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ACQUAROSSA NEL TEMPO
DI QUA E DI L DAL PONTE
di Fern and o Ferrari
Dopo l'aggregazione awenuta nell'aprile 2004,
il toponimo Acquarossa designa un ampio ter-
ritorio situato nella media valle di Blenio che
comprende gli ex comuni di Castro, Corzoneso,
Dongio, Largario, Leontica, Lottigna, Marolta,
Ponto Valentino e Prugiasco.
Prima, Acquarossa, si riferiva unicamente all'e-
siguo lembo di terra situato sulla sponda si-
nistra del fiume Brenna, oltre il ponte che lo
attraversa, accomodato ai piedi del $imano
e appartenente politicamente al comune di
Lottigna, capoluogo della valle, adagiato pi a
nord, su un promontorio.
La scelta del nome per il nuovo comune nato
dall 'aggregazione non mai stata messa in di -
scussione: Acquarossa dal primo momento si
presentata come soluzione naturale, incon-
trando ovunque piena adesione.
Anche perch, bisogna pur dirlo, era da tempo
prassi diffusa (pure per gli abitanti del luogo)
estendere tale nome a istituzioni situate oltre
il ponte (a Comprovasco, frazione di Leontica
e, oltre il riale Tiglia, a Corzoneso Piano e
Stallazza, frazioni di Corzoneso ).
Tant' vero che, anche ufficialmente, si da
sempre comunemente parlato di "ospedale di
Acqua rossa", " pretura di Acquarossa", " posta
di Acquarossa", " Ferrovia Biasca- Acquarossa",
"Scuola media di Acquarossa" ecc. pur es-
sendo essi insediati oltre i confini del comune
di Lottigna.
Equivoco che la dice lunga sulla vocazione
di Acquarossa ad ambire a un maggior re-
spiro, a ricercare una pi estesa territorialit,
confortata e spronata in questa aspirazione
dall'importanza rivestita in passato, avendo
essa ricoperto ri levanti ruo li di carattere isti-
tuzionale, amministrativo, di servizio a li-
vello distrettuale e locale (in parte trasferiti da
Lottigna) e turistico (grazie alla presenza e in
seguito allo sfruttamento dell ' acqua rossa della
Scerina).
Fatti e fasti del passato che il presente volume
si propone di rivisitare.
In questo capitolo introduttivo ci occuperemo
dell 'evoluzione nel tempo di questi presupposti
che hanno contribuito ad assegnare al piccolo
nucleo, e in seguito ai comprensori situati oltre
il ponte, una presenza e un'importanza che
vanno ben oltre l'esigua estensione del terri-
torio e la scarsa entit numerica degli abitanti .
A cominci a re dalla posizione strategica sulla
via di comunicazione principale, la strada del
Lucomagno. Dal 1987, data di costruzione
dell 'attuale ponte, la strada lambisce solo di
striscio il nucleo di Acquarossa, tant' vero
che oggi il viaggiatore frettoloso corre il ri-
schio di nemmeno nota rlo, attratto semmai
43
solo, nel veloce transito, dall'imponente edi -
ficio dell e ex Terme che lo sovrast a . Prima
invece la strad a a ttraversava , si incuneava nel
pi ccolo agglomerato. Provenendo da s ud e rag-
giunto Comprovasco, a ll 'altezza dell' ex Albergo
Si mano (ora st a bil e Ra iffeisen) svol tava ad
a ngolo retto verso destra e, dopo aver superato
perpendicol armente il Brenna s u un po nte di
fe rro, curvava d i nuovo a gomito a sini stra e,
prima di inerpi carsi ve rso Lotti gna, si in sinuava
tra le case nell' es iguo spazio concesso dagli
edifi ci situati sui due la ti . Ta luni di ess i portano
a ncora oggi i segni lasciati chi ss ... da ll 'auto-
carro che traspo rtava il cemento per la costru-
zio ne dell a di ga del Luzzone o da i veicoli mi -
lita ri che spesso t ra inava no a nche i cannoni.
Come vedremo, fin o a l 1891 la st rad a prin-
cipa le raggiungeva Acqu a rossa direttamente
d a Dongio, sull a spo nd a sini stra del fiume
. '
transita ndo sot to l' impervio di rupo del
Satro, e a quel mo mento il po nte s ul Bre nna
fungeva sol o d a coll egamento con i vill aggi
s1t uat1 sull 'alt ra s po nda. Si dir pure dei s uc-
cess ivi cambi a me nt i d i tragitto di cui furo no
oggetto le vie di comu nicazio ne, dell e scelte
po li t iche a ll a base di tali d ecisio ni, dell e re-
azioni dell a po po lazio ne locale a ll e vari a nti
sce lte che favo riva no, a seconda del caso i vii -
'
laggi d ell'una o d ell 'altra spo nda del Brenna,
dell a tormentata stori a d el ponte a pi ri -
p_rese rest a urato o ricostruito pe rch d a nneg-
giat o dall e frequenti e devast a nti a lluvi o ni del
Brenna.
Si cerc her di documentare e di fa r rivi ve re i
tempi in c ui Acqua rossa os pit a diverse ri -
prese sedi scolastiche elementa ri e maggio ri
d estinate a pi vasti comprensori, qua nd o era
sede di uno dei pi impo rta nti uffi ci postali e
telegrafi ci dell a vall e (situato nell o st a bil e che
os pi tava il Caff Federale) e le dili ge nze vi fa-
cevano tappa per il cambio dei cavalli .
Di come, a pa rtire d a l 1891, vi ve nnero t ra-
~ f e r i t i d a Lotti gna il Tribun a le di prima
ISt a nza e in segui to d a Do ngio l' Uffi cio
Commi ssaria le con il posto di Ge nd a rme ri a e
da Comprovasco l' Uffi cio dell e Ipo t eche. Ma
il d estino di Acqua rossa st ato soprattutto
44 Acquarossa ne l tempo
segnato d a ll a presenza s ul suo territorio dell e
sorgenti d 'acqu a ferr ugin osa dell a Sce rin a, le
cui pro pri et t erape ut ic he erano conosciu te e
sfrutt a t e, sebbene in forma empiri ca, sembra
fin d a ll 'epoca ro ma na. Per lungo tempo sono
stat e a p p rezzate e usate a fini te rapeut ici so-
prattutto d a ll a popolazione locale, c he vi ac-
ced eva solo per cure a mbu latoria li che si pra-
t icavano nell a casa dei bagni costrui ta verso la
fin e del Settece nto.
nel corso dell ' Ottoce nto c he ini zia lo studi o
scie nt ifi co d ell a composizio ne e d ell e pro-
pri et dell 'acqu a e, con il s upporto d ei ri-
su ltati ot tenu t i, ve rso gli a nni Ottanta dell ' Ot -
tocento, si po ngono le bas i per un o sfru tta-
mento a scopo curativo dell e stesse.
La vall e di Bl eni o, come d'altronde anche il
resto del Ti cin o, no n ha un a tradi zio ne a lber-
ghi e ra di a nti ca d ata. Fino a l 1870 circa no n ci
sono a lbe rghi e gli scarsi fo restieri a ll oggia no
nell e casalinghe osterie. Anc he le industri e e i
comme rci sono poco fiorent i, come tras pa re
d a l rap porto inviato a l governo nel 1874 d a l
commi ssari o Pagani :
Commercio? Industri a? Ma disgraziatamente in
Bleni o questi sost a nti vi so no q uas i sconosciut i.
