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28 L'URBAN ISTICA IN DISC'tJss10N t

compone di una breve in_troduzio~e acc~~pagnata da un


considerevole numero d1 tavole illustrative che furono
esposte e conobbero un~ ~ran?e not~rietà sin dal 1904.
Secondo Le Corbusier, v1 s1 puo scoprire « un tentativo di
ordinare e di coniuga~e s~luz~on~ ut~lita~ie e soJ~zioni pla-
stiche. Una regola unitaria ~hstribu~sce m t_ut~11 quartieri
della città la stessa scelta d1 volumi essenziali e stabilisce
gli spazi secondo nece~sità di o:dine prati:o e le ~ngiun-
zioni di un senso poetico proprio dell architetto» .
L'influenza della Cité industrielle fu notevole
2
sulla pri-
ma generazione di architetti« razionalisti» , ma questi do-
vevano attendere la fine della guerra del I 9 I 4 e la doppia
sollecitazione del progresso tecnico e di certe ricerche pla-
stiche d'avanguardia per dare un'espressione compiuta al
modello progressista dell'urbanistica. Malgrado situazioni
politiche ed economiche molto diverse, un'immagine ana-
loga della città futura si delinea attraverso ricerche inizia-
te quasi simultaneamente in Olanda intorno a J. P. Oud,
G. Rietveld e C. Van Eesteren, in Germania intorno al
Bauhaus di Gropius 3 , in Russia intorno ai costruttivisti,
in Francia intorno a A. Ozenfant e Le Corbusier.

dà un'ammirevole esempio. I progetti tecnici che attirano l'attenzione di


Benevolo a partire dal 1848 non costituiscono che un caso - particolarmen-
te spettacolare (a causa della rivoluzione industriale) - di una pratica che
è sempre esistita; egli tende a confondere urbanistica e genio civile.
1 LE CORBUSIER, Vers une architecture, p. 38 della ristampa Vincent

Fréal, 19,s.
2 Il concetto di architettura razionalista è stato utilizzato dagli storici
dell'architettura (B. Zevi soprattutto) per designare il movimento che si
affermò dopo la guerra del 1914 a favore delle forme pure (contro l'Art
Nouveau e sotto l'influenza del cubismo) . Esso tende a escludere ogni de-
corazione e ornamentazione degli edifici, e preconizza lo sfruttamento ra·
dicale delle risorse della tecnica e dell'industria. I suoi principali fautori
furono Gropius, Le Corbusier, Mies Van der Robe, Oud e Mendelsohn.
L'a~c_hitett_Ura r~zionalista si è propagata in un secondo tempo negli Stat\
Umtt, subito prima, ma soprattutto dopo, la seconda guerra mondiale. Gh
architetti razionalisti hanno creato lo « stile internazionale» (espression,e
consacrata da H. R. HITCHCOCK e PH. JOHNSON in The International Style:
Architecture since 1922, Norton, New York 1932).
3 Continua_ndo l'opera c?mpiuta ~al Deutsches Werkbund di H. Van
de Velde e sviluppando le idee da lm stesso già riassunte nel 1910 Gro-
pius fon~a 1;1el 1919 !l Ba~haus di ~eimar. Questa celebre scuola si pone
come ob~etuvo una_ smtes1 dell~ aru e dell'industria, l'elaborazione con un
la~oro d1 gruppo ~1 norme e d1 stand~rds ?estin_ati, nel ·caso··dellè. arti ap·
phcate e dell arch1:et~ra, a;la produz11;me m sene. È in questo spirito che
il Bauhaus cerchera d1 defimre il proprio stile. Tra i professori chia0,1ti da
L'URBAN ISTICA !Ji -PISCUSSION E 29

A partire d (I 92è o rogressi~ìrsu?


,.ru:gfill.o-di-t~( · ·. · · m un movimento internazionale, il
gruppo deit.C _ iam '; Àiel 1933 questo gruppo propone una
formulazion~ otfrinale chiamata la Carta di 4{!?,]i.,g,,:,.,&~a
j ~ à i,Ll?.,epe~..~.fil}!.~t..,<;f_çg~ \J.W~l.~.tCR~ j ~ti; il suo
contenuto viene ripreso nei loro numerosi scr1tt1. La ma?-
gior parte delle citazioni che seguono sono state .tu~tavia
tratte da Le Corbusier: un eccezionale talento d1 giorna-
lista alimentato dalla necessità di polemizzare senza tre-
gua contro il passatismo del pubblico francese h~, dura~t~
quarantacinque anni, ispirato a quest'ultimo le 1mmagm1
e le formule di maggior rilievo 2

.J,.:ide__shiave eh~ .§9.!t.9J..niç»d~l)!tp~ S.>ti,ç,a_p,t,O ~k.


s~a è q,1;1_:l.§- dtl_u(ffi.29~~.Di!J\, « Una grande era è iniziata,
vive un nuovo spirito», proclama Le Corbusier nella rivi-
sta «L'esprit nouveau», che ha fondato nel r9r9 con A.
Ozenfant. Questa mocl~!nità egli la ravvisa in due setto-
ri: l'inclustri~ e l'a@h1vaiigua5aI~ (in particolare, il cu-
bism~ r ~vimet i ! i ~ ~ ~ ).

Gropius ricordiamo P. Klee, W. Kandinsky, Moholy-Nagy. Malevic e Van


Doesburg terranno conferenze. L'urbanista del gruppo sarà L. Hilbersei-
mer. Nel 1926, il Bauhaus si trasferisce a Dessau. Mies Van der Rohe ne
assume la direzione nel 1930. I nazisti chiuderanno la scuola nel 1932.
Come ha fatto giustamente rilevare B. Zevi, in Germania, giovane nazione
industriale, l'urbanistica vìene insegnata ufficialmente: Gropius è essen-
zialmente un professore. La situazione è invece opposta in Francia: Le
Corbusier resterà un polemista e un outsider.
1
Il gruppo dei Cfam (congressi internazionali di architettura moder-
na), riunisce non soltanto europei come V. Bourgeois, Gròpius, Hilbersei-
mer, Le Corbusier, Rietveld, Sert, Van Eesteren, ma anche rappresentanti
degli Stati Uniti (Neutra, Wiener), del Brasile (Costa), del Giappone (Sa-
kakura, ecc.). Assorbiti in un primo tempo dal problema dell'alloggio, i
Ciam posero l'urbanistica al primo posto tra le loro preoccupazioni, dal
Congresso dev"'iV'J>, data in cui la lord presidenza spettò a Van Eesteren
allora capo dèl-·dipartimento di Town Planning, della città di Amsterdam.
Gli architetti dei Ciam elaborarono nel 1933 la Carta di Atene, o Town
Planning chart nel corso del loro IV Congresso, che prese la forma di una
crociera nel Mediterraneo, verso la Grecia e Atene. I principi allora for-
mulati vennero riuniti piu tardi in due opere destinate al pubblico non
specializzato: La Charte d'Athènes, l'urbanisme des CIAM di LE CORBU-
SIER, Pl?n, Paris 1943, e Can our cities survive da J. L. SERT (vicepresi-
dente
2
de1 Ciam), Harvard University Press, Cambridge (Mass.) 1944.
• In quarantacinque anni non si nota quasi nessuna evoluzione o tra-
sf~rmazione nel pensiero urbanistico di Le Corbusier. Oggi le s1,1e idee ap-
paiono superate in alcuni paesi, ma non in Francia dove in effetti la situa-
zione dell'edilizia e la mentalità del pubblico non sono affatto mutate tra
gli anni 1918 e 19,0.
30 L'URBANISTICA IN DISCDss1or,,n!

banistica progressista, si troverà q .


e ome ne11 a preur
.1 aIl a , nisu~a
.
,
.
rogress~ ta~ un~ concezi·
·-d.... 1,\
u1n.
ddell'era m ustr1a e co_m~ ~. ~.-i.-.:-- • one
?t~~C».JJJ..JE.~Js,. Ma l'in-
. urbanisti si e spostato ctalle strutture econ0
. h deg11•ali a quelle tecmc
teresse . he ed estetlc
· he. La grand -
mie e e soci . . h, , e
città del secolo xx è anacron1~t1ca P,erc _e non e_ vera con-
temporanea né dell'automobile, ne dei quadri di Mon- _
· lo scandalo storico che denunceranno e tente
dnan: ecco .
ranno di eliminare. .
Occorre che la città ~el secolo xx comp~a vol~a la
sua rivoluzione industriale; e non bastera 1 utilizzazione
sistematica di materiali nuovi, acciaio e cemento, che..con-
sentono un cambiamento di scala e di tipologia; per-otte-
nere l' «efficienza» moderò.a occorre assumere i metodi di /
, standardizzazione e di meccanizzazione dell'industria. La
: razionalizzazione delle forme e dei prototipi si rifà del re-
· -,..sto alle ricerche delle arti plastiche. In effetti, i membri
del Bauhaus cosi come gli urbanisti olandesi, sono stati
strettamente legati a P. M®drian, Van D~e~~Y.rn-~e ai
promotori dello Stijl; gli architetti urbanist1sovÌetici han-
n9).,nvece gravitato nel gruppo costruttivista, intorno a
Mi!fil~ ~ n; Le- Corbus~er insieme con Ozenfant è
stato ntl_1920 il fondatore del «purismo». Questi movi-
menti propongono tutfrun nuovo-rapporto con l'oggetto,
fondato su una concezione austera e razionale della bel-
1f ~z~a . .§Ji.c:e~can_o,. dk~iib~tijf.~..!~J.~~ univ~r.sali continQ_aE.·
:~ Ptg{)9$J.,P ,9~1.cr11-0l!s,t1 ; Kannweìler nòta in modo sug·
1·gestivo che essi volevano dare dell'oggetto «un'immagine
completa e nello s_tesso tempo depurata di tutto quanto è
momentaneo, accidentale, conservando soltanto l'essen·
1
ziale, il duraturo» •
, C?s_i.industr~a e arte si . L~~~!~.-~ r9.,. ricet:casfel-
-unzv~[#<Yb; e 1 oro oppio spiegamento su scala mon-
ia e c~ rma gli urbanisti progressisti nella concezione
dell~t;ip,o.,._~ lla..~n~1,1,i:hal'.listica: identico sotto tutte
le lat1t~dm1 e~ m tutt~ 1 contesti culturali, l'uomo per Le
C~rbus~er sar_a: «de~mtodalla somma delle costanti psico·
fìs1olog1che nconoscmte, inventariate da persone compe·

