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Marta Miuzzo

IL LARIO

Con i complimenti di

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Il Bel Paese
Le Prealpi ...
si rimarca anzi tutto in esse il contrasto,
di effetto meraviglioso davvero,
fra quelle creste dentate,
ignude e bianche come scheletri,
che si tingono dazzurro sovente
nelle giornate serene
e di giallo e di rosso
al sorgere e al tramontare del sole.

LIVINGSTON & CO

Antonio Stoppani -

Google map
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LAMBIENTE

IL LAGO E LE SUE VALLI

LAMBIENTE PREALPINO
Il lago di Como interamente circondato dalle Prealpi, catene
imponenti di notevole altitudine che sinnalzano in modo estremamente scosceso incassando profondamente il lago fra verdi quinte
spesso sfumate dalla tipica nebbiolina che i romantici
dellOttocento tanto amavano.
La catena delle Alpi Orobiche scende a est del lago, mentre quella
delle Alpi Retiche si staglia a nord-ovest, divisa dalle Prealpi dalla
linea insubrica.
La riva occidentale dominata dalla catena Mesolcina con vette
che superano i 2000 metri e terminano, a sud, con il monte
Generoso (m. 1701). Questi monti segnano il confine con la
Confederazione Elvetica.
Il sistema orografico orientale costituito dal complesso delle
Grigne, scenografiche montagne dalle caratteristiche dolomitiche,
sfruttate fin dai tempi remoti per estrarne materiali per ledilizia
(marmi) o il ferro e il rame che hanno favorito il sorgere in zona dellindustria metallurgico.
Fra le cime pi famose ricordiamo: il monte Legnone (m. 2609), alle

spalle di Colico, che la vetta pi alta; il Grignone (m. 2409) e la


Grigna Meridionale (m. 2177), due splendide palestre dalpinismo; il
caratteristico Resegone (m. 1875) che con il suo profilo seghettato
domina la citt di Lecco.
Il lago riceve, a nord, le acque dei fiumi Adda e Mera e di numerosi torrenti che scendono dalle montagne circostanti (Breggia, Telo,
Sanagra, Albano, Liro sulla sponda occidentale; Varrone, Pioverna,
Esino e Meria sulla sponda orientale; Perlo nel Triangolo Lariano),
ma ha come unico emissario lAdda, a Lecco.

I Ragni della Grignetta


Limponente gruppo delle Grigne costituito da uno spettacolare
insieme di cime, guglie e pinnacoli che dominano Lecco e la
Valsassina. Sono montagne dolomitiche risultate dalla sedimentazione di materiali diversi sul fondo di un antico mare.
Lungo i pendii e sui prati erbosi ai piedi delle vette sono sorti stazioni sciistiche che, in estate, si trasformano in gradevoli basi per passeggiate. La fama di questi monti, tuttavia, deriva dalle pareti verticali che dalle selle erbose sinnalzano verso le cime vertiginose e che
costituiscono la palestra iniziale dellattivit degli ormai famosi
Ragni della Grignetta, un gruppo di alpinisti costituitosi nellimmediato dopoguerra.
Lamore per la natura, il fascino dellavventura, la grande amicizia
consolidata dalle tristi esperienze della guerra, uniti al coraggio e alla
professionalit, hanno fatto s che dal 1946 i Ragni lecchesi si siano
sempre pi affermati come dei veri mostri sacri dellalpinismo.
Il nome, che viene dalla spontanea espressione dammirazione di Tita
Piaz per uno dei giovani compagni, e lo sgargiante maglione rosso del
gruppo identificano ormai un mito collegato con tutte le cime pi
famose del mondo.
Quei giovani ardimentosi che avevano ereditato nel loro sangue la
passione atavica della conquista di un territorio difficile, infatti, nel
volgere di pochi anni hanno costruito con tenacia e abilit un brillante futuro alla scuola alpinistica del C.A.I. di Lecco che aveva avviato
una gloriosa stagione interrotta dalla tragedia della guerra.
Fra i Ragni della Grignetta si annoverano scalatori di chiara fama
come Riccardo Cassin, Walter Bonatti, Carlo Mauri, Angelo Longoni,
per citare i pi noti, ma anche tutti gli altri hanno un curriculum affascinante, costellato di successi. Dopo aver esplorato ogni angolo della
loro amata Grignetta, infatti, a partire dal 1953 i Ragni si sono dedicatii alla conquista delle vette inviolate del mondo legando il loro
nome alle nuove vie aperte su montagne come il K2, il Mc Kinley, il
Cerro Torre, il Fitz Roy, lAconcagua e il Kilimangiaro.
Nel 1953 i Ragni hanno anche fondato una Scuola Nazionale
dAlpinismo che una delle scuole di roccia pi famose del mondo,
meritoria anche nelle attivit di soccorso alpino e preziosa custode
degli antichi valori della montagna ereditati dai padri.
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LA STORIA
Il lago, come la maggior parte dei bacini prealpini, si formato in
epoca quaternaria, quando il grande ghiacciaio Abduano cominci
a scendere a valle modellando fortemente il territorio delle catene
Mesolcina e Orobica.
Il ghiacciaio incise facilmente le rocce calcaree, ma incontr qualche difficolt con le formazioni granitiche, dovette dividersi in due
corsi e diede cos al lago la caratteristica forma a Y rovesciata. Fra
i due rami sinnalzano il monte S. Primo (m. 1686), sopra Bellagio,
e i Corni di Canzo nella Vallassina.
Il materiale trasportato a valle dal ghiacciaio nellepoca quaternaria, oltre a lasciare lungo il percorso numerosi massi erratici, ha
permesso la formazione delle colline moreniche che si incontrano
a sud del lago di Como e formano la regione ondulata della Brianza
nella quale sono incastonati i ridenti laghetti di Montorfano,
Pusiano, Segrino, Alserio e Annone.

Un lago, due province


Conosciuto anche come Lario, dal nome latino, il lago il terzo per
grandezza della regione prealpina (dopo quelli di Garda - Benaco e Maggiore - Verbano), ma il pi profondo (410 metri). Situato a
213 metri sul livello del mare, lungo 65 chilometri da nord a sud
(una strada di 167 chilometri ne percorre il periplo completo) e
stretto: Laglio dista dalla dirimpettaia Careno solo 650 metri.
Completamente inserito nel territorio lombardo, il lago suddiviso
fra le province di Lecco, la parte orientale, e Como, la parte occidentale: le due citt capoluoghi delle rispettive province si trovano
alla fine dei due bracci meridionali del lago.
Il ramo di Lecco, a sud-est, la zona pi fortemente industrializzata grazie alla presenza di minerali nelle formazioni rocciose.
Il ramo di Como, a sud-ovest, la zona pi turisticizzata.
Un terzo ramo, di Colico, a nord, la parte pi larga raggiungendo
la massima ampiezza di 4400 metri fra Cadenabbia a Fiumelatte, ed
caratterizzato da rive basse.

Il microclima
Essendo profondamente incassato fra le montagne, gode di un
microclima piuttosto mite anche in inverno sia perch le montagne
lo riparano dai venti freddi del nord, sia perch la forte evaporazione della consistente massa dacqua contribuisce a stabilizzare la
temperatura.
Il clima di tipo mediterraneo, con estati fresche e inverni miti,
abbastanza piovoso nelle stagioni intermedie, ma con splendide
giornate di sole sia in primavera che in autunno. In inverno pu
nevicare su tutta la zona lacustre, ma la neve resta soprattutto sulle
pendici dei monti al di sopra dei 500 metri.
La felice combinazione degli elementi climatici favorisce quella
vegetazione mediterranea ricca di fiori e di alberi esotici che ha giustamente reso famosi numerosi splendidi giardini di nobili ville allineate sulle sponde del lago, contese dal jet-set internazionale.

UNA STORIA VARIEGATA


Il territorio lariano fu abitato in epoca preistorica (30-40.000 anni
fa) da trib che si erano distribuite lungo i percorsi di crinale, posti
asciutti, soleggiati e ricchi di selvaggina. In molte zone del territorio sono state rinvenute tracce risalenti soprattutto al periodo
Neolitico, let della pietra levigata (3500 a.C.).
La raccolta dei materiali ritrovati nelle tombe ci permette di sapere
come vivevano i nostri antenati, di origine prevalentemente celtica,
gente pacifica, agricoltori e tessitori, molto legati ai riti dei morti
che erano cremati e conservati in urne di raffinata fattura sepolte in
tombe a pozzetto.
Il periodo storico inizia nel 196 a.C., quando le legioni romane guidate dal console Claudio Marcello sconfissero gli Insubri e la zona
entr a fare parte della Provincia Cisalpina.
Sar tuttavia solo con la politica di espansione verso il nord di
Giulio Cesare che inizier la romanizzazione. Dopo aver bonificato
le sponde del lago, a lui si deve la costruzione della Novum Comum
(nello stesso posto dove si trova lattuale citt) che per limportante posizione strategica divent la base militare delle conquiste
romane del nord Europa.
Numerosi coloni furono inviati a popolare gli insediamenti che la

Il Barbarossa, lamico dei Comaschi


La personalit e lopera di questo imperatore sono state giudicate, nei
secoli, in modi sensibilmente contrastanti: chi ne ha fatto un tiranno,
un oppressore, un sanguinario; chi invece lha descritto come un
difensore della giustizia e un uomo virtuoso. Anche ai giorni nostri
difficile trovare una definizione corretta e precisa di un simile personaggio. comunque certo che i Comaschi hanno sempre visto il lui il
valoroso combattente che li ha aiutati a riscattarsi da una bruciante
sconfitta inferta loro da un acerrimo nemico. Il Barbarossa stato per
i Comaschi un uomo di parola che, dopo aver lottato con loro, ha realizzato la ricostruzione della citt riportandola allantico splendore e
senza chiedere loro nulla in cambio.
Federico I fu certamente un imperatore con eccezionali qualit di
monarca e di condottiero, ma fu anche un uomo rude e poco avvezzo alle raffinatezze di corte, pi soldato che cavaliere insomma, tuttavia nel comasco, la popolazione lo ha talmente ammirato che
diventato oggetto di leggende e credenze che lo presentano persino
come santo. Si dice, infatti, che nel mesto rientro in patria dopo la
disfatta di Legnano, il Barbarossa si ferm a Brienno dove la popolazione lo accolse trionfalmente e lo invit ad abbondanti libagioni. La
sera, malfermo sulle gambe, inciamp, cadde e perse due denti che
furono recuperati e conservati nella locale chiesa, fino al secolo scorso, come sacre reliquie del Santo Federico imperatore Barbarossa.

LA STORIA
politica difensiva esigeva nei punti strategici dei percorsi lungo il
lago e sulle montagne circostanti. Questi portarono con s ulivi e
viti e, trovando un ambiente estremamente favorevole, ne avviarono la coltivazione.
La zona crebbe dimportanza politica ed economica con lavvento
del Cristianesimo (IV secolo) che, pur nelle gravi difficolt provocate dalle diverse ondate dinvasioni barbariche, riusc a controllare la
situazione e mantenere un minimo di coesistenza pacifica. Nel 535
Giustiniano si alle con Como che divenne cos il baluardo dellimpero in funzione antibarbarica. In epoca longobarda, poi, grazie alla conversione della regina Teodolinda, il vescovo di Como
addirittura rafforz i suoi poteri, data limportanza strategica del
territorio lacustre.
Lepoca comunale, quindi, vide Como e i paesi del lago tra i pi floridi centri lombardi: in quel periodo si costruirono chiese, monasteri, ospedali, fondaci e nacque unimponente flotta lacustre. La
comunit degli Umiliati introdusse la lavorazione della lana che
divent una delle attivit preminenti.
Il controllo che questi esercitano sui valichi alpini e quindi sulla via
di comunicazione per il centro Europa, essenziale per i commerci,
fin con lostacolare lespansione economica di Milano verso nord.
Questo problema si intrecci con la lotta per le investiture che travagli la Lombardia a partire dal XII secolo e port, nel 1118, alla
terribile guerra fra Como e Milano che si protrasse per dieci anni.
Milano riusc a tessere numerose alleanze persino con le comunit
del centro lago e del ramo orientale e Como, isolata, condannata
a subire una bruciante sconfitta e alla totale distruzione nel 1127.
Nella vicenda si inser allora limperatore Federico I, il Barbarossa,
che sfrutt il desiderio di rivincita dei Comaschi che nel 1162, grazie al potente alleato, furono in grado di riprendere la guerra contro Milano e uscirne vincitori.
La citt venne ricostruita con una cinta muraria pi ampia (la stessa che si pu ammirare ancora oggi) e con un sistema difensivo
verso sud che aveva il suo avamposto nel Castel Baradello.
I Comaschi non persero loccasione di vendicarsi del tradimento
perpetrato dai paesi del lago alleatisi con i Milanesi: ne fece le spese
lIsola Comacina che nel 1169 fu irrimediabilmente distrutta. Gli
abitanti che riuscirono a sfuggire alla distruzione ripararono sulla
sponda orientale del lago e fondarono Insula Nova, lattuale
Varenna.
Risorto il prestigio comunale e rifiorita leconomia, crebbero anche
le rivalit fra le famiglie dominanti in citt. Alla fine del XIII secolo
le istituzioni comunali erano n crisi e Franchino Rusca diede inizio
allepoca delle Signorie che port il lago di Como sotto linfluenza
della potente famiglia milanese dei Visconti.
Persa lautonomia, il territorio segu il destino dei Visconti subendo
prima la dominazione francese, allinizio del XVI secolo , poi quella spagnola fino al XVII secolo.

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Le pesantissime gabelle imposte per mantenere le guerre spagnole,


alluvioni, carestie e lepidemia di peste del 1630 che fece pi di 5000
morti, causarono gravissimi danni e portano a uno stato di degrado sempre pi elevato per lintera zona. La popolazione moriva letteralmente di fame, mentre nei lussuosi palazzi dei nobili si conduceva una vita sfarzosa e appariscente. In questo contesto si afferm
il barocco e a Como e dintorni sorsero residenze molto significative in tal senso.
Allinizio del XVIII secolo, finalmente, con il trattato di Utrecht e
Rastadt del 1714, il ducato di Milano pass agli Asburgo dAustria e
con esso anche il lago di Como. Loccupazione austriaca, sotto limperatrice Maria Teresa, port un lungo periodo di pace e una lenta
ma costante ripresa economica.
Alla fine del secolo per, lAustria entr in guerra contro la Francia
rivoluzionaria. Napoleone Bonaparte sconfisse gli Austriaci a Lodi e
nel 1796 i Francesi proclamano la Repubblica Cisalpina. Per il Lario
fu un periodo di grandi speranze e di fervore innovativo: alla grande espansione edilizia di Como si accompagn sulle sponde del
lago la costruzione di splendide ville neoclassiche, miglior lagricoltura, lindustria metallurgica nel lecchese si spanse. Per contro,
la forte concorrenza di Lione mand in crisi lindustria tessile.
Il ritorno degli Austriaci non miglior la situazione: la ripresa economica fu molto lenta e per il suo decollo bisogner attendere lavvio della navigazione a vapore e la sistemazione delle strade e delle
ferrovie che portano ai valichi alpini.
La restaurazione austriaca mise in campo un governo repressivo
contrastato da societ segrete e cospirazioni indipendentiste alle
quali il territorio lariano non rimase estraneo, dando il suo contributo alla liberazione dellItalia dal giogo straniero.
Le aspirazioni indipendentiste, sostenute dai Savoia piemontesi,
trovarono la loro realizzazione nel 1859. Il 27 maggio, con la battaglia di San Fermo, alle porte di Como, i Cacciatori delle Alpi guidati da Garibaldi liberano la citt e il 17 marzo del 1861 il primo parlamento unitario proclam il Regno dItalia.
Nei primi anni dello stato unitario la situazione economica sul lago
di Como era disastrosa a causa della perdita dei mercati imperiali.
Nei successivi trentanni si verific un grande fermento innovativo
che port a un notevole miglioramento: lindustria tessile si riprese,
quella metallurgica torn a espandersi, migliorarono le condizioni
economiche e commerciali e la condizione di vita della popolazione divenne pi accettabile.
A cavallo fra i due secoli si evidenzia un risveglio culturale e si d
inizio allorganizzazione turistica nel comasco con la costruzione
della funicolare, del porto di Piazza Cavour e di alcuni alberghi di
lusso, mentre nel lecchese si consolidano fiorenti complessi industriali. Lo stile liberty caratterizza le costruzioni borghesi.
Il fermento produttivo e commerciale venne consacrato dalla
Esposizione Internazionale che si tenne nel 1899 proprio a Como.

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LA STORIA

Il matrimonio comasco di Garibaldi


La marchesina Giuseppina Raimondi, nata a Fino Mornasco il 17
marzo 1841, era figlia naturale del marchese Giorgio Raimondi,
patriota ed erede dellantica stirpe discendente da Raimondo il
Franco, leggendario cavaliere di Carlo Magno.
Bella e intrepida ragazza dal carattere forte e dal comportamento
altero, Giuseppina aiutava spesso il padre portando clandestinamente dalla Svizzera materiale di propaganda insurrezionale e fucili per i
patrioti. Incontr, per la prima volta, Garibaldi nel giugno del 1859,
quando lo raggiunse nel suo accampamento di Robarello, vicino a
Varese, mandata dai Comaschi per chiedere il suo aiuto contro gli
Austriaci.
Il generale, che aveva 34 anni pi della giovane, se ne innamor
immediatamente e la rivide pi volte a Como. Dopo la liberazione, egli
fu ospite della famiglia Raimondi a villa Olmo.
Il marchese, che era in lista per la nomina a senatore del Regno, vide
con interesse questamore che poteva dar lustro alla famiglia e fece
pressioni affinch il matrimonio si concludesse entro breve tempo.
Inizialmente Giuseppina si mostr indifferente alle dichiarazioni del
maturo generale, aveva una relazione con Luigi Caroli, sottotenente
dei Cavalleggeri di Saluzzo, un giovane elegante, bello, ricco e
romantico: aspettava un figlio da lui che per non sembrava volersi
prendere le sue responsabilit. Giuseppina decise allora di legalizzare la situazione, far felice il padre e dare una lezione al giovane e
focoso amante accettando lofferta di Garibaldi.
Anche se nellambiente il matrimonio era piuttosto chiacchierato, le
nozze si celebrarono il 24 gennaio del 1860 nella cappella di famiglia
a Fino Mornasco.
Alluscita dalla chiesa, uno sconosciuto messaggero consegn una
lettera a Garibaldi che, sconvolto, dopo aver rivolto epiteti terribili alla
novella sposa, lasci precipitosamente il comasco.
Lo scritto non mai stato trovato e quindi non se ne conosce esattamente il contenuto, ma da quel momento i due sposi si separarono e
non si rividero mai pi. Il marchese Giorgio non divenne mai senatore e la buona societ comasca cre il vuoto attorno alla sua famiglia.
Giuseppina venne cacciata da casa e and a vivere per qualche tempo
con il Caroli a villa Olmo, poi fuggirono insieme in Svizzera dove,
per, il giovane labbandon cercando di unirsi alla spedizione dei
Mille. Garibaldi, che non laveva perdonato, non accett il bel Caroli
fra i suoi ufficiali e lui correr allora in aiuto dei Polacchi, ma morir,
prigioniero in Russia, nel 1865.
Nel 1880 si celebr lannullamento del matrimonio e immediatamente dopo Garibaldi spos Francesca Armosino, prima di morire a
Caprera nel 1882.
Giuseppina nel 1881 spos il nobile Ludovico Mancini e sopravvisse a
tutta la sua famiglia. Morir nel 1918 senza aver mai svelato i misteri
dei suoi anni giovanili.

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La Prima Guerra Mondiale si combatt lontano dal lago, lindustria


non ebbe grandi contraccolpi, ma la zona pag un enorme tributo
in vite umane.
Negli anni Trenta del Novecento progredirono la tessitura a Como e
la torcitura a Lecco, si afferm il settore chimico-tessile, rifiorirono
le attivit legate alla tradizionale industria del ferro, lartigianato
venne sostenuto e incentivato.
In campo architettonico a Como si verific un fiorire di strutture
razionaliste sullonda dei movimenti culturali europei e grazie
allinfluenza artistica di SantElia.
Il Fascismo si impone, ma dopo lassassinio di Matteotti i Comaschi
dogni classe sociale, cattolici, comunisti, socialisti e liberali cominciano a organizzarsi in clandestinit contro il regime. Con lentrata
in guerra (10 giugno 1940) cresce il malcontento popolare, la situa-

Lesposizione voltiana
Era il 1899, si celebrava il centenario dalla scoperta della pila che
aveva cambiato il mondo e Como stava attraversando un periodo di
grande espansione economica. La citt stava anche dando inizio allo
sviluppo turistico della zona e aveva quindi bisogno di farsi conoscere. Fu cos che il gruppo radical-progressista che governava allora la
citt realizz il sogno di organizzare unesposizione internazionale
che celebrasse il grande scienziato e la sua invenzione, ma che, contemporaneamente, valorizzasse limpegno innovativo di Como nei
vari settori economici.
La zona a lago, vicino allo stadio, divenne un grande cantiere e rapidamente cominciarono a delinearsi i grandiosi padiglioni che dovevano accogliere lesposizione. Tutto era costruito in legno, in stile eclettico, su progetto dellingegner Eugenio Linati. Si accedeva alla mostra
attraverso unimponente facciata a colonnato ai lati della quale si
innalzavano due torri di 40 metri, simbolo delle pile voltiane. Il tutto
era di grande effetto scenografico con giardini e viali alberati; una
rotonda sul lago permetteva di godere le bellezze del primo bacino
e due fontane luminose, una vera rarit, decoravano lingresso.
Lesposizione comprendeva otto importanti rassegne riguardanti lelettricit, le macchine, i mobili, le belle arti, la floricoltura e lartigianato locale, ma le attrazioni principali erano lesposizione nazionale
serica e quella dei cimeli di Alessandro Volta (Como 1745, Camnago
Volta 1827).
La mostra fu inaugurata alla presenza del re ed ebbe un successo strepitoso, ma la mattina dell 8 luglio una scintilla provoc un terribile
incendio che la distrusse quasi completamente.
Como, bench sconvolta, non si perse danimo, inizi immediatamente la ricostruzione e limpegno unanime fece il miracolo: ad agosto lesposizione apriva nuovamente i battenti e persino la famiglia
reale ritorn a rendere omaggio alla laboriosit e allorgoglio dei
Comaschi.

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LA STORIA

Mussolini e loro di Dongo


Era il 26 aprile del 1945, Benito Mussolini con Claretta Petacci e alcuni gerarchi cercavano di passare il confine elvetico dirigendosi verso
Porlezza, seppero che i partigiani bloccavano le strade, cos il 27 decisero di aggregarsi alla colonna tedesca che stava tornando in patria
lungo la sponda occidentale del Lario.
A Musso un inaspettato blocco partigiano della 52 Brigata Clerici li
sorprese. I gerarchi furono fucilati sulla piazza di Dongo, Mussolini e
Claretta furono portati a Giulino di Mezzegra dove dormirono nella
casa dei De Maria; lindomani avrebbero dovuto essere consegnati al
Comitato di Liberazione Nazionale a Milano per venire processati. Il
28 aprile, per, gli avvenimenti precipitarono: mentre scendevano
verso la strada statale, il colonnello Valerio, appositamente venuto da
Milano, impugnando il mitra di Michele Moretti, commissario politico
della 52 Brigata, fucil Mussolini e Claretta davanti al cancello di villa
Belmonte. Tutto sembra chiaro e definitivo, invece a tuttoggi questi
fatti storici, uniti ad altri avvenimenti successivi, costituiscono uno dei
grandi gialli della storia italiana, persino le date risultano spesso contraddittorie. Nei decenni successivi una ridda di rivelazioni, testimonianze, interviste e documenti storici si sono susseguiti senza chiarire granch circa gli avvenimenti e i personaggi di quel momento, ma
il segreto che maggiormente resiste riguarda la sorte toccata al famigerato oro di Dongo.
Pare che Mussolini nella sua fuga abbia portato con s casse e valigie,
contenenti preziosi, oro e denaro, delle quali si persa traccia. Nel
1957, a Padova, stato istruito un processo per far luce su questo
punto, ma liniziativa, peraltro estremamente confusa, fallita.
Ma di che cosa si trattava esattamente? Davvero Mussolini stava emigrando, come si favoleggiato, con valori di proporzioni enormi tra
beni dello Stato, denari ritirati dalle banche milanesi, patrimoni e
averi dei gerarchi e delle loro famiglie, gioielli, valuta estera, oro, fedi
donate alla Patria e il ricavato della vendita del quotidiano Popolo
dItalia?. Si dice che il partigiano Lazzaro con la Gianna abbiano
compilato una lista di cinque fogli solo con quanto fu accumulato sul
tavolo del municipio di Dongo al momento dellarresto. Molta parte
del supposto tesoro neppure approd su quel tavolo, si pu immaginare che molto fu spartito fra coloro che si trovarono, per motivi
diversi, presenti allavvenimento. Alcuni dei fuggiaschi, nella speranza di trovare una via di salvezza, devono aver affidato i loro averi a
gente del posto con il proposito di riprenderli in futuro. Molti hanno
parlato di casse gettate nel lago; sono poi state ripescate? e da chi? Si
dice anche che una parte del tesoro sia stata depositata presso varie
Casse di Risparmio della zona. Qualcuno convinto che nelle casse
del Partito Comunista sia finita la fetta pi grossa.
Fantasie? Realt tenacemente occultata o sviata? Esagerazioni? Quasi
tutti i protagonisti della vicenda sono morti portando con s quei
segreti che a nessuno, forse, mai interessato scoprire seriamente.

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zione economica precipita e anche se il lago di Como risparmiato dallazione diretta e non subisce bombardamenti, linquietudine
e la sfiducia sono tangibili: nel settembre del 1943 si organizzano le
formazioni partigiane.
La vicinanza del confine elvetico e la relativa tranquillit della zona
attirarono a Como Mussolini in fuga per riparare in Germania. I partigiani lo arrestano a Musso, vicino a Dongo, il 27 aprile 1945 e
venne fucilato lindomani a Giulino di Mezzegra.
Nel referendum istituzionale, la provincia di Como si schier per la
Repubblica al 60%.
Gli anni postbellici non furono facili, ma neppure drammatici; il territorio lariano non vevaa subito danni irreparabili e leconomia pot
riprendere pi facilmente. Subito dopo la guerra, il contrabbando e
il massiccio esodo di lavoratori verso la Svizzera assunsero un
ruolo importante nelleconomia locale, soprattutto nel mondo contadino. Il settore tessile rimase ancora la principale realt produttiva del comasco e, in parte, del lecchese, ma la bachicoltura venne
abbandonata e le filande furono costrette a chiudere. La campagna
venne sempre pi abbandonata e leccessivo inurbamento pose il
problema degli alloggi per fronteggiare il quale si procedette con
eccessiva faciloneria allo sventramento di vecchi quartieri per far
posto a costruzioni moderne. Negli anni Sessanta il boom edilizio
raggiunse il culmine e nella parte meridionale della provincia, fra
Como e Lecco, si formarono grossi centri urbani, verdi colline vennero occupate da aree industriali, la popolazione crebbe, il tenore
di vita miglior, ma aumentarono anche i problemi viabilistici e
dinquinamento.
Gli anni Settanta furono caratterizzati da fermenti sociali e da agitazioni studentesche, mentre gli anni Ottanta e Novanta portarono
crisi economiche, malessere giovanile, immigrazione extracomunitaria e disoccupazione.
Nel 1993, Lecco con la parte orientale del Lario si stacc da Como
e costitu una provincia a s, sperando di risolvere gli annosi problemi disolamento amministrativo dovuti a un capoluogo troppo
decentrato. Ora il lago appartiene a due province, ma resta sempre
unentit omogenea per quanto riguarda lambiente e il turismo.

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LARIO OCCIDENTALE

LARIO OCCIDENTALE
La parte di lago che da Bellagio volge a sud-ovest pu essere considerata, assieme al Centrolago, la parte pi conosciuta, quella che
gli artisti romantici sette-ottocenteschi hanno cantato nelle loro
opere e che ora gode di fama internazionale e attira turisti da tutto
il mondo.
I ridenti paesi arroccati sui pendii delle montagne, le splendide ville
che si riflettono nel lago circondate da lussureggianti giardini, i
campanili romanici che occhieggiano fra la vegetazione, le imbarcazioni cullate dallonda tranquilla regalano scenografie fiabesche

e dolci sensazioni sia nelle belle giornate di cielo terso, sia quando
la nebbiolina ammorbidisce i contorni e crea infinite quinte che si
riflettono nellacqua.
Il ramo occidentale, che termina in un ampio anfiteatro di colline
moreniche dove sorge Como, il pi noto dal punto di vista turistico ma anche, se si esclude il capoluogo, quello economicamente
meno favorito per la difficile percorribilit delle sue strade e per la
tortuosit della costa che, per di pi, spesso scoscesa e mai pianeggiante.

Dallalto pi bello
Superato lo stadio cittadino, prima di imboccare la romantica strada
che porta a villa Olmo, si passa davanti a un hangar dallaspetto, per
la verit, non molto attraente. Il posto tuttavia ha un particolare fascino in quanto allinterno sono allineati in bellordine alcuni coloratissimi idrovolanti. Como , infatti, la pi importante base del sud
Europa e lunica scuola di volo su idrovolanti. Il complesso gestito
dallAero Club fondato nel 1930, quando laviazione in Italia ha
cominciato ad avere un notevole sviluppo. Molti piloti professionisti e
di linea italiani hanno iniziato la loro carriera in questo Club e un
certo numero di allievi-piloti sono inviati sul Lario dallIstituto
Aeronautico per la pratica di volo. Le tecniche di pilotaggio richieste
per un idrovolante sono piuttosto raffinate, perci il pilota che si formato a questa scuola ha notevoli possibilit di successo.
Lidrovolante un mezzo comunissimo e indispensabile in certe
regioni del nord Europa, in Canada e in Alaska, mentre da noi ancora un oggetto che suscita curiosit e diffidenza; eppure uno dei velivoli pi sicuri che pu avere unautonomia di sette ore di volo, riesce
a posarsi con sicurezza sia sullacqua sia sulla terra poich i suoi galleggianti assicurano la massima protezione.
AllAero Club di Como il 65% delle ore volate ogni anno dedicato ai
voli distruzione, ma il resto utilizzato per il turismo. In venti minuti, viaggiando a 1300 metri di quota e a 240 km. allora, infatti possibile effettuare uno straordinario giro del lago decollando dal primo
bacino e sorvolando tutto il ramo occidentale fino al centro lago; si
rientra dopo aver superato le cime del Triangolo Lariano e dopo aver
guardato dallalto la citt di Como.
Il lago bello in qualsiasi stagione, con il sole o con la romantica nebbiolina, che lo si guardi dalla riva o che lo si percorra su unimbarcazione, ma dallalto, quando lo sguardo pu spaziare, cogliere il particolare o linsieme del concentrato di bellezze che il lago di Como, la
sensazione veramente sublime ! difficile descrivere il brivido che
si prova quando lidrovolante si alza e il paesaggio si apre al di sotto,
bisogna vivere questi attimi magici e gustarli fino in fondo. Questo
forse il consiglio pi prezioso che si possa dare al turista che arriva in
terra lariana.
(Aero Club Como - via Masia, 44 - tel. 031 574495)

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COMO

Como
Situata alla fine del ramo occidentale del lago, la citt adagiata in
una conca fra le colline moreniche e il primo bacino lacustre.
Lantico centro storico minuscolo e, in parte, ancora protetto dalle
antiche mura. Lo assediano i quartieri cresciuti negli ultimi tre secoli che si spingono in tutte le direzioni e cominciano pure ad aggredire le propaggini delle colline.
Storicamente e turisticamente emergono, per importanza, il quartiere di SantAgostino a est, dove inizia la strada per Bellagio, il
quartiere di Borgovico a ovest, dove iniziano le strade per
Menaggio e per la Svizzera, e il quartiere di Como Borghi a sud.
Le zone di Camerlata, Albate e Tavernola sono pi lontane dal centro e hanno ruoli eminentemente economici.
In epoca preistorica (30-40.000 anni fa) la zona era abitata da trib

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di Liguri che vivevano sui crinali delle colline, mentre la conca dove
si trova oggi la citt era un grande acquitrino.
La vicenda storica della regione inizia nel 196 a.C., quando le legioni romane guidate dal console Claudio Marcello sconfissero gli
Insubri e la zona divenne parte della Provincia Cisalpina. Como fu
fondata oltre un secolo pi tardi, nel 59 a.C., allepoca della conquista romana della valle del Danubio, nelle vicinanze della sezione lariana della Via Regia che collegava Roma a Coira (oggi in
Svizzera) nelloltralpe. Ancora oggi la parte pi antica richiama il
piccolo territorio quadrato di allora, circondato su tre lati da mura,
mentre il resto della citt risale alla ricostruzione di epoca medievale favorita dallimperatore Federico I Barbarossa dopo che il
nucleo romano era stato distrutto dai Milanesi nel 1127.
Lattuale Cinta Muraria conserva le due torri (la Torre Gattoni, a
ovest, e la Torre Vitali a est) che fiancheggiavano, al centro delle
mura meridionali, la cosiddetta Porta Torre, eretta sul posto dellantica Porta Pretoria. Si vedono inoltre ancora tracce del lato
meridionale delle mura, mentre il resto andato perso alla fine del
Settecento, per la costruzione del Teatro Sociale, e allinizio del XX
secolo per far posto a edifici pubblici e palazzi residenziali.

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COMO

I Plinii
I rappresentanti pi famosi dellepoca romana a Como sono Caio
Plinio Secondo, detto il Vecchio, e suo nipote Caio Plinio Cecilio
Secondo, detto il Giovane.
Plinio il Vecchio, nato a Como nel 23 d.C. e morto a Stabia nel 79, fu
procuratore imperiale, uomo darmi ed erudito. Di lui restano i 37 libri
della Naturalis Historia, vasta opera enciclopedica. Appassionato di
scienze naturali, a lui si deve la scoperta della fonte intermittente di
Torno, davanti alla quale il Governatore di Como costru poi la sua
splendida villa cinquecentesca che chiam la Pliniana. La sua grande
curiosit per i fenomeni scientifici ne caus per anche la morte che
avvenne sotto leruzione del Vesuvio.
Plinio il Giovane (Como 61, Nicomedia 113), letterato, possedette due
ville sul lago, la Tragedia e la Commedia, da tempo scomparse,
che gli storici non riescono bene a localizzare. Di lui ci restano le
Epistolae in 9 libri, una raccolta di lettere che costituiscono una
miniera preziosa di notizie relative al suo tempo e a Plinio il Vecchio.
Legato alla citt dei suoi avi, la arricch dotandola, fra laltro, di una
biblioteca pubblica.
Due belle statue dei Plinii, scolpite nel 1480, furono sistemate ai lati
del portale principale del Duomo con grande scandalo di qualche
vescovo e con polemiche varie, ma con grande soddisfazione di tutti
i Comaschi tanto che sono ancor oggi al loro posto donore, unici
pagani a guardia dellingresso di una cattedrale cristiana.

nente cupola con alto tiburio. Grandi finestroni illuminano gli interni dove si affollano monumenti di epoche diverse e tutti di grande
pregio artistico. Di ottima fattura sono anche gli arazzi posti fra le
imponenti colonne, realizzati alla fine del Cinquecento da scuole
italiane e raffiguranti scene della vita della Vergine e dellAntico
Testamento. Superbo laltare di SantAbbondio, quarto vescovo di
Como nel V secolo e patrono della citt, che si trova nella quarta
campata destra. A Giovan Angelo del Maino che la dipinse nei primi
anni del Cinquecento si deve la grande pala lignea dove sono raffigurate scene della vita del santo e, nella fascia inferiore, gli apostoli incorniciati da tralci di vite. I due dipinti collocati ai lati della pala,
la Fuga in Egitto di Gaudenzio Ferrari e lAdorazione dei Magi di
Bernardino Luini, fino al 1815 costituivano, assieme ai due quadri
dei medesimi pittori collocati nellaltare di fronte, una porta che si
chiudeva sul prezioso capolavoro ligneo ricoperto da una foglia
doro. Di grande interesse artistico sono anche la pala di San

Il Duomo e le altre chiese


Allinterno delle mura, la citt, ormai completamente pedonalizzata, si raccoglie attorno al Duomo, la cattedrale cittadina eretta a
partire dal 1396 e terminata con la sua splendida cupola solo nel
1770. La chiesa, di notevoli dimensioni, si apre su una piazza piccola, ma molto elegante, sulla quale si affacciano anche il Broletto,
lantico municipio, la Torre dellOrologio e alcune case con bei balconcini in ferro battuto. La facciata del Duomo ricca di statue e
guglie realizzate in epoca gotica dai Rodari, famiglia dinsigni scultori, ed ornata da uno straordinario rosone che pare un merletto
di pietra. Fra le numerose statue raffiguranti la Vergine, santi e
vescovi, appaiono, ai lati del portale centrale, anche due personaggi estranei alla cultura cristiana, Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane,
che furono i primi cittadini illustri della citt. I lati e le absidi della
cattedrale, di linee sobrie e classicheggianti, contrastano con la
cupola dimpronta decisamente barocca, realizzata su disegni di
Filippo Juvarra.
Disegnata da Lorenzo degli Spazzi, la chiesa venne a sostituire
lantica piccola chiesa di Santa Maria Maggiore. Con pianta a croce
e tre navate coperte da volte a crociera archiacute, completata da
tre absidi circolari che chiudono il transetto e sovrastata dallimpo-

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COMO
Gerolamo di Bernardino Luini, laltare dellAssunta sul lato meridionale del transetto (la migliore opera barocca della cattedrale),
laltare del Crocefisso sul lato settentrionale del transetto. Lo stendardo di S. Abbondio, disegnato dal Morazzone ed eseguito nel
1610 per la Confraternita del SS. Sacramento; ha le parti dipinte
finemente incorniciate da ricami realizzati con fili di seta, doro e

dargento. Di grande interesse laltare maggiore, opera dei Maestri


Campionesi, una semplice tavola di marmo bianco che apparteneva allantica chiesa di Santa Maria Maggiore e che venne inglobata
e protetta in un successivo altare barocco che attualmente si trova
nellabside centrale. Anche la scultura della Madonna con
Bambino, ora situata sullambone, era parte di quellaltare gotico.
Non si possono infine dimenticare i bellissimi organi seicenteschi
posti nella parte finale della navata centrale e gli affreschi del
Morazzone che si trovano nella sacrestia dei Mansionari, normalmente non aperta al pubblico.
Oltre al Duomo, la citt vanta un buon numero di chiese, soprattutto di stile romanico, situate in diversi punti della citt, sia dentro sia
fuori le mura.
La pi importante certamente la Basilica di SantAbbondio, situata
lungo il tratto della Via Regina che corre parallela alla ferrovia statale. Edificata sui resti della precedente chiesa dei SS. Apostoli
Pietro e Paolo, fu consacrata nel 1095 dal papa Urbano II e per un
certo periodo fu sede vescovile e funse da cattedrale. Di dimensioni notevoli, costituta da cinque navate che terminano con unabside molto allungata ed fornita di due poderosi campanili.
Laspetto esterno austero: la pietra grigia moltrasina con la quale
costruita la chiesa non indulge a bizzarrie decorative; le pareti
sono scarne e la semplicit delle linee sottolineata da una fila
darchetti sottogronda. Solo la ghiera del portale daccesso e le
spalle dei finestroni dellabside presentano una delicata decorazione scolpita su pietra che ricorda i motivi dellarte bizantina.
Linterno, cos suggestivo nella sua grande semplicit, conserva
nellabside uno splendido ciclo di affreschi trecenteschi che illustrano scene della vita di Cristo. Nel catino absidale, invece, domina la figura del Cristo affiancato dalla Vergine e dai SS. Pietro, Paolo
e Giovanni Battista.
Nel cuore della citt si trova la Chiesa di San Fedele costruita in
forme romaniche nel corso del XII secolo sui resti della paleocristiana S. Eufemia della quale resta linteressante portale del drago,
a fianco dellabside. La dedicazione al santo martire avvenne al
momento della traslazione delle reliquie dalla cappella di San
Fedelino, in Alto Lario, alla chiesa cittadina (X secolo). Durante il
Medioevo, San Fedele fu la chiesa pi importante della citt, probabilmente con dignit di cattedrale. Insolito il suo impianto che
vede fondersi lo schema a pianta longitudinale con quello a pianta
centrale creando due navate laterali che si allargano in cappelle e
proseguono come ambulacro verso labside centrale. Originali
sono anche labside poligonale, coronata da una loggia ingentilita
da eleganti archi sorretti da colonnine di marmo, e i matronei allinterno. La decorazione ci riporta alle successive trasformazioni subite dalledificio: dallaffresco medievale del martirio di San Fedele,
dellabsidiola di sinistra, e da quello cinquecentesco della Madonna
con Bambino e i santi Rocco e Sebastiano di Andrea de Magistris,

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COMO
si passa ai quattro affreschi seicenteschi della Cappella della
Vergine per terminare con le tele di Carlo Innocenzo Carloni e gli
affreschi di Isidoro Bianchi sulla volta del catino della cappella del
Crocefisso. La facciata si affaccia su una delle piazze pi suggestive della citt: in epoca romana vi sorgeva probabilmente il Foro,
centro della vita sociale; nel Medioevo era il centro religioso pi
significativo per la contemporanea presenza della Basilica, del
Battistero di San Giovanni e della chiesa di Ssn Pietro in Atrio. Nel
XV secolo la piazza si trasform in mercato delle granaglie e fu circondata da edifici a sporto dei quali resta ancora qualche esempio.
Fra le altre chiese cittadine interessanti ricordiamo: S. Giacomo e S.
Provino nelle vicinanze del Duomo; la romanica S. Carpoforo in
splendida posizione panoramica; S. Agostino nellantico borgo della
Coloniola, allinizio della strada che conduce a Bellagio; le barocche S. Giorgio di Via Borgovico, decorata da tele e affreschi dei
Recchi; S. Cecilia, che sorge a lato del liceo classico, ha la facciata
riproposta in forme neoclassiche da Simone Cantoni che vi inser le
colonne romane dellex battistero di San Giovanni in Atrio.
Una nota a parte merita la Basilica dellAnnunziata, limponente
chiesa che si incontra in viale Varese, di fronte al perimetro occidentale delle mura. Lantica e semplice chiesa medievale affiancata
a un monastero benedettino, nel 1529 fu testimone di un avvenimento miracoloso. La croce della chiesa era stata portata in processione dai fedeli che, sulla via del ritorno, trovarono la strada
sbarrata da catene. La processione non si ferm e allavvicinarsi del
crocefisso le catene si spezzarono senza che nessuno le toccasse.
Il fatto ebbe grande risonanza e attir molti pellegrini tanto che, nel
corso del Seicento, ledificio fu completamente rifatto e ha continuato ad essere abbellito attraverso i secoli. Ancora oggi, durante
la Settimana Santa, un ininterrotto pellegrinaggio di fedeli si reca in
chiesa per baciare il crocefisso miracoloso che, per loccasione,
esposto al pubblico.

Architetture medievali, neoclassiche e razionaliste


Como ricca di edifici civili appartenenti a tutte le epoche, ma se
nel Medioevo vide fiorire larte delle chiese, nellOttocento vi fu lo
sbocciare delle splendide ville neoclassiche e nel Novecento la citt
si abbell dei migliori edifici dello stile razionalista.
Dellepoca medievale ci resta la torre del Castello Baradello che
domina la citt da sud. Il complesso castrense risale al periodo
bizantino, ma fu ampliato allepoca delle guerre fra Como e Milano,
quando serv da residenza per limperatore Federico I Barbarossa.
Durante le lotte fra Guelfi (sostenitori del primato papale) e
Ghibellini (sostenitori del primato imperiale), il Baradello serv da
prigione: Napo Torriani, guelfo, qui mor nel 1278, in una gabbia
appesa allesterno della torre dopo mesi di terribile prigionia.
Il Broletto, il caratteristico edificio a fasce bianche e grigie allineato
a fianco del Duomo, lantica sede comunale. La costruzione, che
indica il passaggio dallo stile romanico al gusto gotico, austera e

di grande pregio, ma arrivata a noi mutilata di una parte, eliminata per far spazio allerigenda cattedrale.
Per rendersi conto della quantit e della bellezza dei palazzi cittadini di ogni epoca basterebbe fare una passeggiata per le vie della
citt murata dove un susseguirsi di dimore signorili, da Via
Muralto a via Vittani a Via Volta per terminare in Piazza Roma. Fra
gli edifici pi pregevoli ricordiamo: il Palazzo Volpi, attuale sede
della pinacoteca; il Palazzo Odescalchi, casa natale del papa
Innocenzo XI e attuale sede della biblioteca comunale; il Palazzo
Giovio, sede del museo archeologico; il Palazzo Cernezzi, sede del
municipio; il cinquecentesco Palazzo Natta, da poco restaurato.
Numerose e di grande prestigio sono anche le ville costruite allinizio dellOttocento come case di villeggiatura. Le pi celebri si allineano lungo il lago nel quartiere di Borgovico. Oltre che per le loro
architetture neoclassiche, sono interessanti per i giardini lussureggianti che le circondano. Si possono vedere percorrendo una
romantica passeggiata che collega i giardini pubblici comunali a
villa Olmo. Famose sono Villa Saporiti, detta la Rotonda, di Leopold
Pollak, e Villa Gallia, ora di propriet dellAmministrazione
Provinciale.
La pi nota Villa Olmo, celebre per gli alberi centenari che impreziosiscono il grande parco circostante. Costruita alla fine del XVIII
secolo da Simone Cantoni per il conte Innocenzo Odescalchi, pass
poi al marchese Raimondi e quindi alla famiglia Visconti di

COMO
Modrone prima di finire di propriet dellAmministrazione
Comunale e sede di congressi e mostre. Nelle sue belle sale riccamente decorate ha ospitato personaggi illustri come Napoleone e
Garibaldi. Al suo interno, oltre alla splendida sala da ballo, si trova
un piccolo teatro di 92 posti fatto costruire nel 1883 dai Visconti di
Modrone.
Se gli inizi dellOttocento furono per Como un periodo di grande
fervore costruttivo che vide nascere belle dimore di villeggiatura, gli
inizi del XX secolo portarono in citt un grande fervore di rinnovamento culturale ed edilizio, inizialmente con i progetti futuristici di
Antonio SantElia e successivamente, fra le due guerre, con le realizzazioni del Gruppo 7 e di Giuseppe Terragni in particolare, uno
dei firmatari del manifesto del Razionalismo italiano (1927) che si
ispirava alle tesi della Scuola del Bauhaus di Weimar (Germania) e
in particolare di Walter Gropius che nel 1919 aveva gettato le basi
dellarchitettura moderna asserendo che lindustrializzazione, se
usata razionalmente, avrebbe potuto affrancare i popoli dallingiustizia sociale e larchitettura avrebbe potuto rivestire un ruolo
fondamentale per la realizzazione di tale ideale. Grazie alla presenza in citt di un gruppo di artisti entusiasticamente convinti
della validit delle tendenze costruttive funzionaliste e astrattogeometriche, larchitettura razionalista pose Como allavanguardia
e ancora oggi la citt resta una delle pi interessanti per lo studio
di quello stile completamente innovativo anche sul piano sociale,
anche se a lungo venne con superficialit bollato come emanazione delloscurantismo fascista. Alcuni quartieri della citt cambiarono volto grazie al programma di rinnovamento urbano e lo stile
razionalista rese la citt pi mediterranea con i suoi edifici, sia pubblici, che industriali e di abitazione, luminosi, spartani e perfetti,
dove si fondono ordine, armonia, ragione, trasparenza e praticit.
Fra le realizzazioni pi significative ricordiamo: il Novo Comum, la
casa per abitazioni detta transatlantico posta nella zona a lago di
fronte allo stadio; il Monumento ai Caduti della Prima Guerra
Mondiale; la Torre Bianca che domina il primo bacino lacustre; il
suggestivo Asilo SantElia che si trova in uno dei quartieri periferici
meridionali, fra i meno ridenti. Il capolavoro del Terragni fu la Casa
del Fascio, avveniristico, per i tempi, semicubo, che rispecchia nella
sua luminosa facciata labside del Duomo: armonioso nelle sue proporzioni geometriche, perfetto nel suo articolato sistema di pieni e
di vuoti, lesempio concreto di quella continuit artistica fra passato e futuro che nella citt di Como non mai venuta meno.

I musei
La storia e larte della citt e del lago sono evidenziati anche nei
numerosi musei di Como.
La preistoria e la romanit sono testimoniate nelle imponenti collezioni del Museo Civico Giovio dove si possono ammirare gli straordinari arredi che arricchivano le tombe dei primi abitanti risalenti
soprattutto allet del ferro: fibule, gioielli finemente lavorati, vasi di

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varie fogge, oggetti duso comune e armi, nonch mosaici, bassorilievi e iscrizioni depoca romana.
Il museo ospitato nel palazzo che fu dellillustre famiglia dei
Giovio e perci oltre che le collezioni esposte vi si ammirano gli
affreschi e le statue che ornano le varie sale e la bellissima scala
barocca che conduce al giardino.
Lattiguo Palazzo Olginati sede del Museo Storico Garibaldi. Poco
oltre sulla via Diaz, di fronte alla chiesa di San Donnino, dove fu
battezzato Alessandro Volta, si trova la Pinacoteca Civica ospitata
nellimponente secentesco Palazzo Volpi. Qui si conservano sculture, affreschi e dipinti provenienti da chiese distrutte e interessanti
collezioni di disegni e dipinti dei pi importanti artisti locali del XX
secolo.
Ai musei civici appartiene anche il Tempio Voltiano, un edificio di
stile neoclassico costruito nel 1927 in occasione del centesimo
anniversario della morte di Alessandro Volta.

Paolo Giovio e il suo museo


La famiglia Giovio dantico lignaggio (pare risalga al XIII secolo) e di
grande importanza nel contesto comasco.
Nel Cinquecento, Paolo ne il rappresentante pi illustre. Nato il 19
aprile 1483, si laurea in medicina a Pavia nel 1511, quindi intraprende la carriera ecclesiastica e vive a Roma, alla corte dei papi Leone X,
Adriano VI, Clemente VII e Paolo III. Roma, polo dattrazione dartisti
e pensatori, crocevia di regnanti e potenti e illustri personaggi, quindi lambiente dove si completa la sua formazione.
Paolo Giovio mantiene stretti rapporti, anche se spesso solo epistolari, con il fratello Benedetto che risiede a Como dove esercita la professione di notaio. Benedetto anche uno scrittore, di lui abbiamo
una ponderosa Historiae Patriae.
Lesperienza romana di Paolo Giovio ricca dincontri e conoscenze
importanti che diventeranno poi il soggetto delle sue Historiae, delle
Vitae e della sua galleria di ritratti.
Dopo lelezione di Paolo III, Paolo lascia la corte papale e si trasferisce a Firenze dove subisce linflusso culturale e artistico della corte
medicea e comincia a interessarsi al collezionismo.
Tornato a Como, nel 1537, in Borgo Vico, vicino al lago, Paolo inizia
la costruzione di una villa dove sistemer la sua galleria di ritratti di
uomini illustri, ordinata in quattro settori: filosofi e letterati, artisti e
pontefici, uomini di governo e uomini darmi.
Gi prima della sua morte (Firenze, 10 dicembre 1552), per, la
costruzione subisce un grave degrado a causa delle numerose inondazioni del lago e nel 1615 deve venire abbattuta.
Alcune opere della collezione di ritratti sono conservate a Palazzo
Giovio, la casa avita in Piazza Medaglie dOro, oggi Civico Museo
dArcheologia.