L'uni co co mmercio o ind ust ri a dei prodotti
agricoli e del bestia me, e un po' di carbone dolce
o misto che non arrive r forse a 600 bisacche ,
un a sola fornace di calce d i qualche consistenza
e che potr produ rre a un d ipresso 2000 q ui ntali
all 'anno per l' uso del distretto co n q ualche smal-
t i mento in Riviera o Levent in a, un po' di fo r-
maggio co mmercia bil e prodotto dall 'alpeg-
giatura, ben poca cosa, ecco tutto. A ve ro dire si
format a in Bleni o una societ di macell azione
e salsamente ri a, ma olt rech destin ata al poco
consumo dell a vall e, non si sa qual esito eco-
nomi co avr, per poterla classificare fra le indu-
strie che sorgono e che potran no contin uare. Del
resto penso che non si possa class ifi care sotto il
nome d i industri a e commercio i pochi negozi d i
gra nagli e, di osterie, stoffe, ecc. che es istono in
q uesta vall e per solo consumo dei suoi ab itant i,
generi che vengo no importati dall 'estero
1
16. Veduta di Comprovasco e Acqua rossa dopo l'alluvione de/27 settembre 1927 Foto Roberto Oonetta (Archivio Patrizio Gianella)
Nel 1878, d o po la costruzio ne dell a strad a
carreggia bil e d el Lucomagno e l'apert ura del-
l' Ho t el Oli vone, i forest ieri in comin cia no ad
affluire a d Oli vo ne du rante la st agio ne est iva
e cos Bl eni o d avvio a ll a s ua " industria dei
fo restieri ".
Nel 1884 viene a perto ad Acqua rossa, nell a ex
casa degli ered i fu Giovan ni Gia nell a in cui es i-
steva, gi dal 1786, uno stabili mento di bagni
frequentato da t icines i, il primo stabili mento
te rma le. Da quel mo me nto, Acquarossa e
Comprovasco sono vieppi frequentati d a vil -
leggia nti , tu ri sti e pazient i e a nche a lcune case
private comin cia no ad ospitare forest ieri.
All a fi ne del secolo, Acq uarossa orama i d i-
ve nta t a un po lo turi stico di un a certa impo r-
tanza, e no n solo a li vello va ll era no. Oltre
a ll 'Albergo dell e Terme, in funzio ne a pa rti re
da l 1886, e a ll 'Albergo Succursale sono sort i
a lt ri ritrovi pubbli ci e ost eri e.
Tra gli esercizi con diritto d 'alloggio, nel
1902, o ltre all o Stabilimento Terma le ( Fra t elli
Pi azza fu Domeni co) e a ll 'Albergo Acqua rossa
( Bozzin i Beatrice) t roviamo a Corzoneso Piano
l'Albe rgo Bruni ( Bruni Maria ved f. Nel 191 O
ad Acqua rossa, o lt re a ll o Stabilimento Terma le
( Pi azza Gi ov. Martin o ) con Succursale (Ri cci
St efa no ) trovi a mo il Caff Federa le (Gi a nell a
Carolina ved . Vincenzo) e il Ri stora nte dell a
Posta ( Bozzini Beatri ce ved. Giuseppe), a
Ferna ndo Ferrari 45
17 Hotel de la Gare a Comprovasco, oggi Ristorante Sta-
zione, costruito nel 1911 (Fondazione Archivio Fotografico
R. Donetta)
Comprovasco il Ristorante Varesino (Bozzini
Angelo fu Angelo), il Grotta Cisalpino (Zanini
Vittorio), l'Osteria Bozzini (Bozzini Clemente)
e a Corzoneso Piano, oltre all'Albergo Bruni,
il Ristorante Boscero (Conceprio Giovanni) e
il Ristorante Michelino (Donetta Michele)
3
.
Dopo il 1910 viene costruito a Comprovasco
l'Albergo Stazione.
Durante il primo decennio del Novecento la
stazione termale sempre pi conosciuta e
frequentata e i villeggianti apprezzano, oltre
agli effetti benefici delle cure, anche la bel-
lezza del paesaggio circostante. A turbare
questo scenario promettente, nascono per
delle controversie tra i proprietari dello sta-
bi limento e quelli di altri alberghi o pensioni,
con oggetto le condizioni di accesso ai bagni
da parte dei non risiedenti nello stesso.
Una situazione che nel 1905 porta all'esclu-
sione dai bagni di coloro che non alloggiano
nell'Albergo delle Terme o sua Succursale, di
modo che le pensioni private ne soffrono e
lo sviluppo dell"'industria dei forestieri" nella
media valle ne risente.
Il motivo della ritorsione da parte dei pro-
prietari delle Terme sembra vada ricercato nel
fatto che i proprietari degli alberghi e pensioni
priva te si erano sottratti al pagamento di un
"ragionevole" e "proporzionale" contributo fi -
nanziario alla rclame.
46 Acqua rossa nel tempo
Nel 1911 giunge ari a nuova ad Acquarossa,
portata dall'arrivo, sull'altra sponda del
ponte, della ferrovia elettrica Biasca-
Acquarossa. Un ulteriore importa nte vettore
d ' afAusso per i frequentatori delle Terme e per
coloro che apprezzano il clima e le bellezze
naturalistiche della valle . L'arrivo della fer-
rovia sembra per rafforzare l'attrattiva della
sponda destra del fiume e a poco a poco di-
versi servizi vi si trasferiscono: subito nel 1911
l'ufficio postale e telegrafico, attratto dalla
vicinanza della stazione terminale della fer-
rovia, in seguito le scuole, e pi tardi, come
vedremo, gli uffici distrettuali.
Ad Acquarossa rimangono le Terme che con-
tinuano, con alterne gestioni e fortune, fino al
1971 quando la famiglia Greter, confrontata
con l'impossibilit finanziaria di adeguarsi alle
moderne esigenze terapeutiche e alberghiere,
decide di chiudere.
Un colpo duro per la valle di Blenio che tre
anni prima aveva gi assistito impotente alla
chiusura della fabbrica di cioccolata Cima
Norma di Dangio.
Sono seguiti periodi molto difficili per tutta
la valle, caratterizzati da una flessione del
numero di abitanti dovuta a un'emorragia,
soprattutto di giovani, che faticano a trovare
dei posti di lavoro che permettano loro di ri-
siedervi. l maggiori datori di lavoro in valle
18. Ristorante Varesino, poi Albergo Simano a Comprova-
sco demolito nel maggio 2000 per lasciare il posto all'attuale
palazzo sede della Banca Raiffeisen, inaugurata il 10 giugno
2006 (Fondazione Archivio Fotografico R. Donetta)
C pano 7890 - 7900ca.
19. Ristorante Brum, orzoneso ' ,
(Fondazione Archivio Fotografico R. Donetta)
sono l'Ospedale e la Casa per Anziani di
Acquarossa. Diversi posti di
pure garantiti da imprese legate ali edtl1z1a e
da aziende artigianali. L'agricoltura e l'alle-
vamento del bestiame rivestono ancora una
certa importanza, ma il numero di
si assottiglia sempre pi. Gli In-
tensivi nei nuovi "stalloni " hanno sostituito le
stalle che caratterizzavano le piccole aziende
famigliari. Ma anche in questo settore l'av-
venire carico di insidie a dipendenza della
politica agricola a livello nazionale.
Per il futuro della valle si punta molto sul tu-
rismo. Grandi sforzi sono stati profusi per
il suo sviluppo invernale ed estivo. Pur con
qualche difficolt le stazioni di Campra,
Campo Blenio e Nara a soprav-
. 1 arsi E stata creata
v1vere e pers1no a sv1 upp
una capillare rete di sentieri che consentono
di meglio apprezzare le bellezze naturali che
la valle propone in abbondanza. Ma finora
tratta soprattutto di turismo di giornata, di
. . . d. za anche perch le
sogg1orn1 1n case l vacan ' .
strutture alberghiere scarseggiano.