· 1 D. KAHNWEILER, Juan Gris, Gallimard, Paris 1946 _


L 'URBAN ISTICA IN DISCUSSION E 3r
1
tenti (biologi, medici, fisici, chimici, sociologhi e poeti)» •
/ Questa ipima,gine l'u mo ti o ·s ·rerà la Carta di J
I • --i· ç;-"™
tene, Che ana lZZa b' Ili . S nel ~UaOf.O [I
( }, qua~ro grandi fuli~I?Ill -~ vor~~ -circ~'~'arJ, co!-r~ -
\ uyaFe 1~~9_rpo lo~w..~.rito.~ su"questa"Ba~e che s1 d5vreb- ,
1
\-be potere determinare a priori, con ogm certezza, quel- j
. lo che Gropius definisce « il tipo ideale dell'insediamento
•, umary.o ». .
''( - uesto··m9-dél~o s:i, ap.p,:l'içh<;1il ~ello·:stesso m6èl0•,"~itif-a-
1

verso ,. u -. . ,,., ~f~0 g€ne~ à·e v è - o ~


m.lllazisne_t;opog,rafìca >::vi~sclùsa~.- r:indipe'i1denza, ri-
spetto all'ambiente non risulta piu soltanto, come nel se-
colo XIX, dalla certezza di detenere la verità di una bella
, forma, ma anche da nuove possibilità tecniche: nasce cosf.
• l ,.\« l~€t-mtta,~@14uHl:iez.•e r"'>:>'f'Che"1i.sv-0Ll&sle,,..m.·0nta:gfl&<e1JJ' I
}i
1
,~ olw.~ . fµrcli€..a&selVAr.lt.:,Ju1~.t11nzi,Qm-,S;!,,$J.sl,,zj;ij91ç~,1 1, ·
gli u~banj s!i.~?.:Q-9ttetang,,9.,.J9....,~J,.<rss2.Jlian~Tbano,·,sia..,in, \
- rai@t çhe ._in _Gfappone,~ gl.i.~~a-ti~Uniti,. e,,..0ell~A:i-fica · \
1ee1 . N_Qt_g. Le Corbusi~ . aarri1.-e:r:à_a proporre praticamente
I 'lo stesso schema per ®_ç» e ~ ! ), e il piano per la rico-
struzione di Sain-Dié riproduce, in piccola scala, il piano
Voisin di Parigi degli anni '20.
Non meno che daWambiente, la,.,pj;mta..dd~ittà pro- '
gressis ta .tisul,talridipen.àestCil<.,Galle"'6©el1@ffli.0s~la,.t~- \
~ o,ru:,....oultu-wl,e ; essa vuole esprimere soltanto una demiur- ! .
g1ca libertà della ragione al servizio dell'efficienza e del- •. l'J~
l'estetica; saranno questi due imperativi a conferire il par-
ticolare carattere dello spazio del modello progressista.
La preoccupazione di efficienza si manifesta subito con '
l'impor. tanza accordata al problema della salute e dell'i-
{ giene. L'os~ ssione dell'i iene s· larizz · . .. ~all~~ .
l zionl_'&s~-~....C1.Lx:e1zré.:.f sSa _è egata ai pro~re~si att_uali
', -~ la medlcma e ael1afis10log1a, alle apphcaztom pratiche
che ne derivano 2 e anche al nuovo ruolo accordato al culto
LE CORBUSIER, Manière de penser l'urbanisme, in « L'architecture
1

d 'aujourd'hui », 1946; Gonthier, Paris 1963, p. 38 . Cfr. « tutti gli uomini


hanno gli stessi organismi, le stesse funzioni. Tutti gli uomini hanno gli
stessi bisogni» (Vers une architecture, p . 108 ).
2
Cfr. REY e PIDOUX, Une révolution dans l'art de batir: l'orientation
solaire des habitations, Comunicazione al Congresso d'Igiene all'Istituto
Pasteur, 1921. Questi autori esaltano « la luce solare, fattore supremo di

.l0<t1.» ,j.ab<IM IM~~


a,~ ~
t~.<c li ..
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J#III' ... ,...~.,
32 L'URBANISTICA IN DISC'lJ
. . Ssrot-,r~
del corpo e all'elioterapia d~po la p~u1:1a guerra lllo 1 .·
,.iali obiettivi porteranno gli urbanisti progressis/1 d1ale.
. esplodere iLvecch10· ~12.azi~_f
· h' 'd a_ f
_lUSO, p~r 1:~4,/ ~~ e.1,sst~~t~e
per isqlar~ ols_~ tra ~I clie_~ ta!
'àrissere legati g~~~nt_~gJ[i[tn_,~ ~ 1
, tà>> autonome. La conseguenza pm importante sa~ ~
Iizione della ;trada, stigmatizzata come vestigia di b abo-
\ rie un rivoltante anacronismo. Allo stesso tempo la ar a-
' b ·. 'h 1 'tnag
I gior parte degli ur. amslltl_auswc_~ dn?- a_c_oh_~ .tr_~i~
\ altezza, per sostituire a a contmuita ei vece 1edifici b
~l- un numero ridotto di unità o di pseudo-città vertical~-
In' termini di Gesta1t Psycho1og1e,. s1. puo' constatare un'iai
versione dei termini di forma e fondo; invece di fare n,
che frammenti di spazio libero•assumano il ruolo di fìgu:;
sullo sfondo costruito delle città, è lo spazio stesso che di-
viene sfondo, base su cui si sviluppa la nuova agglomera-
\ zione. Questo nuovo sfondo è in gran parte ambientato
1::; nel verde.« La città si trasformerà un po' alla volta in un
'parco», ~~tiçipa ·;Le C~J?.·us~~r, qi~~~~~~l}'9g~ :~J~_

.
,. s1er e dell'urbs f!Lb.01ta.:0.1.:Md1iers.e1me'(
/ Questospazio esploso è tuttavia regolato da un ordine
f rigoroso che risponde ad uri nuovo grado di efficienza,
i quello dell'attività produttiva. In effetti la città industria.-
lizzata è anche industriosa, e questo significa, per l'urba-
I nistica progressista, «uno strumento di lavoro>>.. Perché
la città possa adempiere questa funzione utilitaria, deve
\ essere «classificata», analizzata, ogni funzione deve occu-
parvi un'area specializzata. Al seguito di Tony Garnier,
gli urbanisti ro res~i~~ eparano accuratamente i luo·
gh1 !-.~~-~~--~µe i derI'naoit~i~-questiul~i!!!J__dai
~ n c_1v1c1 o dai luoghi di svagò. CiasCuna dl queste cate·
gone viene a sua volta suddivisa in sottocategorie, ugual-

v!ta», e propongono _un~ «~luzione rigorosa del problema dell'illUl?ina·


z1one solare ~elle ab1taz1om », che riprenderanno piu tardi nella Sctence
du pian des vtlles, 1928.
1 LE CORBU~IER, Manière de penser l'urbanisme dt., p. 86; GJlOPilJS,
The New Archttecture and the Bauhaus cit., p. 100 .
L'URBAN ISTICA IN DISCUSSION E 33
mente classificate ed ordinate. Oggi_ ttpo di lavoro, che sia
burocratico, industriale o commercia1e:rice..V:e1asuu:ollo-
ca?!Qne. Non esiste « caffè, ristorante, negozio, ... vestigia
cfella strada attuale che non debba essere assestato od or-
dinato, in çondizio~i di piena efficienza. Luoghi concor-
dati di oziosità e di socialità» 1• Il traffico viene a su~ volta
concepito come una funzione separata che paradossalmen-
te viene trattata facendo astrazione dall'insieme costruito
dove essa si inserisce; c'è un' «indipendenza reciproca _tra
volumi costruiti e strade di traffico», dice Le Corbus1er, ,,,,.--+--
e aggiunge: « ~ utostrade..attliaY..er,sei;aru;i.,Q.,i.n.. . .tt~t.Q=e~
~çgngç il trJ!_CSi~!Q..Ri.Y...4i.t~!S2..tP!.1l1!:~l~~ç~q,jnte;;a,.
~~nte .leg~tQ.._fil.~9¾.Q• ·· m~ perfettamente md1pendente
cla~ ifici e dagli imp;J,~ili che si possono trovare piu
o meno vicini» 2 • La('strada) 1on sarà dunque abolita sola-
mente nel nome aeIT'igiene, ma in quanto,-~simholizza,.,
nslJ~!1~~~;i;-'i1'Ch" i?lclin.~.fi~l~ ». L'ordine del -
traffico del resto ri~ spesso di concludersi in una sot-
tomissione incondizionata alla potenza dell'automobile; di
cui si è detto non senza una certa verità, che da sola finiva
col determinare la soluzione di: numerosi progetti.
Città-strumento, iLmodello progressista è ugualmente
città-spettacolo. ~~t~ti_c~ diventa un imperativo impor-
tante qu~nto (_effici~ per qu~g_li urba?isti-architetti cui
la trad1z1one européa ha portato mnanz1 tutto una forma-
zione artistica. Ma secondo il loro modernismo, rifiutano
ogni sentimentalismo rispetto all'apporto estetico del pas-
sato. Delle città preesistenti che bisogna ristrutturare, essi
si limitano a conservare solo «li~ amenti», mettendo in
atto cosi quell'urbanistica del llisturi che soddisfa ugual-
mente le esigenze del rendimento. « Piu Haussmann ta-
gliava, piu guadagnava», nota Le Corbusier • Lui stesso,
3

