Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Isernico
Ipotesi di localizzazione
2014
con il patrocinio del
Comune di Rivignano Teor
La carta riprodotta in copertina è tratta da Bulghioni G 1681, ms. conservato presso l’Archivio
Storico Provinciale di Gorizia, fondo Politica, II, 33.
Presentazione
Mario di Flambri
3
Premessa
5
Generalità
6
Tavola 2 - L᾽area di Isernico e dintorni (da CTRN 5000 Rivignano).
7
Nell᾽area sorgono attualmente tre nuclei abitativi. Il più consistente è posto
accanto al fiume e immediatamente al di sopra della strada Rivignano-Flam-
bruzzo. Il secondo nucleo è costituito dai caseggiati denominati Il Bosco, si-
tuati circa 500 metri a NNW del precedente e a cavallo della strada omonima,
che conduce a Virco e Flambro. Il terzo, il più minuto, è rappresentato da due
fabbricati che sorgono circa 300 metri a levante del Bosco, al margine di una
vasta area sorgiva.
La zona, ora completamente ridotta a terreni coltivati, era un tempo, specie
nella parte settentrionale, largamente tenuta a bosco oppure a pascolo e sfrut-
tata come terreno comunale dalle ville di Isernico e di Sivigliano.
In epoca romana la parte posta fra Il Bosco, il confine a monte e le risorgive
a levante era interessata da costruzioni adibite a fornace di argilla, accompa-
gnate da fabbricati abitativi. Tali insediamenti furono frequentati dal I sec. a.C.
al V sec. d.C.
Immediatamente a sud-est del punto più meridionale del territorio sorge
l᾽abitato di Flambruzzo, attualmente di una certa consistenza.
Al margine occidentale di quest᾽ultimo abitato, circondato dai rami che lo
Scolo delle Codis descrive prima di confluire nello Stella, e lambita dal fiume
stesso, immediatamente a valle della strada che proviene dal capoluogo, si svi-
luppa il complesso della Villa Rota (v. tav. 2)2.
8
Il problema e le sue componenti
I toponimi
Isernico è un chiaro toponimo di origine slava e tale origine non può assolu-
tamente essere messa in dubbio. Gli studiosi della materia l᾽hanno da sempre
messo in relazione col nome slavo jezero ‘lago᾽1, dal quale è derivato mediante
l᾽apposizione del suffisso -nik, parimenti slavo, con valore locativo (come a
dire ‘presso il lago᾽ o ‘presso i laghi᾽ o ‘località costellata di laghetti᾽ ecc.).2 È
arduo, se non impossibile, capire di quale lago o di quali laghi si tratti, ma si-
curamente il riferimento, più che a “laghi” veri e propri, è alle numerose polle
di risorgiva che popolano la zona.
La matrice slava del nome denuncia ovviamente una sua origine databile
probabilmente alla fine del primo millennio o subito dopo, quando intere zu-
panie slave furono inviate a ripopolare la pianura friulana, dopo le devastanti
incursioni degli Ungari.3
Vogliamo però qui sottolineare che i nomi dei due abitati vicini, Sivigliano
e Flambruzzo, sono l᾽uno di origine romana (più precisamente si tratta di un
prediale), l᾽altro di origine germanica (si tratta del diminutivo di un nome
personale). La presenza di questi due nomi di matrice preslava, garantisce che
il territorio, seppur devastato e demograficamente depauperato, ha mantenu-
to comunque una continuità abitativa anche successivamente alla caduta del-
l᾽impero romano.4
________________
1. Kotnik J 1989: 135.
2. La matrice slava dell᾽abitato è stata evidenziata già da Antonini (P 1865: 85) e da
Czoernig (C 1873: 460). Dal punto di vista più strettamente toponomastico l᾽origine slava
è stata ribadita da Marcato C - Bini G - Castellarin B (1995: 147), Finco (F 2003: 549) e
Puntin (M 2012: 61). I riscontri in area slavofona sono abbastanza comuni, anche per nomi
con lo stesso suffisso; es.: Jeserniza ‘Rio del Lago᾽ (nel Tarvisiano), Jezernice (già Jezernik, CZ;
Rudolph H 1862-1863: 1943).
3. La pianura friulana a cavallo della Stradalta è costellata di paesi dal nome slavo, tutti
aventi la medesima origine. Citiamo, a solo titolo di esempio, Glaunicco, Biauzzo, Camino,
Gorizzo, Virco, Lonca, Belgrado, Gradiscutta, varie Gradisca, Santa Marizza, Sclaunicco, Le-
stizza, Percoto ecc.
4. L᾽ipotesi è rafforzata dalla presenza di due strade di quasi certa origine romana, con nomi
che probabilmente risalgono al periodo del tardo impero, anche se è possibile che si siano ori-
ginati successivamente. Si tratta delle due strade che, l᾽una più orientale, l᾽altra più a ponente,
si dirigono da Flambruzzo verso nord, a congiungersi con la Stradalta. Ambedue si uniscono a
9
Tavola 3 - Carta di Tommaso Scalfuroto, anno 1754 (in Bibl. Civ. Udine).
10
Tornando all᾽idea delle polle di risorgiva, perché di questo si tratta, che
hanno ispirato il nome, è immediato pensare che si possano identificare con
il maggior ganglio di queste cavità che sia presente in zona. Ci riferiamo ov-
viamente alle tre olle situate circa 500 metri a levante del nucleo denominato
Il Bosco. A partire da nord, con la cavità minore, le altre due completano
un semicerchio in senso orario, la seconda essendo di dimensione interme-
dia, l᾽ultima la maggiore. All᾽interno di questo semicerchio sono collocate le
C.[e]Zarnicco (a.1962, IGM 25 VS Rivignano) o C.[ase] Zarnicco, CTRN 25
Rivignano), più correttamente nominate poi Case Isernicco (a.2006, CTRN 5
Rivignano).
