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CITTÀ NUOVE, BORGHI E VILLAGGI OPERAI EDIFICATI NEL VENTENNIO FASCISTA 1

Chiara Barbato, Roberta Sciarretta, Massimiliano Vittori

Per la sua conformazione geografica l’Italia dei primi de- Ad un secondo gruppo che possiamo indicare come «città
cenni del Novecento, pur essendo un paese prevalente- dell’autarchia» e poli industriali possono essere ascritte Arsia
mente agricolo, era dominata da contingenze assolutamente (1936-1937), oggi Raša, in Istria, Carbonia (1938) nella piana
sfavorevoli alla politica agricola, determinate soprattutto del Sulcis in Sardegna, Torviscosa (1937-1940) in provincia
dalla limitata estensione del suolo coltivabile (per più di due di Udine, Colleferro (1934-1935) in provincia di Roma. Anche
terzi paese di montagna e di collina). Guidonia può essere classificata tra le città di fondazione
Vaste e diffuse erano le zone malariche e risultava ne- «autarchiche», concepite per dare ordinamento ed impulso
cessario per l’economia risolvere il problema delle sussi- a realtà economiche di tipo industriale o terziario.
stenze di una popolazione densissima e decisivo accrescere Tra le città nuove devono essere ascritte anche Tresigallo
la fertilità delle campagne. Nel 1925 si manifestarono in ma- (1935-1938) in provincia di Ferrara, Predappio (1925-1934),
niera più evidente le incertezze legate al crescente disa- in provincia di Forlì e la «Città sociale» di Valdagno (1928-
vanzo della bilancia commerciale sulla quale gravavano 1935) in provincia di Vicenza, che seppure già preesistenti
enormemente le importazioni di grano. Il 20 luglio del 1925 come siti abitati, conobbero una radicale trasformazione ar-
venne lanciata la «battaglia del grano» preludio ad un inter- chitettonica e assunsero urbanisticamente caratteri di mo-
vento governativo sull’intero sistema produttivo agricolo, fino dernità novecentesca.
all’autosufficienza, che di lì a poco avrebbe assunto i carat- L’elenco che segue, il più vasto e dettagliato fino ad oggi,
teri ben più ampi della «bonifica integrale». mira a scoprire, da nord a sud Italia, realtà nascoste o di-
Le prime città nuove nacquero soprattutto in funzione ru- menticate e in alcuni casi a ribadire l’origine di fondazione
rale, quali centri di supporto all’incremento della produttività di alcune piccole città, villaggi e borghi minori di cui poco si
granaria e risanamento delle plaghe malariche. conosce. Del resto il lavoro di ricerca prosegue e non si
A questa prima fase possono essere ascritte Mussolinia esclude che nuovi siti possano essere individuati e studiati.
di Sardegna oggi Arborea (1928-1935), edificata a seguito Diversi borghi e villaggi in elenco, che contavano ap-
della bonifica di Terralba, Littoria oggi Latina (1932), nata a pena una o due decine di case, oggi appaiono completa-
seguito della bonifica integrale dell’Agro pontino, così come mente modificati e in alcuni casi annessi come quartieri ai
Sabaudia (1933-1934), Pontinia (1934-35), Aprilia (1936- comuni limitrofi. Gran parte di essi erano stati edificati come
1937) e Pomezia (1938-1939) presso Roma. villaggi rurali, sorti per offrire alloggi a braccianti, contadini
Possono essere inserite in questo elenco semplificato, ed operai dediti a lavori di bonifica nelle zone esposte alle
motivato dai presupposti ideologici della battaglia del grano: opere di redenzione.
Fertilia (1936-1943) in provincia di Alghero (bonifica della Altri villaggi operai erano destinati ai lavoratori delle in-
Nurra), Segezia (1939-1942), Incoronata (1939-1943) e altre dustrie situate fuori dai centri abitati, per sopperire al pro-
frazioni in provincia di Foggia, sorte a seguito della bonifica blema della lontananza dal posto di occupazione, che si
della Capitanata, nel Tavoliere delle Puglie. palesa anche nella stessa conformazione e struttura dei vil-

Il testo che segue è un elenco sintetico delle nuove fondazioni italiane realizzate tra
il 1922 e il 1942. Per approfondire l’argomento si rimanda al volume: G. Pellegrini (a
cura di) Città di fondazione italiane 1922-1942, Latina 2005.
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Croazia - Istria

Arsia oggi Raša, comune nella ex provincia italiana di Pola. Pozzo Littorio, a differenza della precedente cittadina, fu
Edificata per conto dell’Acai (Azienda carboni italiani) al fine subito concepito comune, ma in attesa di dare il via alle pro-
di incentivare la produzione nazionale del carbone ed assi- cedure, venne inizialmente inserito nel territorio amministra-
curare al paese una maggiore potenzialità energetica. Con tivo di Arsia (Rdl 20 ottobre 1940, n. 1561).
l’apertura di nuovi pozzi, oltre a quelli già presenti in zona e L’incarico di progettazione fu questa volta assegnato all’ar-
l’aumento della manodopera in arrivo, la ditta ebbe l’idea di chitetto Eugenio Montuori, già attivo a Sabaudia e autore del
creare un centro urbano per fornire agli operai una sistema- coevo piano di ampliamento di Carbonia. Con Arsia e Pozzo
zione il più vicino possibile ad una delle bocche di miniera. Littorio si delineò uno specifico standard urbano con cui
Per la collocazione della nuova città si localizzò un sito nella provvedere alla necessità, emersa negli anni della politica
zona orientale della penisola, a metà strada tra Fiume e autarchica, di fondare ex novo città votate all’industria, per-
Pola, nella vallata di Carpano in territorio comunale di Albona fettamente integrate nei meccanismi del sistema produttivo
(ora Labin). I lavori per la costruzione della nuova città ini- nazionale. In tal senso i due centri possono essere conside-
ziarono nel 1936 e l’anno seguente, il 4 novembre, ebbe rati casi esemplari delle strategie socio-economiche perse-
luogo l’inaugurazione di Arsia. In vista di un ulteriore poten- guite dal regime negli ultimi anni di governo.
ziamento dell’attività di estrazione, il villaggio fu promosso a Nel 1945, a guerra terminata e con il passaggio dell’Istria
comune con Rdl 27 ottobre 1937, n. 1815 e si deliberò di alla Jugoslavia di Tito, Arsia è stata ridenominata Raša e
conseguenza un ampliamento urbano dove includere la co- Pozzo Littorio ha mutato il proprio nome in quello di Podla-
struzione del palazzo municipale. Il presidente della società, bin, oggi, più semplicemente, essendosi fuso con la vecchia
l’imprenditore Guido Segre, affidò lo studio del piano ad un Albona, Labin.
architetto di sua fiducia, il triestino Gustavo Pulitzer Finali. Luigi Razza, frazione di Zara, villaggio di pescatori e agri-
Arsia venne adattata alla particolare morfologia della stretta colo intitolato al commissario per le migrazioni interne ap-
gola del Carpano, inserita tra la lingua del torrente omonimo, prodato fortunosamente nella zona di Portolago in Dalmazia.
a est e la strada statale Fiume-Pola, a ovest. La strada na- Nel dopoguerra ha modificato il proprio nome in Uble.
zionale fu sfruttata anche come principale asse viario del
centro, sul quale si innestano strade minori perpendicolari di Levade, borgo rurale. oggi Livade, frazione di Portole.
breve corso. Il piano elaborato da Pulitzer Finali si avvicina
alla tipologia di «città lineare» sperimentato in quegli anni
soprattutto oltralpe, ma dettato, in questo caso, dalla parti-
colare geografia del sito, piuttosto che da ragioni teoriche.
Nella piazza dell’Impero si addensano gli edifici rappresen-
tativi ed i servizi essenziali: il palazzo comunale, la chiesa
con annessa canonica, la casa del fascio con arengario e la
mensa-albergo degli impiegati. Ad ornamento del sito venne
sistemata una grande statua del minatore, opera dello scul-
tore Marcello Mascherini (1906-1983), rimossa nel dopo-
guerra e un rilievo raffigurante Santa Barbara, collocato sul
fianco della chiesa, realizzato dal triestino Ugo Carà (1908-
2005). Negli immediati paraggi, si collocano le poste, edificio
di gusto razionalista, la caserma dei carabinieri, l’asilo e le
scuole elementari, a quattro piani.
Si progettò anche la realizzazione del porto (ora Luka
Raša), a quattro chilometri dal centro. Superato quasi il mi-
lione di tonnellate annue di carbone ricavate dai pozzi
istriani, nel 1940 l’Acai finanziò l’edificazione di un secondo
centro minerario in provincia di Pola, ad otto chilometri da
Arsia, ai piedi della collina di Albona.

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Piemonte e Valle d’Aosta Pasubio (VI), villaggio operaio destinato ai lavoratori del la-
nificio Rossi nelle vicinanze di Schio, fondato il 25 settembre
1938 da Mussolini. Attualmente è un quartiere di Schio.
Cervinia (AO), stazione sciistica edificata a partire dal 1934
Città Sociale Valdagno (VI), fu edificata su iniziativa dell’im-
con lo sviluppo del turismo alpino.
prenditore Gaetano Marzotto tra il 1928 e il 1940, affiancan-
Sestiere (TO), stazione sciistica realizzata tra il 1930 e il dola al vecchio insediamento di Valdagno, sulla riva opposta
1933 su progetto dell’ architetto Vittorio Bonadè Bottino. Co- del fiume Agno. Il centro fu concepito «razionalmente» per
mune dal 1934. garantire alla popolazione operaia alloggi dignitosi e assi-
stenza sociale. Progettista della «città dell’armonia» fu l’ar-
Sportinia (TO), stazione sciistica, frazione del Sestriere, chitetto Bonfanti in collaborazione con il collega Zardini.
edificata a partire dal 1940.
Borgo Roma (VR), villaggio in località Tomba, edificato nel
Villaggio operaio Villar Perosa (TO), per i lavoratori della 1939, costituito inizialmente da 25 casette estensive semi-
Fiat, edificato nelle vicinanze dell’omonimo comune. rurali con annesso orto.
Brentella e Sabbioni (VE), villaggi ubicati in località Mal-
Testona Torinese (TO), villaggio operaio progettato dall’ar- contenta, edificati nel 1938, costituiti da un totale di 92 fab-
chitetto Mario Passanti, realizzato nel 1942.
bricati destinati a 184 famiglie.
Villaggio Snia (TO), costruito alla metà degli anni Venti nelle Costanzo Ciano (VE), villaggio rurale in località Cortellazzo
vicinanze dello stabilimento industriale a circa 6 chilometri dal edificato nel 1940.
centro di Torino. Il progetto iniziale dell’architetto Vittorio Tor-
nielli, fu ridimensionato al momento della realizzazione. Fratelli Grinzato (PD), borgo rurale a Vigonza, edificato nel
1937 su progetto dell’architetto futurista Quirino De Giorgio;
Costanzo Ciano (AL), villaggio semirurale edificato nel comprendeva case a schiera, teatro, scuola, palestra. Gli al-
1938-39, per conto dell’Icp. loggi furono destinati agli abitanti dei «casoni» dopo la bo-
nifica dei luoghi.
Cristo e Borgo Littorio (AL), frazioni di Alessandria, oggi
Borgo Littorio (PD), edificato nel 1938 a Candiana su pro-
rioni cittadini.
getto dell’architetto futurista Quirino De Giorgio, composto
Lombardia inizialmente da 27 villette bifamiliari, fu inaugurato da Mus-
solini. Comprendeva un laboratorio di tessitura e filatura.
Campo dei Fiori (MI), villaggio operaio edificato nel 1938 e
composto da 600 casette con spazi verdi e cortili. Friuli Venezia Giulia
Trentino Alto Adige Torviscosa (UD), comune edificato nel 1940 in località Torre
di Zuino, come supporto abitativo per gli operai della Snia
Dux (BZ), villaggio semirurale edificato dall’Istituto case po-
polari di Bolzano, inaugurato dal segretario del Pnf l’8 otto- Viscosa (fibre artificiali) e della Saici (cellulosa); sorto per
bre 1939 e costituito da villette su due piani con annesso iniziativa di Franco Marinotti su progetto dell’architetto Giu-
orto. Oggi è un quartiere di Bolzano. seppe De Min.
Borgo Fornasir (UD), realizzato tra il 1933 e il 1940 su ini-
Borgo Vittoria (BZ), oggi Sinigo, sorto per conto dell’Opera ziativa privata di Dante Fornasir, nei pressi dei comuni di
nazionale combattenti, nell’ambito di un più vasto piano di
Cervignano del Friuli e Terzo-San Martino.
risanamento nella zona, tendenzialmente paludosa e fino ad
allora disabitata dell’Adige. Oggi è un quartiere periferico di Borgo Brunner (UD), frazione di Aquileia.
Merano.
Aquilinia, villaggio operaio in località Zaule, comune di
Veneto Muggia (TS). Fondato il 18 settembre del 1938 da Mussolini
per gli operai della società petrolifera Aquila.
Sant’Ambrogio di Fiera (TV), villaggio edificato nel 1939 e Fossalon e Punta Sdobba (GO), frazioni di Grado. Villaggi
composto di 24 fabbricati con 66 alloggi, per ospitare circa di pescatori alle foci dell’Isonzo, edificati a partire dal 1928.
quattrocento abitanti. Attualmente è un quartiere di Treviso.