nel suo piano di Parigi, raderà al suolo senza esitare l'insie-


me dei vecchi quartieri «pittoreschi» (attributo passatista
proscritto dall'agglomerazione progressista), per conser-
vare solo alcuni edifici piu importanti come Notre-Dame,
1
LE CORBUSIER, MaJtière de penser l'urbanisme cit., p. 74.
2
Ibid., pp. 27, 77. Cfr. la tesi inversa del Rapporto Buchanan qui di
seguito, pp. 327, 333-34.
3
Urbanisme, Crès, Paris 1923, p. 2,,.
34 L'URBANISTICA IN DISClJ
• • • Ss10NJ!
La Sainte-Chapelle gh lnvahdes, promossi alla di .
simboli e alla funzione museologica. gnità di
· È su un tavolo da disegno, come per un quad
l'urbanista «compone» 1a. sua cttta . , f utura. eonfortnro, ehe
te ai principi_?el c~b~smo; e _Piu anc~ra a quell~ dei~t
smo dello SJ:ijl ~ ~ ~gnLdettaglio anedotttco r~ ,
ta ggio di fortne_~em12lici, spoglie, dove l'occhio non~p a11:.
- attaccarsi
------ad al cun paruco
· 1are; s1• tratta m • un certo ossa
di costruire il quadro aprioristico di tutti i possibili s~nso
. . ., om.
portamenti socia11 .
La..composizione riprende il tema dell'esplosione· si or.
ganizza intorno a vari centri della visione, con un ~roce.
dimento che ricorda quella del cubismo sintetico. Ciascu.
no di questi .focolai dissociati viene ordinato secondo i,
principi di una geometria semplice che caratterizza ugual-
mente le composizioni delle scuole imparentate con il cu-
bismo. « La geometria - diceva Apollinaire - è per le arti
plastiche ciò che la grammatica è per lo scrittore». Tutta-
via, e Kahnweiler e Raynal lo hanno chiaramente sottoli-
neato, per i cubisti si trattava di un geometrismo istintivo,
col quale la matematica aveva ben poco a vedere. Al con-
trario, per la maggior parte degli urbanisti progressisti,
come Le Corbusier e i suoi discepoli, la geometria diventa
il punto di incontro derbello e del vero: l'arte è retta da
una logica matematica. << La geometria è la base ... Tutta la
nostra epoca è fatta prevalentemente di geometria; orien-
ta il suo sogno verso le gioie della geometria. Dopo un se:
colo di analisi, le arti e il pensiero moderno cercano al di
là del fatto accidentale, e la geometria li conduce ad un
ordine matematico» 2 • Inoltre non ci si deve lasciare at·
!rarre dal miraggio delle parole. La geometria che or~ina
11 modello progressista è..molto elementare. Essa consist~
essenzialmente nel disporr~ elementi cubici o a forma dt
;; parallelepipe~o ~econçlo line~ rette, che si tagliano ad an:
'l, g~lo retto;~ r~ p n~]!J~ ?_,e la.J'~gql~.. 3..JJ.tea,, , ch!:9_!:teì-
\,.. !!1.!.n.!~-~ Q"1!ts!~_1_. ~g~Iìc1 tra cli foro e con gli ass1_de
1
D. H. ~wei!er ha molt~-sa~~iam~n;e- : ccostato l'idt;a ~bi 5ta
filo~fia husserhana (ignorata però dai cubisti). Cfr. Juan Grts c1t., P·
;f;.
LE CORBUSIER, Urbanisme cit., p. 3,.
L'URBAN ISTICA IN DISCUSSION E 35
la g _rcolazione. Le Corbusier afferma: «La cultura è uno )
statoéranfinoòrtogonale » I. Infine allo spazio esploso ma '
ordinato della città-oggetto, corrisponde rigorosamente
quello dissociato ma geometricamente composto della cit- /
tà spettacolo.
Lo stesso funzionalismo e gli stessi principi estetici,
ispirati da un identico razionalismo, presiedono alla conce-
zione degli elementi .della composizione, degli edifici, cioè,
ordinati nello spazio. Ad ogni destinazione corrisponde un
p_rototipo, che a sua volta esprime la y_~rità di una f un- -
~.!Q~ Il Bauhaus si prefigge precisamenre'To scopo dt de-
terminare queste ~formé_tJ~ , che del resto appartengo-
no alla logica di unaprocluzìone industriale bene determi-
n~ta. ~< ~ a.pr-\Jdeote li mi_tazion<?-del~ ~~ lcuni tU?l
d1 ed1fìè( standard au!!}_çntaJ aJ or_o _qualltl!,_e abbassa_ il
,--lo_!_,O- mslo:»-;-scrivè"Gropius j. ·P er tutta la sua vita:-·egli
non Fia mai cessato di concepire la produzi9,ne industriale
di un edificio per mezzo di elementi leggeri. Per Le Cor-
busier, l'industrializzazione dell'edificio è piuttosto ~ -
gno, espresso soprattutto nel corso degli anni •~o. Nella
pratica, i suoi pesanti edifici di cemento armato, in cui
solo le sovrastrutture sono industrializzate, lasciano un
posto ben misero all'industria. Pertanto andì.egli predi-
cherà la necessità di definire de· ototl · unità di abita-
..zioni unità di lavoro unità c
corpo, unità agrarie, unità. di circolaziò_ne ori er
ticali. Egli scende perfino nel dettaglio della piu umile at
trezza tura .
. Nella misura in cui il modello progressista, contraria- \
mente a quello culturalista, ,..p rivilegia...findivid,llo-t.ipo
piuttosto èhe la comunità-=.tip.o~__è_tlQtm.ale çl;.èle s_~ ti- \
- ceféne pn~ aya,n~.~t e...sJano_.state-condott.e...s.ulth.~hitfil: 1 l
primi lavori dei Ciam sono stati centrati intorno ad.esso: !i
la Carta di Atene lo può testimoniare. J. L. Sert, nell'o- t
pera dove la riassume intitola un capitolo 'Dwelling? th~/
first urban «function»: l'abitare, prima «funzio~.» ur-
bana. · ~.

1
Urbanisme cit.
2 The New Architecture and the Bauhaus cit., p. 38.
L'URBANISTICA IN DISClJss
IONE
In generale, sono stati concepiti parallelamente d . .
.1 ab'1taz1one,
. . come a11' eQ_Q_ca~d' F uner
proprio · euep tipi
d
<lhon. Da una parte si ritrova la (éas~ ~ individu °u-0
riservaia ad un piccolo numero ~ iniglie; questa al
1
zione viene studiata soprattutto dagli anglosassoni :i° 1:
olan?esi e da certi m~mQLL?tlJ3a~?~us. J?a un'alt;a ;:r~
te, s1 vede proporre 1~ " o; · · g!,gante, che co _
risponde maggiormente a 'Iaea e di unas ociei! -modern:.
sta. Prototipi notevoli sono stati messi a punto negli anni
'20 dal Bauhaus e da certi architetti sovietici d'avanguar-
dia, come 011 e Ginsburg. Le Corbusier doveva ancora
concepire il modello piu elaborato: l'unità di abitazione 0
«c_ité ra~euse», ~ealizzata per la prima vo!t~ ~ Marsiglia',
prrma ~1,esse~e npe~uta a N~ntes, Briey ~ ef!'mo:I_
La c1te rad1euse riprende m modo esplicito la concezio-
ne del falansterio di Fouri~r. Costruita per ospitare lo
stesso numero di famiglie (da millecinquecento a duemila
persone), offrendo gli stessi servizi collettivi e gli stessi or-
ganismi~ in particolare « la strada galleria», l' «unità» è
una versione del falansterio modernizzata e segnata dai
progressi della tecnica: l'invenzione del cemento armato e
dell'ascensore hanno permesso di sostituire in un edificio
l'orizzontalità con una verticalità di diciassette livelli. Ma
la cellula o alloggio familiare, che il sistema di Fourier la-
sciava deliberatamente nell'indeterminazione («si trova
da alloggiare secondo le proprie scelte e i propri gusti»),
diventa al contrario per Le Corbusier, un appartamento
tipo, con funzioni classificate in uno spazio minimo e non
trasformabile. Sarà chi vi abita a doversi adattare allo
schema di circolazione e al modo di vita che un tale allog·
gio implica, e che sono stati giudicati i migliori possibili
dall'architetto.
L'ordine materiale che abbiamo definito contribuisce
ugualmente, con la sua proiezione nello spazio, a creare
un clima mentale particolare. Nella misura in cui è stato
concepito come un'espressione plastica della modernità,
suscita immediatamente un'atmosfera da manifesto. La

