Attentato a Mosca contro il putiniano Dugin: uccisa la figlia.

A Kiev trovato morto

007. La guerra sfocia in terrorismo e il tavolo del negoziato è deserto dal 2 aprile y(7HC0D7*KSTKKQ( +$!z!{!$!$

Lunedì 22 agosto 2022 – Anno 14 – n° 230 a 1,80

a-1,80
Arretrati:
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libro13“Ucraina.
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Critica
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internazionale”
Arretrati: “Ioe posso”
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Redazione: via di Sant’Erasmo n° 2 – 00184 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

LUTTO La grande costituzionalista è scomparsa a 91 anni MEDIAPART Chiuse le vicende giudiziarie, si ricandida Miss Marple della Carta
Lorenza Carlassare, Brasile, ritorna Lula
» Marco Travaglio
una donna libera contro Bolsonaro
L
orenza Carlassare era anzi-

per la Costituzione e il clan dei generali tutto una donna bellissima,

come riescono a esserlo solo
le persone libere, sincere e spiri-
q MONTANARI E TRUZZI A PAG. 4 q ALBERTINI A PAG. 14 - 15 tose. Per noi del Fatto è stata una
mamma e una nonna, accompa-
gnandoci fin dai primi numeri
con una serie di pezzi che spiega-
vano gli articoli della Costituzio-

FARSA ELETTORALE ”NOI USATI COME PARAVENTO”. OGGI SI CHIUDONO LE LISTE

ne. Essendo stata la prima donna
a conquistare una cattedra di Di-
ritto costituzionale (in un mondo

Di Maio & Tabacci fan fuggire

e un tempo che più maschili non si
poteva), avrebbe potuto tirarsela
facendo del reducismo femmini-
sta una professione, mettendosi
al calduccio in una delle tante lob-
by (o mafie) accademiche, tra-

i sindaci dal partito dei sindaci

sformandosi in una trombona col
piedistallo e collezionando posti e
prebende. Invece aveva scelto di
rimanere se stessa, dardeggiando
con l’aria birichina e monella che
non l’aveva abbandonata neppu-
re a 90 anni tutti gli attentatori
della Costituzione: fossero essi i
lanzichenecchi della destra ber-
lusconiana o i sepolcri imbiancati
della sinistra “riformista”. Come
IL FATTO ECONOMICO. dice Gustavo Zagrebelsky, i costi-
tuzionalisti italiani si dividono in
PARLA DARIO VASSALLO
Le sanzioni 6 mesi dopo:
due categorie: quelli che amano la
Costituzione (una minoranza) e
“Col M5S contro quelli che la odiano (la maggio-

chi non vuole Mosca non sta crollando ranza). I primi non fanno carrie-
ra. Lorenza era fra questi, infatti
contestò con la stessa briosa in-
verità su Angelo” transigenza la controriforma for-
zaleghista del 2006, quella di Na-
q IURILLO A PAG. 3 politano e Letta del ‘13 e quella di
Renzi, Boschi e Verdini del ‘16.
Ma era tutt’altro che una vestale
EVA CANTARELLA dell’intoccabilità della Carta, co-
me via via la dipinsero i berlusco-
“Non è la Meloni nes, i corazzieri di re Giorgio e i
renziani (ricordate la campagna
che può oscurare contro “gufi”, “soloni” e “professo-
roni”?). Era semplicemente con-
i politici maschi” tro ogni tentativo di stravolgerla,
ma approvava i progetti per ag-
giornarne qualche articolo: infat-
ti due anni fa appoggiò il referen-
dum per il taglio dei parlamentari
voluto dai 5Stelle.
I ricordi delle manifestazioni
fatte insieme, delle feste del Fatto,
Luigi Di Maio e Bruno Tabacci corrono per un seggio FOTO ANSA degli incontri con Libertà e Giu-
p L’inflazione è alta, ma stabile; il Pil calerà del 4-6%; il stizia, dei suoi dibattiti televisivi
p Lettera di oltre 200 amministratori locali contro l’ex M5S rublo va bene e il surplus estero è record grazie all’export in cui smontava con quattro paro-
q CAPORALE A PAG. 6 e il centrista che hanno pensato solo a “blindare poltrone”. energetico (337 mld nel 2022). Mentre noi, in Europa... le definitive e un sorriso gli arzi-
Stasera scade il termine per presentare i candidati al voto. gogoli dei nemici della Carta, si
q LENZI A PAG. 10 - 11 affollano alla notizia della sua
PIETRE&POPOLO q ZANCA A PAG. 2 scomparsa. Ma soprattutto delle
nostre telefonate e scambi di sms.
‘Sindaco d’Italia’: L’ultimo un mese fa, per com-
mentare qualcosa che avevo detto
una bestemmia » MEMORIE COMICHE Nello stesso albergo di Churchill e di Coppi La cattiveria in tv sulla guerra in Ucraina: an-
che su quella si era schierata con-
anti-Costituzione
Stanlio e Ollio, vacanze ad Acqui Terme Infondate le preoccupazioni
della Casellati paracadutata
in Basilicata: verrà votata in
trovento per sostenere lo spirito
autentico dell'articolo 11 contro i
q MONTANARI A PAG. 17 cialtroni – i costituzionalisti del
massa dai controllori di volo secondo tipo – che tentavano di
» Massimo Novelli vecchio albergo vive visibile insieme del- WWW.FORUM.SPINOZA.IT piegarlo in senso favorevole
CERVELLI IN FUGA di memorie e ospita le tracce degli scrit- all’invio delle armi a un paese non

D
al 1891 la sua facciata
Meglio gioventù: liberty si specchia nel-
la piazza Italia, cuore
pure nel calcio di Acqui Terme (Alessan-
dria). È il Grand Hotel Nuove
la mandiamo via Terme, chiuso da qualche
mese così come gli stabili-
q ZILIANI A PAG. 9 menti termali, anche se si
spera sia prossimo il rilancio.
In attesa della riapertura, il
forse una sorta di ge-
nius loci che asso-
miglia allo Spirito del
Raffles Hotel di Singa-
pore. Magistralmente rac-
contato in un suo bel roman-
zo, Un uomo alto vestito di
bianco (Piemme), dallo scrit-
tore Alberto Ongaro, lo Spiri-
to del Raffles è “nato dall'in-
tori che vi avevano a
lungo soggiornato e
dei loro personaggi”.
Al Nuove Terme di
Acqui aleggia lo Spirito
del Cinema, che evoca le dive
e i divi italiani degli anni Qua-
ranta, ma anche Stan Laurel e
Oliver Hardy, Stanlio e Ollio.
A PAG. 18
Le firme
q IN QUESTO NUMERO
HANNO SCRITTO PER NOI:
BISON, BOCCOLI, BONETTI,
CITATI, DALLA CHIESA,
D’ESPOSITO, FUCECCHI, GENTILI,
PIZZI, RODANO, SCIENZA,
SCUTO, TRUZZI E ZILIANI
alleato deciso dai sedicenti “mi-
gliori”. Ora, quando avremo qual-
che dubbio in materia costituzio-
nale, non potremo più chiamare
“la Lorenza”, come si presentava
lei, o “la Miss Marple della Carta”,
come la canzonavo io. La Costitu-
zione perde la sua migliore amica.
E questo moltiplica la responsa-
bilità di tutti noi.
2 l POLITICA IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 22 Agosto 2022

AL VOTO AL VOTO • OGGI SI CHIUDE

Chi c’è c’è Alle 20 scade
il termine per presentare
le liste: ancora ripescaggi
e guerre nei partiti per
la lotteria dei posti sicuri

» Paola Zanca

L
LO SBERLEFFO e scene dei nomi cam-
biati nei corridoi delle
cancellerie delle Corti
d’Appello, nella storia
delle elezioni, si sono già viste.
Quindi, mettiamo le mani a-
vanti: fino a questa sera alle 20
nulla può ancora dirsi certo. A

CASO RUBERTI, cominciare da Forza Italia, che

ieri sera navigava ancora al
buio. Ma a 34 giorni dall’aper-

CALENDA tura delle urne cade l’obbligo di

presentare i candidati. E quasi
tutti, disgrazia del Rosatellum,

DIMENTICA sanno già che fine faranno.

Traslochi, liti e rinunce:

I PARACADUTATI. Per loro, il

GLI AMICI seggio è affare fatto: i partiti li

hanno spediti in luoghi sicuri,
lontanissimi da casa, dove non

flipper delle candidature

hanno lasciato ottimi ricordi o

, QUANDO
SCRIVI cose
scomode tirano fuori
dove lo schieramento è troppo
sfavorito per rischiare di bru-
ciarli. È così che nel Pd Piero
l’infamia del “Falso Fassino si candida a Venezia,
quotidiano”. Carlo Dario Franceschini a Napoli,

per le Camere già “scelte”

Calenda, che quando Beatrice Lorenzin in Veneto.
c’è da insultare non Luigi Di Maio al proporzionale
si tira mai indietro, finisce nelle liste della Basilica-
ovviamente è il capo- ta. Ma pure i 5 Stelle hanno
fila. Ieri abbiamo blindato il ministro friulano
scritto che il video di Stefano Patuanelli in Campa-
Albino Ruberti che nia, mentre Maria Elena Bo-
ha tenuto scandalo schi attraversa lo Stivale senza
in questi giorni è sta- passare per la natìa Arezzo:
to offerto in prima
battuta all’entourage
cinque anni fa scalava a Bolza-
no, adesso con Italia Viva è
I RIPESCATI. Chissà se anche
Pittella, già di provata fede ren- La lettera Oltre 200 firmatari me Laura Castelli si rifiuta di
correre a Novara, dove le chan-
di Mauro Vicano, spiaggiata in Calabria. È riusci- ziana quando Matteo era se- ce di rielezione erano pratica-
candidato sindaco to a traslocare Federico Pizza- gretario del Pd, sarebbe finito mente nulle. Stavano prenden-
alle elezioni comuna-
li di Frosinone per A-
zione, partito di Car-
rotti che aveva minacciato di la-
sciare il Terzo Polo se lo avesse-
ro candidato a Parma, dove so-
nel corposo calderone dei “ri-
formisti”ripescati. L’ultimo, ie-
ri, è stato Stefano Ceccanti: il
Sindaci contro Di Maio: do la stessa china anche le dem
Monica Cirinnà e Alessia Mo-
rani: poi devono aver valutato
lo Calenda. Vicano è
del Pd ma litiga furio-
samente con l’uomo
lo qualche settimana fa aveva
fatto campagna con il Pd per le
amministrative. Un bel viaggio
professore correrà a Pisa. Gua-
dagna una posizione decisa-
mente migliore Enzo Amendo-
“Usati come paravento” che fosse un tantino sconve-
niente dire addio solo perché
non avevano l'elezione in tasca.
forte di Frosinone, anche per Elisabetta Casellati: la, anche l’ex portavoce di Ren- Ora combattono “con corag-
Francesco De Ange- dal Veneto alla Basilicata, tra le zi Filippo Sensi è praticamente gio” da “gladiatrici”.
lis e passa con Ca- ire dei forzisti lucani. blindato, mentre si è trovato u-

