Sei sulla pagina 1di 11

ARCHEOLOGIA

POSTMEDIEVALE
SOCIETÀ AMBIENTE PRODUZIONE

10
2006

~
~
All'Insegna delGiglio
U NI VERSITÀ DEGLI S T UDI DI G EN OVA M USEO CIVICO A LPINO
DISMEC "ARNALDO T AZZETTI"
L ABORAT O RIO DI ARCH EOLOGIA U SSEGLIO (TORINO)
. E STO RIA Al\1BIENTALE
(SEZ. GE O GRAFICO STO RICA)

PIETRA, SCRITTURA E FIGURA


IN ETÀ POSTMEDIEVALE
nelle Alpi e nelle regioni circostanti

Convegno - Tavola rotonda


Usseglio (Torino) , 2-3 giugno 2007

a cura di
Tiziano Mannoni, Diego Moreno, Maurizio Ro ssi
Convegno - Tavola rotonda

PIETRA, SCRITTURA E FIGURA


IN ETÀ POSTMEDIEVALE
nelle Alpi e nelle regioni circostanti

Usseglio (Torino), 2-3 giugno 2007

enti patrocinatori
REGIONE PIEMONTE
PROVINCIA DI TORINO
COMUNE DI USSEGLIO
MUSEO CIVICO ALPINO ''ARNALDO TAZZETTI" DI USSEGLIO
MUSEO DEL PAESAGGIO DI VERBANIA
ANTROPOLOGIA ALPINA TORINO

cura scientifica
Tiziano Mannoni (ISCUM),
Diego Moreno (Università di Genova),
Maurizio Rossi (Museo Civico Alpino)

organizzazione
Maurizio Rossi, Anna Gattiglia

con la collabora zione di


Annamaria Castrale, Rosanna Moroni, Natalia Re Fiorentin,
Roberto Valter Vaccio, Nadia Yedid, Giuseppe Zucca
e degli altri collaboratori del Museo Civico Alpino ''Arnaldo Tazzetti"
Indice

ELEN CO DEGLI AUTORI 9


T. MANNONI, D. MORENO, M. ROSSI, Introduzione Il
T. MANNONI, M. ROSSI, Earcheologia rupestre, nuova fonte per la storia. Manifesto propositivo 13
écriture et figure dans le vallon du Longis
M. R OSSI, A. GATTIGLIA, Pierre,
(Molin es-en-Queyras, Hautes-Alpes) 17
C. SANNA, Testimonianze grafiche incise e catasti storici di Antey-Saint-André (Aosta) 41
A. BIGANZOLI, G. PIZZI GONI,Sacre immagini e storie umane. Graffiti su alcuni affreschi
quattro-cinquecenteschi del Verbano-Cusio-Ossola 59
A. D E ANGELIs, Indagine preliminare su gruppi di incisioni postmedioevali
della m edia val Varaita (Cun eo) 81
L. VASCHETTI, Segni sulla pietra oliare in val d'Ala (Torino) 93
A . G ATTIGLIA, Petroglifi minerari alpini tra archeologia e fonti archivistiche 107
G.c. S GABUSSI, «In questo monte vien cavata la vena»: siti minerari e archeologia rupestre
in valle Camonica (Brescia) 127
L PUCCI, I graffiti del Palazzo del Principe Andrea Doria in Genova 141
D. D E AN GELIS,Petroglifi e graffit i di carattere militare tra la val Po
e la valle Stura di Demonte (Cuneo) 155
C. AL ETTO, Un'arma simile alla beidana valdese in Monferrato 163
S. L ENTINI, C. COMINELLI, A. GIORGI, P.P. MERLIN, Petroglifi di età storica in Yalcamonica
(Alpi Centrali italian e): docum enti iconografici e memoria orale a confronto 171
G . DIMITRIADIS, V. MARINI, G . MASSETTI, Graffiti su affreschi quattrocenteschi nelle chiese
del pedem onte occidentale bresciano 195
L. B UCHERIE, Graffiti de prisonniers anglais au chdteau de Tarascon (Bouches-du-Rh 6ne):
l'exemple du H.M.S. sloop of war Zephyr (1 778) 205
A. ZANONE, B. SACCAGNO, Indagine preliminare su di una pietra incisa in località Pray Alto (Biella) 217
M. BIANCO, Petroglifì nell'area dell 'alta val Pennavaire comprendente
i comuni di Alto e Caprauna (Cuneo) 225

