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Dopo aver realizzato la Borsa, Berlage, compie un viaggio negli Stati Uniti, entrando in contatto con
le innovative costruzioni, le prime architetture multipiano con scheletri in ferro. Nel 1914, quando
rientra in Europa, riceve l’incarico di progetta a Londra la Holland House, un edificio per uffici. Viene
incaricato da una famosa famiglia di collezionisti olandese, Croller-Muller.
L’architetto progetta un edificio dove è presente uno scheletro di metallo, che è possibile vedere
attraverso lo schema modulare in facciata, rivestito con delle mattonelle di ceramica. L’utilizzo di
questa griglia metallica consente di avere un palazzo per gli uffici, dove si inizia a vedere la finestra
che dal tetto arriva fino al pavimento, illuminando l’intero edificio.
Nel 1920 progetta anche il Museo Municipale Den Hoag, il quale rappresenta la conclusione del suo
percorso professionale. Si tratta di un edificio che si struttura attraverso un incastro di volumi
semplici e che sarà anche una delle caratteristiche che porterà avanti la progettazione di Gropius, il
quale dirà
“L’arte di costruire non può essere che l’arte di comporre i volumi”
Un’idea che viene sviluppata nell’800 è quella di Auguste Choisy, il quale analizza puntigliosamente
un dettaglio del tempio greco, dove vi è la colonna con un semplice capitello di ordine dorico,
sormontata un architrave, il fregio con metope e triglifi, e la cornice. Di questo dettaglio fa una
trasposizione del tempio classico, realizzato in marmo o in pietra, in un elemento fatto in legno. La
teoria di Choisy dice che il tempio classico, in muratura, altro non è che la trasposizione della tecnica
in legno del tempio classico. Il sistema della decorazione dell’edificio classico altro non sono che la
memoria dell’aggancio delle testate delle travi di legno sull’architrave orizzontale.
Una delle opere più importanti di Perret è la CASA AL N.25 DI RUE FRANKLIN realizzata a Parigi nel
1903. Si tratta della prima casa a Parigi realizzata interamente con un sistema intelaiato di
calcestruzzo, costituito da pilastri e travi. Viene elaborata una pianta tipo
che si ripete nei singoli piani. I muri perimetrali sono portanti ma ai quali
la casa non si appoggia, poiché sono delle proprietà confinanti. La vera e
propria struttura portante della casa è proprio il sistema di pilastri,
rappresentati da puntini in pianta. Un sistema di pilastri e travi portanti,
certamente, non necessità di grossi spessori murari, quindi i muri hanno
soltanto la funzione di dividere gli ambienti. La prima scelta che fanno i
fratelli Perret è quella di piegare la facciata, in modo da ampliare la
superficie illuminata.
Con questo edificio, ci si trova in presenza di una pianta che potrebbe essere definita come una
“pianta libera” dagli ingombri dei muri portanti. Tuttavia, però, è ancora una pianta bloccata poiché
vi è sempre un’impostazione simmetrica, ma anche perché vi è una ripetizione di questa pianta tipo.
Guardando la facciata nel dettaglio, è possibile notare la presenza di un sistema intelaiato che
costituisce la struttura (pilastri, le travi), la quale viene ancora rivestito da delle piastrelle,
mattonelle di rivestimento lisce per quanto riguarda gli elementi strutturali, mentre, con dei pannelli
che riprendono il tema floreale dell’Art Nouveau, vengono rivestiti i pannelli di chiusura, di
tamponamento.
Ancora, in quel periodo, il cemento armato non era visto come un materiale di decoro e che poteva
stare all’interno di una città.
Nel caso del progetto del Garage in rue de Ponthieu, a Parigi (1906), utilizzano sempre il sistema
intelaiato con pilastri e travi lasciato a filo con la facciata, condizionandone il disegno.
Tra il ’22 e il ’24, Perret continua a lavorare sul sistema del cemento armato, progettando la Notre
Dame du Raincy. In questa chiesa elabora l’idea dei pilastri cilindrici in cemento armato che
sorreggono delle volte a botte. La struttura, però, stavolta viene presentato così per come è stata
realizzata, Perret decide di lasciare a vista il cemento armato, infatti è possibile vedere i segni delle
casseformi usate per il getto del calcestruzzo. Il sistema delle vetrate ricorda molto quello presente
nelle grandi chiese gotiche. A proposito di questa sua opera, Perret affermerà
“L’architetto è un poeta, la sua lingua madre è la costruzione”
La costruzione al centro della riflessione di questi architetti.
Inoltre, due frasi molto significative sono state dette da due grandi architetti, Perret e Loos:
“Io affermo che chi, senza tradire mai né i materiali né i programmi moderni, sappia produrre
un’opera che sembri esistere da sempre, che in una parola sembri banale, io penso che possa
ritenersi soddisfatto” (Perret)
“Lavoriamo senza fermarci un solo istante a pensare alla forma, non abbiate paura se la forma è già
pronta, che ben venga, non abbiate paura di essere ripetitivi e non cercate l’originalità “(Loos)