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Nel Molise nord occidentale, lungo la linea spartiacque, che con andamento irregolare al-
l’incirca nord/est-sud/ovest separa il bacino del Fiume Sangro da quelli dei Fiumi Volturno e
Trigno, si attestano una serie di circuiti murari di età sannitica compresi da Monte Rocca l’A-
bate di Belmonte del Sannio (iS) a nord-est sino a Monte Castellano presso Montenero Val
Cocchiara (iS)1 a sud-ovest e proseguendo da qui verso sud sud-est, per le Mainarde, per
Monte S. Croce sino a Monte della Foresta nel comune di Cerro al Volturno (iS), disegnando
complessivamente sul terreno una spezzata di circa 40 km.
Queste fortificazioni hanno conosciuto sullo stesso sito o nelle immediate vicinanze ulte-
riori apprestamenti fortificati anche in età medioevale, a conferma della rilevanza strategica
che il controllo di questa linea naturale ha rivestito in varie circostanze nel corso dei secoli,
certamente in un quadro di mobilità storica dei confini. Oggi la sua estensione divide in parte
le Regioni Abruzzo e Molise e tra loro anche alcuni comuni molisani.
il suo valico permetteva infatti l’accesso da un lato all’alta Valle del Sangro, snodo delle di-
rettrici di traffico che attraversavano in età antica la penisola sia in senso trasversale, collegan-
do Adriatico e Tirreno, che longitudinale verso l’area sabellica e dall’altro ai percorsi che con-
ducevano nell’italia meridionale2.
in questo articolo affrontiamo in particolare la porzione di crinale compresa tra Monte Pa-
gano a est e la Montagnola a ovest, a meridione del quale si trova l’abitato di Montalto3, fra-
zione del Comune di Rionero Sannitico, straßendorf sviluppatosi nel corso della seconda metà
del XiX secolo con le prime abitazioni sorte ai margini del tratturo lucera - Castel di Sangro.
il suo territorio è delimitato a nord dai rilievi di Castello e Bosco delle Rocche, a est dai rilievi
di Bosco il Feudozzo, Serrette, Vado Setteporte e Frattozze, a ovest dai rilievi di la Monta-
gnola, Costa Cavallo e la Caprara, mentre a sud si apre con pendenze piuttosto accentuate
1
Si tratta delle fortificazioni di Monte Rocca l’Abate 2
Per la viabilità antica nella Valle del Sangro si veda
(Belmonte nel Sannio), Monte S. Nicola (Capracotta), FAuSTOFeRRi, RiCCiTelli 2015, pp. 117-120.
Monte Cavallerizzo (Capracotta), Ospedaletto (Capra- 3
Montalto si sviluppa alla base del versante carbona-
cotta), Monte Miglio (San Pietro Avellana), Castello tico di Monte Castello (1161 m), 3,6 km verso nord dal
(d’ora in avanti denominato Bosco delle Rocche-Cimi- centro abitato di Rionero Sannitico, collocandosi in un
tero) di Montalto (Rionero Sannitico), Acqua di Tasse- range altimetrico compreso tra m 920 e m 1.000 s.l.m.
ta (Montenero Valcocchiara), Monte Castellano (Mon- su una potente falda detritica costituita da depositi
tenero Val Cocchiara), Monte S. Croce (Cerro al Vol- ghiaiosi, spessa da un minimo di m 2 a un massimo di
turno), Monte della Foresta (Cerro al Volturno). Monte m 29,5, che affiora estesamente in tutto il centro abita-
Rocca l’Abate, Monte S. Nicola, Ospedaletto e Monte to e che a volte si presenta intensamente pedogenizza-
Miglio hanno conosciuto una rioccupazione medioeva- ta. Montalto in passato faceva parte dell’Abruzzo Cite-
le sullo stesso sito. SARdellA – FASOlO 2018, pp. 67- riore, gravitando anche linguisticamente sul bacino del
94. Sangro piuttosto che su quello del Volturno.
198 BRuNO SARdellA, MiChele FASOlO, TiTO FRATe FORTiFiCAziONi e CONTROllO del TeRRiTORiO iN uN’AReA STRATeGiCA 199
verso la valle del Torrente Vandrella, affluente del Torrente Vandra. Rionero Sannitico è uno STORiA deGli STudi
degli ultimi Comuni della regione Molise a confine con l’Abruzzo.