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Emilia Romagna delle case popolari. Nel 1926 Mussolini nominò come diret-
tore generale dei lavori l’ingegnere Florestano di Fausto,
Villaggio della Rivoluzione (BO), costruito nel 1938 dal- che, per meglio caratterizzare l’assetto del futuro abitato,
l’Istituto case popolari di Bologna su progetto di Francesco modificò profondamente i progetti forniti dal Genio civile. Nel
Santini, comprendeva cinque edifici a più piani, undici villette febbraio del 1927 la Predappio Nuova fu elevata a centro
bifamiliari e un asilo nido, nelle immediate vicinanze dello comunale e il paese collinare acquisì la denominazione di
stadio. Attualmente è un quartiere di Bologna. «Predappio Alta». La storia costruttiva della città si protrasse
nel decennio successivo e fu attentamente sovrintesa da
Minerbio (1938) e Corticella (1941) villaggi operai e rurali Mussolini, che, vagliando di volta in volta gli elaborati grafici
siti in comune di Bologna. e recandosi più volte sul posto, intervenne personalmente
Tresigallo (FE), comune riedificato su preesistenza tra il nelle scelte formali del progettista. Negli anni Trenta, scom-
1935 e il 1938. Edmondo Rossoni a partire dal 1933 pro- parso dalla scena Di Fausto, chiamato a dirigere diversi can-
mosse la realizzazione di un nuovo centro da sovrapporre tieri, anche altri architetti contribuirono alla fisionomia della
all’antico borgo di Tresigallo, suo paese natale, una trentina «Città del duce», interpretando con maggior eloquenza il si-
di chilometri ad est di Ferrara. Divenuto ministro dell’agricol- gnificato simbolico di cui era investita: Cesare Bazzani,
tura due anni dopo, il gerarca cominciò a dettare personal- esponente della scuola novecentista di Piacentini, Arnaldo
mente da Roma la definizione del piano urbano e la Fuzzi, tecnico di casa Mussolini e Cesare Valle, presenti al-
sistemazione delle costruzioni cittadine e degli impianti in- tresì in molti lavori nella vicina Forlì.
dustriali, spesso anche il disegno dei singoli edifici, avvalen- Alessandro Mussolini (FC), villaggio rurale alla periferia di
dosi della consulenza e della presenza sul posto dell’amico Forlì, inaugurato il 27 dicembre 1938 dal duce e composto
ingegnere Carlo Frighi, che firmò i progetti esecutivi e di- da 38 casette con annessi 400 metri quadrati di terreno.
resse i cantieri. Rossoni suggerì l’intitolazione di strade e Oggi quartiere della città.
piazze, costituì un’apposita società, la Sertia, per le manovre
di esproprio, acquisto, demolizione degli antichi fabbricati ed Villa Santa Croce (RE), villaggio destinato agli operai della
erezione dei nuovi e si preoccupò del reperimento dei fondi società officine meccaniche Reggiane, che contribuì con la
da enti pubblici e privati. Il ministro tentò in questo modo di donazione dell’area edificata.
veder concretizzato un proprio modello di città «democra- Costanzo Ciano (RE), villaggio in località Villa Ospizio.
tica», corporativa e produttiva, di piccole dimensioni ma ca-
pace di svolgere un forte ruolo territoriale e di contrastare Toscana
l’esodo dei lavoratori dalla campagne.
Volania (FE), frazione di Comacchio, inaugurata il 4 novem- Alla fine degli anni Trenta fu istituito il comune-provincia di
bre del 1938 in prossimità dell’antico argine dello Spino. Apuania, che ebbe breve vita, dal 1938 al 1946, unificando
Anita (FE), villaggio rurale in territorio di Argenta. Fu fondata i territori comunali di Massa, Carrara e Montignoso.
il 20 dicembre 1939 da Italo Balbo e Giuseppe Tassinari a Principe di Napoli (LU), villaggio semirurale in località Ca-
compimento del primo appoderamento dell’Agro ferrarese. stagnola, edificato nel 1938, attualmente in provincia di
Costanzo Ciano (MO), villaggio semirurale in località Fos- Lucca, all’epoca in provincia di Apuania.
soli di Carpi edificato nel 1939. Costanzo Ciano (LI), oggi villaggio Solvay. Nacque nel 1936
Predappio Nuova (FC), comune edificato a partire dal 1925 su iniziativa della società Solvay di Rosignano Marittimo come
fino al 1942, a causa di una una serie di smottamenti franosi, luogo di residenza per i lavoratori dello stabilimento chimico,
che interessarono la collina di Predappio, succedutisi tra il ampliando in questo modo la ricettività del villaggio industriale
1923 e il 1924. Per fare fronte alla massa di popolazione di Rosignano Solvay.
sfollata fu presa la decisione di edificare un nuovo insedia- Tirrenia (PI), frazione di Pisa, fu edificata all’inizio degli anni
mento - spostato rispetto al sito antico ritenuto insicuro - che, Trenta nella zona paludosa, bonificata, in località Tombolo,
dopo accurate perizie geologiche, venne concepito accanto affermandosi come località turistica e cinematografica.
alla sottostante frazione di campagna di Dovia, proprio nelle Alberese (GR), villaggio agricolo dell’Onc, edificato nelle vi-
vicinanze della casa natale del duce. Il 30 agosto del 1925, cinanze della linea ferroviaria Grosseto-Roma, si sviluppò di
alla presenza di Roberto Farinacci e di Italo Balbo, furono fronte ad un leggero slargo ricavato sulla via Aurelia vecchia.
poste le prime pietre della chiesa di Santa Rosa da Lima e

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Spergolaia (GR), centro aziendale situato un chilometro a Colleferro (RM), nato come villaggio operaio a supporto del-
nord di Alberese. l’impianto industriale Bombrini Parodi-Delfino per la produ-
Niccioleta, frazione di Massa Marittima (GR), villaggio mi- zione di esplosivi e di altro materiale bellico, fu istituito
nerario sorto dietro iniziativa della società Montecatini su comune il 13 giugno del 1935. Tra il 1920 ed il 1931 alla ori-
preesistenza. ginaria attività industriale vennero affiancate un cementificio,
un’industria di concimi fosfatici, un impianto per lavorazioni
Ribolla, frazione di Roccastrada (GR), nacque nel 1936 metallurgiche e meccaniche.
come villaggio minerario su preesistenza, per iniziativa della
società Montecatini. Nella stessa zona si ha notizia di un vil- Acilia, nacque come borgata rurale nel 1934 a diciotto chi-
laggio in località Macchiascandona, frazione del comune lometri da Roma in direzione sud-ovest e a una decina da
Castiglione della Pescaia. Ostia, per garantire l'accoglienza della massa di sfrattati pro-
venienti dalla capitale, rimasti senza domicilio in seguito alla
Albinia (GR), frazione del comune di Orbetello fu edificata ristrutturazione urbanistica della zona dei Fori Imperiali e di
a seguito di un intervento di pianificazione territoriale che in- via del Teatro di Marcello. Nel 1940 Mussolini inaugurò un
cluse la bonifica delle paludi del fiume Albegna. intero lotto residenziale. Oggi è un quartiere della capitale.
Guidonia (RM), conosciuta come «città aeronautica» di-
Marche venne comune il 21 ottobre del 1935. Il nome del centro fu
prescelto da Mussolini sul finire del 1934 e si ispirava a
Metaurilia (PU), villaggio rurale collocato sulla destra del quello del generale torinese Alessandro Guidoni, fondatore
fiume Metauro, edificato tra il 1934 e il 1938 lungo la Statale del corpo del genio aeronautico, che aveva perso la vita sul
Adriatica, a quattro chilometri da Fano, dotato di chiesa (ing. campo di Montecelio, provando un paracadute. Fu edificata
C. Eusebi), asilo, dopolavoro e magazzini. Vi alloggiavano per conto dell’istituto fascista case popolari. Il piano regola-
115 famiglie di lavoratori, per la maggior parte avventizi ru- tore generale venne affidato ad Alberto Calza Bini, presi-
rali. dente dell’Icp di Roma. Calza Bini interpellò, come propri
collaboratori, tre giovani professionisti di formazione moder-
Umbria nista, che, in pratica facendo le sue veci, provvidero all’ela-
borazione progettuale di Guidonia: l’architetto Giorgio Calza
Villaggio operaio dell’Elce (PG), frazione di Perugia, edi- Bini, il collega Gino Cancellotti, già tra i quattro disegnatori
ficato tra il 1936 ed il 1937. di Sabaudia ed infine l’ingegnere Giuseppe Nicolosi, attivo
anche a Littoria e specializzato in edilizia residenziale. Com-
pletati alcuni impianti tecnologici attorno all’aeroporto, tra i
Lazio
quali la vasca idrodinamica e l’avveniristica galleria del
vento, il 27 aprile del 1935 il Capo del governo presenziò la
Pian de’ Valli-Terminillo, complesso turistico-abitativo co-
cerimonia di fondazione della città, che fu inaugurata il 31
struito alla metà degli anni Trenta in prossimità del rifugio
ottobre 1937. Il suo ruolo primario fu quello di sede abitativa
Capanna Trebbiani (medaglia d’oro della grande guerra), in
della popolazione di militari, operai, studiosi e scienziati im-
provincia di Rieti.
piegati nel vicino aeroporto.
Castel San Giorgio (RM), villaggio agricolo nel compren-
Pomezia (RM), quinta ed ultima delle città di fondazione
sorio di Maccarese.
dell’Agro pontino-romano, venne edificata su iniziativa del-
Breda, villaggio industriale sulla via Casilina presso Roma l’Opera nazionale combattenti a circa trenta chilometri a sud
progettato da Alberto Calza Bini per conto dell’Icp e riservato della capitale. Il concorso per il piano regolatore del nuovo
agli operai dell’omonima fabbrica di armi. La prima pietra fu comune fu pubblicato il primo ottobre del 1937. La giuria,
posta il 27 maggio 1939 da Mussolini. Il villaggio, terminato dopo alcune esitazioni, ritenne maggiormente meritevole il
nel dicembre 1940, comprendeva 480 alloggi. Attualmente progetto proposto dal gruppo 2PST, già vincitore del prece-
è un quartiere di Roma. dente concorso per Aprilia. Il 25 aprile 1938 ebbe luogo la
San Cesareo (RM), nato come villaggio rurale tra il 1924 e cerimonia di fondazione di Pomezia alla presenza di Mus-
il 1929, per l’accoglienza di un migliaio di persone, divenuto solini. Il nuovo comune venne istituito con Rdl n. 935 del 3
in seguito comune autonomo. Costruito in posizione equidi- giugno 1938 e fu inaugurato dopo diciotto mesi di lavoro, il
stante dagli antichi comuni di Colonna e Zagarolo, fu uno tra 29 ottobre del 1939.

