Marie-Hélène Smiejan
m i n e ra r i e . L a
legge “Mai più un
Il disastro mare di fango”,
La diga votata dopo il
di Brumadinho dramma di Bru-
A sinistra, madinho, preve-
il presidente de una cauzione
Bolsonaro
FOTO ANSA
in caso di disa-
stro minerario,
ma il governato-
re Romeu Zema
non l’ha mai ratificata. Preoccupa la
popolazione anche la diga di Santa
Barbara, che appartiene alla miniera
di Pau Branco, una struttura di 38 me-
tri che domina il villaggio di Piedade
Paraopeba. “Alla minima pioggia, mia
madre non riesce a dormire. La sirena
d’allarme non è abbastanza forte e ri-
schia di non sentirla”, osserva Robson,
membro di SOS Barragem. La sua ca-
sa si trova nella “zona della morte",
che si estende su più di 14 km e dove
vivono 400 persone. È a meno di un
chilometro dalla diga e, in caso di in-
naro. Vallourec ha anche partecipato
al finanziamento della campagna del
Nessuno paga cidente, Robson e la sua famiglia a-
vranno solo qualche minuto per fug-
candidato, sconfitto, alle presidenziali
del 2014, Aécio Neves (PSDB). Da al-
La legge prevede gire. Eppure la diga di Santa Barbara
non è considerata a rischio. Nel 2021 il
lora, la legge è cambiata e le donazioni
ai partiti sono state vietate, anche se
una cauzione in caso suo livello di sorveglianza era stato fis-
sato a 1, a causa di un’anomalia che ri-
molti osservatori pensano che i finan-
ziamenti continuino. Si aggiunge che
di disastro minerario, chiedeva ispezioni giornaliere, su una
scala da 0 a 3. L’azienda ha dovuto ef-
l’ANM non ha abbastanza ispettori
per monitorare le 350 dighe del Minas
ma il governatore fettuare dei lavori per tornare al livello
0. Gli abitanti accusano Vallourec di
Gerais e che, dal 2011, la gestione dei
permessi, prima affidata all’Ibama, è
Romeu Zema non l’ha aver approfittato di questi lavori di
messa in sicurezza per aumentare le
stata in buona parte trasferita agli enti
locali, che subiscono di più le pressioni
mai ratificata dimensioni della diga, cosa che Val-
lourec smentisce.
politiche ed economiche. “Anche le dighe di Brumadinho e
Mariana erano considerate sicure”,
“SI PUÒ DIRE quasi che le aziende si sottolinea Sebastião Francisco, anche
concedono le autorizzazioni da sole, lui membro dell’associazione SOS
perché assumono fornitori di servizi Barragem. La popolazione locale, ol-
che realizzano studi a loro favore”, os- tre a correre rischi, percepisce anche
serva una fonte dell’Ibama. In caso di benefici economici minimi dalla mi-
incidente nelle miniere, la battaglia niera, poiché la maggior parte dei di-
legale può durare diversi anni e a volte pendenti viene da fuori. C’è poi l’im-
il risarcimento non viene mai versato. patto ecologico. “Queste montagne
Il governo ha applicato una sanzione divorate sono serbatoi d’acqua, le at-
di 288 milioni di reais (55 milioni di tività minerarie uccidono le fonti.
euro) a Vallourec, ma a fine gennaio la L’impatto sulle falde freatiche viene i-
società ha presentato ricorso. Da Ma- gnorato”, spiega Euler Cruz, ingegne-
riana, nel 2015, è stato saldato appena re e membro del Forum Permanente
il 13% delle multe inflitte alle società São Francisco. Analisi recenti hanno
rilevano livelli di arsenico e piombo
molto al di sopra dei limiti tollerati nei
corsi d’acqua che attraversano Pieda-
de Paraopeba. Duecento chilometri
più a nord, si estendono piantagioni di
eucalipti a perdita d’occhio, utilizzate
per produrre carbone per l'industria
siderurgica. Gli abitanti di un quilom-
bo, le comunità formate da schiavi
fuggiti dalle piantagioni brasiliane, i
