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[18:07, 7/4/2018] +39 335 164 1148: La didattica non è la risultante di pure

associazioni, non è una realtà di ordine molecolare, è un'identità molare, procede


per successive trasformazioni di strutture dinamiche fra loro collegati in sistemi
aperti. Studia l'insegnamento e in quanto tale vale a dire l'analisi di tutto quello che
si fa perché è un soggetto che voglia imparare a prende conoscenze relative diversi
saperi di solito disciplinari. La didattica è un sapere dell'educazione che in quanto
tale ha un oggetto un campo è una metodologia per la ricerca.

L'oggetto è l'insegnamento che mira alla apprendimento e non lo determina.


l'azione insegnativa pur Mirandola acquisizione in modo sistematico di conoscenze
capacità abilità significati valori, non ha la pretesa di produrre direttamente effetti di
apprendimento. Se così fosse è su sarebbe riconducibile alle forme
dell'addestramento o si identificherebbe con l'indottrinamento. l'insegnamento
invece costituisce la mediazione perché si verifichi un apprendimento da parte del
soggetto. apprendimento che si verifica soltanto con il libero consenso di
quest'ultimo. l'insegnante non determina l'apprendimento che è prerogativa
dell'alunno ma produce soltanto il pupilling o studenting. Vale a dire la capacità e
mezzi per fare del soggetto uno studente.

Il campo comprende non solo la scuola ma anche La pluralità dei luoghi non formali
che come si sa è attualmente settore in forte espansione. dalla didattica dei beni
culturali alla didattica dello Sport dalle macro didattiche a distanza multimediali alle
micro didattiche come la didattica dei sentimenti o la didattica del calcio.

La metodologia per la ricerca si avvale di una strumentazione quali-quantitativa. tra


i metodi quello sperimentale prevalentemente orientato secondo l'originaria
impostazione deweyana

All'innovazione didattica risulta efficace quando si Tenti di isolare i singoli momenti


causanti scompensi nei processi di insegnamento-apprendimento o quando i fattori
soggettivi non permettano un'analisi adeguatamente obiettiva dei processi in atto.

La didattica e le didattiche disciplinari

Che la trasmissione del sapere disciplinare sia componente essenziale a cui la


didattica deve rivolgere la sua attenzione in quanto si tratta di un sapere fortemente
correlato al suo oggetto di studio, ovvero all'insegnamento, è indubbio proprio
perché non ci può essere insegnamento senza che vi sia un qualcosa da insegnare.
senza con questo voler affermare che la conoscenza del che cosa insegnare sia, oltre
che necessaria, anche insufficiente per esercitare fruttuosamente l'attività didattica.
la conoscenza della materia consente Infatti all'insegnante di trasmetterla
correttamente di fare un discorso coerente e di stabilire relazioni fra i segmenti della
conoscenza disciplinare, di cercare individuare valenza del contenuto in riferimento
al soggetto che apprende E così via. anche se va subito avvertito che non si tratta
tanto soltanto del fatto che abbia necessità di conoscere i termini i concetti di una
disciplina per poterlo insegnare quanto e soprattutto dalla possibilità di giungere ad
una comprensione approfondita delle idee fondanti, delle strutture concettuali,
delle procedure che lo organizzano per essere in grado di facilitarne la costruzione
in una mappa di connessioni anche in chi apprende. questo però non può e non
deve significare risolvere secondo il noto sofisma gentiliano chi sà, sa insegnare.
Certo in modo corretto di stare in una disciplina comincia con la conoscenza del suo
campo di indagine ossia il rapporto fra i temi di cui si occupa e gli strumenti
concettuali teorie modelli e metodologici di cui essa dispone per affrontare tali temi.
ma un insegnamento polarizzato sull' epistemologia della disciplina già iniziato tutti i
suoi limiti e i suoi rischi. contenutismo disciplinarismo epistemo centrismo.
l'obiettivo principale di questi posizione di alloggiare nello studente in modo più o
meno comodo conoscenza informazione generalmente trattate da fonti già esistenti.
la risorsa mentale a cui Esso perlopiù si appella è la memoria che serve appunto a
tenere in ordine il magazzino di informazioni a rendere possibile la pronta
utilizzazione. questa concezione implica due assunti.

1- partire solitamente in maniera Magari consapevole ma non per questo meno


tenace dall'assunto che la testa dello studente sia una tabula rasa sulla quale
è necessario imprimere dei Record
2- -2 dare altresì per scontato che L'unico compito della testa nei confronti dei
Record che porta registrati sia quello di custodirli di immagazzinare il più a
lungo possibile nelle versioni più estreme queste immagazzinamento deve
durare almeno fino a che non arrivi un esame Dopodiché un Self cleaning
della memoria e non solo augurabile ma addirittura necessario.

ed è ciò che tutti i nostri studenti fanno quando passano da una classe all'altra
ancora quando passano dall' ordine di studi a quello superiore. per poter
funzionare nella pratica tale impostazione ha bisogno naturalmente di
modificare la natura dei diversi campi di sapere a cui si applica, di formattarli
e di ridurre cioè alla sua misura. per fare un esempio non è affatto un caso
che lo sviluppo dei linguaggi nell'insegnamento vengo formattato come analisi
logica e analisi grammaticale. Solo a condizione di sottoporsi a questa
operazione di formattamento questi ambiti di conoscenze sono
immagazzinabili e richiamabili dalla memoria. In molti casi però gli effetti di
questa operazione sui campi di conoscenza possono essere molto drastici e
finire addirittura per dissolverli. se la storia e la geografia anche ridotte A liste
di dati e di date continuano a sussistere e ad assomigliare in qualche modo a
se stesse sia pure in forma polverizzata e linguaggio ridotto a meccanica e
tecnica di analisi a liste di regole ed eccezioni scompare completamente. il
formattamento cui viene sottoposto lo trasforma in altro. è il caso ben noto
agli insegnanti ai genitori ai linguisti gli alunni che sanno la grammatica ma
non sanno l'italiano. le informazioni immagazzinate anche se non sempre non
sono dinamiche ne si organizzano in rete di interazioni complesse come quelle
che siamo portati a chiamare conoscenza e i suoi corollari. si tratta di pezzi di
informazione nel significato Stretto di questo termine depositata nel loro
indirizzi E difficilmente vocaboli o utilizzabili In circostanze nuove, diverse Cioè
da quello nelle quali sono state apprese. se si fatto insegnamento trasforma in
pezzi di formazione tutto ciò che tocca. Ciò che è informale deve diventare
formale ciò che è non ordinato deve diventare ordinato ciò che è vago deve
diventare definito.

La concezione contenutistica riflette una rappresentazione della materia di studio


Come sapere orientato sui paradigmi della consegna della ripetizione della
memorizzazione anziché su quelli dell' elaborazione la ricerca della creatività. la
disciplina trasmessa è Intesa di solito Come sapere ingiallito senza sviluppo
cristallizzato in un repertorio di nozioni regole metodologie piuttosto che Come
sapere in progress, storicizzato problematico aperto all'innovazione e volto alla
scoperta.

Il potere delle discipline non deve soffocare la persona che apprende quanto
favorirne l'espressione delle potenzialità umane attraverso la comprensione dei
valori intellettuali estetici morali sociali Civili di cui sono portatrici. 100 anni di studi
e ricerca Nelle scienze dell'educazione confermano che il successo scolastico e
formativo se è determinato dalla validità delle discipline banche ha scritto
all'organizzazione didattica delle azioni dell'insegnare sia per ottimizzare i processi
della prendere sia per favorire la promozione umana dei soggetti. Le conoscenze
assimilate diventino per lo studente fattori essenziali della sua capacità di giudizio,
che in seguito eserciterà nei più diversi contesti cognitivi e pratico operativi. è il
modo con cui vari contenuti sono organizzati, appresi ed elaborati che conferiscono
loro un grado maggiore di livello culturale. quel modo di usare un occhio nuovo con
cui riguardare quello che si sa porsi interrogativi Insomma rivolgere domande sul e
al proprio sapere. in questa prospettiva La didattica studi e teorizza un
insegnamento il quale dinamizza i saperi riscopre come generatori di altri saperi. alla
luce della didattica così Intesa quindi il insegnare non può limitarsi a trasmettere un
sapere, a presentare una disciplina, da crescere e quantitativamente le conoscenze,
bensì deve promuovere sostenere nel soggetto che apprende l'impegno delle sue
qualità capacità profonde, favorirne la misura scelta degli atteggiamenti personali,
alimentare la prospettazione degli orizzonti progettuali, sì che le curiosità della
mente l'audace del pensiero il desiderio di verità l'amore la passione per l'oggetto di
studio ne costituiscono un componente altrettanto sostanziale e caratterizzante
quanto l'esaustiva informativo cognitività e il rigore metodologico procedurale. in tal
modo consente allo stesso soggetto di non adagiarsi nel grigiore motivazionale della
routine istituzionale ma piuttosto di auto scoprirsi di conoscersi di accettarsi auto
progettarsi. le discipline apprese acquistano così un significato, un senso.
rappresentano per il soggetto uno strumento di salvezza formativa di
potenziamento delle energie Creative e culturali.

Ne consegue che il compito dell'insegnante non può esaurirsi in una bella


spiegazione, nel limitarsi a trasmettere conoscenze, bensì deve consistere uno nell'
aiutare lo studente elaborare conoscenze significative che anno c'è un senso per il
suo progetto di uomo due nel esplicare allo stesso studente quale operazioni
mentali dovrà impiegare di fronte alle soluzioni di un compito e quindi far diventare
l'attenzione per i processi mentali non c'è un'occasione episodica bensì una cura
continua e costante da parte del docente del lavoro del team del consiglio di classe 3
nella essere consapevole che ogni studente possiede una sua autobiografia cognitiva
un suo profilo in evoluzione e perciò dotato di uno stile personale che corrisponde a
una dimensione della mente da modificare da correggere. 4 nell'alimentare il
conversare dialogare E perciò il domandare come sollecitazione a risposte possibili
alternative contro il mero interrogare in funzione di un ottenimento di una sola
risposta 5 nel incrementare la problematizzazione come scoperta di altri
interrogativi contro l'assertività spocchiosa incoraggiare l'euristica o molto
semplicemente educare a pensare.