1 La prima pietra fu posta nel 1947 e l'edificio venne terminato nel


19,2.
L'URBAN ISTICA IN DISCUSSION E 37
r~a.con i1 passato viene tradotta io 1:1odo aggressh_o,
provocante. i nuov.i. ;\7.aloù (m~ccanizzazione, sta~tdiz-
z~g@eH'tet-r-i'S'mo ), vengono affe:matl m uno
stìle 'd~avanguardia, in•qualche modo esposti ad un pub-
blico ~i cui bisogna conquistare l'adesione dandogli un'im-
pressione di futurismo. L'ambizione del progetto, la sua
dimensione storica, suscitano un sentimento di esaltazio-
ne. Ma l'anticonformismo degli urbanisti progressisti è
minacciato da un nuovo conformismo. La loro intransi-
genza, il loro rifiuto polemico di aprirsi alla negatività
dell'esperienza umana, eliminandone tutti gli elementi su-
scettibili di intaccare l'ordinamento di un progetto, rischia
di cristallizzarsi in accademismo.
Peraltro, non regna, nell'agglomerazione progressista,
un clima veràmente urbano. Questa affermazione potrà
sembrare paradossale se si pensa alle città di parecchi mi-
lioni di abitanti proposte da Hilberseimer o Le Corbu-
sier; è tuttavia significativo che uno dei termini piu spesso
usati da quest'ultimo sia «unità»; egli precisa ulterior-
mente che « gli strumenti dell'urbanistica prenderanno la
forma di "unità"» ( di abitazioni, circolazione, ecc.). Que-
sta terminologia tradisce esplicitamente l'atomizzazione,
la dislocazione dell'insediamento ,che raggruppa nel verde
una serie di grattacieli o piccole città verticali.
Infine, le agglomerazioni dell'urbanistica progressista
sono dei luqgh,Ldk-:~e~~Eizione '. Qui ritroviamo ancora la
parola chiàvl.~effìcienz~)Questo valore giustifica la rigi-
da determinazionecleTquadro di vit~. L'iscrizione di cia-
scuna delle attività umane, irrimediabilmente fissata in
termini di spazio, simboleggia il ruolo reificatore di que-
sta urbanistica, di cui lo stesso Le Corbusier ha fornito
l'immagine piu sorprendente: «Nulla piu è contradditto-
1 Il carattere costrittivo delle città corbusiane è stato messo in eviden-
za con particolare efficacia da L. Mumford. Cfr. soprattutto, in The High-
way and the City, London r964, il saggio intitolato The Marseille Folly :
« in poche parole, questo piano, con le sue dimensioni arbitrarie, il modo
in cui priva gli abitanti di qualsiasi possibilità di isolamento, il suo falli-
mento nell'utilizzazione della luce naturale, offre una perfetta dimostra-
zione delle condizioni procustee che cominciano a regnare sull'architettu-
ra moderna. Come l'antico oste greco, l'architetto della città radiosa ricor-
.re alla violenza per piegare gli esseri umani alle dimensioni inflessibili del
suo edificio monumentale» (p. 77). Il corsivo è nostro.
L'URBANISTICA IN DISCUss
lONt:
rl·0 ... ., ci·ascuno , ben allineato in un ordine e in una ge
d'f . 1 tar.
chia, occupa il suo posto>~ · 1 atti_,
i
vo_ta che !>indi.
viduo umano viene definito 1? !~rm1_m _d1 sv~l~ppo fisico
· di funzionamento di produtt1v1ta, d1 bisogni-tipo univ '
è
sali quale posto lasciato al campo dei valori da ere er.
' possibili desideri?
· · Anehe l' unita. ' u1tlma
. de1sistern
· are
e dei
l'appartamento della famiglia (_ripro~u~tr~ce) non_ sfug~
alla coercizione; nel gergo degh spec1ahst1, porta il norne
espressivo di cellula. In questo modo_ la n~ov_~ città di-
venta oltre che il luogo ove la produzione e pm efficace
una s~rta di centro di allevamento umano, all'orizzont~
del quale si profila, minacciosa, l'immagine analitica del
padre castratore e dei propri fìgli. Il ruolo è tenuto (in
2

ogni caso a livello dei primi esempi di urbanistica progres-


sista) dall'urbanista, che detiene la verità: « Cosi è gui-
dato il gregge», confessa Le Corbusier, per il quale, del
resto, « il mondo ha bisogno di armonia e di farsi guidare
da armonizzatori» 3 • Secondo i casi l'ut,banista padre si ·
id~entifìcherà in un demiurgo artista o vorrà imp'e.r,sonare
l'~ azione della tecnologia. --
--- ----11io.
B. Una nuova versione del modello culturalista.

Il modello culturalista, prima di quello progressista, as-


sume molto presto la forma prettamente urbanistica, pri-
ma ancora della creazione del termine «urbanistica». Lo
si può riscontrare, sul piano teorico e su quello pratico,
nella Germania e nell'Austria degli anni 1880 e 1890. Se-
condo una legge messa in evidenza da Marx il ritardo irt-
dustriale di un paese costituisce spesso un el~mento positi-
vo nell~ mis~ra i~ cui quel pae~~ può, proprio per qu~~t?,
beneficiare d1 un attrezzatura pm moderna e piu redd1uz1a
I M ., d
2
antere e penser l'urbanisme cit., p. rr.
A!7ch~
cl"1 Gnferma de1l,a nost ra ~nalisi ci viene fornita dalle stesse par?f,le
1
1 cl eBe utto.A, ne l I n_troduzzone al suo Corso di urbanistica dell .
cl de· es l' aux rts. ln~i,cando ai ~uturi urbanisti, il loro compito,_con·
c u . « a non sarete pzu un medico, ma un padre senza paternahsroo,
naturalmente, cercherete
· (Conversattons per l'uomo
· sur l,archztecture
. l'atmosfera cl'1 pace
' che g11- e, necessa·
ria• 3 Manière de penser l' b .
cit p ) l" . , -
. ·• • 23 . J:co~s1vo e nostro.
ur amsme Clt., P, 92 , appendice I.
L ' URBAN ISTICA IN DISCUSSION E 39
dei paesi industrializzati da vecchia data la cui attre~zatu:
ra non è stata ancora ammortizzata. Nel momento mcm
la Germania, confermando questa legge, tenderà a pr~n-
dere il primo posto nell'economia europea, essa benefìcte-
rà di vantaggi simili in materia di assetto urbano. L'espe-
rienza industriale s~rà accompagnata da proposte che co-
stituiranno, anche nel primo decennio del secolo XX; un
esempio e un oggetto di studio per gli urbanisti cultura-
listi inglesi.
All'epoca dell'urbanistica, come già in quella della pre-
urbanistica, il modello culturalista non conterà alcun rap-
presentante francese. Tra i suoi fondatori ricorderemo
· Camillo Sitte, il grande urbanista austriaco che nel 1899
pubblica Der Stèidtebau I e che avrà una considerevole in-
fluenza in Germania e in Gran Bretagna; Ebenezer Ho- <::-
ward, l'autore socialista di Tomorrow (1898), che s1 clas-
sificherebbe volentieri tra i preurbanisti se non fosse stato
il padre spirituale della città-giardino, e se non avesse so-
stenuto un,.l3.1.0]Q nei primi congressi di urbanistica; infine
?> Ra~ d bÌruV-iÈì\ J '. architetto urbanista che realizzò, con
~ B. i>~ a prima «garden-city» inglese di Letchworth.
I principi: ideologici di questo modello sono paragona- ,
bili a quelli del suo precursore. La totalità (TuggLomera.- \
zione urbana) ha il sopravvento sulle P~ttL(gli individui) f:---
eiloonceffo culturale di città sulla sua nozione materiale. i
Ma mentre 1fsòcialisfa E5enezer Hmvard era.,-mme tutti/
g!Laltri preur.bams-t i,-spinto ·
- -"
· utto da corisi, . r~io-
ni · . ine clitico e sociale, sia la visione di( nw1 ·che
di ~itte ' spoliticizzata a vanta io s ecie in · i un
approccio estetico che viene sostenuto da tutte le dsorse
deìl'archeoiogia e del museo immaginario che si ritrovano
nell'assetto urbano. «È solo studiando le opere dei nostri
predecessori che potremo riformare l'ordinamento banale
delle nostre grandi città», scrive Sitte 2•
Infatti lo spazio del modello culturalista si oppone,
punto per punto, a quello del modello progressista. Limi-