cui diritti sono stati riconosciuti dalla
Costituzione del 1988, denunciano la
presenza di Vallourec sulle terre che
rivendicano.
LA PROCEDURA per delimitare il qui-
lombo si trascina da anni. Queste terre
trafugate furono riacquisite nel 1971
in condizioni opache dalla società te-
desca Mannesmannröhren-Werke.
Dalla fusione con Vallourec, nel 1997,
nacque V&M, ora interamente con-
trollata dall'azienda francese. “Man-
nesmann fece molti danni, deviando i
corsi d’acqua e distruggendo il cerra-
do, la savana brasiliana – racconta Re-
nato Moreira, presidente dell'associa-
zione del quilombo da Pontinha –. Nei
suoi rapporti Vallourec ci definisce vi-
cini, in realtà è sulle nostre terre”. L’a-
zienda ha tentato di recente di chiude-
re l’accesso a un lago, mentre la colti-
vazione di eucalipti, che richiede
grandi quantità di acqua, sta prosciu-
gando le risorse idriche. Vallourec si
vanta del suo bilancio ecologico, ma
gli abitanti denunciano l’irrorazione
aerea di pesticidi, almeno una volta
all’anno, che danneggia i minhocu-
dos, dei grossi lombrichi, lunghi una
cinquantina di centimetri. La comu-
nità locale, circa 4mila persone, vive in
gran parte della vendita di questi lom-
brichi giganti ai pescatori. Anche la
compagnia mineraria Vale ha fatto i
suoi danni. Gli scarichi del disastro di
Brumadinho hanno inquinato il fiu-
me Paraopeba che passa sotto il qui-
lombo e quindi i pescatori non ci pe-
scano più. Anche se sono disastrate
dai colossi minerari, Renato spera di
poter “recuperare un giorno – dice – le
terre dei nostri avi per cercare di viver-
ci in pace”.
(Traduzione di Luana De Micco)
ESTERI l 15
ALTRILUOGHI
FABIO SCUTO
Iran Il regime
islamico nel caos
È la strategia
firmata da Israele
“B
a l ag a n”. “Fau d a”. Con-
fusione, caos, in lingua
ebraica. La recente se-
rie di omicidi e attacchi avvenu-
ti in Iran indica che Israele ha
adottato una nuova strategia
per contenere la proliferazione
nucleare degli ayatollah: il
caos. Questa strategia è stata
formulata dal capo del Mossad
David Barnea, è sostenuta dal
capo di stato maggiore Aviv Ko-
chavi ed è stata approvata dal
primo ministro dello Stato E-
braico Naftali Bennett, e dal
suo gabinetto. Nelle ultime set-
timane si sono verificati diversi
strani incidenti in Iran attri-
buiti a Israele, che puntano tut-
ti in questa direzione.
Un attacco informatico con-
tro siti civili, un attacco contro
un magazzino segreto di droni,
l'assassinio di un ufficiale coin-
volto nel terrorismo, la morte di
un ingegnere in un sito militare
chiave per lo sviluppo nucleare e
missilistico e la morte di due
scienziati coinvolti nell’arric-
chimento dell’uranio e sviluppo
di droni. Qual è il denominatore
comune di questi eventi? Nes-
suno, a parte il presupposto che
dietro ci sia un’abile mano gui-
da: quella di Israele.
Il primo ministro Bennett
pensa davvero di poter uccidere
il governo dell'Iran, cioè di por-
tare ad un cambio di regime con
questa strategia? È vero che i
continui attacchi attestano che
l'intelligence israeliana è pene-
trata davvero in profondità nel
Paese, dando l’impressione di
poter contare su una vasta rete
di collaboratori. Questi attacchi
feriscono e umiliano il regime.
Anche se alcuni degli uccisi non
sono stati assassinati dal Mos-
sad, ma dal regime stesso per i
sospetti contro di loro, l'obietti-
vo del “Caos” è stato raggiunto.
La storia insegna che i regimi
si dissolvono quando la gente ne
è stufa e scende in piazza – per la
crisi economica, la corruzione e
il marciume – e non per le atti-
