Sei sulla pagina 1di 52

www.accademiaurbense.

it
www.accademiaurbense.it

Memorie dell’Accademia Urbense (nuova serie) n° 77


Collana diretta da Alessandro Laguzzi

La presenza e l'impegno dell'assessore alla cultura del Comune


di Trisobbio, Mariangela Toselli e dell'Accademia Urbense di
Ovada, nel realizzare questa pubblicazione, è particolarmente
significativa perché rafforza la bibliografia del borgo monferrino, ne
sottolinea il grande progresso che nel tempo la Comunità trisob-
biese ha realizzato e di come la cultura riferita al proprio contesto
storico religioso e ambientale diventi da memoria individuale patri-
monio collettivo. A tutti coloro che hanno collaborato alla buona
riuscita di queste pagine va il ringraziamento mio, dell'Ammi-
nistrazione comunale e di tutti i Trisobbiesi.
Il sindaco di Trisobbio
Antonio Facchino

L’autrice ringrazia:
Geo Pistarino, Carlo Prosperi, Paolo Bavazzano, Gian Luigi Rapetti Bovio
della Torre, Sergio Arditi e Giuseppe Corrado, Giovanna Zerbo, Antonella
Rathschuler, dai cui articoli sono tratte le notizie storico, artistiche e archi-
tettoniche contenute nelle Guida.
Per le Foto: Andrea Chiesa, Renato Gastaldo, Gianpaolo Scarsi, a cui si deve
la foto di copertina, e i fotografi che hanno partecipato alle edizioni del
“Concorso fotografico” promosse del Comune di Trisobbio.
Un grazie per la collaborazione va poi all’Accademia Urbense e in particolare
Alessandro Laguzzi, a cui si deve l’impaginazione della guida,

Giacomo Gastaldo, al quale si deve il trattamento elettronico delle immagini

Si ringrazia inoltre l’Assessore Provinciale Gianfranco Comaschi, il Sindaco


di Trisobbio Antonio Facchino e l’Amministrazione tutta
ISSN 1723-4824
www.accademiaurbense.it

guide dell’accademia Urbense

Mariangela Toselli

gUida di
Trisobbio

accademia Urbense - ovada


2008
www.accademiaurbense.it

1
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 3

Trisobbio
Centro agricolo turistico del- viuzze, con gli antichi palazzi
l'Alto Monferrato a poca distanza ottimamente conservati e restau-
dai centri zona limitrofi ovada e rati, offrono una proposta turisti-
Acqui Terme e non lontano da ca importante e alternativa.
Novi Ligure e dal capoluogo di Facendo un'analisi dal punto
provincia Alessandria, facilmente di vista storico-architettonico
raggiungibile da Genova e Torino l'insediamento di Trisobbio è
con la rete autostradale, Trisobbio inserito all'interno dell’antico
è inserito nel verde delle colline marchesato del Monferrato.
dell'ovadese, zona ricca di vesti- La collocazione è molto parti-
gia del passato, quali un numero colare, in quanto risulta al centro
straordinario di castelli di chiaro di un struttura territoriale fitta-
retaggio medioevale. il territorio mente insediata, compresa tra i
che ospita Trisobbio è di bellezza corsi dell'orba e della bormida e
straordinaria, il panorama che si la linea ideale ovada - Acqui
può godere dalla torre del castel- Terme, della quale l’abitato tri-
lo spazia dalle Alpi agli Apennini: sobbiese è un elemento impre-
territorio un tempo vocato all'a- scindibile. Dal punto di vista
gricoltura e soprattutto alla colti- urbanistico, Trisobbio è un tipico
vazione della vite che ne costitui- insediamento di crinale: non
va la maggior fonte economica ha solo, è il tipo urbano più partico-
conservato queste caratteristiche lare che si possa trovare. il suo
giungendo fino a noi praticamen- impianto è infatti "avvolgente",
te inalterato nel tempo. diverso però dai pochi
Le attrattive naturalisti- altri tipologicamente
che, congiuntamente alla affini riscontrabili nel-
bellezza del borgo, con- l'immediato dintorno
servato in tutto il suo come Cavatore, Denice
fascino medievale, con il e Alice bel Colle. Ha
castello che sovrasta l'a- infatti una struttura tri-
bitato, con stradine e 2 partita concentrica: l'a-

Fig. 1, l’arco d’accesso al ricetto Fig. 2, stemma della Faniglia Spi-


che circonda il castello di Trisob- nola, che fu feudataria di Trisobbio
bio, in una foto notturna di Renato
Gastaldo
www.accademiaurbense.it

4 Trisobbio

nello superiore, al vertice della la sToria


collina, è occupato dal castello,
da cui si snoda, in cerchi concen- Nella sua Storia del Monferra-
trici, l'abitato disposto in modo to del 1982, Domenico Testa
compatto e quasi ordinato. se dichiarò il Comune di Trisobbio,
tracciamo un cerchio ideale con in provincia di Alessandria, privo
un raggio di 7 km, si nota che ben di bibliografia storica. Grazie
18 insediamenti più 8 frazioni all'impegno di Gianfranco Coma-
ricadono entro quel cerchio, ma schi, sindaco di Trisobbio per
nessuno ha le caratteristiche del- quasi un ventennio, alla sua gran-
l'impianto urbano di Trisobbio. de capacità di guardare al presen-
Questa centralità all'interno di un te senza dimenticare che una
territorio, quasi certamente può comunità deve cercare le sue ori-
essere collegabile alla struttura- gini storiche per volgersi al futu-
zione civile del mondo preroma- ro, e alla sua determinazione nel
no, cioè nell'epoca dei castellari promuovere la ricerca storica e
liguri, che si ponevano come pre- culturale del paese, ora Trisobbio
sidi polarizzati del territorio e che può a ben diritto essere annovera-
in condizione di "relativa calma", to tra uno dei più antichi borghi
in periodo barbarico, hanno potu- del Monferrato. A testimonianza
to mantenersi e, anzi, svilupparsi di questo due importanti volumi:
appieno, in seguito, in epoca Riscoprire Trisobbio del 2002 e
medievale. Pagine di storia dall'Archivio
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 5

Fig. 3, veduta panoramica


di Trisobbio
Fig. 4, veduta aerea di Trisobbio, si
noti la disposizione “avvolgente”
dell’abitato attorno al castello
della Magnifica Comunità di Tri- scinante la tesi del Prof. Geo Pi-
sobbio del 2006 dai quali sono starino, uno dei maggiori artefici
tratte tutte le notizie storiche di insieme a Gianfranco Comaschi
queste pagine. La leggenda sul della riscoperta della storia del
toponimo, ovvero l'origine del borgo, secondo cui il paese po-
nome, vuole che Trisobbio sia trebbe avere origini antichissime,
stato fondato da tre famiglie di addirittura etrusche, come dimo-
uomini sobri, fratelli di sette strerebbe il suffisso "TAr" di evi-
uomini ebbri, fondatori di strevi, dente derivazione etrusca. Le
da cui Tres sobri. L'attestazione prime notizie certe riguardano un
documentaria del nome è invece anno imprecisato tra il gennaio
nel 1040-41 TrexobLo, nel 1186 del 1023 ed il gennaio del 1033,
TrixobLo, nel 1202-1206 Trexo- quando il vescovo d'Acqui, Du-
bLio o TrexobLo, nel 1283-1289 done, fondando o rifondando il
Trisobio. A tal proposito è affa- monastero di san Pietro nel su-

4
www.accademiaurbense.it

6 Trisobbio

Fig. 5, scorcio notturno della


via che porta alla Parrocchiale
Fig. 6, veduta con prospettiva
ripresa dal basso di uno scor-
cio del Castello

burbio della Città, oltre il torrente


Medrio, gli costituì un patrimonio
con l'assegnazione di sei Chiese
con relative decime e pertinenze:
san Tommaso di Meciano, san-
t'Andrea in piviere di Cassine,
santa Croce di strevi, sant'Ange-
lo di Castelnuovo (bormida),
santo stefano di Trisobbio, san
salvatore di Carpeneto. si tratta
di un complesso di insediamenti 5
lungo il basso corso della bormi-
da, sulla riva sinistra e sulla riva Dudone per il monastero di san
destra, alcuni dei quali (strevi e Pietro vennero ripresi nel 1040-
Trisobbio) sono di antichissima 1041 dal vescovo Guido riguardo
età. i provvedimenti del vescovo alla chiesa di Meciano, intitolata
a san Tommaso; alla chiesa in
oviliole (piviere di Cassine),
dedicata a sant'Andrea; alla chie-
6
sa di strevi dedicata alla santa
Croce; alla chiesa in Castello
Novo, dedicata a sant'Angelo;
alla chiesa in Trexobio, dedicata a
santo stefano; alla chiesa di san
salvatore in Carpeneto. in questo
documento però vi è la donazione
di altri immobili nell'Acquese.
Trisobbio presenta urbanisti-
camente una struttura tripartita,
bene documentata: al vertice del
rilievo collinare, il castello anti-
co, di cui resta un tardo ricordo
nel 1342 nella qualificazione del
notaio trisobbiese Giovanni de
Castello di Trisobbio, attivo nel
1342 presso la curia vescovile di
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 7

Fig.. 7, il castello e il campanile i


simboli attorno ai quali si riuniva
la comunità nei momenti di pericolo

Acqui. Costui appartiene certa- verno locale, che è il comune di


mente ad una delle maggiori fa- Trisobii, sì che sappiamo quale
miglie del borgo, come era tipico era allora la forma di governo del
dell'alto rilievo sociale degli abi- luogo. il repertorio geografico,
tanti nell'area del castello in ogni che emerge dai nostri documenti
borgo feudale. il castrum della trisobbiesi del Duecento, si ri-
seconda cerchia è documentato in chiama al torrente stanavazzo
un rogito notarile di Giacomo di che dà anche nome al luogo, così
santa savina, in data 16 giugno pure ci ricorda il sito ubi dicitur
1289, in cui si cita in Trisobbio la ad Buelli. in epoca medioevale
proprietà immobiliare degli eredi Trisobbio ha un suo proprio siste-
di Bancio de Castro, confinante ma di pesi e di misure, con lo
con la chiesa di santa Maria, di staio per le misure terriere. La
cui è rector et minister il prete moneta circolante nel Due-Tre-
rainerio. Nel medesimo rogito si cento è il tortonese. Quindi: in-
tratta di un sedime, esistente in dubbi rapporti di scambio con
receto Trexobii. in un documento quel grande centro commerciale e
del medesimo notaio, in data 12 finanziario che fu Tortona, sede
novembre 1283, sono citati terre- episcopale di alto rilievo politico,
ni in posse Trisobii, cioè nell'area per il suo gravitare verso la Val
in cui si estende l'autorità di go - Padana. Quanto ai rapporti che i