1
Sitte era architetto e direttore della Scuola imperiale e reale delle
Arti industriali a Vienna.
2
Der Stiidtebau cit., 1918.
40 L'URBANISTICA IN DISCtJs
SION:e.
/ tL.Qr~~i-...v ~ g Q ! ! 9 ~ttà. La metropoli del
· l'era industriale fa orrore a Howar , che fissa a trent 11.1·
o cinquantottom!la an 1a
· 1·1 n;1m~ro d'1 ab'itant~· de11_a sua città
. Quest'ultima è circoscritta m modo p~e~1so, c~rcondata d~
una cintura di verde che ha. lo. scopo
U d1 d1mped1re . ogni con.
tatto con altre agg1o~eraz1on1.' na gar en-~ay_ non si può
estendere nello spa~10; non puo che sdopp1ars1 come fan.
no le cellule viventi, dal momento che la popolazione.
sopl".annumero fon_derà a sua volta ~n nuovo centro, ;~
una distanza sufficiente, a s~a ~olta circond_ato dal verde.
Ogni città occupa lo spazio m modo particolare e diffe.
renziato; questa è la co11seguenza del ruolo che i cultura.
listi accordano all'individualismo. Nelle ricerche di diffe.
renziazione, Howard metterà soprattutto l'accento sui fat-
tori sociologici; la popolazione ·dovrà accordare una giu-
sta parte alle,J.iv~f se classi secondo l'età ed i vari settori
di_lavo(6~ ~ -,cfal canto ~uo (fe~el~ente seguito da Un-
wm per quanto concerne 1orgamzzaz10ne del nucleo cen-
trale.delle garden cities ), si c~ rerà esclusivamente sui
mezzU n.gr-ad0--ài-assiet1•r-ar~~cata1J~!i di pe~ liarità e va-
rLeJà.allQ_§l}a2.i,o.Jnterno_ddla__çit!i Egli ricorrèa1Panal1si·
delle-dttà del pas.s_ato i,dall' antichitàafsècolo-xv~
ins"t'anèaSìle nell~-; t~diare il tracciato delle vie di circola-
zione, la disposizione e le dimensioni delle piazze rispetto
alle strade che vi accedono, agli edifici che li delimitano,
ai monumenti che li ornano. Il maestro viennese riesce
ancora a reperire, nel piu gran numero dei casi possibili,
la situazione e le dimensioni dei punti di fuga. Se lo stu·
dio si ferma al Rinascimento italiano, è perché l'assetto
della città vi fa già intervenire (disgraziatamente, secondo
Sitte), il _t~volo da disegno con lo scopo di ottenere effetti
prosp~tt1c~. . \
. Dai va~1_rileva~enti ed analisi, Sitte trae la definizione\
d1 un ordme spaziale modello. Al posto dello spazio astrat·,

di 1\ va~ re l~mite. de_l!a'..J?<>P~lazione assegnato da Howard alle città è '


1
~n a~i a abitanµ , p,1u duemila proprietari terrieri Queste città pertualde·
finiz ione 1so1ate 1e une1 dalle a1tre cla cmture
. di. verde· possono even .
mcnte essere. raggruppate
. · neIl a peri'fer1a· cl'i una città centrale
' (che d'1st1· da
,quantottoniila
a 32 ch11ometr1)
abi't' t' cui popo azione non dovrà essere superiore at· ein·
la · l ·
an 1.
L'URBAN ISTICA IN DISCUSSION E 4I
\
to, esploso, sul quale, nel modello progressfsta, si stagli~- \
no le forme-unità degli edifici; Sitte auspica un~-...sp.~z1? J
concreto, tagliato nella continuità di uno sfondo d1 ed16.c1. /
Anche per quanto riguarda i monumenti, è necessario rea- /
gire c_. . tl:.O...(~l~ · moderna dell'is~,._;;.2_ 1• Al- ~. ..
analisi ti 201:i~~ itte ostituisce . a reTazto Ìl~.l•la , -~
stra a e un organo onclamenta e, le fotme- • l'l'e · cPrron ·1 \
sono piu quelle degli edifici, ma bensì'. quelle dei luoghi di :
passaggio e di incontro, vale a ,fo:~ delle strade e delle '
R~.azz~; e il v~ ~ e_5), praticamentéel'i.minà"fo clh-3'ìft:e i
7

nel centro ur15ano, viene accuratamente elaborato quando .,


incidentalmente esso compare in qualche quartiere resi- _,.
~~*- \
Questo spazio è chiuso, intimo; poiché il «carattere \
fondamentale delle v:ç_ccb.i,ç~çitt;~~-ç_o.u.~.i~t~~.us;Ui.wi!~&E
SP,!~L~J~jl;IJJ?!:.e~siqnj;::- t;a·st:racfa."ideale deve formare un
tut!Q._ chiuso. Piu le dimensioni saranno limitate, piu il /
Aqua_dro sar~ perfetto: ~~,w,t~ PJ,2{)~~9;,!~~~ 2
~~
f[ do non pui lerdersLnell'mfì~ ~ • ue · .
• fiiBiffeesse~ ~.i.~ variO, e per questo rifiutare
Qgill su~diriizioJ1e ~ -q!aìs1 ~riµsJ..tiliL di sim~ tria,
segl!J.r~J~_.§igqg~itt.1Jat1.u;àlti.deLt~,i;-rtuo,,J.~j»,çi4~Q?;~ del
sole, niegat§i..~j _venti. dominai;i.ti~.o~-al .,maggior.....conio,tto
· !"' ,_...c~Y'd
•c:-..11r '.,,."'- •-•'•""'---...
es1stenz1aie . ~utente.,~-~··
·- Il- clima mentale di questo modello è rassicurante, al
tempo stesso confortevole e stimolante; è.favorevole al-
l'intensità ed al moltiplicarsi delle relazioni interpersona-
li, anche se nel caso di Sitte, si rinuncia decisamente all'e-
stetica pura, intesa nello stesso senso vitalista di Ruskin
e Morris.
Ma i premo.to..r.Ldi questo modello, benc4,~_~ ano ..seprat-
tu tto amç~.a~ic;,aa=;:-1riìscòno.~211o·I9..tiginali tà ..st.o-
rica..de1 pr.es_mte e la-2Eecificità dei ~llQLP.J..:Oblemi. S. Gie-
dion non esita ad accusare---S'ìne·a rvolere, in pieno secolo
xx, ritornare alla «città medievale», e lo chiama «trova-
tore»; Le Corbusier, piu sferzante constaterà: «È stata
creata la religione della "strada per gli asini". Il movimen-

1
Der Stiidtebau cit.
2
Ibid.
L'URBAN ISTICA IN DISC'lJ
42 ssxoN
to è partito in Germania ed è la conseguenza di u , 11.
di Camillo Sitte» 1_. E difatti_l'urb~n~sta viennese è Pera ~l
te ossessionato dal pr<?blem1 estetlcl e dalle forme deren.
sato, che giunge a misconoscere completamente l' Pas.
zione delle condiziòni di lavoro, cosf come i problern~~oiu.
circolazione. ~~in. s~e~so si rende ~onto -~ella cont~aJJ.a
zione e, da buon emJ?1rista, c~ ~-:-<:~1.!9-~ ~"Jl tnodell~
culturalista con le esigenze d<:l p~~s~JJ.t.~.1vialgraclof8 .
. 1armene
s"f ùtz1,. .paruco t per quan t o concerne 1. trasporti UOt
0
muni, non sempre ci riesce. Nel caso delle garden-citt ·
il çontt_ofuulchis;sto dall 'eJ.~12s!9~.l}r b~ ~ ~ ! l,~ r:~~
ta limit~zio~ i~q9-_son~J facd1:1.~11te co.r_np~u~_gt~~~ le nè)
cessità ddfo.sv1luppo economico moderno. ..._ __/J
Questo perché, in definitiva, si tratta di un modello 00 _,
stalgico. Per afferrare bene la natura di tale nostalgia ci
si può riferire alle opere di una serie di autori tedeschi piu
o meno contemporanei dei primi urbanisti; la visione de~
gli storici del secolo XIX viene approfondita, completata
da certe ulteriori acquisizioni, e chiarita a volte con l'aiu-
to dei ·concetti hegeliani-mar~isti. In tal modo, malgrado
la divergenza delle loro posizioni e delle loro preoccupa-
zioni (nelle quali :filosofia, storia della cultura ed economia
politica giocano rispettivamente il ruolo principale), men-
ti cosi diverse come quelle di Max Weber, Sombart2, o
Spengler, ci presentano un'immagine alquanto simile del-
la città europea preindustrialè; per tutti e tre essa costi-
tuisce un luogo e un momento eccezionali, in cui, grazie al
clima particolare della comunità urbana, l'individuo uma-
no si può realizzare, e la cultura svilupparsi. Nell'ultima
pagina delle sue osservazioni introduttive della raccolta
T he City di W eber, D. Martindale riassume bene questa
visione e gli echi nostalgici che trova ancora oggi: «La
teoria della città di Max Weber ci porta cosi ad una con·
clusione assai interessante. La città moderna sta perden·
do la sua struttura esterna formale. Dal punto di vista
interno, essa è in corso di degenerazione, mentre la comu·
I Ub '
r antsme . p. 9.
clt., ..
2Cfr. particolarmente w. SOMBART, Der moderne Kapitalismus, Mun·
chen 1902-27, tomo II, parte II; e Der Begrief der Stadt und das Wesett
der Stadtebildung, in Brauns Archiv, vol. IV, 1907.
L'URBANISTICA IN DISCUSSIONE

nità, rappresentata dalla nazione, si sviluppa ~appe~tutto


a sue spese. L'era della città sembra avere raggiunto il suo
termine» 1•
Da questa volontà di ricreare un passato finito, che è
in fondo il motore ideologico dell'urbanistica culturali.sta,
si devono trarre due conseguenze critiche. Ad un primo
livello, quello metodologico e speculativo, la valorizzazio-
ne inconsiderata del passato porta ad una reificazione del
tempo che viene trattato come uno spazio, e come se fos-
s~ reversibile. Si giunge cosf, per vie diverse, allo stesso
risultato dell'urbanistica progressista. All'utopismo pro-
gressista si oppone quello nostalgico, e alla religione del
funzionalismo, il culto dei valori ancestrali, di cui storia
e archeologia hanno svelato le modalità di funzionamento.
Se ci poniamo ad un secondo livello critico, quello del-
l'inconscio, l'urbanistica culturalista mostra anch'essa al-
cune tendenze nevrotiche. Invece del ricorso progressista
all'immagine paterna, abbiamo questa volta una decisa re-
gressione. li.la ~meriziq~-:9:H.~§Lti.tu.41.~ci.~.Lw.9di.du..Qllle,..-.
P_2f.!.!!..IUento-.passati..-ti:adu.c.e~ l'ir1adattam.~1.Jy ga_di
_!!Q!lt~~Q_\lJ!-PJ:e.s.en.t~ jgac~ ttabile. Al limite, questo at-
teggiamento condurrebbe alla perdita della funzione della
realtà, compensata da un comportamento di tipo magico,
di carattere compulsivo.

c. Un nuovo m;0detlo-natuYalista.