vità di un'agenzia di intelligence
straniera, anche se di successo.
È chiaro che un attacco del solo
Israele contro i siti nucleari non
è all'ordine del giorno - e nem-
meno per gli Usa - e allora che
senso hanno le operazioni che
non sono incentrate sul pro-
gramma atomico, se non per sfi-
dare, umiliare e infastidire gli a-
yatollah?
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IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 13 Giugno 2022
L’INTITOLAZIONE
AL SOVRANO
DEL FASCISMO
L’IMPORTANTE
Biblioteca Nazionale
di Napoli è intitolata
a re Vittorio Emanuele III
che firmò le leggi
razziali e non si oppose
al fascismo fino alla vile
fuga dell’8 settembre.
Montanari con questo
articolo chiede non solo
di non trasferire la sede
della Nazionale, ma
anche di cambiarne
l’intitolazione per
dedicarla al filosofo
e storico Benedetto
Croce, che nel 1920 da
ministro dell’Istruizione
contribuì a rendere la
Biblioteca Nazionale di
Napoli quello che è oggi
per importanza e
prestigio di volumi e
documenti conservati
100mln
IL FINANZIAMENTO
DEL PNRR
Destinati al trasloco per
fare spazio all’espansione
del museo di Palazzo
Reale: “è la valorizzazione
che scalza la produzione
e redistribuzione
di conoscenza. Nella
gentrificazione di Napoli,
spazi così centrali,
tra Piazza Plebiscito
e il San Carlo, sono
troppo preziosi per
essere lasciati
a professori, studiosi,
studenti che non
sbigliettano, e non fanno
tagliare nastri”,
polemizza Montanari,
contrario al
trasferimento annunciato
da Franceschini
PIETRE&POPOLO Non trasferite la biblioteca!
A Napoli s’insulta Croce
spostando la Nazionale
» Tomaso Montanari
U
na cosa bisognereb-
be, finalmente, cam-
biare alla Biblioteca
Nazionale di Napoli:
l’intitolazione all’indegno re
Vittorio Emanuele III, com-
plice di Mussolini, firmatario
delle leggi razziali e vile fug-
giasco l’8 settembre. E biso-
gnerebbe intitolarla invece a
Benedetto Croce, che da mini-
stro della Pubblica Istruzione,
nel 1920 ottenne di spostare
quell’antica raccolta (nata in-
torno al nucleo Farnese, por-
tato a Napoli da re Carlo) nella
parte più “recente” di Palazzo
Reale, dove furono poi con-
dotte molte altre biblioteche
storiche napoletane, desti-
nando invece a museo il nucleo
più antico della reggia vicerea-
le e borbonica.
INVECE OGGI, in quest’epoca
senza memoria e senza pro-
getto, il Ministero della Cultu-
ra (oh, l’importanza delle eti-
chette: specie di quelle propa-
gandistiche) ha deciso di ab-
battere proprio il progetto di
don Benedetto, strappando la
Biblioteca alla sua ormai seco-
lare dimora. L’idea è quella di
portarla nell’Albergo dei Pove-
ri di Ferdinando Fuga, enorme
cittadella dell ’assis tenza
dell’antico regime in cerca di
restauro e di nuova funzione.
Sulla destinazione culturale
dell’Albergo non ci sono dub-
bi: ma il punto è se serva por-
tare lì una biblioteca di conser-
vazione e di ricerca come la
Nazionale, invece che realiz-
zarci una grande, moderna,
multimediale biblioteca civi-
ca, che possa funzionare come
un avamposto militante e pul-
sante di civilizzazione.
Né d’altra parte è sensato
togliere la Nazionale dalle
stanze in cui la volle Croce. Co-
me mi scrive, desolato, un bi-
bliotecario che ha trascorso u-
na vita in quelle stanze: “Non
c’è nessuna preoccupazione
per lo stravolgimento dell’i-
Sfregio da evitare Si mettono a rischio
materiali delicatissimi come i papiri
di Ercolano e preziosi manoscritti
conservati in un particolare microclima
dentità della Nazionale. Nes-
suna preoccupazione per i lo-
cali sicuramente inidonei che
la ospiterebbero. Nessuna