7
www.accademiaurbense.it

8 Trisobbio

Trisobbiesi hanno con i lidi marit- aleramici marchesi Del bosco,


timi, sappiamo che essi potevano che nel primo duecento compren-
raggiungerla lungo due percorsi: deva anche rossiglione, Tagliolo,
per strevi, Acqui e la Via Aemilia Campo, Masone, Grognardo, Ar-
Scauri fino a Vado, oppure per quata e Capriata. Quando il pos-
ovada-Genova, lungo la Valle sedimento fu venduto al Comune
stura. La prima via, per quanto di Genova, poiché su di esso van-
più lunga, è quella più anticamen- tavano diritti sia il Comune di
te documentata. i rapporti di Tri- Alessandria sia il marchese boni-
sobbio con Genova attraverso facio ii di Monferrato, scoppiò
ovada e la Valle stura sono ben una lunga guerra devastante. i va -
documentati nei primissimi anni ri passaggi del feudo di Trisobbio
del Duecento più esattamente dal dagli originari signori, i marchesi
1203, quando Ruffino di Trisob- aleramici, divisi nei rami dei mar-
bio risulta possedere una casa in chesi di occimiano e dei marche-
Genova. Logicamente il passag- si del bosco, agli spinola, ultimi
gio di ovada sotto il governo feudatari, può essere così breve-
genovese intensificò i rapporti di mente sintetizzata: 1198, 4 luglio,
Trisobbio con la superba. in pie - i marchesi di occimiano, in guer-
no medioevo nella costituzione ra con Alessandria, sono costretti
delle tre grandi marche dell'italia a cederle in feudo metà dei loro
nord-occidentale: obertenga, ale- diritti nella villa e nel castrum di
ramica, arduinica per opera di Trisobbio, come pure in Prasco,
berengario ii e Adalberto, re d'i- Visone e altre località; 1217, 19
talia, 950-951, Trisobbio risulta giugno, il marchese ottone del
incluso nel dominio feudale degli bosco dona al Comune di Geno-
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 9

Fig. 8, l’antico pozzo del castello di


Trisobbio
Fig. 9, una via del paese, di notte
Fig. 10, il campanile della chiesa
parrocchiale e la canonica

va tra gli altri castelli (ovada,


Campale, rossiglione, Tagliolo,
silvano, Campo, Masone) metà
di Trisobbio e ne viene rinfeudato
da oberto Buccafullis podestà di
Genova insieme ai figli di boni-
facio del bosco; 1217, 29 dicem-
bre, il marchese enrico de Uxecio
e i suoi figli Guglielmo e Guido
donano al Comune di Genova ¼
di Trisobbio; 1224, 27 luglio, il 10
marchese ottone del bosco e il
figlio Guglielmo insieme ai figli
del fu bonifacio donano al Co-
mune di Genova metà di Trisob- Agnese, figlia del marchese Gu-
bio; 1240, per il matrimonio di glielmo del bosco, Trisobbio pas -
sa al marito marchese Federico
Malaspina che ne viene investito
9 dal Comune di Genova; seconda
metà del '200, succede al marche-
se Federico il figlio Tommaso;
1376, 29 settembre, il Comune di
Genova investe il marchese isnar-
do Malaspina; 1390, 4 maggio, i
marchesi Giacomo q. Tommaso e
Antonio pupillus q. Antonio q.
Tommaso zio e nipote Malaspina,
con il consenso del tutore mar-
chese Franceschino del Carretto
di spigno q. Manfredi, sono in -
feudati dal Comune di Genova di
due terze parti di Trisobbio, men-
tre l'altra terza parte risulta già
infeudata al parente Tommaso q.
isnardo Malaspina; 1404, 30
luglio, il marchese Antonio Mala-
spina è investito della metà del
www.accademiaurbense.it

10 Trisobbio

Fig. 11, “Scena di caccia”, resti di Fig. 12, panorama al tramonto


un affresco della rimaneggiata delle colline dell’Alto Monferrato:
Casa Della Valle in primo piano Trisobbio, sullo
sfondo Montaldo Bormida

castello, villa, territorio, uomini, ti dal marchese isnardo Malaspi-


diritti e giurisdizioni di Trisobbio na defunto senza discendenti ma-
dal Comune di Genova; 1419, 17 schi legittimi. Con la disgregazio-
giugno, nel trattato stipulato tra il ne della signoria malaspiniana in
marchese di Monferrato e il seguito alle lotte fratricide per il
Comune di Genova quest'ultimo controllo del marchesato e l'estin-
rinuncia a favore del marchese, zione, non solo del ramo detto di
successori ed eredi, a tutti i diritti Cremolino, ma anche di quello di
che deteneva sui castelli, terre, Trisobbio, si creeranno i presup-
ville e uomini di Cremolino, posti per il passaggio di quest'ul-
Molare, Morsasco, Cassinelle, timo ad una nuova famiglia di
Morbello e in castro et loco Tri- feudatari: gli spinola. Nel 1300
sobii; 1471, 6 gennaio, nel tratta- dunque Trisobbio si trova insieme
to firmato tra il marchese con Morsasco, rocca Val d'orba
Guglielmo di Monferrato e il (rocca Grimalda), Cremolino e
duca di Milano Galeazzo Maria ovada nel complesso dei beni che
sforza, questi concede al marche- Antonio e isnardo Malaspina ere-
se cognato nostro amatissimo ditarono dal padre Tommaso, e
tutte le terre e i castelli di Cremo- dei quali isnardo in pochi anni si
lino, Molare, Cassinelle, Morbel- impadronì totalmente. successi-
lo, belforte e altri luoghi già tenu- vamente troviamo Trisobbio in -

11
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 11

12

sieme con Morsasco e Visone nel sobbio, insieme con Morsasco,


complesso dei beni posseduti da Carpeneto, Cavatore, orsara,
una grande famiglia di Acqui: Cremolino e altre località dell'Al-
quella dei boccaccio, Due di que- to Monferrato e della Liguria pas-
sti, i signori Aloisio e il capita- sò ai Lodrone. Dopo che il Mon-
neus innocenzo, nominano, il 6 ferrato era pervenuto ai Gonzaga
maggio 1479, un procuratore al di Mantova nel 1536 (a causa del-
fine della riscossione dei proven- l’estinzione della dinastia dei Pa-
ti derivati dai possessi terrieri e leologi, essendo il Monferrato un
dagli altri beni che il loro rispetti- feudo imperiale) per decisione
vo padre e avo già possedeva da dell'imperatore Carlo V (sul quale
tempo nei relativi borghi. Trisob- operò anche il fatto che la nipote
bio costituisce una sorta di cer- dell'ultimo Paleologo era moglie
niera nei rapporti tra la Valle di Federico ii di Mantova), il
d'orba (dove si addensano le Monferrato, devastato dalla guer-
proprietà dei Malaspina) da un ra franco-spagnola, subì la perdi-
lato, e la Valle bormida (dove si ta di nuovi piccoli feudi che i
trovano i beni dei boccaccio) dal- Gonzaga, soprattutto Vincenzo i,
l'altro: un epicentro, dunque, misero in vendita, insieme con gli
nelle strutture territoriali del antichi, tra il 1500 e il 1600, per
mondo feudale del tardo medioe- finanziare la loro splendida corte,
vo. Nel 1531, in seguito al matri- concedendo titoli nobiliari a ric-
monio di Violante Malaspina, chi signori, mantovani o genove-
ultima della famiglia, con il conte si. Così Gian battista spinola fu
Giovanni battista Lodrone, Tri- signore di Trisobbio. i possessi
www.accademiaurbense.it

12 Trisobbio

Fig. 13, Parrocchiale, M. Beccaria,


Madonna con Bambino e santi;
Fig. 14, Oratorio del SS. Crocifisso M.
Beccaria, Sacra Famiglia e santi
Fig. 15, Palazo De Rossi Dogliotti, fac-
ciata verso il castello con loggetta

rienza monastica sue e delle consorel-


le la maggior parte delle quali uscite
bambine da una famiglia ricca e
influente per vestire l'abito delle Cla-
risse, con tutto ciò che questo compor-
13 tava in termini di sacrificio e negazio-
ne di sè. La Cronaca di Cecilia, pub-
blicata nell'opera Annali di Alessan-
feudali degli spinola fecero del- dria di Guglielmo schiavina, offre
l'Alto Monferrato, nella seconda anche un importante spaccato di vita
metà del xVi secolo, un grosso dell'epoca.
blocco feudale della presenza ter- Nel 1559 la pace di Chateau
ritoriale ed economica genovese Cambresi, sancendo la suprema-
secondo il concetto dell'organiz- zia spagnola in italia e convali-
zazione del potere come condu- dando, nell'area che ci interessa,
zione di un'azienda mercantile la repubblica di Genova, il Mar-
anche entro i confini giuridici di chesato (poi Ducato) di Monfer-
un altro stato. Certamente
una situazione geopolitica
quanto mai complessa e dis-
organica.
e’ in questo periodo tormen-
tato che vive la sua esperienza
terrena Cecilia della Valle, al
secolo Maria della Valle, bades-
sa del monastero di santa Chiara
in Castellazzo, dell'ordine delle
Clarisse. Fatta monaca all'età di
14 anni, nel 1516, seconda di tre
sorelle, era nata a Trisobbio nel
1502 da Giovanni Maria, signo-
re di Montaldo e da Camilla
Trotti dei signori di Pasturana.
La famiglia della Valle era una
delle più prestigiose del territo-
rio, il nonno di Cecilia era stato
investito da bonifacio i del
feudo di Montaldo bormida.
Visse a Trisobbio la prima giovi-
nezza, prima di prendere i voti.
scrisse una cronaca dell'epoca
con estrema vivezza, dell'espe-

14
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 13

15

15

rato, il Ducato di Milano, ne es- Tanaro, compresa tra Fubine e


presse le diverse anime socio-cul- bergamasco, appartenente alla
turali: ligure, monferrina, lombar- Lombardia spagnola. il periodo
da. L'Acquese e il Casalese, nu- di governo dei Gonzaga non può
clei storici del Monferrato, resta- certo dirsi tra i più felici per il
no accorpati in uno stato vassallo Monferrato, considerato area di
degli Asburgo di spagna. Ales- sfruttamento economico dalla ca -
sandria, con la sua pianura, Va - sa di Mantova. inoltre le aspira-
lenza, Tortona, le valli del Grue e zioni del duca di savoia, Carlo
del Curone rimangono sottoposte emanuele i, portarono alla prima
alla dominazione spagnola, men- guerra di successione in Monfer-
tre la restante parte meridionale rato (1612-1617), con la sconfit-
del territorio, con Novi e ovada, ta del savoia per intervento delle
rimane alla repubblica di Geno- truppe spagnole. Le persistenti
va. il Monferrato, costellazione di aspirazioni savoiarde portarono
feudi senza continuità territoriale, alla seconda guerra di successio-
è diviso in due parti non contigue. ne (1627 -1631), conclusasi con
Tra il basso Monferrato casalese la pace di Cherasco ed acquisti
e l'Alto Monferrato acquese si in - territoriali di Vittorio Amedeo i,
cunea, infatti, una striscia di pia- successore di Carlo emanuele.
nura alessandrina nella valle del Nel 1708 il Monferrato venne
www.accademiaurbense.it

