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I MONTI DELLA TOLFA

Il vasto complesso di basse colline che scendono verso il mare, dal profilo
tondeggiante e ricoperti di pascolo e macchia costituiscono il biglietto da visita dei
Monti della Tolfa. E’ una tipica area dell’Appennino Laziale, in Provincia di Roma e
comprende anche parte della Provincia di Viterbo. Il territorio riveste enorme
importanza naturalistica dovuta alla particolare posizione geografica poiche’ si trova
al centro della penisola dove si incontra il clima continentale con quello mediterraneo.
Il clima e’ di tipo mediterraneo umido (con una zona a clima temperato),
continuamente mutevole e con importanti variazioni microclimatiche. Tale situazione
ha favorito la biodiversita’ con presenze floristiche e faunistiche abbondanti.
E’ eccezionale la ricchezza dei carnivori tra i mammiferi e dei falconiformi tra gli
uccelli con specie rare ed in pericolo di estinzione. Notevole e’ la presenza di rettili,
anfibi, insetti e vari gruppi floristici.

I Monti della Tolfa hanno origine nell’era Terziaria in seguito al sollevamento di


enormi masse trachitiche ed hanno visto con alterne vicende la presenza umana
durante tutto il corso della storia. Venendo da Bracciano sulla strada Braccianese
Claudia si possono incontrare i primi insediamenti che risalgono all’eta’ Neolitica,
cosi come la testimonianza della civilta’ Etrusca risalenti al VII secolo A.C. Le
principali necropoli con tombe scavate nel tufo sono state rinvenute in localita’
Ferrone e su tre altipiani (Castelline) denominati Pian Conserva, Pian de’ Santi e Pian
Cisterna.
I centri abitati etruschi continuarono a sussistere anche nei secoli successivi come
attestano resti di costruzioni, frammenti di vasi, lapidi e monete di epoca imperiale.
Le fondamenta di un tempio etrusco-romano sono stati rinvenui in localita’ Grasceta
dei Cavallari. Casali e ville d’epoca romana sono sparsi in varie parti del territorio.
Forum Clodii, della Prefettura Claudia, probabilmente era al centro di questa zona,
detta “dei nove villaggi”. Del periodo che segue la caduta dell’impero romano non si
hanno notizie certe, ma, con molta probabilita’ la zona continuo’ ad essere popolata.

E’ anche possible raggiungere le prime propaggini di queste colline attraverso la Via


Aurelia o l’autostrada A12 (uscita S.Marinella/Santa Severa), che dopo breve
assumono repentinamente l’aspetto dei monti con Rio Fiume, che scorre incassato tra
strette valli ricoperte dalla tipica macchia mediterranea la quale assume diverse
tonalita’ di luci e colori con il cambiare delle stagioni. Tipica della primavera e’ la
fioritura dei sicomori (alberi di Giuda) con vistose chiazze purpuree che spiccano tra
il verde degli alberi ed il giallo delle ginestre, mentre in autunno il paesaggio diventa
affascinante per il colore giallo e rosso degli aceri.
D’obbligo una fermata al fontanile dello Stazzalone (cosi chiamato per lo stazzo in
cui si incontravano i pastori) prima di attraversare faticosamente due tornanti montani
scavati tra lastroni di sedimenti calcarei e attraversare Campo Roscino (cosi chiamato
per la terra rossa) e la pietrosa pianura delle Pantanelle dove in una natura
incontaminata pascolano ancora le tipiche vacche maremmane e scorrazzano cavalli e
puledri allevati allo stato brado.
Superato lo spartiacque il paesaggio muta ed i Monti, ricoperti da secolari boscaglie
cedono ad un susseguirsi di colli e di declivi verdeggianti.
All’altezza del Km 17, sulla destra e’ possible, attraverso una stradina sterrata,
raggiungere la sorgente del Bagnarello, acqua termale bicarbonato-alcalina,
miracolosa per le malattie della pelle ed i reumatismi, raccolta in due vasche
rudimentali
TOLFA – CENNI STORICI
Bisogna risalire ai primi decenni dell’ XI secolo per avere notizie attestanti l’esistenza
delle due Tolfe: Tolfa Nuova (della quale sono visibili imponenti ruderi in localita’
Tolfaccia) fu sottoposta al dominio di diverse signorie fino alla distruzione della sua
Rocca ordinata dal Pontefice Sisto IV nel 1471. Il primo documento di Tolfa Vecchia
(la Tolfa attuale) risale invece al 13 marzo 1301 ed e’ contenuto nella Margarita
Cornetana, testo prezioso il quale attestava la sfera di appartenenza al Comune di
Corneto. Dopo essersi distaccato dal medioevale vassallaggio del Comune di Corneto,
aver patito l’assedio del 1468 ad opera delle milizie pontificie ed essere pervenuto al
diretto dominio dello Stato Pontificio (che attraverso la Reverenda Camera Apostolica
gestiva le miniere di allume, la piu’ grande industria dell’Europa rinascimentale) il
borgo medioevale di Tolfa si estese oltre le mura castellane.
Si dette origine cosi al nuovo paese di Tolfa che si adagio’ sulle falde dei monti
mediante la costruzione di palazzi signorili, dell’ospedale e di numerose chiese e
monasteri. In sostanza Tolfa vide il suo sviluppo demografico, urbanistico ed
economico sino alla tragedia del 1799 quando cento, tra tolfetani ed alcuni
allumieraschi, furono fucilati dale milizie francesi per difendere la propria patria.
Dalla balaustra di Piazza Vittorio Veneto si puo’ ammirare un ampio panorama sulla
vallata sottostante dove scorrono il fiume Mignone e i suoi affluenti e scorgere il
Borgo di Rota. Sulla piazza sorge il Palazzo Comunale nel cui interno e’ collocato il
museo dove sono racchiusi numerosi reperti archeologici etruschi e romani.