Sfortunatamente il mancato rinvenimento di qualsiasi traccia archeologica
contrasta fortemente con l᾽ipotesi che qui possa essere sorto l᾽abitato oggetto
di studio. A ciò si aggiunga che i due fabbricati identificati da questo toponi-
mo risalgono al primo dopoguerra, come si può capire osservando la mappa
del Comune censuario di Sivigliano, redatta nel 1913.
Il nome è passato successivamente, ma già in epoche remote, al terreno
denominato Bosco di Zernico (v. tav. 3)5, quasi certamente in quanto terre-
no comunale sfruttato dagli abitanti del villaggio. La prossimità del nucleo
abitativo del quale abbiamo già fatto menzione poco sopra ha fatto sì che il
riporto toponimico fosse facilitato e così nacque il toponimo Casali del Bosco
(ibidem), divenuto infine Il Bosco (a.1962, IGM 25VS Rivignano).
Tanto basta per i nomi di più diretto interesse. Risulta però utile ampliare
leggermente il quadro per delimitare meglio il territorio, anche se non è neces-
sario addentrarsi in ipotesi etimologiche.
Le pertinenze di Isernico - ché si trattava di una villa giuridicamente ben
definita, come abbiamo già anticipato e come avremo modo di vedere me-
glio - si estendeva dai confini settentrionali con Sterpo, Virco e Flambro
fino alla villa Rota, già conosciuta come castello della famiglia di Codroipo.
L᾽estensione latitudinale massima del territorio arrivava a poco più di un
chilometro, mentre quella longitudinale era altrettanta all᾽estremità setten-
trionale, per annullarsi immediatamente a monte del castello. Il tutto era
delimitato a ponente dal Fiume Stella, a levante dalla Roggia delle Codis,
mentre al centro era percorso dalla Roggia Cusana, ambedue, queste ultime,
affluenti di sinistra del fiume principale.6
________________
Flambro, dove sono conosciute come Piccola Levada (quella orientale) e Gran Levada (quella
occidentale).
5. La tavola riporta il disegno Scalfuroto T 1754, con la parte interessata in evidenza.
6. Buglioni G 1682: 44 (v. tav. 5).
11
La situazione archeologica
Gli studi sulle evidenze archeologiche emerse sul territorio e gli scavi ar-
cheologici compiuti consentono di effettuare alcune considerazioni relative
al territorio preso in esame; considerazioni che, benché non particolarmen-
te significative per quanto riguarda le ipotesi di collocazione dello scomparso
abitato di Isernico, permettono tuttavia di tracciare un quadro di insieme nel
quale orientarsi più agevolmente.
Quanto finora consolidato in questo particolare ambito di studio è stato
nel recente passato riassunto in modo efficace prima da Fabio Prenc7 e suc-
cessivamente da Paola Maggi8. In seguito sono emersi ulteriori e significativi
particolari, che sono stati resi pubblici nei Notiziari archeologici della rivista
Aquileia nostra9.
Di tutti i siti di interesse dell᾽area comprendente Flambruzzo e Sivigliano,
abbiamo preso in considerazione solo quelli posti alla sinistra orografica dello
Stella e a ponente della strada Flambruzzo-Flambro (Piccola Levada), fatto sal-
vo un sito di secondaria importanza ubicato nell᾽abitato di Flambruzzo.
Sarebbe superfluo riportare quanto già pubblicato negli studi accennati e
pertanto ci limiteremo a poche considerazioni di sintesi.
Osservando la carta proposta dalla dottoressa Maggi (P 2001: 12), dopo
aver notato che tutto il territorio comunale è interessato da emergenze arche-
ologiche di epoca romana, constatiamo che queste sono maggiormente fitte
nell᾽area di nord-est corrispondente al territorio di Sivigliano e Flambruzzo.
Ancor più si addensano poi a cavallo della Roggia Cusana e, più precisamente,
nel cuneo posto fra lo Stella e la Roggia delle Codis (v. NCT, Rivignano, Mp.
Com., ff. n. 5 e 9), che sorge nei terreni omonimi. I margini settentrionale e
meridionale dell᾽area sono rappresentati rispettivamente dal confine comuna-
le e dall᾽abitato di Flambruzzo (v. tav. 4).
La presenza dei siti rilevati, distribuiti lungo tutto il percorso del fiume,
indica evidentemente che l᾽area era abitata in epoca romana e sicuramente era
frequentata in epoca preistorica, come dimostra il rinvenimento di un᾽ascia in
pietra levigata nell᾽area indicata al n. 2. Si tratta tuttavia per la maggior parte
di siti non ben qualificabili, salvo che per i numeri 1 e 2.
Il primo si estende per circa 7.000 mq e la presenza di pezzi di legno car-
bonizzato frammisto a cenere denuncia un᾽antica distruzione causata da un
________________
7. Prenc F 1995.
8. Maggi P 2001.
9. Cividini T - Maggi P - Magrini C 2003; Cividini T - Maggi P 2005; Cividini T - Maggi
P - Magrini C 2006.
12
Tavola 4 - Emergenze archeologiche (da CTRN 5000 Rivignano).