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COMO

Il genio di Alessandro Volta


Nato a Como nel 1745 da famiglia nobile e religiosa, Alessandro Volta
indirizzato verso la carriera ecclesiastica, ma, da perfetto figlio
dellIlluminismo, se ne allontana ben presto attratto dallo studio dei
fenomeni scientifici e soprattutto dallelettricit. Ha un personalissimo
metodo di lavoro che comporta la ricerca teorica e la precisa applicazione tecnica: parte da unintuizione che lo porta allenunciazione di
un principio teorico che sperimenta poi in pratica con laiuto delle sue
macchinette per arrivare alla spiegazione scientifica del fenomeno.
Parla e scrive correttamente in latino e francese ed in continuo contatto epistolare con gli scienziati dellepoca che informa regolarmente sugli esiti delle sue ricerche. Intraprende viaggi in tutta Europa per
discutere le sue idee e le sue scoperte.
Dopo aver insegnato al liceo di Como, nel 1778 nominato professore allUniversit di Pavia e nel 1792 inizia la discussione con Galvani
e la scuola bolognese che lo condurr, sette anni dopo, allinvenzione della pila che egli chiama elettromotore. La grande scoperta
presentata a Parigi, nel 1801, agli scienziati riuniti e a Napoleone che
ne resta affascinato.
Lintensa vita dello scienziato comasco si chiude a Como il 5 marzo
del 1827. Per commemorare il centenario della sua scomparsa la citt
innalza il tempio neoclassico a forma di Pantheon che , in realt, un
museo dedicato al grande genio. La costruzione, progettata dallarchitetto Federico Frigerio e finanziata dallimprenditore Francesco
Somaini, viene collocata in uno dei punti pi panoramici e suggestivi
del primo bacino lacustre, fra lazzurro del lago e il verde dei giardini
pubblici dove, nel 1899, era stata organizzata lEsposizione
Internazionale. Segnano lingresso al tempio le statue della Fede e
della Scienza, i due ideali che Volta ha perseguito per tutta la vita.
Situato in riva al lago nel posto dove aveva avuto luogo, nel 1899,
la grande Esposizione Internazionale che esaltava i progressi ottenuti in seguito allapplicazione delle scoperte voltiane, raccoglie
tutti gli strumenti che il grande scienziato comasco aveva utilizzato per le sue sperimentazioni.
Altrettanto importante nel contesto della storia economica cittadina il Museo Didattico della Seta ospitato in alcune sale della celebre Scuola di Setificio che ha formato generazioni di comaschi nellarte di lavorare la seta. Il museo raccoglie antichi macchinari,
telai, aspatrici, planche, quadri e cilindri per la lavorazione e la
stampa della seta utilizzati, in passato, nelle industrie locali. La visita parte dallallevamento del baco da seta e, attraverso le operazioni di filatura, tessitura, colorazione e stampaggio, permette di capire le complessit della lavorazione di un prodotto di grande pregio
che richiede abilit, precisione, sacrificio e tanta dedizione. Il
museo si rivela quindi anche la storia dellingegno, della laboriosit
e dellimprenditorialit comasche.
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Escursioni consigliate
Brunate (unora a piedi, alt. m. 715)
Il comune di Brunate, situato sulla sommit della collina che chiude Como a est, costituito da un antico nucleo, abitato un tempo
da una piccola comunit contadina, e da un grande numero di ville
sparse nei dintorni fra il verde dei boschi. La localit fu celebre stazione turistica agli inizi del XX secolo, quando la ricca societ milanese costru su questo splendido balcone sul lago belle case estive,
elegantemente decorate in stile liberty.
Brunate facilmente raggiungibile con la funicolare che in sette
minuti di un percorso mozzafiato conduce allingresso del paese. Vi
anche una strada, stretta e tortuosa, che raggiunge labitato, ma
il modo pi suggestivo per raggiungere il borgo percorrere la
mulattiera che parte dalla via Tommaso Grossi a Como e che,
seguendo londulazione del pendio, porta dolcemente in quota passando dalleremo di San Donato e permettendo di gustare con
calma lo straordinario panorama della citt e del lago che si stendono ai piedi della collina.
A Brunate vale la pena di fare un giro fra le vecchie stradine del
centro storico, raggiungere la parrocchiale di SantAndrea dove si
trovano affreschi di Giampaolo Recchi, poi incamminarsi verso la
Sorgente del Pissarrottino da dove si gode una splendida vista sul
lago e sulle montagne circostanti. Questa passeggiata permette
Il magico filo di seta
Per oltre quattro secoli la coltura del baco da seta ha costituito una
delle basi vitali del patrimonio economico lariano.
La seta fu scoperta in Cina 2600 anni prima di Cristo, ma arriv sulle
sponde del lago solo in epoca rinascimentale.
Fu Galeazzo Maria Sforza che impose ai contadini di piantare cinque
gelsi ogni 10 pertiche di terra, Ludovico il Moro diede poi impulso alla
gelsi-bachicoltura in tutto il territorio a sud del lago e in Brianza.
Nel 1510 Pietro Boldoni, nativo di Bellano, ricevette il permesso di
impiantare il primo telaio e, verso la fine del secolo, a Como i telai
erano 50, distribuiti in varie case. Inizi cos la storia della tessitura
serica, preceduta dalla bachicoltura e filatura. Non si pu ancora parlare dindustria, si trattava piuttosto dellattivit di mercanti-imprenditori che contrattavano, vendevano, facevano lavorare a cottimo per
ricavare capitali da reinvestire. Quella organizzazione era esclusivamente in funzione dellesportazione.
Il mestiere simparava con lapprendistato di alcuni anni presso un
maestro artigiano: lunica scuola era dunque la bottega e le donne
non vi erano ammesse.
Nel XVII secolo la situazione politica intacc pesantemente anche
questattivit e la manodopera specializzata devette emigrare. Molti
andarono in Inghilterra dove vennnero assoldati dalla Compagnia
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COMO

delle Indie e finirono con linsegnare le nuove tecniche in quel Paese.


Nel Settecento lattivit riprese dopo leditto del 1739 con il quale
lAustria concedette lesenzione dai dazi alle sete tessute a Como purch recassero il marchio dorigine.
Allora, grazie allimpegno di Pietro Cesare Bonanome, nacque in citt
la moderna industria tessile che raggiunge i suoi apici a cavallo dei
secoli XVIII e XIX. Basti pensare che nel 1773 esistevano a Como 60
filatoi e che verso la fine del secolo se ne contavano 1035.
Malgrado la concorrenza estera, il prodotto di qualit comasco ottenne un grande successo cos nellOttocento le colline attorno alla citt
si coprirono di gelsi e in ogni casa contadina si avviarono allevamenti di bachi, un lavoro duro affidato a donne e bambini. Le donne, inoltre, lavoravano nelle filande. I sacrifici erano tanti, le paghe molto
basse, ma le famiglie riuscivano a sbarcare il lunario.
Dopo il 1855, per, la manifattura lariana entr in crisi a causa delle
malattie che colpirono i bachi e della concorrenza straniera che nel
frattempo aveva avviato un processo di meccanizzazione che la rendeva pi concorrenziale.
Si impose un nuovo modello di industrializzazione.
Nel 1866 alcuni imprenditori fondarono la scuola professionale di
setificio per migliorare la preparazione degli addetti e la qualit delle
lavorazioni.
Nacquero lungo il Cosia le tintorie Ticosa (1865) e Pessina (1904),
capisaldi dellindustria comasca della prima met del Novecento. Nel
1929, inoltre, si precis il progetto di entrare in competizione con la
moda francese che da alcuni decenni esercitava il monopolio del settore creando uninsostenibile concorrenza nei confronti della produzione lariana.
Como si specializz nel tessuto per cravatta, un prestigioso tessuto
jacquard con disegno incorporato, il famoso tinto in filo, che divent
il principale motivo dorgoglio della produzione locale. Leccellente
qualit del prodotto e la fantasia degli operatori del settore permisero
al comasco Gualdo Porro di aggiudicarsi il premio per la pi bella
cravatta del mondo al concorso internazionale tenutosi in occasione
della rassegna voltiana del 1927 a Villa Olmo.
La situazione cambi ancora drasticamente dopo la Seconda Guerra
Mondiale. Il notevole cambiamento di vita, leccessivo inurbamento
dovuto al sorgere di nuove strutture manifatturiere, il diffondersi di un
generale benessere decretarono il declino della bachicoltura e la chiusura delle filande. Lindustria serica rest ancora la pi importante
attivit del comasco, ma Como da esportatrice divent importatrice
del prodotto grezzo.
Oggi il 95% della seta viene dalla Cina e sul Lario subisce i processi di
finissaggio, colorazione e stampa. Linteresse per il mondo serico
tuttavia sempre molto vivo in citt: nel 1990 stato aperto il Museo
Didattico della Seta, nei locali della gloriosa Scuola di Setificio, dove
si pu ripercorrere la storia della seta locale attraverso uninteressante raccolta di vecchi macchinari usati in zona.

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anche di vedere alcune fra le pi belle ville del posto fra le quali
spiccano Villa Pirotta e Villa Rebuschini progettate dallarchitetto
Federico Frigerio.
Da Brunate, a piedi (o con un autobus pubblico in estate) si pu raggiungere la localit di San Maurizio dove si trova il Faro Voltiano,
monumento eretto in occasione del primo centenario dalla morte
dello scienziato che a Brunate aveva trascorso i primi anni di vita.
Dal faro si gode un panorama che spazia dai laghi prealpini al
Canton Ticino (Svizzera) fino alla catena delle Alpi piemontesi e
svizzere.

Campione dItalia (45 minuti da Como in auto)


La cittadina di origine probabilmente romana che si affaccia sulla
sponda occidentale del Lago di Lugano un enclave che appartiene alla provincia di Como anche se completamente circondata da
territorio svizzero. La si pu raggiungere percorrendo lautostrada
del San Gottardo ( richiesto il possesso del tagliando che dimostra
il pagamento della tassa annuale di circolazione sulle autostrade
svizzere), oppure la statale per Lugano deviando verso Campione
prima del ponte di Melide.
Lappartenenza di questo paese allItalia risale al 777, quando il
ricco commerciante longobardo Totone don in testamento tutte le
sue propriet allabbazia ambrosiana di Milano: da allora, tutti i
beni del piccolo territorio furono di esclusiva competenza del clero
milanese e non poterono mai essere incorporati nella
Confederazione Elvetica. Tuttavia sembra di essere in Svizzera.
Oggi Campione dItalia nota per il suo Casin inaugurato nel 1930
e molto frequentato sia da italiani che da svizzeri. Ledificio nuovo,
progettato dallarchitetto ticinese Mario Botta e inaugurato nel
2007, moderno, spazioso e funzionale, ma ricorda pi Las Vegas
che una romantica localit lacustre.
Culla dei famosi Maestri Campionesi che hanno diffuso larte romanica e barocca in tutta Europa, Campione conserva insigni monumenti del passato. Tre chiesette, in particolare, ne costituiscono un
patrimonio artistico di grande valore.
Santa Maria dei Ghirli, situata alla sinistra dellarco daccesso alla
cittadina in bella posizione panoramica sul lago, la meglio conservata e la pi ricca daffreschi. Si presenta in belle forme barocche perch fu rinnovata nel Seicento da Isidoro Bianchi, ma la sua
origine molto antica esistendo gi citata come chiesa campestre
nel testamento di Totone. Linterno veramente suggestivo e splendidamente decorato da affreschi trecenteschi con le storie di San
Giovanni Battista e dallo straordinario ciclo di affreschi secenteschi
di Isidoro Bianchi che impreziosiscono il Santuario e la cupola.
Molto interessanti sono anche le pitture quattrocentesche della
parete esterna meridionale (protetta da un portico) che rappresentano un grandioso Giudizio Universale opera dei fratelli De Veris.
Nel centro abitato si trova la Cappella di San Pietro Martire, risultato di numerose trasformazioni di unantica chiesetta cimiteriale. Al
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suo interno si possono ancora ammirare resti di affreschi trecenteschi e tombe risalenti allepoca longobarda.
Lattuale Galleria Civica stata, fino al 1956, la parrocchiale di San
Zenone, antica chiesa di origine longobarda riedificata in epoca
romanica e ulteriormente trasformata in epoca barocca. I recenti
restauri hanno riportato alla luce antiche tombe contenenti qualche
prezioso monile e materiale laterizio risalente allepoca romana. Il
Museo dArte Sacra ospitato nei sotterranei della moderna parrocchiale, mentre nelladiacente battistero sono esposti alcuni preziosi pezzi scultorei dei Maestri Campionesi.

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La sponda occidentale
Cernobbio
Situato in bella posizione soleggiata fra il lago e il monte Bisbino,
Cernobbio il primo paese che si incontra risalendo la sponda occidentale. Il nucleo antico raccolto accanto alla grande piazza a
lago dov lelegante imbarcadero liberty, la maggior parte degli
alberghi e il crocchio di antiche case raggruppate allombra della
Chiesa di San Vincenzo. Le frazioni si espandono nelle dolci pieghe
della montagna e godono di eccezionali viste panoramiche.
Un tempo prospero villaggio di pescatori circondato da estesi
vigneti, Cernobbio fu importante anche per lattivit laniera antesignana del moderno sviluppo industriale realizzato, nel XVIII secolo, con lo stabilimento di tessitura serica Bernasconi.
Gravi danni portarono alleconomia le epidemie di peste e di colera
che colpirono il paese a pi riprese: devastante fu quella del 1630 e
bisogner attendere gli inizi del XIX secolo per assistere alla rinascita dellattivit industriale (seterie, filande, tintorie, cartiere) alla
quale si intanto affiancato il turismo di classe con la costruzione
di numerose splendide ville affacciate sul lago, che ancora oggi
restano la principale attrazione di Cernobbio.
Fiore allocchiello del turismo cernobbiese il Grand Hotel Villa
DEste, lalbergo pi lussuoso del lago, incastonato nella superba
cornice di verde del suo parco e affacciato sulla tranquilla baia
creata dalla foce del torrente Garrovo. La costruzione, del XVI secolo, venne progettata dal grande architetto e pittore Pellegrino
Tibaldi per il cardinale Tolomeo Gallio ed stata pi volte ampliata
dai diversi proprietari che si sono succeduti nel corso dei secoli. Il
parco, pur con i suoi inevitabili mutamenti, conserva deliziosi
angoli del vecchio giardino allitaliana l dove, a fianco dellalbergo, una scalinata fiancheggiata da cascatelle parte dallimponente
quinta a mosaico e sinnalza verso il tempietto dErcole. Romantica
poi la decorazione a finta fortezza della parete rocciosa realizzata da Vittoria Peluso per festeggiare il ritorno a casa del suo secondo marito, il generale Pino, ministro napoleonico, che aveva riportato una grande vittoria durante la campagna napoleonica di
Spagna (1808-1809). La villa visse un periodo di grande animazione con la successiva proprietaria, Carolina di Brunswich, moglie del
principe di Galles e futuro Giorgio IV dInghilterra. Carolina, convinta di discendere dalla famiglia DEste, cos chiam la villa che
tanto amava, ma che dovette abbandonare nel 1820. Furono gli
eredi dellultimo proprietario, il conte Ciani, che nel 1873 decisero
di trasformare lincantevole ma costosa residenza in albergo.
Molti furono gli ospiti illustri di Villa dEste e fra questi Napoleone
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SPONDA OCCIDENTALE

Bonaparte del quale si conserva il ricordo nelle grandi N che decorano le tappezzerie di qualche salone.
A fianco del Villa DEste sorge unaltra prestigiosa dimora, Villa
Pizzo, circondata da un enorme parco che risale il promontorio e
arriva fino ai confini di Moltrasio. Nel XV secolo qui cera una tenuta agricola con vigneti e frutteti di propriet dei Mugiasca, una ricca
famiglia di commercianti. Nel XVIII secolo la casa padronale venne
trasformata in elegante palazzina e, successivamente, anche le
case coloniche seguirono la stessa sorte. La decorazione interna e
qualche particolare romantico furono realizzati da Elise Mussare
che abit la villa nella seconda met del XIX secolo. Il parco sostitu la tenuta agricola per volont del vicer del Lombardo-Veneto,
larciduca Rainieri dAsburgo, subentrato ai Mugiasca. La propriet
pass poi ai conti Volpi-Bassani che inserirono nel parco il loro
mausoleo.
Al centro di Cernobbio si incontrano altre belle dimore estive, come
le ville Belinzaghi, Allamel e Besana, dove soggiorn il poeta
Vincenzo Monti, ma pi famose sono quelle che sorgono al limite
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meridionale del borgo.


Poco nota, ma di grande valore storico Villa Nuova, oggi ViscontiGastel, ricavata da un antico monastero di Benedettine risalente
allanno Mille e soppresso nel 1784. Il convento fu trasformato in
villa dai coniugi Pino che vi si insediarono dopo aver venduto Villa
DEste. Allora la villa possedeva un grandissimo parco ceduto, alla
fine dellOttocento, al pianista Luigi Erba che vi costru Villa Erba,
una bella residenza di stile eclettico affacciata sul lago. Molti furono gli artisti ospiti di questo delizioso angolo di pace, da Arrigo
Boito a Giuseppe Verdi, da Arturo Toscanini a Luchino Visconti,
erede della famiglia Erba. Attualmente la villa e il parco, di propriet
di un gruppo di amministrazioni pubbliche locali, sono utilizzati
come centro espositivo e congressuale. Nel mezzo del parco stata
inserita una grande struttura moderna concepita dallarchitetto
Mario Bellini come unenorme serra a uso polifunzionale.
Di fronte al parco di villa Erba, oltre la Via Regina, unaltra prestigiosa dimora degna di nota in quanto rappresenta uno dei migliori esempi dello stile floreale. Davide Bernasconi nel 1905 commis35

SPONDA OCCIDENTALE
sion allarchitetto Alfredo Campanini la realizzazione di una
dimora ai limiti del complesso industriale che la famiglia possedeva a Cernobbio. Ledificio di grande effetto per la ricchezza di elementi decorativi che richiamano con farfalle stilizzate, bozzoli e
foglie di gelso lattivit serica dei proprietari.

Monte Bisbino
(Escursione consigliata: alt. m. 1325)
Dalla vetta della montagna pi alta delle Prealpi meridionali si gode
uno splendido panorama della pianura lombarda fino agli
Appennini, della fascia dei laghi prealpini e delle Alpi.
Alessandro Volta sal in cima al Bisbino per effettuare esperimenti
sullatmosfera. Durante la Prima Guerra Mondiale, data la perfetta
posizione panoramica, sul monte furono tagliate trincee e installati sistemi di difesa.
Un tempo qui si potevano incontrare orsi e per implorare la Vergine
perch proteggesse gli animali al pascolo venne costruita una piccola cappella in suo onore. Durante lepidemia di peste del 1630 la
Vergine protesse la sua gente che non fu infettata dalla malattia e
da allora la cappella divenne meta di pellegrinaggi e dovette essere
ingrandita.
La vetta facilmente raggiungibile con lauto, una strada asfaltata
di 17 chilometri parte da Cernobbio e sale gradevolmente fra i
boschi; ci sono numerosi tornanti, ma il percorso agevole.
Si pu salire anche a piedi seguendo le vecchie mulattiere e la scelta dei sentieri molto varia. I due maggiormente consigliabili sono:

Moltrasio
Noto in passato per le sue cave di pietra grigia che i Maestri
Comacini hanno utilizzato per le costruzioni delle chiese romaniche, il borgo ha le case rivierasche con i piedi nellacqua, mentre
le frazioni sono abbarbicate alle falde del monte Generoso fra terrazze ben soleggiate digradanti verso il lago.
Muoversi allinterno del paese non sempre agevole per lintrico di
viuzze e scalinatelle strette e ripide che suggestivo e panoramico,
ma scomodo. Per la verit, la moderna strada panoramica a mezza
costa ha reso la vita meno tranquilla, ma pi semplice agli abitanti
delle frazioni alte. La bellezza del posto ha comunque attirato gi
in passato importanti famiglie che a Moltrasio hanno costruito belle
residenze estive e lussureggianti giardini.
Villa Passalacqua, la pi imponente, domina il lago da una collinetta verdeggiante. Lenorme costruzione settecentesca venne eretta
per la famiglia Odescalchi e poi pass ai Lucini-Passalacqua che
hanno aggiunto la loro cappella funeraria di stile neogotico ai limiti del parco.
In riva al lago, accanto allimbarcadero si trova la bianca Villa
Hocevar, leggiadra dimora facilmente riconoscibile per il timpano
triangolare che decora la facciata. In epoca romantica ospit la ballerina Giuditta Taglioni e il grande musicista Vincenzo Bellini che

* Dopo aver raggiunto in auto la piazza Santo Stefano, dove si pu


visitare il rinascimentale oratorio di Asnigo con interessanti affreschi del Cinquecento, si raggiunge Gentrino e si prosegue fra balze
prative e boschi verso i monti di Piazzola. Quindi si sale seguendo
la valle del torrente Greggio fino allAlpe Becc e alla vetta. (ore
2.30 - dislivello m. 993).
** Con lauto si raggiunge Rovenna, antico centro rurale divenuto
zona turistica dove si pu visitare la chiesa di San Michele dallapparenza esteriore piuttosto dimessa, ma riccamente decorata al suo
interno con numerose statue lignee. Molto belle sono le cappelle di
San Michele e della Madonna del Rosario e imponente laltare
maggiore con un monumentale tabernacolo a tempio di Giovan
Battista Barberini. Nella sagrestia conservata la croce processionale pi antica della Lombardia, risalente allXI secolo.
A Rovenna simbocca la via dei Notai che porta a una comoda
mulattiera che sale ai monti di Scarone quindi, dopo aver attraversato ombrosi castagneti, ai monti Madrona. Proseguendo si raggiunge la chiesetta di San Carlo da dove, con unultima pi faticosa
salita, si raggiunge la vetta (ore 2.30 - dislivello m. 883).
consigliabile fornirsi della carta dei sentieri presso lUfficio
Informazioni Turistiche (IAT) di Cernobbio (tel. 031-510198).

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SPONDA OCCIDENTALE
qui compose parte della Sonnambula.
Allingresso del paese, visibile solo dal lago la neoclassica Villa
Fontanelle, gi dello stilista Gianni Versace che amava trascorrere i
suoi rari periodi di riposo ospitando spesso amici americani. La villa
ora appartiene a un magnate russo della ristorazione.
Moltrasio vanta belle chiese. La Parrocchiale di San Martino conserva affreschi del Fiammenghino e dei fratelli Recchi. In passato la
chiesa, situata a mezza costa, era raggiungibile solo con la scala
santa, ripida scalinata percorsa un tempo dalle slitte che trasportavano al lago le pietre delle cave e faticosamente risalita dalle
lavandaie con le loro pesanti gerle piene di panni lavati nel lago.
Un po pi in basso, lungo lantico tracciato della Via Regina si
incontra la Chiesetta di SantAgata, romanica, che conserva pregevoli affreschi devozionali e, sulla parete esterna, tracce di dipinti
raffiguranti San Cristoforo e il martirio di SantAgata.

Carate Urio
Il comune stato costituito nel 1927 riunendo due centri che erano
separati e tali rimangono, ciascuno raccolto attorno alla propria
parrocchiale.
La localit ha origini molto antiche provate da numerosi ritrovamenti det romana.
Carate ricca di chiese e cappelle fra le quali spicca la cinquecentesca Parrocchiale dei Santi Giacomo e Filippo, rimaneggiata nel
Settecento, che conserva una bella croce processionale del
Cinquecento.
Interessante la chiesa dei Santi Nazaro e Celso, ora Santuario di
Santa Marta, in bella posizione panoramica nella parte alta del
paese. La si raggiunge seguendo la mulattiera fiancheggiata dalle
14 cappelle della Via Crucis del 1752. La nuova dedicazione dovuta alla Confraternita di Santa Marta che qui ha ancora la sua sede.
La costruzione ha origini romantiche come testimonia il bel campanile, ma linterno strato rimaneggiato in epoca barocca. Sulla
parete destra e sulla controfacciata restano affreschi quattrocenteschi. Notevoli sono gli affreschi seicenteschi del presbiterio e
importante la decorazione barocca dellaltare di Santa Marta e del
retrostante oratorio, sede della Confraternita. Pregevole la settecentesca Piet in stucco dellomonimo altare situato al termine
della parete destra.
Urio vanta la Parrocchiale dei Santi Quirico e Giulitta. Dellantica
chiesa del XII secolo resta solo lelegante campanile con due ordini
di bifore che svetta in riva al lago, per il resto la costruzione stata
rifatta nel corso del Seicento.
Caratteristica del paesaggio la villa detta il Castello, sede dellOpus
Dei circondata da un bel parco ricco di cipressi, costruita sul posto
dove in passato cera una fortificazione. Lattuale edificio di
recente costruzione, ma conserva la facciata di stile barocco.

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Laglio
Adagiato fra il lago e le pendici del monte Colmegnone, il paese
tutto proteso verso la sponda opposta che allaltezza della frazione
di Torriggia dista solo 674 metri, il punto pi stretto del Lario. Fino
al 1630, Laglio appartenne alla parrocchia di Pieve di Nesso, poi la
piccola Chiesa di San Giorgio del XII secolo divenne autonoma e
assurse alla dignit di parrocchia. Trasformata nel corso del
Seicento e abbondantemente decorata nel secolo successivo, la
chiesa vanta cappelle impreziosite da statue e stucchi del locale
artista Stefano Salterio (1730-1806).
Laglio noto per il cosiddetto Buco dellOrso, una caverna che si
trova sopra labitato di Torriggia e dove nel 1849 vennero rinvenute le ossa dellUrsus Spelaeus: lo scheletro ricostruito dellorso si
trova oggi al Museo di Storia Naturale di Milano.
Ci che da qualche anno ha reso la localit famosa nel mondo la
Villa Oleandra, una graziosa propriet sul fianco meridionale del
porticciolo dove lattore hollywoodiano George Clooney trascorre
buona parte dellanno.

Brienno
Brienno uno dei paesi pi suggestivi della sponda occidentale,
soprattutto se visto da unimbarcazione, perch conserva il fascino
del tempo passato fra le antiche case addossate le une alle altre,
tutte dipinte coi tenui colori lariani, e le stradine strette e ripide che
salgono la montagna.
Probabilmente di origine celtica, il borgo nel periodo romano era
certamente parte del sistema fortificato del Lario. Anche limperatore Barbarossa trov spesso qui un porto amico dove riparare in
caso di pericolo e non solo, dato che a quei tempi sulle balze della
montagna si coltivava in abbondanza la vite e si produceva del
buon vino che il sovrano non mancava di apprezzare. La popolazione si affezion allimperatore al punto da considerarlo santo e
da conservare le sue reliquie (con tutta probabilit alcuni denti persi
cadendo in seguito a unubriacatura) nella chiesa parrocchiale.
Brienno fu sempre un porto importante, un villaggio di pescatori,
ma anche di agricoltori. Con lintroduzione della coltivazione del
gelso presero il via attivit essenziali per leconomia locale, lallevamento del baco da seta e la filatura della stessa. Le prime filande
arrivarono verso la fine del XVIII secolo e lalto comignolo di una di
esse svetta ancora oggi specchiandosi nel lago accanto allimbarcadero. Oggi il paese, pur mantenendo laspetto di un tempo, ha
perso la sua frenetica attivit.
Fra i monumenti di pregio ricordiamo la Chiesa di San Vittore (oggi
dedicata a SantAnna) situata allingresso sud del paese: di costruzione molto antica, conserva il campanile del X secolo e, allinterno, un ciclo di affreschi secenteschi, piuttosto compromessi.
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SPONDA OCCIDENTALE
Al centro del paese, la Parrocchiale dei Senti Nazaro e Celso
anchessa di antiche origini, ma stata pi volte rimaneggiata.
Oltre alle belle decorazioni barocche a stucco e affresco del presbiterio e di alcune cappelle, di notevole pregio sono le due piccole
vetrate rinascimentali e la pala dellaltare maggiore dipinta da
Andrea De Passeris nel 1508.

Sentiero botanico
(Escursiona consigliata: ore 2.30 - alt. m. 1166)
Il sentiero sale dal lago allAlpe comunale seguendo la sinistra orografica della Valle di Carpina, aggrappato alla montagna scoscesa
per un dislivello di 1000 metri. Il percorso piuttosto faticoso e
richiede un minimo di allenamento, ma linteresse per le variet
botaniche che si incontrano lungo il percorso e la bellezza dei
panorami che lescursione pu regalare ripagano grandemente
della fatica.
In passato leconomia di Brienno si basava sullallevamento del
bestiame e sulla coltivazione della terra, molto pi tardi vennero le
filande. Per questo gli abitanti avevano terrazzato la loro montagna
per poter coltivare viti, ortaggi, frutta, ulivi, gelsi e mais. La parte
alta, dove si trovavano gli alpeggi, era invece lasciata a pascoli e
boschi, soprattutto di castagni. Piccoli sentieri portavano agli orti e
poi, su, alle cascine degli alpeggi dove i contadini vivevano durante la stagione estiva. Il sentiero botanico dunque la spina dorsale
della montagna, il sentiero delle transumanze.
Chi non vuole ripercorrere la stessa strada in discesa pu fermarsi
a Pian dErba e raggiungere Schignano da dove partono gli autobus
pubblici per Argegno.

Sentiero delle rogazioni


(Escursiona consigliata: unora per lintero percorso)
Per coloro che non si sentono in grado di affrontare la ripida salita
del sentiero botanico consigliabile questo comodo itinerario che
ripercorre la strada seguita dalle processioni che si organizzavano
in passato per invocare la benedizione dei campi e buoni raccolti.
Litinerario si svolge a monte dellattuale paese ed ricco di splendidi panorami sulla parte centrale del lago.
Per le cartine specifiche si deve far riferimento al Municipio (tel.
031-814016).

Argegno
Il paese che segna il confine fra basso e centro lago pare debba il
nome al console Publio Cesio Archigene, il che ne denota lorigine
romana. La localit ha sempre avuto una grande importanza strategica trovandosi allimbocco della Valle Intelvi. Il suo nucleo antico arroccato sullo spuntone roccioso affacciato sul torrente Telo
che divide il paese in due. Viuzze strette e ripide percorrono labi-

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tato e un elegante ponticello collega le due sponde del torrente


unendo quei due lembi di terra che un tempo doveva essere protetta da fortificazioni.
Nellabitato moderno non ci sono monumenti di particolare interesse, ma importante il settecentesco Santuario di SantAnna che
si incontra lungo la strada che conduce a Schignano e che conserva belle statue lignee, decorazioni a stucco e, nel presbiterio, affreschi raffiguranti storie della vita della Vergine.

Pigra
(Escursiona consigliata: m. 881)
Ridente paese adagiato su un verde pianoro, stupendo balcone
panoramico sul ramo occidentale del lago. Si raggiunge in cinque
minuti con la funicolare o in mezzora percorrendo la strada della
Valle Intelvi (a San Fedele si gira a destra).

Santuario di SantAnna
(Escursiona consigliata: unora a piedi fra andata e ritorno)
Nellantico centro di Argegno inizia una ripida mulattiera gradinata
che sale lungo il versante destro del Telo. In mezzora si raggiunge
il terrazzo erboso dove situato il piccolo santuario di SantAnna,
una chiesetta barocca con affreschi, stucchi e statue di buona fattura. Accanto si trovano ottime strutture di ristoro.

Colonno e Sala Comacina


Un tempo uniti nella Pieve dIsola, i due borghi hanno entrambi un
aspetto medievale con case addossate le une alle altre quasi a proteggersi: sono tipici villaggi di pescatori e barcaioli, allineati sulla
sponda del lago e abbarbicati alla retrostante montagna che scende a picco nellacqua.
Malgrado lasperit del terreno, gli abitanti hanno saputo creare terrazzamenti sulla china scoscesa della montagna per impiantavi una
discreta coltivazione dellulivo che, ancora oggi, prospera sul Lario
e permette di ottenere un buon olio locale.
La bella posizione e il dolce clima, nel XIX secolo hanno attirato su
queste sponde ricchi villeggianti ai quali si devono le ville che si
specchiano ancora oggi nelle limpide acque del lago. Fra tutte ricordiamo Villa Beccaria, in localit Poncia, appartenuta a Cesare
Beccaria e dotata di un minuscolo cimitero di famiglia.
Notevole interesse presenta la Parrocchiale di San Bartolomeo a Sala
Comacina, una chiesa medievale rifatta nel Settecento che vanta
una pala raffigurante la Madonna con Bambino dipinta dal
Fiammenghino e un affresco di Carlo Carloni che celebra la Gloria
di San Bartolomeo.
Sala Comacina fornita di un attrezzato porticciolo dal quale parte
il traghetto per lisola Comacina e dove si possono noleggiare
imbarcazioni private per escursioni nella parte centrale del lago.

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SPONDA OCCIDENTALE

Greenway del lago


(Escursiona consigliata: unora circa)
La parte della vecchia Via Regina che stata sistemata in tempi
recenti segnalata come Greenway del lago. Il percorso vario e
gradevole (non faticoso), che inizia a Colonno e termina a
Menaggio, ben segnalato e si sviluppa in parte a mezza costa e in
parte lungo il lago regalando sempre superbe vedute panoramiche
sul centro lago e soste per conoscere importanti monumenti.
Chi non desidera cimentarsi in una lunga camminata pu limitarsi
al primo tratto, da Colonno a Sala Comacina, dove si pu terminare la passeggiata con un buon pasto in uno dei tipici ristoranti locali, oppure proseguire con una barca privata per fare un giro attorno
allisola, e magari andare alla scoperta di questo luogo carico di
storia. Lideale sarebbe effettuare questa escursione in occasione
della sagra di San Giovanni, lultima domenica di giugno.
A Colonno si sale lungo la carrozzabile fino alla parte alta del
paese. Il sentiero attraversa lantico nucleo (Via Civetta) e corre poi
fra balze di orti e uliveti con andamento prevalentemente pianeggiante. A Sala Comacina si scende lungo una caratteristica scalinata che giunge al centro del borgo, nei pressi della parrocchiale. Si
seguono poi i vicoli fra le vecchie case per arrivare alla piazzetta
affacciata sulla baia di fronte allIsola Comacina.

Ossuccio
Al centro di uno degli angoli pi dolci del Lario, adagiato in unampia conca fatta di declivi soleggiati e bei pianori coperti dulivi,
Ossuccio incastonato nel quieto scenario che si apre fra i torrenti Premonte e Perlana, fra il monte Costone e lincantevole insenatura dove si specchia lunica isola lariana, e circondato da numerose frazioni fatte di gruppi di vecchie case raccolte attorno a eleganti chiesette.
Ritrovamenti di tombe celtiche e la presenza di unara votiva romana testimoniano che la localit era gi popolata nella preistoria e
che in epoca romana era un importante villaggio abitato dagli
Ausuciates cui si riferisce il nome moderno del paese.
Il borgo crebbe dimportanza con larrivo del Cristianesimo, quando fu riunito sotto la potente Pieve dIsola. La piccola isola si arricch di belle chiese e di un possente castello. Essendo uno dei punti
pi sicuri del lago, divent ricca e potente, ma venne coinvolta nelle
innumerevoli lotte che videro contrapporsi Bizantini e Longobardi,
Milanesi e Comaschi, Comaschi e Gravedonesi.
Durante la guerra (1118-1127) fra Como e Milano si alle con questultima, ma la riscossa di Como, nel 1169, non le risparmi la
vendetta dei Comaschi che la rasero al suolo. Gli abitanti dellisola
furono costretti a fuggire sulla terraferma e si insediarono nellattuale frazione di Isola di Ossuccio che pure, attraverso i secoli, ha
subito varie devastazioni e saccheggi in conseguenza di guerre fra
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opposte fazioni, carestie ed epidemie. Solo in tempi pi recenti


Ossuccio ha ritrovato la calma e da allora la bellezza del posto ha
richiamato agiati turisti che hanno costruito prestigiose dimore estive lungo le rive.
I segni del passato sono ancora ben visibili.
A Spurano si trova la Chiesa di San Giacomo, una delle chiesette
romaniche pi antiche dal caratteristico campaniletto a vela, che
conserva affreschi del XII secolo con un grande San Cristoforo e
scene della passione di Cristo.
La Chiesa dei Santi Agata e Sisinio, nel centro del vecchio nucleo abi-

Lunica isola lariana


LIsola Comacina uno sperone roccioso che il ghiacciaio Abduano
non riuscito a scalfire. I Romani ne sfruttarono la posizione strategica per controllare i passaggi del lago. I Bizantini ne fecero il loro
ultimo rifugio. Il vescovo scismatico Agrippino vi visse per lunghi
anni. Nel Medioevo il borgo venne protetto da mura, prosper e si
arricch di belle chiese che arivarono a essere sette. Durante la guerra fra Como e Milano gli isolani si schierarono con la seconda e per
questo, nel 1169, si attir la vendetta dei Comaschi che assediarono e
distrussero il borgo: il vescovo arriv a lanciare un anatema contro
coloro che avessero tentato di riportarvi la vita.
Gli scavi del XX secolo hanno riportato alla luce i resti delle fortificazioni e le fondamenta di diversi edifici e complessi religiosi come
quelli della paleocristiana Basilica di Santa Eufemia del VII secolo e
riedificata nel 1031 in forme romaniche con tre navate e tre absidi, e
del Battistero di San Giovanni Battista dove stato recuperato un
interessante pavimento a mosaico del V secolo.
Bench disabitata, lisola Comacina non mor. Nel Cinquecento venne
costruita la chiesetta di San Giovanni. Nel 1919 il proprietario decise
di regalare lisola al re del Belgio che nel 1939 la restitu allItalia.
LAccademia di Belle Arti di Milano pens allora di farne un luogo di
vacanza per artisti in pensione e affid allarchitetto Pietro Lingeri la
costruzione di tre piccole ville di stile razionalista che non furono mai
utilizzate.
Attualmente lisola ospita un ristorante caratteristico e, facendovi
scalo i battelli di linea, attira un grande numero di turisti. Molto interessante la sagra che si svolge a giugno, la domenica successiva alla
ricorrenza di San Giovanni. Per loccasione una processione di barche
addobbate a festa riporta sullisola, sui resti della Basilica di
SantEufemia dove si celebra una Messa, le reliquie dei martiri che
furono salvate dalla distruzione e che sono conservate nella parrocchiale. Caratteristico lo spettacolo della sera precedente quando le
case di Ossuccio e la porzione di lago antistante il paese sono illuminate da centinaia di fiammelle che ardono dentro gusci di lumache
ripiene dolio e un fantasmagorico spettacolo pirotecnico rievoca la
storica distruzione.
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SPONDA OCCIDENTALE
tato nella parte alta del paese, custodisce lara romana del II secolo d.C. e unantica acquasantiera del XII secolo.
A Ospedaletto domina il Campanile di S. Maria Maddalena con lelegante cuspide gotica innestata sulla base romanica. La chiesa faceva parte di un importante complesso destinato allaccoglienza e
alla cura dei pellegrini.
Nella Parrocchiale di Isola, risalente al periodo romanico e rifatta in
epoca barocca, sono conservate le reliquie provenienti dal distrutto
complesso religioso isolano.
Il patrimonio artistico di Ossuccio annovera anche il Santuario della
Madonna del Soccorso che domina la zona dal suo terrazzo a picco
sul Salto del Tufo, allo sbocco della Val Perlana. Sul sito in epoca
romana cera un tempietto pagano che fu sostituito da una piccola
cappella e successivamente da una chiesa romanica. La chiesa fu
ingrandita e arricchita nel Seicento quando divenne uno dei Sacri
Monti sorti come baluardo per difendere la zona dalla avanzata
protestante. In quelloccasione lungo il sentiero daccesso furono
costruite le quattordici Cappelle del Rosario con statue di terracotta a grandezza naturale. Alla realizzazione dellopera contribuirono importanti famiglie di emigranti locali che avevano fatto fortuna
allestero quali i Brentano, i Cetti e i Gilardoni. Le cappelle, terminate nel 1714, sono decorate con affreschi di vari pittori comaschi
e ticinesi, fra i quali Giovanni Paolo Recchi, e contengono 230 statue, molte eseguite da Francesco e Agostino Silva. La chiesa, deco-

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SPONDA OCCIDENTALE
rata da un ciclo daffreschi mariani del XVII secolo, conserva la trecentesca statua della Madonna col Bambino considerata miracolosa. Dal 2003 il complesso protetto dallUNESCO.

San Benedetto in Val Perlana


(Escursiona consigliata: 2 ore - alt. m. 800)
Da Ossuccio o da Lenno si raggiunge il Santuario della Madonna
del Soccorso (m. 419) quindi si prosegue per un sentiero agevole,
inizialmente ripido, che si snoda sulla destra della Val Perlana fra
boschi e alpeggi alle falde del monte Galbiga.
La bella chiesa romanica in pietra grigia appare fra il verde della
vegetazione come per incanto. Restaurata recentemente, faceva
parte di un antico complesso monastico benedettino che vantava
possedimenti agricoli sui monti circostanti. Fondato nellXI secolo,
il monastero fu abitato dai monaci fino alla fine del Duecento, successivamente fu annesso allAbbazia dellAcquafredda di Lenno,
quindi soppresso nel 1785.
Usato come casa colonica, negli ultimi secoli il complesso ha subito un grave degrado. Il restauro ha salvato la chiesa con il suo campanile, ma solo qualche parte del monastero.
Il ritorno pu avvenire per il sentiero che scende lungo la sponda
sinistra della valle per giungere, fra prati e uliveti, allAbbazia
dellAcquafredda, quindi a Lenno.

Lenno
Il ridente paese, sparso su dolci declivi digradanti verso la baia di
Venere che chiusa, a sud, dal promontorio di Lavedo, vanta antiche origini (molto probabilmente romane) testimoniate da alcuni
ritrovamenti tombali. I suoi abitanti, grazie alla felice posizione,
poterono dedicarsi allagricoltura, oltre che alla pesca, e soprattutto alla coltivazione dellulivo, attivit molto praticata ancora oggi
per la produzione del rinomato olio locale.
Lantico nucleo rivierasco sorgeva nei pressi di unarea sacra che
comprendeva diverse chiese, il battistero e il cimitero, circondati da
un muro di protezione. In questa zona si trova ancora la
Parrocchiale di Santo Stefano, una delle prime chiese cristiane del
territorio, sorta sulle rovine di un complesso termale romano. La
chiesa paleocristiana stata ricostruita in stile romanico nellXI
secolo (di quel periodo conserva la cripta originale) e rimaneggiata
pi volte in epoca rinascimentale e barocca. Di questultimo periodo restano splendidi affreschi sulle volte delle navate e nel presbiterio con scene della vita di Santo Stefano.
Sul lato opposto della piazza si trova il Battistero di San Giovanni,
romanico a pianta ottogonal, che risale allXI secolo.
Sopra labitato, a mezza costa si erge limponente complesso
dellAbbazia dellAcquafredda di antiche origini, ma molto cambiata
nei secoli. A testimonianza delle sue origini resta una piccola absi-

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de romanica. Il monastero cistercense, importante in epoca medievale, decadde nel XV secolo e venne abbandonato. Nel primo
periodo del XVI secolo venne occupato da briganti e fin distrutto da
un incendio nel 1527. Nel Seicento tornarono i monaci che ricostruirono labbazia e di quel periodo (1621) restano i pregevoli
affreschi del Fiammenghino che decorano il presbiterio e la cappella di sinistra. Dovettero andarsene di nuovo nel 1785 per la soppressione degli ordini religiosi e la confisca dei loro beni. Verr
recuperata alluso religioso nel XX secolo, ma con continui cambiamenti di destinazione.
Si trova nel comune di Lenno anche la stupenda Villa del Balbianello
posta sullestrema punta del promontorio omonimo di Lvedo.

Villa Balbianello
(Escursione consigliata: in barca 5 minuti, a piedi 30)
La villa situata proprio sullestremit della penisola, su uno spuntone roccioso e in suggestiva posizione panoramica dominante
tutto il centro lago. I due campaniletti ricordano che in passato qui
sorgeva un monastero francescano che venne chiuso per volont
del cardinale Gallio.
Di propriet della famiglia Giovio, poi dei Gallio e ancora dei Giovio
fino alla soppressione del monastero stesso, nel XVI secolo il complesso pass al cardinale Angelo Maria Durini che lo trasform in
luogo di ritrovo della colta societ dellepoca. A lui si deve la residenza che ha inglobato la vecchia chiesetta e, nella posizione pi
panoramica, la bella loggia coperta affiancata da due leggiadre
sale.
Successivamente la villa appartenne ai Porro Lambertenghi e agli
Arconati Visconti che aggiunsero le balconate con gli stemmi di

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SPONDA OCCIDENTALE
famiglia e aprirono la casa ad artisti, intellettuali e patrioti fra i quali
Alessandro Manzoni, Giuseppe Giusti, Giovanni Berchet e Silvio
Pellico.
Un periodo di lento degrado legato a vari passaggi di propriet fu
poi cancellato dallamore che lultimo Signore del Balbianello, il
conte Monzino, profuse nel restauro della villa e dello splendido
parco, oggi patrimonio del FAI e aperto al pubblico.

Mezzegra
Il nome significa inter agros, nel mezzo dei campi, e in effetti questa era un tempo la situazione del paese circondato da vigneti, olivi
e gelsi.
Il comune, posto ai piedi del monte Crocione, formato dai nuclei
di Azzano, antico villaggio di pescatori in riva al lago, e di
Bonzanigo, borgo agricolo a mezza costa. Il secondo pi interessante per la presenza dei palazzi settecenteschi della famiglia
Brentano che conservano affreschi di Giulio Quaglio. Nella frazione
di Giulino furono uccisi Benito Mussolini e Claretta Petacci il 28
aprile del 1945 mentre, accompagnati dai partigiani, si stavano
incamminando verso Milano.
Il monumento pi importante la Parrocchiale di SantAbbondio che
si trova nella parte pi alta del paese ed ben visibile soprattutto
da lago. La chiesa antica dorigine romanica ora adibita a casa
parrocchiale ma conserva ancora un prezioso altare ligneo a tempietto e importanti affreschi da alcuni attribuiti al Fiammenghino
che potrebbe avervi lavorato durante la fase dammodernamento
della vecchia chiesa. Quella attuale, costruita nel Settecento, stata
edificata proprio accanto alla precedente ed ha una cupola splendidamente affrescata da Giulio Quaglio.

Blevio
Il grazioso paese abbarbicato sulla roccia fra lago e montagna il
primo abitato che si incontra risalendo la costa orientale da Como
a Bellagio. La sua storia si confonde con quella della citt, ma
durante lepoca romantica Blevio ha avuto il suo periodo di grande
splendore: molte ville sono state costruite in riva al lago, frequentate soprattutto dagli artisti del teatro La Scala di Milano in estate.
Fra le pi note Villa Troubetzkoy, costruita verso la met
dellOttocento per un principe russo legato alla ballerina Taglioni. Si
erge su uno scoglio a picco sul lago e assomiglia a un castello delle
favole nordiche. I suoi attuali proprietari hanno sistemato nel parco
un ascensore che permette di raggiungere agevolmente la strada
soprastante.
Non molto distante, Villa Cademartori, bianca ed elegante, fu edificata dalla famiglia Artaria. La seguono villa Calvi, villa Da Riva, villa

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Poncett e Villa Belvedere, una delle pi eleganti, dichiarata monumento nazionale. Settecentesca, venne resa famosa soprattutto da
Maddalena Imbonati che nel 1818 vi ospit Alessandro Manzoni e
il poeta milanese Carlo Porta.
Verso la fine del borgo si incontra Villa Ferranti, propriet per molti
anni della famosa cantante Giuditta Pasta per la quale Vincenzo
Bellini compose la Norma. Un poco pi distante, sul terreno che
un tempo era della Pasta, sorge la tenebrosa Villa Roccabruna,
imponente e sfarzosa, circondata da un vasto parco, che sta per
essere rimpiazzata da un complesso turistico.

Torno
Torno forse il paese pi antico della costa orientale come testimoniano alcuni massi avello (tombe scavate in massi erratici)
romani sui monti sovrastanti e la chiesa di San Giovanni che risale
al VI secolo se, come recita una lapide, accolse sepolture nel 520 e
nel 527.
Lantico nucleo abitato sorse attorno a un porticciolo ben riparato
dal promontorio che, protendendosi verso ovest, crea unampia
baia e chiude il primo bacino del Lario. La posizione soleggiata del
declivio che digrada dolcemente verso il lago ha permesso ai primi
abitanti di praticare non solo la pesca, ma anche lagricoltura: i
vigneti coprivano le ultime propaggini della montagna e i castagneti la parte alta. Lattivit nella quale Torno si distinse, per, fu la
lavorazione della lana iniziata dalle Umiliate che nel 1226 qui fondarono un loro convento.
Inizialmente alleati a Como, i Tornaschi, forse eccessivamente inorgogliti dalla loro potenza economica, finirono in contrasto coi
Comaschi numerose volte nel corso dei secoli successivi e, allinizio del XVI, si posero clamorosamente dalla parte dei Francesi. La
vendetta comasca fu immediata e violenta: nel 1522 Torno fu
distrutta e la sua potenza economica annientata. Il passato illustre,
tuttavia, si vede ancora nelle due chiese che costituiscono un patrimonio artistico non trascurabile.
La Parrocchiale di Santa Tecla, situata nel vecchio centro storico proprio di fronte al porticciolo, ha chiara origine romanica e un importante portale rinascimentale.
Ancora pi famosa la Chiesa di San Giovanni che si erge a met
costa fiancheggiata da uno snello campanile romanico. Di origini
paleocristiane, riedificata nel Medioevo e rimaneggiata in epoca
rinascimentale, di questultimo periodo conserva il prezioso portale attribuito allopera dei Rodari e lelegante interno ad architimpano. Notevoli sono inoltre le decorazioni ad affresco di epoca barocca che ornano larco trionfale, gli stucchi che decorano le volte a
crociera del presbiterio e gli altari laterali. La fama della chiesa si
deve alla presenza della reliquia del Sacro Chiodo che, secondo la
leggenda, un prelato germanico reduce dalla Terra Santa nel 1099

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SPONDA OCCIDENTALE
lasci a Torno per poter continuare il suo viaggio che era impedito
da giorni da un terribile vento. La tradizione talmente radicata che
ancora oggi, la prima domenica di maggio, la reliquia portata in
processione attraverso il paese.
Torno pu vantare anche ville prestigiose, ricche di fascino e di storia. La pi famosa Villa Pliniana edificata nel Cinquecento per
Giovanni Anguissola, governatore di Como. La monumentale dimora dalle belle linee classiche prende il nome da Plinio il Vecchio che
studi la sorprendente sorgente a intermittenza che ancora sgorga
dalla montagna in corrispondenza dellelegante loggiato centrale.
Grande fama ebbe la Pliniana in epoca romantica, quando, propriet del principe di Belgioioso, divenne lincantevole scenario del
grande amore fra questo affascinante gentiluomo e la bella Anne
Berthier, principessa di Wagram e duchessa di Plaisance. Per tutto
lOttocento la villa ospit personaggi illustri e grandi artisti che in
questa lussuosa dimora si lasciavano stregare dalla malia del lago
e trovavano la loro ispirazione pi romantica. Fra i pi celebri ricordiamo gli scrittori Fogazzaro (che su questa sponda ambient la
sua Malombra) e Stendhal, i poeti Foscolo, Byron e Shelley, i
musicisti Liszt, Bellini e Rossini.
Villa Taverna, immersa in un immenso parco a confine fra Torno e
Blevio, risale al XVI secolo, quando era una semplice casa di campagna circondata da terreni agricoli. La villa fu edificata nel
Settecento dal milanese conte Tanzi e nellOttocento pass al conte
Taverna che ne complet la costruzione collegando le due ali laterali con un corpo centrale, creando una costruzione neoclassica
unica per la sua forma nel comasco. Le grandi sale riccamente
decorate si aprirono spesso ad artisti di fama quali Parini, Liszt e
Wagner.
Degne di menzione sono pure Villa Prandoni, dal vasto parco che
occupa tutto il promontorio di Torno e che oggi adibita a casa per
anziani, e Villa Mia, bianca costruzione che sembra sorgere dal
lago a nord del promontorio stesso, oggi propriet del re Fahad
dellArabia Saudita.