preoccupazione per il trauma,
inutile, a cui sarebbero sotto-
posti materiali delicatissimi
(si pensi solo ai papiri di Erco-
lano, o al papiro ravennate, u-
nico al mondo, ai rari, al fondo
Manoscritti). Nessuna preoc-
cupazione rispetto ai danni
che risulterebbero spostando
questi materiali che vivono in
condizioni microclimatiche a
cui si sono perfettamente a-
dattati”. Una lettera nella qua-
l e n o n m a n c a l a p a r s c o-
struens: “La Nazionale è, per
fondi che possiede e per la sua
storia, una biblioteca di con-
servazione che, in assenza di
un sistema bibliotecario citta-
dino, ha svolto un’azione di
supplenza, ottemperando a
tutta una serie di funzioni che
non le erano proprie. È una
realtà culturale che vive nel
centro della città, ben collega-
ta e vicina alle sedi universita-
Tesoro
inestimabile
Un’immagine
della Biblioteca
Nazionale Vittorio
Emanuele III
FOTO ANSA
rie. La si lasci continuare a vi-
vere destinandole locali per
magazzino librario che sono
già presenti e vuoti nello stesso
Palazzo Reale (locali già della
Corte dei Conti su Via Acton).
Si capisca infine che il Mic non
è solo preposto alla valorizza-
zione pecuniaria dei beni cul-
turali italiani ma principal-
mente alla loro conservazio-
ne”.
Già, perché il problema è
proprio quello adombrato
nell’ultima frase. Il ministro
Franceschini ha chiarito che il
trasloco (che gode già di un fi-
nanziamento di 100 milioni di
euro dal Pnrr) serve soprattut-
to a fare spazio all’espansione
del museo di Palazzo Reale: è
la valorizzazione che scalza la
produzione e redistribuzione
di conoscenza. Nella galop-
pante gentrificazione di Na-
ITALIA l 17
poli, spazi così centrali, tra
Piazza Plebiscito e il San Carlo,
sono troppo preziosi per esse-
re lasciati a professori, studio-
si, studenti: che non sbigliet-
tano, e non fanno tagliare na-
stri.
LO SFRATTO ai libri della Na-
zionale va letto nella più ampia
strategia di delegittimazione e
desertificazione del sistema
bibliotecario italiano: quella
stessa Biblioteca ha visto il suo
personale scemare da 280 a 60
unità, una fin troppo traspa-
rente condanna a morte per
fame di lavoro culturale. Un
documento coralmente scritto
da un folto gruppo di “lettori,
lavoratori, studiosi, volontari e
visitatori fermamente contra-
ri al progetto di trasferire la Bi-
blioteca Nazionale di Napoli”
elenca tutte le moltissime ra-
gioni che sconsigliano catego-
ricamente lo spostamento:
dalla tutela dei materiali fragi-
li e degli arredi nati per quel
luogo fino allo spreco dei mi-
lioni e milioni di denaro pub-
blico destinato fino a ieri a mi-
gliorare la Nazionale dov’è. Al-
la fine, quel documento chiede
“che si abbandoni una volta
per tutte questa miope visione
politica che distingue beni cul-
turali economicamente pro-
duttivi da beni ‘improduttivi’,
visione che negli anni ha pro-
gressivamente danneggiato le
biblioteche (e gli archivi), ridi-
mensionandole, accorpando-
le a musei o, come in questo ca-
so, decentralizzandole. Noi
crediamo fermamente che la
cultura sia una e unica, e che
sia qualificabile solo in base al-
la sua capacità educativa e for-
mativa, non certo in base alla
sua potenzialità economica».
Questi cittadini non sono
soli a crederlo, ci crede anche
la Costituzione della Repub-
blica: con i suoi articoli 3 e 9,
che stabiliscono che la cultura
serva al pieno sviluppo della
persona umana attraverso la
ricerca. Proprio la Costituzio-
ne su cui giurano i ministri.
18 l SECONDO TEMPO IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 13 Giugno 2022