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Littoria-Latina (LT), comune-capoluogo di provincia, prima del nuovo comune di Sabaudia e ventiquattro ore dopo Mus-
città nuova nata a seguito dell’opera di redenzione delle pa- solini presiedette la cerimonia della posa della prima pietra.
ludi pontine. L’ipotesi di far sorgere un vero e proprio polo Parallelamente alle operazioni di dicioccatura, dibosca-
amministrativo nell’area in corso di risanamento sul sito del mento e bonifica idraulica, nei successivi 253 giorni oltre
Quadrato, fu suggerita dal commissario dell’Onc Valentino quattromila operai, tra muratori, carpentieri, artieri e mano-
Orsolini Cencelli a Mussolini il 5 aprile del 1932 durante una vali, si alternarono in turni di otto ore ciascuno senza inter-
visita ufficiale ai cantieri di bonifica. La progettazione del ruzioni per tirare su le mura cittadine: di giorno sotto la luce
centro, poco più di sessanta chilometri a sud della capitale, del sole e di notte con l’ausilio dei potenti riflettori di una cen-
fu affidata dall’Onc al giovane architetto romano Oriolo Frez- trale elettrica. Il 15 aprile del 1934, con una settimana di an-
zotti in collaborazione con il dirigente dell’Ufficio tecnico del- ticipo rispetto alla data a suo tempo prefissata dal duce,
l'Opera combattenti, l’ingegnere Caio Savoia. Il 30 giugno Sabaudia venne infine inaugurata alla presenza del re.
del 1932 ebbe luogo la cerimonia della posa della prima pie- Il piano regolatore di Sabaudia fu ideato per ospitare circa
tra contenente la pergamena di fondazione. Il 18 dicembre ventimila persone, di cui cinquemila concentrate nell’abitato
1932 Mussolini presiedette personalmente l’inaugurazione e le rimanenti sparse nell’area appoderata, dove, di lì a
del nuovo comune rurale di Littoria (istituito con Rdl n. 1343, poco, sarebbero state create anche le due borgate di San
22 settembre 1932). Il primo piano regolatore della città, cal- Donato e Vodice. Per il centro urbano vero e proprio ci si
colato in principio per accogliere cinquemila abitanti, venne basò sui principi del funzionalismo planimetrico; come punto
improntato ad un modello radiocentrico, strettamente rela- di partenza servì il classico prototipo del castrum romano,
zionato alle principali linee di comunicazione già tracciate con due principali strade di bonifica perpendicolari l’una al-
con i primi lavori effettuati dal Consorzio di bonifica di Pisci- l’altra: quella in arrivo da Roma e Littoria e quella prove-
nara: verso Cisterna-Roma, verso i monti Lepini, verso il niente da Terracina. I quattro progettisti, quindi, articolarono
mare, ovvero in direzione dei borghi già esistenti. Tale im- gli spazi attraverso un preciso intervento di zonizzazione, in-
pianto consentiva di veder realizzata, funzionalmente, quella dividuando due poli cittadini principali: uno politico-rappre-
naturale apertura verso la campagna che avrebbe dovuto sentativo, costituito dalla piazza della Rivoluzione e dalla
rappresentare, secondo le direttive politiche, la condizione piazza Circe (oggi unificati sotto il nome di piazza del Co-
primaria alla base dell’intero esperimento urbanistico. Sul- mune) e uno educativo-religioso (piazza Santa Margherita).
l’intelaiatura degli assi viari radiali venne ordita una serie di Stilisticamente, le architetture di Sabaudia rientrano tra gli
anelli poligonali concentrici di cui l’esterno, il viale Mussolini schemi tipologici messi a punto e diffusi pochi anni prima dal
(oggi XVIII dicembre), costituiva la maggiore circonvalla- Movimento italiano per l’architettura razionale (Miar), qui
zione. Quanto alla definizione e alla distribuzione delle varie adottati per la prima volta su scala urbana.
funzioni urbane, si adottò una soluzione con tre piazze mag- Pontinia (LT), comune in provincia di Latina. Terza tappa
giori, individuanti un polo politico (piazza del Littorio, oggi delle operazioni di bonifica e di trasformazione fondiaria e
del Popolo), uno religioso-educativo (piazza Savoia, oggi urbanistica condotte dal regime sui territori paludosi e ma-
San Marco) ed uno commerciale (piazza del Quadrato). Con larici dell’Agro pontino. Anche del nuovo comune di Pontinia
lo sviluppo ulteriore e rapidissimo della bonifica e con la sua si era preannunciata la nascita in occasione dell’inaugura-
estensione a tutto l’Agro pontino Littoria fu elevata a capo- zione di Littoria, il 18 dicembre del 1932. La posa della
luogo di provincia il 4 ottobre 1934 con decreto legislativo n. prima pietra di Pontinia ebbe luogo il 19 dicembre del 1934:
1682. L’inaugurazione della nuova provincia si svolse il 18 secondo un procedimento ormai usuale, Mussolini vi intro-
dicembre 1934. A ciò corrispose la redazione di un piano re- dusse e sigillò personalmente alcune monete ed una per-
golatore di ampliamento urbano, curato ancora da Frezzotti. gamena scritta e firmata. Il nuovo comune venne istituito
Sabaudia (LT), comune in provincia di Latina. La sua na- con Rdl n.1082 del 13 Giugno 1935. La città fu inaugurata
scita fu preannunciata da Mussolini durante il discorso dopo dodici mesi esatti dall’inizio dei lavori, il 18 dicembre
d’inaugurazione di Littoria, il 18 dicembre 1932. Per la co- 1935, giornata nazionale della fede, istituita dal regime fa-
struzione del nuovo centro comunale, l’Onc decise di ban- scista in risposta alle sanzioni economiche. Il piano regola-
dire un concorso nazionale. Tra le tredici soluzioni tore di Pontinia, opera di A. Pappalardo e O. Frezzotti fu
presentate alla commissione, risultò vincente quella dell’as- dimensionato ad una popolazione effettiva di circa tremila
sociazione di quattro giovani architetti di pensiero razionali- abitanti e si inserisce diagonalmente entro un rettangolo vir-
sta: Luigi Piccinato, Gino Cancellotti, Alfredo Scalpelli e tuale delimitato dai confini naturali di due corsi d’acqua e
Eugenio Montuori. Il 4 agosto 1933, con Rdl n. 1071, venne dal tracciato di due strade preesistenti.

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Lo schema urbano è basato su un asse fondamentale (viale Borgo San Michele (LT), frazione di Latina, venne costruito
del Duce, oggi viale Cavour) che corre in direzione est-ovest tra il 1929 e il 1931 dal Consorzio di bonifica di Piscinara su
e mette in collegamento le due piazze principali, una intitolata progetto degli ingegneri E. Nasi e G. B. Pancini, col nome
al 28 Ottobre (oggi del Comune) e l’altra a Pio VI. Due per- di Villaggio operaio a Capograssa per accogliere le nume-
pendicolari tagliano la retta succitata, proprio all’altezza dei rose maestranze impegnate nell’esecuzione dei lavori di bo-
due slarghi, riproponendo il motivo del cardo e decumano di nifica.
ascendenza romana già sperimentato a Sabaudia. Lo stile Doganella (LT), frazione di Cisterna. La costruzione di que-
costruttivo di Pontinia appare condizionato dalla natura agri- sto villaggio operaio rientrava tra le opere previste dal Pro-
cola della borgata, strettamente rispondente alle esigenze di getto generale di bonifica redatto dall’ing. Giovanni Battista
una popolazione contadina. Pancini in data 29 aprile 1929.
Aprilia (LT), comune in provincia di Latina. Per la realizza- Borgo Isonzo (LT), frazione di Latina, fu realizzato da tec-
zione della città l’Onc bandì un concorso pubblico per l’affi- nici dell’Onc tra il 1931 e il 1933, in località Bivio Antonini,
damento del piano regolatore del nuovo centro. Vincitore principalmente come azienda agraria. Oggi è un quartiere
dalla gara risultò il gruppo 2PST, composto dagli architetti del capoluogo.
Concezio Petrucci e Mario Tufaroli e dagli ingegneri Ric-
cardo Silenzi ed Emanuele Filiberto Paolini. L’istituzione del Borgo Piave (LT), frazione di Latina, fu realizzato da tecnici
comune e la cerimonia di posa della prima pietra ebbero dell’Onc tra il 1931 e il 1933, in località Passo Barabini, prin-
luogo il 25 aprile del 1936 e dopo un anno e mezzo, il 29 cipalmente come azienda agraria. Oggi è un quartiere peri-
ottobre 1937, Aprilia era pronta per l’inaugurazione. Aprilia ferico del capoluogo.
fu ideata come centro rurale per una popolazione di dodici- Borgo Carso (LT), frazione di Latina, fu realizzato da tecnici
mila abitanti, di cui solo tremila residenti nell’area urbana, dell’Onc tra il 1931 e il 1933, in località La Botte, principal-
gli altri attestati tra i vari poderi distribuiti nella campagna. mente come centro aziendale, restaurando anche antichi
Lo schema tradizionale del cardo e del decumano ispirò il edifici già esistenti.
gruppo 2PST nel disegno del piano regolatore, inserito con
leggera inclinazione nel territorio pianeggiante compreso tra Borgo Pasubio (LT), frazione di Pontinia, fu realizzato da
il percorso della via Nettunense (ad ovest) e quello della fu- tecnici dell’Onc tra il 1932 e il 1933. Oggi è un quartiere di
tura Mediana (a sud-ovest). A differenza delle tre precedenti Pontinia.
città di fondazione, dove era prevalso un progetto policen- Borgo Bainsizza (LT), frazione di Latina, fu realizzato da
trico, Petrucci e compagni scelsero la soluzione della piazza tecnici dell’Onc tra il 1932 e il 1933, in località Piano Rosso,
unica, evidentemente preferita anche dall’Onc. Dalle speri- come centro di servizi.
mentazioni moderniste delle precedenti città si passò ad un Borgo Montello già Conca (LT), frazione di Latina, fu re-
linguaggio, seppur volto ad una essenziale linearità, d’im- staurato e ampliato da tecnici dell’Onc tra il 1932 e il 1933 e
pronta storicista. Giocano molta importanza la ripetizione trasformato come centro aziendale.
seriale dell’elemento-arco, che caratterizza fortemente i pro-
spetti di piazza Roma e l’uso esteso della muratura in mat- Borgo Faiti (LT), frazione di Latina, fu realizzato da tecnici
toni, alternata a semplici superfici intonacate, tipiche dei dell’Onc tra il 1932 e il 1933 in località Foro Appio, quale
centri di età comunale. centro di servizi.
Borgo Podgora (LT), frazione di Latina, nacque nel 1927 Villaggio Littoria Stazione (oggi Latina Scalo), fu costruito
col nome di Villaggio operaio a Sessano, su progetto degli al principio del 1934 e completato nel primo semestre dello
ingegneri E. Nasi e G. B. Pancini, tecnici del Consorzio di stesso anno da tecnici del Consorzio di bonifica di Littoria,
bonifica di Piscinara. quale centro di servizi.
Borgo Sabotino (LT), frazione di Latina nacque nel 1929 Borgo Flora (LT), frazione di Cisterna, nato inizialmente col
col nome di Villaggio operaio a Passo Genovese. Il villaggio nome di villaggio di Pantano realizzato dai tecnici del con-
venne costruito dal Consorzio di bonifica di Piscinara. sorzio di bonifica di Littoria (geom. Bortolotti) nel 1934-35,
quale centro di servizi.
Borgo Grappa (LT), frazione di Latina, fu costruito nel 1929
sul prolungamento verso il mare della Migliara 45, laddove Borgo San Donato (LT), frazione di Sabaudia, prende il
confluiva la Strada Litoranea a nord del ponte sul Rio Mar- nome dal nome della selva preesistente e fu realizzato dai
tino presso l’antico Casale dei Pini. tecnici del consorzio di bonifica di Littoria nel 1934-35, quale

235
Borgo Vodice, (LT), frazione di Sabaudia, fu realizzato da Licola (NA), villaggio rurale, frazione del comune di Poz-
A. Pappalardo tra il 1934 e il 1935, quale centro di servizi. zuoli, edificato dall’Onc nella prima metà degli anni Venti.
Borgo Montenero (LT), frazione di San Felice Circeo, fu
realizzato da A. Pappalardo tra il 1934 e il 1935, quale centro Puglia
di servizi.
Borgo Hermada (LT), frazione di Terracina, fu realizzato da Borgo Laserpe (FG), primo villaggio costruito in base al
A. Pappalardo tra il 1934 e il 1935, quale centro di servizi in «piano Curato» di trasformazione agraria del Tavoliere di Pu-
località Macchia di Piano. glia, venne edificato in contrada Mezzanone, in territorio co-
munale di Manfredonia, tredici chilometri a est di Foggia. Il
Abruzzo e Molise suo nome deriva da quello di Raffaele Laserpa, fascista della
prima ora ucciso nel 1921. Del progetto si occuparono l’ar-
Celdit (CH), frazione di Chieti, villaggio operaio edificato dal- chitetto Domenico Sandri e l’ingegnere Giovan Battista Ca-
l’Istituto case popolari. nevari, entrambi romani e uomini di fiducia di Roberto Curato,
commissario del Consorzio di bonifica della Capitanata e del
San Salvo Marina (CH), frazione di San Salvo, presso sottosegretario Arrigo Serpieri. Il borgo, destinato ad ospitare
Chieti. una ventina di famiglie, venne costruito in appena due mesi,
Salle del Littorio (PE), comune costruito nel 1933, in sosti- a partire dal luglio 1934, per essere pronto in occasione della
tuzione dell’antico centro medievale distrutto dal terremoto. visita di Mussolini, che ebbe luogo in settembre.
Villaggio Nuova Cliternia (CB), frazione di Campobasso. Siponto (FG), fu edificata tra il 1936 e il 1937 nei pressi di
Manfredonia sui terreni sottoposti a bonifica dal Consorzio
della Capitanata. Il progetto del piano urbanistico, completo
Campania di scuola, dispensario antimalarico, spaccio e ufficio postale,
si deve all’ingegner A. Ferraris.
Borgo Appio (CE), frazione di Grazzanise in località Torre Tavernola (FG), fu edificata una decina di chilometri a est
degli Schiavi, edificato dall’Onc (M. Tufaroli e E. F. Paolini) di Foggia e vi si costruirono, sotto la direzione dell’ingegner
alla fine degli anni Trenta come centro di servizi. Nel dopo- M. Quaglini, una scuola, un ambulatorio antimalarico, una
guerra, è stata demolita buona parte delle costruzioni. chiesa, un dopolavoro, le poste e un magazzino merci.
Borgo Domizio (CE), presso Ponte a Mare in territorio di Segezia (FG), inizialmente progettata come comune, attual-
Castelvolturno, progettato dall’Onc (M. Tufaroli e E. F. Pao- mente è una frazione di Foggia. Fu edificata per conto del-
lini) alla fine degli anni Trenta. Le difficoltà crescenti causate l’Opera nazionale combattenti all’interno di un più vasto
dalla guerra impedirono di portare a conclusione le opera- progetto di trasformazione agraria nel Tavoliere delle Puglie.
zioni di bonifica e il centro di Borgo Domizio non fu mai ter- Il progetto esecutivo fu affidato all’architetto Petrucci, che
minato. stilò un progetto di massima in data 31 maggio 1939. I lavori
Farinia (SA), villaggio rurale frazione di Pontecagnano (Sa- presero il via il 20 febbraio del 1940. L’entrata in guerra del-
lerno) sorto all’interno delle bonifiche in destra del Sele, edi- l’Italia, pur rallentando i lavori non li arrestò del tutto e la città,
ficato nel 1935 per conto della Saim, Società agricola che non giunse mai all’elevazione a comune inizialmente
industrie meridionali, accanto ad un grande tabacchificio. Il prevista, poteva dirsi terminata nel 1942. Il nucleo di fonda-
piccolo centro, costruito a partire dal 1937, venne inaugurato zione di Segezia si mostra ancora nella sua integrità, poiché
il 26 giugno del 1938 e ricavò il suo nome da quello di un il centro non ha subito, nel dopoguerra, interventi edificatori
noto esponente della proprietà terriera locale. di grande rilevanza. Al contrario, la città è in via di abban-
dono e le sue architetture rischiano un definitivo degrado a
Corvinia (SA), nacque appena a sud di Farinia, nel territorio causa della totale mancanza di manutenzione.
comunale di Montecorvino Rovello, per ospitare una popo-
lazione sia impiegata presso il vicino aeroporto sia occupata Incoronata (FG), fu edificata per conto dell’Opera nazionale
nell’attività agricola. Rimase allo stadio iniziale a causa dello combattenti. L’ideazione del centro urbano venne affidata
scoppio della guerra. all’architetto romano Giorgio Calza Bini, già autore del Prg
di Guidonia, che richiese la collaborazione del collega Ro-
Villaggio Agricolo Castelvolturno (NA), seppur citato in berto Nicolini.