;Le i_ck~ d~Ua ç_qp·~p_t~_J!,Ptiurbana americana_g_çri~tal..: \ \


lizzano, nel secolo xx, in -un nuovo modello. Troppo radi- ·\1\
calmente utopistico, per potersi prestare ad una i:-'èaQ~- i j
zione, ma Clùamato c10n6nostante a caratterizzare il _pen- ~{
sforéiCIEiiia_p.a ri:eaisocio~o-~hi ~ own 2lanners americani, J!
ques~o m0d~~l~_··è~ a~~~ l~5orato dal a&t ancte archit~tto L-

EgirlavOrò- senza ~regt1°a 1931 al 19 3 ~ra·quèsfo


amencario F. L. W riglit sotto il.nome 1 Broadacre City. \ . "--
ciaI prò: -~
getto di insediamento ideale di cui nel 1935 espose il pia-

1 MAX WEBER, The City, trad. e.a cura di D. Martindale e G. Neuwirth,


Collier Books, New York 1962.
44 L'URBANISTICA IN DISCUss10NE

. • t . le concezioni informatrici erano state ri·


S
t icosin
gigan e, . · e· l'b Ve-
late dal 1932 nel The Dzsappearz~g. tty, i rodi cui
•h ssò di riprendere 1 temi smo alla morte a
W rig t non ce , v-
1
1 enuta nel 1959
I principi ·
ideologici. sul. q~a1i. fonda rB __! oadacre sono
. d' fedele discepolo di Emerso~ _4grande ci tt' .
' que11i i un . 1· .......,.1!.i.ndividu . <f-, _a
jp._du~JrWe...viea~accus.~~ttAlJ.. \~O~ '_ am.
, biente artificiale. Solo 11 contat.t9,c~9Ja..J1atur.!\.~.? "féSti,
\ tuire l'uomo.,;! $e, s.tessç>,_e ~?~~s,ent!r~ _ ui~,,.aE:,!!19:Q.!2~~ syJ
\iuppo dell;,w;J:S01'l•-come totahta. Wr1ght desm_ve questo
;app~ iginario e fondamentale con la !err~ m t_ermini
che, per il lettore europeo, evocano le pa~me m CUI Spen-
gler ricostruisce gli inizi ~ella cul~ura occidentale. Ma per
Wright, come per i suoi maestri Je~e~son ed Emerson,
non è possibile strapparsi alle schiav1~u d~lla megalopoli
e 'ritrovare la natura se non con la realizzazione ?pla «de-
mocrazia». Questo termine del resto non dev.e'lndurre in
errore e lasciar credere ad una reintroduzione del pensie-
ro politico nell'urbanistica: esso implica soprattutto la li-
bertà per ciascuno di agire a modo proprio. « Il nostro
ideale dello stato sociale ... la democrazia ... fu originalmen-
te concepito come una libera crescita di numerosi indivi-
dui in quanto individui», scrive Wright. «Democrazia»
sta per lui a designare un individualismo intransigente,
legato ad una depoliticizzazione della società a vantaggio
della tecnica: poiché è proprio l'industrializzazione che
permette~à di eliminare le tare che ne conseguono.
,.- paru~e da queste premesse, Wright propone una so-
r( luz1on~ c~l _ ha sempre conservato il nome di City, benché
\ essa elmun1, non solo_ I~ megalopoli, ma l'idea di città in
I generale,}.AJ2~till;,~-~ d1 Y ~fila l!!!Ailllbi~.!S.f9~i!1.c\12.~Jl.~.L
----1) ~~1~~J ~JE.~~!~t].J,}!tQ~ne sono disperse e isolate sotto
\ 'i?.!!!.'~~fàAJ_g,!!e•~çggjf é"iri.d \;iduale; iiò~ ap-
p~m~nti"'ffl~S~!~,e,.,a i ti po""'parHèolare,d1 éui.eia·
sc~na ~ispon~ di almeno quattro acri di terreno, che gli
2

abitanti destineranno all'agricoltura (attività privilegiata


1 Nell'analisi che segue tutte 1 · · • saranno tratte da1ri·
t re citazioni
. When Democracy But'ld'
bro . s, Ch'1cago
e noS
194,1 che · · ech·
z10ne leggermente modificata di The D" , . cos~1tu1sce una nuova
z Un acro rappresenta 40 are e m~~~ppearzng City.
L ' URBAN ISTICA IN DISCUSSIC?N ~ ,)(~ ~1') ( . 45 \
della civiltà del tempo libero, secondo Wrig?t) ed alle va- \
rie occupazioni del tempo libero. Talvolta 11 ~3:vo~o _fian- \
cheggia l'alloggio (officine laboratori ed uffici md1v1dua/
li), talvolta invece si integ;a in piccoli centri specializzati:
le unità industriali o commerciali sono ogni volta ridott,
alle minime dimensioni realizzabili, e destinate ad un mi-
nimo numero di persone. Lo stesso si può dire per i centri
ospedalieri e gli enti culturali, il cui numero compensa la
dispersione e la scala generalmente ridotta. Tutte queste \
cellule (individuali e soc.iali) sono lega.te. e colleg_q!e tra )
loro con una nqt~vole _re_te di strade terrestd_ ea._ae_r.~_e:
l'isolamento -h a- senso solo s~·-può-,a,f ogni momento, es- !
sere interrotto. L'architetto americano ha dunque conce- ;
pito un sistema acentrico, composto di elem~.nti puntuali
inseriti ifi"'.nna rI~~rr r ere=tfrsJrcolaz1oì1.e'7'.B'f o ~ a = -
a ello di Uf!a porzione qualsiasi di un tessiit:'5 uniforme che
si può estendere e ricoprire l'intero pianeta con ·piu con-
tinuità del modello progressista. Wright proponeva di far-
ne in un primo tempo la pro_Yti.t.l. ~1:1!!.a regione limitata
degli ~# uni~i; .P!...§.Lff~rl~Y~..12~ r , , ~ [ ~i6~
_un~sale,.d~ -~~ ~e_l'lts:~ ~ ~~!:~~11~:
==to'spaz10 d1 questo modello naturaTista e uno spazio -É:-
c~~ plesso; alcune delle sue caratteristiche lo a}?parentano
al mooeifo progre~~~ ....~!~~ ~~]9"='PJ~turJtlista, es~
allq stesso te~p_o( ~ ~ ··
__r~r E___uno spazio .m,o.QW.Q.~,.s.i,qft.r,~; g~~Q~A..Q!~nJ.$; ~Il!,.
libertà Je!l'uomo. I grandi lavori del genio civile (auto-
r'-sfracte:. pòti'ti,pis'tedi atterraggio), che ne costituiscono la
rete di circolazione, conferiscono a Broadacre una dimen-
sione cosmica: ognuno vi è legato ad uno spazio totale,
in cui tutte le direzioni si aprono egualmente all_a sua in-
vestigazione. La relazione tra Broadacre e la tecnica mo-
, derna è ancora piu decisiva che nel modello progressista:
1
r~~--l'.~!!tpm..obile.,.1~~~$PJ~~~r.l 1&i~ ~~i~111k,
I, ~e:~~];tf~~*ai ~ ~:tWJiF-
cft i3'ijr} ~': c t ~ ~ta ·merìo
· "1«iifgraclociò lo 's'p~·
·
particolareggiato. La d~ UY.;../ Sità topografica non vi è nega- )
ta; al contrario, IW'furtur eve essere accuratamente pro- ·
tetta da tutti i pessils1 i incidenti e, in Wright, l'archi- ,
I
46 L'URBANISTICA IN DISCUss10NE