D
lenda. Il quale va di no strapuntino anche per l’in- oveva essere “il partito dei sommato contendibile lo aveva- I BLINDATI. Non devono faticare
persona a Frosinone I VENDICATIVI. Già, la Lucania. ventore del Jobs Act Tommaso sindaci”, la culla del “civi- no dato: capolista per il Senato invece, i graziati del Rosatel-
per sostenerne la sua Lì, in zona Pd regnano incon- Nannicini. In sintesi: Luca smo” a cui Luigi Di Maio nel Lazio (e poi un uninominale a lum che già sono in posizione
candidatura. Vicano trastati da decenni i Pittella: Lotti, nei guai per Open, è l’u- prometteva di portare voti e posti Moncalieri, non proprio casa sicura. Da Luigi Di Maio e Bru-
poi, al ballottaggio, si nico rimasto fuo- che contano. Ne aveva convinti, sua). Ma tutti gli altri “civici” era- no Tabacci di Impegno Civico,
schiera con la destra ri (e pazienza, va detto, più di 200 tra ammini- no stati piazzati in posti da Chiara Appendino a Ettore
di Riccardo Mastran-
geli e poi la capolista
I nomi Con Meloni notano nei dem,
se fu lui a evitare
stratori locali in carica e non, riu-
niti nella “Agenda nazionale civi-
assolutamente sen-
za partita: “No n
Licheri dei 5S, da Anna-
maria Bernini a Clau-
di Azione, Alessan- l’ex prefetto Pecoraro che Matteo, tre ca” guidata da Alessio Pascucci, volevamo seggi dio Lotito di Forza I-
dra Sardellitti, eletta anni fa, si portas- già sindaco di Cerveteri e fonda- sicuri – spiega – talia, da Laura Ra-
con 204 preferenze, Fuori Castelli e d’Incà se mezzo gruppo tore di Italia in Comune. Ma alla ma almeno pa- vetto a Massimiliano
diventa assessore (e parlamentare in vigilia delle elezioni, tutti e due- ri dignità, per Romeo della Lega.
congela la sua iscri- I Pittella “tornano” Italia Viva). cento hanno capito che le pro- poter dare il
zione ad Azione). messe di Di Maio (e di Tabacci, nostro contri- I MINISTERIALI. Cor-
Eppure tutte queste renziani, c’è anche I RITIRATI. A pro- che garantiva a tutti l’esenzione buto: sapevamo rono con Fratelli d’Ita-
il nipote di Crosetto posito dei guai,
tracce non bastano. dalla raccolta firme) erano un fi- fin dall’inizio che lia i “tecnici” che aspira-
Su Twitter Calenda da segnalare an- lino evanescenti. Perché di con- gli unici due seggi si- no a cariche di governo:
scrive: “1) questo Vi- che la partita dei creto, in tutta la faccenda, c’erano curi fossero per Di Maio e Giulio Tremonti, Marcello Pe-
cano non è di Azione; “rit irati”: i dem solo i due seggi assicurati per i Tabacci, non è questo il punto. ra, Carlo Nordio, Giulio Terzi di
2) lo abbiamo soste- perdono in Basi- due leader di Impegno Civico. Però ci aspettavamo di avere al- Sant’Agata e pure l’ex prefetto
nuto come candidato Gianni, senatore, e Marcello, licata il capolista La Regina, Così, si sono sentiti trattati “da meno la possibilità di mettere in di Roma Giuseppe Pecoraro.
indipendente a Frosi- ex presidente della Regione per un memesu Israele. Se ne va paravento”da chi “non ha trovato un nostro nome in un collegio in
none; 3) da allora Basilicata. Due giorni fa, di Francesco De Angelis, prota- spazio nei partiti tradizionali e bilico: avremmo perso, ma con I PARENTI. Menzione speciale
non lo abbiamo più fronte al trattamento ricevuto gonista della rissa a Frosinone deve inventarsi un modo per ri- dignità”. Invece, raccontano, non per i parenti. Oltre ai 5 Stelle
sentito. Il Falso quo- dal segretario Letta che non con l’ex capo di gabinetto del ciclarsi”. Quindi li hanno salutati hanno mai potuto partecipare a Davide Buffagni e Samuel So-
tidiano”. Con questi l’ha messo in lista, hanno pre- sindaco Gualtieri. Addio pole- caramente: “Non prestiamo cer- nessuna delle riunioni di coali- rial, fratelli di due ex deputati, e
presupposti in futuro so armi e bagagli e se ne sono mico anche in Articolo 1: Fede- to il fianco, i nomi, i volti e la no- zione: “Una totale mancanza di all’immancabile Piero De Luca
dirà di non conosce- andati con i nemici, Renzi e rico Conte non accetta il posto stra credibilità per assicurare u- trasparenza che ci obbliga a in- (figlio del dem Vincenzo), an-
re nemmeno Matteo Calenda. “La rivincita dei ter- che i dem gli hanno lasciato in na poltrona a questo o a quel po- terrompere immediatamente che Meloni non sfugge alla tra-
Renzi. ritori contro i diktat romani!”, Campania. Federico d’In cà litico rimasto senza casa”. Più questo percorso”perché “eviden- dizione: candida Lucrezia
ha festeggiato Marcello Pittel- non ha ricevuto proposte per il chiaro di così, si muore. Eppure temente si è preferito blindare al- Mantovani, figlia dell’ex asses-
la, dopo aver letto il suo nome Veneto, come si aspettava: per- Alessio Pascucci riesce a farsi ca- cune poltrone piuttosto che ri- sore lombardo, e Giovanni
da capolista al Senato con il ciò non accetta soluzioni “irri- pire ancora meglio: anche per- spettare gli impegni presi”. Crosetto, nipote di Guido (che
Terzo Polo. spettose” e resta a casa. Così co- ché a lui, va detto, un posto tutto PA.ZA. invece si tiene le mani libere).
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 22 Agosto 2022
34 giorni Manca
poco più
di un mese alle
elezioni fissate
per il 25
settembre
FOTO ANSA
Intese La senatrice Conzatti
Letta si allea con Renzi
in Trentino per l’ex FI
» Giuseppe Pietrobelli trosinistra. La spiegazione tecni-
A
co-politica? Una “felice anoma-
Roma se le suonano di santa lia”: il Senato “è eletto su base re-
ragione, a Trento fanno l’ac- gionale”. Quindi, nessun imba-
cordo. Da una parte Letta, razzo, anzi un unico obiettivo: “La
dall’altra Calenda e Renzi. Che a valorizzazione della nostra
Rovereto hanno siglato un’intesa autonomia speciale, un
che va in senso opposto rispetto laboratorio politico
a quelle rinnegate sul piano na- per la più ampia co-
zionale. Tutto in nome – adesso – munità naziona-
della candidatura per un seggio le”. La realtà è che
di senatore, e – in futuro – per la si spera di ottene-
nascita di una santa alleanza che re oggi una poltro-
contrasti la rielezione del presi- na, per averne
dente della Provincia, il leghista molte altre fra un
Massimo Fugatti. Solo così si anno. L’accordo ri-
spiega la decisione in controten- guarda tutti i tre collegi
denza che ha portato alla nascita senatoriali del Trentino, non
dell’Alleanza democratica per solo quello di Rovereto, negli altri
l’autonomia, che candida Dona- due vengono candidati Pietro
tella Conzatti, senatrice uscente Patton (Trento) e Michele Sartori
di Italia Viva alla ricerca di un po- (Pergine Valsugana). Parto tra-
sto sicuro e specialista nei cambi vagliato. Il Pd si è riunito in as-
di casacca. In soli nove anni è semblea, per mandare giù l’ama-
passata da Scelta Civica di Mario ro boccone di una senatrice pro-
Monti all’Unione per il Trentino, veniente dal centrodestra, poi di-
da Alternativa Popolare di Ange- ventata renziana. La segretaria
lino Alfano a Noi con l’Italia-Udc, Lucia Maestri ha invitato “a ra-
da Forza Italia (con cui è stata e- gionare con la testa, non con la
letta senatrice nel 2018) a Italia pancia”. A favore hanno votato in
Viva di Renzi, finendo addirittura 37, 10 si sono astenuti. L’unico a
nella cabina di regia. Adesso cor- non esserci sarà il simbolo di “Fu-
re con questa inedita coalizione tura”: “Volevano ricattarci, è solo
che raccoglie anche tutto il cen- un’alleanza elettorale”.
L’INTERVISTA • Dario Vassallo
“Mi candido coi 5S contro chi
non vuole la verità su Angelo”
» Vincenzo Iurillo
NAPOLI
P
er comprendere appie-
no le ragioni della can-
didatura di Dario Vas-
sallo nel M5s, che lo
schiera nel collegio uninomi-
nale della Camera nel Cilento
‘‘
in provincia di Salerno, biso-
gna riavvolgere il nastro al 5
settembre 2010. Alla sera di fi-
ne estate in cui nove colpi di pi-
stola spezzano il sogno del fra-
tello, il sindaco pescatore An-
gelo Vassallo. Un delitto finora
impunito. A fine luglio sono
I 5Stelle sono
stati perquisiti nove indagati,
tra cui tre carabinieri. Si ipotiz-
za il movente del traffico di dro-
ga al porto di Acciaroli, degli af-
fari loschi e inconfessabili tra
uomini dello Stato e dell’anti-
stato camorristico che Angelo
i più vicini
Vassallo aveva scoperto e stava
alle idee
per denunciare.
Dario e l’altro fratello Massi-
del sindaco
mo in questi 12 anni non si sono
mai arresi e hanno creato una
Fondazione nel nome di An-
pescatore
gelo Vassallo, una lanter-
na accesa h24 verso la
ricerca della verità
sull’omicidio, un mo-
do per tramandarne
le buone pratiche.
Angelo Vassallo in-
fatti era l’a mm i n i-
stratore più popolare e
stimato del territorio ci-
lentano, aveva risollevato
Pollica in cima alle classifiche
per qualità della vita, dell’am-
biente e del mare, ed era vicino
alla rottura col Pd: poche setti-
mane prima di morire, in
un’intervista aveva espresso
apprezzamenti per la Lega, che
all’epoca si chiamava ancora
Lega Nord e nel meridione non
aveva nessun radicamento. È
da qui che bisogna partire.
Perché si candida?
Mi candido contro quella poli-
tica che ha ostacolato Angelo in
vita, e la Fondazione nella ri-
cerca della verità sulla sua mor-
te. Per ora ha solo responsabi-
lità morale nell’omicidio, ma
questa politica va combattuta.
A chi e cosa si riferisce?
A quella parte del Pd che non
ha fatto nulla in Campania per
aiutarci a cercare la verità, anzi
l’ha ostacolata.
Faccia un esempio.
Il Pd, il partito di Angelo, il co-
mune di Pollica, a guida Pd, al
contrario della Fondazione
non si sono costituiti parte ci-
vile nei processi nati dalle de-
nunce di Angelo sugli illeciti
della Provincia di Salerno, in
cui erano coinvolti uomini del
sistema di potere del
governatore Vin-
cenzo De Luca. Ed è
una vergogna aver
cacciato la nostra
Fondazione dalla se-
de del Castello Capa-
no di Pollica.
In questi anni lei
ha cercato i mas-
simi dirigenti na-
zionali del Pd.
Nel 2012 parlai con il
coordinatore della
segreteria naziona-
le, Maurizio Miglia-
vacca. Volevo incon-
trare Bersani, volevo
chiedere perché i
dem non avessero a-
perto una indagine
interna, un dibatti-
to, sugli amici e so-
prattutto sui nemici
di mio fratello, sui suoi rapporti
con i politici locali e nazionali.
Un sindaco era stato ucciso e il
suo partito avrebbe dovuto
sentire il dovere di fare chiarez-
za. Quel dibattito non è stato
mai aperto, Bersani non l’ho
mai incontrato e Migliavacca
mi disse che Franco Alfieri
(all’epoca sindaco di Agropoli e
già assessore provinciale delle
‘strade fantasma’, processo in
cui lui non era imputato, nato
dalle denunce di Angelo Vas-
sallo, ndr), era la ‘punta di dia-
mante’ del Pd cilentano”.
Franco Alfieri, che quattro
anni dopo grazie a De Luca
POLITICA l 3
diventerà “Mister Fritture
di Pesce” e simbolo, suo
malgrado, delle clienteli-
smo del Pd deluchiano.
Sa cosa risposi a Migliavacca?
“Lei forse non distingue un dia-
mante da un culo di bottiglia”.
Però nel 2020 il segretario
Zingaretti le scrisse una
lettera molto accorata.
Vero. Ma quando gli chiesi di
presentare insieme al Nazare-
no il mio libro La Verità Negata
(il saggio che a 10 anni dal de-
litto ne ipotizza le cause e i mo-
venti, ndr), non mi ha risposto.
E così anche Enrico Letta.
Perché si candida nei Cin-
que Stelle?
Conte è stato l’unico premier a
scrivere alla Fondazione – nel
2010 Berlusconi non disse una
parola – ed oggi è l’unico lea-
der nazionale a partecipare al-
le nostre iniziative. Con la sua
guida i Cinque Stelle sono il
movimento che più si avvicina
alle idee ambientaliste di An-
gelo, sono gli unici che parlano
di lotta alle mafie e ai sistemi di
potere politico-mafioso sui
territori.
Il Pd candida nel suo colle-
gio Luca Cascone, un fede-
lissimo di De Luca.
La mia candidatura, la mia e-
ventuale elezione, serviran-
no a questo: a dare la spallata
definitiva al sistema Cilento,
al sistema Salerno. È il punto
di partenza per creare le con-
dizioni di un nuovo modo di
fare politica, che spezzi i me-
todi feudali di questi territo-
ri, che dia ai giovani la possi-
bilità di essere liberi di poter-
si esprimere.
Cosa risponderà agli av-
versari che la accuseranno
di strumentalizzare la tra-
gedia di suo fratello?
Che sono 12 anni che giro l’Ita-
lia in lungo e in largo per rac-
contare una politica diversa da
quelli che mi accuseranno, al-
trimenti avrebbero preso delle
posizioni precise sull’assassi-
nio del sindaco pescatore.
4 l ITALIA
LUTTO • Lorenza Carlassare Se n’è andata a 91 anni
Addio a una grande giurista,
troppo libera per la Consulta
» Silvia Truzzi
S
periamo, nelle righe
che seguono, di riuscire
a spiegare – almeno un
p o’ – perché Lorenza
Carlassare, che se n’è andata
ieri a 91 anni, lascia un incol-
mabile vuoto nel dibattito
pubblico, orfano di una delle
sue voci più autenticamente li-
bere e autorevoli.
SI ERA LAUREATA a 21 anni, per-
ché – confidò in un’intervista
“personale” concessa al nostro
giornale nel 2017 – i genitori la
spedirono a scuola prestissimo
dal momento che era una vera
peste: non bastava il 110 e lode,
aveva vinto anche il premio per
il miglior laureato dell’Univer-
sità di Padova. Le diedero im-
mediatamente un assegno di
ricerca e una scrivania in facol-
tà. Ma poi ebbe la pessima idea
di sposarsi e di ritorno dal viag-
gio di nozze non trovò più il suo
ufficio. Gaetano Arangio-Ruiz,
internazionalista che insegna-
va anche Diritto costituzionale,
si era dimesso in polemica con
la scelta che si basava sull’as-
sunto che una donna sposata
non potesse avere “in tere ssi
scientifici”. Era il 1954. La ri-
chiamarono di gran fretta ap-
pena restò, assai prematura-
mente, vedova. Però Lorenza fu
la prima donna a occupare una
cattedra di Diritto costituzio-
nale, anche se dieci anni dopo
rispetto a quando avrebbe do-
vuto. “Di me dicevano (me lo ri-
ferì un commissario): ‘È più
brava, e vincerà di certo. Prima
mandiamo avanti quelli meno
bravi, che sono più insicuri’.
Giuseppe Ferrari, che fu anche
giudice costituzionale, mi dis-
LA PIONIERA
FU LA PRIMA DONNA
A OTTENERE LA
CATTEDRA DI DIRITTO
COSTITUZIONALE
se: ‘Signora lo sa, lei sa-
rebbe la prima donna a
vincere una cattedra di
Diritto costituzionale.
È la rottura di una bar-
riera, lei capisce che è u-
na cosa gravissima. Si
renda conto che è molto
difficile’”.
La cosa si sbloccò alle
fine degli anni Settanta,
per caso: morì un mem-
bro della commissione e
fu sorteggiato uno che a-
veva sempre ritenuto u-
no scandalo che lei non
fosse diventata profes-
sore ordinario. Gustavo
Zagrebelsky una volta ci
disse di essersi sempre
vergognato moltissimo
perché era entrato in
ruolo molto prima di lei, nono-
stante fosse assai più giovane.
Questo perché la professo-
ressa, oltre a essere adorata dai
suoi colleghi, è sempre stata ri-
spettatissima: appena andò in
pensione divenne professore e-
merito e cominciarono a fiorire
gli studi in suo onore. Eppure
non è mai diventata giudice co-
stituzionale: così ci è toccato fe-
steggiare come una grande
conquista il fatto che Marta
Cartabia sia stata la prima pre-
sidente della Consulta. Una
volta glielo chiedemmo. Lei ri-
spose: “Di me qualche influen-
te uomo politico ha detto: ‘È i-
naffidabile’. So che invece vari
giudici costituzionali si aspet-
tavano la mia presenza”. Inaffi-
dabile, cioè troppo indipen-
dente. Sotto forma di conventio
ad excludendum, ma pur sem-
pre gran complimento alla sua
libertà: “Ho sempre pensato di
non dover rendere conto a nes-
suno, se non a scienza e co-
scienza. Dove per scienza in-
tendo i miei studi e per coscien-
za la mia fede. Del potere non
ho mai avuto soggezione”.
Nel 2013 fu chiamata da
Letta fra i 35 saggi che avreb-
bero dovuto aiutare la sua p-
seudo riforma. Accettò per vi-
gilare e portare una posizione
altra, durò un quarto d’ora: si
dimise quando capì che vole-
vano stravolgere la Carta (e in
polemica con la sospensione
dei lavori parlamentari, alla
notizia della fissazione dell’u-
dienza in Cassazione che a-
vrebbe poi condannato Berlu-
sconi in via definitiva). Nel
2014 il Movimento 5 Stelle la
propose tra i candidati alla
presidenza della Repubblica:
che Paese sarebbe stato, l’Ita-
lia, se fosse salita al Colle!
Per i lettori del Fatto è stata
sempre un punto di riferimen-
to: dai primi numeri, il giornale
ha ospitato i suoi pezzi che illu-
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 22 Agosto 2022
Studiosa Allieva
di Vezio Crisafulli,
Carlassare è
autrice di molte
pubblicazioni
accademiche. È
stata anche
accademica dei
Lincei e membro
del consiglio di
presidenza di
Libertà e Giustizia
FOTO LAPRESSE
stravano i principi fondamen-
tali della Carta. Per la Costitu-
zione, con il suo mite puntiglio,
Lorenza Carlassare si è sempre
spesa. Ai primi vagiti della fu-
riosa battaglia contro il reddito
di cittadinanza, ha preso posi-
zione sottolineando che tutta la
Carta è attraversata dal princi-
pio di dignità della persona e
che, con settant’anni di ritardo,
si applicava l’articolo 38 (che
non garantisce solo gli inabili al
lavoro ma anche i cittadini in-
volontariamente disoccupati).
NON SUCCEDEVA MAI che dices-
se di no a un’intervista quando
il politico di turno cercava di
manomettere la Carta con
qualche scusa, nel tentativo di
“scaricare sulla Costituzione le
incapacità della classe politica”.
Nel 2016 è stata una delle più
autorevoli voci contro la rifor-
ma Renzi-Boschi, per non dire
che, praticamente sola, criticò
il doppio mandato di Napolita-
no e pure di Mattarella. Ha di-
feso la riduzione dei parlamen-
tari perché “non conta il nume-
ro, conta il rapporto con gli e-
lettori”. Cioè una legge elettora-
le dignitosa e costituzionale (e
proporzionale). È stata una
delle prime voci ad alzarsi con-
tro l’invio di armi all’Ucraina,
in nome del pacifismo della
Carta e delle sentenze della
Consulta che lo ribadivano.
Tutti coloro che hanno a
cuore la democrazia rimpian-
geranno Lorenza Carlassare.
Chi l’ha conosciuta – oltre na-
turalmente a sua figlia, la scrit-
trice Raffaella Battaglini –
piange una donna formidabile,
dolce e solare, ma sempre im-
placabilmente ferma nella di-
fesa della Costituzione.
l
UNA VITA
IL COMMENTO
PER LA CARTA:
QUANTO
CI MANCHERÀ
» Tomaso Montanari
“I
n democrazia c’ è sempre
un’alternativa”: nella sere-
na fermezza di questa frase,
da lei usata per disapprovare la
rielezione di Sergio Mattarella al-
la Presidenza della Repubblica,
sta tutto il carattere della prima
donna ordinaria di Diritto costi-
tuzionale in Italia. Insieme all’a-
mica, alla persona animata fino
all’ultimo da un ardente amore
per la vita, in Lorenza Carlassa-
re piangiamo oggi una grande
studiosa, una straordinaria
maestra di generazioni di giuri-
sti e una ‘democratica sempre in
allarme’ – per u-
sare un’e sp re s- PRIMA FILA
sione di Norber-
to Bobbio. IN LOTTA
Tra le tante CONTRO
occasioni pub-
bliche in cui ho
LA RIFORMA
avuto l’onore di RENZI
sederle accanto –
a partire da
quelle promosse da Libertà e Giu-
stizia – ne ricordo una a Raven-
na, durante la campagna per il
No alla riforma costituzionale
Renzi-Boschi. Con noi c’era Mau-
rizio Landini, allora segretario
della Fiom, ed eravamo di fronte
a una platea di metalmeccanici:
ma il più radicale degli interven-
ti fu quello di Lorenza, che mostrò
con implacabile lucidità come
quel progetto mirasse a far uscire
dal Parlamento il conflitto socia-
le, motore di ogni possibile attua-
zione della Costituzione stessa.
È difficile, in queste tristissime
ore, sfuggire all’idea che Lorenza
se ne sia andata appena in tempo
per non assistere al ribaltamento
di quella Costituzione alla quale
ha dedicato la vita. Come non ri-
cordare le parole in cui spiegava
che “il presidenzialismo all’ame-
ricana in Italia non lo vogliono,
perché i poteri del presidente sono
davvero limitati dal Parlamento
e dal potere giurisdizionale, e al-
lora vedono l’idea del semi-presi-
denzialismo, come un filone che
può portare la concentrazione dei
poteri in una persona sola. Que-
sta è l’aspirazione”.
Te lo promettiamo, cara Loren-
za: cercheremo di contrastarla in
ogni modo, quell’aspirazione. Ma
quanto ci mancherai…
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 22 Agosto 2022
RUSSIA • L’ipotesi: la 29enne uccisa dai “partigiani” anti-regime
» Michela A.G. Iaccarino
I
ntorno alle 9 di sera, due
notti fa, a circa quaranta
chilometri dalla sua città:
Mosca. Darya Dugina è
morta sul colpo quando, nei
pressi del villaggio di Bolshie
Vyzyomy, è detonata la bomba
sull’auto Toyota Land Cruiser
Prado che era suo padre a do-
ver guidare. Figlia dell’ideolo-
go anti-occidentale Aleksandr
Dugin, Darya era di ritorno dal
festival Tradizya, Tradizione,
di Zakharovo. Un ultimo selfie
nel prato la immortala con il
genitore presente all’evento. A
trasformare il suo veicolo in u-
na trappola di fuoco 400
grammi di tritolo posti sotto il
sedile del guidatore, riferisce il
quotidiano russo Ko mm e r-
sant. L’ordigno esplosivo sa-
rebbe stato piazzato mentre la
macchina era parcheggiata
nell’area vip del festival, dove le
telecamere non erano funzio-
nanti da qualche giorno, ripor-
ta il media Lenta.
Forse era Dugin padre il
bersaglio dell’attentato, “forse
lo erano entrambi” ha aggiun-
to l’amico di famiglia Andrey
Krasnov. L’ideologo del “mon-
do multipolare” e dell’Eurasia
– talmente radicale da risulta-
re farsesco anche a molti na-
zionalisti russi – è stato spesso
descritto come “il Rasputin del
Cremlino” o “il cervello di Pu-
tin”, ma non ha mai varcato il
perimetro dello strettissimo
cerchio magico del presidente.
Se fosse stato davvero così vici-
no al leader russo – riferiscono
in anonimo fonti da Mosca –
perché i Dugin andavano in gi-
ro senza ochrany, guardie del
corpo? La morte della 29enne
Tra Platone e Putin Filosofa e giornalista, sosteneva
il conflitto in Ucraina. Il Cremlino punta il dito contro
Kiev che smentisce: “Non siamo terroristi come voi”
rimane avvolta da misteri,
troppe ipotesi controverse e
diciture ufficiali poco esplica-
tive: si tratta di un “crimine
pianificato e realizzato su com-
missione”, secondo il Comitato
investigativo russo. Secondo I-
lya Ponomarev - ex deputato
della Duma russa, oggi in divi-
sa come volontario tra le trup-
pe gialloblu - si tratta di “un’a-
zione partigiana” di un pre-
sunto “Esercito Nazionale Re-
pubblicano”, un gruppo clan-
destino operativo in Russia
che mira “a rovesciare il regime
di Putin”. A puntare invece su-
bito l’indice per la morte di
Darya contro Kiev sono stati –
in ordine – Denis Pushilin, il
capo della repubblica separa-
tista di Donetzk, che ha accu-
sato “i vili regime terrorista u-
craino”; poi la portavoce della
Difesa russa Maria Zakharo-
va. Leonid Slutsky, capo del
Comitato per gli Affari Inter-
nazionali della Duma, ha par-
lato di attacco al “mondo rus-
so”, quel russky mir pr o p a-
gandato dai due Dugin in tv,
spesso sul canale dei nostalgi-
ci degli zar, Tsargrad tv, dove
talvolta Darya era ospite.
Mykhailo Podolyak, consi-
gliere del presidente Zelen-
sky, ha replicato da Kiev: “Ov-
viamente l’Ucraina non ha
niente a che fare con questo,
perché non siamo uno stato
criminale come la Russia, sta-
to terrorista”.
Bomba nell’auto di Darya,
figlia dell’ideologo Dugin
LA DISPERAZIONE del filosofo –
con le mani nei capelli davanti
alle fiamme che avvolgevano il
corpo di sua figlia – è stata im-
mortalata in un video che velo-
ce si è diffuso ieri su Telegram.
Armi Missili Usa
distrutti da Mosca
M
issili da crociera Kalibr
contro il magazzino
che conteneva i sistemi
a razzo a lancio multiplo Hi-
mars. Il tenente generale I-
gor Konashenkov, portavoce
della Difesa di Mosca, ha ri-
ferito ieri che è stato distrut-
to così il deposito di arma-
menti che gli Stati Uniti ave-
vano inviato agli ucraini.
Un nuovo appello per ri-
portare la sicurezza all’im-
pianto nucleare di Zapori-
zhzhia è stato lanciato ieri da
quattro leader mondiali: Joe
Biden, Emmanuel Macron,
Olaf Scholz e Boris Johnson,
che hanno inviato le contro-
parti alla “moderazione”.
Si avvicina intanto il 24 a-
gosto, giorno in cui Kiev ogni
anno celebra la sua indipen-
Titolo: “È morta Dasha –dimi-
nutivo di Darya – figlia di Du-
gin”. Dal cono d’ombra di quel
padre mediaticamente inva-
dente Dughina stava uscendo,
ma per seguire le stesse orme
denza: è stato il presidente
Volodymyr Zelensky a lan-
ciare, nei giorni scorsi, l’allar-
me su un eventuale escala-
tion degli attacchi russi in vi-
sta delle celebrazioni.
Nella regione di Kharkiv è
già stato dichiarato il copri-
fuoco. Le autorità della capi-
tale ucraina hanno invece
deciso di vietare ogni forma
di assembramento fino al
prossimo 25 agosto.
Intanto non cessano le e-
splosioni in Crimea. La peni-
sola è stata bersaglio di at-
tacchi nelle ultime settima-
ne: diverse esplosioni, ripor-
ta il quotidiano Kyiv Indipen-
dent, sono state registrare
anche ieri nelle città di Yev-
patoria e Saky.
M. I.
del genitore: ne sembrava qua-
si una versione moderna, fem-
minile e minore. Identica a lui
nei lineamenti, ne copiava an-
che idee e parole militando nel
movimento euroasiatico in-
ternazionale da lui fondato. Le
dichiarazioni sulla necessità di
un “mondo multipolare” e sul-
la missione della Russia le era-
no costate sanzioni americane
e britanniche insieme ad accu-
se di disinformazione sull’ulti-
ma guerra russa. Darya si era
ESTERI l 5
IL TEORICO DELLA
“GUERRA TOTALE
CONTRO L’OVEST”
IL POLITOLOGO nato
a Mosca nel 1962
è tra i principali ideologi
dell’eurasiatismo. Spesso
ha ripetuto che contro
l’Ovest è necessaria
“una guerra totale”.
Neoimperialista, mira
alla riunificazione
delle terre russe e delle
popolazioni russofone
In mille pezzi
Polizia sul luogo
del disastro.
Accanto, Dugin.
Sotto, sua figlia
deceduta
FOTO LAPRESSE
laureata all’Mgu, università
statale di Mosca, la stessa dove
Telegram, per i suoi 20mila
followers, aveva aggiunto poi
insegnava – prima di essere una Z, la lettera che il Cremlino
cacciato – suo padre. Nel 2014 usa per sponsorizzare la pro-
una rivolta di studenti ha chie- paganda del conflitto. Una Z
sto la rimozione del cattedrati- che accompagna anche il titolo
co che seminava odio nell’ate- di un libro di cui è stata autrice:
neo con l’imperativo “uccidete “Libri Z”. Quello contro Kiev è
gli ucraini”. Dopo la laurea in “uno scontro di civiltà”: prima
filosofia, specializzazione neo- di morire, ha ripetuto più vol-
platonismo, Darya ha conti- te questa frase ai microfoni u-
nuato a omaggiare la sua pas- nificati delle tv sintonizzate
sione per l’antica Grecia con il sulla politica del Cremlino.
suo nickname: Platonova. Su Senza condividerne la cele-
brità, ripeteva più o meno con
la stessa foia del padre gli stes-
si slogan: “Noi, i Dugin, siamo
sulla strada della verità” e
“combattiamo il globalismo”.
Dell’uomo che doveva essere
al volante al posto suo aveva
dichiarato: “È un onore essere
sua figlia, siamo sulla stessa
barca”. Ma due giorni fa era da
sola nella sua auto.
6 l POLITICA IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 22 Agosto 2022

