In attesa che a febbraio scatti l’euro-embargo sul greggio russo, le petroliere

fanno rotta verso l’Italia. Le nostre raffinerie sono ai massimi da 7 settimane y(7HC0D7*KSTKKQ( +$!z!:!z!;

Martedì 9 agosto 2022 – Anno 14 – n° 218 a 1,80

a-1,80
Arretrati:
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libro13“Ucraina.
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internazionale”
Arretrati: “Ioe posso”
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Redazione: via di Sant’Erasmo n° 2 – 00184 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

LA SENTENZA Vista dall’ex Pg Scarpinato L’APPELLO DI CONTE PARLA APPENDINO Sogno di mezza estate

Trattativa, fatti sparire I politici dicano “Bene mollare

se è cosa giusta Draghi e andare » Marco Travaglio
i soggetti istituzionali piegarsi ai boss soli contro tutti”
Q
uesto è un articolo di fan-
tapolitica, ma solo perché
la politica è nelle mani che
sappiamo. Riavvolgiamo il na-
p “Si normalizza la cultura dell’omertà e si ritorna a 30 anni stro. Da quando Conte blocca il
fa”. Le motivazioni che hanno assolto i 3 ex-ufficiali del Ros patto scellerato di Draghi, Gueri-
che all’epoca delle stragi presero accordi con Cosa Nostra ni e Di Maio con la Nato per por-
giustificano, per l’ex magistrato, “un passato di convivenza” tare la spesa militare al 2% del Pil
(+15 miliardi l’anno) e chiede al
q ROBERTO SCARPINATO A PAG. 8 - 9 q GIUSEPPE CONTE A PAG. 9 q DE CAROLIS A PAG. 4 governo di coinvolgere il Parla-
mento su nuove armi a Kiev, il
premier, Baioletta e gli altri came-
rieri di Biden decidono di far fuori
i 5Stelle. Il casus belliper rompere

Pd al palo, M5S al voto,

lo fabbricano Palazzo Chigi e il
Pd, infilando nel dl Aiuti l’incene-
ritore di Roma e una norma peg-
giorativa del Reddito, bloccando
ancora lo sblocco dei crediti per il
Superbonus e ponendovi pure la
fiducia, che il M5S non può vota-

destre coi morti viventi

re. Per soprammercato, il Pd be-
nedice la scissione di DiMaio&C.
con la promessa di collegi sicuri.
Alla Camera il M5S non vota il dl e
dice sì alla fiducia. In Senato non
partecipa al voto congiunto. Dra-
ghi, pur fiduciato dal 70% del Par-
lamento, si dimette per additare
Conte al pubblico ludibrio. Ma
Mattarella, visti i numeri, lo rin-

AL LAVORO SULLE LISTE

via alle Camere. E lì Conte assicu-
ra la fiducia se Draghi risponderà
su nove punti di “agenda sociale”
ALTRA RISSA DEM-CALENDA. per attutire il tonfo dell’autunno
caldo. Draghi, che da sei mesi cer-

CONTE ATTENDE GLI AUTO- ca pretesti per andarsene, prende

a calci il M5S e pure la Lega. Mis-

CANDIDATI 5S. FDI RICICLA

sione compiuta: fiducia solo da
Pd, Leu e centristi, mentre cen-
trodestra e M5S non votano. Dra-
TREMONTI E PERSINO MASI ghi tutto contento si dimette,
mentre Pd e giornaloni racconta-
no la favola dei 5Stelle irrespon-
q PROIETTI E SALVINI DA PAG. 2 A 7 sabili che rovesciano il governo
per fare un favore a Putin e Meloni
(come se a marzo non si votasse
GLI EX DC DAL “VIA CONTE” AL BACIO DI GIUDA comunque). Letta agita una fan-
Ecco i Quattro Geni della Caporetto dem: tomatica Agenda Draghi, ignota
pure a Draghi, e ne fa l’A rca
segretario, Guerini, Franceschini e Prodi dell’Alleanza con Calenda e gli al-
tri cultori del misterioso incuna-
q RODANO A PAG. 2 - 3 bolo. Senza spiegare perché inviti
all’ammucchiata Fratoianni (55
sfiducie a Draghi) e non il M5S
FLORIDIA, EX N.1 SOCIETÀ STUDI ELETTORALI (53 fiducie e 2 non fiducie) o Ren-
“Il Pd di Letta ormai è un partito fallito zi (55 fiducie). Cinque giorni dopo
le pubblicazioni matrimoniali,
Perduto il popolo, gli resta solo la Ztl” sorpresa: l’affidabile Calenda
molla Letta sull’altare. Una cata-
q A PAG. 2 - 3 strofe senza precedenti, se è vero
che - come giuravano i promessi
sposi fino a tre giorni fa - l’Italia ri-
schia di finire in Ungheria, anzi in
LE NOSTRE FIRME. Russia, anzi nel fascismo e senza
» NON SOLO LADY B. COVID: PARLA SALMASO La cattiveria più Costituzione.

• Padellaro Gli elettori soffrono, tutti a pag. 3

E ora la fantapolitica. Letta e i
Letto a due seggi: “Troppi morti, cure Calenda ora deve
raccogliere le firme
vicedisastri Franceschini, Gueri-
ni&C., come Diaz dopo Caporet-
moglie e marito • Fini L’Europa e l’inganno atlantista a pag. 16 tardive e per pochi” per candidarsi.
Tanto ha più
to, si dimettono. E nominano reg-
gente del Pd l’unico leader che an-
in corsa alle urne di ottantamila personalità cora scaldi il cuore del fu elettora-
• Ranieri Calenda alleato del suo ego a pag. 11 q CALAPÀ A PAG. 15 WWW.FORUM.SPINOZA.IT to di sinistra: Bersani. Il quale
consegna l’Agenda Draghi al car-
» Lorenzo Giarelli
• Orsini Ci manipolano per la guerra a pag. 11
tolaio sotto casa, si scusa per le ca-
USA: 1 MLD IN PIÙ IN ARMI IL PORNOBULLO MOORE lunnie del Pd al M5S, chiama

U
n listino proporzio- Conte, scrive con lui 10 punti di
nale è forse meno
• Scanzi Bonelli, pigiama e battipanni a pag. 11
Mozart vs. Wagner: La madre coraggio programma sociale in politica in-
romantico dell’alta- terna e multilaterale in politica e-
re? Immaginate l’ebbrezza ecco gli ex marines che sfida l’uomo stera e costruisce un’alleanza pro-
amorosa di un’unione non
di fronte a Dio, ma ai ceri- • Gismondo Sanità, il Pnrr dei sogni a pag. 20 addestratori di Kiev più odiato del web
gressista che riprenda il discorso
interrotto col governo Conte 2,
monieri laici delle urne. per provare a vincere le elezioni, o
A PAG. 7 q IACCARINO A PAG. 14 q A PAG. 17 almeno a perderle con onore.
2 l POLITICA IL FATTO QUOTIDIANO Martedì 9 Agosto 2022

VERSO IL VOTO • LA FARSA CON MR 3,6%

I 4 geni del disastro Pd: Letta,

Franceschini, Guerini e Prodi
» Tommaso Rodano
LECCA LECCA
I
l disastro è uno solo, ma
i responsabili sono
molteplici. La cor-
te spietata a Car-
lo Calenda, nel Pd,
ha avuto almeno
tre padri illustri.
Quello che ci ha
messo la faccia e

ENRICO-BELVA: oggi raccoglie i

cocci ovviamente
è Enrico Letta. Il

LA MUTAZIONE giorno dopo è

q u e l l o d e i r i m-
pianti (“Sono stato

DEGLI OCCHI ingenuo”, scrive il

segretario dem) e
delle ironie. Gira la

DI TIGRE fotografia inclemente

del bacio sulla guancia
stampatogli da Calenda
martedì scorso, dopo a-

, ENRICO LET-
TA è un “lea-
der riluttante” che o-
ver firmato le due pagine
di un accordo durato cin-
que giorni. Un bacio “di
ra deve operare una Giuda”, dicono ora al Na-
“metamorfosi inevi- zareno. Fino a ieri sem-
tabile” dopo il tradi- brava il compimento di
mento di amici e al- una strategia voluta dal
leati. A descrivere gruppo dirigente cen-
con curioso pathos trista che si è preso il
la recente condizio- partito.
ne del segretario Pd
è Marco Damilano, SULLA SVOLTA a destra si leg-
SVOLTA A DESTRA Gli ex democristiani hanno guidato la rottura
che su Domani trac-
cia una breve antolo-
ge in chiaro la firma dell’eter-
no tessitore, Dario France- con Conte e la nuova strategia centrista, fino al “bacio di Giuda”
gia di Letta, “in lotta schini. È utile rileggere cosa
per vincere e soprav- diceva il ministro della Cul-
vivere”. tura poco più di un mese fa. A Tra gli interpreti influenti anche di quello con +Euro- sta e ha lavorato per aprirla pagina”. A questi tre padri
Povero segretario! Cortona, il 3 luglio, France- della svolta a destra c’è anche pa, interloquendo soprattut- anche a Italia Viva. Ieri era u- politici se ne potrebbe ag-
“Cresciuto nel mon- schini chiudeva la festa di A- Lorenzo Guerini, un altro to con Benedetto Della Ve- no dei più delusi dalla gira- giungere un quarto, Roberto
do ovattato dei tec- reaDem, la sua corrente ministro del governo Draghi dova. Guerini è il meno ex tra volta del capo di Azione: “Ca- Gentiloni: sono tutti e quat-
nici della scuola di all’interno del Pd, con questo (alla Difesa). In queste setti- gli ex colonnelli di Matteo lenda ha stracciato l’accordo tro ex democristiani. E poi il
Andreatta e affer- intervento: “Da qui alle ele- mane si è preso cura non solo Renzi, ha sposato con con- che lui stesso aveva firmato. padre nobile, anch’egli erede
matosi nel Pd mode- zioni, per andare insieme al del rapporto con Calenda ma vinzione l’operazione centri- Discorso chiuso, voltiamo della Dc: nemmeno Romano
rato e post ideologi- M5S dobbiamo stare dalla
co di Veltroni - scrive stessa parte, se ci sarà una
Damilano - Letta ha rottura o una distinzione (sul
L’INTERVISTA
“I dem? Un partito fallito:
dovuto combattere governo Draghi, ndr) - per-
parecchie battaglie ché un appoggio esterno è u- t
na rottura - per noi porterà
ANTONIO FLORIDIA
sanguinose negli ul-
timi anni”. Quali? alla fine del governo e all’im-
“La più tramautica” è possibilità di andare insieme

senza popolo, resta la Ztl”

quella del suo gover- alle elezioni”.
no, caduto dopo me- In questo avvertimento a
no di un anno per Giuseppe Conte, dieci giorni
mano renziana. Av- prima del voto sul decreto
ventura “difficile fin Aiuti che ha aperto la crisi, si
dall’inizio, prima sa- anticipa la virata strategica
botata e poi assassi- che si sarebbe concretizzata

“È

nata dai suoi stessi nelle settimane seguenti. Il
amici e alleati”. Ma Pd meditava di chiudere con
tutto “rischia di im- i Cinque Stelle già dalle pri-
pallidire di fronte a me posizioni critiche espres-
questa campagna e- se sulla guerra e sull’inv io
lettorale di guide ne- delle armi in Ucraina, la “non
vrotiche e narcisi- sfiducia” a Draghi è stato il
ste”. Come se le biz- casus belli perfetto. Fran-
ze di Calenda non
fossero note! Il tem-
ceschini è diventato
protagonista della
po delle leadership
nate su accordi, sen-
tenzia Damilano, “è
nuova stagione e del
nuovo progetto (come
lo era stato di tutti i
finito. Se vuole avere
una possibilità, Letta
precedenti), il suo ruo-
lo è stato riconosciuto
deve trasformarsi in
una belva”. No, an-
dallo stesso Calenda: il mi-
nistro della Cultura è stato il
cora la tigre?
F. SOR.
primo esponente del Pd ad
essere avvertito della sua
scelta di rompere il patto, co-
me ha detto domenica
nell’intervista di Lucia An-
nunziata.
‘‘
il fallimento totale do bruciare una lunga collabo- più che moderata del Pd. simo democratico avanzato.
della strategia delle razione e un’esperienza di go- Certo, la questione di fondo è In effetti Calenda parlava
‘non destre’”. Antonio verno condivisa. Senza il 10% sull’identità di questo partito. di Bad Godesberg della si-
Floridia, ex presidente della dei 5S, la partita del centrosini- Il Pd rompe con la nistra italiana.
Società italiana di Studi Eletto- stra è persa quasi dappertutto, storia non solo della Paragone improprio. A Bad
rali e responsabile dell’Osser- anche in Toscana sono pochi i sinistra italiana ma Godesberg, l’Spd tedesca ab-
vatorio elettorale della collegi contendibili. persino del cattolice- bandonò il marxismo, qui sia-
Toscana, contempla Il secondo errore? mo già molto oltre (ride), ben al
lo spettacolo poco
avvincente delle
Bisognava proporre a tutti i
partiti di “non destra”un accor- Il Pd ha compiuto di fuori della tradizione demo-
cratica progressista.
macerie del cen-
trosinistra e pro-
va a trovare un
do che si limitasse a far conflui-
re i voti sui candidati comuni
nei collegi uninominali. Invece
errori strategici Il 25 settembre dobbiamo
aspettarci un nuovo crollo
della partecipazione?
senso al di là della
cronaca. “Penso sia il
Letta ha proposto da un lato
un’intesa tecnica – con Bonelli,
e non ha identità: Non è detto. In Italia abbiamo
un astensionismo asimmetri-
risultato di una grave
incertezza strategica del Pd e
Fratoianni e Di Maio – e dall’al-
tro un vero accordo politico e
ha ormai rotto co, le elezioni amministrative
sono un conto ma alle Politiche
dello smarrimento della sua i-
dentità. Errori su errori”.
programmatico solo con Ca-
lenda, cedendo ai suoi diktat e con la sua storia c’è un ricompattamento, so-
prattutto a destra: è un eletto-
Qual è stato il primo? sbilanciando l’asse della coali- rato che si mobilita, quando è
Rompere ogni dialogo con il zione. Non poteva reggere. convinto di poter vincere.
M5S. Si poteva criticare per la È una scelta, l’affermazio- E a sinistra?
scelta su Draghi, ma era assur- ne definitiva della natura I partiti sono fondati su leader-
IL FATTO QUOTIDIANO Martedì 9 Agosto 2022
Ir-responsabili
della disfatta
Prodi, Franceschini,
Guerini, Letta.
A destra, Calenda
e Renzi FOTO
ANSA/LAPRESSE
Prodi ha fatto mancare il suo rende molto più forte la coa-
sostegno, sempre influente, lizione, ma anche perché
all’operazione Calenda. questo accordo comprende
finalmente una comune
PUNTUALE era arrivato il suo strategia su scelte determi-
commento alla notizia nanti per il futuro del Paese”.
dell’alleanza con il Pd, mar- Altrettanto puntuali le do-
tedì scorso: “Sono molto glianze e la sorpresa, ieri, per
contento dell’intesa siglata lo scarto di Carletto: “Le mo-
tra Pd e Azione/+Europa – a- tivazioni di Calenda sono in-
veva fatto sapere il Professo- compr ensibili”. Era com-
re – non solo perché si tratta prensibile invece fidarsi di
di un accordo elettorale che lui?
Alla deriva
Il Pd, secondo
ship personali, senza radica- stra, deci- Antonio
mento territoriale. Nel Pd il vo- derà alla Floridia, non è
to popolare è molto debole. Il vigilia del più un partito
“partito della Ztl” non è una voto. di massa
battuta infondata, ormai è un In tutte le ele- FOTO ANSA
partito di massa solo in parte zioni almeno
della Toscana e dell’Emilia-Ro- il 10 o il 15%
magna. Bisogna vedere, invece, degli elettori decidono l’ultima
come funzionerà il posiziona- settimana o l’ultimo giorno. Il
mento del M5S con Conte. Po- problema è che il centrosinistra
trebbe recuperare qualcosa, in ha lanciato implicitamente il
uscita dalla sinistra Pd e maga- messaggio che le elezioni sono
ri pure dall’astensione. già perse e quindi ormai ognu-
Per Ilvo Diamanti un elet- no pensa a sé.
tore su 4, nel centrosini- TO. RO.
POLITICA l 3
l FRANCO TIRATORE
GLI ELETTORI
IN SOFFERENZA:
PURE A DESTRA
» Antonio Padellaro
Terzo polo Listone o simboli separati
C
alenda e Letta, adesso per fa-
vore evitiamo le iperboli
Renzi e Calenda:
fuori luogo perché dignità,
onore, e addirittura la parola data
appartengono a codici desueti. A
vicende umane dove si versa il pro-
prio sangue per il prossimo e non il
non ancora alleati,
sangue del prossimo per nutrire le
proprie tracotanza e insipienza (i
nomi metteteli voi). Quel prossimo
tuo che poi sono i poveri elettori di
centrosinistra, ma pure quelli di
già litigano sui seggi
destra non si facessero soverchie il-
lusioni. Poiché se i primi soffrono e
soffriranno ancora tanto in vista
del 25 settembre, ai secondi, molto
probabilmente, toccherà qualche
serio giramento di scatole dopo il
26 settembre, una volta esaurite le
luminarie per la vittoria. Suggel-
» Giacomo Salvini zione voluta da Calenda che teme il “bacio lato il patto elettorale i loro leader
I
della morte” del leader di Italia Viva. Un fe- non vanno d’accordo praticamen-
l primo segnale arriva dai social. Dopo la delissimo dell’ex ministro come Matteo Ri- te su nulla come conferma il fatto
rottura con il Partito Democratico e Più chetti è scettico sull’alleanza: “Vogliamo che Meloni, uno giorno sì e l’altro
Europa, ieri Carlo Calenda ha ricomin- scrivere una pagina nuova”. Così Calenda pure, sia costretta a ribadire che
ciato a twittare compulsivamente. E in- ha attivato la macchina del partito per rac- con un voto in più di Salvini e Ber-
sultare tutti. Quelli che fino a domenica po- cogliere le firme: i segretari provinciali so- lusconi (stando ai sondaggi ci vuol
meriggio erano gli alleati con cui si poteva- no stati mobilitati, inizierà domani. Al Tg1 poco) Palazzo Chigi è suo. Nel silen-
no “battere le destre” ora sono diventati i in serata fa quasi capire di voler andare da zio eloquente di Salvini e Berlusco-
“comunisti”. E allora, di buon mattino il lea- solo: “Noi stiamo raccogliendo le firme ni. Poi c’è chi scopre, signora mia,
der di Azione pubblica un video su Twitter per fare una campagna elettorale sulle co- l’odio verso il nemico, come se i voti
in cui attacca il Pd di non volersi “staccare sa da fare. Del resto mi interessa poco” di- li regalassero per strada e invece di
dal populismo”. Poi va al Tg5 e rispol- ce. Una mossa tattica – la raccolta ringraziare il cielo che nella demo-
vera un adagio berlusconiano: “Il firme – per arrivare al tavolo crazia civilizzata l’avversario si
Pd si è alleato con chi in fondo è con Renzi da una posizione preferisce intortarlo piuttosto che
comunista”. Nella giornata, di forza, spiega un diri- sbudellarlo.
sempre sui social, riesce a po- gente di Azione. Calenda Demenziale quanto si vuole il
lemizzare con tutti i maggio- è pronto a candidarsi Rosatellum è un proporzionale
renti dem: Goffredo Bettini, come capolista in cin- mascherato che costringe con som-
Roberto Gualtieri, Nicola que collegi con un bino- ma ipocrisia i partiti a fare finte
Zingaretti. E anche con An- mio già pronto: al Nord coalizioni con altri partiti che fre-
gelo Bonelli dei Verdi. Que- in tandem con Maria- quentano la stessa area di consenso
st’ultimo definisce “dramma- stella Gelmini, al Sud Sud e a cui si preferirebbe cavare gli oc-
ticamente fascista” l’idea di Ca- con Mara Carfagna. chi. Altro che ideali e valori condi-
lenda di “militarizzare” i rigassifi- visi! Enrico Letta e Giorgia Meloni
catori, lui replica: “Ecchela là, RESTANO però le scorie sanno che nessuno toglierà mai un
sono diventato fascista”. Du- con le altre forze del cen- voto all’altro e, a parte la tarantella
ro anche con il segretario dem trosinistra. Ieri si è riunita antifascismo-fascismo come da co-
Enrico Letta: “L’accordo lo ha la direzione di Più Euro- pione, cinguettano che è una bellez-
rotto lui, lo avevo avvertito” DI MAIO, PATTO pa, già federata con Azio- za. Mentre Letta e Giuseppe Conte
attacca Calenda. COL PARTITO ne, che ha confermato l’al- procedono separati (sul dopo voto
ANIMALISTA leanza con Letta. Su Twit- mai dire mai) per la semplice ra-
IL LEADER di Azione ora si ter, Giordano Masini, gione che entrambi pescano nel me-
muove per costruire un “terzo IN CERCA di un seggio, coordinatore della segre- desimo stagno (altro che le menate
polo” con Matteo Renzi e con Luigi Di Maio fiuta teria ha raccontato lo sull’Agenda Draghi). La verità è
la Lista civica nazionale di Fe- la sponda anche strappo di Calenda: lo ha che il Pd onde raccattare qualche
derico Pizzarotti. I due leader del Partito animalista. comunicato domenica collegio scampato all’abbuffata
nelle prossime ore si senti- A confermare gli mattina nella chat con i della destra è costretto ad accordar-
ranno, dicono due fonti vici- abboccamenti è lo stesso colleghi di Più Europa si con Fratoianni e Bonelli, che l’A-
ne all’ex ministro dello Svi- partito simbolo delle prima di uscire dalla con- genda Draghi gliel’hanno sbattuta
luppo Economico. E potreb- lotte in difesa degli versazione. Intanto Luigi sui denti 54 o 55 volte. Mentre il
bero anche vedersi. Calenda animali: “È in corso Di Maio, che non correrà M5S dell’ex premier conclusa la
ora è praticamente obbligato un'interlocuzione con nelle liste Pd, ha avviato i traversata nel deserto, e liberatosi
ad allearsi con il leader di Ita- i vertici di Impegno Civico contatti con il Partito Ani- di Di Maio e delle rendite parassi-
lia Viva: venuta meno l’a l- per definire insieme malista che vale lo 0,6%. tarie, potrà valorizzare il meglio
leanza con più Europa, senza una proposta concreta Dal Pd invece si fa sa- soli che male accompagnati in pu-
l’accordo con Renzi dovrebbe che caratterizzi Impegno pere che ora è il momento ro stile libero proporzionale (come
raccogliere 36.750 firme per Civico oltre che per la sua di “correre” per la campa- Italexit di Paragone che potrebbe
la Camera e 19.500 per il Se- sensibilità ambientale gna elettorale e Letta ha essere la sorpresa). Una parolina,
nato entro il 21 agosto. anche per una sensibilità chiesto ai suoi di non ri- infine, agli elettori dem affranti
Un’impresa ardua. Le strade animalista”. “Stiamo spondere a Calenda sui per il “tradimento” del Calendario
sono due: un listone unico o lavorando, sono ore social: “Non alimentia- tarocco. Dai, che fosse inaffidabile
una coalizione con due sim- decisive”, è invece molo in questa bulimia perfino quando carica la lavatrice
boli separati. La prima ipotesi il commento affidato narcisistica: parla di se non ce l’avevano già detto sua mo-
piace a Renzi che avrebbe più dall’entourage stesso con se stesso, spro- glie e Maurizio Crozza?
potere contrattuale nella di Di Maio all’AdnKronos loqui allo specchio”. Nel
trattativa per i collegi candi- fine settimana convoche-
dando anche i propri fedelis- rà la direzione per presen-
simi; la seconda invece è l’op- tare il programma e liste.
4 l POLITICA IL FATTO QUOTIDIANO Martedì 9 Agosto 2022