14 Trisobbio
Fig. 16, Trisobbio in
una rappresentazione
dell’Atlante Massarotti,
(1630), A.S.G

che tuttavia non poté


evitare che le idee
riformatrici della nuo -
va Francia arrivassero
anche in Piemonte e
in Monferrato come
dimostra, sia pure nel
suo ristretto ambito, la
delibera del Comune
16
di Trisobbio, con cui
nel 1792 si attivano i
assegnato da Giuseppe d'Asburgo bandi politici del 1748. Nel 1792
a Vittorio Amedeo ii di savoia. la comunità di Trisobbio è chia-
Durante la guerra di successione mata a procedere alla designazio-
Austriaca (1740-1748) Trisobbio ne di due soldati per la formazio-
fu occupata il 9 luglio 1745 dalle ne del reggimento provinciale
truppe francesi del maresciallo d'Acqui. Anche il piccolo borgo è
Mailebois, come erano state oc- sempre più coinvolto nella spirale
cupate Acqui, Visone, Morsasco e di guerra tra il regno di sardegna
Cremolino, mentre le truppe au- e la Francia. Vengono a mancare
stro-sarde si erano stabilite ad le braccia per il lavoro nei campi,
ovada, san Cristoforo, Parodi, mentre diminuisce la produzione
Montaldeo, Castelletto e silvano. di beni nel Trisobbiese come nei
successivamente i Francesi si territori circostanti. Nell'aprile
erano spinti su rivalta, orsara, del 1796, Napoleone bonaparte
Montaldo, Carpeneto e rocca ha spalancato inaspettatamente
Grimalda, mentre gli austro-sardi per la Francia stessa, le porte del-
sulla sinistra dell'ultimo tratto del l'italia, con le vittorie a Cairo
Tanaro. La pace di Aquisgrana, Montenotte, a Millesimo e a
nel 1748 segnò la fine della guer- Dego.La repubblica Cispadana e
ra di successione Austriaca, con la repubblica Transpadana, poi
la vittoria sui Francesi. La rico- fuse nella repubblica Cisalpina,
struzione materiale e il riordina- e la repubblica Ligure segnarono
mento del Piemonte e quindi del per il Piemonte, l'annesso Mon-
Monferrato non furono cosa sem- ferrato ed il nostro territorio di
plice. La situazione peggiorò con Trisobbio, l'inizio di una fase di
Vittorio Amedeo iii (1773-1796)
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 15

Fig. 17, ritratto fotografico di Ferdi-


nando De Rossi, valoroso combat-
tente delle guerre risorgimentali
Fig.18, Pietro Ivaldi detto “il Mu-
to”, angeli che sorreggono i simboli
della Passione, (1870 circa)

accelerazione storica senza prece-


denti, che in poco più di cinquan-
t'anni porta, dopo tredici secoli,
alla ricostruita unità politica d'ita-
lia, di cui Trisobbio è un'antichità
ultrabimillenaria, dal forte sentire.
Vogliamo solo ricordare che nella
difesa delle proprie terre il reggi-
mento Acqui, in cui operavano, tra
sette cento e ottocento, i Trisob- 17
biesi, si comportò così arditamen-
te da meritare dai Francesi stessi rico del paese.
La vita di Trisobbio nella seconda
l'appellativo di Regiment des dia- metà dell’ottocento ci è nota attraverso
bles. l'opera manoscritta in cinque voluminosi
Nel 1761 nasce in Trisobbio, Gio- quaderni, da Andrea beretta, piccolo
vanni boccaccio che dopo la battaglia proprietario trisobbiese nato nel 1844,
di Marengo, viene arruolato nell’'Ar- Un quaderno è interamente dedicato alla
mata d'italia, nell'autunno del 1800. "nobile e distintissima famiglia De ros-
Dopo la restaurazione re Vittorio si", e ci ha permesso di conoscere l’in-
emanuele i, rientrato a Torino, per fluenza che essa ha avuto sullo sviluppo
fronteggiare l'accattonaggio, il brigan- economico e culturale del paese. Nel
taggio e la delinquenza originata dalla 1754 nasce a Trisobbio Paolo Luigi De
povertà diffusa causata dal periodo di rossi, figlio del notaio Pietro Francesco
guerre di cui il Piemonte era stato tea-
tro, costituisce il "Corpo dei Carabi-
nieri reali", composto da volontari i
quali dovevano impegnarsi a far ri -
spettare le leggi. Giovanni boccaccio
accetta la proposta reale di passare dal-
l'Armata al neo costituito corpo. Asse-
gnato alla stazione di Limone Piemon-
te, in provincia di Cuneo, il 22 aprile
1815 inseguendo dei banditi fuggiti
dal carcere penale di Cuneo, venne
ucciso. era il 23 aprile del 1815 ed il
Carabiniere Giovanni boccaccio di
Trisobbio, fu il primo carabiniere ca-
duto nell’adempimento del proprio
dovere. A ricordo di questo giovane
trisobbiese, con una solenne cerimo-
nia, l'Amministrazione comunale gli
ha intitolato una piazza nel centro sto-

18
www.accademiaurbense.it

16 Trisobbio

parte per la Crimea come volon-


tario e lì fa costruire le tomba per
il defunto. Nel 1859 combatte a
Magenta e solferino, quindi
viene mandato nel 1860, con la
nuova carica di maggiore a com-
battere contro l'esercito del re di
Napoli e della sicilia, tornando
poi a Trisobbio con il grado di
Colonnello dei bersaglieri. Mori-
rà a 45 anni a Modena, cadendo
da cavallo. erede universale
dello zio Ferdinando sarà il gio-
vane nipote Paolo Luigi figlio di
Teresa De rossi e di Vincenzo
Dogliotti, primo segretario e
Consigliere di sua Maestà il re e
sarà proprio Luigi a ricoprire un
ruolo importante per Trisobbio e
per i Ttrisobbiesi, di cui fu sin-
19 daco per circa quarant'anni.

rossi. Ha tre fratelli che intraprendono


tutti la carriera ecclesiastica. A portare
avanti le sorti della famiglia De rossi fu
quindi Paolo Luigi, che diventa magi-
strato e ha quattro figli da Francesca Cut-
tica: Vincenzo, Francesco, Ferdinando,
Teresa. Vincenzo muore molto giovane e
dopo pochi anni muore anche Francesco,
il quale aveva intrapreso la carriera mili-
tare e combattuto nel 1848 durante la
prima guerra d’indipendenza contro
l'imperatore d'Austria promossa da
Carlo Alberto e nel 1854-55 la Guerra di
Crimea. Francesco conquista i gradi di
maggiore, poi di colonnello, ma appena
promosso, giunto in Crimea morì di
colera nel giugno del 1855 all'età di 45
anni. Ferdinando l'ultimo figlio maschio
di Paolo e Francesca, come il fratello
prende le armi, si arruola nel corpo dei
bersaglieri e combatte nella campagna
1848-49. Dopo la morte di Francesco

20
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 17

Fig. 19, Trisobbio in una foto di


Fine Ottocento
Fig. 20, antico archivolto del centro
storico
Fig. 21, il castello svetta sui tetti
dell’abitato
Trisobbio e LA FerroViA A sCArTAMeN-
To orDiNArio

Dalla data di inaugurazione del


primo tratto di ferrovia in italia, la linea
Napoli-Portici, nel 1839, fino a tutto
l'ottocento e primi Novecento, venne
costruita la rete di linee ferroviarie ita-
liana. Anche Trisobbio e i paesi limitrofi
non sottovalutano l'importanza che
avrebbe una linea ferroviaria che unisse
questi paesi con la linea Genova-ovada-
Acqui e lo sviluppo economico che ne
rappresenterebbe per il territorio. Nel-
l'Archivio storico del comune di Trisob- 21
bio sono conservati tutti i carteggi, il pro-
getto e la mappa redatta dall' ing. Carlo
Pfalz della mai realizzata ferrovia che
doveva passare nella Valle dello stana- dell'emigrazione verso i centri industria-
vasso, con quattro corse giornaliere per li, se il sindaco Dogliotti e gli altri sin-
entrambi i sensi di marcia; i convogli daci fossero riusciti nei loro intenti. si
dovevano essere formati da tre vetture racconta anche che Palazzo De rossi
passeggeri da circa quaranta persone cia- Dogliotti fosse stato affrescato e abbelli-
scuna e da quattro carri merci della to in previsione della visita di Vittorio
capienza di sei tonnellate di carico. Nel- emanuele ii per l'inaugurazione della
l'Archivio sono altresì conservate tutte le ferrovia dello stanavasso.
delibere comunali redatte dal Consiglio
di Trisobbio con sindaco Paolo Dogliot- Trisobbio e i sUoi palazzi
ti, la ripartizione della spesa tra i Comu-
ni e gli accorati appelli alla società delle il casTello
Ferrovie sulla necessità della realizza-
zione del progetto di una ferrovia che il Castello di Trisobbio esiste-
attraversasse la riva destra dell'orba va già all'inizio del xiii secolo,
apportando miglioramenti a tutti questi anche se non nelle forme attuali.
paesi, piuttosto della realizzazione, come Nel primo Medio evo, la proprie-
poi avverrà della linea ovada-Alessan- tà di Trisobbio era divisa in tre
dria, sulla riva sinistra dell'orba, causan-
do isolamento a Trisobbio e circondario. parti: una dei Marchesi Del
La linea ferroviaria dello stanavasso non bosco, una di quelli De Uxecio,
fu mai costruita e la domanda che viene cioè di belforte e un’altra di quel-
spontanea porsi è come sarebbe cambia- li di occimiano. il 4 luglio del
to lo scenario sociale ed economico di 1198, i Marchesi di occimiano
questi paesi e di come sicuramente
sarebbe stato più contenuto il fenomeno
fanno una convenzione con gli
dello spopolamento delle campagne e Alessandrini, in forza della quale
www.accademiaurbense.it