Occorre fare il salto di qualit. Ma perch
ci accada necessario un motore, un centro
propulsivo che aiuti a decollare. Molti bleniesi
credono di averlo individuato nel ripristino
dell'attivit termale e contano molto sulla sua
realizzazione.
Lottigna capoluogo
Sorgenti termali a parte, le altre prerogative di
cui Acquarossa ha potuto beneficiare le sono
derivate in buona parte dal fatto di essere
frazione di Lottigna, capoluogo della valle.
Su precedenti localizzazioni del capoluogo di
Blenio, riportiamo uno scritto che risale all'i -
nizio del Novecento:
Come scriveva SO anni or sono don Federico
Ganna, la capitale della Val Blenio era Taverna
[ ... ], che scomparve vittima di una
frana verso il 1200 o poco dopo. Il laghetto d1
Laveggia, sopra Ponto Valentino, si sbodell
(dal bleniese "sbod"). Quella acqu_a
furente, rombante, convogli maogn1, abet1,
larici , castagni, noci, terriccio. Quanto incon-
trava nel suo rovinoso franare traeva gi gi
per la valle di Marolta. Sopraffe_ce
Taverna. Tutta o buona parte degli abitanti, av-
visati dal rumore, fu a tempo a salvarsi su quel
di Castro, di Marolta, di Ponto Valentino: onde
il patriziato promiscuo di quei tre comuni fino
al 1893. La capitale bleniese fu trasportata a
Tezzeghino, sulla sponda sinistra del a
sud di Grumo. Alluvionato anche Tezzeghmo, la
. 4
capitale fu trasportata a Lowgna .
--..---- - ------ -
20. Ristorante del Michelino a Roccabella, 1910- 1920 ca.
(Fondazione Archivio Fotografico R. Donetta)
Ferna ndo Ferrari 47
21. Davanti al negozio Bozzini a Comprovasco, sulla strada
circolare per Ponto Valentino, 1900- 1910 ca. (Fondazione
Archivio Fotografico R. Donetta)
Lott igna ha in seguito assunto important i
ruoli nei vari periodi storici che si susse-
gu irono durante le alterne vicende del do-
minio della valle.
Riportiamo a questo proposito informazioni
su periodi storici che riteniamo particolar-
mente significativi, coscienti della loro fram-
mentariet e della mancanza di approfon-
dimento che un'operazione di questo tipo
comporta.
Nell'888 la spartizione dell'impero di Carlo
Magno d origine ai tre regni nazionali di
Francia, Germania e ltali a
5
. Blenio fa parte,
per ragioni geografiche, del Regno d'Italia
fino a quando Ottone l di Sassonia, re di
Ger mania, assunto il titolo di imperatore del
Sacro Romano Impero, non incorpora l'I-
tali a al suo impero tedesco nel 962. In questo
periodo l ' imperatore si sente padrone del
Lucomagno e di Blenio e affida la valle a un
feudatario di sua scelta. A un certo momento
il feudo delle Tre Valli Ambrosiane passa per
via ereditaria al vescovo Attone di Vercelli
'
borgognone di origine ma imparentato con
la famiglia di Angera il quale, con testamento
del 948, cede le Tre Valli in dominio ai quattro
canonici ordinari di Sant'Ambrogio di Milano,
i quali assumono il titolo di "Conti delle Tre
Valli ". Mat erialmente lontana e gi ri cca per
altri feudi e beni, la signoria reli giosa port ata
48 Acquarossa nel tempo
a concedere ai suddit i lontani taluni diritti.
l bleniesi vedono cos prolungata l'esistenza
dell e loro assemblee popolari. Secondo gli an-
tichi istituti tramandati dai roman i in Blenio
'
gli abitanti di un vicus (vil laggio) costituiscono
una vicina o vicinantia con all a testa un console.
l rappresentanti delle vicinantiae formano la
Placita dominigalia, con mansioni gi udi ziarie,
che si riunisce a Sala di Semione ed pre-
sieduta dal Dominus, cio il feudatario o il suo
delegato.
Le vicinantiae si raggruppano pure in una cre-
dencia o fagia, organismo di carattere giudi-
ziario. In Blenio ne esistono tre, corrispon-
denti agli attuali tre Circoli . La riunione
delle credenciae con i consoli di tutte le vici-
nantiae prende il nome di Consiglio generale o
Parlamento, che l'autorit politica e ammi-
nistrativa della Valle e si riuni sce all 'Oro di
Croce di Lottigna, oppure all a Traversa o al
Borgo dell e Taverne di Ponto, ma anche a
Serravalle di Semione.
Ma, nonostante la donazione di Attone di
Vercelli, anche i signori laici, ritenendo le Valli
ancora di loro propriet, le infeudano a vas-
salii e fedeli . E cos verso il 1140 l ' imperatore
Corrado 111 erige le Tre Valli ambrosiane in
"contea" e le affida in feudo ai Lenzburgo, gi
titolari dei feudi di Zurigo e di Baden. Uno dei
Lenzburgo si scegli e come vicario (avogadro)
per la val le di Blenio Alcherio da Torre no bil e
'
locale di provata devozione all a causa impe-
ri ale, che f ece probabilmente costruire i due
castelli di Serravall e (Semione) e di Curterio
(Torre). Estinti i Lenzburgo e mutata la di-
nastia imperial e, Federico Barbarossa con-
serva al suo posto il balivo Alche ri o (cui
succede il fi gli o Artusio ) . La vall e di Blenio
ha dunque, di fatto, due padroni in concor-
renza: il Capitolo dell a Chi esa Mil anese e il
casato dei Lenzburgo (poi l' imperatore rap-
presentato dai suoi balivi).
Alla notizia dell a di sf atta imperi ale a Legnano
(1176) e del trionfo dei liberi Comuni i val-
'
lerani si soll evano e di struggono in parte il
cast ell o di Serravall e (tra il 11 76 e il 11 80).
In seguito a questa di struzione, Alcherio si
ritira nell 'altra sua roccaforte, quell a di Torre,
intendendo ingrandirl a e perfezionarla. in
questo momento, nel 1182, che si inserisce
un evento di parti colare significato, il " Patto
di Torre" con il quale i val li giani di Blenio e di
Leventina conAuiti a Curterio e alla presenza
dell 'arciprete mi lanese demoliscono il castello
e giurano di impedire in futuro l'erezione di
altri strumenti di tirannide e di non pi am-
mettere nelle loro libere assemblee podest
dell a vall e che sian legati per parentela o inte-
resse ai signori feudali .
Tramontati i Da Torre, un'altra signoria laica
ne prende il posto. Contro di essi i bleni esi
tentano una seconda insurrezione nel 1210 e
121 3 ad Aquila e Oli vone, ma vengono domati .
Gl i Orelli ricostruiscono anzi Serravall e (verso
il 1235) e vi si insediano quali "Rettori " di
Blenio.
In seguito nuovi aspetti intervengono nell o
scenario dell e valli ambrosi ane: da una parte
l' awento dei Visconti all a signoria di Milano e
dall 'altro il passo del San Gottardo che sta ri-
velando ai valli giani (anche oltre le Alpi) e all e
signorie lombarde la sua grande importanza.
Non sorprende quindi che verso il 1280 l'ar-
civescovo Ottone Vi sconti si faccia cedere dai
Canonici il governo delle Valli onde assicurarsi
il controllo dei passi alpini.
Gli archivi delle valli raccontano una storia
continua di trattative, accordi, contratti sti-
pulati tra il feudatario e la comunit con-
tadina (alpeggi, diritti diversi). La politica dei
vallerani consiste nel riscattare le propriet
onde raggiungere le libert e i diritti ad esse
congiunti.