Monti di Torno
(Escursione consigliata: ore 2,30 lintero itinerario)
Lescursione riveste carattere sia archeologico che paesaggistico.
Da Torno si pu raggiungere in auto la Piazza degli Alpini (m. 290)
da dove si inizia la salita per una mulattiera abbastanza agevole e
ben tenuta, attraverso il bosco, verso Monte Piatto (m. 610). Nelle
vicinanze di questultimo si trova il grande masso erratico che assomiglia a un enorme fungo ed denominato Pietra Pendula.
Ritornati a Monte Piatto si prosegue, fra boschi e pianori dai quali si
godono superbe viste sul lago, verso Piazzaga, per poi scendere a
Negrenza dove si possono vedere diversi massi avello romani fra i
quali il grande erratico di granito serizzo ghiandone in localit
Cascine Negrenza.
Il masso, con lavello a doppio orlo, si incontra lungo il sentiero

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detto di Novellina. Un enorme masso trovante (la pietra che cresce) nel quale scavato lavello con il cuscino in localit Piazz.
Il sentiero riprende quindi scendendo dolcemente verso Torno
regalando entusiasmanti panorami lacustri.

Faggeto Lario
Un tempo parte della Pieve di Nesso, oggi Faggeto un comune
suddiviso in quattro nuclei: Riva, adagiata lungo il lago; Molina e
Lemna, a mezza costa; Palanzo, un poco pi discosto e adagiato
alle pendici del monte Palanzone. Questultimo conserva un monumentale torchio da vino del 1572 ricavato da un enorme tronco di
noce, a testimonianza della passata attivit contadina. Palanzo, in
particolare, era celebre per la produzione di cipolle rosse e per il
suo vinello dal sapore un po brusco.
Faggeto famoso anche per il suo patrimonio speleologico: molte
grotte di un certo interesse si trovano verso la cima del Palanzone.

Pognana
Gi abitata in epoca romana, Pognana fu borgo fortificato nel
Medioevo, quando fece parte del feudo di Nesso. A quel periodo
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SPONDA OCCIDENTALE
risale la romanica Chiesa di San Rocco dallagile campanile che
domina tutto il braccio occidentale del lago.
Nella vicina localit di Rovascio si trova lOratorio dei Santi Miro e
Fedele, una piccola chiesa campestre mirabilmente affrescata.

Nesso
Di antichissime origini preistoriche, Nesso fu conquistato e colonizzato dai Romani che lo inclusero nel sistema di fortificazioni del
Lario. Fu poi una delle pi antiche pievi che divenne importante
quando il vescovo Rainaldo vi trasfer la residenza. Durante la guerra fra Como e Milano parteggi per la seconda e fu distrutta dai
Comaschi nel 1124. Riedificata e nuovamente fortificata dai
Comaschi stessi, visse un altro periodo bellicoso nel Cinquecento
quando divenne possedimento di Gian Giacomo de Medici detto il
Medeghino. La fortezza, comandata dal Falco della Rupe, un rude
condottiero luogotenente del Medeghino, fu distrutta dai Milanesi
nel 1535: le torrette e i merli che si vedono oggi alla sommit del
paese sono stati rifatti in tempi recenti.
Visto dal lago, il paese sembra sospeso a una roccia che scende a
picco nellacqua; il posto estremamente suggestivo perch il
costone spaccato da una profonda forra dove precipitano le acque
dei torrenti Tuf e Nos creando un romantico Orrido con una scrosciante cascata. Le antiche case della riva sono collegate da un
esile ponticello di antichissime origini cui fa da sfondo lOrrido, illuminato di notte.
La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, nella frazione Borgo, venne consacrata dal papa Urbano II nel 1096, restaurata nel 1538 e rifatta in
stile barocco fra il secoli XVII e VIII. Grazie alla presenza del vescovo a Nesso, i fedeli lhanno da sempre considerata il loro Duomo e
ancora oggi le spoglie di Rainaldo, fortuitamente ritrovate alcuni
anni or sono, riposano nella parrocchiale.
Emozionante la romanica Chiesa di Santa Maria in frazione Vico,
nella parte alta del paese, che un tempo era parte dellHospitale
amministrato dallordine degli Umiliati. Conserva notevoli cicli di
affreschi trecenteschi dispirazione bizantineggiante, sulla parete
sinistra e sullarco trionfale, e pitture cinquecentesche su quella di
destra. Il Polittico dellAssunta, sullaltare maggiore, venne dipinto
nel 1500 dal tornasco Bartolomeo de Benzi.
Ancora pi interessante la Chiesetta di San Martino del XII secolo,
un gioiello dellarte romanica con loriginale bifora della facciata: si
trova in riva al lago in frazione Careno, uno dei pi affascinanti borghi antichi della sponda orientale.

Pian del Tivano


(Escursione consigliata: in auto o con bus pubblico - alt. m. 1000)
La strada sale con stretti tornanti offrendo spettacolari panorami
lacustri e toccando graziosi paesi adagiati sui terrazzamenti della

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ripida montagna.
Veleso oggi nota localit di villeggiatura in bella posizione panoramica, a 850 metri daltitudine, e offre la possibilit di tranquille
passeggiate fra i boschi. Nella preistoria fu abitata da trib celtoliguri, in epoca romana venne annessa al castellum di Nesso. La
frazione di Erno acquis notoriet nel Settecento per la tessitura
metallica che un emigrante aveva importato dalla Germania.
Da Veleso diversi sentieri portano in cima al monte San Primo.
Limpegno richiesto notevole, ma la vetta ripaga pienamente della
fatica (due ore di salita) perch lo sguardo pu spaziare sul lago e
su tutti i monti che gli fanno corona, oltre che sulla pianura lombarda fino agli Appennini.
Proseguendo si incontra Zelbio, a 802 metri, dominato dalla chiesa
parrocchiale di San Paolo che conserva un bel dipinto di Carlo
Carloni che illustra la Conversione di San Paolo. In zona sono
state ritrovate tombe cinerarie con suppellettili risalenti alla prima
et del ferro e resti romani del II secolo a.C.
Il Pian del Tivano un ampio pianoro circondato dalle belle cime
del monte San Primo e del Palanzone. Utilizzato un tempo come
alpeggio, oggi importante localit di villeggiatura estiva che offre
ampie possibilit di passeggiate. In inverno diventa una discreta
stazione sciistica con piste di discesa di varie difficolt e un grande
anello per sci di fondo.

Lezzeno
Formato da 17 borghi, labitato si allunga dalla punta di Cavagnola
fino al confine con Bellagio per nove chilometri, sotto lincombente profilo del monte San Primo. Non vanta particolari bellezze artistiche o paesaggi mozzafiato, ma centro laborioso dove prosperano ottimi cantieri nautici e lavorazioni artigianali tradizionali
come quella del filo di ferro.
Terra fortificata al tempo che venne inclusa nella Pieve dellIsola, fu
alleato ai Milanesi contro Como e sub la vendetta dei Comaschi
che lo distrussero nel 1120.
La Cavagnola con la sua torre era lavamposto difensivo di Lezzeno
e il campanile dellannessa chiesa andata completamente distrutta:
funzion come torre di difesa e come faro per i naviganti che, ancora non molti anni or sono, si fermavano nel tranquillo porticciolo
per bere un buon bicchiere di vino. Lattaccamento alla vita lacustre
ancora oggi radicato nei lezzenesi che festeggiano le loro imbarcazioni e si cementano nellattivit remiera durante la Regatalonga,
una simpatica competizione che si svolge nel triangolo LezzenoIsola Comacina-Punta Balbianello la prima domenica di giugno.
La vita religiosa ha il suo punto di riferimento nella Parrocchiale dei
Santi Quirico e Giulitta, cinquecentesca e pi volte rimaneggiata,
che conserva begli affreschi settecenteschi dellintelvese Giulio
Quaglio e stucchi della medesima epoca.

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SPONDA OCCIDENTALE

Strada Regia

Le barche del Lario


Il lago da sempre la migliore via di comunicazione della regione perch le coste impervie, con le montagne scoscese. non hanno mai
facilitato la costruzione di buone strade. Gli abitanti dei paesi rivieraschi, quindi, si sono sempre dovuti industriare per trovare il sistema
migliore, quindi la barca migliore, che li aiutasse a vivere. La barca per
secoli fu lunico mezzo di trasporto per persone e merci e anche un
mezzo di difesa e offesa contro nemici ricchi e aggressivi.
La cultura nautica lariana ha sempre dato ottimi risultati e anche oggi,
dopo essersi consolidata e aver affinato le capacit tecniche, ha un
posto di rilievo nel mondo per la realizzazione di moderni scafi da
diporto e da competizione. Generazione dopo generazione, famiglie
di abili artigiani proseguono nellattivit che oggi lunica fra le varie
attivit tradizionali a resistere, perch ha saputo adeguarsi alle esigenze contemporaneei.
Larte nautica inizialmente si dovette misurare con le condizioni geografiche peculiari del lago, imparando a sfruttare i venti per muovere
pi velocemente le imbarcazioni: il mattino si sfruttava il Tivano che
spira da nord per raggiungere Como o Lecco, il pomeriggio ci si lasciava condurre dalla Breva che soffia in senso opposto.
Il legno usato per la costruzione dei natanti veniva dalle vicine montagne, si trattava soprattutto di castani e larici che dovevano seccare
almeno per tre anni prima di essere utilizzati; vele e cordami erano
tessuti con canapa e bolliti nel mallo di noce. Tutte le barche erano
sormontate da archi sui quali si poteva stendere una copertura in caso
di pioggia.
Fra i diversi tipi di imbarcazioni, la pi famosa la gondola a due remi
e una vela, con prua sottile e poppa rigonfia, condotta da due persone. Il batel, pi piccolo e senza vela, si usava per la pesca e per gli spostamenti delle persone: oggi il simbolo del Lario ed chiamato
comunemente Lucia perch Alessandro Manzoni lha utilizzata
per far fuggire linfelice sposa perseguitata dal rude don Rodrigo in
una delle pagine pi commoventi dei suoi Promessi Sposi. Il comballo era una barca pi grande, a fondo piatto, esteticamente simile alla
gondola, usata per il trasporto di legname e pietre. Il quatrass la
barca caratteristica dell Alto Lario, di forma squadrata e fondo piatto,
e serve per pescare e per trasportare materiale in acque calme. Nel
Settecento fu introdotta la gondola veneziana come barca da diporto,
usata da tutti i signori che possedevano una villa sul lago. Venne poi
linglesina, barca a remi con fasciame a strisce sovrapposte.
Queste e altre imbarcazioni tradizionali sono raccolte nellinteressantissimo Museo della Barca di Pianello Lario, dove per altro non mancano i battelli a vapore e i pi recenti scafi fuoribordo ed entrobordo
da competizione perch la passione dei lariani oggi rivolta soprattutto verso le imbarcazioni di lusso e quelle sportive per le quali si
investono tante risorse e che hanno portato il Lario a una posizione
davanguardia e di notevole prestigio.

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(Escursione consigliata: 2 ore circa landata a piedi, ritorno con


mezzo pubblico)
La Strada Regia lantico collegamento di mezza costa fra Como e
Bellagio. La Societ Archeologica Comense e la Comunit Montana
del Triangolo Lariano, dopo averne studiato il percorso, lo hanno
ripristinato nel tratto Blevio-Lezzeno: la parte iniziale, da Como a
Blevio, e quella finale, dal ponte del Diavolo a Bellagio, non sono
pi recuperabili perch inglobate nella moderna rotabile.
Litinerario si pu dividere in quattro o cinque tappe; qui consigliamo lultimo tratto, interessante dal punto di vista naturalistico e
paesaggistico e abbastanza facile da affrontare.
Si inizia dalla Parrocchiale di Lezzeno, nel centro del paese, unimponente chiesa finemente affrescata nel Settecento dallintelvese
Giulio Quaglio. Il cammino acciottolato passa alle spalle della chiesa ed entra nella frazione di Rozzo per girare a destra in Via
Bersaglieri, diventa sentiero e risale una valletta fino alle case di
Morbio e alla Cappella della Madonna dei Ceppi. Da qui scende
lungo unampia via carrozzabile superando le frazioni di Cendraro
e di Casate fino alla provinciale. Dopo un breve tratto di strada
asfaltata in direzione di Bellagio, il sentiero riprende a salire la
costa dei Grosgalli, ai piedi del Monte Nuvolone. questo il tratto
pi panoramico, fra boschi e antiche balze agricole ormai inselvatichite, per poi scendere vertiginosamente verso il Ponte del
Diavolo, dove termina il percorso a piedi.
Non lontana la fermata dellautobus per Bellagio, o per tornare al
punto di partenza.

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VALLE INTELVI

Valle Intelvi
La Valle Intelvi, una delle vallate pi note del territorio comasco,
prende il nome dal torrente Telo che, nato dal Monte Prada, scende

I Magistri Cumacini
Sappiamo che nel Medioevo nel comasco operavano maestranze abili
nelle costruzioni, citate gi nelleditto di Rotari del 643.
Lappellativo di Magistri Cumacini a essi attribuito suscita ancora
grandi discussioni. Il termine cumacini potrebbe designare lappartenenza geografica al comense, ma potrebbe anche trarre origine da
machiones, termine col quale le popolazioni del basso impero indicavano i mastri muratori, oppure dalla dicitura magistri cum machinis in quanto questi lavoratori si servivano di impalcature particolari
nel realizzare le loro opere.
Sia come sia, si trattava di gruppi di edili provenienti da Como, dalla
Valle Intelvi, da Campione e dal Ticino riuniti in associazioni, ciascuna guidata da un magister, che inizialmente contribuirono a conservare e diffondere le tecniche costruttive romane, dedicandosi in
particolar modo al taglio delle pietre e alla formazione degli archi e
delle volte, e che nei secoli successivi perfezionarono e ampliarono il
loro campo dazione diventando abili nellarte della scultura, dello
stucco, della pittura, dellaffresco e della scagliola.
Fra le famiglie pi celebri del XII secolo ci furono gli Antelami della
Valle Intelvi che al seguito del capostipite Benedetto, genio innovatore e creativo, lavorarono molto a Parma, a Genova e in Provenza. Gli
Spazzi emigrarono in Austria verso la fine del XIV secolo, come pure
i De Allio due secoli pi tardi. In epoca barocca si diffuse in tutta
Europa larte della decorazione nella quale eccellevano i Carloni:
Giovanni Battista fu uno dei maggiori maestri stuccatori del Seicento,
Diego fu il miglior stuccatore del Settecento, Carlo Innocenzo il
miglior pittore rococ. Lelenco pu continuare a lungo. Giusto per
citare le famiglie pi famose: i Lurago di Pellio Superiore, il pittore
Giulio Quaglio di Laino, i Bianchi e gli Affaitati della Valsolda, che
operarono prevalentemente in Polonia. E ancora: i Campionesi che
lavorarono al duomo di Coira dal XII secolo e furono presenti a
Modena, Milano, Monza, Bergamo e in Provenza; i Solari di Carona e
della Valle Intelvi.
Il grande fermento artistico dei Magistri Cumacini si spese verso la
fine del Settecento anche se alcuni eredi delle antiche glorie continuano a operare, ma senza pi esprimere il grande afflato artistico dei
loro celebri progenitori.

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fino a San Fedele dove si divide in due rami che seguono, uno il versante intelvese del Ceresio, laltro quello comasco.
La valle uno straordinario insieme di monti e pianori che si stendono fra il lago di Como e quello di Lugano: il confine fra Italia e
Svizzera passa lungo il crinale del Monte Generoso.
Il territorio vanta una lunga e interessante storia. Per la sua posizione privilegiata, la Valle Intelvi fu abitata fin dallepoca preistorica, come testimoniano i numerosi massi cupelliformi (grossi massi
erratici residui delle glaciazioni, sui quali gli uomini primitivi scavavano delle cavit a forma di scodelle, dette "copelle", delle quali
si ignora ancora la funzione) e diversi ritrovamenti archeologici. Per
i Romani la zona rivest importanza strategica notevole controllando i passaggi fra sud e centro Europa. In epoca comunale fu sottoposta alla giurisdizione di Como cui rest fedele durante la guerra
decennale (1118-1127). Successivamente il territorio fu trasformato
in feudo dei Camuzzi prima, dei Rusca poi fino al 1527, quando
pass sotto il dominio di Gian Giacomo Medici detto il Medeghino.
Nel 1583, allavvento degli Spagnoli, la Valle Intelvi pass sotto il
controllo dellinfluente famiglia dei Marliani, a sua volta soppiantata dai Riva Andreotti finch, in epoca napoleonica, il territorio
venne assegnato al Dipartimento del Lario. Alla causa risorgimentale gli Intelvesi parteciparono attivamente organizzando uninsurrezione che culmin con la rivolta della popolazione capeggiata da
Andrea Brenta, amico di Mazzini.
Grande fama la Valle Intelvi se l guadagnata nel campo artistico
grazie allopera dei sui abili scalpellini, architetti, scultori, pittori,
stuccatori, artisti della scagliola che hanno costruito e decorato
palazzi, cattedrali e conventi in giro per lEuropa. I grandi artisti
locali, soprattutto in epoca barocca, quando la zona divent il
baluardo difensivo contro lavanzata del protestantesimo, non trascurarono la loro terra dorigine e per questo la Valle Intelvi uno
scrigno di preziose opere darte.
Tutti gli Intelvesi, in realt, hanno dimostrato nei secoli attaccamento e dedizione alla loro terra. Lagricoltura e lallevamento sono
attivit tradizionali, piccoli paesi sono sorti accanto a campi, pascoli e alpeggi, lungo i torrenti sono stati costruiti mulini e magli.
La situazione cambiata nellultimo dopoguerra quando, abbandonate le attivit contadine, la valle si convertita al turismo e molti
suoi abitanti hanno preferito lasciare lagricoltura per lindustria
andando a lavorare in citt o nella vicina Svizzera.
Certo il turismo congeniale a questo territorio che la natura ha
fornito di straordinari paesaggi incastonati fra il verde dei boschi e
il blu del cielo e del lago. Innumerevoli sono le opportunit di passeggiate fra i monti come anche gli sport che si possono praticare
in tutte le stagioni.
Gli accessi principali sono: la strada che da Argegno, sul lago di
Como, sale a San Fedele per poi proseguire per Lanzo Intelvi e per
la Svizzera; quella che prima di Argegno sale verso Schignano
seguendo il versante destro del Telo fino a San Fedele; la strada che

57

VALLE INTELVI
segue laltro ramo del Telo e che da San Fedele scende verso il lago
di Lugano arrivando a Claino con Osteno.

San Fedele

e al contrabbando ricorda il difficile periodo che vide i locali affrontare situazioni pericolose nelle aree di confine per sopravvivere.

Schignano

Il centro geografico della Valle Intelvi adagiato su una conca circondata da verdi monti, a 750 metri di altitudine, e costituisce lo
spartiacque da dove i torrenti scendono verso il bacino lariano o
verso quello luganese. Il territorio comunale si allunga verso sudest fino al confine svizzero dove si trova Erbonne, una delle frazioni pi interessanti e meglio conservate.
San Fedele fu un borgo fiorente fin dallantichit, costituito da due
distinti centri abitati (inferiore e superiore) e dominato dallimponente castello che stato, in successione, delle influenti famiglie
dei Brentano, dei Monticelli, dei Passalacqua e dei Somaini prima di
diventare feudo dei Camuzzi.
Dellantico assetto non resta quasi pi nulla, il paese si completamente trasformato ed diventato un unico grosso centro turistico
con buona attrezzatura ricettiva e belle ville, ottima base di partenza per escursioni di vario tipo e anche centro commerciale importante per tutta la valle.
Nella Parrocchiale di SantAntonio Abate sono evidenti il fasto di un
antico passato artistico. La facciata a capanna e il bel portale romanico ricordano lepoca della sua costruzione, il XII secolo, ma molteplici trasformazioni sono intervenute nei secoli.

Erbonne
(Escursione consigliata: 20 minuti in auto - alt. m. 960)
La piccola frazione situata a mezza costa fra il Monte Generoso e il
Pizzo della Croce, alla testa della svizzera Val di Muggio, proprio sul
confine, si pu raggiungere in auto utilizzando la strada panoramica che passa da Castiglione Intelvi.
Il minuscolo paese con la sua suggestiva piazzetta dominata dalla
bella fontana di pietra conserva unatmosfera bucolica di grande
fascino. Agricoltura e allevamento sono le attivit economiche da
sempre.
La zona, trovandosi lungo uninteressante direttrice di collegamento, venne abitata gi in epoca mesolitica, ma cominci a ospitare
insediamenti stabili durante lEt del Ferro come testimoniato da
massi cupelliformi e da altri ritrovamenti archeologici.
Il moderno ponte che attraversa il torrente confinario permette di
effettuare una gradevole passeggiata di mezzora fra i boschi per
arrivare a Scudellate (Svizzera). Da qui possibile arrivare alla
cima del Monte Generoso e alla Grotta dellOrso in un paio dore di
salita, fra alpeggi, baite, nevere (piccole costruzioni frigorifere
edificate nei pressi di stalle e di luoghi di lavorazione del latte) e
grandi pascoli.
Il piccolo ma straordinario Museo dedicato alla Guardia di Finanza

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Il primo paese che si incontra salendo per la strada che lascia il lago
di Como per raggiungere Argegno e percorre la destra orografica
della valle, costituito da sette frazioni adagiate in piccole conche
fra i castagneti e i prati della valle Pissarotta, a 650 metri di altitudine. Il nucleo pi antico tuttavia pi a valle, in localit
Schignarot, nome che ricorda la completa distruzione del vecchio
abitato, segnalato dalla piccola Cappella in memoria della terribile
pestilenza del 1476.
Le attuali frazioni, da sempre dedite alle attivit agricole e casearie,
conservano le atmosfere rurali fra case di pietra spesso addossate
le une alle altre, o raggruppate attorno alla chiesa, e stradine sovente tanto strette da essere percorribili solo a piedi.
Il Municipio si trova nella frazione di Occagno dove c anche la
Chiesa di San Giovanni Battista costruita nel Quattrocento in ringraziamento per la cessata peste e rimaneggiata pi volte.
La Parrocchiale di Santa Maria Assunta, di origine romanica e completamente rifatta nellOttocento, situata nella frazione di
Aurascio.
Interessante anche la frazione di Retegno coi due ponti sul torrente Valterza grazie al quale un tempo funzionavano diversi mulini, ora purtroppo n stato di abbandono.
Pi a monte si trovano le frazioni di Perla, Vesbio, Posa e Almanno,
dove termina la strada. Nella parte pi bassa sorge invece il piccolo agglomerato rurale di Malobio.
Schignano e le sue frazioni sono oggi localit turistiche, ma la loro
maggiore notoriet deriva dal caratteristico carnevale di antichissima tradizione che ancora coinvolge lintera popolazione nella realizzazione delle splendide maschere di legno dei belli e dei brutti come degli originali costumi e nellorganizzazione dellevento
che si conclude il marted grasso con il rogo del Carlisepp, simbolo del carnevale stesso.

Cerano
Posto su un dolce declivio ai piedi del Monte San Zeno, lantico
nucleo conserva larchitettura rurale nelle case di Via Giani.
Allingresso del paese, la Corte Cometti di origine medievale stata
intelligentemente valorizzata cos come sono ben conservati gli
antichi portali della frazione di Veglio. Molto lodevole in questo
paese lopera dei privati tesa a conservare le vestigia del passato.
A loro si deve il Museo della scagliola, situato nel centro del paese,
il restauro del Mulino Traversa e quello del Maglio Patriarca che si

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VALLE INTELVI
con relativi stemmi e bei portali che si possono ancora vedere.
Spiccano il Palazzo Schiera, oggi Perolini, costruito nel Seicento con
un imponente cortile a colonnato, e il Palazzo Ferradini, dal nome
dellartista intelvese che lo ha fatto edificare.
Piccole cappelle e chiese testimoniano di un passato legato allarte:
n centro, la Parrocchiale di San Maurizio, romanica e rimaneggiata
nel Cinquecento, si presenta con una sorprendente facciata neoclassica; a valle, lOratorio della Madonna del Carmine decorato
con grandiosi stucchi colorati, bei paliotti in scagliola e notevoli
arredi lignei barocchi.
Diverse sono le escursioni consigliabili.

Rifugio Prabello
trovano nella valle dei mulini, raggiungibile con unagevole mulattiera che da Cerano scende al Telo.
Interessante la Parrocchiale di San Tommaso con il suo poderoso
campanile romanico. Decorata allinterno da stucchi secenteschi e
da pregevoli paliotti in scagliola, la chiesa completata allesterno
da una serie di cappelle settecentesche della Via Crucis.
Di grande pregio la Chiesa dei Santi Quirico e Giovita a Veglio, rifatta nel Seicento con una ricca decorazione a stucco nello stile di
Diego Carloni. Sul lato destro conserva lantica abside romanica
con ancora un affresco quattrocentesco che illustra scene della
Passione di Cristo.

Monte San Zeno


(Escursione consigliata: ore 1,15 in totale - alt. m. 1025)
La camminata lungo il sentiero che attraversa la boscosa valle
dellErboggia interessante dal punto di vista ambientale ed agevole; solo lultima parte piuttosto ripida.
Lasciato il paese si passa il torrente Dancio e dopo il ponte dei
Cardei si costeggia lErboggia fino al pianoro della fornace da dove
sinizia la salita verso la cima.
Il monte, dalla caratteristica forma di cono vulcanico, deriva il
nome dalla presenza di unantica chiesetta che alcuni magistri
intelvesi hanno costruito in ringraziamento per lo scampato naufragio mentre tornavano alle loro case dopo aver lavorato a Verona
alla costruzione della chiesa di San Zeno. Consacrata nel 1215, la
chiesina ridotta a un rudere stata restaurata allinizio del secolo e
ogni anno, in autunno, il parroco organizza una suggestiva fiaccolata notturna che percorre il sentiero in salita fino alloratorio.

(ore 1,15 dallAlpe di Cerano, 240 m. di dislivello - alt. m.1200)


Si pu raggiungere in auto lAlpe di Cerano (m. 960) seguendo la
strada che da Casasco porta a Erbonne, si posteggia e si segue una
comoda strada militare che sinoltra nel bosco e conduce ai pendii
del Sasso Gordona.

Sasso Gordona
(45 minuti dal Rifugio Prabello, 210 m. di dislivello - alt. m. 1410)
La salita non eccessivamente impegnativa e, una volta raggiunta
la vetta, il panorama sulla Valle Intelvi e sulla valle di Muggio
veramente straordinario. Lungo il sentiero, inoltre, si possono
vedere trincee, camminamenti e gallerie risalenti alla Prima Guerra
Mondiale.

Bocca dOrimento
(10 chilometri. da Casasco - alt. m. 1275)
Una volta raggiunto Orimento in auto, si possono effettuare numerose escursioni a piedi, pi o meno impegnative, tutte molto interessanti dal punto di vista paesaggistico. Un classico la vetta del
Monte Generoso (2 ore circa - alt. m. 1700) da dove si gode una
vista sensazionale che spazia da Milano alla catena alpina passando per i laghi. La cresta del Monte Generoso fa da confine con la
Svizzera e da quel versante pi facilmente raggiungibile grazie a
un servizio di treno a cremagliera che parte da Capo Lago.
Da Orimento si pu raggiungere, in mezzora, anche la cima del
Pizzo della Croce, o Crocione (m. 1490) da dove si gode un panorama completo della Valle Intelvi. I sentieri e le strade militari sono
numerosi e ben segnalate, ma buona norma intraprendere queste
escursioni sempre forniti di una carta dei sentieri (buona la n. 91
della Kompass).

Casasco Intelvi
Lantico centro rurale situato a 822 metri di altitudine in una
splendida posizione panoramica sul lago. Conserva loriginaria
struttura con vicoli, fontane, lavatoi e belle case. stato abitato in
passato da famiglie importanti che hanno lasciato dimore nobiliari
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Dizzasco
Dizzasco il primo paese che si incontra risalendo la sinistra orografica della valle lungo la strada che da Argegno va a San Fedele.

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VALLE INTELVI
Dopo alcuni tornanti si entra nella frazione di Muronico dove
merita la visita la Chiesa di San Sisinnio, romanica, in bella posizione panoramica. una delle pi antiche della valle, rimaneggiata in
epoca barocca con laggiunta di un nartece. Ricca di altari in scagliola e di intarsi settecenteschi, nel 1848 fu da qui che prese il via
linsurrezione mazziniana di Andrea Brenta.
Il nucleo antico di Dizzasco si sviluppa attorno alla caratteristica
piazzetta con unelegante fontana e alla Parrocchiale dei Santi Pietro
e Paolo decorata da stucchi secenteschi e abbellita da pregiati
paliotti in scagliola di Giuseppe Molciani e di Pietro Solari. Lalto
campanile poggia su una vecchia torre romana.

Castiglione dIntelvi
Gi localit fortificata bizantina, nel V secolo divenne possedimento del Monastero di SantAmbrogio di Milano, ceduto successivamente a Como cui appartiene dal XII secolo. Nel 1260 la famiglia
Camozzi vi costru un castello trasformato poi in casa fortificata dai
Marliani. Di quellimportante complesso oggi si vedono resti della
torre incorporati nelle abitazioni moderne.
Il paese fu importante centro religioso in quanto sede della pieve
della valle. Lottagonale Oratorio della Madonna del Restello, in frazione Latorre, un ottimo esempio di tardo-barocco intelvese. Fu
costruito fra il 1717 e il 1726 con intenti votivi e prese il nome da un
cancello di legno (restell in dialetto) che doveva difendere il paese
dalla peste impedendone laccesso agli estranei. Lesterno rustico,
ma linterno ricco di decorazioni a stucco. Sullaltare barocco
campeggia una tela di Giulio Quaglio raffigurante la Madonna del
Carmine con San Carlo Borromeo. Dello stesso pittore laffresco
dedicato allAssunzione mentre quelli raffiguranti lAnnunciazione
e la Nativit sono i capolavori di Alessandro Ferretti.
Prendendo la vecchia strada che viene da Cerano, attraversando il
Telo si possono ammirare i mulini dal ponte della Gatta, salendo
invece alla frazione di Montronio, situata in ottima posizione
panoramica, si passa fra vecchie case con portali medievali e interessanti dipinti murali. Strette viuzze e bei portali testimoniano
lantico splendore del borgo.
La Parrocchiale di Santo Stefano, a strapiombo sul fiume, venne
distrutta dallalluvione del 1590 e rifatta nel 1638 a navata unica
fiancheggiata da cappelle. Di interesse sono lampia vasca battesimale con ciborio ligneo intagliato, il presbiterio barocco col maestoso altare ligneo a colonne tortili, le tele e il paliotto in scagliola,
settecenteschi. Le cappelle laterali sono riccamente decorate con
dipinti, affreschi e bei paliotti seicenteschi in scagliola.
Di fronte sorge lOratorio di SantAgata, pure accuratamente decorato, che sostitu la parrocchiale durante la sua ricostruzione.
Castiglione vanta anche unantica casa medievale con torre, ora
propriet Rinaldi, nota come Casa del Capitano (o del Bravo), che si

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affaccia sulla piazza centrale di Montronio. Una delle sale, detta


camera picta, ha le pareti affrescate con scene cortesi e di caccia,
mentre nel corridoio, dove si apre unelegante bifora, un altro affresco quattrocentesco rappresenta un corteo di cavalieri che entra
trionfalmente a Gerusalemme.

Blessagno
Il piccolo centro agricolo posto a mezza costa fra prati e castagneti, diviso dalla frazione Lura dal torrente Cazzola. La
Parrocchiale di SantAbbondio, molto rimaneggiata nel corso dei
secoli, conserva una discreta decorazione barocca a stucchi e un
bel paliotto in scagliola. Pi interessante la Chiesa di San Silvestro,
a Lura, che conserva affreschi quattrocenteschi fra i quali spicca la
bella Madonna del Latte di Giovanni Andrea De Magistris e un
interessante ciclo dei mesi.

Pigra
Adagiato su un altopiano erboso a 880 metri di altitudine, in splendida posizione panoramica a dominare il lago, Pigra raggiungibile da Argegno con la funivia o con la carrozzabile da San Fedele.
Il piccolo centro agricolo dedito alla produzione di ortaggi e cereali, grazie alla sua invidiabile posizione e al comodo collegamento
con il lago si oggi trasformato in localit turistica.
piacevole esplorare lantico borgo fra caratteristiche scalinate di
pietra e portici, anche se a Pigra dobbligo percorrere il sentiero
che dalla stazione darrivo della funivia porta al Belvedere da dove
appare in tutta la sua bellezza il braccio occidentale del lago, il centro lago con lisola Comacina, la Grigna con tutta la catena delle
Prealpi in un tripudio di verdi e di blu fra i quali occhieggiano i paesini lacustri immersi in giardini fioriti.
A sud dellabitato Pigra si pu visitare la Parrocchiale di Santa
Margherita di antica origine ma molto rimaneggiata, con un originale altare in scagliola, mentre nel centro del paese si trova il rinascimentale Oratorio di San Rocco. Ristrutturato di recente, conserva
notevoli dipinti di carattere devozionale che rappresentano la
Madonna fra San Rocco e San Sebastiano e altri santi, eseguiti nel
1662 dallintelvese Salvatore Pozzo. Nellaltare maggiore inserito
un tondo di marmo dov rappresentata la Madonna con
Bambino.

Monte Galbiga
(Escursione consigliata: 2 ore c. dal Rifugio Boffalora - alt. m. 1698)
Da Pigra si pu raggiungere in auto il rifugio Boffalora (m. 1252) e
poi continuare a piedi per un comodo sentiero sempre in cresta,
passando lAlpe di Ossuccio e la Bocchetta di Lenno.

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VALLE INTELVI
La passeggiata stupenda per chi ama camminare: si possono
ammirare panorami spettacolari e si pu decidere di ritornare alla
base in qualsiasi momento senza difficolt.
Dalla vetta del Monte Galbiga si pu anche proseguire, sempre in
quota, fino a raggiungere il Rifugio Venini e continuare per i Monti
di Tremezzo (m. 1700) e per il Monte Crocione (m. 1640) da dove si
apre una stupenda vista sullalto lago, il ramo di Lecco e la
Valcavargna.
Questo percorso si inserisce sulla via dei monti lariani, un interessante trekking che in cinque-sei tappe conduce da Cernobbio
fino a Sorico.

Pellio
Adagiato su un vasto pianoro boscoso che dal Piano delle Noci
digrada dolcemente verso il Ceresio, Pellio si incontra dopo aver
lasciato San Fedele, salendo verso Lanzo.
Il posto fu abitato fin dalla preistoria e in et romana, come testimoniano alcuni massi cupelliformi ritrovati in zona e le tombe
romane rinvenute in localit Lem: ancora oggi sono in corso scavi
promossi dal Museo Archeologico di Como che stanno riportando
alla luce strutture di epoca imperiale romana.
Il paese si compone di due nuclei abitativi distinti, Pelsopra e
Pelsotto, che sono stati riuniti in unico comune nel 1756 da Maria
Teresa dAustria.
Pellio Inferiore, patria dello scultore barocco Ercole Ferrata che
diede al paese la prima farmacia della valle, conserva il caratteristico centro abitato con viuzze strette e bei portali, una fontana seicentesca e la casa natale del Ferrata.
La Parrocchiale di San Michele ha subito numerosi rimaneggiamenti che lhanno molto cambiata, conserva tuttavia un tabernacolo di
pietra del XV secolo e la volta del presbiterio affrescata nel
Settecento da Carlo Scotti.
L Oratorio del Garello, situato a sud vicino al fiume, con gli straordinari stucchi barocchi di Giovanni Battista Barberini un altro
gioiello dellarte barocca intelvese.
Pellio Superiore un suggestivo insieme di vecchie case di pietra,
talune abbellite con affreschi, fra le quali spicca labitazione del pittore Pietro Molciani (ora casa Bruni).
La Parrocchiale di Santa Maria, di origine medievale, venne restaurata nel XVI secolo e di quel periodo restano alcuni affreschi e un
tempietto marmoreo. Il resto risale ai rimaneggiamenti dei secoli
XVIII e XIX.
Nella parte alta del paese si trova la Chiesa di San Giorgio, ora
Santuario della Beata Vergine di Caravaggio, anchessa di origine
romanica, ma ampliata nel Settecento. Importante la sagrestia
arricchita dai dipinti settecenteschi di Pietro Molciani incorniciati da
pregevoli stucchi.

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Accanto a San Giorgio si vedono gli scavi archeologici che rivelano


parti di un sistema difensivo e di segnalazioni sorto in valle in
epoca romana: la posizione panoramica fra i due laghi doveva
avere una grande importanza strategica.
A nord del paese, il Pian delle Noci, una bella conca prativa anticamente utilizzata a pascolo, stato attrezzato per il turismo e in
parte adibito a campo da golf.

Ramponio
A 670 metri di altitudine, adagiato su un dolce declivio che scende
verso il lago di Lugano; il paese raggiungibile prendendo la strada sulla destra che parte dalla provinciale per Lanzo dopo aver
lasciato Peglio Inferiore. Il comune comprende anche Verna, delizioso antico borgo situato pi a monte in splendida posizione
panoramica.
La Parrocchiale di San Benedetto, ricordata nel testamento di un
chierico nel 1186, ora unimponente chiesa barocca dalloriginale
campanile a lanterna e con la volta superbamente affrescata da
Pietro Molciani nel 1776.
Nel centro abitato, si affaccia su una graziosa piazzetta la facciata
barocca dellOratorio di San Giovanni Nepomuceno, costruito nel
1724 da Domenico Rapa per la famiglia Bolla. Linterno decorato
da pregevoli stucchi settecenteschi di Paolo Caprani e da affreschi
di Domenico Quaglio.
Fuori dal paese, lungo lantica mulattiera per Osteno, al centro di
uno spiazzo erboso con splendida vista sul Ceresio si trova
lOratorio di San Pancrazio, costruito verso il 1050 accanto a un
castelliere (piccolo insediamento fortificato protostorico). Lo straordinario monumento religioso conserva il campanile e la vecchia
abside romanica. Fu ingrandito nel 1400 e successivamente in
epoca barocca con laggiunta di un elegante portico. Il suggestivo
interno presenta un presbiterio goticheggiante con volta stellata e
pareti ricoperte da affreschi cinquecenteschi dei Solari di Verna.
Laltare abbellito da un paliotto in scagliola e da una statua marmorea della Madonna con Bambino eseguita da Tommaso Orsolini
di Ramponio nel 1650.
A Verna, oltre ad antiche case fra le quali spiccano quelle dei Solari
e dei Valnegra, da visitare la Parrocchiale di SantAmbrogio che
sopra il portale reca linteressante affresco duecentesco del Volto di
Cristo. Allinterno, il pulpito e il paliotto in scagliola sono opera di
Francesco Solari. Notevole pure lOratorio della Madonna Assunta
dalla facciata a capanna affrescata con figure barocche di santi e
con un originale campanile a vela.

Monte Casl
(Escursione consigliata: 2 ore - alt. m. 1045)
Partendo dallOratorio della Madonnina, una mulattiera sale fra

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VALLE INTELVI
straordinari scorci panoramici alla Cappelletta del Tassino costruita nel 1914 dai militari italiani presenti in zona per la realizzazione
della linea difensiva Cadorna. Pi oltre, a circa due chilometri da
Verna, si incontra il settecentesco Oratorio di SantAntonio ai Monti
preceduto da un bel portico e caratterizzato da un alto tiburio circolare con volta affrescata. Linterno ricco daffreschi, scagliole e
stucchi. Proseguendo si passa accanto al Centro Ortopedico e
Fisioterapico e si inizia la salita che conduce in vetta al Monte
Casl. Qui importanti scavi archeologici del secolo scorso hanno
portato alla luce le fondamenta di un castelliere dellEt del Ferro a
forma poligonale. Oggi linsediamento non pi facilmente identificabile, ma lo straordinario panorama sul Ceresio, sulla Valsolda e
sulla Val Cavargna vale la passeggiata fin sulla cima del colle.

Lanzo Intelvi
Il paese pi alto della valle (m. 907) e, con San Fedele, il centro turistico pi importante, situato in posizione invidiabile con splendida vista sul lago di Lugano e dispone di due punti panoramici
straordinari, il Belvedere e il Balcone dItalia. Nei primi anni del
Novecento era considerato una delle stazioni climatiche internazionali pi spettacolari. Oltre alla strada della Val Mara, anche la
funicolare Lanzo-Santa Margherita lo collegava con il Ceresio.
Allora sorsero iottime strutture alberghiere e belle ville liberty che
nulla tolsero comunque al fascino dellantico abitato costituito da
case di pietra, tranquille piazzette e stretti vicoli spesso punteggiati da edicole sacre dove sono ancora leggibili delicati affreschi.
Oggi la funicolare in disuso e anche il progetto della funivia che
avrebbe dovuto collegare Lanzo con Campione dItalia stato
abbandonato, ma la localit si sviluppata turisticamente dotandosi di buone strutture sportive che ne fanno un gradevole luogo di
soggiorno estivo e una delle stazioni sciistiche pi importanti della
provincia.
Dal 1928 al comune di Lanzo appartiene la frazione di Scaria,
situata pi a valle lungo la strada proveniente da San Fedele.
Ambedue le localit sono di origini antiche, gi abitate in epoca
preistorica, come documentano i numerosi massi cupelliformi ritrovati in zona, e in epoca romana come si pu dedurre dal ritrovamento di alcune tombe.
Nel primo millennio fece parte, con Campione, dei possedimenti del
Monastero di SantAmbrogio di Milano, ma nel XII secolo pass
sotto la giurisdizione comasca. Scaria diede i natali a illustri famiglie di artisti fra i quali i Carloni e i De Allio, a Lanzo vissero e lavorarono i Noli e gli Spazzi.
Vari sono i motivi dinteresse per il turista: oltre alle innumerevoli
passeggiate e ai panorami incantevoli, importanti possono essere i
reperti archeologici del Monte Casl, del quale si gi detto, o il
Masso di Verceia presso la sorgente del Paraviso, oppure larchitet-

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tura delle abitazioni moderne fra le quali va ricordata la famosa


Villa Cirla progettata dal Sommaruga, ma la maggiore attrazione
sono i tesori darte lasciati dai Magistri Cumacini.
La Parrocchiale di San Siro a Lanzo vanta una notevole decorazione
barocca, paliotti in scagliola e abbellimenti neoclassici, ma anche
affreschi cinquecenteschi, un bel tabernacolo e unacquasantiera di
Giacomo Noli.
Il barocco Santuario della Madonna di Loreto, vicino al cimitero e a
un antico lavatoio, voluto dallarchitetto intelvese P. Spiazzi, allesterno circondato da un ambulacro affrescato sulla volta da artisti della Scuola del Carloni.
La Chiesa di Santa Maria, nel centro di Scaria, ha origini medievali
ma stata ristrutturata nel Seicento dai fratelli Diego e Carlo
Carloni che ne hanno fatto un gioiello dellarte barocca. Bench
allinterno conservi alcuni affreschi cinquecenteschi raffiguranti la
Madonna del Latte e SantAbbondio, la navata e il presbiterio
sono un tripudio di decorazioni a stucco di Diego con cicli di affreschi dedicati alla Vergine di Carlo Carloni. Molto particolare la
copia secentesca della Maria Hilf di Lucas Kranach, famosa
immagine devozionale della chiesa dei Cappuccini a Innsbruck
(Austria) che qualche emigrante intelvese ha voluto donare al suo
paese natale.
Altrettanto straordinaria la Parrocchiale dei Santi Nazaro e Celso
che si incontra fuori dal paese, accanto al piccolo cimitero, in bella

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VALLE INTELVI
posizione panoramica sulla valle. probabilmente ledificio pi
importante della zona, sorto accanto a un vecchio insediamento
militare del quale conserva ancora la base di una torre davvistamento, oggi base del campanile. La chiesa lemblema dellevoluzione artistica intelvese: ledificio romanico con abside semicircolare del XI secolo stato rimaneggiato nel Quattrocento, quando
stata rifatta labside in forma quadrata, poi nel Seicento, quando
stato aggiunto un elegante portico barocco lungo la parete meridionale dove sono ancora ben leggibili affreschi sia cinquecenteschi sia barocchi. All'interno si possono ammirare gli affreschi dellabside eseguiti nel 1516 da Giovanni Andrea de Magistris e quelli,
pure cinquecenteschi, delle pareti, attribuiti a Giovanni Battista e
Domenico Tarilli, che rappresentano importanti temi della controriforma.
Nel 1966 a Scaria stato inaugurato il Museo della Valle che espone
una ricchissima raccolta di opere darte provenienti da varie chiese
intelvesi e da alcuni lasciti, paramenti sacri, antichi manoscritti,
disegni e dipinti di Carlo Carloni, i ritratti di Ercole Ferrata e di
Francesco De Allio, antiche croci e affreschi strappati dalla chiesa
di Santa Maria. I pezzi migliori sono la serie di statue di legno dolivo che Ercole Ferrata aveva realizzato per la chiesa di Pellio
Inferiore e il Paradisino, una straordinaria edicola fatta eseguire a
Vienna nel 1753 da Carlo Carloni per esporvi lostensorio durante le
Quarantore.
Un piccolo Museo dei fossili, che si trova di fronte al Museo darte
sacra, completa il patrimonio di Scaria.

Sighignola
(Escursione consigliata: 15 minuti in auto da Lanzo - alt. m. 1300)
Il punto panoramico pi famoso della Valle Intelvi, denominato dal
TCI balcone dItalia, offre uneccezionale vista sul lago di Lugano
e sul Canton Ticino, sulla catena alpina e su tutta la fascia prealpina che si stende dalla pianura alle Alpi dove troneggia il massiccio
del Monte Rosa, il Gran Paradiso e il Cervino.

Laino
A 670 metri daltitudine, in una boscosa conca morenica, Laino il
primo paese che si incontra scendendo da San Fedele verso il
Ceresio, da sempre culla di artisti che, come tutti i Magistri Intelvesi,
gi nel Duecento si sparpagliarono per lItalia e per lEuropa. Nel
Settecento, tuttavia, a Laino di artisti dovevano essercene veramente molti dal momento che decisero di fondare unAccademia di
Disegno.
Il tessuto abitativo si ben conservato e ancora oggi, fra le vecchie
e le nuove case, si possono vedere le dimore dei Quaglio, dei Frisoni
(con una bella Madonna in stucco), del Barberini, degli Spazzi e il
Palazzo Scotti col salone affrescato da Carlo con lAurora che scac-

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cia le tenebre.
Al limite dellabitato, accanto al cimitero, la Parrocchiale di San
Lorenzo conserva il campanile romanico, mentre la chiesa stata
rimaneggiata e decorata in epoca barocca con stucchi del Barberini
sulla volta delle navate, altorilievi con scene della Vita di San
Lorenzo e statue di santi addossate ai pilastri. Gli affreschi della
navata centrale sono dei fratelli Crespi, detti Bustini, mentre dipinti di G. Quaglio e di G. Retti si vedono nella canonica. Cappelle e
presbiterio sono abbelliti da decorazioni a stucco, affreschi e settecenteschi paliotti in scagliola.
Al bordo del paese, lOratorio di San Giuseppe, costruito nel 1703 per
volont della famiglia Quaglio, con pianta a croce greca e tiburio
ottagonale, un altro monumento che aggiunge gloria a Laino e
presenta una sontuosa decorazione barocca con affreschi di G.
Quaglio raffiguranti la Gloria di S. Giuseppe e stucchi dei Retti.
Al confine del territorio comunale, la Chiesa di San Vittore si trova a
valle del paese in posizione strategica, non lontano dallimbocco
della strada per Ponna. La cappella fu eretta nel 556, forse accanto
a una torre davvistamento. Il campanile romanico, mentre la
costruzione stata rifatta nel 1476 in ringraziamento per la cessata epidemia di peste e poi rinforzata in epoca barocca. Allinterno si
pu ammirare un ciclo di affreschi cinquecenteschi e una decorazione a stucco secentesca del Barberini.

Ponna
Abbarbicata allo scosceso declivio che scende verso la valle del
Lirone, Ponna costituita da tre nuclei a diverse altitudini. Una
comoda strada collega Laino a Ponna Superiore e scende poi, stretta e ripida, verso Ponna di Mezzo e Ponna Inferiore, per collegarsi
infine alla provinciale per Osteno.
La zona fu abitata sia in epoca preistorica sia romana. Le attivit
prevalenti sono state lagricoltura, lo sfruttamento dei boschi e la
produzione di formaggi rinomati anche ai nostri giorni e.
A Ponna Superiore, che sorge alle falde del Monte Galbiga a 870
metri slm, si pu ammirare la Parrocchiale di San. Giacomo eretta su
un terrazzo panoramico. Completamente rifatta in epoca barocca,
venne abbellita e affrescata nel Settecento.
Ponna di Mezzo una piccola frazione che anticamente fu la
masseria dei monaci di San Benedetto in Val Perlana. Conserva
antiche case di pietra e lOratorio di San Bartolomeo, romanico, con
una piccola abside tonda, la facciata a capanna e il campanile a
vela.
Ponna Inferiore la culla della famiglia Barelli che per secoli ha
dato i natali a numerosi benemeriti locali e artisti attivi anche in
zona. Una particolare menzione merita il canonico Vincenzo
Barelli, archeologo, fondatore della Rivista Archeologica Comense
e del Museo Civico di Como. Il parroco Giambattista Barelli riscos-

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VALLE INTELVI
se un grande successo fondando il ginnasio di Ponna, nel 1815.
La strada raggiunge la frazione in Piazza Trieste, davanti alla canonica alla quale addossato il campanile romanico, rifatto nel
Seicento. Sul lato opposto, accanto a un antico lavatoio, un bel
viale erboso fiancheggiato dalle settecentesche Cappelle della Via
Crucis conduce alla Parrocchiale dei Santi Gallo e Desiderio. Della
chiesa romanica non resta nulla, si possono invece ammirare gli
affreschi cinquecenteschi e seicenteschi e i fantasiosi dipinti del
Barelli che ricoprono volte e pareti. Alla fine dello secolo risale lingresso meridionale mirabilmente affrescato da Gallo Barelli.
Il secentesco Palazzo Barelli, nella via omonima, gi dallimponente portale in stucco rivela limportanza della famiglia.

