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GRANDE TRASFORMAZIONE

Come l’Italia dagli anni ’50 per 30 anni è diventata da un paese rurale, agricola a paese industrializzato e
metropolitano.

3 fasi:

- anni '50
- Anni ‘60-‘70
- Decennio ‘80-‘90

 ANNI ‘50

L’Italia è ancora un paese prevalentemente agricolo e le grandi città erano ancora poche

Differenza tra centro-sud e nord (in particolare pianura padana) le aree più densamente antropizzate
sono concentrate al nord (Veneto, Lombardia, Piemonte, pianura padana) poi Roma, Napoli, area centrale
della Toscana (Firenze, Lucca, Pisa, Prato), costa romagnola specialmente grazie allo sviluppo del turismo
(Marche e Abruzzo)

La maremma e la zona appenninica sono disabitate, come l’interno di Sardegna e Sicilia

La Puglia, pur essendo una regione meridionale, presenta una densità di antropizzazione come Napoli,
perché è zona pianeggiante e quindi favorevole allo sviluppo dell’urbanizzazione

A partire dagli anni ’50 e ’60 il nord è stato il centro di sviluppo italiano

Con l’aumento demografico si sviluppano città che prima erano medio-piccole (Bescia, Verona)
prevalentemente nell’area lombardo veneta. Crescendo queste città si saldano tra loro creando una specie
di città diffusa. Questo fenomeno non è presente nell’Italia centro- meridionale

 Carta di Firenze primi anni 1900 la crescita è lenta, espansione secondo tecniche costruttive
tradizionali perché ancora non era arrivata l’industrializzazione delle tecniche edilizie (acciaio,
cemento armato).
 Firenze anni ’50 la campagna degli anni ’40 non è molto diversa da quella del 1800, come
succede per gran parte del paese. In particolare in Toscana si vedeva una situazione di tripartizione:
- Montagna (colore blu) alpi apuane, crinale appenninico, monte Amiata (sud della toscana che in
generale è un territorio pianeggiante). Territorio con assenza quasi totale di città. Insediamenti
sottoforma di piccoli paesi incastellati in montagna, agricoltura molto povera (no ulivo e vite),
economia basta sul bosco (pascolo, sottobosco forniva molti alimenti, castagnofarina di castagne
molto importante per l’alimentazione contadina)
- Toscana meridionale (viola) Maremma (Grosseto) zona paludosa, agricoltura povera, zona
fragile dal punto di vista economico e quindi anche della popolazione. Terreni bonificati solo dal
1900
- Toscana di mezzo, delle città (rosso) attraversata dall’Arno (Firenze, Lucca, Siena, Arezzo). Nel 1300-
1400 si verifica una fioritura urbana molto intensa e i personaggi più ricchi iniziano a comprare zone
di campagna che poi affittavano, suddividendole in poderi, dati in gestione a famiglie di contadini
costruendo case coloniche questo contratto si chiama mezzadria: fare a metà di ciò che veniva
prodotto tra il proprietario e il contadino  nascita di case coloniche, paesaggio agricolo molto
coltivato (ulivo, vite)
La regione si è sviluppata sulla base di condizionamenti fisiografici, a seconda della conformazione del
territorio. Le grandi città si concentrano nella Toscana di mezzo, creando un’unione di città come nel
lombardo-veneto

Secondo dopoguerra città distrutte esigenza della ricostruzione

Disoccupazione e sottoccupazione molto alte, la popolazione non ha il lavoro e vive in abitazioni di fortuna

MATERA oggi è patrimonio UNESCO ma i sassi di Matera sono disabitati perché sono grotte in cui
vivevano le famiglie molto numerose, riunite in questo unico ambiente con una sola apertura, porta, e tutti
gli animali indispensabili per la produzione agricola. Ciò accadeva negli anni ‘50

Carlo Levi “Cristo si è fermato a Eboli” 1946 descrive ciò che lui vede nel sud Italia e arriva a Matera

Alcide de Gasperi promulga la “legge risanamento sassi” 1952  sfollati degli abitanti dei sassi di Matera e
trasferiti in nuovi quartieri prima sperimentazione dell’architettura moderna italiana. A capo di questo
processo c’è Adriano Olivetti che come industriale si poneva il problema di come migliorare la società.
Diventa presidente dell’istituto nazionale di urbanistica (INU) e organizza la nascita di una commissione