Dopo il 1000 quindi , con la crisi del feuda-
lesimo, gl i atti si intensificano e, dopo che i val-
lerani hanno osato di struggere i castelli feudali ,
diventano copiosi. l signori vendono "alpi ",
beni e diritti che i valli giani riscattano uno
dopo l'altro fino al grande esempio offerto da
Blenio nel 1457 quando la Valle riscatta tutti
gli oneri d'affitto e di regali a verso la famiglia
22. Lottigna visto dalla campagna di Comprovasco, 1900- 1910 ca. (Archivio Museo Blenio)
Fernando Ferrari 49
Bentivoglio, versando 7'000 fiorini d'oro.
l risultati di queste conquiste sono conservati
in documenti notarili custoditi dai consoli e i
diritti diligentemente elencati negli "Statuti"
delle comunit
6
.
Gli svizzeri, per la ragione esposta in prece-
denza, sono sempre pi interessati a lle vallate
a sud delle Alpi. Non si conosce con esattezza
la data precisa della loro presa di possesso
della valle di Blenio. Gli storici sono propensi
a situarla tra la prima e la seconda calata in
Italia dei francesi, forse nel 1495
7
.
Nel luglio di quell'anno infatti i bleniesi pre-
stano per la prima volta giuramento di fedelt
nelle mani "de Uragnesi et aderenti" . All'inizio
dell'anno seguente il Podest del Duca ab-
bandona la Valle e il 29 marzo 1496 i bleniesi
confermano il giuramento ai Delegati Svizzeri,
in qualit di baliaggi dei Tre Cantoni primitivi,
Uri, Svitto e Untervaldo.
Il 10 agosto 1502 viene stipu lato il primo do-
cumento che testimonia dell'inizio del go-
verno sulla valle di Blenio da parte di Uri ,
Svitto e Untervaldo (Sotto Selva), rappre-
sentati dal primo Landfogto (Zebnet da
Svitto) con l'ordine per s e successori di ri-
siedere a Lottigna.
Nel 1550 il Landfogto passa ad abitare nel
Palazzo del Pretorio di Lottigna che il colon-
nello Gian Domenico Cima, gi a l servizio
della Spagna, aveva costruito come sua abi-
tazione e alla sua morte aveva lasciato " ai tre
Cantoni" quale "Casa della Giustizia", cio
sede del Landfogto
8
.
Il Landfogto, la pi a lta autorit dei baliaggi
svizzeri, eletto a turno ogni due anni dai tre
o '9
canton i sovrani . Fu cos che per due secoli e
mezzo il Palazzo diventa la sede del governo e
della giustizia del baliaggio di Blenio da dove
il Landfogto emanava le sentenze e riceveva
le pingui decime dei bleniesi, specialmente
tante brente del sipido vinello della valle
1
o.
Il Landfogto l'ammini stratore unico della
giustizia
11
e la sorte degli imputati dipende
unicamente dal suo arbitrio. Le pene pre-
vedono la multa, la fustigazione, il bando,
SO Acquarossa nel tempo
la berlina e il patibolo. La tortura pra t 1ca
comune.
La pena di morte si esegu1va con la decapita-
zione o coll 'appiccamento, l' una mani era di
suppli zio awicendandosi coll 'altra, secondo le
epoche [ .. . ] l patiboli erano otto, quanti erano
i baliaggi, e per la decapitazio ne si adoperava la
spada. l l luogo di esecuzione si sceglieva l ave lo
spazio e la configurazione del t erreno si prestava
meglio a spettacolo, o sopra un piccolo pro-
montorio o in una bassura circondata da col lin e
ad anfiteatro perch stessero a grande agio le
turbe che traevano fin da lontano
12
.
Secondo la tradizione, nella valle di Blenio la
tortura praticata a Lottigna, ove presente-
mente trovansi le prigioni
13
mentre la forca
trovavasi ad Acquarossa. Nell'anno 1845
ancor vedevasi la carrucola la zorda nefasti
' '
strumenti coi quali si tormentavano le povere
vittime
14
Viene locali zzata nella zona Scerina
'
situ ata vicina alle sorgenti termali, dietro
l'Albergo Terme. A Prugiasco questa zona
era chiamata " La forca dra val da Bregn" .
Rinaldo Greter, attuale proprietario delle
Terme, si ricorda che un anziano di Prugiasco
gli aveva persino indi cato il nome dell'ultimo
1mp1ccato.
In seguito al cedimento del tetto dello stabi le
della Scerina, crollato a causa della nevicata
del1978, Greter ha rinvenuto, completamente
inglobata in un muro, quella che potrebbe
essere stata " la torre della morte" dove il con-
dannato veniva attaccato a l laccio e poi lan-
ciato nel vuoto.
Nel 1796/97 le idee della Rivoluzione Francese
cominciano a diffondersi anche fuori dalla
Francia. Gli eserciti di Napoleone scendono
in Ita li a, occupano Milano e costituiscono la
Repubblica Cisalpina. l nuovi ideali giungono
anche nei baliaggi ticinesi. Con il colpo di
mano del 15 febbraio 1798 Lugano diventa
"Libera e Svizzera"; i francesi approvano la de-
cisione. Un o dopo l'altro, dietro l' esempio di
Basilea, i Cantoni riconoscono la liberazione
dei baliaggi. L'esempio di Lugano si propag
alle a lt re Fogte : Locarno, Bellinzona e poi le
Valli nello spazio di poche settimane procla-
marono la decisione di considerarsi libere e
l'altra - meno clamorosamente affermata -
di voler restare Svizzeri
15
.
Blenio si libera dalla sudditanza dei tre Cantoni
nell 'aprile del 1798 in maniera tranquilla,
come frutto maturo che si stacchi quand '
la sua ora
16
. Ci fu per un'appendice sin-
golare, che ci stata tramandata da Vincenzo
Dal berti.
Il 15 april e 1798 viene convocato a Lottigna
il parlamento della Valle. Il colonnello jauch
apre la riunione comun icando la liberazione
del baliaggio. Ma c' nel parlamento chi prefe-
risce, per propri interessi, il regime dei Signori
d ' Oltralpe, in particolare il landscriba (segre-
tario) Pizzotti che, con pochi a ltri funzionari
del Fogt, legato ai Signori, e che riesce a
tenere in scacco per ore e ore l'assemblea, gua-
dagnandosi fischi e legnate. Durante il tumulto
dei bleniesi esasperati, il Pizzotti scappa con il
luogotenente del Fogt, certo Pagani , e allora il
colonnello j auch pu comunicare la volont
dei Tre Cantoni di dichiarare Blenio libera e in-
dipendente, aggiungendo: questo dono ve lo
fanno, cari e amati Bleniesi, molto malvolen-
t ieri; ma le circostanze li costringono a non es-
servi pi padri; saranno per vostri amici. In
seguito formato un governo prowisorio.
Con l'awento della Repubblica Elvetica, i ba-
li aggi italian i si sono cos emancipati da tre
secoli di dominazione svizzera. Gli otto di-
stretti vengono riuniti nei due Cantoni di
Bellinzona e Lugano.
Nel settembre 1798, il Direttorio Elvetico
ord in a che tutti i vice- prefetti della Repubblica
risiedano nel capolu ogo del Distretto, nel
caso di Blenio quindi a Lotti gna.