Loggio
(Escursione consigliata: 20 minuti da Ponna Superiore - alt. m. 905)
Dalla fontana di Ponna Superiore parte una comoda mulattiera che
raggiunge un minuscolo raggruppamento di case situato nel mezzo
di uno splendido bosco di faggi e su un balcone naturale con ampia
vista su Porlezza e sul Ceresio.

Claino con Osteno


Il comune, formato dalle frazioni di Claino, Osteno e Righeggia,
sorge allo sbocco della Valle Intelvi dove il Telo si getta nel Ceresio
creando un Orrido, una cascata incassata fra alte pareti ben visibile solo dal lago.
Nel periodo medievale Claino fu sede di un castello posto a difesa
della valle, mentre Osteno era gi abitato in epoca romana come
attesta lorigine stessa del suo nome ostium che in latino significa porta. Tutta la zona nel Medioevo faceva parte della Pieve di
Porlezza ed era possedimento degli Arcivescovi di Milano: ancora
oggi fa parte della diocesi milanese.
Osteno la frazione rivierasca con un minuscolo porticciolo sul
quale si affacciano antichi portici. Fra le bellezze naturali vanta le
Grotte di Rescia, fuori dellabitato lungo la strada per Porlezza, di
tufo. Furono illuminate allinizio del Novecento per renderle accessibili al pubblico e sono aperte solo nei mesi estivi.
Dalla piazzetta in riva al lago una scalinata in acciottolato sale
verso la Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, imponente chiesa a tre
navate con cappelle laterali, ingrandita in epoca barocca.
Allinterno presenta unabbondante decorazione con stucchi, affreschi e tele. Di grande valore sono il quattrocentesco tabernacolo di
pietra e la statua marmorea della Madonna con Bambino scolpita
da Andrea Bregno, artista locale che ha lavorato prevalentemente a
Roma.
Seguendo la strada che conduce a Righeggia si incontra lOratorio
di San Rocco, edificato nel Seicento per implorare la fine dellepidemia di peste. La costruzione semplice, ma presenta un soffitto a

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capriate di legno, inusuale in Valle Intelvi, e affreschi con le Storie


di San Rocco che decorano le pareti.
Claino la frazione pi alta, un vecchio nucleo medievale stretto
attorno alla Parrocchiale di San Vincenzo, nata con molta probabilit
da una cappella gentilizia costruita accanto al castello oggi scomparso. Il paese affascinante, un intrico di vicoli che sinsinuano
sotto buie arcate dove spesso appaiono case decorate da begli
affreschi. La chiesa, priva di facciata, ha un interno ricco di stucchi
e un interessante affresco del Gentilino raffigurante la Piet.
Su uno sperone roccioso fra Telo e Lirone si trova labitato di
Barclaino con lOratorio della Beata Vergine delle Grazie, una chiesa
barocca con la facciata decorata da pitture ottocentesche di
Bernardino Barelli di Ponna.

Oratorio di Santa. Giulia


(Escursione consigliata: 40 minuti da Claino)
La passeggiata gradevole per una comoda e tranquilla mulattiera
pianeggiante e ombreggiata che corre a mezza costa dominando
uno stupendo scenario di montagne (quelle della Valsolda) che si
riflettono nel Ceresio, fra vallette e cascatelle. Prima di arrivare alla
chiesa si passano le condotte forzate della centrale di Rescia e si
attraversa un bosco tappezzato di fiori. La chiesa, preceduta da un
elegante portico barocco, decorata da affreschi che raffigurano le
Storie di Santa Giulia intercalati da grandi statue di stucco, opera
di Francesco Prestinari.

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LARIO ORIENTALE

LARIO ORIENTALE
Non esiste nessuna descrizione di questa parte di lago migliore dellinizio dei Promessi Sposi; lasciamo dunque la parola a quellillustre scrittore e profondo conoscitore della zona che stato
Alessandro Manzoni.
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due
catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello
sporgere e rientrare di quelli.
Una bellezza discreta emana da un paesaggio aspro e severo fatto
di acque tranquille e maestose montagne che scendono a picco nel
lago, di dolci declivi soleggiati coperti di ulivi e di remote vallette
fresche e ombreggiate che separano gli antichi abitati, tutti raccolti
attorno alle loro chiese.
Lincanto della Riviera ha attirato artisti di grande fama che alle
suggestioni lacustri si sono spesso ispirati. Stendhal, Mark Twain,
Melville, James, Quasimodo, Caldarelli, Hermann Hesse e Franz
Kafka, solo per nominarne alcuni, hanno raccontato il fascino di
questa terra che ha saputo profondere in loro sentimenti di languida dolcezza.
Il paesaggio, per, non lunico pregio di questa parte del lago, pi
conosciuto adesso per la sua importanza economica e per la laboriosit della sua gente, generosa e schiva, che fonda le radici in un
passato duro, ma ricco di abilit artigianali e attivit industriali.
I locali non si sono limitati alla pesca, pur praticata in abbondanza, ma si sono dedicati anche allagricoltura e soprattutto, grazie
alla presenza di rocce minerarie, allindustria estrattiva che ha permesso lo sviluppo della lavorazione del ferro e, in anni pi recenti,
della industria metallurgica, gi fiorente nel XVI secolo tanto che
Leonardo da Vinci che ne parla nel suo Codice Atlantico. Anche la
produzione e la lavorazione della seta hanno avuto una parte
importante nelleconomia del territorio, almeno fino allultima
guerra mondiale.
Tali attivit sono state favorite dalla relativa facilit di comunicazioni e trasporti dovuti alla costruzione della vecchia strada militare austriaca, poi della ferrovia, della superstrada a mezza costa e in
tempi pi recenti della galleria sotto il monte Barro che ha consentito di collegare la superstrada proveniente da Milano con quella del
lago.
Queste terre furono certamente abitate gi in epoca preistorica e
poi occupate dai Romani, ma le testimonianze di tali periodi sono
scarse, forse sepolte in profondit sotto gli accumuli di detriti che i
torrenti hanno trasportato a valle nei secoli. Mancano anche monumenti di epoca romana e paleocristiana, probabilmente distrutti per
far posto a nuove costruzioni. Rimangono invece alcuni resti di torri
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medievali che dovevano costituire un importante sistema difensivo


e di comunicazione distrutto ai tempi della dominazione sforzesca.
Linfluenza milanese stata determinante in molteplici occasioni
lungo le sponde orientali del lago: tutti i paesi, tranne Mandello,
sono rimasti legati al Ducato di Milano dai tempi della guerra contro Como (1118- 127) fino alla caduta del sistema feudale, qui rappresentato per secoli dalla famiglia Sfondrati. Anche dal punto di
vista ecclesiastico la zona da sempre legata al rito ambrosiano,
eccetto Mandello che sempre rimasta con la diocesi di Como.

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LECCO

Lecco
Capoluogo di provincia dal 1992, la ridente cittadina, dominata
dallo straordinario profilo del Resegone e dalle imponenti vette
della Grigna, adagiata attorno a un ampio golfo nel punto dove
lAdda lascia il Lario per scorrere tranquillo verso il Po attraverso
una ricca pianura agricola. Occupa la piana alluvionale dei torrenti
Gerenzone, Brione e Caldone e si compone di numerose frazioni
che un tempo erano nuclei autonomi.
Sulla riva del lago, lantico Borgo era sede del mercato e il luogo
dove si svolgevano il commercio e scambi dogni genere. Lungo
lAdda, Pescarenico era importante villaggio dei pescatori. Nella
valle del Gerenzone sono i quartieri industriali di Laorca e di San
Giovanni dove, a partire dal Settecento, furono impiantate filande e
fabbriche metallurgiche. I centri agricoli di Aquate, Germanedo,
Maggianico e Rancio sono sui pianori soleggiati di mezza costa o ai
piedi del monte San Martino. Castello, in posizione leggermente
sopraelevata, era lantica zona fortificata ed stata anche luogo di
villeggiatura nel XVIII secolo e sede di industrie metallurgiche e tes-

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sili. Chiuso, antico insediamento golasecchiano, infine, il quartiere dove pi evidente si manifesta la storia artistica del lecchese: qui
la Chiesa di San Giovanni con un pregevole ciclo di affreschi.
Pare che la comparsa delluomo sulle alture della zona sia avvenuta a met del terzo millennio a.C., e che alcuni villaggi su palafitte
della civilt di Polada dovessero trovarsi dove oggi sorge
Pescarenico. Si ipotizza che nellEt del Bronzo ci fosse un insediamento umano sulle pendici del monte Barro, mentre accertata la
presenza di popolazioni celtiche in Valsassina verso il 1000 a.C..
Lorigine del nome della citt molto controversa: appare per la
prima volta in un documento dell 845 senza alcuna spiegazione.
Sicuramente la citt sorta in posizione strategica sulla via che da
Aquileia, passando per Bergamo, raggiungeva Como e le Alpi.
I Romani colonizzarono il territorio che dopo laffermazione del
Cristianesimo vide crescere limportanza dei vescovi quali tutori
delle istituzioni contro lavanzata dei barbari. Leconomia era posta
sotto il diretto controllo dellarcivescovo di Milano proprietario, con
alcuni monasteri, di grandi latifondi, e ci permise il consolidamento della potenza dei conti-vescovi durante la dominazione
carolingia. Nel XII secolo Lecco fu costretta ad allearsi con i
Milanesi durante la guerra contro Como, ma il crescente malcontento port a numerosi scontri con i Milanesi stessi finch, nel 1296,
Matteo Visconti distrusse il Borgo e le sue fortificazioni. Le esigenze economiche fecero tuttavia accantonare i rancori e Azzone
Visconti, nel secolo successivo, fece riedificare la citt aggiungendovi il ponte che ancora oggi porta il suo nome. Nel XV secolo la
Repubblica Veneta, attirata dalla florida economia del Lario orientale, tent di annettersi parte dei territorio al confine ed entr in
conflitto con Milano. Lecco era al centro della contesa, ma con la
pace di Lodi (1454) ritorn definitivamente sotto il dominio milanese. Pi tardi, Gian Giacomo Medici, il terribile Medeghino, dopo
essersi impadronito di molte terre di Como e di Lugano, tent di
strappare Lecco agli Sforza per creare un territorio indipendente,
ma venne sopraffatto e costretto ad abbandonare limpresa.
Con il dominio spagnolo, Lecco segu il destino del Lario, ma nel
1638 venne sconvolta dai Lanzichenecchi che vi portano, oltre ai
saccheggi, la pi grave epidemia di peste della sua storia.
Furono gli Austriaci che diedero un forte impulso alleconomia lecchese, tanto che nel 1864 il 41% del ferro lavorato italiano veniva
dagli stabilimenti di Lecco e della Valsassina.
Nel 1873 arriv il primo collegamento ferroviario con Milano che
prosegu, nel 1892, verso Colico e Sondrio grazie alla costruzione di
ponti e gallerie.
Culturalmente, nellOttocento la citt si apr agli artisti che venivano a trascorrervi il periodo estivo in belle dimore di campagna quali
Villa Manzoni, Villa Gomes e Villa Ponchielli. Nel 1843, in localit
Prato venne costruito il teatro cittadino e nel 1989 si inaugur la
prima facolt universitaria (ingegneria) legata alla tradizione industriale lecchese.

75

LECCO
Di tutta la complessa evoluzione storica restano poche testimonianze nellarchitettura cittadina; le esigenze industriali e abitative
hanno avuto il sopravvento sulla conservazione delle memorie del
passato. NellOttocento, larchitetto Bovara ha dato alla citt una
notevole unitariet architettonica dalla quale emergono solo alcuni
elementi di epoche passate: resti di una cinta muraria, pochi affreschi sulle facciate delle case, qualche portale quattrocentesco, alcune facciate barocche e qualche cortile porticato.

Litinerario manzoniano
A Lecco il turista attirato dallitinerario manzoniano, un giro della
citt che ripercorre i luoghi descritti dal Manzoni nei Promessi
Sposi; si tratta di angoli caratteristici ai quali lo scrittore ha pensato nellambientare i suoi personaggi.
Il punto di riferimento realistico da dove inizia il giro Villa
Manzoni, la casa padronale che la famiglia ha mantenuto per due
secoli al Caleotto dove erano i suoi possedimenti agricoli. Qui lo
scrittore ha trascorso molta parte dellinfanzia e della giovinezza e
qui, con molta probabilit, ha concepito il romanzo: le descrizioni
dei luoghi sono spesso paesaggi che lautore poteva ammirare dalla
piccola collina sulla quale sorge la dimora. Inizialmente doveva
trattarsi di un complesso di case coloniche circondate da vigne e
coltivazioni di gelso che gli antenati del Manzoni avevano unificato e che il nonno aveva fatto ristrutturare in stile neoclassico; il
padre Pietro vi aveva aggiunto la cappella dellAssunta, dove
sepolto. Venduta con tutti i possedimenti lecchesi nel 1818 da
Alessandro Manzoni allindustriale Scola, dal 1962 propriet del
Comune di Lecco che nelle spaziose sale del pianterreno ha allestito il Museo Manzoniano, mentre al piano superiore ha installato la
pinacoteca civica.
Nella frazione di Olate si pu rintracciare la Casa di Lucia e la
Canonica di Don Abbondio nonch il promontorio dello Zucco dove
si suppone potesse trovarsi il palazzo di Don Rodrigo. Le case di
Lucia e del curato potrebbero essere individuate anche ad Acquate
dove, lungo la mulattiera che sale verso Germanedo, si trova il
Tabernacolo dellincontro di Don Abbondio coi bravi. A
Pescarenico, suggestivo villaggio di pescatori affacciato sullAdda,
lattuale parrocchiale la chiesa del Convento dei Cappuccini dove
viveva Fra Cristoforo, piccola costruzione a navata unica con il cinquecentesco altare ligneo, pregevoli e rare composizioni di cera e
cartapesta che decorano la Cappella dellAddolorata, una pala daltare del Cerano raffigurante la Trinit con i Santi Francesco e
Gregorio. Caratteristico e raro il piccolo campanile settecentesco
a sezione triangolare. Da questo villaggio Lucia simbarca per fuggire dalle tirannie del prepotente signorotto e, volgendo lo sguardo
verso il lago, d il suo romantico Addio ai monti.... Litinerario pu
concludersi in Piazza Manzoni davanti alla statua dello scrittore,
opera dello scultore Confalonieri che lo ritrae seduto in atteggiamento meditativo.

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77

LECCO

Alessandro Manzoni
I Manzoni erano originari della Valsassina dove la famiglia si era rifugiata allepoca delle guerre fra Milano e Venezia. A Lecco si stabilirono nel Cinquecento e si radicarono rapidamente nel territorio lecchese: erano mercanti, ma simparentarono ben presto con la nobilt
locale e produssero diversi rami che, staccandosi dal Caleotto, andarono ad abitare in altre parti della citt. Il nonno e il padre di
Alessandro erano personalit illustri nellambito cittadino, proprietari
di vaste aree agricole e molte abitazioni a Lecco e ad Acquate e furono pi volte sindaci della comunit.
Alessandro, protagonista indiscusso dellOttocento letterario italiano,
nacque nel 1785 a Milano da Giulia Beccaria, figlia di Cesare, e dal
conte Pietro Manzoni. Trascorse uninfanzia triste e solitaria nel
Collegio dei Padri Somaschi perch la madre, donna di gran temperamento, imperiosa e vivace, era andata a vivere a Parigi con laristocratico Carlo Imbonati.
Ragazzo timido e sensibile, Alessandro trascorreva in solitudine i
periodi estivi nella casa di campagna a Lecco, imparando ad amare il
dolce paesaggio delle terre lariane e la sua gente laboriosa e mite,
umile e devota.
Dopo la morte dellImbonati raggiunse la madre a Parigi dove assorb
la cultura francese e leredit illuminista.
Spos la calvinista Enrichetta Blondel con la quale vivr i dubbi e le
dolcezze della conversione. A Brusuglio, in provincia di Milano, nella
casa ereditata dallImbonati dove i Manzoni si trasferirono dal 1810,
inizi il periodo pi fecondo della sua vita artistica: pubblic gli Inni
Sacri, il Conte di Carmagnola e lAdelchi e inizi a elaborare il suo
capolavoro.
La moglie mor nel 1833, dopo avergli dato dieci figli, molti morti giovanissimi, e Alessandro, pur nel grande dolore, si rispos quattro anni
dopo con Teresa Borri, donna vivacissima, intelligente e loquace.
Solo nel 1840 usc ledizione definitiva dei Promessi Sposi, il capolavoro italiano della letteratura contemporanea, e inizi per lartista
un periodo di riconoscimenti e onori cui egli si sottrasse chiudendosi
fra le pareti domestiche, a Milano, dove mor il 22 maggio del 1873.
Il territorio lecchese nel quale ambientato il romanzo fu quindi per
il Manzoni solo il regno della sua infanzia e adolescenza, dei possedimenti ereditati alla morte del padre (1807) lo scrittore si era disfatto
gi nel 1818, tuttavia i ricordi giovanili dovevano essere profondamente incisi nella sua anima.

Fra il lungolago e il centro storico


A Lecco si possono visitare altri interessanti monumenti, oppure
fare una rilassante passeggiata sul lungolago o fra le strette vie del
centro storico al quale larchitetto Bovara, allievo del Cagnola, ha
conferito eleganza e armonia.
La Basilica di San Nicol, una delle chiese pi antiche risalendo pro78

babilmente al VII secolo, domina la citt con il suo slanciato campanile goticheggiante e si affaccia al lago dalla Piazza Cermenati.
Limponente edificio stato rimaneggiato pi volte e definitivamente ingrandito e rifatto nel XIX secolo su progetto del Bovara.
Possiede una bella fonte battesimale di marmo nero di Varenna sormontata da un ciborio ligneo del XVI secolo e porte con formelle di
bronzo realizzate nel 1975 dallo scultore Enrico Manfredi.
Pregevole il ciclo di affreschi di scuola giottesca riportati alla luce
durante un recente restauro nella Cappella di SantAntonio Abate,
oggi adibita a battistero. Le pitture, piuttosto compromesse, raffigurano unAnnunciazione, una Deposizione e immagini di Santi; sulla
volta sono episodi della vita di SantAntonio.
Non distante, la Chiesa di Santa Marta, sede dellomonima confraternita, venne edificata nel XIII secolo e rifatta nel Seicento, epoca
alla quale si riferisce laffresco del presbiterio: la facciata settecentesca.
La Parrocchiale di Maggianico nota per i suoi preziosi dipinti fra i
quali spicca il polittico di Bernardino Luini (1515) raffigurante la
Madonna con Bambino e Santi, che i nobili Ghislanzoni hanno
donato alla chiesa durante la peste del 1630, e il trittico di
Gaudenzio Ferrari con SantAntonio fra i Santi Ambrogio e
Gerolamo.
Fra i monumenti interessanti di Lecco ricordiamo il Ponte Azzone
Visconti a otto arcate, edificato nel 1336 nel punto dove lAdda esce
dal lago: allepoca della sua costruzione era completato da due torrette e da un ponte levatoio distrutti nel 1799.
Sulla centrale Piazza XX Settembre, cuore del borgo antico, sinnalza la Torre Viscontea, mastio del trecentesco castello visconteo
trasformato in carcere nel 1818 e oggi sede del Museo Storico. Sulla
piazza si affacciano anche il Palazzo della Vecchia Dogana (gi del
Podest), la semplice casa natale dellabate Stoppani e la casa
Bertarelli, edificio porticato costruito dal Bovara nel 1833.
Nella frazione Castello si trova lelegante Palazzo Belgioioso costruito nel Settecento e arricchito da bei giardini progettati dallarchitetto Pollak. Ora vi sono ospitati i Musei di Storia Naturale e il Museo
di Archeologia dove sono conservati i ricordi dellillustre cittadino

Il fiume Adda
Fiume tutto lombardo, lAdda nasce nellalto bormiese e scorre per i
primi 120 chilometri nella Valtellina, tra le montagne innevate
dellOrtles e del Bernina, prima di sfociare nel lago di Como in prossimit di Colico.
A Lecco lascia il Lario per addentrarsi fra le colline della Brianza e
scorrere poi per altri 140 chilometri attraverso una fertile pianura agricola prima di terminare definitivamente la sua corsa nel Po.
Lasciata Lecco, si allarga nel lago di Garlate per restringersi a
Olginate, dove si trova la diga che regola il deflusso delle acque, ed

79

LECCO

espandersi nuovamente a formare il lago di Olginate.


Il resto del corso incassato fra verdi sponde aulla quali si affacciano
ridenti paesi fino alle rapide di Paderno.
LAdda un confine naturale fra le province di Lecco e Bergamo; in
passato costituiva unimportante via di comunicazione fra la pianura
e le Alpi, ma anche un punto di frequenti scontri fra il Ducato di
Milano e la Repubblica Veneta.
Sulle sue rive fior la vita gi in epoca preistorica e poi durante il
periodo romano come testimoniano ritrovamenti archeologici in
diversi punti. Sia gli Abati di SantAmbrogio che i duchi Sforza e
Visconti hanno sempre ritenuto la vallata di grande importanza strategica ed economica e hanno provveduto a costruire strutture difensive e a studiare sistemi per realizzare una via navigabile fra il lago e
Milano. Leonardo da Vinci soggiorn pi volte in queste zone fra il
1483 e il 1498 e fra il 1506 e il 1513 e nel Codice Atlantico descrisse
molte meraviglie del territorio lecchese, mentre nei Codici di Windsor
si trovano numeri disegni e schizzi di suoi studi per imbrigliare le rapide di Paderno e per rendere navigabile quel tratto di fiume, progetti
realizzati poi nel 1777.
Il corso dellAdda punteggiato da torri e castelli sorti per creare una
linea fortificata soprattutto contro le invasioni venete. Ancora oggi si
possono ammirare le torri quattrocentesche di Olginate e quelle di
Capriate costruite nel VI secolo per osteggiare lavanzata dei barbari.
Ad Airuno un castello del 960 fu trasformato in rocca dagli Sforza e
ora sulle sue fondazioni sorge un santuario dedicato alla Vergine. A
Brivio un possente maniero si specchia ancora nelle acque dellAdda
e al suo interno conserva unara romana e una chiesa medievale.
Altre torri si incontrano in prossimit di Imbersago dove un caratteristico traghetto permette di attraversare il fiume.
Notevoli sono le testimonianze religiose di questi luoghi come il
bellOratorio di San Leonardo a Brivio, con doppio porticato in facciata e una Vergine leonardesca allinterno, o la Chiesa di San Gottardo
ad Arlate, con una severa abside romanica.
A Imbersago il paesaggio dominato dal Santuario della Madonna del
Bosco costruito nel 1641 in bella posizione panoramica. Lo si raggiunge percorrendo una grande scalea presidiata dalla statua del papa
Giovanni XXIII, scolpita nel 1962 da Enrico Manfrini.
Non mancano gli insediamenti industriali che hanno sfruttato lacqua
dellAdda un tempo solcata da imbarcazioni da pesca e da trasporto.
A Garlate vi sono importanti filande quali la Bellingardi e la Abegg
(oggi museo), a Brivio si possono ancora vedere molini e filande mentre nella parte pi meridionale del corso lecchese, verso Milano,
lAdda riflette le belle architetture rurali delle prime cascine agricole.
Il fiume, ricco di storia e di vita, ha ospitato sulle sue rive, soprattutto
nella zona di Merate, sontuose dimore di vacanza quali le settecentesche Villa Montebello dei conti Orsini, con un superbo giardino allitaliana, Villa Baslini e Villa Belgioioso, con balaustre, giardini e viali
alberati che dominato londulato paesaggio.

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lecchese, il geologo Antonio Stoppani (Lecco 1824, Milano, 1891), e


una raccolta di vasi provenienti dalle torbiere di Bosisio Parini
appartenenti alla cultura di Polada (XVI sec. a.C.). Nella sezione
archeologica sono presenti armi celtiche e vasetti preromani provenienti dalla Valsassina, oltre che frammenti di un mosaico di villa
romana e una piccola ara dedicata a Giove.
A Maggianico si trova la Villa Gomes costruita nel 1880 per il famoso musicista brasiliano che nei periodi di villeggiatura estiva usava
ospitare personaggi della scapigliatura lombarda. Dal 1970 propriet dellAmministrazione Comunale di Lecco che vi ha insediato
la Scuola Civica di Musica.

Archeologia industriale
Lecco vanta insigni monumenti di architettura industriale soprattutto lungo la valle del Gerenzone, nelle frazioni di Acquate,
Germanedo e Maggianico: si possono vedere vecchie fabbriche,
officine, edifici dove si praticava la trattura e la torcitura della seta,
mulini e magli che rappresentano la vera storia moderna della citt.

Scalate e attivit sportive


La risorsa turistica legata alla montagna una grande ricchezza per
il lecchese. Separata dalla Brianza dal monte Barro, circondata
dalle cime del Resegone (m. 1875), delle Grigne (m. 2184) e del San
Martino, brullo ma affascinante, e chiusa a nord dalla verticale
parete del Medale, palestra dei rocciatori della scuola dei Ragni di
Lecco, la citt in grado di offrire agli amanti della montagna, sia
in estate sia in inverno, possibilit di praticare vari sport e di gustare una natura dolce e selvaggia allo stesso tempo. La presenza del
lago, inoltre, completa lofferta sportiva permettendo di praticare
numerose attivit nautiche quali canottaggio, vela, sci nautico e
motonautica.

Escursioni consigliate
Civico Museo della Seta
(si verifichi che siano terminati i lavori di restauro)
Seguendo la SS 36, cinque chilometri a sud di Lecco si incontra
Garlate, antico villaggio sede di unimportante pieve fino ai tempi di
San Carlo.
Il luogo fu abitato gi in epoca romana e di quel periodo sono stati
rinvenuti diversi reperti archeologici. Oggi il paese conosciuto per
il Museo della Seta, il primo al mondo dedicato allarcheologia
industriale per quanto riguarda lattivit serica, inaugurato nel 1953
e allestito nellex filanda Abegg, voluto dalla famiglia svizzera proprietaria della fabbrica che nel 1976 lo don al comune di Garlate.
Vi sono raccolti gli strumenti che si utilizzavano per la produzione
della seta, dallallevamento dei bachi alla filatura dei bozzoli, alla
torcitura e alla tessitura..
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Piani di Erna (m. 1250)


La bella conca prativa che si estende ai piedi del Resegone il grande balcone di Lecco raggiungibile in quattro minuti con la funivia
che parte dalla stazione di Versasio, sopra Malnago, sei chilometri
a est di Lecco.
Qui in inverno si pu sciare o praticare sci-alpinismo, destate si
possono fare diverse passeggiate di varia difficolt e durata.
Chi non vuole camminare pu percorrere il Sentiero Natura lungo
il quale 21 pannelli illustrano le caratteristiche della natura locale.
A coloro che vogliono gustare una lunga, ma agevole camminata
fra prati e boschi a una quota fra i 1200 e i 1500 metri consigliabile il periplo del Resegone (5-6 ore ): il sentiero segnato e spesso pianeggiante.
Dalla stazione della funivia si raggiunge il Passo del Giuff per volgere verso sud fino alla Passata, da qui si raggiunge il vecchio confine fra il Ducato di Milano e la Repubblica Veneta e si prosegue per
il Rifugio Monzesi e il Passo del Fo, da dove si scende leggermente verso i Piani di Erna.
Presso lo IAT di Lecco (tel. 0341-369390) o presso gli uffici della
Comunit Montana del Lario Orientale ( tel. 0341-363783) sono
reperibili informazioni dettagliate e carte dei sentieri.
Parco del Monte Barro (ore 2,15 - alt. m. 922)
Si parte da Galbiate iniziando la salita a piedi in Via del Parco per
raggiungere la localit Roncaccio dove si possono vedere alcuni
massi erratici, si procede quindi lungo la vecchia strada per leremo
che si avvicina al Muraiolo, la grande struttura difensiva costruita
dai Goti a mezza costa, fino a raggiungere la Baita degli Alpini.
Scendendo leggermente si imbocca il percorso archeologico che
conduce agli scavi dei Piani di Barra dove nel 1986 sono venuti alla
luce i resti di un grande edificio gotico della fine del V secolo completamente distrutto da un incendio verificatosi nel secolo successivo. Terminata la visita del misterioso sito si torna alla Baita degli
Alpini per riprendere la salita verso lEremo del Barro (m. 732),
enorme costruzione che fu albergo dal 1889 al 1927 poi sanatorio
fino al 1968. Originariamente fu probabilmente un presidio romano
utilizzato, grazie alla sua posizione strategica, anche dagli
Ostrogoti, dai Longobardi e pi tardi dagli Sforza. Venne demolito
dai Francesi nel 1507 per far posto a un convento francescano che
sopravvisse fino alla sua trasformazione in albergo. Del convento
rimane solo la piccola Chiesa di Santa Maria, di origine paleocristiana e rifatta nel Quattrocento, che conserva affreschi di varie
epoche ed attualmente utilizzata come centro visitatori. Da qui si
procede verso la cima del monte che offre una vista spettacolare
sulla Brianza, sulla valle dellAdda, sul lago e sulle montagne circostanti.
Per ulteriori informazioni e cartine si consiglia di contattare la direzione del Parco (tel. 0341- 240215).

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La sponda orientale
Abbadia Lariana
Il caratteristico paese si affaccia sul Lario dal promontorio formato
dal torrente Zerbio: alle spalle ha le belle guglie della Grignetta che
incorniciano lampia conca verde dove sono sparse le frazioni.
Del suo antico passato resta una tomba gallo-romana scoperta nel
1922, resti delle fortificazioni medievali e qualche interessante
affresco gotico sulle facciate di abitazioni private.
Superati gli aspri costoni del Monte San Martino, il paesaggio si
apre sulla Torraccia, primo avamposto del sistema difensivo del
ramo orientale, e sulla Chiesa di San Martino, in frazione Bordino,
che presenta ancora parti di affreschi quattrocenteschi. Il monumento pi significativo tuttavia lantica Abbazia di San Pietro fondata dal re Desiderio nel 770 e rifatta nellOttocento con affreschi
dei Tagliaferri di Pagnona. Del precedente rifacimento secentesco
restano due altari e alcuni affreschi del refettorio del convento.

Piani dei Resinelli


(Escursione consigliata: 2 ore da Crebbio - alt. m. 1278)
Crebbio la frazione raggiungibile in auto sia da Abbadia sia da

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SPONDA ORIENTALE
Mandello. Qui si deve lasciare l0automobile per proseguire a piedi
partendo dalla Chiesa di SantAntonio e seguendo la strada fiancheggiata dalle Cappelle della Via Crucis. Dopo aver attraversato
labitato di Lombrino e passata una piazzetta con lavatoio, simbocca una mulattiera a gradoni abbastanza ripida fino alle baite dei
Colonghei (m. 970). Da qui si continua a salire lungo una ripida
mulattiera oltre il fiume e, dopo aver attraversato un folto bosco, ci
sincammina verso il Rifugio Alippi.

Mandello
Sullampio promontorio deltizio del torrente Meria, Mandello occupa il centro di un vasto anfiteatro di monti dallaspetto dolomitico,
con creste, torri e guglie, costituito dal complesso della Grigna
Meridionale cui fa da contrafforte il monte Cavallo (m. 1922).
La riva e i dolci declivi retrostanti furono abitati fin dalla preistoria,
come testimoniano i ritrovamenti di alcune tombe galliche.
Mandello fu poi sede di unimportante pieve legata a Como anche
dopo la sottomissione del territorio al Ducato di Milano.
Borgo potente e fortificato, alleato di Como contro i Milanesi,
Mandello ha vissuto una storia molto tribolata. Nel 1480 pass sotto
la signoria di Chiara Sforza quindi, alla sua morte, divenne feudo
degli Sfondrati, condividendo il destino di tutta la Riviera. Allinizio
del Cinquecento lott accanitamente contro il Medeghino che proprio qui perse il fratello in una terribile battaglia. Ripetuti saccheggi hanno distrutto buona parte delle sue possenti mura e parecchie
abitazioni antiche.
Il paese rifior nellOttocento grazie allistallazione di numerose
industrie. Un tempo i locali univano alla pesca e allagricoltura lattivit di scalpellino, ma a partire dallOttocento il paese scopr di
avere una particolare vocazione imprenditoriale: il fiume Meria forniva lacqua che attraverso ruote di legno e di ferro forniva la forza
motrice necessaria alla nascente industria locale. Si aprirono filande, officine meccaniche, industrie cartarie, un noto vellutificio, la
famosa Moto Guzzi e, pi recentemente, industrie elettromeccaniche. Il benessere port anche una presenza turistica sul territorio
con la costruzione, lungo la riva, di belle case di villeggiatura circondate da piacevoli giardini: ville Falck, Ceresa Carcano, Fasoli.
Il comune composto da numerose frazioni che dal lago risalgono
il pendio fino a occupare parte del Pian dei Resinelli, tuttavia il
cuore di Mandello il Borgo raccolto in riva al lago attorno alla
Parrocchiale di San Lorenzo. Delloriginaria chiesa dellXI secolo si
salvato solo il campanile, il resto venne rifatto nel Seicento.
Conserva tre belle tele di Agostino Santagostino, stucchi di
Giacomo Scotti e un organo Serassi del 1764. Al caratteristico molo
si affaccia anche la Torre Pretoria, rifacimento medievale di una
torre romana che Francesco Sfondrati trasform in sede amministrativa e serv anche come prigione. Le case a portico strette luna

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allaltra e collegate da angusti vicoli conservano ancora interessanti pitture murali anche se piuttosto degradate.
Al confine fra Mandello e Abbadia, dove passa lantico Sentiero del
Viandante, su una piccola altura si erge la Chiesa di San Giorgio,
vero gioiello dellarte medievale risalente allXI secolo e rifatta nel
Trecento ad aula unica coperta da belle capriate. La leggenda vuole
che sia stata costruita da un crociato al ritorno dalla Terra Santa.
Labside quadrata con volta a crociera. Le pareti sono ricoperte da
un vasto ciclo di affreschi gotici di grande effetto emozionale: un
tripudio di santi, beati, angeli e profeti, fra peccati capitali e opere
di misericordia. Sullarcone campeggia uno straordinario Giudizio
Universale, mentre unintensa Crocifissione occupa la parete di
fondo del presbiterio.

La mitica Moto Guzzi


Il famoso logo della Moto Guzzi sormontato dalla grande aquila ad ali
aperte ha portato la fama di Mandello nel mondo intero. La societ,
sorta nel 1921 grazie allentusiasmo e alla genialit di tre amici che
avevano combattuto insieme durante la Prima Guerra Mondiale, ha
creato un tipo rivoluzionario di motocicletta che ha avuto dapprima
un grande successo nel mondo sportivo poi, nellimmediato ultimo
dopoguerra, nella motorizzazione popolare.
Carlo Guzzi fu il progettista e il tecnico geniale, Giorgio Parodi il finanziatore dellimpresa e Giovanni Ravelli, uno dei pi abili piloti di
motociclette dellanteguerra, lentusiasta ideatore del progetto.
La prima Moto Guzzi 500 cc debutt nel luglio del 1921 con una splendida vittoria nella Targa Florio; il pilota era Gino Finzi e quella fu la
prima di 3329 gare vinte dal 1921 al 1957.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1946, la Guzzi usc con un
altro modello di grande successo popolare, il Guzzino 65 cc, che
costava poco, consumava poco ed era cos alla portata di tutti: fu uno
dei pi grandi successi della casa. Vennero poi le moto grosse e veloci come il Falcone del 1950 e il mitico Galletto. Lindustria era passata dagli iniziali 17 operai ai 1500 dipendenti ed era uno dei fiori allocchiello dellindustria italiana.
Non sono mancati momenti di crisi legati al mutare del mercato
motociclistico, ma i problemi sono sempre stati superati e ancora nel
1996 sono state prodotte oltre 6000 moto. Gli addetti sono scesi a 350
unit, ma il fatturato in crescita ha riportato il desiderio di tornare alle
corse.
Per anni la Moto Guzzi stata il centro di aggregazione di Mandello
promuovendo unintensa vita sociale: famoso il gruppo della canottieri che a partecipato a competizioni sportive di alto livello vincendo anche medaglie doro alle Olimpiadi.
Presso le officine allestito un interessante Museo della Motocicletta
dove sono esposti i modelli pi famosi e dove si pu rivivere la storia
della fabbrica: la visita deve essere prenotata (tel. 0341-709304).
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SPONDA ORIENTALE
Interessante la medievale Chiesa di San Zenone, a Tonzanico, pi
volte rimaneggiata, che si presenta oggi a pianta quadrata e a due
navate con facciata neoclassica. Qui le famiglie nobili mandellesi
usavano seppellire i loro congiunti come ricordano molte lapidi.
Conserva begli affreschi quattrocenteschi che illustrano Storie della
Vergine e una Crocifissione.
In riva al lago sorge il secentesco Santuario della Madonna del Fiume
costruito, secondo la leggenda popolare, per accogliere limmagine
della Vergine proveniente da una cappelletta a monte che il Meria
aveva travolto e che era stata trovata miracolosamente intatta a
valle. La chiesa fu rimaneggiata allinizio del Novecento, ma conserva una ricca decorazione a stucco dello Scotti e un ciclo di affreschi secenteschi con Storie della Vergine.
Emozionante laffresco quattrocentesco raffigurante una bella
Madonna con Bambino che si trova nel Santuario di Santa Maria
Nascente di Debbio: la chiesa del XIII secolo intitolata a Santo
Stefano fu trasformata in santuario verso la fine del XVIII secolo.

Lierna

Malgrate il primo centro abitato di questa sponda, posto di fronte


a Lecco cui sempre stato collegato, prima della costruzione dei
ponti, da un traghetto.
Dallantico imbarcadero, attorno al quale si allunga il centro storico, partono strette viuzze e ripide scalotte che, risalendo le falde del
monte Barro, portano verso la parte alta del paese con un susseguirsi di portoni antichi, archi, balconcini e leggiadre logge.
Il paese, un tempo fortificato e protetto da un castello, fu spesso
distrutto nel corso dei secoli e poche sono, dunque le testimonianze artistiche del passato che vi si possono trovare. Interessante la
Parrocchiale di San Leonardo, situata nella parte alta del paese,
costruita nel Cinquecento, ma con la facciata neoclassica progettata dal Bovara. Conserva il bel campanile a cono cestile e un prezioso ciborio secentesco. Importante il Palazzo Agudio, salotto della
colta societ milanese ottocentesca dove vennero spesso ospiti gli
scrittori Giusti, Verri, Imbonati e Parini, che a Malgrate pare abbia
composto parte del suo poemetto Il Giorno.

Oliveto Lario

Diviso da Mandello da uno sperone roccioso, Lierna pu vantare


antichissime origini risalenti allEt del Bronzo come attestano
numerosi reperti recuperati in riva al lago. In epoca romana deve
aver avuto notoriet come zona di villeggiatura per il suo buon
clima e, forse, per la presenza di acque termali se al Museo di Lecco
sono esposte alcune colonne e parte di un pavimento musivo provenienti da una villa romana ritrovata a Lierna.
Anche il Cristianesimo vi simpiant fino dai suoi primordi, infatti la
Parrocchiale di SantAmbrogio, pure se venne ricostruita nel XVII
secolo, di fondazione altomedievale e il suo campanile romanico
uno dei pi antichi della Riviera di Lecco. Il vecchio borgo fortificato occupava il promontorio che si protende nel lago ed era dotato di una possente torre che fu distrutta dai Comaschi. Ancora oggi
quel nucleo di vecchi edifici chiamato Castello. Nel suo perimetro
si trova lOratorio dei Santi Maurizio e Lazzaro con affreschi, allinterno e allesterno, che risalgono al Quattrocento e al Cinquecento.
Il comune di Lierna composto da 11 frazioni disseminate sui pendii fra lago e monti, fra fertili campagne e belle spiagge, benedette
da un clima dolcissimo che invita alla vacanza.

Malgrate
Risalendo la sponda occidentale del ramo di Lecco la natura appare pi aspra e meno ridente, le pareti del Moregallo cadono a strapiombo nel lago e la presenza di insediamenti industriali non
ingentilisce la zona. Il paesaggio si fa pi distensivo verso la parte
centrale del lago, ma i paesi che si incontrano non sono numerosi.

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Continuando lungo la stretta strada che segue serpeggiando la


costa sinuosa e, dopo aver passato il costone del Moregallo con le
sue antiche cave di pietra e calce e la grande fornace, il paesaggio
si apre su una conca verdeggiante ed ecco apparire Oliveto Lario,
grosso comune che comprende gli abitati di Onno, Vassena e
Limonta.
Le ultime propaggini della montagna sono ricoperte da ulivi che
permettono ancora oggi una piccola produzione del rinomato olio
locale. La lavorazione del legno dulivo, poi, ha favorito lo sviluppo
di un artigianato tipico di questa zona.
Onno, il primo villaggio che si incontra, accoglie il visitatore con la
barocca Chiesa di SantAnna dove sono conservati interessanti
affreschi eseguiti probabilmente fra i secoli XIV e XV. Al centro dellabitato si visita la Parrocchiale di San Pietro, pure barocca, nella
quale si trova un pregevole affresco del 1432, dipinto dei Seregnesi,
che stato strappato da una casa e rappresenta la Crocifissione.
Limonta, lultimo paese di questa riviera, adagiato in unampia
baia folta di ulivi e delimitato da due interessanti chiesette che sorgono sulle due punte estreme: San Dionigi, a sud, e la Madonna del
Moletto a nord. Questultima costituita da due costruzioni sovrapposte, una del 1606 e laltra del 1640, e conserva affreschi di Gian
Paolo Recchi.
Limonta col soprastante borgo di Civenna fu feudo degli Abati di
SantAmbrogio di Milano dall835 fino allinstaurarsi della
Repubblica Cisalpina. Al centro del paese si vede ancora il Palazzo
degli Abati accanto alla Parrocchiale di SantAmbrogio dove si possono ammirare un bel polittico quattrocentesco con Madonna e
notevoli stucchi e affreschi del Settecento.

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VALSASSINA

Valsassina
La Valsassina un solco vallivo sulle alture a est del lago di Como
che separa il gruppo delle Grigne dalle Prealpi bergamasche. Inizia
alla sella di Balisio (m. 732), una gola fra i dirupi dello Zucco di
Campei e dello Zucco di Dasio che si apre sulla conca di Ballabio, e
termina a Tremenico dove il torrente Varrone scende precipitoso
verso il lago. La chiude limponente profilo del monte Legnone (m.
2610), la montagna pi alta del Lario.
Una strada che sale da Lecco attraversa longitudinalmente la valle
toccando i paesi pi importanti e inerpicandosi fra pendii scoscesi
e boscosi, dolci declivi e belle spianate erbose: corre per un tratto
lungo la vallata del Pioverna che abbandona a Taceno per volgere

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a nord verso Premana, dove incontra la Val Varrone.


Sempre presenti sono le cime delle Prealpi che, attraverso i gruppi
del Resegone, delle Grigne e del Legnone si congiungono alla catena delle Alpi Orobiche creando uno straordinario scenario di vette
appuntite e di cime arrotondate segnate da profondi dirupi percorsi al fondo da impetuosi torrenti dalle acque scintillanti.
Il territorio pu essere diviso in tre zone: la Valsassina meridionale
caratterizzata da vaste conche prative un tempo adibite a pascolo e
oggi sfruttate soprattutto per gli sport invernali; la Valle di Casargo
nella parte mediana che fa da collegamento con lalta Valsassina,
patria del ferro, e che attraverso la Val Muggiasca da Taceno porta
a Bellano, sul lago; la Val Varrone che attraverso un territorio
impervio e selvaggio unisce Tremenico a Dervio con una strada che
corre incassata fra ripidi costoni con innumerevoli tornanti.
Pur con le difficolt naturali di accesso, la Valsassina stata abitata fin dalla preistoria da Orobi, Etruschi e Galli, poi dai Romani e dai
Longobardi. Notevoli fortificazioni sono state predisposte nel
Medioevo per proteggere la zona dalle invasione provenienti da

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VALSASSINA
nord e dagli attacchi della Repubblica Veneta.
Gli arcivescovi di Milano qui stabilirono la loro corte prima che la
zona passasse alla potente famiglia dei Della Torre e quindi, nel XIV
secolo, entrasse a fare parte del Ducato di Milano. Nel 1521 il
Medeghino se ne impossess per creare un territorio indipendente,
ma labbandon poi agli Spagnoli che la incorporarono nuovamente al Ducato di Milano.
I Lanzichenecchi attraversarono la valle portando devastazioni e
morte avviando un periodo di tribolazioni e decadenza che spinse
alla fuga molti valligiani e terminer solo con la dominazione
austriaca.
Queste aspre terre, non facili da raggiungere, sono state sempre
contese per labbondante presenza di minerali di ferro, piombo e
argento che venivano lavorati nelle fucine locali. La legna da trasformare in carbone non mancava e cos il Ducato di Milano ha
potuto trarre enormi profitti da queste terre non troppo lontane
dalla pianura. Ancora oggi si possono vedere le vecchie cave e le
fucine cinquecentesche abbandonate lungo antiche mulattiere e in
luoghi impervi.
In tempi pi recenti si sviluppata la pastorizia e lallevamento dei
bovini che ha dato inizio a una fiorente attivit casearia con la pro-

Casere e formaggi
Culla delle numerose famiglie che hanno legato il loro nome agli ottimi latticini e agli squisiti formaggi locali ora divenuti specialit italiane (Cademartori, Ciresa, Galbani, Locatelli, Invernizzi, Mauri), la
Valsassina ancora nota per la sua produzione casearia.
Lallevamento del bestiame sempre stato una delle risorse di queste
terre che i valligiani hanno saputo utilizzare con saggezza e amore. Il
patrimonio bovino si ridotto in quantit nei decenni successivi allultima guerra, ma sforzi recenti lo stanno migliorando nella qualit.
I prodotti pi rappresentativi sono il taleggio e la robiola: il primo un
formaggio grasso a pasta molle e cruda e a maturazione rapida, ricavato esclusivamente da latte intero di vacca; la seconda si ottiene
dalla stessa cagliata del taleggio, ma un po pi piccante per il maggior contenuto di sale e perch matura in modo diverso.
La qualit del formaggio legata allalpeggio del bestiame: si producono formaggi grassi sulle Alpi Sasso, Bobbio e Campello; semigrassi, ricotta o burro nelle malghe degli alpeggi di Giumello, Camaggiore,
Dolcigo e Pian delle Betulle; magri negli alpeggi di Marrone; mentre i
caprini provengono dallAlpe dAgrogno sopra Tremenico.
I formaggi possono essere grassi o semigrassi, dolci o piccanti secondo il grado di maturazione e il tipo di latte utilizzato: intero o scremato, di mucca o di capra o di tutti e due insieme. La maturazione
avviene ancora nelle vecchie casere, luoghi con particolarre umidit
e aerazione dove si compie la stagionatura. Spesso si tratta di grotte
naturali o costruite con particolari criteri alle pendici del Grignone.
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duzione di latticini riconosciuti fra i migliori dItalia.


Infine si sviluppato anche il turismo. Lattaccamento alla propria
terra, limprenditorialit e la grande capacit lavorativa dei valligiani hanno saputo accostare la bellezza alla tecnica. Lungo tutta la
Valsassina sono state create strutture sportive di altissimo livello
soprattutto per quanto riguarda le stazioni sciistiche e lalpinismo.
Gli antichi paesi si sono trasformati in comode localit di villeggiatura estiva e invernale dove le soluzioni tecnologiche si sposano
alla spettacolarit della natura e al fascino delle tradizioni.
In Valsassina non mancano neppure le opere darte: i pendii delle
montagne sono punteggiati da ardite chiesette e ogni paese ha la
sua parrocchiale spesso arricchita da veri tesori offerti, in passato,
dalle confraternite degli emigranti che mai dimenticavano i luoghi
natii. Soprattutto nel XVI secolo si registr un gran fiorire di chiese
barocche, decorate da stucchi e affreschi, sorte nella frenesia rinnovatrice della Controriforma.

Ballabio
Il primo paese che si incontra dopo aver risalito la valle del
Gerenzone, a 800 metri daltitudine in una bella piana fra la Grigna
Meridionale (m. 2184) e il monte Due Mani (m. 1666), dista solo otto
chilometri da Lecco. Le sue bellezze naturali e la possibilit di fare
numerose escursioni lhanno reso uno dei centri di villeggiatura pi
noti della Valsassina. A nove chilometri dal paese si trova il Pian dei
Resinelli, vasto altopiano ai piedi della Grignetta. Alle pendici del
monte Coltignone, il Parco Valentino offre la possibilit di gradevoli
camminate panoramiche e naturalistiche. Gli appassionati di sport
invernali possono usufruire di sciovie e di un trampolino di salto.
Lo sviluppo del turismo non ha penalizzato lindustria casearia che
qui legata allimprenditorialit delle famiglie Locatelli e Galbani.
Pur essendo perfettamente integrata nella vita valligiana, Ballabio
considerata unappendice di Lecco perch la porta della valle la
Sella di Balisio, langusto vallone un tempo fortificato che introduce
alla valle del Pioverna.

Cremeno
La moderna cittadina sorge in uno splendido anfiteatro di montagne dove i condomini hanno preso il posto dei cascinali. Cremeno
una delle stazioni invernali pi frequentate perch offre agli sciatori la comoda funivia che da Moggio porta alle piste dei Piani
dArtavaggio. Non mancano chiese interessanti da visitare, anche se
molto rimaneggiate negli ultimi due secoli. La Parrocchiale di San
Giorgio, in posizione sopraelevata rispetto al paese, imponente
con il pronao a balaustra cui si accede attraverso un ampio scalone e le Cappelle della Via Crucis che circondano la piazza. La fac-

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VALSASSINA
ciata neoclassica e allinterno conservato un bel polittico del
1534 di Sigismondo de Magistris e del suo allievo Arcimboldi che
raffigura la Madonna con Bambino. Notevole la Chiesa di San
Rocco, patrono del paese, di origini molto antiche, che alla fine di
numerosi cambiamenti stata trasformata in sacrario per i caduti
in guerra. All interno si pu ammirare la cinquecentesca pala di
San Rocco raffigurante la Madonna con Bambino fra i Santi Rocco
e Sebastiano, realizzata da Stefano da Pianello.