La didattica come sapere professionale


Va subito detto che quando concerne il sapere professionale specifico la ricerca
didattica ha dubitato almeno fino agli anni 80 che esistesse un sapere dell'insegnare.
era opinione diffusa oggi in vero non del tutto superata che gli insegnanti non
disponessero di un Corpus unitario di conoscenze professionali se non quello
riconducibile a quel fare sovente improvvisato dei praticoni che hanno acquisito le
loro conoscenze attraverso l'esperienza in un contesto determinato. A questo punto
la differenza tra mestiere e professione risulta ben chiara ovvero si vuole intendere
l'insieme delle capacità di realizzare un'attività professionale che si è acquisita e si è
affinata nell'esercizio pratico, nell' applicazione di strumenti collaudati, di cui si
diventa con il tempo sempre più abile intenditori. con la professione Invece si indica
non soltanto la padronanza della messa in pratica di attività appropriate ma anche la
capacità di collegarsi a un Corpus di riferimenti teorici di una disciplina da cui
derivano le basi per lo svolgimento del lavoro e che al tempo stesso si contribuisce
ad arricchire attraverso la realizzazione del lavoro è la riflessione su di esso.

Alla luce di tale concettualizzazione il sapere professionale comprende un campo


semantico che esprime una competenza caratterizzata sia da micro professionalità
abilità strumentali sia da macro professionalità padronanza complessiva che
attraverso conoscenze azione e riflessione Sì potenze si Affina nel giorno di ogni
lavoro.

la pratica ancora è stata riconosciuta sempre più Come contesto epistemico in cui si
trasmettono e si generano conoscenze luogo fisico e sociale in cui si compie il lavoro
e si sviluppa l'apprendimento, costrutto analitico che contribuisce a chiarire Come si
apprende si sviluppa la conoscenza professionale. molti ambiti di ricerca convergono
nel riconoscere nella pratica un luogo in grado di produrre conoscenza e perciò i
professionisti si configurano come soggetti epistemici che producono dei saperi
idonei a interpretare a risolvere problemi che incontriamo.

si deve in particolare agli studi sulle pratiche professionali una convergenza verso il
concetto di pratica inteso sia come processo euristico idoneo a produrre conoscenza
in virtù dei dispositivi riflessivi che ogni fa reagire Chiama in causa, sia come attività
culturalmente situata dove non è nettamente distinto il pensare dal fare agire. la
razionalità nella pratica si configura come adeguatezza e concretezza. Orientamento
mirato a realizzare un rapporto soddisfacente tra un fine cioè in vista di quell'azione
acquista un senso è un'iniziativa puntuale in situazione ordinata e realizzare quel
fine nei limiti del possibile. Sulla base di queste tendenze le ricerche si sono dirette
sulle competenze prodotte in situazione di lavori nei settori più vari. Così accanto I
saperi accademici un ambito è stato offerto ai saperi direttamente generati
dall'azione. la ricerca didattica recente muovendo dalla constatazione che la teoria
rigorosa non riesce a generare mezzi soddisfacenti ad assicurare il raggiungimento di
tutti gli obiettivi a chi opera in situazioni concrete, ha evidenziato come la crescita
della conoscenza e della competenza professionale sia legata in particolare a
all'affidamento della capacità di riflessione nell'azione oltre si intende che di
riflessione prima e dopo di questa.

per polaniy Esiste un livello di coscienza che non può essere sempre
immediatamente tradotto in parole. il caso più frequente è quello che si sa cosa si
sta facendo ma non si sa sempre essere capaci di verbalizzare . si tratta di quelle
conoscenze che gli uomini di esperienze gli esperti di un settore hanno sul Come
fare le cose. la capacità di risolvere alcuni particolari tipi di problemi ho la capacità di
elaborare dei buoni giudizi basati sull'esperienza. e si attivano le conoscenze
inespresse, locuzioni introdotte dallo stesso polani, mobilitano dei savoirs caches I
saperi nascosti nelle agire professionale. le conoscenze tacite contengono elementi
effimeri come pareri soggettivi, convinzioni, intenzioni, è ancora modi di vedere le
situazioni di interpretare le opportunità. è altamente personale difficile da
formalizzare difficile da comunicare agli altri afferma polanyi. possiamo sapere più di
quanto siamo in grado di raccontare.

una parte importante della conoscenza condivisa da una comunità di pratiche e


tacita. Ed è proprio la condivisione di conoscenze tacite che costituisce una delle
caratteristiche che permette di distinguere e di riconoscere una comunità di
pratiche da un insieme di individui. Vale qui recuperare la distinzione fra dimensione
cognitiva di paradigmi modelli mentali e rappresentazioni e dimensione tecnica
sapere fare esperienza applicata ad uno specifico contesto legata all'esperienza non
trasmissibile attraverso l'istruzione tradizionale. nell'ambito della conoscenza
l'apprendimento della Dimensione tecnica è possibile anzitutto attraverso

l'attivazione di una relazione densa di scambio tra un soggetto esperto è un novizio,


una relazione centrata su osservazione, pratica e imitazione. la conoscenza tacita
aiuta a comprendere la specificità di una nuova situazione che non rientra
completamente in una di quelle sperimentate in precedenza, mediante una modifica
o un adattamento al caso di una o più schemi del proprio repertorio. va tenuta
presente altresì la consapevolezza delle credenze personali. si tratta di concezioni
poco articolate largamente implicite Ma che sembrano influenzare in maniera
notevole i processi cognitivi metacognitivi operativi che si mettono in atto.

Manson attesta che le idee ingenue alle concezioni spontanee punto mediante
l'introduzione della conoscenza tacita polanyi ha valorizzato la dimensione
soggettiva dell' accumulo di esperienze, della loro concettualizzazione e della loro
categorizzazione. una schematizzazione personale delle varie situazioni problemi
strategie di soluzione. Da parte sua schon afferma che la pratica professionale è un
processo di soluzione di problemi. problemi di scelta o decisionali sono risolti
mediante la selezione fra i mezzi disponibili di quello che meglio si adatta a
determinati fini. nella pratica i problemi non si presentano al professionista come
dati ma devono essere costruite a partire dai materiali di situazioni problematiche
sono sconcertanti turbative incerte.

Pertanto il sapere del professionista e dell'insegnante un genere di sapere che non


è lineare ne è scandito secondo tappe predeterminabili. una conoscenza che non
può essere formalizzata totalmente Comunque non con il linguaggio della logica
dimostrativa, un sapere che illude le regole principali della distinzione della
riduzione perché è un sapere dell'azione, basato sulle strategie della complessità,
delle connessioni multiple e della contestualizzazione ecologica. un sapere elaborato
dal professionista sul campo che sviluppa durante l'azione per uscire dal disordine
iniziale e affrontare interventi mirati e regolazioni adattive tali da assicurare
coesione e proseguire di volta in volta soluzioni pertinenti ed efficaci. nel pensiero
che si svolge nel corso dell'azione sono attivati due punti

-1 l'uso di strumenti linguaggi repertori d'azione utilizzati per descrivere le situazioni


complesse interagire con
-2 i sistemi di valutazione che orientano da un lato ad impostare i problemi da
risolvere dall'altro una vera conversazione con la situazione in atto

-3 i ruoli del contesto dei quali professionisti si trovano svolgono i loro compiti. un
sapere difficile da cogliere per un osservatore esterno a prima vista non qualificabile
come vero sapere, proprio perché È sfuggente rispetto alle categorie tradizionali del
sapere se i più che appaiono eccessivamente semplificate.

lavorando in situazioni risulta utile Un epistemologia della pratica quale


professionisti costruiscono giorno dopo giorno riflettendo dell'azione. da qui la tesi
di Shawn sul professionista, definito un pratico riflessivo, fonte del sapere pratico e
testimone in primis di un epistemologia della pratica. dunque la pratica riflessiva si
viene costituendo, per il professionista e per il docente Come procedura metà. di
conseguenza e di monitoraggio della propria attività insegnativa. unico sapere vero
È quello che si elabora dalla sulla e nella pratica. Sean sviluppa La Nazione the way
Ana di essenziale artisticità coinvolta nel processo intellettuale di riflessione. Ed è
proprio la dimensione È creativa della pratica riflessiva che rende capaci pratici di
conversare negoziare con problemi inconsistenti e incompatibili E che permette di
avere un quadro chiaro dell'azione non razionale non dicibile.

Si ridimensiona anche la fiducia nelle descrizioni formali del lavoro, e dunque


dell'insegnamento e nella prospettazione di modelli teorici non connessi con la
pratica. da quella visione dialettica della relazione fra teoria e pratica che permette
in discussione l'idea di prescrizione da parte dei teorici. Gli insegnanti hanno sempre
meno bisogno di modelli parziali e tecnologici, è sempre più di aiuto concreto per
produrre soluzioni ad hoc e costruire in modo collaborativo modelli funzionali che
facciano giustizia delle particolari difficoltà in cui si vengono a trovare.

da quanto detto fin qui si può affermare quindi che il sapere professionale
dell'insegnante non può più essere inteso soltanto come una mera applicazione
delle conoscenze teoriche ai contenuti disciplinari nei ancor più a fondo come pura
conoscenza applicata. le sue fonti sono da individuare piuttosto nelle esperienza
dell'insegnamento in quel sapere acquisito mediante l'azione non sempre mediante
concetti accompagnato dalla memoria di altre operazioni, immagini mentali e
metafore. un patrimonio fatto di esempi e di storie succedute in tempi e luoghi
diversi, da quali l'insegnante non estrae sequenze già fatte bensì pezzi di varia
natura e di differente misura che ricompone in fonte quasi sempre inedite per
rendere il più possibile adeguate alla risoluzione del problema didattico. sulla base
di questo sapere gli riconosce immediatamente la situazione è attiva con
circospezione diligenza una sorta di conversazione con gli elementi del contesto non
causale ma mirata guidata da teorie molteplici e varie che gli consentono di capire il
problema di riconoscerlo di stabilire i tempi e i modi di risoluzione. Il sapere
professionale Si profila allora come la capacità di chi è in grado non solo di applicare
una tecnica a una situazione problematica, ma anche di sapersi adattare in un
campo, di muoversi con perizia e con impegno personale verso la soluzione del
problema e di corrispondere alle attese. di rispondere Comunque adeguatamente
ad una situazione di insegnamento apprendimento, assumendosi così la
responsabilità di uscire da questa situazione determinata a volte particolarmente
carica di incertezza. talora potrà essere anche utile cercare la soluzione con gli altri, i
colleghi attraverso la narrazione e mediante un apprendimento Cooperativo quale
interazione dialogica della comunità di apprendimento. Il tutto riuscendo a
coniugare sapere, fare e saper fare in un intreccio che si irrobustisce mediante la
pratica e la riflessione. parlare di Didattica Come sapere professionale significa
quindi riferirsi a un ambito di conoscenze teoriche ovvero un ambito epistemologico
Che afa affrancato si dalle incrostazioni meramente meccanico efficientista di risorsa
tecnico applicativa si configura come sapere che contiene procedure azione ma
anche consapevolezza e riferimenti teorici accumulati nelle memorie di comunità sia
come materiale privato sia socialmente costruito in cui la tessitura di sapere, fare
saper fare da luogo a un continuo dialettico tra teoria e pratica.