il percorso di lunga durata del Tratturo attraversa questa zona provenendo da sud-est dalla A Montalto nel 1960 avvenne la casuale scoperta di un luogo di culto durante lavori di scavo
località Pietra del Ghiro, conosciuta localmente anche come Pesco lantera4, supera l’odierno per la costruzione di un acquedotto presso la copiosa Fonte di San lorenzo con fontana e lava-
abitato di Montalto e risale a nord-ovest puntando verso Bocca di Forli, da dove discende toio al centro dell’abitato moderno e del tratturo (Fig. 1.2; Fig. 2.2). Furono rinvenuti materiali
l’opposto versante, caratterizzato da acclività notevolmente più dolce e variazioni di pendenza appartenenti ad una stipe votiva in gran parte trafugati, tranne una piccola parte ancora in pos-
minori del precedente. infine raggiunge il fondovalle del Fiume Sangro e Castel di Sangro, sesso di abitanti del luogo. Sono noti un bronzetto raffigurante ercole in assalto, diversi oggetti
l’antica Aufidena, congiungendosi al Tratturo Pescasseroli-Candela presso la Taverna del ponte fittili, in modo particolare tre statuine femminili, una decina di testine femminili, due gambe, tre
zittola. genitali maschili, una mammella, un frammento di volto di profilo, diversi frammenti di cerami-
i punti più favorevoli al valico di questo spartiacque, oltre al valico di Bocca di Forli, sono ca a vernice nera e una statua in pietra o terracotta attualmente irreperibile8. Secondo il racconto
il Malpasso e Vado Setteporte, e nella porzione da noi esaminata, piccole selle a ridosso ri- dei locali durante le operazioni di scavo venne rinvenuta anche una pietra lavorata con una scrit-
spettivamente delle località Penna, Castello (il più agevole) e Cimitero ovvero i punti in cui so- ta che l’allora parroco del paese, al quale venne sottoposta, non riuscì a decifrare. Anche in que-
no stati rinvenuti per l’appunto apprestamenti di interdizione e di controllo. sto caso della pietra con la scritta, probabilmente in osco, non si ebbe più traccia9.
dallo spartiacque si abbraccia con lo sguardo l’alta valle del Sangro con sullo sfondo la
quinta costituita dalla catena delle Mainarde, dal rilievo di monte Greco (2285 m), dal Monte
Arazzecca (1830 m), e si individuano le fortificazioni di epoca sannitica di Alfedena il Curino,
Civitalta, Colle S. Giovanni e Roccacinquemiglia Selva del Monaco5 oltre ai percorsi principali
che convergono in località Valle Salice, nei pressi del Bosco della difesa, provenendo rispetti-
vamente dall’area del Fucino per Opi e Villetta Barrea, dalla Valle latina, da Sulmona e da Va-
sto.
la litologia prevalente, affiorante nell’area come substrato lapideo stratificato (lPS) costi-
tuito da calcilutiti bianche in strati centimetrici e decimetrici con liste e noduli di selce bianca-
stra, e correlabile con la formazione di Gamberale-Pizzoferrato6, appare favorevole all’utiliz-
zo per la costruzione di cinte difensive data l’agevole estrazione e lavorabilità7.
Su questi rilievi calcarei prevalgono i mollisuoli, suoli molto fertili, pedologicamente
profondi e ricchi che evolvono dal substrato calcareo con un elevato contenuto in sostanza
organica e in elementi nutritivi, con una sufficiente riserva idrica e una buona disponibilità di
ossigeno per le radici delle piante.
Nel corso del XX secolo e sin dopo la Seconda Guerra Mondiale, i terreni della zona era-
no coltivati a grano, orzo, biada, patate, mais e vi veniva praticata la fienagione per l’approvvi-
gionamento alimentare invernale. Poi le coltivazioni e l’allevamento sono state progressiva-
mente abbandonate, dando luogo a una prevalente riforestazione spontanea. il bosco è costi-
tuito da querce caducifoglie (ceduo matricinato e il ceduo composto di cerro, localmente ac-
compagnato da specie accessorie come la roverella, il carpino nero, l’acero, l’orniello). la co-
pertura è perlopiù aggregata, lacunosa in alcune aree limitate a causa della rocciosità localizza-
ta e delle pendenze elevate, lasciando spazio nel sottobosco ad arbusti eliofili e a graminacee.