Barzio
La localit turistica pi conosciuta della valle, posta ai piedi del
monte Zuccone Campelli (m. 2161), collegata ai Piani di Bobbio da
una funivia che in dieci minuti raggiunge il vasto altopiano provvisto di ottime piste da sci.
Un tempo qui regnava la pastorizia e il commercio del legname, poi
le cascine hanno lasciato il posto a moderne case di villeggiatura.
Barzio il paese dorigine della famiglia Manzoni, dove nacque il
padre del grande scrittore: la loro bella casa signorile oggi adibita a biblioteca comunale. Fra le chiese, meritevole di nota la
Parrocchiale di SantAlessandro risalente al VII secolo, pi volte
ampliata gi in tempi lontani e molto trasformata nei secoli pi
recenti. Linterno ricco di arredi e decorazioni barocche oltre che
di interessanti tele secentesche e settecentesche fra le quali spicca
la pregevole Decollazione del Battista eseguita da Stefano
Montalto nel 1656.
LOratorio di San Giovanni, sconsacrato, accoglie il Museo Medardo
Rossi che espone linteressante collezione di opere varie (bronzi,
gessi, cere, disegni) eseguite dallo scultore fra il 1882 e il 1906.

Pasturo
Posto alle pendici della Grigna Settentrionale fra belle conche prative e pascoli soleggiati, Pasturo ancora zona di allevamento del
bestiame ed la patria del taleggio e delle famose robiole. Il borgo
antico, nella parte alta del paese, conserva le tipiche architetture
contadine dalle belle case di pietra con loggiato di legno e facciate
affrescate. Agnese, la madre della Lucia manzoniana, era nativa di
Pasturo e qui se ne pu ancora identificare la presunta casa.
La localit fu abitata gi dalla preistoria come testimoniano resti
risalenti allEt del Ferro rinvenuti nella vicina frazione di Baiedo. Il
borgo in posizione strategicamente importante dove il torrente
Pioverna sincunea in una stretta gola fra due alti speroni rocciosi
dominati dalla Rocca. Restano poche tracce dellimponente castello con fortilizio di epoca romana, ma il posto, regno indiscusso
della potente famiglia Arrigoni, nel Medioevo fu teatro di sanguinose battaglie fra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia. Il

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complesso fu poi smantellato nel 1513 dagli abitanti stessi.


A Pasturo, oltre ai panorami sensazionali e alle stupende passeggiate che si possono fare, ancora possibile visitare chiese con
interessanti opere pittoriche.
La Parrocchiale di San Eusebio certamente la pi suggestiva anche
se nulla resta, nelle sue linee architettoniche, dellantica chiesa trecentesca, gi molto trasformata nel XVI secolo e ulteriormente
modificata in epoche pi recenti. Le diverse fasi di ristrutturazione
sono testimoniate dai cicli di affreschi giunti fino a noi: i pi antichi
sono certamente quelli che illustrano la vita di San Giuliano, con la
straordinaria scena delluccisione dei genitori, quelli che probabilmente decoravano lantico presbiterio raffiguranti San Giorgio e
parte di una probabile Madonna in Trono di fattura quattrocentesca. Sulle pareti e nel sottarco le scene della vita della Vergine sono
invece cinquecentesche, mentre le grandi tele che raffigurano
momenti della vita di SantEusebio sono state dipinte da Luigi Reali
nel Seicento. Numerosi sono gli affreschi ottocenteschi sulla volta
della navata e del presbiterio eseguiti da Antonio Sibella, le immagini della facciata sono invece di Luigi Tagliaferri.
La Chiesa di San Giacomo, pure dantiche origini ma completamente rifatta in epoca barocca, conosciuta per la tela secentesca della
Madonna della Cintura. Sulla volta del presbiterio elaborate cornici
a stucco racchiudono episodi della Vita della Vergine affrescati nel
Seicento, mentre alle pareti sono appese della stessa epoca, alcune
dipinte da Luigi Reali.
Accanto al cimitero, dov sepolta la poetessa Antonia Pozzi, la
Chiesa di SantAndrea gi esisteva nel XIII secolo, ma venne riedificata nel Seicento e oggi si presenta spoglia allinterno.

Vetta del Grignone


(Escursione consigliata: 4 ore - alt. 2409 - sentiero n. 33)
La salita inizia nel centro di Pasturo (m. 650) da dove inizia la
mulattiera che attraverso i boschi di Monten e passando accanto
alla Chiesetta degli Alpini raggiunge lAlpe Cova.
Da qui si prosegue alla volta del Rifugio Pialeral (m. 1428) e poi,
continuando a seguire la costa attraverso i pascoli di Cant e superata la ripida rampa della Bocchetta della Bassa, seguendo la cresta
si raggiunge lagognata vetta da dove si gode un panorama straordinario.

Rifugio Riva
(Escursione consigliata: ore 1.30 - alt. m. 1100 - sentiero n. 34)
Per chi ha meno tempo disponibile, ma desidera comunque avere
una visione dinsieme della splendida conca di Pasturo consigliamo
questo itinerario di non eccessiva difficolt, adatto anche per i principianti. Dalla piazza comunale di Baiedo (m. 632), oltre il lavatoio,
inizia la mulattiera che esce dal paese e porta alla Nava di Baiedo.
Si sale fino al Col di Nava da dove si scende verso un piccolo torrente per risalire lopposto pendio che conduce al Rifugio Riva.

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VALSASSINA

Introbio

Alpe di Biandino

Passata la Rocca di Baiedo, il paesaggio cambia; la valle scendendo dolcemente si fa pi stretta e pi varia e pi sinuosa, fiancheggiata da pendii boscosi e scoscesi che terminano con cucuzzoli rocciosi. Sui fianchi si aprono piccole valli secondarie non prive di
fascino e il tutto dominato dal possente Grignone.
Introbio il primo paese della media Valsassina e pu essere considerato il capoluogo della Valle: nel Trecento qui era il Pretorio e
oggi qui ha sede la Comunit Montana.
Trovandosi sulla pi importante via di comunicazione fra Milano e
la Valtellina, la zona venne fortificata in epoca medievale e di quelle strutture difensive oggi ancora visibile la massiccia torre che si
erge al centro del paese dove si concentrano alcune case antiche
con interessanti affreschi sulle facciate.
Introbio deve il suo primo sviluppo ai giacimenti di ferro, piombo e
argento, i pi importanti del Ducato di Milano, situati soprattutto sul
versante occidentale del Pizzo dei Tre Signori. Le fucine erano
lungo il torrente Troggia, cio in Troggia, e proprio da l deriva il
nome del paese.
Non lontano dallabitato si incontrano le cascate descritte da
Leonardo da Vinci che ben conosceva le bellezze e le potenzialit
economiche di questo territorio.
La tradizionale mentalit imprenditoriale degli Introbiesi oltre che
nel turismo, supportato da moderne strutture, si riversata in altre
attivit fra le quali le pi note sono lo stabilimento dimbottigliamento dellacqua minerale Nordio e lottima caseificio Cademartori
che sfrutta le vecchie straordinarie casere del posto.
Fra i monumenti artistici ricordiamo la Parrocchiale di SantAntonio
che si trova lungo la strada provinciale. La chiesa del XVI secolo
stata rifatta nel tardo Ottocento e conserva una pregevole tela cinquecentesca con lo stemma della famiglia Arrigoni che lha donata
e alcuni lacerti di affreschi quattrocenteschi con figure di santi.
Allingresso del paese, in posizione leggermente rialzata, la Chiesa
di San Michele era decorata con affreschi di diverse epoche essendo stata pi volte ristrutturata: i pi antichi si trovano ai lati del presbiterio, ma sono solo frammenti di difficile lettura, mentre sulle
pareti della navata sono dipinte suggestive Madonne con santi e
una Trinit in Mandorla risalenti al Quattrocento, come anche la
Crocifissione dellarco trionfale. Le pitture del presbiterio risalgono
al Cinquecento e rivestono particolare valore in quanto rappresentano la processione che secondo la tradizione ricordava lintervento miracoloso di San Michele per domare un animale feroce che
insidiava il paese. Altri affreschi, ottocenteschi, sono opera dei pittori Tagliaferri e Sibella, mentre alcuni quadri sono settecenteschi.
Da San Michele, seguendo un sentiero fiancheggiato dalla Via
Crucis si raggiunge la Chiesa di Santa Caterina con belle decorazioni seicentesche a stucco.

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(Escursione consigliata: 2 ore - alt. m. 1589)


Da Introbio, dopo aver ammirato la cascata della Troggia, si risale
la valle del torrente fino a giungere a Biandino, stupenda conca
morbidamente ondulata, coperta da verdi pascoli e circondata dalle
superbe cime del Pizzo dei Tre Signori (m. 2554), della Cima di
Camisolo (m. 2156), dello Zucco di Valbona (m. 2133), del Pizzo
Varrone (m. 2332), della Cima di Biandino (m. 2020) e del
Cornagera (m. 2048).
Nel centro dell conca si trova la chiesetta della Madonna della Neve
eretta nel 1664, dove gli Introbiesi salgono il 5 di agosto per ringraziare la Madonna che nel 1836 ha risparmiato il paese dal contagio
del colera. Antonio Balbiani nel suo romanzo Lasco ci dice anche
che le giovani spose usavano salire fin quass per ricevere la benedizione della Madonna prima di celebrare le nozze.
Il panorama entusiasmante: dalla base del Pizzo dei Tre Signori
(cos chiamato perch un tempo costituiva il confine fra il Ducato di
Milano, la Repubblica veneta e i Grigioni svizzeri), che drizza il suo
corno ignudo verso il cielo, si dominano lintera vallata del Troggia
e le belle cime circostanti.

Primaluna
Gi maggiore centro religioso della Valsassina, sede di unimportante pieve, Primaluna dal XII secolo fu borgo fortificato della
potente famiglia milanese dei Della Torre.
Ogni frazione possiede una sua chiesa e per di pi ci sono diversi
santuari mariani nel territorio comunale: tutti hanno notevole
importanza locale, ma, a parte numerosi dipinti del Seicento e
dellOttocento, non hanno veri capolavori.
La chiesa pi significativa la Preposituale dei Santi Pietro e Paolo
affiancata da un possente campanile. Di antica origine, venne pi
volte rimaneggiata e ingrandita. Allinterno si vedono diversi quadri secenteschi, decorazioni a stucco del Settecento e un antico
Crocefisso ligneo che era portato in processione il Venerd Santo.
Importante, nella frazione Barcone, il Santuario dellImmacolata
originariamente dedicato a Santa Maria delle Grazie. Risale al XV
secolo e conserva alcuni affreschi della stessa epoca, ma rovinati.
In buone condizioni invece quello, ancora oggi venerato, della
Vergine avvolta in un sontuoso manto con Bambino benedicente.
Nella chiesa si trovano quattro belle tele dipinte da Luigi Reali nel
Seicento e inquadrate da cornici a stucco. Sulla volta sono affrescate scene della Vita della Vergine di ignoto autore ottocentesco,
mentre la facciata stata dipinta nel 1870 da Gian Maria Tagliaferri.
La frazione di Cortabbio, gi corte degli Arcivescovi milanesi, conta
diversi santuari: il pi noto quello della Madonna della Neve, di
origine cinquecentesca, situato nella parte alta dellabitato.

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VALSASSINA

Cortenova
Arroccato sulle ripide pendici che scendono verso il Pioverna, e
dominato dalle strane forme dei picchi della Grigna Settentrionale
dove si trovano importanti cave di barite e di piombo, Cortenova
conserva lantica struttura medievale con vie tortuose e case strette attorno alla chiesa principale. Fu, come ben dice il suo nome,
corte feudale. Dista 12 chilometri da Bellano cui collegata dalla
strada della Val Muggiasca.
Le due frazioni hanno differenti vocazioni economiche: a Bindo si
producono latticini, mentre a Prato San Pietro prevale lartigianato.
Nella seconda localit si trova il secentesco palazzo della famiglia
Fonda che con quella dei Mornico divideva il primato sulle fonderie
del ferro.
La Parrocchiale dei Santi Gervasio e Protasio, del XIII secolo, fu riedificata nel 1628 e ampliata nel 1894. La facciata e linterno sono stati
decorati nel 1955 con dipinti di Pierino Motta, mentre sulla controfacciata stato trasferito un affresco cinquecentesco con Madonna
e Santi, strappato da una casa del paese.
Il cinquecentesco Oratorio di San Fermo vanta un altare con statue
della Vergine e dei santi Nicola da Tolentino, Fermo, Ambrogio e
Cecilia cui la chiesa dedicata.

Parlasco
Il centro rurale che sorge ai piedi dei Pizzi di Parlasco, dove il torrente Pioverna comincia la sua precipitosa discesa verso il lago,
la porta della Val dEsino. Alcune case sono ancora decorate da
affreschi votivi di notevole bellezza, cos come la Parrocchiale di
SantAntonio Abate, bianca chiesa che si erge solitaria ed elegante
su un ampio falsopiano.
In tempi recenti, lungo le vie del paese sono state dipinte grandi
scene tratte dalle vicende del leggendario brigante Lasco dal quale
la localit prende il nome (Per Lasco Parlasco).

Vendrogno
Il principale centro della Muggiasca un insieme di piccole frazioni sparpagliate sulle ampie pendici boscose del monte Muggio (m.
1754) e affacciate sul lago di Como. Ognuna ha la sua chiesa, normalmente posta allestremit orientale del paese, accanto al cimitero. Molte conservano vecchie case, alcune con affreschi votivi di
varie epoche. Vendrogno, oltre alla Parrocchiale di San Lorenzo, ha
due chiese importanti: il Santuario della Beata Vergine di Loreto
costruito nel 1630 per assolvere al voto per lo scampato pericolo
della peste; la Chiesa di SantAntonio Abate in localit Bruga, con
affreschi cinquecenteschi.
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Straordinaria per la sua posizione panoramica la frazione di


Noceno e soprattutto lOratorio di San Grato che di erge su uno sperone roccioso che domina Bellano: al suo interno si vede la duecentesca statua del Santo.

Taceno
Lantico abitato, che si sviluppa sul versante meridionale del monte
Croce di Muggio, nel punto dove il torrente Maladiga si getta nel
Pioverna, il paese che introduce alla Val Casarga che a sua volta
collega la Valsassina con la Val Varrone.
Qui si trova ancora unimportante fonderia di rame che utilizza lacqua del torrente Maladiga per far funzionare i suoi impianti; un
tempo produceva chiodi e attrezzi agricoli, oggi si dedica soprattutto alla produzione di paioli di rame. Al suo interno si pu ammirare un maglio del Settecento.
Taceno altres famoso per il Centro termale di Tartavalle, appena
fuori il paese, che dal 1839 sfrutta una sorgente di acqua ferrosa
adatta a curare le malattie del fegato, della pelle e dellapparato

La leggenda dei Santi Eremiti


Certe chiesine aggrappate alle pendici dei monti, molto isolate e in
bella posizione panoramica hanno strani nomi di santi che nessuno
conosce e che raramente si trovano sui calendari, ma in Valsassina
sono noti e diffusamente venerati.
Si racconta che un tempo, da queste parti, vivevano otto fratelli e una
sorella, soli e poverissimi. Possedevano una nocciola e un giorno che
avevano tanta fame decisero di dividerla in nove parti. Uno dei fratelli rifiut la sua porzione per generosit nei confronti degli altri e, dopo
qualche tempo, mor di fame. I sette fratelli rimasti e la sorella furono
presi dai rimorsi per non aver insistito che ognuno mangiasse la sua
parte, si appartarono per pregare in silenzio e poi decisero di isolarsi,
ciascuno in cima a un monte, per far penitenza ed espiare la loro
colpa. La sera ognuno accendeva un piccolo fuoco per indicare agli
altri la propria presenza.
La sorella era andata a vivere vicino a Casargo, sotto il valico di
Piazzo dove oggi si trova la chiesetta romanica di Santa Margherita.
Fedele si era ritirato sopra il passo di Piazzo, Sfirio sulle pendici del
monte Legnoncino, Calimero su un poggio alle falde del Grignone
sopra Pasturo, Ulderico sotto la cima del monte Croce di Muggio,
Defendente su unaltura a nord di Esino, Grato sopra Bellano e
Gerolamo sopra Camaggiore.
La piet popolare diede alle montagne il nome degli otto Santi Eremiti
e in ogni luogo dove si erano ritirati a far penitenza venne costruita
una cappella. Sono tutti posti bellissimi che meritano una lunga, e talvolta anche faticosa, passeggiata.

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VALSASSINA
digerente. Si verifichi che i lavori di rinnovamento siano terminati
La Parrocchiale di Santa Maria Assunta, pur avendo origini molto
antiche, stata ristrutturata pi volte e pu vantare solo decorazioni pittoriche ottocentesche.

Margno
Uno dei centri pi importanti della Val Casarga si stende nella dolce
vallata del Maladiga fra il Cimone di Margno e il monte Muggio, in
un ambiente di verdi praterie e boschi di castagni e faggi. Localit
turistica in espansione, un paradiso per gli sciatori che grazie alla
moderna funivia e alle sciovie a essa collegate possono facilmente
raggiungere i campi da sci del Pian delle Betulle (m. 1480).
Interessante la Parrocchiale di San Bartolomeo, al centro del borgo
storico, che si apre su una caratteristica piazzetta circondata dalle
secentesche Cappelle della Via Crucis. La chiesa risale al XIV secolo, ma stata rifatta in epoca gotica e poi rimaneggiata pi volte.
Linterno abbondantemente decorato e conserva testimonianze di
diversi periodi fra le quali spicca il prestigioso polittico cinquecentesco raffigurante la Crocifissione, alcuni santi e scene della vita del
Cristo e della Vergine.
Suggestiva e curiosa la Chiesa degli Alpini al Pian delle Betulle,
progettata nel 1959 dallarchitetto Mario Cereghini di Lecco. La
costruzione, moderna, ha la forma di una tenda con un campanile
cilindrico che ricorda i minareti albanesi e realizza un voto fatto dai
soldati del battaglione Morbegno nel 1941, quando erano in
Albania durante la Seconda Guerra Mondiale.

Casargo
Il fiorente centro agricolo montano, adagiato fra boschi di conifere
e prati verdeggianti, vanta pure una lunga tradizione artigianale
nella lavorazione del ferro e una grande propensione per il turismo. Molto ben attrezzata con impianti sciistici lAlpe di Paglio
che si pu raggiungere con una carrozzabile da Somadino.
La Parrocchiale di San Bernardino da Siena stata ristrutturata a
met del Seicento, ma la maggior parte della decorazione pittorica
stata realizzata nellOttocento dai Tagliaferri di Pagnona.
Molto suggestivo lOratorio di Santa Margherita, in frazione
Somadino, situato poco sotto il Passo di Piazzo su uno sperone roccioso. NellXI secolo la strada che collegava la Valsassina con la
Valtellina passava proprio sotto il suo portico. Della chiesetta romanica originale, che si riallacciava alla leggenda dei Santi Eremiti
lariani, non resta che labside. Allinterno, alcuni affreschi del XIII
secolo, nella zona absidale, sono in cattivo stato di conservazione,
mentre la parete affrescata nel Cinquecento conserva il dipinto
della Vergine con Bambino fra Santa Margherita e San Giorgio.

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Sulle pendici di queste montagne, in belle posizioni panoramiche si


trovano parecchie altre chiesette, ricordiamo: lantica Parrocchiale
di San Martino, fra le frazioni di Indovero e Narro, con un bel campanile romanico; la Chiesa di San Gottardo, nel vecchio borgo di
Indovero; la Chiesa di San Rocco a Narro.

Premana
Il grosso borgo in forte espansione e dallaspetto florido sorge nellalta Val Varrone, a 1000 metri di altitudine, e ha ancora belle case
affrescate aggrappate al pendio e addossate luna allaltra con deliziosi portici e scalette scoscese che portano ad antiche piazze,
prima fra tutte la Piazza del Consiglio, al centro del borgo, con il
portico e il vecchio forno e sulla quale si affaccia la Chiesa di
SantAntonio.
Da tempi immemorabili Premana la patria della lavorazione del
ferro, per questo gi noto in epoca romana e sfruttato dai duchi
milanesi per la produzione di armi da guerra. I Mornico, importante famiglia locale, possedevano numerose fonderie che funzionavano grazie al carbone di legna prodotto dalle carbonaie locali.
Oggi lattivit continua alla grande per la rinomata produzione di
forbici e coltelli: si contano circa 150 officine artigiane.
Il Museo Etnografico di Premana sicuramente uno dei pi interessanti della regione lariana: vi sono raccolti utensili e attrezzature
per la lavorazione dei latte, dei cereali e soprattutto del ferro. Un
settore dedicato ai costumi tradizionali ancora usati in occasione
di feste popolari. Il museo fu inaugurato nel 1974 grazie al concreto contributo dei valligiani che hanno donato il materiale esposto.
La Parrocchiale di San Dionigi conserva le reliquie di SantIlario e un
grandioso polittico dedicato a San Rocco e alla Vergine, risalente
alla met del Cinquecento. Il resto della decorazione pittorica risale prevalentemente allinizio del Novecento ed opera del
Tagliaferri.
Le numerose feste che ancora oggi si svolgono a Premana dimostrano lattaccamento dei locali alle antiche tradizioni: lanno inizia
con la Cavalcata dei Re Magi, continua con la Festa della Neve e
lAllontanamento dellInverno a gennaio, prosegue con la celebrazione di SantIlario a luglio e con il past comune in estate sugli
alpeggi per salutare la fine della mietitura, si conclude infine con la
Festa della Madonna del Rosario e quella delle castagne a ottobre.

Pagnona
Sempre nellalto corso del Varrone, ma sui pendii che portano al
torrente Varroncello, Pagnona un biancheggiante agglomerato di
antiche case con portali e balconi di ferro battuto e pareti affrescate, tutte strette intorno alle spesse mura della torre medievale,

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caposaldo della difesa viscontea contro le incursioni venete.


I paesani da sempre sono dediti allagricoltura, non facile su queste
terre alte e scoscese, al taglio della legna e alla produzione del carbone di legna, in gran numero sono emigrati e principalmente a
Venezia dove trovavano spesso lavoro come fabbri.
Pagnona luogo natale dei Tagliaferri, una famiglia di pittori che
hanno operato nella regione lariana dalla seconda met
dellOttocento.
La Parrocchiale di SantAndrea, situata nella parte bassa del paese in
bella posizione panoramica, di origine medievale. Conserva un
paliotto in cuoio del Settecento, due croci processionali dantica fattura e un prezioso tesoro che raccoglie oggetti di oreficeria sacra e
paramenti regalati dagli emigranti assieme a una pianeta donata da
San Carlo in occasione di una delle sue visite pastorali. La chiesa
stata affrescata alla fine dellOttocento da Giovanni Maria
Tagliaferri.

Tremenico
Al centro della Val Varrone sulle pendici del monte Legnone e in
vista del massiccio del monte Muggio (m. 1754), Tremenico domina il burrone della Caurga dove passa la strada che proviene da
Dervio.
Allinizio del Novecento sono state scoperte delle cave di feldspato,
usato per la macinazione del caolino, ma nei secoli passati queste
sono state terre molto povere che spingevano i paesani a emigrare:
chi restava era legato alla campagna. Ancora oggi si possono vedere, sopra il paese, i tabiali, tipiche costruzioni agresti usate come
fienili.
Il nucleo antico dellabitato conserva alcuni edifici con affreschi
devozionali e lOratorio di San Carlo eretto nel 1624 a ricordo della
visita dellArcivescovo milanese che nel 1576, si dice, si sia miracolosamente salvato dopo essere scivolato nel torrente in piena della
Val Mulini.
Nella frazione di Avedo una cappella settecentesca ricorda lestinzione del borgo durante la peste del 1575, mentre la Chiesa
dellAssunta si segnala per le sue interessanti decorazioni a stucco.
La Parrocchiale di SantAgata, leggermente fuori dal paese su una
piazza con fontana ottocentesca, un elegante edificio barocco
decorato nellOttocento da Luigi Tagliaferri.
Da Tremenico si possono effettuare interessanti escursioni verso
lAlpe di Lavad, piccola conca con un minuscolo laghetto alpino
sulle pendici del monte Legnone dove le case di villeggiatura hanno
preso il posto dei vecchi alpeggi.
Sul versante opposto si pu raggiungere, arroccata al costone del
monte Muggio e adagiata su un piccolo pianoro, la Chiesetta di
SantUlderico dalla bella abside romanica.

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CENTRO DEL LAGO


Si considera Centro lago la fascia mediana nella parte pi ampia,
dove il Lario si divide in due rami formando la penisola di Bellagio.
Conosciuto nel mondo intero e frequentato da artisti e personaggi
illustri. Il Centro lago offre ampi e spettacolari paesaggi lacustri e
alpini. La catena delle Alpi, spesso imbiancate dalla neve, fa da
sfondo verso nord, lazzurro e il verde sono i colori dominanti, fra
labbondante vegetazione i caratteristici villaggi variopinti si specchiano nelle acque tranquille. Parchi sontuosi con alberi e fiori di
tipo mediterraneo circondano le ville leggiadre, luoghi di delizia in
passato per tante personalit italiane e straniere. Su queste rive
dolcissime maturano i limoni, profuma il gelsomino, le possenti
chiome degli alberi di canfora rinfrescano i pomeriggi estivi e miriadi di essenze esotiche colorano lautunno di mille tonalit. Solo i
poeti possono rendere degnamente le sensazioni create da questi
scenari unici al mondo.

Artisti sul lago


Non potendo qui trascrivere tutti i versi che Longfellow ha dedicato al
lago durante i suoi soggiorni a Tremezzo, o quanto Shelley ha detto
sbarcando in Tremezzina di questo lago che supera qualsiasi idea di
bellezza, ci limiteremo a poche frasi tratte dalle opere di due artisti
che nei paesi del Centro lago hanno soggiornato a lungo e che rendono perfettamente lo spirito romantico che li ha incantati.
Il musicista Franz Liszt cos descrive latmosfera di Bellagio dove ha
trascorso alcuni mesi: Non conosco contrada pi manifestamente
benedetta dal cielo; non ne ho mai vista altra dove gli incanti di una
vita damore possono apparire pi naturali ... qui, sotto un cielo
azzurro in una molle atmosfera, il cuore si dilata e i sensi si aprono a
tutte le gioie dellessere. Montagne accessibili da ogni lato cinvitano
sulle loro cime verdeggianti; la freschezza delle acque tempera lazione di un sole ardente; a giorni splendidi succedono notti voluttuose. In mezzo a questa natura amica luomo respira liberamente ...
Stendhal che amava riposarsi sulla sponda opposta, a Griante, cos
descrive la sua visione del luogo nella Certosa di Parma:
Da tutte le parti vedo le colline di differente altezza coperte da ciuffi
dalberi piantati a caso e che la mano delluomo non ha n vezzeggiato n forzato. In mezzo a queste colline dalle forme meravigliose
che si precipitano nel lago con pendenze straordinarie, io posso credere vere le descrizioni illusorie del Tasso e dellAriosto. Tutto nobile e tenero, tutto parla damore.

101

CENTRO LAGO

Bellagio
Al centro perfetto del Centro lago, proprio per la sua posizione privilegiata Bellagio considerato la perla del lago.
Lantico Borgo e la frazione di Pescallo, raccolti alla base del promontorio, offrono al visitatore straordinari scorci di struggente bellezza. I portici del lungolago ospitano alberghi, ristoranti e negozi
dal sapore vagamente romantico, dove il turista pu concedersi
momenti di piacevole relax. Caratteristiche scalinate collegano la
zona rivierasca con la parte alta del paese in un tripudio di suggestioni e atmosfere daltri tempi.
Lambiente sempre stato propizio per la costruzione di residenze
estive circondate da giardini lussureggianti che hanno spesso ospitato personaggi illustri.
Villa Serbelloni, una delle dimore pi famose, oggi di propriet della
fondazione americana Rockfeller, situata sul promontorio di
Bellagio circondata da un ampio parco, terrazzato verso sud, con
bei giardini, abbondanti uliveti e un folto bosco che copre la sommit del promontorio. La villa rinascimentale costruita a mezza
costa sui resti di un antico castello, in posizione panoramica, non
visitabile, ma possibile percorrere con una camminata in due ore
il sentiero che sale verso la cima della collina con visite guidate due
volte al giorno, da marzo a ottobre, esclusi i luned: la prenotazione presso PromoBellagio (tel. 031-951555) obbligatoria.
Non meno famosa la Villa Melzi che si trova in riva al lago fra il
Borgo e la frazione di Loppia. Di stile neoclassico, su progetto del-

larchitetto Albertolli, circondata da un giardino allinglese digradante verso il lago e ricco di essenze mediterranee ed esotiche con
ampie macchie di azalee, un laghetto giapponese, la fontana con
ninfee e un maestoso viale di platani. In epoca romantica la villa
ospit il celebre musicista Franz Liszt che qui trov lispirazione per
la sua Sonata a Dante. La villa non visitabile, ma i giardini sono
aperti al pubblico da aprile a ottobre e offrono loccasione per una
rilassante passeggiata.
Degna di una visita la Parrocchiale di San Giacomo di origine
romanica, ma parecchio rimaneggiata nel XVI secolo. Un accurato
restauro ha riportato al suo carattere originale le absidi e linterno
ricco di suggestione e di spiritualit, lasciando tuttavia intatto il
grandioso altare barocco.
Numerose altre chiese e cappelle si possono visitare nelle varie frazioni che costituiscono il comune di Bellagio e che si estendono
verso lentroterra fino a raggiungere le pendici del monte San
Primo.
Fra le pi interessanti ricordiamo la Chiesetta di San Giorgio, nella
parte alta del Borgo, la romanica Santa Maria di Loppia, nel parco di
una propriet privata, limponente Parrocchiale di San Giovanni, che
ospita una bella pala daltare di Gaudenzio Ferrari, la parrocchiale
di Visgnola e la chiesetta di San Martino.
Dal centro del paese una strada asfaltata conduce alla Punta
Spartivento da dove si possono ammirare i tre rami del lago.
Molte sono le escursioni che si possono effettuare, a piedi o in auto,
nel territorio di Bellagio, noi ve ne consigliamo tre veramente
straordinarie.
Diverse sono le escursioni consigliabili.

La Busciona (unora a piedi, 20 minuti in auto).


Punto panoramico del Centro lago fra i migliori, da dovei si pu
ammirare anche limponente catena delle Alpi. Si raggiunge con la
strada che dal borgo sale verso la montagna del Monte San Primo
(direzione Milano). Lungo il percorso si possono fare soste nella
frazione di Visgnola o nel piccolo botfo che prende il nome dal torrente Perlo che in quel punto scorre profondamente incassato in un
canyon. Un tempo la localit era famosa per i suoi mulini dei quali
uno ancora in attivit.
Parco San Primo (unora in auto - alt. m. 1107)
Un tempo zona di alpeggi, il parco oggi ospita in inverno una stazione sciistica di buon livello, mentre destate punto di partenza
di diversi sentieri che permettono di esplorare la montagna fra
incantevoli scenari e splendidi scorci sul lago.
Il parco si raggiunge con la strada Bellagio-Milano fino a Guello,
ridente localit di villeggiatura, quindi si prosegue verso il Monte
San Primo passando da Pr Filippo, Pietra Lentina e Pietraluna,
localit un tempo adibite ad alpeggi che prendono il nome da enormi massi erratici disseminati sul loro territorio.
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103

CENTRO LAGO

Madonna del Ghisallo (45 iminuti n auto - alt. m. 754)


La Cappella della Vergine che si trova in localit Magreglio, in posizione incantevole prospiciente il ramo di Lecco e la montagna della
Grigna, era nota gi in tempi antichi, quando la Madonnina era
invocata a protezione dei viandanti, ma la sua fama crebbe nel
secondo dopoguerra quando da qui si fece transitare una delle
tappe pi impegnative del giro ciclistico dItalia. Da allora la
Madonna del Ghisallo la patrona dei ciclisti e molti campioni le
hanno fatto dono delle biciclette e delle maglie, frutto delle loro
sudate vittorie.
La chiesetta si raggiunge con la strada Bellagio-Milano che passa
da Guello e da Civenna, importanti centri turistici dove si trovano
belle ville estive. Da qualche anno il grande e panoramico piazzale
antistante abbellito con statue dedicate a famosi campioni, le storie dei quali sono raccontate allinterno dellattiguo museo voluto
da Fiorenzo Magni.

Canova stesso e altre della sua scuola: Amore e Psiche di Tadolini,


Marte e Venere dellAcquisti, il fregio di Thorvaldsen che illustra
Llingresso di Alessandro Magno a Babilonia. I quadri pi famosi
della raccolta sono il Bacio di Giulietta e Romeo dellHayez e la
Morte dAtala.
Le stanze del secondo piano conservano soffitti a cassettoni secenteschi e arredi ottocenteschi.
Nel 1843 la propriet fu acquistata dalla principessa Marianna dei

Tremezzo
Pigramente adagiato lungo la sponda occidentale del Lago ai piedi
del Monte Crocione, Tremezzo ha origini assai antiche, ma deve la
notoriet al grande interesse turistico che il Centro lago si guadagnato nel periodo romantico. Da allora molte famiglie abbienti si
costruirono sontuose ville per trascorrervi la stagione estiva.
Fra queste Villa La Quiete, eretta agli inizi del Settecento in stile
barocco e circondata da un bel giardino allitaliana. Quando pass
ai Serbelloni ospit Giuseppe Parini che era il precettore del giovin
signore e che qui scrisse Il Giorno. La villa tuttora privata e non
aperta al pubblico.
Unaltra dimora interessante, situata in localit Bolvedro come la
precedente, Villa Amila, costruita nel 1927 da Pietro Lingeri in stile
razionalista. Doveva servire come sede dellAssociazione
Motonautica Italiana Lario, di qui la forma di nave, ma poi fu trasformata in residenza privata e a tale uso adattata.
La villa, per, che ritenuta la pi famosa del Lario e pi caratterizza la localit Villa Carlotta. Costruita fra Tremezzo e
Cadenabbia alla fine del Seicento per essere la residenza di campagna dal marchese Giorgio Clerici, era circondata da un ampio giardino allitaliana con bella scalinata daccesso. La propriet fu venduta nel 1801 al conte Sommariva, esponente del governo
Cisalpino, che ne fece una residenza di rappresentanza.
Sommariva, uomo sensibile ai movimenti artistici dellepoca e
amico dello scultore Antonio Canova, trasform il giardino terrazzato allitaliana alle spalle della residenza in parco allinglese,
lasciando intatta la parte antistante, e arricch gli interni con sculture e dipinti neoclassici. Queste opere si trovano ora raccolte nelle
sale dei due piani visitabili. Fra le opere pi celebri, vanto dellattuale museo, sono le sculture di marmo bianco del Palamede del
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105

CENTRO LAGO
Paesi Bassi per farne dono alla figlia Carlotta che andava sposa al
granduca di Sassonia Meiningen. Carlotta, che diede il nome alla
villa, non pot tuttavia godere a lungo di questa residenza perch
mor dando alla luce il suo terzo figlio. Dobbiamo invece al suo longevo consorte la cura del giardino arricchito da numerose essenze
esotiche e da notevoli variet di azalee.
Nel 1922 il Governo espropri la villa che divenne Ente nel 1927.
Il giardino una vera meraviglia con 500 variet di piante e fiori,
alte spalliere di camelie, boschi di rododendri e pi di 100 variet
dazalee. Se ne consiglia una lunga visita partendo dal giardino
vecchio, dove si trova la Fontana dei Nani, per esplorare poi la parte
nuova che inizia alle spalle del grande terrazzo panoramico, la
rocaille, la valle delle felci, il viale delle azalee per finire, nella parte
alta, con il nuovo e originale giardino giapponese dove si trova una
grande variet di bamb.
Altre ville e numerose chiese fanno bella mostra di s e arricchiscono il patrimonio di Tremezzo. Fra le chiese meritano la menzione la Parrocchiale di San Lorenzo in frazione Susino e la barocca
Chiesa di San Bartolomeo sul lungolago.

Griante
Un altro delizioso paese della sponda occidentale del lago sorge
proprio di fronte a Bellagio e alla maestosa Grigna. La frazione pi
conosciuta, Cadenabbia, la naturale continuazione di Tremezzo
con la sfilata di stupende ville e prestigiosi alberghi che si susseguono sul lungolago.
La bellezza del paesaggio, unita alla mitezza del clima, hanno attirato estimatori da tutte le parti del mondo; il poeta Longfellow e la
regina Vittoria hanno soggiornato allhotel Bellevue (oggi Grand
Hotel Cadenabbia), arciduchi austriaci e russi, il kaiser Guglielmo II,
principi e duchi di vari Paesi europei soggiornarono spesso qui.
Poeti, artisti e patrioti insigni furono sovente ospiti delle belle dimore che si allineano sul lungolago, il cancelliere tedesco Konrad
Adenauer trascorse numerosi periodi di villeggiatura a Villa Rosa e
a Villa Collina. Lo scrittore francese Stendhal, affascinato dal posto,
ha collocato a Griante le scene che aprono il suo romanzo La
Certosa di Parma.
Villa Margherita, in frazione Maiolica, si guadagnata un posto
nella storia della musica. Costruita verso la met dellOttocento dalleditore milanesi Ricordi, infatti. qui Giuseppe Verdi fu spesso ospite e compose la Traviata.
Villa Maria, aggraziata e maestosa, fu costruita fra il 1889 e il 1892
dallingegner Giacomo Mantegazza di Menaggio. La circonda un
grandioso parco ed rinomata per la sala cinese e per gli affreschi
del Poliaghi.
Villa Collina, costruita verso la fine dellOttocento sulla sommit di
un colle dalla famiglia milanese Suardi, vanta un incantevole pano-

106

rama. Circondata da un ampio parco, fu il soggiorno prediletto del


Cancelliere tedesco e oggi appartiene alla Fondazione Adenauer.
Villa Ronconi, costruita sulle rovine di un vecchio castello, mantiene laspetto di un antico maniero. Si trova al centro di un vastissimo parco ricco di belle piante e dalla sua strategica posizione gode
di unampia vista su tutta la parte centrale e settentrionale del lago.
Tutte le ville indicate non sono visitabili, ma sono facilmente visibili dal lungolago.

Santuario di San Martino


(Escursione consigliata: unora circa a piedi - alt. m. 472)
La chiesetta, risalente al XVI secolo e preceduta da un piccolo portico settecentesco, appollaiata a mezza costa su uno spuntone
roccioso da dove si gode uno dei migliori panorami del Centro lago.
Dalla parte alta del paese inizia un sentiero che fra prati e vallette
conduce abbastanza agevolmente allincantevole posto. La chiesa
conserva unantica Madonna lignea che la tradizione popolare
vuole rinvenuta da una fanciulla del luogo in una grotta del monte.

Menaggio
Il paese, fra i pi attivi del Centro lago, dalla zona rivierasca dellantico borgo e degli alberghi eleganti si allarga alle prime propag107

CENTRO LAGO
tua della Madonna dei Sette Dolori e dipinti di qualche pregio.
Interessante laffresco del catino absidale che illustra il martirio di
Santo Stefano, dipinto da Luigi Tagliaferri nel 1899.
Poco distante, lungo la Via Calvi si incontra la Chiesa di Santa Marta,
antica costruzione collegata allospedale dei Tre Re Magi, andato
perso. Sulla facciata sono murate alcune lapidi romane e lo stemma del castello. Allinterno si trovano un veneratissimo crocefisso,
argentato, e una bella acquasantiera medievale.
Nella parte alta del paese, nellarea dellantico castello, la Chiesa di
San Carlo venne costruita fra il 1612 e il 1614 per volont di Cinzio
Calvi, eminente personaggio locale che qui sepolto con la sua
famiglia. Dedicata a San Carlo Borromeo, arricchita da numerose
tele secentesche fra le quali due opere di Giuseppe Vermiglio, la
Piet fra Santi e donatori e i Santi Fermo, Agata e Apollonia.
Caratteristico il campanile a doppia vela, spagnoleggiante.
La Chiesetta di San Giusto, che sorge nei pressi, ha pianta centrale
ed preceduta da un portico settecentesco. Allinterno si ammirano diverse statue lignee degli Apostoli, di ottima fattura.
Sul lungolago si incontra il monumento moderno dedicato alla tessitrice che lo scultore Francesco Somaini realizz nel 1990 per la
famiglia Mantero, proprietaria di un locale stabilimento di tessitura.

Nobiallo
gini del monte Grona nella valle del Sanagra.
La sua posizione allo sbocco della valle che collega il Lario al
Ceresio e di collegamento fra lAlto lago e Como attir gi i Galli che
qui posero un loro borgo fortificato, poi arrivarono i Romani dei
quali restano diverse testimonianze.
Un castello del quale si hanno notizie precise nel X secolo, costruito nella parte alta dellabitato, era protetto da torri e da imponenti
muraglioni che circondavano lil borgo e giungevano fino al lago. Fu
devastato dai Comaschi allepoca della guerra con Milano (11181127) e fu definitivamente distrutto nel 1523 dai riformati grigionesi allepoca della diffusione del protestantesimo.
Menaggio fu sempre un baluardo cattolico e dopo alterne vicende il
feudo menaggino fu annesso al Ducato di Milano per poi passare
sotto il dominio dellimperatore Carlo V. Napoleone Bonaparte lo
fece capoluogo del Dipartimento del Lario nel 1805. Focolaio di attivit patriotiche antiaustriache, raggiunta lunit dItalia Menaggio
cominci a dedicarsi al turismo: furono costruiti alberghi di alto
livello, ville opulente sprofondate nel verde, fu realizzata una linea
ferroviaria che collegava Menaggio a Porlezza, oggi smantellata.
Fra i monumenti interessanti da visitare, numerose sono le chiese e
per prima la Parrocchiale di Santo Stefano che nel 1095 ricevette
importanti privilegi dal papa Urbano II. Grandiosa, a tre navate, di
stile barocco, sorge al centro del paese. Gli interni sono decorati da
stucchi, gli altari sono di marmi misti e non mancano una bella sta108

(Escursione consigliata: mezzora a piedi)


Il paesino, che sorge qualche chilometro a nord di Menaggio, si
specchia in una piccola insenatura ben riparata. Vale la pena di
dedicare qualche ora a questo borgo sullantica Via Regina, costituito da un gruppetto di vecchie case addossate al campanile romanico della chiesa dei Santi Bartolomeo e Nicol, pendente a causa
del cedimento del terreno allepoca della sua costruzione.
Nobiallo fu importante in passato per le sue cave di gesso ed noto
oggi per il Santuario della Pace che sorge in posizione elevata, non
lontano dal paese. La maestosa chiesa ottagonale venne eretta
dopo che nel 1658 Francia e Spagna firmarono la Pace dei Pirenei.
Conserva sullaltare maggiore un bassorilievo di marmo bianco del
1484 che rappresenta la Vergine col Bambino, proveniente da
unantica cappella andata persa.

Loveno
(Escursione consigliata: 45 minuti a piedi - 15 minuti in auto)
Una delle pi belle frazioni di Menaggio, adagiata su un pianoro in
posizione panoramica, raggiungibile percorrendo la caratteristica
Via Castellino fino alla Chiesa di San Carlo e seguendo poi la carrozzabile per Plesio.
Gli antenati di Alessandro Volta erano di Loveno e anche il grande
scienziato amava trascorrervi periodi di riposo.
Molte sono le residenze estive che impreziosiscono la localit,
incantevole gi di suo.
Villa Vigoni, che ospita il Centro di Cultura Italo-tedesca, circon-

109

CENTRO LAGO
data da un grande parco ricco di centinaia di piante rare e disseminato di belle statue. Allinterno si trovano preziose opere di
Thorvaldsen, Pompeo Marchesi e Hayez.
Villa Garovaglio, nota per la sua splendida collezione di stampe, fu
centro di attivit culturali e ritrovo di illustri personaggi, cos come
Villa Calabi che apprtenne a Massimo DAzeglio.
Merita la visita lelegante Parrocchiale dei Santi Lorenzo e Agnese
dove si possono ammirare ricchi altari marmorei, un bel paliotto in
scagliola, una statua lignea della Madonna col Bambino e la splendida pala della prima cappella di destra raffigurante la Madonna dei
Sette Dolori fra San Lorenzo, SantAgnese e i donatori del dipinto.

Rifugio Menaggio
(Escursione consigliata: 40 minuti di auto fino ai monti di Breglia alt. m. 996 poi unora a piedi su sentiero agevole - alt. m. 1400)
La straordinaria passeggiata fra boschi di betulle, cespugli di ginestre e dolci declivi erbosi conduce a un piccolo rifugio da dove si
gode una delle vedute pi belle del Lario, della Brianza e delle principali montagne della zona: Legnone, Grigne e Corni di Canzo.
Dal rifugio, in unaltra ora, per un sentiero ripido e meno agevole si
pu raggiungere la cima della Grona (m. 1736) da dove lo sguardo
spazia a 360 gradi fra la pianura e le Alpi.
Rivolgendosi allUfficio del Turismo (I.A.T). di Menaggio si possono
avere informazioni dettagliate sul rifugio e sul percorso e carte dei
sentieri (tel. 0344-32924).

Cappella degli Alpini


(Escursione consigliata: 15 minuti in auto fino a Croce, poi mezzora a piedi)
Situato alla fine della salita della strada per Porlezza, Croce un
piccolo borgo noto per il suo delizioso campo da golf fra i boschi.
Il paese facilmente raggiungibile anche con i mezzi pubblici.
Dallinizio della strada per il golf di Croce, un facile sentiero conduce alla localit Crocetta, detta anche Belvedere per la sua felice
posizione panoramica su un roccione proteso sul lago dove cera
una semplice croce e dove il Gruppo Alpini di Menaggio ha edificato una cappella in onore dei compagni caduti durante lultimo conflitto mondiale. Sul costone retrostante durante la Prima Guerra
Mondiale furono scavati una serie di camminamenti, postazioni per
mitragliatrici e un alloggiamento per le truppe ancora esistenti, ma
parzialmente interrati e invasi dal bosco.

Grandola e Uniti
(Escursione consigliata: 20 minuti in auto - alt. m. 443)
Il comune costituito da pi nuclei che si snodano lungo le pendici della montagna e nella valle del Sanagra su bei pianori soleggiati da dove si godono ampi panorami e scorci di notevole bellezza.
Siamo sulla sella che collega la Val Menaggio al Ceresio.
Alcune importanti famiglie qui stabilirono le loro residenze in gran-

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di ville circondate da ampi giardini.


Villa Bagatti Valsecchi la pi famosa: costruita in localit Cardano,
laustera dimora settecentesca venne ampliata nel 1896 dai Bagatti
Valsecchi che la arricchirono di un giardino che scende a strapiombo sul torrente Sanagra. Il giardino terrazzato che circonda la villa
collegato con un ponte al bosco di conifere che confina con le
Piane di Loveno e linsieme crea un complesso originale, felice
soluzione del connubio fra natura selvaggia e arte del verde.
Limponente Villa Camozzi (tel. 0344-32115), in localit Codogna,
che oggi ospita la sede comunale, una costruzione settecentesca,
con cancello e portale rococ, realizzata nella prima met del secolo dalla famiglia Guaita. Linterno ha un grande salone da ballo, un
vestibolo e uno scalone che porta al piano nobile. Le sale del pianterreno sono coperte a volta e affrescate, quelle del primo piano
hanno soffitti a cassettoni con belle decorazioni pittoriche.
Allultimo piano ospitato il Museo Etnografico e Naturalistico
della Val Sanagra che espone fossili, animali imbalsamati, diorami
rappresentanti lambiente naturalistico della valle e una ricca collezione di strumenti da lavoro che ricordano le tradizionali attivit
della zona.
Accanto a Villa Camozzi. su un ridente poggio si trova la secentesca Parrocchiale di San Siro, ricca di belle decorazioni a stucco,
paliotti di scagliola di notevole fattura e alcuni dipinti settecenteschi
di grande interesse.
Chi ha unintera giornata da dedicare a questa escursione pu fare

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CENTRO LAGO
una bella passeggiata (45 minuti circa, a piedi, dalla piazza di
Codogna) fra i boschi per raggiungere il Rogolone, un rovere che
le tradizioni locali vogliono della venerabile et di 1500 anni, ma
che la scienza moderna ha stabilito essere nato nel 1730.
In alternativa, con una facile camminata lungo il torrente Sanagra
(40 minuti dalla piazza di Codogna) si raggiunge il Sass Curbee,
enorme roccia situata accanto a una fresca cascata. Questo tratto
di fiume fu molto attivo fino alla met del Novecento, perch lungo
il suo corso sorgevano vari mulini, una chioderia, una fabbrica di
mattoni e una filanda.

Varenna
Limportante localit turistica della sponda orientale del Centro lago
appartiene alla provincia di Lecco ed servita dalla ferrovia MilanoSondrio e Tirano. Inoltre collegata con Bellagio, Menaggio e
Tremezzo da un regolare servizio di traghetti che possono trasportare passeggeri e auto.
Varenna ha origini molto antiche, il primo insediamento in zona si
ipotizza risalire allepoca celtica, anche se limpianto urbano tipicamente romano. Partecip a diversi conflitti e fu distrutta pi volte,

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ma sempre venne prontamente ricostruita dai suoi tenaci abitanti.