[18:05, 5/5/2018] Angelo Verde: Oltre la teoria dell'istruzione

[18:13, 5/5/2018] Angelo Verde: Per la scienza che si propone di capire come è fatto
il mondo l'ignoto è conoscibile due punti sarà quindi conosciuto. l'insegnamento può
essere studiato tramite tale criterio delle esattezza? Certamente sì. Difatti esso si
presenta come una nozione scientifica spiegabile, proprio perché ha Ampi margini di
The scrivibilità, di dimostrabilità e di calcolabilità. È appena il caso di rilevare che
attenersi o applicare i singoli eventi riguardanti l'azione dell'insegnamento le
indicazioni ricavate dalle analisi descrittive non significa conseguire con certezza I
risultati attesi. si possono senza dubbio costruire meglio quelle condizioni ovvero
relazioni motivazionali, organizzative, culturali, istituzionali, a ma non è detto che se
facciano conseguire il successo nell'apprendimento. Quest'ultimo è di libero
consenso che destinatario dell'azione didattica intendere esprimere. In altri termini
anche quando le costruzioni di quelle condizioni apparano scientificamente corrette
o addirittura la migliore possibile, non è detto che se determinano l'apprendimento
dello studente, al quale spetta sempre l'ultima parola e di accettazione o di rifiuto
della proposta didattica. il che rende peculiare i per certi versi la situazione didattico
educativa e conferma i tratti di singolarità che disegnano ogni evento di
insegnamento-apprendimento, in quanto appunto evento singolare e interpersonale.
ne consegue che molti aspetti dell'insegnare sono calcolabili e prevedibili ma non lo
sono tutti. si pensi alla variabile appunto Libertà della persona dello studente. E se
questo è vero per l'istruzione il problema si fa più complesso quando non ci si limita
a parlare soltanto di essa ma anche di educazione. si tratta di due concetti
distinguibili sotto il profilo teorico analitico concettuale. lo sono meno sotto il profilo
di attuazione pratica in quanto entrambi costituiti di un medesimo atto Vitale.
Qualunque tentativo di dicotomizzare i due termini si risolverebbe non solo in una
notevole confusione ma soprattutto in uno snaturamento assai pericoloso per
entrambi. Ipnotizzare oggi un'istruzione senza educazione, c'è una sorta di istruzione
pura, ovvero una sequenza avalutativa di trasmissione di conoscenze linguaggi e
tecniche avvalorate dalla scienza e liberate da ogni residuo ideologico costituirebbe
una tesi debole. L'osservazione è l'analisi delle situazioni di insegnamento
apprendimento non possono prescindere dalla finalizzazione educativa sottesa a
qualsiasi intervento didattico. l'efficacia dell'insegnamento va riferita all'effetto che
il soggetto che insegna ottiene dal soggetto che apprende. al fatto che quest'ultimo
dal primo promosso cioè muovere acquisisce oltre che è un universo di conoscenze
abilità competenze un repertorio di credenze di convinzione di orientamenti di
valore capaci di generare i suoi sentimenti e di colorare le sue decisioni di gestire le
sue azioni. un insegnamento fuori da un orizzonte di senso cadrebbe nella rete
dell'insignificanza del sapere e delle maglie del didatticismo vuoto e immotivato. In
altre parole trasmettere in modo di crescere e di capire di volere in una parola Come
già detto di essere. Prima di individuare di definire metodi e tecniche di
insegnamento pur griffate dalla scienza e mondate da ogni residuo di ideologia
occorre avere chiare Le ragioni di tale istruire, riflettere sulle educabilità dell'uomo.
Insomma dare contenuto di senso al processo didattico stesso. Insegnante due punti
modi singolari di essere tratti individuali relazionali e poi tratto psicologico inventiva
didattica professionalità matura. studente due punti volontà di essere aspirazioni e
motivazioni e poi modalità apprenditive livelli di formazione ritmi di sviluppo senza
con questo voler passare sotto silenzio il ruolo del contenuto saperi discipline abilità
competenze.

[18:13, 5/5/2018] Angelo Verde: Verso l'educazione

[18:20, 5/5/2018] Angelo Verde: Precisiamo quindi che senza valori non c'è
apprendimento significativamente orientato alla crescita personale del soggetto, al
più si tratterà di mero accumulo di conoscenze o peggio di ricezione di informazioni,
suggerite dal culto predominio di qualche grande fratello. la spiegazione ultima si
trova nel principio che l'educazione avviene nell'ordine dell'essere. un modo di
vivere o meglio di agire dell'esperienza personale. educare nell'ordine dell'essere
vuol dire che l'educazione si realizza nell'ordine della verità, del bene morale, della
giustizia, della bellezza, della pace, ma anche dell'ordine del dolore della sofferenza,
in una parola della persona umana. Considerata sempre come fine è mai come
mezzo. ciò non esclude che anche l'onore la ricchezza il potere siano fini perseguibili,
pedagogicamente significativi, ma solo se vengono intesi come modi e strumenti per
la crescita umana del soggetto persona, cioè se si fanno valori formativi, e dell'intera
Comunità delle persone. l'educare Mira sempre in ogni momento della vita a
costruire l'uomo umano vale a dire un uomo disposto all'accoglienza di tutto ciò che
è autenticamente umano. Soltanto nell'ordine di tali valori si dà educazione.
altrimenti non si va oltre all'apprendimento addestramento o si cade nel
l'indottrinamento più semplicemente nel inculturazione. Un sapere appreso che non
guardi a una direzione assistenziale è un progetto di uomo non può valere per
l'uomo in generale e tantomeno per un giovane. In altri termini un insegnamento
che Miri al fare a prendere non si traduca in un comportamento diretto ad avere
influenza plasmatrice sugli ambiti morali sul carattere sulla condotta sociale sulle
abitudini sociali e civili degli studenti non ha valore ed è insignificante. il che
permette di individuare il significato positivo e concreto dell'educazione in
riferimento alla persona che si educa. in questo senso l'educazione e anzitutto
prendere coscienza della strutturazione del proprio io. essere consapevoli di quello
che si è e quindi ciò che si accetta o si rifiuta di se in riferimento a quei valori che
attestano la propria umanità. La progressiva chiarezza che ciascuno di noi riesce a
raggiungere ovvero se ci piacciamo o meno come persone se i nostri valori
rispecchiano quelli della nostra vita ideale, ci portano verso quella pienezza della
propria identità umana e quella padronanza di sé stessi che da sempre costituiscono
la metà educativa di primaria importanza. un modellamento di uno stile di vita
adeguato alla propria condizione è congruente con una buona immagine di sé.
ovviamente in tale processo ho percorso un ruolo non secondario è svolto
dall'istruzione o meglio della qualità di essa, che è fattore decisivo per il buon esito
dell'educazione. Se infatti le conoscenze sono presentate sotto forma di nozioni
definite con chiarezza e precisione, adeguatamente sostenute dalla riflessione circo
il loro perché è il tipo di giustificazione che esse possiedono, risultano idonee ad
affinare la capacità di giudizio di sviluppare il potere di fare scelta di vita coerente
con un determinato progetto esistenziale. Emerge qui con Nettezza la connessione
dell'Istruzione con l'educazione. così Intesa l'educazione garantirebbe la padronanza
di un se stessi più ricco montato dalle incrostazioni di una cultura che non si
condivide è dalle sovrastrutture emotivo comportamentali che si sono accumulate
nel tempo e che permanendo possono provocare in ogni età della vita limitazioni
intralci sofferenze disturbi di relazione ostacoli all'incontro autentico tra persone
che come tali vanno quindi metabolizzate solo perdono i dati.

[18:23, 5/5/2018] Angelo Verde: Dunque due punti educazione Come imparare ad
avere il coraggio solo la volontà di cambiare per essere, nel gestire le emozioni nel
metabolizzare le frustrazioni nel elaborare il lutto nel saper vivere momenti di
felicità e di sofferenza di serenità e di ansia e così di seguito. il che ovviamente può
avvenire una sola volta. Però di solito richiede un impegno che dura o può durare
tutta la vita. da qui la prospettiva dell'educazione permanente. il che non significa
non riconoscere momenti Di Stasi di attesa di indugio di crisi. varie sono anche le
modalità. può avvenire per gradi, attraverso la revisione di ciò che chiamiamo piccoli
comportamenti come gli sguardi e i gesti oppure attraverso gesti eclatanti con
modalità ad alto gradiente di visibilità per esempio reimpostando le interazioni con
gli altri e via dicendo. educarsi è crescere attraverso il proprio esistere e sulla
propria esistenza dei costruendosi eri costruendosi fino alla fine. ne deriva che
educare in senso dativo significa in estrema sintesi incidere nel tracciato costruttivo
della strutturazione della personalità del soggetto persona Ovviamente nella
direzione indicata prima. e cioè aiutarlo nel processo compito di decostruzione e
ricostruzione in vista della conquista personale. Per tutto questo l'educazione si
presenta come una una nozione non scientifici zappile almeno non totalmente. essa
non si concede mai del tutto la nostra conoscenza la nostra capacità di previsione
alla nostra pretesa di controllo