7
Un'arma simile alla beidana valdese in Monferrato
Carlo Aletto'

Abstract: The evolution of farm tools into edged weapons was quite common in medieval and post-medieval periods; these arms
was also used in time of peace as farm tools in disguise, in arder to overcome the restrictions on military equipment. On the exter-
nal walls of two Romanesque churches in Monferrato are incised three graffiti representing objects which seem to correspond to a
cutting tool and its consequent extension into a hand weapon for military use similar to the beidana of the Waldensian Valleys. Both
objects, which are no longer in use, appear in scenes of the martyrdom of St Peter of Verona painted in the 17'h and 18'h centuries.
The graffiti are supposedly dated in the first decades of the 17'h century.
Keywords: Edged weapon, hand weapon, cutting tool, beidana, graffiti, modern age, Monferrato, Pietra da Cantoni.
Arma bianca, arma manesca, attrezzo da taglio, beidana, graffito, età moderna, Monferrato, Pietra da Cantoni.

Con una apprezzata relazione letta nel 1985 al confronto con un terzo graffito, presente sulla
10 Convegno internazionale di arte rupestre di parete esterna dell'abside del santuario della
Torri del Benaco, Laura Vaschetti presentò un Madonna dei Monti di Ottiglio ci ha consentito
ampio repertorio di graffiti rilevati sulle pareti di formulare un'interpretazione, già presentata
di chiese romaniche dell'Astigiano, classificati in forma preliminare'.
in gruppi in base alla funzione loro attribuita La chiesa di San Giorgio e Madonna delle Grazie
(funzione epigrafico-funeraria, devozionale, (Fig. 1) si trova su un piccolo rilievo (296 m) al
simbolico-figurativa, di memoria collettiva o margine orientale dell'abitato di Casorzo (Asti),
individualel-, Tra le 17 chiese romaniche indivi- in un'area in cui affiora la Formazione delle Sab-
duate, buona parte ebbe la chiesa di San Giorgio bie di valle Andona (Pliocene superiore, Astia-
e Madonna delle Grazie di Casorzo, la cui ric- no)". La chiesa di San Giorgio è attestata per la
chezza di graffiti era già nota e segnalata fin dal prima volta nel 1298 nel registro delle decime
secolo XIX3. Si tratta soprattutto di iscrizioni della diocesi di Vercelli come dipendenza della
che evocano eventi atmosferici straordinari e pieve di Rosignano", Venne consacrata nel 141 O
carestie, per un arco temporale che va dal XV o 14119; fu parrocchiale fino al 1434; nel secolo
al XX secolo, con evidente funzione di memoria XVI era abbandonata, ma manteneva funzione
collettiva di una comunità a economia contadina. cimiteriale l0. Il titolo di Madonna delle Grazie
Non mancano però anche elementi figurativi, di fu aggiunto nel 1733 quando venne demolita in
genere decorativo, simbolico, antropomorfo, e regione Prato Nuovo una chiesa campestre con
raffigurazioni di attrezzi di lavoro o di armi. A tale dedica e l'immagine votiva della Madonna
quest'ultimo gruppo appartiene un curioso og- fu solennemente trasferita nella chiesa di San
getto allungato, con un'estremità ricurva, inciso Giorgio. In seguito vennero tamponate tutte le
due volte sulle pareti della chiesa di San Giorgio monofore per un intervento decorativo all'inter-
e Madonna delle Grazie, che Laura Vaschetti no. Dopo il 1811 furono aggiunte una rotonda
descriveva come «un lungo arnese appuntito di circa 10 metri di diametro, con cupola emi-
dotato di manico-". Per quanto il graffito sia ben sferica e portico semicircolare di otto colonne
evidente almeno sulla parete esterna dell'abside, e una costruzione rettangolare simmetrica alla
non viene citato dagli altri autori che hanno a chiesa romanica destinata ad abitazione del
vario titolo descritto la chiesa di Casorzo". Il custode; inoltre venne aperto un arco trionfale
tra la prima chiesa e l'ambiente circolare e fu
tamponato il portale romanico; per motivi
1 Ecomuseo della Pietra da Cantoni, 1-15034 Cella
Monte (c_aletto@hotmail.com).
2 VASCHETTI 1986. 6 ALETTO2004: 56-57.
3 NICCOLINI 1877: 268-269. 7 BONSIGNOREet al. 1969.
4 VASCHETTI 1986: 192. 8 SELLA, FERRARIS 1945: 36.