13
incendio. Il rinvenimento di numerosi altri oggetti segnala che l᾽area era occu-
pata fra gli ultimi decenni del I sec. a.C. e la fine del I sec. d.C.10
Il secondo rappresenta l᾽emergenza archeologica più importante del territo-
rio di Rivignano. L᾽area di estende su circa 15.000 mq e i primi studi la indicano
essere stata frequentata tra la metà del I sec. a.C. e la fine del I sec. d. C. Le ricer-
che archeologiche degli ultimi dieci anni anno permesso di prolungare questo
periodo fino al V secolo.11 La tipologia del materiale recuperato, che va dai la-
certi di cotti di vario utilizzo, agli scarti di cottura, a frammenti marmorei e mu-
sivi ecc. consente di affermare con certezza che il sito ospitava un complesso di
fornaci - almeno tre - di qualche rilievo con annesse ville residenziali. L᾽ipotesi
è suffragata dalla vicinanza allo Stella, che permetteva di sfruttarne il corso per
la navigazione e il trasporto di materiali, e dalla presenza nelle aree circostanti
di avvallamenti di chiara origine artificiale, prodotti dall᾽attività estrattiva della
materia prima. Dalla situazione descritta non è arduo ipotizzare che la villa fosse
circondata da un minuscolo nucleo abitativo di tipo accentrato.12
Anche per le aree minori, specie quella indicata con il n. 3, è ipotizzabile
l᾽antica presenza di insediamenti abitativi. Valutando i siti nel loro complesso
e ponendoli in relazione con l᾽importante area archeologica posta sulla riva
destra dello Stella, proprio all᾽altezza del nucleo denominato Il Bosco13, Prenc
ipotizza che tali insediamenti si siano sviluppati per assicurare il controllo «di
un punto di attraversamento del fiume Stella da parte di due strade che, prove-
nienti dalla Via Postumia, si dirigevano presumibilmente a Rivignano».14 Una
di queste due strade, quella più vicina al fiume, proviene in effetti da nord, un
ramo da Sterpo e uno da Flambro, dove è conosciuta come Gran Levada (la
Grande, per antonomasia), nome che suggerisce un᾽origine per lo meno tar-
doromana. L᾽altra poteva essere sempre proveniente da Flambro, dove è deno-
minata Piccola Lavada (la Piçule), con identico valore di origine; attualmente
conduce direttamente a Flambruzzo, ma si può ipotizzare che un suo ramo
tagliasse il territorio più a settentrione, con direzione NNE-SSO.15
________________
10. Maggi P 2001: 37, Prenc F 1995: 16.
11. Cividini T - Maggi P 2005; Cividini T - Maggi P - Magrini C 2006.
12. Maggi P 2001: 68-70.
13. Si veda la cartina in Maggi P 2001: 12.
14. Prenc F 1995: 17.
15. Scomparso il ponte che attraversava il fiume per l᾽incuria dei secoli successivi alla caduta
di Roma, in epoca medievale furono costruiti altri due manufatti. Uno sulla nuova strada
che congiunge Rivignano con Flambruzzo, tutt᾽ora esistente, anche se ovviamente più volte
rifatto; l᾽altro, a monte del Bosco, in prosecuzione della Strada consorziale del Paludo, si con-
giungeva con la strada che da Flambruzzo porta a Virco e a Flambro. A margine del Fiume,
sulla sua riva sinistra, una diramazione ne costeggiava la sponda e portava al Bosco (v. tav. 4).
14
Isernico nei documenti
________________
16. Così in TEA 393 ripreso da Bianchi G 1861: 76, da Paschini P 1916-1921: 1921, 18; altro-
ve si parla di duecento marche (Palladio Degli Olivi GF 1660: I, 238), ma tale particolare
poco ci interessa.
17. Nel 1293 fu venduto da Comoretto di Arensberg a Baldachino e a Primilo nobili di Civi-
dale (Di Manzano 1858-1879: III, 235), ma già nel 1297 tornò alla famiglia per investitura
feudale a Ermanno di Orensperch (recte Arensberg), forse figlio di Comoretto. Per l᾽identi-
ficazione del castello di Arensberg, da qualcuno riconosciuto come Ariis, si veda Pellegrini
GB - Frau G 1967: 120, Miotti T 1977-1988 3: 33-37.
18. In altri documenti di quegli anni è citato come Camoretto o Comoretto di Arensberg.
19. Per notizie su questo paese scomparso si veda Bini G 2009: 37-39.
20. Di Manzano 1858-1879: IV, 21.
21. Per la verità in quel documento non si parla del castello di Flambruzzo o di Isernico e
nemmeno di quest᾽ultima villa. Risulta tuttavia abbastanza ovvio che queste due entità fossero
comprese nei possedimenti infeudati poiché nel documento si parla di garito e giurisdizio-
15
I Di Codroipo lo mantennero infine fino al 1910, e in tal senso lo ritroviamo
citato più volte nel corso dei secoli22, quando vendettero i loro possedimenti
ai conti Rota di San Vito al Tagliamento.23 Dopo qualche passaggio di breve
durata, nei primi anni del secondo dopoguerra, la villa pervenne alla famiglia
Badoglio, imparentata per via matrimoniale con i Rota.
________________
ne delle ville di Flambruzzo, Sivigliano, Chiarmacis, Mandriolo, Rivata e Salt (sorvoliamo su
come questi nomi sono realmente stati scritti e quali abitati essi esattamente indichino). Le
citazioni posteriori confermano comunque quanto qui affermato. Copia del documento e la
sua traduzione si trovano in Zoratti V 1976: 85-89.
22. La prima volta il 7 agosto 1492, quando il pievano Antonio de Susanis intimò il pagamento
del quartese a Giorgio di Codroipo e ai suoi coloni di Isernicco che erano morosi (Bini 2013:
24). Poi ancora in a.1548 «Iesernich, castello sotto Codroipj, et Regij» (Corgnali GB 1930:
11); a.1567 «Nobili Domini Giacomo Kavalier e Ludovico Codroipo hanno giurisdizione in
Isernico Castello, Flambro di sotto, Civigliano [sic] e Driolassa la metà» (Di Porcia G 1567:
81); a.1635 «Iesernicco sotto Codroipo d᾽Imperiali» (Marchettano P 1635). La dipendenza
era quindi sempre dalla Contea di Gorizia o da quella di Gradisca, come fu dal 1647 al 1712
(Czoernig C 1873: 763, 806, 836, 943).
23. Altan GB 1984: 180, Zoratti V 1967: 294.
24. Buglioni G 1681.
25. Per una dettagliata analisi di questo documento si veda Dentesano E - Castellarin B 1999.
26. Nel documento, e più precisamente laddove esso indica i confini, manca qualsiasi riferi-
mento alla villa di Flambruzzo, che invece, come dice correttamente il Bini (G 2009: 43), doveva
esserci. Diversamente dallo studioso citato, non riteniamo che il territorio di quel paese facesse
parte di Isernico, ma pensiamo invece che sia stato erroneamente omesso dal Buglioni, che lo
avrà probabilmente associato mentalmente a Flambro, che apparteneva invece allo stato veneto.