[18:28, 5/5/2018] Angelo Verde: Il termine insegnamento

[18:32, 5/5/2018] Angelo Verde: Il termine insegnamento semanticamente


polarizzato come incidere e imprimere dei segni nella mente ma anche inteso come
mostrare spiegare ovvero tradurre la realtà in rappresentazione. in questa seconda
eccezione è possibile cogliere la differenza fra quanto è possibile imparare
attraverso l'esperienza diretta ovvero l'apprendimento primario e quanto richiede
invece la presenza efficace di una mediazione per apprendimento secondario e
perciò di un mediatore ovvero di un docente. il primo risiede nella natura dello
studente giacche come era solito affermare Pitagora non in ogni in legno si scolpisce
un'erma. il secondo e il terzo sono nel costume e nel discorso o nell'insegnamento e
nell'esercizio. Aristotele esige un insegnamento efficace perspicuo ed essenziale
giacche virtù dell'espressione e di essere chiara e non banale. Tuttavia è altrettanto
importante l'impegno dell'alunno dal momento che l'abilità di apprendere con
l'esercizio e l'uomo impara con tutto se stesso senso e intelletto è volontà. subito
una sottolineatura ribadire che l'insegnamento ha implicato l'intento ed il compito
di provvedere stabilire criteri e condizioni che garantiscono il verificarsi
dell'apprendimento. Pertanto il suo significato si attinge non a quell'azione attività
un lavoro che si impergola nel tradizionalismo bensì a quella che costituisce il
risultato di una ricerca fra le molteplici possibilità ovvero procedure e strategie che
possono essere scelte per sortire un esito positivo in riferimento al soggetto in
apprendimento. l'intento In ogni caso rimane quello di organizzare e facilitare
conseguire l'apprendimento implicando e valorizzando aspetti e fattori diversi
lasciando trasparire una diversa configurazione del quadro metodologico didattico
su diverse prospettive di analisi e di ricerca punto sono le difficoltà pratiche Difatti
che esigono l'ampliamento delle variabili coinvolte in un processo di insegnamento
rispetto a quelle presenti in una teoria dell'apprendimento. il che comporta per un
verso il superamento della concezione dell'insegnamento sia come tecnica senza
reale capacità conoscitiva della concretezza situazionale didattica però, sia come
azione strumento Intesa non tanto a confermare una sorta di naturalismo La
didattica ratifica ti va, quanto piuttosto come azione in grado di promuovere un
cambiamento Ovvero la didattica modificativa punto in direzione positiva però.

[18:32, 5/5/2018] Angelo Verde: Come comunicare

[18:43, 5/5/2018] Angelo Verde: L'insegnamento Come si sa e comunicazione


antropologi E sociologi difatti lo descrivono generalmente come quella
comunicazione intenzionale in grado di trasmettere alle nuove generazioni a
nell'ambito di una medesima generazione S aspetti della cultura del gruppo sociale.
Che l'insegnamento sia comunicazione e sia riconducibile alla trasmissione è
indubbio. l'insegnamento correttamente inteso tende invece a favorire il passaggio
da uno stato di pura ricezione di passività a uno stato in quel soggetto stesso a
prendere l'iniziativa, interrogarsi, mettersi mentalmente in movimento per arrivare
personalmente a rendersi conto e a capire ea rispondere alle questioni. senza
questa attivazione delle potenzialità del destinatario non si può parlare di una vera e
propria trasmissione di istruzione, proprio perché non si innesca un processo in
grado di favorire nella persona un vero apprendimento. Va precisato che esso mira a
far acquisire non solo una quantità di conoscenze ma anche e soprattutto un sapere,
un quadro di insieme Cioè che consenta visioni coerente sistematiche che sia nel
contempo problematico è dinamico aperto a nuovi punti di vista revisioni e a
reinterpretazioni. L'insegnamento non può di fatto limitarsi a veicolare mere nozioni,
nei contenuti precostituiti, già dati o confezionati in idee, credenze e giudizi che
vengono trasmessi quali fossero sostanze intangibili assolute ma deve preoccuparsi
di fondare di costruire logicamente il processo conoscitivo, di come si opera il
controllo su di esso e sui suoi contenuti e su come una volta messe in atto la
dinamica della conoscenza, il processo da esso innescato possa essere predicato
argomentato interpretato è valutato. appunto per questo l'insegnamento Non può
essere assimilato alla divulgazione che consiste nel diluire il contenuto concettuale
al fine di rendere comprensibili alcuni aspetti sui quali si vuole richiamare
l'attenzione. attraverso la divulgazione si diffonde un'informazione su alcuni
problemi senza argomentazione però, si limita l'acquisizione a elementi conoscitivi,
quindi si riduce fortemente la quantità che in questo caso è anche qualità, del
lessico utilizzato. pertanto Chi riceve tale melassa divulgativa di solito non è in grado
di un uso cognitivo complesso di quegli elementi conoscitivi acquisiti si da operare
sulla realtà cui l'informazione si riferisce. l'insegnamento invece non mi da
trasmettere soltanto l'informazione Ne a diffondere una cultura diluita. il suo
contenuto ovvero il suo intento è quello di fare acquisire una cultura correttamente
intesa. D'altra parte ogni azione di insegnamento deve avere come si sa i caratteri
della proposta due punti si tratta non di ridurre la complessità di insegnamento, ma
piuttosto di cercare le soluzioni idonee perché tale proposta possa risultare
accessibile Al soggetto in apprendimento. la banalizzazione delle conoscenze che
sovente si ritiene una semplificazione funzionale dell'apprendimento, non
costituisce affatto la via per dominare la complessità dell'insegnamento. la
mediazione didattica consiste piuttosto nella ricostruzione da parte dell'insegnante
di una serie di mediazioni ovvero collegamenti esemplificazioni e ancora ricorso alla
ridondanza Trivial significati e costrutti simbolici per rendere perspicui gli elementi
costitutivi di un sapere che non sono corti con chiarezza dagli studenti. Apprendere
significa quindi prendere non già una sola volta ma più volte sì che il soggetto
raggiunga la piena padronanza delle emozioni. non sia reale apprendimento se non
attraverso un'attività mentale personale ripetuta è intenzionale attraverso uno
sforzo mentale di costituzione di significato che vada al di là di una semplice
Acquisizione di parole ridotte a suoni. si tratta non tanto di costruirsi una mente
ricettiva carica di nozioni dei concetti quanto e soprattutto di formarsi una mente
euristica ovvero capace di esprimere giudizi di avvertire problemi di porsi quesiti di
elaborare connessioni di seguire percorsi rigorosi ma anche strategie multiple.
Insegnare quindi non può limitarsi a essere chiaro e perspicuo attraverso la sola
spiegazione Ma sarà necessario che induca interessi e testi processi di curiosità
alimenti la funzione di incentivazione cognitiva e affettiva verso il compito di
apprendimento, curi le operazioni di consolidamento e rinforzo rendendolo
studente capace di imparare Davvero è ulteriormente. In altri termini non si tratta
solo di spiegare ma anche di muovere spronare sollecitare richiamare e perciò porre
le premesse per continuare ad apprendere. senza con questo voler passare sotto
silenzio che a prendere da volta comporta sforzo fatica e sacrificio. a questo punto
appare fondamentale specificare che l'apprendimento comprende non solo quello
cognitivo, Ma anche quello che induce un cambiamento dei comportamenti e degli
orientamenti di vita. non solo sapere e saper fare ma anche saper essere. ne deriva
la vasta gamma di indicazioni segnali e sollecitazioni che il comunicare didattico
dovrà utilizzare a seconda del tipo di apprendimento che intende raggiungere.
limitandosi a livello cognitivo la comunicazione dovrà Allora fra l'altro può produrre
abitudini al retrospezione introspezione, indurre stimoli monologhi e dialoghi
interiori e favorire la riflessione critica e la sospensione del giudizio. Ma insegnare
non è solo comunicazione verbale Infatti ci sono anche modi non verbali molto
importanti. E se anche non è facile operare una netta distinzione fra gli aspetti
verbali e non verbali che si manifestano nella comunicazione quotidiana e in quella
didattica in particolare gli aspetti principali della comunicazione non verbale Come si
sa riguardano la gestualità e comprende anche fatismi, la postura, la paralinguistica,
la prossemica, gli artefatti come il l'abbigliamento il trucco. Non esiste una
grammatica univoca per interpretare un messaggio non verbale. il contesto acquista
riguardo un valore decisivo. di solito gli aspetti verbali e quelli non verbali si
presentano in forma combinata. sovente secondo modalità sintonizzate ma Talora
con difformità di senso e con non pochi eq…

[18:43, 5/5/2018] Angelo Verde: Infine la funzione incentivante ovvero non si può
presumere che gli alunni siano già disposti ad apprendere quando accedono a scuola
ma tale disposizione positiva deve essere esplicitamente perseguito attraverso un
puntuale e continuo intervento didattico

[18:45, 5/5/2018] Angelo Verde: L'insegnamento come pratica situata Dunque


l'insegnamento proprio perché avviene non già in un voto psico affettivo, materiale
sociale e culturale benzina uno spazio ben definito si configura ragione come pratica
situata ovvero si riferisce proprio al fatto che esso è mediato dal corpo dagli oggetti
dalle regole dalla tecnologia dei discorsi della storia che in tali in mediazioni si
esprime nonché dalle persone che compongono il contesto.
[18:45, 5/5/2018] Angelo Verde: Come processo carsico