tettura .cessa di essere un sistema di .orme ~ -


i~ erse iil.!!119~-~gJ!l~.' « ~a,-~}.~~.!~~~~t.; n~ en.
1
te d~lla topo$}iì.!·~2JWA1.-~nfùl ~1'~_,a[lòttn.e.~gli
~~~~Af.I s!r.~~t g . ~ ~,
)~si ~ n~~?.~n_e..~{;7-nt~?~~qrJ.~~~~~n~ » •
tettura 9 è su~orà~ta-àlfa--nlil'ftfa,al _C~l -?ey~ ~t1tuirè
u;;-.J.P_eèiecl[w.ii..o.du~rie-». ln?ltre, l'mt~mità, l'o~
cità 1 e i:'Timitazione dello spazio care agli urbanisti cui.
turalisti, si ritrovano al livello degli edifici particolari.
Si sarebbe in un primo tempo tentati di definire il clima
di Broadacre col suo carattere rurale, ma bisogna appro.
fondire maggiormente l'analisi. Si constata allora che, per2
quanto accordi un ruolo maggiore al progresso tecnico
il grande architetto non pronuncia mai i termini di rendi'.
mento e efficienza; Broadacre diventa cosi, per quanto ne
sappiamo, la sola proposta urbanistica, che rifiuti comple-
tamente la coercizione 3 ) fon g trat.talu..es.sa..di.queltos-
S$_ssi.9ne-del-renGlimentQ...e.--aclla..p.wduttb z i ~a
nel modello...ptog-ressist..a-,,-.e neppure delle cosgyzienLmal~
del modello culturalista. Stranamente, questo
modello-culturalista costituisce una risposta possibile ai
desideri formulati da Marcuse in Eros e civiltà. Per im-
piegare la terminologia e l'ideologia di Marcuse si può dire
che gli istinti (surrepressi) del piacere e della vita vi han-
no infine il loro corso.
Ma bisogna anche tener presente che una forma di coer-
cizione vi si introduce a sua volta, insidiosamente, non
fosse che per la natura stessa del modello che nell'acca- '
sione ha assunto la forma rigida di un plastico. Una ra-

1 Il t~r!11ine «organico» .è per Wright una parola chiave, dove si espri•


me lo spmto della sua architettura. Per lui la libertà del piano si confon·
de con l'organicità.
. L'auto!Dobile, ad esempio, è a Broadacre uno strumento molto piu
md1spen~ab1le ma anc~e molto piu razionale, di quanto non lo sia nell'ag·
glomeraztone progress1~t~: la rete stra1ale è il suo luogo piu naturale, non
pone alcun problema d1 ingombro o d1 garage· essa vi risulta assolutalllen·
te efficace. ' 51
3 Si potreb~ accostare a queste tesi, nel p~riodo della preurbani i·
c~,.P. Kropotkm: non soltanto egli stigmatizzava la repress1'one e la coer·
.
c1z10ne al'vanta_ggio
· d'1 ,una vita I era e armoniosa, che sola consente Ia
· l'b
pienadrea iz z;t::~~ dell uomo, ma-pr~ orreva Wright per l'importanza che
accor ava a1~ •e naturale con il suolo.
L'URBAN ISTICA IN DISCUSSION E 47
gione di piu per domandarsi se, a livello dell'inconscio, un
tentativo come quello non soddisfi finalmente le tendenze
della società dell'autodistruzione e se, secondo una buona
ortodossia freudiana, non convenga qui assimilare la libe-
razione del principio del piacere a quella degli istinti di
morte.

Come per la preurbanistica, l'ordinamento delle propo-


ste dell'urbanistica in tre modelli richiede sfumature eri-
serve: per questo motivo l'urbanistica progre·ssista com-
porta numerose varianti. Le Corbusier ne ha proposto
un'immagine piu r~dic~le piu elabora!a, rim~sta iden,~ic~ l
attraverso quarant anm d1 lotte. L. H1lberse1mer, all m1- \
zi_~ mo_lto ~i~ino a lui, si è ~vo~~to verso un.a concezione ~\ ·
pm « g1ardm1era ». Ancora d1 p1~ che fu uno ,
dei firmatari della Carta di Atent e meiiioro ·fnfluente dei ,
Ciam, ha sempre praticato un'urbanistica alquanto vicina \
a €l~~ W ~t; ,2.~_r_cm.~.!1!2.. ~.11..§~11.tl,q_mt~Èi!~-rag;_ ;
~gry,p.{lato.,..,e~una..ç~t.,ta_dii~qçiaz;i,Qne.nelkJ.uu?;ig.p.i, non per 11
quello egli ripudia ogni ordine· geometrico astratto, per . /
aderire strettamente alfa topografia 1 • 1
È altrettanto chiaro, nella visione culturalista, che le 1
garden-cities presentano un certo numero di punti in co-
mune con i modelli progressisti. Non è un caso se, da par-
te di un gran numero di critici -americani, .garden city e
2
ville radieuse sono state assimilate • E. Howard non ha
cessato di accordare un ruolo importante all'igiene. E il ·
1 Le sue realizzazioni in Finlandia sono tra le piu umane che l'urbani-
. stica abbia saputo produrre. Oggi servono da esempio a quegli architetti
che vogliono sfuggire -all'influenza del modello progressista. Tuttavia Aal-
to non si è soffermato sui problemi posti dalla grande città. Le_sue_siste-
mazioni di ~µJlila1l.21.<i.::.l2), Sayll~t.s.alsl,.Rowar.iem.i,..QJ~.t!it.mi, riguardano
piccole comunità industrianron un clima simile a quello di un paese piut-
tosto che a quello'òi ufiàgf.tà::;:~-- ___ ,,_.. ____________ - - . ---·-· - -
-- 2-cft. ' ilsuo""iiitervento menzionato prima al Congresso del 1910:
«Quali sono le esigenze fondamentali di un alloggio? sono soprattutto
uno spazio sufficiente, luce ed aria. Abbiamo dimostrato che è possibile,
scientificamente e sistematicamente, attrarre le industrie dai centri sovraf-
follati in certi luoghi precisi, disponendo, con la massima efficacia, di ac-
qua, di luce e di energia, dove la popolazione possa essere alloggiata in
case adatte, poco costose, circondate da giardini, vicino al luogo di lavòro
e di svago, in modo che il tasso di mortalità infantile non superi il 31,7
per mille rispetto al 107 per mille di Londra».
48 L'URBANISTICA IN DISC'tJ
. .. . 1· ss1al'-l11,
suo schema di città,. con. 1 suoi sei
1 via 1. concentric•
. le l.
quartieri ben delim1tat1, evoca a prec1s1one dei di su.oi
Fourier.-Tuttavia, la garden-city_ di Howard appa:~:~i di
modello culturalista per la preminenza accordata 1. e al
comunitari ed alle relazioni umane, e per il malth v~lori
simo urbano che ne risulta. usiane.
Bisogna invece guar?arsi ~all'assimilare le città-giardi
no francesi al culturalismo, m quanto, malgrado la 1 ·
denominazion:, non so~o che sott~c~tegoria del~:
dello progressi~ta_. Da~1.i esemph1 mgl~s1, 1 fdrancesi hanno
soprattutto ass1m11ato 11ruo1oc ~-essi acc~r ano al verd
La città-giardino, come la descrive Ben01t-Lévy nel 8 e.
libro Cités jardins 1 , appare come dominata dal princi:O
del rendimento e dell'efficienza. La promiscuità della f~l-
la, il marciapiede, il bancone del bar, il caffè concerto sono
stati aboliti a vantaggio di una razionalizzazione delle fun.
zioni che avviene sotto l'auspicio paternalista dell'indu-
stria. Sembrerebbe di leggere Le Corbusier con vent'anni
di anticipo, quando Benoit-Lévy dichiara che «bisogna
modificare l'ordine dei piani» e che« la città felice, la città
della felicità sarebbe quindi quella che genererebbe una
e
produzione razionale prospera», che la città nuova deve
essere «la città dell'industria». In effetti, le città-giardino
francesi appaiono come la forma anticipata di quello che
in seguito è stato chiamato « grands ensembles ».
Si potrà essere infine tentati di riavvicinare al modello
naturalista alcune proposte di Buckminster Fuller o di
· Henry Ford 2 : queste ultime appaiono altrettanto acentri-
che di Broadacre e mettono lo stesso accento sul ruolo
delle vie di circolazione. Esse risultano tuttavia rette da
imperativi di produttività e si caratterizzano per una stan·
dardizzazione ed una industrializzazione integrale dell'ha·
bitat; l'alloggio, invece di caratterizzarsi e di radicarsi~
suolo come in Wright, è concepito da questi due autori
come u,~ p:1ro oggetto, mobile e trasportabile. .5t
. Nell ms1eme, e con le sfumature che abbiamo v1 o,
1Paris 1904. .
Cfr. HENRY FORD, My li/e an_d 'lf)Ork,_ e Bl}'CKMINSTER FULLER,
2•
Chazns to the Moon, Southern Ilhn01s Umvers1ty Press ·Carbondale (
1963. '
L'URBAN ISTICA IN DISCUSSION E 49

l'urbanistica deve all'immaginazione un P!o~edimento me-


todologico simile a quello della pr~urban_1st!ca. A ~ua vol:
ta essa. crea dei modelli e lo studio prehmma~e di_ q~elh
che li hanno preceduti ci ha consentito di meglio chiarirne
le implicazioni ideologiche. . .
Questi tre modelli (progressist~,_~~Iw,.r_al!st~,-.r.iaJ.~fa!1- <"'
sta) non flanno avuto, nella m-:_~ticl!, J a ste.ss.a. i:1_~Q~agz~.
Lo .studio- deUe realìZZazforl( concrete nell'urbamsuca ri-
vela, com'è intuibile, la grande superiorità numerica delle
agglomerazioni progressiste. Il modello naturaF_~_!~_l_'!9n ha
potuto esprimersi che m..cl.to_p.arzialmente,-e,-s.o.prattut.t0-
negli Stati Uniti, in fo_r~~uhu.tbane_llmodello_cultura;:
lista continua ad i~12irar~Ja cus..ttu~~ .ru.nuoy~_ç.!_t_~jn
Inghilterra; altrove,_non _hl! ~datgJuQgQ_çh._e_ad ~s.p~erien.ze
lìmitate(certe costruziOni ed alcuni centri turistici).
Se il· modello progressista si è im12,o~JQ.M>J1Q..Ltegim.j
~ <?_!D.ìcj_ po11t1c.1~piu div;ersi., .,ha~tutta»-ia.as.sunto.f.or.m~
aiverse, in relazionJ;,."alk pewlia.ri.tà."culturali ,.rimaste yj.
tafi-:--aseconctT .ch~ l~Jgur!,_de~çlr~ .~ g~..Ji~§.YJ,lt~.Jìfil.,