Ludovico Quaroni grande urbanista e progetta il borgo La Martella, lontano da Matera. Questo quartiere
cerca di creare, con architetture moderne per l’epoca, i principi insediativi positivi che c’erano nei sassi di
Matera: gli abitanti avevano a disposizione un tessuto di spazi, all’interno di una città piccola, utilizzato
come parte dell’abitazione perché esse erano molto degradate e molta della vita si svolgeva nello spazio
pubblico urbano. Fattore importante per la coesione della società

Questo quartiere vuole costruire case dignitose e moderne e ricostruire questo tessuto di spazio pubblico
per garantire la vita comunitaria

La planimetria del quartiere mostra che non c’è edilizia ad alta densità, ma è molto bassa

Ci fu però un’opposizione da parte degli abitanti dei sassi a vivere in queste nuove strutture perché erano
molto attaccati al luogo dei sassi

In generale in Italia il problema della ristrutturazione è affrontato dal piano “INA-casa” nel 1949 tramite la
legge voluta da Amiltore Fanfani, ministro del lavoro  edilizia economica e popolare (definita così dal
1967 tramite una legge) promulga la costruzione di queste case per lavoratori, vuole costruire case per
chi non le ha. Si vuole conseguire sia la costruzione di case, sia di dare un impulso all’economia italiana
attraverso il settore dell’edilizia. Vengono aperti circa 20.000 cantieri in tutta Italia e il programma dura 14
anni e alla fine il 62% dei comuni italiani ha uno o più quartieri “INA-casa” al suo interno

Questo piano è importante perché le caratteristiche dei suoi quartieri sono molto visibili, a differenza delle
case popolari costruite successivamente,

- Edifici abitativi
- Edifici adibiti a servizi di tipo collettivo

Queste due tipologie di edifici erano costruite contestualmente

- Grandi spazi per l’elemento della vegetazione (il verde). Questi quartieri sono stati immaginati sul
modello di quartieri anglosassoni di decenni precedenti. L’Inghilterra è stato il primo paese a
industrializzarsi, introducendo nuovi modelli abitativi prima degli altri Paesi. Cura dello spazio
pubblico
- Utilizzano ancora tecniche tradizionali e gli edifici si differenziano a seconda del contesto
geografico: a seconda dei materiali disponibili nel luogo e delle condizioni ambientali.

Anche se è un programma di scala nazionale, in realtà produce quartieri diversificati a seconda del contesto

Negli anni ’50 si decide di costruire con le tecniche tradizionali perché gli operai devono lavorare in quella
zona lì e sanno già le tecniche costruttive e ho una forza lavoro già preparata. Poi il tipo di manodopera
cambia se dobbiamo costruire una casa prefabbricata e casa con tecniche tradizionali; nel primo caso serve
meno manodopera. se voglio conseguire un aumento dell’occupazione operai faccio case con tecniche
tradizionali

Questi quartieri rappresentano un esempio positivo di costruzione di nuovi quartieri

Nel resto dei quartieri dagli anni ’60 in poi sono poco attrezzati di spazi verdi, servizi di trasporto inesistente
assenza di servizi collettivi, grandi palazzi con abitazioni

 ANNI ’70-‘80

Si sviluppa la crescita economica e sviluppo industriale boom economico (negli anni ’50 si parla di
miracolo economico)

Periodo di crescita demografica baby boomer (gente che fa figli in questo periodo) espansione delle
città

Motorizzazione di massa: la possibilità della popolazione di possedere un’auto

Si sviluppa la FIAT con sede a Torino in questo periodo  Realizzazione di grandi fasci infrastrutturali (rete
stradale) e collegamenti provinciali+ asfaltatura strade statali

Nuove tipologie architettoniche come ad esempio gli autogrill, legate all’infrastrutturazione stradale che
prima non esistevano, come anche i distributori di benzina

Avvento della televisione cambia la cultura della popolazione contribuendo alla creazione della cultura di
massa, si riferisce al fatto che la popolazione accedere alle fonti culturali, come all’istruzione che diventa
obbligatoria e il modo di pensare si omogeneizza e si inizia a diffondere una certa immagine del paesaggio e
della citta; esse entrano direttamente nei mas media

Negli intervalli della programmazione tv erano proiettate le varie città italiane che sono ora conosciute da
tutti