5 NICCOLINI 1877: 268-269; DE STEFANO, VERGANO 1960: 9 KINGSLEY PORTER 1915: 260; VASCHETTI 1986: 203.

18-19; PITTARELLO 1984: 72; Musso 2001: 103-104. lO PITTARELLO 1984: 72; Musso 2001: 76.

163
Archeologia Postmedievale
10,2006, pp. 163-169
C ARLO A LETT O

stilistici l'intervento è stato attribuito ad Ago-


stino Vitoli !'. A causa di pr oblemi di statica nel
1981 venne demolito il fabbricato addossato al
lato Nord-Est della rotonda, cancellando così
la simmetria della costruzione ottocentesca 12.
Nel 198 7 e nel 2000 fur on o effettuati lavori di
restauro e consolidam ento, durante i quali si
rinvennero sepolture.
Sono tuttora ben identificabili la parte romanica
e la parte neoclassica: la prima è orientata e
databile secondo il Kingsley Porter al 1180 13 ;
ha pianta ad aula rettangolare con abside
semicircolare; la porzione inferiore della co-
struzione, originale, culmina alI'esterno con un a
fascia di archetti pen sili intrecciati poggianti su
mensoline ed è interamente costituita da conci
di pietra da cantoni (loc almente detta tufo) Fig. 1 - Casorzo (Asti), chiesa di San Giorgio e Madonna
delle Grazie, vista da Sud.
ben squadrati, in corsi di altezza variabile, con
sott ili giunti di malta 14 . La parte superiore, più
recente, è invece in laterizio. I blocchi di pietra
da cantoni hanno co lori to giallastro, grana fine;
la superficie piuttosto liscia, compatta e discre-
tamente con servata è stata utilizzata per graffire
un gran numero di iscrizioni e figurazioni, anch e
molto elaborate, tra cui sono riconoscibili date
di diversa epoca, all'intern o a partire alm eno
dal 1476 , all'e sterno dal 1501 15 •
Il «lungo arnese appuntito » è graffito due volte
sulle pareti esterne della chiesa di Casorzo: nella
campi tura centrale dell 'abside e sulla parete
meridionale dell 'edificio. Nel primo caso è di-
sposto verticalmente al di sotto di una monofor a
(Fig. 2); è lungo 97 cm con larghezza massima
di 10 cm; l'estremità inferi or e si trova all'altezza
di 140 cm da terra; date le sue dimensioni, il
profilo dell'oggetto è tracciato su tre diversi
conci di arenaria disposti in corsi sovrapposti.
Il secondo graffito, men o evidente (Fig. 3) , è
posto all'incirca orizzontalm ente all'altezza di
2 m da terra e misur a 79 cm di lunghezza con
larghezza massima di lO cm ; interessa due conci
di pietra da cantoni contigui dello stesso corso.
E indubbio che, nonostante le diverse dimen-
sioni, i graffiti rappresentino lo stesso oggetto,
interpretabile com e un o stru mento da tagli o
a un filo con ferro molto allungato, stretto in
pr ossimità dell'impugnatura (porzione superio -

Il B ARBERO1979: 7 I.
12 INZERRA B RACCO 1984 : 3 18.
13 KI NGSLEY P O RT ER 19 15: 260.
Fig. 2 - Casorzo (Asti), chiesa di San Giorgio e Madonna
14 P ITTARELLO 1984 : 70; C ERATO 1999 : 36 . delle Grazie, graffito presente nella campitura centrale
15 V ASCH ETT I 1986: 203-206. dell'abside (97 x 10 cm -).