[18:50, 5/5/2018] Angelo Verde: L'insegnamento agisce nei riguardi di un essere


vivente che cresce apprende si sviluppa matura per energia e forza interiore.
l'azione dell'insegnamento che si svolge di solito secondo procedimenti deve
piuttosto innescare dei processi. il procedimento si applica. fa dello studente un
oggetto, il processo promuove, fa dello studente un soggetto. ma il vero risultato è
nel l'esito del processo ben orientato alla personalizzazione del giovane. chi
promuove processi Difatti crea trae dalla natura opera d'arte chi programma è
riconducibile a chi può versare del liquido in uno stampo. l'azione Intenzionale e
programmato e spesso destinata al fallimento se non tiene conto della complessità
Cioè se non individuata, utilizzata o neutralizzata dalle molteplici, i numerevoli
influenze che operano Sul soggetto che apprende nel corso della sua evoluzione.
molta dell'attività di insegnamento e come si sa esplicita diretta evidente costituisce
quella che altrove Ho chiamato la didattica del chiaro. ma accanto ad essa ve ne
sono altri che l'insegnamento non esprime con la medesima visibilità. una serie di
contenuti conoscenze ma anche modi di relazione che sono veicolati
dall'insegnamento attraverso la sua torre debolezza il suo fascino alla sua
esemplarità. è qui un ruolo determinante hanno le dinamiche affettive. Chiamiamo
queste Appunto didattiche dell'oscuro. sono le sue convinzioni suoi gesti suoi
comportamenti le sue modalità di comunicare ancora le sue ansie le sue paure e i
criteri in base alle quali decidere, il suo sistema di valori. non poca parte di queste
influenze sono di natura in diretta non esplicita non rispondere ad un programma
preciso e Talora Addirittura non Intenzionale e perciò stesso riescono nella
maggioranza dei casi più efficaci e persistenti che non gli interventi di tipo
scopertamente insegnativo. Inoltre questo vastissimo assortimento di opportunità
formative presenta spesso contraddizioni e contrasti interni dei quali colori che sono
deputate a un'azione educativa diretta devono è saper tener conto. Il ruolo forte
che deve svolgere nel tempo un insegnamento che sia in grado di incidere in
profondità. si vuole cioè rimarcare la funzioni quasi di scavo che può e deve svolgere
L'insegnante oggi. si tratta Allora di cercare il modo giusto per riuscire a toccare
sempre le corde giuste del soggetto che apprende, di innescare lui un vero processo
di formazione che non si esaurisca nel l'esito visibile nel successo effimero Ma cerchi
piuttosto sia pure lentamente la vera crescita umana della persona. e il mirare
all'insieme di maturazione di apprendimenti come crescita psicofisica dello studente
non subordinata i punti di arrivo della presenzialità, Ma che trascendono
quest'ultima guardando alla dinamica autentica del suo sviluppo personale. è
l'azione educativa fatta anche da mille piccole cose che fanno la differenza. così
Intesa l'azione dell'insegnamento si qualifica nei confronti dell'apprendimento dello
studente più per ciò che suscita e rende possibile che per ciò che essa stessa
determina e definisce. ne consegue che un insegnamento orientato a toccare la
dimensione della profondità e della durata non può non tenere conto che uno ogni
oggetto necessita di un proprio modo per apprendere due il tempo dell'insegnante
non è il tempo dell'alunno tre sono le attività che definiscono il tempo meglio i
tempi 4 nell'apprendimento formativo sovente il Nino si converte in più 5 il tempo
educativo e globale per cui anche gli apprendimenti extrascolastici concorrono a
definire il tempo necessario per un favorevole esito sull'educazione Sei forse anche
gli insegnanti va dato un tempo personale e sociale non soltanto quello di lavoro 7
attivare un continuo zapping percettivo 8 favorire una maggiore Libertà
immaginativa fantasiosa creativa attraverso l'offerta di una vasta gamma di codice 9
levare la sensibilità estetica in chiavi e molteplici 10:00 facilitare una maggiore
rispetto per il desiderio esplorativo

[18:15, 15/5/2018] Angelo Verde: I primi modelli.

[18:16, 15/5/2018] Angelo Verde: La parabola che va dagli anni 50 fino agli anni 60
segna il sorgere di diffondersi del modello attivistico. che ha come attributo la
grande importanza al l'idea dell' insegnamento basato sui processi naturali di
apprendimento a partire dall'esperienza diretta dell'alunno. questi viene
considerato come soggetto pieno di vita. te vengono sottolineate le capacità di auto
attività e si riconosce un maggior credito alle abilità rispetto alle conoscenze. si
rileva l'importanza dei fattori personali quei bisogni ed esigenze ed interessi. si
enfatizza quindi il concetto di espressione.

[18:16, 15/5/2018] Angelo Verde: Si afferma la didattica dell'ambiente del territorio


quale ricco deposito di sollecitazioni strutture educative
[18:17, 15/5/2018] Angelo Verde: si diffonde la didattica della ricerca volta ad
affinare la curiosità è a potenziare la capacità di risoluzione dei problemi ed ad
alimentare Il Gusto della scoperta.

[18:18, 15/5/2018] Angelo Verde: A bruner va Ha scritto il merito di aver dato


diffusione in ambito didattico al nuovo significato di apprendimento inteso come
costruzione Attiva di risposte da parte del soggetto. apprendere significa Difatti
elabora le informazioni usare strategie di pensiero e costruire forme di conoscenza.
l'attività organizzatrice della mente si Vale di schemi in cui sistemare i nuovi dati ha
presi per elaborarli confrontandoli dinamicamente con le informazioni preesistenti.
nel nostro paese questo nuovo concetto di apprendimento viene accolto solo verso
la fine degli anni 60 e gli inizi degli anni 70.

[18:19, 15/5/2018] Angelo Verde: Il modello programmatorio curricolare.

[18:21, 15/5/2018] Angelo Verde: Affermatosi in Italia negli anni 70 con un positivo
riscontro nei documenti legislativi e nei programmi per la scuola media del 1979 ha
conosciuto un rileva tissimo sviluppo della scuola specie quella dell'obbligo lungo gli
anni 80. le teorie programmatorio curricolari hanno cercato discenti fissare
razionalizzare economizzare e ottimizzare itinerari, procedure, tecniche e risultati
dell'azione di insegnamento. Il che è possibile Se si hanno Divina degli obiettivi i
quali a loro volta possono essere puntualmente individuati sequenzialmente scanditi
questo sarebbe il momento tassonomico e se si hanno mezzi per valutare e per certi
versi per misurare quali di essi siano stati raggiunti e quali no questo sarebbe il
momento docimologico. Il tratto forte di questo modello è costituito dalla figura
predominante del docente che È collocato al centro del rapporto didattico e sceglie
cosa insegnare come insegnarla all'interno di un'unica cornice generale che da delle
direttive dallo stesso docente interpretate come suggerimenti e consigli più che
come ordini. un altro tratto distintivo consiste nel denominatore essenziale
qualificante della controllabilità della trasparenza e della partecipazione del
processo di insegnamento due punti parametri che individuano chiaramente
requisiti della razionalità del render conto pubblicamente da riconoscere applicare
all'attività didattica. preciso e irrinunciabile è il richiamo alla produttività
dell'insegnamento, cioè all'esigenza delle efficienza dell'efficacia e della validità
livello scolastico e sociale.

[18:23, 15/5/2018] Angelo Verde: Si è avuta poi una didattica tecnologica che ha
attraversato diverse fasi. le prime due possono ricondursi al modello di skinner. esso
funziona per assunzione programmatica dell' intervento istituzionale sulla base dell'
intento pretenzioso di costruire il soggetto che apprende tramite una rete di
condizionamento operante rinforzanti. l'istruzione programmata è la proposta più
nota delle ipotesi skinneriana.

[18:23, 15/5/2018] Angelo Verde: I modelli recenti

[18:24, 15/5/2018] Angelo Verde: Dagli anni 80 in poi la riflessione


sull'insegnamento ha fatto notevoli passi avanti. la suggestione e Le istanze
provenienti da diversi versanti della cultura contemporanea ne hanno fortemente
sollecitato la ricerca.

[18:24, 15/5/2018] Angelo Verde: Occorre quindi aprirsi al diritto dell'


apprendimento piuttosto che Diritto allo studio, ovvero al sostegno delle varie fasi e
al consolidamento e l'accompagnamento e all' incoraggiamento in vista di
conseguire effettivamente le prendi mento stesso. si profila sempre più oggi
l'esigenza di modelli formativi in grado di aiutare il soggetto ad elaborare i propri
obiettivi di studio, ad attivare i propri piani di attenzione alle medie individuale,
dedicare tempo ed energie richieste con perseveranza ma anche con discontinuità.

[18:24, 15/5/2018] Angelo Verde: Il cooperative learning

[18:29, 15/5/2018] Angelo Verde: Si tratta dell' applicazione di particolari tecniche di


Cooperazione nell'apprendimento in classe. la matrice è da individuare nella
pedagogia di Dewey che aveva promosso come parte del suo progetto educativo
l'uso di gruppi di apprendimento impostati cooperativamente attualmente è forte
l'interesse per lo studio di questa pratica negli Stati Uniti in Canada in Inghilterra in
italia. questa pratica consiste nell'utilizzo di un insieme di tecniche di conduzione
della classe nelle quali gli alunni lavorano in piccoli gruppi per attività di
apprendimento e ricevono valutazioni in base ai risultati conseguiti. e pertanto
caratterizzato da un interdipendenza positiva ovvero ogni membro si preoccupa e si
sente responsabile non solo del proprio lavoro ma anche di quello di tutti gli altri e
ancora l'interazione faccia a faccia ovvero relativamente al compito per il quale tutti
nel gruppo contribuiscono ascoltando elaborando discutono e cercano una
soluzione. l'uso di competenze sociali nell'agire in piccoli gruppi eterogenei che sono
appunto formati secondo criteri di etero genitali relazione. il controllo costante
dell'attività svolta e la valutazione individuale e di gruppo. L'organizzazione della
classe Quindi appare contraddistinta dalle seguenti caratteristiche due punti
l'istanza di comportamenti efficaci nella cooperazione. la responsabilità della
leadership condivisa da tutti i membri. l'autorità tende a trasferirsi dall'insegnante
gli studenti. la valutazione e all'incentivazione sono conferite in modo da evidenziare
sia la responsabilità individuale se quella di gruppo. in tal senso da parte del docente
si richiede la creazione di un clima collaborativo è l'uso di un modello di
comunicazione efficace, la progettazione di compiti appropriati a piccoli gruppi,
l'organizzazione della classe con la pianificazione del compito di apprendimento
definendo i ruoli e le competenze degli alunni. L'osservazione e la stimolazione
dell'interazione del gruppo, l'intervento quanto si è richiesto e infine l'aiuto dato agli
alunni per monitorare l'apprendimento che acquisiscono. Da parte degli alunni si
richiede invece l'impegno volto al osservare se tutti collaborano attivamente con i
compagni del gruppo E se condividono informazioni e risorse se comunicano e
accettano le differenze individuali. si tratta di un modello di insegnamento che
favorisce la affrontamento di compiti complessi. di fatto la soluzione se è correlata
al livello di competenza che si possiede in genere quasi mai accade che tutti si
trovano lo stesso livello, il fattore collaborativo e perciò decisivo. Non si può ancora
esprimere una valutazione complessiva in quanto i riscontri sono ancora Modesti.

[18:29, 15/5/2018] Angelo Verde: L'insegnamento tutoriale.

[18:30, 15/5/2018] Angelo Verde: I destinatari non sono più soltanto gli adulti e
giovani Ma anche i bambini ragazzi diversamente abili e Chiunque abbia bisogno di
un altro per apprendere. I luoghi sono numerosi sono i contesti in cui è praticato pur
nella varietà diversità delle sue relazioni.