22
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 19
Fig. 22, Trisobbio il Castello Car-
peneto Spinola, in primo piano det-
taglio del pozzo
Fig. 23, l’entrata del castello

questi ricevono metà dei diritti indirettamente a Genova. Fedrico


marchionali al di qua e al di là del ii alla ricerca di alleati, convalidò
Tanaro, cioè in Prasco, Visone, gli antichi diritti dei marchesi di
Trisobbio e altri luoghi. i Mar- occimiano e poco dopo investì di
chesi si fanno signori di Alessan- Trisobbio il Marchese del Mon-
dria. Nel 1217 il marchese ottone ferrato, nel 1240. il paese così
del bosco e i suoi nipoti del fu continuava a stare in condomino.
bonifacio dona terre "ed id quod La questione si risolse quando i
ibi plus habent et tota castellania Malaspina, che erano subentrati
et castellaris ipsorum castrorum ai Del bosco per via ereditaria,
et omnibus pertinentiis suis", al ricevettero riconoscimenti sia dai
comune di Genova. Le terre marchesi del Monferrato, sia da
donate furono tra le altre ovada, Genova. Nel 1418-19 Trisobbio
Tagliolo, silvano, rossiglione, fu occupata dai Milanesi, nel
Campo, Trisobbio. La situazione corso della guerra con Genova e
di condomino tra Alessandria, da questi consegnata al Monferra-
che vantava diritti marchionali in to, loro alleato. il feudo poi passò
nome della cessione degli occi- ad un'altra famiglia genovese, gli
miano, e Genova, erede dei Del spinola, che lo tennero fino all'in-
bosco, sfociò nel 1224 in una vasione napoleonica. La forma
guerra originata da una contesta- del Castello, già all'inizio del xiii
zione simile relativa al castello e secolo doveva essere simile a
borgo di Capriata d'orba e che quella attuale solo nell'impianto.
sarebbe servita anche per risolve- Ulteriori modifiche probabilmen-
re il nodo di Trisobbio. sempre te datano alla fine del xV secolo,
nel 1224, il 7 luglio, ottone, mar- in concomitanza con lo stabilirsi
chese del bosco, con Guglielmo
suo figlio e con Manfredo, e Cor-
rado del fu bonifacio suoi nipoti,
dona al comune di Genova i Ca-
stelli e le Castellanie di ovada,
rossiglione, Tagliolo, silvano,
metà Trisobbio e altri. Trisobbio
fu occupato dalle milizie alessan-
drine che si insediarono nel
Castello. Nelle trattative di pace,
la fortificazione dovette essere
riconsegnata ai Del bosco, quindi 23
www.accademiaurbense.it

20 Trisobbio

Fig. 24, Trisobbio, pano-


rama invernale

necessità di non tenere


più le adunanze in
castello ma di affittare
una stanza in luogo più
centrale ed agevole. A tal
proposito viene chiesto
al sig. Antonio spinelli
una stanza sita in una
casa di sua proprietà in
una contrada principale.
il Consiglio Comunale
delibera che "la casa
della Comunità posta in
Castello sia concessa in
affitto a partito priva-
to,[…] a chi farà mag-
giore offerta di lire tren-
ta, già esibite dal signor
spinelli. "il 18 settembre
dello stesso anno effetti-
vamente il sig. spinelli
cede in affitto una parte
24
di casa di sua proprietà
alla Comunità di Trisob-
dei Malaspina e il necessario raf- bio per lire settantadue.il sig.spi-
forzamento del luogo.Verso la nelli prende in affitto per lire
metà del 1800 il secondo piano trenta la casa della Comunità
del Castello è di proprietà comu- posta in castello; il Consiglio dà
nale come attestano le delibere allo stesso facoltà di apportarvi
conservate nell'Archivio comuna- alcune modifiche a sue spese.
le e ivi si tenevano i Consigli. il .siamo al 1862, 9 novembre: il
7 novembre del 1840 il Consiglio sindaco Francesco Traverso e i
infatti espone al sindaco la peri- Consiglieri deliberano la vendita
colosità di recarsi al castello per della Casa comunale in Castello
le adunanze consolari per la ripi- "….stante il tenue fitto che ne
dità della lunga salita disagevole, ritira e l'ingente spesa a cui il
soprattutto in inverno. il 29 luglio Comune dovrebbe sottostare per
del 1842 viene deliberata la far eseguire le riparazioni neces-
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 21

Fig. 25, Casa Della Valle, lacerto di 26


affresco con scena di amor cortese
Fig. 26, il castello e l’abitato di Tri-
sobbio in una foto dei primi del
Novecento

sarie per rendere la casa abitabi-


le[…]. La vendita di tal casa verrà
fatta in un sol lotto […] ed al
prezzo di lire settecento ottanta
[…].” Non sono state ritrovate
nell'Archivio Comunale le deli- della r. sovrintendenza ai monu-
bere attestanti l'avvenuta vendita menti della Liguria, scrive all'ar-
della Casa comunale in Castello, chitetto Commendator Alfredo
ma fatto certo è che intorno alla D'Andrade, per conto del marche-
fine del 1800, il Castello era in se Carpaneto spinola, padrone
stato di degrado e di rovina e quindi del Castello, affinché ven-
come ci dice l'allora vice-sindaco gano inviati gli incartamenti
Andrea berretta "…non serve ad riguardanti detto Castello, dal-
altro che di abitazione a qualche l'Ufficio di Torino a quello di
povera famiglia". È attestato Genova, perché, come da accordi
invece che nel 1913, il 29 marzo, presi con l'illustre architetto, si
l'architetto Terenzio, architetto possano iniziare i lavori di restau-
ro. Tali opere portarono il Castello
all'aspetto esterno attuale. Nel
1989, il Castello e il parco annes-
so sono diventati proprietà del
Comune: l'allora proprietaria, la
marchesa Carolina Gavotti Finoc-
chio, ha agevolato l'acquisto del
Castello da parte della Ammini-
strazione, sindaco Gianfranco
Comaschi mentre la somma ne-
cessaria è stata interamente donata
dalla signorina elena bianchi,
benefattrice della comunità trisob-
biese, a cui si deve anche il lascito
dell'immobile adibito a casa di
riposo. A lei e ad altri personaggi
illustri trisobbiesi, come Cecilia
Della Valle, i pittori Pietro ivaldi e
Michele beccarla, sono state
recentemente intitolate alcune vie
del paese. in questi anni l'Ammi-

25
www.accademiaurbense.it

22 Trisobbio

27

nistrazione Comunale, attenta alla Palazzo De rossi Dogliotti,


salvaguardia del patrimonio arti- attuale sede del Comune di Trisob-
stico di sua proprietà, ha provve- bio, diventa tale nel 1932, a diciot-
duto ad opere di ristrutturazione t'anni dalla morte di Paolo Luigi
interna: oggi il Castello è sede di Dogliotti, sindaco di Trisobbio per
un suggestivo ristorante e di un quasi quarant'anni che al comune
albergo di charme ed il parco è lo donò con lascito testamentario
aperto al pubblico. il Castello del 10 luglio 1913 con queste paro-
Carpaneto di Trisobbio è stato in- le: "Lego al Comune di Trisobbio
serito dalla sopraintendenza re- di cui fui sindaco per circa quaran-
gionale per i beni e le Attività Cul- t'anni ed in riconoscenza della fidu-
cia, stima e benevolenza che sem-
turali regione Piemonte nell'elen-
pre mi addimostrarono e di cui mi
co dei beni di interesse storico-
debbero tante lusinghiere attesta-
artistico, presso la Conservatoria zioni, sia i buoni colleghi del Con-
dei registri immobiliari. siglio come tutti i Trisobbiesi, la
casa della Valle mia casa padronale che posseggo
L’edificio, che ha subito profonde nel concentrico del comune stesso
trasformazioni, fa parte delle case in via De rossi col fabbricato rusti-
costituenti la prima cinta attorno al co annesso e connessi scuderia e
giardino coll'obbligo di porvi poi a
castello, conserva tuttavia alcuni
suo tempo la sede ufficiale, i suoi
frammenti di affreschi con scene di
uffici ed Archivi come Palazzo
caccia e di amor cortese. Comunale. il comune verrà ad
palazzo de rossi doglioTTi avere come sede ufficiale un luogo
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 23

Fig. 27, Palazzo De Rossi Dogliotti,


oggi sede dell’Amministrazione
Comunale
Fig. 28, ufficio del Sindaco
Fig. 29, antico caminetto del salone
di rappresentanza
degno ed adatto." La consultazione
di alcuni documenti conservati
presso l'Archivio Vescovile di
Acqui, cui sono legati vari sacerdo- 29
ti appartenenti alla famiglia studia-
ta, e di altri riguardanti gli atti nota- rappresentativo dell'ottocento.
rili dei notai di Trisobbio nei seco- L'origine cinquecentesca viene
li xVi e xVii ha permesso di ipo- ipotizzata sulla base di una ricogni-
tizzare l'epoca d'origine dell'edifi- zione strutturale e stilistica che
cio tra Cinquecento e seicento. mette in luce, nella grande propor-
L'analisi stilistica della struttura zionalità di facciata, giocata sull'e-
architettonica e delle decorazioni quilibrio tra verticali e orizzontali,
dell'edificio mettono in luce quat- con piccole finestre a matrice qua-
tro momenti salienti dello sviluppo drata al piano terra e al secondo
del palazzo attraverso i secoli xVi, piano e un portale di limpidissima
xVii, xViii e xix: è del Cinque- forma classica, quei criteri di
cento la crescita evidente della armonia, compattezza ed equilibrio
costruzione su edifici singoli, pro- tipici dell'arte rinascimentale. Al
babilmente medievali, accorpati seicento e al secolo successivo e
appositamente per creare un palaz- all’ottocento, appartengono i ca-
zo signorile; le modifiche, soprat- ratteri strutturali predominanti
tutto nelle aperture (come, ad all'interno del palazzo, ben visibili
esempio, il loggiato al secondo al piano nobile e al secondo piano,
piano) sono del tardo seicento, cui in cui le stanze, secondo l'uso del
segue l'ingentilimento delle forme tempo, si susseguono comunicanti
tipico del gusto settecentesco, sul l'una all'altra, nelle cantine, in cui
quale si è andato inserendo l'arric- la maggior parte degli archi sono
chimento decorativo tipicamente policentrici e le volte hanno levatu-
ra a monta ri-
lassatissima, e nel log-
giato del secondo ed
ultimo piano del palaz-
zo. il decoro comples-
sivo del secondo piano,
arricchito da belle por-
te a pannelli sagomati,
è un esempio evidente
della terza fase di svilup-
po dell'edificio, quella
settecentesca che ha da -

28
www.accademiaurbense.it

24 Trisobbio
Fig. 30, Palazzo Comu-
nale, Sala del Consiglio
Fig. 31, la facciata nel
progetto originale delle
Vecchie scuole
Fig. 32, le scuole oggi

cellano la maggior parte


dei segni del passato,
modificando nel com-
plesso l'aspetto origina-
rio del palazzo, anche in
previsione, si racconta, di
una visita, che poi non
30 avvenne, del re Vittorio
emanuele ii in occasione
della (mai realizzata) co-
to un'impronta fondamentale al struzione di una linea ferroviaria di
palazzo, soprattutto negli infissi: collegamento Genova-ovada-Acqui
porte, stipiti e sovrapporte del che avrebbe dovuto percorrere il fon-
secondo piano e di alcuni locali dovalle dello stanavasso. Le opere più
del piano nobile mantengono le interessanti di questa fase sono il rifa-
caratteristiche del "barocchetto", cimento di diversi pavimenti e le deco-
razioni dipinte che rivestono i soffitti
così come i parquet a grandi di tutte le stanze di rappresentanza del
riquadri, tipici dei palazzi signo- piano nobile del Palazzo. i soffitti di -
rili piemontesi dell'epoca. i pavi- pinti del piano nobile, vari da una sala
menti lignei, i così detti "palchet- all'altra, presentano temi e motivi
ti" (dal francese parquet) eseguiti decorativi tipici della seconda metà
con legni di differenti essenze dell'ottocento ancora ben documen -
(nella zona per lo più noce, cilie- tata anche da alcuni arredi, da due ca-
mini e dalle preziose porte e sovrap-
gio, acero e frassino) sono molto
porte, grandi specchiere, e mantovane,
diffusi nel settecento e nell'otto-
cento nelle case signorili, non
solo d'italia ma anche nel resto
d'europa. in Palazzo De rossi
sono rimasti due palchetti a
doghe originali del settecento,
uno nella Sala delle mascherine e
l'altro nella Sala dei cherubini, un
identico parquet è in una delle
sale d'esposizione nel settecente-
sco Palazzo bricherasio a Torino
e, sempre a Torino, nella Sala
degli stucchi di Palazzo Madama
eseguito nel primo quarto del set-
tecento.
Nel corso dell'ottocento una serie
di interventi, per lo più decorativi, can- 31
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 25

32

che danno prestigio all'ambiente. no” .