16
Tavola 5 - I terreni comunali di Isernico nel ‘Catastico’ del Buglioni (da Buglioni G 1682, Arch.
Stor. Prov. Gorizia).
17
toriale apparteneva alla villa di Sivigliano ed è esattamente l᾽area sui sorge il
nucleo denominato Il Bosco. Confrontando la situazione territoriale all᾽epo-
ca del catasto napoleonico-austriaco - quindi circa 130 anni più tardi - appare
immediatamente che gli appezzamenti di quell᾽angolo sono ancora indicati
come pertinenti a Sivigliano. Per contro, tutti gli appezzamenti posti alla sini-
stra della Cusana sono indicati come pertinenze di Flambruzzo.
L᾽abitato di Isernico è disegnato sotto questo lembo e quindi è posto fra
la Roggia Cusana a nord, il Fiume Stella a ponente e la Roggia delle Codis a
sud e sud-est. Il documento ci dà quindi la collocazione esatta dell᾽abitato di
Isernico e ciò risolve il problema principale che ci eravamo posti.
Bisogna inoltre considerare che risulta evidente che in quell᾽anno esso era
ancora costitutito in villa, con le sue pertinenze territoriali e quindi è vero-
simile che vi si tenessero vicinie e quant᾽altro fosse espressione della comu-
nità. Quando la villa fu soppressa giuridicamente, forse proprio in occasione
dell᾽avvio del censimento agrario napoleonico, il territorio fu smembrato e
assegnato a Sivigliano per la parte posta alla destra della Roggia Cusana, e a
Flambruzzo per quella alla sinistra.
________________
27. Attems CM 1994: I, 607.
28. ibidem: I, 610.
18
La situazione è indirettamente confermata dalle nomine dei parroci che si
avvicendarono a Flambruzzo-Sivigliano nella seconda metà del secolo XVII.
Negli atti di nomina o negli accordi che riporta il Di Codroipo (G 1901: 27-
35) la situazione appare abbastanza confusa, ma ciò non impedisce di trarne
alcune congetture o di confermare quanto già ipotizzato. In un atto del 1668
si parla in modo esplicito della «cura della anime delli popoli soggetti alla loro
[dei Di Codroipo] giurisdizione di Iesernico» e con ciò appare confermato
che, avendo essi la loro residenza nella villa-castello, questa era intesa come il
più volte citato “castello di Isernico” (ibidem: 27). Più avanti l᾽atto recita che
il beneficiato «sia tenuto officiare con forme proprie le solite chiese di Flam-
bruzzo e Sivigliano, amministrando ai popoli delle predette ville e di Jeserni-
co...» (ibidem: 28), e con ciò si intende che la sopracitata chiesa di Isernico
già non era officiata in quell᾽anno e che comunque il paese doveva avere una
sua fisionomia. Tuttavia la gente doveva seguire le pratiche religiose nell᾽una
o nell᾽altra chiesa degli altri due paesi, se nello stesso documento si citano «le
feste principali, con quelle della Beatissima V. Madre del Redentore nostro a
Flambruzzo, gli Apostoli a Sivigliano, et altre Festività, parte in uno, e parte
nell᾽altro luogo» (ibidem). Isernico, come si vede, era escluso dalla celebrazio-
ne delle festività principali.
Anche nel 1678 si parla solo della «vacanza del Vicariato di Sivigliano e
Flambruzzo» (ibidem: 30), particolare che si ripete nel 1692 (ibidem: 33). In
quest᾽ultimo documento si cita invece nuovamente la giurisdizione di «Jeser-
nico et Ville annesse» (ibidem), che evidentemente erano sempre Flambruz-
zo e Sivigliano. Continuando nella lettura del documento, troviamo conferma
dell᾽ancora esistente consistenza giuridica della villa laddove si recita che «Sua
Divina Maestà concederà nelli territori di Jesernico, Fiambruzzo [sic], e Si-
vigliano...» (ibidem: 34), ma di questo fatto avevamo già avuto certezza nel
sopraesaminato documento del Buglioni.
Tutto ciò conferma quanto già abbiamo detto circa il fatto che la villa aveva
perso vigore, anche se non d᾽improvviso; la sua struttura sociale si stava ormai
sfaldando da almeno duecento anni e forse più29, e con essa si andava perdendo
l᾽identità paesana e si stava dileguando quella giuridica.
________________
29. Bini (G 2009: 41) ci informa infatti che, negli elenchi delle pieve e filiali della Rationes
decimarum Italiae di Sella-Vale, Isernico non appare già nel 1495 e poi nel 1501; non appare
nemmeno in un documento del 1595, che invece indica Flambruzzo e Sivigliano come sogget-
te a Palazzolo. Nel 1632 invece è però come soggetta a Palazzolo, assieme alle altre due chiese
(v. anche Bini 2013: 26).
19
Tavola 6 - Valvassore A 1553 - Particolare.
20
Tavola 8 - Ortelius A 1573 - Particolare.
21
Tavola 10 - Magini GA 1620 - Particolare.
22
Tavola 12 - Blaeu J 1663 - Particolare.
23
Tavola 14 - AA P 1729- Particolare.
24
Tavola 16 - Vaugondy R 1777- Particolare.
25
Isernico nella carte corografiche dei secoli XVI-XVIII
Il paese di Isernico compare per la prima volta nelle carte nella corografia
del Friuli del Valvassore stampata nel 1553 (v. tav. 6) con la dicitura Iasicho,
peraltro leggibile solo con difficoltà. Quest᾽ultimo particolare è stato forie-
ro di successive errate interpretazioni e anche di improvvide duplicazioni. La
prima errata scrittura compare come Fasicho, solo dieci anni dopo, nella car-
ta del Camocio (v. tav. 7), che evidentemente aveva avuto per mano quella
del Valvassore, mentre nel 1573, in una corografia dell᾽Ortelius, leggiamo un
più probabile Lesernico (v. tav. 8). Quest᾽ultima rappresentazione è un po᾽ più
ricca di dettagli, anche se non sempre più precisa, delle due precedenti, che
collocavano il paese in una approssimativa area intermedia fra Sterpo e Ariis.