Ma il vice- prefetto di Blenio Giovan Pietro
Dalberti , cugino dell 'abate Vincenzo, che ri -
siede a Olivone, chiede a l Direttorio di essere
dispensato dall a residenza in Lottigna, anche
se essa si trova " press'a poco" a l centro della
valle e fu gi sede dei Landfogti siccome re-
sid enza inadatta e mancante di tutto ci che
necessario tanto per le urgenze del pubblico
quanto pei bisogni domestici
17
Aggiunge poi
le seguenti considerazioni:
Lottigna una comun it composta di po-
ch issime famiglie che di altro non si occupano
che di travagli rustici, e nissuno di essi si occupa
di offcio pubblico. L non si potrebbe trovare
neppure uno scrivano che vi copiasse bene
quattro righe; e se occorresse spedire un awiso
qualunque pel Distretto, dovrebbe il vice-pre-
fetto andar negli altri Comuni a cercare alcuno
dei pubblici messi, oppure mantener una persona
per queste occorrenze. [ .. . ] L'esempio dei vecchi
Landfogt non far certamente sensazione in chi
considera che i tempi sono cambiati, e che un go-
verno arbitrario non deve pi contribuire a man-
tenere in Lottigna una giornali era affluenza che
faceva la desolazione del Paese. In qualunque
Comunit dunque venga scelto, il vice- prefetto di
questo distretto non potr certamente andare ad
abitar di permanenza il nostro Palazzo Nazionale
[ex Palazzo dei Landfogti] , che bisogna perfino
comprar l'acqua; ma dovr restare nella sua casa
propria, almeno fint antoche, restando questo
Distretto nei suoi limiti naturali , non si cambia il
suo Capoluogo
18
.
11 9 gennaio 1799 il Direttorio Elvetico accogli e
l'istanza del Dalberti e lo autorizza a risiedere a
Olivone.
Questa richiesta sembra essere anticipatrice
di una tendenza che si presenter a diverse ri-
prese pi tardi, interessando diverse presenze
istituzionali distrettuali che furono spostate ad
Acquarossa, nella frazione bassa del comune,
pi facilmente raggiungibile, e che grazie a ci
assunse nel tempo un'importanza ben mag-
giore rispetto a l nucleo di Lottigna, pur mante-
nendo quest'ultimo il titolo di capoluogo della
valle.
dal Palazzo Nazionale di Lottigna che il vice-
prefetto Dal berti (assistito nel consiglio e
nella penna dal pi illustre cugino, l'abate:
come provano i documenti
19
) spedisce il
17 settembre 1798 al Direttorio Esecutivo della
Repubblica Elvetica una protesta a seguito di
una voce, diffusasi sul finir dell'estate 1798,
che in una prevista fu sione dei due cantoni in
Fernando Ferrari 51
l '
23. Museo di Lottigna, ex palazzo dei Landfogti, durante il periodo del restauro, 1960- 1970 (Archivio Museo Blenio)
un cantone unico, la capitale sarebbe stata at-
tribuita a Lugano
20
. Il Dalberti mette in risalto
i sacrifici cui sarebbero stati sottoposti i ble-
niesi per raggiungere la nuova capitale ( deux
journes de voyage
21
) e propone che la ca-
pitale rimanga Bellinzona che, oltre al la sua po-
sizione centrale, fortificata e susceptible de
dfense
22
.
La Repubblica Elvetica si protrae fino al 1803
quando, a seguito dell 'atto di mediazione na-
poleonico, viene sciolta e la Svizzera ritorna ad
essere una Confederazione: la Confederazione
dei 18 Cantoni, all ' interno della quale il Ticino
eretto all a dignit di Stato e Cantone so-
vrano, con i suoi 8 distretti (gli ex baliaggi),
il suo primo Gran Consigl io e il suo primo
Governo o Piccolo Consigli o, presieduto dal
bleniese Vincenzo Dalberti di Olivone.
Per quanto riguarda Lottigna, nello storico edi-
ficio continuer a ri siedere il tribunale distret-
'i 2 A r n ~ ~ : : l n l moo
tuale fino al 1891 , quando sar t rasferito ad
Acquarossa. Fino al 1954 a Lotti gna furono
mantenute le carceri di cui l' ultimo custode
fu Baudolino Dema ria che era pure gerente di
un'osteria situata nello stesso stabil e e fungeva
nel contempo da segretario della pretura di
Acquarossa.
A questo proposito interessante l' impres-
sione riportata dopo un passaggio a Lottigna
awenuto il 7 settembre 1889 dall o scrittore in-
glese Henry Festing jones:
A Lotti gna ho trovato una specie di osteria: non
hanno niente da mangiare, salvo salame, pane
e formaggio. L'oste anche il guardiano dell a
pri gione. Ho visit ato la prigione, che vecchia
di 450 anni e la prima casa in pietra dell a vall e.
Non Le piace l' idea di un paese in cui l' unica
cosa che in qualche modo si awicina a un al-
bergo una prigione?23 _
Dal1 972 il palazzo, completamente restaurato,
la cui facciata principale decorata dagli scudi
dei tre cantoni di Uri , Svitto, Nidwaldo e di
Blenio nonch dagli stemmi di famiglia dei
Landfogti del XVI e XVII secolo, diventato
sede del Museo di Blenio.
Grande importanza per lo studio della storia
dell a Valle rivestirono i documenti conservati
nell'archivio distrettual e di Lottigna. Il suo
inventario o "Cartolaro" come lo chi am
Vin cenzo Dalberti, "ossia il Registro delle
scritture antiche spettanti all a valle (ora
Distretto) di Blenio, awenute sotto il do-
minio dei Duchi di Mil ano e di tre Cantoni
Svizzeri"24 occup l'abate dal gennaio all 'a-
gosto 1844. Nel settembre di quell 'anno con-
segn al Governo il regesto in doppia copia,
quella che deve stare nell'Archivio Cantonale,
e ponga l'altro, coll e scritture, nell'Archivio in
Lottigna
25
.
Brenna Bertoni
26
scrive che nell'Archivio di
Blenio e precisamente in una cassa ferrea cu-
stodita dai tre giurati, che trovavasi nell'Arsenale
annesso al Pretorio di Lottigna, trovavansi una
volta numerosi documenti storici, elencati, se
non erri amo, in append ice all a copia mano-
scritta degli Statuti di Blenio, che travasi appo
il Tribunale di quel distretto, e che in ogni caso,
leggesi nella edizione a stampa che di quello
Statuto ha fatto eseguire in Milano il notaio
bleniese Giovanni Giuli ani, nel1742
27
.
Abbandonato l'Arsenale, quei documenti
furono (tutti o in parte non si sa) rinchiusi in
un'altra cassa nella cancell eria del Tribunale
suddetto e, da Lottigna, vennero con esso tra-
sferit i aii 'Acquarossa.
Acquarossa (Acqua Rossa} negli archivi
In merito all 'origine del toponimo Acquarossa
non ci sono dubbi .
Racch iude in s un concetto ben preciso e che
lascia intravedere una locali t dove un' acq ua
sorgiva o meno presenta una peculiare carat-
teristica. L'ori gin e va dunque ricercat a in un
composto tra l'aggettivo e il sostantivo ita-
li ani contenuti nell a formazione, e la moti-
vazione la presenza di acque ferruginose
28
.
Ricerche effettuate negli archi vi locali e nelle
raccolte di materiali e documenti hanno
portato all a lu ce alcuni scritti a sostegno di
questa affermazione.
Li abbiamo trovati soprattutto in documenti ri -
guardanti la manutenzione di strade e ponti , lo
sfruttamento di prati e pascoli e la definizione
di confi ni giurisdizionali . Ne riportiamo alcuni
che ci sono sembrati sign ifi cativi.