• Eva Cantarella Storica dell’antichità

“Contano le idee,
LA BIOGRAFIA
EVA CANTARELLA
non il sesso: Meloni
non la voterei mai”
Nata a Roma nel 1936,
figlia del noto grecista
Raffaele, si laurea
in giurisprudenza,
iniziando poi a insegnare
diritto greco e romano.
Negli anni è docente
all’Università di Pavia,
Camerino, Parma oltre » Antonello Caporale le lancette del tempo.
che all’estero,

“L
Temo che la Meloni sul
diventando visiting a donna come e- punto non la pensi co-
professor, tra le altre, lemento esposi- me me.
alla New York University. tivo, ceramica Oggi le cose come
Dal 1990 insegna Diritto che arreda bene. stanno?
romano e Diritto greco La donna come segmento Un po’ peggio di ieri. I di-
antico a Milano. Scrive numerico: al numero uno ritti civili, tra cui l’aborto,
decine di saggi, molti dei della lista l’uomo al due lei, sono rimessi - timidamente
quali dedicati anche al una qualunque lei. O il cor- o meno - in discussione. E
ruolo della donna nella po della donna: è giovane e così anche gli altri diritti su-
società antica. L’ultimo bella? Balla anche? Ma si biscono il clima del tempo.
libro è “L’emancipazione può?” La storia è tutto un sin-

‘‘
femminile attraverso lo Professoressa Eva Can- ghiozzo. Avanza e poi ar-
sport” (Feltrinelli, 2021) tarella, lei è contro le retra.
quote rosa, contro l’i- Dal I secolo avanti Cristo al
dea. I secolo dopo Cristo è tutta Missione
Io sono contro la formalizza- una storia di conquiste. A governo
zione di genere. Una donna Roma le donne ereditano La leader
può essere dichiarata- dai genitori in parti uguali di FdI Giorgia
mente antifemminista. con i fratelli, hanno un pa- Meloni e Eva

Sentivo parlare Prenda Giorgia Meloni, le trimonio proprio, studiano Cantarella

‘‘
sue idee non sono mie e la come i maschi. Sono anni FOTO LAPRESSE

di “una donna sua retorica oratoria sug-

gestiona la realtà e la de-
scrive in senso regressivo:
al Quirinale” sono una donna, sono u-
na madre, sono italiana,
È un’espressione sono cristiana eccetera.
Ricorda quel comizio?
orribile: non basta
Io sono Giorgia!
Legare la persona, legare
essere donna l’identità di donna alla
condizione di madre è già
un giudizio fondativo
dell ’esistenza che si dà,
un biglietto da visita,
un’idea che illustra quel
che si vuole essere.
Lei ha studiato il po-
addirittura la funzione ri-
produttiva della donna ridu-
cendola a espressione della
cruda materia. L’uomo era
invece lo spirito costituente.
Ci stiamo avvicinando al
primo quarto del nuovo
secolo: tante donne sono
al potere in Europa, poi
molti partiti, special-
mente di destra, sono
guidati da donne. E la lo-
ro forza si conferma, co-
me per la francese Le
luce distanti dalla storia di
oppressione che si vive
in Grecia.
Ma secondo lei non tutte
le donne concorrono alla
Poi però il rinculo.
La storia è una molla.
sono orribili. Al tempo di
Giustiniano i diritti si affie-
conquista di una effetti-
va parità tra sessi.
Secondo e terzo secolo voliscono e le donne torna-
no ad essere figure figlie di
Il suo discorso
Contano le idee non il sesso. un dio minore. Detto que-
Le battaglie femministe sto, il problema o la que-
della metà del secolo scor-
so, a cui anch’io ho concor-
stione sulla quale interro-
garsi oggi è la reputazione
so, adesso sembrano affie-
volite. Quando mi sono lau-
reata, per esempio, non ho
ha caratteri femminile. Ritorno al tema
del Quirinale.
Una donna al Quirina-
avuto la possibilità di con-
correre in magistratura. La
mia laurea è del 1960, l’a-
anti-femministi le?
Espressione orribile, non vo-
terei mai una donna solo

Legittimi, ma
tere delle donne nel cor- Pen, o si espande, e qui pertura dei ruoli anche alle perché donna.
so dei secoli. l’italiana Meloni. Di que- donne del 1963. Per dire il Siamo vicini a una donna
La storia è una continua al- ste ore poi la polemica punto da cui si partiva, l’ar- a Palazzo Chigi.

talena: andare avanti con
slancio, tornare indietro ru-
morosamente. Si avanza e si
arretra. Di donne al potere
parlava Erodoto. Eppure il
più grande colpo all’identità
femminile l’ha dato Aristo-
tele che ha messo in dubbio
sulla premier finlandese
Sanna Marin che balla
ma con movenze inop-
portune.
Solo perché è donna, questo
polverone su come balla e
con chi. La solita polemica
retriva, maschilista.
lontani da me
retratezza che si soffriva e i Se è di destra il suo discorso
traguardi raggiunti. pubblico ha i caratteri mar-
La conquista dei grandi catamente antifemministi,
temi dei diritti civili. mi sembra chiaro. Le sue i-
Dell’aborto per esempio. La dee sono legittime ma lonta-
vita si tutela alla nascita o al ne dalle mie. Non la voterei
concepimento? Una scelta mai, ecco.
che manda avanti o indietro © RIPRODUZIONE RISERVATA

ILCHIERICOVAGANTE
FABRIZIO D’ESPOSITO
E
ra l’11 febbraio del 1930 – il primo anni-
versario del Concordato fascioclericale
tra il regime di Benito Mussolini e la
Chiesa cattolica – e il cardinale Pietro Ga-
sparri, “premier” vaticano, venne di-
missionato da Pio XI, papa Ratti.
Fu non poca l’amarezza del car-
dinale, ma come si legge nelle sue
memorie (Il Cardinale Gasparri e
la Questione Romana, a cura di
Giovanni Spadolini, Le Monnier
1973), al prelato restava la storica sod-
disfazione di aver “cancellato” il Venti
Settembre risorgimentale, quando in quel
giorno del 1870 l’esercito di Cadorna si prese
Roma raggiungendo un duplice obiettivo: il
completamento del processo unitario del Pae-
se e la fine del potere temporale dei papi. Coi
Patti Lateranensi, infatti, il Duce eliminò la fe-
Porta Pia Da Ernesto Rossi a “Giorgia”: la festa
rimossa del XX Settembre (a 5 giorni dal voto)
sta civile del Venti Settembre e la sostituì con
quella della Conciliazione tra Stato e Santa Se-
de. Delle due l’una. Non solo per il cardinale
Gasparri ma tre decenni dopo anche per
l’anticlericale Ernesto Rossi, l’azioni-
sta e radicale che fu incarcerato dal
fascismo per vent’anni.
Promotore di “Giustizia e Liber-
tà” nonché autore con Altiero Spi-
nelli del Manifesto di Ventotene,
Rossi tenne un discorso il 20 settem-
bre 1959 a Firenze. In quel testo c’era-
no Garibaldi contro il “pretismo” e la de-
finizione di Dante sulla Chiesa temporale “put-
tana sciolta”, c’era l’analisi sull’allora potere dc
che aveva le radici proprio nel Concordato e c’e-
ra infine l’incompatibilità tra le due ricorrenze:
l’11 febbraio 1929 della Conciliazione, festa di
clericali e fascisti, e il 20 settembre 1870, che i
gesuiti della Civiltà Cattolica avevano invece
marchiato come la “festa dei massoni”. Per quel
discorso, Rossi subì persino una perquisizione
ordinata da un magistrato di Firenze, su “de-
nuncia di clericali” come riportò l’Unità.
CHISSÀ, ALLORA, cosa avrebbe pensato Rossi
(morto nel 1967) vedendo Giorgia Meloni e un
manipolo di camerati di Fratelli d’Italia rende-
re omaggio ai bersaglieri di Porta Pia. È succes-
so nel 2014 e la leader di FdI motivò la sua scelta
in senso “romano”: per lei quella data era l’ini-
zio di “Roma capitale”. In ogni caso Meloni è
stata l’unica leader di partito in questi lustri a
essere andata a Porta Pia per ragioni politiche e
non istituzionali (di solito sindaci, sottosegre-
tari di governo e rappresentanti della Regione
Lazio). Ma a ricordarsi del Venti Settembre so-
no tradizionalmente i fratelli del Grande O-
riente d’Italia, la maggiore obbedienza masso-
nica del Paese, a conferma di quello che la Ci-
viltà Cattolica denunciò nel 1911. E anche que-
st’anno, il Goi guidato dal Gran Maestro Ste-
fano Bisi andrà a Porta Pia. Resta da capire solo
se la festa una tantum entrerà in campagna e-
lettorale, visto che cinque giorni dopo si voterà.
Qualcuno, tra leader e big di partito, festeggerà
il Venti Settembre?
Il nostro è un Paese dove non solo manca una
religione civile, per dirla con Rousseau, ma do-
ve le feste laiche provocano divisioni e polemi-
che (una per tutte: il 25 aprile). Del resto per la
stessa Chiesa, la Breccia di Porta Pia è un lutto
eterno. È stato appena due anni fa che l’attuale
“premier” vaticano, Pietro Parolin, ha coniato
la definizione di “trauma provvidenziale”. Co-
me a dire: è stata la Provvidenza, ma resta pur
sempre un trauma. Dopo un secolo e mezzo.
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 22 Agosto 2022 CRONACA l 7

LA SAI L’ULTIMA?
t

Notizie differenti
Alcolici di Stato,
birre a prezzo pieno,
liquori assassini,
sogni mutilati,
gatti in tangenziale,
lontre fallimentari
e figlie senza cuore

» Tommaso Rodano

Giappone Il governo si lamenta con i giovani

e lancia una campagna: “Bevete più alcolici”
Una notizia che riempie di speranza etilica
giunge dal Sol Levante: il governo giapponese
invita i giovani a bere più alcool. Non è una
questione di salute pubblica, evidentemente,
quanto piuttosto una priorità economica: le
giovani leve consumano meno alcolici rispetto
alle precedenti e questo difetto danneggia le
casse dell’erario. Lo scrive (con comprensibile
invidia) l’inglese Bbc: “Le nuove generazioni
bevono meno alcol dei loro genitori, una mossa
che ha colpito le tasse su bevande come il sakè.
Quindi l’agenzia delle entrate giapponese è in-
tervenuta con un concorso nazionale per tro-
vare idee per invertire la tendenza. Con la cam-
pagna ‘Sake Viva!’ si spera di elaborare un pia-
no per rendere il bere più attraente e dare im-
pulso al settore. Il concorso chiede ai giovani
dai 20 ai 39 anni di condividere le loro idee im-
prenditoriali per stimolare la domanda tra i lo-
ro coetanei, che si tratti di sake, scotch, whisky,
birra o vino”. Salute.

Ancona Gli tolgono lo sconto dalla birra al supermercato
e il cliente perde la testa: lo fermano solo i carabinieri
Dalla provincia italiana arriva invece un fatto di cronaca che
va in direzione diametralmente opposta, rispetto al serafico
rapporto tra i giapponesi e le bevande alcoliche. Un povero
consumatore è letteralmente impazzito quando, arrivato il
momento di pagare, ha scoperto che sulla sua birra non c’era in
realtà nessuno sconto. “Acquista una birra al supermercato,
poi, quando va alla cassa e paga, si accorge che il prezzo non era
quello visto sull’etichetta nello scaffale, ma di qualche decina di
centesimi in più”, scrive Cronache Maceratesi. Lo sconto, gli
hanno spiegato, era esclusiva dei clienti con carta fedeltà. Il
30enne amatore del luppolo a quel punto ha perso la brocca e
non sono riusciti a calmarlo in due, l’addetto del supermercato
e un altro cliente. Hanno risolto le forze dell’ordine. “Il ragazzo,
che si trovava in condizioni psicofisiche alterate, è fuggito ma
poi è stato bloccato dai carabinieri, è stato sedato e portato in
ospedale”. Era così complicato fargli quel maledetto sconto?
Stati Uniti L’imprenditore licenzia i suoi dipendenti
e piange sui social, ma investe denaro per una lontra
Nell’orgia di storielle filo confindustriali sui poveri imprendi-
tori che non trovano dipendenti e maledicono il reddito di cit-
tadinanza, ogni tanto tra le maglie dell’autocensura filtra qual-
cosa di diverso. La notizia – comunque inoffensiva – arriva da-
gli Usa e in Italia l’ha pubblicata Il Giornale: “Braden Wallake
ha postato un selfie su Linkedin in cui piange raccontando di
aver dovuto licenziare i suoi dipendenti, ma viene ricoperto di
insulti. C’entra anche una lontra marina”. Il Ceo dell’azienda
Hypersocial pensava di conquistare il cuore della rete, raccon-
tando i rimorsi personali nel dover mandare a casa senza sti-
pendio i suoi lavoratori, ma si è scoperto che tra i suoi investi-
menti c’erano anche voci porco ortodosse, diciamo: “A scaldare
gli animi è stata infatti la notizia dell’adozione di una lontra ma-
rina da parte di Wallake. Sulla sua pagina Instagram il Ceo a-
veva postato anche il certificato d’adozione in cui il Wwf lo rin-
graziava per il generoso contributo ricevuto dal manager”.
Ghana Pisolini in stile Bobbit: un uomo si taglia i genitali
nel sonno, stava sognando qualcuno che affettava la carne
Altro che Lorena Bobbit, sogni d’oro: un uomo si è tagliato
i genitali nel sonno in circostanze oniricamente bizzarre. Lo
riporta Fanpage: “Un contadino 47enne del Ghana versa in
condizioni critiche dopo essersi tagliato accidentalmente lo
scroto mentre dormiva. A confermare il singolare incidente
è stato lo stesso Kofi Atta dal Komfo Anokye Teaching Ho-
spital (KATH) dove sta ricevendo le prime cure”. Questo si-
gnore fa sogni particolari: “L’uomo ha detto che il giorno
dell’incidente stava facendo un pisolino nel pomeriggio se-
duto su una sedia. ‘Mi siedo sulla sedia quando mi addor-
mento, quindi mentre dormivo ho sognato qualcuno di
fronte a me che diceva di tagliare della carne’. Sono stati due
vicini i primi a prestargli soccorso, dopo averlo sentito ur-
lare. A quel punto Kofi ha provato ad alzarsi, ma ha percepito
subito il forte dolore ai genitali. È stato allora che ha capito
cosa era successo”. Nemmeno in un film di Tarantino.

