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Fréal, 19,s.
2 Il concetto di architettura razionalista è stato utilizzato dagli storici
dell'architettura (B. Zevi soprattutto) per designare il movimento che si
affermò dopo la guerra del 1914 a favore delle forme pure (contro l'Art
Nouveau e sotto l'influenza del cubismo) . Esso tende a escludere ogni de-
corazione e ornamentazione degli edifici, e preconizza lo sfruttamento ra·
dicale delle risorse della tecnica e dell'industria. I suoi principali fautori
furono Gropius, Le Corbusier, Mies Van der Robe, Oud e Mendelsohn.
L'a~c_hitett_Ura r~zionalista si è propagata in un secondo tempo negli Stat\
Umtt, subito prima, ma soprattutto dopo, la seconda guerra mondiale. Gh
architetti razionalisti hanno creato lo « stile internazionale» (espression,e
consacrata da H. R. HITCHCOCK e PH. JOHNSON in The International Style:
Architecture since 1922, Norton, New York 1932).
3 Continua_ndo l'opera c?mpiuta ~al Deutsches Werkbund di H. Van
de Velde e sviluppando le idee da lm stesso già riassunte nel 1910 Gro-
pius fon~a 1;1el 1919 !l Ba~haus di ~eimar. Questa celebre scuola si pone
come ob~etuvo una_ smtes1 dell~ aru e dell'industria, l'elaborazione con un
la~oro d1 gruppo ~1 norme e d1 stand~rds ?estin_ati, nel ·caso··dellè. arti ap·
phcate e dell arch1:et~ra, a;la produz11;me m sene. È in questo spirito che
il Bauhaus cerchera d1 defimre il proprio stile. Tra i professori chia0,1ti da
L'URBAN ISTICA !Ji -PISCUSSION E 29
.
,. s1er e dell'urbs f!Lb.01ta.:0.1.:Md1iers.e1me'(
/ Questospazio esploso è tuttavia regolato da un ordine
f rigoroso che risponde ad uri nuovo grado di efficienza,
i quello dell'attività produttiva. In effetti la città industria.-
lizzata è anche industriosa, e questo significa, per l'urba-
I nistica progressista, «uno strumento di lavoro>>.. Perché
la città possa adempiere questa funzione utilitaria, deve
\ essere «classificata», analizzata, ogni funzione deve occu-
parvi un'area specializzata. Al seguito di Tony Garnier,
gli urbanisti ro res~i~~ eparano accuratamente i luo·
gh1 !-.~~-~~--~µe i derI'naoit~i~-questiul~i!!!J__dai
~ n c_1v1c1 o dai luoghi di svagò. CiasCuna dl queste cate·
gone viene a sua volta suddivisa in sottocategorie, ugual-
1
Urbanisme cit.
2 The New Architecture and the Bauhaus cit., p. 38.
L'URBANISTICA IN DISClJss
IONE
In generale, sono stati concepiti parallelamente d . .
.1 ab'1taz1one,
. . come a11' eQ_Q_ca~d' F uner
proprio · euep tipi
d
<lhon. Da una parte si ritrova la (éas~ ~ individu °u-0
riservaia ad un piccolo numero ~ iniglie; questa al
1
zione viene studiata soprattutto dagli anglosassoni :i° 1:
olan?esi e da certi m~mQLL?tlJ3a~?~us. J?a un'alt;a ;:r~
te, s1 vede proporre 1~ " o; · · g!,gante, che co _
risponde maggiormente a 'Iaea e di unas ociei! -modern:.