236
Il progetto di massima venne redatto il 24 agosto 1939. I la- Borgo Piave (LE), frazione di Lecce, edificato per conto
vori, eseguiti sotto la direzione dell’ingegner Giacomo di dell’Onc alla metà degli anni Venti, nell’ambito di un vasto
Muro, procedettero lentamente ma furono conclusi, tranne piano di risanamento idraulico e di trasformazione agraria
che per il comune e la torre littoria lasciati fermi al primo nel tratto di litorale adriatico leccese (bonifica di San Ca-
piano, entro il 1943, anno in cui il neonato borgo cominciò a taldo) da Torre Rinalda a Punta Adriano, una decina di chi-
servire da acquartieramento per le truppe angloamericane lometri a nord del capoluogo.
presenti in zona. Solo la chiesa non venne mai realizzata se-
Borgo Grappa (LE), frazione di Lecce, edificato per conto
condo il piano di Calza Bini (sarà edificata negli anni Ses-
dell’Onc alla metà degli anni Venti, come centro di servizio
santa). Incoronata, rimasta sempre frazione del comune di per le opere di bonifica di San Cataldo.
Foggia, è oggi un centro rurale di modeste dimensioni che,
tranne che per una lieve espansione moderna e per piccole Porto Cesareo (LE), comune dal 1975, edificato per conto
modifiche strutturali compiute sulle architetture, mantiene dell’Onc a partire dal 1926 sotto la direzione dell’ingegnere
inalterato il suo aspetto originario. Celestino Pepe. L’anno precedente ebbero inizio le opera-
Borgo Giardinetto (FG), fu progettato nel gennaio del 1940 zioni di bonifica idraulica delle paludi litoranee e quelle di tra-
dall’architetto barese Marino Lopopolo dell’Istituto fascista sformazione agraria del territorio delimitato a ovest dal tratto
case popolari, su iniziativa dell’Onc. Al giugno dello stesso di bassa costa ionica tra Torre Chianca e Porto Cesareo e
anno risale una variante del piano. Il villaggio, situato in lo- ad est dalla via provinciale Manduria-Nardò.
calità stazione Troia, nel territorio di Orsara di Puglia e circa Villaggio Monteruga (LE), ora Masseria Monteruga, nei
venticinque chilometri a sud-ovest di Foggia, fu riservato a pressi di Veglie, edificato nell’ambito della bonifica dell’Ar-
una popolazione di cinquecento persone. neo, area appena a nord di Porto Cesareo, per conto della
Cervaro (FG), borgata destinata ad ospitare circa cinque- Società elettrica bonifiche e informazioni (Sebi), azienda a
cento abitanti, era stata inizialmente localizzata presso la partecipazione statale.
masseria Tressanti, ma venne successivamente spostata Cardigliano (Le), frazione di Specchia-Alessano (Ugento),
nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Cervaro. Il pro- sorto sul finire del 1930 su terreni appartenenti alla famiglia
getto, datato 1° giugno 1940, reca la firma dell’ingegner Vin- dei Greco.
cenzo Chiaia, incaricato dall’Opera nazionale combattenti. I
Montegrappa (LE), presso Tuglie, nell’Agro di Gallipoli, co-
lavori iniziarono sul finire dell’anno.
struito per volere di Cesare Vergine e destinato ad ospitare
Montegrosso (BA), frazione di Andria, edificata per conto le famiglie dei mutilati e dei caduti della Grande guerra.
dell’Onc. Il piano regolatore fu redatto in data 1° gennaio
Villaggio Starace-Resta (LE), collocato tra Nardò e Gala-
1929 dagli ingegneri Caio Savoia e Alfredo Pappalardo come
tone, realizzato a spese degli imprenditori Resta come cen-
borgata al servizio delle oltre duecento famiglie di ex com-
tro dell’attività di raccolta del tabacco e delle sperimentazioni
battenti insediate ex novo. Una seconda borgata più piccola
agricole.
prese forma pochi chilometri a est di Montegrosso, in località
Troianelli, riutilizzando anche qui poche preesistenze; il cen- Borgo Monteruga (LE), frazione di Veglie, villaggio edificato
tro era dotato di scuola, locale dopolavoro, infermeria, di- alla fine degli anni Trenta con funzione di azienda agraria.
spensa. Nel 1937 l’ingegner Fedi predispose la Loconia, frazione rurale di Canosa di Puglia (BAT).
trasformazione di un vecchio locale in cappella con campa-
nile a vela. Basilicata
Ginosa Marina (TA), nacque nelle vicinanze di un casello
ferroviario sulla linea in partenza da Taranto a seguito del Marconia (MT), frazione di Pisticci, fu edificata nell’area de-
piano di risanamento dell’area di bonifica della Stornara av- maniale incolta di Bosco Salice, come villaggio a servizio di
viato dall’ingegnere Caio Savoia per conto dell’Onc, a partire una colonia agricola penale per confinati politici e internati
dal 1920. comuni. Incentrato su una piazza centrale, completo di edifici
pubblici (cappella, casa del fascio, caserma della milizia) e
Borgo Perrone (TA), villaggio di bonifica, fu edificato in lo- quartieri abitativi, venne realizzato su progetto dell’architetto
calità Case Alte presso Castellaneta, a tre chilometri dal Konyedic, «ospite» della colonia ed inaugurato il 14 aprile
mare e sulle rive del fiume Lato. 1940. Nelle vicinanze, il Centro Agricolo (1938) ospitava gli
Frigole (LE), frazione di Lecce, edificata per conto dell’Onc uffici e la direzione della colonia.

237
Venusio (MT), frazione di Matera, nacque come villaggio Nel 1942, da una dichiarazione di Mazzocchi Alemanni, si
agricolo e scalo ferroviario realizzato nel 1927 con i fondi dei ricava che altri sette villaggi erano in fase di costruzione;
combattenti della I guerra mondiale. questi sono identificabili con i borghi Domenico Borzellino
Contrada Caporotondo, in comune di Pisticci (MT). presso Monreale (PA), realizzato su disegno di Giuseppe
Caronia e Guido Puleo ed appena iniziato; borgo Callea
Scanzano Jonico (MT), sul golfo di Taranto, nelle vicinanze
(Cammarata, AG), progettato da Pietro Ajroldi e Ugo Fuxa;
della litoranea Jonica e della linea ferroviaria Metaponto-
borgo Livio Bassi (Ummari, TP), su disegno di D. Sansone;
Reggio Calabria e Policoro, nell’omonima tenuta, funsero
borgo Guttadauro (presso Butera, CL) di G. Averna; borgo
da quartier generale delle operazioni di risanamento idrau-
lico e fondiario condotte dal Consorzio di bonifica del Meta- Francesco Caracciolo (Maniace-Bronte, CT), avviato ap-
ponto. Oggi comune in provincia di Matera. pena, ma mai portato a compimento e quindi distrutto all’ini-
zio degli anni Sessanta; borgo Arrigo Maria Ventimiglia
Villaggio Betlemme (MT), borgata rurale presso Nova Siri. (Caltagirone, CT), e il «sottoborgo» in località Fiumefreddo
(Siracusa). Rimanevano ancora allo stadio progettuale i vil-
Calabria laggi Burrainiti (Agrigento, arch. M. Calandra e R. Calan-
dra), Manganaro (Vicari presso Prizzi, PA), Ingrao, Ciclino
Villapiana Scalo, Sibari, Cantinelle, Villaggio Frassa, e Schisina (nei pressi di Francavilla di Sicilia, ME).
Thurio e Torre Cerchia tutti in provincia di Cosenza, videro Devono pure essere citati gli interventi urbanistici sicura-
la luce tra il 1927 ed il 1930, durante i lavori di bonifica della
mente non riconducibili alla committenza dell’Ecls e cioè: in
piana di Sibari, costruiti dalla Società anonima bonifiche del
provincia di Palermo, Borgo Littorio (località Mezzojuso),
Mezzogiorno.
nato a seguito di un primo piano di trasformazione fondiaria
Sant’Eufemia Lamezia, San Pietro a Maida Scalo e Cu- concepito dal Ministero dei Lavori Pubblici nel 1925, provvi-
ringa Scalo, in provincia di Catanzaro nacquero all’inizio sto di scuola, edificio amministrativo e stazione dei carabi-
degli anni Trenta nell’ambito dei lavori di prosciugamento nieri; Borgo Recalmigi (nel comune di Castronuovo) e
della piana di Santa Eufemia edificati dalla Società anonima Borgo Filaga (a 800 metri di altezza nei pressi di Prizzi),
bonifiche calabresi. edificati su notevoli preesistenze tra il 1926 ed il 1928, com-
Sicilia posti da pochi fabbricati residenziali e per servizi; in provin-
cia di Catania, Villaggio Sferro (località Catenanuova),
Borgo Amerigo Fazio (TP), edificato nel 1940 sul territorio realizzato a partire dal 1927 dalla Società sicula-lombarda
comunale di Paceco, su disegno dell’architetto Luigi Epifa- di costruzioni per gli operai impiegati nelle infrastrutture stra-
nio.
dali della piana catanese; il villaggio operaio Bardara di
Borgo Giacomo Schirò (PA), in comune di Monreale, fu Lentini o villaggio del Biviere, sorto ad opera del Consorzio
edificato nel 1940 su progetto dell’architetto Girolamo Ma- di bonifica del lago di Lentini, completato nel 1933 ma pra-
netti Cusa. ticamente mai abitato; Libertinia (in comune di Ramacca),
Borgo Antonino Bonsignore (AG), in comune di Ribera, realizzata nel corso degli anni Venti per iniziativa del barone
edificato nel 1940 su progetto dell’architetto Donato Mendo- Pasquale Libertini, su progetto degli ingegneri Nunzio Pre-
lia. stianni e Gesualdo Libertini, con chiesa, azienda padronale,
Borgo Gigino Gattuso (CT), oggi Petilia, fu edificato nel magazzini e quattro file di case coloniche; in comune di Cal-
1940 su progetto dell’architetto Edoardo Caracciolo. tanissetta, il villaggio agricolo di Santa Rita, fondato dal ba-
rone Ignazio La Lomia Bordonaro per ospitare circa 500
Borgo Antonino Cascino (EN), fu edificato nel 1940 su pro- persone; in comune di Enna, il borgo di Pergusa, costruito
getto dell’architetto Giuseppe Marletta. nel 1935 su una collinetta prospiciente l’omonimo lago per
Borgo Salvatore Giuliano (ME), in territorio comunale di dare sistemazione a famiglie prive di alloggio, finanziato am-
San Teodoro, fu edificato nel 1940 su progetto dell’ingegnere piamente dallo stesso Mussolini e provvisto di chiesa, casa
Guido Baratta. littoria, scuola e caserma. Nel 1924 si consuma la farsa di
Borgo Pietro Lupo (CT), in comune di Mineo, fu edificato Mussolinia di Sicilia, fondata in pompa magna, con tanto
nel 1940 su progetto dell’ingegnere Filippo Marino. di medaglia celebrativa e mai portata a termine. E ancora, i
piccoli villaggi Bellolampo (Palermo), inaugurato il 19 ago-
Borgo Angelo Rizza (SR), in comune di Carlentini, fu edifi-