Quasi cinque secoli di storia si sono
stratificati su questo palazzo che con il palazzo delle “Vecchie
cura è stato preservato nel tempo le cui scUole”
opere di restauro commissionate dal-
l'Amministrazione Comunale hanno L'edificio conosciuto da tutti i
mantenuto intatto ogni segno del pas- Trisobbiesi come "le vecchie
sato e hanno permesso di ridonare vita scuole", oggi, dopo un importan-
e colore ad un edificio che avrebbe
potuto morire e invece è rimasto lo te intervento di recupero, è sede
scrigno della lunga storia di Trisobbio. di uno sportello di informazioni
turistiche e sociali dell'Unione
Ad oggi infatti il palazzo intera-
mente restaurato è sede oltre che
dei Castelli tra l'orba e la bormi-
del Municipio, anche della Comu- da, il "Punto d'unione", e adibito
nità Collinare dell'Unione dei a luogo per mostre e convegni.
Castelli tra l'orba e la bormida, Dalla ricerca storica effettuata
costituitasi il 20 gennaio del 2001, dall'architetto Giovanna Zerbo,
tra i paesi di Trisobbio, Carpeneto, che ha redatto il progetto di recu-
Montaldo bormida, orsara bormi- pero dell'edificio, è parso ben
da, Castelnuovo bormida, dando la chiaro che il palazzo, come già
possibilità e l'opportunità a questi accennato, in passato ha sempre
comuni di collaborare, gestendo in avuto una duplice funzionalità:
forma associata alcuni servizi, pur scuola e sede municipale. La rea-
salvaguardando l'autonomia e le lizzazione di questo edificio,
realtà storico sociali individuali. avvenuta nel 1867 circa, rispon-
Mentre le suggestive cantine del deva alla duplice esigenza di
Palazzo ospitano un’enoteca e bot- avere una sede per il municipio e
tega del vino biologico “biodivi- una per la scuola. in un documen-
www.accademiaurbense.it

26 Trisobbio

33

to del 1840 si legge che allora il Questo municipio pressato dal-


Municipio aveva una sede di pro- l'urgente bisogno di costrurre una
prietà nel castello due stanze a casa comunale di cui è privo
piano terra ed un salone al piano dovendo tenere le sedute e le
primo. Nelle sale del castello scuole in camere d'affitto, stan-
avvenivano le adunanze consilia- ziava fin dall'anno 1857 in bilan-
ri, l'accesso era disagevole e gli cio nonché nei successivi fino a
ambienti erano in stato di degra- quello dell'anno corrente delle
do talmente avanzato che non somme come fondo preparatorio,
conveniva restaurarli; il sig. ma la mancanza di sufficienti
Antonio spinelli cede allora in fondi e più ancora la difficoltà di
affitto al Comune una casa in trovare un sito adatto per tale
contrada icardi, altrettanto si fece costruzione furono i motivi che fu
per sopperire alla mancanza di differita fino a questo mese (…)".
aule per le scuole elementari. il L'edificio delle vecchie scuole
primo documento che attesta l'e- inizia a concretizzarsi nel 1861
splicita intenzione di costruire un come sede municipale, delle
edificio che sopperisca alle
urgenze sopra citate porta la
data del 1861 in cui si pro-
cede alla "disamina della
perizia e progetto della
nuova casa comunale a
costrursi nel giardino di
quest'arciprete, redatta dal-
l'incaricato capo mastro
muratore Giuseppe bolo-
gnini in data 22 corrente.

34
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 27

Fig. 33, il portico delle


Vecchie Scuole 35
Fig. 34, la sala adibita a
convegni
Fig. 35, Trisobbio di fine
Ottocento, la via principale

scuole pubbliche e di
altre attività attinenti,
nasce appunto dall'esi-
genza dell'Amministra-
zione di un locale pro-
prio, senza doverne affit-
tare un altro. L'utilizzo
dell'edificio fu fin da
allora polifunzionale. sia
come municipio che
come scuola e a piano
terra ospitava anche le
guarnigioni di guardia.
La data effettiva della
costruzione si può collo-
care tra il 1862 ed il
1864. Nel 1862, per recu-
perare i fondi, il Comune
decide di vendere il
Castello che possedeva almeno le". Tale fabbricato si riferisce
fin dal 1839, che verrà acquistato molto probabilmente all'edificio
dallo stesso Della Valle che ha adibito a tutt'oggi a circolo ricrea-
eseguito la perizia. Nel 1882 il tivo e la sua costruzione permet-
comune si prende l'impegno per terebbe di liberare la stanza sotto
l'anno successivo di aprire l'asilo la sala consigliare ed adibirla a
infantile, decisione voluta dal molteplici usi pubblici. L'Ammi-
Consiglio Comunale. Di fronte nistrazione vuole costruire altre
all'urgenza di dover provvedere a due nuove scuole, una nel con-
recuperare spazi per l'asilo comu- centrico, l'altra nella frazione di
nale, il Consiglio non esita a uti- Villa botteri, ma purtroppo quelli
lizzare lo spazio del porticato del- dell'Amministrazione si rivele-
l'edificio delle scuole, tamponan- ranno solo dedideri irrealizzati.
dolo sia a levante che a ponente, Dal 1860 al 1916 infatti i proget-
in attesa che vengano riattati i ti si susseguono, cambiano i pro-
locali donati dal Cavalier gettisti, cambiano i siti prescelti
Dogliotti ad uso asilo. Nel 1899 per la realizzazione degli edifici
viene approvata la decisione di che dovrebbero ospitare le scuo-
costruire un porticato in adiacen- le, ma il problema di dare nuove
za di questo "casamento comuna- aule ai ragazzi trisobbiesi si esau-
www.accademiaurbense.it

28 Trisobbio

Convenzione
stipulata tra la
Casa Madre
delle oblate di
san Luigi
Gonzaga,
suore Luigi-
ne, con sede in
36 Alba con il
conseguente
rirà da solo per calo demografi- ritiro ufficiale
co. Dopo il lascito testamentario della Comunità composta da due
del Cavalier Dogliotti, gli uffici religiose. È del 22 marzo 1899
comunali si trasferirono nel l'Atto di Assegnazione della
Palazzo padronale del Cavaliere e signora Lanzavecchia erminia,
l'edificio rimase ad uso esclusivo vedova Dellavalle ai figli Mar-
delle scuole fino al 1970, quando gherita, Giuseppe e Ada Dellaval-
vennero finalmente costruite le le, minori, ed al signor Arturo
nuove scuole comunali e l'edifi- Dellavalle, figlio di primo letto in
cio delle vecchie scuole fu defini- cui, tra i molti lasciti di rendite e
tivamente abbandonato . di terre viene "dato corpo di casa
posto nel concentrico del Comu-
il “Vecchio asilo” ne di Trisobbio circondario di
Acqui, con entrata in via Cairoli
Nel centro storico di Trisob- 4, composto da piano terreno e
bio, a poca distanza dalla Piazza due piani superiori". Dopo alcuni
della Chiesa, c'e un'antica
casa, incastonata tra le
altre, che nella memoria
dei Trisobbiesi è cono-
sciuta come il "vecchio
asilo". ed effettivamente
questo edificio è stato per
quasi un secolo sede sta-
bile dell'Asilo infantile di
Trisobbio, fino al 21
novembre 1988, anno in
cui si notifica la cessazio-
ne del rapporto della
37
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 29
Fig. 36, l’edificio del Vecchio
Asilo 38
Fig. 37, l’entrata del Veccchio
Asilo
Fig. 38, scorcio di Trisobbio con
Campanile della Parrocchiale

anni il signor Arturo Dellavalle


mette in vendita l'immobile
avuto in assegnazione. siamo al
1920: sotto la presidenza del
signor Cazzulini enrico, l'Am-
ministrazione dell’Asilo, preoc-
cupata del fatto che in quegli
anni non aveva una sede stabile
ma usufruiva di alcune stanze
prese a fitto, ordina una perizia
dello stabile datata 20 luglio
1920 nella quale vengono
descritti minuziosamente i vani
della casa, con i pavimenti in
cotto e i soffitti a volte a botte
delle cantine, il primo piano rizzata all'acquisto dello stabile
composto da due vani, di cui uno dell'Asilo. Da allora fino al 1989,
ad uso bottega e il secondo piano anno della chiusura, questo edifi-
da cui si accede al cortiletto inter- cio sarà la sede stabile dell'Asilo
no e al piccolo frutteto o giardino, Don Paolo Mantelli. Le proprietà
da cui a sua volta mediante porti- i.P.A.b. (istituto Pubblica Assi-
cina si accede alla soprastante via stenza e beneficenza), quale
Cavour. il 29 luglio del 1920, divenne nel corso dei primi
convocata l'Amministrazione del- decenni del Novecento l'edificio,
l'Asilo, il Presidente, il signor dopo la cessazione dell'utilizzo
dott. Cazzulini enrico, comunica per cui erano state adibite, sono
che l'Asilo ha avuto la diffida dal passate ai Comuni qualora essi ne
proprietario di abbandonare per il fossero stati interessati. L'edificio
mese di ottobre il locale che ser- del "vecchio asilo", con delibera
viva da scuola. Viene deliberato di Giunta regionale, dal 2002 è
di fare acquisto della casa per le di proprietà del Comune di Tri-
diciannovemila lire richieste: il sobbio che lo ha interamente
pagamento avverrà con le dieci- recuperato attraverso un’ingente
mila lire offerte da benefattori del opera di restauro inserita nel
paese, più cinquemila lire di pre- disegno dell'Amministrazione
stito e altre quattromila di altre attuale in continuità con quella
cartelle. il 27 ottobre 1920 il Pre- precedente di conservazione e
fetto decreta che l'Amministra- valorizzazione del proprio patri-
zione dell'Asilo infantile è auto-
www.accademiaurbense.it

30 Trisobbio
Fig. 39, Parrocchiale, interno
39 Fig. 40, Parrocchiale, facciata
Fig. 41, Parrocchiale, Pietro Ivaldi,
proclamazione dell’Immacolata
Fig. 42, Parrocchiale, Pietro Ivaldi,
Angelo Custode

in stile barocco. Gli affreschi


della Parrocchiale sono attribui-
bili interamente ai fratelli Pietro
(detto “il Muto”) e Tommaso
ivaldi, la cui produzione fu
vastissima e spazia per l'intero
Piemonte. il pittore principale,
il figurista, era Pietro, sordomu-
to dalla nascita, Tommaso si
limitava ad aiutare il fratello e
ad effettuare parti decorative.
Gli interventi nella Parrocchiale
di Trisobbio nel 1863 furono
particolarmente impegnativi
perché gli affreschi, tuttora visi-
bili e in ottimo stato di conser-

monio artistico e culturale.