VERSO IL VOTO • I 5STELLE E L’AGENDA CONTE

L’INTERVISTA
Chiara Appendino
L’ex sindaca: “Mi sono
candidata a Torino,
in Parlamento puoi fare
leggi per tutelare i diritti”
» Luca De Carolis

L’
ex sindaca di Torino se
ne sta in montagna vi-
cino la sua città, con le
voci dei suoi due bam-
bini sullo sfondo. Giura che ha
deciso di candidarsi alle Parla-
mentarie solo sabato scorso.
Sostiene: “Voglio essere eletta
perché guidando un Comune

‘‘
ho capito quanto sia importan-
te approvare alcune leggi. Sono
stata la prima sindaca a effet-

“Letta fa solo accordicchi,

tuare le trascrizioni dei figli di
coppie omogenitoriali, ma ora
Torino ha smesso e sono
poche le città che conti-
nuano a farle. Certe di-

Tornare coi dem ritti li puoi garantire so-

noi soli e coerenti. Giusto

lo approvando leggi in

è impossibile, Parlamento”. Così parla

Chiara Appendino.
Si è candidata, come
hanno messo nelle attese.
Avevo voglia di rimet-

uscire dal governo Draghi”

assieme di tutto termi a disposizione
della mia città, e il M5S è
Tra noi 5S c’è la mia comunità.
Sarà una capolista?
nuovo entusiasmo Ne ha parlato con
Giuseppe Conte?
Assolutamente no. Mi

ADESIONI 7mila da giugno

sono messa a disposi-

‘‘
zione secondo le regole,
candidandomi a Torino,
nel collegio della cintura
urbana. Sui capilista e
ri da tre euro all’ora. spettavamo.
Conte accusa Letta di “di- Ma lei era tra i 5Stelle con-
sastro politico”, dopo che i trari a far cadere Draghi.
dem hanno ricevuto il ben- È vero, ho sperato fino all’ulti-

gli altri aspetti deciderà
il capo politico.
Qualcuno ha rumo-
reggiato perché le
servito da Calenda.
Letta ha parlato per giorni di
accordi e accordicchi, e ciò fa
disaffezionare le persone alla
Benedetta scissione
mo che ci fossero le condizioni
per restare, ma se il premier in
Aula chiede una delega in bian-
co e mette in discussione i tuoi

La crisi? In Aula
di Giggino ’a Poltrona:
nuove regole le con- politica. Non ha mai parlato di provvedimenti come il super-
sentivano di corre- temi, costruendo una coalizio- bonus e il reddito di cittadinan-

il premier ha re, nonostante una ne nel solco dell’agenda Dra- za... Nel governo si rimane per
condanna in primo ghi, un calderone con dentro fare delle cose.

boom iscritti al M5S

grado per un reato
attaccato Rdc colposo (per gli inci-
denti a piazza San
e superbonus. Ora Carlo, nel 2017, n-
dr).
dobbiamo imporre Questa è proprio una
notizia falsa. Il codice e-
i nostri temi tico non considerava i
tutto e il suo contrario. Che ne pensa della scissio-
Ergo, per voi accordi
dell ’ultimo minuti con i
ne di Di Maio, lei che era vi-
cina al ministro?
dem sono impossibili?
Noi siamo seri, e ci fermiamo
È una scelta sbagliata. Per me è
stato difficile dal punto di vista
qui. Non mettiamo in discus-
sione le giunte dove governia-
umano, perché con Di Maio e
con Laura Castelli abbiamo » Federico Sorrentino 300 giornaliere su tutto il terri-
mo con il Pd, ma per le Politiche fatto cose importanti, che non torio nazionale. E si trattava di

reati colposi, e la con-
danna per quel tipo di
reati non era un motivo
per essere esclusi sin dal
2019. Per capirci, non
hanno cambiato le rego-
le e non c’è stata alcuna
deroga. Lo scorso anno non mi
ricandidai a Torino perché ero
stata condannata per un reato
doloso, da cui poi venni assolta.
E fu una scelta autonoma.
Che campagna elettorale
farà? Nel suo Nord il M5S
viene da anni di catastrofi:
perché siete quelli del red-
dito di cittadinanza?
Io farò campagna sui nostri te-
mi, a prescindere dal consenso,
perché sono giusti per il nostro
Paese. Il reddito di cittadinan-
za non ci ha portato molti voti al
Nord? Forse è così, ma è una
misura giusta, perché tutela i
fragili. Il salario minimo? So
che è doveroso. Non possiamo
chiedere ai giovani di fare lavo-
non si potrà fare nulla assieme.
Se ciò significa non ottenere
collegi uninominali non ci inte-
ressa: bisogna essere coerenti.
Il vostro sarà un isolamen-
to forzato.
Sarà una campagna dura, ma
c’è un ritrovato entusiasmo nel
M5S.
Citava Draghi: averlo fatto
cadere non vi costerà in
termini elettorali?
Il governo continua a operare,
quindi la narrazione che tutto
si sarebbe bloccato con la crisi
era falsa. Detto questo, noi sia-
mo entrati nell’esecutivo per
portare avanti determinati te-
mi e battaglie. Poi però il Pd è
passato dal no agli inceneritori
alla norma sull’inceneritore a
Roma. Tanti hanno contribuito
alla crisi: il centrodestra ne ha
approfittato per avere il voto
ma i dem non hanno fatto nulla
per evitarla. Quanto a Draghi,
non ha dato le risposte che ci a-
rinnego. Forse la loro era un’o-
perazione già costruita da tem-
po, perché non la fai in 48 ore.
Ma la politica è una cosa, i rap-
porti umani un’altra.
L’obiettivo del M5S è
il 10 per cento?
Per me non è nu-
merico, bensì riu-
scire a mettere al
c e n t r o d e l l ’a-
genda politica i
nostri temi co-
me l’ambiente e
la giustizia sociale.
Da sindaca ho rad-
doppiato le piste cicla-
bili e ho portato la raccolta
differenziata a superare l’indif-
ferenziata. Sono i risultati a
contare.
Di Battista non si è candi-
dato.
Non lo so. Spetta a lui decidere
se vuole fare parte del nuovo
corso del M5S, che in questi an-
ni è molto cambiato.
L
a spinta l’hanno data para-
dossalmente proprio Luigi
Di Maio e i 62 scissionisti
quando a inizio estate hanno la-
sciato il M5S per confluire in In-
sieme per il futuro, poi dive-
nuto Impegno civico. Era
il 21 giugno e da quel
giorno le iscrizioni al
M5S hanno registra-
to un’i m p e n n at a :
circa 7mila in poco
più di un mese e
mezzo. Un numero
così elevato - confer-
mano fonti del M5S - da
essere pari al dato totale
degli iscritti nei primi cinque
mesi del 2022.
La tendenza era stata riscon-
trata già nelle ore successive a
quella scissione, la più grande
nella storia repubblicana. Il 25
giugno, pochi giorni dopo la na-
scita di Insieme per il futuro, le
iscrizioni si erano infatti già tri-
plicate passando dalle 100 alle
numeri già superiori rispetto ai
mesi precedenti quando per un
periodo s’è viaggiato al ritmo di
10-30 iscritti giornalieri. Poi a
luglio il boom: 3.300 nuovi i-
scritti. Escludendo settembre
2021, quando la nuova piatta-
forma esordì sostituendo la sto-
rica Rousseau voluta da Davide
Casaleggio, si tratta del dato più
alto mai registrato sui trenta
giorni. Ma all’epoca, appunto,
era il battesimo della piattafor-
ma ed era un mese dopo l’elezio-
ne di Giuseppe Conte come pre-
sidente M5S.
QUELLI DI OGGI, e di luglio in par-
ticolare, sono numeri interes-
santi considerando che il boom è
coinciso con uno dei periodi più
complicati della giovane vita del
M5S. Non c’è stata solo la spac-
catura interna e il divorzio trai-
nato da Di Maio. Poi sono arri-
vati il braccio di ferro di Conte col
governo per la norma sull’ince-
 IL FATTO QUOTIDIANO Martedì 9 Agosto 2022
neritore di Roma inserita nel de-
creto Aiuti; il documento porta-
to al premier Mario Draghi coi 9
punti ritenuti imprescindibili
dal M5S; la tensione col governo
e la sua caduta; la fine dell’al-
leanza con il Pd; le polemiche tra
Grillo e Conte legate al vincolo
del doppio mandato; la fine
dell ’esperienza parlamentare
per molti storici grillini e l’attesa
dei nuovi candidati in vista del
25 settembre.
Eppure i numeri confortano e
il trend, assicurano dal Movi-
mento, è “in continua ed espo-
nenziale crescita”. I nuovi iscritti
provengono dalla società civile,
dal mondo del lavoro e delle mi-
cro-imprese e dai comitati am-
bientalisti. Iscriversi al M5S vuol
dire poter partecipare alla vota-
zioni online, determinare la linea
politica del Movimento ed espri-
mere preferenze sui futuri candi-
dati. Il voto online delle “parla-
mentarie” 2022 dovrebbe tenersi
dopo Ferragosto, la data su cui si
sta ragionando è quella del 16 a-
Assenti e no
In alto a sinistra
Chiara Appendino,
sopra Giuseppe
Conte, a destra
Alessandro Di
Battista FOTO ANSA
gosto. “Sono numeri sorpren-
denti”, commenta l’ex presidente
dei senatori M5S Ettore Licheri
che cita il caso del suo territorio,
la Sardegna, di cui è referente re-
gionale. Nelle ultime tre settima-
ne sono state infatti 120 le nuove
iscrizioni sull’isola. “Si tratta di
numeri alti se rapportati alla no-
stra realtà”, spiega sottolineando
una partecipazione “come non ri-
cordavo dai tempi della campa-
gna 2018. Il 31 luglio abbiamo in-
detto un’assemblea regionale, e-
ra una domenica caldissima ma
vista l'affluenza abbiamo dovuto
all’ultimo momento chiedere l’u-
so di una sala attigua a quella che
avevamo prenotato”.
L’identikit del nuovo iscritto?
Classe media, di sinistra, in buo-
na parte scontento del Pd. Ma più
generalmente, assicura Licheri,
“cittadini che vedono in Conte il
portatore delle nuove istanze so-
ciali”, a protezione delle grandi
battaglie sociali M5S su diritti,
sanità, ambiente e trasparenza
delle istituzioni.
I NOMI • Chi aspira a un seggio
Parlamentarie: fuori
Di Battista e Casalino,
c’è l’ex ministro Costa
» Lorenzo Giarelli
L’
ultima parola sui capilista do-
vrebbe averla Giuseppe Conte.
E sarà decisiva per capire chi,
davvero, avrà possibilità di an-
dare in Parlamento. Intanto però ieri il
Movimento 5 Stelle ha chiuso la tre gior-
ni di auto-candidature per le Parlamen-
tarie, il sistema con cui da sempre la
creatura di Beppe Grillo sceglie gli aspi-
ranti deputati e senatori.
Adesso saranno gli iscritti a scegliere
su circa 2mila nomi – la consultazione
sarà su SkyVote il 16 agosto – poi tocche-
rà all’avvocato, sulla base di un regola-
mento che non ha ancora licenziato,
raccogliere le indicazioni della base e
studiare la composizione delle liste, do-
po che già la tagliola dei due mandati lo
ha costretto a rinunciare a parecchi fe-
delissimi.
Si riparte dai 2 mila, allora. A far no-
tizia sono anche alcuni esclusioni, te-
nendo presente che per chi è in regola
con la candidatura resta aperta la pos-
sibilità di essere scelto per la parte uni-
nominale, altra pratica su cui Conte
spera di poter intervenire inserendo
profili conosciuti, magari dalla famosa
“società civile”. Alessandro Di Battista
è fuori: “Se vorrà rientrare nel Movi-
mento ne parleremo – dice Conte a Ra-
dio Capital – per me rimane sempre un
interlocutore privilegiato”. Per adesso,
però, nessun passo avanti. Non sarà in
lista neanche Rocco Casalino, storico
punto di riferimento della comunica-
zione 5 Stelle e portavoce di Conte: al-
cuni giornali avevano dato per certa la
candidatura, ma Casalino ha preferito
rinunciare. Non è tra gli auto-candidati
neanche Virginia Raggi, che augura “in
bocca al lupo” a chi si è fatto avanti e ga-
rantisce “sostegno”. L’esclusione dell’ex
sindaca era annunciata, non potendo
compiere altri mandati, ma l’equivoco
sulla brevissima consiliatura all’opposi-
zione durante il mandato di Ignazio
Marino ha fatto pensare qualcuno che
potesse essere in corsa per il Parlamento
(non a caso Paolo Ferrara, che ha con-
diviso gli anni in Comune con lei, si è
proposto).
LE AUTO-CANDIDATURE lasciano inten-
dere su quali big potrebbe ripartire il
Movimento. Chiara Appendino, natu-
ralmente, che correrà a Torino. Il mini-
stro uscente Stefano Patuanelli, che
nonostante una deroga al principio del-
la territorialità (ci si può candidare non
soltanto nel Comune di residenza, ma
anche dove si ha “il centro dei propri in-
teressi) sarà in corsa nel suo Friuli Ve-
nezia Giulia. E poi parte della “segrete-
ria” di Conte: Mario Turco, Riccardo
Ricciardi, Michele Gubitosa, Ales-
sandra Todde, tutti con un solo man-
dato alle spalle.
Ma ecco anche un nome nuovo, alme-
no in Parlamento: Sergio Costa, mini-
stro dell’Ambiente durante il governo
gialloverde e poi riconfermato nel Con-
te II. Generale dei Carabinieri, da un an-
no e mezzo Costa è tornato a lavorare
nell’Arma e ora ambisce a un posto in
Senato nel collegio di Napoli, la sua cit-
tà. Per lui sarebbe la prima legislatura in
Parlamento.
Ci sono poi altri nomi con esperienza
amministrativa, come l’ex assessore
all’Ambiente a Torino Alberto Unia e
Antonio Iaria, che nella giunta Appen-
dino era responsabile all’Urbanistica.
In corsa poi il magistrato Francesco
Mandoi, già sostituto procuratore na-
zionale Antimafia.
Ora, appunto, il voto online e poi le
decisioni di Conte: “Quasi 2mila citta-
dini hanno scelto di autocandidarsi: –
dettaglia in un post il M5S - 1.165 per la
Camera, 708 per il Senato e 49 per la
VOTO ONLINE circoscrizione E-
ANCHE steri. Con il presi-
dente Giuseppe
PATUANELLI, Conte garantiremo
candidature di alto
RICCIARDI profilo, espressio-
E GUBITOSA ne della migliore
società civile per
continuare a porta-
re avanti in Parla-
mento tutte le no-
stre battaglie per i cittadini”.
E poco importa se nel 2018 i curricula
arrivati all’allora Blog delle stelle furono
quasi 15 mila. Tutt’altri tempi e tutt’altre
aspettative elettorali, alla vigilia del
boom che quattro anni fa portò i 5 Stelle
sopra il 33 pr cento. Percentuali irripe-
tibili, ma i disastri di questi giorni nella
coalizione del Pd hanno comunque ri-
dato animo alle speranze del Movimen-
to: “Il sistema e i potentati economici e
finanziari ci temono - scandisce Conte
incontrando gli attivisti abruzzesi - Sa-
remo la sorpresa delle elezioni”.
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POLITICA l 5
REGIONALI
t
Sicilia, Chinnici
medita il ritiro:
i giallorosa
verso la rottura
S
ono ore calde nella coalizione
di centrosinistra in Sicilia.
Potrebbe presto naufragare
la candidatura della magistrata ed
ex europarlamentare Pd, Caterina
Chinnici a candidata presidente
della Regione. Su di lei incombe la
frattura ormai insanabile tra Pd e
M5S, che potrebbe avere ripercus-
sioni su scala regionale.
“Nei prossimi giorni saremo
chiamati a scelte importanti, sulla
linea politica da condurre, qualsia-
si scelta faremo, saremo motivati
da un assunto che ci accomuna, far
valere la nostra forza politica, i no-
stri lavori, la nostra intransigenza,
i nostri principi di legalità, non
possiamo per-
mettere che la Si-
cilia sia ammini- RIUNIONE
strata senza che
ci si scontri con i IL CAPO 5S:
nostri valori che “PRONTI
non sono nego-
ziabili”. Ha detto
A SCELTE
il leader dei pen- IMPORTANTI”
tastellati Giu-
seppe Conte, in-
tervenuto ieri in diretta streaming
alla riunione di coordinamento si-
ciliano. Parole che sembrano chia-
rire la posizione netta del movi-
mento, che sta riflettendo se ab-
bandonare la Chinnici e il Pd, e
continuare la corsa da solo. Mossa
che potrebbe spingere la Chinnici
a ritirare la candidatura, gettando
il Pd nel caos, costretto a cercare un
nuovo candidato.
Ma se il centrosinistra piange, il
centrodestra non ride. Dopo le di-
missioni del governatore Nello
Musumeci, sfiduciato dagli alleati,
la coalizione resta fortemente divi-
sa. I meloniani auspicano di candi-
dare l’ex europarlamentare cata-
nese Raffaele Stancanelli. Ma FI,
con Gianfranco Miccichè, sponso-
rizza invece l’ex ministro Stefania
Prestigiacomo. Mentre il Carroc-
cio siculo ha lanciato il segretario
regionale leghista Nino Minardo e
il deputato Alessandro Pagano.
SAUL CAIA
6 l POLITICA IL FATTO QUOTIDIANO Martedì 9 Agosto 2022

LE DESTRE • La spartizione dei posti: tre fasce per assegnarli

Collegi, sfida Lega-FdI al Nord

Brambilla e Rotondi con Meloni
» Giacomo Salvini questione dei centristi: se FdI è titi stanno compilando le liste glieri regionali e far correre ne-