238
Grotta Murata (sulla statale Corleone-Agrigento), eseguiti Cortoghiana (CI), edificata ex novo in località Corti Ogianu,
per dare residenza alle famiglie dei cantonieri stradali; il vil- a meno di dieci chilometri in direzione nord ovest da Carbo-
laggio Ritiro, presso Messina, realizzato nel 1938 per i ba- nia, tra il 1939 e il 1940, nel piano generale di incremento
raccati del terremoto, costituito da circa settanta casette con della produzione carbonifera dell’intera regione del Sulcis.
orto annesso; i tre villaggi minerari di Mosè (Agrigento), Per il progetto di Cortoghiana si consultò l’allora trentenne
Santa Barbara (Caltanissetta) e Villarosa (su preesistenze, architetto romano Francesco Saverio Muratori, che studiò
Enna), avviati tra il 1940 ed il 1941. un piano di matrice funzionalista.
Bacu Abis (CI), villaggio minerario edificato nel 1935, nei
Sardegna pressi di Carbonia. Comprendeva venti isolati con alloggi per
operai e tre isolati con alloggi per impiegati.
Strovina (CA), frazione di Sanluri, villaggio rurale costruito
dall’Onc nel 1922. Mussolinia di Sardegna-Arborea (OT) fu edificata come vil-
laggio rurale in prossimità dell’insediamento di Ala Birdis, si-
San Priamo (CA), frazione del comune di San Vito, villaggio tuato poco più di quindici chilometri a sud di Oristano, col
rurale. nome di Villaggio Mussolini e inaugurata il 29 ottobre del 1928
Santa Gilla (CA), villaggio di pescatori costruito nel 1940 nei da Vittorio Emanuele II. Con Rdl 1869 del 29 dicembre 1930
pressi di Cagliari. il borgo venne eretto comune con il nome di Mussolinia di
Sardegna. I primi lavori furono eseguiti in base al progetto re-
Carbonia (CI), nella desertica area del Sulcis, sulla costa datto dall’ingegnere Carlo Avanzini dietro incarico del presi-
sud occidentale della Sardegna, fin dalla metà dell’Ottocento dente della Sbs, Giulio Dolcetta. Nel 1933, dopo la morte di
venne localizzato un vasto bacino carbonifero. Nel 1935 nac- Avanzini e in seguito ad un cambio ai vertici della società ed
que l’Acai (Azienda carboni italiani), fusione dell'Arsa ano- al trasferimento all’Iri della direzione delle opere di bonifica
nima carbonifera (società istriana) e della Società mineraria integrale, fu chiamato a dare il proprio contributo l’ingegnere
carbonifera sarda. Dopo appositi sondaggi, il nuovo ente, romano Giovan Battista Ceas, di formazione razionalista.
avente sede a Roma e diretto dall’imprenditore Guido Segre, Nelle immediate vicinanze di Terralba, tra il 1924 e il 1925,
inaugurò nuovi pozzi e dette ulteriore impulso all’attività furono edificate diverse borgate, corrispondenti ai nomi dia-
estrattiva. In considerazione dell’affluenza sempre crescente lettali di Tanca Marchesa, S’Ungroni, Pompongias, Tor-
di manodopera, si delineò l’idea di creare un vero e proprio revecchia, Linnas, Luri e Ala Birdis. Comprendevano
comune. Gli uffici dell’Azienda incaricarono del piano rego- stalle, magazzini, cantine, officine, uffici e abitazioni ed ave-
latore del futuro centro l’architetto triestino Gustavo Pulitzer vano il compito di esercitare un ruolo di assistenza e con-
Finali, cui vennero affiancati altri due architetti, Ignazio Guidi trollo sulle famiglie coloniche insediate nella campagna e di
e il giovane Eugenio Montuori (già tra i quattro di Sabaudia), guidare la sperimentazione delle colture.
e l’ingegnere Cesare Valle; Pulitzer Finali, già responsabile
dell’ideazione della città di Arsia, siglò la relazione finale a Calik (SS), villaggio rurale edificato nel 1937 alla periferia di
illustrazione del nuovo progetto e disegnò alcuni degli edifici Fertilia, frazione di Alghero.
cittadini, ma, dopo le leggi razziali del 1938, fu sostituito nella Fertilia (SS), fu edificata per conto dell’Ente ferrarese di co-
direzione dei lavori dagli stessi colleghi. La cerimonia di fon- lonizzazione nella zona della Nurra, in territorio di Alghero.
dazione di Carbonia ebbe luogo il 9 giugno del 1937, mentre L’8 marzo del 1936 fu posta la prima pietra di fondazione.
il 5 novembre dello stesso anno, con Rdl n. 2189, fu istituito La prima redazione del piano regolatore per la costruzione
il comune. L'inaugurazione della città avvenne alla presenza del nuovo comune rurale fu opera di Arturo Miraglia, sosti-
di Mussolini il 18 dicembre 1938, dopo appena trecento tuito ben presto dal gruppo 2PST, che consegnò gli elaborati
giorni di lavori. Subito dopo, per ovviare all’aumento rapidis- solo nel 1939. Le vicende tormentate della sua edificazione
simo della popolazione, si pensò ad un piano di ampliamento proseguono fino al 1944, quando le ditte appaltatrici firmano
(approvato con Rdl 28 novembre 1940, n. 2045), che venne lo stato finale dei lavori, non terminati per la maggior parte
affidato ancora a Guidi e Valle, ma fu concretamente redatto degli edifici.
da Eugenio Montuori e rimase, ad ogni modo, senza seguito.
Lo stile degli edifici di Carbonia rappresenta una summa Tramariglio (SS), colonia penale presso Alghero, progettata
di spunti derivati dalle precedenti esperienze edilizie in Agro dall’architetto Miraglia.
pontino e ad Arsia, con larga concessione ad archi, logge e Campu Giavesu (SS), frazione del comune di Giave.
porticati, con prevalenza di tetti a falda.

239
1

2 3 4

Arsia - Raša Arsia - Raša


1 - Prospettiva d’insieme 3 - Chiesa di Santa Barbara
2 - Municipio e statua del minatore 4 - Abitazioni

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1

2 3 4

Torviscosa Torviscosa
1 - Prospettiva d’insieme 3 - Scuole elementari
2 - Municipio 4 - Panoramica dalla torre civica

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1

2 3 4

Tresigallo Tresigallo
1 - Piazza della Rivoluzione 3 - Sede del dopolavoro
2 - Prospettiva 4 - Campo sportivo

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1

2 3 4

Predappio Predappio
1 - Municipio 3 - Chiesa di Sant’Antonio
2 - Prospettiva d’insieme 4 - Casa del fascio

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1

2 3 4

Guidonia Guidonia
1 - Chiesa della Madonna di Loreto 3 - Casa del fascio
2 - Prospettiva d’insieme 4 - Inaugurazione della città

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1

2 3 4

Colleferro Pomezia
1 - Piazza del municipio 3 - La cittò in costruzione
2 - Cattedrale di Santa Barbara 4 - Piazza Indipendenza

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1

2 3 4

Littoria - Latina Littoria - Latina


1 - Prospettiva d’insieme, 1933 3 - Caserma milizia volontaria
2 - Inaugurazione della nuova città 4 - Palazzo delle poste

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1

2 3 4

Littoria - Latina Littoria - Latina


1 - Tavola sintetica della nuova città 3 - Casa del fascio
2 - Albergo Littoria 4 - Piazza del Littorio

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1

2 3 4

Littoria - Latina Littoria - Latina


1 - Chiesa di San Marco 3 - Fontana e stazione autolinee
2 - Casa del combattente 4 - Opera nazionale balilla

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1

2 3 4

Littoria - Latina Littoria - Latina


1 - Prospettiva dalla torre civica 3 - Famiglia rurale, insieme monumentale
2 - Portici di piazza del Quadrato 4 - Piazza del Quadrato e sede Onc

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1

2 3 4

Littoria - Latina Littoria - Latina


1 - Prospettiva d’insieme dopo l’ampliamento, 1937 3 - Palazzo del Governo
2 - Inaugurazione della Provincia, 18 dicembre 1934 4 - Piazza XXIII Marzo

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1

2 3 4

Littoria - Latina Littoria - Latina


1 - Palazzo delle poste, dopo l’ampliamento,1935 3 - Stazione ferroviaria, dopo l’ampliamento, 1935
2 - Tribunale, 1937 4 - Casa del contadino

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1

2 3 4

Sabaudia Sabaudia
1 - Piazza della rivoluzione e municipio 3 - Chiesa dell’Annunziata
2 - Prospettiva d’insieme 4 - Comune, chiesa, casa del fascio

252
1

2 3 4

Sabaudia Sabaudia
1 - Palazzo delle poste 3 - Casa del combattente e casa del fascio
2 - Azienda agraria 4 - Visita di Mussolini, 22 settembre 1934

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1

2 3 4

Pontinia Pontinia
1 - Prospettiva verso il comune 3 - Fondazione, 18 dicembre 1934
2 - Inaugurazione, 19 dicembre 1935 4 - Panorama dall’aereo

254
1

2 3 4

Aprilia Aprilia
1 - Piazza Roma e municipio 3 - Prospettiva verso il campanile
2 - Prospettiva d’insieme 4 - Chiesa di San Michele Arcangelo

255
1

2 3 4

Mussolinia - Arborea Mussolinia - Arborea


1 - Dopolavoro, chiesa e canonica, visti dal municipio 3 - Opera balilla
2 - Piazza Vittorio Emanuele III e municipio 4 - Casa del fascio

256
1

2 3 4

Carbonia Carbonia
1 - Teatro, dopolavoro e casa del fascio 3 - Abside della chiesa di San Ponziano
2 - Piazza Roma, municipio e chiesa di San Ponziano 4 - Prospettiva d’insieme

257
2

1 4

Segezia Borghi di Puglia


1 - Casa del fascio 3 - Borgo Cervaro, chiesa
2 - Chiesa 4 - Incoronata, municipio

258
1

2 3 4

Borghi di Sicilia Borghi di Sicilia


1 - Borgo Schirò, chiesa e municipio 3 - Borgo Lupo, prospettiva d’insieme
2 - Borgo Bonsignore, piazza e casa del fascio 4 - Borgo Giuliano, prospettiva d’insieme

259
ANONIMO ALBINO TOVAGLIARI
Littoria Visitate Sabaudia
stampa tipografica a colori stampa litografica a colori
cm. 100 x 70 cartolina postale

260
ANONIMO ENRICO PRAMPOLINI
Agro pontino anno IX-XV L’Agro pontino
stampa tipografica a colori stampa tipografica a colori
mm. 240 x 170 cm. 100 x 70

261
MARIO PUPPO GIUSEPPE RICCOBALDI
Sestriere Littorina Fiat
stampa tipografica a colori stampa tipografica a colori
cm. 100 x 70, 1935 cm. 100 x 70

262
ANONIMO MARIO CAFFARO RORÈ
Vini di Mussolinia La littorina sulla ferrovia del Sulcis
stampa tipografica a colori stampa litografica a colori
cartolina postale mm. 400 x 300, 1939

263
VILLAGGI DI FONDAZIONE IN LIBIA

Daniele Lembo

Se in Italia si era bonificato dall’eccesso d’acqua, i territori di Cirenaica e Tripolitania dal 1929 erano state unificate).
libici furono bonificati dalla siccità. Il 17 maggio 1938, fu emanato il regio decreto legge n.
Le province turche della Cirenaica e della Tripolitania 701 che statuiva in merito ai Provvedimenti per un piano di
erano diventate territorio italiano dopo la guerra italo-turca colonizzazione demografica intensiva in Libia. Il decreto re-
del 1911 e già nel 1914 fu emanato il Rdl n. 726 che statuiva golamentava e preordinava l’immigrazione di massa italiana
l’apertura di un Ufficio agrario a Didi Mesri (Tripoli), con lo nella colonia libica, prevedendo che lo Stato italiano finan-
scopo di acquisire i terreni al demanio, lottizzarli e darli in ziasse il Governatorato della Libia per costruire strade, pozzi
concessione ad agricoltori italiani. Si progettò una coloniz- artesiani, acquedotti, linee telegrafiche e telefoniche e, so-
zazione agricola secondo due direttrici che prevedevano la prattutto, per edificare i centri rurali.
concessione di «piccoli lotti» e di «grandi lotti». I «piccoli Nell’operazione di bonifica dei terreni e colonizzazione
lotti», fino a 100 ettari, potevano essere dati in godimento demografica, oltre all’Ecl, fu coinvolto anche l’Istituto nazio-
perpetuo o con riscatto decennale, mentre i «grandi lotti», nale fascista per la previdenza sociale (Infps).
superiori a questa superficie, erano destinati alle aziende Il 28 ottobre 1938, ebbe avvio il piano «Balbo» per tra-
estensive di tipo capitalistico. sferire le famiglie coloniche in Libia. A Napoli e a Genova,
Soltanto nel 1928, con la legge n. 1695 del 7 giugno, lo su 15 navi, si imbarcò la cosiddetta «flotta del lavoro»,
Stato assunse l’onere della costruzione di opere pubbliche 14.633 rurali, appartenenti a 1775 famiglie, organizzata dal
necessarie alla colonizzazione. Commissariato per le migrazioni interne. Il 9 gennaio 1939,
Nasceva cosi una reale politica di popolamento della la Libia assurse al ruolo di regione italiana. Nasceva così la
Libia che fu appoggiata da Luigi Razza e Alessandro Les- «Quarta Sponda» del territorio nazionale e anche questo
sona. In programma, c’era l’arrivo di 500.000 coloni entro il provvedimento rientrava tra quelli finalizzati a realizzare la
1950. colonizzazione demografica, con la quale si tendeva a tra-
Con Rdl dell’11 giugno 1932, fu istituito l’Ente per la co- sformare la colonia in una continuazione fisica della madre-
lonizzazione della Cirenaica, con lo scopo di avvalorare i ter- patria.
reni agricoli, creare piccoli poderi e immettervi famiglie La seconda spedizione di coloni in Libia ebbe avvio nel-
coloniche italiane. L’Ente ebbe in concessione i primi terreni l’autunno del 1939 e vide, agli inizi di novembre, l’arrivo in
sui quali avviò un ampio programma di bonifica del territorio, Nord Africa di 10.802 contadini appartenenti a 1.477 famiglie
realizzando i primi comprensori di colonizzazione e la co- a cui, come per le famiglie coloniche arrivate l’anno prece-
struzione dei primi villaggi del Gebel Cirenaico. Con Rdl n. dente, sarebbe stato affidato un podere.
2038 dell’11 ottobre 1934, nasceva l’Ente per la colonizza- Se in Italia i poderi creati dalle bonifiche facevano riferi-
zione della Libia (Ecl). mento a nuove città di fondazione, in Libia, con analogo pro-
Se Razza e Lessona progettavano, a realizzare l’opera cedimento, i gruppi di poderi fecero capo a villaggi di
sarebbe stato Italo Balbo, che, a partire 1° gennaio 1934, di- fondazione che furono costruiti a partire dal 1933 a cura
venne il nuovo Governatore dell’intera Libia (le due province dell’Ente di colonizzazione della Cirenaica e dell’Infps.