4
Mappa della reintegra tratturale del 1652 disposta ci bianchi e calcareniti (età Serravalliano -langhiano,
dal Reggente ettore Capecelatro: Archivio di Stato di spessore 200 - 400 metri). È denominata “unità Mc3-
Foggia, Dogana delle Pecore di Foggia, I Serie, Carte Patrimo- 2” nel Foglio 153 – Agnone della Carta Geologica d’i-
niali, volume 18, carta 273.0. talia in scala 1:100000. “Mc3-2 = calcareniti, brecciole
5
di STeFANO 2000, pp. 135-154. giallastre lentiformi talora ben stratificate con livelli ba- Fig. 1. Stralcio F. 153 iii S.e. (1° edizione 1957) iGM 1:25000. Rionero Sannitico (iS), Montalto. 1) Fortifi-
6
Si tratta di un elemento strutturale dell’unità dei M. sali calciruditici, a cemento calcareo, a luoghi intercala- cazione sannitica di località “Penna”; 2) luogo di culto sannitico di Montalto; 3) insediamento medievale di
Pizzi-Agnone e Colle dell’Albero-Tufillo, e Montenero zioni basali di marne verdoline (età elveziano p.p. - Mons Altus; 4) fortificazione sannitica di Bosco delle Rocche-Cimitero. in grigio il percorso del tratturo Ca-
Valcocchiara appartenente alle unità Molisane. Classifi- langhiano)”. Nel settore meridionale dell’abitato di stel di Sangro-lucera.
cata nella carta di Vezzani come “42 Formazione di Montalto è stato riconosciuto inoltre un substrato co-
Gamberale-Pizzoferrato = alternanza di marne, argille stituito da argille marnose e limi grigi con locali inter- 7
Non a caso su tale formazione e simili, pur rappre- CAPiNi 1991, p. 108; CAPiNi 1991A; de BeNediTTiS
marnose rosse e verdi, calcareniti giallastre e calcilutiti calazioni arenacee corrisponde alla facies pelitica del sentando essa appena l’1% del territorio molisano, insi- 2003, p. 17; CAPiNi 2005, pp. 54-55, figg. 24-24; de
bianche in strati tra 5 e 10 cm, con potenti intercalazio- Flysch di Agnone e, quindi, all’unità 39 di FeSTA, Ghi- stono circa un quinto di tutte le fortificazioni sannite BeNediTTiS, RiCCi 2007, p. 13; SARdellA 2015, p. 276.
ni di calciruditi, calcareniti bioclastiche e conglomera- SeTTi, VezzANi 2004. il contatto di natura tettonica tra sinora conosciute nella regione, SARdellA, FASOlO 9
Secondo i racconti di un anziano del posto, a poca
ti”. la parte inferiore della formazione è costituita da due substrati, il primo lapideo stratificato e il secondo 2018, p. 82. distanza dalla fonte di San lorenzo, negli orti adiacenti
calcari marnosi e marne rosso-bluastre con liste e no- sottostante non rigido stratificato, è ricoperto dalla fal- 8
Per i votivi di Montalto si rimanda a di NiRO 1977, la parte meridionale del tratturo, negli anni ’70 venne
duli di selce in alternanza con radiolariti, calcari micriti- da detritica. pp. 33-4, n. 7 e tav. Vii; MATTiOCCO 1989, pp. 39-40; rinvenuto un oggetto in pietra descritto come zampa di
200 BRuNO SARdellA, MiChele FASOlO, TiTO FRATe FORTiFiCAziONi e CONTROllO del TeRRiTORiO iN uN’AReA STRATeGiCA… 201
tosto agevole tra i tratturi lucera-Castel di Sangro e Celano-Foggia. in questa zona, nel corso degli
anni ’60 del secolo scorso durante i lavori di apertura di una strada forestale vennero alla luce bloc-
chi calcarei lavorati tra cui un blocco modanato10 (Fig. 3). Si tratta verosimilmente di una porzione
della cornice superiore del podio di un tempio decorata da una gola rovescia, comunemente im-
piegata nei templi sannitici. Nonostante le ricognizioni mirate effettuate, nella zona non è stato
possibile rilevare tracce del sito sannitico.