I ruderi della Rocca di Tolfa Vecchia si raggiungono solo a piedi seguendo la stretta e
ripida stradina che e’ l’ultimo tratto di Via Frangipane. La rocca fu costruita dopo
l’anno mille su di un’aspra altura della quale si gode un’ampio e stupendo panorama.
Ai piedi della rocca, di fronte alla chiesa di Sant’Egidio e’ sito il Palazzo della
Ragione che fu sede comunale nel periodo medioevale. La Torre dell’Orologio,
elegante ed armoniosa, si erge in via delle Mura sotto la rocca e fu costruita nel 1602.
La piazza Vecchia (Piazza G. Matteotti), circoscritta da edifici di un’epoca ormai
lontana e dalla storica Fontana costruita nel 1888, e’ la piazza piu’ antica del paese.
Fino agli inizi del 1900 in tale piazza i braccianti agricoli si radunavano in attesa di
assunzione al lavoro.

Altri palazzi di epoca rinascimentale destano un notevole interesse storico ed artistico:


Palazzo Buttaoni (via Roma 56)
Palazzo Celli (Via Costa Alta 34)
Palazzaccio (Via Frangipane 12)
Palazzo Baldacchini (Via XX Settembre)
Palazzo della Ragione (Via Frangipane)
Palazzo Panetti (Via Annibal Caro 37)

In prossimita’ del Km 42 della via Braccianese Claudia, (venendo da Bracciano) su di


un’altura a sinistra, sorge il Borgo di Rota da dove si domina l’intera vallata del
Fiume Mignone. All’interno del borgo, il Castello Baronale che fu edificato attorno al
1650 da Marchese Cesare Baldinotti.
TOLFA- EVENTI RELIGIOSI, FOLKLORISTICI E CULTURALI
Il 17 gennaio ricorre la processione in onore di S.Antonio Abate protettore degli
animali. Per l’occasione I butteri con il cosiddetto “ponguelo” (lungo bastone in legno
che serve a tenere a bada le mandrie) alzato verso il cielo e vestiti nei loro tradizionali
costume, formano il corteo che precede la statua del santo.
La benedizione degli animali: nella stessa settimana in cui si festeggia S. Antonio
Abate, di solito nel pomeriggio del sabato successivo il 17 gennaio, cavalla, buoi,
capri, cani ed altri animali, molti dei qali sono inghirlandati, vengono radunati sotto la
Rocca dei Frangipane. Qui il parroco con i paramenti sacerdotali che l’occasione
comporta, benedice le bestie. Nel periodo Febbraio/Marzo si festeggia il Carnevale
Tolfetano con maschere e tipici carri allegorici.

La processione del Cristo Morto viene rievocata ogni anno la sera del Venerdi
Santo, nella luce di centinaia di fiaccole. Lungo le strette vie cittadine sfilano, insieme
ai fedeli, anche alcune compares che indossano le armature dei soldati romani e
procedono a cavallo.
Particolarmente mistica e’ la partecipazione dei penitenti, i quali seguono la
processione vestiti di un saio nero con il volto coperto da un cappuccino ed i piedi
nudi, trascinando catene di ferro fermate alle caviglie e portando una croce di legno
sulle spalle.
Caratteristico e’ il giorno del Corpus Domini con la particolare infiorata nelle vie del
paese.

Processione e festa del Santo Patrono Sant’Egidio Abate il quale visse molto
probabilmente durante l’impero di Carlo Magno e di cui fu confessore. Egli e’ il Santo
invocato contro il delirio della febbre e la paura.
Sant’Egidio viene rievocato il primo settembre di ogni anno e per l’occasione, oltre
all’antica processione, vengono organizzate una serie di manifestazioni popolari tra le
quali la corsa dei cavalli e la tombola. A conclusione i fuochi pirotecnici.