U. Pineschi, La colonizzazione dela Libia, (fotomontaggio) 1938 265


Beda Littoria fu costruito nel 1933, in una zona adatta anche per la villeggiatura.
Sede di Vice residenza governatoriale, era una località di una certa importanza e
contava 16.238 abitanti di cui 1.533 metropolitani. Il comprensorio si estendeva
per 2.642 ettari ed aveva 146 poderi di circa 30 ettari ciascuno. Il villaggio, oltre ad
avere al centro una piazza con giardino, circondata da chiesa, municipio, palazzina
della residenza, posta, casa del fascio, dopolavoro, mercato e ambulatorio, dispo-
neva anche di un silos della capacità di 30.000 quintali di grano e di un enopolio.
Giovanni Berta, anche questo sede di Vice residenza, era stato costruito nel
1933 dall’Ecl e contava 5.759 abitanti, di cui 908 metropolitani. La descrizione
della località Berta, la deduciamo da una guida turistica dell’epoca: «Lungo la li-
toranea è la palazzina della residenza; sulla destra, ai piedi della collina, il nucleo
principale con chiesa, scuole, posta, Casa del Fascio; sull’alto della collina, altro L’arrivo dei coloni italiani a Tripoli, 1938
nucleo con alcune villette; a valle il centro rifornimento quadrupedi. Nel versante
nord della collina è un’antica fonte, preceduta da un portico a pilastri, sormontato
da architrave romano». Il comprensorio del villaggio Berta si estendeva per 19.855
ettari con 130 poderi, ciascuno di circa 20 ettari.
Luigi Razza, costruito nel 1933 a cura dell’Ecl, aveva un comprensorio di 3.848
ettari e contava 89 poderi di 20-30 ettari ciascuno.
Luigi di Savoia, costruito nel 1933 a cura dell’Ecl, aveva un comprensorio che si
estendeva per 3.855 ettari con 158 poderi di 20-30 ettari ciascuno.
Michele Bianchi, progettato da Umberto Di Segni e Giovanni Pellegrini, fu co-
struito nel 1937 a cura dell’Infps e contava 2.854 abitanti. Il comprensorio am-
montava a 6.120 ettari, mentre le case coloniche assommavano a 167, oltre a 5
case fattoriali e 2 vivai da 7.000 ettari ciascuno.
Breviglieri, progettato da Umberto Di Segni, fu costruito nel 1936 dall’Ecl e con-
tava 1.600 abitanti. Aveva un comprensorio di 8.300 ettari e comprendeva 168
poderi di circa 50 ettari ciascuno. Villaggio Oliveti
Oliveti fu costruito dall’Ecl e dall’Infps nel 1938 su progetto di Florestano Di Fau-
sto e Umberto Di Segni, contava 1.300 abitanti. Il comprensorio si estendeva per
circa 1.400 ettari e vi sorgevano 127 poderi di 25-30 ettari ciascuno, di cui 5-10
irrigui e 20-25 asciutti.
Giordani, progettato da Umberto Di Segni, fu costruito dall’Infps nel 1938 e con-
tava 2.300 abitanti. Il comprensorio era strutturato su circa 7.000 ettari con 187
case coloniche, ognuna con 25-30 ettari.
Crispi, progettato da Di Segni e Pellegrini, fu costruito nel 1938 dall’Ecl e aveva
2.400 abitanti. Il comprensorio si estendeva per 4.500 ettari e comprendeva 370
poderi. Questi ultimi erano di tipo irriguo, di circa 15 ettari ciascuno, dei quali 10-
12 irrigui e 3-5 all’asciutto.
Gioda, su progetto di Di Segni, fu costruito dall’Ecl nel 1938 e contava 1.550 abi-
tanti. Il comprensorio si estendeva per 2.500 ettari con 100 poderi che erano di
tipo irriguo e di circa 15 ettari ciascuno, dei quali 10-12 irrigui e 3-5 all’asciutto.
Littoriano era un piccolo villaggio di coloni, con solo 150 abitanti, ubicato tra Tri-
poli e Homs, nei pressi del Corradini.
Micca, progettato da Umberto Di Segni fu costruito dall’Infps e contava circa 1.800
abitanti. Con un comprensorio di 6.200 ettari, si articolava in 148 poderi.

266
Garibaldi, su disegno dall’Ufficio tecnico Ecl fu edificato nel 1939 e contava circa
2.500 abitanti. Il comprensorio si estendeva per circa 15.000 ettari, con 300 case
coloniche e poderi di 30-50 ettari ciascuno a coltura semirrigua.
Gasr Garabulli, anche detto Castelverde, fu edificato dall’Infps e contava 6.458
abitanti. Aveva un comprensorio di 2.200 ettari con 65 poderi.
Tazzoli, fu progettato da Umberto Di Segni come borgata rurale e costruito nel
1939 dall’Infps con 580 abitanti. Aveva un comprensorio di 15.000 ettari e contava
178 poderi.
Marconi, ideato da Giovanni Pellegrini, fu costruito nel 1939 dall’Infps e contava
1.500 abitanti. Con un comprensorio di circa 10.000 ettari, annoverava 150 case
Beda Littoria coloniche.
Corradini, progettato da Giovanni Pellegrini fu edificato dall’Infps nel 1939, con-
tava 420 abitanti. Il comprensorio contava un’estensione di 4.000 ettari con 66
poderi di circa 30-50 ettari ciascuno a coltura semirrigua.
Torelli, progettato da Florestano Di Fausto, fu un importante centro con 2.000
abitanti e con un campo sperimentale agrario per 12 ettari, con un fortino e case
pastorali.
Maddalena fu costruito nel 1936 dall’Ecl, anche questo su disegno di Florestano
Di Fausto, e ampliato nel 1938. Il comprensorio si estendeva per 3.400 ettari e
contava 128 poderi di 25 ettari ciascuno a coltura asciutta.
Battisti, fu costruito nel 1938, a cura dell’Ecl e su progetto di Florestano di Fausto.
Il comprensorio si estendeva per 4.550 ettari e contava 151 poderi di 30 ettari cia-
scuno a coltura asciutta.
D’Annunzio, costruito nel 1938 dall’Ecl su disegno di Florestano Di Fausto, con-
tava solo 560 abitanti. Il comprensorio si estendeva per 1.700 ettari, con 58 poderi
Villaggio Battisti di circa 30 ettari ciascuno.
Oberdan, costruito nel 1938 dall’Ecl su disegno di Florestano Di Fausto, aveva
un comprensorio di 6.300 ettari con 212 poderi.
Baracca, costruito su progetto di Giovanni Pellegrini nel 1938 e a cura dell’Ecl,
contava 1.944 abitanti. Il comprensorio si estendeva per 6.820 ettari ed era arti-
colato su 297 poderi di 24 ettari ciascuno.
Filzi, borgata rurale costruita nel 1939 dall’Ecl su progetto del proprio ufficio tec-
nico, aveva un comprensorio che includeva 120 poderi.
Mameli, costruito nel 1939 a mezzo dell’Ecl su progetto di Florestano Di Fausto,
contava 1.370 abitanti, con un comprensorio di 3.810 ettari e 127 case coloniche.
Sauro, borgata rurale situata a 9 km da Barce. Fu costruita nel 1939 dall’Ecl su
progetto del proprio ufficio tecnico. Il suo comprensorio era costituito da 875 ettari
con 45 poderi.
Tigrinna, edificato nel 1932, oltre al nucleo centrale, comprendeva 179 case co-
loniche ed era abitato, complessivamente, da 290 famiglie, che coltivano ognuna
un orto giardino e un rettangolo di tabacco.
Fonduco, ubicato nei pressi di Tripoli e costruito dall’Ecl su progetto del proprio
ufficio tecnico, contava 27 poderi.

267
Ettariscian, ubicato nei pressi di Tripoli. Costruito dall’Infps su progetto del proprio
ufficio tecnico, aveva un’estensione di 350 ettari e contava 19 poderi.
Tarhuna, ubicato nei pressi di Tripoli. Costruito dall’Infps su progetto di Umberto
Di Segni, contava 121 poderi.
Adriano Ostuni, ubicato nella fertile zona di Bir Sbabil, comprendeva 2.518 ettari
con 24 case coloniche.
C. Marzotto, villaggio del quale non si è in grado di riferire nulla, se non che nel
1939 vi furono destinate 6 famiglie coloniche.

I villaggi rurali libici, come tutta l’architettura fascista, furono connotati da ele-
menti ricorrenti nella progettazione e nella realizzazione. Nello stesso tempo, quei Villaggio Baracca
piccoli centri presentarono differenti soluzioni, da quelle adottate in Italia, in rispo-
sta agli specifici problemi progettuali locali. Infatti, i tecnici chiamati alla progetta-
zione, se da un lato dovettero attenersi ai canoni dell’architettura razionalista,
d’altro canto poterono realizzare il compito al quale erano chiamati, anche con
una certa libertà di «interpretazione», considerando che si trovarono ad agire in
un territorio completamente libero da vincoli progettuali. In tal senso, in Libia si
realizzarono, forse molto più che sul territorio metropolitano, dei centri sperimentali
per la costruzione delle nuove città fasciste.
I villaggi di colonizzazione, progettati da Florestano Di Fausto, Umberto Di
Segni e Giovanni Pellegrini, erano costruiti in posizione baricentrica rispetto ai
lotti agricoli, poiché lo scopo stesso della loro esistenza, come già detto, era di
fare da centro urbano per le famiglie dei coloni. In linea generale, tutti i villaggi
erano articolati intorno a una piazza centrale.
I villaggi Luigi Razza e il Giovanni Berta avevano una piazza quadrangolare
completamente chiusa, mentre il Beda Littoria e il Luigi di Savoia avevano un lato
aperto sulla carrozzabile a essi tangente.
Per i villaggi successivi, si ripropose lo stesso schema e si consideri che le lo-
calità con la piazza aperta si trovavano lungo il tracciato delle arterie più importanti
Villaggio Maddalena
(Crispi e Gioda in Tripolitania; Baracca e D’Annunzio in Cirenaica).
La tipologia con «piazza chiusa» era quella usata per i villaggi situati lontano
dalle grandi vie di comunicazione e raggiungibili solo da strade secondarie, come
per esempio il villaggio Oberdan in Cirenaica.
Le piazze, normalmente chiuse da arcate e con al centro un monumento o
una fontana, erano perimetrate dai vari edifici attorno ai quali faceva riferimento
la vita pubblica: il municipio, la casa del fascio, la chiesa, gli uffici dell’ente colo-
nizzatore e la scuola. Vi erano, inoltre, uno spaccio, l’ufficio postale, l’ambulatorio
e, nelle località più importanti, anche una locanda.
Spesso vi era un unico edificio che ospitava casa del fascio e gli uffici del mu-
nicipio. Il villaggio Michele Bianchi era una di quelle località dove le due sedi, casa
del fascio/municipio, erano ospitate in due edifici diversi.
Sulla piazza si ergeva, con una chiara funzione simbolica, la torre littoria.
Le case poderali dei coloni, nei primi quattro comprensori realizzati nel 1933-
34 dall’Ecl (Luigi Razza/Primavera, Beda Littoria, Luigi di Savoia e Berta) erano
a un solo piano ed abbinate a due a due. Ogni famiglia, aveva una cucina e due
camere, inoltre era prevista la possibilità di aggiungere una terza camera. Le due
famiglie di coloni, disponevano di una cisterna in comune e di una tettoia, separata
dagli alloggi, per riparare gli animali e custodire gli attrezzi agricoli. L’appaiamento