Baglioni a Caracalla Cremonini a Milano Mengoni a Udine

Ultime sei serate (di dodici totali) per Questa sera il musicista bolognese Prosegue il suo tour: domani sera è
il cantautore romano nel contesto è protagonista a San Siro, mentre a Codroipo (Villa Manin), il 19 è sul
di Caracalla, a Roma. Un successo mercoledì salirà sul palco dello palco milanese dello stadio di San
grande segnato dal sold out Stadio Olimpico Grande a Torino Siro e il 22 a Roma all’Olimpico

I
» Stefano Mannucci
l Rito. Sempre lo stesso, irri-
nunciabile. “Ci acquattavamo
all’uscita dalle sale, a volte ad-
dirittura nei cespugli, se ce n’e-
rano”, ride Fabio Liberatori.
“Io, Carlo, Christian De Sica.
Ascoltavamo i commenti degli
spettatori. Se erano lusinghieri
tornavamo a respirare”. Scene
mai girate, queste, senza bat-
tute e avvolte nella suspense. Il
regista, l’attore-amico del cuo-
re, l’autore della colonna sono-
ra nascosti come tre malinten-
zionati per capire se il lavoro e-
ra stato apprezzato. Accadde
pure dopo la prima di Acqua e
sapone, che doveva riconfer-
BIOGRAFIA mare il grande successo di Bo-
FABIO rotalco. “Che arrivò, anche se
LIBERATORI alcuni lo valutarono un episo-
È nato a Roma nel dio minore della mia filmogra- Al piano
1960. È uno dei fia. La protagonista era questa Fabio
fondatori della band ragazza, Natasha Hovey, che a- Liberatori
degli Stadio, con i vevo visto per strada ed era ve- ha composto la
quali prende parte nuta a sostenere un provino colonna sonora
ad alcuni importanti accompagnata dalla madre”, anche di “Vita
album di Lucio racconta Verdone. “Mi aveva da Carlo”
Dalla, di Ron e alla convinto per la sua fotogenia
storica tournée di così delicata, non aggressiva.

“La mia carriera tra geni

"Banana Republic" Non l’ho praticamente più vi-
(con De Gregori). sta, dopo. Natasha decise di la-
Nel 1982 fa il suo sciare il cinema per andare a
esordio come vivere in Francia. Forse oggi è a
compositore di Miami”. Anche in quel caso era
colonne sonore,

come Verdone e Dalla”

Liberatori a firmare il soun-
scrivendo con Dalla dtrack, ora finalmente dispo-
e gli Stadio le nibile in vinile e cd. “C’è una ri-
musiche per il film chiesta pazzesca da parte degli
di Carlo Verdone, appassionati”, rivela il musici-
“Borotalco”. Da lì sta, “per la pubblicazione delle

‘‘
parte un sodalizio musiche dei classici verdonia-
lungo 14 pellicole ni. Mi scrivono: chiudiamo gli
occhi ed è come rivedere la pel- FABIO LIBERATORI È l’autore di 14 colonne sonore dei film del regista di “Borotalco”:
licola. Io ho lavorato 14 volte
con lui, compresa la prima sta- “Con Carlo e De Sica ci piazzavamo tra le siepi per sentire i commenti degli spettatori”
gione della serie Vita da Carlo”.
Anticipa Verdo-
ne: “La seconda è
Verdone: in fase di scrittu-
ra, vedremo. due pezzi eseguiti dagli Sta- con i tecnici e faceva togliere
‘Artista gentile, Quanto a Libe- dio”, spiega Verdone. “Fabio, suoni agli strumenti: noi im-
ratori, ho sem- all’epoca loro tastierista, era pazzivamo per individuare la
di talento, che pre apprezzato il autore del brano sul lato B, C’è, fonte del misterioso guasto.
suo modo di con il testo di Luca Carboni. Oppure organizzava telefona-
condivide con comporre: è un Ma ero convinto che il pezzo te fantasma: correvi a rispon-
artista gentile, di portante, Acqua e Sapone, fos- dere e non c’era nessuno”.
me un pizzico gran talento, che se solo farina del sacco di Gae- Liberatori ebbe il privilegio
di malinconia’ condivide con tano Curreri, mentre le liriche di condividere con Dalla, De
me un pizzico di erano di Vasco Rossi! Ringra- Gregori e Ron il palco del me-
malinconia. Per ziai Vasco, persona generosa e morabile tour del ‘79, Banana
Acqua e Sapone mai burbera, sei anni più tardi, Republic, il restart sociale do-
gli chiesi sonori- affidandogli la colonna sonora po il climax del terrorismo in I-
tà che non sug- di Stasera a casa di Alice”. “L’a- talia. “In ogni stadio c’erano
gerissero una vesse scoperto in tempo utile, decine di migliaia di persone
passionalità sco- Carlo si sarebbe preoccupato”, desiderose di stare insieme, un
pertamente ses- lo punzecchia Liberatori, “vi- po’ come oggi. Prima dei con-
suale. Doveva venire alla luce sta l’indole molto rock, esplici- certi non c’erano liturgie sca-
la tenerezza dell’attrazione che ta, dei racconti di Vasco”. Che ramantiche, se escludiamo il
il mio personaggio nutriva per era stato uno dei due grandi i- bicchiere di rosso frizzantino,
la Hovey. Così fece: e accolse spiratori esterni degli Stadio. sempre lo stesso, con cui Lucio
con puntualità i miei suggeri- L’altro, più possessivo, era brindava. Io e Curreri, a quel
menti per immortalare con le Lucio Dalla. Sottolinea Fabio: punto, eravamo già sugli scali-
tastiere il suono elettronico, al- “Curreri e Vasco erano amici ni che ci portavano in scena,
lora così rivoluzionario, degli d’infanzia, ma molto presto grafico, è un effetto sinusoida- una chitarra andasse registra- ansiosi di scoprire se caldo e u-
anni 80. Ascoltammo insieme l’ago della bilancia si spostò le, decisamente ‘umano’, del to in bagno, perché lì c’era un midità avessero scordato le no-
i Depeche Mode, i Simple Min- verso Lucio. Con il quale ebbi mio mini-Moog: ero stato tra i riverbero ideale, ti chiedevi se stre tastiere, soprattutto quelle
ds. Fabio trovò la quadra”. la fortuna di lavorare in alcuni primi a usarlo in Italia, me l’ero stesse prendendoti in giro. Sal- elettroniche. Non c’era la tec-
Con un gustoso giallo per il suoi album epocali, vedi Ani- fatto trasportare per tutta Eu- vo accorgerti, dopo, che era e- nologia odierna, né i trucchi
brano-chiave che, attenzione, dride Solforosa, che ti lascia a ropa, in auto. Dalla era un ge- sattamente come se lo era im- computerizzati dei live del
non era firmato da Liberatori. bocca aperta. In Come è pro- nio, partoriva idee che pareva- maginato lui. Il che non toglie 2022. Ogni sera era una ro-
“Dopo la fine del lavoro sul set fondo il mare il fischio all’ini- no bislacche, ma funzionava- che Lucio fosse un formidabile cambolesca avventura”.
mi fu consegnato il 45 giri con i zio del brano, così cinemato- no. Se pretendeva che l’eco di burlone. Si metteva d’accordo © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 13 Giugno 2022 SECONDO TEMPO l 19