Dagli anni ’50 con il neorealismo, i grandi registri di quegli anni hanno ambientato i film nelle varie città
italiane. Ciò prosegue anche nel decennio successivo

In questa cultura di massa che si è formata si affermano cambiamenti fisici come la creazione di
supermercati e grandi magazzini, prima c’erano piccoli negozi di prossimità

Avvento del turismo di massa si afferma anche perché con l’urbanizzazione si sviluppa il lavoro salariato, da
dipendente; prima c’era l’economia agricola dove il contadino non andava mai in vacanza. Ora invece i
dipendenti hanno le ferie e vanno in vacanza nuove strutture ricettive di accoglienza per i turisti
(alberghi, villaggi turistici). Questi cambiamenti avvengono prevalentemente nelle coste italiane
fenomeni di speculazione edilizia: si è costruito molto più del necessario
1985 legge Galasso prima legge di protezione del paesaggio italiano che impone alcune categorie di
vincolo su certe parti del territorio, tra cui le coste

Le città continuano a crescere e si sviluppano le prime periferie edilizia di scarsa qualità in cui i volumi
edilizi sono l’unica cosa realizzata, no strade, edifici e spazi pubblici.

GENOVA stretta dalle montagne e ciò ha comportato la costruzione in ogni luogo possibile. Città molto
soggetta ad alluvioni perché le montagne sono molto ricche di corsi d’acqua che per poter costruire sono
stati interrati

In questo periodo storico c’è un generalizzato abbandono dell’agricoltura e tutte le persone che ci
lavoravano non fanno più manutenzione dei territori agricoli. Se ho un versante in tendenza posso creare
dei terrazzamenti scavando e realizzando questi spianamenti del terreno per coltivare e realizzo un muretto
a secco che mi mantiene il versante posso coltivare agevolmente un piano prima in tendenza e l’acqua
che tende a scendere e porta via il terreno, creo un sistema di canali che convogliano l’acqua quando piove
e la portano nel fondovalle dove c’è il corso d’acqua principale. Bisogna però fare manutenzione per
mantenere il canale pulito. Adesso ho una grande quantità di acqua dalle montagne e va nei fiumi interrati
che creano fenomeni di alluvione

COLLINA DI AGRIGENTO territorio aggredito dalla speculazione edilizia in seguito alla quale nel 1966 c’è
stata una grande frana che sollevò l’attenzione su questo fenomeno della speculazione. La commissione
d’inchiesta dimostrò che la frana era stata causata da un’edilizia che abusava del territorio

Quando si fa un piano edilizio si stabiliscono le zone in cui si può costruire e anche la densità dell’edificato
che rispetta determinati principi

Si mettono questi limiti per mantenere la stabilità del suolo

In questi anni nascono grandi quartieri di edilizia economica e popolare e viene creato l’istituto IACP che
gestisce queste costruzioni

ROMA

- Laurentino 38 (30.000 persone)


- Corviale (6.000-7.000 persone)
- Quartiere delle ville nuove

Sembrano intere città

Questi quartieri mostrano un’ispirazione architettonica che proviene dal movimento moderno:
funzionalismo ad es. “l’unitè de abitation” di le Corbusier a Marsiglia (essi pensavano che in questo modo
si potessero creare città più democratiche in cui tutti possono accedere alle stesse opportunità)

I progettisti dei 3 quartieri romani si chiedono come progettare queste case per tutte queste persone,
attingono a questa corrente del movimento moderno di le Corbusier. Si volevano costruire delle utopie
urbane ispirate alle utopie del mondo moderno

Sono diventati quartieri molto degrado. Negli anni si è visto che questo modello non funziona perché porta
a una forte alienazione dell’individuo in un contesto abitativo innaturale e inadeguato

Questo tipo di architetture sono abbandonate a sé stesse dal punto di vista della manutenzione che è
compito dello stato (rifare le facciate, controllare l’ascensore…)
Questi abitanti si sentono isolati ed emarginati

Vivere in un luogo brutto condiziona negativamente le persone

Questi quartieri sono molto distanti dalla città

I servizi di questi quartieri dovevano essere realizzati nel 4 piano dell’edificio-quartiere

Occupazione abusiva degli spazi perché questi quarti piani non sono stati mai costruiti, almeno
nell’esempio di Roma