I
SALVINI LANCIA l “metodo Verdini”, l’emi-
LA FLAT TAX: 15% nenza grigia del berlusconi-
PER I DIPENDENTI smo, funzionerà ancora u-
IL LEADER della Lega na volta. Il centrodestra
Matteo Salvini ieri nelle prossime ore dovrebbe
ha lanciato una nuova chiudere l’accordo sulla sparti-
proposta economica in zione dei collegi per il prossimo
vista di una possibile Parlamento. Ogni collegio, così
vittoria del centrodestra: prevede il sistema ideato
la flat tax al 15% anche dall’ex macellaio di Fivizzano, è
per i lavoratori stato diviso in tre fasce di ri-
dipendenti. Poi il leader schio: blindati, incerti, insicu-
del Carroccio ha spiegato ri. E ognuno di essi è stato di-
che il programma è viso proporzionalmente in ba-
pronto al 99% e sarà se ai sondaggi attuali e ad alcu-
presentato entro il fine ne peculiarità territoriali. Al
settimana. Poi al Tg2 ha Nord continua la sfida tra Lega
rilanciato anche i decreti e FdI: il Carroccio avrà un van-
Sicurezza e il nucleare taggio di seggi in Lombardia e
Veneto, i meloniani nelle altre
regioni del Settentrione e in
Lazio e Sicilia. Forza Italia avrà
la meglio in Campania e Cala-
bria. Rimane ancora aperta la
disposta a concedere 13 collegi
tra Italia al Centro (5), Corag-
gio Italia (2), Noi con l’Italia (5)
e Vittorio Sgarbi, è Forza Italia
che non vuole accogliere i quat-
tro seggi chiesti dall’Udc di Lo-
renzo Cesa. Per questo si fa
sempre più strada l’ipotesi di
un listone unico che unisca tut-
ti i partiti di centro per un totale
di 15-16 seggi: FdI spinge per
questa ipotesi, FI invece teme
di perdere i voti moderati. Per
chiudere la partita servirà an-
cora qualche ora, qualche gior-
no per il programma da pre-
sentare entro il fine settimana.
Salvini ha lanciato la flat tax al
15% per i dipendenti. Intanto,
su impulso di FdI, ogni candi-
dato del centrodestra firmerà
un patto anti-inciucio.
MENTRE LA COALIZIONE conti-
nua a trattare sui collegi, i par-
Leader Giorgia Meloni a Milano FOTO ANSA
elettorali da chiudere entro il
21 agosto. Ed è FdI, che tripli-
cherà i parlamentari, a poter
offrire più posti in lista anche ai
candidati esterni al proprio
partito: il dossier in queste ore
lo sta gestendo direttamente I-
gnazio La Russa, fedelissimo di
Giorgia Meloni. Oltre ai nomi
di Giulio Tremonti e dell’ex
ministro degli Esteri, Giulio
Terzi di Sant’Agat a, G i a n-
franco Rotondi dovrebbe es-
sere candidato in Abruzzo e si
parla anche della deputata for-
zista Michela Vittoria Bram-
billa. Animalista, non trove-
rebbe più spazio nelle liste (da
tagliare) dei berluscones e alla
fine potrebbe rientrare tra i ci-
vici in quota FdI, forse in Lom-
bardia. Il partito di Meloni do-
vrebbe candidare nei listini
proporzionali i responsabili dei
dipartimenti, sindaci e consi-
gli uninominali (sicuri) i volti
“esterni”. In quota Lega invece
un collegio sicuro dovrebbe an-
dare alla giornalista Ma r i a
Giovanna Maglie, mentre in
queste ore il presidente della
Lazio, Claudio Lotito, prova a
farsi candidare da Lega e FI.
IL CENTRODESTRA si prepara
anche al post-voto. Ieri Meloni
si è candidata a Palazzo Chigi
smentendo le voci che porte-
rebbero all’indicazione di un
nome “terzo”: “Se FdI prende
più voti, il nome per fare il pre-
mier è il mio”. Salvini invece ha
fatto un passo indietro dopo le
ultime proposte sui ministri
decisi prima del voto: “Io al Vi-
minale? Aspettiamo il 25 set-
te mb re”. Il programma sarà
presentato la prossima setti-
mana in una conferenza stam-
pa dei leader.

A VOLTE TORNANO
t POTERI FORTI L’EX DG DELLA RAI CHE NON VOLEVA SANTORO & TRAVAGLIO IN TV SARÀ IN QUOTA FDI

Da D’Alema a B. e ora con Giorgia:

un seggio sicuro per l’ego di Masi
» Ilaria Proietti che, ma solide certezze: una è suma anche il grande salto di

C
hissà quante volte
glielo hanno chiesto
vellicandone l’e go ,
non piccolo già di suo.
Ma adesso pare proprio giunto
il momento del grande salto e
lui che è stato anche parà in u-
na vita precedente, non vede
l’ora: per Mauro Masi grand
commis di Stato in servizio
permanente ed effettivo è già
pronto un posto sicuro nel Par-
lamento che verrà. Lo danno
per certo anche alle latitudini
abruzzesi e non solo perché è
presidente del consiglio di am-
ministrazione della Banca del
Fucino, sede vista Ara pacis a
Roma ma radici nella Marsica.
O perché Gianni Letta suo
grande amico da sempre (al-
meno come il faccendiere Lui-
gi Bisignani a cui intercettato
quando era dg in Rai aveva
confessato: “Se io metto Cic-
ciolina che fa le po..e ad un toro
faccio il 30%…”), è considerato
una divinità tra la natìa Avez-
zano e l’Aquila.
MA PERCHÉ l’Abruzzo nelle
previsioni della vigilia sarà un
Eldorado di collegi sicuri per il
centrodestra e per Fratelli d’I-
talia in particolare che a quan-
to pare, nonostante i non ec-
cellenti rapporti con l’ex consi-
gliere Rai Giampaolo Rossi,
reclama l’iconico Masi per l’u-
ninominale al Senato. E lui che
ha collezionato già tante pol-
trone senza riuscire mai a dire
di no è tentato eccome dopo la
delusione da ultimo per la cor-
IL GRAND sa alla presidenza della Lega
COMMIS serie A (andata poi a Lorenzo
“PALINDROMO” Casini, giovane braccio destro
del ministro dem Dario Fran-
BERLUSCONI l’ha ceschini) e l’anno scorso quan-
nominato suo uomo in do si era fatto inutilmente a-
Rai. Tra i suoi estimatori vanti per un altro giro nella sua
Dini e D’Alema: si definì amatissima Rai dove non fu
palindromo, cioè leggibile per la verità affatto amato. Se-
da destra e sinistra gno che i tempi in cui si auto-
definiva un palindromo “buo-
no per la destra e per la si-
nis tra”, visto l’a p p r e z z a- senatore
mento riscosso dagli An-
dreotti e dai De Mita prima,
dai Lamberto Dini e dai
Romano Prodi poi e più di
tutti dai Massimo D’Alema
per tacere dei Silvio e della
corte di Letta zio e Bisigna-
ni, sono ormai un ricordo.
Meglio dunque cambiare a-
ria e scendere nell’agone poli-
tico dove esistono ancora po-
che Silvio Berlusconi è tornato
a ripromettere dentiere per
tutti in vista del 25 settembre,
l’altra è che gli amici non resta-
no mai a piedi, il che è la quasi
garanzia di uno scranno a Pa-
lazzo Madama per i baffi cura-
ti, l’abbronzatura perenne e i
capelli tinti di Masi, eterno bel
Cecè (il copyright è di Giam-
paolo Pansa) con la
passionaccia “per la
gnocca” (parole sue)
almeno quanto per i
gessati e i Ray-ban a NELLA ROSA
specchio che ha col-
lezionato come gli IN ABRUZZO
incarichi: da ultimo
lo strapuntino alla
IN POLE
Banca del Fucino e NEL COLLEGIO
quello da millemila
anni in Consap. Ma UNINOMINALE
tutto iniziò in Ban-
kitalia nell’anno del
Signore 1978.
CIVITAVECCHIESE di nascita,
settant’anni il prossimo
26 agosto, Masi sposato
e padre di due figli si
Aspirante laurea in giurispruden-
za nel 1977 con 110 e lo-
Mauro Masi, de e nel 1978 entra in
ex direttore Banca d’Italia. Ma già
generale nel 1988 viene distacca-
della Rai to alla presidenza del
FOTO LAPRESSE Consiglio dei ministri
come consigliere per la
comunicazione econo-
mica. È però con l’allora diret-
tore di Bankitalia Lamberto
Dini, chiamato al Tesoro da
Berlusconi nel ’94, che si con-
Masi che lo segue prima al mi-
nistero e poi nel 1995 a Palazzo
Chigi come portavoce. Da quel
momento per lui solo incarichi
di altissimo prestigio fino al
trionfo del 2005, quando Sil-
vio B. lo chiama direttamente a
sé come Segretario generale di
Palazzo Chigi.
Bontà sua però l’anno suc-
cessivo è pure nomi-
nato capo di gabi-
netto dal vicepre-
mier Massimo D’A-
lema che di Masi si
fida al 100 per cento
e pace se almeno u-
na volta alla setti-
mana, come raccon-
tarono le cronache
dell’epoca, varcasse
il portone di Palazzo
Grazioli per andare
a rapporto da Berlu-
sconi nel frattempo
diventato capo dell’opposizio-
ne. Che infatti tornato a Palaz-
zo Chigi lo rivuole Segretario
generale ma soprattutto dal
2009 direttore generale della
Rai: di Masi a Viale Mazzini si
ricordano tre cose, la telefona-
ta in diretta nel gennaio 2011
per dissociarsi da Anno Zero -
Santoro e Travaglio pretende-
vano di occuparsi di Ruby e
delle cene eleganti di Arcore - ,
la condanna per danno eraria-
le per 100mila euro nei con-
fronti della stessa Rai, e il ple-
biscito con cui è stato sfiducia-
to dai giornalisti del servizio
pubblico.
IL FATTO QUOTIDIANO Martedì 9 Agosto 2022
COPPIE • Quando moglie e marito stanno in Parlamento
Letto a due seggi: Marta Fascina,
lady Franceschini e miss Sinistra
» Lorenzo Giarelli
U
n listino proporziona-
le è forse meno ro-
mantico dell’alta re?
Chi siamo noi per giu-
dicare, se non abbiamo mai
provato l’ebbrezza amorosa di
un’unione non di fronte a Dio,
ma ai cerimonieri laici delle ur-
ne. Insieme nella vita e in Par-
lamento, con un seggio per uno
magari nello stesso partito ma
pure –senza particolari preclu-
sioni –in aree opposte dell’emi-
ciclo. Questa è la vera libidine e
in molti sanno come si fa.
Un’antica arte che si affina in
giornate, come queste, di infer-
nali trattative per la composi-
zione delle liste, dove – se di ve-
ro amore si tratta - un posto per
il marito o per la moglie vale oro
quanto lo scranno per sé. Per
informazioni chiedere a Dario
Fra nc e s c h i ni e Michela Di
Biase, sua consorte e attuale
consigliera regionale del Lazio
in quota Pd. Scontata la riele-
zione del ministro della Cultu-
ra, dovrebbe essere la volta
buona anche per Di Biase: il
suo nome è sottolineato in ros-
so sulla scrivania del segretario
regionale dem Bruno Astorre.
Possibile che la consigliera voli
in Parlamento grazie al listino
proporzionale, magari a Roma
(dove è stata anche capogrup-
po Pd in Comune).
L’addio di Carlo Calenda ai
dem potrà invece aiutare Nico-
la Fratoianni, malvisto –come
i compagni di partito – dall’ex
ministro centrista. Adesso in
coalizione si respira e Sinistra
Italiana può ambire a qualche
seggio in più. Uno dei quali per
Fratoianni, certo, ma a ricevere
buone notizie potrebbe essere
L’IRONIA SOCIAL
t I MEME IL MINISTRO E L’EURODEPUTATO MASSACRATI DALLA SATIRA DOPO LE CAPRIOLE ELETTORALI
L
politica italiana già da
sola raggiunge vette di
comicità inimmagina-
bili. Immaginiamo vignetti-
sti, comici e autori di meme
in enorme difficoltà nell’es-
sere all’altezza di cotanta sa-
tira involontaria che i leader
si auto-infliggono. Ancora
però riesce qualche capola-
voro del genere, come quelli
che abbiamo qui raccolto e
che da un paio di giorni riem-
piono i social. I più massa-
crati dall’ironia di Facebook
e Twitter sono Carlo Calenda
e Luigi Di Maio: al primo or-
mai manca solo di litigare
con sé stesso e annunciare la
scissione dell’ego; il secondo
è deriso perché costretto a
cercare un seggio nella sede
del famigerato “partito di
Bibbiano”. Meglio riderci su,
per non piangere.
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POLITICA l 7
LECCA LECCA
DA AGENDA
A POSTER
ORA DRAGHI
È ROCKSTAR
, RADDOP-
PIA l’Agenda
Draghi e su Il Foglio
diventa un vero e
proprio manifesto
che avvolge tutte le
pagine del quotidia-
no. Con l’edizione di
ieri, il giornale diret-
to da Claudio Cerasa
ha ribadito la sua
Cultura romana Dario Franceschini e Michela De Biase FOTO LAPRESSE Bye Bye Calenda Elisabetta Piccolotti e Nicola Fratoianni, entrambi in Si partecipazione al co-
ro delle vedove per
la fine del governo
Draghi dedicando un
primo piano a di-
mensioni naturali
all’ex premier.
Sullo sfondo il sim-
bolo di quella Presi-
denza del Consiglio
che Draghi ha ab-
bandonato a pochi
mesi dalla fine della
legislatura nono-
stante il sostegno di
un’ampia maggio-
Inciucio FI-Pd Nunzia De Girolamo e Francesco Boccia FOTO ANSA Poesie e Berlusconi Sandro Bondi e Manuela Repetti FOTO ANSA ranza. Il governo dei
Migliori è storia da
venti giorni, eppure
pure Elisabetta Forza Italia e Alfano. Nell’ulti- trice centrista (già berlusconia- pezzo sono fuori dal giro. molti vivono ancora
Piccolotti: mili- ma legislatura si sono dovuti la- na) ma in fondo nient’altro che Ed è un peccato, perché nel un lutto prolungato.
tante della sini- PRECEDENTI sciare (solo in Parlamento). U- mastelliana, nel senso che da prossimo Parlamento, oltre ai La notizia positiva è
stra nelle sue va-
rie reincarnazio- DA FASSINO no dentro, l’altra fuori. Come
Piero Fassino e Anna Maria
quasi 50 anni è sposata con Cle-
mente, il quale farebbe di tutto
già citati che puntano a condi-
videre i tragitti casa-lavoro, ri-
che ora tutti potre-
mo attaccare in ca-
ni, ha sposato Ni-
cola tre anni fa.
E SERAFINI Serafini, le cui strade politiche
– dopo anni di Ds e Parlamento
per lei e per la sua ricandidatu-
ra. A mettersi una mano sul
schia di esserci anche la più gla-
mour delle coppie politiche,
mera questo poster,
70 centimetri per
Pe r c h é n o n i lA BOCCIA- insieme – si sono separate nel cuore potrebbe essere Matteo giacché Silvio Berlusconi è 50. Come se Draghi
grande passo an-
che in Parlamen- DE GIROLAMO 2013. O come Laura Ravetto e
Dario Ginefra, una ancora de-
Renzi.
Alla finestra c’è pure Ma-
pronto al rientro in Senato e
Marta Fascina avrà un seggio
fosse una rockstar,
un attore di Hol-
to, allora? putata leghista e l’altro in nuela Repetti, oggi nel Pd do- sicuro. Unico neo: causa man- lywood o un campio-
Gli esempi a tutt’altre faccende affaccenda- po che per anni ha cambiato cato raggiungimento del limite ne dello sport.
cui ispirarsi non to dopo 10 anni alla Camera. partiti a fianco al marito San- minimo di età, Marta si dovrà F. SOR.
mancano. Fino al 2018 sedeva- dro Bondi, già poeta e mini- accomodare alla Camera, lon-
no insieme alla Camera Fran- DIFFICILE che Ginefra rientri a- stro del berlusconismo. Passati tana qualche centinaia di metri
cesco Boccia e Nunzia De Gi- desso, mentre ha buone spe- per Forza Italia e per infiniti dal quasi-sposo.
rol amo, uno Pd e l’altra tra ranze Sandra Lonardo , sena- corpuscoli parlamentari, da un © RIPRODUZIONE RISERVATA
Giggino cerca casa, Carlo fa come Jep
8 l CRONACA IL FATTO QUOTIDIANO Martedì 9 Agosto 2022

L’INTERVENTO
Trattativa Stato-mafia
L’ex procuratore generale
di Palermo Scarpinato:
“Giustificato un passato di
convivenza. Si normalizza
» Roberto Scarpinato *
la cultura dell’omertà

L
e si ritorna a trent’anni fa”
a Corte di Assise
di Appello del
processo “tratta-

PRESTIGIATORI
tiva Stato-mafia”
ha ritenuto provata la condotta
materiale del reato contestato a-
gli imputati Mori e De Donno,
essendo state accertate le pluri-
me condotte da essi poste in es-
sere nel tempo in violazione di
tutte le regole di legge, per ripri-
stinare con la componente più
“moderata” di Cosa Nostra, ca-

DI SENTENZE
peggiata da Provenzano, il patto
di coesistenza pacifica con lo
Stato che aveva caratterizzato
tutta la storia della prima Re-
pubblica e che i vertici mafiosi ri-
tennero tradito con le condanne
definitive del maxiprocesso.
Tuttavia la Corte non ha ritenuto
sussistente la componente sog-
gettiva del reato, cioè il dolo, per-
ché tali condotte sarebbero state

E GATTOPARDI
motivate da intenti “solidaristi-
ci”, cioè dall’intento di evitare ul-
teriori stragi. Ciò sebbene le con-
dotte degli imputati abbiano di
fatto sortito (com’era ampia-
mente prevedibile) l’effetto op-
posto di rafforzare la determina-
zione della mafia di compiere ul-
teriori stragi, quali quelle del
1993, per concludere la trattati-