Brasile La figlia froda la mamma rubandole opere d’arte
per 140 milioni di euro grazie a un gruppo di finti sensitivi
Una commovente parabola sull’amore filiale ci giunge dal
Brasile, dove una spregiudicata fanciulla ha frodato l’amata
mamma per la modesta cifra di 725 milioni di real, l’equi-
valente di quasi 140 milioni di euro. “L’attrice ed ereditiera
Sabine Boghici è stata arrestata mercoledì mattina nella Zo-
na Sud di Rio, per una truffa milionaria contro sua madre –
scrive globo.com –. La vittima, una donna anziana il cui no-
me verrà occultato, è stata ingannata e poi minacciata. Ha
subito una perdita stimata di 725 milioni di real, tra paga-
menti di estorsioni e dipinti rubati, comprese le opere di Tar-
sila do Amaral e Di Cavalcanti”. Un amore di figliuola: “Se-
condo le indagini, la figlia ha assunto persone che si spac-
ciavano per sensitivi per convincere l’anziana donna a pa-
gare ‘lavori spirituali’ per salvarla. Gli agenti della stazione
speciale di polizia per gli anziani hanno portato a termine un
totale di sei mandati di arresto e 16 mandati di perquisizione
e sequestro”.
Sud Africa Muore dopo aver bevuto una bottiglia di liquore
in due minuti (per una scommessa in cui avrebbe vinto 11 euro)
Un’ennesima notizia di eccessi alcolici, stavolta con risvolti
tragici, giunge dal Sud Africa, dove un giovane e sfortunato
cretino si è ammazzato bevendo una bottiglia di liquore in due
minuti. “È successo nella provincia di Limpopo, in Sudafrica,
a un uomo di età compresa tra i 25 e i 30 anni. Sulla vicenda sta
indagando la polizia: secondo le prime informazioni fornite
alla stampa locale, la vittima era stata sfidata a bere quanto
più alcool possibile in un breve lasso di tempo – riporta Sky
Tg24. Si trattava, in sostanza, di una sfida a colpi di bevute: chi
tra gli avventori fosse riuscito a terminare un’intera bottiglia
entro un tempo specificato avrebbe vinto 200 rand in contan-
ti, l’equivalente di 11 euro. Arrivato il suo turno, la vittima ha
iniziato a ingerire la bevanda alcolica e si è concessa una sola
pausa in meno di due minuti, prima di svenire per il consumo
eccessivo. Trasportata in una clinica locale, è stata dichiarata
morta poco dopo”. È noto come binge drinking e secondo una
ricerca, in Sud Africa è familiare a una persona su sette.
Bressanone C’è un gatto in tangenziale e il traffico
va in tilt. Il micetto salva la pelle grazie ai vigili urbani
Si dice “durare come un gatto in tangenziale” per descrivere
un’esperienza che si esaurisce in pochi istanti (ci hanno fatto
pure il titolo di un film). A Bressanone invece un gattino in tan-
genziale è miracolosamente sopravvissuto al traffico locale,
pur causando rallentamenti e code. Lo racconta il Giornale del
Trentino:“Protagonista di questa storia fortunatamente a lieto
fine è stato appunto un gattino (maschio) di nemmeno 3 mesi,
scampato a una serie di investimenti nel tratto fra i due tunnel
della tangenziale di Bressanone. Ad accorgersi di quanto ac-
cadeva e a intervenire in aiuto del piccolo animale è stata una
pattuglia della polizia locale: i due agenti hanno notato un’auto
frenare e sterzare bruscamente (...), le auto in transito tra i due
tunnel stavano evitando un piccolo gatto che si trovava fermo in
mezzo alla carreggiata. E col passare dei minuti la situazione
diventava sempre più drammatica, con le auto che si incolon-
navano e il traffico che andava in tilt”. La bestiola, salvata dagli
agenti, è stata affidata al servizio veterinario di Bressanone.
8 l PIAZZA GRANDE
FACCEDICASTA
VERONICA GENTILI
CRISANTI CANDIDATO PD?
I TWEET DEI DUE MATTEO
E GLI “SMEMORATI” PER FINTA
PROMOSSI
TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO Il professor Cri-
santi, figura diventata celebre nel corso della pandemia
per le sue prese di posizione tutt’altro che allineate o
prevedibili, ha deciso di accettare la candidatura con il
Partito democratico. Immediatamente
sono fioccate le reazioni polemiche
degli avversari. Ne prendiamo tre
esempi. Matteo Renzi: “Ricordo
con preoccupazione alcune frasi
folli del virologo Crisanti e spero
che non porti in Parlamento una
cultura di lockdown illiberale e inuti-
le. Se vince la linea del Pd Crisanti al pri-
mo raffreddore finiamo tutti in quarantena”. Matteo
Salvini: “Il tele-virologo #Crisanti candidato col PD.
#Credo che ora si capiscano tante cose”. Claudio Bor-
ghi: “Povero Crisanti. #Credo che fare retromarce e poi
accelerate per convenienza personale lo farà impazzire.
Qui stava facendo retro... adesso con speranza dovrà
fare avanti tutta...”. (E allega un vecchio articolo: ‘AN-
DREA CRISANTI CONTRO TUTTI: I VACCINI AI BAM-
BINI? NON C'E' FRETTA. IMMUNITA' DI GREGGE? FA-
KE NEWS’). Sono sufficienti queste tre considerazioni
per mostrare quanto difficile sia catalogare le posizioni
del microbiologo romano per archiviarlo come ‘uomo di
una parte’. Se Matteo Renzi lo identifica come un pe-
ricoloso chiusurista, oltranzista del lockdown, Claudio
Borghi, noto contestatore delle politiche governative
sul Covid, ironizza sul fatto che da posizioni laiche Cri-
santi sarà costretto a convertirsi all’ortodossia per se-
guire la linea Speranza. Sono in molti invece a forzare
la mano proprio su tutte le critiche mosse dal profes-
sore all’operato del governo, ironizzando su come fa-
ranno il neo candidato e l’ex ministro a convivere nello
stesso contenitore. Salvini, invece, scrive un tweet che
sembra sottendere a lunghe divergenze con il virologo
spiegate a posteriori da questa candidatura con il par-
tito avversario: quello che il segretario della Lega di-
mentica, invece, è la grande quantità di volte in cui le
posizioni ‘eretiche’ di un virologo trasversalmente sti-
mato sono state usate dalla destra per mettere in di-
scussione l’operato del governo. Insomma, a prescin-
dere dall’esito della sua candidatura, Andrea Crisanti
è senz’altro un professionista difficile da liquidare con
un paio di tweet.
Voto: 7
BOCCIATI
BALLA CHE TI PASSA Dmitri Medve-
dev, vicepresidente del Consiglio di
Sicurezza nazionale russo e rana
dalla bocca larga del regime, si è
sentito in dovere d’intervenire in-
direttamente nelle vicende eletto-
rali nostrane: "Vorremmo vedere i
cittadini europei non solo esprimere
il malcontento per le azioni dei loro go-
verni, ma anche dire qualcosa di più coerente. Ad e-
sempio, che li chiamino a rendere conto, punendoli per
la loro evidente stupidità". Quanto le parole dell’ex Pre-
sidente russo abbiano un peso reale sui Paesi europei,
quanto rivelino un tentativo grossolano d’ingerenza che
finisce per sortire l’effetto contrario, lo diranno le urne.
Quello che invece possiamo dirci oggi è quanto sarebbe
stato meglio se invece di passare l’estate a postare, an-
che Medvedev fosse andato a ballare a qualche festa
come Sanna Marin e si fosse rilassato un po’.
Voto: 2
La grande pavidità
dei giornalisti nostrani
Il buon giornalista dovrebbe es-
sere un attento guardiano di ciò
che accade, specialmente in po-
litica. Tutto il contrario di ciò che
accade nei talk estivi sulle elezio-
ni e in particolare, mi dispiace
dirlo, ne La corsa al voto, ultimo
programma di La7. L’apoteosi
della piaggeria, della intervista in
ginocchio, della complicità. La
cosiddetta intervista a Di Maio
ne è un classico esempio: nessun
accenno all’evidente trasformi-
smo di “Giggino ‘a pultrona”, nes-
suna domanda sulle sue respon-
sabilità della quasi dissoluzione
del Movimento. Lo hanno lascia-
to accusare chiunque senza mi-
nimamente obiettare qualcosa.
Non mi aspetto che Celata e De
Angelis diventino improvvisa-
mente dei Letterman nostrani,
ma che almeno svolgano la loro
professione con un minimo di
coraggio. Quasi tutta l’informa-
zione critica aspramente la me-
diocrità della classe politica, poi,
quando si ha di fronte il leader di
turno, non accade assolutamen-
te nulla, totale riverenza e appiat-
timento. Sottolineare contraddi-
zioni, fare domande scomode,
non accettare qualsiasi risposta,
andare in profondità senza paura
di possibili reazioni arroganti, in-
somma fare vero giornalismo, è
l’unico modo per informare un
cittadino in maniera trasparente,
per aiutarlo a comprendere me-
glio le reali posizioni di chi andrà
a votare. Sempre se ci andrà...
LUCA BATTISTINI
Grazie a Piero Angela,
eccellente divulgatore
Da docente universitario che per
quasi 20 anni ha insegnato Pato-
logia Generale e Fisiopatologia
Veterinaria presso la Facoltà di
Medicina Veterinaria dell’Uni-
versità di Teramo, sento il dovere
di rivolgere un pensiero, com-
mosso e riconoscente al contem-
po, a Piero Angela, indiscusso gi-
gante ed antesignano della divul-
gazione scientifica nel nostro
Paese, che ci ha lasciato all’età di
93 anni. Tutti noi dovremmo tri-
butare - come di fatto è avvenuto
e sta tuttora accadendo - un ple-
biscitario e quantomai meritato
plauso a questo nostro grande
connazionale, che della propria
vita ha fatto una missione intera-
mente dedicata a trasferire al
grande pubblico non soltanto i
risultati, ma anche e soprattutto
il significato della Scienza ed il
ruolo delle Donne e degli Uomini
di Scienza nella società contem-
poranea. E tanto più opportuna
ed encomiabile appare l’opera di
“catechesi scientifica” incessan-
temente ed appassionatamente
svolta da Piero Angela allor-
quando si pensi al deficitario li-
Direttore responsabile Marco Travaglio
Vicedirettore responsabile libri Paper First Marco Lillo
Vicedirettori Salvatore Cannavò, Maddalena Oliva
Caporedattore centrale Edoardo Novella
Caporedattore vicario Eduardo Di Blasi
Caporedattore Stefano Citati
Art director Fabio Corsi
Consulente per il numero del Lunedì Ettore Boffano
mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
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sede legale: 00184 Roma, Via di Sant’Erasmo n° 2
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 22 Agosto 2022
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LODICOALFATTO
La guerra Dall’Ucraina a Taiwan,
la minaccia è tornata nelle nostre vite
MENTRE LA GUERRA IN UCRAINA continua,
senza che si vedano spiragli di “cessate il fuoco”, nel
Mar della Cina sale la tensione tra Pechino e Taipei.
Anche Kissinger, che di crisi internazionali se ne in-
tende, preannuncia un possibile, prossimo conflitto
armato. Un'altra “bella” guerra che avvicinerà ulte-
riormente l'orologio dell'Apocalisse alla fatidica
“Mezzanotte”. Sembra impossibile, ma neanche
un’eventuale catastrofe planetaria riesce a smuo-
vere i cosiddetti “grandi della Terra” verso una ne-
cessaria coesistenza pacifica. Ormai, come ha di-
mostrato il conflitto in Ucraina, l'opzione armata Vittime civili Un funerale a Bucha FOTO ANSA
viene accettata come una cosa possibile, addirittu-
ra necessaria. Lo stiamo vedendo anche qui da noi in sta in scena a livello planetario. Il Terzo con-
Italia, dove chiunque (fosse anche il Papa) si dichiari flitto mondiale continua a esser scongiurato da
contrario all'uso delle armi, è subito di “connivenza quel che appare ora solo un tenue argine della
col nemico”. Ma è possibile che i “Patrioti da ope- deterrenza atomica, che ha assicurato decenni
retta”, che inneggiano alla guerra, purché non tocchi di pace e prosperità (soprattutto a Occidente)
a loro andarla a combattere, non si rendano conto sotto l’ombrello della Potenza mondiale ameri-
che se si dovesse arrivare a varcare la soglia di ciò cana. Ma adesso che il pressoché ottuagenario
che “non dovrebbe mai succedere”, anche per loro Biden sembra esser una caricatura del cow boy
non ci sarebbe scampo? che cavalca il missile “fine di mondo” del ku-
MAURO CHIOSTRI brickiano Dottor Stranamore, quello che pare-
va un conflitto sopito e marginale tra Taiwan e
“ARMIAMOCI E PARTITE” era divenuto il re- la madrepatria cinese si è risvegliato e si rivela
frain ironico anti-bellicista alla fine del XIX a noi come una minaccia globale ancor più
secolo nell’Italia pre-Grande Guerra e s’abbat- dell’Ucraina: siam andati indietro nel tempo:
teva anche se Mussolini “guerrafondaio” agli i- la guerra non è più un’ipotesi assurda, ma è tor-
nizi del XX secolo nel perdurare dell’utopia co- nata a far parte delle nostre esistenze, aggiun-
loniale del Regno d’Italia. È passato più di un gendosi alla pandemia, alle crisi economiche,
secolo, conflitti mondiali, Guerra Fredda, alle magre prospettive del futuro in generale.
scontri post-coloniali: l’operetta guerresca re- STEFANO CITATI
vello di alfabetizzazione scienti- era iscritto e oggi nuovamente si stra inchiesta, italiani che non
fica che caratterizza il tessuto so- ricandida per assurgere alle più hanno mai visto l’Italia se non
ciale del nostro Paese. Grazie Pie- alte cariche dello stato. C’è pro- in cartolina o nei racconti dei lo-
ro, grazie di cuore e che la Terra ti prio da chiedersi: ma che razza di ro nonni, posso votare loro o far
sia lieve. paese siamo? votare, dietro compenso, chic-
PROF. GIOVANNI DI GUARDO STEFANO TOMASONI chessia comodamente da casa e
le loro schede vengono poi rac-
L’Italia delle stragi Tutti i miei dubbi colte da mani esperte che le im-
bucano alle poste del paese o
non ha più memoria sul voto all’e stero vengono portate a pacchi nei
Egregio direttore, ho letto sul Nel nostro Paese, dove se esprimi consolati o nelle ambasciate.
Fatto Quotidiano del 15 agosto una opinione che dissente dalla Ma vi pare normale?
l’articolo di Nando Dalla Chiesa e “Agenda Draghi”sei definito “pu- FRANCO NOVEMBRINI
lo condivido dalla prima all’ulti- tiniano”o“spia comunista”, viene
ma riga. In una campagna elet- data la possibilità di votare dall’e-
torale che reputo pericolosa, per i stero: cosa giusta se fatta corret-
risvolti che potrebbe avere, stia- tamente, ma io credo che sia, se
mo parlando del nulla, ma pochi non contro la vigente Costituzio-
o pochissimi argomentano su ciò ne, almeno contro il buon senso e
che può accadere nel prossimo, l’uguaglianza dei cittadini. Mi
vicinissimo futuro. Giusto, com- spiego: io per votare devo recar-
memoriamo i trentennali delle mi se non ospedalizzato o grave-
grandi stragi, scriviamo che la ve- mente infermo al seggio elettora-
rità appurata, dopo decenni di le, devo essere in possesso di un
scientifici depistaggi, orchestrati documento che mi identifichi ed
da “menti raffinatissime”, come in più, cosa che credo unica in
direbbe il dott. Giovanni Falco- Europa, di un cartoncino che mi
ne, mette al centro della strategia ricorda la “tessera del pane” LEGGI, GUARDA, ASCOLTA,
stragista la loggia massonica P2, dell ’immediato dopoguerra, ESPLORA. Inquadra il Codice QR e
ma ci scordiamo brillantemente dove viene apposto un timbro accedi a FQEXTRA, la versione digi-
di ricordare chi, con la tessera che spesso insudicia soltanto la tale del nostro quotidiano
n.1816, a quella loggia massonica tessera. Invece, come da una vo-
Cinzia Monteverdi Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130;
(Presidente e amministratore delegato) Litosud, 20060 Milano, Pessano con Bornago, via Aldo Moro n° 4;
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IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 22 Agosto 2022 PIAZZA GRANDE l 9

STORIEITALIANE LASETTIMANAINCOM
NANDO DALLA CHIESA SILVIA TRUZZI

Appunti elettorali Il Frecciarossa ormai ANCHE LE COLF NEL LORO

spuntato e lo spritz dei milanesi a 8 euro PICCOLO S’INCAZZANO
(E PURE LE GIORNALISTE)
M
odi di vivere. Ovvero dere una fiammata di concre-
come rileggere l’e- tezza su questi temi procure-
state dopo la boa di rebbe sollievo democratico.
Ferragosto. Modi di vivere Modi di vivere, ancora, sono
sono quelli di chi sceglie dove pure quelli che si ricavano dai BOCCIATI
andare per intripparsi di no- costi molti differenti di identici
vità oppure per tornare in un consumi in luoghi diversi. Non UN TESTE DI NOME WANDA. In Argentina, leggiamo sul
luogo di pace, magari il borgo si dice solo delle località di va- Corriere, ha grande seguito (oltre alle vicende di corna)
natio. Modi di vivere sono canza più “esclusive”, dove la anche la saga di Carmen Cisnero, ex domestica di Wanda
quelli trasmessi chiassosa- scelta è comunque di spolpare Nara che ha denunciato gli ormai ex da-
mente con i propri acconcia- chi decide di andarci pur sapen- tori di lavori per maltrattamenti, sti-
menti da milioni di persone do costi e tariffe. pendi mai arrivati e schiavismo. Il
vogliose di salire su auto, tre- suo racconto ha fatto uscire allo
ni e aerei, abbigliate come MA SI DICE ANCHE delle città che scoperto altre colf e domestiche
comparse di Verdone, quasi Bassa velocità La Stazione Centrale di Milano FOTO LAPRESSE il viaggio stesso mette a confron- che hanno deciso di protestare, or-
debbano convincerti che i to. Incontri in vacanza lo stu- ganizzando una marcia contro Wan-
grandi registi non devono in- dente laureato con te, che sta fa- da. La donna, che naturalmente è stata
ventare niente, che la natura va già oltre roviario. Qui un guasto a un im- cendo il dottorato di ricerca; e gli denunciata da Wanda Nara ha detto:
ogni possibile fantasia. Oppure quelli pianto tra la stazione di Bologna TRENI RITARDI chiedi dove, e ti risponde che lo “Non mi pagano da due anni e mezzo, a ottobre saranno
messi involontariamente in scena da una e un’altra a scelta, qui la presen- sta facendo a Torino. Come mai a
infanzia che nemmeno gli adulti riescono za di persone non autorizzate FINO A 150, 180
tre. Chiedo soldi e lui (Icardi) mi dice: ‘Te li porto domani’,
Torino? Prof, perché a Torino la ma poi non si presenta”. Ora sarà un giudice ad accertare
a sgraziare, ma che proprio grazie agli a- lungo i binari, qui il ritardo del O ANCHE 210 borsa vale il doppio che a Mila- cosa è successo, ma la signora Nara potrebbe mostrarsi
dulti si va sempre più dividendo tra i bimbi treno precedente, qui l’autorità
felici di palette, formine, biglie e secchielli, giudiziaria, fatto sta che ogni
MINUTI SONO no. A Torino vivo bene, a Milano
non ce la faccio. Una casa è im-
più empatica e ricordare che a volte la vita che ti trovi a vi-
vere dipende solo dal caso. O al massimo, dal culo.
e bimbi mentalmente atrofizzati dai cellu- giorno di viaggio è un’incognita, LA NORMA possibile, a meno di privarsi di o-
lari, più belli e affascinanti dei giochi tra che pesa – eccome – sul modo di gni piacere. Ma è un paese que- SFUMATURE DI GRIGIO. Una delle più popolari giornali-
coetanei e delle onde del mare. vivere collettivo. Perfino i tavo- sto? È tutto così naturale? O ste tv del Canada è stata cacciata, questo il sospetto, per
lini dei bar delle stazioni vengono vanda- qualcuno dirà che ci vogliono anche al la decisione di apparire in video a 58 anni con i capelli gri-
MODI DI VIVERE sono quelli imposti da un licamente occupati da gruppi di persone Nord le antiche “gabbie salariali”? Una gu- gi: Lisa LaFlamme, volto di Ctv News, ha rivelato su Twit-
sistema dei trasporti che sta impazzendo. I per un caffè, perché se il treno ritarda mol- stosa storiella spiega, a farla breve, che il ter che le era stata comunicata la decisione di terminare
politici “concre ti”, quelli che parlano a to o viene soppresso dove ci sediamo? Gli 90 per cento dei giovani italiani prende lo dopo 35 anni il suo contratto, con due anni di anticipo. L’e-
macchinetta dell’impossibilità di arrivare altri aspettano in piedi anche se devono spritz. Ma che se lo paga 12 euro è mila- mittente smentisce, parlando di “deci-
alla “quarta settimana”, osservano muti il mangiare, parimenti timorosi di sop- nese. Non so. L’ho preso, sfidando i treni, sione imprenditoriale” e citando
disastro. Ormai le frecce del nuovo mira- pressioni e ritardi biblici. Quanto al sur- al tavolino di un bar centrale di Verona "cambiamenti delle abitudini degli
colo italiano piazzano come niente fosse reale diritto ai rimborsi, anche quello fa (non di un paesino alpino) a 4 euro e mez- utenti”. Il sostituto della giornalista
ritardi di 150, 180 o addirittura 210 minu- parte dei modi di vivere a cui si è costretti. zo. A Milano 8 euro, ad andar bene. E tutto è un capolavoro di politicamente
ti. Ormai i treni locali vengono soppressi Come chiedere l’elemosina, provare per è ovviamente in scala, a partire dal toast corretto (musulmano di famiglia in-
come in un sadico gioco a mosca cieca. Ma credere. Forse sono tutti azzittiti dall’i- nell’intervallo di lavoro. Ma Milano non è diana emigrata dall'Uganda) e so-
non vedo in nessun programma elettorale dea che pretendere che i treni arrivino in località turistica. Si può essere costretti a prattutto: è maschio. I media canadesi
una strategia di intervento radicale orario sia da fascisti (“lo diceva anche il lavorarci… Se la “politica della concretez- sottolineano che Lloyd Robertson, il pre-
sull’organizzazione, sulle risorse e sulle re- duce, e non gli portò fortuna”… quante za” esiste, batta un colpo. Per i treni, per i decessore di LaFlamme, si è ritirato a 77 anni ed è stato o-
sponsabilità manageriali del sistema fer- fesserie che si dicono…). Ma giuro che ve- toast, per i prezzi a capriccio. norato con un commiato in video. E, indovinate un po’?, a-
veva i capelli bianchi!

SOLOPOSTIINPIEDI
COFFEE BREAK. I dipendenti di uno Starbucks a Buffalo,
New York, spopolano su Tik Tok. In gruppo hanno abban-
donato il negozio dopo che il manager ha licenziato un di-
pendente che lavorava lì da 13 anni. La sede, i cui dipen-
PAOLO ZILIANI denti hanno votato per la sindacalizzazione a marzo, è ri-
masta chiusa dopo la protesta della settimana scorsa,
mentre i lavoratori scioperano per chiedere il reintegro

Abbasso i giovani Cesare Casadei, 19 anni, del collega. Un'organizzazione che si propone di aiutare i
lavoratori di Starbucks Usa, ha pubblicato su TikTok un
filmato, visualizzato più di 20 milioni di volte, in cui i di-

ignorato dall’Inter, al Chelsea per 20 milioni pendenti mostrano cartelli con la scritta “senza i lavorato-
ri le aziende non fanno profitti”. Dopo qualche secolo for-
se, ma forse, perfino negli Stati Uniti cominciano a capire
che lo sfruttamento selvaggio deve finire.