Nel 1169 accolse i profughi dellIsola Comacina distrutta dai
Comaschi, singrand e adott la liturgia patriarchina.
Fu per secoli un paese di pescatori, conosciuto soprattutto per le
sue preziose cave di marmo nero (esaurite) e per labilit dei suoi
mastri nel fabbricare ottime botti.
In epoca romantica si convert al turismo e verso la fine del XIX
secolo qui sorsero lungo le rive belle case di villeggiatura attorniate da superbi giardini. Una passeggiata a lago collega il nuovo
imbarcadero al centro del paese passando dal vecchio molo e dai
portici dove si svolgeva la vita di un tempo; ripidissime e strette scalinate conducono dalla riva alla parte alta dellabitato.
Il cuore del paese la Piazza S. Giorgio attorno alla quale sorgono
diverse chiese e antichi palazzi. La Parrocchiale di San Giorgio fu
eretta nel 1313, poi modificata e trasformata pi volte attraverso i
secoli. I restauri del 1956-59 lhanno riportata al suo antico splendore. Allesterno appare semplice ma aggraziata, con laffresco trecentesco di San Cristoforo in facciata e lalto campanile secentesco
a fianco. Allinterno conserva alcune importanti opere pittoriche
quali il Battesimo di Cristo (1533) del pittore comasco Sigismondo
de Magistris, il polittico quattrocentesco dellaltare maggiore con
Vergine e Santi di Giovanni Pietro Brentani, frammenti di affreschi
dei secoli XV e XVI e un pregevole confessionale barocco.
La Chiesa di San Giovanni Battista, una delle pi antiche del Lario,
venne edificata prima dell' XI secolo, trasformata in epoca barocca
e restaurata nel 1964-67. Sulle pareti laterali conserva pregevoli
affreschi trecenteschi e cinquecenteschi mentre nel catino absidale
si pu ammirare un dipinto raffigurante il Redentore fra la Vergine
e il Battista.
Sulla medesima piazza si affacciano lOratorio di Santa Marta,
secentesco, che custodisce un altare del Settecento e alcune tele e
affreschi della stessa epoca, e lOratorio della Madonna delle Grazie
della fine del XVII secolo.
Varenna tuttavia nota per la Villa Monastero, antico convento delle
monache cistercensi di Santa Maria Maddalena che qui vissero dal
1208 al 1567, quando la comunit fu trasferita a Lecco. Il complesso fu allora acquistato da privati e trasformato in villa patrizia. Pi
volte passato di mano nel corso dei secoli, fu confiscato nel 1918
dal Governo Italiano al suo ultimo proprietario, il tedesco Kees. In
seguito la villa fu venduta a Marco de Marchi che la don allIstituto
dIdrobiologia di Pallanza. Pass quindi al Consiglio Nazionale delle
Ricerche che la utilizz come sede di corsi scientifici ad alto livello
e dal 2008 appartiene alla Provincia di Lecco ed visitabile. Fra la
villa e il lago, una striscia di terreno lunga e stretta era stata trasformata in un originale giardino per rilassanti passeggiate fra rare
essenze arboree e preziosi arredi architettonici e scultorei.
Villa Cipressi, dimpianto cinquecentesco con un originale giardino
terrazzato che digrada verso il lago, fu la residenza della nobile
famiglia Serponti e, nel XIX secolo, del barone Isimbardi: oggi un

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CENTRO LAGO

Val dEsino
Nellentroterra di Varenna si insinua la Val dEsino formata dallomonimo torrente e percorsa dalla strada che collega la sponda
orientale del lago con la Valsassina attraverso il passo di Agueglio.
La zona fu abitata dagli Insubri probabilmente gi dal IV secolo, poi
dai Celti e dai Romani come testimoniano alcune tombe con corredo darmi e di altri aggetti portati alla luce nel corso di scavi effettuati nel XIX secolo.
La presenza sul territorio di resti di torri e fortificazioni fa pensare
allimportanza strategica della valle in epoca medievale e durante
la dominazione degli Sforza, quando la Repubblica Veneta cercava
di raggiungere il Lario attraverso i valichi delle Grigne.
Oggi la bella vallata con il suo straordinario patrimonio di prati e
boschi popolare zona turistica estiva e invernale. Il suo centro pi
importante Esino Lario adagiato in una verde conca a 910 metri

Stoppani, linventore dellarcheologia naturale

albergo.
Varenna vanta un Museo Ornitologico, istituito dallo studioso locale
Luigi Scanagatta, che raccoglie circa cinquecento esemplari di
uccelli stanziali e di passo della zona lariana.

Fiumelatte
La frazione che si incontra due chilometri prima di Varenna se si
viene da Lecco, famosa perch ospita il fiume pi corto dItalia:
250 metri dalla sorgente alla foce.
Lo strano corso dacqua scorre impetuoso da marzo a ottobre e
scompare in inverno. La sua intermittenza stata studiata, e continua a esserlo, da numerosi studiosi fra i quali Leonardo da Vinci. Il
nome dovuto allimpeto delle acque tanto spumeggianti da conferire al fiume il colore del latte.
Castello di Vezio
(Escursione consigliata: 10 minuti in auto pi 10 minuti a piedi,
oppure 40 minuti a piedi dallimbarcadero di Varenna - alt. m. 383)
Lantica fortificazione dal suo alto sperone roccioso (a tre chilometri e mezzo da Varenna) domina un vasto tratto di lago. Fece certamente parte del sistema difensivo lariano allepoca delle invasioni
barbariche. Al centro del recinto murario resta la vecchia torre del
castello. Il sito aperto al pubblico con iniziative turistiche molto
particolari (rievocazioni storiche, falconeria).

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Poco conosciuto ai giorni nostri, Antonio Stoppani stato nel XIX


secolo uno dei pi noti studiosi di scienze naturali e soprattutto di
geologia.
Nato a Lecco nel 1824 da una famiglia di commercianti, intraprese gli
studi religiosi presso il seminario di Monza, ma la sua grande passione era la natura che esplorava con tanta attenzione durante le sue frequenti passeggiate nei dintorni di Lecco. Convinto che lindagine
scientifica non sia in contrasto con la fede religiosa, lo affascinava lidea che attraverso ci che resta in natura del passato si possa conoscere la storia della terra e, gi da ragazzo, raccoglieva fossili, conchiglie e pietre che sono poi risultati una collezione di grande interesse.
Nel Settecento i geologi si erano interrogati sullorigine dei laghi
prealpini e Stoppani dedic parte della sua vita a questargomento,
una vita intensa nella quale univa alla frenesia della ricerca sul posto,
lo studio, limpegno dello scrivere e dellinsegnare. La sua chiarezza
espositiva lo rese un divulgatore formidabile soprattutto nel confronto dei giovani.
Nel 1848 venne ordinato sacerdote, ma ci non gli imped di pubblicare diversi libri, insegnare geologia alluniversit di Pavia e
allIstituto Tecnico Superiore di Milano, partecipare alla formazione
della carta geologica dItalia e nel 1882 a diventare direttore del
Museo Civico di Milano.
Diversi sono i suoi libri famosi: Studi geologici e paleontologici sulla
Lombardia, Il corso di geologia, Il Bel Paese, Le marmitte dei
giganti.
Mor a Milano il primo di gennaio del 1891 e riposa nella cappella di
famiglia del cimitero di Lecco.

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daltitudine. Il paese ha subito notevoli trasformazioni, ma ha


anche saputo mantenere il fascino della sua storia passata nei due
vecchi centri di Esino Superiore e Inferiore raccolti attorno alle
rispettive chiese. Suggestiva lantica piazza delle Capre, nella
parte alta di Esino Superiore, che con le sue fontanelle e i lavatoi
saluta il viandante che sale verso il passo di Agueglio.
A Esino si trova il Museo delle Grigne che raccoglie la ricca collezione di fossili d. Antonio Stoppani, studioso ottocentesco di origine lecchese. Oltre che al materiale geomorfologico e archeologico,
il museo dedica spazio anche alla flora e alla fauna locali, agli
attrezzi e agli oggetti tradizionali usati dalla popolazione di queste
impervie localit agricole.
Molte sono le chiese che occhieggiano fra i boschi e sui ridenti
poggi della valle, la pi interessante la Parrocchiale di San Vittore,
a Esino, in bella posizione panoramica. Fiancheggiata da un alto
campanile ottocentesco, la chiesa preceduta da un viale impreziosito dalle pregevoli stazioni bronzee della Via Crucis scolpite da
Michele Vedani fra il 1939 e il 1941. Lantica chiesa stata cancellata dai molteplici rifacimenti attuati in periodi diversi, ma si possono ancora ammirare il battistero cinquecentesco intagliato nel
legno di noce e una serie di opere lignee e di decorazioni barocche.
Non bisogna trascurare lattivit artigianale della produzione di
arazzi che, nata come scuola negli anni quaranta del Novecento,
continua supportata da unoperosa cooperativa locale.

Alpi Lepontine
Le Alpi Lepontine Meridionali comprendono quattro splendide vallate (Sanagra, Rezzo, Cavargna e Valsolda) che convergono su
Porlezza e alcuni paesi rivieraschi (Menaggio e San Siro).
La zona offre una variet di panorami e di climi veramente straordinaria; comprende una catena di montagne imponenti che superano i 2000 metri daltitudine, tre laghi (Ceresio, Piano e Lario), ampie
vallate scavate da torrenti impetuosi, verdi prati, folti boschi e
bucolici pascoli, gli alpeggi di un tempo.
Queste valli non sono mai state densamente popolate, ma hanno
sempre avuto un grande interesse come via di transito; non sono
mai state ricche, ma le loro genti si sono sempre industriate nello
sfruttare al meglio quanto la natura offriva, cos oltre che di pescatori e di contadini sono state la culla di minatori e carbonai che, con
i fonditori di metalli, sfruttavano i depositi ferrosi della Val Rezzo e
della Val Cavargna. Importanti sono anche state le attivit dei
mugnai e dei venditori di ghiaccio prelevato dal lago di Piano e portato fino a Como.
Nel Novecento vennero introdotte le industrie della seta e del vetro
e mulini, fornaci e botteghe di fabbri sorsero lungo il corso dei principali torrenti.
Il contrabbando, favorito dalla vicinanza della Confederazione
Elvetica, con i suoi sudatissimi guadagni e i grossi sacrifici ha contribuito alla sopravvivenza di molte famiglie.
Lasse viario della zona la statale 340 che da Menaggio sale verso
Croce, attraversa la Val Menaggio fino a Porlezza e, seguendo la
sponda occidentale del Ceresio, attraversa la Valsolda fino a raggiungere il confine con la Svizzera. Da questarteria principale partono tutte le strade secondarie che sinerpicano sulle montagne
seguendo il tracciato delle valli.

Porlezza
Il centro principale delle valli cittadina vivace e operosa con un
vivace mercato del sabato. Sorge in unampia conca fra il lago di
Lugano e i superbi picchi delle Prealpi Lepontine meridionali.
Lantico borgo con le caratteristiche case base a portico si sviluppa
attorno alla Via Garibaldi e rivela ancora i segni del passato fra
chiese, ruderi di vecchie industrie e resti di qualche nobile palazzo.
Gi abitata in epoca romana, Porlezza divenne un importante centro religioso, capo pieve dipendente dalla Diocesi Ambrosiana, e
durante la guerra fra Como e Milano fu strategica per assicurare i
collegamenti fra i Milanesi e gli alleati del Lario.
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ALPI LEPONTINE
Come nelle vicine Valsolda e Val dIntelvi, anche a Porlezza fiorirono le arti e qui nacquero importanti artisti (Della Porta e
Sammicheli) che lavorarono a Roma e a Genova.
Cospicuo il patrimonio artistico barocco in quanto, allepoca della
Controriforma, San Carlo Borromeo stimol la riedificazione e la
decorazione delle chiese locali per valorizzare queste terre come
baluardo contro lavanzata protestante che aveva gi invaso i
Grigioni.
Il monumento pi significativo la Parrocchiale di San Vittore dalla
facciata neoclassica e con un bel presbiterio e un superbo altare
barocco di legno dipinto e dorato. La chiesa dorigini antiche, ma
fu ricostruita nel Medioevo e nel XVII secolo e arricchita con affreschi sulla vita di San Vittore dipinti da Giovanni Battista Pozzi e
Giulio Quaglio.
Non distante si trova la barocca Chiesa di Santa Marta, sede di una
potente confraternita. Lungo la navata e sulle pareti si allineano le
tele e gli affreschi con le storie dei santi Lazzaro, Marta e Maria
Maddalena considerati il meglio della pittura lombarda della seconda met del Seicento.
Sembra che il primo nucleo di Porlezza fosse lontano dallattuale
centro storico, ai piedi del monte Galbiga, sulle sponde del torrente
Cuccio. La tradizione vuole che sia stato distrutto da movimenti fra-

nosi della montagna soprastante. Un piccolo campanile romanico


emergeva effettivamente dal terreno e nel 1966 si scav attorno
riportando alla luce lOratorio di San Maurizio, a una navata.
Recentemente il comune di Porlezza si ingrandito notevolmente
inglobando i paesini vicini, le attuali frazioni.
Quella di Rezzo si trova allimbocco dellomonima valle ed nota
per la Chiesa della Madonna dei Miracoli ricca di tele e affreschi
secenteschi dedicati alla Vergine e con le cappelle laterali decorate
da dipinti del Quaglio.
Sulla strada per Menaggio, in localit Tavordo si possono ammirare la Chiesa della Beata Vergine, con dipinti settecenteschi, il cinquecentesco Oratorio San Carlo, progettato da Guglielmo della
Porta, e il Conventino, antico ospizio medievale ricostruito in
epoca barocca e oggi riconvertito a uso civile.
La frazione di Cima, in riva al Ceresio dove inizia la Valsolda, un
abitato dal caratteristico aspetto medievale che allinea sul lungolago imponenti palazzi nobiliari. Nulla parte alta del paese si trova la
Parrocchiale della Purificazione di Maria dal bel portale settecentesco, costruita agli inizi del Cinquecento con materiali di un precedente edificio. Linterno ricco di decorazioni a stucco e di affreschi
fra i quali spiccano lAdorazione dei Magi, lAssunzione e
lUltima Cena di Carlo Innocenzo Carloni. Molto interessante, nel
mezzo del piccolo cimitero che domina il paese, la Cappella di San
Giorgio con il campanile a vela e antichi affreschi in restauro.

Carlazzo
Adagiato a mezza costa lungo le pendici del monte Pidaggia,
Carlazzo gode di una privilegiata posizione soleggiata e di un panorama di notevole effetto: ai suoi piedi luccica il laghetto di Piano circondato da unestesa area verdeggiante, di fronte sinnalza la mole
del monte Galbiga coperta da una lussureggiante vegetazione
prealpina, sulla destra lo sguardo domina il Ceresio fino a intravedere, sullo sfondo, la citt di Lugano. Lantico nucleo che si raccoglie attorno alla parrocchiale si notevolmente ingrandito in questi
ultimi anni sia verso monte sia a valle lungo la statale MenaggioPorlezza, inglobando le importanti frazioni di Gottro, a monte, e di
San Pietro, al piano.
La Parrocchiale dei Santi Giacomo e Fedele unimponente chiesa
secentesca, ricca di dipinti della stessa epoca. Il campanile, staccato dalla chiesa, stato edificato sopra unantica torre davvistamento, probabilmente posizionata nei pressi di un complesso fortificato che testimonierebbe dellimportanza strategica del posto e
delle antiche origini dellabitato.
Nella frazione di Gottro due belle chiese offrono preziose testimonianze artistiche. LOratorio di San Giorgio, romanico, al centro di
un piccolo cimitero, in posizione incantevole fuori dal paese (raggiungibile in auto o con una facile passeggiata di 15 minuti).

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ALPI LEPONTINE
Linterno affrescato con dipinti quattrocenteschi di Cristo e degli
apostoli. La Chiesa di Santo Stefano, nel centro dellabitato, il risultato della ristrutturazione voluta da San Carlo di un antico oratorio.
Conserva altari in scagliola di ottima fattura, alcuni dipinti seicenteschi e laffresco quattrocentesco della Trinit proveniente da
una casa di Bilate.
La frazione di Bilate, sulla strada per Naggio, un minuscolo
nucleo di pochi cascinali che ebbero grande importanza in epoca
rinascimentale; ancora oggi si pu percepire leleganza e la raffinatezza delle costruzioni. La casa pi importante doveva essere il
Pretorio, decorato da un affresco esterno che illustrava il Duello
fra Rolando e Ferraguto, purtroppo irrimediabilmente rovinato.
La frazione di San Pietro, nella piana che collega i laghi Piano e
Ceresio, famosa per il Castello, un borgo di case raggruppate
allinterno di una fortificazione medievale che si erge in posizione
elevata nel mezzo della pianura, accanto al lago di Piano. Fu strategicamente importante allepoca della guerra fra Como e Milano
(1118-1127). Restano ben visibili solo il grande arco daccesso e le
case raccolte attorno alla corte. La villa settecentesca posta nella
posizione pi elevata del Castello il palazzo padronale affiancato
da un edificio destinato allallevamento dei bachi da seta.

Lago di Piano
(Escursione consigliata: vari percorsi attorno al lago)
Il lago di Piano fa parte della omonima riserva naturale che rientra
nel complesso delle aree protette della Lombardia. Il laghetto
poco profondo, circondato da canneti e da prati. Un tempo faceva
parte del Ceresio, ma depositi alluvionali e frane staccatesi dal
monte Galbiga nel corso dei secoli hanno diviso il piccolo specchio
dacqua dal lago di Lugano cui rimane collegato solo attraverso il
canale di Lagadone.
Fino al secolo scorso rivest notevole importanza economica in
quanto, durante linverno, le acque poco profonde ghiacciavano e il
ghiaccio era utilizzato per rifornire le nevere del posto, di

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Menaggio e di tutta la sponda del Lario fino a Como; in tal modo si


potevano conservare facilmente gli alimenti per buona parte dellanno. Oggi il lago di Piano ha una funzione turistica: in alcune
parti le sponde sono diventate comode spiagge per campeggiatori.
Malgrado ci, la zona riuscita a mantenere la sua bellezza naturalistica, le rive sono coperte da canneti dove vivono numerose
variet di uccelli acquatici, anfibi, rettili e pesci. Sulle pendici del
monte Galbiga e nei prati circostanti, fra interessanti essenze arboree e floreali, vivono cervi e caprioli e piccoli animali cacciati dalle
aree antropizzate (volpi, faine. tassi, porcospini).
Un sentiero ben tracciato permette di fare il giro completo del lago
e di venir a contatto con la natura incontaminata e con le testimonianze delle attivit antropiche del passato: antichi mulini, lavatoi,
cascine e il borgo agricolo fortificato di Castel San Pietro.
consigliabile partire dalla Casa della Riserva (loc. Piano di
Carlazzo, tel. 0344-74961) dove possibile trovare anche materiale informativo o richiedere una visita guidata.

Val Cavargna
Laspra vallata, gi abitata in epoca pre-romana, profondamente
scavata dal torrente Cuccio e dai suoi affluenti e sovrastata da cime
di oltre 2000 metri che le fanno da corona: Monte Garzirola, Pizzo
di Gino, Cima delle Pianchette. Sulle terrazze moreniche dove la
montagna scoscesa lascia il posto a dolci declivi sono sorti i centri
abitati, tutti raggruppati attorno alle loro chiese.
Isolata e raggiungibile solo con una mulattiera fino alla met del
Novecento, la valle fu anticamente integrata alla Pieve di Porlezza
e ancor oggi appartiene alla Diocesi Ambrosiana. Oggi una carrozzabile sinerpica lungo le pendici della montagna e collega tutti i
paesi formando un anello che da Porlezza sale a Corrido e alla Val
Rezzo, arriva fino a Cavargna per dirigersi verso San Nazzaro e San
Bartolomeo e quindi scendere a Cusino e ritrovare la pianura a
Carlazzo.
I valligiani, gente forte e dignitosa, per secoli si sono dedicati a una
povera agricoltura e soprattutto allallevamento degli animali che
fornivano loro di che vivere. Dal Cinquecento allOttocento hanno
sfruttato le loro montagne estraendone il ferro che fondevano sul
posto, hanno tagliato i boschi per produrre carbone, hanno utilizzato largilla del letto dei torrenti per costruire mattoni e sassi calcarei per fare la calce, hanno incanalato le acque che scendevano
impetuosamente dai loro monti per produrre energia elettrica, ma
lisolamento del posto non ha mai permesso di ottenere da queste
attivit lauti guadagni.
I Cavargnoni si sono allora adattati a esercitare semplici mestieri
itineranti (famosi furono i magnani), poi sono diventati contrabbandieri sfruttando la vicinanza con la Svizzera. Oggi la popolazione rimasta in valle conduce la vita errante del frontalieri.

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ALPI LEPONTINE
Delle antiche attivit restano abbondanti testimonianze lungo la
vecchia mulattiera di Ponte Dovia: mulini, fornaci, magli ad acqua,
magazzini per carbone, fucine, segherie. essiccatoi e altri opifici
che lamministrazione pubblica in collaborazione con gli amici di
Cavargna progetta di restaurare per creare musei allaperto lungo
le antiche vie del ferro e dei mulini.

Cavargna
Il paese pi alto della provincia di Como, a 1071 metri di altitudine
ai piedi del Monte Garzirola, gode della superba vista di tutta la vallata. Alle spalle protetto dal Dolai, un fitto bosco che pu trattenere le valanghe. In questi ultimi anni Cavargna ha subito grandi
trasformazioni edilizie, persino la Parrocchiale di San Lorenzo, visitata da San Carlo nel 1582, stata rifatta: dellantica chiesa resta
solo il secentesco campanile, una statua lignea di San Lucio e un
dipinto dello stesso santo provenienti dallomonima chiesa.
A testimonianza delle sue antiche tradizioni sorto nel 1981 il
Museo della Valle, ricco di suggestioni, dove sono riprodotti ambienti che ricordano la vita di un tempo e sono raccolti strumenti, oggetti e immagini delle tradizionali attivit ormai scomparse.

San Nazzaro
Magnificamente situato nellalta valle ai piedi del Pizzo di Gino, il
comune un agglomerato di frazioni distribuite su una grande
conca verde circondata da boschi. In una di queste, Bubegno, era
attiva una miniera di ferro e ancora oggi si pu vedere in localit
Forni Vecchi quel che resta degli antichi edifici industriali di montagna. La Parrocchiale dei Santi Nazzaro e Celso conserva un bellissimo campanile romanico con monofore e bifore del XIII secolo.

San Bartolomeo
Nel cuore della vallata, il centro pi importante e popolato, ricco di
pascoli, ha sempre fatto dellallevamento del bestiame e della produzione di latticini la sua risorsa fondamentale. Di qualche interesse antica Parrocchiale di San Bartolomeo, completamente rifatta
allinizio di questo secolo, che conserva il secentesco campanile di
pietra e alcune tele dei secoli XVII e XVIII.
In localit Tavaino, posto in bella posizione panoramica, lOratorio
di San Rocco; un piccolo edificio del XVI secolo con abside semicircolare e portico secentesco e con interessanti affreschi cinquecenteschi nella zona absidale.

Cusino
Il piccolo centro appollaiato ai piedi dellomonimo sasso lultimo
paese che si incontra prima di raggiungere il fondovalle. La sua
antica identit di zona di transito verso lOltralpe ancora percepibile grazie ai monumenti che ha saputo conservare. La Parrocchiale
di San Giovanni Battista, risalente probabilmente al XIII secolo ma
riedificata nel Seicento, affiancata dal vecchio campanile che

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recava laffresco di San Cristoforo, protettore dei viandanti, ora


sistemato allinterno della chiesa. Altri affreschi quattrocenteschi
strappati da edifici privati ornano linterno della chiesa assieme a
tele secentesche, stucchi del Settecento e altari di scagliola.
Prestigioso lOratorio di SantAmbrogio, ben visibile lungo la strada Carlazzo-Cusino, con lo straordinario Volto di Cristo murato
sulla facciata, frammento di una scultura romanica senza uguali in
zona. Allinterno si trova una colonnina romanica, manca invece la
bella statua lignea policroma di SantAmbrogio che adornava labside e che stata trafugata.

Pizzo di Gino
(Escursione consigliata: 4 ore - alt. m. 2245)
Lescursione adatta a chi ama camminare in montagna perch
abbastanza agevole, ma deve superare un dislivello di 1100 metri.
Da San Nazzaro si raggiunge in auto Revol (m. 1050), si continua
quindi a piedi lungo il sentiero che conduce sul crinale sud-occidentale della cima Pianchette che si percorre fino a raggiungere la
chiesetta di Croce di Campo. Si prosegue poi in salita fino allAlpe
di Piazza Vacchera, importante alpeggio, e lungo una bella china
erbosa si giunge in vetta dove il panorama si apre sulla catena del
Monte Rosa, le Alpi Pennine Bernesi e Lepontine, sul Lario, sui
gruppi del Disgrazia, delle Orobie e dei monti di Valsassina.

Ponte Dovia
(Escursione consigliata: unora)
La bella passeggiata percorre la mulattiera che i valligiani hanno
utilizzato per secoli per raggiungere lalta valle e i percorsi di crinale; lungo questo sentiero era trasportato ogni genere di merci con
laiuto di muli o di slitte, ma pi spesso dentro grandi gerli portati
dalle donne.
Si pu iniziare il percorso da Carlazzo scendendo verso il torrente
Cuccio fino al ponte di Maggione. La strada in selciato agevole e
ben tenuta, attraversa boschi di castagni e di faggi e passa accanto
a vecchi opifici come la quadrelera, fabbrica di coppi e mattoni.
Nei pressi della cappella delle Scalate si biforca; bisogna seguire
il tracciato di destra che porta a Ponte Dovia dove esiste ancora il
piccolo nucleo costruito su un pianoro che costeggia il fiume. Qui si
trovano una vecchia caserma austriaca, i resti di un edificio dove si
lavorava il ferro, una fucina con maglio ad acqua, magazzini per il
carbone e, nelle vicinanze, un mulino da grano. Da Ponte Dovia si
pu salire verso Bertogno per giungere a San Bartolomeo da dove
possibile ritornare a Carlazzo con un mezzo pubblico.

Miniera di Mezzano
(Escursione consigliata: 20 minuti a piedi dalla localit Darn)
Molte miniere di materiale ferroso sono rimaste aperte e attive fino
alle met del Novecento. Ultimamente la Comunit Montana delle
Alpi Lepontine ha recuperato e aperto al pubblico una miniera col

123

ALPI LEPONTINE
cunicolo centrale e alcune deviazioni laterali, a Mezzano, sopra
San Bartolomeo. La visita ricca di suggestioni e di testimonianze
storiche.
La si raggiunge percorrendo un sentiero pianeggiante a mezza
costa. Lingresso protetto da un cancello, quindi la miniera si pu
visitare solo se accompagnati da personale della CMAL. Sono
necessari stivali, casco e pila.

Val Rezzo
La vallata scavata dal torrente Rezzo che nasce dal monte Fiorina
e scende impetuoso verso Porlezza e il lago di Lugano creando una
profonda forra.
La valle rimasta piuttosto isolata e scomoda da raggiungere fino
ai tempi recenti, quando stata tracciata la strada stretta e tortuosa, ma agevolmente percorribile (km. 31), che sinerpica fino a
Seghebbia per poi continuare verso la Val Cavargna.
La popolazione si sposta giornalmente verso la Svizzera per lavoro, mentre in passato era trattenuta in zona dallattivit estrattiva e
siderurgica che addirittura richiamava operai dalla bergamasca e
dal bresciano. Nel Cinquecento furono trovate vene ferrose che gli
abitanti sfruttarono per secoli; grazie alla consistenza del patrimonio boschivo il minerale era fuso in loco nei fonderie di Buggiolo e
Seghebbia. Nel Novecento la produzione di carbone era ancora
unattivit fiorente, ma gli elevati costi di gestione ne hanno decretato la fine.
Salendo da Porlezza, il primo centro abitato che si incontra
Corrido, grosso borgo di origine medievale arroccato su uno sperone di roccia che sovrasta la profonda gola scavata dal torrente
Cuccio. Le stradine tortuose che sinsinuano dentro labitato portano alla Parrocchiale dei Santi Materno e Martino che si erge nel punto
pi elevato del paese, accanto al suo massiccio campanile sorto
sulla base di unantica torre. La chiesa risale al XVI secolo e conserva, nella zona presbiteriale, una serie di dipinti settecenteschi
raffiguranti San Materno, la Vergine, San Martino e il Cristo crocefisso. Da qui si gode un ampio panorama della Val Menaggio, della
pianura di Porlezza e del Ceresio circondato dalle prealpi.
Da Corrido si pu arrivare a Carlazzo attraversando il Ponte del
Saltone; continuando invece a salire, oltre la frazione Molzano si
entra in Val Rezzo, il centro pi importante della valle, in splendida posizione circondato com da prati e boschi incontaminati. Si
prosegue infine per Buggiolo e Seghebbia da dove si pu partire
per diverse escursioni a piedi.

ne e la svizzera Val Colla, luogo di transito importante fin da tempi


antichissimi. Loratorio, sorto in epoca medievale, nel Duecento era
dedicato a San Narbore, ma allinizio del Trecento fu rimaneggiato
e dedicato a San Lucio, pastore di Cavargna che era stato ucciso dal
suo padrone perch distribuiva formaggio in elemosina. Di recente
la chiesetta stata sottoposta ad accurato restauro che ha permesso di recuperare anche interessanti affreschi quattrocenteschi e
quelli settecenteschi di Giovan Battista Pozzi.
La straordinaria chiesa alpestre, affiancata dal solido campanile,
viene aperta ai fedeli il 12 luglio, ricorrenza, secondo la tradizione
popolare, del martirio del santo, e il 16 luglio per il pellegrinaggio di
San Rocco al quale dedicata la cappella che affianca loratorio.

Valsolda
Collegata alla Val Rezzo in altitudine, la valle occupa la sponda del
lago che va da Cima di Porlezza fino al confine italo-svizzero ed
attraversata dal torrente Soldo che le d il nome.
La Valsolda viene generalmente identificata con il Piccolo mondo
antico di Antonio Fogazzaro, ma ben prima che lo scrittore vi trascorresse le sue vacanze e la descrivesse nei suoi romanzi, la valle
era stata protagonista della storia locale.

Oratorio di San Lucio


(Escursione consigliata: ore 1.30 - alt. m. 1542)
Da Buggiolo si segue la strada carrareccia che sale lungo creste
erbose fino al passo di San Lucio, punto di confine fra le valli italia-

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ALPI LEPONTINE
Gi abitata dai Celti e poi occupata dai Romani, con lintroduzione
del Cristianesimo si leg profondamente alla chiesa milanese tanto
che nel Medioevo divenne dominio feudale dellArcivescovo di
Milano, tradizione che continua ancora oggi con lappartenenza
alla Diocesi Ambrosiana. San Carlo e Federico Borromeo furono
spesso presenti nella valle che arricchirono di chiese e oratori preziosamente decorati e che costituiscono il vanto di questo angolo di
mondo dimenticato dalla storia pi recente.
Terra ambita, in passato, per la sua posizione, dovette far fronte a
gravi calamit, carestie e pestilenze e a travagliate vicende per la
definizione dei suoi confini. Nel 1528 pass sotto il potere di Gian
Giacomo Medici, detto il Medeghino, che la domin per tre anni.
Nessuna tribolazione, tuttavia, ne scalf lalto prestigio religioso.
Nel Cinquecento San Carlo la elesse a pieve e nel Seicento il cardinale Federico Borromeo ne fece il baluardo contro linvasione protestante, dotandola di imponenti chiese dove la presenza mariana
divenne predominante. Dopo la beatificazione di Carlo Borromeo ci
fu un rifiorire di oratori a lui dedicati.
Stupende opere hanno lasciato anche gli artisti valsoldesi che, pur
costretti a lavorare lontano, soprattutto in Polonia, tornavano sempre ai luoghi dorigine per lasciare il segno della loro devozione.
Tutti i centri abitati della valle, sia a riva sia sui monti, sono raggruppati nello stesso comune, ma in passato ogni paese ha avuto
una sua autonomia e una diversa fisionomia che ancora ben individuabile.

partire dal XVII secolo. Gli interni sono impreziositi da pregevoli


affreschi che illustrano le storie dei santi patroni, dipinti da
Salvatore Pozzo agli inizi del Seicento.

Cressogno

Castello

Il primo paese che si incontra lasciando Cima di Porlezza non presenta un grande interesse, ma forse il pi conosciuto della
Valsolda perch vi sorge il Santuario della Caravina, meta di pellegrinaggi fin dal XVI secolo. La chiesa sorge allinizio del paese, a
pochi metri dalla strada statale in bella posizione panoramica. La
facciata neoclassica, ma il santuario che vediamo oggi venne
eretto nel Seicento, su progetto di Carlo Buzzi, esattamente sul
posto dove sorgeva il vecchio che nel 1570 era stato visitato da San
Carlo. Allinterno si venera limmagine della Madonna Addolorata
con il Cristo sulle ginocchia che stata vista piangere in varie occasioni. La chiesa fu affrescata, nel corso del Seicento, dal campionese Isidoro Bianchi.

A 451 metri di altitudine, su un terrazzo roccioso dal quale si gode


una superba vista sul lago di Lugano e sui monti della Valle Intelvi,
Castello fu borgo fortificato gi in epoca romana e tale rimase fino
al XVI secolo quando limponente castello fu completamente
distrutto.
La Parrocchiale di San Martino affrescata da Paolo Pagani, nativo del
posto, uno dei gioielli artistici della Valsolda e labitato conserva
un fascino antico ed eleganti palazzi, ora piuttosto decadenti, dove
sono stati ambientati numerosi episodi del suo Piccolo mondo
antico.

S. Mamete
A met strada fra Porlezza e il confine con la Svizzera, S. Mamete
amministrativamente il centro pi importante della valle, sede
municipale e del vecchio Pretorio che un tempo era anche prigione.
Alla foce del torrente Soldo, il paese ha un caratteristico centro con
una bella piazza a lago circondata da antiche case a portico e con
una gradinata che sale verso la Parrocchiale dei Santi Mamete e
Agapito. La chiesa, che ha origini antiche, ha mantenuto un elegante campanile romanico, ma stata completamente trasformata a

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Albogasio
Suddiviso in inferiore e superiore, Albogasio il paese pi antico e
meglio conservato della Valsolda, e certamente il pi suggestivo.
Abbarbicato alla montagna si specchia nel lago con le antiche case
dalle eleganti logge che fiancheggiano impervie scalette che salgono al terrazzo superiore.
Due chiese dominano i due mondi. In basso troneggia la barocca
Parrocchiale dellAnnunciazione impreziosita da cicli daffreschi di
tema mariano e collegata a lago dalla calcinera, la scalinata di
fogazzariana memoria. In alto domina la Chiesa di SantAmbrogio
con la rustica facciata, il vecchio campanile romanico e un interessante ciclo di affreschi dedicati alle storie del santo.
Ad Albogasio superiore si stagliano anche le moli del Palazzo delle
Colonne e di Palazzo Affaitati, signorili dimore secentesche.
Segna il confine dalla parte italiana la frazione di Oria divenuta
famosa grazie al Fogazzaro che qui trascorse alcuni periodi della
sua vita, in una casa sul lago dove ambient il suo Piccolo mondo
antico. Villa Fogazzaro e il suo minuscolo giardino, tuttora propriet privata, ben conservata e custodisce ricordi dello scrittore.
Sulla sponda opposta sorge la frazione di Santa Margherita, isolata e raggiungibile solo via lago.

Loggio
Il primo paese che si incontra salendo da Cressogno un piccolo
centro che pu vantare la trecentesca Parrocchiale di San
Bartolomeo, rifatta in epoca barocca, con un altare secentesco di
legno scolpito, dipinto e dorato, con affreschi di Giovanni Battista
Pozzo, unacquasantiera del Settecento, un pulpito con interessanti rilievi e un organo dipinto con lo stile tipico della Valsolda.

Puria
Il paese fra pi noti della valle per aver dato i natali a Pellegrino
Tibaldi, uno degli artisti lombardi pi importanti del Cinquecento. A

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Puria in passato sono vissute famiglie importanti che hanno lasciato eleganti palazzetti spesso decorati con stemmi e affreschi. Fra
questi va menzionata la Casa del Tibaldi che pare abbia fornito i
disegni della Parrocchiale di Santa Maria ricca di affreschi in facciata e di raffinati dipinti allinterno fra i quali il ciclo daffreschi dedicato alla Vergine e a San Carlo realizzati nel corso del Seicento.

Dasio
Nellalta Valsolda, Dasio ideale punto di partenza per passeggiate
nei boschi e verso le cime e i passi che collegano la Valsolda alla
Val Rezzo. Anche qui si possono trovare vestigia di un passato particolarmente attento allarte sia nella costruzione dedifici civili che
religiosi. Particolari sono gli affreschi cinquecenteschi che decorano la Chiesa di San Bernardino di origini antiche, ma spesso rimaneggiata nei secoli XVI e XVII.

ALTO LARIO
La parte settentrionale del lago, suddivisa fra le province di Como e
Lecco, in zona montagnosa, unita a nord dal Pian di Spagna.
Bench lambiente sia simile, con ridenti villaggi in riva al lago e
tranquilli borghi nascosti fra le pieghe di profonde vallate, le due
sponde presentano aspetti di vita piuttosto diversi: quella orientale,
collegata dalla ferrovia e dalla superstrada ai grandi centri, pi
portata alle attivit industriali; la sponda occidentale ancora oggi
piuttosto isolata, percorsa dallantica Via Regina, e pu contare solo
su un limitato apporto turistico.

Madonna del Faggio


(Escursione consigliata: 2 ore - alt. m. 1130)
Il sentiero da Albogasio Superiore sale lungo le pendici del monte
Broglia regalando splendidi panorami fino a raggiungere la piccola
cappella della Madonna che la devozione popolare crede sia
apparsa, nel XVIII secolo, nella cavit di un tronco di faggio.
Lescursione pu continuare per altri 45 minuti se si vuole arrivare
alla Colma Regia, al confine di Stato. Nel periodo risorgimentale di
qui, allora cera un sentiero, passavano i patrioti antiaustriaci per
riparare in Svizzera e il sentiero venne praticato in seguito anche
dai contrabbandieri.

Valsolda a piedi
(Escursione consigliata: ore 2.30)
Partendo dalla piazza a lago di S. Mamete si sale lungo la mulattiera che conduce alla parrocchiale per proseguire lungo il bordo sinistro della gola del Soldo. Prima di giungere a Loggio si passa accanto allelegante Oratorio della Nativit di San Carlo. Da Loggio si procede per Puria e quindi per Castello fra splendidi scorci sul lago e
sui picchi delle aguzze montagne della Valsolda. Percorsi i vicoli
stretti e bui di Castello che portano alla chiesa di S. Martino, si scende verso Albogasio Superiore e, attraverso ripide scale che sinsinuano fra le vecchie case, si raggiunge il lago e Oria.

Foresta demaniale
(Escursione consigliata: 5 ore - alt. da m. 600 a m. 1200)
Lescursione impegnativa, ma un tuffo in una natura incontaminata. Si parte da Dasio per salire ai pascoli di Ranco, dove si trova
il limite della foresta. Allingresso si pu scegliere uno dei due percorsi proposti: la Via dei canti (bollino blu) relativamente pi
breve, o il Sentiero faunistico (bollino rosso) pi lungo. Entrambi
i sentieri hanno lunghi tratti in salita, sono ben indicati e regalano
paesaggi straordinari.

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129

ALTO LAGO OCCIDENTALE

Alto lago occidentale


I paesi pi importanti sono situati lungo il lago, gli altri si concentrano nelle tre valli principali dei torrenti Albano, Liro e Livo che
scendono dalla catena della Mesolcina Meridionale per gettarsi,
con ampio delta, nel lago.
La parte pi settentrionale del lago chiusa da unarea paludosa, il
Pian di Spagna, limitata dai fiumi Mera e Adda, i due grandi immissari del lago. Qui, fra canneti, salici e pioppi, vive una grande
variet di uccelli acquatici fra i quali cigni, svassi e folaghe.
LAlto Lario confina a nord con la provincia di Sondrio e il
Chiavennate, mentre le montagne segnano il limite con la Svizzera.
Pochi e non agevoli sono gli accessi: da sud solo con la sinuosa e
stretta Via Regina o via lago, ma i battelli che raggiungono questa
zona sono poco numerosi; pi comode sono le comunicazioni con
Chiavenna.
Nessuna strada facilmente praticabile collega questa parte di Lario
con la vicina Svizzera eccezion fatta per il Passo del Maloja verso
Saint Moritz e lantico Passo del S. Jorio, 18 chilometri a nord di
Garzeno, dove sono possibili splendide passeggiate a piedi.
Malgrado lattuale situazione di relativo isolamento, lAlto lago pu
vantare un antichissimo popolamento gi in epoca preistorica,
seguito dalla capillare infiltrazione romana su una via di transito
delle pi importanti. Anche la religione cattolica si diffuse presto fra
gli abitanti di questarea e nel Medioevo le tre pievi di Dongo,
Gravedona e Olonio (oggi Sorico) divennero un centro indipendente e potente, capace di tener fronte a innumerevoli invasioni. Nel
Cinquecento qui spadroneggi Gian Giacomo Medici, detto il
Medeghino, soppiantato dagli Spagnoli che per fronteggiare le invasioni da nord costruirono il Forte di Fuentes. Poi la storia prese altre
vie e lAlto Lario torner allonore della cronaca solo nel 1945,
quando i partigiani arrestarono Mussolini e il suo seguito a Musso
e fucilarono alcuni gerarchi a Dongo.
A dispetto delle scarse e povere risorse legate allagricoltura e
allallevamento, e del turismo che stenta a decollare, LAlto Lario
ricco di monumenti di grande valore artistico: a splendide chiese
romaniche spesso trasformate in bellissimi edifici ad architimpano
nel Quattrocento, sontuosamente decorate e affrescate da insigni
artisti, in epoca barocca se ne sono aggiunte altre nel mezzo di
antichi centri rurali o isolate su terrazzi che dominano il lago e le
valli. Si devono alle donazioni che gli emigranti di questi paesi,
soprattutto nel Seicento, mandarono alle terre dorigine, e allimpegno del clero per fronteggiare lavanzata del protestantesimo che
aveva raggiunto i Grigioni e premeva ai confini.
La popolazione rimasta legata alla sua terra sta cercando di risolle130

vare le sorti economiche del territorio puntando sul turismo. Nelle


piane alluvionali sono sorti ampi e attrezzati campeggi dove i turisti possono praticare sport nautici ed effettuare passeggiate fra i
boschi e sulle montagne: manca per ancora una completa e
moderna ricettivit alberghiera.

San Siro
Il primo comune che si incontra risalendo la sponda occidentale del
lago, dopo Menaggio e la famosa villa del Copped sulla punta della
Gaeta, stato creato da pochi anni aggregando i paesi di
SantAbbondio e Santa Maria Rezzonico ed costituito da un
numeroso gruppo di frazioni sparse fra il lago e le propaggini del
Monte Bregagno.
Santa Maria Rezzonico ammalia con lintrico dei suoi vicoli sui
quali si affacciano eleganti portali con stemmi di antichi casati e
con le caratteristiche gradinate che sinsinuano sotto archi ombrosi. In riva al lago, una linda piazzetta si protende verso il porticciolo cui si affaccia un antico porticato.
La localit doveva rivestire una notevole importanza strategica per
i Romani che vi costruirono unimponente fortezza della quale
restano parti di mura.
La famiglia Della Torre, poi, nel Trecento costru un Castello, circondato da mura merlate, in parte ancora esistente, ma trasformato in abitazione privata.

131

ALTO LAGO OCCIDENTALE


Notevole importanza riveste la Parrocchiale di Santa Maria costruita
nel XV secolo assieme al convento dei Domenicani a sostituire una
chiesa pi antica della quale resta il campanile romanico. Linterno
fastosamente decorato e affrescato da diversi artisti fra i quali
Sigismondo De Magistris e Michelangelo Carminati.

Cremia
Lantico borgo prospiciente il lago, con le numerose frazioni sui terrazzamenti delle pendici del Monte Bregagno, era feudo fortificato
gi nel XII secolo e conserva qualche antico nucleo abitativo e una
filanda ottocentesca con la sua alta ciminiera, ora in disuso, che ha
dato lavoro alle donne del paese fino alla met del secolo scorso.
In riva al lago, la Chiesa dei Santi Vito e Modesto ha due originali
campanili, il pi piccolo di origine romanica. Linterno ha struttura
piuttosto particolare. La cinquecentesca pala della Crocifissione,
nella cappella laterale sinistra, stata donata alla loro chiesa dagli
emigrati di Cremia a Genova.
Nella frazione di Vignola, a monte, la Parrocchiale di San Michele
fece probabilmente parte del monastero delle Umiliate. Fra le belle
decorazioni pittoriche delle cappelle, conserva una tela cinquecentesca attribuita al Veronese e un polittico quattrocentesco con la
Madonna e i santi Rocco, Sebastiano, Gerolamo e Tommaso, proveniente dalla chiesa di San Vito.

Pianello del Lario


Gi possedimento del monastero benedettino di San Carpoforo a
Como, fino alla fine del XIV secolo, il paese fu poi aggregato a
Musso e quindi divenne autonomo. Il comune conta varie frazioni
che sinerpicano fino a quasi mille metri di altitudine, caratteristici
agglomerati rurali con case decorate con interessanti dipinti votivi
della Vergine e dei loro devoti abitanti, bei cortili e ampi loggiati.
Alcune sono raggiungibili solo a piedi.
In riva al lago, la Parrocchiale di San Martino, di antiche origini ma
rifatta nel Cinquecento, conserva belle decorazioni a stucco secentesche e pregevoli affreschi di Isidoro Bianchi e di Giovanni Battista
Pozzo.
Lungo la Strada Regina, in frazione Calozzo, unantica filanda dal
1982 ospita il Museo della Barca Lariana. Nelle ampie sale sono raccolte 160 imbarcazioni che raccontano la storia della navigazione
lariana.
Seguendo le ripide stradine che salgono verso le frazioni alte, si pu
raggiungere la settecentesca Chiesa della Madonna della Neve con
laffresco della Vergine che allatta il Bambino affiancata da San
Rocco e San Sebastiano.

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Il Medeghino, signore di Musso


Gian Giacomo Medici, detto il Medeghino per la sua bassa statura,
un personaggio straordinario che ha segnato unepoca e ha portato il
territorio del Lario al centro della politica europea degli inizi del
Cinquecento.
Nato a Milano nel 1495 da famiglia numerosa e benestante, rivela un
carattere deciso e battagliero, am lavventura e non disdegn il compromesso. Aveva un parentado di tutto rispetto, dal papa Pio IV, suo
fratello minore, al nipote Carlo Borromeo. Il Medeghino per segue
altre strade, anche se per qualche anno sembr assumere il compito
di strenuo difensore del cattolicesimo contro lavanzata protestante
delle Leghe Grigionesi. Nel 1521, coinvolto in un omicidio voluto da
Francesco Sforza, venne inviato a Musso dove simpossess del
castello. Da quel torrione arroccato su uno sperone inaccessibile a
strapiombo sul lago, perfettamente al sicuro da ogni aggressione,
cominci a realizzare il suo ambizioso progetto di costruire uno stato
indipendente e inizi con limpossessarsi delle terre dellAlto lago. Dal
1525, quando per servigi resi allo Sforza venne nominato Signore di
Musso, inizi la conquista dei territori ricchi per la produzione del
ferro e di conseguenza delle armi e dei luoghi strategicamente importanti per il controllo dei valichi alpini quindi dei traffici commerciali. Il
periodo era propizio: il ducato di Milano era debole e le potenze europee erano occupate a lottare fra loro per la supremazia politica,
Venezia non gli era contraria e i continui cambiamenti delle alleanze
creavano una situazione di grande incertezza. Solo i Grigioni erano
un grosso e potente ostacolo. Lavventura del Medeghino sul lago di
Como dur sette anni, in tale periodo divenne il Signore della Valsolda
e di Porlezza, conquist i paesi del lago, ottenne la Val Chiavenna e la
Valsassina. Simpossess della Brianza fino a Monza, guerreggi con
i Grigioni e si destreggi fra i potenti dellepoca. Rese il castello pi
sicuro anche a monte scavando la tagliata nella roccia, batt moneta
e spadroneggi spargendo il terrore nella zona del lago.
Ritenuto inaffidabile ma temibile, spesso i potenti si videro costretti a
stringere alleanze con lui, ma il suo sogno non si realizz.
Verso la fine del 1528, la rottura con i Grigioni era ormai definitiva, ma
con il congresso di Bologna del 1529 limperatore Carlo V si mosse per
porre fine alle sanguinose guerre di religione, allanarchia e alla frantumazione del potere affermando la supremazia spagnola.
Lavventura del Medeghino, che nella situazione di incertezza politica
aveva trovato il suo migliore alleato, stava per volgere al termine. Nel
1532 venne definitivamente sconfitto, perdette tutto quanto aveva
conquistato e il castello fu distrutto. Cadde in piedi, come si dice, perch Carlo V in cambio di tutto quanto gli tolse gli concesse il marchesato di Melegnano con cariche, titoli e rendite. Gian Giacomo Medici
pot cos continuare la sua vita di spavaldo condottiero. Mor a sessantanni e il suo monumento, capolavoro di Leone Leoni, campeggia
nella navata destra del transetto del Duomo di Milano.

133

ALTO LAGO OCCIDENTALE

Musso
Il paese, addossato alle ultime propaggini del Monte Bregagno che
termina a picco sul lago con lo sperone del Sasso di Musso, relativamente piccolo, ma storicamente molto importante. La zona era
ben conosciuta gi dai Romani che sfruttavano il filone di marmo
situato proprio sopra il Sasso. La splendida pietra locale stata utilizzata per costruire monumenti importanti non solo in zona, ma
anche a Milano. Lesempio pi fulgido il duomo di Como dove i
lastroni arrivavano via lago.
La cava ha costituito una delle risorse economiche pi importanti
della zona fino alla sua chiusura, avvenuta nel 1970. Il Sasso sempre stato anche un punto strategico importante, perci gi nel
Medioevo, quando era feudo dei Malacrida, fu fortificato con un
castello. Durante i dieci anni (1522-32) della burrascosa dominazione del Medeghino, che proprio nel castello di Musso aveva scelto di risiedere, la fortificazione fu consolidata e rinforzata su tutti i
lati. Ci non evit la sua distruzione che avvenne nel 1532 a opera
di Francesco II Sforza alleato con gli Svizzeri, acerrimi nemici del
Medeghino, e con le Tre Leghe Grigie. Della minacciosa rocca restano resti di mura e la minuscola Chiesa di SantEufemia ricostruita in
epoca barocca. La chiesetta, posta su uno sperone di roccia in bella
posizione panoramica, raggiungibile da Dongo seguendo il tracciato della vecchia Via Regina, oppure dalle frazioni alte di Musso
passando attraverso il Giardino del Merlo, un complesso terrazzato
realizzato alla fine dellOttocento da Giovanni Manzi lungo la fascia
bassa del Sasso. Abbellito da fiori esotici, grotte, ponti e giochi dacqua, il giardino rappresent, al tempo, una notevole attrazione turistica, ma labbandono di questi ultimi anni lo ha molto degradato.
Musso, infine, entrato nella storia contemporanea nel 1945 in
occasione dellarresto di Mussolini e del suo seguito a opera dei
partigiani locali che proprio ai piedi del Sasso hanno bloccato la
colonna tedesca.
Il centro del paese raccolto attorno alla piazzetta dai caratteristici portici bassi. La Parrocchiale di San Biagio, lungo la statale, pur
essendo di origini antiche stata molto rimaneggiata e riccamente
affrescata nel secolo scorso.

Dongo
Nella piana alluvionale alla foce del torrente Albano, Dongo un
antico abitato che fu centro di una delle Tre Pievi. Anticamente la
sua importanza derivava dal fatto di essere situato allimbocco
della valle che conduceva al passo di S. Jorio, importante passaggio
verso la valle Mesolcina e la Germania per i mercanti e per i monaci di Reichenau che nellAlto Lario avevano molte propriet agricole. Dongo fu anche un importante centro industriale poich dal XV
secolo nelle montagne retrostanti erano state aperte miniere di
134

materiale ferroso che avevano dato vita in paese a fonderie. Fu qui


che verso la fine del Settecento la famiglia Rubini impiant le ferriere che diventeranno le note acciaierie Falck e che a lungo saranno la grande risorsa della zona. Ultimamente vendute alla Cagiva,
versano ora in gravi difficolt e se ne paventa la chiusura.
Durante il corso dei secoli, il paese ospit molte nobili famiglie a
partire dai feudatari Malacrida fino ai Polti Petazzi che hanno edificato la bella dimora neoclassica di Palazzo Manzi, oggi sede comunale, con una Sala dOro sontuosamente decorata e affrescata da
un allievo di Andrea Appiani. Ledificio si affaccia sulla piazza prospiciente il molo dove nel 1945 furono fucilati alcuni gerarchi fascisti in fuga con Benito Mussolini.
Le stradine che partono dalla piazza sinoltrano nel vecchio centro
abitato dov la Chiesa di Santa Maria in Martinico di origini romaniche. Lasciato il centro storico e superato il torrente Albano, lungo
la strada statale si incontrano due chiese di grande interesse artistico, il Santuario della Madonna delle Lacrime e la Parrocchiale di
Santo Stefano.
Il Santuario della Madonna delle Lacrime fu costruita nel 1553 per
ospitare un affresco di Madonna con Bambino proveniente da una
cappella campestre che gli abitanti del paese avevano visto piangere. Accanto alla chiesa sorse il convento francescano che si vede
ancora oggi: la sua straordinaria biblioteca ricca di 8000 volumi,
alcuni molto antichi e finemente miniati. Verso la fine del
Cinquecento le pareti del presbiterio furono affrescate dal pittore
ticinese Domenico Caresana con storie mariane. Alcune cappelle
sono abbellite da paliotti in scagliola e da secenteschi gruppi lignei
raffiguranti lUltima Cena e la Crocifissione.
La Parrocchiale di Santo Stefano la chiesa plebana del XII secolo,
ma il suo aspetto attuale settecentesco. Conserva cappelle riccamente decorate e affrescate e una bella tela secentesca
dellImmacolata. Il presbiterio fu decorato nel XVIII secolo da Carlo
Scotti con Storie di Maria e Ges. La seconda cappella di destra fu
dipinta da Giulio Quaglio, mentre le statue in stucco dei santi patroni furono eseguite da Stefano Salterio nel 1771.