va. E ciò nonostante tali condot-
te abbiano di fatto consentito il
prolungamento per tanti anni
della latitanza e quindi dell’atti-
vità criminale di Provenzano.
Nel condividere la preoccupa-
zione di chi, come il collega Di
Matteo, ha già osservato come
tale motivazione si presti ad es-
ser letta come una legittimazio-
ne e un viatico a dialogare con la
mafia, a “conviverci” purché e af-
finché moderi la sua aggressività
rendendosi silente, vorrei foca-
lizzare un altro aspetto rilevante
della sentenza: la parte sui pos-
sibili motivi che determinarono
Riina ad anticipare e accelerare
l’uccisione di Borsellino.
NELL’AFFRONTARE tale delica-
tissimo tema, inspiegabilmente
nelle 2971 pagine della motiva-
zione, la Corte non spende un so-
lo rigo sulla sottrazione dell’a-
genda rossa da uomini degli ap-
parati istituzionali; sulla forzata
induzione di Scarantino a rende-
re false dichiarazioni; sulla pre-
senza, rivelata da Spatuzza, di un
soggetto esterno a Cosa Nostra
nel momento cruciale del carica-
mento dell’esplosivo nella Fiat
126; sugli “infiltrati della Polizia”
dei quali Franca Castellese il 14
dicembre ‘93 implorò il marito
Mario Santo Di Matteo di non fa-
re menzione ai magistrati, dopo
che a seguito della sua collabora-
zione con la giustizia era stato ra-
pito il loro figlio Giuseppe; sulle
accertate e vive preoccupazioni
di Borsellino nei confronti degli
uomini del Sisde; sull’omicidio
ordinato da Riina negli stessi
giorni della strage del capomafia
di Alcamo Vicenzo Milazzo, che
si era rifiutato di unirsi alla stra-
tegia stragista, declinando per
tre volte le sollecitazioni ricevute
CHE TORNANO
da uomini dei servizi segreti con
cui si era incontrato alla presenza
di un colletto bianco che è stato
identificato.
È evidente che facendo spari-
re tutto questo e molto altro dal
contesto argomentativo, viene
preclusa in radice qualsiasi pos-
sibilità di ricostruire i motivi
dell’accelerazione della strage
che chiamano in causa apparati
deviati dello Stato; e si elimina
nel lettore la consapevolezza di
elementi essenziali che contrad-
dicono la tesi a cui perviene così
quasi per default la Corte in esito
a questo gioco di prestidigitazio-
ne probatoria per sottrazione.
Tesi che può riassumersi nei se-
guenti termini: dovendosi esclu-
dere che l’accelerazione fu deter-
minata dal pericolo che Borsel-
lino ostacolasse il buon esito del-
le trattativa, resta come unica re-
siduale alternativa l’interesse di
Borsellino sul tema mafia-ap-
palti. Nel ridurre la vicenda stra-
gista di via D’Amelio nel letto di
Procuste di contingenti interessi
economici di Riina e di qualche
colletto bianco, la Corte disat-
tende così implicitamente possi-
bili complicità di esponenti dello
Stato. I gravissimi fatti sopra ac-
cennati, dei quali la Corte non fa
alcuna menzione, e i plurimi e
complessi interventi depistatori
di vari esponenti di apparati sta-
tali sino a epoca molto recente
sono assolutamente incompati-
bili con l’ipotesi riduzionista
prospettata dalla Corte. E atte-
stano che vi erano ben altri sche-
letri che rischiavano di uscire
dall’armadio se Borsellino fosse
rimasto in vita e avesse potuto
trasfondere in atti giudiziari l’e-
sito delle sue indagini sui re-
sponsabili e le complesse causali
della strage di Capaci. Scheletri
che spiegano perché gli inter-
venti di soggetti esterni attraver-
sino ininterrottamente tutta la
sequenza stragista, da
Capaci nel maggio ‘92 al-
le stragi del ‘93 nel conti-
nente, come emerge da Le stragi del ’92
una pluralità di elementi L’attentato contro
probatori e come relazio- Paolo Borsellino;
nò la Dia già nel ‘93 con l’ex procuratore
un’informativa in cui si di Palermo Roberto
comunicava che: dietro Scarpinato
le stragi si muoveva una FOTO LAPRESSE
“aggregazione orizzonta-
IL FATTO QUOTIDIANO Martedì 9 Agosto 2022
le, in cui ciascuno dei compo-
nenti è portatore di interessi par-
ticolari perseguibili nell’ambito
di un progetto più complesso in
cui convergono finalità diverse”;
e dietro gli esecutori mafiosi c’e-
rano menti dotate di “dimesti-
chezza con le dinamiche del ter-
rorismo e i meccanismi della co-
municazione di massa nonché
una capacità di sondare gli am-
bienti della politica e di interpre-
tarne i segnali”.
SCHELETRI che spiegano anche il
perfetto sincronismo operativo
tra i mafiosi che fanno esplodere
l’autobomba e l’immediata ap-
parizione sulla scena di apparte-
nenti agli apparati istituzionali
che, grazie alla loro insospettabi-
lità, possono far sparire l’agenda
rossa completando l’opera. Non
bastava uccidere Borsellino: se
la sua agenda rossa fosse finita
nelle mani dei magistrati, lo sco-
po della sua repentina elimina-
zione sarebbe stato frustrato. Ed
è evidente che l’agenda rossa non
fu sottratta per tutelare i mafiosi
esecutori della strage, ma i loro
compici eccellenti.
Né la Corte si chiede perché
proprio la Dia, l’organismo di
polizia interforze specializzato
in materia di mafia, creato su im-
pulso decisivo di Falcone e diret-
to da De Gennaro amico di Fal-
cone e Borsellino che con lui si
confidavano, fu inopinatamente
esclusa dalla Procura di Calta-
nissetta dalle indagini sulla stra-
ge, privilegiando invece con un
colpo di mano il Sisde di Bruno
Contrada e Arnaldo La Barbera,
altro soggetto collegato al Sisde,
con i noti esiti che portavano in
una direzione completamente
diversa.
Bisognerebbe anche chieder-
si perché alcuni magistrati che
più si sono spesi per dimostrare
la compartecipazione di soggetti
esterni alle stragi del 1992-’93
siano stati accomunati dallo
stesso destino: ostracizzati ed
emarginati in vari mo-
di, taluni persino sot-
toposti a inchieste di-
sciplinari e financo pe-
nali, altri nel mirino di
prolungate campagne
di delegittimazione.
Vari indizi induco-
no a ritenere che pur-
troppo le stragi del
1992-’93 non sono even-
ti conclusi, ma sono an-
cora tra noi, perché ac-
canto a un dibattito pub-
blico e a una dialettica
giudiziaria in cui conti-
nuano democratica-
mente a confrontarsi
opinioni diverse, non
sono mai cessate die-
tro le quinte occulte
manovre per chiu-
dere definitiva-
mente questa spi-
nosa partita, ridu-
cendo una volta per tutte
le responsabilità e le cau-
sali esclusivamente a per-
sonaggi come Riina e soda-
li, elevati a icone totalizzanti
del male di mafia.
Non mi sembra – malgra-
do l’impegno profuso da ta-
luni magistrati –che esistano
le condizioni sociopolitiche
per un salto di qualità com-
plessivo delle indagini che
consenta di pervenire a una
verità giudiziaria completa.
È in corso una inquietante
accelerazione del processo di
normalizzazione e di restau-
razione culturale di cui si col-
gono tanti segnali. Nella pa-
tria del Gattopardo, il passato
rilegittimato e giustificato di
convivenza tra Stato e mafia,
di segrete transazioni tra Sta-
to legalitario e Stato occulto,
di rimozioni e amnistia per-
manente tramite amnesia
collettiva torna a essere la
cifra del presente e del futuro.
Ritornano in campo da pro-
tagonisti della politica perso-
naggi condannati per collusione
con la mafia; si celebra nelle aule
del Senato la memoria di vertici
dei servizi segreti - come il gene-
rale Gianadelio Maletti – con-
dannati per depistaggio su Piaz-
za Fontana; si normalizza la cul-
tura dell’omertà giustificando
come motivazione eticamente
condivisibile la scelta dei mafiosi
stragisti irriducibili di non colla-
borare con lo Stato, autorizzan-
do con la riforma dell’ergastolo
ostativo la loro uscita dal carcere
anche in assenza di collabora-
zione, solo a condizione che pro-
vino di aver deposto le armi ed
essersi dissociati definitivamen-
te dalla mafia; si approvano a ri-
petizione leggi che riportano in-
dietro l’orologio della storia ai
tempi del primo 900, ripristi-
nando il trionfo della gerarchia
nella magistratura. Leggi che
creano una magistratura alta e
una bassa ed esaltano la figura di
dirigenti soprastanti con il com-
‘‘
pito di garantire che i magistrati
sottordinati smaltiscano rapi-
damente il più e-
levato numero di
processetti e non
sprechino risorse
e tempo per inda-
Su via
d’Amelio
la Corte
dimentica le
complicità
di esponenti
dello Stato
’’
Roberto Scarpinato
gini complesse ad alto rischio e
di esito incerto, come quelle sul-
la criminalità dei colletti bianchi
e del potere.
OGGI COME IERI, in un Paese se-
gnato sin dalla nascita della Re-
pubblica da una sequenza inin-
terrotta di stragi e omicidi eccel-
lenti senza uguali in Europa, da
patti occulti con la mafia e dalla
corruzione sistemica - tutte de-
clinazioni della criminalità di
settori portanti delle classi diri-
genti -, la questione giustizia re-
sta inestricabilmente connessa
alla questione democratica e
dello Stato. Quale Stato? Quello
dei carabinieri che trattarono
con la mafia o quello di Falcone e
Borsellino? Lo Stato che ha de-
pistato tante indagini sulle stragi
da Portella della Ginestra, a Pe-
teano, a Milano, a Brescia, a Bo-
logna, sino a quelle del 1992-’93,
o lo Stato in cui si riconosce quel-
la parte d’Italia che non vuole
rassegnarsi a convivere con i po-
teri criminali? Questo è stato in
passato e resta per il futuro il no-
do politico cruciale del nostro
Paese e una delle incognite più
inquietanti del futuro della no-
stra democrazia.
* ex Procuratore generale
di Palermo
LA SENTENZA DELLA CORTE D’APPELLO
Le motivazioni 4 giorni fa
• 23 settembre 2021 - 2° grado
Sentenza di primo grado smontata. De Donno, Mori
e Subranni sono stati assolti perché il fatto non
costituisce reato: per i giudici, trattativa ci fu, ma fu
condotta per ragioni di interesse nazionale. Assolto
anche Dell’Utri per non aver commesso il fatto: per
i giudici sono provati gli incontri con Vittorio Mangano
ma non è provato al di là di ogni ragionevole dubbio
che abbia veicolato a Berlusconi la minaccia stragista.
Unici condannati: i boss Leoluca Bagarella (27 anni)
e Antonino Cinà (12 anni)
• 20 aprile 2018 - 1° grado
Condannati a 12 anni gli ex generali Mario Mori e
Antonio Subranni e l’ex senatore Marcello Dell’Utri; 8
anni per l'ex colonnello Giuseppe De Donno; 28 anni per
il boss Leoluca Bagarella; 8 per Ciancimino condannato
per calunnia, ma assolto dal concorso esterno
LA LETTERA Giuseppe Conte
“La politica risponda:
è giusto legittimare
chi tratta con i boss?”
C
aro direttore, in queste giornate do-
minate da balletti elettorali poco de-
corosi, la notizia del deposito della
sentenza di assoluzione della Corte
di assise di appello di Palermo sulla trattativa
Stato-mafia rischia di passare inosservata.
Eppure merita tutta la nostra attenzione.
Preciso subito che la rispetto perché la poli-
tica non può pretendere di sostituirsi e riscri-
vere le sentenze della magistratura. Ma dalle
pieghe della motivazione emerge una consi-
derazione che assume un forte rilievo politi-
co sino a sfiorare una questione nevralgica
del nostro sistema democratico. La trattativa
di apparati dello Stato con i boss ma-
fiosi c’è stata, osserva la Corte. E
risulta ben documentata. Però
non risulta che coloro che
l’hanno condotta (gli ufficia-
li del Ros) abbiano ricevuto
‘‘
input politici da esponenti
di governo o dalle alte cari-
che istituzionali.
A DIRLA IN BREVE, fu una “im-
provvida iniziativa” di alcuni uf-
ficiali dei carabinieri, quindi di
un pezzo di apparato “esecutivo”
dello Stato, iniziativa che però
non configura gli estremi di un D’ora in poi
reato. Il giudizio di legittimità di
i funzionari
questa “trattativa”riposa nel fat-
to che fu ispirata dalla “salva-
guardia della incolumità della
collettività nazionale” e dalla
di Stato sanno
“tutela di un interesse generale,
e fondamentale, dello Stato”. Se
che è lecito
questo è il passaggio decisivo
della sentenza – la “ratio deci- negoziare sotto
dendi” come direbbero i giuristi
– se ne ricavano implicazioni banco coi clan
davvero opinabili. D’ora in poi,
se alcuni ufficiali o funzionari di
apparati dello Stato, ispirati
dall’obiettivo pur lodevole di e-
vitare nuove attività criminali
particolarmente efferate, do-
vessero intavolare negoziati con esponenti
della criminalità organizzata, distinguendo
boss da perseguire e boss da tutelare, sareb-
bero pienamente giustificati e non punibili.
Non importa se agiscono di loro propria ini-
ziativa. Non importa se questo loro negoziato
taglia fuori tutti gli altri apparati e mette in
pericolo altri ignari servitori dello Stato (ma-
gistrati, forze di polizia, intelligence) impe-
gnati a tempo pieno in una lotta senza quar-
tiere contro la mafia. Io sono del parere che la
CRONACA l 9
mafia vada combattuta senza tregua e a ogni
livello istituzionale. Sono del parere che vada
non solo combattuta con efficaci strumenti
repressivi, ma anche contrastata con am-
piezza di strumenti preventivi: culturali, so-
ciali, economici.
Ma assecondiamo per un attimo il ragio-
namento che sembra sotteso alla sentenza
di Palermo. Siamo sicuri che, nel caso in cui
uno Stato decida di avviare una trattativa
con gruppi criminali, questa iniziativa pos-
sa essere decisa e gestita in autonomia da
singoli pezzi di apparati dello Stato, senza
neppure che ci sia (questa è la conclusione
della Corte di assise di appello di Pa-
lermo) una indicazione politica
da parte di esponenti di gover-
no che se ne assumano la re-
sponsabilità politica di
fronte ai cittadini? E, so-
prattutto, siamo sicuri che
sia legittimo che singoli ap-
parati agiscano di loro ini-
ziativa senza alcun coordina-
mento con le altre strutture in-
terne dello Stato, anzi met-
tendo a repentaglio la vita
di altri servitori dello Stato
tenuti all’oscuro?
CONSIDERIAMO quindi pie-
namente legittima la coesi-
stenza tra il comportamento
di ufficiali dello Stato che
con la mafia negoziano in
proprio (per lodevoli finali-
tà, s’intende) e la integerri-
ma condotta di magistrati,
come Falcone e Borsellino,
che con la mafia non sono ve-
nuti a patti e per questo ci
hanno rimesso la vita? Come
si concilia la pretesa che ri-
volgiamo a imprenditori e
negozianti di assumere un
atteggiamento di massimo
rigore nei confronti della
mafia, senza nessuna concessione al pizzo e
alle richieste estorsive, se poi lasciamo liberi
singoli ufficiali e funzionari dello Stato di ve-
nire a patti con i boss? Una classe politica non
distratta da giochi di potere e balletti di pol-
trone dovrebbe rispondere a queste doman-
de, che sono cruciali per la concezione che ab-
biamo dello Stato, per lottare efficacemente
contro la mafia, per garantire un’alta qualità
della nostra convivenza democratica.
GIUSEPPE CONTE
10 l PIAZZA GRANDE
NONC’ÈDICHE
DANIELE LUTTAZZI
PITTORI VEGETARIANI,
PALESTRE INACCESSIBILI
E CANI IN AUTOMOBILE
U
na volta un funzionario Rai mi disse che c’e-
rano alcuni temi tabù sui quali era proibito
fare battute in televisione. Gli chiesi quali
fossero. E lui: “Sai benissimo quali sono,
Luttazzi. Sono i cinque temi tabù sui quali non è con-
sentito fare battute in televisione”. Non ne sapevo
niente. Cominciò a contare con le dita: “Sono la re-
ligione, il capo dello Stato, gli handicap fisici, le razze
diverse e l’omosessualità”. “Grazie” gli dissi. “La pros-
sima volta che capiterò in tv, in uno show tutto mio,
in diretta, la prima battuta che dirò sarà: ‘Cristo di
un Dio!’ dice Mattarella, ‘quello zoppo di un negro è
una checca!’”. Per questo viaggio molto. Ecco alcuni
appunti dalle mie cartoline di viaggio. La trama:
mia madre mi diceva sempre che da grande sarei po-
tuto diventare chi volevo, grazie al mio talento. E
quando le chiedevo: “Per esempio?”, lei rispondeva:
“Oh, fai troppe domande, per un pappone”.
Viserba. Da piccolo, quando i miei ci portavano al
mare con la Seicento, mi piaceva sporgere la testa
fuori dal finestrino e sbatterla contro la testa dei cani
che si sporgevano dalle auto che incrociavamo. Non
mi facevo niente. Sporgevo la testa di mio fratello.
Rimini. In molti stabilimenti balneari è possibile
fare body-building. Due anni fa ho comprato uno di
quelli estensori a molle d’acciaio per potenziare pet-
torali e bicipiti. Mai aperta la scatola. Ci voleva trop-
pa forza.
Non sono in forma. Ieri sono entrato in una pa-
lestra. Mi hanno dato da compilare un modulo per
l’iscrizione. Mi è venuto il fiatone.
Mi hanno scartato. Peccato, perché era una pale-
stra bellissima. Ma molto selettiva: sono tutti così to-
nici che prima di entrarci devi fare palestra in un’altra
palestra.
Capri. Mi piace fare il galante con le belle donne.
Non bado a spese. Ieri ho rimorchiato una france-
sina. Le ho comprato i fiori, l’ho portata alla Grotta
Azzurra, le ho fatto fare un giro in aliscafo, l’ho por-
tata alla villa di Tiberio, le ho pagato pranzo e cena.
Ho speso un capitale. Stamattina mi telefona quello
della Visa MasterCard. Mi fa: “Te la sei scopata al-
meno o no?”.
Sono molto innamorato. Se quella ragazza mi la-
sciasse non saprei cosa fare. All’inizio.
Berlino. Ricordate John Kennedy a Berlino? “Ich
bin ein Berliner”. Io sono di Berlino. Commozione,
applausi. Solo che in tedesco “Io sono di Berlino” si
dice “Ich bin Berliner”. “Ein Berliner” è una ciambella
tonda. “Io sono una ciambella tonda”. Folla in delirio:
“Yuuu! È una ciambella tonda!”. Che Oswald non
sopportasse le ciambelle tonde? È un’ipotesi come
un’altra. Oliver Stone che dice?
Hitler. Un pittore vegetariano finito male. (Sboc-
concella una carota come Bugs Bunny mentre dipin-
ge un acquerello canticchiando un jingle della War-
ner Bros.) “Pa papapa pappapaaa pa papapa pap-
papaaa...” (Getta via tutto.) “Oh, al diavolo. Andiamo
a sterminare sei milioni di ebrei”.
Milano. Occorre ripristinare le regole della con-
vivenza civile. L’anno scorso ho preso la metro per an-
dare in piazza Duomo e vedo un tizio che salta la bar-
riera d’ingresso per non pagare il biglietto. Gli ho ur-
lato: “Ehi, non sa che è contro la legge non pagare il
biglietto, arcivescovo?”.
Il mondo d’oggi va così velocemente! Una volta ci
volevano anni per diventare una testa di cazzo.
(43. Continua)
Il Pd rifiuta i 5 Stelle
per i loro meriti
Il Pd non ha mai vinto una e-
lezione a livello nazionale ma
ha praticamente sempre parte-
cipato al governo fingendosi
spesso morto. Mai hanno pro-
posto qualcosa di sostanziale
per migliorare la situazione del
Paese che loro hanno contri-
buito a destabilizzare con scelte
scellerate. Il M5S, dopo il suc-
cesso alle ultime elezioni, è sta-
to mediaticamente attaccato
da tutti, in particolare dal Pd,
con l’accusa pretestuosa e ridi-
cola di “populismo”, quando è
stato l’unico partito che ha pro-
dotto leggi giuste sul fronte del
lavoro, della giustizia e della so-
lidarietà sociale. In occasione
della vicenda Draghi è stato l’u-
nico che ha posto al “Migliore”
dei punti qualificanti per l’azio-
ne di governo, a cui lo stesso
non ha dato considerazione
con motivazione di “lesa mae-
stà”, preferendo cogliere irre-
sponsabilmente l’o c ca s i on e
per scappare. Letta ha colto
l’occasione per escludere il
M5S da ogni possibile alleanza
per aver negato la fiducia a Dra-
ghi. È di ogni evidenza la de-
menziale scelta di Letta e soci,
che accettano di allearsi con
Fratoianni, che non mi risulta
abbia mai votato la fiducia a
Draghi né che condivida la fan-
tomatica “Agenda Draghi”. Con
questa decisione egli punta ad
intestarsi il “merito” di aver an-
nullato il M5S, esattamente co-
me ha tentato di fare quello che
gli aveva dato a suo tempo il
benservito, ossia Renzi. Il “pia-
no” di questi soggetti è chiaro:
evitare a Draghi la scomodità
di presentarsi alle elezioni per
evitare di fargli fare la fine di
Monti per poi richiamarlo do-
po le elezioni, in una situazione
che si prospetta molto compli-
cata su tutti i fronti. Altro che
rischio populista, qui è in gioco
la democrazia ed il futuro del
Paese. Perché il M5S è così in-
viso? Perché è l’unico che si op-
pone democraticamente alla
violenta visione liberista che ha
determinato le condizioni per
la guerra di cui l’Europa e tutti i
popoli europei, in primis quel-
lo ucraino, stanno pagando un
prezzo enorme quanto ingiu-
stificato. Tutto questo per an-
dare dietro acriticamente ed ir-
responsabilmente a Biden, che
rappresenta tutt’altro che i no-
stri valori, ma gli interessi delle
oligarchie occidentali, ben più
pericolose di quelle russe.
GIUSEPPE MONDI
La sinistra riparta
dalle politiche sociali
lo sono d’accordissimo con Let-
ta quando afferma che c’è biso-
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IL FATTO QUOTIDIANO Martedì 9 Agosto 2022
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LODICOALFATTO
Nei conflitti “Gli uomini di scienza
hanno il dovere di porsi domande”
CARO “FATTO”, caro professor Orsini, sono un
ricercatore in un istituto italiano. Mi occupo di an-
ziani, attività fisica e salute e scienze sociali. Da
anni vivo all’estero. Ho insegnato in Ucraina,
all’Università di Lutsk, la mia ex moglie è Ucraina.
Molti miei amici sono ucraini e ho ospitato alcuni
di essi durante le prime fasi della guerra.
Vorrei ringraziarla perché in questo Paese il pen-
siero critico sta morendo e lei sta facendo di tutto
per continuare a proteggerlo. Non si può essere
uomini di scienza o uomini colti senza farsi do-
mande, senza mettere in dubbio e senza verifi- Al fronte L’Ucraina in macerie
care le fonti. Purtroppo, oggi, chi si fa qualche do-
manda in più, chi cerca risposte viene conside- ropee, perché questo è ciò che viene detto loro.
rato uno stupido, un no-vax o un putiniano, quan- Molti miei amici sui social chiedono ancora la
do invece sta cercando soltanto di fare chiarezza. “no-fly zone”, confidando nel supporto che gli U-
Non capisco come si possa definire stolto uno che sa avevano promesso. Un supporto che non può
si fa domande, quando queste sono alla base del- essere solo morale e qualche arma, perché le armi
la curiosità scientifica e del progresso. Di contro, hanno bisogno di uomini, altrimenti chi le usa?
si vorrebbe far credere che la persona “intelligen- Sarebbe stato molto più corretto essere chiari pri-
te” dovrebbe fidarsi alla cieca di ciò che viene det- ma del conflitto e dichiarare la nostra impossibi-
to in tv. Volevo soltanto dirle che capisco molto lità di intervento. Forse è stato fatto, ma l’Ucraina
bene il suo discorso sull’Ucraina e non lo trovo per ha preferito nasconderlo ai suoi cittadini?! Non lo
niente putiniano, anzi, lo trovo molto filo-ucraino. so... e non penso si possa discutere in questa let-
Si cerchi di limitare i danni in modo da salvare la tera. Volevo solo darle un po’ di supporto morale
vita di quante più persone possibile, che altri- perché credo sia davvero difficile essere l’inqui-
menti sarebbero destinate alla morte, data l’im- sito di turno, soprattutto quando il suo messaggio
passibilità delle nostre forze politiche, oppure si viene deviato e poi fatto fraintendere.
agisca in maniera pratica. Ma è inutile dire “fac- Ps: questo scritto rappresenta solo la mia opinio-
ciamo qualcosa” senza poi fare nulla. A pagare le ne personale e non ha nulla a che vedere con il
conseguenze sono solo i poveri ucraini che aspet- centro per cui lavoro.
tano ancora l’arrivo delle truppe americane e eu- DANILO CONTIERO
gno di unire tutte le forze per care parte dell’autorevolezza L’eccentrico Luttazzi
battere le destre. Per la verità dell’avvocato e, ancora peggio, è forse il più lucido
Letta, nonostante il suo impe- la sua credibilità di leader forte
gno, non è riuscito a dare al Par- in un eventuale partito perso- Leggendo la rubrica “Non c’è di
tito Democratico un indirizzo nale. L’unica soluzione logica, che” di Daniele Luttazzi, mi
sostanziale di sinistra. Allora soprattutto per i fautori della viene da pensare che sia un po’
sarebbe necessario che tutta la democrazia diretta, sarebbe pazzo. Ma avendo letto anche le
componente di opposizione al- stata quella di coinvolgere la precedenti pagine del giornale
le destre dichiarasse con un base. La consultazione avrebbe sulla politica italiana e sulle e-
manifesto elettorale cosa ha in- disinnescato il delirio narcisi- lezioni di settembre, mi con-
tenzione di fare per lottare con- sta di Grillo e rasserenato le vinco che Daniele sia il più sano
tro le diseguaglianze, per dare controversie interne. Su que- di tutti.
vita ad una sanità realmente sto, Conte e i maggiorenti 5 PAOLO DECIMA
pubblica e quali provvedimenti Stelle avrebbero dovuto impor-
intende adottare per offrire ai si. Ora, l’innata e ammirevole
cittadini un welfare decente. attitudine del leader del Movi-
PASQUALE MIRANTE mento a ricercare in ogni occa-
sione il compromesso più utile,
Grillo e Conte al timone non gli faccia sottovalutare
questo delicatissimo passag-
sono inconciliabili gio. Si tratta di chiarire agli e-
Giuseppe Conte è uno tra i po- lettori del Movimento 5 Stelle
litici più degni e capaci dai tem- che tipo di forza politica avran-
pi di Enrico Berlinguer, mentre no di fronte: la “sua” oppure
il “garante” Beppe Grillo, gio- quella di un Grillo ormai sna-
cando sporco nell’imporre il li- turato. Il carro non può essere
mite dei due mandati, gli ha trainato da due buoi sinistri.
piantato l’ennesimo coltello al- Grillo e Conte sono due entità LEGGI, GUARDA, ASCOLTA,
la schiena. Una forzatura a diverse, alla lunga inconciliabi- ESPLORA. Inquadra il Codice QR e
marcare il territorio da capo li. E, fra esse, potrebbero pas- accedi a FQEXTRA, la versione digi-
branco. L’egocentrica minzio- sare molti voti. tale del nostro quotidiano
ne del comico rischia di intac- GIOVANNI MARINI
Cinzia Monteverdi Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130;
(Presidente e amministratore delegato) Litosud, 20060 Milano, Pessano con Bornago, via Aldo Moro n° 4;
Antonio Padellaro (Consigliere) Centro Stampa Unione Sarda S. p. A., 09034 Elmas (Ca), via Omodeo;
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IL FATTO QUOTIDIANO Martedì 9 Agosto 2022 PIAZZA GRANDE l 11