L
a Polaroid del calcio italia-
no 2022-23, l’istantanea
capace di dare l’esatta idea
di com’è ridotto il nostro movi-
mento, ce l’ha data una notizia di
questi giorni: il passaggio
dall’Inter al Chelsea di Cesare
Casadei, 19 anni, un centrocam-
pista della Primavera nerazzur-
ra che il club inglese ha pagato
qualcosa come 20 milioni di eu-
ro. Per capirci: per ingaggiare
proprio dal Chelsea Fikayo To-
mori, oggi tra i migliori difensori
del nostro campionato, il Milan
spese un anno fa solo 8 milioni in
più, 28 milioni; per ingaggiare
dal Lille Mike Maignan, di gran
lunga il più forte portiere di tutta
la Serie A – e forse d’Europa –
sempre il Milan pagò al Lille 15
milioni bonus compresi; e anche
l’Inter 15, bonus compresi, per
portare a Milano via Eindhoven
Denzel Dumfries, uno degli e-
sterni più dirompenti del calcio
europeo. E insomma la doman-
da che un qualunque appassio-
nato di calcio è autorizzato a
porsi è: ma chi sarà mai questo
Casadei che vale più di Dumfries
e di Maignan e poco meno di To-
mori e che nessuno qui da noi ha
mai visto? E sì perchè delle due
Promessa Casadei FOTO LAPRESSE
l’una: o siete uno sfegatato tifoso
dell’Inter e allora forse avete vi-
sto il 31 maggio scorso la finale
del campionato Primavera vinta
2-1 dai nerazzurri contro la Ro-
ma con Casadei autore di un gol
e premiato come miglior gioca-
tore; o siete un appassionato
non di fede nerazzurra e allora
non sapete nemmeno che faccia
abbia questo Casadei visto che lo
staff tecnico dell’Inter, con l’alle-
natore Simone Inzaghi in testa e
con la benedizione dello staff di-
rigenziale (leggi Marotta) non
ha mai ritenuto il caso di mo-
strare al pubblico, nemmeno
per un solo minuto di gioco, il
gioiellino nascosto. Una perla
tenuta chiusa nella sua ostrica
mentre nell’acquario sguazza-
vano in bella vista i Gagliardini, i
Vidal, i Vecino, i Correa, pesci
non proprio prelibatissimi.
Il CIES Football observatory,
che studia il calcio nei suoi più
piccoli dettagli, ha appena pub-
blicato uno studio che mostra i
cento giocatori under 20 che nei
primi 5 mesi del 2022 hanno
giocato più minuti nei loro club
in tutto il mondo. Detto che ai
primi tre posti troviamo Bellin-
gham del Borussia Dortmund,
18 anni, con 1895 minuti giocati,
seguito dai due gioielli del Bar-
cellona Gavi, 17 anni, 1716 minu-
ti giocati e Pedri, 19 anni, a quota
1500 minuti, la Serie A è presen-
te in questa classifica con soli 4
giocatori contro i 10 della Spa-
gna, i 7 di Francia e Germania, i 6
dell’Inghilterra: i primi due, U-
dogie dell’Udinese (19 anni, de-
cimo) e Hickey del Bologna (19
anni, tredicesimo) guarda caso
sono appena stati ceduti in fretta
e furia in Premier League, il pri-
mo al Tottenham (che lascerà U-
dogie a Udine fino a maggio
2023) e il secondo al Brentford.
Gli altri due sono Scalvini dell’A-
talanta, 18 anni, 36° con 1057
minuti giocati, lanciato senza
remore da Gasperini, poi ripa-
gato alla grande (il ragazzo è fi-
nito subito in nazionale) e Afe-
na-Gyan della Roma, 19 anni,
68° con 785 minuti giocati, bril-
lante al debutto, poi rientrato un
po’ nei ranghi. In tv stropiccia-
mo gli occhi ammirando Cama-
vinga, Musiala, Tchouameni,
per non parlare di Bellingham,
Gavi, Pedri, giovani portenti
promossi titolari anche a 16 anni
visto che l’età non conta quando
hai classe da vendere; poi leggia-
mo che un carneade mai visto e
mai sentito nominare, cresciuto
in un top club italiano, vola in In-
ghilterra perchè il Chelsea l’ha
comprato per 20 milioni. Il suo
nome è Casadei e di grazia, si-
gnori mammasantissima del
calcio italiano, non potevate al-
meno presentarcelo?
NON CLASSIFICABILI
DELICATISSIMO. Christian De Sica si sfoga su Insta-
gram: “Ma certe persone non se so’ rotte le palle di pub-
blicare quello che mangiano, mentre ballano abbracciati e
poi si odiano, le panoramiche delle discoteche tutte ugua-
li, i tuffi dai motoscafi di lusso comprati facendo i buffi? E
basta! Ma possibile essere diventati così
cafoni?”. Avranno mica visto troppi
cinepanettoni?
CHE TWIGA. Non l’avremmo mai
detto, ma ci tocca (absit iniuria
etcc) spezzare una mini lancia a fa-
vore di Flavio Briatore. Succede che u-
na tromba d’aria ha distrutto, insieme a
molte strutture in Toscana e Liguria, anche metà Twiga (lo
stabilimento per ricchi di Forte dei Marmi). Briatore in un
video denuncia i post che gioiscono della sventura: “Leg-
gendo i commenti sui social abbiamo fatto felici un muc-
chio di persone. Io non riesco a capire che Paese di ranco-
rosi e sfigati è l’Italia, perché il Twiga dà lavoro a 150 per-
sone e un indotto milionario alla zona. Però sono felice in
un giorno come questo di fare contenti tanti che sono fe-
lici delle disgrazie che succedono”, concludendo con la
poco elegante frase “sono delle merde”. Un tantino esa-
gerato: l’Italia non è un paese di merde e sfigati. Però ha
ragione su un punto: gioire per le sfighe altrui è cosa mi-
sera . Senza dire che il più delle volte Briatore si commen-
ta da solo, senza bisogno di aiuti: basta che apra la bocca.
10 l ECONOMIA IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 22 Agosto 2022

7 1.212 7
LE SANZIONI

I PACCHETTI UE INDIVIDUI COLPITI BANCHE BANDITE

COM’È ANDATA
Un bilancio L’inflazione
è alta, ma stabile da mesi
Il Pil calerà del 4-6%,
il rublo sta bene e la valuta
estera entra più di prima

L
» Francesco Lenzi
a caduta di Draghi, le elezioni
in arrivo e il confronto sempre
più acceso tra Cina e Stati Uniti
stanno facendo sparire dai ra-
dar quel che accade in Ucraina:
si fa presto ad assuefarsi alle
notizie. La guerra sul campo,
che sembra ormai diventata di
posizione, offre pochi spunti e
anche l’andamento dell’econo-
mia russa ha perso le prime pa-

13%
gine dei giornali.
Abbiamo passato i primi
mesi dell’i nva-

Sei mesi di sanzioni a Putin:

L’INFLAZIONE stimata
per la Russia a fine anno,
ma è stabile da 3 mesi:
nel 2023 è attesa al 5-7%
sione aspettando
da un giorno
all ’altro l’immi-
nente e fragoroso
collasso dell’eco-
nomia di Vladi-

-6% l’economia russa non crollerà

IL CALO del Pil secondo
il Fondo monetario
internazionale
mir Putin sotto i
colpi inferti dalle
sanzioni. Il col-
lasso però, dopo
sei mesi di guer-
ra, non è avvenu-
t o e p r o b a b i l-
mente non av-

-80%
LA PRODUZIONE
di automobili dopo
le sanzioni, - 60% quella
di frigoriferi, -40%
i semiconduttori:
il manifatturiero cala
da 4 mesi consecutivi
NABIULLINA
DOVEVA
DIMETTERSI...
LA GOVERNATRICE
della banca centrale russa
Elvira Nabiullina (nella
foto a destra), secondo
i media occidentali, era
una feroce nemica della
guerra in Ucraina e aveva
presentato le sue
dimissioni a Putin, che
l’aveva costretta a restare.
Dalle ultime apparizioni
non pare proprio che quel
disaccordo fosse reale...
verrà, mentre i costi imposti
all’Europa via prezzi energetici
sono assai maggiori di quelli i-
nizialmente prospettati ai cit-
tadini del Vecchio continente.
L’OBIETTIVO delle sanzioni, co-
me detto in maniera nemmeno
troppo velata da Joe Biden, era
provocare una crisi economica
di una portata tale da determi-
nare un cambio politico in Rus-
sia: colpendo non solo le perso-
ne più vicine a Putin, ma anche
le disponibilità estere delle
principali banche russe e addi-
rittura della banca centrale, si
voleva minare la fiducia nel ru-
blo, provocando una fuga di ca-
pitali tale che, distruggendo il
valore della moneta russa, a-
vrebbe portato l’economia all’i-
perinflazione. Nelle prime set-
timane di sanzioni il percorso
sembrava quello: in pochi gior-
ni il dollaro si è rivalutato oltre
il 100% sul rublo, i prezzi
all’import sono esplosi e l’infla-
zione ha iniziato a muoversi a
un ritmo superiore al 2% a set-
timana, cioè in prospettiva ad
oltre il 200% annuo.
Le contromosse del governo
e della banca centrale russa so-
no state quelle classiche per
tamponare le fughe di capitale:
rialzo dei tassi, imposizione di
limiti al prelievo e al trasferi-
mento dei depositi in valuta e-
stera, conversione forzosa in
rubli degli incassi delle espor-
tazioni. Questo però - come in-
segna l’esperienza fatta con le
crisi dei Paesi emergenti - non
basta se l’economia non riesce a
far affluire più capitali di quelli
che defluiscono, cioè se non si
esporta più di quanto si impor-
ta. La Russia in quest’o tt ic a
partiva da un punto di forza:
negli ultimi anni aveva sempre
avuto un saldo attivo negli
scambi commerciali. Le san-
zioni avrebbero dovuto blocca-
re le disponibilità russe di valu-
ta estera e ridurre i nuovi afflus-
si. L’effetto è stato invece oppo-
sto: volendo togliere dal mer-
cato le quantità di materie pri-
me esportate dalla Russia - e
non esistendo capacità produt-
tiva che le sostituisse - i prezzi
sono aumentati, compensando
più che proporzionalmente il
calo delle quantità.
ANCHE L’EMBARGO all’esporta-
zione di vari prodotti verso la
Russia ha limitato i deflussi va-
lutari per il pagamento dell’im-
port: forse si poteva limitarlo
alla tecnologia che serve a Pu-
È l’energia bellezza Il saldo
estero di Mosca è +140 mld
in soli sei mesi. L’export
energetico varrà 337,5 mld
nel 2022. Soffre l’industria
tin per la guerra, perché resta-
no dubbi sull’efficacia di vietare
l’export di salumi e formaggi o
dell’abbigliamento... Nel com-
plesso sono perciò aumentate
le esportazioni e si sono ridotte
le importazioni: e così Mosca
nel primo semestre 2022 ha re-
gistrato un surplus di partite
correnti di quasi 140 miliardi di
dollari, già superiore rispetto a
quello del 2021 e 4 volte quello
del 2020. Circa la metà dei 300
miliardi di riserve valutarie che
si dice siano stati congelati con
le sanzioni, sono di fatto tornati
nella disponibilità russa col sal-
do estero di soli sei mesi. Il
trend non è cambiato. Un do-
cumento del governo russo
pubblicato mercoledì da Reu-
ters prevede che, nonostante le
sanzioni, l’export energetico
totale nel 2022 arrivi a 337,5
miliardi di dollari, il 38% in più
rispetto al 2021. Una fonte in-
dipendente come l’Agenzia in-
ternazionale dell’energia ha
calcolato in 40 miliardi il solo
export petrolifero di giugno e
luglio, su livelli simili a quelli di
un anno prima.
IL RISULTATO è che l’afflusso di
valuta ha dato efficacia alle
contromosse della banca cen-
trale di Elvira Nabiullina e per-
messo l’apprezzamento del ru-
blo che, dopo l’avvio del sistema
di pagamento del gas in rubli,
ha raggiunto un valore supe-
riore a quello che aveva prima
dell’invasione in Ucraina. Il ri-
schio di una spirale iper-inflat-
tiva sembra insomma evitato:
la fiammata di marzo non è an-
cora stata interamente assorbi-
ta, ma il trend è ora impostato
al ribasso, con prezzi stabili ne-
gli ultimi 3 mesi. La banca cen-
trale vede l’inflazione intorno
al 13% a fine anno e tra il 5 e il
7% nel prossimo.
Anche il calo del Prodotto
interno lordo - inizialmente
stimato a due cifre (Jp Morgan
lo dava addirittura a -35% nel
secondo trimestre del 2022) -
pare avviato su valori più con-
tenuti. Nel primo trimestre del
2022 il Pil è cresciuto un po’ a
sorpresa del 3,5%, mentre nel
secondo è diminuito del 4%, i-
niziando una fase di contrazio-
ne che durerà almeno un anno.
A pesare è l’attività manifattu-
riera, la più colpita dalle san-
zioni, in calo da quattro mesi
consecutivi: la produzione di
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 22 Agosto 2022 ECONOMIA l 11

52
MILIARDI DI DOLLARI
È lo stanziamento previsto
per il settore dal “Chip act”
del Congresso Usa: serve
a sviluppare la produzione
nazionale di semiconduttori

SCENARI • I veri motivi della visita di Pelosi

» Nicola Borzi

automobili è scesa
dell ’80%, quella di
frigoriferi e lavatrici
del 60%, quella di
computer e semi-
conduttori del 40%.
Fino a quando non
verranno ricostitui-
L
a passeggiata che Nancy Pe-
losi, presidente della Camera
di Washington, ha fatto a ini-
zio mese a Taipei ha alzato al calor
bianco lo scontro tra la Cina e gli U-
sa, una provocazione per il governo
di Pechino che non riconosce l’au-
tonomia di Taiwan. Dietro la reto-
rica di questa missione si celano
profonde motivazioni strategiche
che riguardano il settore dei mi-
croprocessori. Il Congresso degli
Stati Uniti ha approvato col Chips
Act un programma federale di so-
stegno per una somma pari a 52
miliardi di dollari per aumentare
la produzione nazionale di chip. I
destinatari includono Tsmc, il
maggior produttore mondiale che
ha sede a Taiwan, che sta costruen-
do uno stabilimento in Arizona per
produrre chip di fascia alta e assai
sofisticati a 5 nanometri, ovvero
miliardesimi di metro, il parame-
tro di riferimento per la densità del
processore. Ma la condizione chia-
ve per poter accedere ai sussidi sta-
tunitensi è che i beneficiari non au-
mentino la produzione cinese di
chip avanzati di fascia 28 nm.
Questo è un problema serio per La contesa
Il conflitto quelli occidentali. Tsmc, che ha un peso smisurato La visita di Nancy
Un palazzo Anche i dati sulle im- nell ’economia globale fornendo Pelosi a Taiwan
distrutto portazioni danno i componenti chiave ad Apple, ha rinfocolato
a Nikopol, in primi segni di stabi- Qualcomm e altri giganti indu- lo scontro tra
Ucraina. Putin lizzazione: a giugno striali. La società infatti produce gli Usa e la Cina
e Zelensky l’import dalla Cina è già chip a 16 nm di qualità superio- FOTO LAPRESSE
ANSA/LAPRESSE cresciuto del 15% su re in Cina. Ora il Chips Act le im-
maggio e del 2% nel pedirebbe di aggiornare le sue

La Cina e gli Usa

te catene di fornitu- primo semestre ri- strutture produttive a Nanchino.
ra in grado di sostituire gli ap- spetto al 2021; quello dall’In- La taiwanese Tsmc, dunque, si tro-
provvigionamenti occidentali dia, pur rimanendo sotto i va- va tra l’incudine e il martello: da un
una gran parte dell’industria se lori pre-invasione, negli ultimi lato gli Stati Uniti, alleato non uf-
la passerà male o molto male. tre mesi è salito a doppia cifra; a ficiale del governo di Taipei, che in-

sono ai ferri corti

giugno Mosca ha importato tende assicurarsi la sua collabora-
L’ULTIMO BOLLETTINO presen- dalla Turchia al livello massi- zione dietro forti sussidi a patto
tato da Nabiullina descrive pe- mo dell’ultimo anno, facendo che non collabori più con la Cina;
rò una situazione che in altri sospettare che il Paese di Erdo- dall’altro il governo di Pechino, che
comparti (come quello estratti- gan stia facendo da ponte per le (a parole) dichiara di voler utilizza-

sui chip di Taiwan

vo e quello agricolo) è meno imprese europee che continua- re qualsiasi mezzo per ricongiun-
preoccupante delle attese e do- no a fornire i clienti russi. gere Formosa “nell’abbraccio della
vrebbe limitare la profondità Questo processo di aggiu- madrepatria” e che ha una fame
del crollo: il calo del Pil dovreb- stamento procede anche dal la- crescente di chip avanzati per so-
be attestarsi tra 4 e 6% nel 2022 to delle esportazioni. Vengono stenere le proprie industrie, ma
(la precedente stima era -10%). create nuove rotte per servire anche il proprio apparato militare.
Secondo la banca centrale rus- nuovi clienti, clienti che magari Tsmc sinora è stata così costretta a
sa il prossimo trimestre do- rivendono poi a noi occidentali barcamenarsi, posto che la Cina
vrebbe essere il peggiore (fino a il petrolio russo. Il caso dell’A- reagirebbe assai male a un embar-
-7%), poi dovrebbe iniziare un rabia Saudita, che ha raddop- go indiretto degli Stati Uniti, ma nenti prodotti, per un valore di 614 xport di Tsmc sarebbe un nuovo di-
periodo di aggiustamento. An- piato l’import da Mosca per li- sente crescere progressivamente miliardi di dollari (+25% sul 2020) sastro per l’economia globale.
che il Fondo Monetario Inter- berare spazio all’esportazione, la tensione visto che da alcuni anni, IL SETTORE che quest’anno dovrebbero salire a La pressione su Tsmc per farle
nazionale ha rivisto al rialzo la è probabilmente solo la punta sia sotto l’amministrazione Trump E LE CIFRE 681. Se Pechino realizzasse un em- scegliere da che parte stare nello
sua stima portandola a -6% dell’iceberg delle triangolazio- che sotto quella Biden, le economie IN GIOCO bargo militare contro Taiwan, le e- scontro, sinora freddo, tra le due

614
(contro il -8% di aprile). ni commerciali in atto per aggi- cinese e Usa stanno allargando sportazioni di chip di Tsmc, vitali sponde del Pacifico è rimasta sot-
Nonostante la crisi econo- rare le sanzioni: operazioni sempre più il solco che le separa. per intere filiere, sarebbero blocca- totraccia, ma il gruppo di chip tai-
mica, peraltro, la disoccupa- grazie alle quali il petrolio russo te. Ma anche la Cina pagherebbe wanese potrebbe trovarsi presto
zione rimane su livelli storica- sul mercato non è mai manca- TSMC DA SOLA produce il 92% dei conseguenze pesanti da
mente bassi. Le attese sono per to, ma che hanno segmentato i semiconduttori più avanzati del un blocco dei micropro-
un trasferimento di manodo- prezzi, facendo crescere quello pianeta, con unico concorrente la MILIARDI DOLLARI cessori taiwanesi, per- Aut aut Tsmc è il leader
pera tra settori e aziende via via acquistato in occidente, so- sudcoreana Samsung, e Taiwan è il valore globale ché i suoi produttori di
che il processo di aggiustamen- prattutto in Europa. fabbrica circa due terzi dei chip della produzione di chip, telefoni cellulari, globale: ora Washington
to andrà avanti: alcune impre- mondiali, in un periodo in cui la lo- microprocessori nel veicoli elettrici e altro
se dovranno chiudere perché RIASSUMENDO: col passare del ro domanda è esplosa per la ripresa 2021 (+25% sul 2020) ancora si affidano alla cerca di imporgli