La pi anti ca menzione del toponimo Acqua
Rossa contenuta in un documento che
si occupa degli obbli ghi di manutenzione
della strada francisca, a proposito della quale
Giuseppe Chi esi scrive:
La strada, dal Duecento in poi, non era pi la
sicura e mutevole via che coll egava i vill aggi del
fondovalle e consentiva le periodiche comunica-
zioni tra i nucl ei abitati, su cu i passavano bestie
e prodotti alpestri diretti verso il mercato della
pianura oppure le milizie o i funzionari impe-
riali come aweniva in et comunale. In segui to a
lavori o a progressivi interventi di miglioria essa
era andata a poco a poco diventando la via pi
comoda e sicura aperta a tutti , in particolare a
coloro che compivano lunghi viaggi, a quel va-
riegato insieme di stran ieri che si spostava a
piedi o a caval lo, da solo o con fardelli caricati
su bestie da soma. Il suo nome stesso, ricordato
dai documenti , suggerisce la funzione che la gente
le riconosceva ufficialmente: era la strada pub-
bl ica, sottratta all e limitazioni della normativa
comunale. Era la strada mastra, la via maestra che
consentiva al forestiero di orientarsi nell a com-
pl essa rete di comuni cazion i secondarie e di per-
correre il cammino pi diretto verso lontane de-
stin azioni; era la strada francisca che portava verso
i paesi situati oltre la catena dell e montagne, tutti
accomunati sotto un' uni ca e vaga denominazione
geografca
29
.
In vall e di Blenio fino a Biasca lo stato della
strada francisca era reputato relativamente
buono, mantenuto in mutuo consorzio, se-
condo antiche consuetud ini , dalle singole vici-
nanze, ognuna il proprio tronco, come per lo
sgombero della neve, come risulta dal seguente
documento:
Fernando Ferrari 53
' l
Crespogno Dongio, 29 novembre 1446
Martino del fu Alberto Bianchi, console di
Lottigna, e a lcuni uomini dell e vicina nze di
Lottigna e di Torre, da un a parte, e Stefano del
fu Guglielmo Guidini di Pozzo e Pi etro Cernari
di Cumi asca, procuratori delle vici nanze di
Corzoneso e di Leontica, dall'altra, nominano
arbitri il fabbro Guglielmo del fu Vivenzio di
Rivira, Zanino del fu Guglielmuzio di Leonti ca,
Giacomo del fu Guidrico di Lotti gna e Uberto
del fu Dimoldeo di Torre, co n l'incarico di ri-
solve re la controversia concernente la manuten-
zio ne della strata Francischa e lo sfrutta mento di
pascoli e boschi sit uati fra la Preda Plana syta in
capite Prati Toffi seu Schortigano e la Valzima3o.
Un a ltro importante documento tratta di
es posizioni giurate di venticinque testimoni
prodotti d a Giacomo Giudici di Lotti gna,
console della vicinanza di Lottigna, davanti a
Vanetto Codeborgo di Bellinzona, vicario di
Val Blenio, nell a controversia tra le vicinanze
di Corzoneso, Leontica e Dongio, da una
p a r ~ e , e la vicinanza di Lottigna, dall'altra, in
mento a ll a man utenzione della strata Francischa
e allo sfrutta mento di pascoli e boschi si-
tuati ne ll a zona di Preda Piana, fra Dongio e
Lottigna.
Lottigna, 13 febb raio 14553
1
(r.84) ." teste Guido del fu Martino de Angio
[Dang1o ] testimonia che vide uomi ni e vicini
di Lottigna fare e mantenere detta strada e vide
una volta i vicini di Lottigna deviare l'acqua
rossa che nasce vicino a ll a st rada affi nch non
facesse da nno a i passanti. (r.202 - 204) Il teste
Antonio del fu Martinoli de Sasso de Ponto
Valentino testimoni: vidi vicin i di Lottigna si -
stemare la strada a l di qua de ll a fontana rossa
verso Lottigna.
(r. 264- 265) Guido del fu Vivenzio del mo-
nacho de Ture testimon i vidi un pastore di
Comprovasco andare a Lottigna per riprendere
le bestie [mucche?] che erano state pignorate da
quelli di Lottigna a ll a fontana rossa
Da queste testimonianze s i pu quind i de-
durre che in quel periodo la localit era
ad ibita a pascolo e non era lu ogo abit ato. Le
basi giuridi che per la cost ituzione della pezza
comune della Cerrin a (Scerin a) potrebbero
essere state poste da un documento redatto a
Prugiasco 1'11 agosto 1464
32
.
Si tratta di un compromesso stabili to fra la
vicinanza di Lottigna da una parte e quelle
di Corzoneso e Leontica dall'altra per il terri-
torio, i pascoli , i boschi della zona de Cerrina
che si estende da Preda plana fino ad Valem
Simam fin o a l monte Sima no
33
.
Gugli elmo detto Pongino di Dongio figlio del
fu Antonietta Salvia di Dongio pronuncia la
decis ione arbitrale. Elenca i termini di confine
della zona in questione e la dichiara pascolo
comun e delle parti in causa riservato il diritto
a i vici ni di Lottig na di pignorare le bestie delle
persone forestiere. La giu risd izio ne (dominium)
su ll a stessa zo na spetta a Lottig na, mentre a
Corzoneso e a Leontica sono garantit i limitati
diritti di congodimento del bosco.
In un documento scritto a Lottigna il 6 giugno
1517
34
, il fogt di Blenio e g li ambasciatori di
Uri, Svitto e Unterwalden fissano i termini di
confi ne tra Dongio e Lottigna nella zona c he
si estende dalla Preda Piana che sta in cima a l
Prato Toffo fino a ll a fontana di Sirisolo. Essi
confermano i documenti di prova presentati
dalle parti e riconoscono i beni privati nel ter-
ritorio contestato.
Negli atti della prima vis ita pastorale di San
Carl o Borromeo ( 1567)
35
, non riportata
alc un a notizia su l compre nsorio c he c i inte-
ressa. Viene segnalato che la parrocchia di
Lottigna s i separ da Torre 1'8 maggio 1555.
Invece nella seconda v1s1ta pastorale di San
Carlo Borromeo (1570), con riferimento
a ll a parrocchia d i Corzoneso, s i fa accenno
a ll a ch iesa di Santa Maria delle Grazie e Sa n
Francesco situata nel luogo di Sattro.
Memoriale. Ai bagni di Sattro una cappell a
quale si in tende che ha obbli go d i una messa per
settima na per legato. Li eredi dicono di haver
dato ordine al prete di Ladua (sic!] ma sono
30 anni che non s' osservato [ ... ]. Ordini. La
ch iesa si tengh i serrata se non mentre si celebra
la Messa. Si levin o di presente fuori di chi esa
li legnami ed a ltre cose profane che vi sono ri-
poste. L'altare con la sua predella si faccia
grande secondo le misure nelle regole generali et
se lo prowegga di paramenti, cali ci, libri , ecc. se-
condo la mente del testatore e come si legge nel
legato esibito negli atti della visita . Gli eredi del
fondatore sia no a ltrimenti obbli gato a ll a sod-
disfazione di essa fondazione[ ... ]. Suppli scano
[gli ered i] in teramente nell'awenire a ll 'obbli go di
far celebrare una messa la settimana in perpetuo
et diano parimente primizia di presentamento
[sic!] per a ni 30 incirca che hanno mancato per
il passato et perserverino si nch avevano intie-
rame nte sodd isfatto ( ... ] a ltrime nti saranno se-
questrati i beni obbli gati da questo legato. Se il
parroco non pu celebrare, si cerchin o dei curati
dalle parrocchie vicine. La localit di Valle ap-
partiene a ll a parrocchia di Corzoneso ma vi
in mezzo il fiume e sarebbe pi comoda essere
unita a Lottigna
36
.