IDENTIKIT
CALENDA RESTA IL MIGLIOR ANDREA SCANZI

ALLEATO (MA DEL SUO EGO)

Bonelli e i Verdi in tv:

I carisma da pigiama
l mito dei competenti gene- DANIELA RANIERI ria di Calenda: ex di Confindu-
ra mostri. Le bizze egolatri- stria, Ferrari, Sky, Montezemolo,
che di certi personaggi Monti, viceministro di Letta e

spacciati per anni come
persone preparate e meri-
tevoli dal sistema che li ac-
cudisce hanno il merito di svelare
dialetticamente la malattia della
ha finito per crederci anche lui, di
poter portare alla coalizione un
buon 15%; quando i sondaggi in-
terni gli hanno presentato un mi-
sero 6%, dopato pure dalla so-
su Twitter (qualche migliaio di
orfani renziani e berlusconiani,
liberisti, darwinisti sociali) si è
placidamente rimangiato.
“Se il Paese mi seguirà, bene;
e battipanni vecchio
Renzi, poi da questo fatto Rap-
presentante permanente presso
la Ue (230 diplomatici scrissero a
Renzi: “Non ci s’improvvisa am-
basciatori”), dunque ministro;

nostra democrazia.
Stiamo parlando di quel bluff
per cui Calenda sarebbe un poli-
tico-manager serio e affidabile,
fautore – da ministro dello Svi-
luppo economico – del roboante
Piano Industria 4.0 (Romano
Prodi, demolendolo: “Non si può
parlare di rivoluzione industriale
4.0 quando serve la 1.0”), uno che
premiava le eccellenze (ricordia-
mo il “Programma Capitale U-
m a no ”, adorato dai giornali
dell’establishment e inserito in
legge di bilancio, per cui il gover-
no Renzi avrebbe scelto 4-5 uni-
versità da finanziare robusta-
mente e trasformare in “centri
d’eccellenza”, anzi “competence
center”, e scovato nei licei 500 ge-
ni, o “plusdotati” o “gif-
ted”, che lo Stato avreb-
be adottato per farli di-
ventare piccoli calendi-
ni). Cosa ha fatto, o an-
che solo detto, Calenda
per il bene comune in
questi anni? La risposta
essendo “niente”, Letta
si è fiondato su questo
pompatissimo fenome-
no mediatico, che con la
sua quota di liberalità
“centrista e riformista”
avrebbe fatto media e
portato la socialdemo-
crazia nel Pd, per non la-
sciare il Paese alla Melo-
ni. I giornali lo hanno
talmente gonfiato che
vraesposizione, ha fatto marcia
indietro. Ha, semplicemente, ro-
sicato. Tra tutti i politici poco seri
d’Italia, Calenda è stato quello
che ha fatto più richiami alla ac-
countability, la responsabilità
che fa capo a un funzionario pub-
blico di saper gestire le risorse e di
darne conto alla collettività. E
Letta, contro-drogato dall’ipote-
si che una fetta di italiani si fosse
fatta abbindolare dalla narrazio-
ne di un Calenda riserva dei
Competenti, si è fidato della sua
parola. Parola che Calenda, au-
to-proclamatosi affidabile (il suo
slogan da candidato sindaco:
“Roma, sul serio”), dopo aver let-
to le critiche all’alleanza con Bo-
nelli e Fratoianni della sua “base”
se il Paese non mi seguirà vorrà
dire che ho sbagliato e ne trarrò le
conseguenze”, ha detto patetica-
mente dalla Annunziata. Il Pae-
se, nientemeno; non qualche
condominio tra via Cassia bis e
Vigna Clara, più qualche pa-
droncino del nord ancora sedot-
to dal mito del “merito”, l’impo-
stura capitale della “cultura” ber-
lusconiana, renziana e calendia-
na. Per inciso: almeno Renzi ha
fatto il sindaco (male, bucando le
pareti di Palazzo Vecchio per tro-
vare un fantomatico Leonardo
sotto un vero Vasari e richiamare
i turisti americani che vanno paz-
zi per queste bufale), e fidatevi: se
arriviamo a dire di qualcuno che
piuttosto è meglio Renzi, vuol di-
re che quello sta messo
davvero malissimo.
“Mi pare che l’unico
alleato possibile per
Calenda sia Calenda”,
ha twittato Enrico
Letta; una battuta sa-
gace su uno che fino a
un minuto prima vole-
va come alleato al
punto da regalargli il
30% dei seggi (in ef-
fetti Calenda su Twit-
ter ha il 30%). Poi al
Tg1 ha detto: “Calenda
non ha onorato la pa-
rola data, è un fatto
grave”. Ma va’? Strano,
finora era sempre sta-
to di parola. Breve sto-
prende la tessera del Pd, si fa e-
leggere al Parlamento europeo
coi voti del Pd ma con un simbolo
proprio (“Siamo europei”); pochi
mesi dopo, alla formazione del
Conte 2, lascia il Pd, cambia no-
me al suo partito (“Azione”) re-
stando europarlamentare del
Pd, spalleggia Renzi alle regio-
nali per togliere voti al Pd, si can-
dida a fare il sindaco di Roma
pretendendo i voti del Pd, arriva
terzo, imbarca Carfagna e Gel-
mini, delira di “Agenda Draghi”
all’insaputa dello stesso; tanta
coerenza andava premiata: Letta
gli apre le porte, e Calenda firma
l’accordo che prevede alleanze
coi Verdi, lui che è sviluppista e
nuclearista. Il resto è noto.
Chissà cosa farà adesso questo
fortunello, questo cazzaro per
sua stessa dichiarazione (“Ho so-
stenuto per 30 anni le cazzate dei
neoliberisti”); forse andrà con
Renzi, del quale disse: “Renzi è i-
naccettabile sul piano etico” e
“Mi vergogno di aver lavorato
con lui”: ottime basi per un ac-
cordo tra inattendibili. A sera,
questo incubatore ambulante di
miti tossici – Merito, Centro, Se-
rietà – cita il motto del Gladiato-
re: “Forza e onore”, roba da sbot-
targli a ridere in faccia o chiama-
re la neuro; ma almeno adesso è
chiaro chi è Calenda, con le sue
paturnie e le sue bizze da ricco:
l’ultimo chiodo sulla bara del co-
siddetto centrosinistra.
È
la domanda che da giorni si fanno tutti al bar:
“Ma chi è ‘sto Bonelli?”. Non parlano né di
Gian Luigi e neanche di Sergio, geni inegua-
gliati del fumetto italiano, ma del più anoni-
mo Angelo. Gli ultimi giorni sono stati caratterizzati
dall’onnipresenza dei rossoverdi, ovvero Nicola Fra-
toianni e appunto Bonelli. Il primo è noto più o meno
a tutti. Il secondo, no. Non è detto che sia un male e
non è detto che sia colpa di Bonelli. Magari essere
poco famosi è segno di serietà, e certo è così se pen-
sate che uno come Calenda lo conoscono tutti. E ma-
gari siamo noi a essere distratti, e per questo non ab-
biamo mai prestato attenzione a questo fresco fresco
sessantenne romano.
IN EFFETTI QUALCOSA non funziona, se è vero che
nell’era (anche mediatica) di Greta Thunberg e dei
Verdi che in Germania e nel Nord Europa hanno per-
centuali molto importanti, da noi gli ecologisti se la
giocano sempre per l’ultimo po-
sto coi partiti degli Adinolfi e
Di Maio. Forse siamo noi a
essere inquinatori nell’a-
nimo e forse sono i poli-
tici verdi nostrani ad a-
vere una capacità tutta
loro nel coltivare il cari-
sma dei battipanni. E qui
torniamo al nostro Bonelli.
Chi è e perché ce l’ha tanto
con se stesso al punto da sembra-
re affezionato a questa vita da
leaderino di nicchia? INVISIBILI
Le rare volte in cui va in tivù, di
solito al mattino e quasi di nasco- IL LEADER
sto, buca lo schermo meno di Ta- ECOLOGISTA FA
bacci in pigiama. Ogni volta che
parla, e dice pure cose giuste, i
POLITICA DA PIÙ
presenti lo guardano come si DI TRENT’ANNI,
guarda una mascotte marginale. MA NESSUNO
Sembra proprio che sia obbliga-
torio non prenderlo sul serio. E LO SA: PERCHÉ?

NUOVOATLANTE
non aiuta quel suo eterno cipi-
glio funereo, che lo rende pros-
simo al grigissimo e incazzosissimo fantasma della
metropolitana di Ghost, interpretato dal compianto
ALESSANDRO ORSINI Vincent Schiavelli.
Voi direte: perché ce l’hai con Bonelli? Non ce l’ho
per niente con lui. Anzi. Lui e (più che altro) Fra-

Da Draghi a Biden Così si manipola toianni potrebbero pure avere il mio voto. Se la gio-
cano con Articolo 1 e 5 Stelle: il mio triello è quello lì.
Non ho nulla contro Bonelli. Ma qualcosa in lui po-

l’opinione pubblica durante le guerre liticamente non funziona, perché queste percentuali
stitiche non possono essere figlie solo dell’ignoranza
elettorale altrui. Bonelli fa politica da più di trent’an-
ni e lo conoscono quasi solo i parenti: perché? Ha

Q
uando scoppia una guerra, i me-
dia che sostengono i governi
coinvolti nell’impresa bellica ri-
corrono a due strategie princi-
pali per manipolare l’opinione
pubblica. La prima consiste nel
caricare d’importanza una serie di fatti seconda-
ri. In breve, i media filo-governativi prendono un
fatto che non conta niente e lo trasformano
nell’evento dell’anno. Si prenda il caso della te-
lefonata di Draghi a Putin del 26 maggio. I media
filo-governativi hanno fatto apparire quella te-
lefonata come un evento importantissimo, ma
non era affatto tale. Qual era il fatto importante
da far passare in secondo piano? La risposta è
semplice: la decisione di Biden, annunciata il 10
maggio, di stanziare 40 miliardi di dollari per so-
stenere la guerra in Ucraina: una cifra spaven-
tosa che, sommata a quella precedente, ha por-
tato il totale degli aiuti americani a 54 miliardi.
Un altro esempio di manipolazione dell’opi-
nione pubblica è la dichiarazione di Draghi di vo-
lere la pace in Ucraina. Ecco la manipolazione:
da una parte, Draghi appoggia incondizionata-
mente la linea di Biden finalizzata a sirianizzare
la guerra; dall’altra, dichiara di volere immedia-
tamente la pace, ma le due cose sono incompa-
tibili. Questo punto è di fondamentale impor-
tanza e dev’essere chiarito. Stanziare 54 miliardi
di dollari per la guerra in Ucraina significa pro-
frequentato la Federazione dei Verdi sin dal 1990. Si
grammare una guerra perlomeno decennale. I Solleviamo la domanda decisiva: perché i me- è candidato alle Europee sin dal 2004 (senza mai ve-
54 miliardi non vengono donati in un solo gior- dia filo-governativi negano che l’espansione del- nire eletto). È stato deputato dal 2006 al 2008, all’in-
no; vengono inviati un po’ alla volta. Ai ritmi at- la Nato abbia avuto un peso nella guerra? La ri- terno della coalizione prodiana dell’Unione. Quan-
tuali, gli Stati Uniti impiegheranno più di dieci sposta è semplice: perché esiste la possibilità che do il Prodi II cadde seguì Bertinotti e gli altri duro-
anni prima di esaurire quel fondo colossale. Bi- nasca un movimento giovanile contro l’espan- puristi oltranzisti nell’armata Brancaleone della Si-
den vuole la guerra e non la pace. Il suo obiettivo sione della Nato, un po’ come accadde con la nistra Arcobaleno. Fu un bagno di sangue, uno dei
dichiarato è il collasso della Russia attraverso il guerra del Vietnam. L’Italia non può escludere tanti per Bonelli. Una delle sue imprese (autentiche)
suo dissanguamento in Ucraina. un simile scenario, soprattutto in caso fu quella di arrivare terzo nella corsa a sindaco per
Un altro esempio di manipolazio- di escalation nucleare. Tutto questo Taranto nel 2012. Più volte minacciato dalla cloaca
ne è la storia del finto piano di pace FAKE NEWS conduce alla seconda strategia per fascista, Bonelli ha sempre difeso l’indipendenza dei
Verdi, anche quando in molti volevano che questi
cui i media filo-governativi hanno at- DUE I METODI:
dell’Italia, annunciato il 19 maggio, manipolare l’opinione pubblica che
consiste nel nascondere le cause reali confluissero nel 2009 in Sinistra e Libertà di Ven-
tribuito un’importanza enorme. Che DARE della guerra sotto un fiume di parole dola. Bonelli è da un anno co-portavoce di Europa
cos’è accaduto? Draghi aveva il pro-
blema di nascondere all’opinione
IMPORTANZA come “libertà” e “democrazia”. Molti
giovani hanno capito che Biden non
Verde con Eleonora Evi. Odia i 5 Stelle di un odio
pressoché assoluto, e quando Fratoianni ha ipotiz-
pubblica l’invio di una serie di spa- A NOTIZIE FUTILI combatte in Ucraina per la democra- zato un’alleanza con Conte ci mancava solo che in-
ventose macchine di morte, come gli E PARLARE zia, altrimenti lavorerebbe per rove- vadesse la Polonia dalla rabbia. Anche nel 2018, pur
obici FH-70. Con l’aiuto dei media fi- sciare i regnanti dell’Arabia Saudita, a di fermare i grillini, si ridusse al ruolo di vassallo i-
lo-governativi, il governo Draghi ha DI (FINTA) PACE cui ha appena stretto la mano. Nem- nutile di Renzi in un’alleanza sgangherata chiamata
spostato l’attenzione sul suo finto meno Draghi lotta in Ucraina per la li- “Insieme”, dentro la quale c’era ogni cosa (socialisti,
piano di pace, respinto dagli ucraini e bertà, altrimenti non stringerebbe ulivisti, nenciniani, orfani di Pisapia) tranne che gli
ridicolizzato dai russi. Vedendo il piano di pace, accordi con le dittature in Algeria, Angola e Mo- elettori.
ma non le armi, molti italiani hanno pensato che zambico. La Nato lotta in Ucraina per sé stessa. Ora che per qualche giorno Bonelli è diventato fa-
Draghi fosse un uomo di pace. Eppure Draghi Ma l’espansione della Nato a est vale la vita di mi- moso, benché a rimorchio di Fratoianni (e di Calen-
non ha mai fatto niente per la pace perché la linea gliaia di persone? Questa è la domanda che i par- da), c’è da chiedersi se i Verdi usciranno dalla nicchia.
di Biden prevede la guerra. A esser chiari si fa pri- titi evitano in questa campagna elettorale. Chi Glielo auguriamo, ma qualche dubbio permane.
ma: se Draghi vuole la pace, deve lasciare Biden; scrive vuole aiutare l’Ucraina come tutti gli ita-
se vuole Biden, deve lasciare la pace. Mentre scri- liani. Attenzione: una cosa è aiutare l’Ucraina;
viamo, Biden annuncia l’invio di armi per un mi- altro è sirianizzare quella guerra ovvero condan-
liardo di dollari. nare gli ucraini a un massacro permanente.
12 l ZOOM IL FATTO QUOTIDIANO Martedì 9 Agosto 2022

\/ \/
L’EMBARGO UE FA ACQUA
INCHIESTA SUI VIADOTTI
Aspi, “Castellucci
e i suoi provarono
a truffare lo Stato”

D
opo la frode anche la
tentata truffa. È l’ultima
accusa della Procura a-
“DANNO INCALCOLABILE” gli ex manager di Aspi, e in par-
ticolare all’ex amministratore
Rogo nel Savonese: delegato Giovanni Castellucci
e ad alcuni tra i suoi più stretti
400 ettari di bosco collaboratori. La contestazione
riguarda le barriere fonoassor-
ridotti in cenere benti: non solo furono montate
pur sapendole difettose (“sono
attaccate con il Vinavil”, dice u-
no degli indagati); ma Aspi