92%
non più in grado di produrre tempo il costo delle sanzioni
sotto sanzioni, altre invece po- per l’economia russa si sta fa-
post-pandemica e la loro penuria
ha rallentato la produzione di mol-
tecnologia all’ava n-
guardia dell’azienda di di smettere di sostenere
trebbero aumentare l’occupa- cendo sentire, ma non nella
zione, trovando nuovi fornitori proporzione prevista da molti
ti settori, a partire da quello auto-
mobilistico (ma non solo). Da qui
Taipei. Le fabbriche di
chip di Tsmc, che si tro-
lo sviluppo di Pechino
e sbocchi di mercato. all’inizio. Il blocco delle forni- discende l’importanza strategica vano principalmente a
Proprio dalla ricerca di ap- ture continua a lasciare a secco dell’isola che Pechino considera u- QUOTA MERCATO Taiwan, forniscono più
provvigionamenti alternativi le industrie russe, ma i suoi ef- na “provincia ribelle”. La filiera dei globale della società della metà del mercato
dipende la velocità con cui l’e- fetti dipendono da come si chip è vitale per molti comparti. U- taiwanese Tsmc della produzione di chip a contrat- nella condizione di dover dare una
conomia russa supererà la crisi. comporteranno i Paesi che no smartphone incorpora circa nei chip di fascia alta to, compreso l’80% dei microcon- risposta. Prima o poi, Cina e Ame-
Dal sondaggio di giugno presso non hanno imposto sanzioni: 160 chip, ogni auto ibrida fino a in circolazione trollori utilizzati nelle automobili e rica presenteranno alle multina-
le imprese, circa il 50% aveva la Russia è un mercato di 140 3.500, i sistemi militari ancora di il 90% dei semiconduttori più a- zionali dei microprocessori la stes-
trovato nuovi fornitori (contro milioni di persone lasciato li- più. Nel 2021, l’industria dei semi- vanzati, secondo Bain & Company. sa scelta, ma in modo più netto, ed
il 33% di aprile) e soltanto il 3% bero da quasi tutte le imprese conduttori ha superato per la pri- Con la minaccia di una recessione e eludere una decisione netta e uffi-
riteneva impossibile sostituire occidentali... ma volta i 1.100 miliardi di compo- la guerra in Ucraina, fermare l’e- ciale non sarà più possibile.
12 l ECONOMIA
PORTA VITTORIA Fondi del Pnrr per 101 milioni rilanciano il progetto “Beic”, datato 2001
Si inserirà nel piano, fermo da lustri, per cementificare l’area e farne una zona da ricchi
I NUMERI
21.639 I
I METRI QUADRI
di spazio residenziale
previsti dal Piano
Integrato per Porta
Vittoria datato 2011, a cui
si aggiungono 18.755 mq
di commerciale e 31.738
mq di terziario / ricettivo
2,5 MLN
I LIBRI FISICI e digitali
che secondo gli annunci
dovrebbe ospitare la
nuova Beic, su 6 piani,
insieme a spazi
espositivi e commerciali,
una caffetteria, sale
lettura, un’area
dedicata ai bambini
e un auditorium
PROTAGONISTI
PAOLO TRONCA
• Già commissario
straordinario di Roma
tra il 2015 e 2016
e prefetto di Milano dal
2013, è presidente della
fondazione Beic dal 2017
PIERGAETANO
MARCHETTI
• Il notaio per eccellenza
del potere italiano, figura
di spicco a Milano,
rappresenta il Comune
nella fondazione Beic
DANILO COPPOLA
• Uno degli immobiliaristi
dell’estate dei “furbetti”
e delle scalate a banche
e giornali: la sua Porta
Vittoria Spa è fallita
» Leonardo Bison
l 12 luglio scorso era su tut-
ti i giornali. Di nuovo. Il
Comune di Milano ha sve-
lato il progetto vincente
per la realizzazione della Beic,
la Biblioteca Europea di In-
formazione e Cultura che do-
vrà sorgere a Porta Vittoria, a
cura di un raggruppamento di
progettisti italiani guidati da
Onsitestudio.
Beic è una biblioteca straor-
dinaria, da diversi punti di vi-
sta, non solo perché, secondo
gli annunci, conterrà la cifra
monstre di 2,5 milioni di libri e
padiglioni con spazi espositivi,
commerciali, una caffetteria,
un’area dedicata ai bambini e
un auditorium, oltre alle nor-
mali sale lettura: sviluppando-
si su due volumi principali i-
dentici di 27 x 75 metri di im-
pronta a terra e 33 metri di al-
tezza, per 6 piani fuori terra ol-
tre a 2 interrati, 30mila mq di
superficie totali.
E neppure soltanto per il co-
sto dell’operazione, 101 milioni
di euro, che saranno ottenuti
dai fondi del Pnrr per i “grandi
attrattori culturali”, o per il fat-
to che secondo il Comune do-
vrebbe diventare il “centro fun-
zionale del sistema biblioteca-
rio dell’area milanese” acqui-
sendo le collezioni della biblio-
teca Sormani e di altre bibliote-
che civiche.
NO, CIÒ CHE RENDE particolar-
mente eccezionale questa sto-
ria è che un progetto vincente
per la Beic, Biblioteca di Infor-
mazione e Cultura, era già stato
presentato 21 anni fa, nel no-
vembre 2001, sempre per la
stessa area, “uno spazio di circa
50 mila metri quadri dell’area
dismessa dell’ex stazione ferro-
viaria di Porta Vittoria”. Dove-
va prendere il via allora, in un
momento di fervore edilizio
milanese seguito allo stop po-
st-Tangentopoli.
Frutto di un accordo tra Co-
mune, ministero dei Beni Cul-
turali, dell’Istruzione e Regio-
ne Lombardia, la biblioteca sa-
rebbe dovuta costare circa 500
miliardi di lire (oltre 250 milio-
ni di euro): più del doppio dei
101 milioni ora stanziati. “I la-
vori cominceranno nel 2004, si
prevede sia pronta nel 2007”,
scrissero le agenzie all’epoca.
Nel 2004 all’uopo fu creata an-
che una Fondazione, parteci-
pata da governo, Regione, Co-
mune, università milanesi, isti-
tuti e associazioni, presieduta
dallo storico e giurista Antonio
Padoa Schioppa. Negli anni se-
guenti, però, il progetto evapo-
rò, nonostante i circa 15 milioni
di euro spesi per progetti preli-
minari: i soldi non arrivarono
mai e dal 2011 la biblioteca è
sparita dalle cronache fino a
oggi, d’improvviso resuscitata
dal Pnrr.
O meglio, la Beic era sparita,
ma non la relativa Fondazione,
che ha continuato a esistere, ad
avere una dirigenza e qualche
manciata di dipendenti grazie
a commissioni pubbliche, co-
me la gestione dell’archivio edi-
toriale della Regione Lombar-
dia. Oggi il presidente è l’ex pre-
fetto Paolo Tronca - circondato
da fedelissimi e nomi illustri
dell’establishment meneghino
e nazionale come il notaio Pier-
gaetano Marchetti - che si pre-
para a co-gestire i fondi Pnrr
per la nuova Biblioteca: il 12 lu-
Il progetto
L’area
destinata alla
costruzione
In basso: Beic,
il rendering
FOTO LAPRESSE
Milano, la Biblioteca
fantasma e la grande
speculazione a venire
glio Tronca presentava il nuovo
progetto accanto al sindaco
Beppe Sala.
NON DI SOLA BEIC, vive però la
grande area di Porta Vittoria,
semicentrale e del tutto de-
pressa, che da anni occupa le
cronache più dal punto di vista
giudiziario che economico. Le
dimensioni della speculazione
sull’area sono nero su bianco
nel Programma Integrato di
Intervento per Porta Vittoria
del 2011, rinnovato nel 2019,
che prevedeva 72.132 metri
quadri di cemento: “21.639 mq
residenziale; 18.755 mq com-
merciale; 31.738 mq terziario /
ricettivo”. E “inoltre” la ciliegi-
na: la “Grande Biblioteca Eu-
ropea di Informazione e Cul-
tura – BEIC”. Già nel 2005, pe-
raltro, l’Ansa spiegava come il
Comune aveva messo a dispo-
sizione della Fondazione “l’a-
rea su cui costruire con una
parte edificabile dove saranno
costruiti dei palazzi da affitta-
re, in modo che abbia dei suoi
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 22 Agosto 2022
introiti per la gestione della bi-
blioteca dove lavoreranno cir-
ca 300 persone”. Un numero
di dipendenti superiore a
quello delle maggiori bibliote-
che nazionali.
NON È BASTATO, come detto, e
ora a Porta Vittoria ci riprova-
no, sempre con la biblioteca co-
me ciliegina sulla grande torta.
Tribunali permettendo, perché
il fallimento del progetto Beic
corse in parallelo con quello del
progetto immobiliare di Porta
Scontro miliardario
Enorme l’area edificabile
dell’ex stazione: dopo
il fallimento di Coppola,
arrivano i grandi fondi
Vittoria Spa, società che aveva
acquisito i terreni edificabili ol-
tre 15 anni fa e faceva capo
all’immobiliarista romano Da-
nilo Coppola, uno dei protago-
nisti dell’estate dei “furbetti del
quartierino” e delle scalate a
banche a giornali. Nato da una
famiglia di piccoli “palazzinari”
della periferia romana, negli
anni d’oro arrivò a possedere
immobili di gran pregio a Mi-
lano e soprattutto i diritti sullo
sviluppo di Porta Vittoria: il
progetto comprendeva abita-
zioni di lusso, uffici, spazi com-
merciali e un albergo. Tentati-
vo però finito nelle aule di tri-
bunale per bancarotta della so-
cietà, macchiata da un passivo
di 400 milioni di euro. Falli-
mento che, a dire della difesa di
Coppola, sarebbe stato provo-
cato anche dalla condotta delle
società creditrici - Banco Popo-
lare, poi Banco Bpm, e Agenzia
delle Entrate - che non avreb-
bero atteso la vendita degli im-
mobili edificati.
Quel che resta di quell’av-
ventura, per chi volesse passeg-
giare nell’area, è un’enorme
store Esselunga, e il cantiere,
atteso per anni, del grande Par-
co di via Monte Ortigara che
dovrebbe circondare la biblio-
teca. La guerra di tribunale, pe-
rò, non è ancora finita: dal 2019
l’area è in mano a Prelios Sgr -
ex Pirelli RE - ma da tempo nel
mirino del fondo americano
Hines, che a fine 2020 ha sot-
toscritto con Prelios un con-
tratto prelimina-
re di acquisto.
Tutto bloccato
dal ricorso di Im-
mobiliare Oriz-
zonte, una socie-
tà svizzera che ha
trascinato Pre-
lios in tribunale
sostenendo di a-
vere un contratto
preliminare su
quell’area prece-
dente a quello tra
Prelios e il fondo Usa e di aver
raccolto 140 milioni di euro da
investitori elvetici per chiudere
l’operazione Porta Vittoria. In
Svizzera, peraltro, vive Coppo-
la, rifugiatosi lì per sfuggire a u-
na richiesta d’arresto.
La Beic pare piccola cosa,
pur coi suoi 100 milioni di dote
e le fanfare dei media, rispetto a
queste guerre miliardarie, ma è
in fondo la benedizione delle i-
stituzioni e del potere cittadini,
l’ennesima, alla riqualificazio-
ne speculativa dell’area.
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 22 Agosto 2022 ECONOMIA l 13

LA RECENSIONE Covid e guerra segnano la fine del “neoliberismo reale”, il settore pubblico dovrà
essere più attivo, ma verso quali obiettivi è la battaglia futura: occhio al “capitalismo politico”

È l’ora del “neostatalismo”

» Alessandro Bonetti

I
l nuovo libro di Paolo Gerbau-
do - Controllare e proteggere,
Nottetempo - parla del tra-

(ma non è detto sia un bene)

monto del neoliberismo in mo-
do esplicito, dettagliato e convin-
cente, ed è fra i primi in Europa a
riuscire in questa operazione. Se-
condo l’autore, la crisi del Covid e la
guerra in Ucraina hanno inferto
un colpo fatale al modello neolibe-
rale. La tesi al centro del volume è
che il “neoliberismo”, ormai in de-
clino, stia lentamente lasciando il ILLIBRO
posto a qualcosa di diverso: il “neo-
statalismo”.“Neostatalismo”, però,
non vuol dire che lo Stato tornerà a
essere necessariamente un motore
di sviluppo e progresso sociale.

LA DEFINIZIONE di Gerbaudo è più

generale: il neostatalismo è l’oriz-
zonte condiviso della nuova era i-
deologica di cui siamo agli albori,
una “meta-ideologia”, un consenso
minimo rispetto al quale posizio-
narsi. In sostanza, oggi molte forze
politiche si vanno convincendo
che lo Stato debba giocare un ruolo
più attivo e avere maggior potere
discrezionale di fronte a “un’ansia
sociale diffusa” e alla percezione di
“un mondo dominato dal disordi-
ne e da un senso di pericolo incom-
bente”. Le parole d’ordine restano
però “controllare e proteggere”.
Certo, i valori e gli obiettivi di
questa nuova attitudine non sono
gli stessi per tutti. In soldoni, sono
possibili diversi “neostatalismi”, di
destra o di sinistra ad esempio. Nel
prossimo futuro, a dire il vero, il ri-
schio è che il rinnovato ruolo dello
Stato rimanga al servizio di politi-
che conservatrici. Il centro libera-
le, pur con alcune difficoltà, sta ac-
cettando la necessità di un mag-
giore attivismo statale: ne sono e-
sempi, ciascuno a suo modo, la tra-
sformazione interventista di Em-
manuel Macron, le riforme di Joe
Biden e la stessa famigerata “Agen-
da Draghi” abbracciata dal Pd. I
centristi sono già all’opera nella
costruzione di un proprio “capita-
lismo politico” compatibile con la
nuova fase, a non dire che - con una
destra sempre più forte e legitti-
mata - rischiamo di andare incon-
tro a un capitalismo di Stato aper-
tamente reazionario e militarista.
In questo contesto, la tesi di
Gerbaudo è intrigante, anche nella
parte “pratica”. L’autore sottolinea
a ragione che il neostatalismo è
un’occasione anche per la sinistra.
Porre nuovamente lo Stato al cen-
tro dell’agire politico potrebbe
rendere più facile la realizzazione
di coraggiose politiche progressi-
ste. Le forze sono disperse, ma c’è
terreno dove seminare, anche per-
ché negli ultimi anni la “triade neo-
statalis ta” (s ovra nità- prote zio-
ne-controllo) ha riacquistato
maggiore legittimità a sinistra.
Tuttavia, rimettere lo Stato al
servizio di una visione realmente
progressista rimane un’impresa
titanica. Non solo perché, in Italia
e altrove, durante i trent’anni del
“neoliberismo reale”il settore pub-
blico è stato svuotato di competen-
ze e ha adottato sempre più un’or-
ganizzazione privatistica. Ma an-
che perché la strada per la “piani-
ficazione” è ancora lunga e a sini-
stra non sembrano esserci signifi-
cative forze politiche decise a per-
correrla, un dato che Gerbaudo
sembra sottovalutare.
Inoltre, fra la pandemia e la
guerra, l’interventismo pubblico è
ancora bloccato in una logica di e-
mergenza. È vero che oggi lo Stato
è più attivo nell’economia, ma que-
sto attivismo è ancora subordinato
alle logiche del capitalismo finan-
ziario, in particolare in Europa.
Forse, però, la criticità maggio-
re del libro riguarda la tecnocrazia.
Giustamente, Gerbaudo sottoli-
nea che “nessuna decisione è com-
pletamente tecnica” e che, nella
nuova fase neostatalista, bisogna
riconciliare il principio di compe-
» Controllare
e proteggere
Paolo
Gerbaudo
Pagine: 272
Prezzo: 17 e
Editore: Notte-
tempo
tenza e quello democratico. re, a questo fine, “creare istituzioni
La tesi è che per evitare una che offrano ai cittadini opportuni-
deriva tecnocratica, la sini- I PERICOLI tà di effettiva partecipazione”.
stra dovrebbe sì ricorrere
alla “pianificazione”, ma in IL RITORNO Le “forme di controllo di stam-
po democratico” di cui parla Ger-
modo “democratico”. DELLO STATO baudo (consultazioni locali, de-
mocrazia digitale, educazione civi-
LA PIANIFICAZIONE demo- PUÒ ESSERE ca) rischiano di essere dei gusci
cratica, però, è comunque
una mezza soluzione al ANCHE vuoti se non si riuscirà a ricostitui-
re - certo nelle forme adatte alla
“problema tecnocratico”.
Non basta che a gestire le le-
REAZIONARIO contemporaneità - corpi interme-
di (partiti, sindacati, etc) organiz-
ve della macchina statale ci E MILITARISTA zati su base democratica e popola-
siano tecnici competenti e re, l’unica forma organizzativa che
sensibili ai problemi della per il breve spazio di alcuni decen-
popolazione: confidare ni riuscì a portare le masse nella vi-
troppo nelle virtù dello Stato può ta politica e la vita politica tra le
essere pericoloso - anche perché lo masse. Insomma, la soluzione al
Stato è a sua volta un terreno di problema della tecnocrazia non
scontro politico. Non basta neppu- può essere (solo) tecnica.