[18:31, 15/5/2018] Angelo Verde: Nelle università la figura del tutor avuto un
notevole sviluppo negli atenei inglesi e americani. in questi paesi Dov'è l'Università
si basa sul modello del campus via di una comunità fortemente integrato in cui lo
studente vive gran parte della propria giornata e di estrema importanza
all'inserimento degli studenti nella vita universitaria. chi si scrive infatti in quelle
università Trova un punto di riferimento preciso consistente in un docente che gli
viene assegnato con il compito di seguirlo nel percorso formativo. la via italiana al
tutorato è recente, la sua introduzione costituisce sicuramente una delle novità di
maggior rilievo degli ultimi anni. Esso ha una funzione prima fra tutte orientativa e
poi quella di assistenza personale. infine quella didattica vere e proprie ovvero
rendere gli studenti attivamente partecipi del processo formativo rimuovendo gli
ostacoli ad una proficua frequenza ai corsi che attraverso iniziative rapportate alle
necessità alle attitudini alle esigenze dei singoli.

[18:32, 15/5/2018] Angelo Verde: Nei collegi l'azione tutoriale si connota


prevalentemente come offerta di consulenza guida e sostegno nelle attività di studio
e animazione organizzazione delle attività culturali e integrative simile alle prime
forme praticate di tutor istruttore nei college britannici

[18:33, 15/5/2018] Angelo Verde: Le scuole secondarie di primo grado in queste non
si pratica un insegnamento tutoriale vero e proprio tuttavia non mancano
esperienze significative in cui tale modello si fa garante di un accettabile
inserimento degli alunni in difficoltà nel processo di scolarizzazione di un
apprendimento individualizzato nel processo formativo. La scuola Oggi infatti si
trova ad affrontare sempre una più marcata eterogeneità degli alunni una varietà di
stili cognitivi è una molteplicità di livelli di acquisizione delle competenze. si è fatta
sempre più forte pertanto la domanda di altre presenze in grado di affiancare
l'insegnamento ordinario. nuove figure professionali sono così state coinvolte,
dall'insegnante di sostegno all'operatore tecnologico. l'azione tutoriale nella scuola
media risulta quindi assegnataria sia delle funzioni di garantire il raggiungimento di
obiettivi formativi per tutti i soggetti sia della realizzazione di progetti nuovi di
integrazione dell'offerta curriculare.

[18:35, 15/5/2018] Angelo Verde: Nelle scuole secondarie di secondo grado il tutor
Ying è sempre in funzione aggiunta a quello ordinaria è utilizzato supporto di attività
formativa progetti trasversali e progetti integrativi. è svolto nell'ambito dei progetti
di prevenzione del fenomeno della dispersione scolastica nel biennio. previene il
disagio e crea le condizioni per il benessere del giovane anche nella vita scolastica
sono obiettivi che la scuola ha fatto proprio in questi ultimi anni. si è attuato il
progetto giovani, si sono realizzati i progetti per la salute che implicano l'istituzione
dei docenti referenti delle iniziative, sono stati costituiti spazi per un servizio
psicologico e successive centri di informazione e consulenza come punto di
riferimento per lo studente come strumento per promuovere una migliore qualità
della vita scolastica punto di rilievo sono alcune esperienze realizzate In alcune
scuole che anticipando la stessa legge anno da alcuni anni ha aperto uno sportello
per l'ascolto e la prevenzione del disagio giovanile, alla gestione del quale è affidato
ad alcuni insegnanti. va annotata che in tali istituti L'iniziativa si pone all'interno di
un ottica generale di attenzione ai problemi del singolo studente, di un progetto
educativo d'istituto.

[18:35, 15/5/2018] Angelo Verde: Nei sistemi di formazione a distanza.

[18:36, 15/5/2018] Angelo Verde: In questi l'azione tutoriale svolta non solo dalla
persona fisica ma anche da un tutor elettronico che sullo schermo corregge gli errori
o Visualizza i problemi appare insostituibile proprio perché garantisce durante la
navigazione assistenza per la risoluzione di eventuali problemi tecnici e di contenuto
o per la riduzione delle difficoltà psicologiche.

[18:40, 15/5/2018] Angelo Verde: Gli obiettivi sono offrire un sostegno conoscitivo,
un aspetto chiave è costituito dal costrutto teorico dello scaffolding ovvero
scaffalatura di sostegno che individua la funzione cognitiva di sostegno per la
elaborazione di cui lo studente hai bisogno per imparare ricordare ed elaborare.
questa scaffalatura di sostegno si riferisce pertanto al sostegno fornito dal tutor per
l'esecuzione dei compiti sia nella forma di suggerimenti o aiuto, come
nell'insegnamento reciproco. si è in quei supporti materiali come le carte aiuto e
nelle facilitazioni procedurali per la scrittura punto quando l'insegnante fa un
intervento di scaffolding si intende che svolge quelle parti del compito che lo
studente ancora non riesce a padroneggiare si instaura un attività cooperativa di
soluzioni dei problemi con l'intenzione di far assumere all'alunno un ruolo sempre
maggiore nell'esecuzione del compito. un requisito dello scaffolding consiste nella
diagnosi accurata del livello di capacità del soggetto delle sue difficoltà e nell'offerta
di passaggi intermedi, adeguato a tale livello. una volta afferrata e le basi delle
capacità in questione il tutore riduce gradualmente la sua partecipazione il fading,
fornendo solo qualche suggerimento perfezionamento valutazione all'alunno che
arriva a esercitare interamente le capacità in questione. offrire sostegno alle
condizioni soggettive con l'avvertenza che tale attività non siano svolte in modo
episodico, ma come parte normale e continuativa nel impegno didattico. e cioè
un'attenzione costante le difficoltà e alle incertezze ai sensi di inadeguatezza che si
possono incontrare nell'apprendimento, manifestando comprensione ed
esprimendo parole di incoraggiamento e dunque esplicando un'azione di aiuto per
superare Tale situazione di disagio. è ancora l'interesse per le possibili situazioni
difficili di tipo personale familiare e sociale dei singoli studenti cercando per il
possibile di esprimere vicinanza e comunque di far percepire il fatto che se ne tieni
conto che si è sensibile a certe cose. In ordine al primo obiettivo all' insegnamento
tutoriale specificamente deve promuovere le opportunità favorevoli Perché lo
studente sia sempre costruttore attivo delle sue competenze. fornisce gli strumenti
conoscitivi delle singole aree disciplinari e interdisciplinari. in strada nel metodo di
studio delle diverse discipline. indica percorsi di studio preferenziali sulla base delle
capacità mature degli studenti. in ordine al secondo obiettivo predispone un insieme
di azioni positive per un avvio tempestiva e proficuo del corso degli Studi costruendo
una relazione interpersonale basato sulla reciproca stima è reciproco aiuto.
favorisce un utilizzo razionale e proficuo delle risorse ovvero dei materiali didattici
esistenti nel contesto formativo.

[18:40, 15/5/2018] Angelo Verde: L'insegnamento multimediale

[18:42, 15/5/2018] Angelo Verde: Una gamma preziosa di supporti Alla lezione
tradizionale. lo strumento tecnologico in particolare l'ipertesto permette una
migliore comprensione degli argomenti trattati dal docente. facilitando Difatti il
compito di superare alcune difficoltà espositive, l'ipertesto consente allo stesso
docente di completare la spiegazione con vietate esplicative ottenibile in qualsiasi
momento su argomenti già affrontati di visualizzare esempi concreti e di effettuare
approfondimenti rendendo la lezione non solo più stimolante ma anche Chiara e
interattiva. L'ipertesto è in grado di individuare e di rendere esistenti tanti e vari tipi
di informazioni diverse, si offre come strumento per la personalizzazione
dell'apprendimento.

[18:42, 15/5/2018] Angelo Verde: Le elearning

[18:48, 15/5/2018] Angelo Verde: In generale è possibile intendere le elearning


come un modo diverso di apprendere alternativa all'insegnamento in aula basato
sull'auto apprendimento attraverso l'utilizzo parzialmente assistito di un insieme
integrato di strumenti tecnologici per la comunicazione a distanza come computer
siti web e aule virtuali. è utilizzato oggi nella formazione scolastica universitaria
aziendale nell'educazione degli adulti. spesso viene accostato ad altre modalità di
formazione erogato tramite computer offline cd-rom e on-line internet. Tra gli
elementi essenziali che rendono gli Learning una modalità formativa specifica che
esalta la multimedialità e interattività con i materiali e con le altre figure coinvolte
nel percorso di apprendimento vanno segnalati due punti l'utilizzo della connessione
in rete per la fruizione del materiale didattico e di una piattaforma tecnologica.
l'Impiego di un PC spesso integrato dalle 3 interfaccia dispositivi. l'alto grado di
indipendenza da vincoli di presenza fisica o di orario. il monitoraggio continuo del
livello di apprendimento attraverso la verifica del percorso e la valutazione
dell'attività. Le elearning hanno attraversato diversi periodi Parliamo di una prima
generazione in cui si aveva una corrispondenza dei materiali didattici strutturati e
rivolti principalmente alla formazione professionale degli adulti poi abbiamo avuto
una seconda generazione con la diffusione dei mezzi televisivi e Radio Radio visivi e
infine una terza generazione in cui una comunica pratica virtuale dove lo studente
assume un ruolo attivo e interattivo nell'elaborazione di una vera e propria
intelligenza collettiva la rete si trasforma da modello di comunicazione tradizionale 1
verso multi in modalità multiverso molti che consente scambi in tempo reale fra
docenti e studenti e fra gli stessi studenti.

[18:48, 15/5/2018] Angelo Verde: L'insegnamento orientativo

[18:51, 15/5/2018] Angelo Verde: Un insegnamento che voglio rientrare non può
non favorire l'iniziativa del soggetto per il proprio sviluppo e non essere centrato su
colui che apprende, inteso come autore delle proprie scelte del proprio progetto. è
in se stesso che l'uomo trova la sua bussola e di conseguenza deve avvalersi di
Metodologia e plurali e di curricoli flessibili secondo schemi reticolari in grado di due
punti incoraggiare in modo rilevante livelli di autogestione di autovalutazione,
sapere di sé sapere degli altri e confronto fra se gli altri, sensibilità al lo scarto fra
realtà e idealità e ancora sollecitare gradi di apprezzamento della significatività
dell'esperienza e saper dare un senso alle cose. porre soggetto in condizioni di
conquistare la propria identità di fronte al contesto sociale. favorire è la capacità di
valutare per decidere e generare Quindi lui in consolidamento di capacità decisionali
fondate su una verificata conoscenza di sé. Incoraggiare il soggetto alle prime
manifestazione attitudinali scoprire le inclinazioni ed è stare gli interessi per
specifiche esperienze disciplinari. dunque si tratta di Arricchire il io dello studente di
desideri e aspirazioni di aperture possibili e divisione concezioni adeguate riguardo
se stessi. E quindi deve altresì questa disciplina andare in direzione collaborativa e
far posto a discipline che non sono da lui insegna tema in partire da altri colleghi per
consentire l'emergere delle attitudini e degli interessi per alcune discipline. un
insegnamento orientativo si configura dunque come un'azione di accompagnamento
dello studente di affiancamento allo stesso che si concretizza Nella proposta di
percorsi di apprendimento personalizzati nella piena consapevolezza però di evitare
di far fare scelte sbagliate.