La valle dellAlbano
Da Dongo, risalendo la valle dellAlbano si attraversano interessanti paesi ricchi di storia e darte.
Stazzona, di origini romane come testimonia il nome (stazio in
latino indicava una stazione per il cambio dei cavalli), ha case che
conservano antichi dipinti devozionali sulle facciate.
La Parrocchiale di San Giuliano, del XIV secolo, riccamente affrescata gi in passato, presenta oggi un assetto secentesco con splendidi affreschi di Gianpaolo Recchi nella volta del presbiterio e di
Giulio Quaglio sulle pareti. La Cappella del Rosario affrescata dal
Fiammenghino con le storie di Maria e i misteri del rosario: straor-

135

ALTO LAGO OCCIDENTALE


dinaria limmagine della Vergine col Bambino che schiaccia il
drago. Non trascurabile la splendida vista sul lago che si gode dallesterno.
Stazzona oggi molto conosciuta anche per la sagra dei crotti
che si svolge in agosto. Molte localit dellAlto Lago conservano
caratteristici e antichi crotti, cantine ricavate da grotte naturali dove
un soffio daria fresca proveniente da fenditure della roccia mantiene una temperatura costante durante tutto lanno. Accanto a queste cantine sono sorte delle osterie, spesso trasformate in ristorantini, dove si possono degustare prodotti locali, primi fra tutti insaccati e latticini.
Germasino un piccolo comune con vecchie case tipiche e la
Parrocchiale dei Santi Donato e Clemente che in passato doveva
essere completamente affrescata allinterno, ma che ora rivela solo
qualche lacerto di pittura cinquecentesca.
Garzeno, con le sue numerose frazioni, comune di notevoli
dimensioni, lultimo della valle, il pi grosso e il pi alto (m. 670).
Case rustiche, alcune con affreschi votivi in facciata, fiancheggiano
stretti vicoli punteggiati da edicole e caratteristiche fontane in pietra. Labitato si stringe attorno alla Parrocchiale dei Santi Pietro e
Paolo, gi esistente nel 1172 e rinnovata nel Quattrocento in forme
rinascimentali. Nel Seicento fu nuovamente trasformata e appesantita da una struttura barocca che ha gravemente leso gli affreschi
cinquecenteschi. Nel 1965 un attento restauro ha riportato alla luce,
sulla parete destra e nella quarta cappella di sinistra, affreschi votivi con immagini della Vergine e di Santi e alcuni dipinti del De
Magistris. Dellepoca barocca restano i preziosi affreschi del
Fiammenghino nel presbiterio e quelli di Gianpaolo Recchi nelle
cappelle di SantAntonio e della Vergine del Rosario.

Brenzio

Passo di S. Jorio

Gravedona

(Escursione consigliata: ore 3.30 da Brenzeglio - alt. m. 2004)


Con lauto si pu proseguire oltre Garzeno fino a Brenzeglio da
dove inizia il sentiero che sale verso il Rifugio del Giovo (m. 1714)
e il Passo di S. Jorio fra alti pascoli dove si vedono ancora i vecchi
masn con il loro caratteristico tetto molto spiovente di paglia.
Il Passo del S. Jorio si pu raggiungere anche pi facilmente arrivando, in auto, fino al rifugio Giovo attraverso la carrareccia (non
completamente asfaltata) che da Garzeno si dirige verso la
Bocchetta di Germasino (m. 1239) inoltrandosi in una bella zona
boscosa. Dal rifugio Giovo la passeggiata dura unora.
Una carta dei sentieri della zona reperibile presso lufficio informazioni della Cooperativa Imago di Dongo, tel. 0344-82572.

Consiglio Rumo
Proseguendo lungo la statale rivierasca, prima di attraversare il torrente Liro si incontra il vecchio abitato di Consiglio Rumo, di origi-

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ne celta come indica il nome concilium, stretto attorno alla


Parrocchiale di San Gregorio, La chiesa, costruita in epoca romanica, fu riedificata nelle caratteristiche forme rinascimentali con aula
ad archi trasversi e imponente campanile nel Quattrocento. Sulla
parete interna della vecchia abside romanica sono stati recuperati
lacerti di affreschi quattrocenteschi con figure di santi. In epoca
barocca un altro intervento ha rimodellato labside che Carlo Pozzo
ha poi decorato con affreschi e tele incorniciati da stucchi.
Per secoli questa zona fu feudo della locale famiglia dei Rumo che
furono capitanei a Dongo nel XV secolo.
Il comune costituito da numerose frazioni che si adagiano sulle
pendici del monte Cortafon.

Situata a mezza costa, con belle costruzioni rurali impreziosite da


dipinti devozionali, purtroppo trascurati, la localit stupenda.
La Chiesa di San Giovanni Battista, posta su un terrazzo naturale in
magnifica posizione panoramica a dominare il lago e le montagne
circostanti, una tipica chiesa ad architimpano del Rinascimento
altolariano. Conserva una decorazione pittorica barocca di gran
pregio. Le cappelle dedicate alla Vergine e a San Giovanni Battista,
commissionate dalla confraternita degli emigrati a Palermo, sono
state affrescate a vivaci colori dal Fiammenghino, mentre il presbiterio abbellito da un suggestivo Paradiso e da grandi scene
dipinte da Isidoro Bianchi. Notevoli sono anche laltare di legno
dipinto e lantico organo ligneo.

Disteso fra lampia baia lacustre creata dai depositi alluvionali del
torrente Liro e i pendii retrostanti, Gravedono comune ricco di
storia e darte, centro principale dellAlto Lario sin dallepoca romana e sede della pi importante delle Tre Pievi e culla di nobili e ricche famiglie (Stampa, Curti, Sergregori) che gli lasciarono importanti eredit artistiche. Le svariate frazioni si collocano a monte
dellantico abitato sorto sulla riva del lago attorno al roccione fortificato dal castello.
Durante il dominio spagnolo, il cardinale Tolomeo Gallio divenne
Signore delle Tre Pievi e sullo sperone di roccia che chiude la baia
costru limponente edificio che oggi la sede della Comunit
Montana.
Antichi vicoli e scalinate si collegano alla piazzetta di Pra Castello;
qui si possono vedere resti di case patrizie o indovinare le vecchie
botteghe artigianali lungo la Via degli Orefici (oggi Sergregori), la
Via Sabbati o la Via del Sale. Nellantico borgo si trovavano le residenze di famiglie illustri e fra quelle anche la casa dove Alessandro

137

ALTO LAGO OCCIDENTALE

Volta amava trascorrere qualche periodo in estate.


Gravedona ricca di numerose e interessantissime chiese, la pi
famosa la romanica Chiesa di Santa Maria del Tiglio, costruita nel
XII secolo sui resti del battistero paleocristiano di San Giovanni
Battista. Sulla riva del lago, accanto alla parrocchiale, facilmente
riconoscibile per il campanile in facciata, quadrato alla base e ottagonale oltre il tetto. La costruzione venne realizzata con marmo
bianco di Musso e pietra grigia dOlcio che le dona il caratteristico
aspetto a strisce orizzontali. Linterno conserva lantica fonte battesimale a immersione con lacerti del pavimento paleocristiano a
mosaico. Numerosi affreschi, risalenti a epoche diverse, decorano
le pareti: il pi antico, del XIV secolo, il Giudizio Universale
posto in controfacciata, mentre il ciclo di affreschi sulla vita di San
Giovanni Battista rappresenta la cultura gotica. Pregevole il
Crocefisso ligneo del XII secolo, sulla parete sinistra entrando.
La Parrocchiale di San Vincenzo imponente e si staglia sulla piana
alluvionale del Liro. Edificata sopra la precedente chiesa romanica,
occupa probabilmente larea dove in epoca romana sorgeva un
tempio pagano. Il pavimento della chiesa stato rialzato rispetto
alla precedente che doveva soffrire di frequenti alluvioni. Gli ultimi
restauri hanno reso possibile il ripristino della vecchia abside con le
sue numerose colonne. La parrocchiale stata completamente
ristrutturata in epoca barocca e a quel periodo risalgono il portico
in facciata e la ricca decorazione interna costituita da tele, affreschi,
stucchi e scagliole.
Laltro gioiello di Gravedona la Chiesa di Santa Maria delle Grazie
cui era annesso il convento agostiniano fondato nel 1467. Il complesso, situato nella parte alta del paese in bella posizione panora138

mica, di stile rinascimentale ad architimpano con copertura


lignea. La chiesa grandiosa, a navata unica con tre absidi e archi
trasversali che creano una serie di cappelle laterali riccamente
decorate. I temi pittorici risentono gi dellideologia agostiniana e
dellincombente problema dellavanzata del protestantesimo e per
questo si trovano spesso effigiate crocifissioni e scene della vita
della Vergine con le immagini dei Dottori della Chiesa. Fra i migliori cicli decorativi sono le storie di SantAntonio nella seconda cappella di destra, la pi famosa sia per la radicata devozione popolare nei confronti del santo legato alla vita quotidiana contadina, sia
per la presenza della Madonna del ciffulet, il diavoletto che rappresenta il pericolo delle tentazioni ma che la tradizione popolare
ha reso famoso come spauracchio dei bambini capricciosi. Famosa
anche la cappella di SantAgata, affrescata nel 1520, cos come
interessanti sono le storie di San Giovanni Battista e la Grande
Crocifissione ispirate ai lavori del Durer. Ladiacente convento, che
si sviluppava attorno a un chiostro completamente affrescato,
rimasto a lungo in un deprecabile stato dabbandono in quanto adibito ad abitazione privata dal momento della sua soppressione per
decreto dellimperatore austriaco (1772). Ora il restauro ha recuperato buona parte delle strutture e qualche prezioso affresco e ha
permesso di utilizzare la struttura come biblioteca comunale.
Accanto alla biblioteca, la cinquecentesca Chiesa dei Santi Martiri
Gusmeo e Matteo sorge sul luogo di un precedente oratorio romanico del XIII secolo. Allinterno, la volta del presbiterio stata affrescata dal Fiammenghino nel 1608 con la Gloria di Dio Padre e degli
Angeli.
Gravedona pu vantare anche un notevole edificio civile, il cinquecentesco Palazzo Gallio, imponente costruzione quadrata con torri

139

ALTO LAGO OCCIDENTALE


angolari e logge aperte che si affacciano sul lago. Il palazzo fu eretto per volere del cardinale Tolomeo e progettato da Giovanni
Antonio Piotti, architetto al quale si devono altri famosi edifici del
territorio comasco.

Le valli del Liro e del Livo


Risalendo la valle del Liro si incontra Dosso del Liro, caratteristico paese di montagna che oltre allimponente Parrocchiale della
Santissima Annunziata, ricca di decorazioni barocche, pu vantare
la bella Chiesa di San Pietro in Costa, situata su un ridente poggio
che emerge dal bosco di castani. Labside romanica richiama le sue
origini, ma la costruzione attuale risale al Quattrocento e la facciata dipinta in rosso al Cinquecento. Linterno fu affrescato nel corso
dello stesso secolo con lAnnunciazione, Cristo in gloria, evangelisti, apostoli e dottori della Chiesa. Si vedono anche alcuni dipinti
votivi cinquecenteschi eseguiti per implorare aiuto contro le epidemie di peste.
Tornando sulla strada principale e imboccando la via che conduce
a Peglio, prima dellantico abitato costituito da vecchie case di pietra si vede la Parrocchiale di San Eusebio, posta in stupenda posizione panoramica accanto al cimitero. La chiesa stata abbellita e
arricchita con straordinarie decorazioni dagli emigranti che avevano fatto fortuna a Palermo, per questo la cappella dedicata a Santa
Rosalia gode di una particolare venerazione. Parrocchiale gi nel
1461, nel corso del Cinquecento venne completamente affrescata,
ma di quelle pitture non restano testimonianze se non nel portico
meridionale del sagrato. Gli interni furono completamente ridipinti
nel Seicento, dopo la ricostruzione della chiesa, soprattutto a opera
del Fiammenghino che qui lasci la massima testimonianza del suo
intenso lavoro in Alto lago. Suoi sono gli affreschi del presbiterio
che rappresentano un grande Giudizio Universale e un tragico
Inferno a forti tinte. Sue sono anche le decorazioni della cappella
del Crocefisso e le immagini di San Carlo, di SantAntonio e di San
Giovanni. Questultima, nella cappella del battistero, comprende
lautoritratto del pittore con la famiglia e offre una scena di realismo campestre. La ricchezza della chiesa accentuata dallaltare di
legno dorato e dai preziosi paramenti offerti dagli emigrati a
Palermo.
Proseguendo per un pianoro a ridosso del Sasso Pelo, in vista della
valle del Livo, a 655 m. ecco lantico paese di Livo che occupa una
bella conca bordata di superbe montagne. Gi comune nel XIII
secolo, fu ricco e popoloso nel XVI, ma successivamente i suoi abitanti dovettero prendere la via dellemigrazione verso Palermo,
esperienza che ancora rivive nel caratteristico costume delle
Moncecche. Fuori dallabitato si trova la Chiesa di San Giacomo,
ora chiesa cimiteriale, che fu la parrocchiale fino alla costruzione,
in epoca barocca, della nuova al centro del paese. Edificata in

140

forme rinascimentali nel 1446, fu completata da un elegante pronao


decorato da storie della Genesi dipinte sulla volta e completamente affrescata nel secolo successivo. Intelligentemente restaurata nel
1953, costituisce oggi uno dei gioielli della valle grazie al bel ciclo
di affreschi dellabside, opera di Sebastiano da Piuro, e alla dovizia
di dipinti devozionali dedicati alla Vergine, ai Santi e al Crocefisso.
Molto particolare la decorazione della Cappella di San Rocco dove
le storie del Santo sono ambientate in paesaggi che ricreano latmosfera locale.

Sasso Pelo
(Escursione consigliata: unora)
Partendo dal Piano di Livo si pu fare il giro attorno al Sasso Pelo
seguendo un comodo sentiero prevalentemente pianeggiante che
attraversa ombrosi boschi di castani con stupendi scorci paesaggistici sul lago e sul monte Legnone.
Lungo il percorso, una piccola deviazione porta alla chiesa di S.
Croce di Naro, abitato che venne abbandonato dopo il XVI secolo a
causa della peste. Il presbiterio della chiesetta fu arricchito, agli
inizi del Cinquecento, da affreschi di Andrea e Sigismondo de
Magistris; sulle pareti sono belle figure di santi, tipiche immagini
devozionali invocate a protezione dalle epidemie. La passeggiata
termina fra i caratteristici vicoli della vecchia Livo.

Lago Darengo
(Escursione consigliata: ore 4.30 da Livo - alt. m. 1750)
Bella passeggiata nella valle del Livo in uno straordinario scenario
di boschi, pianori e alte creste lungo un sentiero impegnativo (il
dislivello di 1031 metri), ma non difficile.
Dalla chiesa di S. Giacomo, presso il cimitero, si raggiunge il ponte
romano di Dangri e si prosegue, passando accanto alla chiesetta
barocca della Madonna di Livo, verso Baggio e Busteggio, dove si
percorre la val di Darengo fino allAlpe di Darengo. Da qui, fra ampi
prati e un discreto pendio si raggiunge il lago dalle acque cristalline, in uno splendido anfiteatro roccioso.
Il lago Darengo, di origini glaciali, ha una profondit di una decina
di metri: sul fondo giace la statua del Cristo delle Vette.
Chi ha tempo e desidera trascorrere una notte fra le alte cime pu
pernottare presso il rifugio
Lescursione consigliata nei mesi estivi; per ulteriori consigli, cartine e chiavi del rifugio bisogna rivolgersi al C.A.I. di Dongo (tel.
0344-81 695).

Domaso
Alla foce del Livo, lungo lantica Via Regina, Domaso, caratteristico
paese di pescatori in passato oggi punto di riferimento per i turisti che amano campeggiare.

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ALTO LAGO OCCIDENTALE


Il borgo antico si affaccia al lago con le sue case a portici. Stretti
vicoli passano sotto archi vetusti e salgono alla parte alta del paese.
Molte case conservano bei portali si pietra e, sulle facciate, stemmi
nobiliari e affreschi votivi. Domaso ha avuto notevole importanza
economica e commerciale soprattutto in epoca medievale, quando
fu fondata una casa del Movimento degli Umiliati che procur ricchezza alla localit con la lavorazione della lana. Successivamente
ricche e nobili famiglie si stabilirono in zona abbellendo il paese
con importanti dimore. Ancora oggi lungo il lago si possono ammirare parecchie ville, la pi importante la settecentesca Villa
Camilla con alcune sale ricche daffreschi, gi di propriet dei
Sebregondi e poi degli Hill, oggi sede del municipio.
Interessante la Parrocchiale di San Bartolomeo, di origini molto
antiche, ma completamente rifatta in epoca barocca. Della vecchia
struttura pi volte rimaneggiata restano laltorilievo di stile rodariano della Piet, allesterno della porta laterale, e la Vergine del
giglio goticheggiante allinterno. Numerose e prestigiose sono le
decorazioni barocche, dal dipinto della Vergine col Bambino e i
Santi Pietro e Paolo di Giulio Cesare Procaccini agli stucchi
dAgostino Silva, dal settecentesco affresco del presbiterio del
Martirio di San Bartolomeo agli arredi lignei. Durante il periodo
della dominazione spagnola, la chiesa doveva certo godere di una
notevole attenzione da parte del governatore del Forte di Fuentes,
il conte Luigi Panizza, che vi fece edificare una cappella dove venne
sepolto nel 1639.

Gera Lario
Lultimo grosso paese della sponda occidentale del lago sorge alla
foce del fiume Mera ed dominato dallimponente catena
Mesolcina meridionale. Il centro storico, abbastanza ben conservato, formato da case cinquecentesche e settecentesche, con pregevoli affreschi esterni, e abitazioni rurali si pietra.
Il paese ha origini romane come testimoniano alcuni reperti rinvenuti nella parrocchiale.
Gera, pur facendo parte della Pieve dOlonio, ha sempre goduto di
un proprio fonte battesimale e di un certo benessere dovuto alloperosit dei suoi abitanti, prevalentemente pescatori. Il paese fu
colpito nel 1951 da una terribile alluvione che distrusse parte dellabitato e caus parecchie vittime.
La Parrocchiale di San Vincenzo, isolata rispetto al centro del paese,
lungo la Strada Regina, una delle chiese pi belle e interessanti
del Lario. Costruita in epoca romanica sui resti di una villa romana
della quale sono venuti alla luce parti di pavimento a mosaico e una
stele del III-IV secolo, ora inserita nel portale, la chiesa fu riedificata nel Quattrocento con la caratteristica struttura ad architimpano
e arricchita da preziosi affreschi. Questi ultimi, prevalentemente
cinquecenteschi, raffigurano Santa Marta con i membri della

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Confraternita dei Disciplini, una moltitudine di santi sui pilastri delle


cappelle come anche nella decorazione del presbiterio commissionata dalla Societ dei Naviganti di Gera e dove si possono ammirare i Santi Pietro e Paolo, i Profeti, gli Evangelisti, i Dottori della
Chiesa, San Vincenzo e Santo Stefano con Dio Padre. Da non trascurare, infine, sono il polittico posto sulla parete di fondo, gli affreschi che decorano larcone con storie della Vergine e la secentesca
immagine (ancona) del Rosario.

Montemezzo
Salendo verso il Sasso Canale lungo una strada ripida e tortuosa si
arriva a Montemezzo, comune montano che dal XVI secolo ha
subito una pesante emigrazione verso il Sud dellItalia.
La Parrocchiale di San Martino, che gode di una splendida posizione
panoramica, unaltra perla del patrimonio artistico altolariano.
Edificata nel Quattrocento con aula unica ad archi trasversi, ha un
bel portale rinascimentale anticipato da pronao ed affiancata da
un campanile pi tardo. Linterno arricchito da unincredibile
quantit di affreschi, spesso commissionati dagli emigranti che
erano riusciti a far fortuna, ma che non avevano dimenticato i luoghi natii. Splendido il grande affresco cinquecentesco della
Crocifissione sulla parete di fondo, ancora di difficile attribuzione;
importanti sono gli affreschi secenteschi della Cappella della
Madonna del Rosario, attribuiti al Fiammenghino, con la rappresentazione della Battaglia di Lepanto dove campeggiano la Fede
che scaccia lEresia, e quelli della Cappella di San Carlo, realizzati
da Cristoforo Caresana, con episodi della vita del Santo.

Sorico
Procedendo verso Nord, lungo la piana alluvionale del Mera ecco
Sorico, comune composto da diverse frazioni sperse sui pendii del
monte Berlinghera: Bugiallo, San Bartolomeo, Dascio, Albonico.
Sorico sorge in un punto strategicamente importante per gli scambi fra territorio lariano, Valtellina e Valchiavenna; gi in epoca
romana tale posizione fu evidenziata dal passaggio della Via Regia.
Nei secoli successivi il territorio fu dotato di numerosi torri che
dovevano provvedere al controllo della zona contro le invasioni dal
nord. Fino al XV secolo il comune faceva parte della Pieve dOlonio,
situata sullaltra sponda del fiume nel mezzo di una pianura acquitrinosa. Quando Olonio fu abbandonata a causa delle continue
inondazioni ,Sorico ne eredit limportante funzione e divenne
pieve. La Parrocchiale di Santo Stefano il simbolo di quelle trasformazioni: attraverso i secoli ha subito tanti rimaneggiamenti che
oggi difficile recuperare il suo aspetto originale. Pochi elementi
restano della chiesa quattrocentesca (alcuni pezzi del portale di

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ALTO LAGO OCCIDENTALE


marmo, alcune parti di muratura e qualche lacerto daffresco), parte
della decorazione barocca si trova nelle cappelle laterali del presbiterio che invece settecentesco e recentemente stata recuperata
una parte dellabside romanica.
Pi interessante il Santuario di San Miro che sorge a monte del
paese ed raggiungibile attraverso una ripida mulattiera.
Lantica chiesa romanica custodisce le spoglie delleremita di
Canzo, San Miro appunto. Sulla parete sinistra si allineano diversi
affreschi devozionali mariani risalenti al Quattrocento, mentre sul
lato opposto vi sono quelli cinquecenteschi di Sigismondo de
Magistris con santi, profeti, Dio Padre, San Miro, San Vincenzo, San
Michele e angeli musicanti. Nel Seicento la chiesa fu arricchita da
stucchi e da una tela del Fiammenghino che ora conservata nella
parrocchiale.

Oratorio di San Fedelino


(Escursione consigliata: in barca)
Nel comune di Sorico, loratorio romanico del X secolo venne
costruito sul luogo del martirio del Santo al quale dedicato: le reliquie sono custodite nella chiesa di San Fedele a Como. La chiesetta vale la visita non solo per il suo valore artistico essendo una delle
prime costruzioni di stile romanico del comasco e con affreschi del
XI secolo, ma anche per la sua posizione. Si trova, infatti, sulla
sponda occidentale del lago di Mezzola, ai piedi del monte

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Peschiera, nel punto dove il fiume Mera entra nel piccolo laghetto
situato a nord del lago di Como. Il luogo tranquillo e silenzioso,
circondato da una bella vegetazione ed raggiungibile via lago con
le tipiche imbarcazioni a fondo piatto.
Per informazioni ci si pu rivolgere alla Cooperativa Imago (tel.
0344-82572).

Il Pian di Spagna
A nord del lago, fra la riva occidentale e quella orientale, alla confluenza dei fiumi Mera e Adda nel Lario, il Pian di Spagna larea
umida, di grande importanza ecologica e paesaggistica, che segna il
confine naturale fra le province di Como, Lecco e Sondrio. La zona
paludosa in passato era perennemente allagata e quindi ricca di stagni e vegetazione palustre, ma anche malsana e poco utilizzabile.
Il nome viene dallepoca della dominazione spagnola, quando fu edificato, vicino alla confluenza dellAdda nel lago, il Forte di Fuentes. In
quellepoca iniziarono le prime bonifiche, continuate poi sotto il
dominio austriaco quando fu ultimata la costruzione del nuovo alveo
dellAdda, quello attuale.
Oggi la Riserva Naturale Pian di Spagna e lago di Mezzola, creata
dalla Regione Lombardia nel 1985, affidata in gestione a un consorzio di comunit montane appartenenti alle province interessate. La
riserva stata istituita per conservare le caratteristiche naturali e paesaggistiche della zona umida e per assicurare lambiente idoneo alla
sosta e alla nidificazione dellavifauna migratoria.
Il territorio della riserva, che si estende a 200 metri s.l.m. per 1586
ettari, s formata attraverso i secoli con i detriti trasportati a valle dai
due fiumi; oggi una parte della superficie interessata da esondazioni e ricoperta da cariceti e canneti, mentre la zona bonificata coltivata a prato e pascolo. Uno degli aspetti pi caratteristici del Pian di
Spagna la distesa di cariceti (torbiere) e di canne, ma si possono
notare anche zone boschive costituite da pini silvestri, robinie, ontani, salici e pioppi.
Nelle zone desondazione si riproduce tutta littiofauna del lago, mentre nel canneto nidificano i cigni reali, le folaghe e le gallinelle dacqua, il tarabusino, lo svasso e il germano reale. Altri uccelli, come lairone cenerino, si possono vedere durante linverno perch qui vengono a svernare o si soffermano durante il periodo di passo. Molti sono
anche i rapaci presenti: gufi, nibbi, falchi, poiane. La riserva frequentata da fagiani e mammiferi (lepri, volpi, tassi, cervi e caprioli).
Il paesaggio stupendo, circondato dalla corona di Alpi e Prealpi che
protegge la zona dai rigori del clima nordico. Passeggiando lungo gli
argini o fra i canneti ci si potrebbe immaginare fuori dal tempo se non
fosse per la presenza dominante delle strutture di Telespazio installate al centro dellarea nel secolo scorso.

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Alto lago orientale


La parte orientale della riviera altolariana appartiene alla provincia
di Lecco e si caratterizza per la sua notevole importanza economica. Conosciuta come la Riviera di Lecco, ha sempre avuto unimportante funzione quale via di transito fra Milano e i passi alpini. I
paesi che ne costellano la sponda furono luoghi dapprodo per soldati e mercanti gi in epoca romana e ancor pi nel Medioevo

Il sentiero del viandante

Monte Berlinghera
(Escursione consigliata: ore 2.30 da S. Bartolomeo - alt. m. 1930,
dislivello m. 725)
La gradevole passeggiata di medio impegno fra prati e boschi permette di raggiungere la vetta del monte Berlinghera da dovei si
godono splendide viste sul lago. Il sentiero inizia a San Bartolomeo
nel comune di Sorico (m. 1204) e passa attraverso lAlpe di
Pescedo. Lescursione non solo ha notevole valore naturalistico, ma
permette di avvicinare larchitettura rurale e anche di rievocare
parte della storia recente perch si ripercorrono i sentieri e si attraversano i luoghi dei partigiani durante la Resistenza.

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Parallelamente alla Via Regina della sponda occidentale del lago, la


parte orientale era percorsa da un antico sentiero che collegava
Milano ai paesi alpini. A lungo trascurata e oggi in fase di rivalutazione per i suoi aspetti storico-naturalistici e paesaggistici, la mulattiera,
conosciuta come Via Ducale o strada del Viandante, corre parallela
alla Riviera con numerosi saliscendi. Venne abbandonata
nellOttocento, quando il governo austriaco apr la strada militare per
lo Stelvio che corrisponde alla vecchia statale Lecco-Colico.
Lantico sentiero si snoda fra Mandello e Colico su 36 chilometri e
tocca interessanti punti panoramici, deliziose chiesette campestri e
qualche ardito castello.
Impegnativo ma molto interessante il tratto che dalla stazione ferroviaria di Lierna costeggia la spiaggia dove fu girata la scena delladdio dei Promessi Sposi televisivi, passa accanto a una vecchia
torre e alla chiesetta dei Santi Maurizio e Lazzaro per salire verso vallette panoramiche e poi scendere a Fiumelatte. Qui il sentiero sinerpica verso la parte alta del paese e continua a salire verso Vezio e il
suo pittoresco e panoramico castello.
Molto interessante anche il percorso che dal barocco santuario della
Madonna di Lezzeno, sopra Bellano, conduce a Corenno Plinio. Il sentiero sale fra cipressi, ulivi e vigneti, attraversa vecchi borghi fra begli
scorci panoramici sul lago fino a Oro, localit nota un tempo per la
produzione del vino marsalato bellanese ottenuto dalluva passa. Alto
a strapiombo sul lago, Oro gode di splendida posizione panoramica
ed affascinante per il suo complesso di vicoli e rustiche case raggruppate attorno alla chiesa di San Gottardo.
La mulattiera giunge poi a Verginate, prosegue passando accanto alla
chiesa di San Quirico addossata al suo campanile romanico, attraversa il fiume Varrone e percorre la parte della Val Varrone dove ancora vivo lartigianato del rame. Superato labitato di Castello, la strada,
spesso tagliata nella viva pietra, scende verso Corenno Plinio, il borgo
medievale sovrastato dalle alte mura del castello.
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ALTO LAGO ORIENTALE


quando gli eserciti stranieri cercarono pi volte di ottenerne il controllo pur senza riuscirvi, perch la potenza milanese era molto
attenta alla salvaguardia di questi territori: testimoni delle contese
territoriali dellepoca sono le numerose torri, o resti di esse, che si
possono vedere ancora oggi lungo tutto il percorso sia lungo il lago
che a monte.
Gli Spagnoli ne ebbero infine il dominio e rinforzarono le preesistenti fortificazioni da Colico a Lecco per far fronte alle pretese delle
leghe svizzere a nord e dei Veneziani a est.
Oltre allinteressante posizione geografica, la sponda orientale
lariana gode di una notevole importanza geologica; da secoli le
rocce ferrose sono sfruttate per il miglioramento delleconomia
locale. La presenza di marmi e di minerali ferrosi, notata anche da
Leonardo da Vinci durante il suo soggiorno milanese, permise lo
sviluppo dellindustria estrattiva e siderurgica al punto che agli inizi
del XVIII secolo nello Stato di Milano era proprio il territorio lariano a detenere il monopolio della produzione e della lavorazione del
ferro. La fiorente attivit fu messa in crisi dalla calata dei
Lanzichenecchi e dalle epidemie di peste. La decadenza industriale
che ne segu cess nel XIX secolo con laffermarsi dellindustria
serica che, nel lecchese, apr numerose filande e molti filatoi. La
fortuna industriale della Riviera di Lecco e della Valsassina continua ancora oggi, bench con alterne vicende e frequenti crisi. Alla
fine dellOttocento alle vie dacqua e di terra si aggiunta la linea
ferroviaria Milano-Lecco-Colico-Sondrio che ha favorito il sorgere
dellattivit turistica, ancor pi dopo che stata inaugurata la
nuova superstrada.
Meno copioso che sullaltra sponda del lago e tuttavia non trascurabile il patrimonio artistico e la sua valorizzazione potrebbe
incrementare notevolmente lafflusso turistico locale.

Colico
La tranquilla cittadina adagiata in unampia conca di montagne
che creano un grandioso scenario, al limite di un importante trivio
che smista il traffico verso Lecco, la Valchiavenna e la Valtellina. Le
fa da sfondo il monte Legnone che si specchia nelle acque
dellAdda.
Gi abitato in epoca romana, e feudo durante il Medioevo, il territorio ha rivestito un ruolo importante nella difesa del Ducato di
Milano contro lavanzata dei protestanti valtellinesi e del Cantone
dei Grigioni svizzero. Nel Seicento gli Spagnoli innalzarono nei
pressi di Colico limponente Forte di Fuentes che doveva difenderli
dai possibili attacchi svizzeri.
Colico fino a tutta la prima met dellOttocento rest un paese di
poche case schierate davanti al porto perch la vasta area paludosa creata dai frequenti straripamenti dellAdda rendeva la zona
malsana e pericolosa. Dopo la canalizzazione del fiume (1850),

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lampliamento del porto e la costruzione della stazione ferroviaria,


Colico si trasformata in moderna cittadina lungo la direttrice
verso le stazioni sciistiche alpine ed essa stessa localit di villeggiatura, soprattutto per appassionati di vela e sport nautici.
In centro, interessanti sono le case a portico, mentre fuori dallabitato si pu raggiungere il luogo dove sorgeva il Forte di Fuentes,
limponente complesso fortificato realizzato nel 1603 dal conte di
Fuentes, governatore di Milano, col palazzo del comandante, le abitazioni dei soldati e la cappella di Santa Barbara. Cinto dassedio
nel 1704, dovette arrendersi ai soldati di Eugenio di Savoia. Fu quindi soppresso nel 1782 da Giuseppe II e smantellato nel 1796 da
Napoleone. Oggi i ruderi, sparsi in un luogo boscoso di grande
effetto panoramico, sono visitabili.

Piona
A sud di Colico, lungo lantica strada rivierasca si incontra labitato
di Olgiasca stretto attorno alla Chiesa di San Nicola. Dalla provinciale si stacca una strada tortuosa che dopo aver attraversato il
minuscolo paese si addentra nel bosco della penisola di Piona e
scende fino a raggiungere lomonima Abbazia che si specchia in
una ridente e solitaria baia.
Nel 610, Agrippino, vescovo di Como, fond il sacello di Santa
Giustina, del quale si possono vedere ancora i resti dellabside, che
venne sostituito nel 1138 dalla romanica Chiesa di Santa Maria e
San Nicol. Il posto crebbe dimportanza nel 1168 con linsediamento del Priorato cluniacense, singrand e divenne un punto di
riferimento fino ai secoli XIV e XV, quando inizi la decadenza.
Labbazia divenne una Commenda e cominci il degrado che arriv
quasi alla sua distruzione. Nel 1798 la propriet pass a privati che
la sfruttarono come terreno agricolo. Solo nel 1937 la famiglia
Rocca, in ricordo di parenti uccisi in Etiopia, cedette il complesso
alla Congregazione Benedettina Cistercense di Casamari che lo
restaur e lo fece rifiorire. Oggi possibile visitare la chiesa e il pregevole chiostr,o oltre che acquistare i liquori che i monaci preparano utilizzando antiche ricette.
La chiesa, piccola e a navata unica, conserva la sua atmosfera
romanica, intima e austera. Allinterno si possono ammirare due
interessanti leoni stilofori romanici e affreschi risalenti probabilmente al 1150: nel catino dellabside troneggia il Cristo, gli apostoli sfilano sulla parete, mentre sullintradosso dellarcone appaiono
angeli e apostoli. Accanto alla parete meridionale della chiesa si
apre il chiostro quadrangolare del XIII secolo, circondato da 41
colonne e quattro pilastri. I capitelli, diversi uno dallaltro, sono
decorati con motivi vegetali e animali. Bellissimi affreschi, purtroppo molto compromessi dal lungo periodo dabbandono, decorano i
muri. Molto interessante il calendario affrescato sulla parete settentrionale, uno dei pochi esempi di calendario basato sulle attivit

149

ALTO LAGO ORIENTALE


agricole presenti nella zona lacustre. Di grande importanza anche
laffresco duecentesco del Miracolo di San Benedetto, sulla parete meridionale, e il quattrocentesco Noli me tangere allingresso
del chiostro.

Dorio
Seguendo la costa meridionale ecco Dorio con le frazioni disposte
a terrazze digradanti verso il lago, da sempre dediti alla coltivazione della vite e dellulivo e alla pesca. Fra le sue chiese spicca lantica Parrocchiale di San Giorgio che conserva interessanti affreschi
gotici: San Giorgio che uccide il drago, la Madonna con Bambino,
San Michele, SantAntonio Abate.

Pesci di lago
La pesca nel Lario stata sempre attivit essenziale per le popolazioni rivierasche che, nella maggior parte dei casi, non avevano altre
risorse, e il lago sempre stato prodigo di pesci di differenti variet e
gusto. Si pescava con canne, lenze, fiocine, reti o con i caratteristici
sibiell, secondo il tipo di pesce da pescare; le reti erano di unincredibile variet per maglie e per grandezza e la manifattura spettava
alle donne, depositarie di unarte antichissima.
La fauna ittica si componeva, e si compone ancora, di svariati tipi di
pesci. La trota dallargentea livrea vive nelle acque fresche, profonde
e ben pulite, dove si nutre di alborelle, minuscoli ciprinidi che vivono
in densi banchi. Numerosi sono i cavedani, pieni di lische, ottimi per
fare il pat locale. E ancora: tinche, carpe, voraci lucci, pesci persici,
bottatrici, anguille.
Nel 1861 sono stati introdotti il coregone bianco e quello azzurro provenienti dal lago di Costanza e il loro incrocio ha dato vita a uno dei
migliori pesci del lago di Como, il lavarello dalle carni bianche e delicatissime.
Il pesce pi tipico del Lario tuttavia lagone; si pesca con il sibiell, la
semplice rete a sacchetto attaccata a una lunga asta, allinizio di giugno, quando va in fregola. Oggi quel tipo di pesca proibita, ma non
mancano le frodi. Nelle serate di giugno facile notare la presenza
dellagone dal ribollire delle acque creato dalle frotte di maschi che
inseguono le femmine lungo le rive dove quelle depositano le uova.
Un tempo la pesca allagone era effettuata dai pescatori di professione, ma anche da una folta schiera di persone che volevano procurarsi una buona scorta di cibo per linverno. Lagone si pu consumare
fresco, fritto e poi messo in carpione, una speciale salsa fatta di cipolle, aceto e timo selvatico, ma tradizionalmente era fatto seccare allaria, infilato in caratteristiche collane e poi pressato in mastelli di
legno. Si formavano cos i famosi missoltini, uno dei prodotti pi
tipici e gustosi del Lario.
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Dervio
A sud sullampio delta del fiume Varrone, il villaggio, di probabile
origine romana, appartenne agli arcivescovi di Milano fino al 1271,
fu poi dato in feudo alla potente famiglia Andreani e nel 1480 pass
agli Sforza in seguito al matrimonio di Pietro del Verme con Chiara
Sforza. Il dominio sforzesco fu abbastanza liberale e lasci ampia
autonomia a diverse famiglie locali. Nel 1533 subentrarono gli
Sfondrati che nel 1788 cedettero il territorio alla casa dAustria.
Oggi Dervio con le sue belle spiagge localit turistica con un buon
club nautico con annessa scuola di vela.
Il centro costituito dal piccolo borgo medievale raccolto attorno
alla Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo che conserva interessanti
decorazioni seicentesche, il pulpito ligneo ottimo esempio di artigianato artistico localei, il settecentesco fonte battesimale in
marmo nero di Varenna, la statua di San Rocco.
La frazione di Villa, pi a monte e oltre il fiume, dominata dal
Castello con il suo torrione trecentesco, piuttosto interessante. Da
vedere sono la Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta, rifatta in epoca
barocca accanto al bel campanile romanico, e il prestigioso Palazzo
Magni con portale trecentesco e loggiato rinascimentale.
Le frazioni sono collegate dallantica strada del Viandante che sinoltrava nella Val Varrone dove, ancora oggi, fiorente la lavorazione del rame.

Corenno Plinio
Il minuscolo paese, aggrappato a uno sperone roccioso che si protende sul lago a nord di Dervio cui appartiene amministrativamente, affascinante: un crocchio di antiche case dominate dalle tre
torri merlate del trecentesco Castello degli Andreani, uno dei complessi castrensi lariani meglio conservati. Davanti al castello si apre
una bella piazzetta sulla quale si affacciano il Palazzo Sormani, con
lelegante loggiato verso lago, e la romanica Chiesa di San Tommaso
da Canterbury, rifatta nel Trecento e nuovamente in epoca barocca.
Di quel periodo restano il portale e la decorazione degli interni,
mentre i restauri del 1966 hanno fatto scoprire notevoli affreschi dei
secoli XIV (Adorazione dei Magi, apostoli, santi) e XV (Madonna del
Latte). Sulla parete destra stata recuperata la Madonna in trono
con San Rocco, San Sebastiano e angeli datata 1538, donata alla
chiesa da un Andreani del quale compare lo stemma.
Sulla piazza si vedono tre arche, i monumenti sepolcrali degli
Andreani, che un tempo dovevano essere dentro la chiesa: alla
destra del portale c larca a bande bianche e nere con colonnine
binate e decorata dagli stemmi degli Andreani; alla sinistra la
tomba pi elaborata, decorata da statue e rilievi e con colonne
binate che poggiano su leoni stilofori; la terza, quella meno appariscente, davanti al castello.
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ALTO LAGO ORIENTALE

Monte Legnoncino
(Escursione consigliata: unora dal rifugio Roccoli - alt. m. 1714)
Ci si pu portare in quota in auto percorrendo la tortuosa strada
lungo la Val Varrone che, passando da Vestreno e Introzzo, raggiunge Tremenico, caratteristico paese fatto di vecchie case di pietra dove la vita segue ancora le antiche tradizioni e dove le donne
continuano a indossare i colorati costumi tradizionali. La sosta nel
grazioso villaggio di montagna, dedito prevalentemente allallevamento del bestiame, permette di scoprire una straordinaria architettura rustica con belle facciate affrescate che fanno da contorno a
chiese semplici ma ben decorate secondo lo stile barocco.
Lasciato Tremenico, una strada meno agevole sinerpica con numerosi tornanti fino ai Roccoli di Lorla ( m. 1463). Da qu si sale a piedi
verso la vetta del Legnoncino passando accanto alla chiesa di San
Sfirio, misterioso santo eremita.

sono la Parrocchiale e la Chiesa di Santa Marta, entrambe affacciate alla stessa piazza lungo il fiume.
La Parrocchiale dei Santi Nazaro, Celso e Giorgio imponente, a tre
navate, di fondazione altomedievale e ricostruita da Giovanni da

Bellano
Presso la foce del Pioverna, lungo la direttrice fra Milano e Sondrio
e allo sbocco della Valsassina cui collegato da una buona strada
che percorre la Val Muggiasca, Bellano uno dei centri pi importanti della sponda orientale del lago, economicamente molto attivo
e anche ricco di storia e di monumenti artistici.
La cittadina nota per aver dato i natali agli scrittori Tommaso
Grossi e Sigismondo Boldoni, ai quali ha dedicato due monumenti
nella sua piazza principale, lungo il lago.
Bellano famosa per il suo Orrido, una serie di cascate profondamente incassate nelle forre del Pioverna che, prima di raggiungere
labitato e gettarsi nel lago, ha eroso la roccia conferendole forme
bizzarre e creando anfratti dove lacqua sinfila furiosamente e con
gran frastuono; gradini tagliati nella roccia, ponticelli e unagevole
passerella ne permettono la visita.
Di origine romana, Bellano fu sede di unimportante pieve gi nel
VII secolo e propriet degli arcivescovi di Milano che qui ebbero
una loro residenza.
Segu le vicende storiche del resto del territorio, ma mantenne sempre una posizione di privilegio confermata dai numerosi palazzi e
ville, dal Pretorio, da belle chiese e da un elegante centro, con case
antiche oggi purtroppo quasi completamente distrutte o molto
rimaneggiate. NellOttocento la cittadina si sviluppata anche grazie alle filande e verso la fine del secolo qui sono sorti il cotonificio
Cantoni e la centrale idroelettrica di Noo.
Una gradevole passeggiata pu iniziare dalla piazzetta accanto al
porticciolo per addentrasi nel dedalo di vicoli che corrono fra vecchie case che lasciano intuire lantica nobilt da elementi trecenteschi che ancora emergono, dagli stemmi gentilizi che le ornano e
dalle eleganti scale daccesso.
I monumenti di maggior rilievo del patrimonio artistico di Bellano
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Campione dopo che nel 1341 la precedente fu distrutta dallinondazione del Pioverna. Si presenta con una bella facciata a bande bianche e nere e con un rosone cinquecentesco finemente decorato da
maioliche. Linterno conserva le volte affrescate nel 1530, un tabernacolo quattrocentesco e la bella Cappella del Battista con polittico
cinquecentesco dove sono rappresentate scene della nascita e della
vita di San Giovanni, il Cristo in Piet e due angeli.
La Chiesa di Santa Marta, costruita nel Trecento accanto alla sede
dellomonima Confraternita e recentemente restaurata, ha ancora
qualche affresco in facciata, ma la sua fama dovuta allo straordinario gruppo scultoreo ligneo del Compianto al Cristo morto composto da nove statue a grandezza naturale scolpite nei primi anni
del Cinquecento da Giovanni Angelo del Maino. Anche il tiburio
presenta una bellissima decorazione a stucco e affresco (1582) con
figure di profeti, dei santi Nazaro e Celso, di Marta e Maria
Maddalena e di angeli. Arredi e dipinti del XVII secolo completano
gli interni.
Al limitare dellabitato antico, la Chiesa di San Nicola, ora adibita a
biblioteca, fece parte di un antico complesso degli Umiliati, soppresso nel 1795. Venne allora usata come filanda e recuperata da
un restauro solo nel 1977. Presenta ancora tracce delledificio
medievale e del rinnovamento cinquecentesco, assieme a frammenti di affreschi trecenteschi di notevole interesse.
La strada che conduce in Valsassina costellata di paesini adagiati in verdi conche o arroccati sul pendio della montagna, tutti raccolti attorno alle loro chiesette quasi sempre di stile barocco.
Importanti sono i centri di di Pradello e di Bonzeno: la chiesa del
secondo custodisce un prezioso antico Crocefisso.
Famoso, infine, il Santuario della Madonna di Lezzeno eretto nel
1690 per onorare degnamente limmagine della Vergine che nel
1688 aveva pianto, proveniente da una cappelletta locale.

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TRIANGOLO LARIANO
E BRIANZA
Il cosiddetto Triangolo Lariano racchiuso fra i due rami del lago,
avendo come base la strada Como-Erba-Lecco e come vertice il
promontorio di Bellagio.
Il territorio prevalentemente montuoso, percorso come una dorsale dai monti S. Primo (m. 1686), Palanzone (m. 1436) e Bollettone
(m. 1317) e col superbo massiccio dei Corni di Canzo (m. 1373) nellangolo sud-orientale. Lo attraversa longitudinalmente la
Vallassina lungo la quale corre la strada che collega Milano con
Bellagio e il Parco S. Primo. La valle stata incisa dal torrente
Lambro che dal Piano Rancio scorre in direzione sud. Laltro torrente importante del Triangolo, il Perlo, ha una strana andatura
sud-nord e caratterizza la parte settentrionale del territorio che
digrada verso il Centro lago in stupende terrazze panoramiche. La
Valbrona, inoltre, mette in comunicazione il Triangolo con il ramo

Il Lambro
Nasce ai piedi del monte Forcella a quota 944 metri, nelle vicinanze di
Magreglio, e scorre irruente ed irregolare per tutto il tratto montano
fino al lago di Pusiano. Il suo carattere torrentizio e le terribili piene
primaverili o autunnali, che hanno sempre minacciato il piano di
Erba, gli hanno valso il nome di Lambrone. Agli inizi dellOttocento
stato imbrigliato in un canale con alti argini che hanno salvato Erba
dalle frequenti inondazioni.
Quando esce dal lago di Pusiano, il Lambro scorre tranquillo e cicalante tra le colline della Brianza fino a raggiungere Monza, quindi
tocca Milano per dirigersi poi verso il pavese e cedere le sue acque al
Po dopo 134 chilometri di corsa.
In passato lungo il suo corso sorgevano mulini, torchi e magli; le filande e tutte le piccole industrie che abbisognavano di energia motrice
sfruttavano il suo corso; i campi della pianura erano irrigati con le sue
acque; i villeggianti si rinfrescavano lungo le sue rive o si fermavano
a pescare trote e gamberi.
Il Lambro non era semplicemente un fiume, era un amico discreto e
allegro che conduceva per mano attraverso paesaggi di straordinaria
bellezza. Oggi la parte bassa del suo corso spesso coperta e il corso
dacqua diventato uno dei torrenti pi inquinati e poveri dacqua:
solo la prima parte del suo corso, quella che scorre fra i monti del
Triangolo Lariano pu ancora essere meta di gite domenicali.
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TRIANGOLO LARIANO
orientale del Lario, mentre la strada del Muro di Sormano d accesso al Pian del Tivano e al ramo occidentale.
Oltre a belle cime, valli spettacolari, altopiani panoramici e qualche
piccolo laghetto, il blocco montuoso stretto fra i due rami del lago
offre un notevole numero di grotte interessanti, un vero piacere per
gli speleologi. Grazie alla felice posizione e alla fertilit del terreno,
nelle caverne del Triangolo Lariano si avuta la prima apparizione
delluomo dopo lultima glaciazione: ne sono testimonianza alcune
ossa rinvenute nel Buco del Piombo sopra Albavilla.
Presenze umane sono riscontrabili fin dallEt della Pietra, ma i
primi a organizzarsi in una vita sociale furono i Liguri che su queste terre praticavano lagricoltura e lallevamento. Abbondanti tracce dellinsediamento romano sono poi un po dappertutto, testimoniate da necropoli, lapidi, una notevole quantit di massi-avello e
tombe sparse. I Romani cominciarono a fortificare i Piani dErba
dando cos al territorio una funzione strategica di protezione dei
collegamenti con lOltralpe.
Nel Medioevo la zona divent politicamente e amministrativamente poco omogenea: le terre occidentali vicino al lago erano sotto
linfluenza comasca, quelle del centro (Canzo, Asso, Vallassina,
Erba) guardavano al Ducato di Milano, mentre Civenna e Limonta
appartenevano allabate di SantAmbrogio. Il Triangolo fu unificato
prima sotto il dominio del Medeghino, poi sotto la dominazione
spagnola. La Vallassina e Bellagio furono inizialmente concessi in
feudo al Marchesino Stanga, poi, dal 1533 al 1788, appartennero al
senatore Sfondrati e ai suoi eredi. Nel XVIII secolo, allagricoltura,
unica risorsa del territorio fino ad allora, si affiancarono lindustria
tessile, quella metalmeccanica e un fiorente artigianato, favoriti
dalla vicinanza con le citt di Como, Lecco e Milano e dalle buone
strade di collegamento nonch, in tempi pi recenti, dalla ferrovia.
Nel corso dellOttocento anche il turismo ha avuto una parte preminente nelleconomia locale: ville signorili sono apparse dappertutto sulle verdi colline confinanti con la Brianza.
La Brianza regione di piccoli laghi dorigine glaciale e di colline
moreniche situate alla base del Triangolo Lariano, senza confini
amministrativi e quindi non facile da delineare. In origine era il territorio fra i fiumi Adda e Lambro, fra Monza e Lecco, oggi si considera Brianza tutta la fascia a sud della linea Como-Lecco, fra i fiumi
Adda e Seveso, fino ai confini con linterland milanese.
Cantata e dipinta da tanti artisti di un passato non troppo lontano
come terra idilliaca fatta di paesaggi tenui e brillanti e di laghetti
incastonati come gemme nel manto verde e dolcemente ondulato
dei colli, cos cerchiamo di ritrovarla anche noi pur fra gli scompigli
paesaggistici portati dalla vita moderna.
Basta soffermarsi accanto a qualcuno dei placidi laghetti nella scenografia delle cime prealpine per ritrovare lincanto. Sono numerosi e tutti suggestivi, dal pi piccolo, che quello di Montorfano, alimentato unicamente da sorgenti, al pi bello, che quello di

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Pusiano con la sua romantica isola dei cipressi tanto amata da


Stendhal. Il lago dAlserio, separato da questultimo dai sedimenti
alluvionali del Lambro, il pi selvaggio e perci frequentato da
una notevole variet di uccelli. Il lago del Segrino, il pi settentrionale e solitario, circondato da un alone di mistero per unantica
leggenda secondo la quale il drago ucciso da San Giorgio, come si
vede in tanti dipinti, abitava proprio qui. Lambiente rilassante e il
lago circondato da un sentiero pianeggiante che si pu percorrere a piedi o in bicicletta. Il lago dAnnone, il pi orientale e il pi
vasto, conosciuto anche come lago dOggiono, alimentato come
la maggioranza di questi laghetti, da sorgenti sotterranee: sulla sua
superficie si specchiano il monte Cornizzolo e il monte Barro.
Fin dai primordi, e soprattutto durante lEt del Bronzo (2200 a.C.),
numerosi furono gli insediamenti palafitticoli sui laghi briantei.
Durante lEt del Ferro (1000 a.C.) gli insediamenti umani aumentarono come dimostrano le necropoli ritrovate a Montorfano,
Orsenigo e Buccinigo.
I Romani iniziarono la loro penetrazione nel III secolo a.C. e con
loro larea, abbastanza ben servita da strade, avvi il proprio sviluppo economico. Lintroduzione del Cristianesimo fu rapida.
Seguirono i Longobardi che favorirono la fondazione del monastero di Civate.