In questa esso è situato al centro di un triangolo rappresentato dagli altri due
castelli e da Flambro, ma è erroneamente discosto dal fiume Stella, dove invece
viene correttamente posto dalle prime due.
Con l᾽Ortelius torniamo, nel 1612, alla dicitura Fasicho e ad una posizione
che richiama le prime due carte (v. tav. 9).
La rappresentazione migliora decisamente nel 1620 con il Magini, che situa
l᾽abitato di Iesernico al centro del triangolo i cui vertici sono rappresentati da
Sterpo, Flandrio (recte Flambro) e Arijs, accanto a Flambezzo (recte Flambruz-
zo) e vicino allo Stella (v. tav. 10).
Successivamente la situazione si complica non poco perché i cartografi, che
non conoscevano direttamente il territorio, interpretavano le carte precedenti
e le altre vaghe notizie che riuscivano a reperire. Ecco dunque che nel 163830 e
nel 1645 il Mercator junior pone Fasicho sulla riva sinistra dello Stella, sempre
fra Sterpo e Arys, ma integra erroneamente il territorio con la presenza di Le-
sernico fra Arys e Flambro (v. tav. 11).
Diciotto anni dopo il Blaeu disegna correttamente il castello di Iesernico
accanto allo Stella, fra gli abitati di Sterpo, Flandria (recte Flambro) e Flambeuo
(recete Flambruzzo) (v. tav 12).
Nel 1697 il Coronelli traccia un quadro molto impreciso dell᾽area oggetto
del nostro studio, tanto che il nucleo di Iseruich viene posto sì fra Sterpo e
Arijs, ma è difficile comprendere se sta correttamente alla sinistra dello Stel-
la, come sembra indicare la scritta, o erroneamene a destra, come si potreb-
be dedurre dal cerchietto nero che indica un abitato (v. tav. 13).
Il van AA deve essersi basato sulla corografia del Blaeu, quando nel 1729
colloca in modo identico a questi il castello di Iesernico, fra Sterpo, Flandria e
________________
30. Mercator G jun 1638.
26
Flambeve (recte Flambruzzo) (v. tav. 14). La situazione si ripete in modo iden-
tico nel 1750 nella carta di De L᾽Isle (v. tav. 15), dove pare tuttavia di leggere
Jesernico. È piuttosto strano che una carta così particolareggiata come quella
di Salmon, compilata nel 175331 non riporti né Isernico né Flambruzzo e di ciò
non sappiamo dare spiegazione.
Il nome diventa Jersenico in una carta del Vaugondy, redatta nel 1777 (v.
tav. 16), carta peraltro molto meno ricca di particolari della precedente perché
disegnata in una scala molto più piccola. Una scala molto piccola è utilizzata
anche in una corografia del 1791 dove il Reilly scrive Iersenico, copiando evi-
dentemente dal Vaugondy (v. tav. 17).
Iesernico si trova in questa forma anche in una carta di qualche anno
precedente (Capellaris GA 1780), che però lo colloca addirittura a sud di
Aris (sic).
________________
31. Salmon G 1753.
32. KK 1805 Palazzolo.
27
Tavola 18 - KK 1805 Palazzolo - Particolare (ed. Fondaz. Benetton).
________________
33. Palladio Degli Olivi E 1659: 17.
34. Per una più approfondita analisi di questo passo e ulteriori considerazioni si veda Bini G
2009.
28
Considerazioni di sintesi
Dopo aver esaminato i vari aspetti del problema, è giunto ora il momento
di tracciare un quadro di sintesi, nell᾽intento di offrire maggiori certezze e,
riteniamo, una risposta definitiva.
Un altro aspetto del quale non siamo informati, ma sul quale faremo qual-
che riflessione, è quello della costituzione in ville delle tre entità abitative e
della conseguente suddivisione territoriale.
Per ora andiamo all᾽arrivo di un nucleo di slavi, probabilmente insediatisi
qui non prima del X secolo, ma sicuramente qualche secolo dopo le popola-
zioni germaniche. L᾽innegabile conseguenza di questo fatto è la nascita del
toponimo Isernico, che, essendo semanticamente legato al concetto di “lago” e
quindi di “polla di risorgiva”, di cui è ricca l᾽area, impone la ricerca di un più
stretto nesso fra questa condizione e il luogo che ha ispirato il nome.
Di prim᾽acchito si può pensare all᾽attuale area su cui sorgono i fabbricati
che le carte topografiche indicano come Case Zarnicco o, più recentemente
Case Isernicco. Il nome si attaglia perfettamente alla situazione dell᾽area, posta
all᾽interno di un semicerchio costituito da tre olle che, a partire da quella posta
più nord, aumentano di misura fino alla maggiore, posta a sud. L᾽apparenza è
29
però ingannevole, perché i due fabbricati sono stati costruiti nel secolo scorso
e, più precisamente, nel primo dopoguerra1. L᾽area è inoltre priva di emergen-
ze archeologiche e ciò esclude la possibilità che fosse stata precedentemente
luogo di insediamenti.
Riteniamo invece che il luogo che ha ispirato il nome sia da identificarsi con
l᾽area delle risorgive delimitata a nord dalla strada Rivignano-Flambruzzo, a
levante dalla Villa Rota e a ponente dal Fiume Stella.
L᾽antico abitato di Isernico sorgeva immediatamente a nord di quest᾽area
e ancor oggi sopravvive in un nucleo di fabbricati tutt᾽ora esistenti. Questo è
il motivo per cui il castello viene più spesso indicato come Castello di Isernico
piuttosto che come Castello di Flambruzzo o di Flambro di sotto. Queste ultime
denominazioni sono più antiche, ma caddero in disuso in favore dell᾽altra.