Trisobbio e le sUe chiese


PArroCCHiALe Di Ns.
siGNorA AssUNTA e orATo-
rio DeL ss. CroCiFisso
Della Parrocchiale di
Nostra Signora Assunta e
dell'adiacente Oratorio del
SS Crocifisso, non si hanno
notizie certe né da chi furono
eretti, né quando, ma dal te -
stamento di Francesco Della-
Valle (18 agosto 1398), risul-
ta che fu riedificata in detto
anno. in seguito ebbe a subire
molte modifiche per cui rite-
niamo non rimanga più alcun
elemento della sua antica
struttura che oggi si presenta

40
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 31

41

vazione riguardano tutta la


volta della navata e il presbite-
rio. in occasione dell'affrescatu-
ra della Chiesa, vennero anche
dorati i capitelli; a tal fine fu
invitato l'indoratore Giuseppe
roncati di Alessandria. Gli
ornati furono eseguiti da Giu-
seppe Ferraris. in questi affre-
schi i fratelli ivaldi raggiunsero
livelli pittorici veramente eleva-
ti. i vertici artistici dell'opera
sono raggiunti nel medaglione
centrale della volta, rappresen-
tante l'Assunzione della Vergi-
ne, opera apprezzabile per l'e-
quilibrio dell'impostazione e
l'uso sapiente dei colori, e nei
medaglioni laterali, sempre del -
la volta, dei quattro Evangelisti
e delle quattro virtù cardinali:
Prudenza e Fortezza da una

42
www.accademiaurbense.it

43
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 33
Fig. 43, Oratorio della SS. Trinità, Fig. 44, Parrocchiale di Trisobio,
Pietro Ivaldi, epifania Pietro Ivaldi, virtù teologali, la
prudenza

parte, Temperanza e Giustizia diamo L'apparizione della Ma-


dall'altra. All'estremità della stes- donna a san Giacinto, del 1611 e
sa volta, dalla parte dell'altare, si La Madonna con il Bambino tra i
possono ammirare San Pietro e Santi Giovanni Battista, France-
San Paolo e verso l'organo Davi- sco d'Assisi, Carlo Borromeo,
de e Mosè. Nel presbiterio, sulle Chiara e Caterina da Siena. data-
pareti laterali a fianco dell'altare, ta 1615. Una terza tela, sempre
abbiamo l'Epifania e la Dichiara- del beccaria, recentemente re-
zione del Dogma dell'Immacola- staurata, è conservata nell'orato-
ta, mentre nella volta è raffigura- rio adiacente la Chiesa e raffigura
to l'Angelo Custode che guida per la Sacra Famiglia con Santo Ste-
mano l'anima in Paradiso verso la fano, San Giovanni Battista e San
Trinità, affiancata da angeli e Sebastiano ma di questo dipinto
putti. Nell'abside sono raffigurati non si ha una datazione certa
San Francesco e San Domenico (forse il primo decennio del xVii
e sulla volta a spicchi le tre Virtù sec). Di notevole pregio risulta
Teologali (Fede, Speranza, Cari- poi l'organo serassi, conservato
tà). Anche l'Oratorio del SS Cro- nella Parrocchiale: la sua costru-
cifisso fu affrescato dagli stessi
ivaldi, ma purtroppo manca una
precisa datazione. secondo gli
esperti le pitture furono eseguite
dopo quelle della Parrocchia, in
quanto nei documenti relativi a
quest'ultima non si fa cenno alle
pitture dell'oratorio. sono di fat-
tura molto più di maniera ed ese-
guite probabilmente verso gli
anni ‘70, quando le pitture di Pie-
tro ivaldi scendono ad un livello
leggermente inferiore, salvo il
medaglione centrale dell'Epifania
e la raffigurazione dell'Addolora-
ta sulla parte destra, entrambe di
buona fattura. Nella Parrocchiale
poi sono conservate due tele di
Michele beccaria, nato a Trisob-
bio nel 1568, Parroco di Montal-
do e pittore assai prolifico. ricor-
44
www.accademiaurbense.it

34 Trisobbio

45 Fig. 45, Parrochiale, Pietro Ivaldi,


san Francesco
Fig. 46, la Chiesa di S, Stefano pro-
tomartire

sobbio . recentemente grazie


all’impegno del parroco Don
Giuseppe olivieri è stato possibi-
le il restauro della facciata ripor-
tata all’antico splendore
sANTo sTeFANo
La chiesa più antica di Trisob-
bio è s. stefano, citata nel docu-
mento del Vescovo d'Acqui Du-
done (1023- 1033), e richiamata
in quello del Vescovo Guido del
zione risale al 1863 ad opera della 1040-41, sempre per il monastero
celebre ditta serassi di bergamo. di san Pietro d'Acqui. santo ste-
L'organo a trasmissione meccani- fano è esterna al borgo, e sorge
ca comprende 1373 canne, alcune sulla cima di una collina che
di legno, altre di stagno, di piom- risulta più elevata dello stesso
bo e di lega. La tastiera è compo- Trisobbio, ad una distanza di
sta da 58 tasti, 24 bassi e 34 circa un chilometro e mezzo, non
soprani. Pochi sono gli strumenti distante dall'attuale frazione di
della ditta artigiana dei maestri Villa botteri. sepolta nel verde
organari Fratelli serassi giunti presenta tuttora le vestigia del-
fino ai giorni nostri e quello di l'antico cimitero. era dunque, nel
Trisobbio è senz'altro uno dei secolo xi, la matrice o pievania,
migliori, essendo in ottimo stato del borgo, estranea alla cerchia
di conservazione ed in perfetta dell'abitato e alle stesse mura.
efficienza. Da ormai molti anni ll 9 ottobre 1688, viene a Trisobbio
nella Parrocchia in visita pastorale mons. Carlo Antonio
e nell’oratorio si
tengono le edi- 46
zioni di “Musica
estate”, rassegna
chitarristica, e i
Concerti d’Or-
gano patrocinati
dalla Provincia
di Alessandria
oltre che dal
Comune di Tri-
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 35

Fig. 47, lo slanciato campanile


della chiesa della Frazione
Villa Botteri

Gozzani. Nel suo percorso verso


rocca Grimalda, il presule si soffer-
mò a visitare anche le chiese di
santo stefano e di san Giovanni
battista. Questo è quanto scrisse a
proposito di s.stefano: “V'è il suolo
rotto per esservisi fatte sepolture, e
poi non essere stato riaggiustato. Hà
una finestra grande in facia senza
antini, e senza impannate con due
finestre basse col suo antino. L'altare
è senza tavolato. Due croci così
appoggiate senza piede. il quadro
del rosario, mà vecchio. Dietro l'al-
tare v'è un fenestrone […] che arriva
sin sotto la pietra sacra. La bradella è
troppo grande, e mal agiustata. Hà
un camice con pianeta, calice, e
patena con corporale, etc.” Con lo 47
sviluppo della parrocchia nel borgo,
santo stefano fu sempre più desueta
per la celebrazione delle messe, ed nella contrada delle Case de bot-
teri; è fabricata di novo hà la
infine anche per le funzioni sacramen-
tali del battesimo e delle esequie. volta solam[ent]e nel Choro, e
LA CHiesA Di ViLLA boTTeri ancora da stabilire hà sei finestre
laterali e tré in faccia due basse,
La piccola Chiesa di Villa bot- et una alta in mezzo. Vi è il qua-
teri (frazione principale di Trisob- dro di s. Gio. batta, e della b[ea -
bio) ha un'origine molto antica, ta] V[ergine] con pittura assai
come dimostra l'affresco di s. buona. L'altare è provvisto, e vi si
bovo, riscoperto pochi anni fa al dice messa q[ua]lche volta alle
suo interno, ed ha subito le tra- feste. Atorno al quadro vi sono
versie del tempo e drastici ri - varie immagini di carta, il suolo
maneggiamenti. Probabilmente non è ancora compito; l'altare è
l'orientamento della Chiesa origi- senza tavolato, e non hà pietra
naria era diverso dall'attuale; le sacra propria”. La Chiesa si pre-
pitture recenti riprendono la più senta attualmente in perfetto
antica decorazione ottocentesca. stato, tanto all'esterno che all'in-
ecco la descrizione che ne fa terno. Nel corso dell'ultimo ven-
mons. Carlo Antonio Gozzani, in tennio sono stati rifatti il tetto e il
visita pastorale il 9 ottobre 1688: pavimento e in ultimo sono stati
"s. Gio. batta Chiesa campestre restaurati il campanile, la faccia-
www.accademiaurbense.it

36 Trisobbio

Fig. 48, Chiesa di San Gio-


vanni Batista di Villa Botteri,
affresco di San Bovo
Fig. 49, altare della chiesa di
S. Giovanni Battista

ture, emergeva un segno, un'


incisione con l'apparente
forma di un cavallo. Quella
strana incisione si rivelò
essere la "sinopia" dell'affre-
sco e tale "sinopia" è indice
dell'antichità dell'opera. Va
lasciata agli studiosi una più
precisa datazione ed attribu-
zione. il sopraluogo della
dott.sa spantigati, responsa-
bile della sopraintendenza di
Torino, diede inizio all'ope-
48 razione di recupero portata a
compimento da ennio Coret-
to. si pensa che il santo raf-
ta e la Casa Canonica. i lavori di figurato sia san bovo, per via
restauro che hanno tenuto conto della spada e del bue rappresenta-
degli elementi di pregio architet- to sulla bandiera. san bovo è un
tonico e storico dell'edificio sono santo pellegrino, un santo guer-
stati possibili grazie alle offerte riero e un santo legato all'ambien-
ed al volontariato degli abitanti e te rurale, venerato come protetto-
delle persone che frequentano la re degli animali. A seconda dei
Chiesa, oltre che al contributo tempi e delle zone uno di questi
dell'Amministrazione e ancora
oggi, ogni domenica viene cele-
brata la s. Messa. 49
recentemente grazie al volon-
tariato è stata anche ristrutturata
un'edicola votiva, poco distante
dal borgo, conosciuta da tutti
come la Cappelletta, dedicata
alla s. Vergine del Carmelo.