Nel Laurentino 38 le case erano collegate da ponti che dovevano accogliere i servici, mai realizzati--<
occupazione abusiva

(riassunto)

Negli anni 50 la trasformazione si basava su una gerarchia urbana già differenziata tra sud e nord

Si parte con un’espansione lenta della citta e anche la campagna si assenta su un spetto tradizionale

In toscana ci sono 3 substrati

- Toscana centrale: presenza storica di grandi citta, mezzadria


- - montagna
- Costa

Post guerra bisogno di ricostruire boom economico abbandono delle campagne nelle citta del nord e
costruzione delle prime periferie

La popolazione viveva in grande degrado (es. Matera)

Anni 60-70 incremento sviluppo industriale, infrastrutturale e dell’immigrazione

Cultura di massa e motorizzazione di massa  turismo trasformano principalmente le coste dal punto di
vista turistico

Le citta crescono in 3 modi

- Macchia d’olio perdita di confine tra città e campagna (citta diffusa)

Dalla pianura veneta

In toscana è Prato la città maggiormente interessata a questo fenomeno

- Scivolamento a valle e sulla costa

 insediamento che non avendo più spazio per crescere nella parte alta, murata (S. miniato, Orvieto) allora
la citta cresce distaccata a valle

- La campagna urbanizzata

Nasce e si sviluppa soprattutto nel Emilia Romagna (Sassuolo distretto della ceramica), Toscana (val
d’Arno), che sono zone dette “la terza Italia”, cioè dei pezzi di regioni dove erano diffusi de distretti
industriali di piccole e medie imprese a base familiare; esse sono localizzate in un territorio originariamente
rurale, campagna. La forma caratteristica dell’abitazione in campagna era la cascina (specialmente nelle
zone di sassuolo), ovvero un’abitazione rurale fatta a corte, una specie della masseria, meridionale, cioè un
grosso insediamento attorno a una corte dove vivevano diverse famiglie (a casa colonica era solo per una
famiglia, legata al padrone del podere).

La produzione inizia nella cascina stessa, adattata per ospitare i macchinari e tutto ciò che serve per la
produzione industriale utilizzo di infrastrutture precedenti per nuove funzioni

Via via si vengono a costruire nuovi annessi, capannoni vicino alla cascina storica unione di costruzioni
tradizionali e nuove

CAMPAGNE ANNI 60-70

-Continua l’inurbamento della popolazione e continua nelle aree più marginali, più difficilmente
raggiungibili o con situa più difficili dal punto di vista della coltivabilità scompare la mezzadria che viene
abolita

-Meccanizzazione dell’agricoltura: cambiamento della produzione agricola affidata alle macchine agricole e
non più con la forza animale

-Fertilizzanti chimici

-nascita del mercato unico europeo base della comunità europea: i paesi occidentali dell’Europa (ancora
non era caduto il muro di Berlino). Cominciano ad essere dati i primi incentivi per sviluppare un
determinato tipo di coltura agricola

Tutto ciò provoca la rinaturalizzazione di alcune aree. Ad esempio un paesaggio terrazzato della Liguria, si
praticava la viticoltura di montagna (pendenze molto elevateterrazzamenti stretti). Tenuto in grande
stato di manutenzione ma questo lavoro faticoso e poco remunerativo è rimpiazzato dal lavoro salariato,
allora questa opera di manutenzione viene meno perché la popolazione è andata via dinamica di
rinaturalizzazione: la natura riprende lo spazio che originariamente era suo (bosco e vegetazione
spontanea). Intere aree della campagna italiana vengono rinaturalizzate, coperte dal bosco

Es. foto campagna senese castelletto dove ora ci sono delle aziende vinicole. È un’area collinare e le parti
più chiare sono coltivate con agricoltura promiscua e la parte scura è bosco. Se ci spostiamo al 1978 le aree
bianche stanno cambiando e le parti bianche iniziano a essere inglobate dal bosco.