Possiamo a questo punto ipotizzare che anticamente il territorio fosse sud-
diviso fra Flambruzzo e Sivigliano e che l᾽inserzione del nucleo di Isernico
abbia determinato una nuova ripartizione, ovviamente in favore dell᾽ultimo
nato2. È credibile quindi che il castello, o per lo meno una “casa incastellata”,
come viene talora definito ancora nel 1313, esistesse prima della nascita di
Isernico e che, all᾽atto della ripartizione territoriale conseguente, l᾽area sulla
quale questo sorgeva, sia ricaduta nelle pertinenze del nuovo villaggio.
Senza le considerazioni che abbiamo appena fatto, le molteplici rappre-
sentazioni che sono riportate sulle numerose carte corografiche dei secoli
XVI-XVIII avrebbero poco valore, potendosi riferire solo al castello vero e
proprio.
La certezza che il villaggio sorgeva dove abbiamo poco sopra specificato, e
che l᾽attuale gruppo di fabbricati che insiste sulla stessa area ne rappresenta
la continuità, ci proviene dal citato Catastico del Buglioni (G 1681), che nel
suo schizzo lo disegna proprio a valle del Bosco e alla confluenza di un corso
d᾽acqua, che identifichiamo con lo Scolo delle Codis, con il Fiume Stella.
________________
1. L᾽apposizione del nome è pertanto di tipo dotto e quindi non ha relazione diretta con la
nascita del nome del villaggio.
2. Una spia consistente di questo processo è rilevabile nella situazione territoriale che si os-
serva sul documento Buglioni G 1681, nel quale l᾽area sulla quale sorge Il Bosco risulta gia-
cente nelle pertinenze di Sivigliano. Quest᾽ultimo aveva quindi un᾽appendice territoriale alla
sinistra dello Stella, evidente lacerto di una più vasta estensione antecedente a una più tarda
ripartizione. La situazione è confermata dal Sommarione del Catasto Napoleonico.
30
Conclusioni
Siamo alla fine nostro lavoro e, come si addice a ogni percorso di studio,
è opportuno offrire al lettore conclusioni che vadano al di là di una sintesi
tecnica.
31
Siamo riusciti nel nostro intento? Nell᾽intento cioè di individuare una volta
per tutte il sito dove sorgeva l᾽antico abitato di Isernico?
Noi riteniamo di sì. Riteniamo, ripetendoci per l᾽ultima volta, che l᾽attuale
nucleo di caseggiati, che sorge poco a monte della Villa Rota e della strada
Rivignano-Flambruzzo, rappresenti la continuità nel tempo dell᾽antico abitato
di Isernico. Riteniamo anche che il territorio, dall᾽epoca romana in poi, non
sia mai stato disabitato. Siamo propensi a pensare che l᾽area posta a nord del
territorio, sede di fornaci e nuclei abitati al tempo di Aquileia, sia stata fre-
quentata almeno fino a quando iniziò a crearsi il nucleo di Flambruzzo; e che
qualche secolo dopo una comunità slava si sia insediata accanto a quest᾽ultimo
nucleo, lì dove abbiamo indicato sorgesse Isernico.
Per arrivare a queste conclusioni abbiamo analizzato la situazione archeolo-
gica, la documentazione dei secoli passati, la cartografia storica e presente, i ca-
tasti ecc. Tutto orientava a concludere così come abbiamo precisato. La prova
principe è risultata però essere quel Catastico che Buglioni compilò nel 1681,
documento che, confrontato con il Sommarione del Catasto Napoleonico, non
lascia adito a dubbi di sorta.
A ulteriore riprova della certezza di tale ubicazione, portiamo ancora la ci-
tata tavoletta della Kriegkarte, che, poco più di un secolo dopo quella del Bu-
glioni, delinea ancora la stessa situazione.
32
Bibliografia
Fonti inedite
Buglioni G 1681 = Guglielmo Buglioni, Catastico del Stato di Gradisca, manoscritto, a.1681
(in Archivio Storico Provinciale di Gorizia, fondo Politica, cart. II, fasc. 33).
Sommarione, Sivigliano e Flambruzzo = Archivio di Stato di Udine, Catasto Napoleonico,
Comune di Sivigliano e Flambruzzo, a.1810.
Fonti edite
Altan MGB 1984 = Mario Giovanni Battista Altan, Ancora intorno a castellieri, cente, motte e
castelli, «Ce fastu?», LX (1984), 2, pp. 176-195.
Antonini P 1865 = Prospero Antonini, Il Friuli orientale, Milano, Francesco Vallardi editore,
1865, viii-706 p.
Attems CM 1994 = Franc Kralj - Luigi Tavano (a cura di -), Atti delle visite pastorali negli
arcidiaconati di Gorizia, Tolmino e Duino dell᾽Arcidiocesi di Gorizia, 1750-1759 / Vizi-
tacijski zapisniki Goriškega, Tolminskega in Devinskega arhidiakonata Goriške nadškofije,
1750-1759 / Die Berichte der Pastoralvisitationen in den Archidiakonaten Görz, Tolmin und
Duino der Erzdiözese Görz, 1750-1759, Gorizia, Istituto di storia sociale e religiosa, 1994,
ci-742 p.
Bianchi G 1861 = Bianchi Giuseppe, Documenta historiae forojuliensis saeculi XIII. Ab anno
1220 ad 1299. Summatim regesta, Wien, K.K Hof- und Staatsdruckerei, 1861, 250 p.
Bini G 2009 = Giuliano Bini, I “fantasmi” dello Stella, in Giuliano Bini (a cura di -), I paesi
fantasmi della Bassa Friulana, Latisana, la bassa, 2009, 189 p.: 25-68.
Bini G 2013 = Giuliano Bini, “... Sanctorum Steffano et Laurentij alterius Patroni”. La Chiesa
nella storia millenaria di Palazzolo, Latisna, la bassa, 2013, x-345 p.
Castellarin B 2002 = Benvenuto Castellarin, Cinque paesi di antica radice feudale goriziana,
in Mario Giovanni Battista Altan et alii, I possedimenti goriziani nella Bassa Friulana. Dal
Medioevo all᾽età moderna, Latisana / San Michele al Tagliamento, la bassa, 2002, 141 p.:
67-95.