PORTFOLIO Foto di UMBERTO PIZZI

Testi di FABRIZIO D’ESPOSITO

I “Gattopardi” di Gualtieri:
perché Roma non cambierà
1. Molto peggio 3. Sfondamento
dei cinghiali a destra
La sinistra postco- A Roma una delle
munista di Roma è lobby più influenti
sempre stata un è quella degli al-
“esempio” di ge- bergatori (secon-
stione pura del po- da solo a quella
tere, garantendosi dei palazzinari)
l’appoggio delle e al raduno della
lobby cittadine: civica di Gualtieri
l’ultima evoluzione c’è Giuseppe Ro-
è stata la civica di scioli, storica gui-
Gualtieri voluta da di Federalber-
dal potente Raffae- ghi nonché ex fan
le Ranucci della destra: con
lui Giampaolo Let-
ta, figlio del berlu-
sconiano Gianni

2. Vocazione 4. Test per Testa

all’inciucio testimonial
A sinistra, il rifor- Ovviamente, lad-
mismo è sovente dove si parla in
un pretesto per maniera fuffosa
fare inciuci e ac- di competitività,
cordi trasversali: merito e riforme
qui con Ranucci, da fare (riforme
imprenditore ed strutturali ma an-
ex parlamentare che no), l’eterno
dem, oltre al ram- Chicco Testa assi-
pante Alessandro cura volentieri
Onorato (già ex di la sua presenza,
vari salotti) c’è consapevole che
Giovanni Malagò, prima o poi qual-
icona della Casta cosa gli arriverà
Capitale

5. Il garofano
all’occhiello
A Milano si rispo-
sa l’ex sindaco
Paolo Pillitteri, già
cognato di Betti-
no Craxi, e il presi-
dente di Mediaset
Fedele Confalo-
nieri rimette il Ga-
rofano all’occhiel-
lo e saluta con un
velo di commo-
zione Bobo Craxi