164
Un'arma simile alla beidana valdese in Monferrato

Fig. 3 - Casorzo (Asti): chiesa di San Giorgio e Madon na delle Grazie, graffito presente sulla parete meridionale
(lunghezza 79 cm).

re del graffito vert icale), largo in punta, do ve


il dorso è incavato (in un caso profondamente
con sporgenza di due becchi), mentre il lato
tagliente è rettilineo; dall 'estremità del manico
b
si prolunga sul lato del taglio un lungo gancio
arcuato atto a rendere più stabile l'impugnatura;
tra manico e tallone, sul bordo sinistro, s'intra- ~~ììLra;:::=:;----------~
vede nel graffito verticale un gancio da cintura
«<anzino»16). Qu esto stru mento, per la pre senza
del lungo uncino all' estremità dell'impugnatura
e per le dimensioni della lama che si allarga ver-
----
Fig. 4 - a) Beidana di tipo semplice (da D ON Dl 1974,
ridisegnata); b) mannaia di Legnago (da D ONDl 1974,
so la punta smussa, ricorda la beidana (Fig. 4a), ridisegnata).
arma manesca utili zzat a nelle valli valdesi del
Piemonte almeno dal XVII seco lo, ma diffu sa
pure in altre aree del Piemonte, della Svizzer a armi" . Dalla tipica beidana si differenzia perché
e della Savoia, probabilmente usata anche in quest'ultima ha il ferr o lievemente ricurvo (è
tempo di pace sotto le mentite spoglie di un stata infatti anche definita «sto rta contadina»)18
att rezzo contadino per sfuggire ai divieti sulle
17 O ON DI 1974 ; 1983 ; Accademia di San Marcian o
2004.
16 Termine piemont ese italianizzato (DONDI 1974: 25). lS B OCCIA, COELHO 1975: figg. 729 -73 0.