L’AFFresCo Di sAN boVo


il Parroco, don Giuseppe oli-
vieri, durante le opere di restauro
dell'interno notò che nel muro
della Chiesa, al di sotto delle pit-
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 37

Fig. 50, Cappelletta, dedicata 51


alla S. Vergine del Carmelo.
Fig. 51, Chiesetta di S. Rocco fac-
ciata

tre aspetti può essere stato preva-


lente. L'analogia col nome dell'a-
nimale più utile all'uomo dei
campi, il bue, ha fatto che esso
fosse assunto quasi come stemma
del santo, nella cui rappresenta-
zione iconografica è sempre pre-
sente, accovacciato ai piedi del
suo protettore o disegnato sulla
bandiera che san bovo stringe in
pugno. ormai pochi ricordano il
culto a questo santo, un tempo popolare, invocato quale difen-
sore degli armenti e per ottenere
particolari protezioni, incline a
soccorrere i suoi devoti in ogni
loro temporale necessità

LA CHiesA Di sAN roCCo


Poco distante dal concentrico sorge
la Chiesa di s. rocco, da cui si gode
un bellissimo panorama, e nelle gior-
nate limpide, la visuale si estende sino
alle Alpi. La chiesetta è una delle circa
3000 dedicate in italia al santo, mai
canonizzato, "ausiliatore" nelle malat-
tie e principalmente nella peste. spes-
so gli edifici religiosi sorgevano per
voto al termine di una epidemia o per
essere stati salvaguardati dalla medesi-
ma. i Trisobbiesi non mancano di
festeggiare in questa chiesetta il santo
patrono il 16 agosto.
la frazione di Villa boTTeri
Villa botteri è una piccola, ma la
più importante, frazione di Trisob-
bio, distante dal nucleo abitativo cen-
trale circa tre chilometri, e a pochi
chilometri da rocca Grimalda.
50 Le prime notizie sull'entità della
popolazione trisobbiese risalgono al
www.accademiaurbense.it

52
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 39

Fig. 52, Villa Botteri, la via princi- Fig. 54, Villa Botteri, scorcio dalla
pale strada verso Rocca Grimalda
Fig. 53, Villa Botteri, la statua di S. Fig. 56, panorama di Villa Botteri
Giovanni Battista viene portata a dalla costiera di Carpeneto
spalle in processione

1571 con 512 abitanti; nel 1604, siamo siderato che l'azienda più vicina si
a 626 unità. Non si hanno notizie certe trova a tre chilometri di distanza e
della metà del 700, ma dai bandi Poli- risulta poco agevole da raggiungere:
tici di questo periodo, conservati nel- viene data la concessione a Prato Gio-
l'Archivio Comunale, si desume che la vanni, fu Giacomo, "principale magaz-
popolazione doveva constare di molte ziniere della Villa e Consigliere Comu-
più delle 600 unità, per arrivare al nale" sempre conservato nell'Archivio
1861 con una popolazione di 1495, nel parrocchiale è del 1787 un documento
censimento effettuato in italia il 31 che attesta l'assegnazione al rev.
dicembre dopo l'Unità d'italia; nel signor Cappellano della Chiesa Cam-
1880 la popolazione sale a 2000 abi- pestre di Villa botteri; del 1885 è il
tanti. È da desumere che anche la Decreto con il quale di Vescovo di
popolazione di Villa botteri segua que- Acqui concede che venga impartita la
ste oscillazioni, causate tra l'altro dalle benedizione del ss. sacramento tutte
varie vicende storiche che intercorrono le domeniche e feste dell'anno dietro
nei secoli e dalle varie crisi economi- richiesta degli abitanti della Villa.
che a cui, centri basati su un'economia siamo sul finire dell'800 e a causa
prettamente agricola come lo fu Tri- della crisi agraria che interessa il Mon-
sobbio nei secoli passati, dovettero ferrato, diventa problematico man -
adeguarsi. Dato sicuro è, come si legge tenere la Cappellania e lo stipendio del
in un documento conservato nell''Ar - Cappellano, per cui viene fatta una
chivio Parrocchiale, che nel 1787 gli scrittura privata da parte dei parroc-
abitanti di Villa botteri erano 250, chiani della Villa per garantire il paga-
mentre erano 800 quelli di san Loren- mento di una quota per gli oneri da
zo e 500 quelli della Guardia. in pas- sostenersi per il pagamento dello sti-
sato quindi questo piccolo gruppo di
case doveva rivestire un'importanza
maggiore di quanto non ne abbia oggi 53
ed era più popolato. Dal censimento
del 1961 risulta che gli abitanti della
frazione erano 84 e 114 quelli dei din-
torni, ovvero le regioni aggregate alla
frazione come La Guardia, santo ste-
fano, Costiera Carpeneto e borgo Vi -
valdi. il censimento seguente del 1971
vede 171 abitanti tra la frazione e din-
torni mentre nel 1981 siamo a 39 abi-
tanti nella Villa e 73 nelle zone limi-
trofe. Villa botteri ha il suo commesti-
bili: nell'Archivio Parrocchiale di Tri-
sobbio è conservata la richiesta del
1892, all'intendenza di Finanza della
popolazione di Villa botteri e zone
limitrofe per un'azienda di sali e
Tabacchi da aprirsi in detta Villa, con-
www.accademiaurbense.it

40 Trisobbio

Fig. 55, la campa-


gna trisobbiese si
tinge con i colori
dell’autunno

Molti cascinali ap-


partenenti ad altri
Comuni, facevano
riferimento a Villa
54 botteri per alcune
necessità come la
pendio del Cappellano e per la manu- frequentazione delle scuole ele-
tenzione della Chiesa. mentari o per gli acquisti, o per tra-
Per quanto riguarda la storia re- scorrere con amici momenti di
cente di questo piccolo gruppo di svago domenicali o serali. Tra i
case, desidero riportare i ricordi cascinali cui prima accennavo,
d’infanzia di Gianfranco Coma- ricordiamo, partendo da quelli più
schi, pubblicati in un bell’articolo vicino ad ovada, i Vivaldi, i baret-
dal titolo Un tempo, in un borgo ti, il Ciavarin, l'Assunta, le case
apparso qualche anno fa in una della Costiera di Carpeneto. il
piccola pubblicazione dedicata ap- gruppo più consistente di abitazio-
punto a Villa botteri: “Unica e ni che ancor oggi fa riferimento a
importante frazione di Trisobbio, Villa botteri e potrei dire ne costi-
Villa botteri non risulta essere mai tuiscono un'unica entità, almeno
appartenuta ad altro Comune pur per la frequentazione della Chiesa,
essendo territorialmente vicina a è santo stefano. Accennavo prima
numerosi altri centri come ovada, alle scuole elementari, funzionanti
rocca Grimalda e Carpeneto. fino agli anni settanta. Ad inizio

55
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 41

56

secolo la popolazione di Villa bot- stra del primo piano. Di quegli anni
teri e dintorni doveva essere molto io conservo un ricordo bellissimo.
numerosa: risulta infatti da una re- Ma a Villa botteri c'era anche l'Uf-
cente scoperta, che il comune aves- ficio Postale, già attivato nel perio-
se approvato il progetto per la do della Prima Guerra Mondiale,
costruzione di un edificio per le tra il 1915 e il 1918: mancavano
scuole elementari. Purtroppo il però il servizio di telegrafo e quel-
progetto non venne attuato, ritengo lo di versamento delle somme di
per il mancato finanziamento da denaro. il funzionamento della
parte del Ministero della Pubblica Posta era assicurato mediante il
istruzione. in seguito la popolazio- collegamento tra Villa botteri e
ne diminuì e non ci fu più bisogno santo stefano, dove vi era la coin-
del nuovo edificio. in quegli anni le cidenza con la corriera da ovada
scuole comprendevano solo le per i paesi limitrofi. Villa botteri
prime tre classi elementari. Più aveva il suo negozio di generi ali-
tardi, quando io le frequentai erano mentari (e non solo) e sale e
comprese tutte le cinque classi, ma Tabacchi, una rivendita di macelle-
gli esami di seconda e quinta si ria e un Circolo dopo-lavoro. La
dovevano sostenere a Trisobbio. i presenza del Parroco è stata assicu-
bambini di oggi non possono rata fino agli anni 1930/35. il feno-
immaginare come fossero povere meno più curioso della prima metà
quelle nostre scuole! Due soli del secolo scorso soprattutto per la
ricordi per brevità: lo sforzo della sua diffusione, era quello delle
maestra con cinque classi di bam- osterie, in quanto davvero numero-
bini diciamo "vivaci" e la serratura se: c'erano a santo stefano, alla
del portone d'ingresso difettoso che Casa rossa, alla casa dei Grosso
mi costringeva a passare dalla fine- (anche affittacamere fino al 1932)
www.accademiaurbense.it

42 Trisobbio

Fig. 57,
la S.A. O.M.S. in
una foto di oggi e
all’epoca dell’inagu-
razione (Fig. 58)

sobbio nel 1903, in


un periodo storico
e politico che favo-
rì in tutto il Paese e
nella nostra Pro-
vincia la nascita di
57 moltissimi enti
aventi come scopo
e dalla "Tafuna", anche con riven-
il mutuo soccorso
dita di sale e Tabacchi (il locale nel fra le classi lavoratrici. sono
1920 fu oggetto di una rapina che dello stesso periodo la nascita
si concluse con il feroce omicidio delle società di Capriata, di sil-
del titolare). La costruzione del vano, Castelletto, Cremolino,
"Palazzo" risale circa al 1900, un rocca Grimalda, Carpeneto e
fatto significativo di edilizia belforte. il primo Presidente fu
moderna e speculativa. Negli anni Francesco Cerruti, segretario
venti, al piano terra del "Palazzo" Giacomo Tabacco e la solenne
c'era un negozio molto fornito di inaugurazione avvenne domenica
generi vari chiamato da "sagitta". 4 gennaio 1903, con la presenza
Di memoria più recente è il nego- di più di 160 soci. Tutta la popo-
zio di sola che nel periodo estivo lazione accolse entusiasticamente
vedeva me e i miei coetanei come l’apertura della società, vedendo-
buoni clienti di gelati e di qualsiasi ne il fine morale per la quale era
altra cosa che si potesse mangiare. stata costituita.
oggi le case sono in gran parte Ancora oggi, a distanza di
disabitate, ma la tenacia delle per- oltre un secolo, la soMs di Tri-
sone che ancora abitano a Villa sobbio è il luogo di ritrovo sia in
botteri, ha dato modo di restaurare estate che in inverno dei Trisob-
ormai completamente la Chiesa e biesi di tutte le età
la Casa già Canonica o adibita a usi
della comunità. il nostro campanile Trisobbio e ... la naTUra,
che svetta nel cielo, bello come un lo sporT e il diVerTiMenTo
tempo lontano, è il simbolo dell'or-
lo sferisTerio
goglio delle nostre tradizioni e
radici, dei nostri ricordi e dei ricor- il bello e ampio sferisterio comunale,
situato nel secondo cerchio del paese,
di dei nostri padri e nonni”. interamente recuperato alcuni anni or
la s.a.o.M.s di Trisobbio sono con la costruzione di un muro di
contenimento realizzato totalmente in
La società operaia Agricola pietra, ben integrato e in armonia con
del Mutuo soccorso è sorta a Tri- l'architettura del borgo, è il luogo dove
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 43