Cividini T - Maggi P - Magrini C 2003 = Tiziana Cividini - Paola Maggi - Chiara Ma-
grini, Rivignano. Flambruzzo, loc. Bosco (nella rubrica Notiziario archeologico), «Aquileia
nostra», LXXIV (2003), coll. 795-803.
Cividini T - Maggi P 2005 = Tiziana Cividini - Paola Maggi, Rivignano. Flambruzzo, fornace
romana in località ‘Il Bosco᾽. Scavi 2006 - Descrizione dello scavo (nella rubrica Notiziario
archeologico), «Aquileia nostra», LXXVI (2005), coll. 440-447.
Cividini T - Maggi P - Magrini C 2006 = Tiziana Cividini - Paola Maggi - Chiara Magri-
ni Rivignano. Flambruzzo, fornace romana in località ‘Il Bosco᾽. Scavi 2006 (nella rubrica
Notiziario archeologico), «Aquileia nostra», LXXVII (2006), coll. 382-387.
Corgnali GB 1930 = Giovanni Battista Corgnali, La toponomastica nei secoli XVI-XIX, Udine,
Tipografia “Bosetti” [prove di stampa], s.d. [1930?], 144 p.
Czoernig C 1873 = Carl Freiherrn von Czoernig, Das Land Görz und Gradisca: (mit Einschluss
von Aquileja). Geographisch statistisch historisch Dargestellt, Wien, Wilhelm Braümuller,
33
1873, 2 v. (1: Der Stadt Görz und ihren freundlichen Bewohnern; 2: Geschichte von Görz),
xvii-993 p., [1] c. di tav. ripieg.) : 1 c. geogr. [Prima parte di Gorz: Osterreich᾽s Nizza: Nebst
einer Darstellung des Landes Görz und Gradisca].
Dentesano E - Castellarin B1999 = Ermanno Dentesano - Benvenuto Castellarin, I terreni
comunali delle ville imperiali secondo il “Catastico del Stato di Gradisca”, Latisana, «la bas-
sa», XX [recte XXI] (1999), 38 (giugno), pag. 7-33 e XXII (2000), 40 (giugno), pp. 77-93.
Di Codroipo G 1901 = Girolamo di Codroipo, Flambruzzo - Isernico - Sivigliano. Note storiche
pubblicate dal conte G. Di Codroipo per la circostanza in cui il rev.o Don Pietro D᾽Ambrosio
entra al governo spirituale della parrocchia, Udine, Tipografia del Patronato, 1901, 44 p.
Di Manzano F 1858-1879 = Francesco di Manzano, Annali del Friuli, ossia Raccolta delle cose
storiche appartenenti a questa regione, Udine, Rampinelli, 1858-1879, 7 voll.
Di Porcia G 1567 = Girolamo Di Porcia, Descrizione della Patria del Friuli ecc., Udine, Tipo-
grafia del Patronato, 1897, x-91 p.
Finco F 2003 = Franco Finco, Toponimi di origine slovena nella pianura friulana, in Enos Co-
stantini (a cura di -), Slovenia, un vicino da scoprire, vol. I dal numar unic pal 80n Congrès
de Societât Filologjiche Furlane (Ljubljana, 21 di Setembar 2003), Udin, Societât Filologji-
che Furlane, 2003, 768 p.: 539-558.
Kotnik J 1989 = Janko Kotnik, Slovensko-italijanski slovar [Vocabolario sloveno-italiano],
Ljubliana, Državna Zalozba Slovenije, 1989 (1981), 799 p.
Maggi P 2001 = Paola Maggi, Presenze Romane nel Territorio del Medio Friuli - 8. Rivignano,
s.l., Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli, 2001, 243 p.
Marcato C - Bini G - Castellarin B 1995 = Carla Marcato - Giuliano Bini - Benvenuto
Castellarin, I nomi delle acque - Studi sull᾽idronimia del bacino del fiume Stella e dei territori
vicini nella Bassa Friulana, Latisana, Edizioni “la bassa”, 1995, 219 p.
Marchettano P 1635 = Pietro Marchettano, Nomi delle città, terre, fortezze, castelli, et ville
de la Patria del Friuli con gli giusdicenti raccolti da P.M., a cura di Franco Finco - Paolo
Foramitti - Alberto Prelli, con il titolo di La Patria del Friuli. Città, ville e castelli, Udine,
Edizioni del Confine, 20003 (1635), 159 p.
Miotti T 1977-1988 3 = Tito Miotti, Castelli del Friuli, Udine, Del Bianco, 1977-1988, 7 v.
(vol. 3: Le giurisdizioni del Friuli orientale e la Contea di Gorizia, s.d., 470 p.).
Palladio Degli Olivi E 1659 = Enrico Palladio Degli Olivi, Rerum foroiuliensium ab Urbe
conditum ad an. Redemptoris Domini nostri 452 libri undecim; necnon De oppugnatione
gradiscana libri quinque, Udine, Nicola Schiratti, MDCLIX, varie-203-varie-110 p.
Palladio Degli Olivi E 1660 = Gian Francesco Palladio degli Olivi, Historie della Provin-
cia del Friuli, Udine, Nicolò Schiratti, MDCLX, 2 voll. (rist.anast. Forni, Bologna, 1966),
852 p. compl.
Paschini P 1916-1921 = Pio Paschini, Gregorio di Montelongo patriarca d᾽Aquileia (1251-
1269), «Memorie Storiche Forogiuliesi», XII-XIV (1916-1918), pp. 25-84 e XVII (1921),
pp. 1-82.
Pellegrini GB - Frau G 1967 = Giovanni Battista Pellegrini - Giovanni Frau, Appunti di to-
ponomastica friulana: i nomi degli antichi castelli, in Metodologia nella ricerca delle strutture
fortificate nell᾽alto medioevo (5a tavola rotonda nazionale - Udine / Cividale / Trieste, 26-29
ottobre 1967), Udine, Istituto Italiano dei Castelli - Sezione Friuli-Venezia Giulia, «Studi e
ricerche», II (1975), 163 p.: 109-130.