La scomparsa della mezzadria essa comportava che la famiglia colonica facesse a metà del prodotto con il
proprietario; la famiglia era portata a produrre il più possibile agricoltura promiscua: più colture nello
stesso campo (al livello del terreno: semina del grano, cereali; alberi, olivi, disposti in filari; vite che veniva
appesa a festoni lungo gli alberi e non era messa a palo)

Nel momento in cui il contratto mezzadrile viene meno e con l’introduzione dei macchinari, le imprese
agricole si ingrandiscono e vendono i loro prodotti al mercato esterno specializzazione colturale o
agricola. Conviene praticare la coltivazione più redditizia, perché l’azienda punta a guadagnare il più
possibile; non c’è più il problema di coltivare il più possibile, come facevano le famiglie prima (in toscana la
più redditizia è la vite per il vino)

Meccanizzazione dell’agricoltura le imprese possono espandere la loro area perché le macchine


producono di più l’estensione dell’area dipende dalle macchine e operai di cui si dispone

(la direzione delle colture dipende la direzione dell’acqua dei canali che va verso il fiume)

Variazione cromatica ogni campo ha una coltivazione diversa (maggese= erba che non si raccoglie e con
l’aratro si rimescola)
Si divide un podere in tre parti (grano, legume, richiede meno fertilità del suolo, maggese) per rendere il
territorio produttivo differenza cromatica

Con l’uso dei fertilizzanti chimici posso avere una fertilità ogni stagione e vado verso un paesaggio sempre
più omogeneo dal punto di vista del colore dei campi, perché non faccio la rotazione, ma si guarda cosa
conviene di più coltivare

Incentivi supporti economici dati a persone perché facciano determinate cose (denaro in maniera
condizionale)

Negli anni 70 sono arrivati incentivi per la cerealicoltura sono stati spianati i calanchi, in toscana, per
creare superfici da mettere in cultura (ad esempio il paesaggio del senese che è prevalentemente utilizzato
per l’agricoltura del grano; prima erano territori erosi)

ANNI 80-90

Esaurita la fase del boom economico

L’Italia inizia a indebitarsi

Le città crescono in maniera diversa, andando a saturare gli spazi interstiziali, interni alla loro espansione

Negli anni 80 si potenzia la società di massa e nel campo delle nuove tipologie edilizie, nascono i centri
commerciali e il valore dei centri storici iniziano a ricevere grandi attenzioni da parte di architetti e
urbanisti. Prima i centri storici si svuotavano perché le persone andavano ad abitare nelle nuove case che
rappresentavano la modernità. Ora la casa del centro storico inizia ad essere considerata come un bene di
lusso

La città diventa una vetrina, cioè dominate dalla dimensione del commercio (negozi, insegne ovunque) -->
città come vetrina dei beni consumo, mentre prima questa dimensione del commercio e del consumo non
era così predominante

Anni in cui si vede anche un’altra faccia della medaglia: accumulo del debito pubblico che ha alle spalle un
sistema di corruzione tra la politica e il sistema imprenditorile

Personalizzazione della progettazione ci si allontana da canoni convenzionali e ripetuti

In alcune parti del Sud l’esigenza di personalizzazione dell’abitazione si riflette dentro la casa, perché
all’esterno si sviluppa spesso l’effetto del “non finito” (case che possono essere abitate ma sono tenute a
grezzo nell’esterno)

Coscienza ambientale per ka prima volta ci si inizia a rendere conto che tutto questo urbanizzare ha un
rovescio della medaglia.

Le alluvioni, le catastrofi ambientali (1966 frana di Agrigento e alluvione di Firenze) e altre catastrofi
naturali.

-Manifesto 1967 il partito comunista si connotava come il partito degli operai e le industrie sono il simbolo
di identificazione di quel partito

-Manifesto 1980 dello stesso partito, ma cambia la comunicazione l’attenzione è più rivolta all’ambiente

I fenomeni naturali hanno fatto capire come si è distrutto il terreno e ci sono degli studi del 1972 “rapporto
sui limiti dello sviluppo” realizzato da studiosi dell’università Massachusetts Institute of Technology (MIT)
che dice che se si continuava a produrre nelle forme correnti, nel giro di pochi anni il ondo sarebbe andato
in crisi con effetti catastrofici e problemi climatici
1987 rapporto “Brundtland” introduce il concetto di sviluppo sostenibile per la prima volta

“legge sulla difesa del suolo”

“legge Galasso” per la prima volta protegge parti del paesaggio italiano (dove non si può costruire):

- fasce di 300m dalle coste


- 300m dalle rive dei fiumi…
-

Perché in quelle aree il territorio era stato molto colpito dall’urbanizzazione e ciò produceva degrado

“codici dello sviluppo del paesaggio” estende la tutela del paesaggio ad altre aree

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