L
e fiamme non si sono fer-
mate. Alimentate dal for-
te vento di Maestrale, l’in-
cendio che da sabato sta di-
struggendo i boschi di Arnasco
e Villanova d’Albenga (Savona)
ha continuato ad avanzare e la
situazione è diventata critica
nella zona intorno all’aeropor-
to di Villanova, che è stato chiu-
tentò di far passare quegli in-
terventi per migliorie della rete
e di farseli rimborsare dallo
Stato. È quanto emerge dall’in-
chiesta bis nata dal crollo del
Ponte Morandi, che riguarda le
falsificazioni sistematiche dei
report sulla sicurezza di viadot-
ti e gallerie, e vede in tutto 56 in-

Mosca, riparte l’export di petrolio via mare so. La situazione è problemati-

ca lungo la strada provinciale
453, a Marina Verde e soprat-

L’Italia svetta nonostante l’embargo della Ue tutto a Borgo Verde e in località

Coasco dove alcune abitazione
sono state incendiate.
Oltre 100 vigili del fuoco

L’
embargo europeo all’import di petrolio russo via
mare, le cui sanzioni scatteranno a dicembre, a
quattro mesi dall’entrata in vigore fa acqua da tutte
le parti. Nonostante le misure contro Mosca decise dalla
Commissione di Bruxelles come ritorsione per l’invasione
dell’Ucraina, scattata il 24 febbraio, i grandi acquirenti di
greggio dell’Europa meridionale, Italia in testa, secondo
Bloomberg “stanno tranquillamente tornando sul merca-
to russo”. L’agenzia finanziaria ha aggiornato con i dati al
5 agosto scorso il monitoraggio settimanale del traffico
petrolifero russo via petroliera: le vendite all’estero via
nave nella settimana sono scivolate a 3,46 milioni di barili
al giorno dai 3,51 milioni della settimana precedente, che
in base agli ultimi prezzi medi noti (78,4 dollari al barile
per il petrolio degli Urali) hanno consentito a Mosca di
incassare dall’export marittimo poco meno di 1,9 miliardi
di dollari (1,86 miliardi di euro) nei giorni analizzati.
Secondo Bloomberg, le rotte marittime del greggio di
Mosca stanno cambiando: dal nord Europa ora stanno
privilegiando i porti del Mediterraneo, dove hanno toc-
cato i massimi da metà giugno. Le consegne di petrolio dai
terminali d’esportazione nel Baltico e nel Mar Nero alle
raffinerie in Italia sono ai massimi da sette settimane, (tutte le squadre del Comando
mentre quelle verso la Turchia sono le maggiori delle ul- di Savona, supportate da 38 u-
time sei settimane. Nei giorni scorsi, la Spagna ha ricevuto nità giunte dalle sedi di Geno-
il suo primo carico di greggio degli Urali da aprile, con una va, Piacenza, Torino, Cuneo e
spedizione dalla KazTransOil del Kazakistan consegnata Bergamo) con 70 volontari so-
a Bilbao, e la Grecia ha visto il primo carico da febbraio di no al lavoro da oltre 36 ore. “So- dagati. È stata fissata al 20 ot-
greggio degli Urali arrivare via Baltico. no andati bruciati 400 ettari di tobre l’udienza stralcio in cui
Questi dati testimoniano la fatica dei Paesi dell’Europa bosco, il doppio del territorio verranno selezionate le inter-
meridionale (ma non solo) a liberarsi dalla dipendenza andato a fuoco in Liguria cettazioni fondamentali. Dalle
dal petrolio di Mosca. Per l’Italia la situazione è compli- nell’arco di tutto l’anno - ha det- indagini emerge anche che pri-
cata dalla presenza dell’Isab, la raffineria controllata dalla to il presidente della Regione ma del crollo della galleria Ber-
russa Lukoil attraverso la società svizzera Litasco, che dà Giovanni Toti facendo il punto tè, sulla A26, il 30 dicembre del
lavoro a un migliaio di dipendenti e a un indotto di circa della situazione con l’assessore 2019, la Commissione perma-
8mila persone nel petrolchimico di Priolo Gargallo (Si- alla Protezione Civile Giacomo nente per le gallerie (organo del
racusa). Ma non basta: a causa delle triangolazioni attra- Giampedrone -. Un danno in- Mit passato sotto Ansfisa) ave-
verso intermediari di Paesi terzi (tra i quali anche l’Arabia calcolabile al patrimonio verde va imposto la chiusura dei tun-
Saudita) diventa sempre più difficile identificare alcuni di della nostra regione”. La procu- nel a rischio, una prescrizione
questi carichi come russi, anche se provengono da porti ra di Savona ha aperto un fasci- ignorata da Aspi fino al 2020.
russi. Un anticipo delle difficoltà con le quali da dicembre colo per incendio colposo. MARCO GRASSO
la Ue dovrà misurarsi per rendere effettive le sanzioni
contro l’import via mare di greggio russo.
N.B.
IL FATTO QUOTIDIANO Martedì 9 Agosto 2022
EX GUARDIA GIURATA
\/
IL PARTITO HA DECISO
Legami con Mosca,
“Schröder può
restare nell’Spd”
L’
ex cancelliere tedesco
Gerhard Schröder è so-
pravvissuto, un’altra vol-
ta. Non verrà cacciato dall’Spd,
anzi potrà chiedere il rimborso
delle spese. Diciassette sezioni
locali del partito socialdemo-
cratico avevano chiesto l’espul-
sione dell’ex cancelliere per la
sua stretta amicizia con Vladi-
mir Putin e per la sua posizione
rispetto alla guerra in Ucraina.
“Non è colpevole di aver violato
alcuna regola del partito”, ha
sancito il comitato di Hanno-
ver che aveva in carico il proce-
dimento. Dopo aver lasciato la
cancelleria, 16 anni fa, Schrö-
der è diventato l’uomo del gas
russo in Germania. Grazie agli
ottimi rapporti con il Cremlino
ha ottenuto poltrone da oltre
un milione di euro nei consigli
di amministrazione di Nord
Stream e Rosneft, due dei gi-
ganti moscoviti della distribu-
zione energetica. Dall’inizio
dell’invasione russa, Schröder
non ha mai preso le distanze
dall’operato di Putin, anzi è l’u-
nico politico occidentale ad a-
ver incontrato due volte il pre-
sidente russo.
L’ultima riunione due setti-
mane fa. Dopo quell’incontro
con Putin, l’ex cancelliere tede-
sco ha rilasciato un’intervista al
settimanale Sternin cui detta le
tre condizioni di Mosca per un
negoziato con Kiev: riconosci-
mento della Crimea come par-
te della Russia, Ucraina neu-
trale e fuori dalla Nato, Don-
bass autonomo. Schröder è si-
curamente in una posizione
minoritaria all’interno
dell’Spd, ma nel partito c’è an-
cora una componente che rico-
nosce in Mosca un partner sto-
rico e fondamentale per il be-
nessere economico tedesco.
COSIMO CARIDI
\/
UCCISE 2 AGENTI A TRIESTE
Non si trova la Rems,
Meran resta in carcere
NON È ANCORA stato trovato un
q posto in una Rems per Alejandro
Augusto Stephan Meran, accusato di aver
ucciso gli agenti di polizia Matteo Deme-
nego e Pierluigi Rotta in una sparatoria in
Questura a Trieste il 4 ottobre 2019. A 3
mesi dalla sentenza con cui la Corte d’As-
sise di Trieste lo ha ritenuto non imputabile
e quindi assolto con applicazione del rico-
vero in una Residenza per l’esecuzione del-
le misure di sicurezza per almeno 30 anni,
l’uomo è ancora detenuto nel carcere di
Verona Montorio. Una detenzione “illegit-
tima” per il Procuratore di Trieste, Antonio
De Nicolo, che tuttavia ha scritto al peni-
tenziario chiedendo che “la scarcerazione
avvenga solo in concomitanza con il tra-
sferimento di Meran in una Rems”.
Venezia, accoltella l’ex moglie
poi si uccide con una balestra
HA RAGGIUNTO la moglie, Rosa Silletti, 51
anni, sul posto di lavoro e ha provato a ucci-
derla con un coltello. Poi Michele Beato, ex
guardia giurata di 56 anni, è tornato nella pro-
pria abitazione, a Torre di Mosto (Venezia), è
“BREAKING DAWN”
Striscia di Gaza, la tregua per ora regge
Israele fiacca la Jihad e la isola da Hamas
S
embra reggere, almeno per ora, la tregua raggiunta
domenica sera fra la Jihad islamica di Gaza e il go-
verno israeliano che ha fermato Breaking Dawn,
l’attacco scatenato venerdì scorso. Un raid definito dal go-
verno “preventivo”, avviato per evitare la prevista pioggia
di razzi islamisti su Israele dopo l’arresto, il 2 agosto scor-
so, del leader della Jihad Bassam al-Saadi durante una o-
perazione nei territori occupati della West Bank in cui era
stato ucciso anche il 17 enne palestinese Dirar al-Kafrini.
Per IDF, una operazione accurata e basata su informazio-
ni di intelligence mirate a colpire solo militanti della
Jihad. Praticamente impossibile, in un’area sovrappopo-
lata e senza vie di fuga come Gaza. Uccisi due leader di
spicco della Jihad, i comandanti Taysir al-Jabari and
Khaled Mansour: ma secondo fonti palestinesi circa la
metà delle 45 vittime sarebbero civili, fra cui 15 bambini,
mentre sono oltre 360 i feriti. L’IDF sostiene che alcuni
siano stati colpiti da razzi islamici esplosi nella Striscia di
Gaza, circa 200 degli oltre 1100 lanciati verso Israele, il
96% dei quali sarebbero stati intercettati e neutralizzati
dal sistema di difesa dello stato ebraico. Molto più leggero
il bilancio da parte israeliana: 34 feriti da schegge di mis-
\/
BRASILE, UN COLPO IN TESTA
Ucciso Leandro Lo,
8 volte iridato di lotta
UNCOLPO alla testa. È stato ucciso
q così, al culmine di una lite in un bar a
San Paolo, in Brasile, Leandro Lo, 8 volte
campione del mondo di jiu jitsu brasiliano.
Secondo le ricostruzioni dei media locali,
Lo era riuscito a bloccare a terra l’aggres-
sore, che si era avvicinato al tavolo al quale
l’atleta era seduto con alcuni amici, minac-
ciandoli con una bottiglia. Gli amici li han-
no poi aiutati a rialzarsi e hanno invitato
l'aggressore a calmarsi e ad andarsene. “In
quel momento, l'uomo si è girato, ha tirato
fuori una pistola e ha sparato a Leandro in
testa”, ha raccontato l’avvocato. Il campio-
ne è stato portato d’urgenza in ospedale,
ma è stato dichiarato cerebralmente mor-
to. Il killer sarebbe Henrique Otavio Olivei-
ra Velozo, 30 anni, agente fuori servizio.
entrato nel garage e si è tolto la vita con una
balestra. La donna, soccorsa dal Suem, è sot-
to osservazione all’ospedale. Si terrà, intanto,
oggi a Ivrea l’interrogatorio di garanzia per la
convalida dell’arresto di Giovenale Aragno, il
pensionato di 73 anni di Venaria Reale (To-
rino), che domenica ha ucciso la moglie, Sil-
vana Arena, a bastonate sul capo.
sili, di cui 31 in modo lieve. Il cessate il fuoco è stato rag-
giunto grazie alla mediazione di Egitto, Quatar e delle Na-
zioni Unite. Come riporta Al Jazeerail segretario generale
della Jihad Islamica, Ziad al-Nakhala, ha dichiarato che
uno dei punti cruciali dell’accordo è la garanzia egiziana
del rilascio di due leader del gruppo, Khalil Awawda e lo
stesso Bassem al-Saadi, detenuti da Israele. Che però su
questo non ha rilasciato commenti ufficiali. Per Israele si
tratta di una vittoria tattica e politica. Non solo ha elimi-
nato alcune dei capi jihadisti fra i suoi obiettivi, indebo-
lendo la Jihad a Gaza. Ma secondo Al Jazeera avrebbe an-
che ottenuto lo scopo di allontanare la Jihad e Hamas, il
gruppo che controlla Gaza. La preoccupazione era che se
Breaking Dawn si fosse protratta Hamas sarebbe inter-
venuta: il cessate il fuoco lo ha evitato. Ieri a Gaza hanno
riaperto scuole, negozi e università, mentre le autorità
hanno iniziato la valutazione dei danni materiali e la po-
polazione piange le vittime. L’inviato delle Nazioni Unite
per il Medio Oriente Tor Wennesland ha lanciato un ap-
pello su Twitter alle parti in gioco perché rispettino il ces-
sate il fuoco: “La situazione è ancora molto precaria”.
S.P.
\/
PRATO, IL CASO DI UN 31ENNE
Dimesso dall’ospedale,
muore: aperta indagine
PRIMA IL MALORE, poi le visite, le
q dimissioni, quindi la morte. La Pro-
cura di Prato ha posto sotto sequestro la
salma e disporrà l’autopsia di Jonathan
Gaddo Giusti, 31 anni, sul cui caso il pro-
curatore capo Giuseppe Nicolosi ha aper-
to un fascicolo d’indagine con l’ipotesi di
omicidio colposo. Al momento l'accusa è
contro ignoti. Il 31enne si era sentito male e
il 4 agosto si è recato al Pronto Soccorso
dell’ospedale Santo Stefano di Prato. Dopo
una serie di esami è stato dimesso perché
i medici non hanno ravvisato la necessità di
ricoverarlo. Il 6 agosto, subito dopo pran-
zo, si è sentito male di nuovo, ma i soccorsi
- prima quelli della fidanzata, infermiera, e
poi quelli del 118 - si sono rivelati inutili:
l’uomo è morto nella propria abitazione.
ZOOM l 13
l
LA PREFAZIONE
“SE QUESTO
È UN PAESE”:
CANNATÀ
E IL SUO ‘FATTO’
» Antonio Padellaro
D
iciamo, innanzitutto, che
Angelo Cannatà è un amico
del Fatto. (...) Lavoro nei
giornali, e per i giornali, da più di
mezzo secolo e, come direttore, ho
trattato con ogni genere di firme.
Gli spocchiosi. I supponenti. I pi-
gri. Gli assenti. Umanamente ho
avuto i miei problemi. Raramente
però mi era capitato di rispondere
a lettere, a proposte, a suggerimen-
ti, di intrattenere rapporti con i
collaboratori più illustri capaci di
unire, così naturalmente, il garbo
alla discre-
zione. (...) Di-
ciamo poi che ILLIBRO
Angelo Can-
natà insegna
storia e filo-
sofia ai ra-
gazzi del li-
ceo. In Italia,
ogni discorso
pubblico sul-
la scuola - o-
gni cronaca,
o g n i c o m- » Se questo
mento - sem- è un Paese
bra la super- Angelo Cannatà
ficie della lu- Pagine: 296
na. Un terri- Prezzo: 26 e
torio piatto, Editore:
u n i f o r m e , Mimesis
friabile, scon-
t a t o , a p p a-
rentemente privo di vita. In realtà,
esiste l’altra faccia della luna che
tuttavia chi parla di scuola quasi
mai si è disturbato a visitare, a
comprendere sul serio. Se lo aves-
sero fatto più spesso questi esplo-
ratori del luogo comune avrebbero
scoperto un territorio affascinante
(ma non privo di insidie). Una ve-
getazione rigogliosa (ma da trat-
tare con rispetto). Popolato da una
varietà di specie quasi tutte origi-
nali e misteriose come sanno esser-
lo gli adolescenti quando si aprono
al mondo. Una realtà che l’autore
di Se questo è un Paese conosce e ci
racconta in presa diretta. (...) Di-
ciamo poi che Angelo Cannatà è
tra i più attenti conoscitori di Eu-
genio Scalfari (di alcuni libri ne è
stato il curatore). (... )Confesso che
da frequentatore della materia ho
trovato quelle sul “fondatore di Re-
pubblica” le pagine più originali e
(se mi si passa il termine) più sfi-
ziose di Cannatà. (...)
Di testimonianze dure, sincere e
anche sofferte sull’Italia contem-
poranea Se questo è un Paese ne
raccoglie quante ne promette “lo
sguardo” circolare dell'autore. (...)
Cento spunti di (amara) riflessio-
ne e di speranza.
14 l ESTERI
MOZART CONTRO WAGNER
Ex marines in Donbass
» Michela A.G. Iaccarino
S
“IL DIRETTORE e Mosca ha i Wagner,
D’ORCHESTRA” Kiev adesso ha i Mo-
DEI MILITARI zart. La formazione di
ANDY MILBURN ha militari veterani ame-
fondato la compagnia ricani che sta addestrando i
dopo aver prestato soldati ucraini in Donbass ha
servizio per 31 anni deciso di chiamarsi come il
nel corpo dei Marines compositore austriaco in con-
Usa. Il suo gruppo trapposizione ai paramilitari
si chiama Mozart, russi che si sono battezzati in
in contrasto ai Wagner. onore di quello tedesco. Con-
Il nome della compagnia tro i mercenari dello “chef di
di mercenari Putin”, Evgeny Prigozin, che
del Cremlino lo ha scelto vengono inviati dal Mali
il comandante Dmitry all ’Ucraina per vincere le
Utkin, ex tenente guerre fantasma del Cremli-
colonnello della Gru, no, si sono radunati i Mozart.
servizi segreti russi, È un nome che sta tra la
dalle simpatie naziste. sfida e la beffa, un invi-
to a duello e uno sfregio
burlesco ai russi. All’i-
nizio ne dubitava perfi-
no Andy Milburn, vete-
rano delle guerre a stel-
le e strisce e fondatore
del gruppo, ma poi si è
ricreduto, quando è di-
ventato virale “co m e
un marchio”. Dopo 31
anni in servizio nel cor-
po dei Marines, l’ex vi-
cecomandante delle o-
perazioni speciali Usa
in Medio Oriente contro l’Isis,
ha scritto un libro di memo-
rie: Quando si raduna la tem-
pesta. Poi ha tenuto lezioni
nelle università militari ame-
ricane e al Modern War Insti-
tute. Infine ha deciso di torna-
re sul campo di battaglia.
O RC H EST R E armate. Senza
sinfonie, solo granate stor-
denti. Non note, ma esplosio-
ni e brillare di ordigni letali. I
Mozart non sono combatten-
ti, ma “moltiplicatori di com-
battenti”: la linea è stata trac-
ciata molto chiaramente dagli
organizzatori per chi vuole u-
nirsi al gruppo di istruttori in-
ternazionali. A oggi, il nume-
ro oscillerebbe tra i 20 e i 30
addestratori, che possono
aiutare gli altri a imbracciare
il fucile, ma non premere il
grilletto in combattimento
contro le truppe di Mosca. I
Mozart in nessun modo pos-
sono diventare “parte attiva”
del conflitto, ma solo gestire le
retrovie, istruire nei campi di
formazione come si pilotano i
droni, ma pure come si pian-
tano i bisturi, fornire aiuti u-
manitari ai civili o aiutare le
truppe gialloblu nelle evacua-
Sinfonie armate Gli istruttori Usa
addestrano i soldati di Kiev, loro
però non possono combattere.
Il corso dura pochi giorni,
ma richiederebbe settimane
zioni. “Chi vuole combattere
non può fare parte del grup-
po” ha più volte spiegato Mil-
burn ai suoi commilitoni in
arrivo non solo dagli Stati U-
niti, ma anche da Gran Breta-
gna, Irlanda e altre nazioni.
Sul campo si è a corto di scor-
te, ma soprattutto di tradutto-
ri. Ufficialmente, i Mozart co-
stituiscono una compagnia di
sicurezza privata: la forma-
zione è nata quando i blindati
russi avevano raggiunto le pe-
riferie della Capitale. Gli ame-
ricani raggruppavano i volon-
tari della difesa di Kiev, ma poi
si sono spostati verso est. Og-
gi, al giorno 166 della guerra,
gli ucraini - forse come i russi
dall’altro lato della barricata
poco raccontata - trasudano
dubbi, affanno e paura dell’o-
blio. Più il conflitto va avanti,
più diventano profonde le
trincee e nette le differenze col
nemico che avanza verso est e
verso sud.
NELLO SPECCHIO rotto dell’in-
formazione non occupano più
le prime pagine dei giornali
nell’emisfero occidentale, ma
per nessun motivo si possono
lasciare scoperte le postazioni
dove sono necessari ricambi e
turnazioni di uomini. Al fron-
te spesso soldati iper-specia-
lizzati, addestrati all’es tero
all’uso dei sistemi d’arma mo-
derni, vengono sostituiti da
neofiti letteralmente alle pri-
me armi per difendere la pa-
tria. In questo conflitto diffor-
me dove si scontrano forze
impari, sono differenti e varie
non solo regole d’ingaggio dei
corpi dell’esercito ucraino,
ma pure i corpi stessi degli uo-
mini che combattono. Dai
Mozart arrivano i giovanissi-
IL FATTO QUOTIDIANO Martedì 9 Agosto 2022
GUERRA IN UCRAINA
t
Il Pentagono:
un altro miliardo
tra razzi e mortai
per Zelensky
I
eri Washington ha fatto partire
il 18esimo carico di armi verso
Kiev: in totale gli Usa hanno
inviato circa 9,8 miliardi di dolla-
ri di armi all’esercito di Zelensky.
Nel dettaglio: munizioni per i si-
stemi Himars (High Mobility Ar-
tillery Rocket Systems); 75 mila
proiettili di artiglieria da 155
mm; 20 mortai da 120 millimetri
e 20 mila munizioni; munizioni
per sistemi Nasams (National
Advanced Surface-to-Air Missile
Systems); mille sistemi anticarro
Javelin e centinaia di sistemi an-
ticarro AT4; 50 veicoli corazzati
per esigenze mediche; esplosivi e
forniture mediche. Sul piano di-
plomatico, non si terrà l’incontro
tra Putin e il presidente ucraino:
mancano i presupposti, secondo
la versione di Dmitry Peskov, por-
tavoce del Cremlino, che smenti-
sce la proposta del presidente Er-
dogan di un meeting in Turchia.
Intanto, intorno alla più grande
centrale nucleare d’Europa ci po-
trebbero essere fuoriuscite di ra-
diazioni. A Zaporizhya - dove i
russi starebbero pianificando un
referendum di annessione alla
Federazione, come riferisce l’a-
genzia statale russa Ria Novost -
dopo il bombardamento dei gior-
ni scorsi Mosca e Kiev si accusano
a vicenda. Yevheny Zymbalyuk -
ambasciatore ucraino a Vienna,
dove ha sede l’Agenzia interna-
zionale per l’Energia Atomica -
avvisa che un disastro all’impian-
to sarebbe più devastantedi quel-
mi, ma anche gli lo di Chernobyl. La portavoce del
anziani. Fino a dicastero degli Esteri russo, Ma-
poco tempo fa Rapporto ria Zakharova, ha invece accusa-
molti facevano consolidato to Kiev di “prendere in ostaggio
conti in ufficio, Soldati ucraini l’Europa” attraverso l’impianto,
guidavano taxi, nel 2015 ma adesso anche Mosca teme la
allevavano ani- a Leopoli catastrofe: “La situazione sta evi-
mali in fattoria: con istruttori dentemente diventando più peri-
a loro i marines americani colosa di giorno in giorno. Abbia-
suggeriscono FOTO LAPRESSE mo fornito regolarmente all’Aiea
come si posizio- relazioni aggiornate dal sito”.
na una mina, co- Continuano intanto le esporta-
me si prende la mira corretta- zioni di cereali: 305 mila tonnel-
mente, come vanno usati i late sono state già caricate e spe-
complicati sistemi anti-carro dite sui cargo partiti da Odessa.
Javelins. La problematica de-
gli armamenti del valore di
miliardi di dollari in arrivo
dagli Usa è sempre la stessa: il
loro utilizzo.
Spesso i sistemi
spediti a pioggia
da oltreoceano,
non vengono di-
stribuiti con
un’adeguata for-
mazione delle
divise. I Mozart
spiegano che
provano in setti-
mane a istruire
su istruzioni,
tattiche e strate-
gie che richiede-
rebbero mesi, se
non anni, di studio ed adde-
stramento. Nell’esercito, pri-
ma della guerra, c’era passato
solo uno ogni dieci soldati che
ora rimangono al fronte, cal-
cola il Guardian che ha scova-
to i Mozart per primo. Per
Milburn, che ha guidato i cor-
pi speciali Usa in Siria contro
l’Isis, le autorità di Kiev “non
vogliono ammettere che la
maggior parte dei loro milita-
ri non è realmente addestrata.
Ma stanno combattendo i
russi che, al pari, non sono ad-
destrati”.
IL FATTO QUOTIDIANO Martedì 9 Agosto 2022 ECONOMIA l 15