Prenc F 1995 = Fabio Prenc, Il territorio in età romana, in Rivignano. Cenni di storia, Latisana,
la bassa, 1995, 96 p.: 9-36.
Puntin M 2012 = Maurizio Puntin, Nomi slavi di acque nella pianura friulana, «Tiere furlane»,
13 (2012, 2), pp. 54-66.
34
Rudolph H 1862-1863 = H. Rudolph, Vollstäntiges geographisch-topographisch-statistiches
Orts-Lexikon von Deutschland und zwar der gesammten deutschen Bundesstaaten..., Leip-
zig, Albert Hoffmann, 1861-1863, 2 voll., 5314 coll.
TEA = Odorico de Susanis - Giuseppe Bianchi (a cura di -), Thesaurus Ecclesiae Aquileiensis,
Utini, MCCCXLII, Udine, Trombetti-Murero, 1847, viii-460 p.
Zoratti V 1967 = Vito Zoratti, Codroipo, ricordi storici. Dalla storia ecclesiastica, [S.l.], [s.n.],
1967, 344 p.
Zoratti V 1976 = Vito Zoratti, Codroipo e villa Blasis, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1976,
200 p.
Cartografia
AA P 1729 = Peter van der Aa, Foro Iuliensis Provinciae. Accuratissima Geographica Tabula
Novissime Delineata, Lugduni Batavorum [Leide], [1729].
Blaeu J 1663 = Joan Blaeu, Patria del Friuli olim Forum Iulii, [1663].
CA, Mp, Sivigliano = Catasto Austriaco, Mappe, Comune censuario di Sivigliano, a.1913, pres-
so l᾽Archivio del Comune di Rivignano.
CA, Mp Rid, Sivigliano con Flambruzzo = Catasto Austriaco, Mappe ridotte, Comune di Sivi-
gliano con Flambruzzo, a.1842.
Camocio GF 1563 = Giovanni Francesco Camocio, Nova descriptione del Friuli, MDLXIII.
Capellaris GA 1789 = Giannantonio Capellaris, Carta delle Contee di Gorizia, di Gradisca,
Distretto di Trieste, e del Friuli veneto ecc., Venezia, P. Santini, 1780.
Coronelli V 1697 = Vincenzo Coronelli, Patria del Friuli, coll᾽Isole che gli dipendono, [tratto
da Isolario dell᾽Atlante Veneto], Venezia, [1697].
CTRN 5000 Rivignano= Carta Tecnica Regionale Numerica, sc. 1:5.000, elemento denomina-
to Rivignano, 087091, a.2006.
CTRN 25000 Rivignano = Carta Tecnica Regionale Numerica, sc. 1:25.000, tavoletta denomi-
nata Rivignano, 087 SO, a.2002.
De L᾽Isle G 1750 = Guglielmo De L᾽Isle, Carta Geografica della Provincia del Friuli, Venezia,
Stamperia Albrizzi, 1750.
KK 1805 Palazzolo = Kriegskarte: 1798-1805. Il Ducato di Venezia nella carta di Anton von
Zach / Das Herzogtum Venedig auf der Karte Antoni von Zach, Treviso / Pieve di Soligo,
Fondazione Benetton Studi Ricerche, 2005, 2 voll., xvii-784 p., 120 carte.: tavoletta deno-
minata Palazzolo, XVI-12.
IGM 25 VS Rivignano = Tavoletta in scala 1:25.000 denominata Rivignano, 40.IV.SO, a.1962.
IGM 50 Palmanova = Foglio in scala 1:50.000 denominato Palmanova, a.1968.
Magini GA 1620 = Giovanni Antonio Magini, Patria del Friuli olim Fori Iulii, [1620].
Mercator G jun 1638 = Gerard Mercator junior, Karstia, Carniola, et Windorum Marcha,
cum confinys, [1638].
Mercator G jun 1645 = Gerard Mercator junior, Karstia, Carniola, Histria et Windorum Mar-
cha, Guiljelm Blaeu excudit [1645].
NCT, Rivignano = Nuovo Catasto Terreni, Mappe, Comune di Rivignano.
Ortelius A 1573 = Abraham Ortelius, Fori Iulii accurata descriptio, 1573 [da Additamenta del
Theatrum Orbis Terrarum, come tav. 34a].
Ortelius A 1612 = Abraham Ortelius, Fori Iulii vulgo Friuli typus, 1612 [da Theatrum Orbis
Terrarum Abrahami Ortelii, Anversa, Plantin].
Reilly FJJ 1791 = Franz J.J. Reilly, Die Gebiethe von Friaul und Cadore, 1791 [da Schauplatz
der fünf Theile der Welt. Mit bestaendiger Rücksicht auf die besten Originalwerke in drey
35
Theile zusammengetragen von einer Gesellschaft Geographen. Nach und zu Büschings grosser
Erdbeschreibung: II parte/ punto 2].
Salmon G 1753 = Giovanni Salmon, Carta geografica della Patria del Friuli, Venezia, tipogra-
fia G. Albrizzi, 1753.
Scalfuroto T 1754 = Tommaso Scalfuroto, Copia del Disegno di tutta la confinazione di
Flambro Villa Veneta con Sivian, e Virco Austriaco ecc., 1754, in Biblioteca Civica di Udine,
Mappe, cass. D.
Valvassore A 1553 = Andrea Valvassore detto Guagnino, La vera descritione del Friuli ecc.,
MDLIII.
Vaugondy R 1777 = Robert Vaugondy, Partie méridionale du cercle d᾽Autriche qui comprend
la basse partie du Duché de Stirie, le Duché de Carinthie, divisé en haute et basse, le Duché
de Carniole divisé en haute, basse, moyenne et inter.e Carniole, et l᾽Istrie Impériale, Venise,
P. Santini, 1777.
36
Finito di stampare presso [nome] a [luogo]
nel mese di [mese] [anno]