èap1tahsmo privato, cla quello.,çli ~t~Q..su l~llo~~ta.tQ.J?Ào-
duttorè-; a seéonèii,'Tiifine,clèile forze di opposizione che
incon trava. Nella Russia staliniana come nella Germania
nazista l'urbanistica progressista è stata privata della ·sua
dimensione estetica ed il suo legame con l'avanguardia,
reciso. Questo, al contrario, è stato esaltato negli Stati
Uniti, dove erano rifugiati la maggior parte dei protago-
nisti del Bauhaus: l'urbanistica progressista vi diventava,
come ha giustamente sottolineato,Q:-C.Argan-1;:1<un mez-
zo di propaganda in favore delle -m~- ltberat1>>. In Fran-
cia, il tradizionalismo della società, nel suo complesso, ha
conservato all'urbanistica la sua virulenza polemica ed ha
spesso contribuito ad alterarne il significato.
Questo proteismo non deve indurre in errore: le va-
rianti che si notano da un paese all'altro non concernono
la natura stessa
2
del modello, ma ne rappresentano degli
adattamenti • Sarà lo stesso modello progressista ad ispi-
12 Cfr. G. c. ARGAN , La crisi dei valori, Quadrum 4, 19.57.
La conservazione di certi particolarismi locali e nazionali per ragioni
~i dottrina che sappiamo, ed il mantenimento di organi tradizionali come
11 sistema di larghi viali ereditato dall'assetto monumentale del secolo
50 L'URBANISTICA IN DISClJs
sro~~
rare il nuovo sviluppo dei suburbs e la ristruttur .
della maggior parte delle grandi città nell'ambito ~z °ne
pitalismo americano; il La Fayette Park Developrn e1ca.
Filadelfia e il Lincoln Center di New York ne sonen~ O
di
illustrazioni particolari • Il modello progressista si • ue
1

va nei paesi in via . d'1 svt.1uppo: ha preste rttrd0·


. duto, in m
esemplare, all'edificazione di città-manifesto quali Bro ?
. 2 O Chandigarh. È un sistema
11a . n'dotto e degeneratoasi.3
o~iginato dallo stesso mo~ello, che ha .determinato e con'.
tinua ad ispirare la maggior parte det grands ensembI
francesi, come il troppo famoso Sarcelles. Analogo è ~I
caso di città nuove, nate dall'espansfone industriale cotn~
Mourenx o il nuovo Bagnols-sur-Cèze. Tale è infine quello
di recenti progetti di sviluppo della costa del Languedoc
e di una parte delle misure prese per la ristrutturazion~
di Parigi, il cui centro di Maine-Montparnasse rappresen.
ta una delle prime realizzazioni.

xvm, non devono dissimulare l'importanza del ruolo che svolgono, nella
maggior parte delle nuove città industriali sovietiche, i principì progressj.
sti dell'igiene (cfr. l'importanza attribuita agli spazi verdi ed il modo in
cui sono organizzati), dalla classificazione delle funzioni, e della standar-
dizzazione. Cfr. a proposito di tutti questi problemi: PIERRE GEORGE, La
ville cit., capitolo dedicato alla città sovietica, p. 336: La ville-type e
pp. sgg.
1 Costruito sull'area di un antico quartiere di tuguri, il complesso re-

sidenziale La Fayette (compiuto nel 1960), è dovuto alla collaborazione di


L. Hilberseimer e di Mies Van der Rohe, che ha definito i due prototipi
di edifici-torri e case a due piani. Il Lincoln Center, ancora incompiuto,
èomprende due teatri, un teatro lirico, una sala per concerti, una biblio-
teca-museo ed una scuola di arte drammatica. Sin dalla realizzazione del
Metropolitan Opera House, il Lincoln Center è stato violentemente criti-
cato. La principale obiezione è che separa in modo troppo radicale ed arti-
ficiale la vita degli spettacoli dal restò delle attività della città.
2
Brasilia, ideata da L. Costa e O. Niemeyer offre un puro esempio
della dissociazione delle funzioni urbane. Il centro amministrativo della
città costituisce il pezzo di bravura dove il sentimento poetico di O. Nie:
meyer si è liberamente espresso (l'utilizzazione delle forme barocche per 1
vari edifici non deve fare ignorare il predominio assoluto dei principi del:
l'estetica progressista nella disposizione dei volumi e l'organizzazione dei
loro rapporti). Le quadras o unità di quartieri destinate alle classi lavodl
trici sono, al contrario, esattamente paragonabili ai nostri ènsembles
abitazione. .
3
Viene praticato da epigoni che hanno perso lo spirito dell'urbanisU·
ca progressista e non sempre .riescono a conservarne il nome stesso: il 1~
ro spazio è geometrico, ma generalmente chiuso, e non esploso. Cfr. 1!1
scala ridotta, la 1>ianta della facoltà di Scienze della Halle aux vins, paru·
colarmente rappresentativo.
L ' URBANISTICA IN DISCUSSIONE 51

III.

UN A CRITICA AL SECON DO GRADO: L'URBAN ISTICA IN DI-


SCUSSION E.

La risposta ai problemi urbani posti dalla società indu-


striale non si esaurisce né nei modelli dell'urbanistica, né
nelle reali~zazioni concrete che questi hanno ispirato. Que-
sti modelli (suscitati da una critica) e queste realizzazioni
hanno a loro volta provocato una nuova critica, una criti- -,_
ca di secondo grado. Il movimento si è delineato nel corso 1
degli anni 'r o, ma è dalla seconda guerra mondiale che ha i
conosciuto un vero e proprio sviluppo, legato all'attività i
1
pratica dell'urbanistica • Questa critica, ancora teorica, re- ;
sta molto generale; essa si _orienterà, nondimeno, secondo
due grandi linee che corrispondono alla dicotomia (pro-
gressismo-culturalismo) che abbiamo messo in evidenza
sin dall'epoca della preurba:nistica.

A. Tecnotopia.

Abbiamo visto come gli urbanisti progressisti, benché


concepissero in un modo nuovo lo spazio globale della cit-
tà, non abbiano saputo utilizzare interamente le possibi-
lità offerte loro dalla tecnica, e abbiano cosi mancato quel-
la rivoluzione tecnologica che costituiva uno dei fonda-
menti della loro teoria. La logica stessa dell'urbanistica
progressista richiedeva dunque una ctiti,ça di quel rappor-
to difettoso. Da qualche anno una serie di tecnici, archi-
tetti e ingegneri ha tentato di ideare, in termini radicali,
la città del secolo xx, in funzione sia delle nuove tecniche
di costruzione, sia dello stile di vita e delle esigenze pro-
prie dell'uomo del secolo xx.
1
In realtà, la critica di secondo grado si è sviluppata parallelamente e
ProPorzionalmente all'imPortanza delle realizzazioni dell'urbanistica. Per
questo è stata molto piu precoce negli Stati Uniti ed in Inghilterra di
quanto lo sia stata in Francia.
52 L:URBANISTICA IN DISCUss1or,,rE

Dal punto di vista costr~ttivo, la ricerca si concentra


soprattutto su strutture fis~che complesse (strutture so.
spese O triangolate, superfici non c~mplanan. au~oportan.
ti) e sui màteriali che la loro messa ~n opera nc~iede: reti
e reticoli metallici, memb~ane elastiche e plastiche, volte
di cemento. Alla geometria elei:ientar~ sube?~ra una di.
nàmica piu complessa. Le tecmche di c~ndiz1onamento
climatico svolgono ugualmente_un ruolo importante nel-
1' elaborazione di nuovi progetti.
n e nuove funzioni della città, secondo la tradizione del-
/ 1:~t~anistica pr~gress!s.ta, ,risultan~ definite da ~na serie
~isogni quanufìcabih. L_ acce~to e posto essenzialmente
su due aspetti: i problemi ?atl dall _mcreme~to ?ella po.
polazione mondiale, e lo sviluppo d1 una _sene d1 bisogni
specifici che risultano dal « progresso tecmco », vale a dire
dall'automazione, dalla meccanica del lavoro e dei traspor-
ti, e dai cambiamenti del ritmo che risultano nella vita
di tutti i giorni .
. Questa polarizzazione tecnologica porta a proposte sor-
.1 prendenti che, se fossero realizzate, segnerebbero effetti-
vamente ·un cambiamento nell'insediamento umano. Le
città verticali di P. Maymont si innalzano nel cielo, libe-
rando del tutto il suolo, sospese ad un pilastro centrale
(in cui passano tutte le canalizzazioni), con dei cavi pre-
tesi 1 • La città-ponte di J. Fitzgibbon è composta di .gi-
gaflteschi fusi ancorati con cavi ad una piattaforma me-
'/ diana che funge da suolo artificiale e da luogo di circola-·
/ zione orizzontale, dove il pedone si riposerà dalla circo-
, !azione verticale, e da dove, come dall'alto di uqa monta-
, gna, potrà contemplare la terra. L'insediamento tridimen-
, sionale di Y. Friedman 2 si,compone di un'ossatura unifor-
me e continua, simile ad una griglia tridimensionale a vari
piani, che riposa a 15 metri dal suolo su un sistema di pi•
lastri, distanti da 40 a 60 metri; l'ossatura prolungabile

•½a.ci~tà vertica_le _di P. _May!Ilont è prevista per un numero che va 4a


1

qumd1c1mila a_venu1:1ula ~brtanu. La soluzione di costruzione adottata e,


come quella di mo!u altn progetti di questo tipo, ispirata dalle ricerche
conf~ da Buc½m_m~t~r Fuller a proposito degli edifici per abitazione.
1 progetti sim1h sono stati proposti da E Schultze-Fielitz O. Ban·
sen, E. Albert. · '

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