Non è da escludere che dal territorio di Montalto possa provenire anche un’iscrizione osca
conservata nel Museo Nazionale di Napoli e rinvenuta nella prima metà del XiX secolo, pubblica-
ta per la prima volta da R. Guarini nel 1831, in cui compare un “Pacio Decio figlio di Pacio” che fece
realizzare un’opera a proprie spese11. il tipo di ritrovamento ed il testo dell’iscrizione sono suffi-
cienti per attribuire il documento ad un contesto cultuale. la provenienza dell’iscrizione viene ge-
nericamente attribuita alla zona compresa tra Forli del Sannio e Rionero Sannitico, ma il de Bene-
dittis propone proprio la zona di Montalto12.
Sulla sommità del rilievo la Montagnola, a 3 km a ovest dal borgo di Montalto e immediata-
mente a ovest del valico Bocca di Forli fu identificato in passato un insediamento sannitico fortifi-
cato13, tuttavia le ricognizioni effettuate dal Mattiocco e poi dall’Oakley sul rilievo sembrano indi-
care piuttosto la presenza di un abitato d’origine medievale cinto da mura14.
Per quanto riguarda le nostre ricerche ci hanno condotto in quest’area sia le considerazioni sul-
la sua importanza strategica sia le indicazioni di plausibilità ricavate da una modellazione probabili-
Fig. 2. Rionero Sannitico (iS), il territorio di stica delle scelte locazionali finalizzata all’individuazione di fortificazioni e di strutture di controllo
Montalto fotografato da sud-est. 1) Fortifi- del territorio sinora sconosciute in Molise, tutt’ora in fase di perfezionamento e di validazione sul
cazione sannitica di località “Penna”; 2) luo-
go di culto sannitico di Montalto; 3) insedia- terreno e che sarà oggetto di ulteriore dettagliata pubblicazione. dopo aver raccolto, organizzato e
mento medievale di Mons Altus; 4) fortifica- analizzato in un sistema informativo territoriale realizzato su piattaforma GiS i dati ambientali e
zione sannitica di Bosco delle Rocche-Cimi- archeologici significativi per ricostruire le scelte locazionali per questo tipo di insediamento in que-
tero. sta regione, si sono individuate delle relazioni dei centri fortificati con alcune variabili ambientali ri-
velatisi particolarmente importanti. Tra di esse in particolare si sono rivelate fondamentali e ricor-
renti quelle con la litologia, l’altimetria, le distanze, dalle sorgenti, dai corsi d’acqua, dai valichi, dalle
vie di comunicazione, con la possibilità di controllo visivo del territorio e di intervisibilità con altri
siti15. A riguardo rilevante è stato l’uso anche di appositi tool di whitebox GAT in ambiente Arc-
Gis Pro, tra cui quello di calcolo dell’indice totale di visibilità16 che ha permesso l’individuazione
nel paesaggio delle posizioni ottimali per i punti di osservazione. Nella zona presa in considerazio-
ne in questa ricerca essi coincidono con le fortificazioni sannite. e’ stato utilizzato il DTM iNGv
(risoluzione 10 m), ricavato per la regione Molise dalle curve di livello delle sezioni iGM
1:25.00017.
Nell’approccio predittivo si è seguita, pur con alcuni scostamenti, l’impostazione metodologica
e le procedure illustrate alcuni anni orsono da di zio e Bernabei18. Convertita ciascuna delle varia-
bili prese in considerazione nella modellazione in file raster, che si sono poi riclassificati, si è appli-
le FORTiFiCAziONi SANNiTiChe
Fortificazione in località Penna21
la fortificazione si trova a m 900 a nord-ovest dalla piazza San lorenzo di Montalto, su
un’altura che raggiunge la quota di m 1.120 s.l.m. e incombe sul percorso del tratturo lucera -
Castel di Sangro, distante circa m 330 (Fig. 1.1; Fig. 2.1). il rilievo domina la vallata del Tor-
rente Vandrella ed è in connessione visiva con altre fortificazioni sannitiche dell’area22.
il circuito murario ha forma semicircolare e cinge i lati occidentale, settentrionale e orien-
tale del rilievo, che a sud presenta invece un’erta parete rocciosa a strapiombo (Fig. 5). i tratti
Fig. 4. Montalto di Rionero Sannitico (iS). dettaglio ingrandito foto area B/N. i.G.M. 17 settembre 1954 (f.
