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Il levante cittadino, antica sede di villeggiatura delle famiglie patrizie genovesi e oggi zona residenziale di pregio, ha conservato quasi

intatta la
sua costa, ricca di insenature, sulle quali si affacciano intatti borghi marinari come Boccadasse e Vernazzola, e di scogliere, percorse da
splendide passeggiate come quella di Nervi. Sullo sfondo domina il monte Fasce (846 m), che con il vicino monte Bastia protegge questa parte
della città dai venti freddi orientali e dalla tramontana e dalla cui cima si può godere di un ampio panorama su tutto il levante cittadino. Il levante è
diviso tra il Municipio VIII - Medio Levante (Foce, Albaro e San Martino) e il Municipio IX - Levante (Valle Sturla, Quarto, Quinto e Nervi).

Orografia

Il territorio comunale presenta un'orografia piuttosto complessa, con numerose vallate che scendono verso il mare dallo spartiacque ligure-padano o
di suoi contrafforti, separate da crinali con rilievi montuosi a quote tra 400 e 1200 metri di altezza che distano tra i 6 e i 10 chilometri dal mare. L'Istat Boccadasse e Vernazzola viste
classifica il comune come appartenente alla zona altimetrica "montagna litoranea" (zona con presenza di rilievi con altitudini superiori ai 600 m)[15]. dallo scoglio dei Mille a Quarto.

I rilievi più significativi si trovano nella zona di ponente, in particolare sul versante destro della valle del torrente Cerusa, contornato dal monte Reixa,
che con 1182 metri s.l.m. è il punto più alto del territorio comunale e dal Bric del Dente (1107 m).[15]

Un altro importante sistema montuoso è, sempre a ponente, quello lungo il crinale tra la val Varenna e le valli dei torrenti Branega e Acquasanta, alle
spalle del litorale Pegli, Pra' e Voltri, che culmina nell'altopiano del monte Penello (996  m) e nella punta Martin (1001  m). Si tratta di un'area
caratterizzata da ripide vallette rocciose che culminano lungo i crinali in ampie praterie con affioramenti rocciosi. Alla testata della val Varenna il
monte Proratado (928 m) sorge sul crinale con la val Polcevera.[15]

Altro rilievo del ponente è il monte Gazzo (419 m), che domina l'abitato di Sestri Ponente e sulla cui sommità sorge il Santuario di Nostra Signora del
Gazzo. Il monte è stato oggetto di una notevole attività estrattiva di pietra calcarea che ha pesantemente modificato il suo aspetto originario,
distruggendo anche molte delle grotte che si aprivano nei suoi fianchi.
La punta Martin, uno dei rilevi
Le valli del Polcevera e del Bisagno hanno alla loro testata rilievi prossimi o superiori ai 1100  m (monte Taccone e monte Leco) ma il territorio di più caratteristici dell'immediato
Genova ingloba solo la parte inferiore di queste valli, con rilievi di altezza più contenuta posti sulle dorsali laterali. Anche il monte Figogna (804 m), entroterra genovese.
sul quale sorge il Santuario di Nostra Signora della Guardia, interamente compreso nella val Polcevera, che caratterizza il paesaggio dell'intera vallata,
si trova nel comune di Ceranesi. Lungo la dorsale di ponente, tra Polcevera e Chiaravagna, i rilievi maggiori compresi nel comune di Genova sono i
monti Teiolo (660 m) e Rocca dei Corvi (582 m). Dopo quest'ultimo la dorsale scende rapidamente di quota, toccando Borzoli per concludersi con le colline di Colombara, Coronata e
degli Erzelli, affacciate su Cornigliano.

La dorsale tra le due valli maggiori si distacca dallo spartiacque appenninico in corrispondenza del monte Alpe (800  m), compreso nel comune di Genova solo dal versante della val
Bisagno. Il rilievo maggiore in questo tratto, il monte Diamante (672 m), su cui sorge l'omonimo forte, fa parte del comune di Sant'Olcese, mentre è nel comune di Genova il monte Spino
(622  m), contrafforte rivolto verso la val Polcevera, su cui sorge il forte Fratello Minore. Il crinale scende gradualmente di quota fino al monte Peralto (489  m), dove si trova il forte
Sperone. Da questa altura, che costituisce il punto più alto dell'anfiteatro collinare che racchiude il centro storico di Genova, si dipartono le due dorsali, coronate dalle mura seicentesche.
Quella polceverasca, a ponente, con i forti Begato, Tenaglia e Crocetta, termina con i colli di Belvedere e degli Angeli, che un tempo proseguiva con quello di San Benigno, completamente
sbancato nella prima metà del Novecento, che chiudeva a mare la cerchia delle mura in corrispondenza della Lanterna.

La dorsale rivolta verso la val Bisagno, con il forte Castellaccio e l'altura del Righi, scende anch'essa gradualmente fino alla piana del Bisagno e si conclude con il colle di Carignano,
affacciato sul porto e sulla zona della Foce.

L'intero comprensorio che si estende intorno alle cinte murarie seicentesche convergenti sul forte Sperone costituisce il “Parco urbano delle Mura”.