[18:51, 15/5/2018] Angelo Verde: L'insegnamento inclusivo


[18:57, 15/5/2018] Angelo Verde: Inteso come processo educativo intenzionale
finalizzato a creare nodi comunicativi RT cognitive emozionali e motivazionali
intorno ai processi di costruzione della conoscenza, Esso mira a favorire la
partecipazione attiva e organica di tutti i soggetti agli ambiti fondamentali del vivere
Democratico Provenendo i processi di esclusione e marginalizzazione. per
estensione può definirsi insegnamento inclusivo nell'ambito delle istituzioni
scolastiche quello che promuove e sostiene il successo di tutti gli studenti. e dunque
non di una didattica per il recupero o per la compensazione, ma di un insegnamento
per la o le diversità. Non è affatto vero che siamo tutti uguali, è piuttosto vero il
contrario siamo tutti diversi. Da qui deriva e ha ragione la prospettazione formulata
dalla riflessione pedagogica più matura di una scuola per tutti e per ciascuno.
l'insegnamento della diversità si fonda sul principio secondo cui la diversità del
soggetto, portatore di handicap, non costituisce solo uno scarto dalla normalità, né
si configura come negatività, bensì costituisce anche un potenziale positivo da
valorizzare. il diverso Deve essere riconosciuto identificato nella sua specificità, la
quale non può essere ricondotta ad alcuna altra identità, ma salvaguardata in quella
libertà. Ne consegue che se li insegnare non si limita a ratificare l'esistente Ma
piuttosto il compito di modificarlo anche il soggetto disabile viene visto come
soggetto diverso, richiede una particolare messa a punto di strategie in grado di
valorizzare il bersaglio umano e il potenziale formativo di cui è titolare. il concetto di
cultura elaborato dall'interno delle Scienze socio antropologiche ha contribuito in
questi decenni a porre nuove basi su cui il problema dei diversamenti abili al punto
che espressione come educazione compensatoria o termini Come recupero e simili
usati in tempo risultano ormai desueti. Dunque l'insegnamento inclusivo comprende
più nello specifico tutte quelle strategie tesi all' integrazione nel contesto scuola
degli alunni disabili e in condizioni di marginalità o a rischio di esclusione sociale
difficoltà ad esempio legate alla ambito socio economico o familiare o caratteriale o
motivazionale. mette sempre al centro la persona dell'alunno sollecitando ne e
favorendo nello sviluppo delle risorse e delle potenzialità specifica all'interno di un
contesto collettivo. Il docente al riguardo Dovrebbe avere due punti professionalità
ovvero Mira una Maggiore consapevolezza da parte del docente di sostegno dei
bisogni educativi normali e speciali e della loro integrazione una maggiore capacità
di coinvolgimento dell'Inter organico scolastico per la realizzazione di progetti e
attività specifiche. il clima di classe Ovvero la accoglienza positiva e la strutturazione
di un clima relazionale favole favorevole si rivelano utili tanto alla conoscenza
dell'alunno che alla manifestazione espressione da parte sua delle abilità cognitive
socio affettive e delle competenze in generale. un clima inclusivo è caratterizzato da
un forte senso di appartenenza dei membri, di interdipendenza positiva basata sulla
condivisione di valori e regole da parte degli alunni e degli insegnanti e che si
esprime attraverso la valorizzazione dei Cipro ca. la modalità apprenditive si basa sul
riconoscimento del ruolo attivo da parte dell'alunno nel processo di costruzione
della conoscenza che avviene in forma tanto sociale che personale. la modalità
inclusiva privilegio l'interazione sociale significativa con l'insegnante E con i
compagni e hanno lo scopo di porre L'alunno oltre che al centro di una rete di
sostegno e di aiuto in una condizione di Maggiore consapevolezza dei processi
attivati e dei risultati conseguiti. E ancora i contenuti e sugli strumenti si esplica nella
scelta e nell'adattamento di tutti i materiali didattici funzione delle esigenze
specifiche e speciali degli alunni e della classe.

[18:58, 15/5/2018] Angelo Verde: A riguardo della didattica di inclusione possiamo


evidenziare alcuni problemi quali ad esempio alla mai precisa e definitiva
conoscenza del complesso dei condizionamenti fisici psichici socio-culturali
determinanti uno stato di diversità o anormalità dell'alunno. Attingere infatti alla
dinamica completa e complessa della persona con handicap nella sua realtà così
differenziata comporta affrontare una serie di difficoltà estremamente complesso e
non sempre totalmente super abili. una seconda difficoltà consiste nel saper
individuare il potenziale formativo e nel saper misurare lo sforzo richiesto il soggetto
nelle varie esperienze di apprendimento per non pretendere ciò che il suo livello
mentale le sue anomalie fisiche non possono permettergli di capire di sentire e di
interagire.

[18:59, 15/5/2018] Angelo Verde: I principi dell'insegnamento.

[19:02, 15/5/2018] Angelo Verde: Il motivare. la motivazione nell'apprendimento


costituisce un problema di grande rilievo teorico e applicativo è sempre attuale.
repertorio Per quanto riguarda questa dimensione è vasto. I modelli elaborati in
questo settore di studio privilegiano una concezione essenzialmente cognitiva della
motivazione, in cui lo studente è visto come un osservatore attento ai propri
successi e insuccessi, percepisce se stesso come più o meno competente, si
rappresenta gli obiettivi che vuole raggiungere. questa Concezione della
motivazione come rappresentazione ha contribuito in misura determinante
elaborare la distinzione tra orientamento è stato motivazionale, Cioè fra
l'atteggiamento del soggetto nei confronti dell'impegno scolastico, atteggiamento in
cui si compendiano le conseguenze dei successi e degli insuccessi, è la risposta che il
soggetto da ad una concreta proposta di apprendimento e in cui l'atteggiamento
interagisce con la valenza motivazionale della situazione. il limite della
concettualizzazione della Social cognitis One con ciste nell' aver accentuato la
dimensione cognitiva a discapito di quegli aspetti energetici per esempio l'interesse,
che pure rappresentando una parte importante della motivazione ad apprendere.
anzitutto nel presentare nuove conoscenze Giova discostarsi un po' ma non troppo
verso l'alto o avere qualche carattere di novità e di sfida rispetto a quelle già
possedute, esiste Difatti una fascia ottimale di novità e di impegno entro cui occorre
muoversi. non secondarie quindi la strategia Intesa incoraggiare l'assunzione di
rischi moderati. e bene Poi chiarire gli stessi soggetti in apprendimento ciò che si
aspetta da loro impegno. Verso quali obiettivi e si devono dirigere il loro lavoro. su
che cosa si baserà la valutazione. quali strategie di studio devono essere impiegate o
sono utili per conseguire un risultato. Creare Inoltre nella classe è un ambiente
collaborativo piuttosto che competitivo, favorendo il lavoro Cooperativo a piccoli
gruppi e valutando non solo la qualità del lavoro ma anche le acquisizioni
effettivamente raggiunte dei singoli. è rendere l'aula come aula di lavoro il più
possibile interessante, nel quale il primo a esprimere entusiasmo sia proprio
l'insegnante. un'altra indicazione e incoraggiare gli studenti a percepirsi come capaci
di gestire maniere alternative positive, per esempio essere capaci di fare bene a
scuola, di riuscire nella vita, nel lavoro. i desideri e le paure riguardanti il proprio in
futuro agiscono profondamente Anche sull'attività di studio. aumentare infine la
percezione della propria competenza nel portare a termine gli impegni scolastici.

[19:02, 15/5/2018] Angelo Verde: La significatività

[19:04, 15/5/2018] Angelo Verde: Si appoggia sulla necessità di rendere chiaro a


colui che impara il senso del suo a prendere in una determinata conoscenza
dichiarativa è procedurale, ai fini della sua formazione. Difatti soltanto la condizione
che ciò che studiamo è importante ha un valore per la crescita della nostra umanità,
ci può spingere a imparare. quando troviamo un libro che risponde a tale istanza e lo
divoriamo ci soffermiamo con avidità sulle parti che ci attraggono Insomma
prendiamo solo ciò che assume significato per la nostra vita che afferrano con
intelligenza che trattiamo con passione. ciò comporta da parte del docente non solo
un'illustrazione giustificativa di un certo impegno dell'apprendimento da parte dello
studente ma anche soprattutto una sua attestazione della Valenza formativa di tale
conoscenza è ancora un attività di un processo di stimolazione guida e sostegno al
riconoscimento del significato valore di quella conoscenza. Infatti si deve stimolare
l'evoluzione positiva delle strutture conoscitive, è scontato che occorra muovere
dalle pregresse esperienze di apprendimento. in questo senso la significatività
finirebbe per Avvicinarsi al concetto di appercezione. che richiama il principio
aristotelico secondo il quale ogni insegnamento si fa ex pre cognitis. Compito
dell'insegnante presentare un contenuto di apprendimento non soltanto
Logicamente significativo, ma anche potenzialmente significativo, nel senso appunto
che il soggetto sia in grado di farlo proprio perché possiede le idee e concetti che
possono far da collante Quanto viene proposto in maniera da collegarlo validamente
con quanto già conosce.