165
CARLO AL ETIO

ed è priva dell'incavatura arcuata sul dorso della


porzione distale (la punta della beidana presenta
invece trafori di varia foggia e spesso è dotata
sul dorso di un vistoso ricciolo rivolto verso
l'impugnatura). La beidana ha una lunghezza
totale variabile da poco meno di 5 O a 75 cm,
peso di 500 -;- 800 g, gancio superiore forgiato
in continuità con tutto il resto, manico di cor-
no, parte tagliente presente su un solo lato ed
è asimmetrica in sezione perché la smussatura
(bisello) è ricavata solo sul piatto destro, mentre
il piatto sinistro è del tutto piano (particolare
che conferma la derivazione da un attrezzo da
taglio da impugnarsi con la mano destra). Sul
piatto sinistro, tra manico e tallone, è applicata
una lamella a forma di L (<<anzino») che serviva Fig. 5 - Ottiglio (Alessandria), santuario della Madonna
dei Monti, abside roman ica vista da Est.
da gancio di sospensione per fissare la beidana a
una cintura di stoffa sul fianco destro del com-
battente. Oltre ai trafori (per lo più a forma di Giorgio Dondi, autore del principale studio sulla
cuore o di croce) e al ricciolo sul dorso, il ferro beidana (cui si deve gran parte delle notizie so-
è talora decorato con incisioni a bulino. pra raccolte sull'arma) ritiene che il più remoto
Il probabile riutilizzo dell' arma anche in tempo di antenato della beidana sia riconducibile a una
pace come attrezzo di lavoro, quasi fino a esauri- mannaietta di epoca barbarica, simile all'esem-
mento dato il valore del metallo, ha fatto si che plare rinvenuto a Legnago (Verona), che è dotato
gli esemplari oggi noti di beidana siano ridotti a di una lama corta e larga con gancio superiore,
poche decine. Nei vari cataloghi la beidana è stata incavo arcuato e prominente becco sul dorso
definita con diversi nomi (oltre al termine «sto rta (Fig.4b). Un'evoluzione di questo attrezzo portò
contadina»,compaiono «cimiterre deMaurienne», al mannaretto, strumento a lama diritta e senza
«mannarino», «rnannaiett a» o «falcetta brettona»). becco, ormai in disuso, adoperato in passato per
Il termine beidana è proprio della val Pellice (la capitozzare gelsi, potare salici o aguzzare pali per
principale valle valdese) ed è forma italianizzata le viti. Vari tipi di mannaretto sono riprodotti dal
del patois locale, di origine comunque incerta". XIV al XVI secolo e oltre in pitture raffiguranti il
Si tratta di un'arma che conserva molti dei ca- martirio di san Pietro da Verona". Un'evoluzione
ratteri dell'attrezzo contadino da cui dovrebbe parallela, attraverso il notevole allungamento e
essere derivata; è del resto ben nota nel medioevo la curvatura del ferro, avrebbe portato invece
l'evoluzione di attrezzi di lavoro in armi bianche, alla beidana; in questo caso l'allungamento fu
così come la presenza in vari statuti comunali di proprio conseguenz a dell'u so militare come arma
divieti dell'uso di tali attrezzi una volta trasfor- manesca da utilizzare a fendenti ",
mati in veri e propri strumenti da combattimen- A poco più di 3 km da Casorzo, in direzione
to". Le dimensioni della beidana, al contrario di Nord-Est, sorge il santuario della Madonna dei
altre varietà allungate di falci e roncole, rendono Monti (Fig.5), isolato sul colle omonimo (377 m),
poco funzionale l'uso come attrezzo da taglio e nel comune di Ottiglio (Alessandria). Il sito è com-
depongono piuttosto per un originale impiego preso nell'area di affioramento della Formazione
militare . Potrebbe corrispondere alla beidana il della Pietra da Cantoni (Acquitanian o superiore-
termine «falcetto» citato alcune volte in occasione Serravalliano basale)" . La chiesa oggi campestre,
di guerre in documenti piemontesi dei secoli XVII
e XVIII, ma manca tuttora una precisa conferma
documentale scritta o iconografica". 22 Numerosissime sono le rappresentazi oni di san Pie-
tro da Verona con gli stru menti del suo martirio. Per un
sommario elenco di opere dei secoli XIII-XVII, cfr. A LCE
1952; REDIGONDA 1952; RÉAU 195 7: 1104-1106; Sn.LI
19 D ONDI 1974 : 22-24. 1968 ; KAFTAl198 5: co lI. 548 -552.
20 SETIlA 1993 : 196-197,222. 23 D ONDI 1974: 32-3 4.

2 1 DONDI 1974: 23. 24 BONSIGNORE et al. 1969.