Fig. 59, veduta notturna 58


dello Sferisterio Comunale

nel periodo estivo si svolgono e si


sono svolte manifestazioni
importanti e le feste del paese. si
tengono anche tornei di tamburel-
lo, gioco tradizionale e dalle ori-
gini locali ben radicate nel territo-
rio, essendo uno degli sport più prati- Percorsi verdi dei Castelli uniscono,
cati in passato insieme con la pallapu- ripercorrendo antichi sentieri tutti e
gno cinque i Comuni dell’Unione dei Ca-
stelli tra l’orba e la bormida (Trisob-
i percorsi Verdi bio, Carpeneto, Montaldo bormida,
Trisobbio, come molti dei paesi orsara bormida e Castelnuovo bormi-
dell'Alto Monferrato, è sito in un con- da) in un anello circolare, percorribili a
testo ambientale pregevole, ambiti piedi, a cavallo e in mountain bike ed
naturali si alternano a parti costruite, le offrono un motivo in più per soggior-
colline sono ricche di vigneti, le pianu- nare tra queste splendide colline.
re di pioppeti e di graminacee, le sta- orTo boTanico di Villa boTTeri
gioni si susseguono modificando nei
colori il paesaggio. il territorio riporta Questo prezioso angolo di verde,
ancora i segni di antichi percorsi utiliz- da anni curato con passione dal
zati un tempo dai contadini. sono stati proprietario Giuseppe bottero e
quindi recuperati i vecchi percorsi e dalla sua famiglia, presenta esem-
studiati dei nuovi con l’obiettivo di plari di vegetazione locale ed
recuperare un forte rapporto tra abitan- esemplari di piante esotiche. in uso
te e territorio e nello stesso tempo svi- gratuito all'Amministrazione Co-
luppare un turismo di tipo econaturali- munale è visitabile tutti i giorni; si
stico che si affianchi a quello, già con- possono ammirare: larici, arauca-
solidato, di tipo enogastronomico. i rie, abeti argentati, abeti rossi, aceri

59
www.accademiaurbense.it

44 Trisobbio

60

del Canada, albero di Giuda, noc- stesso periodo e nei giorni prossimi
ciolo contorto... circondati dall'in- alla festività dedicata a san Giovanni.
cantevole panorama offerto dalle il suo vaso si colma di foglie e di frut-
colline monferrine. Un luogo ti, quasi per rinnovare l'omaggio al
incantevole dove il verde della pri- santo a cui è dedicata. È stata fatta
mavera lascia il posto al rosso e richiesta alla regione per inserire il
all'arancio dell'autunno e dove le "Noce di san Giovanni" tra le piante
cime delle Alpi sono lo sfondo di monumentali del Piemonte.
un acquerello di dolci colori e
armonie. iMPiANTo PoLisPorTiVo DeLLe
iL NoCe Di sAN GioVANNi PisCiNe
Lungo la strada che da Trisob- La splendida vallata ai piedi
bio porta a Cremolino, un secolare del paese, ampia e completamen-
noce inizia a germogliare tardiva- te immersa nel verde, delimitata
mente, nella notte di san Giovan- unicamente da pioppeti e macchie
ni, il 24 giugno e in brevissimo di vegetazione spontanea, ospita
tempo i germogli diventano foglie, l'impianto Polisportivo delle
i suoi frutti sono sani e gustosi Piscine di proprietà comunale. La
oltre che abbondanti. "sfida" di realizzare una struttura
Una leggenda racconta che, ormai
quasi due secoli fa, venne rinvenuto ai dedicata completamente allo
suoi piedi un tesoro, probabilmente sport e al divertimento è iniziata
sepolto da un soldato di ventura di pas- più di venti anni fa dall'Ammini-
saggio. Tra realtà e leggenda, questa strazione Comaschi con la realiz-
pianta ormai centenaria presenta in - zazione della prima vasca a cui,
dubbiamente una germogliazione ano-
mala e molto particolare: ogni anno il
nel corso degli anni, hanno fatto
"miracolo" si ripete… ogni anno da un seguito le altre tre (una per i bam-
giorno all'altro torna a nuova vita nello bini, una con lo scivolo acquatico
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 45

Fig. 60, Orto botanico di Villa 61


Botteri
Fig. 61, il noce di S. Giovanni
Fig.62, la vasca principale
dell’impianto polisportivo
delle Piscine

e in ultimo l'idromassaggio).
Da corollario all'impianto:
campi da tennis e campo da
calcetto illuminati per i tor-
nei notturni, parco giochi per
i più piccoli e alcuni campi
polivalenti. L'ampio parco
annesso ospita nel periodo
estivo, tornei sportivi, spetta- congiunge con i "Percorsi verdi
coli e concerti. il centro Polispor- dei castelli" citati precedente-
tivo delle Piscine di Trisobbio è mente.
frequentatissimo per tutta la sta-
Trisobbio e... i prodoTTi Tipici
gione estiva non solo dalla popo-
lazione locale, ma anche da chi Trisobbio è terra ricca di storia,
coglie l'occasione per allontanarsi cultura, tradizioni la cui identità è
stata mirabilmente plasmata dall'o-
dal caos della città per passare
pera della natura in collaborazione
una giornata nel silenzio e nel
con quella dell'uomo. L'agricoltura
verde di un luogo di vero relax. ed il mondo rurale per Trisobbio
Collegato alle Piscine è la parte costituiscono una parte importante
del "Percorso verde" che unisce della sua cultura e tra dizioni,
Trisobbio con Montaldo e che si quella che meglio rappresenta il

62
www.accademiaurbense.it

46 Trisobbio

63

carattere autentico del paese. Le zione consentono al Consorzio di


colline, sia per la composizione dei Tutela di intraprendere iniziative
terreni che per la situazione clima- promozionali e di controllo per
tica e ambientale in cui sono collo- migliorare ulteriormente la qualità
cate, sono straordinariamente terre del prodotto e collocarlo tra i più
da vino. Numerosi sono i vitigni prestigiosi vini piemontesi. Altre
che danno origine a vini DoC; tra i cultivar prodotte, sono il Barbera
più importanti e considerati il Dol- del Monferrato ed il Cortese Alto
cetto di Ovada, che con il ricono- Monferrato, vini che integrati con
scimento della denominazione di piatti tipici accompagnano perfet-
origine controllata e l'approvazione tamente i "taiarin", gli arrosti di
del relativo disciplinare di produ- pollo, coniglio, e maiale, imprezio-
siscono interamente la
gastronomia trisobbie-
se. oltre alla viticoltura,
Trisobbio è tra i paesi
dell'ovadese a vocazio-
ne per la produzione di
carne bovina, non a
caso si alleva una delle
migliori razze, quella
Piemontese, quasi sem-
pre è contraddistinta dal

64
www.accademiaurbense.it

Trisobbio 47

Fig. 63, il Dolcetto di Ovada


Fig. 64, un momento della manife-
stazione “Musica Estate”
Fig.65, Piscine di Trisobbio la
vasca con l’idromassaggio

marchio di garanzia Co. AL Vi. dolcetto d’ovada. Nel centro stori-


Un altro tesoro che ci offrono le co del paese, bancarelle di trifulau
colline di Trisobbio è il prezioso e di prodotti tipici, unite a rievoca-
tartufo bianco che nasce da ottobre zioni storiche e spettacoli itine-
a febbraio: quelli molto chiari den- ranti.
tro e fuori nascono sotto il pioppo; biodiVino
quelli con polpa rosata sotto il
rassegna dei vini biologici
tiglio; i più scuri sotto le querce;
nazionali e internazionali con
vegetazione di cui il territorio trisob-
degustazioni dei vini partecipanti
biese è ricco.
alla rassegna e dei vini tipici del
Trisobbio e... le ManifesTazio- territorio presso l’enoteca “Antico
ni torchio”, sede della bottega e del-
FesTA PATroNALe l’Associazione del vino biologico
il 16 agosto festa patronale con “biodivino”.
la tradizionale processione, il 15 e
il 16 manifestazione enogastrono- rassegna chiTarrisTica
mica organizzata dalla Pro Loco e “MUsica esTaTe”
dalla Comunità locale Uno degli appuntamenti musicali
Tarsobi, TarTUfi e Vino dedicati al mondo delle quattro
Mostra mercato del tartufo corde e non solo, più importanti
bianco e del vino tipico. Una gior- della provincia. Nel corso delle
nata dedicata al re delle nostre molteplici edizioni si sono alterna-
tavole, il tartufo bianco, di cui le ti sui palcoscenici delle chiese e
colline trisobbiesi sono ricche, e al dei Castelli dei paesi dell’Unione,
artisti di fama internazionale, rac-

65
www.accademiaurbense.it

48 Trisobbio

66

cogliendo un pubblico sempre più ga del vino biologico biodivino”,


vasto. 0143 871345
s.A.o.M.s., 0143 871119
la caValcaTa aleraMica
Gara di endurance equestre inforMazioni TUrisTiche
valida per il campionato regionale. PUNTo D’UNioNe
Con partenza dalle Piscine di Tri- www.unionedeicastelli.it
sobbio, cavalli e cavalieri si cimen- turismo.orbabormida@libero.it
tano in tre manche di gara, percor- trisobbio@ruparpiemonte.it
rendo 30, 60, 90 km, lungo i sen- bibliografia
tieri dei percorsi verdi dei Castelli.
e’ definito dai giudici regionali Riscoprire Trisobbio, una gior-
uno dei più bei percorsi del Pie- nata di studi dedicata all’antico
monte. borgo Monferrino. Trisobbio 2002
Trisobbio ...ieri e oggi, Trisob-
Trisobbio e... l’ospiTaliTà
bio 2003
doVe dorMire: ANToNeLLA rATHsCHULer,“Un
Albergo del Castello, 0143 831108 luogo degno e adatto”, il palazzo
Cascina Aie b&b, 0143 831110 De Rossi-Dogliotti per il comune
Villino bianca b&b, 0143 871210 di Trisobbio, Trisobbio 2004
doVe Mangiare: Pagine di storia dall’archivio
della Magnifica Comunità di Tri-
ristorante de Castello “La tavola
rotonda”, 0143 831108 sobbio, Trisobbio 2006
enoteca “L’antico torchio e botte-
www.accademiaurbense.it

Questo volume, a cura dell’Accademia Urbense,


è stato impresso nel mese di maggio 2008
dalla tipografia Canepa di Spinetta Marengo
www.accademiaurbense.it

Potrebbero piacerti anche