[19:04, 15/5/2018] Angelo Verde: La perspicuità

[19:09, 15/5/2018] Angelo Verde: Isa per insegnanti sono frequentemente


considerati come saperi scientifici volgarizzati, secondo un processo di degradazione.
È molto diffuso l'idea che l'insegnamento specie quello scolastico consista in una
sorta di volgarizzazione finalizzata alla conduzione di attività formative. vi sarebbe
una cultura propriamente detta è una subcultura destinata ad essere trasmessa
attraverso l'azione di insegnamento. la prima si estenderebbe in ampiezza e in
profondità la seconda sacrificherebbe il contenuto alla necessità di essere
accessibile alle 20:00 poco apprezzate. questa riduzione dell'insegnamento a una
divulgazione finalizzata ha già prodotto abbastanza guasti Nella formazione
scolastica tradizionale per continuare a proporla. agli studenti viene offerta una
conoscenza piatta in idonea a sollecitare livelli complessi di comprensione, viene
suggerita una concezione illusoria di adeguatezza in contrasto con l'intento, proprio
del distruzione. La funzione specifica dell'insegnare invece consiste nell'effettuare
delle mediazione attraverso le quali sia possibile accedere a un determinato
repertorio culturale senza che esso risulti diminuito. nella sua Valenza conoscitiva.
Da tutto questo deriva che trasmettere conoscenze in modo perspicuo da parte
dell'insegnante significa certo usare mediatori linguistici comprensibili Per l'alunno
ma non solo. occorre altro. l'insegnamento Non può ridursi a un'azione di
riversamento delle conoscenze, vale a dire di me di contenuti annacquati e
semplificati, ma deve configurarsi come via per fare acquisire conoscenze e perciò
per far cogliere la forma che da unità e ordine un argomento di studio, per fare
pensare, per procedere per prove ed errori e così via. dunque la perspicuità a cui
l'insegnante deve mirare consiste nel selezionare, e se essenzializzare per spiegare
con chiarezza, ma anche nel contestualizzare, focalizzando l'attenzione sugli aspetti
criteriali di un un determinato sapere, le sue idee di forza i suoi principi essenziali,
pilotando i procedimenti di protesizzazione aiutando a formulare ipotesi, scandendo
procedure corrette e itinerari della ricerca possibili anche se non possono essere
lasciati spazi vuoti.

[19:09, 15/5/2018] Angelo Verde: La tempestività

[19:11, 15/5/2018] Angelo Verde: L'efficacia di un intervento didattico se dipende


certo da chi la promuove, dipende non poco dall' atteggiamento mentale di chi lo
riceve. la persuasività dei nostri argomenti ha scarsa importanza se chi li ascolta ha
già preso le sue decisioni. lo si può riscontrare in più campi, specie in quello politico.
a Chi già ha scelto questo o quel partito si possono citare tanti fatti Ma esso non
cambierà idea facilmente. Questo però non significa affatto che le esortazioni siano
superflue e che gli interventi insegnativi inutili. al contrario possono essere utilissimi
anzi determinativi quando vengono al momento giusto. quando sono rivolte a
soggetti che sono ricettivi e che hanno un atteggiamento mentale favorevole
aspettano soltanto una spinta dall'esterno per scegliere, per decidere. E qui sono
necessarie In primo luogo le osservazioni analisi tendente a conoscere lo Stato
cognitivo e motivazionale degli alunni. In secondo luogo non vanno trascurate quelle
occasioni fatti quotidiani eventi storici competizioni sportive soventi per
pubblicizzare e che possono essere colte per soddisfare attese cognitive, per
provocare riflessioni più lucide, per indurre cambiamenti valutativi. e infine in corsa
per preparare talee momento favorevole di ascolto e disponibilità attraverso
percorsi Ad occhi in grado di generale particolari forme di attenzione. Dunque saper
cogliere certo l'opportunità per insegnare ma anche per saper costruire il momento
giusto.

[19:11, 15/5/2018] Angelo Verde: Il sapere attendere

[19:14, 15/5/2018] Angelo Verde: L'esistenza oggi è sottoposta un accelerazione


crescente bersagliata da assilli Che esigono risposte sempre più veloci, è costretto a
protendersi verso mete da raggiungere abbandonare sempre più rapidamente. la
velocità aumenta in ogni settore, trasformandosi ovvero trasformazioni storiche
vocali avvengono con un ritmo che rende difficile percepirle ed seguirle. da un lato e
grandi schemi di pensiero e di rappresentazione a lungo termine sembrano essere
crollati e dall'altro La globalizzazione la comparsa di nuove tecnologie impongono
alle società la logica del tempo reale, È l'orizzonte del breve termine. i tempi lenti
dell'età passata sono realmente tramontati. La fretta Oggi è un elemento di disturbo,
fine a se stessa. e chi ha fretta può mancare l'obiettivo esattamente come chi è
lento. dunque non si può fare a meno della fretta barbaria Tuttavia Occorre tenere
aperti spiragli. il segreto nell'epoca della comunicazione globale e imparare a
gustare la bellezza della decelerazione. la lentezza vari scoprite come dimensione
che restituisce talvolta dall'esistenza la sua misura, permettendole di far emergere
le sue ricchezze nascoste le sue potenzialità latenti e perciò va difesa come una
strategia flessibile. quando diversi scrittori hanno affrontato lo stesso argomento ho
uno analogo significa che il tema assunto una rilevanza densa nella sensibilità di
un'epoca e indica la necessità di fare i conti con esso.

[19:15, 15/5/2018] Angelo Verde: La criticità

[19:18, 15/5/2018] Angelo Verde: E nel giovane il problema affettivo si ponga


riferimento a quella seconda nascita Che coincide con la pubblicità in dubbio. in
quest'età Come si sa se esiste una vera e propria trasformazione del soggetto, si
schiude una vita esistenziale inedita. passionale segnata da disagi chiusura
insicurezze con se stessa e con gli altri. la personalità del preadolescente soprattutto
un nodo di emotività alcune nuovissime. L'apprendimento informale specie
scolastico nei suoi contenuti e nei suoi metodi devi agganciarsi a questi elementi
affettivi prima fra tutti le motivazioni. Ma non solo le motivazioni. tutti gli elementi
affettivi vanno coinvolti interpretate soddisfatti perché l'apprendimento sia proficuo.
occorre andare oltre i paradigmi tradizionali del di istruire i prerequisiti
dell'apprendimento non sono solo quelli cognitivi! e anche oltre i fondamenti di
questi paradigmi per riscoprire il valore delle colori tudine legati alle dinamiche della
vita dei sentimenti, delle credenze, in vista di recuperare il l'equilibrio fra logica e
affettività fra pensiero cognitivo e intelligenza emotiva superando il dualismo.
Occorre affrontare in modo unificato questi due aspetti del comportamento di colui
che apprende da sempre mantenuti separati cercando appunto di coniugare la
funzione cognitiva Qual è la percezione ad esempio il ragionamento e l'intelligenza
con le funzioni affettive. Si profila una messa a punto del docente quindi che deve
dotarsi di un intelligenza sensibilità riguardo all'insegnamento apprendimento come
un processo carico di risonanze affettive, di ingorghi, di slittamenti di contraddizioni
oscuramenti ma anche di luce di Baglioni che necessitano di essere letti,
criticamente valutati, clinicamente affrontati con finalità ermeneutica oltre che
terapeutica. pertanto l'insegnante amplifica il proprio sguardo. non solo a spiegare
ovvero argomentare che suppone sempre un uditorio sensibile certo agli argomenti,
ma anche a decretare, implicativo di stati emotivi e carico di non poca affettività e
perciò aprirsi a modalità quali il intuire, il comprendere,

[19:19, 15/5/2018] Angelo Verde: La pluralità dei modi

[19:22, 15/5/2018] Angelo Verde: Non è raro trovare persone laureate che sono
però analfabeti funzionali. Oggi è importante calibrare diverse modalità didattiche
valorizzando così il potenziale cognitivo è umano di ciascuno occorre Dunque che ci
sia il superamento di una visione puramente quantitativa dell'espansione scolastica
in termini di semplice aumento delle quote scolarizzati e licenziati. non ci si può
Insomma più accontentare del semplice aumento del numero di licenziati dotati solo
di certificazione, Bisogna vedere come Essi sono stati formati in termini di
conoscenze e abilità. ne deriva la necessità di ridefinire i processi di insegnamento-
apprendimento di tanti alunni che hanno sempre più bisogno di proposte plurali,
individualizzazione e flessibili, idonee a valorizzare la molteplicità della forma mentis
e le distinte forme di intelligenza nhtsa con cui apprendono ricordano e
comprendono in modi diversi. il che vuol dire riconoscere L'importanza di un
insegnamento individualizzato. ovvero un'azione non comunicativa nei selettiva ma
orientativa e dunque che non si pone traguardi uguali per tutti a una certa età, ma
persegue il massimo per ciascuna ogni età. non richiede di ripercorrere itinerari già
percorsi, ma riconosce piuttosto le competenze comunque acquisite anche nelle
extrascuola per potenziare o a finale. non esprime valutazioni comparative di merito,
ma certifica di scrivendole le competenze reali ovvero i crediti formativi.

[19:22, 15/5/2018] Angelo Verde: La progettualità

[19:26, 15/5/2018] Angelo Verde: Insegnare un processo decisionale continuo, in


situazioni di interazione, consiste in quei gradini che portano alla decisione stessa.
Oggi programmare nella scuola deve voler dire assumere un corretto atteggiamento
progettuale, Teso a stabilire priorità fra obiettivi della formazione, a effettuare
percorsi rigorosi, Ad accentuare il ruolo delle verifiche estendendo le a ogni aspetto
del lavoro didattico. si è voluto dare credito così e si continua a darlo che esercita
l'insegnamento di svolgere un'attività intelligente, Perspicace nella lettura, di
freschezza progettuale, progressività interpretativa e autocorrezione in itinere. di
conseguenza nell'insegnare sono indispensabili una fine capacità nel comprendere la
realtà come problematica, nella avvertire e affrontare le questioni quando anche
che non sono esplicate, e nel ricavare dai dati raccolti conoscenze e non già in
lamenti di disorientamento addirittura di dispersione. una peculiare atitudinea non
manipolare le conoscenze nella loro precisione rigori sita. è perciò una costante
inclinazione a porsi interrogativi a progettare a verificare. una finezza non comune
nello scegliere scandire graduale anticipare posporre procedendo a punto fino al
raggiungimento dell'obiettivo, una sagace insistenza nel ritornare a proporre a
sollecitare incentivare incoraggiare. una seria e serena valutazione degli esiti
raggiunti con conseguente disponibilità a eventuali ricalibratura dei modi e revisioni
delle forme, a correzioni delle procedure. Perciò possiamo dire che più un
rielaborare, soprattutto in campo scolastico i principi e le funzioni per migliorarne le
qualità.

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