ILRISPARMIOTRADITO
BEPPE SCIENZA
D
a parecchi anni le polizze vita rivalu-
tabili sono uno dei chiodi fissi dei gior-
nalisti in quota al risparmio gestito. Le
consigliano in continuazione, presen-
tandole come un investimento sicu-
ro, stabile e redditizio. Vendute da
Generali, Unipol, Banca Intesa, le
Poste o altre società, sono aggan-
ciate alle cosiddette gestioni se-
parate delle compagnie di assicu-
razioni e rivaleggiano coi fondi
pensione per l’Oscar dell’investi-
mento più opaco. Con un meccanismo
privo appunto di trasparenza, da anni retro-
cedono ai clienti un rendimento dell’ordine
del 1-2% lordo, senza le oscillazione di prezzo
inevitabili coi titoli a reddito fisso.
Una redditività che appariva appetibile
in tempi di tassi intorno allo zero. Sorvolia-
Investimenti L’illusione finanziaria delle polizze
vita rivalutabili: le perdite nascoste sono del 6%
mo per brevità sul meccanismo scandaloso
– e regolarmente taciuto – per cui i clienti
già in essere venivano depauperati a vantag-
gio delle nuove sottoscrizioni. Lo de-
nunciò solo il Fatto Quotidiano con
l’articolo sulle “Polizze civetta che
ingannano i vecchi clienti” dell’8
aprile 2019.
IN OGNI CASO ora il giocattolo si è
rotto, ma pochi se ne sono accorti e
i fiancheggiatori del risparmio gesti-
to logicamente evitano di mettere in
guardia gli interessati. A monte c’è la cosid-
detta illusione finanziaria: il prestare o ri-
spettivamente indirizzare l’attenzione dei ri-
sparmiatori ai soli importi nominali o mone-
tari, distogliendola dal potere d’acquisto del-
le cifre in ballo. Negli ultimi dodici mesi le
polizze in questione hanno continuato a of-
frire una rivalutazione magari anche poco
sopra l’1,5% netto, che con un’inflazione sul
7,8% si traduce però in una perdita di valore
sul 6% reale.
E il peggio può ancora arrivare. Che l’in-
flazione ritorni di brutto a valori bassissimi è
tutto da vedere. Anzi, è pure possibile un for-
te aumento, essendo le vicende economiche
sostanzialmente imprevedibili. In uno sce-
nario sfavorevole le polizze rivalutabili con-
tinueranno a bruciare il 5, il 6, il 7 per cento
l’anno; o anche peggio.
A chi non vuole rischiare coi propri ri-
sparmi, accantonati con un’ottica di me-
dio-lungo termine, conviene riscattarle e
spostare il ricavato in strumenti che garan-
tiscano il potere d’acquisto. E qui sarò ripe-
titivo, perché le bugie sono tante, mentre la
verità è una sola. I titoli di Stato in euro, i-
taliani o esteri, indicizzati al costo della vita
sono gli strumenti che strutturalmente tu-
telano il potere d’acquisto delle somme in-
vestite. Quindi Btp Italia, Btp-i, Bund-ei o
anche, per chi ama la paella e il gazpacho, le
Obligaciones-ei spagnole.
Comprandoli ci si assicura un certo risul-
tato reale, comunque vada l’inflazione. Ma
si può escludere che i sedicenti consulenti
finanziari sappiano calcolarlo. Diciamo
quindi che, pagandoli ai prezzi attuali, il
rendimento al netto della perdita di potere
d’acquisto è nell’ordine dell’1% annuo, im-
poste a parte, per Btp-i o Btp-Italia con sca-
denza sugli 8-10 anni. Troppo poco? Meglio
perdere il 6%?
www.ilrisparmiotradito.it
Twitter @beppescienza
14 l ESTERI
IL REPORTAGE
Il Brasile verso le elezioni
PRESIDENZIALI,
UNA POLTRONA
PER DUE: LULA
SFIDA BOLSONARO
Si vota il 2 ottobre L’ex sindacalista
fondatore del Partito dei lavoratori, tornato
eleggibile dopo i guai giudiziari, guida una
coalizione di sinistra per battere il “capitano”
Jair, ancora supportato da ufficiali e generali
A
» Jean-Mathieu Albertini
lcune migliaia di sostenitori del parti-
to dei Lavoratori (PT) si sono radunati
allo stadio di Natal, nel nord-est del
Brasile, il 16 giugno scorso, per assiste-
re al comizio di Luiz Inácio Lula da Sil-
va, o semplicemente Lula. “È il miglior
presidente che abbiamo mai avuto.
Per chi, come me, vive in una baracca,
Lula è simbolo di speranza. Se Dio
vuole, ci tirerà fuori da questa situa-
zione complicata. Dopotutto, l'ha già
fatto una volta”, osserva Aracina, che
è venuta allo stadio con i due figli. La
traiettoria politica di Lula si fonde
con quella del PT, che l'ex presidente
brasiliano, 76 anni, ha co-fondato nel
IL MITO 1980, a San Paolo, diventandone la fi-
DELL’EX gura centrale. Lula “occupa un ruolo
OPERAIO indiscusso di primo piano nel partito,
CALCIO, molta fede anche grazie al legame di fiducia che
e attenzione ai più ha saputo instaurare con gli elettori
poveri: così nasce più poveri”, spiega André Singer, por-
il mito di Lula, tavoce del primo governo Lula, do-
un caso unico cente di Scienze politiche e autore del
nella storia libro “Os sentidos do Lulismo”, in cui
del Paese, dove quasi ha definito il “lulismo” come la pro-
tutti i politici messa di uno Stato sufficientemente
provengono forte per ridurre le diseguaglianze
dalle classi agiate. Ex senza rimettere in discussione l'ordi-
operaio nato nel 1945, ne stabilito.
viene sbattuto più
volte in prigione SECONDO LO STUDIOSO, questo rap-
dal regime. Sua porto privilegiato con le classi più
moglie muore di modeste si deve alle politiche sociali
parto. Anche per portate avanti da Lula durante i due
superare il lutto mandati presidenziali (2002-2006 e
sceglie la politica 2006-2010), ma non solo. Si deve an-
durante la dittatura che alla sua storia personale. Lula è un
militare negli anni ‘80 analfabeta diventato presidente: “Un
caso unico nella storia brasiliana. La
maggior parte degli uomini politici in
Brasile proviene dall'élite”, continua
Singer. È nato a Caetés, nello Stato di
Pernambuco, il 27 ottobre 1945. In
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 22 Agosto 2022
questo piccolo borgo dell'est del Bra-
sile, per rendere omaggio al presiden-
te, visto che la casa in cui è nato è an-
data in rovina, ne è stata costruita una
copia: una catapecchia di tre stanze
minuscole comunicanti tra loro e una
sola finestra. Il progetto è stato realiz-
zato da un cugino di Lula, Eraldo Fer-
reira, che spera di trasformare Caetés
in un luogo di pellegrinaggio. Ma è tut-
ta la vicenda personale di Lula a ali-
mentare il mito politico: il padre as-
sente, la passione per il calcio, il dito
perso in un incidente sul lavoro, la fede
cattolica, in un Paese dove la religione
ha il suo peso anche in politica, la mor-
te della moglie durante il parto. Se- SCANDALO
condo Fernando Morais, autore di una MENSALAO
biografia di Lula, il calcio e il sindaca-
lismo lo hanno aiutato molto a supe- ll caso
rare il lutto. In particolare, è stata l'e- scoppiato
sperienza sindacale a spingere Lula ad
entrare in politica, soprattutto dopo nel 2005
gli scioperi del 1978-1980, in piena ha segnato
dittatura militare. Nella regione indu-
la definitiva
striale di San Paolo, l'importante mo-
bilitazione sociale sfidava il regime rottura
militare, al potere dal colpo di Stato dei militari
del 1964, per la terza volta in tre anni.
Lula, leader del movimento, che appe- con i politici
na alcune settimane prima aveva par- della sinistra
tecipato alla creazione del PT, fu arre-
stato e trascorse trentuno giorni in pri- “corrotta”
gione. Composto da sindacalisti, in-
tellettuali, cattolici influenzati dalla
teologia della liberazione, ex prigio-
nieri politici ed esiliati rientrati in Bra-
sile, il partito dei Lavoratori non era
ben visto dall'ala più radicale del regi-
me, ma per i vertici dello Stato la na-
scita del PT fu considerata “un'oppor-
tunità per dividere l'opposizione, fino
a quel momento riunita in uno dei due
soli partiti autorizzati", spiega João
Martins, docente all'università fede-
rale di São Carlos (Ufscar). Quando la
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 22 Agosto 2022
dittatura crollò, l'ex operaio, eletto
nell'ottobre 2002, divenne, il primo
gennaio 2003, il quinto presidente
della giovane democrazia brasiliana.
Tornando allo stadio di Natal, dopo al-
cune ore di attesa per Aracina e tutti gli
altri, finalmente Lula sale sul palco.
LA FOLLA è in delirio. Ma l'ex presiden-
te, appena guarito dal Covid, non è in
perfetta forma. Il tempo ha poi lascia-
to le sue tracce sul carismatico tribu-
no. I capelli sono meno folti, la voce è
più rauca. Nel 2018, accusato di cor-
ruzione e messo in prigione, dove è ri-
masto per 580 giorni, Lula era stato e-
scluso dalla corsa per la presidenza.
Nel marzo 2021, le condanne a sua ca-
rico sono state annullate e Lula è tor-
nato eleggibile. Adesso è in campagna
per le presidenziali del 2 ottobre, alla
testa di un'ampia coalizione di nove
partiti. Per la prima volta, in queste e-
lezioni, l'ex presidente non è più il solo
candidato a distinguersi dall'élite po-
litica tradizionale. Anche Jair Bolso-
naro, l'attuale presidente del Brasile,
se non è cresciuto nella miseria come
Lula, proviene da un ambiente che
non si può definire benestante. Per il
Chi è Mediapart
Mediapart è un giornale online,
indipendente e partecipativo
fondato da François Bonnet,
Gérard Desportes, Laurent Mauduit,
Edwy Plenel, Marie-Hélène Smiejan
suo modo di par-
lare e la sua stra-
In lizza Poster tegia di comuni-
elettorali, Lula tra cazione, Bolso-
i suoi sostenitori naro è riuscito a
e Bolsonaro dare di sé, alme-
con i cadetti no per una parte
FOTO
ANSA/LAPRESSE
della popolazio-
ne, l'immagine di
uomo semplice e
autentico. “È un
fenomeno nuovo”, sottolinea André
Singer. A favorire l'ascesa di Bolsonaro
hanno contribuito le tensioni persi-
stenti tra il PT al potere e i militari, che
non hanno mai perso la loro influenza.
Quando, nel 2014, in un'impeccabile
uniforme grigia, Bolsonaro, che ha
fatto carriera militare raggiungendo il
grado di capitano, andò a salutare i
giovani diplomati di una prestigiosa
accademia militare del Paese, fu accol-
to in trionfo. In un discorso di una ven-
tina di minuti già evocava la candida-
tura per le elezioni del 2018. Popolare
Il metodo Haiti tra le truppe, Bolsonaro è stato a lungo
disprezzato dai vertici dell'esercito.
Per riportare ordine Ma all'epoca, molti generali erano esa-
sperati dal governo di Dilma Rousseff,
nelle favelas i soldati diventata presidente nel 2010, al ter-
mine del secondo mandato di Lula.
compiono violenze “L'episodio ha ufficializzato l'avvici-
namento tra un ex militare, scono-
ed abusi già usati sciuto al grande pubblico e certi gene-
rali stanchi di vedere sempre vincere la
durante la missione sinistra”, sottolinea Martins. Arrivato
al potere nel 2003, il PT aveva tentato
Onu nel 2004 di rappacificare i rapporti con i mili-
tari. Nel 2004, Lula aumentò il budget
della Difesa e lanciò un piano strate-
gico per rinnovare gli armamenti e ac-
quisire sottomarini nucleari e aerei da
guerra. Malgrado questi tentativi, sol-
dati e generali tornarono presto nell'a-
rena politica. Fu determinante un epi-
sodio del 2004, quando, i soldati bra-
siliani, su mandato delle Nazioni Uni-
te, guidarono le forze di pace ad Haiti,
in preda al caos. La missione fu con-
siderata un successo all'epoca, mal-
grado i problemi sanitari e gli abusi ri-
velati più tardi: “Le tecniche speri-
mentate ad Haiti furono importate
nelle favelas di Rio. I generali volevano
migliorare la loro immagine in una
città traumatizzata dall'insicurezza”,
spiega il colonnello di riserva Marcelo
Pimentel, un voce critica rara verso la
politicizzazione dell'esercito.
NEL 2010, avvalendosi della garanzia di
legge e di ordine GLO, l'esercito invase
l'immenso Complexo do Alemão, un
quartiere di baraccopoli nel nord di
Rio, e la bandiera del Brasile venne is-
sata sulle favelas. Da quel momento, i
GLO si moltiplicarono: 35 operazioni
di questi tipo furono effettuate tra il
2010 e il 2016. L'esercito cominciò a
compensare le carenze dello Stato an-
che nell'edilizia pubblica, nell'assi-
stenza sociale e nella distribuzione
dell'acqua nelle regioni semideserti-
che. Tutto ciò contribuì a migliorare
l'immagine dell'esercito. Le divisioni
con il PT si intensificarono a partire
dal 2005 con lo scandalo del mensa-
lão, un caso di compravendita di voti,
che alimentò i pregiudizi dei militari
nei confronti della sinistra, dal loro
punto di vista, inevitabilmente corrot-
ta. Altre tensioni emersero, tra il 2005
e il 2008, con la creazione della comu-
nità autoctona Raposa do Sol, al con-
fine con il Venezuela. Il generale Au-
gusto Heleno, che più tardi sarà essen-
ziale nell'ascesa di Bolsonaro, “prese
posizione contro la comunità, nutren-
do da allora un odio tenace contro il
PT”, spiega João Martins. Negli anni
successivi “questa generazione di uffi-
ciali iniziò a strutturare un progetto di
potere”, precisa Pedro Leiner, docente
all'Ufscar. Il divorzio si consumò sotto
Dilma Rousseff che, nel 2011, istituì la
Commissione nazionale per la verità
(CNV), incaricata di fare luce sull'ope-
rato della giunta durante la dittatura:
“Molti ufficiali appartengono a dina-
stie militari - spiega il colonnello Pi-
mentel - e il rapporto della CNV citava
parenti di generali allora in carica. Dal
loro punto di vista, si trattava di una
vendetta di Dilma Rousseff”, lei stessa
torturata durante la dittatura. È a quel
punto che il sostegno dei militari a
Bolsonaro cominciò a strutturarsi.
Mai i militari sono stati così numerosi
come nell'attuale governo.
(Traduzione di Luana De Micco)
ESTERI l 15
ALTRILUOGHI
FABIO SCUTO
Arabia Saudita
MBS: i nemici
del regno scovati
con una app
H
a fatto presto a sparire
dai giornali internazio-
nali la vicenda di Salma
al-Shehab, la ricercatrice saudi-
ta condannata a 34 anni di car-
cere per un tweet leggermente
critico verso il governo saudita,
quello di Mohammed Bin Sal-
man. MBS, principe ereditario
designato, che governa già con
pugno duro e la repressione del
dissenso è una pratica comune,
come dimostra il caso di Jamal
Khashoggi. Lo spionaggio infor-
matico è una delle armi più affi-
late di MBS nella caccia agli op-
positori. Salma al-Sheab è stata
accusata grazie a una App per de-
nunciare dei crimini che gli uten-
ti del regno possono scaricare su
telefoni Apple e Android. La po-
tente lobby della Silicon Valley si
è mossa rapidamente per evitare
che questa notizia circolasse
troppo. Una revisione dei tweet
di Salma al-Shehab mostra che
all’epoca dei fatti - il 15 novembre
2020 - le venne è inviato un mes-
saggio da una persona che utiliz-
zava un account saudita dopo
che lei aveva pubblicato un t-
weet leggermente su un nuovo
contratto di trasporto pubblico.
L'utente scrisse a Shehab che l’a-
veva segnalata sull'App saudita,
che si chiama “Kollona Amn”
(Tutti sono al sicuro), due mesi
dopo la donna è stata arrestata.
Sui siti web ufficiali sauditi,
“Kollona Amn” – che ha anche
un account Twitter – è descritta
come un'app che consente a cit-
tadini ed espatriati di presenta-
re denunce di sicurezza e crimi-
nali relative ad attacchi alla vita
personale, minacce, furto d'i-
dentità, estorsioni, diffamazio-
ne, frode e altri reati penali e se-
gnalazioni di sicurezza.
Noura Aljizawi, ricercatrice
presso il Citizen Lab della Toron-
to University, che identifica le
minacce digitali contro la società
civile e che svelò lo spionaggio ai
danni di Kashoggi e di altre mi-
gliaia di persone grazie allo
spyware israeliano Pegasus, è
chiara: ”Siamo in una una nuova
fase dell’autoritarismo digitale.
un tempo questo tipo di censura
era condotta dall'intelligence,
ma ora con queste App che inco-
raggiano i cittadini a denunciarsi
a vicenda, si sta aprendo la porta
a una massiccia censura”. Apple e
Google al momento tacciono sul-
l'opportunità di rimuovere il do-
wnload di “Kollona Amn”.
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 22 Agosto 2022 ITALIA l 17

PIETRE&POPOLO Come smontare la Costituzione

Il “Sindaco d’Italia”, l’ultimo

miglio della “fu” democrazia
» Tomaso Montanari città alla nazione: le riforme co-

N
stituzionali elaborate negli ulti-
ella neolingua che af- mi anni prendevano a modello
fligge questa oscena il sistema dei sindaci, puntando
campagna elettorale, – più o meno direttamente – al
strappando i nessi tra presidenzialismo del “sindaco

‘‘
le parole e le cose e ribaltando si- d’Italia”. Riforme e retorica po-
stematicamente la realtà nel litica si intrecciano in un unico
suo contrario, abita da tempo discorso che, ancora una volta,
anche il sintagma del “sindaco tiene insieme destra e “sinistra”:
d’Italia”. Nel codice di un mar- nel luglio 2019 è stato Matteo
keting diretto a cittadini che ra- Salvini a chiedere agli italiani
gionano come “bambini di sei “pieni poteri” (una citazione,
anni” (come capì per tempo non troppo velata, da Mussoli-

Proponiamo il Caimano), esso è sinoni-

mo di “presidenzialismo”.
ni), nel 2016 era stato Renzi a
chiedere di sciogliere le mani

l’elezione L’intento è riportare il di-

scorso sul potere alla di-
mensione rassicurante della
dell’esecutivo da quelli che egli
considerava intollerabili lacci.

diretta città, del comune: per na-

scondere il manganello dei
“CAPO”: era questa la parola
chiave per capire quale fosse il
del Presidente “pieni poteri”dietro la bono-
mia della fascia tricolore.
senso profondo della riforma
costituzionale Renzi-Boschi.
del Consiglio Il Parlamento Non la si trovava nel testo della

’’
IL PROGETTO del “sindaco
come i sindaci d’Italia” – oggi rilanciato
u ffi c i a l m e n t e
dal Polo Egotico
Calenda/Renzi di Renzi e Calen-
da, il laboratorio
Frankestein per
l’alleanza di tutti
con tutti, ovvia-
m e n t e M o v i-
mento 5 Stelle escluso – ha le
sue radici nel disprezzo per le
lentezze dei Parlamenti, nel
culto di leaders a cui delegare
le decisioni e perfino il pensie-
ro. Il culto che ha condotto alla
mutazione della democrazia
in una dittatura di minoranze
artificialmente trasformate in
maggioranze parlamentari
grazie a leggi elettorali mag-
gioritarie (il Rosatellum, non
per caso, è un loro capolavo-
ro). I partiti politici si sono
trasformati in palcoscenici
per capi più o meno carisma-
tici, designati (quando non at-
traverso meccanismi padro-
nali: come nel caso di Forza I-
talia) per mezzo di primarie a-
perte ai non iscritti, un mecca-
nismo che rende poi impossi-
bile ogni dinamica democrati-
ca interna.
Percorsi Se il presidenzialismo nero di FdI
può avverarsi, è solo grazie a decenni di
devastazione della lingua politica praticata
da coloro che oggi dicono di avversarlo
La conquista del Partito De-
mocratico da parte di Matteo
Renzi e della sua cerchia di a-
mici è stata di fatto una scalata
dall’esterno (culturalmente e
politicamente parlando), resa
possibile dalla dissoluzione
personalistica e leaderistica.
Del resto, anche a sinistra si era
iniziato a scrivere il nome del
leader nel simbolo (lo fece Sini-
stra Ecologia e Libertà “con
Vend ola”, alle regionali del
2010) sancendo anche su que-
sto piano l’introiettamento di
una egemonia culturale di de-
stra: non la collettività ma il ca-
po, non la forza del dissenso in-
terno ma l’acclamazione di un
demiurgo-condottiero-messia
che “porterà alla vittoria”.
La città è il modello: nella
Germania medioevale viene
coniato il ben noto motto Stad-
tluft macht frei, l’aria della città
rende liberi. Varcare le mura
urbane voleva dire liberarsi
dalle catene della servitù della
gleba, e indossare i panni (let-
terali e metaforici) di una liber-
non serve più?
Gli scranni
deserti
dell’aula
di Montecitorio
FOTO ANSA
tà borghese, una libertà sociale
e politica. Oggi, al contrario,
proprio le città hanno incubato
a lungo il naufragio leaderisti-
co della democrazia: l’elezione
diretta dei sindaci (1993) è sta-
ta il laboratorio del personali-
smo, e del “presidenzialismo
culturale” che oggi scontiamo.
Non per caso quella riforma
ebbe luogo mentre iniziava lo
smontaggio delle finanze dei
comuni: al posto di un reale au-
togoverno democratico si offri-
va la piccola autocrazia simbo-
lica di un sindaco senza mezzi.
La conseguenza fu la depriva-
zione di ogni ruolo dei Consigli
comunali, che portò all’inedita
situazione di città senza più un
parlamento, senza un’assem-
blea democratica, senza un’op-
posizione (un dissenso) visibile.
Era un colpo decisivo ad ogni i-
dea di comunità politica. Dalle
nuova Costituzione, ma in
quello della legge elettorale: l’I-
talicum, l’altro gemello di quel-
la gravidanza politica. Vi si di-
ceva che “i partiti o gruppi po-
litici che si candidano a gover-
nare depositano il programma
elettorale nel quale dichiarano
il nome e il cognome della per-
sona da loro indicata come ca-
po della forza politica”. Un capo
eletto direttamente dal popolo:
il sindaco d’Italia. Era questo il
progetto reale del “combinato
disposto”di riforma costituzio-
nale e legge elettorale: un pro-
getto che ricalcava – nello spi-
rito presidenzialista e plebisci-
tarista –, quello che Silvio Ber-
lusconi tentò di attuare nel
2006, e che fu fermato dalla vit-
toria del No, in un referendum
identico a quello del 2016.
Renzi ha da tempo gettato la
maschera, ma anche il Pd (da
Veltroni a Letta) condivide que-
sta responsabilità enorme: se il
presidenzialismo di matrice ne-
ra di Fratelli d’Italia può avve-
rarsi, è solo grazie alla sistema-
tica devastazione dell’immagi-
nario e della lingua politica pra-
ticate per decenni da coloro che
ora dicono di avversarlo.