153, str. 110, f. 3759). È ben riconoscibile la cinta muraria e il percorso del tratturo lucera-Castel di Sangro.
cata la tecnica della Map Algebra tramite combinazione lineare pesata o wlC (weighted linear
Combination) per integrare per ogni singolo pixel i valori delle variabili. Queste sono state ponde-
rate mediante la tecnica della comparazione a coppie (Pairwise Comparison), che rientra nell’ambi-
to delle tecniche decisionali multicriterio MdA (Multicriteria decision Analysis). l’assegnazione
dei pesi nella combinazione lineare è derivata dall’esperienza soggettiva maturata nel campo dello Fig. 5. Montalto di Rionero Sannitico (iS), loc. “Penna”. Planimetria della fortificazione sannitica. la freccia
indica l’accesso (rielaborazione da stralci sezioni C.T.R. 1:5.000).
studio delle fortificazioni sannite in Molise. Si è così costruita una mappa raster finale di plausibi-
lità in cui ogni pixel presenta un solo valore sintesi dei valori delle variabili.
Nell’area individuata attraverso la modellazione predittiva tuttavia non solamente la prospezio- 21
Comune e Provincia: Rionero Sannitico (iS). Toponi- ne Gamberale-Pizzoferrato. detriti di falda sciolti e ce-
mo: Penna (noto solo oralmente tra i locali e non ripor- mentati, con intercalazioni basali di paleosuoli giallo-
ne sistematica di superficie a copertura totale, ma perfino l’accesso si sono rivelati fortemente osta-
tato nelle mappe). Coordinate (Gauss Boaga fuso Est): rossastri e terre rosse. Ordini pedologici: Mollisuoli. Uso
colati dalla copertura boschiva e in particolare dal manto di foglie secche che ricopre il terreno ren- 14°9’6,097”e 41°44’42,933”N. Altitudine (da CTR): del suolo attuale (CLC12IV liv): 3112 (Boschi a prevalen-
dendolo invisibile. Tuttavia grazie alle preziose indicazioni di una persona del luogo, il signor Patri- 1.120 m s.l.m. Versante: Tirrenico. Bacino idrografico: Vol- za di querce caducifoglie). Radiazione al suolo cumulativa
zio di Franco, è stato possibile individuare e indagare in località Penna, uno dei rilievi che sovra- turno. Ambito territoriale: Alto Volturno. Cartografia IGM annua in Kwatt/m2: 1.448 kwatt/m2. Distanza22 da sorgen-
stano da N il borgo di Montalto e il valico di Bocca di Forli, una nuova fortificazione sannitica19. 1:25.000: F. 153 iii S.e. (1° edizione 1957). CTR te: 416 m dalla sorgente Cuculone (Rionero Sannitico);
Peraltro successivamente è stato possibile riscontrare che la fortificazione era ben visibile in una 1:5000: sezione 392061. Cartografia catastale: Comune di m 679 dalla Fonte dell’Acero. Distanza da corso d’acqua;
Rionero Sannitico Foglio 2, particelle 18, 42; Comune 1.573 m dal vallone Vandrella. Distanza da valico: 1.626
foto aerea del 17 settembre 195420 (Fig. 4). di Castel di Sangro Foglio 64, particella 79. Superficie m da Bocca di Forli (Castel di Sangro). Distanza da al-
presunta 0,2412 ha. Perimetro presunto 198 m. Esposizio- tre fortezze: 941 o 965 m da Bosco delle Rocche - Cimi-
19
FASOlO, FRATe, SARdellA 2021, pp. 18-21. settembre 1954 (f. 153, str. 110, f. 3759). ne: Se e S. Pendenza interna in gradi: 101%. Pendenza tero, 5.057 m da Castel Canonico. Distanza da tratturo:
20
istituto Geografico Militare, Foto area B/N, 17 esterna max 46°; Unità litologica fondamentale: Formazio- 330 m dal tratturo Castel di Sangro - lucera. Area visi-
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l’area racchiusa dalle mura e quella immediatamente esterna sono caratterizzate da una fit-
ta presenza di affioramenti rocciosi che rendono il luogo non adatto all’insediamento stabile.
in quest’area la ricognizione di superficie è fortemente condizionata dalla copertura boschiva
e da quella fogliare del terreno. Per questo motivo non è stato possibile riconoscere l’eventua-
le presenza di frammenti fittili o di altro materiale archeologico.