268
rispondeva a esigenze di sicurezza e di rifornimento idrico.
In seguito, le case furono realizzate singole. Infatti, per i villaggi costruiti a par-
tire dal 1936, si preferì adottare il tipo dell’abitazione colonica unifamiliare, sempre
disposta su un solo piano e costituita da una cucina e tre stanze. In prossimità
della casa, inizialmente, vi era una tettoia o una stalla per le bestie. Le case co-
loniche singole furono quelle di maggior successo, venendo costruite in 2.500
unità, mentre il tipo precedente, quello abbinato, fu realizzato solo in 292 esem-
plari.
Anche alla popolazione autoctona furono assegnati poderi presso villaggi di
fondazione destinati alle famiglie arabe (Rdl n. 896 del 3 aprile 1937).
Villaggio Oberdan Zahra/Fiorita (si trova citato anche come Zahara), costruito nel 1939 a cura dell’Ecl,
si trovava in Cirenaica, vicino alla costa e nei pressi di Marsa el Hilàl. Contava 110
abitanti. Il comprensorio di 33 ettari, aveva 22 poderi irrigui di 4 ettari ciascuno.
El Fager/Alba, fu costruito nel 1939 in Cirenaica dall’Ecl su progetto di Florestano
Di Fausto. Era situato vicino alla costa, nei pressi Marsa el Hilàl e contava circa
100 abitanti. Il centro era costituito da moschea, mudiria, scuola, caffè e mercato
che delimitavano una piazza ornata da una fontana. Il comprensorio del villaggio
era di 50 ettari, con 10 poderi da 4-5 ettari ciascuno, a coltura irrigua.
Nahiba/Risorta (si trova citato anche come Nahida) si trovava nella conca di
Barce, in località Gerdes el-bid (Cirenaica).
Gedida/Nuova (si trova citato anche come Gelidah) era una località ubicata nella
località di Bu Traba (Cirenaica) e contava 50 poderi da 10 ettari ciascuno.
Chadra/Verde (si trova citato anche come Chadrah) fu edificato nel 1939. Alcune
fonti riportano, erroneamente, che il villaggio non è mai stato costruito.
Maamurah/Fiorente (si trova citato anche come Ma’amurah) era sorto nel 1939
a cura dell’Ecl. Il centro era formato da moschea, mudiria, scuola, mercato e caffè.
Il comprensorio comprendeva in tutto 100 poderi.

Villaggio Giovanni Berta


Naima/Deliziosa (si trova citato anche come Nahima o Naima’ah) fu costruito nel
1939 dall’Ecl e contava circa 700 abitanti. Il centro era formato da moschea, mu-
diria, scuola, mercato e caffè. Il comprensorio contava 80 poderi di 6 ettari cia-
scuno, di cui 3 a coltura irrigua.
Azizia/Meravigliosa, l’Ecl impiantò un’azienda di 5.000 ettari con 30 poderi.
Ogni villaggio era dotato di scuola, cinema, ambulatorio e moschea. Inoltre, le
case coloniche destinate agli arabi, pur dissimili da quelle progettate per i coloni
nazionali, ebbero gli stessi standard. Nei villaggi di El Fager, Zahra e Gedida,
l’abitazione era costituita da recinto quadrato, con un ampio cortile, dove si affac-
ciavano tre stanze e un locale per i servizi igienici. La cucina, all’aperto, era pro-
tetta da una piccola tettoia.
Nei villaggi di Nahima e Mamura, invece, l’abitazione era composta da due stanze,
con un piccolo portico, che si aprivano su un cortile. Il tutto era completato da
un’ampia stalla addossata alla casa.
Alla popolazione indigena araba, ormai italiana a tutti gli effetti, non fu elargito sol-
tanto il beneficio di accedere alla proprietà dei nuovi poderi rurali, ma furono estesi
tutti gli organismi della legislazione fascista in campo sindacale e corporativo, con
pari dignità ai coloni italiani trapiantati su quelle terre.

269
270
271
NEL MONDO DI IGEA: LE COLONIE MARINE E MONTANE

Paolo Camaiora

Costruite negli anni di maggior consenso verso il regime tazioni ambientali tanto lontane, spesso, dai più tradiziona-
fascista, le colonie estive dell’Onb (Opera nazionale balilla) listi e consueti moduli dell’organizzazione familiare.
costituirono uno straordinario laboratorio di sperimentazione Le colonie marine e montane furono regolamentate e fi-
di total environment, al punto che la loro realizzazione sem- nanziate dall’Eoa (Ente opere assistenziali) attraverso le di-
brò incarnare le istanze pedagogiche e riformatrici dell’ar- ramazioni periferiche delle federazioni provinciali del partito:
chitettura moderna. agli organi decentrati fu affidata la selezione e lo smista-
Il tema degli edifici pubblici evidenzia le principali pecu- mento dei giovani con particolare riguardo ai figli degli ex
liarità dell’architettura italiana fra le due guerre: da un lato la combattenti e degli Italiani all’estero.
ricerca di una rappresentatività, risolta talvolta con ambigue Le colonie si differenziavano in base alla tipologia del
mediazioni che portano alla monumentalità del classico sem- luogo di villeggiatura (marine, montane, fluviali, lacuali) e alla
plificato e modernizzato, dall’altro il tentativo di caratteriz- durata della loro apertura: le permanenti avevano un dichia-
zare, in chiave marcatamente moderna, le architetture rato carattere curativo di malattie croniche, come la tuber-
commissionate dai nuovi Enti creati dal regime. colosi, che le rendeva più simili a un ospedale per lunghe
Questa ricca occasione di lavoro parve allora, a molti fra degenze che a un transitorio luogo di ricreazione.
i giovani architetti italiani, il più concreto invito a sperimentare Funzionanti solo per pochi mesi l’anno, invece, le tempo-
nuove tipologie ed un nuovo linguaggio. ranee si distinguevano per la loro generica azione di profi-
Tra i numerosi inediti temi progettuali proposti alla cultura lassi e di svago; aperte soltanto durante i periodi di vacanze
professionale degli anni Trenta dalla politica sociale del go- scolastiche, le diurne elioterapiche non prevedevano il sog-
verno fascista, uno spazio particolare lo occupano le cosid- giorno. Solitamente distribuite nei dintorni delle città, permet-
dette colonie climatiche di soggiorno. tevano il ritorno serale dei giovani ospiti alle famiglie, con
Il regime comprese il potenziale propagandistico con- considerevoli economie di gestione.
nesso al perfezionamento fisico, intellettuale e morale del Furono proprio queste ultime due tipologie a svilupparsi
popolo italiano e permise ai figli delle famiglie meno abbienti maggiormente e al loro modello si conformarono tutte quelle
di potersi curare gratuitamente in zone climatiche favorevoli. consimili iniziative proposte ai figli degli operai, come quelle
«Darete case, scuole, giardini, campi sportivi al popolo della Montecatini, Agip, Piaggio, Dalmine, Fiat.
fascista che lavora» - era stato il monito di Mussolini in oc- Capitale privato e intervento pubblico promossero per-
casione della cerimonia d’insediamento del governatore di tanto un’incredibile diffusione di insediamenti grandi e pic-
Roma nel 1925. coli, molti dei quali appaiono tuttora notevoli per perizia
Albergo, scuola e clinica allo stesso tempo, la colonia compositiva, efficienza d’impianti e qualità architettonica.
permetteva il raggiungimento di un duplice obiettivo - tera- L’imperativo mussoliniano di fascistizzazione delle
peutico e sociale - perché rendeva possibile sperimentare masse, la mistica della forma fisica e la mitologia declama-
una sorta di effimero ma rituale laboratorio di convivenza e toria della sanità contribuirono a sacralizzare la colonia e fu
un tentativo di apertura delle più giovani leve verso solleci- proprio questa centralità politica e morale che assicurò la

Colonia marina Rosa Maltoni al Calambrone (Livorno), arch. Angiolo Mazzoni 273
convergenza delle forze più innovative dell’architettura ita- Le colonie si posero quindi, dal punto di vista architetto-
liana attorno al tema progettuale della colonia. nico, come elementi progettuali innovativi ed unici, realizzate
Piero Bottoni, nel 1938 scrive in proposito: «…l’impor- unicamente in Italia.
tanza assunta da tutti gli organismi che riguardano la vita Furono costruite con strutture portanti in cemento armato
collettiva è destinata ad aumentare giorno per giorno; l’or- e tamponamenti in laterizio, come l’autarchico intonaco Ter-
ganizzazione di essa sarà certamente la fondamentale ca- ranova a grana dura per i rivestimenti di facciata, una com-
ratteristica ed il maggior vanto dell’urbanistica di questo posizione granulare a maggior resistenza dovuta ai materiali
secolo…» e ancora Le Corbusier nel 1933 recitava: «…ar- leganti, idonea all’applicazione su pareti soggette a logorio
chitettura ed urbanistica divengono il prolungamento del- continuo, nelle zoccolature degli edifici e negli ambienti di
l’etica, della sociologia, della politica…..e nelle “gioie maggior passaggio dei bambini.
essenziali» del «sole», del «verde», dello «spazio» che la Nelle camerate e nei camminamenti interni, al fine di fa-
colonia dispiega, quasi «ville radieuse» in miniatura….come cilitare la pulizia e l’igiene, fu posato il linoleum, materiale
parti organiche del suo progetto…» o ancora: «…una isolante leggero, coibente, resistente all’usura, ininfiamma-
grande epoca è iniziata, esiste un nuovo spirito…l’impresa bile, lavabile. Adottando il criterio del giunto sanitario cioè il
di Roma era conquistare il mondo e guidarlo… se con fero- risvolto del materiale posato sulle partizioni verticali non si
cia, tanto peggio o tanto meglio». creavano interstizi che potessero diventare fonti e depositi
L’architettura moderna seppe cogliere in pieno la poten- di batteri e microbi. Furono utilizzati materiali lapidei e ma-
zialità espressiva del nuovo tema, sfruttandone l’insolita li- teriali autarchici come la Zama e l’Anticorodal per i serra-
bertà costruttiva concessa dalla mancanza di riferimenti menti, gli infissi e per gli elementi d’arredo. Di carattere
tradizionali e dalla relativa semplicità del dettato funzionale. assolutamente innovativo furono anche le apparecchiature
Per consentire lo sviluppo degli ampi obiettivi proposti, destinate alle cucine, alle lavanderie, agli impianti di area-
l’Onb provvide alla costruzione di numerosissime strutture: zione e riscaldamento, agli impianti di movimentazione del
particolare attenzione venne data alla organizzazione delle cibo preparato nelle cucine, nelle apparecchiature medicali
colonie che furono dotate delle migliori attrezzature per ospi- e di cura, come ad esempio le lampade solari per curare la
tare i bambini più piccoli e quelli più bisognosi di cure. Dalle psoriasi.
410 Colonie per 80.000 bambini nel 1931, si passò a 4.526 In ambito architettonico le colonie edificate tra il 1924 e il
per oltre 806.000 bambini nel 1939. 1930 risentono ancora degli influssi dell’architettura classica
La presenza delle colonie sul territorio dimostra, quindi, ottocentesca, quelle di stampo futurista, realizzate fra la fine
l’importanza dell’architettura sociale, che ha avuto la propria degli anni Venti e i primi anni Trenta, richiamano l’archetipo
punta massima di edificazione durante il periodo 1924-1940. della macchina e dell’opificio ed infine quelle di tipo raziona-
Torre, monoblocco e villaggio sono le tre tipologie adot- lista, realizzate fino al 1940, sono caratterizzate da una li-
tate nel progetto delle colonie: le prime due, ancora ben di- neare funzionalità. Quasi tutte furono edificate in un lasso di
stinguibili sulle coste, sopravvivono ancora oggi come segni tempo che va, dai tre ai sette mesi.
identificativi dello skyline osservandole dal mare, incidendo La colonia permanente Maria Principessa di Piemonte a
o verticalmente (la torre) o parallelamente (il monoblocco) Forte dei Marmi fu costruita nel 1928, con una impostazione
l’orizzontalità delle spiagge, facilitando l’identificazione di classica nella distribuzione di pianta e negli stilemi architet-
questi edifici, sempre decentrati - allora - rispetto ai vicini nu- tonici di facciata.
clei abitati. Perfetto e riuscito fu quindi il tentativo di segna- La colonia Rosa Maltoni Mussolini a Calambrone (Tirre-
lare, anche in una sommaria e superficiale lettura del nia), per i figli dei postelegrafonici e dei ferrovieri, fu proget-
territorio, la diversità formale e funzionale di queste costru- tata dall’architetto Angiolo Mazzoni tra il 1925 e il 1926 ed
zioni, che inequivocabilmente furono così percepite auto- inaugurata il 14 luglio del 1933. Questa colonia, destò da su-
nome e indipendenti dalle preesistenze. Ultima tipologia è la bito ammirazione e riconoscenza alla genialità del Mazzoni.
cosiddetta a villaggio, che si esprime più nelle forme tradi- La colonia marina Fiat Balilla di Marina di Massa (1933),
zionali già esistenti, dove la disposizione dei dormitori, dei progettata dall’ingegnere Vittorio Bonadè Bottino, si distin-
portici, dell’inclinazione delle falde ci riporta alle case di cam- gue per la sua torre circolare che ospita i dormitori. L’interno
pagna, tipologia questa, che fu adottata specie nelle colonie della torre è un’unica camerata che sviluppata in pianta sa-
montane - come ad esempio - in quella di Rovegno, proget- rebbe lunga ben quattrocentoventi metri e larga otto metri; il
tata dall’architetto Camillo Nardi Greco nel 1937 e realizzata pavimento di questa camerata si svolge sopra una direttrice
in soli cinque mesi. elicoidale il cui passo è di 2,60 metri. Le camerate sono

