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Introduzione
Le Corbusier (LC) per tutta la sua vita ha cercato la modernità. Nasce a La Chaux-de-Fonds nel 1887-1965. Si
forma come disegnatore di casse di orologi a La Chaux-de-Fonds. Il suo maestro è Charles L'Eplattenier
docente di disegno e composizione decorativa. Infatti sceglie per i suoi migliori allievi un tipo di percorso
formativo. (con apprendistato all’estero)
Da anni, il suo maestro sta pensando ad una riforma delle arti decorative per abolire le gerarchie fra arti maggiori
(pittura, scultura) e minori guardare le arti come un tutt’uno. In questa riflessione emerge il tema dell’artigiano
visto come una figura contrapposta al ruolo della macchina. L’artigiano dovrebbe avere all’interno della
società un ruolo importante. Il maestro voleva creare un atelier d’arte che esprimesse l’artigianato locale.
In seguito si reca a Vienna (abbastanza critico e infatti rifiuta la possibilità di lavoro data da Hoffman)
Dal luglio del 1908 lavorerà per 16 mesi nello studio dei fratelli Perret. Perret è il principale costruttore (ha
un’impresa di costruzione) ed è il massimo esperto del cls quindi studia l’uso dei materiali moderni e l’uso dei
materiali appropriati. Impara anche la sincerità strutturale come nell’edificio “casa in rue Franklin”
Parigi, 1903-04.
Nel 1909 ritorna a casa ma rimasto in buoni rapporti con Perret (sarà il mio maestro fino alla fine). Riparte
immediatamente per la Germania. Vuole raccogliere del materiale per scrivere una pubblicazione “la
costruzione delle città”. Scrive molto a differenza di Mies. LC pensa molto al tema della città sollecitato dalla
visita della Certosa di Firenze. L’architettura di LC è da pensare in un contesto di città.
Nel 1910 visita la Garnisonkirche di Theodor Fischer nel 1909 chiesa in cls. Quello che interessa è l’impiego
dei materiali. La chiesa è un edificio dove il tema fra modernità e tradizione non sono strettamente legate
assieme. Possiede un doppio campanile (romanico) che se ruotato diventa un elemento di facciata dalla parte
opposta. Si hanno degli elementi in cls e degli elementi tradizionali tamponati in mattoni.
Nel 1910 arriva a Berlino e vuole scrivere un saggio sulle arti applicate quindi deve incontrare il Werkbund.
Comincia così a scontrarsi con i problemi della grande metropoli berlinese, infatti ne risulta sconvolto
dall’aspetto mostruoso della città. Incontra Peter Behrens e visita Fabbrica di turbine AEG. Rimane colpito
dall’interno e annota: “Grande facciata di Behrens, piena di carattere, andamento utilitario plastico della pietra, del
cemento e del ferro”. Si confronta con il tema dell’industria, con le macchine (lui era un artigiano). Capisce
che è il tema centrale ed entrerà nello studio di Behrens. (molto intimidito da Behrens). Il tema dello studio è
struttura e architettura tema più generale è la tradizione e innovazione, come si fa a non sradicarsi dalla
tradizione pur creando qualcosa di moderno.
Nel frattempo va a trovare il fratello pianista in una città giardino Hellerau esperimento: si cerca di creare
piccole comunità che vivono secondo nuove modalità legate all’arte. L’idea è porsi come delle comunità ideali
armoniose.
Alla vigilia della prima guerra mondiale 1911 parte per l’oriente. Parte da Vienna (dove ritrae Negozio Kniže di
Loos) e successivamente passa da Istanbul, Atene, Napoli, Pompei e Roma. Si tratta di un percorso lineare, prima
la modernità e poi il classico. LC parla del mediterraneo come del luogo più importante, dal quale si affacciano
tutte le nostre origini deriveranno tutte le sue suggestioni. Farà molti schizzi sui tempi. Istanbul è luogo di
convivenza fra Europa e asia.
Al ritorno si chiude il periodo di formazione e si traferisce a Parigi nel 1917.
Il cambiamento 1917
Inizia la mutazione cambia nome e fonderà con il pittore Ozenfant (presentato da Perret) una rivista
“L’esprit Nouveau Spirito nuovo”. Significa ripartire da zero ed essere nuovo ovvero profeta della civiltà
delle macchine.
Inizia così a dedicarsi alla pittura con un nuovo stile Lo stile purista. Si
vuole ricominciare da zero dopo la 1GM.
Nel 1918 il suo primo quadro: In fondo a sinistra sembra un richiamo a
Behrens (cerniera AEG).
I quadri sono tutte nature morte con oggetti del quotidiano (mai oggetti
naturalistici in questo periodo) e sono prodotti industriali, dall’uomo
oggetti della civiltà delle macchine e resi astratti e geometrici (come la
decorazione della villa Fallet). Questi oggetti sono posizionati in base a
precisi tracciati biometrici tracciati regolatori. Sono quindi tecniche
architettoniche per rappresentare oggetti. Il quadro è concepito come una
macchina per emozionare e nulla è lasciato al caso. Si tratta di una
bellezza matematica, legata alla geometria.
Verso un’architettura
Nel 1923 pubblica “Verso un’architettura” LC diventa un vero e proprio faro dell’architettura moderna. In
compertina c’è un ponte di una nave ovvero una macchina perfetta che si muove si sta correndo verso il
futuro.
Vi sono molte macchine (automobili) La macchina è modello di massima economia di forma e funzione:
La macchina è calcolo; il calcolo è sistema creativo umano che investe il nostro mondo, spiegando con delle
proporzioni, esatte ai nostri occhi, l’universo che intuiamo, la natura che vediamo con le sue dimostrazioni
tangibili di vita ordinata. L’espressione grafica di questo calcolo è la geometria. Calcolo è geometria La
macchina è tutta di geometria. La geometria è la nostra grande creazione e ci affascina.
C. E. Jeanneret, in «L’Esprit Nouveau», n.25, p. 93
Mette il Partenone a confronto con delle automobili Entrambi sono frutto di una selezione, di un calcolo
esatto. Il Partenone è una macchina nella quale tutti gli ingranaggi sono messi con la massima economia (edificio
nulla si può aggiungere e levare). Innovazione alla tradizione. Quindi nella civiltà delle macchine vi è
l’annuncio di una classicità unione. Solo acquisendo questa massima disciplina si può garantire all’uomo
la massima libertà (architettonica, artistica, ..)
Nota presentazione
Tema del doppio: Villa la Roche: Plastiche interne con volumi che si muovono in modo da non notarli. (Esempio
le doppie altezze interne). Quindi un apparente facciata razionale, racchiuda in realtà spazi complessi. A Villa
Savoie non si tratta ancora di oggetti a reazione poetica, ma sono considerati come una sorta di disturbo. Solo con
il padiglione Svizzero si hanno forme più organiche. A Ronchamp vi è meno il tema del doppio.