COSARESTERÀ
BENEDICTA BOCCOLI
I
n questa estate afosa interpreto nei tea-
tri di tradizione all’aperto e nei siti ar-
cheologici di mezza Italia, il personag-
gio di Alcmena, la protagonista di Anfi-
trione il capolavoro di Plauto. Che bello il
teatro d’estate! Recitare oggi negli anni 90’
tra le rovine, le colonne, i templi, le antiche
vestigia, testimoni muti di un rito laico, che
si ripete ogni sera, con il profumo dei secoli
passati. Che emozione! Ma in tutte le cose
c’è il rovescio della medaglia, questi posti
Plauto è senza bagno Bello il teatro estivo,
ma peccato che nessuno pensi a noi attori
bellissimi, tranne rare eccezioni, sono total-
mente privi di servizi igienici per gli attori.
Evidentemente gli organizzatori pensano
che gli attori non abbiano bisogno di andare
in bagno come i comuni mortali, gli attori
recitano, sono marionette, pupazzi privi di
vescica. Perché i servizi igienici non sono
all’altezza delle rovine greche e romane do-
ve siamo stati chiamati a recitare? Boh, non
lo sapremo mai. Che bello il teatro d’estate!
Gli attori sono costretti a fare la fila alla toi-
lette del bar di fronte, insieme al pubblico,
ma con ancora addosso gli abiti di scena.
L’altra sera fra il primo e il secondo tempo,
mi sono trovata in fila per la toilette, vestita
appunto da antica romana, con parte del
pubblico stupito che anche un’attrice avesse
bisogno di fare la pipì. Timidamente mi so-
no dileguata e sono andata a farla sotto il
palcoscenico. Quando scappa, scappa! An-
che il vecchio Plauto mi capirebbe. Avevo
appena finito e con grande sollievo mi stavo
rivestendo, quando due signore si sono in-
filate sotto al palco e rivolgendomi un ap-
plauso mi hanno detto: “Comunque lo spet-
tacolo ci sta piacendo molto!”, è quel co-
munque che mi ha colpito. Lo spettacolo è
bello malgrado Alcmena faccia pipì nel sot-
topalco. La prossima volta mi esibirò in una
versione nuova del personaggio, che piacerà
molto al teatro di ricerca: Alcmena col pan-
nolone!
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20 l ULTIMA PAGINA IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 13 Giugno 2022

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OMICRON 5 FA PAURA
Covid: 18 mila casi,
cresce il tasso
di positività (14,6%)

IERI SONO stati 18.678 i

q nuovi casi di covid in Italia,
in calo rispetto ai 22.104 di sa-
bato. Ma i tamponi processati
(tra molecolari e antigenici) so-
no stati inferiori –127.704 rispet-
to ai 187.234 di sabato – facendo
salire di oltre tre punti il tasso di
positività: due giorni fa era pari
all’11,8%, ieri 14,63%. Secondo il
bollettino giornaliero del mini-
stero della Salute, inoltre, sono
183 i pazienti ricoverati in terapia
intensiva, 10 in meno di sabato
con 8 ingressi giornalieri. Salgo-
no invece i ricoverati nei reparti
ordinari: sono 4.118, ovvero 42 in
più di ieri. A preoccupare è la
nuova variante Omicron: per fa-
re solo l’esempio di Milano, in u-
na settimana i casi sono quintu-
plicati: venerdì 10 erano 1.095,
mentre il venerdì precedente e-
rano 261.

\/
A STOCCARDA
Tennis, Berrettini
torna e vince
contro Murray
DOPO TRE MESI di stop
q per l’infortunio alla mano,
Matteo Berrettini è tornato e ieri
ha battuto il tennista scozzese
Andy Murray (ex numero uno del
ranking Atp) nella finale del tor-
neo 250 di Stoccarda, il sesto ti-
tolo nella sua carriera e il primo di
un tennista italiano nel 2022. Ber-
rettini, che solo tre mesi fa non riu-
sciva a imbracciare la racchetta
ed è stato costretto ad operarsi al-
la mano destra, ha battuto Murray
in tre set in oltre 2 ore e 30 di gioco:
6-4, 5-7, 6-3. Il giocatore italiano è
stato facilitato da un problema a-
gli addominali che ha colpito l’av-
versario nel terzo set. Una grande
soddisfazione per il tennista ita-
liano: "È incredibile – ha commen-
tato Berrettini – l'ultima cosa che
avrei pensato, venendo qui, era di
vincere. Tornare così dopo la pri-
ma operazione della mia vita...”.