Croce e superando il Malpasso per proseguire ancora verso nord per incrociare, tra le località
Nido del Corvo e la Costa, un antico tratturello che collegava l’area di Castel di Sangro e la
Valle del Sangro al tratturo Celano-Foggia e a San Pietro Avellana e proseguire verso Capra-
cotta (iS). l’antica origine di questa strada è confermata dall’esistenza di due luoghi di culto
lungo il suo percorso, il primo in località Fonte Maiure, il secondo in località San Benedetto
Canali in territorio di San Pietro Avellana27.
Mons Altus compare nei Registri della Cancelleria Angioina per l’anno 1271 insieme ad CONCluSiONi
altri insediamenti della zona quali Castro Cerri e Acquaviva33. Poi in un documento riferito l’area di Montalto è oggi marginale e scarsamente popolata, ma in antico vitale e di strate-
all’anno 1280 che restituisce un lungo elenco delle comunità comprese nel Giustizierato gica importanza, attraversata dal tratturo e da percorsi secondari lungo i quali si individuano
di Terra di lavoro e nel Contado di Molise tassate per le paghe delle milizie34. infine nel fortificazioni e i luoghi di culto.
1276-1277 in epoca angioina, sotto il regno di Carlo i, Mons Altus compare nei registri la fortificazione di località Penna di Montalto, recentemente scoperta e qui pubblicata, va
delle comunità soggette a tassazione comprese nella Terra di lavoro e Comitato di Moli- ad ampliare il numero di fortificazioni sorte in connessione col tratturo lucera-Castel di San-
se35. gro, insieme alle altre di Bosco delle Rocche-Cimitero (Rionero Sannitico, iS), Castel Canoni-
Nel XiV secolo la località è menzionata nelle Rationes Decimarum riguardanti la diocesi co (Forli del Sannio, iS), Torre Santa Maria (Pescolanciano, iS), Colle Sant’Onofrio (Chiauci,
di Trivento a cui appartiene. Mons Altus versa iX tarì per la decima dell’anno 130936, e iS), la Civita (Civitanova del Sannio, iS), la Civita (duronia, CB) e il Castello (Castropigna-
Xiii tarì nel 132837. no, CB). il tratturo già in età sannitica, se non in epoca ancora anteriore, rappresentava con
Tuttavia già alla metà del secolo successivo Montalto appare ormai un insediamento tutta evidenza una direttrice viaria di prim’ordine lungo la quale le fortificazioni costituiscono
abbandonato. Nel 1448 infatti Alfonso i concede il regio assenso all’acquisto della terza punti di controllo strategici e opportunità di riparo.
parte del castello di Montalto, disabitato e diruto, da parte di Nicola di Muzio e Cristofo- entrambe le fortificazioni di Montalto per la loro posizione e per la conformazione oro-
ro di Montalto da Francesco Alfonso dello Burgo, avvenuto con istrumento del notaio grafica dei rilievi che le accolgono non erano certamente adatte ad ospitare insediamenti sta-
Marino d’Angelo38. bili. esse fungevano certamente da punti di controllo e di osservazione del territorio, da uti-
la prima testimonianza cartografica di Montalto si ha nella cartina disegnata da igna- lizzare forse anche come luogo di protezione in caso di pericolo, raggiungibili facilmente per-
zio danti e situata nella galleria delle carte geografiche dei Palazzi Vaticani. Nella mappa correndo la direttrice del tratturo.
si vede Montalto (M. Alto) e a distanza ravvicinata Castel di Sangro. la cartina è stata di- la scoperta a Montalto di quella che era sino a poco tempo fa una fortificazione scono-
segnata da ignazio danti tra il 1580 e il 1585. Nell’Atlante della Reintegra tratturale del sciuta, nel validare l’approccio predittivo, conferma sotto il profilo storico la valenza strategica
Capecelatro del 1651 non è presente il nucleo abitato di Montalto ma solamente due ele- di quella linea spartiacque che separa la valle del fiume Sangro dalle valli del Volturno e del
menti, la Fontana di San lorenzo, nel centro del paese moderno, ed alcune “vestigia di Trigno e piegando a sud ovest lungo i rilievi tra lazio e Campania fronteggiava la penetrazio-
fabbrica rustica” a 90 passi di distanza39. ne dalla Valle latina.