L’INTERVISTA • Stefania Salmaso Epidemiologa, ex Iss

“Ancora troppi morti, mancano

i dati: cure tardive e per pochi”
“A
ncora troppi de-
cessi, dobbiamo
IL BOLLETTINO

113
saperne di più
su caratteristi-
che e contesto”. Stefania Sal-
maso, epidemiologa, una vita
– dal 1979 al 2015 – passata
all’Istituto superiore di sani- VITTIME Il giorno prima
tà, autrice de L’antidoto. Co- i morti erano stati 74

339
me sconfiggere la pandemia
facendo scelte consapevoli
(Mondadori, 2021), chiede
chiarezza per risolvere l’enig-
ma dei morti di Covid-19 in I-
talia. “Mancano troppe infor- TERAPIA INTENSIVA
mazioni purtroppo”. Saldo: - 3 in 24 ore

9.052
Ieri ancora 113 vittime
della pandemia nel no-
stro paese: il picco, dico-
no gli esperti, dovrebbe
essere ormai superato e,
quindi, nei prossimi gior- REPARTI ORDINARI
ni i numeri dovrebbero Saldo: +126 in 24 ore

11.976
essere via via più piccoli.
Rimane che, anche que-
s t’ondata estiva, ha pic-
chiato duro o no? Esperta delle
Continuiamo ad avere un nu- malattie infettive
mero eccessivo di vittime ri- NUOVI CONTAGI A sinistra,
spetto ad altri Paesi, senz’al- Il giorno prima: 26.662 l’epidemiologa
tro. Si è capito che i decessi so- Stefania Salmaso
no circa il tre per mille rispetto FOTO UFF. STAMPA

‘‘
ai contagi e che a distanza di MONDADORI /ANSA
quindici, venti giorni dal picco
delle infezioni, arriva quello
dei morti. Quindi la propor-
zione, direi, torna. Il punto è
che una volta contagiati non Oggi gli strumenti per evitare i decessi ci sono: tutte queste vittime
dovrebbe essere automatico
che i decessi siano gli stessi. Ci
sarebbero dei dati, mi rendo
ne hanno avuto accesso correttamente e nei tempi giusti, oppure no?
conto più difficili da raccoglie-
re, che servirebbero a spiegare
tante cose: va migliorata la
“sorveglianza” di casi severi e tro la malattia severa. Pur- Quindi, come si dovrà sibile la gravità della malattia, queste vittime hanno avuto,
decessi. troppo non possediamo anco- procedere per evitare al- ripeto: oggi gli strumenti li appunto, il corretto accesso
Quali sono, nello specifi- ra dati certi e tangibili a indi- tri numeri di vittime così abbiamo, dagli anti-virali ai alle cure disponibili e nei tem-
co, i dati a cui fa riferimen- care che ci possa essere anche alti nel bollettino quoti- monoclonali, per questo mi pi giusti prima che la malattia
to? una minore diffusione dei diano? stupisce l’alto numero dei degenerasse.
Sappiamo che generalmente i contagi di coronavirus. Cercando di ridurre il più pos- morti e vorrei capire se tutte G. CAL.
morti sono anziani, ma non
riusciamo ancora a capire se si
tratta di diagnosi tardive, se il
malato ha avuto accesso alle
terapie anti-virali nei tempi
giusti o in ritardo, il tratta-
mento, il contesto. Perché og-
gi abbiamo tantissimi stru-
menti, in realtà, per prevenire
il decesso.
Crede che il virus sia stato
fatto circolare troppo a
ruota libera?
No, non era possibile in que-
sta fase mantenere raccoman-
dazioni calate dall’alto in ter-
mini di legge, giusto respon-
sabilizzare le singole persone:
per fare un esempio io credo
che in aereo sia ancora oppor-
tuno indossare la mascherina.
Quella che sarebbe una scioc-
chezza e che ho sentito chiede-
re a qualcuno, è la libera circo-
lazione degli infetti di Sar-
sCov2: il rispetto della qua-
rantena, l’isolamento, è anco-
ra assolutamente essenziale.
Ora le curve scendono tut-
te, quindi: in autunno sa-
remo sconvolti da una
nuova ondata e punto e a
capo?
Difficile fare previsioni: ci so-
no nuove varianti che vengo-
no identificate, ma ormai una
bella fetta della popolazione
ha una buona protezione con-
16 l ESTERI IL FATTO QUOTIDIANO Martedì 9 Agosto 2022

ALLEATI INDESIDERATI

Un vecchio
ordine mondiale
Il presidente
statunitense
Biden alla Nato
FOTO ANSA

» MASSIMO FINI tantadue giorni una grande capitale eu-

ropea come Belgrado. Alla luce di que-
sto precedente è difficile condannare
oggi Putin perché bombarda Kiev che,
sia detto con il dovuto rispetto, in epoca

E
moderna è un po’ meno importante di
Belgrado (Kusturica e Bregovich). I ser-
uropeismo” e “atlanti- bi uscivano da un’altra tragica esperien-
za, quella della dissoluzione della Jugo-
smo” sono due termini slavia. In particolare in Bosnia dove il
che nell’uso comune so- maresciallo Tito era riuscito a tenere
miracolosamente in piedi tre etnie che
no considerati se non si odiano da sempre: croati, serbi e mu-
proprio coincidenti co- sulmani. I serbi avevano vinto quella
guerra un po’ perché, almeno a sentire
munque strettissima- chi se ne intende di queste cose, sono sul
mente legati fra di loro. terreno (sul terreno non in una guerra di
droni) i migliori combattenti del mondo
Non si può essere europeisti senza esse- (oggi forse lo sono gli Isis a cui non im-
re anche atlantisti. Le cose non stanno porta niente morire) un po’ perché ap-
così, tantomeno oggi. poggiati dalla madre patria serba, ma
Essere “europeisti” significa lavorare nella stessa situazione si trovavano i
per un’Europa più unita dal punto di vi- croati bosniaci appoggiati dalla Croa-
sta politico di quanto non lo sia attual- zia. Nella posizione più debole si trova-
mente, smussandone gli estremismi al- vano i musulmani che vivevano in Bo-
la Orban, e sufficientemente armata snia che non avevano un retroterra e a-
(leggi l’Atomica per ora in dotazione ai vevano solo qualche appoggio dal lon-
soli francesi) per non dover dipendere tano Iran.
da pelose protezioni altrui (leggi Stati La guerra slava aveva avuto un pre-
Uniti o domani magari, a seconda di co- cedente. Alla dissoluzione della Jugo-
slavia i croati e gli sloveni chiesero, in
base al sacrosanto principio dell’au-

.L’EUROPA E L’INGANNO.
todeterminazione dei popoli sanci-
to a Helsinki nel 1975, l’indipenden-
za appoggiati dalla Germania e dal
Vaticano. E la ottennero. Ma una
Bosnia multietnica, quella che aveva
creato Tito, aveva senso all’interno
di una Jugoslavia multietnica. Allo-

.DELL’ATLANTISMO.
ANACRONISMO Si sta usando l’espressione come similitudine
di “Europeismo”, ma ormai il concetto è fuori tempo e definisce
solamente uno stato di asservimento agli interessi degli Stati Uniti
me evolvano gli equilibri geopolitici internazionali, Cina), economicamente auto-
sufficiente nei limiti in cui questo è possibile in un mondo divenuto globale.
“Atlantismo” significa invece una dipendenza politica, militare, economica agli
Stati Uniti e ai loro interessi. L’ “atlantismo” ha avuto un significato fino al 1989
quando ci fu il collasso dell’Unione Sovietica. Gli americani erano infatti gli unici ad
avere il deterrente militare necessario per scoraggiare l’“orso russo” da pericolose
avventure in Europa Ovest (per la verità questo è ciò che si faceva credere alla gente,
perché a Jalta nel 1945, quelli che usiamo chiamare “i grandi della Terra”, Roosevelt,
Churchill, Stalin, avevano già deciso quelle che erano le rispettive zone di influenza
e ci volle il coraggio di Tito per creare il gruppo dei “Paesi non allineati” che non
intendevano dipendere né dall’Urss né dal cosiddetto Occidente, ma seguire i propri
interessi che non avevano niente a che vedere con quelli dei due blocchi).
Dopo il collasso dell’Urss (che nel frattempo aveva provveduto a soffocare nel
sangue le rivolte che si erano create nel blocco sovietico, quella di Imre Nagy del
1956, quella di Dubcek nel 1968) la protezione degli Stati Uniti, che nel frattempo
avevano utilizzato la vittoria militare nella Seconda guerra mondiale per mettere
l’Europa in stato di minorità, militare, politica, economica e alla fine anche cultu-
rale, non era più necessaria. Invece l’Europa si fece trascinare nella politica avven-
turistica americana, quella teorizzata dal primo Bush che ispirato dall’ideologo Fu-
kuyama (La fine della storia e l’ultimo uomo) riteneva che il mondo fosse fatalmente
destinato a “la Terra Promessa della Democrazia, della diffusione di una cultura ge-
nerale del consumo, del capitalismo su base tecnologica”. Gli europei si fecero perciò
trascinare in guerre ideologiche che erano totalmente in contrasto con i loro inte-
ressi. L’esempio più evidente e clamoroso è stato la guerra alla Serbia del 1999. In
Serbia si era creato un contrasto fra lo Stato serbo e la regione del Kosovo, da sempre
politicamente e giuridicamente serba (anzi il Kosovo era considerato, per ragioni
storiche, la patria della “nazione serba”) e gli abitanti dello stesso Kosovo che per
ragioni di natalità erano diventati la maggioranza. C’erano quindi due ragioni a con-
fronto: quella della Serbia a conservare l’integrità del proprio territorio e quella degli
indipendentisti albanesi, peraltro finanziati e armati dagli americani. È una situa-
zione esattamente speculare a quella che c’è oggi fra Ucraina, Russia e Donbass. Le
ragioni di uno Stato a conservare la propria integrità territoriale, cioè quella della
Serbia, e l’indipendentismo kosovaro, così come oggi esiste il contrasto fra l’Ucraina
e l’indipendentismo filo russo del Donbass. All’epoca gli americani decisero che la
Serbia aveva torto e gli indipendentisti albanesi ragione e bombardarono per set-
ra i serbi di Bosnia chiesero a loro
volta l’indipendenza o l’annessione
alla madre patria serba. Ma quello
che era stato accordato a Croazia e
Slovenia fu negato ai serbi i quali
scesero in guerra e la vinsero. Ma in-
tervennero gli americani che decise-
ro che i serbi avevano torto e trasfor-
marono i vincitori in vinti creando
uno stato fantoccio qual è la Bosnia
di oggi. Per cui io prevedo che questo
stato posticcio che è oggi la Bosnia
salterà. Così come non escludo che
l’esercito di Belgrado aggredisca mi-
litarmente il Kosovo dove ai 50.000
serbi rimasti in quella regione (era-
no 360.000, la più grande “pulizia
etnica” dei Balcani) è proibito anche di esser serbi e devono circolare con documenti
kosovari. E non sarà loro difficile, ai serbi, sol che lo vogliano, spazzar via il con-
tingente Nato (KFOR) costituito in maggioranza da italiani, noti combattenti.
Il lettore dirà che sto scrivendo follie. Ma erano considerate follie anche quelle che
scrivevo quando affermavo che il più potente esercito del mondo sarebbe stato scon-
fitto in Afghanistan dagli straccioni talebani (“le sbobbe sul Mullah Omar” le chia-
mava il mio direttore di allora Antonio Padellaro). Abbiamo poi visto come è andata
a finire. Facendo un passo indietro ricordo che una nota editorialista, che oggi lavora
al Fatto, figlia di grande Autorità, appoggiò senza riserve l’aggressione americana
alla Serbia. Poi si è pentita. Il discorso di questa signora era particolarmente ridicolo
perché negava ai serbi il diritto di considerare il Kosovo la loro patria storica ed e-
motiva, mentre per anni ci aveva rotto i coglioni e continua a romperceli affermando
che Israele ha diritto di stare dove sta per ragioni altrettanto storiche, o pseudo-
storiche, ed emotive.
L’aggressione di Putin all’Ucraina (paese di cui abbiamo scoperto in corso d’opera
che era zeppo di armi americane, forse anche chimiche) è stata particolarmente stu-
pida. Ha rafforzato una Nato che non esisteva più. Il presidente francese Emmanuel
Macron aveva definito la Nato uno “spettro” e lo stesso Trump l’aveva dichiarata
“inutile”. Qualche anno prima la preveggente Angela Merkel (quanto ci manca) a-
veva affermato testualmente: “Gli americani non sono più i nostri amici di un tempo,
dobbiamo imparare a difenderci da soli”. Con la sua azione Putin ha riportato all’o-
nor del mondo la Nato, che era in stato di rianimazione, quasi come un ammalato di
Covid all’ultimo stadio, per cui oggi anche paesi da sempre neutrali, come la Svezia
e la Finlandia, vogliono entrare in questa organizzazione.
Talleyrand diceva: “Preferisco i delinquenti ai cretini perché i primi ogni tanto si
riposano”. Putin è riuscito a essere nello stesso tempo un delinquente e un cretino.
Penso che se al posto di Joe Biden, che fa fatica a stare in piedi, ci fosse stato il
malfamato Donald Trump, la guerra ucraina non ci sarebbe mai stata o sarebbe du-
rata pochi giorni. Perché il malfamato che è un imprenditore guarda ai quattrini (per
questo ha ritirato il contingente yankee dall’Afghanistan e non ha fatto guerra al-
cuna) e non ha fumose ambizioni pseudo geopolitiche. Ciò che gli interessa è che i
suoi cittadini abbiano una vita economicamente migliore, non di conquistare alla
democrazia, col permesso di Fukuyama, il mondo intero.
Caro Max, in effetti con le “sbobbe sul Mullah Omar” in passato hai un po’ ecceduto,
ma a te si perdona tutto. (M. Trav.)
IL FATTO QUOTIDIANO Martedì 9 Agosto 2022 SECONDO TEMPO l 17

Addio a Roger E. Mosley Si ferma anche Szczesny Thor ancora in testa

È morto a 83 anni l’attore americano Il portiere della Juve ha una lesione Anche se in calo del 34% rispetto alla
diventato famoso per il ruolo di TC all’adduttore della coscia sinistra: scorsa settimana, il cinecomic Marvel
nella serie tv “Magnum PI”, in cui fuori almeno 20 giorni. Si tratta del continua a dominare il botteghino:
ha recitato per più di 150 episodi settimo infortunio per i bianconeri seguono “Top Gun” e “Porco Rosso”

L’INTERVISTA
I Charlotte Laws È la “madre coraggio” che si è battuta contro Hunter Moore

P
“L’uomo più odiato di Internet” rubava e postava foto di donne nude online

» Michela A. G. Iaccarino
er presentare L’uomo più odia- L’aguzzino
to di Internet – una delle docu- sadico
serie più viste su Netflix –, il co- Hunter Moore,
losso dello streaming ha scritto già rilasciato,
solo una semplice frase: “Una e Charlotte
madre determinata a far ri- Laws, madre
muovere le foto della figlia da di una vittima
un sito web di revenge porn
lancia una crociata online con-
tro il crudele fondatore dell’at-
tività”. La donna che ha ferma-
to e fatto arrestare Hunter
Moore, il creatore del cliccatis-
simo sito di revenge porn Is A-
nyone Up? (Qualcuno è sve-
glio?, ndr), è Charlotte Laws,
madre di una delle vittime del
cyberbullo che hackerava e dif-
fondeva nudi delle ragazze in
Rete tra il 2010 e il 2012. Mi-
LASERIE gliaia i suoi seguaci – ribattez-
zatisi “la famiglia” – che invia-
vano immagini porno di altre
vittime; migliaia i dollari che
Moore ha accumulato diffon-
dendo foto di ragazze che han-
no poi perso lavoro, carriere,
affetti. Ad alcune non rimane-
va più la forza di andare avanti
e hanno provato a suicidarsi

“Fiuto e perseveranza: così

mentre il resto del mondo le
L’uomo derideva.
più odiato Non solo per sua figlia:
di Internet Charlotte ha iniziato a chiede-
Rob Miller re giustizia per tutte le donne

ho incastrato il pornobullo”
Con Hunter colpite, rintracciandole meti-
Moore, Charlotte colosamente una dopo l’altra