La festa di San Michele Arcangelo e’ la piu’ antica del paese e si tiene il 29


settembre in onore del santo venerato nella chiesa della Madonna della Rocca.
Oltre alla bella processione si organizzano alter manifestazioni sia religiose che civili
(giochi popolari come la corsa degli asini e la cuccagna).
Attrattiva di particolare interesse folkloristico e’ il Torneo dei Butteri il quale si tiene
nel mese di agosto ed e’ sicuramente la maggiore delle tradizioni popolari tolfetane.
Consiste in una dimostrazione di forza, di coraggio e di destrezza in cui il buttero
(mandriano a cavallo) si cimenta in diverse prove spericolate che culminano con la
cattura di un vitello che dovra’ essere preso con il laccio, stando in sella ad un cavallo
e successivamente marchiato. Il Torneo dei Butteri si tiene a ricordo di quel tempo
passato, quando quella che oggi e’ tradizione, un tempo rappresentava uno dei motive
della vita quotidiana.

Durante la stagione estiva, nei mesi di luglio ed agosto, caratteristiche sono le feste
del tartufo e dei prodotti tipici locali oltre alla festa del cavallo tolfetano e quella dei
Rioni. Negli ultimi anni hanno avuto un enorme successo nuove iniziative culturali tra
cui Tolfa Jazz, Tolfarte, e le Olimpiadi della Cultura e del Talento.
Chiesa di Sant’Egidio
In origine una piccola chiesa medievale che affacciava sulla piazzetta del borgo, di
fronte al palazzo baronale, è l’edificio tolfetano che più ha assorbito i ricavi della
produzione dell’allume. Subì continui rifacimenti e ingrandimenti e nel 1588 Sisto V
la elevò a collegiata. Originariamente ad una sola navata fu portata a tre navate
dall’architetto Fra Michele da Bergamo, lo stesso che ha eretto il Convento dei
Cappuccini.

La chiesa della Rocca


Anche questa struttura medievale a subito numerosi rifacimenti. Proprietà della
Reverenda Camera Apostolica, come il castello, viene descritta in modo particolare
nel Catastro Generale delle Tenute delle Allumiere. Nel piccolo appartamento
contiguo alla chiesa hanno vissuto per molti anni degli eremiti.

La chiesa dell Sughera


Dopo la scoperta dell’allume, il primo Santuario-Convento edificato nella zona fu
quello della Sughera. Era il 1 Novembre 1501 quando due tolfetani intenti ad
effettuare una battuta di caccia, trovarono su di un’albero un quadro con una Madonna
dipinta. Il giorno dopo l’immagine fu portata in processione nella chiesa della
Misericordia di Tolfa (oggi dell’Unione Sportiva). Secondo la tradizone locale
l’immagine durante la notte ritorno’ miracolosamente sul luogo del ritrovamento.
Agostino Chigi il Magnifico, allora appaltatore delle miniere di allume, ordino’ di
creare una cappella provvisoria, in attesa di costruirvi una grande chiesa con annesso
convento terminate successivamente nel 1523.

La chiesa ed il Convento dei Cappuccini


Nel 1621 in questa zona arrivarono i frati cappuccino i quali costruirono il loro
convento sopra una amena collina che da allora prese il loro nome. Il convento e la
chiesa (che fu dedicata a S. Francesco d’Assisi) furono terminate in un periodo
alquanto breve e vennero consegnati ai padri francescani dal Vescovo Sebastiano De
Paolis il 28 ottobre 1630. Per piu’ di due anni, verso la fine del 1600 vi fu ospite San
Crispino da Viterbo, il quale svolgeva le mansioni di aiuto cuoco. I cappuccini riasero
nel convento fino al 1968.

Il Palazzo della Ragione


Il Palazzo della Ragione era probabilmente il palazzo baronale di Tolfa Vecchia nel
medioevo poiché affacciava sulla piazzetta del borgo davanti alla chiesa parrocchiale.
In realtà Tolfa Vecchia era un condominio e quindi non aveva un barone. Senza meno
è stata l’abitazione di Pietro e Ludovico Signori di Tolfa. Nella ristrutturazione, nel
corso del 1900, è stato aggiunto un piano alla costruzione originaria.

PALAZZO BUTTAONI
I Buttaoni, ricca e potente famiglia tolfetana del ‘700, fecero
costruire il loro palazzo come una specie di gemello del
cinquecentesco Palazzo Panetti costruito 200 anni prima sul
versante nord del crinale. Gli accessi superiori dei due palazzi
distano pochi metri l’uno da l’altro.
A Domenico Buttaoni 1757 – 1822 Vescovo di Fabriano e Matelica
dobbiamo fra l’altro, la traduzione in volgare dello Statuto di Tolfa
del 1530.

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