Per provare ad avere un’idea dell’estensione del feudo forse già in epoca medievale,
possiamo fare riferimento ad una mappa demaniale allegata a un “rapporto di perizia in
data 29 giugno 1834” firmato dagli agrimensori Giuseppe di Cesare, Nicola Sabelli e Ni-
cola Maria Pietravalle. il feudo di Montalto risultava delimitato a sud dal corso del Tor-
rente Vandrella, ad est dal crinale che separa il torrente Santa Croce dal torrente Vandra, BiBliOGRAFiA
a nord dalle cime di Monte Pagano e dal Bosco delle Rocche, ad ovest dalla Piana di San
Rocco e da Bocca di Forli. CAiAzzA d. 1989, ‘Per un censimento dei centri fortificati in opera poligonale: proposta di una scheda
di rilevamento’, 1° Seminario Nazionale di Studi sulle Mura Poligonali, Alatri, pp. 229-256.
difficile risalire ad assetti più antichi. Certamente il confine lungo il corso della Van-
CAPiNi S. 1991, ‘Venafro e l’alta valle del Volturno’, Samnium: archeologia del Molise, a cura di S. Capini e
dra Vandrella e a settentrione sullo spartiacque o lungo il corso del Sangro trova riscontri A. di Niro, Roma 1991, pp. 107-10.
nel X secolo. Secondo il precetto ottoniano del 5 dicembre con cui l’imperatore Ottone CAPiNi S. 1991a, ‘Rionero sannitico’, Samnium: archeologia del Molise, a cura di S. Capini e A. di Niro, Ro-
ii a richiesta dell’abate San Vincenzo al Volturno, Giovanni iii, nell’ottobre del 981, nel ma, pp. 154, 183, tav. 1d.
centenario del sacco saraceno restituì i beni usurpati dopo l’invasione saracena, la Van- CAPiNi S. 2005, ‘Tra Sangro e Volturno: note di archeologia sannitica’, Conoscenze 1-2, pp. 45-56.
dra/Vandrella costituiva il limite est della Terra Sancti Vincentii dalle terre probabilmente Catalogus Baronum, Commentario, a cura di e. Cuozzo, Fonti per la storia d’Italia, 101, ii, Roma 1984.
sottoposte in tutto o in parte alla giurisdizione del conte di isernia, landolfo Greco. CRAwFORd M. h. et al. 2011, Imagines Italicae. A Corpus of Italic Inscriptions, i-iii, london.
Quello che sarà poi il feudo di Montalto nello stesso periodo doveva confinare con la Ter- u kOVi z. 2016, ‘Advanced viewshed analysis: a Quantum GiS plug-in for the analysis of visual
ra Sancti Vincentii anche a settentrione. il blocco fondiario dell’abbazia di San Vincenzo al landscapes’, The Journal of Open Source Software 4 (1).
Volturno si estendeva infatti, come indica il preceptum de Sora et valle Sorana et Valva, anche de BeNediTTiS G. 1974, Il centro sannitico di Monte Vairano presso Campobasso, documenti di antichità ita-
nella Media Val di Sangro con una continuità territoriale con l’alta valle del Volturno sino liche e romane 5, Campobasso.
alla grancia di Santa Maria di Cinquemiglia, sulle rive del Sangro poco più a valle dalla de BeNediTTiS G. 2003, ‘le iscrizioni sannitiche dell’alta valle del Sangro’, Segni sulla pietra: iscrizioni e
araldica della Terra di Castel di Sangro, a cura di e. Mattiocco, Rocca San Giovanni, pp. 7-20.
confluenza della zittola40.
de BeNediTTiS G. 2010, La Provincia Samnii e la viabilità romana, isernia.
de BeNediTTiS G., RiCCi C. 2007, La fortificazione sannitica di Forli del Sannio-Castel Canonico, Forli del
Sannio.
de VeCChiS G. 1978, Territorio e termini geografici dialettali nel Molise, Roma.
33
Registri della Cancelleria Angioina, Vii, p. 181. Alto tar. XIII. di iORiO A. 1985, ‘la Terra Burrellensis e la Contea longobarda di Pietrabbondante’, Almanacco del
34
Registri della Cancelleria Angioina, XXii, p. 112. 38
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