sta. Prototipi notevoli sono stati messi a punto negli anni
'20 dal Bauhaus e da certi architetti sovietici d'avanguar-
dia, come 011 e Ginsburg. Le Corbusier doveva ancora
concepire il modello piu elaborato: l'unità di abitazione 0
«c_ité ra~euse», ~ealizzata per la prima vo!t~ ~ Marsiglia',
prrma ~1,esse~e npe~uta a N~ntes, Briey ~ ef!'mo:I_
La c1te rad1euse riprende m modo esplicito la concezio-
ne del falansterio di Fouri~r. Costruita per ospitare lo
stesso numero di famiglie (da millecinquecento a duemila
persone), offrendo gli stessi servizi collettivi e gli stessi or-
ganismi~ in particolare « la strada galleria», l' «unità» è
una versione del falansterio modernizzata e segnata dai
progressi della tecnica: l'invenzione del cemento armato e
dell'ascensore hanno permesso di sostituire in un edificio
l'orizzontalità con una verticalità di diciassette livelli. Ma
la cellula o alloggio familiare, che il sistema di Fourier la-
sciava deliberatamente nell'indeterminazione («si trova
da alloggiare secondo le proprie scelte e i propri gusti»),
diventa al contrario per Le Corbusier, un appartamento
tipo, con funzioni classificate in uno spazio minimo e non
trasformabile. Sarà chi vi abita a doversi adattare allo
schema di circolazione e al modo di vita che un tale allog·
gio implica, e che sono stati giudicati i migliori possibili
dall'architetto.
L'ordine materiale che abbiamo definito contribuisce
ugualmente, con la sua proiezione nello spazio, a creare
un clima mentale particolare. Nella misura in cui è stato
concepito come un'espressione plastica della modernità,
suscita immediatamente un'atmosfera da manifesto. La
1
Sitte era architetto e direttore della Scuola imperiale e reale delle
Arti industriali a Vienna.
2
Der Stiidtebau cit., 1918.
40 L'URBANISTICA IN DISCtJs
SION:e.
/ tL.Qr~~i-...v ~ g Q ! ! 9 ~ttà. La metropoli del
· l'era industriale fa orrore a Howar , che fissa a trent 11.1·
o cinquantottom!la an 1a
· 1·1 n;1m~ro d'1 ab'itant~· de11_a sua città
. Quest'ultima è circoscritta m modo p~e~1so, c~rcondata d~
una cintura di verde che ha. lo. scopo
U d1 d1mped1re . ogni con.
tatto con altre agg1o~eraz1on1.' na gar en-~ay_ non si può
estendere nello spa~10; non puo che sdopp1ars1 come fan.
no le cellule viventi, dal momento che la popolazione.
sopl".annumero fon_derà a sua volta ~n nuovo centro, ;~
una distanza sufficiente, a s~a ~olta circond_ato dal verde.
Ogni città occupa lo spazio m modo particolare e diffe.
renziato; questa è la co11seguenza del ruolo che i cultura.
listi accordano all'individualismo. Nelle ricerche di diffe.
renziazione, Howard metterà soprattutto l'accento sui fat-
tori sociologici; la popolazione ·dovrà accordare una giu-
sta parte alle,J.iv~f se classi secondo l'età ed i vari settori
di_lavo(6~ ~ -,cfal canto ~uo (fe~el~ente seguito da Un-
wm per quanto concerne 1orgamzzaz10ne del nucleo cen-
trale.delle garden cities ), si c~ rerà esclusivamente sui
mezzU n.gr-ad0--ài-assiet1•r-ar~~cata1J~!i di pe~ liarità e va-
rLeJà.allQ_§l}a2.i,o.Jnterno_ddla__çit!i Egli ricorrèa1Panal1si·
delle-dttà del pas.s_ato i,dall' antichitàafsècolo-xv~
ins"t'anèaSìle nell~-; t~diare il tracciato delle vie di circola-
zione, la disposizione e le dimensioni delle piazze rispetto
alle strade che vi accedono, agli edifici che li delimitano,
ai monumenti che li ornano. Il maestro viennese riesce
ancora a reperire, nel piu gran numero dei casi possibili,
la situazione e le dimensioni dei punti di fuga. Se lo stu·
dio si ferma al Rinascimento italiano, è perché l'assetto
della città vi fa già intervenire (disgraziatamente, secondo
Sitte), il _t~volo da disegno con lo scopo di ottenere effetti
prosp~tt1c~. . \
. Dai va~1_rileva~enti ed analisi, Sitte trae la definizione\
d1 un ordme spaziale modello. Al posto dello spazio astrat·,
1
Der Stiidtebau cit.