FUORIORDINANZA
MASSIMO NOVELLI
N
el mercimonio elettorale che ci affligge,
tra candidati e programmi di nulla, non
si può che pensare ai “politici virtuosi”
descritti da Maurizio Viroli su Il Fatto.
Sono i fantasmi di figure minoritarie,
le migliori, del nostro Risorgimento
democratico, di mazziniani, di ga-
ribaldini. Ecco allora il caso di Ste-
fano Siccoli, fiorentino, nato nel
1830 e morto povero nell'estate del
1886. Nel 1865 si candidò a Pontas-
sieve, cittadina vicina a Rignano
sull’Arno, che per beffa della storia è il
paese di Matteo Renzi, il contrario di Siccoli
non solo per il conto in banca.
Deputato della sinistra, valoroso combat-
tente con Garibaldi nel 1860 e prima per l’a-
bolizione della schiavitù in Perù, dove perse u-
na gamba, si spense a Roma “lasciando nella
Politici virtuosi Storia del garibaldino socialista
Stefano Siccoli, candidato a Rignano nel 1865
miseria la sua desolata vedova” e i figli. A Na-
poli, nel 1860, per l’arrivo del re volle “parte-
cipare alla parata alla pari degli ufficiali regi
per affermare la presenza dell’esercito
dei volontari” in camicia rossa, che
stava per essere smobilitato. Giu-
seppe Bandi narrò così la scena:
“...si pose indosso la sua camicia
rossa più nuova, e montò a cavallo,
su certa sella, fatta a posta per te-
nerlo in equilibrio con una unica
gamba, e si imbrancò bravamente nel
seguito del re, pieno di pezzi grossi”. In
via Toledo gli intimarono di allontanarsi dal
corteo reale. Siccoli, invece, diede una frustata
all’ufficiale che lo aveva fermato. Gli rifilarono
tre mesi di carcere.
Nell’opuscolo agli elettori per il voto del ’65,
nella circoscrizione oggi di Rignano e dunque
di Renzi, Siccoli scrisse: “Son povero! Pur trop-
po è vero son povero, anzi ho dei debiti. La ric-
chezza io ne convengo è un titolo nei rappre-
sentanti del popolo, perché è una garanzia
d’indipendenza, ma non sempre... Il fatto non-
dimeno avrebbe molto peso, se, fossi un depu-
tato nuovo. Non sarà dunque a più forte ragio-
ne anche la mia povertà una garanzia per lo
meno ugualmente solida d’i nd i p e n d en z a ,
alorchè tutti sanno che malgrado la mia con-
dizione economica, mi son contentato di vi-
vere meschinamente del mio lavoro, in luogo
di abbandonare la camera e vivere con tutti gli
agii in seno alla mia famiglia, come han fatto
altri”. Declinando il programma, affermò:
"Per mutar di eventi, non ho mai cambiato né
di fede, nè di bandiera". E aggiunse: “Son so-
cialista! E sapete voi perché mi hanno affib-
biata questa nomea? Perché in una interpel-
lanza che mossi al ministro degl’interni sullo
sciopero e sull’arresto di alcuni operai di To-
rino, domandai l’istituzione dei probiviri, e
sostenni a spada tratta questa massima: ‘Che
ognuno ha diritto di esigere del proprio lavoro
la mercede che creden’. Massima che allora fu
detta socialista e sovversiva dai nostri adiposi
conservatori”.
Siccoli diceva agli elettori: “Credete voi che
se avessi voluto impiegare cinicamente la mia
parola, la mia audacia, e la mia qualunque in-
telligenza al servizio di tutti i ministeri, sarei
sempre povero? Credete voi che il mio voto non
sarebbe stato pagato almeno quella stessa mo-
neta che il voto di certi muti, i quali striscian-
dosi sotto il banco dei ministri han razzolato o
l'impiego, o la croce con pensione, o il diploma
di professore, o tre o quattro nomine di consi-
gliere di ferrovie sussidiate dallo stato?”.
18 l SECONDO TEMPO IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 22 Agosto 2022

Venditti e DeGregori al sud Al via il Mag Festival Il doc di Netflix sulla pizza
Il duo prosegue il suo tour: domani Dal 24 al 27 agosto a Sona, vicino di La nuova stagione di “Chef ’s Table”,
saranno a Roccella Jonica, giovedì a Verona, ci sarà l’evento di arte in arrivo il prossimo 7 settembre,
Palermo e poi andranno a Taormina sperimentale: quattro giornate gratuite sarà dedicata all'arte della pizza.
in una doppia data, il 27 e il 28 agosto nella splendida “Villa Romani” Presenti gli italiani Bonci e Pepe

D
» Massimo Novelli
al 1891 la sua facciata liberty si
specchia nella piazza Italia,
cuore di Acqui Terme (Ales-
sandria). È il Grand Hotel
Nuove Terme, chiuso da qual-
che mese così come gli stabi-
limenti termali, anche se si
spera sia prossimo il rilancio.
In attesa della riapertura, il
vecchio albergo vive di me-
morie e ospita forse una sorta
di genius loci che assomiglia
allo Spirito del Raffles Hotel
di Singapore. Magistralmen-
te raccontato in un suo bel ro-
manzo, Un uomo alto vestito
di bianco (Piemme), dallo
PRENOTAZIONI scrittore Alberto Ongaro, lo
DI UN CERTO Spirito del Raffles è “nato dal-
LIVELLO l'invisibile insieme delle trac-
INAUGURATO nel ce degli scrittori che vi aveva-
1891 ad Acqui Terme no a lungo soggiornato e dei Stile liberty
(Alessandria), il loro personaggi”. L’hotel è stato
Grand Hotel Nuove Al Nuove Terme di Acqui a- ristrutturato e
Terme è diventato leggia lo Spirito del Cinema, ammodernato
presto uno dei salotti che evoca le dive e i divi italia- nel 2002. Sotto
più frequentati in ni degli anni Quaranta, ma una foto del
Europa durante la anche Stan Laurel e Oliver duo comico
Belle Époque. Fra i Hardy, Stanlio e Ollio, insom-
suoi ospiti più ma. Tutto risale a un loro sog-

Stanlio e Ollio al Grand

importanti, oltre a giorno in Italia, tra cronaca,
Stanlio e Ollio, memoria popolare e leggen-
c’erano Winston da. Di sicuro era il 1950, l’an-
Churchill, la pianista no in cui Laurel e Hardy si sa-
Luisa Baccara rebbero fermati in città, scen-
(amante di Gabriele

Hotel (di Acqui Terme)

dendo probabilmente al
D’Annunzio) e il Grand Hotel. Che cosa ci ven-
ciclista Fauso Coppi, nero a fare? Le famose cure
oltre a un gran termali, i fanghi, conosciuti
numero di Reali da già dagli antichi romani? O
tutto il continente. andarono ad Acqui per altre
La struttura ragioni, magari per una sem-
rappresenta un plice gita di piacere, giungen-
grandioso esempio di dovi probabilmente da Geno-
architettura liberty va o da Sanremo? Nella città
dei Fiori cenarono al Casinò
nel giugno di quel 1950, nel
corso della loro tournée in Eu-
ropa e in Italia che li avrebbe
condotti negli studios della
Victorine di Nizza per girare il
film Atollo K, il più sganghe-
rato della loro carriera. A fine
giugno Oliver Hardy e Stan
Laurel furono a Genova, dove
si esibirono al Teatro Carlo
Felice, e quindi raggiunsero
Roma. Nella Capitale un fo-
tografo li immortalò assieme
ad Alberto Sordi. Su quell’e-
pisodio l’agenzia Ansa, tem-
po fa, ricordava che è rimasto
“sconosciuto il nome del fo-
tografo che scattò la foto; e
potrebbe trattarsi del repor-
ter che, come scrisse Sordi in
un raro articolo (...) esortò
l’attore a mettersi in primo
piano dando addirittura una
manata al povero Hardy. ‘Dài
Arbertò, ché tocca a te, lascia
perde' er ciccione!’, gli avreb-
be detto il fotografo, beccan-
dosi però poi un rimprovero
da Sordi, offeso dalla man-
canza di rispetto per il suo a-
mato Ollio”.
Il libro d’oro dei visitatori
illustri del Nuove Terme non
si trova più, perduto o finito
chissà dove. Certo che, oltre a
Stanlio e Ollio, al Grand Hotel
soggiornarono Winston
ANNI ‘50 Quella volta in cui il duo comico soggiornò in provincia di Alessandria
nell’albergo che era tappa fissa dei vip del passato, da Churchill fino a Fausto Coppi
Churchill (esiste una suite a
lui dedicata) e la pianista Lui-
sa Baccara, la Signora del Vit-
toriale, eterna amante di Ga-
briele d’Annunzio; vi dormi-
rono svariate famiglie reali e
Fausto Coppi. Il Grande Airo-
ne ci veniva sovente per rige-
nerarsi, una fotografia lo im-
mortala nella hall. E Stanlio e
Ollio? Lo scrittore e psicana-
lista Pierpaolo Pracca ne con-
serva un frammento in alcuni
ricordi di famiglia. “Dai rac-
conti che si sono tramandati,
sia pure un poco confusi e in-
certi”, ha raccontato, “c’è quel-
lo di una anziana signora. A-
veva un banco al mercato, di-
ceva che Stanlio e Ollio anda-
rono da lei per comprare dei
formaggi della zona, e che e-
rano alloggiati al Nuove Ter-
me”. E altri, si vocifera in città,
videro con i loro occhi i due at-
tori americani passeggiare
per Acqui.
Verità, ricami di leggenda?
Se fosse ancora vivo Osvaldo
Soriano, l’autore dell’i ndi-
menticabile Triste, solitario y
final (Einaudi), ci avrebbe
scritto sopra una storia delle
sue, immaginando un detec-
tive alla Marlowe che indaga
sul preteso soggiorno acquese
di Laurel e Hardy. Al Nuove
Terme, adesso, o se non altro
fino a quando è stato aperto, i
personaggi da vero libro d' oro
non sono più la regola, in
quanto non ne esistono troppi
in circolazione. Ristrutturato,
sia pure privo degli arredi di
una volta, l' albergo ha con-
servato la facciata in stile fine
Ottocento, qualche sala di
pregio, il delizioso caffè sotto i
portici di corso Bagni, oltre
naturalmente a una beauty
farm e agli stabilimenti ter-
mali. In piazza Italia, in ogni
caso, il Grand Hotel apparve a
Stanlio e Ollio, se davvero vi
arrivarono, forse con una li-
mousine, così come è ora, al-
meno esternamente: con la
sua facciata liberty degna del
Raffles, E così lo vide sicura-
mente la troupe di Fari nella
nebbia, il film anticipatore del
neorealismo, che Gianni
Franciolini girò ad Acqui fra il
1941 e il 1942, con sceneggia-
tura, tra gli altri, di Corrado
Alvaro. Di quella torbida sto-
ria d' amore e tradimenti,
scolpita sui volti di Fosco Gia-
chetti, Antonio Centa, Luisa
Ferida e Mariella Lotti, so-
pravvivono ancora alcuni
scorci cittadini del set: una
scala di un palazzo di via
Manzoni, piazza San Guido,
la piazza Conciliazione cuore
dell' antico borgo della Pister-
na. Se vale per Laurel e Hardy,
varrà pure per loro. Anche Fo-
sco Giachetti, la Ferida e gli al-
tri di Fari nella nebbia devono
avere lasciato al Nuove Terme
qualcosa dello Spirito delle
vecchie cose perdute: lo Spi-
rito del Raffles.
IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 22 Agosto 2022 SECONDO TEMPO l 19

PORTFOLIO Foto di UMBERTO PIZZI

Testi di FABRIZIO D’ESPOSITO

Va in fumo il Pd “casinista”:
gli ex di B. sono progressisti!
1. Anello 3. Pd decimato,
di congiunzione ma lei è salva
Per metodo e si- Tra taglio dei par-
stema di potere, lamentari e spe-
inclusa certa con- ranze vane di vitto-
nivenza azzurra ria nei collegi uni-
con la mafia, Sil- nominali, il Pd ha
vio Berlusconi è varato tra mille
stato l’erede di sofferenze le sue li-
Giulio Andreotti, ste per il 25 set-
simbolo di un’Ita- tembre. Tantissimi
lietta mediocre e i “morti” e i “feriti”
maneggiona: Ca- della gestione let-
sini con loro si di- tiana, che però ha
vertiva molto salvato anche l’ex
berlusconiana
Beatrice Lorenzin,
già ministra

2. In Parlamento 4. Gattopardo
da 40 anni piacione
Dc forlaniano, poi Nella Seconda Re-
leader centrista pubblica, Casini è
nella destra di B. stato un volto gat-
e Fini, nel 2018 Pier topardesco del Si-
Ferdinando Casini stema e per rima-
si è incredibilmen- nere in auge ha
te riciclato nel Pd pure inseguito la
di Renzi. Candida- suggestione mon-
to nella rossa Bolo- tiana del centro di
gna è stato confer- Montezemolo: qui
mato da Enrico è con lui e Malagò,
Letta, nipote del un trio di piacioni
berlusconiano
Gianni cui Casini
è legatissimo

5. Per tutte
le stagioni
Ci sono immagini
che resistono al
tempo e si posso-
no guardare da o-
gni prospettiva, di
centro, di destra o
di sinistra: è il caso
appunto di Casini
& Lorenzin, che an-
che a questo giro
l’hanno sfangata
grazie al Pd

COSARESTERÀ
BENEDICTA BOCCOLI
S
ulla scrivania di mio padre è sempre
stata in bella mostra la mitica lettera
22 dell’Olivetti, per intendersi quella
che usa Indro Montanelli. Non so per-
ché mio padre ce l’abbia, in vita sua non ha
mai scritto neanche una cartolina. Verrà
messa in un ripiano della cantina, tra le sca-
tole delle cose vecchie, o nel cellophane, co-
me è capitato al mio dolce forno, la cyclette di
mamma, ai libri delle ricerche con le figurine
e alla macchina per fare la pasta in casa, bel-
Lì in soffitta L’Olivetti di papà, la cyclette
e Gino “Mahãtmã” da Rocca Cannuccia
lissima, a manovella. Il mio cassetto è colmo
di diari di Naj Oleari. E anche i miei pensieri
quando non faccio spazio nella testa si affol-
lano di cianfrusaglie. Come dice Giucas Ca-
sella e i maestri orientali, c’è necessità di ri-
creare un vuoto. Con i pensieri non è facile
come con gli oggetti. Ci vorrebbe una medi-
tazione! Ho conosciuto un maestro zen che ci
insegna a praticare il distacco. Si chiama Gi-
no e viene da Rocca Cannuccia, ma si fa chia-
mare “Mahãtmã” come Gandhi, non si sa
perché. Pare abbia passato due anni in Ne-
pal, secondo lui a meditare, secondo altri a
fare il guarda macchine in un ristorante. Gi-
no sostiene che gli oggetti abbiano un’anima
e forse è per questo che il suo studio è pieno di
qualunque cosa. È interessato alla mia Oli-
vetti e durante la meditazione mi ripete sot-
tovoce con accento foggiano: “ Portamela a
me, portamela a me…” con un piglio alla
Giucas Casella. Io non credo che la mia O-
livetti abbia un’anima, allora anche il mio
frullatore, o il mio phon ce l’avrebbero, però
se insiste tanto ci deve essere un motivo, ho
deciso quindi di regalargliela. È avvenuto il
prodigio! I tasti della Olivetti hanno comin-
ciato a battere da soli, io l’ho guardato e lui
mi ha sorriso e ha detto “Si, non ve lo volevo
dire, ma Giucas Casella è mio cugino!” e co-
me in un delirio ha guardato la mia macchi-
na e ha urlato “ Quando lo dico io, quando lo
dico io!”
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20 l ULTIMA PAGINA IL FATTO QUOTIDIANO Lunedì 22 Agosto 2022

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CONTAGI IN RISALITA
Covid, 63 morti
e 19.470 nuovi casi
nelle ultime 24 ore

SONO 19.470 i nuovi

q contagi da Covid registrati
nelle ultime 24 ore, secondo i dati
resi noti ieri dal ministero della
Salute. Sabato invece i contagiati
erano stati 24.394. Le vittime ieri
erano 63, in calo rispetto alle 88
di sabato, ma a fronte di 118.520
tamponi effettuati. Il tasso è dun-
que del 16,4%, in aumento ri-
spetto a sabato quando era al
14,8%. Erano invece 262 i pa-
zienti ricoverati in terapia inten-
siva (+6), mentre gli ingressi
giornalieri erano 20. I ricoverati
nei reparti ordinari erano invece
6.442, 86 in meno nelle ultime 24
ore. Gli attualmente positivi era-
no 778.810, 3.818 in meno rispet-
to a sabato. Dimessi e guariti era-
no 20.696.936 (+23.225) men-
tre il totale dei casi dall’inizio della
pandemia era salito a 21.650.468
e quello dei decessi a 174.722.

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RIGASSIFICATORE
Acerbo contro
Giani: a Piombino
rischi sottovalutati
“LE IMMAGINI POSTATE
q dal presidente della Regio-
ne Toscana Giani della tempesta
che travolge la ruota panoramica a
Piombino sono una clamorosa
conferma della superficialità
dell’analisi dei rischi presentata
dalla Snam” per valutare il rigassi-
ficatore nel porto di Piombino che
“potrebbe diventare una bomba in
caso di incidenti”. A dirlo è Mauri-
zio Acerbo, segretario di Rifonda-
zione Comunista, candidato di U-
nione Popolare alle elezioni. “La
Snam sostiene che ‘si può ragione-
volmente escludere il pericolo di
trombe d’aria’. Il governo Draghi e
le forze che lo sostengono vogliono
imporre con procedure raffazzo-
nate e autoritarie, da rispedire al
mittente, un rigassificatore galleg-
giante di 300 metri in un porto traf-
ficatissimo, con le abitazioni a soli
800 metri”, conclude Acerbo.

PROGRAMMITV

08:00 Tg1 07:45 Heartland 10:10 Elisir - A gentile richiesta 07:35 Kojak 07:59 Tg5 07:40 Cartoni animati 07:30 TG LA7 19:15 Hotel Artemis
09:05 UnoMattina Estate 08:30 Tg2 11:10 Doc Martin 08:35 Agenzia Rockford 08:44 Morning News 09:35 Dr. House - Medical Di- 07:55 Omnibus - Meteo 20:55 100X100Cinema
10:20 Linea Verde Estate Da 08:45 Radio2 Happy Family 11:55 Meteo 3 10:40 R.i.s. Delitti Imperfetti 11:00 Forum vision 08:00 Omnibus Dibattito 21:15 Gli idoli delle donne
sud a nord 10:10 Tg2 Dossier 12:00 Tg3 11:55 Tg4 11:25 C.s.i. New York 09:40 Coffee Break Estate 22:55 The Gunman
11:30 Camper 11:00 Rai Tg Sport 12:15 Quante storie 13:00 Tg5 00:55 Cena con delitto - Knives
12:23 Il Segreto 13:42 Beautiful 12:25 Studio Aperto 11:00 L'Aria Che Tira Estate
13:30 Tg1 11:10 La nave dei sogni: Viag- 13:15 Passato e presente Out
14:00 Don Matteo gio di nozze nell'isola di 14:20 Tg3 13:00 Hamburg Distretto 21 14:10 Una Vita 13:50 I Simpson 13:30 TG LA7 03:05 Blood Diamond - Dia-
16:00 Sei sorelle Jersey 15:05 In cammino 14:00 Lo Sportello di Forum 15:20 I Griffin 14:15 Eden - Un pianeta da manti di sangue
14:45 Terra Amara
17:00 Tg1 13:00 Tg2 15:55 Viaggio nella bellezza 15:30 Tg4 Diario Del Giorno 15:45 Ncis: Los Angeles salvare
17:20 Estate in diretta 14:00 Aspettando Bella - Ma' 16:55 Overland 15:45 Un Altro Domani 17:27 The Mentalist
16:34 Abbronzatissimi 17:15 I segreti della Corona
18:45 Reazione a catena 14:05 Squadra Speciale Cobra 11 17:50 Geo Magazine 18:58 Tg4 16:46 Rosamunde Pilcher 18:22 Studio Aperto 18:15 Padre Brown 15:20 Delitto (im)perfetto
20:00 Tg1 15:45 Castle 19:00 Tg3 19:52 Tempesta d'amore 18:45 Avanti Un Altro 18:59 Studio Aperto 20:00 TG LA7 17:15 Sulle orme dell'assassino
20:30 Techetechetè 18:15 Tg2 20:00 Blob 20:30 Controcorrente 20:00 Tg5 19:30 Ncis - Unità Anticrimine 19:15 Cash or Trash
21:25 Immenhof - La grande 19:00 Hawaii Five-0 20:20 La gioia della musica 20:35 In Onda
21:20 Zona Bianca 20:40 Paperissima Sprint 20:24 Ncis: New Orleans 20:20 Deal With It - Stai al
promessa 19:40 Blue Bloods 20:50 Il santone 21:15 La corsa al voto gioco
23:15 Tg1 20:30 Tg2 21:20 Report Estate 00:35 Motive 21:20 D'iva - D'iva 21:20 Chicago P.d. 23:30 L'uomo dalla cravatta di 21:25 Il contadino cerca mo-
23:20 Cose Nostre 21:20 Un Paese quasi perfetto 23:15 Il fattore umano 01:57 Per Amore di Cesarina 00:55 Tg5 23:01 The Cleaning Lady cuoio glie