Nel 1577 il vis itatore Mons. Bernardino Tarugi
Visit da ultimo la Cappell a di Santa Maria
delle Grazie e di San Francesco ch iamata "de
Sattro" in campagna presso il fiume Ticino e le
Terme ad essa contigue sotto la parrocchia di
Corzoneso la quale [chiesa] mal tenuta, in-
decente, aperta, piena di assi, senza soffitto n
pavimento. In essa c' un piccolo locale senza
arredi con l'onere di una messa per settimana
per legato del fu frate Pietro de Ponte, la quale
messa vie ne attualmente celebrata nella parroc-
ch ia le di Ponto Valentino [ ... ] Tadeus e nipoti
de Ponte pagano offerta a l sacerdote celebrante
con il patto dato e chi edono di trasferire l'onere
a ll a stessa chiesa parrocchi a le poich essi ivi
abitano
37
.
Nessu na notizia d i questa cappell a negli atti
delle successive vis ite pastorali. Si potrebbe
ipotizzare che, non essendo pi gravata
dall 'onere, la chi esa s ia stata definitivamente
abbandonata.
Quest'ult imo documento costitui sce un'im-
portante test imo ni anza dell'uso delle acque
a scopo terapeutico ( il termine "Terme" va in-
fatti oltre la sempli ce segna lazione dell a pre-
senza di sorgenti) gi nell a seconda met del
'500.
In un documento del 7 settembre 1631
38
si tratta della manutenzione del ponte di
Comprovasco.
Davanti a l Landfogto in Lottigna s i presenta
il Console della Vicinanza di Dongio accom-
pagnato d a a lcuni vicini per reclamare contro
una sentenza ema nata dal Fogt secondo la
quale la Vicinanza di Do ngio condannata
ad aiutare con a ltre Vicinanze a reparare e
mantenere il Ponte di Comprovascho s ito
sopra l' aqua di ticino a ppresso a l Riale di
Comprovascho, come che s ia no interessati
nell a pezza comune di Cerrin a cui conti gua a
detto po nte dalla parte verso levante di qua
d'esso ticino[ . .. ].
l vicini di Dongio pretendono che la loro
pezza Comune no n tenda fino a detto ponte
conforme a gli lstroment i vecchi [ . .. ), 'ter-
min anza et definizione' fatta per essa pezza
comune l'anno 1517 adi 6 giugno dove appare
che essa loro pezza comu ne non giunge a l-
trimenti si n a l s ito d'esso Ponte e chi edono
perci che Dongio sia liberata di tal carico.
Il reclamo sar benevolmente accolto dal Fogt.
Secondo l'autore delle Memorie della famiglia
Malingamba
39
, nel 1600 i discendenti (Ma-
lingamba) di Andrea si trasferirono da Grumo
ad Acquarossa a causa di disastri naturali av-
venuti lass (alluvioni, buzze, ma a nche in-
cendi e invas ioni).
Ad Acquarossa dove gi possedevano delle
sostanze ed un a bitato con bagni termali la
cu i sorgente scaturi sce dalla rocca, vicino a ll a
porta maggiore della sua residenza. [ ... ]
Ma la sosta per il loro bestiame non rendeva
comodo il loro traffico da cavall a nti, per cui s i
indussero a ll 'acqu isto di vasti terreni nella lo-
cal it di Stallazza, su territorio di Corzoneso.
lvi, quasi su l labbro del fiume, fecero co-
stru ire una nuova abitazio ne con scuderie e
negozio
40
.
Andrea, il 18 febbraio 1712, spos Maria
Andreazzi di Dongio. Ebbero tre figli: Giovan
Fernando Ferrari 55
l l
Ma ria, che diventer notaio (nato nel 1714),
Giuseppe (1717) e Giovan Martino (1718).
Il notaio Giovan Ma ria aveva il suo studio
pe r la valle di Blenio ne ll a nuova casa a ll a
Sta ll azza ed aveva re lazioni con Mil a no.
Giova n Ma rtino s uccesse al padre Andrea
e nel 1772 fi g ura ne l libro d elle Vicin a nze d i
Grumo come Co nsole di quel comu ne , pur
ri s ulta ndo res id e nte a ncora a ll a Sta ll azza di
Acqu a ross a . Unito in matrimo nio con Ma ri a
Dome nica Ma rtine lli , Gi ova n Martino e bbe
due fi g li : Carlo e Gi ova n Giuseppe i qu a li
d o po la mo rte d e l p a dre ( avve nuta ne l 1790
circa) fi g urano in un is trume nto d el 1793 che
tra t ta d el ri scat to con compe ra di una po r-
zio ne d el Casame nto d ei Bagni di Acqua rossa,
concessa d a l M. R. Curato di Leonti ca
Giuseppe Ge ne la a favo re d e i Fra t elli Carl o e
Gi o. Giuse ppe Ma lingamba, con diritto d e ll a
sorgente rossa
41
.
A Gi o va n Ma rtin o s uccesse Gi o va n Giuseppe
( no nno d e ll 'auto re), che si un in matrimo ni o
con Ba rba ra Andreazza- Mo ni co d a ll a qu a le
e bbe due fi gli: Lui g i e Vincenzo .
In un doc ume nt o d e l 18 04 s i tra tt a d ell a di vi-
sio ne d el Casame nto Bagni di Acqu a rossa fr a
gli Eredi d i quondam Giova n Ma rtino.
Nel 1766 il pa rroco zu r ig hese Jo ha nn Conrad
Fas i, p a rland o di Lo tti g na scri ve:
Q uesto vill aggio con pa rrocchi a so rge qu asi
a met dell a vall e. Pe r t a le mo ti vo la si resa
sede del ba livo ; ogni due a nni vi si riuni sce l'as-
se mbl ea della comunit della va ll e. No n lo ntano
da l vill aggio sgorga un' acqu a curati va conte-
nente zo lfo e ra me. Gli a bi tant i ne fa nno uso con
buo n ris ultato
42
.
Da un d ocume nto incom p let o e a nonimo r i-
t rovato recenteme nte a ll a Stall azza
43
, n sa-
le nte pro b a bilme nte a ini zio Ottocento si ri-
cava no quest e info rmazio ni:
Acqu e minera li . In varj lu oghi di qu est a Va ll e vi
so no dell e acque mine ra li ma pri cipa lmente a l
aqu a Rossa, luog t ra Do ngio , e Lottig na, d ove
gi da qu a lche a nno fu fa bbricat a una casa assai
vasta, e le comodi t per i bagni, e per l' uso di
qu este aque. Esse per fi n ora so n poco fre-
quentat e d a i Fo rasti eri e so no d i natura acidul e )
corro bo ra nt i, dete rgent i, evacua nti , e for ma no il
principa le, e specifi co ri med io per i sa lsi
44
.
Anche Stefano Franscini , nel 1835, parla d ell e
acque minerali cald e d i Acqua rossa:
A poca di stanza da Lottigna, su ll a si ni stra del
Brenn a, scaturi scono a ll e rad ici di un mo nte t re
so rge nt i, che do po breve t ragitto riuni sco nsi in
un a sola no n poco consid erevo le. Questa sco rre
per a lqu a nto s pazio nel fo ndo di un vall o n-
cell o, po i dent ro ad un cana le di legno presso
la casetta dei bagni , e d i l si getta nel fiume.
L'acqua limpid a ma depone un abbo nd ante
sedimento di color giall o- rosso che di sseccato
di vien fri abil e. Ve rsand osi d i q uell 'acqu a in un
bi cc hi ere, sviluppa nsi bolli cin e gassose. Il suo
sapo re acre e salato. La s ua t emperatura (ai
bagni ) di circa 17 gradi d i Raumur: il s uo
peso no n di ve rsifi ca q uas i da q uell o de ll 'acq ua
comune. Conti ene una gran q ua nti t d i gas
aci do carbo ni co libero, del carbo nat o di ferro, d i
calce, d i magnes ia e d i soda, del muri at o di ma-
gnesia, e qu a lch e atomo di selce . Potrebbe de-
no min a rsi acidula ferrugginosa e salina. Adoprasi
per bagni e pe r uso intern o: beve nd o la s' ha nno
a bbond a nt i scari che d i ve nt re. Venn e ado perata
ut ilmente in a lcun e ostruzioni dei visceri del
basso vent re, nell e infiammazio ni cro ni che del
vent ri colo, nel fegato, nei calcoli a ' reni ed a l
fegato, e fin a lmente in malattie nervose
45
.