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aperte verso il pozzo centrale, ricoperto in alto da una semplice soletta in vetro-
cemento e separate dalla rampa a sbalzo a sua volta protetta verso il vano del
pozzo da una ringhiera alta un metro, costituita da elementi e profili di ottone cro-
mato.
La torre, alta 52 metri con un diametro di 25, è incorporata in un basamento
formato dai primi due piani che forma due corpi laterali di 30 metri di lunghezza e
di 12 di larghezza. Nel sottopiano e nei primi due piani del fabbricato trovano sede
tutti gli altri servizi della colonia.
Tipologia, unica nel suo genere così come la sua gemella al Sestriere.
La colonia Fara di Chiavari (di chiara impronta mendelshoniana), fu progettata
dagli architetti Camillo Nardi Greco e Lorenzo Castello nel 1938.
Rimanendo nell’ambito della tipologia futurista, occorre citare il complesso
delle colonie le Navi di Cattolica denominato XXVIII Ottobre, progettate dall’ar-
chitetto Clemente Busiri Vici nel 1933 e destinate ai figli degli Italiani all’estero.
Furono realizzate in 180 giorni, quattro di esse furono adibite a dormitori e furono
titolate agli eroi del mare della prima guerra mondiale Costanzo Ciano, Luigi
Rizzo, Gabriele D’Annunzio e Nazario Sauro mentre, la nave ammiraglia fu de-
stinata a refettorio, centro direttivo ed uffici ausiliari.
Di chiara matrice razionalista, la colonia XXVIII Ottobre della Federazione dei
Fasci di Combattimento di Torino a Marina di Massa fu progettata dagli architetti
Ettore Sottsass senior e Alfio Guaitoli ed inaugurata nell’ottobre del 1938 da Ales-
sandro Pavolini.
Il fronte principale forma, insieme agli altri sei edifici più piccoli, un cortile ret-
tangolare che è suddiviso a sua volta da un sistema continuo di portici di collega-
mento in tre parti: quella centrale destinata alle cerimonie con il pennone
dell’alzabandiera, la sinistra attrezzata a giardino e la destra contenente il padi-
glione del refettorio; gli edifici minori avevano le funzioni di dormitorio per il per-
sonale, servizi di infermeria, lavanderia, cucina, amministrazione.
Questa colonia poteva ospitare ottocento bambini e duecento Giovani Italiane.

Ruggero A. Michahelles, Il costruttore, 1935

275
2

1 4

1 - Marina di Massa, colonia Fiat, foto anni ‘50 3 - Cattolica, colonia XXVIII Ottobre, 1933
2 - Chiavari, colonia marina Fara, 1938 4 - Forte dei Marmi, colonia Farinacci, 1938

276
1

2 3 4

1 - Marina di Massa, colonia Fiat, 1933 3 - Calambrone (Livorno), colonia marina Rosa Maltoni, 1933
2 - Marina di Massa, colonia XXVIII Ottobre, 1938, 4 - Marina di Massa, colonia Parmense,1926

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LE CITTÀ DI FONDAZIONE COME «IMPRESA IMMANE»

Rino Caputo

Il presente volume è opera appassionata e competente. servizio della realtà che l’uomo intende, nel bene e nel male
Dalle sue pagine, dalla cura dedicata alle immagini della - per così dire - edificare. Ecco perché la realtà dello ‘Stato
‘fondazione’, il lettore trarrà spunti di interesse informativo nascente’ non poteva non interessare il futurismo e i suoi più
ma anche, forse, una lezione di civiltà. Questo libro dimostra e meno istituzionalizzati propugnatori. Le riflessioni storio-
che la passione può non far velo alla ricostruzione onesta grafiche e saggistiche mettono nel giusto rilievo le motiva-
dei ‘fatti’, se le ‘parole’ scritte sono il frutto della ricerca seria zioni che spingono i futuristi ad appropriarsi del mito della
e completa dei ‘documenti’. fondazione delle città pontine, di contro all’opzione classi-
Gli anni cui si fa riferimento sono i Trenta del Novecento, cheggiante e classicistica romana e latina ‘imperiale’ e, in-
da considerarsi essenzialmente epoca prebellica. Anni di re- somma, a ribadire con la consueta, aggressiva, e quasi
lativa stabilità (un equilibrio, che solo il tempo rapido degl’im- arrogante, invadenza che il nuovo doveva essere sempre
minenti conflitti avrebbe mostrato effimero, della società futurista e che il futurismo doveva essere sempre antesi-
civile e dello stato) o, meglio, di apparente bilanciarsi di (op- gnano del nuovo.
poste) tensioni. È questo il periodo in cui si registrano i fasti Nell’attenzione all’impresa della fondazione delle città
più apparentemente durevoli del regime fascista, epoca dello nuove pontine i futuristi pongono lo stesso estremistico ol-
Stato dirigista e interventista che, com’è noto, attraversa tra- tranzismo che tanto infastidiva Pirandello (come emerge
sversalmente Oriente e Occidente, dalla Russia stalinista dalla lettera a Marta Abba del 23 maggio del 1933), quando
all’America rooseveltiana (passando per l’Europa, sia nazi- Marinetti veniva definito un «imbecille» che «con le sue in-
fascista che «demoplutocratica»). temperanze e incongruenze ci ha alienato almeno una parte
Questi anni segnano, a riguardo del mito di fondazione, della stampa».
uno scarto fondamentale rispetto al passato. Nell’età antica Un Marinetti che proprio in occasione della fondazione di
il mito di fondazione delle città segue, in generale, la fonda- Littoria si mostra partecipe, convinto di poter adattare per-
zione stessa delle città che nascono, si assestano, si svilup- sino le sue più cruenti trovate al clima ottimistico e positivo
pano, esistono e resistono, per così dire, nello spazio e nel della città nuova: il «ritmo eroico» è quello della macchina
tempo (su questa realtà data si addensa il mito della fonda- non bellica dell’uomo, ormai sua ineludibile estensione, che
zione: così è stato per Troia, Cartagine e, soprattutto, fa la guerra (soltanto) alla natura, dapprima recalcitrante e
Roma). Nell’età moderna la città viene fondata anche a par- infine corriva; la guerra diventa l’igiene umana del mondo
tire dal mito che, per tanti aspetti, la precede e la prepara, naturale privo di uomini.
ma si allude a un mito complessivo già presente in vario L’arte, novecentescamente, rappresenta per lui l’espan-
modo nella società: l’atto di fondazione deve unire urbs e ci- sione del mondo e, accanto al trattore, nelle progettazioni e
vitas, se vuol essere produzione di nuova civiltà umana. E il nelle realizzazioni dei sodali futuristi compaiono l’aeropittura
lavoro, manuale e intellettuale, che compie l’opera è avver- e le grate zanzarifughe (discare, peraltro, al Duce), strutture
tito come «immane» e gigantesco. dell’arredo architettonico, armonizzazione ideologica del
L’arte, come non di rado è accaduto nei secoli della storia contrasto tra città e campagna e nuovo inno moderno alla
documentabile e spesso senza deliberatamente volerlo, è al salubrità dell’aria.

Littoria in costruzione, dicembre 1932 279


La libertà dell’espressione artistica futurista, pur rimaneg- e, forse, anarco-individualista ma, pur sempre, propugnatore
giata dal compromesso estetico classicistico, preavverte della continuità col Risorgimento della componente energe-
dell’imminente e incombente baratro che sostituisce distru- tico-attivistica dei ‘giovani’ piuttosto che di quella statica-
zione a costruzione, rudere a cantiere; ma, nello stesso mente inerte dei ‘vecchi’ del liberalismo e del socialismo
tempo, si candida a iterare il discorso dell’arte e della vita, (come dimostra tutto il romanzo I Vecchi e i Giovani dall’au-
fino ai nostri tempi comunicativi, mediatici, ibridamente glo- tore definito «amarissimo e popoloso romanzo, ov’è rac-
balizzati e contrassegnati, appunto come aveva intuito Pi- chiuso il dramma della mia generazione». Afferma lo
randello, dalla «cotidiana sete di spettacoli». Per i futuristi si scrittore, ormai accademico d’Italia, nel discorso di apertura
tratta di una battaglia di retroguardia: la spinta innovativa, del Convegno Volta del 1934:
intrinseca alla costituzione come avanguardia primonove- «Tutto, certo, può essere materia d’arte, e l’artista riflette,
centesca, deve venire a patti con l’inarrestabile anche se ap- né potrebbe non riflettere, nella sua opera, la vita del suo
prossimativa vocazione classicheggiante dell’ideologia, tempo, in quanto è lui stesso un prodotto della civiltà e della
letteraria oltre che politico-culturale, del regime. Ma, è noto, vita morale del suo tempo stesso. Farlo però di proposito,
i futuristi entrano in campo quando la partita è ormai (irrime- cioè con l’intenzione che sia azione pratica e volontaria del
diabilmente) perduta. momento, anche per fini nobilissimi ma estranei all’arte, sarà
L’impresa della bonifica delle paludi pontine, e soprattutto far politica e non arte».
la fondazione delle nuove città (che sono, però, sentite una- Come si vede, ben prima dei toni accesi della polemica
nimemente anche come città ‘nuove’) può, in tal senso, es- postbellica tra Elio Vittorini e Palmiro Togliatti, la libertà della
sere commisurata all’attività dei pirandelliani Giganti degli cultura si interpreta come ‘storia’ contro la politica che si au-
anni Trenta: toriduce a ‘cronaca’.
«Non propriamente giganti […] sono detti così, perché Le fantasticherie utopiche dell’arte si scontrano però con
gente d’alta e potente corporatura, che stanno sulla monta- la realtà: con netto scarto tra la prima e la seconda metà degli
gna che c’è vicina […] L’opera a cui si sono messi lassù, anni Trenta, il regime fascista abbandona le ipotesi di svi-
l’esercizio continuo della forza, il coraggio che han dovuto luppo interno, sia della produzione che dei consumi, com-
farsi contro tutti i rischi e pericoli d’una immane impresa, presi quelli culturali, e cede al richiamo coattivo
scavi e fondazioni, deduzioni d’acque per bacini montani, dell’imperialismo nazionalista. Il ‘posto al sole’, l’aiuto ai fa-
fabbriche, strade, colture agricole, non han soltanto svilup- langisti franchisti nella guerra in Spagna come preliminare
pato enormemente i loro muscoli, li hanno resi naturalmente dell’alleanza organica col nazismo hitleriano, il ruolo pre-
anche duri di mente e un po’ bestiali. Gonfiati dalla vittoria sunto come orgogliosamente centrale nelle diatribe diploma-
offrono però facilmente il manico per cui prenderli: l’orgoglio: tiche internazionali, foriere dello spaventoso secondo
lisciato a dovere, fa presto a diventar tenero e malleabile». conflitto mondiale, danno all’Italia fascista la sensazione fal-
Negli anni che immediatamente precedono le fondazioni lace di poter accantonare il proprio ‘agro’, compreso quello
delle città nuove, Pirandello è quasi ossessionato dall’argo- pontino, per competere e contendere primazie sulla scena
mento, tanto che nell’intervista al «Corriere della Sera» del del mondo. La ‘fondazione’ pontina rimarrà perciò incom-
26 giugno 1929 dichiara: «Ciò che soprattutto in America mi pleta e inconclusa. Eppure il richiamo simbolico era stato
interessa è la nascita di nuove forme di vita. La vita premuta forte, andando ben oltre la sensibilità degli urbanisti e degli
da necessità naturali e sociali, vi cerca e vi trova nuove artisti nazionali, se, com’è stato notato, persino un architetto
forme. Vederle nascere è un’incomparabile gioia per lo spi- come Le Corbusier avrebbe voluto progettare e realizzare
rito. In Europa, la vita seguitano a farla i morti, schiacciando Pontinia!
quella dei vivi col peso della storia, della tradizione e dei co-
stumi. In America la vita è dei vivi».
È dunque da Pirandello che viene la difesa orgogliosa
della libertà dell’arte, dell’indipendenza delle creazioni arti-
stiche dalla politica; proprio dal Pirandello ‘fascista’ fin dalla
prima ora (ma la ‘luna di miele’ è di breve durata: il fascismo,
fattosi governo e partito-stato, attrarrà sempre meno lo scrit-
tore, come prova il fitto epistolario diretto a Marta Abba). E
ciò proprio perché Pirandello si sente l’erede (pur snervato
e diseroicizzato) del patriottismo risorgimentale garibaldino

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