2
Ibid.
L'URBAN ISTICA IN DISC'lJ
42 ssxoN
to è partito in Germania ed è la conseguenza di u , 11.
di Camillo Sitte» 1_. E difatti_l'urb~n~sta viennese è Pera ~l
te ossessionato dal pr<?blem1 estetlcl e dalle forme deren.
sato, che giunge a misconoscere completamente l' Pas.
zione delle condiziòni di lavoro, cosf come i problern~~oiu.
circolazione. ~~in. s~e~so si rende ~onto -~ella cont~aJJ.a
zione e, da buon emJ?1rista, c~ ~-:-<:~1.!9-~ ~"Jl tnodell~
culturalista con le esigenze d<:l p~~s~JJ.t.~.1vialgraclof8 .
. 1armene
s"f ùtz1,. .paruco t per quan t o concerne 1. trasporti UOt
0
muni, non sempre ci riesce. Nel caso delle garden-citt ·
il çontt_ofuulchis;sto dall 'eJ.~12s!9~.l}r b~ ~ ~ ! l,~ r:~~
ta limit~zio~ i~q9-_son~J facd1:1.~11te co.r_np~u~_gt~~~ le nè)
cessità ddfo.sv1luppo economico moderno. ..._ __/J
Questo perché, in definitiva, si tratta di un modello 00 _,
stalgico. Per afferrare bene la natura di tale nostalgia ci
si può riferire alle opere di una serie di autori tedeschi piu
o meno contemporanei dei primi urbanisti; la visione de~
gli storici del secolo XIX viene approfondita, completata
da certe ulteriori acquisizioni, e chiarita a volte con l'aiu-
to dei ·concetti hegeliani-mar~isti. In tal modo, malgrado
la divergenza delle loro posizioni e delle loro preoccupa-
zioni (nelle quali :filosofia, storia della cultura ed economia
politica giocano rispettivamente il ruolo principale), men-
ti cosi diverse come quelle di Max Weber, Sombart2, o
Spengler, ci presentano un'immagine alquanto simile del-
la città europea preindustrialè; per tutti e tre essa costi-
tuisce un luogo e un momento eccezionali, in cui, grazie al
clima particolare della comunità urbana, l'individuo uma-
no si può realizzare, e la cultura svilupparsi. Nell'ultima
pagina delle sue osservazioni introduttive della raccolta
T he City di W eber, D. Martindale riassume bene questa
visione e gli echi nostalgici che trova ancora oggi: «La
teoria della città di Max Weber ci porta cosi ad una con·
clusione assai interessante. La città moderna sta perden·
do la sua struttura esterna formale. Dal punto di vista
interno, essa è in corso di degenerazione, mentre la comu·
I Ub '
r antsme . p. 9.
clt., ..
2Cfr. particolarmente w. SOMBART, Der moderne Kapitalismus, Mun·
chen 1902-27, tomo II, parte II; e Der Begrief der Stadt und das Wesett
der Stadtebildung, in Brauns Archiv, vol. IV, 1907.
L'URBANISTICA IN DISCUSSIONE
c. Un nuovo m;0detlo-natuYalista.
xvm, non devono dissimulare l'importanza del ruolo che svolgono, nella
maggior parte delle nuove città industriali sovietiche, i principì progressj.
sti dell'igiene (cfr. l'importanza attribuita agli spazi verdi ed il modo in
cui sono organizzati), dalla classificazione delle funzioni, e della standar-
dizzazione. Cfr. a proposito di tutti questi problemi: PIERRE GEORGE, La
ville cit., capitolo dedicato alla città sovietica, p. 336: La ville-type e
pp. sgg.
1 Costruito sull'area di un antico quartiere di tuguri, il complesso re-
III.
A. Tecnotopia.