‘‘
Laws e altri da un lato all’altro dell’Ameri-
ca. “Ho chiamato le prime 40
ragazze e al 40% di loro erano
state rubate le fotografie dal
cellulare: è stato allora che ho
capito che c’era uno schema di
hackeraggio dietro e
Moore era coinvol-
Grazie alla mia to. Le vite di migliaia
di giovani erano sta-
battaglia, ora te distrutte: il mon-
do intorno, invece di
il revenge porn aiutarle, le umilia-
va ”, ci racconta su
è reato: aiutare Zoom.
Chi sono “l’u o-
le vittime è mo più odiato di
una missione internet” e i suoi
migliaia di se-
guaci che lo o-
sannavano come
un dio?
Moore è una perso-
na che distrugge gli
altri per costruire se
stesso. Riusciva a u-
nire sessisti, misogini e odiato-
ri grazie a Internet. Persone co-
sì sono sempre esistite: in pas-
sato la gente andava ad assiste-
re alle esecuzioni pubbliche.
Solo grazie alle sue ricer-
che, l’Fbi ha cominciato a
indagare e il sito è stato
bloccato. Moore è stato ar-
restato nel 2015, ma dopo
il patteggiamento, è già un
uomo libero.
Per anni ho rintracciato le vit-
time da sola, ma confidavo che
prima o poi le forze dell’ordine
avrebbero fatto il loro lavoro.
Oggi, dopo due anni e mezzo di
detenzione –per lo più trascor-
si in centri di recupero per tos-
sicodipendenti –, Moore non
ha cambiato i toni, non ha
smesso di essere un misogino
né ha mai chiesto scusa a nes-
suno. Ma non penso voglia tor-
nare in prigione: solo per que-
sto, credo, starà lontano da at-
tività criminali. Intanto io so-
no diventata una specie di nu-
mero verde per le vittime, mi
hanno contattato in 500.
Cosa è cambiato oggi?
Quando il sito di Moore è di-
ventato virale, tutti – dai poli-
tici ai media e ai cittadini co-
muni – accusavano le vittime:
era colpa loro se erano finite
nude online. Prima il revenge
porn non era un reato, oggi in-
vece abbiamo leggi in 48 Stati
degli Usa e ci stiamo battendo
per ottenerne una federale.
Tutti sono coscienti della peri-
colosità del fenomeno, soprat-
tutto dopo il movimento del
#MeToo. Eppure, secondo l’E-
conomist almeno 3 mila siti di
revenge porn sono ancora atti-
vi in America.
Si può dire che lei, il talen-
to delle indagini, lo pos-
segga da quando è nata.
Sono una figlia adottiva e vole-
vo scappare dalla comunità
benestante e razzista di Atlan-
ta dove sono cresciuta da peco-
ra nera. Mia madre si è suicida-
ta, mio fratello morto in un in-
cidente e mio padre era violen-
to. Ho cercato i miei veri geni-
tori e ho scoperto che mio non-
no era italiano. Arrivò a Ellis I-
sland e poi si trasferì in West
Virginia, dove è stato vittima di
razzismo ed è stato ucciso da
un satanista nel 1948. Ho rac-
contato questa storia in Devil
in the basement, il diavolo in
cantina.
Lei sa arrivare sempre do-
ve vuole: pure alle feste dei
vip di Hollywood.
Sì, ho scritto un libro su come
riuscivo a intrufolarmi ai party.
Quando sono diventata adulta
ho usato contatti di star, astro-
nauti e senatori per le battaglie
civili.
Molti hanno detto che
Moore non aveva fatto i
conti con l’Fbi e con “le leg-
gi”: il suo cognome Laws
vuol dire questo. Quasi u-
na profezia.
Se c’è una parola che mi descri-
ve, però, è perseveranza: la mia
intera vita è costruita su questo
perno. Vuol dire non solo con-
tinuare a provare, ma non sen-
tirsi mai sconfitti. Non avere
paura del fallimento e neppure
del successo. Tutto quello che
ho fatto da quando sono nata è
stato combattere i pregiudizi.
As crazy as it sounds, per quan-
to possa suonare folle, penso di
avere una missione . Un terzo
delle persone del mondo crede
di averla: anche questo l’ho let-
to sull’Economist.
18 l SECONDO TEMPO
PENNE CARBONARE Satira da Marchesi: “L’idea mi precede”
C’
» Marcello Marchesi
è chi si sente giovane perché, in
cinquant’anni, non ha combi-
nato niente e c’è chi si sente
giovane perché tutto quello
che ha combinato l’ha dimen-
ticato. È il caso mio. Ma proce-
diamo con disordine. Il disor-
dine dà qualche speranza, l’or-
dine nessuna.
Incontro J. Regista dei film Se-
xy. È disperato. “Ventisei metri
di nudo mi hanno tagliato, ca-
pisci? Ventisei metri di nudo”.
“E che era? Un’ele fantes-
L’AUTORE sa?”.
MARCELLO
MARCHESI “Ah! come sto bene! Oggi mi
(1912-1978) sento proprio colpevole. Ieri
Scrittore, sera avevo ancora un piccolo
sceneggiatore, complesso di innocenza che mi
regista, autore tormentava, ma dopo il vostro
di programmi trattamento suggestivo not-
tv e radio, è uno turno, è passato. Meno male.
degli intellettuali Che bello sentirsi totalmente,
più irriverenti del incondizionatamente colpe-
900. Laureato vole! Scusi, dove ci si
in Legge, confessa? Qui?
collabora Grazie!”.
dapprima
col Fiuggi ’58. Con
giornale l’ottavo bicchie-
umoristico re in mano sto lì.
“II Bertoldo”, Mi viene incontro
poi con Peppino De Filippo,
“Marc’Aurelio” ma più giovane e gras-
e “Omnibus”. Ha sottello. È Ennio Flaiano. Dice
scritto programmi di che vuole scrivere una comme-
culto, come dia, Caffè e antipatia, l’antitesi
“Cinquemilalire esatta di Tè e simpatia. È la sto-
per un sorriso” ria di un uomo normale, che si
e “Canzonissima”. vede lentamente mettere al
Ha collaborato con bando dalla consorteria degli
Tognazzi, Bramieri, “altri”. L’anormale è lui. Ascol-
Sordi e Totò. Le sue tandolo, arrivo al nono bicchie-
opere sono in corso re. Al decimo mi ribello. Basta
di pubblicazione acqua! Perché soffrire? perché
con Bompiani consegnare alla Nera Signora
un corpo curato? Se glielo dob-
biamo dare, diamoglielo il più
malandato possibile. Avrà fat-
ILLIBRO to un cattivo affare. La cosa fi-
nisce a fettuccine “in quantità
indus triale” e abbacchio in
piatti alla Salomè.
“L’angoscia mi scompensa” di-
ce M. “Dimentico atti necessa-
ri, do importanza ai futili, ri-
cordo persone antipatiche e
sento urgenze inesistenti. Giro
intorno a una parola come un
» Diario futile somaro alla mola, non riesco a
di un signore evitare la rima. Sono tutto da
di mezza età spremere, tutto mi dà spunto,
Marcello ma fino all’angolo... dietro non
Marchesi so. Sfarfallo di pensiero in pen-
Pagine: 152 sier, di niente in niente, e mi par
Prezzo: 9 e
Editore:
Bompiani
d’essere un genio a rate. Invec-
chio. La mente mi precede, non
so tenerle dietro. Ancora qual-
che anno e la guarderò agire
per conto suo, me immobile”.
Concert Mayol. Esposizione
stanca di sederi. Mulatte col
nerofumo sotto i seni. Quante
appendiciti! Odor d’olio d’ara-
chide, di nero, di dolce disinfet-
tante. La pianista e gli altri or-
chestrali hanno le facce di quel-
li che suonano nei caffè di To-
rino. Casalinghe e un po’ rasse-
gnate. Quando finisce era ora.
A quarant’anni l’uomo fa il
punto. A cinquant’anni fa la
Quei lampi di cretino
tra Fellini in fregola
e i tecnici del sedere
Aforismi al vetriolo
“Ci sono mogli che sposano
il portafogli... E a Milano
gli uccellini hanno la tosse”
virgola, e con il punto e virgola
può continuare, seppure fati-
cosamente, il periodo delle sue
riflessioni.
Quel tipo di mogli che sposano
il portafogli.
Una vita idiota, tutti i giorni le
stesse azioni, gli stessi incontri,
le stesse facce. Eppure tiene un
diario minuziosissimo. Per as-
sicurarsi il suo alibi giornalie-
ro. Non si sa mai.
Il commediografo P. è furente.
“Ho scritto una commedia con
un titolo formidabile” grida “e
non posso rappresentarla. La
commedia è intitolata Lingua
in bocca. Devo cambiare titolo.
Perché? La lingua dove sta? In
IL FATTO QUOTIDIANO Martedì 9 Agosto 2022
Autore
per Totò & C.
Marchesi è
stato tra i più
irriverenti
intellettuali
del Novecento
bocca, no? La bocca è il suo po- l’unica città in cui ho sentito
sto naturale. Nossignore, non tossire gli uccellini. In questa
vogliono. Valli a capire un po’ città parlano latino: “Te laùret
tu, quelli là, valli a capire!”.
È un tecnico del sedere. Studia
sedie moderne, che non sem-
brano sedie, ma che sono più
comode delle sedie. Peccato
che nessuno ci si sieda, perché è
difficile prenderle per sedie.
Chi si indigna più oggi? Al mas-
simo, in certe occasioni, uno
può sentir vibrare tutte le fibre
tessili del suo vestito.
Fellini 8½: il posto delle fre-
gole.
Abbiamo un nuovo ordine re-
ligioso: i cappuccini Hag.
Viene in ufficio una madre un
po’ mesta con una bambinetta
compostina e distratta. La ma-
dre desidera che faccia del ci-
nema, comunque.
“Ha disposizione,” chiedo
“inclinazione?”.
“Come no? Da piccola stava
sempre tutto il giorno nuda da-
vanti allo specchio”.
“È un cretino, ma ogni tanto ha
un lampo”.
“Di genio?”.
“No, riceve un telegramma
lampo in cui gli confermano
che è un cretino”.
“Ah, io il giornale lo leggo a mo-
do mio”dice il vecchietto. “Leg-
go solo gli annunci funebri e gli
spettacoli. Se è morto qualcuno
che conosco vado al funerale, se
non è morto nessuno vado al ci-
nema”.
Ed ecco Mina con quella faccia
di bambola spaventata trovata
in solaio.
F. a forza di andare a sinistra ha
fatto il giro e si è ritrovato a de-
stra.
Milano. Vivo in una città occu-
pata da gente occupatissima.
Camminano tutti svelti, guar-
dano le donne solo dopo le nove
di sera. Questa città si sve-
glia ogni giorno un minuto
prima. Qui gli uomini di af-
fari ti dicono le cose delicate
in automobile, su quattro
ruote che girano a cento
all ’ora, coi paracarri che
passano veloci. I paracarri
non hanno orecchi. In que-
sta città la gente viene a sa-
pere che è primavera dai
manifesti: “È primavera,
cambiate l’olio al motore”.È
semper”.
Una mano lava l’altra e tutt’e
due rubano.
Chi tardi arriva male posteg-
gia.
Missino: un tipo per bene, un
tipo perbenito.
Comperate, comperate: ma
state attenti: la sedia elettrica
non è un elettrodomestico.
Ma sì, tagliamo gli alberi, i pa-
racarri, i pali, abbattiamo le ca-
se, le colline. Rendiamo la terra
tutta una calva autostrada, una
pista totale per il carosello degli
automobilisti. Finito il petro-
lio, sulla terra resterà una cro-
sta di macchine.
©Bompiani/Giunti, 2014
IL FATTO QUOTIDIANO Martedì 9 Agosto 2022
COLPADELSOLE
Radicale Nel ’36 Malet denunciò i crimini di Stalin
Che verso fa un pulcino arrugginito?
Cigola
RISCOPERTE Dopo anni di assenza, torna la “Trilogia nera” del giallista francese:
tre capolavori di genere, nonostante manchi l’investigatore anarchico Nestor Burma
Surrealista e comunista,
Malet ha ribaltato il noir
» Massimo Novelli
È
da poco arrivato nelle libre-
rie il volume della Trilogia
Nera di Léo Malet (Mon-
tpellier, 1909 – Par i g i ,
1996), edita da Fazi, che compren-
de i romanzi La vita è uno schifo, Il
sole non è per noi e Nodo alle budel-
la. Tre storie disperate, senza alcu-
na traccia di lieto fine, di anarchici,
piccoli delinquenti, giovani sban-
dati. La Trilogie noire è considera-
ta il capolavoro di Malet: 80 anni
fa, invece, anno 1942, nella Francia
occupata, da poco reduce da un
campo di concentramento nazista,
l’autore scrisse 120, rue de la Gare,
la prima delle avventure con pro-
tagonista il detective privato Ne-
stor Burma. Avrebbe dovuto inti-
tolarsi L’Homme que mourut au
stalag, ma l’editore, visti i tempi e
la censura, lo giudicò inopportuno.
Lo scrittore avrebbe messo Burma
al centro di molti altri libri, duri e
scanzonati, a cominciare dalla se-
rie dei Nouveaux Mystères de Pa-
ris, numerosi dei quali sono stati
pubblicati in Italia da Fazi.
Malet non è soltanto uno dei
maestri riconosciuti, ma è stato un
poeta surrealista, un amico e di-
scepolo di André Breton, e un mi-
litante di estrema sinistra fino agli
anni Quaranta. Ricordava lo stori-
co Massimo Ortalli su A-Rivista
Anarchica, nel 2004, che “negli
anni Venti e Trenta, dopo un breve
periodo trascorso in carcere, lo
troviamo fra i collaboratori e diffu-
sori di riviste quali l’en-Dehors,
SECONDO TEMPO l 19
di Alberto Graziani
L’Insurgé, La Revue A- co in gioventù e ancora
narchiste, poi esponen- fortemente influenzato,
te del movimento sur- IN GIALLO nel giudicare il mondo e
realista, amico di Bre- le situazioni nelle quali
ton e Dalì, quindi occa-
Storie si trova ad indagare,
sionale aderente al mo- disperate dalle idee libertarie che
vimento trotzkista. Nel di delinquenti avevano infiammato la
1940 è nuovamente in sua giovinezza”.
prigione con l’accusa di e giovani Il 3 settembre del
avere attentato ‘alla si- sbandati: 1936 fu tra i firmatari
curezza interna ed e- della famosa dichiara-
sterna dello Stato’ e po- altro che eroi zione di André Breton
co dopo viene catturato sui processi di Mosca, in
dai tedeschi e inviato, cui venivano denunciati
per quasi due anni, in apertamente i crimini di
campo di concentramento”. Ritor- Stalin. A rivelare al mondo una ve-
nato “in libertà, inizia la sua carrie- rità che pochi, allora, ammetteva-
ra di giallista dando vita a nume- no, assieme a Breton e a Malet fu-
rosi personaggi, tra i quali il più co- rono, tra gli altri, lo scrittore egizia-
nosciuto è l’investigatore privato no Georges Hénein, Benjamin Pé-
Nestor Burma, anch’esso anarchi- ret e Yves Tanguy.
20 l ULTIMA PAGINA IL FATTO QUOTIDIANO Martedì 9 Agosto 2022

ANTIVIRUS

LA SANITÀ MALATA
E IL PNRR DEI SOGNI
, LA SALUTE, NEL PNRR
vale per l’8,16%. Ne pren-
diamo atto, anche se qualcosa
non ci è chiara. Quando si deve
proporre un finanziamento o co-
munque una soluzione a un pro-
blema, la prima fase è quella di
osservare, delineare e quantizzar-
ne l’entità, per poi richiedere ade-
guati interventi, tenendo conto
delle risorse disponibili. Siamo si-
curi che i tecnici che hanno coa-
diuvato gli estensori del Pnrr ab-
biano seguito queste regole. La
pandemia ha mostrato tutte le
crepe che, molto prima e a lungo,
avevamo cercato di porre all’at-
tenzione. Veniamo da decenni nei
quali il rientro delle spese sanita-
rie sono state fatte unicamente
con due interventi. Da un lato ca-
ricare le aziende farmaceutiche di
una percentuale del debito,
dall’altro, tagliare i budget alle a-
ziende ospedaliere. Nessun piano
specifico. Unico obbiettivo il ri-
sparmio, non la salute con utilizzo
di risorse appropriate. Più si ta-
gliavano i servizi, più i manager
venivano premiati. Tutto ciò men-
tre gli edifici diventavano fati-
scenti, gli strumenti diagnostici
obsoleti e i sanitari decimati.
Nell’ottimo sito www.italiadoma-
ni.gov.it vengono riportati tutti gli
investimenti proposti con il finan-
ziamento che proviene dal Pnrr e
gli obbiettivi. Sulla pagina dedica-
ta alla Salute si legge: “Un efficace
miglioramento del Sistema Sani-
tario Nazionale per rendere
le strutture più moderne, digitali
e inclusive, garantire equità di ac-
cesso alle cure, rafforzare la pre-
venzione e i servizi sul territorio
promuovendo la ricerca.” Questo
si realizzerà con 15 miliardi e 63
milioni di euro. Sarà possibile? Il
piano prevede la realizzazione di
400 ospedali di comunità per de-
genze di breve durata, adegua-
mento antisismico delle strutture,
5 centri di ricerca e sviluppo e 1
infrastruttura strategica per le
pandemie, 1350 case di comunità
per rafforzare l’assistenza domici-
liare, presa in carico del 10% degli
over 65 con malattie croniche
(metà degli over 65 ha almeno u-
na patologia cronica), 602 Cen-
trali Operative Territoriali, servizi
di telemedicina. Cercare di imma-
ginare come saranno coordinate e
interconnesse queste nuove
strutture sanitarie è un rebus.
Il tempo giudicherà.
MARIA RITA GISMONDO
direttore microbiologia clinica
e virologia del “Sacco” di Milano

PROGRAMMITV

08:00 Tg1 08:30 Tg2 08:00 Agora' Estate 07:35 Kojak 07:59 Tg5 07:40 Cartoni animati 07:30 TG LA7 19:30 C'era una volta il crimi-
09:05 UnoMattina Estate 08:45 Radio2 Happy Family 10:00 Elisir - A gentile richiesta 08:35 Agenzia Rockford 08:44 Morning News 09:35 Dr. House - Medical Di- 07:55 Omnibus - Meteo ne
10:20 Linea Verde Estate 10:10 Tg2 Dossier 11:10 Doc Martin 10:40 R.i.s. Delitti Imperfetti 11:00 Forum vision 08:00 Omnibus Dibattito 21:15 The Expatriate - In fuga
11:30 Camper 11:00 Rai Tg Sport 11:55 Meteo 3 11:55 Tg4 13:00 Tg5 11:25 C.s.i. New York 09:40 Coffee Break Estate dal nemico
13:30 Tg1 11:10 Dream Hotel: Sudafrica 12:00 Tg3 12:25 Studio Aperto 23:05 Exodus - Dei e Re
13:00 Tg2 12:15 Quante storie 12:23 Il Segreto 13:42 Beautiful 11:00 L'Aria Che Tira Estate 01:35 Into the Ashes
14:00 Don Matteo 13:00 Hamburg Distretto 21 14:35 Terra Amara 13:00 Sport Mediaset 13:30 TG LA7
14:00 Squadra Speciale Cobra 11 13:15 Passato e presente 13:49 I Simpson 03:15 Baciato dalla fortuna
16:00 Sei sorelle 14:00 Lo Sportello di Forum 14:15 Eden - Un pianeta da 04:50 Tutte lo vogliono
17:00 Tg1 15:40 Castle 14:20 Tg3 15:35 Un Altro Domani 15:20 I Griffin
18:10 Tg2 15:05 Ossi di seppia 15:30 Tg4 Diario Del Giorno 16:36 Inga Lindstrom salvare
17:20 Estate in diretta 18:35 Rai Tg Sport 15:55 Viaggio nella bellezza 15:45 Lethal Weapon 17:15 I segreti della Corona
16:44 La Collina Degli Stivali 18:45 Avanti Un Altro 16:40 Ncis: Los Angeles
18:45 Reazione a catena 19:00 Hawaii Five-0 16:50 Overland 18:15 Padre Brown 15:20 Delitto (im)perfetto
20:00 Tg1 18:58 Tg4 20:00 Tg5 18:22 Studio Aperto
19:40 Blue Bloods 17:45 Geo Magazine 19:52 Tempesta d'amore 20:00 TG LA7 17:15 Professione assassino
20:30 Techetechetè 20:30 Tg2 19:00 Tg3 20:40 Paperissima Sprint 19:30 C.s.i. Miami 19:15 Cash or Trash
21:20 Un principe (quasi) az- 20:30 Controcorrente 21:20 Viaggio Nella Grande 20:24 Ncis: New Orleans 20:35 In Onda
21:20 Un'ora sola vi vorrei 20:00 Blob 20:20 Deal With It
zurro 22:50 Help - Ho un dubbio 20:20 Viaggio in Italia 23:29 Corda Tesa Bellezza - Roma 21:20 Radio Norba Cornetto 23:15 Servant of the People
21:25 Palermo-Milano solo an-
23:05 Tg1 23:50 Crazy ex-girlfriend 20:45 Un posto al sole 01:36 Tg 4 - Ultima Ora 00:00 Speciale - Finalmente Battiti Live 01:00 TG LA7 Estate (r) data
23:10 Dreams Road 01:20 The captive - Scomparsa 21:20 Filorosso 02:00 Parigi, O Cara Giffoni! 01:00 The Boy 03:35 Omnibus Dibattito (r) 01:35 Highway Security