Acquarossa passaggio obbligato per le
vie di comunicazione
Come gi acce nnato nell ' int rod uzio ne, se isti-
tuzio na lme nte Acquarossa stata favor ita
d a ll 'essere frazio ne de l cap o lu ogo d ell a vall e e
t uri s ti camente lo stata d a ll a presenza di sor-
genti terma li , geograficame nte ha b enefi c iato
d a ll a s ua posizio ne strategica s ull a strada del
Lu comagno.
Il t ra tto di s tra d a che d a l ponte di Do ng io
conduce a d Acqu a rossa s t ato s pesso a l
centro di di scussio ni . Le d ue varia nt i, que ll a
d ell a s po nd a s ini stra (Satro) e quell a d ell a
s p o nda d estra d el Bre nna, r ive ndi cate e so-
sten ute di vo lta in vo lta d a i di ve rs i comuni e
d a l Cantone, s i sono a ltern ate.
Ecco, in sin tes i, le sce lte messe 1n atto a
p a rt ire d a l 18 03, qua nd o il Canto n Ti cin o si
t rov co nfro ntato con il g ravoso pro bl ema
dell a costruzio ne d e ll e st ra d e, un as petto t ra-
scu rato d u rante il pe ri o d o d ell a d o minazio ne
confed e ra t a
46
.
Ne l fe bbra io 18 01 Fra ncesco Meschini ( 1762-
18 40) vie ne in cari cato d a l Commi ssari o na -
zio na le Sche uchze r di pre pa ra re un ra ppo rto
s ull e stra d e d e i Canto ni itali a ni. Defini sce il
pi a no per un a compl eta ri strutturazio ne d ell e
strad e ti c ines i che in quel mo me nto no n pu
per essere a p p li cato per ma ncanza d i mezzi
fin a nzia ri , ma c he servir in segui to a l Canton
Ti c in o come base pe r la reali zzazione d ell e
strad e carreggia bili
47
.
Da l ra ppo rto si evin ce che, a li ve ll o can-
t o na le, le stra d e cons id e ra t e principa li sono
due : que ll a c he d a Chi asso vi a Monte Ce neri
po rta a Magadi no e quell a che d a Magadino
via Bellinzona e passand o per la Va l Leve ntin a
porta a l Passo d el San Gottard o e a l confi ne
con il di st retto d ' Orsera . Su questi due tro nchi
di stra d a il Meschini invita il Gove rn o a con-
ce nt ra re d a s ubi to le attenzio ni e g li sfo rzi fi -
na nzia ri . La vi a attrave rso il di stretto di Bl e ni o
che conduce a Santa Maria e a Di sent is (che
il Meschini s uggeri sce d i r inn ovare per tra-
sfo rma rl a in interessante a ltern a ti va ai pass i
grigio nes i del San Berna rdin o e d ell o Spl uga)
compa re invece tra le sette s tra d e di in teresse
comme rcia le me no immedi ato e quindi gli in-
terve nt i pro posti sono cons id e ra ti di caratt e re
me no urge nte.
Dal ra p porto Meschini d el 18 01 , ecco la d e-
scri zio ne dell e vie di comuni cazio ne in vall e
di Ble ni o con rife ri mento a l tratto che ci
)
In teressa:
A Dongio si passa il fi ume so pra un po nte d i
travi rette, da una parte da un pil ast ro murato
a secco e d a ll 'alt ra dall 'antico po nte d i pi etra
rotto da ll a vio le nza del fiume: q uesto po nte a n-
dre bbe ricostrui to d i pi etra, ma di due archi e vi
vorre bbero, tanto s ub ito sopra il po nte, q ua nto
1n a lt ri lu oghi superio rmente, dei fo rti ripari
per te nere il fiume nel di retto canale. Passato il
po nte segue la strad a lungo il fiume [quindi sull a
s po nd a destra del Brenn o ] fin o ad a lt ro po nte
detto Scia rino soggetta ad esse re inno nd at a
e guast a da ll e acque di un rivo, per lo che a n-
drebbe elevat a praticandovi li foss i e ca na li co-
perti per iscolo dell e acque st esse. Il po nte
Scia ri no fu a nch' esso rotto da lla pi ena dell e
acqu e in oggi ha il s uo lo di travi, egua li , da un
lato a ppoggia no sopra un pil astro a secco, e
da ll 'altro sopra po rzio ne a nco ra esistente del
po nte di pi etra . All ' ingresso di qu est o po nte
sbocca un to rrente, che in t empo di dirotta
pioggia si ingrossa a dis mi sura condu cendo
q ua nti t gra nde di materi a, isola nd o e mi nac-
cia nd o il po nte che di vie ne in tali emergenze
inut il e. Qua l'ora si vorr costrui re di nuovo
questo po nte, sar es pedi ente a bba ndo nare
qu est a peri colosa situ azi o ne e fabbri carl o pi
ab basso awertendo ino ltre di fo rma re supe-
riormente a sini stra dei ripa ri at t i a t enere inca-
na lata l'acqu a ed a difendere il po nte. Passato
il s ud.to po nte si ascende con salita rapi da a
Lottigna, il suo lo selciato, ma mo lto ma le, sa-
rebbe assai pi commoda, se evita nd o di en-
t ra re in Lo tti gna si passasse a lqu a nto di sotto,
e si s boccasse nell 'attu ale strada a ve di ces i a ll a
Cappell a delle Stell e a l di l di Lotti gna
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.
Solta nto nel 1819 il Consigli o di Sta t o a p-
prova defini t ivame nte il progetto pe r la co-
struzio ne e la ma nu te nzio ne d ell a stra d a
canto na le tra Do ngio e Acqua rossa d a rea-
li zzarsi pe r passando s ull a s pond a sini stra
d el Bre nna. Quest a d ecisio ne precedut a d a
un a travagli a ti ss ima di s puta tra il Canto ne ed
a lc uni comuni d ell a Va ll e situ a ti s ull a s po nd a
d estra, sconte nt i d el d elineame nto che si in -
te nd e d a re a ll a st rad a canto na le che sa-
re bbe st ato causa, o lt re che d ell 'esclusio ne
d a l nu ovo asse d i traffico, di gravi d an ni
econo mi ci
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.
Gi il 17 a pril e 18 13 i muni cipi di Leonti ca,
Prugiasco, Castro, Po nto Va le ntino e Ma ro lta
scrivo no a l Pi ccolo Cons igli o di chi a ra ndosi a l
corre nte del nu ovo p rogetto di stra d a (fo rse
Fernando Ferrari 57
24. Corzoneso Piano e Acquarossa visti da sud, 1940- 1950 ca. (Archivio Giuseppe Gwnella)
del 1811) che prevista lungo la sponda si-
nistra del Brenno sull'andamento della
strada (o piuttosto sentiero) cos detta
Ba ndita
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. Il nome di strada Bandita rappre-
senta subito all'immaginazione che tale via
posta in situazione pericolosa. Infatti, sia pei
sassi e pei ghiacci, sia per l'angustia del luogo
e la profondit del precipizio che vi sta sotto
pericolosa al sommo e non sono stati rari gli
esempi di persone che vi sono perite
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