166
Un'arma simile alla beidana valdese in Monferrato

ma forse di origine monastica, è elencata negli


estimi della diocesi di Vercelli solo nel 1298
(ecclesia Sancte Marie de Montibus, pieve di San
Cassiano}", Il suo patronato fu a lungo conteso
tra l'abate di Grazzano e la comunità di Ottiglio.
Probabilmente fu ampliata alla fine del secolo xv.
Nel 1832 le volte di legno e cannicciato furono
ricostruite in muratura. Vari interventi di inizio
secolo xx le hanno dato un aspetto vagamente
neogotico". Altri restauri appariscenti sono stati
effettuati nel 1965-1966 e nel 1998.
L'edificio è orientato; dell'originale romanico,
databile alla fine del secolo XII, conserva solo Fig. 6 - Ottiglio (Alessandria), santuario della Madonna dei
l'abside in conci di pietra da cantoni gialla Monti, graffito rilevato nella lesena limitante la campitura
meridionale dell'abside (lunghezza 45 cm).
lavorati con gran cura, divisa in tre campi da
semicolonne che reggono capitelli scolpiti a
foglie e mascheroni, con tre eleganti monofore sorzo. Il primo mantiene tutti i caratteri di un
a doppia strombatura, tamponate all'interno, attrezzo da taglio adatto per lavorare il legno a
mensole scolpite sorreggenti archetti monolitici portata di braccio; il secondo è la sua evoluzione
e cornice a dente di sega all'imposta del tetto. La in arma vera e propria: l'allungamento del ferro
completa assenza del mattone differenzia questa e lo spostamento distale del baricentro infatti
costruzione dalle maggiori chiese romaniche del non sono giustificati da necessità lavorative, ma
Monferrato, avvicinandola piuttosto alla prassi dall'adattamento dell'attrezzo contadino in arma
edilizia dell'immediato Oltregiogo o dell'area manesca, allo stesso modo in cui si è trasformata
acquese-", la piccola mannaia dando origine alla beidana".
Sulla lesena limitante la campitura meridio- Se questa interpretazione è corretta, bisogna
nale dell'abside è graffito un oggetto simile a allora riconoscere che le dimensioni dell'arma
un mannaretto da legno con becco sul dorso di Casorzo sono eccessive, in particolare per
(Fig. 6), attrezzo finora ignoto in Piemonte": quanto riguarda il graffito verticale dell'abside,
il profilo è profondamente inciso e disposto in cui la distanza tra l' «anzino» e la punta smussa
orizzontalmente all'altezza di 120 cm circa su della lama è di circa 80 cm, una lunghezza tale
un unico concio di pietra da cantoni (un breve da intralciare la marcia della persona che aves-
prolungamento del gancio del manico sul con- se portato tale arma appesa al fianco. Si tratta
ci? sottostante pare di esecuzione più recente), quindi di una riproduzione ingrandita rispetto
misurando lunghezza totale di 45 cm e massima all'originale, la cui lunghezza totale doveva esse-
larghezza della lama di lO cm. È nettamente re simile a quella della beidana (come già detto
più corto dell'oggetto graffito a Casorzo, ma da meno di 50 a 75 cm) o di poco superiore.
presenta in comune con esso vari particolari Per la datazione dei graffiti di Casorzo e Ottiglio
caratterizzanti: l'uncino curvato verso il lato ci si può basare solo su dati indiretti. Il profilo
tagliente del ferro in continuità col manico superiore dell'arma graffita sulla parete meridio-
la lama stretta presso l'impugnatura e larga in nale della chiesa di Casorzo (Fig. 3) è interrotto
punta, l'incavo arcuato sul dorso all'estremità da una cavità all'incirca emisferica con diametro
distale che determina la sporgenza di un becco di 4,5 cm che è stata prodotta successivamente
il lato tagliente rettilineo. ' al graffito stesso". La parete meridionale della
Seguendo il ragionamento di Giorgio Dondi, chiesa di San Giorgio e Madonna delle Grazie
l'oggetto di Ottiglio si potrebbe interpretare presenta numerose cavità simili con diametri
come il diretto precursore dell'oggetto di Ca-
29 DONDI 1974: 32.
30 Il graffito è interrotto bruscamente dall'impronta
25 1945: 37.
SELLA, FERRARIS mantiene una precisa linearità ai due estremi della cavità'
non si continua neanche minimamente all'interno della
26 TORNIELLI1967: 51; ROGGERO 1993: 98, 102. cavità stessa; l'esecutore del graffito avrebbe inoltre sicura-
27 Tosco 1997; CERVINI 2005: 92. mente evitato di intersecare una grossolana irregolarità della
28 DONDI 1983: 28. superficie lapide a, se questa fosse stata preesistente.