Giuseppe Parini, labate di Bosisio


Giuseppe Parini nacque a Bosisio nel 1729, da unumile famiglia di
negozianti. Dedito allo studio dei classici, ma affascinato dalla natura
che lo circondava, Giuseppe tendeva a isolarsi per contemplare le idilliache bellezze della sua terra. Ebbe la possibilit di proseguire gli
studi grazie a una zia milanese che lo ospit e gli lasci una piccola
rendita a condizione che intraprendesse la carriera religiosa.
Venne introdotto nella societ aristocratica milanese della met del
Settecento e fece parte dellAccademia dei Trasformati dove, fra laltro, si discutevano i problemi sociali dellepoca.
Bell'uomo, ma di salute piuttosto cagionevole, il confronto fra latmosfera degradata della citt e il lago di Pusiano, il vago Eupili sul
quale si affacciava la sua casa natia, gli ispir le Odi sulla Salubrit
dellaria e sulla Vita rustica dove, con grande senso dellironia,
mise in versi le tematiche sociali e i vizi del tempo nonch le bellezze dellatmosfera lacustre.
Parini conobbe bene anche il Lario perch, costretto a trovare lavoro,
fu ospite di villa Serbelloni, a Bellagio, e di villa Sola, a Tremezzo, in
qualit di precettore del giovane duca Serbelloni. Furono proprio quei
luoghi ameni dalla natura tranquilla e solare e dalla dolce atmosfera
a ispirargli il famoso poema Il Giorno, cos come il placido specchio
dacqua circondato dai monti del lecchese che poteva ammirare dalla
villa di Malgrate dellamico Agudio, gli diede lo spunto per i poemetti
sul Lago di Como.

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TRIANGOLO LARIANO
La Brianza fu sempre politicamente sotto linfluenza milanese e
partecip intensamente alle guerre fra Milanesi e Comaschi, fra
Visconti e Torriani. Incino (la vecchia Erba) in particolare fu pi
volte danneggiata. Sotto Ludovico il Moro, la Verde Brianza si
copr di alberi di gelso che pi tardi daranno impulso alla bachicoltura e nel Settecento permetteranno il sorgere di grandi filande,
emblema della laboriosit brianzola.
Il XVIII secolo port in terra di Brianza le nobili e ricche famiglie
milanesi. Erba, Merate, le valli dellAdda e del Lambro videro sorgere eleganti ville circondate da splendidi giardini: ancora oggi se
ne contano pi di 350.
Nella seconda met del XX secolo la situazione molto cambiata.
La Brianza agricola quasi scomparsa, le nobili residenze per la villeggiatura vengono sempre pi disertate e in compenso si espandono le zone industriali. Cant diventa la capitale dei mobili e tutto
il territorio circostante fiorisce di piccole industrie artigianali che si
dedicano alla lavorazione del legno. A Inverigo e a Lurago dErba si
lavora il vimine, a Erba e a Canzo il ferro battuto, a Merone si insedia un cementificio fra i pi importanti dItalia ed tutto un fiorire
di industrie metalmeccaniche dalto livello.
Il progresso brianzolo in tutti i settori bene illustrato dal polo
espositivo dellElmepe di Erba che diventato il cuore pulsante dellindustriosa regione.
Non bisogna comunque dimenticare il patrimonio artistico di eccellente livello, la Brianza infatti ricca di stupende chiese, spesso
molto antiche, di castelli e di ville di grande prestigio. Molteplici
sono anche le occasioni per praticare sport, dallequitazione alla
pesca, dal mountainbiking al parapendio, ai voli con alianti. Come
dice Alessandro Visconti: La Brianza, Signori miei, una gran
dama; la vecchia signora di buona famiglia ... una dama allantica e per comprenderla bisogna visitarla con calma ... il paesaggio
fatto cos: di piccole immagini - idilli, direbbe Teocrito siracusano paesaggio centellinato pezzo per pezzo, nei particolari. un gioco
serrato di vedute raccolte, di quinte ...

te. Oltre al Belvedere sulle Grigne, appena fuori dal paese, interessanti sono alcuni grossi massi erratici, raggiungibili sia in auto sia
a piedi, che si trovano in localit Piano Rancio: il Sasso Luna e il
Sasso Lentina.

Magreglio
Il paese sorge al passo del Ghisallo, dove la montagna comincia a
digradare verso sud, una magnifica balconata sul Centro lago. Negli
anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale qui
faceva tappa il Giro dItalia: i ciclisti salivano da Bellagio lungo la
ripida strada a tornanti che arrivava al passo. Per questo la cappella dedicata alla Vergine divenne un importante punto di riferimento per gli sportivi e da quando il papa Pio XII dichiar la Madonna
patrona dei ciclisti, i grandi campioni hanno preso labitudine di
offrirle le loro biciclette e le maglie delle vittorie. I doni, per, sono
diventati talmente numerosi che accanto alla chiesetta, su iniziativa del mitico ciclista Fiorenzo Magni, stato realizzato un Museo
del Ciclismo. Inaugurato nel 2006, oltre allesposizione dei cimeli
ospita iniziative sportive e culturali legate al ciclismo. Sul grande
piazzale, da dove si possono ammirare Alpi e Prealpi, si ergono due
monumenti, uno in ricordo di Coppi e uno consacrato ai Ciclisti.
Di fianco alla Madonna del Ghisallo una strada carrozzabile continua a salire, ma pi dolcemente, verso il Piano Rancio, una bella
distesa di pascoli dai quali si accede al Parco S. Primo. Una strada

Poich questa guida si occupa specificatamente del lago di Como,


del Triangolo Lariano e della Brianza prendiamo in considerazione
i centri di grande interesse turistico che hanno connessioni dirette
con la situazione artistico-ambientale del Lario.

Civenna
Il piccolo agglomerato di case adagiate su un balcone che cade a
strapiombo sul ramo orientale del lago fu dato in feudo dai sovrani
Carolingi allabate di SantAmbrogio di Milano. Di fronte allo splendido spettacolo delle Grigne e con alle spalle le balze boscose che
conducono al Parco del Monte S. Primo, Civenna tranquilla localit di villeggiatura dove si possono effettuare numerose passeggia-

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TRIANGOLO LARIANO
comoda (aperta al traffico automobilistico) e ombreggiata da boschi
di castani, faggi e conifere conduce ai piedi della vetta da dove partono rilassanti sentieri fra i boschi che toccano stupendi punti
panoramici.
Magreglio centro di antichissime origini come attestano i ritrovamenti neolitici del sovrastante Buco della Strega e lenorme massoavello romano rinvenuto in via per Civenna. Dal Medioevo, con
Civenna e Limonta, stato propriet degli abati di Milano ed
diventato comune autonomo nel 1951.

Barni
Adagiato in una bella conca circondata da pascoli, Barni si pu considerare lultimo paese della Vallassina alla quale economicamente integrato. Possiede uno stabilimento di acque minerali che
sfrutta una storica sorgente alla quale si disset San Carlo.
La Chiesa di San Pietro, fuori dallabitato, fu costruita fra i secoli X e
XI dai monaci benedettini di San Pietro al Monte a Civate e fu la
parrocchiale comune di Barni e Magreglio fino alla costruzione dellattuale, nel 1621, in centro al paese. Ledificio romanico ha subito
numerosi restauri ma conserva il campanile e labside originali e un
pregevole affresco della Crocifissione.

Lasnigo
Sulla sponda sinistra del Lambro, il grazioso paese circondato dal
verde anticamente doveva essere un centro importante se si considerano gli interessanti ritrovamenti di materiale preistorico (frecce
di selce e capanne preistoriche) e romano (tombe e masso-avello)
recuperati sul posto.

Lasnigo possiede una parrocchiale barocca, al centro del paese, ma


pi interessante la Chiesa di SantAlessandro, edificata in epoca
romanica su una collinetta alta sulla Vallassina, lontano dallabitato e accanto al cimitero. Salendo da Asso si vede la snella forma del
campanile accanto allabside tardo-medievale che incombe sulla
strada. Gli interni sono decorati con affreschi cinquecenteschi.
Al centro del paese ancora visibile la Roccaforte di Lasnigo, una
torre massiccia e ben conservata ancora abitata.
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TRIANGOLO LARIANO
Sede di un mercato settimanale che richiamava gente proveniente
dal lago e dalla pianura, fra il Medioevo e il Rinascimento, la localit acquis notoriet anche per la produzione di vasellame di ottimo livello e di grande finezza che per si persa da tempo. Resta
una caratteristica fornace dove si cuocevano le ceramiche.
Importanti erano anche i mulini azionati dallacqua del Lambro.

Sormano
Con le sue frazioni arroccate sulle pendici del monte Palanzone,
Sormano si incontra allinizio della strada che partendo dalla
Vallassina si snoda in ripida salita con una serie di tornanti fino a
raggiungere il Pian del Tivano.
Una parte della strada chiamata il Muro di Sormano per la forte
pendenza (25%) e talvolta inserita in importanti percorsi ciclistici.
Fino al 1947 il comune comprendeva anche Caglio e Rezzago che
ora sono autonomi. Da segnalare la romanica Chiesa dei Santi
Cosma e Damiano in localit Rezzago, borgo un tempo fortificato.
Nelle vicinanze, i funghi sono particolari formazioni di pietra e
dargilla create dallerosione.

Piramidi di Terra
(Escursione consigliata: mezzora da Rezzago - alt. m. 654)
Dopo aver lasciato lauto a Rezzago si seguono le indicazioni per la
trattoria Belvedere da dove inizia la discesa verso il fondovalle: la
mulattiera sconnessa, ma non pone grosse difficolt. Attraversato
il torrente, si raggiunge una chiesetta che sorge in una radura
accanto a un masso erratico. Da qui si segue un ripido sentiero che
risale la sponda destra del torrente e attraversa un folto bosco fino
a raggiungere i funghi.

Monte Palanzone
(Escursione consigliata: 2 ore da Caglio - alt. m. 1275)
Da Caglio si segue la carrareccia per Campo dove si raggiunge il
santuario posto su un pianoro erboso alle pendici del monte
Pianchetta. La piccola chiese, secentesca, decorata con stucchi e
affreschi e custodisce una preziosa reliquia della Vergine.
Da qui si prosegue per la localit Fornace, in testa alla valle di
Rezzago, quindi si scende per attraversare il torrente e risalire dal
versante opposto fino a incontrare il sentiero che conduce alla
Bocca di Vallunga (m. 902). Seguendo il sentiero panoramico fra
prati fioriti, si raggiunge infine la vetta del Palanzone.

Asso
Alla confluenza della Vallassina con la Valbrona, tra montagna e
pianura, Asso fu borgo fortificato sia in epoca romana sia durante

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il Medioevo. Al centro del paese, accanto al Municipio resta unantica torre.


Gi pagus romano e sede di una delle prime pievi cristiane, la sua
storia poi non si differenzia da quella del resto del Triangolo
Lariano. NellOttocento vide sorgere le prime industrie seriche,
favorite dalla vicinanza del Lambro, e con esse le belle ville eleganti. Il borgo antico, oltre alla Parrocchiale di San Giovanni dalla
facciata cinquecentesca, con altare barocco e affreschi del
Seicento, vanta lelegante Palazzo Visconti, secentesco, il cinquecentesco Palazzo Citterio e al Quattrocento risale lattuale sede del
Comune.

Valbrona
Aggrappato con le sue frazioni ai pendii della bella vallata che
mette in comunicazione il centro della Brianza con il ramo orientale del Lario, trovandosi lungo unimportante via di comunicazione
il borgo fu fortificato sia dai Romani sia in epoca medievale. La valle
ricca di boschi e di alpeggi distribuiti sul monte Megna che offre
parecchi spunti paesaggistici di grande bellezza.
Nella frazione di Visino, la Chiesa di San Michele custodisce una
tela del Morazzone raffigurante SantAntonio da Padova e due
tavole del Bergognone.

Canzo
Lantichissimo villaggio adagiato alle falde del monte Cornizzolo
oggi una ridente localit di villeggiatura collegata a Milano dalle
Ferrovie Nord. Sede della Comunit Montana, Canzo basa la propria economia, oltre che sul turismo, su una serie di piccole industrie a livello artigianale. La Parrocchiale di Santo Stefano, di linee
barocche, si trova al centro del paese.

Santuario di San Miro


(Escursione consigliata: unora - alt. m. 600)
Da Canzo (m. 408) seguendo la carrozzabile si raggiungono le Fonti
di Gajum (m. 485) e poi si prosegue sulla carrareccia, chiusa al traffico, che immette nel sentiero geologico dove si possono ammirare
numerosi tipi di rocce e alcuni massi erratici portati dai ghiacciai.
La comoda carrareccia selciata arriva fino al piazzale della chiesetta di San Miro al Monte con annesso piccolo convento. Il santuario
fu edificato nel Seicento sul luogo dovera leremo di San Miro
Paredi, nato a Canzo nel 1306, che l visse in solitudine per parecchi anni prima di ritirarsi a Sorico, nellAlto lago. La leggenda vuole
che il Santo abbia attraversato il lago stendendo sullacqua il proprio mantello come fosse una barca. I contadini a lui si rivolgevano
nei periodi di siccit perch portasse la pioggia.

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TRIANGOLO LARIANO

Monte Cornizzolo
(Escursione consigliata: ore 2,30 - alt. m. 1240)
Dalle Fonti di Gajum si prosegue a piedi seguendo il sentiero geologico di destra che porta allAlpetto e subito dopo al rifugio
Consiglieri (m. 1110). Dal rifugio, fra ampi pascoli si raggiunge la
cresta del monte Cornizzolo e la croce che segna la vetta, spettacolare punto panoramico su tutta la Brianza, ben conosciuta dagli
appassionati di parapendio.
Il ritorno pu avvenire per la stessa strada oppure scendendo la Val
Pesora fino al Lazzaretto di Canzo.

Corni di Canzo
(Escursione consigliata: 3 ore - alt. m. 1373)
Dalle Fonti di Cajum si segue il percorso geologico che porta a
TerzAlpe. Nella parte alta della Val Ravella si vede la marmitta dei
giganti, una strana cavit scavata dalla corrente nelle rocce.
Dal rifugio TerzAlpe lambiente si fa pi selvaggio ed dominato
dalla parete del Corno occidentale; si sale una ripida scarpata e un
ghiaione fino al rifugio Pianezzo.
La via del ritorno pu includere il periplo dei Corni di Canzo che
sono formati da tre cime: il Corno Occidentale, il Corno Orientale e
quello di Mezzo.
Lescursione consigliata per chi ha gi una certa dimestichezza
con la montagna. Cartine e ulteriori informazioni sono disponibili a
Canzo, presso la Comunit Montana Triangolo Lariano (tel. 031672000).

I piani di Erba
Scendendo da Canzo verso i piani dErba si incontrano numerosi
paesi autonomi amministrativamente, ma ormai inclusi nel bacino
economico erbese.
Caslino dErba, Ponte Lambro, Castelmarte, Proserpio sono
tutti in posizione dominante rispetto alla pianura pertanto furono
fortificati in epoca romana e medievale, ma ormai sono privi di
monumenti significativi. Solo il Santuario di San Calocero, che si
incontra lungo la vecchia strada che collega Caslino con Asso, conserva un bel campanile romanico del X secolo ed di rilevante interesse artistico.
Da segnalare la tranquilla atmosfera di Longone al Segrino che
nellOttocento si arricchito di numerose ville. Qui la casa natale di Carlo Emilio Gadda dove lo scrittore abit da bambino.
Bosisio Parini e Pusiano sono ridenti localit della pianura, adagiate sulle sponde del lago omonimo, paesi di pescatori, in passato,
poich le acque sono sempre state ricche di pesce persico.
Albese e Albavilla, pi spostati verso Como, sono ottime basi per
belle escursioni ail monte Bollettone. Interessante la Chiesetta di
San Pietro, lungo la vecchia strada Como-Erba, con lesile campani164

le romanico leggermente pendente. Faceva parte di unabbazia del


XIII secolo edificata probabilmente sui resti di una pi antica chiesa carolingia.

Buco del Piombo


(Escursione consigliata: ore 1.30 - alt. m. 695)
Una delle grotte pi famose della Lombardia, dovuta a fenomeni di
tipo carsico, si apre su un costone di roccia a strapiombo sulla Val
Bova. Il suo nome viene dal colore grigio plumbeo della patina che
ricopre la roccia. Lingresso scenografico: si entra nella grande
sala da unapertura di 45 metri daltezza e 38 di larghezza, allinterno si trovano stalattiti, stalagmiti e altre complicate concrezioni.
Il suo enorme interesse nasce soprattutto dal fatto che nella grande sala sono stati trovati accumuli di ossa dellUrsus Spelaeus, un
orso presente su questo territorio fra 240.000 e 15.000 anni fa.
La grotta raggiungibile da Erba dove litinerario pu iniziare nella
frazione di Crevenna a Villa Amalia. Salendo lungo la mulattiera
lastricata si incontrano alcune interessanti cascine, si passano la
Trattoria Alpina, in splendida posizione panoramica, e la Trattoria
Zoccolo e si entra nella valle Bova. Continuando verso destra si raggiunge una scalinata di 150 gradini che porta direttamente allingresso del Buco del Piombo.
Un altro itinerario, pi facile, conduce da Albavilla allAlpe del
Vicer (m. 914), una tenuta che il vicer Eugenio Beauharnais aveva
comprato per portare in villeggiatura i suoi numerosi cavalli. Qui si
pu arrivare in auto o con un mezzo pubblico (nelle domeniche destate), poi, per una comoda carrareccia che parte dallalbergo della
Salute si scende nel solco boscoso della valle Bova e in circa 45
minuti si raggiunge la grotta.

Erba
La cittadina, costituita da sette comuni che nel 1926 si sono riuniti
con le loro numerose frazioni, il centro commerciale ed economico di una zona densamente popolata.
Oggi si fa fatica a immaginare la citt dei castelli che doveva apparire al viaggiatore nel Medioevo. Gli imponenti castelli di un tempo
(ogni frazione ne possedeva uno) sono ora dei ruderi o dei semplici resti, solo due sono stati recuperati e trasformati in alberghi.
Lattuale abitato copre unampia conca sui bordi della quale si trovano i vecchi borghi. La zona fu abitata in epoca preistorica come
testimoniano numerosi reperti e divenne centro importante per i
Romani che vi hanno lasciato abbondanti testimonianze della loro
presenza.
Trovandosi su un importante snodo stradale, da sempre Erba fu
centro di scambi commerciali e centro agricolo di notevole interesse grazie alla sua felice posizione fra monti, laghi e pianura.
Territorio ambito in ogni epoca, quindi, che costrinse gli abitanti a

165

TRIANGOLO LARIANO
difendersi dai frequenti attacchi di popolazioni straniere e, soprattutto in epoca carolingia, dalla terribile invasione degli Ungari,
costruendo castelli e torri fortificate un po dappertutto.
Nel periodo comunale Erba si trov nel mezzo delle lotte fra
Comaschi e Milanesi parteggiando per questi ultimi, vi fu anche una
grande battaglia a Carcano contro limperatore Barbarossa che fu
sconfitto. Per questo gli Erbesi ottennero benefici e la cittadinanza
milanese, ma continuarono ad avere una vita tribolata da continui
conflitti. Fra i secoli XIII e XVI furono sotto il dominio milanese dei
Visconti e degli Sforza, rappresentati dai feudatari Dal Verme e
Fregoso, poi, durante la dominazione spagnola, passarono sotto gli
Archinto fino allarrivo di Napoleone che abol il sistema feudale.
Solo nellOttocento Erba cominci ad assaporare un vero benessere, lagricoltura e lindustria serica davano grande impulso alleconomia favoriti anche dalla costruzione della ferrovia che collegava
lAlta Brianza con Milano. Simbolo di quel progresso fu il Mercato di
Piazza Vittorio Veneto, ancora oggi visibile, realizzato nel 1827. In
quel periodo Erba divenne anche localit mondana di villeggiatura
e popolare ritrovo domenicale. Gi nel Settecento erano sorte stupende ville che avevano ospitato artisti famosi. Esempi insigni sono
Villa Majnoni, oggi sede comunale, e Villa Amalia ricavata dal cinquecentesco convento dei Riformati e trasformata in edificio neoclassico dallarchitetto Pollak nel 1799. La propriet includeva
anche lOratorio di SantAntonio dove ancora oggi si possono ammirare begli affreschi cinquecenteschi sulle pareti e sullarco trionfale.
I Marliani ospitarono nella loro splendida dimora molti illustri personaggi fra i quali Ugo Foscolo, Vincenzo Monti, Giuseppe Parini e
Stendhal. Oggi la propriet dellAmministrazione provinciale di
Como che la utilizza per attivit scolastiche.
Il successo economico di Erba continua anche ai giorni nostri: in
zona, infatti, sono sorti numerosi alberghi per far fronte al crescente traffico commerciale creato dal centro espositivo dellElmepe in
continua espansione.
La visita di Erba pu iniziare dal vecchio Borgo di Villincino, fortificato, alle spalle dellarea municipale, dove si vede ci che resta del
castello, una Pusterla e in una torre con portale sovrastato da
unelegante bifora. Attorno alla suggestiva piazzetta oltre alle torri
si concentrano le case dellantica contrada. Al centro medievale di
Incino apparteneva la Chiesa di Santa Eufemia, di origine romanica,
antica e importante pieve che domina la piazza con la sua poderosa torre campanaria nella quale sono inserite are romane con iscrizioni. Labside semicircolare mantiene lo stile originale, mentre la
facciata stata ristrutturata nel XVII secolo. Allinterno conserva
una preziosa acquasantiera del 1212, un crocefisso ligneo dipinto
del Cinquecento e la cappella di San Bartolomeo con un affresco
trecentesco.
Attualmente la preposituale la Chiesa di Santa Maria Nascente
(cambiamento voluto da San Carlo Borromeo nel 1574), sulla piazza di fronte al Municipio, cinquecentesca e pi volte rimaneggiato.

166

Molte altre chiese arricchiscono le varie frazioni di Erba, fra queste:


la Parrocchiale di Santa Marta quattrocentesca, ma notevolmente
trasformata; la Chiesa di Santa Maria Maddalena a Crevenna con
una bella facciata di stile barocco: la Chiesa di Santa Maria Assunta
a Casiglio col sarcofago del vescovo Beltramino Parravicini.
Importanti sono lOratorio di S. Pietro a Buccinigo, unico avanzo del-

167

TRIANGOLO LARIANO
lantico castello, che ha un grazioso campanile a vela e un rilevante ciclo di affreschi del Cinquecento fra cui una Crocifissione di
Andrea de Magistris; lOratorio di San Bernardino ad Arcellasco, del
XIV secolo, con begli affreschi cinquecenteschi sullarco trionfale e
allinterno dellabside; il trecentesco Oratorio di San Bartolomeo,
nella frazione Parravicino, con una bella abside semicircolare.
Non va dimenticato lEremo di San Salvatore, sopra la frazione di
Crevenna in splendida posizione panoramica: dellantico monastero resta un chiostro cinquecentesco e, nella chiesetta del convento,
un pregevole affresco del XIV secolo attribuito a Michelino da

Tradizione e folclore
Erba possiede uno straordinario gruppo folcloristico, quello dei Bej,
formatosi nel 1927 per mantenere viva la cultura locale e le danze e i
canti che in passato segnavano gli appuntamenti delluomo con i cicli
della natura e il lavoro dei campi. I Bej danzano e cantano accompagnati dai firlinfeu che suonano il tipico strumento fatto di canne preso
in prestito dal dio Pan, divinit greca amata soprattutto dai contadini
perch assicurava fertilit alle loro greggi.
I Bej sono noti anche per il loro costume che riproduce labbigliamento locale del XVII secolo: le donne portano intorno al capo la raggiera dargento, hanno gonne lunghe e pieghettate e grandi fazzoletti colorati sulle spalle; gli uomini indossano un abito verde con casacca dai bottoni doro, calze di filo bianco e cappello a larghe tese con
piuma di fagiano.
Il gruppo si esibisce in tante feste popolari, ma lappuntamento pi
celebre quello dellEurofolk che si svolge a Erba ogni due anni.
La Festa dei Masigott invece una ricorrenza popolare legata al culto
pagano del raccolto che si svolge la terza domenica dottobre sulla
Piazza del Mercato. Nel 1574, quando larcivescovo Borromeo spost
la sede preposituale da Santa Eufemia a Santa Maria Nascente, stabil
che il clero celebrasse in questa piazza solenni riti religiosi proprio la
terza domenica dottobre, cos riti religiosi e pagani si sono fusi e la
festa ancora oggi una delle pi sentite dalla gente del posto.
Besozzo.
Del patrimonio castrense, oltre ai ruderi gi menzionati, ricordiamo
il Castello di Pomerio con pregevoli affreschi trecenteschi.
Restaurato, stato adibito per alcuni anni ad albergo e ora in attesa di destinazione duso. Ancora albergo di lusso invece il Castello
di Casiglio fondato, come il precedente, da Beltramino Parravicini.
Del Castello di Parravicino, costruito nel 1019 dai Martesani contro
Ariberto da Intimiano, resta solo una torre pendente; sui suoi ruderi nel Seicento fu costruita una villa. Ai piedi della torre si vede un
masso-avello, probabile tomba di qualche antico guerriero.
Erba vanta anche unopera razionalista, il Monumento ai Caduti realizzato da Giuseppe Terragni nel 1930, vi si accede da una lunga
scalinata che parte dalla Via XXV Aprile. Poco distante il Licinium,
un teatro allaperto di forme classicheggianti costruito nel 1920 e
che oggi si trova allinterno dei giardini pubblici.
In localit Crevenna, infine, nella Villa Comunale ospitato linteressante Museo Archeologico che espone reperti locali e non solo
dal paleolitico inferiore allepoca romana e medievale.

168

169

ALTA BRIANZA

Alta Brianza Comasca


Dell alta Brianza comasca vediamo i tre centri pi importanti di
Cant, Mariano e Inverigo che sono i pi rappresentativi dal punto
di vista economico e i pi ricchi in opere darte.

Cant
la capitale del mobile cittadina operosa, un mosaico di tante piccole realt artigianali che, tutte insieme, costituiscono un importante polo produttivo nel campo dellarredamento. I due elementi
che hanno dato inizio a questa attivit sono state, nella seconda
met dellOttocento, lapertura della Scuola dArte che ha preparato gli artigiani e listituzione della Mostra Permanente che ha fatto
conoscere il prodotto. Oggi i sistemi di lavorazione e di vendita del
mobile sono cambiati, Cant si adeguata e il successo continua
malgrado le inevitabili, momentanee crisi. Alla produzione del
mobile si affianca lantica arte del merletto e del pizzo lavorati a
tombolo e assai apprezzati.
Cant vanta anche un patrimonio artistico e storico particolarmente interessante. Centro abitato gi in epoca preistorica, ebbe grande importanza nel Medioevo al tempo di Ariberto da Intimiano,
figura preminente in campo guelfo, canturino di nascita, e divenuto in seguito arcivescovo di Milano. Il centro abitato allora era circondato da potenti mura e Cant era conosciuta come la citt dalle
cento torri e considerata rifugio sicuro per i nobili milanesi non
allineati con il potere del momento. I suoi abitanti, per, non ebbero mai vita tranquilla essendo la cittadina sempre coinvolta nelle
lotte fra le famiglie predominanti del comasco e del milanese.
Cant fu sempre legata alle signorie milanesi, ma le sue fortificazioni furono distrutte proprio da Francesco Sforza che le ricostru
pi tardi. Nel 1475 la cittadina fu ceduta come feudo ai principi di
Pietrasanta, amici fidati degli Sforza, che la mantennero fino alla
fine del Settecento.
Oggi il vecchio borgo domina dallalto della sua collinetta le frazioni sparse ai suoi piedi. Al centro si erge la Basilica di San Paolo con
lesile e altissimo campanile dallacuta cuspide conica. La chiesa fu
edificata nel XI secolo, ma rifatta nel Cinquecento quando Carlo
Borromeo decise di trasferirvi la sede della pieve. Conserva una tela
del Procaccini e affreschi secenteschi del Fiammenghino. A fianco
della parrocchiale vi la storica Residenza dei Pietrasanta con un
grande salone neoclassico decorato da Giocondo Albertolli; laffresco centrale attribuito ad Appiani.

170

Il pi prezioso complesso architettonico altomedievale si trova per


a Galliano ed costituito dalla Basilica di San Vincenzo e dallannesso Battistero di San Giovanni, a pianta quadrilobata, due dei pi
prestigiosi monumenti dellarte romanica lombarda. Edificata allinizio dellXI secolo sui resti di una preesistente chiesa paleocristiana, la basilica fu consacrata nel 1007 e fu la prima chiesa comasca
con presbiterio rialzato, costruito sopra la cripta. Dopo che la pieve
venne trasferita a San Paolo, la basilica di Galliano cominci a
decadere finch nel 1801 il complesso fu sconsacrato e venduto a
privati che lo trasformarono in fattoria, sventrandolo in pi parti.
Solo verso la fine dellOttocento fu riscattato e iniziarono i restauri.
Nonostante i gravi danni subiti, nella basilica si possono ancora
vedere due serie di affreschi medievali di enorme importanza: nellabside campeggia la figura del Cristo in maest fra santi, profeti e
arcangeli con scene della vita di San Vincenzo nella parte inferiore;
le pareti della navata sono invece affrescate in tre distinte fasce con
scene delle Sacre Scritture e con episodi delle vite di santi.
Fra gli altri monumenti canturini vanno ricordati: il Santuario della
Madonna dei Miracoli, con affreschi dei Della Rovere,; la romanica
Chiesa di San Teodoro, con le sue pregevoli absidi; la Chiesa della
Trasformazione, un tempo appartenente al monastero di
SantAmbrogio, con la cupola affrescata con una grandiosa scena
di santi in gloria dai fratelli Recchi.

Mariano Comense
Il secondo centro per importanza economica della zona, servito
dalla Ferrovia Nord, anchesso dedito allattivit mobiliera.
La cittadina dominata dal colle di San Maurizio alla base del quale
stata scoperta una necropoli romana con pi di 50 urne cinerarie
e relativi arredi che dimostra la notevole importanza del posto gi
in epoca romana.
Anche il nome da attribuire probabilmente ai Romani che definirono Manlianus le terre dove si era stabilito Teodoro Manlio, consigliere dellimperatore Teodosio.
Mariano Comense fu importante capopieve e lattuale Preposituale
di San Stefano era gi canonica nel 1608. La chiesa venne ricostruita nel Cinquecento e nel Novecento fu rifatta la facciata. Il Battistero
che le sorge accanto ancora oggi il monumento pi significativo
della cittadina. Romanico, del XI secolo, ha pianta quadrilobata con
quattro absidi: la parte centrale sormontata da un tiburio ottagonale, mentre allingresso stato aggiunto un protiro di stile classicheggiante.
Nel Medioevo il territorio gravitava nellarea milanese senza per
mai prendere una posizione molto decisa tanto che, durante la
guerra fra Como e Milano, fu attaccato da entrambi. Come feudo
sub alterne vicende, venne sfruttato malamente dalle famiglie
Marliani e Crivelli e sub angherie e devastazioni durante il periodo

171

ALTA BRIANZA
della dominazione spagnola. Gli Austriaci portarono un po di
calma e riorganizzarono la zona, istituendo la sede della pretura e
ristabilendo limportante antico mercato settimanale.

I santi protettori
Su tutto il territorio lariano e anche in Brianza molte sono le strade, le
case, le chiese o le vecchie cascine dove si possono ammirare antichi
affreschi di carattere votivo che rappresentano la Vergine e alcuni
santi invocati dai fedeli in difficolt. Sono limmagine dellintenso rapporto esistente fra lavoro e fede e sono la documentazione delle attivit prevalenti svolte nelle diverse zone.
Soprattutto i contadini, i pescatori e i naviganti, le persone pi esposte ai capricci della natura, sentono la necessit di raccomandarsi alla
benevolenza dei santi come intermediari fra la terra e il cielo. La religiosit era un aspetto fondamentale della cultura popolare, il culto dei
santi era essenziale per gli umili, la richiesta di aiuto ai santi di fronte a una difficolt era una reazione istintiva e limmagine dipinta sui
muri, a portata di vista, dava un senso di sicurezza.
Su tutto il territorio lariano, la Vergine spesso rappresentata fra i
santi Rocco e Sebastiano: la Madonna rappresenta una protezione
generica contro le avversit umane, mentre i due santi sono i protettori degli uomini e dei loro animali contro le malattie.
San Sebastiano era invocato in particolare contro i contagi da malattie infettive e contro la peste; lo si festeggia il 20 di gennaio e in alcuni paesi in tale occasione si facevano benedire gli animali.
Il culto di San Rocco era ancora pi popolare. Era venerato per la sua
protezione contro le calamit naturali, le malattie epidemiche e in
special modo contro la peste e il colera che colpivano le terre lombarde devastando le stalle e decimando interi paesi. La sua figura di
pellegrino che mostra la piaga, accompagnato dal cane con il pane in
bocca, unimmagine consueta degli antichi borghi rurali.
Ancora oggi si festeggia SantAntonio Abate secondo unantica usanza che denota la grande popolarit del santo invocato per la protezione di quellimmenso patrimonio che erano gli animali per una
famiglia contadina. La sua figura di vegliardo con la folta barba bianca, il bastone e il fedele maialino ai suoi piedi si trova frequentemente sui muri delle cascine e nelle chiese di campagna.
Diverse chiese rivierasche sono dedicate a San Nicol, protettore dei
naviganti, mentre sugli alpeggi pi familiare San Lucio con la sua
forma di formaggio. Limmagine di San Cristoforo con il fanciullo sulle
spalle appare pi facilmente in prossimit dei porti.
In Brianza il santo rappresentato sugli affreschi votivi delle cascine
pi spesso San Giobbe, protettore dei bachi da seta e del loro allevamento. raffigurato seduto sotto un albero di gelso con il corpo piagato e la credenza popolare faceva nascere i bachi dalle sue piaghe,
per questo lo si invocava affinch lallevamento avvenisse senza difficolt. La sua festa non aveva cadenza regolare, ma si collocava
verso la fine di aprile, quando i bachi cominciavano la loro attivit.
Talvolta San Giobbe raffigurato in compagnia di San Sebastiano o di
SantAntonio, tutti insieme assicuravano agli uomini e ai loro animali una perfetta protezione contro le peggiori malattie.

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Inverigo
Lantico borgo medievale arroccato in cima a una collina che domina la valle del Lambro uno dei centri pi pittoreschi della Brianza
grazie ai suoi suggestivi panorami arricchiti, negli ultimi secoli, da
lussuose ville di vacanza.
Il Foscolo, che vi passava accanto, quando andava a trovare la sua
musa ispiratrice a Villa Amalia di Erba, lo chiamava il colle dei
cipressi.
Il paese situato al centro di una vasta e importante area economica, un tempo dedita allagricoltura e soprattutto alla gelsicoltura,
oggi ricca di fabbriche e piccole industrie artigianali: lattivit prevalente dInverigo la lavorazione del vimine. Il suo sviluppo economico dovuto alla felice posizione, al centro della zona collinare, ben collegata con il capoluogo lombardo da buone strade e dalla
Ferrovia Nord.
Il borgo storico si sviluppa attorno al Santuario della Madonna della
Noce e al celebre Mercato porticato che delimita la piazza, centro
del pi importante commercio brianzolo dei bozzoli di seta fino ai
primi anni del Novecento. Il santuario fu costruito nel XVI secolo a
ricordo di una miracolosa apparizione della Vergine, fra i rami di un
noce, a due bambini che si erano smarriti. Ledificio iniziale, addossato a una torre quattrocentesca, doveva essere di legno e molto
semplice, ma fu ingrandito e arricchito da un bel portale ligneo istoriato nel Seicento. San Carlo Borromeo vi fece costruire accanto un
seminario per listruzione dei bambini. Nel 1643 i Crivelli acquistarono il feudo che faceva parte di Mariano Comense e costruirono la
loro imponente dimora sul luogo dove nel Medioevo cera un
castello ormai ridotto a rudere. Il complesso di Villa Crivelli era circondato da grandiosi giardini allitaliana con enormi statue e un
lungo viale di cipressi che scendeva fino al Lambro.
Il monumento pi significativo tuttavia la neoclassica Villa
Cagnola, imponente residenza estiva del celebre architetto, dalla
solenne facciata e con la grande cupola centrale circondata da pini
marittimi e cipressi. Oggi la villa appartiene allEnte Morale Pro
Juventute di don Carlo Gnocchi.
Interessante anche Villa Perego, costruzione settecentesca in pietra grigia con scuderie e parco progettati da Simone Cantoni che
sorge a Cremnago, frazione dInverigo.

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ALTA BRIANZA

La Brianza Lecchese
Fra tutti gli splendidi paesi della Brianza lecchese scegliamo i tre pi
vicini al lago per completare limmagine dinsieme: Oggiono, Civate
e Valmadrera.

Oggiono
In localit amena su un terrazzo morenico non lontano dal lago
dAnnone, Oggiono un antico borgo ancora ben conservato nella
sua parte centrale. Fu abitato da Celti, Romani e Longobardi. Nel
1162 limperatore Barbarossa lo infeud al monastero di Civate. Poi
pass sotto il dominio delle famiglie DAdda e Riva che posero le
basi di una fiorente attivit agricola e commerciale, dovuta inizialmente a un intelligente sfruttamento delle acque del lago e ai mulini. Nel 1671 divenne autonomo e nellOttocento fu uno dei centri
pi attivi nella produzione di tessuti.
Oggiono diede i natali al pittore Marco DOggiono, uno dei migliori
allievi di Leonardo da Vinci.
La cittadina fu sede di unimportante pieve fin dal V secolo: capo
pieve era la Parrocchiale di SantEufemia. La chiesa venne completamente riedificata nel Seicento e della precedente costruzione
rimangono solo la base romanica del campanile e lattiguo battistero. La decorazione interna di grande pregio per gli affreschi
della volta, per i dipinti delle cappelle e soprattutto per il prezioso
polittico di Marco dOggiono dove sono raffigurati otto santi ai lati
della splendida Assunta. Dello stesso pittore il quadro della
Consolazione, mentre lo Sposalizio della Vergine si deve ad
Andrea Appiani. Laltare neoclassico opera di Giuseppe Bovara e
Pompeo Marchesi. Il monumento di maggior valore il Battistero
romanico, a immersione, del XI secolo, probabilmente edificato su
un precedente edificio paleocristiano. La struttura architettonica
di tradizione ambrosiana con pianta esterna ottagonale absidata a
est, ma con un ambiente interno di forma circolare. Gli affreschi
votivi che lo abbelliscono sono di scuola cinquecentesca.

Civate
Il paesone, industrioso come tutti quelli della Brianza lecchese e
legato allattivit economica della citt di Lecco, sorge su un piccolo dosso allingresso della Valmadrera.
Un tempo era un piccolo borgo fortificato a difesa del complesso

174

monastico locale, pass poi sotto il controllo della famiglia milanese dei Casanova.
La notoriet di questo angolo di Brianza dovuta innanzitutto alla
Chiesa di San. Calocero e soprattutto allAbbazia di San Pietro al
Monte costruita su un breve terrazzo del monte Cornizzolo in
splendida posizione panoramica.
La chiesa si trova al centro del paese dove era anche il monastero
benedettino del IX secolo che oggi ospita la Casa del Cieco. In
epoca longobarda doveva avere funzioni di xenodochio, punto di
riferimento per i pellegrini; vi dimor anche Paolo Diacono, monaco longobardo e storico insigne (724-799).
La chiesa venne probabilmente ricostruita nel 1018, quando furono
portate da Albenga le spoglie del santo martire: a quellepoca il
monastero di Civate era il centro di un complesso di sei basiliche.
Nel 1162 limperatore Barbarossa concesse borgo e abbazie in
feudo allabate Adalgiso e Civate gli fu sempre fedele restando prevalentemente nellarea comasca; ancora oggi le chiese di Civate
seguono il rito romano contrariamente alla maggioranza dei paesi
brianzoli che sono di rito ambrosiano.
Gli Olivetani sostituirono i Benedettini nel XVI secolo, poi il monastero venne soppresso da Napoleone. Del bel complesso abbaziale
resta limponente chiostro porticato settecentesco.
La chiesa stata rimodellata nel Settecento, ma conserva il presbiterio sopraelevato sulla cripta romanica dove visibile un ciclo
daffreschi dellXI secolo con insolite scene tratte dalla Bibbia.

San Pietro al Monte


(Escursione consigliata: ore 1.30 - alt. m. 662)
La passeggiata estremamente gradevole. Lasciato il paese si
attraversa una zona di campi coltivati prima di entrare nella valle
dellOro e iniziare la salita lungo una mulattiera ben tenuta che
attraversa un fitto bosco ricco di una grande variet di fiori.
Il complesso di San Pietro al Monte uno dei monumenti romanici
pi importanti della Lombardia. La leggenda vuole che sia stato
costruito nel 772 per volere del re longobardo Desiderio a ringraziamento della miracolosa guarigione del figlio Adelchi diventato
cieco dopo aver cercato di uccidere un cinghiale che si era rifugiato in una piccola cappella sul monte.
La chiesa ha pianta rettangolare con due absidi contrapposte. Vi si
accede attraverso una scalinata che conduce al nartece semicircolare edificato attorno allabside orientale volta a valle. La straordinaria decorazione interna a stucchi e affreschi riconducibile al XI
secolo, rivela uno stile ottoniano con reminiscenze bizantine ed
un grandioso programma decorativo tendente ad accogliere i pellegrini con un simbolico insegnamento sulla funzione salvifica della
Chiesa. Sopra il portale dingresso campeggia limmagine del Cristo
che consegna le chiavi a San Pietro e il libro a San Paolo quindi i
pellegrini sono accolti dalle figure dei santi Gregorio e Marcello.
Sulla volta l'immagine della Gerusalemme Celeste affiancata dai

175

ALTA BRIANZA
quattro fiumi del Paradiso e dagli angeli con le trombe
dellApocalisse che appare nello splendido affresco sulla parete dellarco trionfale: Michele trafigge il drago liberando cos la Chiesa
(raffigurata da una donna) e salvando lUomo (raffigurato dal bimbo
con le braccia aperte a croce). Nelle cappelle laterali rappresentata la Chiesa terrena nella figura di Cristo fra i santi e quella celeste
dove schiere di angeli adorano il Cristo.
Un prezioso ciborio ricco di stucchi colorati, che ricorda quello di
SantAmbrogio a Milano, sinnalza nella parte occidentale della
navata e, attraverso le sue decorazioni, vuole rafforzare il concetto
dellautorit della Chiesa.
Due scale con stucchi che rappresentano animali fantastici e motivi fitomorfi conducono alla cripta dove frammenti di affreschi ricordano la parabola delle Vergini savie e delle Vergini stolte.
Di fronte alla basilica sorge loratorio di San Benedetto, piccola
costruzione romanica a pianta centrale con tre absidi; linterno
semplice e luminoso, con laltare e affreschi dellXI secolo.

Valmadrera

dioso fabbricato delle Filature Orio che si incontrano lungo la salita


per San Martino e lenorme Complesso Bovara di Par. Nel
Settecento la famiglia Bovara controllava il mercato serico lombardo, aveva industrie tessili a Lecco e il complesso di Par che includeva la casa padronale, un elegante palazzo con chiesetta del
Settecento, il filatoio e la casa per il direttore e gli assistenti.
Cessata lattivit nel 1929, quello che potrebbe essere uno splendido monumento di archeologia industriale ora in penoso stato di
abbandono.
Fra gli edifici religiosi di Valmadrera va ricordata la Parrocchiale di
SantAntonio Abate, progettata da Simone Cantoni e realizzata dallarchitetto Bovara, con bassorilievi di Pompeo Marchesi. Il suo
campanile uno dei pi alti della Lombardia con i suoi 90 metri di
altezza.
A monte della borgata Caserta, aggrappata a uno sperone roccioso,
la Chiesa di S. Martino, di antichissime origini con interessanti affreschi votivi quattrocenteschi, la vecchia parrocchiale cui si accede
attraverso una salita affiancata da una Via Crucis del Settecento e
una deliziosa piazzetta e scalinata della medesima epoca.

In una conca soleggiata ai piedi del Moregallo e dei Corni di Canzo,


la moderna cittadina attraversata dal rio Torto che dopo aver
lasciato il lago dAnnone se ne va verso il Lario per finire la sua
corsa nella frazione di Par.
Gi nellOttocento si contavano molti opifici in zona e ancora prima
intenso era il lavoro agricolo: si produceva segale, frumento e
miglio che erano lavorati nei mulini lungo la valle del rio Torto, si
coltivavano canapa e gelsi che con la bachicoltura hanno dato
avvio allindustria tessile.
Non meraviglia quindi che i monumenti di Valmadrera siano le
splendide architetture industriali che hanno fornito lavoro al paese
senza deturpare la bellezza del paesaggio circostante che riserva
ancora notevoli elementi dinteresse. Molte e varie sono le escursioni che si possono fare sui monti circostanti dove si trovano il
Sass Ngher, un masso erratico di serpentino annerito, e il Sasso
Preguda (m. 647), un altro enorme trovante appoggiato sul pendio
del Moregallo e raggiungibile con una rilassante camminata di
unora fra campi coltivati e vigneti.
La costruzione pi interessante il Complesso Gavazzi che include
la villa padronale, un antico palazzo settecentesco ristrutturato dal
Bovara con laggiunta della rotonda di San Gaetano e di un curatissimo giardino, oltre naturalmente agli opifici ormai dismessi, ma
ancora ben conservati. La filanda detta il Filandone una classica struttura molto razionale creata dal Bovara che basava la sua
attivit su un sistema produttivo moderno e ben organizzato. La
seteria Gavazzi era una delle aziende lombarde pi prestigiose nel
XIX secolo, che impiegava pi di duecento lavoratori.
Interessanti sono anche la filanda e il filatoio con lannesso gran-

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IL LAGO DI COMO E LE SUE VALLI

- Lambiente prealpino
- Una storia variegata

Lario occidentale

Como - Brunate - Campione d Italia


Cernobbio - Moltrasio - Carate Urio - Laglio - Brienno Argegno Colonno e Sala Comacina - Ossuccio Lenno - Mezzegra
Blevio - Torno - Faggeto Lario - Pognana - Nesso - Lezzeno

4
9

18

33
48

Valle Intelvi

Schignano - Cerano - San Fedele - Casasco Intelvi Dizzasco - Castiglione - Blessagno - Pigra - Pellio Ramponio - Lanzo - Laino Ponna - Claino con Osteno

Lario Orientale

Lecco
Abbadia Lariana - Mandello - Lierna
Malgrate - Oliveto Lario

Linea diretta con Livingston & Co.


56

74
83
86

Valsassina

Ballabio - Cremeno - Barzio - Pasturo - Introbio Primaluna - Cortenova - Parlasco - Vendrogno - Taceno Margno - Casargo - Premana - Pagnona - Tremenico

Centro Lago

Bellagio - Tremezzo - Griante - Menaggio Varenna


Val dEsino

Alpi Lepontine

Porlezza - Carlazzo - Val Cavargna - Val Rezzo - Valsolda

88

102
115

IL LARIO - IL LAGO DI COMO E LE SUE VALLI


Marta Miuzzo
C 2009 Livingston & Co
130

Triangolo Lariano e Alta Brianza

Civenna - Magreglio - Barni - Lasnigo - Sormano Valbrona - Asso - Canzo - Erba - Albavilla
Cant - Mariano - Inverigo - Oggiono - Civate - Valbrona

Le guide Livingston & Co. nascono dall'esperienza e sono affidabili, tuttavia editore e autori non sono responsabili per le informazioni contenute nella presente guida, che possono variare in ogni momento a
discrezione delle compagnie aeree, di albergatori e ristoratori, di musei
e autorit locali, dei fornitori di servizi in genere. Per evitare inconvenienti (e magari anche danni), si possono consultare, oltre che operatori turistici, compagnie aeree e di autonoleggio, anche i siti internet indicati nel volume.

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Alto Lago

S. Maria Rezzonico - Cremia - Pianello - Musso - Dongo Stazzona - Germasino - Consiglio Rumo - Gravedona Dosso del Liro - Peglio - Domaso - Gera Lario
Colico - Dervio - Bellano

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Fotografie: Marta Miuzzo, Grandola (Como)


Cartina: Mondo Turistico - Guide del Lago di Como
Livingston & Co. un marchio di Roberto Cattani

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Sappiamo che il celebre esploratore Livingstone, ma non abbiamo osato tanto

Finito di stampare nel mese di aprile del 2009

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