Per quanto riguarda la val Bisagno, nella zona di Struppa il territorio comunale raggiunge lo spartiacque appenninico, con il colle di Creto
(603 m), che conduce in Alta valle Scrivia, e alcuni rilievi significativi, come il già citato monte Alpe, il monte Alpesisa (989 m) e il monte Lago
(941 m). Sul versante opposto, che divide la val Bisagno dalla valle Sturla, il rilievo principale è il monte Ratti (560 m), con l'omonimo forte.
Questo crinale, con una serie di fortificazioni collinari, non collegate però da una cortina muraria (forte Richelieu, forte Quezzi e torre Quezzi,
forte Santa Tecla, forte San Martino) digrada gradualmente verso la collina di Albaro e termina a mare con il forte San Giuliano e costituisce con
la sua parte non urbanizzata il “Parco urbano dei Forti”.

L'insieme delle fortificazioni collinari comprese nell'ambito dei due parchi urbani connota l'immagine di Genova da diversi punti di vista e
rappresenta un importante valore storico e paesaggistico.[15]

Il Monte Fasce visto dal centro di Il levante genovese è caratterizzato dallo sfondo del monte Fasce (834 m), all'origine delle vallate dei diversi torrenti della zona. Nelle zone più
Genova. alte il territorio si presenta aspro, con versanti ripidi e affioramenti rocciosi. I versanti esposti a sud mostrano praterie aride e sono oggi privi di
insediamenti, mentre isolati resti di piccole costruzioni testimoniano un antico uso agricolo di questi territori marginali. I versanti digradano
rapidamente con una serie di contrafforti fino al mare. Tra questi il più conosciuto è il monte Moro (412 m), appena sopra l'abitato di Nervi,
dove si trovano i resti di una batteria che faceva parte del sistema di difesa costiera durante la seconda guerra mondiale.[15]

Idrografia
Lo stesso argomento in dettaglio: Idrografia di Genova.

Il territorio e le vallate della città sono percorsi da torrenti con bacini di diversa rilevanza. I più grandi scorrono lungo le omonime valli e
sono il Polcevera, a ovest del centro, con un bacino allargato e un percorso rettilineo sino al mare e, a est, il Bisagno dal bacino più stretto
e andamento più tortuoso. La città si è sviluppata urbanisticamente in queste due valli con quartieri residenziali, insediamenti produttivi
e infrastrutture.

Nella val Bisagno il principale affluente è il Fereggiano, che attraversa Quezzi e Marassi, ma numerosi sono gli affluenti minori: sulla
destra orografica Canate, Torbido, Geirato, Trensasco, Cicala e Veilino, sulla sinistra, oltre al Fereggiano, Lentro, Mermi e Noce,
quest'ultimo interamente coperto.[19]

Nella val Polcevera sono invece pochi gli affluenti compresi nel territorio genovese (si possono citare il Burba e il Geminiano a Bolzaneto, Veduta del ponte della Pila, di Luigi Garibbo,
il Pianego a Borzoli, il Torbella e il Maltempo a Rivarolo), mentre gli affluenti principali (Verde, Riccò e Secca) scorrono quasi 1822.
interamente al di fuori del territorio comunale.[20]

Nel ponente cittadino si trovano il Chiaravagna a Sestri Ponente, il Cerusa e il Leira a Voltri, il Branega e il San Pietro a Pra', il Varenna a Pegli e Multedo.[21][22][23][24][25]

Nel levante i principali torrenti sono lo Sturla nella cui valle sono compresi i quartieri di Bavari, San Desiderio, Borgoratti e Sturla e il Nervi che attraversa l'omonimo quartiere, oltre ai
rii minori Vernazza, Priaruggia, Castagna e Bagnara.[26][27]

L'area del centro storico, quasi completamente urbanizzata, è divisa tra i bacini di numerosi ma brevi corsi d'acqua che scendono dalle colline retrostanti. I principali di questi rivi sono
San Bartolomeo, San Lazzaro, San Teodoro, Lagaccio, Sant'Ugo, Santa Brigida, Carbonara, Sant'Anna e Rio Torbido, che scorrono tombinati sotto le vie dei vari quartieri, con l'eccezione
dei tratti a monte del rio Lagaccio e del rio San Lazzaro.[27]

Sismologia

La classificazione sismica, colloca il territorio in zona 3 e 4 a sismicità bassa e molto-bassa[28]. In qualche cronaca del passato (Il Cittadino, Giornale del popolo, 24 febbraio 1887) si trova
notizia di episodi sismici di rilievo, come quello del 23 febbraio 1887.[29]

Clima
Lo stesso argomento in dettaglio: Clima di Genova, Stazione meteorologica di Genova Università e Stazione meteorologica di Genova-Sestri Ponente.

Secondo la classificazione dei climi di Köppen, Genova, nella sua fascia costiera, appartiene alla zona Cfa e Csa,[30][31] ossia al clima mediterraneo, con estate calda e temperatura media
superiore a +22 °C, precipitazioni inferiori a 30 mm durante il mese estivo più caldo. A levante e sull'interno, nelle vallate e nella maggior parte del territorio si passa alla zona climatica
Cfsa con Clima temperato di transizione al mediterraneo, in cui le precipitazioni sono superiori a 30 mm. Oltre i 500 m di quota, la zona climatica passa alla Cfsb con Clima temperato a
estate tiepida, con una temperatura media inferiore a +22 °C[15]. Secondo la classificazione climatica, che regolamenta l'accensione degli impianti di riscaldamento, è nella zona climatica
D, 1435 GG.(accensione dal 1º novembre al 15 aprile, con 12 ore giornaliere)[28].

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