167
C ARLO A LETI O

variabili da 2 a 5 cm circa, causate dall'impatto Il termine ante quem per l'arma di Casorzo
di palle d'arma da fuoco; impronte di queste dovrebbe quindi essere almeno il 1706 (e for-
dimensioni mancano in altre chie se del Mon- s' anche il 1642), mentre mancano dati concreti
ferrato e sono del tutto tipiche della chie sa di per stabilire un termine post quem. Non pare
Caso rzo, facendo ipotizzare per tutte un 'origine comunque che si debba scend ere troppo risp etto
nel corso di un preciso evento bellico, ch e po- al secolo XVII, se si considera ad esempio che
trebbe corrispondere con la tragica rappresaglia nell'iconografia di san Pietro da Verona un'arma
spagnola del 4/6/1642, quando furono tru cidate simile a quella di Casorzo compare solo poco
più di 100 persone rifugiate nel campanile della prima della metà del XVII secolo" ,
parrocchiale di Casorzo! '. Si tr atta soltant o di In conclusione l'oggetto graffito due volte sulle
un 'ipotesi, data anche la frequen za di sco ntri pareti estern e della chies a di San Giorgio e Ma-
militari in Monferrato per tutto il XVII seco- donna dell e Grazie di Casorzo è un 'arma mane-
lo, ma altri elementi sembrano rafforzar e tale sca, probabilmente derivat a per allungamento
congettura. Tra i graffiti datati della chie sa di del ferro da un attrezzo simile al mannaretto
Casorzo, alcuni sono in rapporto tale con le graffito a Ottiglio. L'epoca di produzione di
impronte dei proiettili da poter facilmente ri- questi graffiti dovrebbe essere ristretta al XVII
conoscerne la cronologia relati va: in particolare secolo, con una certa preferenza per i pr imi
un graffito datato 1634 è ant eriore all'impronta decenni di tale seco lo .
di un proiettile, mentre un altro graffito datato
1706 è sicuramente posteriore" .
33 Nel Martirio di S. Pietro da Verona del Guercin o
è effigiat a un'arma di dimensioni intermedie rispetto
ai gra ffiti d i Ca so rzo e Ottiglio , con lama ch e si allar ga
31 BREMIO 1911 : 2 14-2 15 . dall'impugn atura alla punta e incavo ar cuat o nella por-
32 ALETTO 2004: 66 , 73 . N el primo caso l'impronta zio ne di stale de l dorso ; il gancio dell 'impugn atura va a
di pro iettile sfiora il bo rd o infe rior e della scritta «1634 8 costituire un a vera e propria elsa . La p ala fu real izzat a
octob(ris) obuit hispan«: u>« uir», cance llando part e di una per la chiesa d i Santa Croce di Cas te l Bolognese nel 164 7
traccia lineare che serviva a mantenere costa nt e l'a mpiezza e att ua lmente è co nservata nell a Pinacoteca N azio na le
dei caratteri graffiti (colgo l' occasion e per correggere la di Bol ogna (STONE 1991 ). N on h o trovato t ra i rep erto ri
svista per cui nell a didascalia.alla fig. 1 di p. 6.6 di ALETTO ico n ografici di san Pietro da Ver ona rappresentazi oni
2004 ho trascritto l'anno «1643 » an ziché «1634 »). Nel più antiche di tale arma. Un'arma simile compare an co ra
secondo caso la pr eesistenza dell'impronta di un a palla dopo oltre un secolo nella pal a co l Martirio di S. Piet ro
d' arma da fuo co ha fatto int er rompere <I metà la parola da Verona, realizzat a nel 175 1 dal vero nese Piet ro Rotat i
«Decam pato» nel graf fito co n la scritta «1706 li 7 7bre Li per la chiesa di San Dom eni co di Casale M onferrato
Francesi / Hann o Deca-m pato / Da Torino ». (GABRIELLI 1935 : fig. 142).