PROGRAMMITV

06:00 RaiNews24 08:45 Radio2 Social Club 08:00 Agorà Estate 07:35 Kojak 07:59 Tg5 07:30 Cartoni animati 07:00 Omnibus News 19:25 Stai lontana da me
09:10 UnoMattina Estate 10:10 Tg2 Italia 10:10 Elisir - A gentile richiesta 08:35 Agenzia Rockford 08:44 Mattino Cinque News 09:25 Dr. House 07:30 Tg La7 20:55 100X100Cinema
12:00 Camper 11:10 Tg Sport Giorno 11:10 Doc Martin 09:40 Hazzard 11:00 Forum 11:16 C.s.i. New York 07:55 Omnibus 21:15 Sing 2 - Sempre più forte
13:30 Tg1 11:20 La nave dei sogni 12:00 Tg3 13:00 Tg5 12:11 Cotto e Mangiato 09:40 Coffee Break 23:10 Resident Evil: Welcome
13:00 Tg2 Giorno 12:45 Quante storie 10:40 R.i.s. 1 Delitti Imperfetti 13:42 Beautiful 12:25 Studio Aperto 11:00 L'Aria Che Tira to Raccoon City
14:00 Speciale Elezioni
17:20 Estate in diretta 14:00 Italiani fantastici e dove... 13:15 Passato e presente 11:55 Tg4 14:10 Una Vita 13:00 Sport Mediaset 13:30 Tg La7 01:05 Inception
14:45 Squadra Speciale Cobra 11 14:20 Tg3 12:23 Il Segreto 14:45 Un Altro Domani 13:49 I Simpson 14:15 Speciale TgLa7 - Refe- 03:35 Barb e Star vanno a Vista
18:45 Reazione a catena Del Mar
20:00 Tg1 16:25 Castle 14:30 Speciale Tg3 Referendum 13:00 La Signora In Giallo 15:50 L'isola dei Famosi 15:15 I Griffin rendum 2022
19:05 Blue Bloods 17:40 Geo Magazine 14:00 Tg4 - Speciale 16:00 Brave and Beautiful 15:45 Lethal Weapon 16:40 Taga Focus
20:30 Soliti ignoti - Il ritorno 19:50 Drusilla e l'almanacco del 19:00 Tg3 16:31 Rosamunde Pilcher 16:40 Ncis: Los Angeles 17:00 Speciale TgLa7
21:25 Porta a Porta - Speciale giorno dopo 20:00 Blob 18:58 Tg4 18:45 Avanti Un Altro 18:30 Studio Aperto 20:00 Tg La7 18:15 Ce l'avevo quasi fatta
Elezioni e Referendum 20:30 Tg2 20:20 La gioia della musica 19:52 Tempesta D'amore 20:00 Tg5 19:30 C.s.i. Miami 20:35 Otto e Mezzo 19:15 Cash or Trash - Chi offre
23:20 Via delle storie 21:20 9-1-1 20:45 Un posto al sole 20:30 Stasera Italia 20:40 Paperissima Sprint 20:24 Ncis - Unità Anticrimine 21:15 Yellowstone di più?
00:35 S'è fatta notte 23:00 Calcio Totale Estate 21:20 Report 21:20 L'Isola dei Famosi 21:20 Chicago P.d. 00:00 Tg La7 Notte 20:20 Deal With It Stai al gioco
01:05 RaiNews24 21:20 Quarta Repubblica
00:15 I lunatici 23:15 Tg3 Linea Notte 01:15 Tg5 00:00 The Courier 00:10 Otto e Mezzo (R) 21:25 Il potere dei soldi
01:40 Italiani 02:00 FILM L'uccello dalle piume 01:05 O anche no 00:50 Pensa In Grande 01:50 Paperissima Sprint 01:50 Drive Up 00:50 Camera con Vista 23:35 Robin Hood
02:40 RaiNews24 di cristallo 01:40 Protestantesimo 01:52 Tg 4 - Ultima Ora 02:17 I Cesaroni 02:25 Studio Aperto 01:20 L'Aria Che Tira 01:35 Airport Security Spagna