Bibliografia

Accade mia di San M arciano 20 04, La beidana, «Diana CERATO A. 1999, Chiesa di San Giorgio e Madonna delle
Arm i», XXXVII (7), 4 04, pp. 13 6-140. Grazie in Casorzo: analisi dei dissesti e dei degradi,
ALCE V. 1952, Iconografia di s. Pietro da Verona mar tire Tor ino [tesi di laurea, Facoltà di Architettura, sotto la
dom en ican o , «M emo rie Dom enican e», LXI X , pp. direzion e di M .l. Ca mett i, L. Sta ffeni].
100-114,1 50-168. CERVI!'.'! E 2005, La pietra e la croce, Cantieri m edievali
ALETTO C. (a cura di) 2004, Graffiti, Iscrizioni e figura- tra le Alpi e il Mediterraneo, Venti miglia.
zioni incise sulla Pietra da Cantoni, Villanova Mon- DESTEFANO L., VERGANO L. 1960, Chiese romaniche nella
ferrato. provin cia di Asti, Asti.
BARBEROA. 19 79, Settece nto m inore: cantieri operan ti nel [)ONDI G. 1974 , Sulla beidana, «Armi Antiche», pp . 2 1-59 .
territorio, in Il Teatro Municipale di Casale Monferra to, DONDI G. 19 83, An cora sulla beidana, arma delle Alpi
Casa le Monferr ato , pp. 5 1-72 . Occidentali, «Arm i Antich e», pp. 27-32.
BOCCIA L.G., Co n HO E.T. 1975, Armi bianche italiane, GABRIELLI N. 1935 , Ear te a Casale Mo nferrato dal Xl al
M ilan o . XVIll secolo, Tor ino (rista mpa anastatica 19 81, Casa le
BON51GNORE G., BORTOLAMI G., ELTER G ., M ONTRA510 A., Monferrato) .
PETRUCCI E, RAGNI U., SACCHI R., STURANI c., ZANELLA INZERRA BRACCO S. 19 84, Note di aggiornam ento, tutela
E. 1969, Note illustrative della Carta geologica d'Italia, e salvaguardia: studi, progetti ed ipotesi di restauro,
fogli 56-57 (Torino-Vercelli), Rom a. Iniziative in corso, in Le chiese romaniche delle cam -
BREl\110 G. D . 1911 , Cronaca m on ferrina (1613 -166 1), pagne astigiane - W l repertorio per la loro conoscenza,
est ratt o da «Rivista di Sto ria Arte e Archeologia della conserva zion e, tutela, a cur a di L. Pittar ello, Asti, pp.
Pr ovincia di Alessa ndria», XV I e sgg., Alessandria. 3 14 -327.

168
Un'arma simi le alla beidana valdese in Monferrato

KAFTAL G. 1985, Iconograpby of the saints in the painting SETTIA A. A. 1993, Comuni in guerra, Armi ed eserciti
of N orth West Italy, Firenze. nell'Italia delle città, Bologna.
KI NGSLEY P ORTER A. 1915 , Lombard architecture, II, N ew SI LLI A. 196 8, Pietro di Verona, santo, martire, III, Icon o-
Haven-London. grafia, in Biblioth eca Sancto rum , dir. da F. Caraffa, X,
Musso A.M. 2001 , Casorzo: la sua gente, la sua storia nei Roma, colI. 75 6-76 1.
docum enti e nei ricordi, Chieri. S TO NE M .D. 1991, Gu ercino , Catalogo completo dei
NICCOLINI G. 1877, A zonzo per il circondario di Casale dipinti, Firenze .
Monferrato, Torino. T ORNIELLI V. 196 7, Architetture di ott o secoli del Monfer-
PITTARELLO L. (a cura di) 1984, Le chiese roma niche delle rato, Ca sale Monferrato.
cam pagne astigiane - un repertorio per la loro cono- Tosco C. 1997, Il Monferrato com e scuola architettonica:
scenza, conservazione, tutela, Asti. interpretazioni critiche di un tema storiografico, «M o n-
REAU L. 1957, lconographie de l'art chr étien, III, Paris. ferrato Arte e Sto ria», 9, pp. 45- 77.
R EDIGOl\DA A. 1952, San Pietro martire, in Enciclopedia V ASCHETTI L. 1986, Graffiti su chiese romaniche dell'Asti-
Cattolica, IX, Citt à de l Vatic ano, colI. 1450-145 1. giano, in Benaco '85, La cultura figurativa rupestre
dalla protostoria ai nostri giorni: archeologia e storia
R OGGERO D. 1993, Ottiglio, Ritratto di un paese del Mon- di un mezzo espressivo tradizionale, Atti del I " conve-
ferrato, Villan ova Monferrato . gno internazionale di arte rup estre (Torr i del Benaco
SELLA D., F ERRARIS G. 1945, Acta Reginae Mon tis Oropae, 198 5), a cura di F. Gaggia, A. Gattiglia, M. Rossi, G.
I, Biella. Vedovelli , Torino, pp . 181-214.

169

Potrebbero piacerti anche